buongiorno cina - Cineforum del Circolo

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buongiorno cina - Cineforum del Circolo
BUONGIORNO CINA
B
uongiorno Cina, dunque. Un saluto di benvenuto alla nostra attenzione. Un incontro
con il fenomeno più rilevante del nostro tempo. Una scoperta che per i suoi risvolti
economici tutto il mondo si è allarmato. Ma non è solo l'Economia ad essere diventata la stella cometa dell'occidente che guarda alla Cina come l'ineluttabile prossimo centro del
globo. Economisti, finanzieri, industriali, tutti si stanno esercitando, magari in ritardo, a comprendere com'è, come sarà il secolo XXI, il secolo della Cina, come il XIX è stato della Gran
Bretagna e il XX degli USA.
Anche il Cinema cinese nella sua apparente marginalità sta progressivamente sviluppandosi
incalzando le cinematografie occidentali. C'è chi afferma che Hollywood non sia già più
l'ombelico del mondo. E che è a Pechino che si deve guardare per incontrare l'eccellenza di
questa arte industriale. Se guardiamo ai riconoscimenti che il cinema cinese di questi tre ultimi lustri ha riscosso in tutti i festival del mondo, Oscar compresi, non si può che convenirne.
Se poi abbiamo ancora qualche dubbio sulla consistenza delle specifiche strutture produttive
e sul mercato naturale su cui può contare, basta pensare che nel mondo ci sono due miliardi
di persone che parlano cinese. Più quelle che si sono messe a studiarlo. Con il supporto del
più vasto mercato immaginabile è ragionevole dubitarne?
Sarà forse tempo allora di incominciare a fare un po' di conoscenza con questo Grande
Cinema. E scoprire così di quanta storia è intessuto e quanto drammaticamente ha dovuto
confrontarsi con tante fasi storiche dolorose e contraddittorie. Dall'invenzione del cinema
nessuna nazione cinematografica ha vissuto tanti sconvolgimenti politici come la Cina.
Dall'ultimo imperatore del Celeste Impero, passando dall'effimera prima Repubblica ai disordini dei Signori della guerra e al sopravvento del Kuomintang; dall'invasione del Giappone
all' impero fantoccio della Manchuria; dalla Lunga Marcia alla guerra rivoluzionaria
dell'Esercito Popolare fino alla vittoria finale su Chang kai-schek e alla costituzione nel 1949
della attuale Repubblica Popolare Cinese.
Per un ciclo di cinque serate appare evidente non potere rappresentare tanta drammatica
varietà. Anche per motivi decisivi. Sono reperibili solo alcuni film dal 1949 in poi. Dal 1987
hanno avuto circolazione regolarmente doppiati alcuni film che i più coraggiosi distributori
italiani hanno incominciato ad importarli sull'onda degli inattesi successi ai vari festival.
Ecco allora che abbiamo scelto un titolo per ogni fase significativa delle vicende della neo
Repubblica in modo da poter riscontrare l'evoluzione storica con quella artistica, e viceversa.
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IL CINEMA CINESE PRIMA DEL 1949
N
el 2005 il Cinema in Cina ha compiuto il suo primo secolo di vita.
L'anniversario è stato festeggiato in
patria e ricordato in molte sedi occidentali
con celebrazioni e rassegne. Una di queste è
avvenuta al festival di Venezia 2005 diretto
allora come quest'anno da Marco Müller. Egli
è uno dei primi e dei non molti studiosi del
cinema cinese. Già nel 1982 era riuscito a
presentare a Torino una grande rassegna di
ben 125 film.
Tentiamo ora una sintesi introduttiva al tema
del nostro ciclo. Notiamo intanto che l'invenzione dei fratelli Lumière nel 1905 è già attiva in occidente da dieci anni e ha già fatto un
bel tratto di strada.
La libera concorrenza tra le molte compagnie
private dà origine a un buon sviluppo della
produzione, ad una grande varietà di generi,
al fiorire del divismo, a un'affermazione che
al momento non può che apparire come definitiva.
Ma l'aggressione del Giappone iniziata nel
1931 nel nord-est segna una svolta drammatica e l'inizio dell'intreccio tra cinema e politica. Se fino a quel momento la produzione
cinematografica cinese aveva perseguito liberamente il modello hollywoodiano, vale a
dire il trionfo dell'intrattenimento, con la
guerra in corso gli artisti sono portati a manifestare la volontà di contribuire con il loro
lavoro alla promozione di una coscienza
nazionale patriottica. D'altra parte nel corso
di quegli anni le idee socialiste e la nascita e
il lavoro clandestino del Partito Comunista
Cinese, proprio a Shanghai, determinano un
ulteriore stretta del rapporto tra cinema e
politica. Ma a sua volta tutto ciò fa accentuare l'intervento autoritario della censura del
governo reazionario del Kuomintag. Molti
cineasti di idee progressiste sono costretti
all'inattività o a celarsi dietro pseudonimi per
evitare persecuzioni e ritorsioni. Alcuni aderirono segretamente alla neonata Lega degli
intellettuali di sinistra, che porrà le basi culturali per tutta la successiva attività cinematografica del Partito Comunista. Verranno
così concepiti i primi film progressisti, i primi
esempi di rappresentazione del dramma
nazionale, l'aggressione straniera e le ingiustizie sociali. Film di cineasti attivi nei
decenni successivi che determineranno i tratti stilistici della produzione socialista fino
alla Rivoluzione Culturale.
Il cinema cinese stenta a nascere e fa fatica a
crescere. Durante i primi tempi, anche grazie
al fatto di essere oggetto di importazione straniera, è spesso vissuto come strumento di
corruzione morale e i suoi addetti, in primis
attori e attrici, sono figure di dubbia moralità.
Nonostante questa iniziale diffidenza anche
in Cina il cinema diventa però uno dei simboli della modernità. Soprattutto nelle aree
più predisposte a recepirlo come tale perché
già profondamente segnate dalla cultura occidentale per la presenza radicata delle potenze
colonialiste. Shanghai diventa dunque il centro propulsivo naturale della nascente industria.
Xie Tieli, fra i più
importanti registi
della cosidetta Terza
generazione.
Ma l'aggressione del Giappone culmina nel
1937 con il bombardamento di Shanghai e la
sua feroce occupazione. Tutta la promettente
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Una immagine tratta dal film
Primavera precoce del secondo
mese lunare, del regista Xiei Tieli
rivoluzionaria che affluiscono quegli artisti
che oltre a combattere con le armi in pugno
costituiranno la prima ossatura tecnica artistica dell'organizzazione del nuovo cinema
cinese che opererà non appena sarà raggiunta la vittoria finale nel 1949.
Ancora vivente, tra le figure accorse a Yenan
c'era Xie Tieli, il regista più rappresentativo
della cosiddetta Terza Generazione autore de
La primavera precoce del secondo mese
lunare (1962), uno dei primi e più noti film
cinesi presentati in occidente e tanto discusso
nel travaglio della successiva Rivoluzione
culturale. La sua opera e la sua carriera sono
state ufficialmente onorate l'anno scorso in
occasione del suo cinquantacinquesimo anno
di attività. Nel 1940 era al servizio della
Nuova Quarta Armata e si preparava a insegnare l'arte della recitazione nel futuro
Istituto del Cinema del dopo guerra.
rinascita del cinema cinese perisce sotto le
bombe. Vanno persi, tra l'altro, quasi tutti gli
archivi dei film fino allora prodotti. Opera
solo un cinema di propaganda realizzato per
lo più da maestranze e mezzi tecnici giapponesi a favore degli occupanti stessi. I cineasti
cinesi progressisti superstiti manifestano la
loro resistenza politica con l'unica arma rimasta loro. Con le strutture salvate producono
film d'intrattenimento tanto di successo da
fare concorrenza a quello ispirato dai giapponesi, sottraendone tutto il pubblico possibile.
Oppure abbandonano i territori occupati fuggendo alcuni ad Hong Kong, altri nei territori controllati dall'Esercito di liberazione
popolare. E' infatti a Yenan, piccolo villaggio
montano della Cina centrale, dove si è installato la direzione del Partito e della guerra
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IL CINEMA CINESE DAL 1949 A OGGI
L
a rivoluzione marxista di Mao Tse
Tung aveva saputo affermarsi con la
lunga lotta armata. Ora doveva operare i grandi cambiamenti per i quali aveva
tanto lottato. Doveva occuparsi dell'agricoltura, dell'industria e dello sviluppo delle scienze e delle tecnologie. Aveva soprattutto l'iniziale l'obiettivo di incrementare e rendere
equa la produzione di cibo in un paese sterminato periodicamente soggetto a mortifere
carestie. Ma oltre all'aspetto materiale della
rivoluzione c'era quello della "sovrastruttura". Vale a dire doveva iniziare l'affascinante
compito di motivare le masse, analfabeti e
intellettuali, a volgere le spalle ai vecchi
valori a vantaggio delle sorti della collettività.
