Sicurezza e contraffazione, le due facce della stessa medaglia

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Sicurezza e contraffazione, le due facce della stessa medaglia
SICUREZZA E CONTRAFFAZIONE
due facce della stessa medaglia
Milano EXPO, 23/9/2015
Rolando Manfredini
Capo Area Sicurezza Alimentare e Produttiva
Confederazione Nazionale Coldiretti
Che cos’è la contraffazione
• Sostituzione di un alimento con un altro di minor pregio
che presenta però caratteristiche macroscopiche affini
marchio
vero
marchio
contraffatto
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Ma ci sono tanti tipi di frodi
FRODI SANITARIE
quando risiede nella sostanza del prodotto
alimentare che, reso nocivo, attenta alla salute
pubblica
FRODI COMMERCIALI
quando risiede nella commercializzazione, che mira
ad ottenere un facile guadagno ledendo i diritti
contrattuali e patrimoniali del Consumatore
FRODI SULLA QUALITÀ INTRINSECA DEL PRODOTTO
ALTERAZIONE
modifica, solitamente
accidentale e spesso
dovuta ad
un’inadeguata
conservazione, della
composizione chimica
ed organolettica di un
prodotto alimentare,
tale da intaccarne le
caratteristiche
nutrizionali
ADULTERAZIONE
operazione volontaria,
non dichiarata ed
attuata mediante
l'aggiunta o la
sottrazione di alcuni
componenti
dell’alimento senza
che, apparentemente,
il prodotto venga
modificato in maniera
apprezzabile
SOFISTICAZIONE
operazione volontaria,
non dichiarata, attuata
mediante l’aggiunta
all’alimento di una o
più sostanze estranee
alla sua composizione
con lo scopo di
migliorarne l'aspetto o
di coprirne difetti o di
facilitare la parziale
sostituzione di un
alimento con un altro
CONTRAFFAZIONE
sostituzione di un
alimento con un altro
di minor pregio che
presenta, però,
caratteristiche
macroscopiche assai
affini
FALSIFICAZIONE
è un atto volontario di
sostituzione totale di
un alimento con un
altro
Vice President - Anti-Counterfeiting Operations at Underwriters Laboratories:3
«Food counterfeiting has become the crime of the 21st century»
Esempi di frodi ricorrenti…
Sull’ OLIO DI OLIVA:
- vendita di olio extravergine addizionato di oli raffinati, di oliva o di semi;
- vendita di olio non conforme ai requisiti stabiliti dalle normative comunitarie;
- vendita di oli di semi addizionati di coloranti come olio di oliva.
Sul VINO:
- fermentazione di zuccheri differenti da quelli dell’uva (proibita in Italia ma è consentita in altri Paesi);
- aggiunta di sostanze vietate quali alcol, coloranti, aromatizzanti, ecc.;
- vendita di vini di qualità diversa da quella indicata in etichetta;
- vendita di vini non conformi alle normative.
Sui FORMAGGI:
- utilizzo di latte di specie diversa, es. vaccino nella produzione di mozzarella di bufala;
- utilizzo della denominazione di origine per formaggi non DOP/IGP
- utilizzo latte in polvere ricostituito nella produzione (è però ammesso in altri Paesi).
Sulla CARNE:
-
vendita di carni ottenute da animali alimentati con sostanze vietate (ormoni, antibiotici vietati)
residui di medicinali perché non è stato rispettato il periodo di sospensione prima di macellare;
vendita di carni della stessa specie ma di qualità inferiore (es. vitello adulto per vitello) o di specie
diversa di qualità inferiore (es. lombata di quarto anteriore al posto del filetto).
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La falsificazione del Made in Italy
• Nel mondo i cibi italiani sono sicuramente i più falsificati,
a causa della loro rinomanza (agropirateria)
• Si calcola che il falso Made in Italy ha un fatturato di oltre 60
miliardi di euro (quasi pari al valore dell’export agroalimentare
che è di circa 28 miliardi di euro!)
• Sono 300.000 i posti di lavoro che potrebbero essere
recuperati dalla lotta all’agropirateria!
