Lavoro Bancario e Assicurativo
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Lavoro Bancario e Assicurativo
Poste Italiane Spa - Sped. abb. post. d.l. 393/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n.46) art.1, com.2, dcb Roma rivista bimestrale, numero 3 maggio/giugno 2006 DIALOGO DIALOGO SOCIALE SOCIALE All’interno: Lavoro bancario e assicurativo News Patto di unità d’azione Cisl, Fiba, Fabi e Sinfub Terra futura Quali diritti per i lavoratori nell’impresa transnazionale Inoltre: Intervista al segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni - Contratto Ania - I primi Cia SOMMARIO N. 3 MAGGIO/GIUGNO 2006 Direttore responsabile: Giuseppe Gallo Comitato di direzione: Giuseppe Gallo, Giovanni Casiroli, Guido Cavalieri, Roberto Garibotti, Sergio Girgenti, Pier Luigi Ledda, Pietro Mariani, Mario Mocci, Giancarlo Pezzanera, Giulio Romani,Alessandro Spaggiari, Elena Vannucci Redazione: Angela Cappuccini (caporedattore), Andrea Baccherini, Umberto Bognani, Giusi Esposito, Maurizio Locatelli, Anna Masiello, Paola Vinciguerra Fotocomposizione e ricerca iconografica: Antonella Di Girolamo 3– Editoriale di Giuseppe Gallo 4– Diario di Bak a cura di Andrea Baccherini 5– Internazionale a cura di Maurizio Locatelli 6– Intervista a Raffaele Bonanni a cura di Andrea Baccherini 8– Focus Dialogo sociale Quali diritti per i lavoratori di Luciano Malvolti Alliance di Giovanni Casiroli Unicredit, l’Europa, le regole di Ezio Massoglio Generali, l’esperienza Cae di Alberto Correnti 15 – Società civile a cura di Paola Vinciguerra 16 – Ccnl Ania di Guido Cavalieri 18 – Come calcolare... a cura di Cesare Sandulli 20 – Contratti integrativi: San Paolo (Mauro Incletolli), Monte dei Paschi di Siena (Emanuela Anichini), Carige (Monica Sebastiani), Previdenza complementare BdS (Gino Sammarco) 24 – Legale a cura di Luigi Verde LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO 25 – Recensioni a cura di Anna Masiello Aut. decreto n. 236/92 del 15/04/1992 - reg. stampa Roma 26 – Come eravamo a cura di Paola Vinciguerra Poste Italiane Spa - Sped. abb. post. d.l. 393/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n.46) art.1, com.2, dcb Roma Direzione e amministrazione: Via Modena 5, 00184 Roma Tel. 06/4746351 - Fax 06/4746136 e-mail: [email protected] sito web: www.fiba.it Fotolito: Jumbo Services srl - Via Carpi, 19 - 00040 Pomezia (Roma), tel. 0691607624 Stampa: Società Tipografica Romana srl Via Carpi, 19 - 00040 Pomezia (Roma), tel. 0691251177 Tiratura: 83.000 copie GLI AUTORI Emanuela Anichini segr. resp. Fiba gruppo MPS Giovanni Casiroli segr. naz. settore assicurativo Fiba Cisl Guido Cavalieri segretario nazionale Fiba Cisl Alberto Correnti segr. Cae gruppo Generali Giuseppe Gallo segretario generale Fiba Cisl Mauro Incletolli segr. resp. Fiba gruppo San Paolo Imi Domenico Iodice comp. ufficio ricerca Fiba Naz. Maurizio Locatelli resp. formazione Fiba Lombardia Anna Masiello comp. ufficio formazione Fiba naz. Luciano Malvolti resp. Internazionale Fiba Cisl Ezio Massoglio coordinatore Unicredit Group Cesare Sandulli collaboratore Fiba naz. Monica Sebastiani segr resp Fiba gruppo Carige Luigi Verde resp. ufficio legale Fiba naz. Paola Vinciguerra resp. formazione Fiba Sicilia Achille Cadeddu e Giuseppe Gargano sono gli autori della vignetta EDITORIALE E ora ricominciamo a parlare di lavoro di Giuseppe Gallo Il Segretario generale Fiba Cisl Giuseppe Gallo “Come Fiba siamo sostenitori da tempo della necessità di riformare i mercati finanaziari attraverso l’adozione di comportamenti socialmente responsabili da parte dell’impresa e stiamo lavorando affinchè la Cisl inserisca questo tema nel confronto con il governo” Una primavera di svolta. Per il nostro Paese, che ha un nuovo governo, un nuovo parlamento (con ben due ex sindacalisti a capo delle prestigiose cariche istituzionali di presidente del Senato e di presidente della Camera) e un nuovo Presidente della Repubblica; per noi della Cisl che abbiamo un nuovo segretario generale, Raffaele Bonanni, affiancato dal segretario generale aggiunto Pier Paolo Baretta. Una Cisl più energica e più determinata? Comunque, una Cisl che si farà sentire e che – come possiamo leggere nell’intervista che riportiamo in questo numero – sta spingendo con forza per la ripresa della concertazione, per l’apertura di un tavolo di confronto su alcuni temi prioritari, individuando obiettivi importanti e con tempi di realizzazione e modalità di verifica. Continuità e rinnovamento, dunque, nella nuova Cisl: per ridare vitalità, forza e capacità di attrazione ai nostri valori, al nostro modello di sindacato e gambe alla nostra strategia, la cui forza è solo nella proposta e nella rappresentanza. Dopo una defatigante e lunghissima campagna elettorale, dai toni esageratamente forti, è ora di rimetterci al lavoro per rilanciare finalmente l’economia del nostro paese e delle nostre regioni. Finalmente potremo tornare a parlare dell’essere e non dell’avere, di politica, di concertazione, di sviluppo, di redditi, di pensioni, insomma del valore del lavoro. L’Italia ha bisogno di una politica responsabile che dedichi tutte le sue energie al lavoro, alla sua crescita qualitativa e quantitativa, ultimamente dimenticata a favore di politiche di rendita finanziaria. Come sindacato, come Cisl riteniamo che alcune priorità dovranno trovare una risposta discussa e concertata. La crescita economica, il contenimento del debito pubblico, la protezione sociale, sono alcune di queste: solo un siffatto scenario consentirà all’Italia di rimettersi in moto. Come Fiba siamo sostenitori da tempo della necessità di riformare i mercati finanaziari attraverso l’adozione di comportamenti socialmente responsabili da parte dell’impresa e stiamo lavorando affinchè la Cisl inserisca questo tema nel confronto con il governo. Vi sono poi altre vicende che condizioneranno il nostro futuro e che avranno grandi ripercussioni per i lavoratori bancari e assicurativi. La creazione di grandi gruppi europei determinano lo spostamento di attività lavorative tra aziende di paesi diversi e l’affievolimento delle tutele contrattuali (anche di questo tratta la piattaforma del Ccnl Ania di cui parliamo in questo numero). Bisogna, quindi, puntare sui Comitati aziendali europei e sullo Statuto Europeo delle società. Bisogna, cioè, mirare ai principi della democrazia economica e della partecipazione dei lavoratori. Il tema viene affrontato nel focus di questo numero, dove parliamo di dialogo sociale, delle opportunità che ci offrono leggi, direttive e accordi, ma anche dei ritardi nel nostro settore. Infine, vogliamo ricordare ai nostri lettori un importante appuntamento: il 25 e 26 giugno si terrà il referendum confermativo della riforma costituzionale che modifica la parte II della Costituzione, definitivamente approvata dal Parlamento il 16 novembre 2005. La Cisl ha espresso la sua netta contrarietà alla riforma, sia per quanto riguarda il merito, in particolare la devolution e il rafforzamento dei poteri del Presidente del Consiglio, sia per il metodo adottato per l’ approvazione, a maggioranza, senza confronto con l’ opposizione e con la società civile. Siamo quindi impegnati, come Cisl, a sostenere il No nella consultazione referendaria. In considerazione della assoluta rilevanza delle tematiche, e delle loro ricadute, in termini di tutela dei diritti, sulla società civile e sul mondo del lavoro, riteniamo importante una partecipazione informata e cosciente al voto. Lavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006 3 IL DIARIO DI BAK a cura di Andrea Baccherini 24 gennaio – Crisi petrolifera: via libera al decreto che taglia i riscaldamenti. La Cisl insiste per rinnovare il modello contrattuale. 27 gennaio – Sbloccati i contratti nel pubblico impiego. Rapporto Eurispes: l’Italia è spaccata e in crisi. Più occupati nelle grandi imprese, ma solo nei servizi. 31 gennaio – La Fiat torna all’utile. Ferrovie, i guasti dei treni dovuti ai tagli alla manutenzione. Ciampi invita a tornare alla concertazione anche per risolvere i problemi del Mezzogiorno. 3 febbraio – Alitalia, il confronto non decolla. Chiesto all’azienda di fare chiarezza sui conti. Allarme stress sul lavoro: nasce l’Osservatorio Cisl. 7 febbraio – Draghi incontra i sindacati per introdurre un codice etico e per risolvere il contenzioso di Bankitalia. L’Ocse chiede all’Italia meno presenza dello stato. Civitavecchia: frenata la riconversione della centrale per l’opposizione dei contrari al carbone. ispettiva del ministero del Welfare. Il sindacato autonomo Fabi chiude il suo primo congresso straordinario deliberando un rapporto strategico con la Cisl e la Fiba Cisl. contratti Angeletti insiste: con la Cgil nessun confronto. 08 marzo – Festa delle donne. Ciampi: ancora lontane le pari opportunità. Siglato il rinnovo del contratto alla Presidenza del Consiglio. Firmato il contratto degli edili. 25 marzo – Alitalia, la cura non funziona. Muore Polo Cavezzali (87 anni), uno dei fondatori della Cisl. 10 marzo – Cisl iscritti in crescita, siamo 4.287.551 con un + 0,6%. Oggi scioperano i lavoratori chimici. 27 marzo – La Cisl ricorda Ezio Tarantelli, ucciso nel 1985 dalle Brigate Rosse. 14 marzo – Sciopero generale degli edili. Primo confronto televisivo tra Berlusconi e Prodi. 28 marzo – A Parigi tre milioni in piazza contro il “contratto di primo impiego”. Firmato il contratto “Università”. 17 marzo – Per Bankitalia la ripresa nel 2006 sarà dell’1,3%. Battaglia di cifre sulla flessibilità 31 marzo – Firmato il contratto di lavoro “energia e petrolio”. Nel tessile giornata di mobilitazione. 20 marzo – Sono passati 4 anni dall’assassinio di Marco Biagi da parte delle Brigate Rosse. A Modena un seminario in sua memoria. 4 aprile – Elezioni: la Cisl invita i partiti a dire la verità sull’economia del Paese. La celebrazione del primo maggio si terrà a Locri. 22 marzo – Secondo l’Istat l’occupazione resta in affanno. Pezzotta interviene al congresso della Fabi. 6 aprile – L’Istat comunica che il deficit/pil è al 4,1%. Fiat, accordo fatto per la Cigs. 23 marzo - Cisl, Cgil, e Uil protestano contro i tagli all’attività 10 febbraio – A Torino prendono il via le Olimpiadi invernali. La nuova Cisl 14 febbraio - Pezzotta annuncia che lascerà la segreteria generale della Cisl. Autonomia e unità restano i valori cardine del sindacato di via Po. Il 9 marzo si terrà il Consiglio Generale. Segretario generale: Raffele Bonanni In particolare dipendono tra l’altro dalla segreteria Generale: Ufficio dell’assistente politico con responsabilità degli organi collegiali: Donatello Bertozzi; Direttore sede confederale: Fausto De Simone Gestione risorse umane e servizi interni alla sede confederale. 16 febbraio – Per la paura dell’epidemia di aviaria crolla il consumo di pollo. A rischio migliaia di posti di lavoro. Segretario generale aggiunto: Pier Paolo Baretta Dipendono tra l’altro dall’aggiunto: Rapporti con Enti Previdenziali; Edizioni Lavoro. 20 febbraio – Approvato dalle tute blu l’ipotesi di accordo contrattuale. Successo di adesioni alla proposta di Fim, Fiom e Uilm. Istat: cresciuto il fatturato dell’industria ne 2005 Coordinamento Enti e associazioni Cisl: segretario confederale Cesare Regenzi 25 febbraio – Strage in fabbrica nel Bangladesh: intrappolate dal fuoco muoiono più di 60 donne. Firmato il contratto dei lapidei. Sanità, l’accordo è vicino. 03 marzo – Pezzotta spinge sull’acceleratore della riforma contrattuale. Epifani frena. Bonanni: sì alla flessibilità accompagnata da tutele. 06 marzo – Pensionati Cisl: agganciamo le pensioni ai salari. Sui Segreteria organizzativa: segretario confederale Antonino Sorgi Segreteria amministrativa: segretario confederale Ermenegildo Bonfanti Politiche dei servizi e del terziario: segretario confederale Annamaria Furlan Politiche attive del lavoro, politiche del Mezzogiorno e dello sviluppo del territorio: segretario confederale Giorgio Santini Politiche contrattuali e pubblico impiego: segretario confederale Giovanni Battista Baratta Politiche di cittadinanza, tutela e promozione e solidarietà sociale: segretario confederale Sergio Betti Politiche per l’ambiente, ecologia, salute e sicurezza, agricoltura: segretario confederale Renzo Bellini Lavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006 4 7 aprile – Firmato il contratto della ricerca. Per il parastato ancora un rinvio. 10 aprile – Pezzotta lascia la segreteria generale della Cisl. Elezioni: è la svolta, vince di misura il centro sinistra. 11 aprile – Al Consiglio Generale dell’Emilia Romagna Bonanni propone una concertazione a tutto campo. 15 aprile – Riforma delle professioni, una priorità. Esce un documento Cisl, Cgil e Uil. 19 aprile – Il prezzo del petrolio continua a crescere: toccata quota 72 dollari. Mercato del lavoro, Cisl e Uil difendono le riforme. 20 aprile – Industria: vola la domanda. L’esecutivo Cisl ratifica le dimissioni di Pezzotta. Il Consiglio Generale si terrà il 27 aprile. 24 aprile – Nozze d’affari per autostrade. Fusione con la spagnola Abertis. I sindacati preoccupati, la Borsa dice sì. 27 aprile – Pezzotta lascia. Raffaele Bonanni è il nuovo segretario generale della Cisl, segretario generale aggiunto Pier Paolo Baretta. In segreteria entra Gianni Baratta. Confermati gli altri. Muoiono 3 militari italiani a Nassiriya per lo scoppio di una bomba. 1 maggio – Grande manifestazione sindacale a Locri. Un Primo Maggio dedicato ai giovani e al Mezzogiorno. 2 maggio – Si dimette il Governo Berlusconi. 4 maggio – Diffusi i dati Inail sugli infortuni sul lavoro: -2,8%, ma il fenomeno resta grave. 5 maggio – Uccisi a Kabul due alpini in missione di pace. Muore Orazio Sapienza, una vita spesa per il sindacato. 