Occorreva per esempio indurre contadini e
operai a infrangere abitudini radicate da
generazioni come contrastare chi era loro
socialmente superiore (proprietari terrieri,
capitalisti, ecc), che ai loro occhi appariva
paternalista più che tiranno. Occorreva che le
donne imparassero a tener testa agli uomini e
a non chinare il capo davanti a loro.
Occorreva che i giovani contrastassero il millenario precetto confuciano della pietà filiale,
l'idea che la saggezza della vecchiaia non va
mai messa in dubbio.
Su questo terreno dunque inizia a svilupparsi
il confronto tra gli intellettuali del cinema e il
controllo centrale. Naturalmente aggiornandosi progressivamente sugli spostamenti politici che andranno a susseguirsi. E' solo verso
la fine degli anni Ottanta, quando i successi
economici incominceranno ad essere visibili
in tutto il mondo, e soprattutto quando tutto il
mondo guarderà attento al nuovo cinema
cinese, il confronto tra cineasti e censura
incomincia se non ad allentarsi almeno a
svolgersi con una dialettica più paritaria.
Perché nessuno in Cina può negare che i
grandi cambiamenti economici e sociali accaduti in così poco tempo non sono stati del
tutto assorbiti. Ecco che gli autori ne vogliono parlare, vogliono riflettere sul passato,
vogliono interrogarsi sul cambiamento e i
suoi riflessi sulla vita di tutti. A poco a poco i
temi trattati escono dall'angusto perimetro
iniziale del perbenismo sociale, del politicamente corretto, delle parabole educative, del
niente intrattenimento, per giungere a superare una alla volta molti vincoli e regole inizialmente imposti. Non senza contrasti, lotte,
punizioni, divieti con il sistema censorio.
Il passaggio cruciale avviene con l'avvento
della Quinta Generazione di registi. Sono
Due fra i più importanti registi della Quinta generazione: Chen Kaige (a sinistra) e Zhang Yimou (a
destra)
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Chen Kaige e soprattutto Zhang Yimou a stupire il mondo e a permettere le prime grandi
aperture. Furono loro a saper sfruttare per
primi a loro vantaggio le conquiste politiche,
sociali, economiche e culturali prodotte a partire dalla trasformazione della società voluta
da Den Xiaoping. Ma è con la Sesta
Generazione che si stanno compiendo i passi
più decisi verso una più sofferta rappresentazione della società cinese. Wang Xiaoshuai,
Zhang Yuan e Jia Zhang-Ke sono gli alfieri
del attuale rinnovamento che certamente
influenzerà positivamente i registi della prossima Settima Generazione quando esse salirà
al proscenio del cinema cinese.
fia più recente, in particolare della Quinta
Generazione, è la quasi impossibilità di non
ripercorrere la rievocazione della storia degli
ultimi decenni. Ciò è ben comprensibile se si
pensa che l'attuale generazione ha vissuto di
persona tutti i grandi avvenimenti succedutisi. Zhang Yimou, per esempio, pur essendo
giovane (1951), ha vissuto sulla sua pelle la
rivoluzione culturale e la conseguente rieducazione. E in generale la sterminata popolazione cinese non avuto il tempo d'interiorizzare tutti i sussulti, i contrasti, le guerre, le
privazioni, le violenze, le invasioni, le rivoluzioni succedutesi in pochi lustri senza dare
respiro. Si può dire che la storia è passata in
ogni famiglia e se i nonni sono vivi, ogni
famiglia è un libro di storia. Così nel male e
nelle sofferenze. Ma lo stesso per i successi e
i miglioramenti economici. La popolazione
rurale è passata dalla sempre incombente
carestia alla sicurezza della disponibilità delle
risorse alimentari sufficienti per superare
ogni difficoltà. Può mandare i figli a scuola,
le donne non sono più vendute come mogli e
la parola futuro non fa più paura. Eppure si
può comprendere lo sconcerto dei contadini a
osservare l'enorme differenza della loro vita
rispetto a quella delle grandi metropoli.
Ancora una volta i cambiamenti sono così
veloci che si fatica a capirli. Il grande cinema
tenta di restituire la sintesi dei tempi trascorsi per leggerne il significato positivo senza
risparmiare a nessuno i moniti necessari.
Ci sono alcuni aspetti del cinema cinese
comuni a tutti i periodi dal 1949 ad oggi.
Principalmente il modo stesso di fare cinema.
Lontano dal modello americano e quasi mai
tributario del cinema europeo, esso ha sviluppato con assoluta maestria la capacità del predominio dell'azione sul dialogo. Ciò deriva
con ogni probabilità dalla frequentazione e
dallo studio del grande cinema muto sovietico degli anni Venti e Trenta che per la naturale alleanza con l'URSS circolava laddove era
esteso il controllo del Partito Comunista
Cinese.
Un secondo carattere peculiare è la trattazione delle vicende narrate con realismo, con
tutto il realismo necessario, senza indulgere
nel compiacimento della rappresentazione di
comodo. Un realismo peraltro diventato indispensabile negli ultimi quindici anni per tentare di rappresentare con verità la Cina contemporanea mentre si evolve in continuazione.
Toccherà ai più giovani registi della Sesta
Generazione rileggere la storia con distacco
personale. E le vicende che rappresenteranno
saranno centrate sul più recente passato e sul
presente volte a soppesare gli effetti che i
recenti avvenimenti dagli anni Ottanta stanno
Un altro carattere marcato della cinematogra- causando sulla società attuale.
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UNA SECONDA CINA: HONG KONG
F
ino al 1997, l'anno in cui il protettorato
inglese è ritornato nella braccia della
madre patria, a Hong Kong si è sviluppata un'importante cinematografia cinese.
Una cinematografia nata non certo per soddisfare il risibile mercato interno, ma per conquistare i pubblici cinesi ovunque essi fossero nel mondo (ma non in Cina) e se possibile
arrivare nelle sale occidentali. Il libero mercato e l'iniziativa privata ebbero mano libera
per organizzare una produzione adatta per
raggiungere tali scopi. Furono percorsi tutti
generi tradizionali a partire dal wuxia, quello
delle arti marziali e dei cavalieri delle antiche
leggende cinesi. C'era radicata questa tendenza addirittura dal 1928, l'anno in cui uscì
L'incendio del monastero del Loto rosso. Il
wuxia, vietato in Cina perché sostanzialmente cinema non realista e di vuoto intrattenimento, fu poi il veicolo su cui fare nascere il
cinema delle arti marziali moderne come il
kung fu e il karate che ebbe negli anni settanta modello e simbolo Bruce Lee, conosciuto e
apprezzato in tutto il mondo.
Una volta che il folgorante successo di Bruce
Lee e dei suoi epigoni stava per tramontare, a
metà degli anni Ottanta Tsui Hark e John Woo
trasformarono i combattimenti a mano nuda
in realistiche battaglie con armi da fuoco tra
esponenti di bande rivali. Lo studio delle
coreografie marziali si adeguò alla nuova tendenza raggiungendo una ricchezza di raffigurazione da far oscurare le capacità di
Hollywood. Tanto che John Woo, il maestro
del genere, fu strappato ad Hong Kong per
mettersi a servizio di John Travolta e Tom
Cruise.
Rimasto a rappresentare la grande arte del
kung fu Jackie Chan (classe 1954), che l' ha
sviluppata nella chiave dell'ironia e del divertimento, creando un suo personalissimo
sotto-genere.
Nell'approssimarsi della data della riunificazione è sorta una nuova tendenza originale.
Questa volta incentrata nella realtà del
momento. E sulla descrizione che la città di
Hong Kong si mette a fare su se stessa. La
vorticosa e brulicante esistenza da trascorrere
tra lussuosi grattacieli e quartieri di baracche,
in un caos di ricchezza e povertà, tra droga e
delitti, tra l'indifferenza e l'assurdità di vite
impazzite, fa sorgere l'esigenza di osservare
le dinamiche dei sentimenti personali. Wong
Kar-way è il campione della nuova fase e film
dopo film diventerà degno di ricordare Eric
Rohmer, tuttavia senza i suoi peraltro deliziosi dialoghi, ma con una affascinante personale maestria cinematografica.
Bruce Lee: tra i più famosi interpreti del cinema
delle arti marziali, morto in circostanze
misteriose all’età di 33 anni.
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UNA TERZA CINA: TAIWAN
N
el 1949 non nasce soltanto la
Repubblica Popolare Cinese, ma
anche Taiwan. Chang Kai-shek,
sconfitto dai rivoluzionari ripara nell'isola di
Formosa, ribattezzata Taiwan, stato indipendente. In breve con l'appoggio degli americani sarà rappresentata all'ONU mentre la Cina
di Mao dovette fare anticamera fino al 1971.
