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Newsletter Psya - N° 7
EDITORIALE
Siamo diventati partner ufficiali della Campagna
europea EU-OSHA 2016-2017 “Ambienti di lavoro
sani e sicuri ad ogni età”. È questa per noi la notizia più bella dell’estate!
Abbiamo dedicato uno spazio di questa newsletter per raccontarne caratteristiche ed obiettivi.
In tema di ambienti di lavoro sani e sicuri, parleremo anche di:
• Progetti di sviluppo del benessere in azienda,
con un’intervista all’Health & Safety Manager
di Barilla
• Work-life balance, partendo da una breve ricognizione storica per arrivare agli scenari attuali
• Psicologia Positiva, un settore emergente con
molte applicazioni nella realtà aziendale
• HR Meeting 2016, evento a cui abbiamo partecipato per trattare la tematica della promozione
del benessere in azienda.
Buona lettura!
Il team di Psya
PSYA È PARTNER UFFICIALE DELLA CAMPAGNA EU-OSHA 2016-2017
Laurence Duretz, Country Manager
Il cambiamento demografico implica un
innalzamento dell'età della forza lavoro
Se si vuole che i lavoratori in età avanzata continuino a far parte della forza lavoro, occorre promuovere la sostenibilità del lavoro attraverso la
leadership e la partecipazione dei lavoratori. Le
aziende più orientate all’integrazione di salute,
sicurezza e produttività affrontano le sfide
legate all'invecchiamento della forza lavoro
attraverso buone prassi e strumenti condivisi.
La Campagna EU-OSHA 2016-17
L’obiettivo dell’Agenzia Europea per la Sicurezza
e la Salute sul lavoro (EU-OSHA) è contribuire a
rendere l’Europa un luogo più sicuro, salubre e
produttivo in cui lavorare. Oltre a svolgere
ricerche, elaborare e distribuire informazioni affidabili, equilibrate e imparziali nel campo della
sicurezza e della salute, l’Agenzia organizza cam-
pagne paneuropee di sensibilizzazione.
Il compito fondamentale della Campagna 20162017 “Ambienti di lavoro sani e sicuri ad ogni
età”, si articola in quattro punti principali:
• Promuovere la sostenibilità del lavoro e l’invecchiamento attivo fin dall'inizio della vita
lavorativa.
• Sensibilizzare rispetto alla prevenzione dei problemi di salute nel corso dell'intera vita lavorativa.
• Offrire ai datori di lavoro e ai lavoratori
modalità per gestire la sicurezza e la salute sul
lavoro nel contesto di una forza lavoro che
invecchia.
• Incoraggiare lo scambio d'informazioni e
buone prassi.
Disporre di una forza lavoro sana è essenziale per gestire un’azienda di successo
La gestione efficace dello stress e dell’invecchiamento è possibile. Affrontare questi aspetti
può proteggere la salute dei lavoratori e migliorare le prestazioni complessive dell’azienda, in
particolare la sostenibilità del business a lungo
termine e la responsabilità sociale d'impresa.
PSYA è stata nominata PARTNER EUROPEO
ufficiale della Campagna
Psya è lieta di essere stata nominata a livello europeo partner ufficiale della Campagna EU-OSHA
“Ambienti di lavoro sani e sicuri ad ogni età”.
Condividiamo infatti con la Campagna l’impegno a livello europeo (essendo presenti, oltre che
in Italia, anche in Francia e Spagna) per la promozione del benessere nei luoghi di lavoro e l’invecchiamento attivo.
PARTECIPA AL PREMIO PER LE BUONE PRATICHE 2016-2017!
Sono aperte le candidature per la 13ª edizione del premio per le buone pratiche nell’ambito
della Campagna Ambienti di lavoro sani e sicuri ad ogni età (EU-OSHA 2016 -2017).
Sarà assegnato un riconoscimento alle organizzazioni che dimostrano di avere un approccio olistico alla prevenzione del rischio e di svolgere programmi volti ad assicurare
un invecchiamento sano in ambito professionale.
Per inviare la candidatura e ricevere maggiori informazioni visita il sito della Campagna: www.healthy-workplaces.eu
www.psya.it
A COLLOQUIO CON LAURA CAMPRA:
COSÌ PROMUOVIAMO LA SALUTE E LA SICUREZZA
IN BARILLA
Laura Campra, Health & Safety Manager di Barilla
“Un ambiente di lavoro Laura
sano, sereno
Camprae
controllato, porterà sicuramente ottimi
risultati a livello lavorativo”, ne è convinta Laura Campra, Health & Safety
Manager di Barilla, che illustra in questa intervista tutte le iniziative attivate a favore dei dipendenti e in accordo
con la mission aziendale di Barilla:
“Buono per Te, Buono per il Pianeta,
Buono per le Comunità”.