9 maggio – Assegnate le deleghe alla nuova segreteria Cisl. 11 maggio – Il senatore a vita Giorgio Napolitano è l’undicesimo Presidente della repubblica Italiana. Felicitazioni dalla Cisl. INTERNAZIONALE a cura di Maurizio Locatelli Dalla guerra fredda alla guerra calda dell’energia Ci stiamo avvicinando alla stagione estiva. Chi non ricorda le interruzioni dell’energia elettrica della scorsa estate in Italia ? La forte domanda di energia dovuta anche ai condizionatori ha messo in crisi il nostro sistema. L’Italia è da sempre caratterizzata da una forte dipendenza estera: le importazioni di combustibili fossili (petrolio, gas, carbone) pesano per circa l’85% dei consumi totali (la media europea, nel 2002, è del 54%). Dei circa 178.000 miliardi di metri cubi di riserve mondiali di gas, la Russia ne detiene oltre 46.000 miliardi, che la collocano al primo posto nel mondo. Di questi la metà è di proprietà della Gazprom. Una buona parte dei conflitti in corso nel pianeta, nell’emisfero Nord soprattutto, si giocano sul futuro del mercato dell’energia. Da un lato la Russia, congelati gli arsenali militari, usa l’arma dell’energia di cui dispone direttamente contro le ex repubbliche sovietiche non più “amiche”. Dall’altra la situazione dell’Iran, con analoga concezione dell’energia come elemento strategico, in una zona che già di per sé svolge un ruolo rilevante nel mondo islamico. E con l’Iran tutta una regione ma si fa fatica a incontrare una podell’Asia centrale, grande serbalitica energetica comunitaria: finché toio di energia, notevolmente ingli Stati sovrani non smetteranno stabile sul versante politico. di porre freni all’Unione, l’Europa è La Russia, attraverso la Gazprom, destinata ad una sovranità limitata, un gigante controllato dallo Stato che accrescerà ulteriormente la distesso, ha raddoppiato il prezzo pendenza energetica, con il rischio del gas venduto all’Ucraina, facendi vedersi proporzionalmente dido pagare alla repubblica ex sominuire il proprio ruolo di ricerca vietica il prezzo politico della “ridel dialogo, a danno di una militavoluzione arancione” del 2004, così rizzazione dei conflitti. come lo stesso prezzo lo ha dovuto pagare la Georgia con la sua “rivoluzione colorata, delle rose” del Dipendenza dall’importazione di combustibili 2003. Due messaggi Tutti i combustibili Combustibili solidi Petrolio Gas chiari non solo ai due UE25 48,0 33,2 76,8 51,3 stati, ma indirettamente UE15 50,2 53,2 75,5 47,3 a tutta l’Unione Europea, “colpevole” di simIT 86,7 95,6 94,7 84,1 patizzare per questi Fonte: Commissione Europea 2004 due paesi. Sull’Iran, grande produttore di petrolio, grava il possibile al fosforo bianco per l’esercito utilizzo della energia nucleare a fini americano, la Teledyne TechnoloAXA e ING militari: di fronte a ciò le grandi pogies e la Shaw Group. Esse saranno finanziano tenze (seppur non più riconducibili responsabili del disegno, assemle armi alle storiche Usa e Urss) sotto alblaggio, integrazione, distribuzione tra forma assumono posizioni tra e test di un moderno sistema per al fosforo bianco loro contrastanti e discordanti: l’Uriempire le munizioni con la contenione Europea è ferma nella ricerstata sostanza, che ha già causato Alcune ricerche condotte dalla orca del dialogo, gli Usa minacciano molte vittime civili in Irak, all’interganizzazioni promotrici della cam(anche qui) un intervento militare, no di un progetto che si concludepagna internazionale “My Money. la Russia è imbarazzata ma non rà nel gennaio 2007. Sia per Axa Clear Conscience?”, rivelano che il ostile, e la Cina, grande colosso diche per Ing non si tratta in realtà di gruppo assicurativo francese Axa voratore di energia, e quindi noteuna sorpresa, dato che entrambe (prima assicurazione in Europa) e il volmente dipendente dall’Iran, quacontinuano tuttora ad investire gruppo finanziario olandese Ing si alleata del paese islamico. nella produzione di armi, anche le (quello del Conto Arancio) hanno E la nostra cara Unione Europea? più controverse. (Fonte: Netwerk investito complessivamente 37 miOggi dipendiamo almeno al 50% Vlaanderen vzw - www.netwerklioni di dollari in due società cha dall’importazione di combustibili, vlaanderen.be/en, 16/03/2006) supportano la produzione di armi Davos, Porto Alegre, Lyon Primo Forum internazionale economico e sociale Anche la Cisl partecipa al primo Forum internazionale economico e sociale, a Lione dal 25 al 28 ottobre. Un appuntamento importante, poiché punta a riunire attorno alle problematiche della mondializzazione degli scambi e delle imprese tutti gli attori che possono intervenire sul piano economico, sociale e ambientale. Obiettivo: far emergere nuovi modelli di sviluppo, che tengono conto delle esigenze dell’economia ma anche del sociale, senza sganciare l’uno dall’altro, legando il benessere alla solidarietà. Per conoscere il programma dettagliato dei tre giorni e tutti i dettagli dell’evento, visitare il sito www.forum-lyon.com/ IL Binocolo: lavoro e lavoratori oltre confine LAVORATORI MINORI AL LAVORO: l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) denuncia nel rapporto sul lavoro minorile il numero di 218.000.000, dei quali 126 milioni coinvolti in lavori pericolosi. L’unico dato positivo sembra essere il calo del 11% sul totale tra il 2000 e il 2004. Secondo Cecilia Brighi, del Dipartimento internazionale della Cisl, consigliera di amministrazione Ilo e presentatrice del rapporto, il calo dipende dall’impegno internazionale di lotta al fenomeno ma anche da un forte aumento del tasso di disoccupazione nel mondo. BIRMANIA: Myo Aung Thant è un sindacalista in carcere dal 1997 condannato all’ergastolo per la sua attività sindacale con un processo farsa e l’accusa di tradimento, terrorismo e contrabbando di esplosivo. La Cisl il 29 aprile, al Campidoglio, ha consegnato il riconoscimento internazionale dedicato al fondatore Giulio Pastore al sindacalista birmano, per l’impegno suo e di altri sindacalisti al ripristino del diritto di associazione in Birmania. È stato presentato anche il libro di Cecilia Brighi:“Il Pavone e i generali – Birmania, storie da un paese in gabbia, Baldini e Castaldi”. ROMANIA, ottava provincia veneta: l’Italia è il primo partner commerciale della Romania, presenza imprenditoriale soprattutto veneta. 2.578 sono le aziende delocalizzate , su un totale di 11.656 imprese italiane.Tre istituti di credito sono sotto il diretto controllo italiano. Banca Italo-Romena controllata dal gruppo Veneto Banca, Unicredit Romania controllata da Unicredit e Banca Commerciale San Paolo Imi Bank. Le assicurazioni Generali sono state fra le prime compagnie ad investire in Romania. Lavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006 5 SINDACATO LA CISL E IL FUTURO DEL NOSTRO PAESE Per una ripresa della vera concertazione Intervista al segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni a cura di Andrea Baccherini ranza ed opposizione. Si è privatizzato senza alcun modello di politica industriale ma solo per fare cassa. Era una occasione straordinaria per “democratizzare” il sistema capitalismo, per far decollare i fondi pensioni e la democrazia economica. Si poteva conciliare finalmente il lavoro con il capitale, attuando anche il dettato costituzionale. Invece sono arrivati i soliti gruppi industriali che sostenuti dalle banche hanno comprato e poi rivenduto a prezzi maggiori le società statali, facendo profitti enormi grazie alla mancanza di concorrenza e per di più con tariffe compiacenti. Ecco perché speriamo di riaprire il dibattito sulle liberalizzazioni. Il Governo Prodi non può fare orecchie da mercante. Bisogna ridiscutere il modello per poter avere una vera concorrenza che tuteli i cittadini, i risparmiatori, i lavoratori. Appena eletto ti sei distinto subito per il modo franco di esprimerti e su quei toni stai continuando. È solo un cambiamento di stile o c’è una nuova Cisl che si affaccia sulla scena politica con più grinta e più determinazione? Ho soltanto detto quello che pensa la mia organizzazione sul futuro del nostro paese. Nessun personalismo. Abbiamo criticato la Cgil per la sua posizione ideologica sulla legge Biagi che va modificata e non abrogata. Siamo per il ripristino di una vera concertazione con il Governo, in cui le questioni del lavoro vengano disciplinate dalle parti sociali e non attraverso la legge. E poi c’è la questione delle privatizzazioni, il vero buco nero della nostra democrazia, dove siamo passati dai monopoli pubblici a quelli privati senza alcun vantaggio per i cittadini- lavoratori. Hai attaccato la Cgil, con parole durissime, per la sua chiusura nei confronti della legge 30 e per gli orientamenti favorevoli alla “regolamentazione legislativa” della rappresentanza sindacale. Ma se è così, come dobbiamo interpretare l’art. 39 della Costituzione? Hai attaccato frontalmente la Cgil, poche ore dopo la tua elezione, poi (sul “Corsera”) hai contestato alla classe politica, di governo e di opposizione, grosse responsabilità per la questione della società autostrade. In questo paese in troppi hanno chiuso gli occhi mentre veniva svenduto a quattro soldi il patrimonio pubblico delle ex partecipazioni statali, Telecom, Enel, Autostrade. Sono stati tutti d’accordo, maggio- Noi difendiamo l’idea del sindacato come libera associazione di iscritti. Rifiutiamo questo modello statalista che vuole imbrigliare con una legge il ruolo e l’au- Lavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006 6 SINDACATO tonomia del sindacato. Non si capisce perché deve essere il Parlamento a regolare il rapporto tra il sindacato, i datori di lavoro e gli iscritti. Se esiste il problema di regolare meglio la rappresentanza, dobbiamo farlo attraverso un accordo tra le parti sociali. Basta e avanza la contrattazione, così come è accaduto per il meglio della tradizione giuslavoristica italiana che ha sempre recepito gli accordi sindacali con una legislazione di sostegno. Cina e India stanno stravolgendo le gerarchie mondiali della produzione e si stanno affacciando prepotentemente anche sui mercati finanziari. Tutto è solo imputabile al basso costo della manodopera o soprattutto al fatto che dalle loro scuole escono ogni anno centinaia di migliaia di tecnici in tutti i campi della attività umane? Sono tanti i fattori che hanno creato il fenomeno della concorrenza cinese e indiana. Sono paesi enormi e sono diventate potenze economiche con una modernizzazione forzata e tassi di crescita vertiginosi. C’è un basso costo del lavoro, non vengono rispettati i diritti sindacali, i lavoratori sono costretti a lavorare in una condizione di sfruttamento. È una concorrenza che viene fatta sulle pelle dei cittadini. Ma naturalmente questo non basta a spiegare il loro successo. C’è una grande capacità di penetrazione nei mercati occidentali con prodotti tecnologicamente avanzati e a prezzi ridotti. Vanno combattute le frodi fiscali, ma l’invasione orientale non si contrasta innalzando dazi doganali ma aumen- tando la competitività dei nostri prodotti, facendo più qualità, design, innovazione, ricerca. I cinesi potranno copiare anche le nostre auto, ma non hanno creatività, frutto della nostra tradizione culturale. Il sindacato può ancora rappresentare le categorie lavorative in una fase storica in cui le differenze professionali sono così grandi e variegate? Il lavoro che cambia è il primo terreno cruciale di sfida per il sin- “ È nato un percorso di rapporto molto positivo tra la Cisl, la Fiba e la Fabi e il Sinfub che nasce da una condivisione forte dei valori e delle strategie comuni a queste organizzazioni” ” dacato confederale. Dobbiamo agire in una società che vede cambiare i lavori ma anche il posto che viene assegnato al lavoro stesso. Non va sottovalutata l’area della precarizzazione, dei lavori poco qualificati e poco pagati fino a rasentare la povertà, dei lavoratori immigrati, dell’economia di un sommerso che sconfina nell’illegalità. Ma neppure vanno trascurati i fenomeni di professionalizzazione del lavoro, un lavoro che si fa azione e relazione e alimenta la ricerca di un riconoscimento del proprio status e insieLavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006 7 me delle proprie capacità individuali. Il sindacato deve saper raccogliere queste trasformazioni. Ci sono tanti soggetti che chiedono di essere rappresentati. Il nostro obiettivo è assicurare una nuova legittimazione sociale al lavoro, anche nelle sue nuove forme, ovvero assicurargli la capacità di essere fattore effettivo di cittadinanza, riducendone i rischi di precarietà e instabilità. Bisogna accompagnare le tutele contrattuali con la partecipazione, a cominciare da una gestione bilaterale delle politiche attive del lavoro. Questo è il futuro del sindacato. Quindi, entrando nel pratico, questo ragionamento si coniuga con l’apertura della Cisl e della Fiba Cisl al maggior sindacato autonomo dei bancari la Fabi e a quello dei quadri direttivi della stessa categoria, il Sinfub. In pratica un concreto allargamento dell’area confederale. È nato un percorso di rapporto molto positivo tra la Cisl, la Fiba e la Fabi e il Sinfub che nasce da una condivisione forte dei valori e delle strategie comuni a queste organizzazioni. Ritengo che questo sia un fattore importante di presenza del sindacato confederale e soprattutto della Cisl in un settore strategicamente importante come quello del credito. Da questo processo si svilupperà una forte spinta a favorire una maggiore partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori nonché una maggiore tutela dei risparmiatori. La Cisl rinnova il suo grande impegno affinché questo progetto abbia percorsi positivi e fruttiferi con un grande protagonismo di Fiba, Fabi e Sinfub. FOCUS DIALOGO SOCIALE Quali diritti per i lavoratori nell’impresa transnazionale di Luciano Malvolti L’evoluzione della legislazione europea negli ultimi anni L e rilevanti operazioni di integrazione transnazionale che hanno direttamente interessato imprese e lavoratori italiani negli ultimi dodici mesi hanno acceso l’attenzione sui temi della rappresentanza, della negoziazione collettiva e della attività sindacale nelle imprese di dimensione internazionale: la fusione per incorporazione della Hypovereinsbank in Unicredit darà vita al nono polo bancario a livello europeo, la fusione per incorporazione di Ras in Allianz rappresenterà uno dei primi esempi di Società di diritto europeo, l’acquisizione di Banca Antonveneta e Bnl da parte rispettivamente di Abn-Amro e di Bnp-Paribas metterà direttamente a confronto lavoratori e culture aziendali italiani con la realtà europea. Come il sindacato stia concretamente affrontando le problematiche transnazionali nelle operazioni Unicredit e Ras-Allianz è il tema di specifici approfondimenti, insieme all’esperienza, unica nel settore finanziario italiano, del comitato aziendale europeo a legislazione italiana del gruppo Generali. Per comprendere il complesso intreccio tra norme e diritti nazionali e internazionali e di conseguenza sfruttare appieno le possibilità offerte dal legislatore europeo ai lavoratori in tali contesti transnazionali è, però, necessario partire dalle nozioni e dai diritti di base così come si sono evoluti nella legislazione europea degli ultimi anni. mensione comunitaria”, costituisce probabilmente la più importante iniziativa legislativa presa nel campo delle relazioni industriali a livello europeo. L’obiettivo della Direttiva 94/45/CE era, e resta, quello di garantire il diritto all’informazione e consultazione dei lavoratori su materie d’interesse transnazionale nelle imprese e nei gruppi di imprese a dimensione europea con oltre I Comitati aziendali europei (Cae) La Direttiva 94/45/Ce del 22/9/1994, “riguardante l’istituzione di un Comitato aziendale europeo (Cae) o di una procedura per l’informazione e la consultazione dei lavoratori nelle imprese e nei gruppi di imprese di diLavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006 8 FOCUS 1000 dipendenti negli stati membri e almeno 150 lavoratori per Stato membro in due distinti Paesi. Nello specifico, per ‘gruppo di imprese’ si intende un gruppo costituito da una impresa controllante e dalle imprese da questa controllate, mentre per “influenza dominante”, necessaria per identificare la situazione di controllo, si intende la presenza di uno dei seguenti requisiti: – maggioranza del capitale sottoscritto, – maggioranza dei voti in rapporto alle partecipazioni al capitale, – potere di nomina di più della metà dei membri del consiglio di amministrazione, di direzione o di vigilanza. La Direttiva si “limita”, peraltro, a prevedere diritti di informazione e consultazione (con l’obiettivo ultimo di favorire la continuità e la proficuità del dialogo sociale, ovvero, di relazioni industriali costruttive a livello aziendale) senza prevedere la finalizzazione della consultazione ad un ‘accordo’ o ad una ‘partecipazione’ dei lavoratori al processo decisionale dell’impresa (novità, quest’ultima, introdotta dalla più recente Direttiva sulla Società europea). All’atto pratico, la Direttiva prevede che la trattativa per la costituzione del Cae possa cominciare su iniziativa della direzione centrale o su richiesta scritta di almeno cento lavoratori, o dei loro rappresentanti, di almeno due imprese o stabilimenti situati in non meno di due Stati membri diversi. L’accordo viene negoziato dalla direzione centrale dell’impresa o del gruppo di imprese di dimensioni comunitarie e da uno speciale organismo di rappresentanza dei lavoratori, la Delegazione speciale di negoziazione (Dsn). Risulta evidente l’importanza della composizione della Dsn, che infatti è dettagliatamente prevista dalla Direttiva: – il numero minimo e massimo dei suoi membri sono rispettivamente tre e diciotto, – la Dsn deve garantire “in primo luogo, la rappresentanza di una persona per ogni Stato membro in cui l’impresa conta uno o più stabilimenti o in cui il gruppo conta l’impresa controllante o una o più imprese