Nasce dunque una relativa industria cinematografica. La quale non ha nessun interesse o
coinvolgimento alla rievocazione e alla lettura dei fatti storici. Non ha tradizioni filmiche
come può aver avuto Hong Kong. Ha tuttavia
cavalcato il successo planetario del kung fu
con una propria produzione e campioni d'incasso come L'urlo di Chen che terrorizza
anche l'occidente (1970). E reinvestito i
grandi guadagni assieme ai capitali americani
a disposizione con qualche personalità cine-
se, nativa negli USA, da sperimentare per una
produzione commerciale di livello.
Wayne Wang e Ang Lee sono i campioni per
questa opportunità. Faranno buoni film di
successo e soprattutto faranno carriera a
Hollywood. Ang Lee arriverà anche all'Oscar
con La tigre e il dragone.
Tuttavia a Pechino, ad Hong Kong e a Tapei
si avvertono le stesse inquietudini dei tempi.
E così anche a Taiwan nasce una tematica
riflessiva sulle contraddizioni dell'esistenza e
la difficoltà del vivere in una società che
sembra aver dato tutto e che forse sta negando l'essenziale a tutti. E' Tsai Ming-liang
l'Antonioni asiatico, il campione più rappresentativo di questa tendenza che a va spesso a
rappresentare nei festival dell'occidentali. É
stato a Venezia anche quest'anno.
A sinistra il regista di origine taiwanese Ang Lee alla consegna dell’Oscar vinto con La tigre e il dragone.
A destra Tsai Ming Liang, autore, fra l’altro, di Vive l’amour.
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CINQUE FILM
DAL 1949 A OGGI
SAN MAO PICCOLO VAGABONDO
San Mao liu lang ji (1949) di Zhao Ming e Gong Yan. Con Longji Wang
Il momento storico
La storia di questo film s'intreccia con gli
avvenimenti del momento. 1° ottobre 1949.
Nasce la Repubblica Popolare Cinese. La
lunga guerra civile iniziata nel 1934 si è conclusa con la sconfitta di Chang Kai-shek, leader del Kuomintang nazionalista e reazionario, rifugiatosi poi nell'isola di Formosa, oggi
Taiwan. Nasce anche il nuovo cinema cinese.
Naturalmente è decisivo il valore propagandistico del cinematografo, ma si deve subito constatare che in tutta la Cina ci
sono solo 650 sale, perlopiù
nella grandi città costiere.
Centinaia di milioni di cinesi
delle aree rurali non avevano
ancora mai visto un film. In
attesa della ricostruzione generale post-bellica, i neo-dirigenti
la macchina del cinema allestiscono fino a 15.000 cinematografi itineranti che raggiungeranno anche i villaggi più sperduti del grande
paese. In dieci anni i biglietti venduti passano
da 47 milioni a 4 miliardi e mezzo. Fra i primissimi nuovi film della nuova era, il più
visto e il più amato fu proprio San Mao piccolo vagabondo.
Questo film è uno dei pochissimi di quei
tempi che viene presentato nelle rassegne
celebrative e nei grandi festival.
cioni come lui, ma scopre che i guadagni se li
accaparra l'adulto che li sfrutta. Viene accolto
in casa da una coppia che lo sfama e lo veste
ma solo per usarlo come piccolo ladro. Verrà
perfino venduto e capiterà così in una ricchissima casa borghese come figlio adottivo di
una grassa cinese occidentalizzata senza
prole. Immerso nel lusso, fra gli agi più
immaginabili e perfino con il nome cambiato
all'inglese, San Mao è istintivamente a disagio e molto triste.
Rivisti i suoi antichi compagni
di vagabondaggio al cancello
della ricca dimora, li fa entrare e
li porta nella grande cucina a
sfamarsi e a far festa. Scoperti
dai padroni sono presi a bastonate e fuggono, e con loro San
Mao che rinuncia per solidarietà
e fierezza al quel benessere
senza dignità. Ma mentre sono
in strada di nuovo alla prese con
le difficoltà di sempre, ecco
avanzare il corteo festante dei rivoluzionari
che entrano in città con balli e musica. Il piccolo vagabondo San Mao avverte nel generale entusiasmo che il corteo diffonde irresistibile l'inizio di tempi migliori e fiducioso e
contento s'inserisce nel corteo verso un nuovo
futuro.
Gli artisti
I due registi: Zhao Ming e Gong Yan hanno
accompagnato la rinascita del nuovo cinema
realizzando solidi film espressione del clima
di costruzione di una nuova società. In particolare Yan Gong ha diretto nel 1962 Lu huo
zheng hong, film sulla produzione dell'acciaio ad Asham durante l'epocale periodo del
Balzo in avanti.
Il protagonista Wan Lung Chi (San Mao),
nato nel 1940, era al suo secondo film e a tredici anni smise di essere utilizzato.
Il film
Primavera del 1949. Siamo a Shanghai, proprio alla vigilia della liberazione. San Mao è
uno degli innumerevoli piccoli straccioni
vagabondi che vagano nelle strade alla ricerca di un po' di cibo per la sopravvivenza quotidiana, nella città ricca e opulenta più occidentalizzata dell'intera Cina. San Mao affronta prove difficili e amare delusioni. Assapora
il piacere di lavorare con un gruppo di strac9
SORELLE DELLA SCENA
Wutai jiemei (1965) di Xie Jin. Con Yindi Cao, Yunzhu Shanggua, Fang Xie
Il momento storico
Il Partito Comunista, al governo dal 1949, sta
per vivere una seconda fase, dopo quella del
decennio precedente dei Cento Fiori, di forte,
progressivo e inarrestabile controllo ideologico di tutta la nomenclatura al potere e dell'intera società. Mao è l'ispiratore e i quattro che
si esposero a guidare la Rivoluzione
Culturale divampata a metà degli anni
Sessanta furono gli esecutori: Zhang
Chunqiao, Yao Wenyuan, Wang Hongwen e
Jiang Qing. Quest'ultima la moglie di Mao.
Tutte le attività ne furono investite.
Naturalmente anche il cinema si dovette adeguare al soffio di quel vento e lo fece con
opere esemplari e rieducative.
una giovane venduta come moglie in fuga dal
suo destino si rifugia dietro le quinte del teatro e una volta scoperta viene adottata dai teatranti tra cui recita Hongyue la figlia del capo
della compagnia. Le due giovani recitano
insieme e diventano così come sorelle della
scena. Dopo vicissitudini ed esperienze, nel
1941 le due sorelle hanno un grande successo
in un teatro di Shanghai, città caduta nel frattempo sotto il dominio giapponese. Mentre
Honguye si fa irretire dai frutti materiali del
benessere acquisito sullo sfondo di una
Shanghai moderna, superficiale e corrotta,
grazie all'aiuto di una giovane giornalista
militante comunista clandestina Chunhua
incomincia il suo percorso di consapevolezza
politica e comprende che lo sfruttamento e
Il film
l'oppressione vissuti nel suo mondo, il teatro,
Nel 1935 a Hangzhou (città decantata perfino non sono che la punta dell'iceberg dell'opda Marco Polo) durante una recita di una pic- pressione capitalista e imperialista. Quando
cola compagnia itinerante di opera, Chunhua, Chunchua vuole rappresentare un'opera
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moderna e rivoluzionaria, il governo lo impedisce; e tenta perfino di eliminare Chunchua
stessa facendo ricadere la colpa su Hongyue.
Al processo Chunchua respinge accomodamenti e denuncia la verità. Si passa al 1950 e
alla festa del trionfo maoista. Chunchua torna
a Hongzhou, nello stesso teatrino dove era
iniziata la sua straordinaria avventura. Recita
acclamata dal pubblico l'opera rivoluzionaria
che a Shanghai le era stata impedita, ritrova la
sorella di scena di un tempo. Honguye ha
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capito i suoi errori, dopo la sua sincera e ripetuta contrizione, insieme alla sorella della
scena si avvia verso le nuove rappresentazioni di opere rivoluzionarie.
Gli artisti
Xie Jin (classe 1923) è attivo dal 1957 e ha
percorso l'intera parabola della Rivoluzione
Culturale. Di lui si ricorda il film d'esordio
Nu lan wu hao (La giocatrice di basket n. 5)
e il recente La guerra dell'Oppio del 1997.
TERRA GIALLA
Huang tu di (1984) di Chen Kaige. Con Quiang Liu, Xueqi Wang, Bai Xue
Il momento storico
L'organizzazione del Cinema aveva subito
forti contraccolpi dagli eventi legati alla
Rivoluzione Culturale. Per un certo periodo
praticamente non vennero più prodotti film se
non tantissimi documentari attestanti i meriti
e i risultati materiali dei successi della politica di Mao, La capacità realizzativa delle maestranze cinematografiche si stava affievolendo. Registi, sceneggiatori, intellettuali d'un
tempo erano stati quasi tutti messi da parte,
nella migliore delle ipotesi. E comunque
erano rappresentativi delle generazioni e di
vicende ormai lontane. Gli Studi languivano.