Si parla sempre più spesso dell’importanza che il dipendente sia attivo non
solo nel perseguire i propri obiettivi e
quelli aziendali, ma anche nell’occuparsi della propria salute. È una riflessione che pone entro gli obiettivi
aziendali la sostenibilità del lavoro e la
creazione di un buon equilibrio tra vita
privata e vita lavorativa. Cosa ne
pensi? Qual è la tua esperienza?
LC: Per un migliore equilibrio tra vita privata
e vita lavorativa, Barilla, già dal 2013, ha
sviluppato il progetto dello Smart Working,
che permette ai lavoratori di svolgere la propria attività lavorativa al di fuori della normale sede di lavoro per 4 giorni al mese, aumentati ad 8 giorni al mese dal 2016.
Abitando fuori Parma ho fin da subito aderito
con interesse ed entusiasmo al progetto: lavorare da casa mi permette di stare di più con
la mia famiglia nelle ore che diversamente
utilizzerei per il viaggio e di conseguenza la
minore stanchezza porta a maggiore efficienza lavorativa.
Attraverso la nuova campagna “Ambienti di lavoro sani e sicuri ad ogni
età” l’Agenzia Europea per la Salute e
la Sicurezza vuole sensibilizzare datori
di lavoro, lavoratori e professionisti
del settore, sull’importanza del prevenire i rischi e promuovere la salute sul
lavoro in tutto l'arco della vita. Non
solo quindi azioni rivolte alla forza lavoro più anziana, ma attività per ogni
età perché: “I giovani lavoratori di
oggi sono i lavoratori anziani di domani”. Cosa ne pensi? Quanto e come
questo tema rientra nell’attività del
team Health, Safety, Energy and Environment di Barilla?
LC: Al fine di promuovere la salute sul lavoro
in tutto l’arco della vita, Barilla ha sviluppato alcuni progetti specifici. Già dal 2011 l’Azienda
ha implementato il progetto “Sì.Mediterraneo”, che sostiene e promuove la dieta mediterranea, regime alimentare basato su un elevato consumo di cereali, frutta, verdura e
legumi. Le informazioni che permettono alle
persone in Barilla di effettuare scelte alimentari
consapevoli e concordi con questa dieta, sono
comunicate in maniera semplice ed efficace
attraverso pannelli illustrativi esposti nelle
mense aziendali. Inoltre i menù proposti ai lavoratori nelle mense sono basati sui principi
della dieta mediterranea, in modo che ognuno
possa già, dal pranzo a lavoro, applicare tali
principi. Oltre a questo progetto, l’Azienda sostiene progetti di disintossicazione dal fumo, attraverso collaborazioni con le AUSL del territorio per invogliare i lavoratori a smettere di
fumare e progetti di carattere sanitario, come
ad esempio il monitoraggio del tumore al seno
e i corsi di disostruzione pediatrica, attività
svolte in collaborazione con strutture medico
sanitarie.
Secondo te quanto e come incide lo
stress e la sua gestione sulla promozione della salute in generale e sull’invecchiamento in buona salute?
LC: A nostro avviso risulta di fondamentale
importanza la corretta gestione dello stress e
la promozione della salute durante l’attività
lavorativa. Un ambiente di lavoro sano, sereno e controllato, porterà sicuramente ottimi
risultati a livello lavorativo. L’importanza delle
persone per Barilla è un valore cardine del// 2 //
l’Azienda, in accordo con il nostro modo di
fare impresa “Buono per Te, Buono per il
Pianeta, Buono per le Comunità”.
Ci vuoi raccontare quali iniziative state
mettendo in campo per monitorare e
prevenire i rischi psicosociali?