controllate, – in secondo luogo, deve essere garantita anche la rappresentanza Provo a “bruciare” le comuni sinapsi scodellando qui un ardito confronto: tra Costituzione europea e Società europea. Il sottotitolo dell’esperimento potrebbe essere:“Come ingoiare il cammello e filtrare il moscerino”. Sì, perché se da un canto gli Organi consultivi dell’Unione europea pedantemente rimarcano l’esigenza di dialogo sociale come chiave del processo di integrazione, d’altro canto i referendum dei singoli Stati dell’Unione sembrano bocciare il processo di armonizzazione politica, e inoltre l’economia europea continua ad essere governata dai mercati finanziari. A tale schizofrenia politica si cerca di porre degli argini culturali, oltre che legislativi: in tale direzione vanno le Direttive istitutive di Cae e Se. In sostanza, si cerca di recuperare spazi di dialogo sociale e di partecipazione all’interno del mondo d’impresa, atteso l’insuccesso del processo di integrazione squisitamente politico.Tale sforzo è sicuramente encomiabile, perché intellettualmente onesto e strategicamente lungimirante: mediante la sapiente combinazione di carota e bastone (risparmio fiscale per le aziende previo accordo sindacale sulle prassi di consultazione) si possono creare meccanismi virtuosi. Ma che senso ha parlare di ciò senza stigmatizzare che la recente riforma del Diritto Societario italiano ha trascurato i temi dei diritti di informazione, consultazione e partecipazione dei lavoratori? Che nel nostro Paese il valore-integrazione non è unanimemente inteso come istanza di unificazione politica e di pacificazione sociale? Che si propone un modello europeo ed evoluto di Costituzione a chi fa persino fatica a preservare la visione solidaristica della Costituzione italiana del 1948? Domenico Iodice Lavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006 9 di un numero di membri supplementari proporzionale al numero dei lavoratori”. La direttiva affida, poi, agli Stati membri (e, quindi, anche alle parti sociali al livello nazionale) il compito di stabilire le “modalità di elezione o di designazione dei membri della Dsn”. Le parti negoziali hanno il compito di “determinare tramite accordo scritto, il campo d’azione, la composizione, le attribuzioni e la durata del mandato del comitato aziendale europeo”, con l’alternativa di poter decidere per iscritto di istituire una o più procedure per l’informazione e la consultazione: in concreto, questa opzione, allo stato, è stata scelta in soli sette (7) casi a fronte, invece, di oltre 700 Cae costituiti. Dal punto di vista del coinvolgimento del sindacato, la Direttiva, pur facendo esclusivo riferimento ai “rappresentanti dei lavoratori”, prevede la possibilità per la Dsn o il Cae di essere assistiti da esperti, a spese dell’azienda (seppur con dei limiti), che possono essere anche di estrazione sindacale. La Direttiva, infine, ad ulteriore tutela dei lavoratori e per garantire il conseguimento dell’obiettivo indicato nell’art. 1 (“migliorare il diritto all’informazione e alla consultazione dei lavoratori”), prevede che delle ‘prescrizioni accessorie’ (sinonimo, in questo caso, di “minime”), debbano essere applicate nell’ipotesi di: – rifiuto della direzione centrale di avviare la negoziazione per un periodo di sei mesi a decorrere dalla richiesta scritta dei lavoratori o dei loro rappresentanti; – mancanza di accordo tra le parti entro tre anni dalla richiesta; – decisione della Dsn di non avviare i negoziati o di annullare quelli già in corso; – decisione comune della direzione centrale e della Dsn. Le prescrizioni accessorie, che costituiscono, di fatto, il contenuto mi- FOCUS nimo al di sotto del quale non possono scendere neanche gli accordi Cae, stabiliscono in particolare: – l’oggetto dell’informazione e della consultazione (“questioni che riguardano l’insieme dell’impresa o del gruppo di dimensioni comunitarie, oppure almeno due stabilimenti o imprese del gruppo, situati in due stati diversi”); – la composizione del Cae (da un minimo di tre ad un massimo di trenta membri), con la possibilità di eleggere un comitato ristretto composto al massimo di tre membri; – la frequenza delle riunioni del Cae con la direzione centrale (una volta all’anno), le modalità e il contenuto delle informazioni e della riunione con la direzione centrale; – il diritto del Cae di essere informato e consultato da parte della direzione centrale o qualsiasi altro livello decisionale aziendale più appropriato “qualora si verifichino circostanze eccezionali che incidano notevolmente sugli interessi dei lavoratori, in particolare nel caso di delocalizzazione, chiusura di imprese o di stabilimenti oppure licenziamenti collettivi. Nonostante le “buone intenzioni” del legislatore europeo e delle organizzazioni sindacali (il 93% degli accordi costitutivi dei Cae sono stati firmati con il concorso determinante delle organizzazioni sindacali nazionali e con il ruolo fondamentale delle federazioni europee), la Direttiva ha ben presto mostrato tutti i suoi limiti, inducendo la confederazione sindacale europea (Ces), di concerto con le federazioni europee di settore, a predisporre una proposta articolata in vista della revisione della Direttiva. Partendo dal presupposto che sia arrivato il momento di riconoscere formalmente il ruolo delle organizzazioni sindacali, nazionali e internazionali, all’interno dei Cae, la Ces rivendica in particolare: Union Network International Union Network International (Uni) è la federazione mondiale che riunisce i sindacati dei servizi. Oggi rappresenta circa 16 milioni di iscritti in 109 stati e comprende circa 800 organizzazioni sindacali nazionali. Uni nasce nel 2000 come nuovo soggetto sindacale per rispondere alle sfide della nuova economia globalizzata. Per questo si pone come interlocutore privilegiato delle multinazionali, dei governi e delle istituzioni internazionali per la negoziazione di standard minimi delle condizioni di lavoro e soprattutto per assicurare l’esercizio del diritto di associarsi al sindacato e di contrattare collettivamente. Punti di forza della struttura organizzativa sono l’utilizzo delle più moderne tecniche di comunicazione, per assicurare informazione e partecipazione in tempo reale, e i quattro livelli organizzativi (mondiale, regionale, settoriale e interprofessionale), che assicurano autonomia e coordinazione nelle iniziative. Uni collabora strettamente con l’Icftu, la Confederazione mondiale sindacale che rappresenta 156 milioni di iscritti in 148 stati, e l’Ilo, l’Organizzazione internazionale del lavoro, unica istituzione mondiale che riunisce allo stesso tavolo di confronto rappresentanti dei lavoratori, degli imprenditori e dei governi. Il segretario generale della Fiba-Cisl, Giuseppe Gallo, è componente del comitato esecutivo mondiale. Uni Finanza, che riunisce i sindacati bancari e assicurativi, è uno dei settori più rappresentativi con 3 milioni di lavoratori iscritti e 200 sindacati affiliati. A livello europeo, Uni Europa Finanza coordina le federazioni affiliate nelle attività e nelle iniziative relative al dialogo sociale europeo, alla contrattazione collettiva, ai rapporti con le istituzioni Europee, alle imprese transnazionali (Comitati aziendali europei e Società europea). In particolare, UnI Europa Finanza ha adottato nel 2002 linee guida di riferimento per la negoziazione di accordi Cae, che, fra l’altro, prevedono: – la nomina di un coordinatore sindacale Uni per ogni Cae costituito (di norma il segretario/presidente del Cae), – la nomina di due esperti Uni per ogni paese europeo, uno per il settore bancario e uno per il settore assicurativo (attualmente Marina Zanobini, Fiba-Cisl). Di seguito il link alla pagina web di Uni Europa Finanza dedicato alla contrattazione collettiva, che contiene informazioni sia sui singoli stati sia sui singoli Cae: http://www.union-network.org/UNICBNetwork.nsf/EWCs?OpenFrameset Comitati aziendali europei coordinati da UNI Europa Finanza Azienda ABN AMRO (Olanda) ALLIANZ (Germania) AXA (Francia) BARCLAYS (UK) BNP (Francia) CITIGROUP (Belgio) CREDIT LYONNAIS (Fr) CREDIT SUISSE (Ch) DEUTSCHE BANK (Ger) DEXIA (Belgio) FORTIS (Belgio) GENERALI (Italia) HSBC (UK) HYPOVEREINSBANK(Ger) ING (Olanda) KBC-BANK (Belgio) LLOYDS TSB (UK) NORDEA PENSION PRUDENTIAL (UK) ROYAL&SUN ALLIANCE SKANDIA (Svezia) SOCIETE’ GENERALE (Fr) ZURICH (Ch) Coordinatore Huug Gorter (Fnv) Joerg Reinbrecht (Ver.di) J. D. Dommergue (Fds-Cfdt) Andrew Case (Unifi) Bernard Drevon (Fsbsf-Cfdt) Dany Balcaen (Lbc-Nvk) Dominique Tresse (Ffsbsf-Cfdt) Benny Lammens Wolfgang Hermann (Ver.di) William Plas (SETCa) Bruno Demaitre Alberto Correnti Rob O’Neill (Unifi) Peter Koenig (Ver.di) Leo Vlek (Fnv) Wim De Clercq (Lbc-Nvk) John Bancroft (Unifi) Steen Fremming (Dfl) Ian Maidlow (Amicus) Ian Templeman (Amicus) Ingolf Lundin (Ftf) B.V.Carlos (Comfia Ccoo) Michèle Ledrut Lavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006 10 email [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] FOCUS – una definizione precisa delle nozioni di “informazione” e “consultazione”, ora troppo evasive; – una definizione più chiara del concetto di “controllo”, con riferimento alle imprese che devono o no essere comprese all’interno di un gruppo societario; – la definizione della procedura per la rinegoziazione degli accordi Cae esistenti; – previsioni minime per la formazione dei rappresentanti dei lavoratori; – la previsione di almeno due incontri ordinari per anno, con sessioni preparatorie e conclusive; – il diritto di accedere ai luoghi di lavoro e di contattare i lavoratori da parte dei componenti del Cae; – la rappresentanza bilanciata di uomini e donne all’interno dei Cae; – sanzioni dissuasive a carico delle imprese in caso di gravi violazioni della Direttiva. Una revisione della Direttiva 45/94 nel senso indicato è sicuramente la condizione minima per poter rende- re pienamente esigibili i diritti di informazione e consultazione dei lavoratori nel contesto europeo, ma l’esigenza che comincia a manifestarsi nell’esperienza concreta dei Cae è quella di portare a sintesi una regolamentazione armonizzata sulle materie d’interesse transnazionale con il conseguente necessario trasferimento ai Cae di alcuni poteri negoziali. La materia, ovviamente delicata e complessa, è però già oggetto di discussione sia a livello sindacale (mentre le corrispondenti associazioni datoriali europee rifiutano anche la sola consultazione sul processo di revisione della Direttiva 45/94/CE) sia in sede istituzionale europea, con la predisposizione da parte della Commissione europea di un primo studio di fattibilità tecnica e legale in vista della definizione di una possibile legislazione quadro di riferimento per la contrattazione europea (ridefinizione dei livelli, dei soggetti e delle competenze negoziali a livello aziendale, nazionale e transnazionale). La Società europea (Se) L’introduzione da parte del legislatore europeo (dopo una gestazione, ad onor del vero, quasi trentennale) di un nuovo tipo di società, la Società di diritto europeo ha risposto in primo luogo ad esigenze economiche e di semplificazione burocratica ed organizzativa. La Se è, infatti, per principio una impresa transnazionale e come tale viene disciplinata in modo uniforme, almeno nelle regole di base, Alliance verso la Società Europea Il coinvolgimento dei lavoratori nell’impresa europea è senza dubbio l’aspetto più interessante nell’ambito della costituzione della Società europea. È bene precisare in premessa che la Società Europea (Se) rappresenta un tipo societario nuovo per l’esercizio delle imprese. La Se si presenta come transnazionale e necessita di una disciplina uniforme, almeno nelle regole di base, nei diversi Paesi che compongono il mercato unico. In Italia, il processo di ricezione delle direttive europee, pur essendo stato avviato in ritardo rispetto ad altri Paesi, ha registrato un primo positivo risultato con la firma (2 marzo 2005) di un Avviso Comune tra Confindustria, Abi, Ania e altre con Cgil-Cisl-Uil che ha costituito la base del successivo atto legislativo (dl.188 del 19.8.05). Non è nella finalità di quest’articolo l’analisi delle “ricadute economiche” dello Statuto della Società europea. Richiamo solo la convenienza di un ordinamento favorevole alle imprese che intendono operare nella prospettiva di una loro più ampia dislocazione sul territorio comunitario. La possibilità cioè di poter mettere in comune, mediante operazioni di fusione (vedi Allianz con Ras) il potenziale delle imprese esistenti in Stati membri differenti. Sarà possibile inoltre per la Società Europea effettuare fusioni transfrontaliere e trasferimenti delle sedi sociali in altro Stato membro, senza dover passare attraverso lo scioglimento della società stessa. Queste operazioni non erano prima consentite dai vari ordinamenti nazionali. Nell’articolazione legislativa (europea e nazionale) sono normati i criteri d’uniformità, armonizzazione, disciplina generale e modalità di costituzione di una Se (per fusione, trasformazione, holding o affiliata). Riprendo ora alcuni temi che interessano in particolare il coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori. La normativa vigente prevede che l’amministrazione della Se possa essere strutturata secondo due sistemi differenti: il sistema dualistico (quello scelto da Allianz) e il sistema monistico. La scelta è rimessa allo Statuto della Se. Nel sistema dualistico, all’organo di direzione che gestisce sotto la propria responsabilità la Se, si affianca l’organo di vigilanza, il quale esercita un potere di controllo della gestione, assicurata dall’organo di direzione,ma non può svolgere esso stesso il potere di gestione. L’organo di vigilanza rappresenta senza dubbio una profonda novità per la realtà storica italiana. Quest’organo amministrativo, composto per la metà da membri nominati dai lavoratori, viene informato dall’organo di direzione, almeno ogni tre mesi sull’andamento degli affari della Se e sulla loro probabile evoluzione e sugli avvenimenti che possono avere ripercussioni sensibili sulla situazione della Se. Lo Statuto della Se può stabilire quali categorie di operazioni devono essere autorizzate dall’organo di vigilanza il quale può chiedere alla direzione ragguagli di qualsiasi genere necessari al proprio controllo. Si tratta di fatto di un ruolo di informazione e consultazione (il presidente ad esempio è sempre indicato dall’impresa) il cui parere può condizionare le scelte direzionali. Infine lo Statuto della Se deve contenere disposizioni specifiche volte a garantire che la costituzione di una Se non comporti la scomparsa o la riduzione della prassi di coinvolgimento dei lavoratori esistenti nelle società partecipate. Si definiscono procedure per l’informazioLavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006 11 FOCUS a prescindere dallo stato comunitario dove decide di stabilire la propria sede legale. Giuridicamente, alla costituzione di una Se si può arrivare con una delle seguenti modalità (Regolamento 2157/2001 del Consiglio dell’8.10.2001): a) fusione di più società Spa o Se, delle quali almeno 2 abbiano sede effettiva in Stati membri differenti; b) costituzione di una “Se holding” da parte di una Spa, Se e Srl, almeno due delle quali abbiano la sede effettiva in Stati membri distinti; c) costituzione di una “Se affiliata” da parte di società, Se o altre entità giuridiche di diritto pubblico o privato, almeno due delle quali abbiano la sede effettiva in Stati membri diversi; d) trasformazione di una società Spa avente da almeno due anni una affiliata in uno Stato membro diverso da quello della sua sede effettiva. Ma l’intervento del legislatore si è spinto molto più in là della semplice predisposizione delle condizioni favorevoli alla nascita della Società di diritto europeo, entrando