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Attualità
DOMENICA 2 MARZO 2014 GAZZETTA
Ercolano, rissa tra ragazzi
ucciso un diciottenne
cina
Strage a Kunming: 27 persone accoltellate
Bagno di sangue al momento senza spiegazioni in
Cina. Almeno 27 persone sono state uccise e altre 109
ferite a colpi di coltello da un gruppo di sconosciuti in
una stazione della metro (foto) della città di Kunming,
capoluogo della provincia meridionale dello Yunnan.
Lo riferisce l’agenzia ufficiale Xinhua. Alcune foto
pubblicate su “Sina Weibo”, il Twitter cinese,
mostrano i corpi stesi a terra ricoperti di sangue,
gruppi di agenti che pattugliano la stazione e medici
che soccorrono i feriti. Un testimone che stava
cenando in un ristorante vicino alla
stazione ha raccontato di aver visto gli
aggressori: erano uomini vestiti di nero
armati con due lunghi coltelli. «Ero
spaventato a morte», ha scritto il
testimone sul suo profilo del social
network. Una prima ipotesi sulle
ragioni della strage arriva dai mezzi di
informazione ufficiale. Il massacro alla
stazione cinese di Kunming è stato un
«violento attacco terroristico». È
quanto sottolineano i media di Stato di
Pechino. Kunming è il capoluogo della
provincia sudoccidentale dello Yunnan.
Un «attentato terroristico, organizzato e
premeditato», portato a termine da «persone non
identificate armate di coltello», ha sottolineato
l’agenzia ufficiale cinese Xinhua, citando le autorità
locali. Secondo quanto riferito dalla tv locale “K6”, la
polizia ha ucciso alcuni degli attentatori. La zona
intorno alla stazione è stata isolata e sul posto stanno
arrivando i vertici della sicurezza cinese. Secondo i
testimoni, gli attentatori erano tutti vestiti di nero e,
appena entrati, hanno cominciato a colpire
indiscriminatamente.
Il ragazzo è stato accoltellato in pieno giorno. Stava per diventare padre
Ferito il nipote di un boss. Forse è stata una vendetta per una lite precedente
◗ ERCOLANO (NAPOLI)
Aveva soltanto 18 anni Gaetano Lavini, il giovane accoltellato a morte a seguito di una rissa scoppiata ieri in pieno giorno in via Mercato, nella zona
centrale di Ercolano in provincia di Napoli. Nella rissa è rimasto ferito lievemente al volto anche un 17enne del posto.
Su di lui si concentrano le attenzioni degli investigatori
che stanno cercando di fare luce sull’episodio che presenta
ancora aspetti oscuri e che
quindi ritengono fondamentale la sua testimonianza, non
essendo al momento noti gli
altri partecipanti alla lite. Secondo alcune testimonianze il
diciassettenne ferito sarebbe
il nipote di un boss del clan
Birra, egemone sul territorio.
Il ragazzo ha una ferita lieve
ed è stato medicato all’ospedale Maresca di Torre del Greco. I carabinieri hanno anche
proceduto ad alcune perquisizioni nella zona di via Mercato
per rintracciare i partecipanti
alla rissa e chiarirne le circostanze.
Non si esclude che la rissa
L’ospedale Maresca di Torre del Greco dove è stato portato il 18enne ferito
di ieri sia stata una sorta di regolamento di conti, una vendetta maturata per una rissa
scoppiata una settimana fa al
confine con Torre del Greco
sempre tra ragazzi intorno ai
diciotto anni. Gaetano Lavini
è
giunto
all’ospedale
“Maresca” di Torre del Greco
moncalieri (to)
in condizioni disperate, aveva
gravi ferite di arma da taglio
ed è morto poco dopo.
Come riferisce don Marco
Ricci, il parroco della chiesa di
Santa Maria della Consolazione particolarmente impegnato nel sociale, «il giovane sarebbe diventato presto papà.
brevi
Esplode palazzina, 6 feriti, uno grave
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Nonostantel’allarme
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■■ Per l’allarmeterrorismo
inEgitto,laFarnesina,come
Olanda,Germania,Belgioe
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confermatopurefontideitour
operatore dellacompagnia
aereaBluePanorama.
pantelleria
■ ■ Notte di terrore a Moncalieri, Comune alle porte di Torino, dove
un’esplosione ha sventrato una palazzina. La deflagrazione non ha
causato morti, ma 6 persone sono rimaste ferite, tra cui due bambine di 4 e 9 anni. Gravi, invece, le condizioni di un marocchino.
forum Libera
Mafia, 12.946 beni confiscati
Don Ciotti: sono ancora pochi
◗ ROMA
Sono 12.946 i beni confiscati in
Italia alle mafie, di cui 11.238
immobili e 1.708 aziende. I dati,
sono stati diffusi durante il forum nazionale promosso da Libera, intitolato “Le mafie restituiscono il maltolto”. Le prime
sei regioni per presenza di beni
confiscati sono: Sicilia (5.515
beni), Campania (1.918), Calabria (1.811), Lombardia (1.186),
Puglia (1.126) e Lazio (645). Degli oltre dodicimila beni confiscati il 35% del totale (pari a
3.995) sono ancora in gestione
all’Agenzia nazionale dei beni
sequestrati, mentre il 52% (pari
a 5.859) sono stati destinati e
consegnati a istituzioni o enti
locali per utilizzarli in proprio o
assegnarli ad altre associazioni
che ne garantiscano il riutilizzo
sociale. È la Sicilia la prima regione con il maggior numero di
beni confiscati con 4.892 e il capoluogo, Palermo, ne conta in
totale 3.243, di cui 1581 in gestione e 1348 consegnati. «I numeri di beni confiscati in Italia
sono ancora troppo pochi - ha
detto Don Ciotti - bisogna dare
più strumenti alla magistratura, occorre un’agenzia nazionale più efficace e più efficiente».