LC: Nell’ambito dell’aggiornamento della valutazione dei rischi da stress lavoro correlato,
Barilla ha intrapreso dal 2014 una collaborazione con la società Psya Italia. Il progetto,
tuttora in corso di svolgimento, ha previsto
uno sviluppo pluriennale volto all’aggiornamento della valutazione dei rischi su tutti i siti
produttivi Barilla in Italia (14 stabilimenti +
4 mulini). Tale progetto ha previsto delle vere
e proprie aule di formazione gestite dalla
Psicologa del Lavoro, Dott.ssa Somaschini e
rivolte al personale di Barilla suddiviso in
gruppi omogenei in base all’ attività lavorativa svolta in stabilimento. Sono stati inoltre
sottoposti specifici questionari, in modo anche da sviluppare una discussione fra i partecipanti durante lo svolgimento della formazione. Nell’ambito della prevenzione dei
rischi psicosociali, l’Azienda ha intrapreso un
progetto di Smart Working Outdoor, organizzando spazi di lavoro e di convivialità outdoor allestiti nelle aree esterne degli Uffici
Centrali con l’obiettivo di facilitare la collaborazione, la comunicazione, la condivisione
ed il networking al di fuori dei classici spazi
formali di lavoro.
Un’ultima domanda: Che cosa consiglieresti ai tuoi colleghi che si stanno
orientando verso piani di prevenzione
dello stress lavoro-correlato e di promozione della salute dei dipendenti?
LC: Consiglierei, in primo luogo, di fare una
valutazione preventiva del rischio stress lavoro-correlato con il supporto di uno psicologo del lavoro e poi intervenire in modo mirato con progetti specifici ed azioni correttive,
qualora si presentassero criticità. Consiglierei
poi di implementare progetti per sostenere e
salvaguardare l’inclusione di tutti, valorizzando le diversità.
CONCILIARE I CONTESTI DI VITA:
IL WORK/LIFE BALANCE
Diego Scarselli, Responsabile Area Clinica
Un concetto di lunga data
L’equilibrio tra vita privata e vita lavorativa è
un concetto elaborato al fine di comprendere
i modi in cui gli individui legano la propria attività di lavoro con la loro vita in generale. In
primo luogo, questo concetto prende in considerazione il rapporto tra il tempo lavorativo
e il tempo dedicato ad altre attività. In
secondo luogo, ma in maniera altrettanto
importante, il concetto cerca di definire il senso
che una persona attribuisce al lavoro al fine
di condurre una vita soddisfacente.
La dicotomia tra lavoro e tempo libero risale
alla metà del 1800, mentre l'espressione
"Work/Life Balance" è stata utilizzata nel Regno
Unito per la prima volta all’inizio degli anni ‘70,
per descrivere l'equilibrio tra il lavoro di un individuo e la sua vita personale. Negli Stati Uniti
questa espressione è entrata nell’uso comune
a partire dalla metà degli anni ‘80.
Conciliare vita e lavoro oggi
Uno sguardo ai recenti sviluppi tecnologici
potrebbe far pensare che la conciliazione tra vita
privata e vita lavorativa sia diventata più agevole per i lavoratori: i dipendenti hanno molti
modi per rimanere in contatto con il lavoro, dal
PC agli smartphone, che consentono di svolgere la propria mansione al di là dei confini fisici
dell’ufficio. Studi recenti hanno rilevato come
i collaboratori che investono positivamente nel
loro lavoro, ossia coloro che lo considerano fondamentale per definirsi persone felici, sono più
propensi ad applicare queste tecnologie di
comunicazione per lavorare.
Tuttavia da più voci sono emerse perplessità
riguardo al ruolo positivo delle tecnologie. Alcuni
studi suggeriscono, per esempio, che i dipendenti tendono a essere più collegati al lavoro
oltre i confini della tradizionale giornata di lavoro.
Quanto più questo confine è sfumato, tanto più
il conflitto tra lavoro e vita privata tende ad
aumentare. Pertanto, questi studi suggeriscono come il conflitto tra vita privata e vita lavorativa assuma forme diverse rispetto al passato:
esso non sarebbe più legato agli orari di
lavoro ma al protrarsi del lavoro al di fuori degli
orari stabiliti. Per alcune tipologie di lavoratori, questo conflitto si associa ad una condizione di malessere legata ad una richiesta
lavorativa che viene percepita come eccessiva
rispetto alle proprie capacità. Questa condizione, nota come stress lavoro-correlato,
sembrerebbe fortemente correlata con la difficoltà di conciliare la vita privata e la vita lavorativa. Alcuni studi hanno dimostrato che i lavoratori più esposti a tale rischio sono quelli che
hanno una famiglia e dei figli.
Alcuni autori di matrice psicoanalitica hanno
rintracciato le origini di questo stress nell’incapacità di accettare i propri limiti, tipica
dell’età moderna. È come se nella società di
oggi gli individui si sentissero in gara e regolassero i propri bisogni in base ad un ideale
di perfezione. Questo vissuto emotivo sarebbe
alla base di molte delle manifestazioni sintomatiche dello stress.