nel merito di questioni importanti anche e soprattutto dal punto di vista sindacale. Il presupposto è che la costituzione di una Se implica di per sé una trasformazione dei precedenti assetti relazionali e di potere all’interno di ciascuna delle società coinvolte con conseguenze di rilievo anche sull’efficacia delle forme di coinvolgimento dei lavoratori attuate in precedenza. Di qui la Direttiva 2001/86/Ce, che ha l’obiettivo di garantire che la costituzione di una Società europea “non comporti la scomparsa o la riduzione delle prassi di coinvolgimento dei lavoratori esistenti nelle società partecipanti alla costituzione di una Se”, imponendo il rispetto di una soglia “minima” di diritti di coinvolgimento dei lavoratori nella Se stessa, che si deduce dalle modalità di coinvolgimento applicate in “passato” nelle società fondatrici della Se. La Direttiva, cioè, pur segnando il passo dal punto di vista dell’innovazione nel campo degli strumenti di dialogo sociale, limitandosi alla sal- vaguardia dei diritti acquisiti, garantisce nei fatti l’estensione di tali diritti a tutti i dipendenti della nuova Se, ivi compresi coloro che ne erano precedentemente sprovvisti (ed è questa la situazione dei lavoratori italiani). La portata innovatrice della Direttiva 2001/86/Ce si comprende pienamente considerando, infine, che essa recepisce, seppur in un contesto diverso, una delle storiche rivendicazioni della Ces, riconoscendo formalmente le organizzazioni sindacali come attori-esperti che intervengono ad assistere il gruppo speciale di negoziazione . In tutte le direttive precedenti in materia di diritti d’informazione e consultazione mai era stato attribuito alle organizzazioni sindacali un ruolo formale di sostegno o un ruolo nel negoziato. La Direttiva precisa che il coinvolgimento dei lavoratori nella Se consiste in un “qualsiasi meccanismo, ivi comprese l’informazione, la consultazione e la partecipazione, mediante il quale i rappresentanti dei lavoratori possono esercitare un’influenza sulle decisioni che devono essere adottate nell’ambito della società”. ne e la consultazione a livello transnazionale che si aggiungono alle previsioni di legge e di controllo (in Italia particolarmente tutelanti rispetto ad altri Stati) previste dalle singole normative nazionali. A tale scopo è prevista la costituzione di una Delegazione speciale di negoziazione in rappresentanza dei lavoratori delle società dei singoli Paesi d’insediamento. Questa delegazione, che resta in per un periodo limitato e contingente, negozia con la Se sulla costituzione dell’Organo di rappresentanza europeo (alternativo all’attuale Cae), sui diritti base e sui criteri e modalità dell’informazione/consultazione; ovvero su cosa s’intende per “coinvolgimento” che dovrà essere recepito dallo Statuto della Se. Quest’accordo, che rappresenta di fatto l’altra novità rispetto ai modelli nazionali, sarà efficace se alle parti negoziali verranno fornite informazioni di qualità per consentire dialettica e comportamenti costruttivi. È questo in buona sostanza lo “scambio”, la ratio della Se: convenienze commerciali per le imprese nell’ambito di un unico mercato europeo e maggior ruolo dei lavoratori attraverso i loro rappresentanti. “L’avventura”della Società europea, primo caso nel settore, è iniziata per Allianz nel settembre 2005 quando è stata comunicata la fusione di Ras in Allianz e la trasformazione di quest’ultima in Se. Si tratta di un operazione estremamente complessa che determinerà una serie di modificazioni che investiranno l’intero Gruppo Ras. La prima parte dell’operazione ha previsto un’offerta pubblica di acquisto da parte di Allianz delle azioni Ras ed, entro la fine del 2006, la incorporazione in veste giuridica di Società europea con il conferimento di tutte le attività. Dal punto di osservazione sindacale Ras, si è dichiarata disponibile per addivenire agli accordi previsti dalla legge e dal contratto nazionale, lo scopo è di mantenere l’integrità del gruppo sul territorio nazionale e la professionalità degli addetti. La negoziazione per il “coinvolgimento” – Statuto, Organo di rappresentanza e altro..-per le aziende del Gruppo tedesco Allianz, con circa ottomila dipendenti in Italia tra Ras, Rasbank, Lloyd Adriatico, Mondial,Allianz Subalpina, Euler, inizia a Monaco di Baviera il 28 marzo 2006. Per la Fiba-Cisl e per tutto il sindacato di settore, sarà nei fatti l’inizio di un percorso di verifica per aiutare la creazione di un’Europa non solo dei capitali e degli interessi finanziari, ma anche e soprattutto dei lavoratori. Giovanni Casiroli Lavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006 12 FOCUS La “partecipazione”, in particolare, a sua volta si sostanzia nel diritto dei lavoratori e/o dei loro rappresentanti di eleggere o designare alcuni componenti dell’organo di vigilanza o di amministrazione della società o di raccomandare la designazione di alcuni o tutti i componenti dell’organo di vigilanza o di amministrazione della società e/o di opporvisi. La disciplina del coinvolgimento dei lavoratori nella Se non cambia pur in presenza di strutture amministrative differenziate: l’opzione è fra il sistema monistico, con la presenza esclusiva del consiglio di amministrazione, e il sistema dualistico, dove all’organo di gestione si affianca l’organo di vigilanza, che esercita il potere di controllo della gestione stessa. La procedura prende avvio in modo concretamente diverso rispetto al Cae, ponendo ad esclusivo carico dell’azienda o delle aziende interessate l’onere di informare i lavoratori dell’avvio del processo di costituzione della Se (con particolare riferimento all’identità e al numero di lavoratori delle società partecipanti, delle affiliate o dipendenze interessate, per avviare una negoziazione). Sono, quindi, i dirigenti delle imprese coinvolte a doversi attivare per mettere i lavoratori nelle condizioni di poter costituire la delegazione speciale di negoziazione (Dsn) che contratterà con l’azienda l’accordo per il coinvolgimento dei lavoratori stessi nella nuova Se. L’importanza di tale procedura è confermata dal fatto che sia il Regolamento che la Di- Unicredit, l’Europa, le regole Il 2005 costituisce per UniCredit l’anno della svolta, quello che ha trasformato una banca italiana con delle radici in alcuni stati europei, in un gruppo di dimensione europea, fortemente radicato oltre che in Italia, nell’Europa centrale e dell’est, tutto ciò tramite l’accordo con Hvb Group. L’accordo tra le parti, operativo dal mese di novembre 2005, ha portato UniCredit Group ad essere presente in 19 paesi, con 7000 sportelli e 140.000 dipendenti, facendo nascere nel frattempo, la necessità da parte del sindacato, di “governare” la nuova entità, tenendo conto delle diverse storie sindacali presenti negli stati coinvolti nell’operazione. Hvb, ha da diversi anni costituito un Cae, che ha operato nei paesi nei quali era presente, partendo da esperienze che affondano le radici nella storia della Germania, una delle prime nazioni europee a muoversi sul difficile terreno della rappresentanza d’interessi multinazionali. L’esperienza tedesca, è figlia ovviamente della situazione sindacale di quel paese che, vede gli iscritti al sindacato attorno al 10%, ma che ha tradizioni (da Volkswagen in avanti) e leggi di supporto molto favorevoli alle rappresentanze sindacali; situazioni normative che ritroviamo anche in Bank Austria, nella quale però la presenza sindacale è molto più robusta, con un 60% di lavoratori iscritti al sindacato. Arrivati al 2006, con la presenza degli italiani dove il radicamento sindacale è oltre il 70%, ma le esperienze in fatto di Cae la latitano, sorge l’esigenza della nascita di un nuovo Cae, che tenga presente le caratteristiche del nuovo soggetto multinazionale e, quando possibile, salvaguardi le molte e diverse facce che lo stesso presenta. La presenza da anni d’UniCredito in paesi dell’est, aveva già portato il sindacato italiano ad interrogarsi sul modo di trasferire parte delle conquiste e delle normative nei paesi dell’ex area comunista; in questi paesi, come facile immaginare, le normative presenti sono di diretta derivazione dei governi “ante caduta del muro” e sono paragonabili a quelli italiani degli anni ’20. La composita situazione descritta, ha convito il sindacato italiano ed in particolare la Fiba, che nell’Europa della moneta unica, seppur con politiche nazionali molto diverse, si debba creare un modello di relazioni sindacali ispirato alla Società europea, in modo da portare diritti e garanzie, anche in quei paesi che oggi sono all’alba delle conquiste sindacali. Il modello da costruire, deve tenere conto del fatto che il modello tedesco di partecipazione con la presenza rappresentanti dei lavoratori nel Supervisory Board, non ha corrispondenza alcuna con la situazione italiana, e prevedibilmente incontrerà la contrarietà d’UniCredito, oltre a quella di qualche organizzazione sindacale. Proprio la partecipazione dei lavoratori ad organismi di “governo” e non solo di controllo, dovrebbe favorire in Italia un confronto tra le varie componenti sindacali; confronto che dovrebbe superare mere divisioni ideologiche, per ragionare su fatti concreti, avendo presente che la partecipazione di rappresentanti dei lavoratori ad organismi aziendali, consentirebbe di conoscere anticipatamente le politiche di un gruppo iperattivo come UniCredito, per potere se del caso, controbatterle fin dal nascere, anziché rincorrere solo le ricadute di decisioni ormai prese. Oggi alla necessità della nascita in tempi rapidi di un Cae, che abbracci paesi anche non Ue, si affianca con forza l’urgenza di creare un sistema di relazioni sindacali al passo con i tempi, soprattutto adeguato ad un gruppo che si estende dai mari del Nord alla Turchia, che si muove con estrema disinvoltura anche alla presenza di “intoppi istituzionali”, come dimostrato dalla soluzione raggiunta in Polonia. L’urgenza quindi di dotarsi di normative che consentano l’istituzione del Cae, viaggia di pari passo con i contenuti, che diventa indispensabile ritrovarvi. La rapidità dell’evoluzione del sistema bancario, passato nel caso d’UniCredito da banca internazionale a grande gruppo europeo, deve spingere il sindacato a far sì che la controparte riconosca al Cae il diritto ad avere non solo informativa “postuma”, ma possibilità di confronto prima che le decisioni diventino operative. È indispensabile provare ad imporre ad Unicredit oltre a quanto sopra, anche il riconoscimento in tutti i paesi della responsabilità sociale così come intesa dal protocollo del giugno 2004, o delle best-practices, La possibilità oggi del sindacato di incidere sulle scelte aziendali in senso favorevole ai lavoratori, è direttamente proporzionale alla tempestività con cui si viene a conoscenza dei piani aziendali; è altresì molto improbabile che anche un gruppo come UniCredit che si dice (si badi si dice…), all’avanguardia nelle relazioni industriali, sia favorevole ad ampliare il confronto con il sindacato oltre alle striminzite regole degli attuali Cae. Proprio sulle effettive volontà di far partecipare i rappresentanti dei lavoratori, in modo più incisivo alle scelte aziendali, si giocheranno le prime partite sulla costituzione dei Cae, vedremo se i tanti proclami di disponibilità venuti da parte d’UniCredito si concretizzeranno in norme avanzate ed adeguate ad un gruppo che si vanta di praticare la responsabilità sociale e che per primo si è dotato di una CARTA D’INTEGRITÀ. Ezio Massoglio Lavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006 13 FOCUS rettiva stabiliscono che la costituzione e la registrazione della Se è subordinata alla espressa previsione di una modalità di “coinvolgimento dei lavoratori”. La composizione della Dsn è garantita da norme altrettanto rigide: ogni 10% della (futura) forza lavoro della Se ha diritto ad un posto nell’organismo, così come ogni paese in cui sono presenti dipendenti delle società partecipanti alla Se (e ad ognuna delle società preesistenti in caso di creazione di una Se attraverso una fusione). La contrattazione può durare fino a dodici mesi e l’ipotesi di accordo finale deve essere approvata dalla Dsn a maggioranza assoluta dei delegati che rappresentino anche la maggioranza assoluta dei lavoratori interessati. Una maggioranza (ancor più) “rafforzata” di voti all’interno della Dsn (due terzi della Dsn in rappresentanza dei due terzi dei lavoratori interessati di almeno due stati diversi) è invece richiesta allorché l’accordo definisca modalità e contenuti della partecipazione negli organi societari di amministrazione o di vigilanza tali da condurre a una “riduzione dei diritti di partecipazione”, intendendosi per tale una presenza dei rappresentanti dei lavoratori negli organi di amministrazione o di vigilanza della Se “inferiore alla quota più elevata” preesistente in una qualsiasi delle società fondatrici. Il fallimento dei negoziati, invece, comporta l’applicazione delle norme di riferimento, che disciplinano l’informazione, la consultazione e la partecipazione. Mentre, però, i diritti di informazione e consultazione e la relativa costituzione dell’organismo di rappresentanza dei lavoratori sono garantiti in ogni caso (e costituiscono una condizione sufficiente per poter registrare la Se), i diritti minimi di par- Generali, l’esperienza Cae Il Comitato aziendale europeo del gruppo Generali, quest’anno, spegne la sua 12a candelina. Fu infatti nel marzo del 1994 che a Blankenberge, in Belgio, per la prima volta rappresentanti dei lavoratori del gruppo Generali provenienti dai principali paesi europei si riunirono intorno ad un tavolo per iniziare un cammino che, se pure previsto da una Direttiva europea, veniva sentito come una necessità di conoscenza e di collaborazione fra le variegate realtà del gruppo Generali. Da quel giorno di passi avanti se ne sono fatti molti, ma il percorso è ancora lungo e non privo di difficoltà. Nel 1997 venne sancita ufficialmente, con la sottoscrizione tra la Dsn (Delegazione speciale di negoziazione) e la capogruppo dell’accordo sul Cae, la nascita di questo nuovo organismo di consultazione dei lavoratori del gruppo.Vi facevano parte rappresentanti di 10 nazioni che da subito si trovarono a dover affrontare la necessità di creare un linguaggio comune fra tutti, non tanto a livello di lingua (quasi tutti masticavano un po’ di inglese e durante le riunioni era garantita la traduzione nelle varie lingue), ma di termini che identificassero in modo univoco, per esempio, le varie figure professionali, le varie metodologie di lavoro, i termini usati nei contratti nazionali; da qui la nascita di un “glossario” che ha aiutato, in questi anni, tutti i delegati a comprendere meglio le diversità esistenti tra le varie nazioni. Nel 2000 l’accordo è stato rivisto, di comune accordo, anche in prospettiva dell’allargamento della Comunità europea; sono state apportate delle integrazioni e delle modifiche resesi necessarie dall’esperienza dei primi anni di attività. In particolare si è codificata la necessità di creare dei percorsi formativi per i delegati. Da qui sono nati numerosi corsi di formazione. Centralizzati, per tutti i delegati, su: rappresentanza dei lavoratori a livello nazionale ed aziendale, orario di lavoro nelle varie realtà del gruppo, reti di vendita, la società europea (SE) per esempio; altri, personali e decentrati per migliorare le proprie conoscenze linguistiche. Con l’ingresso, nel 2004, nella Comunità europea dei paesi dell’Est Europa il numero delle nazioni e dei delegati è aumentato in modo considerevole: ora il Cae riunisce più di trenta delegati provenienti da 15 paesi. Questo fa sì che il Cae Generali sia, nel settore finanziario, il Cae che, a livello europeo, rappresenta il maggior numero di nazioni. Quest’anno, poi, si andrà a rivedere