Per una mobilità efficiente, sicura e sostenibili
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Per una mobilità efficiente, sicura e sostenibili
FORUM “Trasporti e Mobilità” del Partito Democratico (Venerdi 24 aprile – Auditorium Via delle Fratte) PER UNA MOBILITA’ SOSTENIBILE EFFICIENTE SICURA E (alessandro bianchi) Porre il tema dei trasporti e della mobilità come questione centrale per il Paese – come fa questo Forum - è esattamente l’obiettivo prioritario che avevo assunto nel maggio 2006 nell’avviare l’attività del Ministero dei Trasporti. Per raggiungere questo obiettivo era, ed è tuttora, necessario invertire la tendenza a concentrare l'attenzione esclusivamente sulla realizzazione di infrastrutture, trascurando i servizi che con quelle infrastrutture vanno resi alla popolazione e alle imprese, e ad operare al di fuori di predefiniti quadri programmatici e di concertazioni istituzionali. Peraltro è esattamente questo che sta accadendo nel nuovo Ministero, che è di fatto solo un Ministero delle Infrastrutture, comprese alcune inutili e dannose come il Ponte sullo Stretto di Messina. Allora se vogliamo effettivamente far diventare centrale il tema Trasporti-Mobilità, dobbiamo riaprire il capitolo della predisposizione di un Piano Generale della Mobilità, che è l’unico strumento in grado di garantire i requisiti di efficienza, sicurezza e sostenibilità che consentono di migliorare la qualità della vita dei cittadini in riferimento ad una delle funzioni fondamentali - quella del muoversi dai luoghi di residenza a quelli di lavoro, di servizio, di studio, di svago le imprese possano assicurare la circolazione delle merci in condizioni di economicità di gestione, di sicurezza del lavoro e di rispetto dell'ambiente. Le condizioni all’intorno Il fatto che questa sia una esigenza ineludibile è legato a due condizioni: una di livello internazionale, l’altra specifica del nostro Paese. A livello internazionale, a motivo dell’enorme incremento della mobilità dovuto all’allargamento all’Europa a 27 e, al contempo, allo straordinario sviluppo delle economie asiatiche (Cina e India in particolare) che ha intensificato gli scambi con l’Europa, privilegiando il transito attraverso il canale di Suez che è tornato ad essere una cerniera strategica per la mobilità a livello mondiale. A livello nazionale, per il peso crescente che sta assumendo la questione trasporti a causa delle carenze delle reti portanti, soprattutto nelle aree meridionali; per l’aggravarsi del deficit di qualità nei servizi offerti a milioni di viaggiatori pendolari; per la inderogabile necessità di porre in stretta relazione la politica dei trasporti con quelle riguardanti l’ambiente e il territorio. Perché parlare di mobilità Parliamo anzitutto di mobilità ( e poi di trasporti e di infrastrutture) perchè è la mobilità intesa come esigenza di muoversi nello spazio delle persone e delle cose, la categoria che determina la domanda da parte di cittadini e imprese di servizi di trasporto che chiede di essere soddisfatta. Ed è la mobilità intesa come capacità di muoversi nello spazio delle persone e delle cose, la categoria sulla quale va costruita l'offerta da parte dei diversi operatori di servizi di trasporto in grado di soddisfarla. In sostanza i piani, i progetti, i provvedimenti finanziari e normativi che si predisporranno e attueranno per il sistema dei trasporti, dovranno essere finalizzati a fare in modo che questo sistema sia in grado di rispondere alla domanda di mobilità che si vuole garantire al Paese. Ne discende che la sequenza logica degli atti di governo che il PGM sottende è: previsione della mobilità - pianificazione dei sistemi di trasporto - programmazione delle infrastrutture. Le tre integrazioni La parola chiave per parlare di mobilità e trasporti è: integrazione. L'integrazione tra le reti di trasporto interne e quelle degli altri Paesi, in particolare dell'Europa, che significa massima attenzione alle connessioni con le grandi direttrici sulle quali punta la Comunità Europea - quella da Berlino a Palermo, quella da Lisbona a Kiev, quella da Genova a Rotterdam e quella adriatica verso i Balcani - e con quell'immensa rete a scala mondiale rappresentata dalle vie del mare, soprattutto per quel che