Alla morte di Mao (1976) il Cinema si rimette in moto con riforme incisive.
Finanziamenti per Studi
tecnicamente
moderni e i preparativi per una Scuola di
Cinema per tutte le specializzazioni tecniche
(regia, fotografia, ecc.) con durata quadriennale, accesso ad esami e iscrizioni aperte
solo ogni quattro anni. Si comincia nel 1978.
Nel 1982 escono i primi laureati. Saranno essi
a realizzare i film della nuova era. Saranno
chiamati quelli della Quinta Generazione.
Chen Kaige e Zhang Zhimou sono tra loro.
Cina centrale. Mao Tsetung, Chu En-lai e
Den Xiaoping estendono già il loro governo
su centinaia di milioni di masse contadine
poverissime. La lotta armata è però ancora
lunga e intanto l'esercito e il partito si organizzano senza trascurare nessuno strumento
per rafforzare la propria efficacia. Vengono
perfino inviati soldati attorno a Yenan che con
lunghe marce sulle montagne raggiungono i
più sperduti e isolati villaggi con i compito di
raccogliere i canti popolari locali da riportare
poi alle truppe per rafforzare i sentimenti di
partecipazione e aggregazione. Un soldato
raggiunge un lontano villaggio ldurante un
matrimonio, viene ospitato da una famiglia di
contadini nelle grotta dove essi vivono assai
poveramente. Anche la giovane che lo ospita
è destinata a un matrimonio senza amore.
Nella frequentazione del soldato con la famiglia si sviluppano delicate dinamiche che porteranno alla reciproca profonda comprensione della durezza della loro vita e la speranza
nel cambiamento. Il soldato deve ripartire.
La ragazza, che alla fine ha offerto la trascrizione dei suoi canti, lo saluta dicendo che
vuole raggiungerlo nell'esercito. Ma quando,
lasciata casa sua, con una piccola barca si
Il film
avventura sul fiume di lei rimane solo il suo
Nel 1939 il quartiere generale dell'Esercito fiocco rosso.
Popolare Rivoluzionario e il Comitato
Centrale del Partito Comunista Cinese sono Altre note
da qualche anno insediati a Yanan, un villag- L'influenza di questo film nella storia della
gio montuoso della provincia dello Shaanxi, cinematografia cinese è paragonabile a cosa
significarono nell'Italia post-fascista e neodemocristiana del dopoguerra film come
Roma città aperta o La terra trema o
Sciuscià. L'irruzione "scandalosa" della
realtà. In Terra gialla i contadini vengono
rappresentati radicati nella loro cultura fatta
di ritualità secolare e per nulla influenzati
dalla "rivoluzione". Questa non è rappresentata da automatici cambiamenti in meglio,
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non intacca per forza la vita feudale che
trova. La dura vita nella campagna è vista
fuori da qualsiasi sentimentalismo "positivo"
o "progressista" che la vulgata ha prima di
allora sempre preteso e ottenuto. E' insomma
il rovesciamento delle regole, l'irruzione del
realismo, la premessa di aria nuova.
Anche Zhang Yimou è al suo esordio ma
come
direttore
della
fotografia.
L'elaborazione e l'utilizzo del colore indusse
Chen Kaige a cambiare il titolo del film in
quello attuale.
Premi
Festival Hawaii: Miglior Film.
Gli artisti
Festival di Locarno: Premio speciale della
Chen Kaige (1952) è al suo primo film. giuria e Pardo d'argento
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NON UNO DI MENO
Yi ge doubu neng ohao (1998) di Zhang Yimou
Il momento storico
Sono ormai molti anni che l'economia cinese,
sapientemente ispirata da Den Xiaoping fin
dai tempi della lotta rivoluzionaria, è progredita in maniera stupefacente. L'iniziativa privata è sempre più incoraggiata e sostenuta. Le
grandi potenze industriali occidentali collaborano con investimenti sempre più determinanti. E' da qualche tempo che il Governo ha
aperto anche il cinema ai capitali stranieri.
Aprendosi così alla possibilità di allentare il
controllo sulla produzione. Nel 1987 per la
prima volta in Occidente un film cinese ottiene un riconoscimento ufficiale . Zhang Yimou
vince inaspettatamente l'Orso d'argento al
Festival di Berlino con Sorgo rosso e ottiene
in patria un successo commerciale senza precedenti. L'Ufficio del Cinema comprende che
si è aperta una strada molto promettente,
anche se politicamente insidiosa. Da mettere
sotto più attenta osservazione. Ma ecco che i
grandi talenti della Quinta Generazione,
Chen Kaige e Zhang Yimou soprattutto, realizzano film più personali apprezzabili dalle
giurie dei grandi Festival . Gli anni 90 diventano così un decennio di conquista della stima
e dei pubblici di tutto il mondo. Quanto all'ideologia sta ai registi spingersi sempre più
avanti nella direzione della rappresentazione
della Cina vista con gli occhi della loro verità.
Ma i contrasti con la censura non mancheranno, così come le incomprensioni e l'arretratezza e i divieti dei burocrati .
Il film
In un lontano villaggio di campagna il livello
di vita è molto basso. La sua scuola è ancora
più povera, con i banchi rotti, i gessetti insufficienti e gli allievi per necessità più motivati a lavorare in qualche modo che a imparare. Il maestro deve allontanarsi per motivi
familiari e viene sostituito per un mese da
Wei, una tredicenne naturalmente senza esperienza specifica e molto impacciata. Essa è
tuttavia sensibile alla consegna che il maestro
le affida: al suo ritorno deve ritrovare ancora
tutti i bambini, non uno di meno. Con la promessa di un piccolo compenso di cui ha tanto
bisogno, Wei affronta il compito che si rivela
difficile perché i bambini sono irrequieti e
spesso preoccupati per le difficoltà che vivono in famiglia. Così il piccolo Zhang una
mattina lascia la classe e va in città per cercare lavoro in aiuto della mamma malata.
Superate mille difficoltà Wei non esita ad
andare alla sua ricerca. Nel panorama urbano
confuso e disordinato affronta situazioni del
tutto sconosciute con caparbietà e decisione
senza soldi e senza esperienza. Grazie all'intervento della televisione che viene a conoscenza della sua storia, Zhang viene ritrovato.
14
La troupe raccoglie donazioni e denaro e il
ritorno al villaggio è festoso e felice. Per quei
bambini forse si sono aperte nuove prospettive. Potranno studiare e scrivere con i gessetti
nuovi. Perfino a colori.
Abbandonate le ricerche estetiche e formali
di molti precedenti film, viene mostrata l'arretratezza sociale, ma anche la solidità del
sistema politico-burocratico nazionale. A differenza del precedente La storia di Qiu Jiu
(1992) Lo stile è limpido e realistico, sviluppato con un continuo doppio ordine dialettico
ben evidente nel rapporto, per esempio, fra
villaggio e città.
Gli artisti
Zhang Yimou alterna opere d'ispirazione al
recente passato a storie della contemporaneità. In questo film invece di attori professionisti impiegherà bambini e adulti scelti
nella realtà stessa in cui si svolge il film. Non
nasconderà di avere come riferimento il
nostro grande cinema neorealista.
E' anche il primo regista autorizzato a realizzare in Cina film wuxia (La foresta dei
pugnali volanti e Hero).
E' stato incaricato della regia delle cerimonie
d'apertura e chiusura delle prossime
Olimpiadi del 2008 a Pechino.
15
LE BICICLETTE DI PECHINO
Shigi sui de dan che (2001) di Wang Xiaoshuai. Con Lin Cui, Bin Li, Xu Zhou
Il momento storico
Mentre Chen Kaige e soprattutto Zhang
Yimou percorrevano carriere senza precedenti riscuotendo riconoscimenti internazionali
ovunque presentassero le loro opere, un'altra
covata di registi era uscita dall'Accademia del
Cinema di Pechino. Quelli della Sesta
Generazione. Forti dell'esempio degli illustri
contemporanei di successo si trovarono a
pensare i loro film con una sempre più larga
libertà d'azione. Ma anche la Censura faceva
buon uso dell'esperienza appena acquisita.
Nel 1989 si laurea tra gli altri Wang
Xiaoshuai. Ha avuto come compagno di
corso Jia Zhang-Ke, recentissimo vincitore
del Leone d'oro con Still Life a Venezia 2006
(già autore di Piaceri sconosciuti e Xiao Wu).
