[ME] Nei primi giorni del mese di giugno 2010 ha preso

Transcript

[ME] Nei primi giorni del mese di giugno 2010 ha preso
[ME] Nei primi giorni del mese di giugno 2010 ha preso forma la nostra idea di
fare la “Centomiglia” del Garda, quando nel corso di una delle frequenti
telefonate a parlare di vela e di possibili attività in cui cimentarsi insieme dissi
a Giovanni: “ma se dobbiamo fare la Cento per la prima volta perché non farla
con un J24? che ne pensi?” Ricordo bene l’entusiasmo con cui accolse la mia
proposta...disse: “sarebbe bellissimo, ME!! dobbiamo trovare un J per
farla!!?”....non c’era bisogno di cercare nuove conferme, con Giovanni ci si
intendeva al volo....era una condivisione di intenti e di entusiasmi davvero
speciale....se si era detto “si può fare” per entrambi era già cosa fatta....da
quel momento è stato un crescendo di scambi di opinioni di confronti per
mettere a punto ogni dettaglio, organizzare il gruppo, prendere i contatti sul
posto. Giovanni aveva regatato sul J24 con la flotta del Lario insieme a
Maurizio, io avevo fatto i miei primi passi a Cervia con Antonio Antonelli e con
l’arrivo di Luca in equipaggio eravamo pronti. Ad agosto quando trovai la
barca, il J24 Noan, andai a vederla da sola a Castelletto ma lo chiamai per
chiedergli conferma di ciò che andava verificato. Giovanni era molto scrupoloso
e attento alla sicurezza e alla verifica delle dotazioni indispensabili a gareggiare
con il migliore degli assetti possibile.... il suo parere era importante, la sua
esperienza e la sua abilità erano per me rassicuranti e incoraggianti...
parlammo a lungo, mandai le foto della barca anche agli altri...Antonio disse è
ok....e poco dopo l’equipaggio decretò l’assenso definitivo....avremmo corso
con il J 24 Noan la 60° Centomiglia del Garda.
Equipaggio J24 Noan Centomiglia Settembre 2010
Centomiglia Settembre 2010
Il giorno della regata, la sveglia ha suonato
alle 6. Mancavano un paio d’ore alla partenza
ma il Peler soffiava già gagliardo e la superficie
del Lago era cosparsa di ochette. Ricordo che
nell’attraversare
il
lago
da
Castelletto
a
Bogliaco, una forte corrente favoriva il nostro
percorso per portarci sulla linea di partenza
dove abbiamo iniziato ad incrociare le altre
barche. Poco dopo il motoscafo del circolo ha
attraversato la linea e siamo partiti. Fin da
subito le onde molto alte e la pressione in
aumento ci hanno indotto a scegliere di
procedere
tenendoci
abbastanza
centrali,
facendo dei bordi lunghi fino quasi a sfiorare la riva veronese...questa scelta ha
permesso al nostro J di mantenere un passo migliore e un assetto più
stabile…Nel corso del tracciato fino a Navene, tutto l’equipaggio stava stretto in
falchetta ma pur soffrendo, non sono mancante le risate e il piacere di essere li
insieme a misurarci ancora una volta con la nostra passione. La regata
l’abbiamo conclusa alle 23.31 dopo un pomeriggio faticoso e una serata
impegnativa per via dell’assenza di vento dopo il passaggio a S. Sevino e in
vaste zone del lago davanti al golfo di Salò…tutti attenti a studiare gli avversari
intorno ma soprattutto a cogliere ogni segnale indicativo della presenza di
vento. Fare la Centomiglia è stato bellissimo, questa regata si costruisce passo
per passo studiando con scrupolosa attenzione il lago e la sua geografia e
tenendo salda la determinazione di andare avanti. E’ stata una prova di
resistenza ma anche una grande soddisfazione riuscire a fare risultato per un
equipaggio non professionista come il nostro.
[Irene] Mentre stava preparando l’impresa insieme agli amici, i racconti
esilaranti di Giovanni dell’incontro con la barca ed i compagni d’avventura
vecchi e nuovi, arrivavano anche ad Irene: ”riempivano le mie giornate e mi
faceva sentire partecipe anche questa volta, anche se sono rimasta a terra.
Giovanni l’ho conosciuto proprio qui, sulla riva del Lago: sono passati due anni
ma saprei ancora ritrovare la panchina vicino a Cassone dove siamo rimasti
seduti a chiacchierare fino alla tarda notte di un sabato di ottobre, dopo una
bella giornata di vela. Incontrandolo per la prima volta, si restava colpiti dalla
sua sensibilità verso le persone, dalla sua capacità di entrare in sintonia con
tutti cogliendo gli aspetti peculiari del carattere di ciascuno e impiegandoli
come chiave per creare empatia. L’ha saputo fare in quella prima occasione,
con me e con gli altri amici appena conosciuti, e poi in molti altri momenti: si
saliva in barca, o ci si sedeva a tavola con lui, ed era come ritrovare un vecchio
amico, che si conosce da sempre.