l’accordo che dovrà, a nostro avviso, allargare le competenze e le possibilità di intervento di quest’organismo a difesa e a garanzia di una corretta applicazione, in tutte le nazioni, dei diritti e delle tutele dei lavoratori sancite dalle varie Direttive europee spesso disattese. Ma, ci si potrà chiedere, quali sono i rapporti con la dirigenza del gruppo e come viene visto il Cae da parte dei lavoratori? Sul primo interrogativo la risposta è: è stata dura! È stato duro far capire ad una dirigenza che, pur facendo parte di un gruppo internazionale, non vedeva oltre al suo piccolo orticello, e che vedeva la nascita, imposta, del Cae come un’ulteriore controparte sindacale, i reali ambiti e gli scopi di questo organismo. Per fortuna le cose sono e stanno cambiando, forse anche merito di una presidenza non italiana che ha dimostrato di avere una visione più internazionale che nazionale. Ora, e spiace dirlo, la dirigenza di gruppo ha una visione molto più “europea” delle delegazioni nazionali dei rappresentanti dei lavoratori. Per quanto riguarda il rapporto con i lavoratori, solo nelle nazioni dove il concetto di “comunità europea” viene vissuto in modo positivo, il Cae è riuscito a farsi conoscere ed apprezzare; nelle realtà dove l’Europa viene vista come fumo negli occhi o dove vi è il “filtro” delle rappresentanze dei lavoratori o delle oo.ss. timorose di perdere “potere”, il Cae non è riuscito ancora a stabilire un rapporto diretto con i lavoratori. Solamente quando il Cae verrà accettato, condiviso e apprezzato da TUTTI i lavoratori del gruppo, solamente allora potrà dire di aver raggiunto il suo scopo, la sua meta. Alberto Correnti tecipazione sono specificati caso per caso, a seconda delle modalità di costituzione della Se e di partecipazione dei lavoratori nelle società Lavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006 14 preesistenti e, di fatto, sono garantiti solo se forme di partecipazione erano già presenti in almeno una delle società partecipanti alla Se. SOCIETÀ CIVILE a cura di Paola Vinciguerra LA MAFIA UCCIDE, IL SILENZIO PURE La Sicilia dopo Bernardo Provenzano Cinisi (Pa), 7-9 Maggio, Forum Sociale Antimafia 2006. Migliaia i giovani accorsi alla marcia antimafia che si è svolta lo scorso 9 maggio dalla sede storica di Radio Aut di Terrasini (Palermo), da dove Peppino Impastato tuonava contro i mafiosi denunciando soprusi e illegalità, alla Casa della Memoria di Cinisi.Tante le bandiere della pace, stessi gli striscioni che accompagnarono i funerali di Peppino 28 anni fa. Intervista a Giovanni Impastato “Caro Angelo, caro Francesco Paolo, sono stato anch’io ragazzo come voi e ancora prima di me lo è stato mio fratello Peppino, che ha pagato con la vita la sua scelta. Siamo tutti figli partoriti dalla stessa mafia (..) quando mio padre morì provai un dolore atroce (..) ma contemporaneamente non riuscivo a contenere quel senso di liberazione dal vincolo di mafiosità che mi aveva lacerato fino a quel momento (..) ho deciso di guardare avanti per fare di me stesso un uomo libero dalla schiavitù mafiosa (..) Per questo con delicatezza,con umiltà, senza la spocchia di chi è riuscito a vincere dentro di sé la battaglia più difficile, mi rivolgo a voi.(..) nessuno vuole, tanto meno io, che rinneghiate l’amore profondo che vi lega a lui. Ma tacere è condividere.(..) ec- co perché il giudizio deve essere necessariamente severo e chiaro.(..) Questi gli stralci più significativi e toccanti della lettera che Giovanni Impastato, fratello di Peppino ucciso dalla Mafia nel 1978, ha pubblicamente scritto ai figli di Bernardo Provenzano all’indomani dalla cattura del superlatitante e capo supremo della mafia. Incontro Giovanni alla Casa della Memoria, distante 100 passi da quella del boss Badalamenti, che fu sua e di Peppino durante l’infanzia e dove abitò Felicia, la madre, fino alla sua morte nel 2004. Perché la scelta di scrivere ai figli del boss Provenzano? I figli di Provenzano conducono una vita diversa del padre. Uno si è laureato ed insegna italiano in Germania, l’altro abita in Sicilia ma non è coinvolto nell’attività criminale mafiosa. Scelte di vita quasi eroiche con un cognome come il loro. Pensa che impatto avrebbe sul consenso popolare se prendessero pubblicamente le distanza dal padre, che valore simbolico. Mio padre non era un mafioso del calibro di Provenzano, eppure il gesto di Peppino di rinnegare la mafia familiare, primo nella storia della Sicilia, fu di grande risonanza.Vivere nella legalità è importante ma non sufficiente. Come ti è venuta l’idea? La lettera è nata dal cuore, di getto, senza calcolo, ho sentito di farlo spontaneamente. È stato naturale per me identificarmi in loro. Come hanno reagito alla lettera? Non ho avuto risposta, ma il loro avvocato mi ha fatto sapere che l’hanno ricevuta e gradita, il che è per me già un buon risultato. Ho cercato di mantenere nella lettera il rispetto umano per il padre anche se mi dissocio completamente dalle sue scelte criminali, penso sia stato apprezzato. Appare stanco e disilluso Salvo, malgrado i giovani appassionati accorsi in questi giorni a Cinisi, malgrado il suo costante e infaticabile impegno nell’antimafia, malgrado la nuova primavera di Palermo, la rinascita delle coscienze contro la mafia. Perché hai l’aria di uno che ha combattuto e perso la sua battaglia? Sono trent’anni che si parla di rinascita, riscatto, indignazione, ma poi le cose non cambiano. Qui a Cinisi, ad esempio, non è cambiato nulla. Il 90% della gente è asservita alla mafia, è indifferente, non ha condiviso e non condivide nemmeno oggi la lotta di Peppino. A Palermo le cose non sono poi così diverse: i giovani, gli studenti sembrano decisi a lottare, alcuni pezzi della società reagiscono, gli intellettuali, parte della classe media – la candidatura di Rita Borsellino incarna tutto questo – ma la gran parte della popolazione convive o è costretta a convivere con la mafia.Trovare lavoro in Sicilia è ancora oggi difficile. È lì che si insinua il ricatto, quello che io chiamo meccanismo nazista: se vuoi lavorare devi legarti a qualche potente, il clientelismo è il cancro di questa terra, la disoccupazione e la sottocultura sono le cause. E allora come si può cambiare… Ma mi pare ci siano segnali forti di rinnovamento.. la manifestazione Addiopizzo della settimana scorsa a Palermo ha portato 10 mila persone in piazza… Si questo è vero, però fino a quando non vedremo sfilare in corteo i ceti popolari, i malacarni, non potremo essere ottimisti. La legalità non riempie lo stomaco. Ci vuole giustizia sociale, opportunità di lavoro regolare per i giovani dei quartieri degradati, su questo si può sperare di costruire un vero movimento di massa. Bisogna contrapporre interessi ad interessi, lavoro, sviluppo e diritti a privilegi, precarietà e lavoro nero. Un ricordo, un insegnamento di Peppino… Ci ha insegnato ad andare avanti, senza tentennamenti, senza mediazioni, senza paura, a non scendere mai a patti con i propri valori e convinzioni. Un’eredità ingombrante e preziosa. Intervista a Salvo Vitale Docente di filosofia, amico fraterno di Peppino, autore della sua biografia e curatore di un libro di poesie dedicate a Peppino appena edito. Lavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006 15 Intervista a Lucia Sardo Intensa ed impegnata attrice siciliana e interprete nel film “I cento passi” di Felicia Impastato, la madre di Peppino – Ho saputo che stai preparando uno spettacolo teatrale su Felicia, come la interpreterai? Ho girato tutte le scuole d’Italia presentando il film di Marco Tullio Giordana e tutti mi fanno i complimenti su come ho reso la figura della madre di Peppino, donna dignitosa e chiusa nel suo dolore. Ma Felicia, che ho conosciuto e di cui sono diventata amica, era molto di più.Voglio rendere giustizia alla sua figura, mostrare il suo vero volto. Com’era la Felicia reale? Era spiritosa, ironica, di grande intelligenza, una donna forte ed eccezionalmente anticonformista per i suoi tempi. Molto prima che Peppino si impegnasse nella lotta antimafiosa, aveva fatto delle scelte inconcepibili per il suo ambiente: aveva rotto negli anni 50 un fidanzamento ufficiale per sposare l’uomo che amava e contemporaneamente si era dissociata dalla famiglia mafiosa alla quale il marito apparteneva. Non frequentava i mafiosi – “a casa mia i mafiosi non debbono mettere piede” aveva detto da subito al marito – non andava ai matrimoni o ai funerali. Pensate a Cinisi, uno scandalo! Lei era la vera rivoluzione. Il dolore indescrivibile per la morte del figlio l’aveva pietrificata, mai una lacrima, chiedeva solo giustizia e fu proprio la sua cocciutaggine a fare riaprire le indagini che portarono alla sentenza contro Tano Badalamenti, anche se dopo 25 anni di battaglie legali. Di Felicia è stato scritto e detto tutto, quale aspetto inedito proporrai tu che l’hai conosciuta bene? Felicia era fiera ma allo stesso tempo si portava dentro un senso di colpa indicibile per la vicenda di suo figlio, si sentiva responsabile delle scelte e dunque della fine tragica del figlio. Diceva “Io l’ho fatto diventare così ! Se solo fossi stata diversa, se non gli avessi dato, col mio comportamento ribelle, l’esempio, se fossi stata più sottomessa alle regole mafiose, magari oggi sarebbe ancora vivo”. CCNL ANIA Un rinnovo di qualità di Guido Cavalieri Il contesto, gli obiettivi su cui aprire il confronto, i contenuti L tà, tentando di sfuggire ai recinti normativi del contratto. In questi anni il sindacato, con grande senso di responsabilità, ha gestito con le imprese il riposizionamento strategico ed il riequilibrio competitivo del sistema assicurativo, contribuendo attraverso le buone pratiche e il dialogo sociale a ridisegnarne il perimetro normativo ed industriale, a riscrivere i dettami di relazioni sindacali più coerenti con i nuovi assetti organizzativi, a garantire la tutela dell’occupazione. Nel solco di questa consolidata tradizione assume rilevanza prioritaria realizzare momenti innovativi nel panorama politico del contratto: la condivisione di principi e valori finalizzati ad uno sviluppo compatibile e socialmente sostenibile del sistema assicurativo e improntato alla difesa degli interessi di tutti gli stakeholder. L’obiettivo è quello di favorire la diffusione della cultura, dei principi e dei valori ricompresi nella Responsabilità sociale d’impresa. La Rsi non può essere definita solo dalle aziende con modalità autoreferenziali; le parti si dovranno adoperare congiuntamente, a livello aziendale e/o di gruppo, per definire gli standard di riferimento a successivamente verificare la coerenza dei comportamenti. Anche in relazione al nuovo quadro di riferimento europeo, in linea con la strategia di Lisbona, l’adozione della Rsi come strumento qualificante per definire le coerenze di comportamento delle imprese, dovrà porre al centro del confronto l’obiettivo perseguibile di equilibrio tra eccellenza della produzione basata sulla conoscenza e sull’innovazione e sviluppo con nuovi e migliori posti a stagione del rinnovo del Contratto collettivo Ania si colloca in uno scenario politico ed economico complesso e contraddittorio al tempo stesso. Il nostro Paese versa in una condizione di preoccupante stagnazione, scandita da un tasso di crescita assai modesto e che nel 2005 è stato addirittura pari allo zero. La preoccupazione non poggia tanto le sue ragioni nel rapporto con i Paesi emergenti, imbattibili sul piano dei costi di produzione e pericolosamente fautori di modelli economici senza diritti, quanto dal confronto con i Paesi occidentali industrializzati che ci pone desolatamente in coda all’Europa per carenza di investimenti in tecnologia e ricerca e quindi per qualità di prodotti. In questo contesto di diffusa difficoltà il settore assicurativo, in piena controtendenza col quadro generale, realizza risultati assai lusinghieri: raddoppio dell’incidenza dei premi sul Pil, aumento del portafoglio e della produttività, consolidamento della positiva gestione industriale anche nel ramo RC Auto, risultati di bilancio nettamente attivi e con dividendi costantemente in crescita e in molti casi a livelli record. Il settore continua ad essere interessato da importanti processi di riorganizzazione attraverso fusioni, acquisizioni, sinergie operative, società collegate con specifiche missioni di mercato, costituzione in Società europea. All’interno di questa dinamica industriale le imprese tendono progressivamente a diversificare i canali acquisitivi in una logica di compressione dei costi, a sviluppare esperienze di banca-assicurazione, a perseguire indebiti obiettivi di esternalizzazione di segmenti di attivi- Lavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006 16 CCNL di lavoro e una maggiore coesione sociale. Da qui la valorizzazione delle risorse umane, della loro professionalità, le garanzie occupazionali, la qualità del servizio. Altra questione di specifica nobiltà contrattuale è la richiesta del consolidamento dell’area contrattuale e della gestione dei processi di riorganizzazione, a cominciare dalla liquidazione dei sinistri che occorre traghettare da settore privilegiato dalle imprese per operare tagli o presunti risparmi, al ruolo di garante della qualità del servizio, di strumento reale per reimpostare il rapporto assicurativo su nuove basi di fiducia e rispondere positivamente alle sfide poste dalla liquidazione diretta del danno. Per questo occorre una maggiore e qualificata presenza sul territorio, la gestione della liquidazione attraverso personale dipendente, organici adeguati e professionalizzati, strutture funzionali ai nuovi impegni previsti dal Codice delle assicurazioni. Nell’economia del rinnovo, l’occupazione assume un valore centrale: dopo anni di contrazione degli organici crediamo sia doverosa una visibile inversione di tendenza per ridare slancio all’occupazione stabile e garantita. Il confronto sulle tematiche connesse alle flessibilità d’ingresso dovrà trovare il suo approdo positivo all’interno del rinnovo del contratto, coordinandone l’applicabilità al settore anche alla luce di possibili modifiche legislative in materia. In coerenza con questa impostazione e con l’obiettivo di ricomposizione e riqualificazione del processo organizzativo delle imprese, il sindacato ritiene proponibile una evoluzione delle tematiche ricomprese nella terza parte del contratto, attraverso la valorizzazione professionale ed economica degli addetti al call-center, nella prospettiva di un funzionale riallocamento di queste risorse nell’ambito delle disponibilità assuntive delle imprese. Ne consegue che la formazione assume il valore di strumento imprescindibile di qualità dell’occupazione e di affermazione delle professionalità in un mercato fortemente competitivo; in qusta ottica vanno concretamente tradotte le potenzialità offerte dagli Enti bilaterali (Enbifa, For.Te), non sempre considerati e vissuti con la necessaria convinzione, per dare seguito coerente all’esigenza di qualificazione strategica del personale e per riaffermare il valore della bilateralità inteso come significativo appuntamento di partecipazione e coinvolgimento su obiettivi condivisi di eccellenza politica. Va ribadita la scelta di politica contrattuale che sappia dare, come in passato, risposte adeguate alle nuove emergenze di welfare, confermandone l’impostazione integrativa delle coperture pubbliche. L’incremento richiesto per la Long term care esplicita la volontà di completare un progetto di qualità Lavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006 17 sociale e solidaristica, consolidando il ruolo innovativo e propulsivo di un settore che, nell’ambito dell’assistenza e della previdenza, intende proporre modelli di tutela esportabili e per questo di rilevante impatto sociale. La qualità delle relazioni sindacali ha rappresentato