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Niguarda.L’uomo, P.S.,che
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fuococondell’alcol.L’uomo
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Sul suo profilo Facebook aveva postato l’immagine di
un’ecografia e tra parentesi la
sua frase “tra poco saremo in
tre”».
Il fatto ha scosso la città di
Ercolano dove, dopo i morti
per agguati di camorra ci sono
stati tentativi di rinascita e
promozione del territorio.
Ieri è tornato il terrore per
un fatto inspiegabile e che vede protagonisti dei giovanissimi. Quale sia stato il motivo
scatenante
dell’accoltellamento lo stabiliranno le indagini. Ora ci si interroga su come frenare la violenza che insanguina le città, una violenza
che spesso vede protagonisti e
vittime proprio i giovani.
In rete, poco dopo il fatto,
sono esplosi i commenti, presumibilmente di amici della
vittima. Qualcuno si chiede
«in che paese viviamo...», qualcun altro aggiunge «morire così a 18 anni...». C’è chi impreca: «Che paese di m...».
Don Marco sottolinea: «Dovremmo trovare tutti nuovi
linguaggi con cui parlare ai ragazzi perché siamo in due paesi diversi: loro stanno su un
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piano troppo materiale, noi
spirituale e dovremmo trovare un punto d’incontro. Purtroppo il nostro messaggio viene cancellato dai genitori o
dai videogiochi». Il diffondersi
di armi da taglio, facili da procurarsi e da occultare, ricorda
il sacerdote «ha spinto qual-
che anno fa il cardinale Crescenzio Sepe a formulare l’appello ai giovani “deponete i
coltelli”».
Per don Ricci «occorre sì deporre le armi, ma c’è bisogno
di un maggiore controllo dei
genitori. All’appello devono
seguire fatti e controlli».
choc a napoli
La “segregata” era sotto sedativi
In ospedale la donna di 36 anni. I vicini: non ci siamo accorti di nulla
◗ NAPOLI
È il giorno del “mea culpa” per i
condomini del civico 141 di via
Caldieri, a Napoli. Un senso di
colpa che, pur non ammesso
apertamente,
si
avverte
nell’aria e negli atteggiamenti
dei vicini di Chiara, la ragazza di
36 anni segregata dalla madre
per almeno 8 anni nell’appartamento al terzo piano del Vomero.
Molti continuano ad affermare che di lei non ne sapevano
niente: parole a cui è difficile
credere, forse pronunciate solo
per allontanare i curiosi. Oppure per sopire i sensi di colpa e
scaricare su altri le responsabilità di questa vicenda. La polizia
ha arrestato la madre 69enne
della giovane e denunciato altre
tre persone: il portiere dello stabile, l’amministratore, e la zia,
che abita in una strada vicina.
Gli agenti dovranno ascoltare altre persone, tra cui il fratello di
Chiara, che vive fuori regione.
Due i quesiti a cui dare una risposta: come mai nessuno si sia
mai occupato di lei e soprattutto quali sono le ragioni del suo
abbandono. Da venerdì, intanto, Chiara è nell’ospedale San
Giovanni Bosco dove i medici
sono al lavoro per accertare il
suo stato di salute, soprattutto
quello psicologico. Dagli atti acquisiti non emergono forme di
minorazione mentale. Chiara è
diplomata e risulta iscritta
all’università. Secondo un’ipotesi, lo stato confusionale in cui
è stata trovata potrebbe essere
frutto dell’assunzione indotta
di calmanti. E ciò spiegherebbe
il perché della sua mancata ribellione. Ma è tutto da accertare. «È una vicenda che ha dell’in-
La donna era prigioniera in casa e circondata da cumuli di spazzatura
‘‘
Le finestre
erano sempre
serrate
Pensavamo che Chiara
non abitasse più qui
credibile», dice l’inquilina che
abita al secondo piano del palazzo, in un appartamento sottostante alla “prigione” di Chiara. «Mi chiedo come abbiamo
fatto, tutti noi, a non accorgerci
di nulla». La signora dice di conoscere le due donne da 13 anni: «Le ho incontrate tempo fa
in una riunione di condominio.
Chiara mi sembrò una giovane
un po’ nervosetta, con dei problemi. La sentivamo spesso litigare. Poi il silenzio». «Le finestre
erano sempre serrate e - continua la signora - pensammo che
Chiara non abitasse più in quella casa. La puzza, però, si faceva
sempre più insistente. Qualcu-
no iniziò a lamentarsi con il portiere». Infine la scoperta.
«Quando la polizia e i vigili
del fuoco sono riusciti ad aprire
la porta - dice una signora che
gestisce un negozio di parrucchiere accanto all’ingresso del
palazzo - ce ne siamo accorti
tutti a causa dell’odore nauseabondo. Ero convinta che avessero trovato un cadavere». Un’altra racconta: «Una volta ho visto
la vicina di casa di Chiara lamentarsi della puzza con il portiere dello stabile».
Il portiere del palazzo, ieri,
non si è recato al lavoro. «Abita
lontano, in provincia di Napoli,
- incalza uno dei condomini - è
successo quello che è successo
e forse avrà deciso di restare a
casa». La famiglia di Chiara può
considerarsi benestante: l’abitazione di via Caldieri appartiene
alla madre la quale, oltre alla
sua pensione, probabilmente
percepisce anche parte di quella del marito deceduto.