riguarda le relazioni in area mediterranea. L'integrazione tra i diversi modi di trasporto, attraverso interventi alle diverse scale territoriali finalizzati alla creazione di cerniere di scambio che consentano di spostarsi con facilità dalla ferrovia, alla strada, alle linee aeree, alle vie del mare. L'integrazione tra livelli, per tener conto del fatto che oltre a garantire le migliori e connessioni per le lunghe percorrenze, è indispensabile tener conto della mobilità di breve e media percorrenza, in particolare quella dei milioni di pendolari che ogni giorno si spostano dai luoghi di residenza per motivi di lavoro, di studio, di svago, di accesso ai servizi, che ha visto ormai da anni un progressivo decadimento dell'offerta di trasporti pubblici - in particolare ferroviari - a favore del trasporto individuale su strada. I rapporti con il territorio Peraltro per assicurare una corretta pianificazione dei sistemi di trasporto è indispensabile costruire una stretta connessione con la politica del territorio nelle sue diverse componenti: insediativa, ambientale, paesaggistica. Purtroppo la storia delle trasformazioni del territorio del nostro Paese è ben nota e mostra con evidente crudezza i segni dell'assenza di una visione di alto profilo e di lungo periodo circa le modalità con cui quelle trasformazioni sarebbero dovute avvenire. Ne sono testimonianze le profonde lacerazioni prodotte nell'ambiente naturale; il diffuso degrado del patrimonio insediativo storico; l'urbanizzazione incontrollata delle grandi aree urbane; gli sfregi prodotti dall'abusivismo di ogni tipo; l'abbandono dei centri minori; la congestione della circolazione all'interno dei centri urbani; il progressivo ingolfamento delle arterie di grande comunicazione. Dunque l’imperativo che oggi si pone è quello di interrompere questo circuito perverso trascinatosi fino ai nostri giorni, per innescare un processo virtuoso teso alla riqualificazione degli insediamenti, alla tutela degli ambienti naturali, all'efficienza delle reti di collegamento, alla qualità dei servizi alla popolazione e alle imprese. In questo nuovo processo è indispensabile assicurare uno stretto coordinamento tra politiche dei trasporti e politiche ambientali, non solo perchè su alcuni terreni - come quelli del consumo energetico e dell'inquinamento prodotti dalla circolazione dei mezzi di trasporto - il rapporto è diretto di causa-effetto, ma perchè sul terreno dell'impatto ambientale prodotto dalla realizzazione di nuove infrastrutture, è necessario passare dalla logica dell'apposizione del vincolo ex post a quella del pieno coinvolgimento ex ante delle componenti ambientali nella pianificazione e progettazione di quelle infrastrutture. La situazione nel Mezzogiorno Va poi tenuto conto del persistente e gravissimo problema dell’arretratezza dei sistemi di trasporto nel Mezzogiorno, in particolare delle reti stradali e ferroviarie e dei relativi servizi, e del conseguente divario con il resto del Paese. Facendo riferimento ai più recenti indicatori di capacità (SVIMEZ 2008) - che tengono conto sia della dotazione di reti (strade e ferrovie) e di nodi di scambio (porti, aeroporti, centri intermodali) che della capacità di movimentazione e di servizio - si ha che, fatto 100 il valore per l’Italia, l’indice relativo alle reti è per il Centro-Nord 115,7 e per il Sud 49,4 (ossia 57.3% in meno); quello relativo ai nodi di scambio è per il Centro-Nord 126,0 e per il Sud 18,3 ( ossia 85,7% in meno). Per questo aspetto occorre ribadire una volta di più che questo non è un problema “locale”, che riguarda solo una parte del territorio nazionale, ma un problema dell’intero Paese che non sarà in grado di progredire nel suo complesso se il Mezzogiorno continuerà a rimanere in una condizione di ritardo. Si tratta di un tema che riguarda l’intero sistema economico, sociale e territoriale del Mezzogiorno, ma che ha una sua precisa connotazione per quanto riguarda i trasporti, in quanto la tanto declamata funzione dell’Italia come piattaforma logistica nel Mediterraneo si potrà attuare solamente connettendo in un unico sistema porti, aeroporti, reti ferroviarie e stradali del meridione e del centro-nord. Come assicurare i requisiti Da quanto detto discende che se si