Altri compagni della Sesta Generazione sono
Zhang Yuan (Diciassette anni, Bastardi a
Pechino, East Palace West Palace), Zhang
Ming, Lou Ye. Un po' tutti devono fare le
spese dello stretto controllo censorio. Anche
Wang Xiaoshuai deve fare i conti con il sistema. E pur di realizzare Le biciclette di
Pechino senza tenere in conto la severità
delle regole della cinematografia, ha subito
l'umiliazione di non vedere proiettato il suo
film in patria dov'è tuttora bandito.
Il film
Siamo ai nostri
giorni. Tanti contadini arrivano dalle
campagne
alla
ricerca di un lavoro col miraggio di
approdare a una
nuova dignità che
l'enorme progresso
della
metropoli
sembra promettere
a chiunque.Il gio16
vane Guo trova impiego come fattorino per
consegne in bicicletta. Con il suo lavoro
riscatterà la bellissima bicicletta che all'inizio
gli viene assegnata per svolgere le sue mansioni. Alla vigilia del riscatto gliela rubano e
perde il posto. Ma se la ritroverà verrà riassunto, tale è la promessa che strappa al suo
direttore. Con caparbietà si mette a cercarla
in tutta la città. Intanto Jian, un giovane studente di Pechino è entrato in possesso di
quella bicicletta, grazie alla quale si integra
meglio con il gruppo dei compagni di scuola
e desta l'interesse di una studentessa. Quando
Guo denuncerà al padre di Jian che la bicicletta è sua ed riconoscibile per un segno che
vi ha fatto, si scopre che Jian non l'ha rubata,
l'ha invece comprata al mercatino dell'usato
dove il vero ladro l'aveva certamente venduta. L'ha comprata con i soldi, questi sì sottratti in casa. La sua famiglia vive in un modesto hudong come anche Guo, ospite del negozietto di un conoscente anche lui contadino
arrivato in città. Per Jian arrivare a possedere
la bicicletta, anche rubando, era legittimo
perché il padre, di modeste condizioni, gliela
aveva promessa invano da troppo tempo. I
due giovani, Guo e Jin si sentono entrambi
proprietari della bicicletta. Tenteranno un
compromesso strappato soprattutto all'irriducibile Guo che ha contro tutti i compagni di
Jin: faranno un
giorno per uno.
Ma la soluzione
non
soddisfa
nessuno.
Per
Guo quella bicicletta è il simbolo della sua
dignità. Per Jian
è solo uno strumento per ottenere un'afferma-
zione sociale. E quando si accorge che la sua
studentessa non prova più interesse per lui e
va con un altro studente ancora più bravo con
la bicicletta, si vendica colpendo il suo nuovo
rivale e cede la bicicletta definitivamente a
Guo. Ma Guo e Jian sono braccati nel labirinto dell'hudong dai compagni del ragazzo
ferito, raggiunti e picchiati a sangue. Guo,
ferito, non sopporta che la sua bicicletta
venga selvaggiamente danneggiata; colpisce
a sua volta chi fa del male alla sua biciclettàdignità per farlo smettere, e con essa sulle
spalle si allontana nel caos della città.
Gli artisti
Wang Xiaoshuai (1966) incominciò con
Giorni d'inverno (Dongchunde rizi, 1993),
ma già tre anni dopo per realizzare il film
Jidu hanleng (Frozen) lo dovette firmare con
un pseudonimo Wu Ming, Senza Nome.
Xun Zhou è una star della canzone e una delle
più amate attrici allo stesso livello di Gong Li
e Zhang Ziyi. La possiamo vedere anche in
The Banquet appena presentato a Venezia.
Premi
Festival di Berlino: Orso d'argento.
17
UNA PICCOLA GUIDA
AI FILM CINESI
Quella che segue è una piccola rassegna dei film più facilmente reperibili di tutte e tre le
Cine. Con, in aggiunta, qualche titolo in edizione originale con sottotitoli italiani da cercare
in biblioteca.
A
ddio, mia concubina (Bawang bieji, Hong Kong, 1993) di Chen Kaige. Con Leslie
Cheung, Zhang Fengyi, Gong Li.
Un grande affresco che attraversa tutte le fasi storiche vissute da due attori dell'Opera di
Pechino acclamati interpreti dell'opera tradizionale del titolo.
Angeli perduti (Duolo tianshi, Hong Kong, 1995) di Wong Kar-vai. ConTakeshi Kaneshiro,
Charlie Young, Miclelle Reis.
Bassifondi di Hong Kong. Due episodi che s'intrecciano: una ragazza che s'innamora del killer di cui organizza le spedizioni, e il ragazzo muto che s'innamora d'una ragazza squinternata.
B
alzac e la piccola sarta cinese (Xiao cai feng, Cina, 2002) di Sijie Dai. Con Chen Kun,
Zhou Xun, Liu Ye.
Due giovani studenti vengono spediti in uno sperduto villaggio a rieducarsi secondo i dettami della Rivoluzione Culturale. Colpiti dalla grazia e dolcezza della nipote dello stimato sarto
del luogo, decidono di "rieducare" di nascosto a loro volta la giovane piccola sarta. Alla visione della vita materialista propugnata dalle guardie rosse si oppone così l'amore dei due studenti per le cose belle, la musica e la letteratura, considerate allora controrivoluzionarie.
L'esito della loro lezione porterà la piccola sarta a lasciare il villaggio prima ancora della liberazione dei due studenti per conoscere per davvero il mondo che le si è dischiuso.
Premio della Giuria a Locarno. Premio Jean Vigo.
Better Tomorrow, A (Ying hung boon sik, Hong Kong, 1986) di John Woo. Con Chow Yunfat, Leslie Cheung, Ti Lung.
Dopo il genere wuxia, Woo sperimenta il noir metropolitano aprendo un nuovo genere di successo. Tre amici prendono le armi contro il boss della nuova malavita e in nome dell'amicizia tentano di recuperare il loro mondo comunque già condannato all'estinzione.
Better Tomorrow, A II (Yinxiong bense II, Hong Kong, 1987) di John Woo. Con Chow Yunfat, Leslie Cheung.
Seguito ideale del primo film. Il gemello del personaggio di Chow morto nel primo film, per
vendicare la morte della figlia del suo amico ingaggia una titanica lotta che sfocia negli ultimi 20 minuti nella più violenta e apocalittica sparatoria mai vista. Omaggio dichiarato a Il
mucchio selvaggio di Peckinpah. Farà seguito A Better Tomorrow III per la regia di Tsui Hark.
Black Cannon Incident (Hei pao shi jian, Cina, !985) di Huang Janxin. Con Gao Ming,
Zifeng Liu, Gerhard Olschewski.
La diffidenza e l'ottusità della direzione partitica di una grande azienda fa causare la rottura
di un costosissimo impianto appena acquistato dalla Germania.
Boxer dalle dita d'acciaio (Girl Fighter, A, Hong Kong, 1980) di Chen Yang Ching. Con
Linfeng Shangguan, Peng Tien.
Un'esperta di arti marziali deve consegnare un assassino alla giustizia, ma durante il viaggio
deve affrontare gli uomini che il padre del reo le scatena addosso. Con l'aiuto di un esperto in
karatè che tuttavia soccomberà riesce nell'impresa.
19
Bullet in the Head (Die xue jie tou, Hong Kong, 1990) di John Woo. Con Tony Leung,
Yolinda Yam.
In fuga da Hong Kong, tre compagni ed amici si trovano immischiati nelle torbide vicende
del Vietnam del 1967 fino ad essere catturati dai Vietcong. La loro amicizia è messa a una
durissima prova nel tentativo disperato di scappare a quella minaccia.
C
he ora è laggiù? (Ni nei pien chi tien?, Taiwan, 2001) di Tsai Ming-liang. Con Lee
Kang-sheng, Cecilia Yip.
A Tapei un venditore di strada di orologi con il doppio fuso orario incontra una ragazza in partenza per Parigi. Le vende quello del padre appena morto. Ossessionato dall'oppressione della
madre neo-vedova che non fa che attendere la reincarnazione del marito, si rifugia nel ricordo della giovane, regolando tutti gli orologi sull'ora di Parigi. Viaggio nell'alienazione contemporanea, un film quasi muto con omaggi a Truffaut per l'utilizzo di Jean-Pierre Léaud e
le ambientazioni di Parigi, con una inaspettata forte vena umoristica giocata su tutti i significati del tempo.
Cina, mio dolore (Niu-Peng, Cina, 1989) di Dai Sijie. Con Guo Liang Li, Tieu Quan Ngieu.
Un adolescente è rinchiuso in un campo di rieducazione a seguito della rivoluzione culturale.
Le sue sofferenze e umiliazioni vengono lenite dalla solidarietà di un ladro e da un monaco
taoista.
D
alla Cina con furore (Jingwu men, Hong Kong, 1972) Lo Wei. Con Bruce Lee, Nora
Miao.
Nel primo film di arti marziali giunto in Italia, Lee vendica la morte del suo maestro di kung
fu combattendo i giapponesi della scuola rivale.