senza dubbio una risorsa importante per governare il profondo processo di cambiamento del settore e il sostanziale recupero di economicità delle imprese. In questo contesto appare dunque ampiamente motivata l’impostazione della richiesta economica ancorata all’ambivalenza delle direttrici di una tutela reale delle retribuzioni e di un riconoscimento concreto al contributo offerto dai lavoratori allo sviluppo economico del settore assicurativo. Su questi obiettivi siamo pronti ad aprire il confronto secondo una tradizione consolidata e forte di valori basati sul dialogo sociale, la partecipazione, l’assunzione di responsabilità, la coerenza di mandato di rappresentanza. Siamo convinti che le scelte industriali delle imprese attuate con la barra rivolta all’affermazione di modelli industriali socialmente sostenibili, alla valorizzazione delle risorse umane, alla qualità del servizio, al giusto riconoscimento economico, in una logica di difesa e consolidamento dell’integrità d’impresa, possano favorire partecipazione e condivisione di obiettivi di crescita e sviluppo. coltivare un più produttivo senso di appartenenza dei dipendenti, riguadagnare la fiducia dei cittadini nei confronti di un settore che deve assicurare speranze e offrire garanzie in forme coerenti con il ruolo sociale che esso riveste nell’economia e nella società. Anche a questo è finalizzato il confronto per il rinnovo del contratto collettivo. COME CALCOLARE... Part-time orizzontale: ok ai contributi volontari a cura di Cesare Sandulli on la circolare 29 del 23 febbraio 2006 l’Inps fornisce chiarimenti in merito all’applicazione dell’art. 8 del D.Lgs. n° 564/96, riconoscendo la possibilità di effettuare versamenti volontari ai lavoratori con contratto a tempo parziale a prescindere dalla tipologia del contratto (prima della presente circolare il diritto al versamento dei contributi volontari era riservato al part-time verticale). In questi ultimi anni sono stati C fettua il part-time orizzontale. Infatti la copertura piena per i periodi non lavorati era già possibile. In questi casi la contribuzione volontaria oltre ad aumentare l’entità della pensione produce anche effetti positivi sul raggiungimento del diritto alla pensione. Facciamo un semplice esempio: un lavoratore che ha effettuato prestazioni di lavoro per 20 anni a tempo pieno e altri 20 anni lavorando solo 6 mesi all’anno, maturerà un’anzianità contributiva di sollevati dubbi sulla corretta interpretazione del soprarichiamato D.Lgs., inducendo gli interessati a non richiedere l’autorizzazione ai versamenti volontari. Questa situazione di incertezza ha spinto l’Inps a consentire la copertura dei periodi svolti a parttime dal 1° gennaio 1997 e fino a tutto il 2004. La novità sostanziale consiste nella possibilità di integrare la contribuzione Inps per aumentare l’entità della pensione per chi ef- soli 30 anni e non 40, in quanto gli ultimi 20 anni gli valgono la metà; pertanto non potrà ancora accedere alla pensione di anzianità (servono infatti 35 anni di contributi e, fino al 2007, 57 anni di età). In questo caso sarebbe stato opportuno effettuare i versamenti volontari per coprire i periodi non lavorati e poter andare in pensione 5 anni prima. Analizziamo, ora, gli aspetti più significativi della normativa che stiamo trattando. 1. Le fattispecie di rapporto di lavoro part-time e relativa copertura assicurativa. il versamento dei contributi per il periodo richiesto avrà Part-time verticale con prestazioni lavorative a tempo pieno in alcune settimane, alternate da settimane non lavorate. Funzione di copertura utile sia ai fini del diritto (requisiti per l’accesso alla pensione) che della misura della pensione (prestazione). il versamento dei contributi per il periodo richiesto avrà P art-time orizzontale Funzione integrativa con prestazioni lavorative in ogni settimana. utile ai solo fini della misura (quantità della prestazione pensionistica). il versamento dei contributi avrà P art-time misto Funzione integrativa con periodi con prestazioni lavorative settimanale ad orario ridotto e altri periodi interamente non lavorati. per i periodi con prestazioni lavorative settimanali e ➠ Funzione di copertura per i periodi interamente non lavorati IMPORTANTE: per la maturazione del diritto (requisito per l’accesso alla pensione) la retribuzione media settimanale (imponibile/settimane lavorate) deve superare il valore del minimale Inps (per il 2005: € 168,17). Pertanto tutti i lavoratori a part-time orizzontale o verticale che lavorano alcuni giorni la settimana hanno la copertura totale (52 contributi settimanali all’anno), ma possono, dal 2005, richiedere di integrare i versamenti per aumentare la prestazione pensionistica. Lavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006 18 COME CALCOLARE... 2. 3. c. Notifica dell’autorizzazione: una volta verificati i requisiti ed effettuati i relativi calcoli per definire l’ammontare del versamento volontario, l’Inps provvederà ad inviare all’interessato l’autorizzazione ed il bollettino per il versamento mediante lettera raccomandata con ricevuta di ritorno; d/ Termine di versamento: i versamenti dovranno essere effettuati entro e non oltre la fine del trimestre successivo a quello di notifica dell’autorizzazione. I versamenti effettuati in ritardo saranno inefficaci e verranno restituiti, senza maggiorazione per interessi. Autorizzazione, notifica e termine di pagamento dei versamenti volontari a. Requisito contributivo: sono autorizzati ai versamenti volontari coloro che possono far valere almeno un anno di contribuzione effettiva nel quinquennio precedente la data della domanda; b. Termini di presentazione della domanda: entro i 12 mesi successivi alla data di scadenza ordinaria del termine per la consegna del CUD da parte dei datori di lavoro (30 marzo). Pertanto la richiesta di autorizzazione ai versamenti volontari per i periodi non coperti nel 2005, va presentata entro il 30 marzo del 2007; Alcune considerazioni a. L’autorizzazione dell’Inps non obbliga il richiedente ad effettuare i versamenti. Pertanto può essere utili fare comunque la richiesta, salvo poi decidere, anche tenuto conto dell’onere economico da sopportare, se effettuare il versamento. Ciò vale ancor più nei casi di copertura totale per la maturazione del diritto alla pensione; b. La convenienza dei versamenti integrativi utili ad aumentare la quantità di pensione che si andrà a percepire va valutata singolarmente sia in considerazione della situazione personale contributiva, sia rispetto al tipo di calcolo della pensione (retributivo, contribu- tivo o misto). Generalmente non conviene in quanto le somme versate, anche se assoggettate a prelievo fiscale agevolato, si recuperano in circa 15/20 anni di pensione. Potrebbe essere più allettante aumentare, per esempio, la contribuzione ad un fondo complementare. 4. Riscatto È possibile, in ogni momento, in alternativa ai versamenti volontari, riscattare i periodi di contribuzione ridotta o assente a causa del part-time. L’entità del riscatto varia in relazione all’età, al periodo da riscattare, al sesso e alla retribuzione e, quasi sempre, risulta più oneroso. 5. Esempio di calcolo della pensione di un part-time orizzontale Esempio di calcolo per un lavoratore (3ª area, 3° livello) con 35 anni di contributi di cui 9 lavorati a part-time orizzonale in rapporto di 2/3 dell’orario intero interamente a tempo pieno calcolo lordo media stipendio ultime 520 marche (pari a 10 anni di contributi) 36.000,00 netto tempo pieno + part-time rapp. % lordo/netto lordo 67,38 36.000,00 24.256,00 24.256,00 rapp. % lordo/netto 67,38 calcolo della pensione sulla base di 26 anni lavorati a tempo pieno e 9 a part-time di 2/3. Quindi 26 + 6 (9 x 2 : 3) = 32 x 2 = 64% della calcolo della pensione sulla base di 35 anni di contribuzione svolti a tempo pieno. Quindi 2% annuo per 35 = 70% della media dello stipendio degli ultimi 10 anni importo pensione annua netto media dello stipendio delle ultime 520 marche. 25.200,00 19.624,00 77,87 23.040,00 18.109,00 importo pensione mensile 1.938,46 1.509,54 77,87 1.772,31 1.393,00 78,60 78,60 raffronto stipendio netto da pensionato con stipendio netto da lavoratore dipendente in servizio in pensione rapporto % con 35 anni lavorati a tempo pieno 24.256,00 19.624,00 80,90% con 26 anni a tempo pieno e 9 a part-time 24.256,00 18.109,00 74,66% 1.515,00 6,25% differenze Nota: Per i dipendenti bancari e assicurativi, la media degli ultimi 10 anni di stipendi (rivalutati in base all’indice Istat) è molto vicina allo stipendio percepito nell’ultimo anno; nel nostro caso 36.000 euro (in alcuni casi è anche superiore). Pertanto, nell’esempio, abbiamo utilizzato per ambedue i calcoli lo stesso importo di 36.000 euro. Lavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006 19 CIA RINNOVI Sanpaolo, un accordo che crea nuovi posti di lavoro di Mauro Incletolli L’ 11 maggio 2006 è stato raggiunto l’accordo per il Cia San Paolo Imi e San Paolo Banco di Napoli che aveva come prerogativa tre obiettivi principali: contratto unico per tutte le banche reti; azionariato diffuso; assunzioni in tutto il paese con particolare riferimento al Mezzogiorno e alle piazze interessate da pesanti ristrutturazioni. In sintesi l’accordo prevede: Sistema Incentivante e pressioni Commerciali Applicazioni di principi condivisi volti ad evitare comportamenti e azioni non conformi alla deontologia professionale e al rispetto della professionalità e della dignità delle persone; Le campagne di prodotto dovranno rispettare le esigenze dell’azienda e della clientela; Innalzamento dal 2007 della quota minima spettante a tutto il personale, (in caso di raggiungimento degli obiettivi generali di Filiale/ente centrale), a 550 Euro; Dal 2007 la quota relativa alla valutazione dei comportamenti, è sostituita da una quota legata agli obiettivi qualitativi, che dovranno misurare il contributo individuale per il raggiungimento dei risultati. Assunzioni Assegnazioni di attività stabili sulla piazza di Napoli, con 50 assunzioni nel 2006 e 50 nel 2007. Apprendistato e Contratti di inserimento 1. Impegno dell’azienda, in caso di esigenze di personale, di conferma del personale a tempo indeterminato. 2. Azionariato dall’anno 2007 3. Adeguamento dei mutui alle condizioni agevolate, al momento della conferma a tempo indeterminato. Per gli apprendisti: • Contribuzione aziendale al Fondo Pensioni del 3% (3,50% dal 2008) a partire dalla data di assunzione; • Computo di un biennio di anzianità per gli automatismi economici • Certificazione della formazione effettuata • Riconoscimento, ai fini degli automatismi aziendale, dell’eventuale periodo prestato a tempo determinato Per i contratti di inserimento: Computo dell’intero periodo ai fini degli automatismi aziendali e trasferimenti a richiesta Valutazione Il sistema di valutazione sarà scollegato dal sistema incentivante, e dovrà individuare le competenze professionali nelle diverse attività, al fine di orientare la crescita professionale e inquadramentale; Inquadramenti La nuova organizzazione aziendale prevede, da un lato, una maggiore specializzazione sui clienti con elevate attività finanziarie e una gestione in monte della restante clientela e, dall’altro, un accentramento delle funzioni commerciali di coordinamento nelle aree. Pertanto con decorrenza 1/7/2006 le nuove normative sugli inquadramenti prevedono: • referente territoriale personal (QD1 senza percorso); • referente territoriale privati (QD1 senza percorso formativo); • gestore territoriale Small Business (QD1 senza percorso); • responsabile modulo personal con 7 addetti (QD2); Formazione Formazione a distanza (on-line) con postazioni dedicate; Dotazione di strumenti per personale diversamente abile; Incremento del limite delle spese sostenute. Lavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006 20 CIA • gestore Small Business; • percorso professionale (36 mesi) per il sostituto del Direttore nelle Filiali da 6 o più addetti; • è salvaguardato il completamento dei percorsi professionali in essere con il riconoscimento del relativo inquadramento A fronte dell’aumento del numero degli addetti per l’inquadramento dei direttori, è stata aumentata l’indennità di direzione, che è correlata al grado di complessità della filiale (somma attività finanziarie e impieghi) e erogata anche ai QD3 e QD4. È salvaguardato l’inquadramento per i Direttori che percepiscono l’indennità di grado superiore. Premio di produttività e azionariato Incremento del premio di produttività dell’8% con importo medio (3°A 3L) pari a 2.007,85 Euro. Opzione per tutti i colleghi di azioni a fronte di una parte del premio di produttività in rapporto 1 a 2 (516,46 Euro a fronte di 1.032,91 Euro di azioni per le aree professionali, 774,68 Euro a fronte di 1.549,37 per i QD1 e QD2, 1.032,91 Euro a fronte 2.065,83 per QD3 e QD4 e ruoli chiave). Responsabilità sociale di impresa Costituzione di una commissione tecnica mista sulla responsabilità sociale di impresa con compito di analisi, proposta e progetto sulle tematiche individuate nel Protocollo del 16/6/2004. Parte Economica Con decorrenza 1/1/2008 la contribuzione minima nei Fondi Pensione è elevata al 3,50% per tutto il personale; aumento dell’assegno per famigliare portatore di handicap (2.300 Euro); costituzione di una Commissione tecnica per l’introduzione di una copertura “Long term care” dal 1/1/2007; introduzione di una polizza sanitaria per il personale ex Banco di Napoli, collocato in pensione dal 2003; mobilità con normativa omogenea per tutte le Banche reti (che non prevedono trattamento di pendola- rismo e garanzie normative), per i futuri trasferimenti è stata aumentata a 20 Km la soglia dalla quale scatta il trattamento economico è ridotti a 5 i giorni di diaria forfetaria, mentre sono state aumentate del 10% le tabelle economiche per i trasferimenti oltre i 30 Km e del 20% per quelli oltre 40 Km; aumento delle tabelle auto e plafond viaggi di rientro (dal4% al 12%), 6% indennità di pendolarismo, adeguamento dei trattamenti economici in base agli incrementi delle tabelle Aci; aumento Apc elasticità di cassa (3.000/6.000/9.000 Euro); aumento Apc con piano di rientro (20.000 Euro); aumento mutui a 210.000 Euro (120.000 prima fascia e 90.000 seconda), con possibilità di finanziare il 100% del valore dell’immobile per prima casa e 80% seconda casa e di estendere la durata a 30 anni; costituzione di un fondo per erogazione mutui ai lavoratori con contratti atipici. Monte dei Paschi di Siena, un contratto di solidarietà intergenerazionale di Manuela Anichini Q uello siglato da Banca Monte dei Paschi è il primo rinnovo di contratto integrativo del settore, che guardi tanto alla parte salariale, quanto a quella normativa. Proprio la scelta delle tempistiche giuste ha caratterizzato il nostro impegno di sigla, nella convinzione che fosse opportuno attendere l’in- carico del nuovo direttore del personale, ma estremamente rischioso protrarre la trattativa oltre la scadenza del Cda. Sulla scorta del consenso assembleare abbiamo chiesto un tavolo informale con il direttore generale, presentandoci coesi e fermi su quei temi che giudicavamo irrinunciabili. Abbiamo rilanciato per Lavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006 21 spostare la percentuale di salario da riconoscere ai colleghi, puntando soprattutto sui giovani e sui quadri direttivi, non dimenticando le categorie di anzianità intermedie, sia per ciò che riguarda l’aspetto economico (vap, incentivi e previdenza), sia per le garanzie normative, leggi stage a Qd2 e Qd3 e percorsi CIA professionali, che, siamo unici nel settore ad aver costruito. Tutti mandati condivisi precedentemente nella fase di stesura della piattaforma, che siamo riusciti a tramutare in risultati concreti senza chiedere, ci teniamo a