Il plancton fluviale come strumento di conoscenza della qualità

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Il plancton fluviale come strumento di conoscenza della qualità
Il plancton fluviale come strumento di conoscenza della qualità ecologica e per la
gestione delle acque del fiume Adige
Nico Salmaso^, Andrea Zignin^, Barbara Centis^, Paola Sartori*, Nicola Dell’Acqua*
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^ Istituto Agrario di S. Michele a/Adige, Via E. Mach 1, 38010, S. Michele a/Adige (TN).
* Autorità di Bacino dell’Adige, Piazza A. Vittoria 5, 38100 Trento
L’obiettivo generale del progetto è di aumentare, con una iniziativa interregionale che
abbracci l’intero tratto planiziale, il livello delle conoscenze sul plancton fluviale (potamoplancton)
del Fiume Adige.
La componente fotosintetica del potamoplancton (fitoplancton) rappresenta, in determinate
condizioni morfofluviali e idrologiche, una delle parti costitutive più importanti – se non esclusive –
del particellato organico in sospensione, controllando il livello qualitativo ed estetico delle acque,
nonché il loro spettro di utilizzo (per esempio per scopi potabili o ricreativi).
La conoscenza dei meccanismi e delle variabili forzanti in grado di controllare lo sviluppo
del fitoplancton diviene pertanto un elemento indispensabile e strategico, preliminare a qualsiasi
tipo di intervento gestionale, in quanto capace di fornire previsioni sulla quantità e tipo di organismi
algali che si possono sviluppare a seguito di cambiamenti, per es., nella regimazione idraulica delle
acque a seguito di particolari politiche di utilizzo o di cambiamenti climatici.
La ricerca viene eseguita su cinque stazioni collocate prima della confluenza dell’Isarco
(Bolzano), tra Bolzano e Trento (Cortina all’Adige), tra Trento e Verona (Besenello e Pescantina) e
in provincia di Rovigo (Badia Polesine).
Le misure e analisi sono effettuate a cura dell’Istituto Agrario di S. Michele a/Adige, APPA
di Bolzano, APPA di Trento e ARPAV di Rovigo.
Risultati attesi:
•
formulazione di modelli previsionali di sviluppo di biomassa algale in funzione delle principali
variabili forzanti;
•
indicazioni sul tipo e quantità di organismi presenti nelle acque destinate ai processi di
potabilizzazione;
•
utilizzo dei dati anche nell’ambito delle richieste formulate dalla direttiva europea sulle acque
(Direttiva 2000/60/CE – “Water Framework Directive”);
•
valutazione dell’impatto del fiume sull’eutrofizzazione delle aree costiere dell’Adriatico
nordoccidentale;
•
indicazioni e azioni gestionali in funzione delle destinazioni d’uso plurimo (p. es. potabile);
•
standardizzazione e omogeneizzazione delle procedure di raccolta campioni e rilevazione di dati
sul campo da parte dei diversi enti partecipanti al progetto.
Data la scarsità di studi aggiornati e completi sul fitoplancton e sui rapporti biotici tra fito- e
zooplancton nel Fiume Adige, si ritiene che il complesso di dati fisici, chimici e biologici rilevati
nell’ambito di un unico progetto e in tratti di fiume rappresentativi di diversi tratti planiziali, possa
ambire a diventare un importante riferimento per la definizione dell’ecologia del potamoplancton in
questa particolare tipologia fluviale posta a sud dell’arco alpino e nella zona di pianura.
E’ da sottolineare che i dati così ottenuti permetteranno, attraverso l’approfondimento dei
meccanismi di funzionamento dell’ecosistema fluviale (ricerca di base), di ottenere strumenti ed
elementi conoscitivi indispensabili per gli aspetti applicativi (ricerca applicata e applicazioni).
Riferimenti bibliografici essenziali
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K.T. Kiss, J. Padisák & K.É. Szabó. Program, Abstracts and Extended Abstracts: 129.