vuole fare in modo che il tema “Mobilità e Trasporti” diventi effettivamente centrale per lo sviluppo del Paese, è indispensabile riavviare la elaborazione del Piano Generale della Mobilità, perché solo con questo strumento è possibile costruire uno scenario di lunga prospettiva (perlomeno al 2020) nel quale le diverse componenti del sistema trasportiambiente-territorio possono trovare un definito quadro di riferimento programmatico (ossia progettuale, normativo e finanziario). Nei termini più generali, si tratta di avviare una operazione analoga a quella che ormai quaranta anni fa portò alla elaborazione del cosiddetto Progetto’80, l’ultima vera riflessione che si è fatta sulle prospettive di sviluppo del Paese nel suo insieme, dopo di che si è via via rimosso il concetto stesso di programmazione e si è scivolati – anche nei comportamenti dei soggetti istituzionali – nella più completa acquiescenza al cosiddetto “libero” mercato, ovvero un mercato privo di regole, dominato da monopoli e oligopoli, di cui oggi si stanno disvelando tutte le aberrazioni. Per quanto riguarda il particolare versante dei trasporti, l’avvio di questa operazione potrebbe giovarsi di alcuni studi e ricerche su un ampio spettro di temi, che sono attualmente in corso da parte di alcuni dei più importanti centri di ricerca nazionali e che nel loro insieme possono costituire un patrimonio di conoscenze di notevole interesse. Le azioni di breve periodo Tuttavia è evidente che la realizzazione di questi scenari richiede tempi molto lunghi, per cui è necessario avviare contemporaneamente una serie di azioni immediate, in grado di riverberare i loro effetti in tempi relativamente brevi, dando soluzione a problemi impellenti. Le principali azioni di questa natura dovrebbero riguardare: Il Trasporto Pubblico Locale Il consolidamento e la riqualificazione del Trasporto Pubblico Locale è una delle chiavi di volta per il miglioramento del servizio di trasporto nel suo complesso, in particolare nelle grandi aree urbane e per quella particolare utenza costituita dai pendolari. Pertanto occorre riavviare la riforma del settore, con l’obiettivo di introdurre modifiche strutturali di varia natura, come il completo trasferimento di competenze alle Regioni e agli Enti Locali, la delegificazione e la semplificazione amministrativa, la revisione delle procedure di assegnazione dei servizi. Ma in primo luogo va affrontato il problema di creare un meccanismo permanente di finanziamento del settore, che consenta di programmare le attività in tempi lunghi, al riparo dalla necessità di ricorrere ogni anno alle assegnazioni di risorse nell’ambito della Legge finanziaria. Le Autostrade del mare Questa modalità di trasporto riveste una straordinaria importanza come strumento per aumentare l’efficienza, la sicurezza e la sostenibilità dell’intero sistema della mobilità, tramite il trasferimento di quote sempre maggiori di trasporto merci dalla strada al mare. Peraltro gli operatori del settore sembrano ormai decisamente orientati in questa direzione, come dimostra il continuo aumento dei collegamenti via mare tra il centro-sud e la Sicilia, ma il tutto avviene in modo episodico in assenza di un quadro di riferimento normativo e finanziario da parte dello Stato. Occorre, pertanto, riavviare il programma triennale di incentivazione che era stato fissato con la Legge Finanziaria 2007 (492 M€ per il triennio 2007-09) per rifinanziare il cosiddetto “ecobonus”, sostenere l’industria armatoriale e metalmeccanica e sviluppare al massimo l’intermodalità. Porti, aeroporti e interporti La realizzazione di una piattaforma logistica nazionale e, più in generale, il funzionamento dell’intera rete di trasporto sono legati al potenziamento dei principali nodi di scambio: porti, aeroporti e interporti. Per ciascuno di essi dovranno essere individuate gli interventi normativi e finanziari atti a potenziarne la capacità, partendo dai programmi e dai progetti che molti dei soggetti preposti (Autorità portuali, Società di gestione degli aeroporti e degli interporti) hanno già predisposto. In questo senso un’attenzione particolare dovrà essere rivolta ad eliminare una dei punti di maggiore debolezza di queste infrastrutture, che è la mancanza di efficaci collegamenti