sottolinearlo, sacrifici ai lavoratori in termini di mobilitazione. Questo il percorso che ha portato ad un Cia, che si potrebbe definire di solidarietà intergenerazionale. Riteniamo elemento di forte positività l’innalzamento del Basic dal 50% al 60% sulla materia del salario incentivante, risultato che oltretutto limita lo spazio discrezionale dei riconoscimenti economici. Analogamente abbiamo agito per la cifra fissa da riconoscere ai colleghi delle strutture centrali, compresi commessi e salariati. La categoria dei Quadri direttivi ha visto riconosciuto lo straordinario 2005 per il primo e il secondo livello, nonché la normazione della stessa materia per gli anni a venire. Inoltre siamo riusciti ad inserire un compenso economico connesso al trasferimento, in alternativa alla fornitura alloggio, e a confermare l’indennità per i primi quattro giorni delle missioni a lungo raggio. Quanto agli stage è stata superata un’evidente stortura. Il concorso a QD1 creava di fatto figure difficili da utilizzare, spesso inserite fuori ruolo, lasciando insoluta la necessità di reperire nuovi Titolari d’Agenzia. Ecco quindi la proposta accettata di sostituire la selezione con una che promuovesse al grado di QD2. Confermati al contempo gli stage a QD3, mentre per entrambe le categorie è stata abbassata l’anzianità per l’accesso. I neo assunti riceveranno un tratta- Previdenza complementare Banco di Sicilia, finalmente l’accordo È stata siglata il 26 aprile scorso, dopo una lunga e complessa trattativa, l’intesa sull’istituzione della previdenza complementare per le lavoratrici ed i lavoratori del Banco di Sicilia. Si tratta di un accordo di fondamentale importanza per i lavoratori del Banco, che da anni chiedevano di poter guardare con maggiore serenità al proprio futuro pensionistico, in linea con gli altri colleghi del settore creditizio. È senza dubbio un successo dell’attuale segreteria di coordinamento della Fiba/Cisl del Banco di Sicilia che, unitamente alle altre organizzazioni sindacali, e con il supporto costante e determinante della segreteria nazionale, in particolare del segretario di riferimento del gruppo Capitalia Sergio Girgenti, e con la prestigiosa consulenza tecnica del prof.Angelo Pandolfo, designato dalla federazione nazionale per garantire che le soluzioni tecniche fossero le migliori e più vantaggiose possibili per i lavoratori, ha speso tutto il suo impegno per il raggiungimento di un obiettivo tenacemente perseguito Obiettivo che oggi finalmente colma un vuoto che durava ormai da troppi anni, e faceva dei dipendenti del Banco di Sicilia i “parenti poveri” del comparto bancario. L’intesa raggiunta prevede: per i lavoratori attivi l’accesso al Fondo aperto Capitalia Asset Management, con la possibilità di scegliere tra sei linee di investimento caratterizzate da differenti livelli di rendimento e – correlativamente – di rischio, oltre alle quali sono in atto in fase di approvazione presso l’Organismo di Vigilanza ulteriori due linee pensate proprio per chi preferisce un investimento del tutto “tranquillo” con il massimo di garanzie possibili. La contribuzione a carico dell’azienda sarà pari al 2% dell’imponibile Tfr su base annua il contributo personale sarà pari ad almeno l’1%.Tale previsione è estesa anche ai lavoratori di provenienza ex Sicilcassa così come a quelli assunti dopo il 1 gennaio 1991. – la restituzione integrale dei contributi personali versati dai lavoratori del Banco a far data dal 1 gennaio 1998 fino al 30 giugno 2006; – il riconoscimento del maturato previdenziale individuale, attualizzato al 30/6/2006, nonché i contributi datoriali e personali. – un ulteriore incremento degli “zainetti” previdenziali utilizzando risorse aggiuntive pari a circa 15 milioni di euro che la buona riuscita della operazione di riforma libererà – la possibilità del lavoratore al momento del pensionamento di optare per la capitalizzazione in unica soluzione del montante pensionistico maturato Per i pensionati l’intesa prevede: – La possibilità di riscatto della propria rendita pensionistica attualizzata nella misura decrescente del 100% nel primo mese di offerta di adesione (30/6/2006), 97% nel secondo mese, 94% nel terzo mese. – La fruizione di un pacchetto di agevolazioni creditizie dedicato ai pensionati che aderiranno all’accordo e che contiene condizioni di miglior favore sia in materia di investimenti che di depositi. Per gli ex lavoratori del BdS transitati in aziende del Gruppo Capitalia: – Vengono riconosciuti a coloro i quali optano entro il 30/6/06 le stesse dotazioni iniziali previste per i lavoratori in servizio al Banco. Per gli ex lavoratori del BdS transitati in aziende esterne al Gruppo: – viene riconosciuto il valore attuale della rendita pensionistica calcolata alla data delle cessazione del rapporto col Banco. Si tratta, dunque, di un accordo che contempera le esigenze di tutte le categorie interessate, dai lavoratori in servizio attivo, a coloro che sono transitati in altre realtà lavorative, nonché ad esodati e pensionati, garantendo a tutti un trattamento di massimo favore, e che nel contempo recupera equità per le categorie che sinora erano del tutto sprovviste di copertura pensionistica integrativa. Nella consapevolezza che la materia pensionistica non è di semplice approccio, e che per una compiuta valutazione dei vantaggi che l’intesa presenta (e per chiarire i dubbi che si possono presentare), occorre un supporto tecnico, il sindacato ha già avviato un giro di assemblee in tutte le piazze, e si è, come sempre, reso massimamente disponibile ad incontrare personalmente tutti coloro che lo richiederanno per operare una scelta pienamente consapevole. Gino Sammarco Lavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006 22 CIA mento economico pari al 90% degli attuali impiegati di prima, vap compreso, e potranno usufruire, in forma volontaria, dell’inserimento nei percorsi professionali, rivolti tanto alla rete quanto alle strutture centrali e finalizzati all’accrescimento di conoscenze e competenze. Questa innovazione garantisce un percorso di carriera trasparente a favore delle nuove generazioni, limitando la descrizione dell’azienda, chiamata a condividere con le oo.ss momenti di informativa e di verifica. Il premio aziendale resta uno degli elementi solidaristici ad unire il complesso dei dipendenti. La cifra globale messa a disposizione è stata ampiamente innalzata, mentre è stato confermato il riconoscimento della quota B, che rinnova la nostra attenzione in merito all’azionariato dipendenti. Altra materia di comune interesse riguarda l’innalzamento al 2,50% della contribuzione ai fondi complementari di previdenza a carico dell’azienda. Mentre di valenza specifica, ma irrinunciabile, sono l’in- Banca Carige, un accordo completo di Monica Sebastiani I n data 24 aprile è stata siglata l’ipotesi di intesa del nuovo Cia Banca Carige che sarà sottoposta nel mese di maggio alla valutazione dei colleghi con assemblee che si terranno capillarmente su tutto il territorio di presenza della banca. Riteniamo particolarmente significativo essere riusciti a raggiungere intese non solo sugli stretti demandi del ccnl alla contrattazione di secondo livello, ma anche su altre materie peculiari della nostra azienda tradizionalmente trattate congiuntamente al cia con accordi a latere o valutazioni congiunte tra le parti che l’azienda era intenzionata a non affrontare. Riteniamo i contenuti dell’accordo soddisfacenti sia per la parte economica che normativa e vi elenchiamo di seguito solo i punti più salienti dato che il testo integrale dell’accordo è disponibile in rete. Premio aziendale Revisione migliorativa del parametro di riferimento per l’erogazione degli importi nelle misure massime; pagamento di 450 euro quale arretrato per il 2004, aumento di 800 euro per il Vap relativo al 2005 e di 850 per quello relativo al 2006. Le cifre si riferiscono al 3A3L e sono riparametrate secondo le previsioni del ccnl. Condizioni igienico ambientali e sicurezza Estensione agli Rls delle normative previste su queste materie dal cia in scadenza ed ampliamento delle stesse. Organici Verifica congiunta delle parti entro il 3° trimestre 2007 dell’impatto che la ristrutturazione del back office avrà avuto sugli stessi. Inquadramento delle nuove figure professionali Per la prima volta siamo riusciti a contrattare e normare una prima anche se parziale previsione di inquadramenti nella nostra azienda che ha sempre rifiutato in passato di afLavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006 23 novazione della polizza Lct (long terme care, ossia una rendita vitalizia a favore di un collega che perda l’autosufficienza) nonché una serie di adeguamenti in merito alle indennità, da quella di pendolarismo a quella di preposizione, da quella di sostituzione a quella relativa ai neo-assunti. Questi in estrema sintesi gli elementi di un contratto integrativo che ribadisce specificità e caratteristiche della banca Monte dei Paschi e che lascia aperte al sindacato le vie per la futura contrattazione. frontare questo argomento con il sindacato. Per i Private e i Corporate junior sono previsti inquadramenti minimi che vanno da 3A2L a 3A4L. Quadri direttivi Rafforzamento del recupero in autogestione delle prestazioni eccedenti con l’introduzione della possibilità di fruirne anche a giornata intera. Limitazione della discrezionalità aziendale nella remunerazione delle prestazioni significativamente eccedenti con la previsione di una fascia minima di ore alle quali corrispondono importi individuati tra le parti. Accordo di gruppo sulla ristrutturazione del Back Office Nella stessa data è stato siglato un accordo di gruppo sulla ristrutturazione organizzativa della rete di sportelli del Gruppo Banca Carige che prevede importanti garanzie per tutti i colleghi in particolare dal punto di vista dell’occupazione. Tutti i dipendenti del gruppo assunti entro il 30/6/2007 che saranno adibiti al polo di Back Office avranno fino al 31/12/2018 il diritto di optare per rimanere nella banca di provenienza in caso di esternalizzazione del polo stesso o di creazione di società terza. LEGALE a cura di Luigi Verde L’assenza dal domicilio del lavoratore in malattia, in occasione della visita di controllo da parte del medico incaricato dall’Inps, può ritenersi giustificata se il lavoratore si è recato presso un centro specializzato per sottoporsi a terapie Riteniamo utile segnalare ai lettori della nostra rubrica i contenuti salienti della sentenza della Cassazione, sezione lavoro, n. 8012 del 6 aprile 2006, la quale conferma, in materia di assenza del lavoratore alla visita medica di controllo, l’orientamento, consolidatosi negli ultimi tempi, della Suprema Corte ad attenuare il rigore assoluto della giurisprudenza precedente. Con ricorso al Tribunale di Savona, O.M. impugnava il provvedimento disciplinare adottato nei suoi confronti dalla s.p.a. Poste italiane. La ricorrente sosteneva che, mentre si trovava ammalata a causa della ricaduta conseguente ad infortunio sul lavoro, essa era stata assoggettata a visita fiscale illegittima, in quanto non consentita dalla vigente normativa. Comunque, poichè essa lavoratrice si trovava assente dal domicilio onde seguire un ciclo di cure presso un istituto convenzionato, il giorno successivo si recava presso l’ambulatorio medico-legale e si sottoponeva a visita di controllo, con esito per lei favorevole. Il Tribunale rigettava la domanda della lavoratrice. La medesima proponeva appello, ribadendo le tesi sostenute in primo grado. La Corte di Appello di Genova riformava la sentenza di primo grado dichiarando illegittima la sanzione disciplinare irrogata. Questi, tra gli altri, i motivi della sentenza di appello: disciplina in materia è rigorosa, in quanto persino la mancata risposta al campanello è addebitatale al lavoratore per incuria e negligenza. Ma la Corte ha rigettato il ricorso, deducendo che le motivazioni addotte sono infondate. La giurisprudenza citata dalla ricorrente Poste Italiane, ha osservato infatti la Cassazione, risalente agli anni 1999-2002, seguiva un indirizzo rigoroso in tema di assenza a visita fiscale (vedi, tra le altre, le sentenze nn. 5150/99 e 15766/2002) che, però, successivamente è stato attenuato, con l’affermazione che “ in tema di indennità di malattia, il giustificato motivo di assenza, necessario per escludere la sanzione per il mancato reperimento del lavoratore alla visita di controllo durante le fasce orarie di reperibilità, non si identifica esclusivamente con lo stato di necessità o di forza maggiore, potendo essere, invece, costituito, alla stregua della sentenza n. 78.1988 della Corte Costituzionale, anche da una seria e valida ragione, socialmente apprezzabile – la cui dimostrazione spetta al lavoratore – quale quella di far constatare l’eventuale guarigione dalla malattia, al fine della ripresa dell’attività lavorativa “. Tale indirizzo viene ribadito dalla giurispru- – la sanzione disciplinare può essere irrogata al dipendente il quale, col suo comportamento, dimostri di avere inteso sottrarsi al controllo medico; – non è quindi sufficiente la mera assenza del lavoratore alla visita domiciliare, ma occorre dimostrare che egli abbia dolosamente inteso sottrarsi al detto controllo; – il che non ricorre, secondo la Corte, nella fattispecie, dato che la lavoratrice si trovava, pacificamente, presso un centro specializzato per effettuare la prescritta terapia e, il giorno seguente, ben volentieri si è sottoposta a controllo medico. La spa Poste Italiane ha proposto ricorso per Cassazione, sottolineando – in particolare – che, ai sensi della vigente normativa, il lavoratore deve sempre rendersi reperibile al proprio domicilio nelle fasce orarie previste per il controllo e che la mera assenza costituisce causa di irrogazione della sanzione disciplinare, a prescindere dal motivo dell’assenza medesima. La ricorrente ha citato giurisprudenza in tal senso della stessa Corte di Cassazione. Nè rileverebbe, sempre secondo la ricorrente, che, il giorno successivo alla mancata visita domiciliare, il lavoratore si sia recato spontaneamente alla visita di controllo, deducendo che la Lavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006 24 denza successiva: tra le altre, Cassazione n. 22065/2004, n. 14735/2004, n. 15446/2004. Queste sentenze stabiliscono che la sanzione non è irrogabile se il lavoratore prova che l’assenza da casa è stata determinata da un “giustificato motivo”. Al di là delle ipotesi di giustificato motivo previste da alcuni contratti collettivi, si è consolidato – anche con le tre sentenze succitate – un orientamento della Suprema Corte tendente a dare rilevanza, oltre che ai casi di vera forza maggiore, a tutti quei motivi che possano ricollegarsi al soddisfacimento di interessi meritevoli di almeno pari tutela. Va poi detto che, secondo la Corte, ai principi come dianzi affermati in via generale, in base ai quali l’assenza dal domicilio per seguire un ciclo di cure può essere apprezzato dal giudice di merito quale giustificato motivo del mancato controllo, va aggiunta – nel caso specifico – l’interpretazione del ccnl, operata dalla Corte di Appello, secondo la quale ad integrare l’infrazione contestata alla lavoratrice non è sufficiente la mera assenza domicilio del lavoratore, occorrendo anche che ad essa si accompagni la volontà del lavoratore stesso di sottrarsi alla visita di controllo, circostanza questa che nella specie è stata negata. servizio legale nazionale RECNSIONI a cura di Anna Masiello Letture atipiche Sono numerose le pubblicazioni, che, sotto forma di manuali, saggi, o indagini sociologiche cercano di analizzare il mondo del lavoro atipico, sempre più tipico, verrebbe da osservare, considerato il numero crescente dei lavoratori coinvolti. Tra tante, emerge originale la voce di Alessandro