Diciassette anni (Guo nian hui jia, Cina, 1999) di Zhang Yuan. Con Liu Liu, Sun Honglei.
Un'adolescente colpisce per rabbia la sorella che le ha fatto un torto, e questa muore. Dopo
diciassette anni di galera e di rieducazione, alla vigilia della definitiva scarcerazione riceve
un permesso premio per passare le feste in famiglia. Sarà l'ufficiale del carcere, una donna più
giovane di lei, anch'essa in viaggio in divisa per le feste, ad aiutarla a ritrovare la casa dei
genitori ed assistere al penoso incontro pieno di dolore dei due vecchi che in un fatale istante persero entrambe le figlie. Premio della Giuria a Venezia.
Double Vision (Shuang tong, Taiwan, 2002) di Chen Kuo-fu. Con Tony Leung Kai Fai, Rene
Liu. David Morse.
Un thriller soprannaturale. Un poliziotto di Taipei caduto in disgrazia perché la svelato la corruzione nella polizia e anche per questo allontanato dalla moglie, è alla caccia di un serial killer che immette un fungo allucinogeno nel cervello delle sue vittime. Due visioni della vita in
un panorama di ultra modernità si alternano tra il poliziotto locale e l'americano dell'FBI chiamato ad aiutarlo.
E
uno e due (Yi yi, Taiwan, 2000) di Edward Yang. Con Elaine Jin, Wu Nien-lien, Kelly
Lee.
Le vicende di più famiglie nella scansione delle problematicità quotidiane. Un grosso affresco della vita borghese "qualunque" per rappresentare i drammatici cambiamenti sociali e l'evoluzione storica di Taiwan. Premio alla regia a Cannes.
East Palace West Palace (Dong gong xi gong, Cina, 1996) di Zhang Yuan. Con Si Han, Ju
20
Hu.
Un omosessuale provoca per potergli stare vicino un lungo interrogatorio dal poliziotto che
lo ha arrestato nel parco luogo di ritrovo dei gay. Il racconto delle sue esperienze, della repressione e del dolore della sua vita porteranno il poliziotto dalla repulsione iniziale a una forma
di attrazione cui fa fatica a sottrarsi. La conoscenza della realtà omosessuale sembra portarlo
forse ad un livello di comprensione e tolleranza prima assolutamente impensabile.
F
ino all'ultimo fuoco (Pao da shaung deng, Cina, 1994) di He Peng. Con Jing Ning, Gang
Wu.
La giovane padrona di una grande fabbrica di fuochi d'artificio è costretta dalle tradizioni a
vestire panni maschili, ad avere solo un ruolo formale nell'azienda e soprattutto è condannata a non sposarsi. Per i decori della festa di Primavera è assunto un giovane pittore girovago.
I due si trovano a vivere una passione che non riescono a nascondere. Separati e dopo alterne vicende, il pittore ritorna al cospetto dei guardiani delle tradizioni e per sfidarli partecipa
ad una gara di destrezza a colpi di pericolosi fuochi esplodenti. Avrà la peggio. Ma un seme
è stato gettato.
Fiume, Il (He liu, Taiwan, 1997) di Tsai Ming-liang. Con Lee Kang-Sheng, Miao Tien, Lu
Hsiao-Ling.
Il giovane Xiao-Kang vive con i genitori ormai senza più dialogo a Tapei. Un giorno accetta l'invito d'una amica a fare la porticina in un film di un cadavere galleggiante nel fiume. A
seguito dei dolori che gli causa quell'esperienza nessun rimedio medico o para-medico sembra possa aiutarlo. Non rimane l'ospedale in cui attende una visita. Ma padre e figlio, usciti
nell'attesa si ritrovano in una buia sauna gay, e quasi consumano l'incesto. Orso d'argento e
Premio speciale della giuria a Berlino.
Foresta dei pugnali volanti, La (Shi mian fu, Cina, 2004) di Zhang Yimou. Con Kaneshiro
Takeshi, Zhang Ziyi.
L'eclettico regista approda al genere wuxia un tempo interdetto dalle autorità. Armi, cavalieri e passione in un magica rappresentazione delle leggende millenarie sempre vive e un
tempo specialità esclusiva nella cinematografia di Hong Kong.
G
iorni d'inverno (Dangchun de rizi, Cina, 1993) di Wang Xiaoshuai. Con Liu Kiadong,
Yu Hong.
Una coppia di pittori vive della propria arte e il loro rapporto si è come svuotato. Quando la
donna è incinta, dopo un soggiorno nel paese dov'è nata, deve ammettere che è giunto il
momento di agire.
Guerra dell'oppio, La (Yapian zhanzheng, Cina, 1997) di Xie Jin. Con Xiangting Ge, Bao
Guoan.
Nel momento della riunificazione del protettorato di Hong Kong alla Cina, vengono rievocate le vicende che portarono la cessione di quel territorio alla Gran Bretagna. Nel 1939 il
governo di Pechino decise di rimettere in vigore una antica legge che proibiva l'importazione
dell'oppio. Così venne confiscato e distrutto l' ingente carico con cui i commercianti inglesi
volevano ottenere lauti guadagni. Londra rispose con l'invio di una spedizione navale che grazie alla sua superiorità tecnica bombardò facilmente Canton e risalì senza resistenza lo
Yangtze fino a Nanchino dove impose dei trattati con condizioni assai favorevoli. Tra queste
c'era anche la cessione dell'isola di Hong Kong.
21
Guerrieri del cielo e della terra (Tian di ying xiong, Cina, 2003) di He Ping. Con Wen Jiang,
Nakai Kiichi, Zhao Wei.
Un messo imperiale insegue un ufficiale ribellatosi a un ordine ingiusto e fuggito ai confini
dell'impero. Entrambi però si trovano alleati nel proteggere una reliquia buddista quando nel
deserto dei Gobi vengono assaliti dalle esorbitanti forze del signore locale. Rifugiatisi in una
cittadella abbandonata si organizzano per sostenere l'assalto finale che sfocia in un'epica battaglia a cui partecipa anche la figlia d'un generale imperiale in viaggio verso la capitale.
H
appy Together (Cheun gwong tsasit, Hong Kong, 1997) di Wong Kar-way. Con Leslie
Cheung, Tony Leung Chiu Wai, Chen Chang.
Due giovani innamorati lasciano Hong Kong per andare all'avventura in Argentina. Qualcosa
non va per il verso giusto e Ho abbandona il suo amante Lai. Questo si stabilisce a Buenos
Aires dove fa il buttafuori in tango bar. Una volta rincontratisi non saranno più in coppia.
Entra nella loro vita Chang, un ragazzo di Taipei, che dopo alterchi e litigi rientrerà a casa da
solo. Anche Lai, visitate le cascate che aveva progettato di vedere con Lai, tornando verso
Hong Kong si ferma a Taipei dove vede i genitori di Chang. La visione della famiglia, del
lavoro sembrano poter rappresentare un punto fermo per il suo futuro. Parzialmente a colori
e in bianco e nero. Interpreti principali due divi del film d'azione. Premio alla migliore regia
a Cannes.
Hard Boiled (Laat sau sen taan, 1992, Hong Kong) di John Woo. Con Chow Yun-Fat, Tony
Laung, Teresa Mo.
Contro I trafficanti d'armi il duro ispettore Chen combatte una lotta senza quartiere e senza
regole. L'azione decisiva avviene nei locali di un ospedale dove il personale e i pazienti sono
alla mercé dei criminali. Un affascinante raffigurazione della coreografia della violenza si
dipana sui temi dell'amicizia, lealtà e tradimento, sacrificio e amicizia virile.
Hero (Ying xiong, Cina, 2004) di Zhang Yimou. Con Zhang Ziyi, Jet Li, Meggie Cheung.
Nella lontanissima Cina di oltre due millenni or sono, sette regni si contendevano la supremazia su tutto il territorio. Il re di Qin, il più ambizioso di tutti, per sventare attentati a suo
danno promette straordinari compensi a che fermerà la mano degli assassini che lo insidieranno. Si fa avanti il guerriero Senza Nome portatore delle armi degli uomini più pericolosi
che ha saputo fermare.
Hong Kong Express (Chonqin senlin, 1994, Hong Kong) di Wong Kar-way. Con Tony
Leung, Faye Wang.
Nel cuore tumultuoso di Hong Kong due poliziotti vivono ciascuno il proprio sentimento d'amore nella precarietà e nella malinconia. Il primo s'innamora di una sconosciuta che noi sappiamo essere una narco-trafficante. Il secondo ricorrendo il ricordo di una recente avventura
non si accorge che la cameriera del suo solito snack è entrata nel suo appartamento e così
nella sua vita. All'appuntamento che conta lei non verrà.
I
mperatore e l'assassino, L' (Jing Ke ci Qin wang, Cina, 1999) di Chen Kaige. Con Gong
Li, Zhang Fengji, Li Xuejian.