Nei mesi successivi abbiamo avuto la fortuna di navigare insieme: a maggio si
partiva per la Duecento, Giovanni ha risposto con grande entusiasmo all’invito
a unirsi alla nostra navigazione e si è dimostrato un marinaio capace e
affidabile, e un compagno di viaggio meraviglioso.
La
DuecentoMiglia
21 – 23 Maggio 2010
Alessandro, il nostro stratega, ci aveva ammonito: “le regate come queste si
vincono di notte, quando tutti gli altri saranno stanchi...”; ma col passare delle
ore -mezzanotte... l’una... le due- anche i nostri compagni sono andati uno
dopo l’altro sottocoperta a “schiacciare solo un pisolino”, finché non siamo
rimasti soli Giovanni ed io, sotto un immenso cielo stellato, dentro una calma
assoluta scandita dai suoni vellutati del mare aperto; “è bellissimo” ci siamo
Redentore 18-19 Luglio 2010
detti. Ricordo risuonare la sua risata potente,
che sempre precedeva il suo arrivo, sulla
banchina sotto il sole di una giornata di luglio,
mentre ci preparavamo a salpare alla volta di
una laguna in festa per il Redentore; ricordo la
sua attenzione concentrata nel preparare la
prua per un arrivo a Venezia sotto spi, che ha
strappato un applauso agli equipaggi delle
barche vicine; la sua abilità nel tirare dei bordi
negli stretti tratti tra le briccole; un’attenzione
e un’abilità mai esibite, ma che diventavano
evidenti nelle situazioni più delicate o più
estreme.
L’ultimo ricordo che ho di Giovanni è legato a una domenica trascorsa sul Lago
di Como, mentre dalla prospettiva scalena del trapezio lo guardavo divertirsi
come un matto al timone del Laser Vago, mentre la “breva” tosta ululava tra
sartie e vele, e il tempo è volato e lui non sarebbe voluto più tornare a riva.
Giovanni voleva che il vento riempisse completamente le vele e non ne era
spaventato, anzi cercava il limite con la sicurezza che gli consentiva la sua
perizia marinara; diceva “questo è andare a vela!”, e così incoraggiava anche
noi”.
[Luca] “Con Giovanni ci siamo conosciuti in Sardegna, entrambi imbarcati dopo
aver risposto ad un annuncio. Fin da subito c’è stata sintonia e le giornate
passate a navigare tra la Maddalena e Alghero sono un ricordo indelebile nella
mia memoria. Con Giò c’era sempre tempo per una risata, una battuta...
Quante volte, navigando tranquilli, al piede dell’albero, si iniziava a scherzare,
fino a che Giò diceva all’equipaggio: “Aperitivo??” e si gettava sottocoperta a
preparare spriz per tutti!
Con lui ho condiviso bellissime esperienze, il mare era la passione di entrambi
e, anche quando ci si trovava a Milano, lontani dal mare, le nostre
chiacchierate, sulla scia dei ricordi, volavano verso la vela”.
Giovanni a Capo Caccia (Sardegna)
La passione per la vela porta spesso
con sé molti regali meravigliosi, e il
più straordinario di tutti secondo noi
è rappresentato dal legame così
speciale che può nascere e crescere
tra gli amici che condividono queste
esperienze.
Giovanni
ha
rappresentato un bellissimo “regalo
ricevuto”, per usare un’espressione
che
lui
amava
molto,
che
continuiamo a portarci con noi, ogni
volta che torniamo a navigare.
La “100 Miglia del Garda” è stata
l’ultima regata alla quale il nostro
amico ha preso parte prima di
lasciarci;
l’esperienza
della
navigazione sul J24 lo aveva appassionato, e tra i suoi progetti c’era quello di
replicarla l’anno successivo. Per questo motivo poterlo ricordare partecipando
alla prossima edizione della Centomiglia in sua memoria ha un particolare
significato per tutti noi che abbiamo con grande felicità raccolto la proposta
della famiglia di ricomporre l’equipaggio e tornare sul Garda a fare questa
regata.
Siamo molto grati ad Eros Angeli, alla classe J24 e al Circolo di Gargnano per
aver accolto con straordinaria disponibilità la richiesta di dedicare a questo
nostro ricordo uno spazio ufficiale nell’ambito della manifestazione.
MariaElena, Luca, Maurizio, Antonio, Irene