Bajani, già autore, lo scorso anno, del fortunato Cordiali saluti (Einaudi, 2005), il cui protagonista era uno scrittore “appassionato e struggente” di lettere di licenziamento. Nella sua ultima fatica, Mi spezzo ma non mi impiego il giovane autore (classe 1975, ex co.co.co., già co.pro., attualmente una Partita Iva, senza che il suo lavoro abbia subito sostanziali mutamenti), affronta l’argomento precarietà, raccontandone le varie sfaccettature con piglio satirico, l’unico possibile per fronteggiare il malessere che l’esplorazione di questo mondo inevitabilmente procura. Guida di viaggio per lavoratori flessibili, recita il sottotitolo: in effetti il libro è costruito come una guida turistica, poggiandosi per tutte le 150 pagine sulla illuminante, quanto dolorosa, analogia tra il lavoro a termine e il viaggio. Il tutto nasce dall’osser- vazione delle agenzie di lavoro temporaneo e dal confronto con le agenzie di viaggi: entrambi cercano di attrarre i clienti con numerosi foglietti attaccati sulle proprie vetrine con proposte di mete per un certo periodo, “solo che in un caso sono due mesi a New York, nell’altro tre mesi in un callcenter”. Sono tipologie di vacanze diverse: la vacanza tradizionale interrompe la routine dell’ufficio, quella dell’agenzia di lavoro temporaneo propone una vacanza dalla disoccupazione. Il lavoro, come il viaggio, è visto come un’esperienza, oggi fai il cameriere, domani il segretario, e così via. Per chi è disoccupato e frequentatore abituale di agenzie di lavoro temporaneo, è diventata un’abitudine avere contratti di lavoro di tre settimane, di due mesi o di un anno, e, proprio come un viaggiatore, è abituato a tenere la valigia sotto il letto, a cambiare ambiente, persone, vestiti, ruoli con facilità. Come per i viaggi sono previsti una serie di preparativi, così per prepararsi alle nuove esperienze ci sono miriadi di corsi e master, su qualunque argomento, dal public speaking alla fale- INDOVINA DALL’INCIPIT: “Ecco, per stilare una classifica, le cinque più memorabili fregature di tutti i tempi, in ordine cronologico: 1) Alison Ashworth, 2) Penny Hardwick, 3) Jackie Allen, 4) Charlie Nicholson, 5) Sarah Kendrew. Ecco quelle che mi hanno ferito davvero.” Inviare la soluzione a [email protected]. Sarà pubblicato il nome del primo lettore che indovinerà la risposta esatta. La risposta al quesito del numero 2/06 era L’IDENTITÀ di Milan Kundera. Il primo lettore ad indovinare è stato: Cacciaglia Paolo. gnameria ecologica a come si diventa toelettatore di animali. Bisogna arrivare alla fine del libro per scoprire che esiste qualcosa di più precario dei lavoratori precari e cioè i dati che li riguardano; nelle ultime pagine infatti sono riportati i numeri e le fonti istituzionali, risulta disarmante confrontarli e verificarne la palese incoerenza. Il vero obiettivo di questo ‘reportage satirico’, come lo ha definito l’autore, è quello di uscire dalla retorica della flessibilità e parlare piuttosto della precarietà e di tutto ciò che essa comporta, farlo sorridendo permette di avvicinare il grande pubblico a questi argomenti che rischiano di rimanere fra addetti ai lavori. Andrea Bajani, Mi spezzo ma non mi impiego, Einaudi,Torino, 2006. Due domande a… Raffaele Bonanni Il matematico impertinente Abruzzese, nato in provincia di Chieti il 10 giugno 1949, Raffaele Bonanni da fine aprile di quest’anno ha sostituito Savino Pezzotta alla guida della CISL. Ha iniziato la attività sindacale nella sua regione nel 1972 come operatore dopo aver frequentato il “corso lungo” al centro studi Cisl di Firenze. Ha vissuto una lunga esperienza sindacale alla guida di importanti strutture regionali e di categoria della Cisl. Nel 1998 è entrato in segreteria confederale e si è occupato in questi anni di mercato del lavoro, formazione professionale, trasporti infrastrutture e politiche per il Mezzogiorno. È sposato, e ha due figli.Tra le sue passioni ci sono la musica (suona il pianoforte e la chitarra), il cinema, l’informatica, la moto, le lunghe passeggiate in bicicletta sulle rive del Tevere, e ovviamente la lettura. Quale libro ha cambiato la sua vita? È difficile parlare di una lettura in particolare. Fin da ragazzo ho avuto una passione per i saggi di storia, soprattutto quelli che riguardavano la Storia Risorgimentale; ho sempre trovato appassionante ed utile approfondire la conoscenza dei problemi, delle questioni, delle passioni e delle idee che hanno portato alla costruzione dell’unità politica del nostro Paese. Quale libro ha attualmente sul comodino? Due libri, come si dice, poderosi. Sono due testi di economia che si occupano entrambi di privatizzazioni. Il primo è “Capitalismo opaco” di Guido Rossi e il secondo è l’ultimo di Francesco Gavazzi (Lobby d’Italia, le anomalie della politica, Rizzoli, 2005). Sono testi essenziali per mettere a fuoco un argomento che spesso nel bene e nel male viene mitizzato senza analizzarlo ed aiuta a comprendere le occasioni che si sono perse quando si sono effettuate le prime privatizzazioni in settori essenziali dell’economia italiana. Matematico di chiara fama e impertinente per sua ammissione, Piergiorgio Odifreddi raccoglie in questo libro, giunto in pochi mesi alla sesta edizione, alcuni scritti in parte già apparsi sulle riviste alle quali collabora. L’autore chiarisce fin dal prologo il senso del titolo: impertinente è da intendersi non nel significato comune del termine, cioè arrogante e insolente, ma in senso letterale, nel senso di colui che non appartiene. Dichiara infatti di non appartenere alla politica, alla religione e alla filosofia imperanti, considerando dunque “l’impertinenza come un buon modo, a volte l’unico possibile, di affrontare i problemi in maniera pertinente.” Il libro si divide in sei sezioni (storia e politica, religione, lingua e letteratura, logica, matematica, scien- Lavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006 25 ze) ognuna si apre con un’intervista immaginaria ad un personaggio storico (Hitler, Gesù, Dante, Aristotele,Archimede e Newton) e si chiude con un’intervista vera ad un personaggio contemporaneo (Noam Chomsky, il Dalai Lama, Josè Saramago, Saul Kripke, John Nash e James Watson).Tra le due interviste troviamo articoli, racconti, piccoli saggi che affrontano vari aspetti della nostra realtà utilizzando un approccio razionale, a tratti un po’ polemico, ma sempre permeato da una sottile ironia. Tra le interviste immaginarie, da segnalare l’intervista a Gesù dove decisa è la critica alla Chiesa e alla interpretazione umana del suo messaggio, e quella ad Archimede, il più grande matematico della storia a cui fa dire il suo pensiero sulla funzione della scienza, che deve servire non a padroneggiare la natura, ma a sentirsi parte di essa comprendendola per mezzo della ragione. La razionalità è infatti, attraverso la scienza, la matematica e la logica, l’unico strumento corretto per interpretare il mondo, non certo la religione e l’astrologia che la fanno invece da padrone nelle scuole e in televisione. Questa la tesi di Odifreddi, che nelle conclusioni si augura vivamente che sempre più giovani si accostino allo studio delle materie scientifiche, se ne avvantaggerebbe la società civile che potrebbe comprendere maggiormente e contribuire attivamente al progresso scientifico, anziché “subirlo passivamente, alla maniera degli idioti tecnologici”. Piergiorgio Odifreddi, Il matematico impertinente, Longanesi, Milano, 2005. COME ERAVAMO Quando c’era ancora la lira Ricordi, tra il serio ed il faceto, di vita quotidiana bancaria prima, 5 milioni di lire, una piccola fortuna per quei tempi, tutti in piccolo taglio, per lo shopping a terra! Ci eravamo dovuti alzare alle quattro di mattina, per essere puntuali in banca alle cinque. La nave arrivava al porto alle nove, ma bisognava preparare le banconote, i documenti di accompagno, passare i controlli della polizia portuale, la dogana. Finalmente, passate tutte le ispezioni, arrivammo alla nave da crociera, bellissima, sontuosa, principesca, un sogno ad occhi aperti. Allora ero un Testimonianza raccolta da Paola Vinciguerra S trano ma vero: sino alla fine degli anno ‘60, i sistemi di sicurezza in banca non esistevano. La banca era come un qualsiasi negozio: stessi gli orari di apertura al pubblico, identica mancanza di controlli all’ingresso. Difficile da immaginare oggi: porte blindate, metal detector, casse bunkerizzate, vigilantes, casseforti con apertura temporizzate, videocamere a circuito chiuso… Gli anni ‘70 – con le prime rapine, spettacolari quanto sanguinarie e inaspettate, ed il clima generale di violenza – segnarono uno spartiacque in questo senso. Prima di quegli anni, noi cassieri non avevamo alcuna tutela, alcune casse avevano un piccolo vetro che li separava dalla sala, ma questo non impediva ai clienti nervosi e un po’ irruenti di scaraventarci addosso oggetti. Come successe a me un giorno quando un cliente, che aveva avuto un diverbio con un mio collega, mi fece arrivare addosso una spugnetta col suo contenitore di vetro! Ma la cosa più sorprendente è che alla fine della giornata lavorativa, ogni giorno, 2 cassieri con la macchina della banca giravano per tutte le filiali di città per ritirare il contante e depositarlo presso la cassa centrale. Senza scorta, senza armi, senza particolari protezioni o cautele. Noi che lavoravamo alla sede centrale, in centro città, la sera ci toccava an- dare a fare il giro dei grandi magazzini a ritirare l’incasso del giorno. A piedi. I clienti, che ci incontravano per strada, carichi di sacchi di iuta contenenti spesso decine di milioni di lire, ci sbeffeggiavano bonariamente: “Dove andate con tutti quei soldi? che dite, avete qualcosa per noi?”, insomma tutti sapevano, sarebbe stato facilissimo, banale, rapinarci, eppure non ci succedeva niente, non ci è mai successo niente!! Un altro servizio, inconcepibile oggi, che eravamo tenuti a fare, era il cambio di valuta. Non quello che si fa oggi allo sportello, ma direttamente dove arrivavano i viaggiatori stranieri, ad esempio al porto. Mi ricordo una volta, sarà stato il 1963 o il 1964, era domenica, arrivava nel porto della mia città una nave da crociera lussuosissima carica di turisti americani, traduzione = ricchi e spendaccioni! La mia banca era riuscita ad aggiudicarsi il privilegio di gestire il cambio di valuta e incaricò me ed altri tre colleghi del delicato e prestigioso compito. Eravamo un cassiere, un aiuto cassiere, un impiegato ed un funzionario dell’ufficio cambi. I soldi erano stati preparati due giorni Lavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006 26 giovanotto scapolo di 24 anni, e non nascondo che in cuor mio speravo magari in un incontro, una dolce avventura, chissà… Non appena mettemmo piede sulla nave i sogni si infransero contro la dura realtà: la media dell’età dei passeggeri era 75 anni!! Delle cariatidi, capelli bianchi o tinture improbabili, dentiere, pelle raggrinzita e bruciacchiata, cappellacci di paglia, che avvilimento! Ma la delusione più grande fu per la banca: due giorni di lavoro – compresa una riunione nella quale il megadirettore ci aveva dato indicazioni su come dovevamo vestirci, comportarci, muoverci e rivolgerci agli illustri ospiti – una notte di sonno perduta e una domenica di lavoro per quattro persone (ma senza compenso straordinario, ovviamente!!), per cosa? Complessivamente l’intera operazione si era tradotta in soli 77 dollari cambiati, per un totale di circa 4.200 lire!! E noi ne avevamo portati ben 5 milioni! E come incentivo? Una stecca di sigarette americane per il funzionario e qualche pacchetto per noi impiegati. Insomma brutti, vecchi e pure tirchi! Come distruggere in poche ore un sogno americano coltivato per anni… I SERVIZI DELLA FIBA CISL La Fiba cerca di offrire ai propri iscritti opportunità di risparmio, dalla spesa quotidiana agli acquisti straordinari. Come iscritto, ti sono riservati vantaggi e servizi. 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Se non sarai ancora soddisfatto, potrai sempre decidere di non accettare la conciliazione. La procedura di conciliazione è un modo facile, efficace e veloce per risolvere i tuoi problemi. Ecco come AVVIARE LA CONCILAZIONE: Compila il modulo, che trovi riprodotto nel nostro sito, nel modulo vengono richiesti i dati anagrafici, i riferimenti assicurativi essenziali, le circostanze che portano alla richiesta di conciliazione; inoltre è presente una sezione nella quale si conferisce mandato all’associazione dei consumatori, in questo caso l’ ADICONSUM, ad avviare il tentativo di conciliazione. Spedisci il modulo e gli allegati all’indirizzo: • SOL - Servizi on Line - Conciliazione RCA - via Modena 5, 00184 – Roma - • via fax al numero 06.4746136 • via e-mail: [email protected] - informazioni: Alessandro De Stefani, 06.4746351. La Sol - Servizi on Line tramite L’ ADICONSUM, avvierà la pratica di conciliazione. PER SAPERNE DI PIU’: http://www.fiba.it/myfiba/Per_Gli_Iscritti/conciliazione-rc-auto/ brochure-concicliazione-rc-auto.pdf Grazie all’accordo stipulato tra la SOL e Flairview Travel Pty Ltd, compagnia di proprietà della Cendant Corporation e parte della Cendant Travel Distribution Services Division, uno dei principali distributori mondiali di transazioni turistiche, elaborazione dati e tecnologia, è possibile per gli iscritti FIBA effettuare prenotazioni alberghiere tramite HotelClub, leader mondiale nella fornitura di servizi completi per prenotazioni alberghiera on-line. Accedendo al servizio tramite il nostro sito si possono ottenere tariffe scontate fino al 10% rispetto alle normali tariffe offerte dal sito ufficiale di HotelClub. PER SAPERNE DI PIÙ: http://www.fiba.it/myfiba/ Per_Gli_Iscritti/hotel-club/ hotelclub_main_index.html CTS, CENTRO TURISTICO STUDENTESCO E GIOVANILE Il Gruppo CTS si impegna a fornire a tutti gli iscritti della FIBA-Cisl che abbiano aderito al CTS previo pagamento della quota Associativa agevolata di Euro 20,00, anziché Euro 30,00, le sue migliori proposte commerciali. Pertanto, limitatamente all’anno 2006, la CTS VIAGGI, solo ed esclusivamente a mezzo dei seguenti uffici: CTS ROMA: Via Genova 16; C.so Vittorio Emanuele II 297;Via Appia Nuova 494 ;Via degli Ausoni 5; P.Gimma 5; P.Irnerio 47. CTS TORINO:Via Montebello 2H; CTS GENOVA:Via S.Vincenzo 119; CTS MILANO:Via. S.Antonio 2;Via Rosmini 15; CTS VENEZIA: Dorso Duro Ca’ Foscari 3252; CTS BOLOGNA: L.go Respighi 2F; CTS FIRENZE:Via dei Ginori 25R; CTS NAPOLI:Via Mezzocannone 25. INFINE TROVERAI: I Soci CTS/FIBA potranno avvalersi di una riduzione: - del 7% (sette per cento) sui prezzi dei servizi individuali pubblicati nei seguenti cataloghi CTS VIAGGI: - del 5% (cinque per cento) sui prezzi dei servizi individuali dei Tour Operator convenzionati con la CTS VIAGGI, - L’iscritto Fiba che avrà aderito al CTS godrà di tutti i diritti, nessuno escluso, dei Soci ordinari CTS. Esso pertanto potrà (tra l’altro): - Ottenere (gratuitamente) la “Guida CTS” e la Guida “Servizi per i Soci”, nonché, se Socio “Carta Giovani”, sempre gratuitamente, la “Guida Carta Giovani. PER SAPERNE DI PIU’: http://www.fiba.it/myfiba/Per_Gli_Iscritti/offertespeciali-turismo/new/Accordo-cts-web.pdf – TANTE NOTIZIE UTILI su pubblica amministrazione, fisco, lavoro, previdenza, sanità, turismo, privacy e scuola; – le CONVENZIONI stipulate dalle strutture Regionali,Territoriali e dalle Sas. Apri una casella di posta Fiba così potrai richiedere ([email protected]) le newsletter sui servizi Fiba ☞ Ricordati, in caso di cambio di indirizzo, di rettificare la tua iscrizione Per ulteriori informazioni: www.fiba.it un sito che ha 70.000 visitatori mensili e che vede crescere quotidianamente gli accessi e le visite grazie ai nuovi strumenti messi a disposizione Una pubblicazione della Fiba Cisl in collaborazione con la Fiba Regionale Emilia Romagna