Alla ricerca di soluzioni
Le aziende hanno iniziato a capire quanto sia
importante l'equilibrio tra vita privata e vita
lavorativa. Alcune ricerche hanno dimostrato
che il solo impegno dichiarato dalle aziende
verso una maggiore conciliazione vita-lavoro
spesso si traduce in un aumento della produttività e della creatività dei propri dipendenti. Le aziende che hanno mostrato questo tipo di sensibilità hanno anche registrato
minori percentuali di turn over e un più alto
grado di soddisfazione da parte dei dipendenti
verso la propria mansione.
Per alcuni studiosi, l’idea secondo cui il trattamento dei dipendenti debba riferirsi esclusivamente a formule contrattuali uguali per
// 3 //
tutti, non farebbe altro che aumentare un
senso di frustrazione tra i dipendenti. Il criterio dell’uguaglianza, necessario per l’instaurarsi di relazioni eque tra i dipendenti,
sarebbe un criterio fuorviante se applicato
all’analisi dei bisogni dei lavoratori, in quanto
avrebbe l’effetto di negare le normali differenze individuali. Questi autori, pertanto, indicano come vantaggiosa la possibilità che il
rapporto tra lavoratore e azienda ammetta
margini di personalizzazione.
Avviare un piano di conciliazione vitalavoro
In molti stati europei esistono norme specifiche per facilitare il Work/Life balance, tuttavia la realizzazione di progetti di conciliazione è rimandata alla libera iniziativa delle
aziende. Gli interventi in favore di una maggiore conciliazione rientrano essenzialmente
in tre categorie generali: personalizzazione
dell'orario di lavoro, permessi per le persone
con responsabilità di assistenza (caregiver
familiari), cura dei bambini. Per incoraggiare
i dipendenti a utilizzare queste politiche di
sostegno, le aziende dovrebbero in primo
luogo istituire apposite campagne di comunicazione interna, attraverso le quali i dipendenti possano percepire che la loro carriera
non sarà compromessa se si avvarranno di
tali politiche. In secondo luogo, le aziende
dovrebbero creare una cultura interna che
premia maggiormente i risultati piuttosto che
la permanenza in ufficio: alcune organizzazioni, per esempio, premiano pubblicamente
i dipendenti che riescono ad affrontare
nello stesso modo sfide lavorative e non lavorative. In terzo luogo, le aziende dovrebbero
calibrare le strategie di conciliazione chiedendo direttamente ai propri dipendenti
quali sono i punti più critici del loro lavoro
e quali soluzioni sarebbero più adatte al contesto: creare un clima interno supportivo e
sviluppare l’autonomia e l’iniziativa dei
dipendenti è un requisito fondamentale per
mettere in campo proposte innovative e di
successo.
PSICOLOGIA POSITIVA:
PER VIVERE E LAVORARE AL MEGLIO
Anna Torri, Psicologa Psicoterapeuta, Numero Verde Benessere
Cos’è la Psicologia Positiva? Cosa promuove?
Il movimento della Psicologia Positiva si è sviluppato negli anni ’90 negli Stati Uniti sotto
la spinta di Martin Seligman e si è poi diffuso
in Europa. Questa corrente propone un modello
di un individuo protagonista dell’attuazione di
percorsi di crescita e di miglioramento, dotato della capacità di perseguire obbiettivi personali, agendo attivamente sulle proprie forze interne. Il focus viene posto su sentimenti
di fiducia, gratificazione, potere positivo verso sé, gli altri e la vita. Si tratta di un benessere che implica l’influenza e l’interazione reciproca con il benessere collettivo.
Cosa significa avere un pensiero positivo?
“La realtà non è ciò che ci accade ma ciò che
noi facciamo con quel che ci accade” (Aldous
Huxley).
Il modo in cui si interpreta la realtà cambia
l’esperienza della realtà stessa, e tanto più lo
si fà attraverso le emozioni positive quanto più
si è in grado di trarne dei vantaggi. Concentrarsi
maggiormente su ciò che è negativo predispone
maggiormente a stress ed ansia, mentre portare la propria mente a uno stato di positività
permette di migliorare le proprie performance,
divenendo più solidi e capaci di affrontare al meglio le sfide che la vita inevitabilmente presenta.
Quali sono le applicazioni pratiche?