• 2 tipi principali di falso Made in Italy:
– contraffazione di marchi a IG
– Italian sounding
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«Italian sounding»
• L’ ITALIAN SOUNDING utilizza parole, colori, località, immagini,
denominazioni e ricette che richiamano l’idea dell’Italia su prodotti che
non provengono realmente dal nostro Paese.
• La mancanza dell’obbligo di indicare l’origine in etichetta per molti
prodotti favorisce questa mistificazione del Made in Italy
Mozzarella “fresca” polacca scovata dalla
Coldiretti nella mobilitazione al Brennero
I danni dell’agropirateria
1. ECONOMICO:
 Limitazione dell’accesso al mercato e sfruttamento indebito
di denominazioni note: in alcuni è stato impossibile registrare una
indicazione geografica a causa di marchi commerciali già
registrati e presenti sui mercati.
 Politiche di prezzo aggressive che distolgono i consumatori dal
prodotto originale attraendoli con i minori costi delle imitazioni;
2. D’IMMAGINE:
 Scarsa qualità delle imitazioni dissuade i consumatori
dall’acquisto dei prodotti originali, perché convinti –a torto- che si
tratti di prodotti equivalenti.
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I diktat dell’UE sulla tavola degli italiani
• Latte in polvere nei formaggi
• Senza latte in Italia una mozzarella su quattro
• Il similgrana low cost senza indicazione di provenienza
• Il vino allo zucchero
• La microetichetta dell’olio.
• La carne annacquata.
• Il cioccolato senza cacao
• Due prosciutti su 3 sono stranieri ma non si vede
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LA QUESTIONE:
Il prodotto importato che diventa Italiano
IMPORTAZIONI
TASSO DI
AUTOAPPROV.
62 milioni di cosce di maiale per prosciutti
30%
1,5 miliardi di litri di latte alimentare a lunga conservazione
(UHT)
25%
666 milioni di chili di olio di oliva
50%
5,7 miliardi di chili di grano per fare pane e pasta
60%
167 milioni di chili di derivati di pomodoro
80%
Il 50% delle mozzarelle sono fatte con latte/cagliate straniere
Fonte: Elaborazioni Coldiretti
Conseguenze sulla qualità e identità
L’esempio della mozzarella
CAGLIATA/LATTE
Produzione nazionale
di MOZZARELLA VACCINA E PASTA
FILATA: 3.500.000 q.
che si fa con:
Latte italiano
Latte importato
Cagliata importata
(equivalente latte)
Totale latte
Latte (quintali)
12.000.000
6.000.000
10.000.000
28.000.000
1 mozzarella su 2
non è fatta
con latte italiano
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Conseguenze
 1/3 dei prodotti venduti in Italia ed esportati come
Made in Italy contiene MATERIE PRIME
STRANIERE
 2 prosciutti su 3 venduti come Italiani provengono
da maiali allevati all’estero
 3 cartoni su 4 di latte UHT sono fatti con latte estero
 1/3 della pasta è ottenuta da grano non Italino
 50% delle mozzarelle è ottenuto con cagliate o latte
non italiano
Fonte: Elaborazioni Coldiretti
L’obbligo dell’origine
 Reg. 1169/2011: obbligatoria se la sua assenza può trarre in errore il
consumatore sulla reale origine o provenienza del prodotto.