Il re di Qin è ossessionato nel terzo secolo a.C. di unificare l'intera Cina e diventare il primo
imperatore. Lo aiuta nell'impresa l'amante Lady Zhao che fomenta finti complotti per giustificare sanguinarie repressioni. Ma davanti agli eccessi di inaudita ferocia del re, chiama un
assassino di professione per fermare l'eccidio. Mentre i cospiranti attendono le circostanze
22
favorevoli s'innamorano. L'imprevisto causa dubbi e titubanze. Al momento il complotto avrà
seguito ma fallirà dolorosamente.
In the Mood for Love (Fa yeung nin wa, 1995, Hong Kong) di Wong Kar-way. Con Tony
Leung, Maggie Cheung.
Lei e lui vicini di casa scoprono entrambi di essere traditi dai propri partner ora lontani da
casa. Si chiedono tristi come ciò possa essere accaduto. S'incrociano, si parlano, si aiutano,
pranzano assieme, si cercano. S'accorgono così che sta capitando loro quello che deve essere
successo ai rispettivi consorti. Rinunciano a quanto stava sbocciando e si separano. Tempo
dopo lui saprà che lei è tornata col marito e che è anche mamma.
Incrocio d'amore (Lansen da me, Taiwan, 2002) di Yee Chi-yen. Con Chen Bo-Lin, Guey
lun-Mei.
Kerou è una liceale diciassettenne e come le sue compagne è alla ricerca di se stessa. Shishao
è un giovane ragazzo seducente adorato dalle ragazze, anche da Yuzhen, la migliore amica di
Kerou. Il giovane, pur molto impegnato nel campionato di nuoto della scuola, è fortemente
attratto da Kerou. Questa lo raggiunge durante gli allenamenti e svela i suoi sentimenti. I due
giovani assaggeranno insieme l'entrata nell'età adulta.
J
u Dou (Ju Dou, 1990, Cina) di Zhan Yimou. Con Li Wei, Gong Li, Li Baotian, Zhang Yi,
Zhen Jian.
La bella moglie di un anziano e brutale tintore s'innamora del più giovane nipote di costui. Il
figlio che nascerà da questa relazione vendicherà l'onore familiare offeso dai genitori.
Dramma dell'impossibilità di vivere i sentimenti in contrasto con le convenzioni sociali e
ritratto della condizione di schiavitù femminile. Candidato all'Oscar.
K
eep Cool (You hua hao shuo, Cina, 1997) di Zhang Yimou. Con Jiang Wen, Li Baolian,
Qu Ying.
Una ragazza di Pechino è inseguita da un simpatico venditore di libri balbuziente che si è
invaghito di lei e che la segue in autobus e in bicicletta. Al rifiuto di lei non demorde, finché
non viene pestato dall'amante della ragazza, ricco e potente, dalla lussuosa Mercedes. Nella
rissa viene coinvolto un funzionario che ha sventura di vedere usato il suo computer portatile come arma contundente. Nel tentativo di recuperare i soldi del portatile questi tenta di mettere d'accordo i due rivali arrivando a fingersi pazzo e a passare una settimana in carcere. Il
film è divertente e sarcastico e fotografa la società in piena trasformazione dove l'affanno e
la frenesia del cambiamento si materializzano con i feticci del mondo occidentale, i telefonini e i computer portatili.
Killer, The (Dip hyut shueng hung, Hong Kong, 1989) di John Woo. Con Chow Yun-Fat,
Danny Lee, Sally Yeh.
Un killer alla fine della carriera senza volere ferisce accecandola una cantante che ama.
Tradito, fugge alle gang che lo inseguono e cerca di proteggere la sua amata che non sa che
è lui il responsabile del suo dramma e quale sia il suo mestiere. Aiutato dal poliziotto che gli
dà la caccia, affronta i nemici in un duello impari dove la violenza delle armi si dispiega in
un balletto affascinante e pure realisticamente concreto.
L
anterne rosse (Dahong Denglong gaogao gua, Hong Kong, 1991) di Zhang Yimou. Con
Gong Li, Ma Jingwu, He Caifei.
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Ogni sera il padrone di casa accende la lanterna di una della quattro mogli come segno della
sua scelta per la notte. Fuggita dalla povertà, la più giovane e ultima arrivata scopre il peso
delle tradizioni e la pesante legge del marito padrone che tutto vincono, la vita stessa. Vietato
in Cina. Leone d'argento a Venezia.
Locanda della felicità, La (Xingfu shiguang, Cina, 2002) di Zhang Yimou. Con Zhao
Benshan, Dong Lihua, Leng Quibin.
Pur di accontentare la sua nuova compagna un vedovo cinquantenne allestisce in un capannone un finto salone di bellezza dove fa lavorare la figliastra cieca mandando i suoi amici
come clienti che la pagano con banconote false. L'inserimento del dramma nel canovaccio
della commedia così che al dolore possa seguire il sorriso.
M
angiare bere uomo donna (Yunshi Nan Nu, Taiwan, 1994) di Ang Lee. Con Lung
Sihung, Yang Kuei-mai, Wang Yu-wen.
Le tre figlie di un cuoco d'alta classe si preoccupano di trovare una nuova compagna al padre
e questi, con la perdita del palato si angoscia sul futuro delle figlie. I veri drammi non li toccheranno e in primo piano resteranno i piccoli piaceri della vita.
Millenium Mambo (Qianxi mambo, Taiwan, 2001) di Hou Hsiao Hsien. Con Shu Qi, Jack
Cao, Tuan Chun-hao.
La bellaViky e le sue sensazioni alle prese con tre uomini. Il mascalzone Ha-Hao, il gentile
Xuan e il paterno Jack. Nel tipico stile rarefatto del regista si sviluppa il disperato bisogno
d'amore di una solitudine esistenziale. Un percorso introspettivo nella psicologia dell'individuo e nei rapporti interpersonali. Presentato a Venezia.
Missing Gun, The (Xun qiang, Cina, 2002) di Lu Chuan. Con Jiang Wen, Ning Jing, Wu
Yujian.
Un poliziotto di provincia si ubriaca al matrimonio della cugina e perde la sua pistola d'ordinanza. La mattina dopo, fatta la scoperta, si mette alla disperata ricerca dell'arma finchè anche
il suo superiore lo mette alle strette davanti al pericolo che possa succedere qualcosa. E qualcosa succede. Viene trovata morta una ex fiamma del poliziotto uccisa proprio dalla sua pistola. Incriminato rovescia l'accusa e tende una trappola al vero assassino.
P
iaceri sconosciuti (Ren xiao yao, Cina, 2002) di Jia Zhang-Ke. Con Zhao Wei Wei,
Qiong Wu.
Due giovani disoccupati senza prospettive di lavoro e senza alcuna motivazione tentano di
dare un senso al loro incerto futuro. Ma vivono in un'atmosfera in cui sembra che nulla abbia
senso se non il denaro e il continuo sviluppo. Presentato a Cannes.
Primavera precoce al secondo mese lunare (Zao chun er yue, Cina, 1963) di Xie Tieli. Con
Sun Daolin, Xie Fang, Shanghuang Yunzhu.
Xiao, un giovane intellettuale in fuga dalla città, arriva in un delizioso, ordinato e pacifico villaggio di provincia presso un amico che gli permetterà di lavorare tranquillamente come
insegnante. Egli rappresenta lo spirito generoso e palpitante, ma anche le indecisioni e i dubbi
della gioventù rivoluzionaria degli anni Venti. Nasce un sincero sentimento per Tan la sorella dell'amico, a sua volta desiderosa di conoscenza e di uscire dagli angusti orizzonti della
sua tranquilla vita agiata. Ma nasce anche un pietoso attaccamento per l'indigente vedova e
per i suoi piccoli figli di un compagno ucciso nei recenti disordini rivoluzionari. Le malelingue del villaggio porteranno al tragico epilogo del suicidio della vedova e alla separazione da
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Tan. In Xiao si risveglia l'indignazione. L'immagine fiorita di quel pacifico villaggio borghese si spezza. Abbandona con una lettera Tan per "immergersi nel tumulto del tempo", per
riprendere presumibilmente la lotta nelle truppe comuniste. E Tan lo insegue per raggiungerlo verso quel destino.
Presentato a Cannes nel 1979.
R
agazza di nome Xiao Xiao, Una (Xiang nu Xiao Xiao, Cina, 1986) di Xie Fei, Wu Lan.
Con Na Renhua, Liu King.
Xiao Xiao promessa a un bambino di soli due anni, sedotta partorisce un maschio, e solo per
questo non viene uccisa come prescrivono le leggi sull'adulterio.
Re degli scacchi, Il (Qi wang, Cina, 1988) di Teng Wenji. Con Ben Niu, Xie Yaun, Zhao
Liang.