con le reti ferroviarie e stradali che li servono. Ma lo sforzo principale dovrà essere diretto alla creazione di veri e propri sistemi composti dai nodi e dalle loro connessioni, perché questo è il requisito che può consentire di aumentare la capacità del Paese di attrarre i flussi di merci e persone che circolano a livello mondiale e che hanno nel Mediterraneo un enorme area di scambio. In questo ambito, un’attenzione particolare dovrà essere prestata al porto di Gioia Tauro che, grazie all’incisiva azione svolta tra il 2006 e il 2007, è tornato ad essere il primo porto del Mediterraneo per numero di containers movimentati. A ciò hanno contribuito sia lo storico terminalista (MCT) sia un nuovo operatore (il gruppo MSC) che ha portato a Gioia Tauro circa 750.000 nuovi containers. Inoltre il gruppo giapponese NYK, unitamente alla BLG Italia, ha impiantato un terminal auto con la prospettiva di costruire un centro logistico per l’industria automobilistica. Anche in questo caso una delle carenze di fondo è rappresentata dalla mancanza di un efficace collegamento con la linea ferroviaria e di una deficienza strutturale della linea stessa. La prospettiva di un forte rilancio è legata alla capacità di dare attuazione al “Piano di sviluppo strategico per l’area ampia di Gioia Tauro”, approvato con decreto del Ministro dei Trasporti del 4 marzo 2008. La rete ferroviaria Per quanto riguarda la rete ferroviaria, ferme restando le grandi opere che rientrano nel quadro del PGM (con l’esplicita esclusione del Ponte sullo Stretto), le azioni di breve periodo devono discendere dal presupposto che l’intero sistema della mobilità potrebbe fare un salto di qualità “ad infrastrutture date”, ossia a prescindere dai nuovi interventi o mentre questi sono in corso, solamente intervenendo a potenziare e qualificare i servizi attuali. Questa tipologia di interventi riguarda soprattutto le reti secondarie e, in ogni caso, quelle che servono le utenze pendolari, e a questo proposito è importante valorizzare il ruolo delle ferrovie concesse – alcune delle quali offrono già servizi essenziali potenziandone la capacità. Ma, soprattutto, è indispensabile operare una svolta nella politica del trasporto ferroviario regionale, in modo particolare quello del cosiddetto “servizio universale”. Nell’immediato gli interventi che si possono attuare riguardano l’acquisto di nuovi treni (una somma pari a 300M€/anno era stata stanziata per questo a favore delle Regioni dalla Finanziaria 2007) e la messa in sicurezza delle linee secondarie. Il trasporto aereo Le linee di intervento per questo settore sono quelle contenute nel DDL n.1268 presentato al Senato il 1 febbraio 2007, di “Delega al Governo per la riforma del trasporto aereo nazionale”, che non ha più avuto seguito sul piano legislativo. In sintesi tali linee riguardano: ll Piano degli aeroporti: classificazione, incentivazione del coordinamento, potenziamento dell’organizzazione aeroportuale. I sistemi di controllo: ridefinizione dei ruoli dei diversi attori del settore; potenziamento dei controlli; introduzione di procedure trasparenti per il rilascio del titolo di volo; regolamentazione del sistema sanzionatorio. Le concessioni aeroportuali: modifica dell’istituto concessorio; valutazione preliminare dei piani di investimento; controllo della tariffazione dei servizi aeroportuali; La gestione delle fasce orarie: riconduzione ad un soggetto pubblico della gestione degli slot; regolazione dell’accesso al rilascio degli slot. La gestione dello spazio aereo: razionalizzazione del sistema di separazione degli spazi aerei; revisione del sistema di tariffazione; tempestiva modulazione delle tariffe di terminale La qualità dei servizi: allineamento alle normativa europee e internazionali in genere; immissione di “service level”; obbligatorietà dell’acquisto di certificazioni di qualità secondo norme; potenziamento e qualificazione del sistema di informazione ai passeggeri; promozione della ricerca nel settore. I vettori aerei: razionalizzazione del sistema dei diritti derivante da accordi bilaterali; coordinamento delle azioni di Stato e Regioni relativamente agli aiuti allo start-up; verifica della disciplina concernente gli incentivi per la “continuità territoriale”.