La Psicologia Positiva rappresenta il versante non
finalizzato a risolvere particolari patologie psicologiche, ma ad aiutare l’individuo, il gruppo
e l’organizzazione a lavorare sui propri punti di
forza e potenzialità. Le applicazioni pratiche e
gli effetti della Psicologia Positiva, in generale
del pensiero positivo, riguardano tutti gli aspetti della vita dell’individuo: salute, lavoro, famiglia, vita sociale, spiritualità.
Perché la Psicologia Positiva in Azienda?
A differenza della psicologia del lavoro che nasce nell’azienda per l’azienda, la Psicologia Positiva è un filone che si sviluppa autonomamente
per colmare un vuoto teorico e metodologico
di ricerca relativa a ‘cosa rende felici le persone’. Pur non creandosi all’interno di un contesto del lavoro e delle organizzazioni, la Psicologia Positiva si incontra particolarmente bene
con la realtà aziendale in quanto sviluppa temi
affini, quali mettere in campo e identificare le
proprie forze, riconoscere i meriti, accrescere l’engagement nei confronti dell’attività lavorativa
percepita positivamente. La cornice comune si
basa sull’agire e sul fare per cambiare, per produrre e per trovare soluzioni, evitando di adagiarsi su schemi di pensiero rigidi. La frase di
Heinz Von Foerster: "Se vuoi vedere, impara ad
agire", esprime al meglio questo approccio.
I benefici di un pensiero e atteggiamento positivo nella vita e in azienda?
Avere un atteggiamento attivo rende maggiormente padroni delle proprie azioni, e la consapevolezza di poter agire sul proprio destino
rende più determinati, creando così un circolo virtuoso che può portare al successo nelle
azioni che si intraprendono. Al contrario l’atteggiamento passivo è proprio di chi pensa di
non avere alcun potere sulle cose che accadono
e quindi rinuncia in partenza a lottare per la
soddisfazione personale. Assumere un atteggiamento attivo significa sentirsi capaci di affrontare le diverse situazioni, di "cadere" e
rialzarsi continuando a crescere. Tale condizione eleva l’individuo a uno stato di padronanza della propria vita e che incide notevolmente anche sulle sue performance in ambito professionale. Ciò implica a imparare a
ripensare in modo diverso sia gli eventi positivi che negativi e allena il cervello ad uno
stato di felicità costruttiva. Una recente ricerca
ha dimostrato, ad esempio, che quando il nostro cervello è positivo la dopamina irrompe
prepotentemente nel nostro sistema attivando i centri dell’apprendimento. Una mente positiva è il 39% più veloce e accurata nel
prendere decisioni rispetto ad una negativa,
neutra o stressata.
La Psicologia Positiva insegna a minimizzare o a respingere gli eventi e i pensieri negativi?
L’approccio positivo di certo non pretende di
annullare gli eventi negativi o gli insuccessi, non
chiede di fingere di essere qualcosa che non
ci si sente di essere né invita a mantenere un’ingenua leggerezza nelle cose. Semplicemente
quando ci si allena ad avere un’attitudine positiva la visione del mondo si trasforma.
L’obiettivo della Psicologia Positiva è quindi di
aiutare le persone a vivere in maggiore armonia
con se stessi, con gli altri e ad avere una buona predisposizione verso quello che si fa. Sviluppare uno stato positivo della mente aiuta
ad essere più flessibile al cambiamento.
HR MEETING DI ERBA: PROFESSIONISTI DELLE RISORSE UMANE A CONFRONTO
Il 20 e 21 aprile si è svolto al Castello di Casiglio, incantevole location situata
ad Erba, il 21° Hr Meeting, evento che rappresenta da molti anni un importante punto d’incontro tra domanda e offerta nel mondo delle risorse umane.
Quest’anno hanno partecipato alla manifestazione più di 100 figure tra Direttori Risorse Umane, HR Manager e Training Manager con il fine di incontrare le
società più dinamiche e qualificate nell’offerta di servizi di consulenza, formazione, prevenzione rivolte alle Risorse Umane e per mantenersi aggiornati sull’evoluzione del settore.
Psya, in qualità di esperta europea nel settore della qualità di vita al lavoro, ha
partecipato a questo evento portando la sua esperienza nella prevenzione dello stress e promozione del benessere in azienda e riscuotendo una grande attenzione.
L’interesse per il benessere fisico, ma soprattutto psicologico, dei collaboratori
è un argomento sempre più trattato dai professionisti delle risorse umane, che
sono impegnati a gestire il capitale psicologico delle proprie risorse.
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