 Legge N. 4/2011: obbligo per tutti gli alimenti, ma servono decreti attuativi
 AD OGGI È OBBLIGATORIA SOLO PER ALCUNI ALIMENTI:
Cibi con l'indicazione di provenienza
E quelli senza
Carne di pollo e derivati
Pasta
Carne bovina
salumi
Frutta e verdura fresche
Carne di coniglio
Uova
Frutta e verdura trasformata
Miele
Derivati del pomodoro diversi da passata
Passata di pomodoro
Formaggi
Latte fresco
Derivati dei cereali (pane, pasta)
Pesce
Carne di cavallo
Extravergine di oliva
Latte a lunga conservazione
Carne di maiale e di agnello
Concentrato di pomodoro e sughi pronti
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Aumentano le «allerte»
RASFF- Preliminary Annual Report 2014
La Top Ten dei cibi più contaminati
PRODOTTO
PROVENIENZA
% IRREGOLARITA’
1) Peperoncino
Vietnam
61,5
2) Melagrana
Turchia
40,5
3) Frutto della passione
Colombia
25,0
4) Lenticchie
Turchia
24,3
5) Arance
Uruguay
19,0
6) Ananas
Ghana
15,6
7) Foglie di Tè
Cina
15,1
8) Riso
India
12,9
9) Fagioli
Kenya
10,8
10) Cachi
Israele
10,7
Fonte: Elaborazione Coldiretti su dati Efsa 2013
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Globalizzazione… del rischio
Relazione tra Food security e safety
• Alcuni fattori di rischio hanno a che fare con la
FOOD security (commercio globale, aumento o
calo dei prezzi, dinamiche della domanda e
offerta….)
• Allontanarsi dal controllo dell’intero ciclo
produttivo significa diminuire la FOOD
SECURITY (sovranità alimentare) ma anche
compromettere la FOOD SAFETY, che viene
demandata agli standard produttivi e di controllo
di altri Paesi.
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Conseguenze sulla food safety
• RASFF: 80% allarmi da Paesi extra UE, che
non gli stessi standard di sicurezza alimentare
dell’UE (es. fitofarmaci, residui, benessere
animale ecc.)
• PRODOTTI
LOW
COST
e
ITALIAN
SOUNDING:
danneggiano
l’agricoltura,
creano instabilità nella catena alimentare,
favoriscono la diffusione di diete meno sane e
quindi hanno un impatto generale negativo
sulla sicurezza dei consumatori
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La questione “Sicurezza Alimentare”
Il Moltiplicarsi degli allarmi a tavola:
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1986: vino al metanolo
2001: mucca pazza (BSE)
2003: influenza aviaria (virus H5N1)
2005: inchiostro nel latte per la prima infanzia
2005-’08: Melamina nel latte in polvere
2008: emergenza ciclica diossina alimenti vari (carne irlandese,
mozzarella, uova tedesche, yogurt svizzero, carne di maiale)
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2009:
2010:
2011:
2013:
2013:
influenza suina
mozzarella blu
batterio killer (tossina di Shiga – Escherichia Coli)
carne di cavallo al posto del manzo
epatite A in frutti di bosco
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Cosa hanno dimostrato le crisi
La sicurezza degli alimenti è ai primi posti tra
le preoccupazioni dei consumatori.
1. Il rischio nel settore alimentare non è accettato
2. Spesso i consumatori ignorano i processi
produttivi degli alimenti
 I consumatori perdono facilmente la
fiducia!
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Impatto “mediatico” dell’influenza aviaria

In Italia, che non
c’entrava nulla con
l’aviaria, la domanda
si é dimezzata nei
primi mesi della crisi,
Percezione del rischio per paese nel 2004
sebbene sia stato negato
scientificamente il legame
tra consumo di carne cotta
e contrazione del virus

Nel 2004 gli Italiani
avevano
una
percezione del rischio
doppia
rispetto
agli
Inglesi
Fonte: indagine progetto Trust
Il rischio per i consumatori
Stiamo delegando la nostra alimentazione ad altri standard alimentari,
allontanandoci dalla dieta mediterranea e dalla qualità nutrizionale dei
prodotti italiani, ma…
…espropriarci della sovranità alimentare è un
rischio sanitario che stiamo già pagando in
termini di obesità e sovrappeso!
SOVRANITA’ ALIMENTARE
SICUREZZA DEL CIBO
RELAZIONI
• La food safety può risultare compromessa poiché la
food security è sempre più appannaggio di pochi, che
in condizione di oligopolio possono far credere normali i
parametri alimentari che invece stanno già avendo un peso
negativo indiscutibile sulla salute di intere nazioni.
La sfida della corretta nutrizione è un
tema ineludibile