Il silenzioso percorso di un campione di scacchi attraverso gli anni turbolenti della rivoluzione culturale. E della rieducazione nella campagne. Presentato a Venezia.
S
even Swords (Qi lian, Cina, 2005) diTsui Hark. Con Donnie Yen, Sun Honglei, Charlie
Yeung.
Un vecchio saggio maestro d'armi con quattro suoi discepoli e tre monaci guerrieri mettono
le loro spade al servizio della lotta contro gli emissari del principe Dokado che per preservare la sua giovane dinastia ha messo al bando le arti marziali. Iniziano le avventure delle Sette
Spade. Presentato a Venezia.
Sorgo rosso (Hong Gaoliang, Cina, 1987) di Zhang Yimou. Con Gong Li, Jiang Weng, Teng
Rujun.
Andata a nozze in cambio di un mulo con un marito padrone anziano e lebbroso, la giovane
dopo la sua morte misteriosa sposa un giovane operaio della distilleria di sorgo ormai diventata sua. Passano nove anni: irrompe l'invasione giapponese e l'idillio si spezza. Muore uccisa durante il generoso tentativo di contrastare l'odioso nemico. Prima opera dell'autore. Primo
affresco storico, tipologia mai apparsa prima. Prima rappresentazione di una coppia che fa l'amore, per di più non sposata. Orso d'oro a Berlino.
Storia di Qiu Ju, La (Qiu Ju da guansi, Cina, 1992) di Zhang Yimou. Con Gong Li, Lei
Lao Sheng.
Qiu Ju vuole ottenere giustizia per il calcio che il marito ha ricevuto dal capo villaggio nella
campagna dove vivono. Dovrà lottare a lungo con i meandri della burocrazia della brulicante capitale per avere soddisfazione, ma quando questa finalmente arriverà non avrà il sapore
atteso. Primo film della contemporaneità. Leone d'oro a Venezia.
Strada verso casa, La (Wo de fu qin mu qin, Cina, 1999) di Zhang Yimou. Con Sun Honglei,
Zhang Zihi.
Muore l'anziano maestro del villaggio. Torna a casa il figlio che vive lontano per il funerale
che la madre vorrà fare testardemente secondo le antiche tradizioni dei suoi tempi giovanili.
E nulla la persuaderà a cambiare idea. Così come tanto tempo prima nulla l'aveva fermata dall'amare il giovane maestro venuto da fuori, con una storia d'amore magica e appassionante.
T
entazioni della luna, Le (Feng Yue, Hong Kong, 1996) di Chen Kaige. Con Lesile
Cheung, Gong Li, Zhou Yemang.
Nel passaggio dall'Impero alla Repubblica il più famoso gigolò di Shanghai viene spedito a
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sedurre la cognata per impossessarsi delle ricchezze di famiglia.. Ma s'innamora di lei e deve
perciò fare i conti con il boss che l'aveva pagato.
Tigre e il dragone, La (Wo hu cang long, Cina, 2000) di Ang Lee. Con Chow Yung-Fat,
Michelle Yeoh, Zhang Zihi.
Spettacolare film sull'arte marziale ambientato sotto la dinastia Qing. Il valoroso Li Mu Bai
decide di deporre la spada, rendere omaggio alla memoria del suo maestro ucciso da Volpe di
Giada e trascorrere la sua maturità con l'amata Yu Shu Lien anch'essa esperta di arti marziali. La spada promessa al governatore è tuttavia rubata da Jen la sua giovane insospettabile
figlia che segretamente è stata magnificamente addestrata alle armi proprio da Volpe di Giada.
Jen promessa dal padre per un matrimonio che non vuole durante il viaggio verso il suo promesso s'invaghisce di un fiero predone mongolo. Tutti i protagonisti sono poi costretti a grandi duelli fino a quando, morta Volpe di Giada e Li Mu Bai, Jen e il suo fiero amante sono liberi da ogni odioso vincolo. Quattro Oscar.
Triade di Shanghai, La (Yao a yao yao dao wai pe qiao, 1995 Cina) di Zhang Yimou. Con
Gong Li, Li Bao-Tian, Wang Xiao Xiao.
L'apprendistato di un adolescente messo al servizio della bella e cinica cantante amante del
boss della triade. Vedrà passare velocemente la fortuna e il potere da una mano all'altra. La
solitudine del potere e l'illusorietà della ricchezza.
U
ltima imperatrice, L' (Moot doi wong han, 1986, Cina) di Chen Jialin. Con Yiwei Fu,
Wen Jiang.
La storia della caduta del Celeste Impero e l'umiliante esperienza dell' impero fantoccio filogiapponese della Manchuria rivista attraverso le amarissime sorti della moglie di Pu Yi.
V
ampire effect (Chin gei bin, Hong Kong, 2003) di Dante Lam. Con Charlene Choi,
Gillian Chung, Eki Cheng.
Commedia, horror e kung fu in una volta sola in una storia d'intrattenimento impreziosita dal
solito acrobatico Jackie Chan. Un cacciatore di un vampiro cattivo, due ragazze scatenate e
un autista di Hong Kong alle prese con i conte Dakotes.
Vita appesa a un filo, La (Bian zhou bian chang, Cina,1991) di Chen Kaige. Con Liu
Zhongyuan, Huang Lei, Xu Quing.
Sullo sfondo di una Cina senza tempo, un vecchio cantore girovago si aspetta per una antica
profezia che alla rottura della millesima corda del suo strumento possa riacquistare la vista
come traguardo della conoscenza della vita. Il suo giovane discepolo, anch'esso cieco, invece vive una tenera storia d'amore con una ragazza del villaggio. Morirà la ragazza, morirà il
vecchio. Il finale è triste ma non tanto amaro; il giovane verrà definitivamente accettato dalla
comunità del villaggio alla ricerca com'è di pace ed equilibrio.
Vive l'amour (Aiqing wansui, Taiwan, 1994) di Tsai Ming-liang. Con Chen Chao-jung, Lee
Kang-sheng, Yang Kuei Mei.
Un appartamento vuoto è il luogo dove un'agente immobiliare incontra un uomo mentre un
altro giovane rifugia la sua esistenza. Le tre solitudini tentano di intrecciarsi in legami che
tuttavia non possono attecchire nel deserto dell'incomunicabilità che vivono nell'alienazione
della grande città. Titolo beffardo. Leone d'oro a Venezia.
Vivere! (Huozhe, Cina, 1994) Zhang Yimou. Con You Ge, Gong Li, Ben Niu, Guo Tao, Jiang
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Wu, Ni Da Hong, Liu Tian Chi.
La dolente vita di Xu Fegui e Jiazhen che attraversano tutti gli avvenimenti della recente storia cinese della guerra civile, all'avvento di Mao; dal Balzo in avanti fino alla Rivoluzione
Culturale. Prima la rovina economica, poi la perdita di entrambi i figli. La grande storia vista
dalla parte della piccola gente animata da buona volontà e spirito d'adattamento. Bandito in
Cina.
X
iao Wu (Xiao Wu, Cina, 1997) di Jia Zhang-Ke. Con Hong Wei Wang, Hao Hongjiang.
Xiao Wu è un borsaiolo di provincia che si sente a disagio perchè tutto sta cambiando
attorno a lui. É malvisto dalla sua famiglia contadina e dai compagni di ruberie che si sono
dati a piccole attività imprenditoriali. Tutti sembrano definitivamente inseriti nello spirito dei
nuovi tempi. Anche Mei Mei aspirante attrice, nel frattempo ragazza di compagnia, di cui si
è invaghito e che pure lo ha preso in simpatia, lo abbandona rincorrendo la prima quanto vaga
promessa di successo e ricchezza. Xiao Wu tornato a rubare viene arrestato.Subisce l'umiliazione di restare amanettato per strada circondato dalla folla a cui non può sottrarsi. Premi a
San Francisco, Vancouver, Buenos Aires, Nantes, Pusian.
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PICCOLA BIBLIOGRAFIA
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Marco Giusti: Cina Cina. Filmcritica n° 321.
Paul Fonoroff: At The Hong Kong Movies. Film Biweekly Publishing House, 1998.
Gilles Martinet: I cinque comunismi. Etas Libri, 1974.
Tiziano Terzani: In Asia. Longanesi, 1998.
Patrick Sabatier: Le dernier dragon: Deng Xiao Ping. JCLattès, 1995.
Nina Betori: Rosso sommerso. Edt, 2005.
Federico Rampini: Il secolo cinese. Mondadori, 2005.
E. Collotti Pischel (a cura di): Cina oggi. Laterza, 1991.
Ernesto Toaldo: Il ritorno di Confucio. Editori Riuniti, 1998.
Maurizio Brunori: La Cina. Storia e civiltà del paese di mezzo. Mursia, 1988.
Roxane Witke: La compagna Ciang Cing (Jiang Qing). Mondadori, 1977.
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