Lavoro Bancario e Assicurativo
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Lavoro Bancario e Assicurativo
8/9 il agosto settembre 2002 Fiba mensile anno XLXII Sped. abb. post. art. 2 com. 20/c.l.662/96 - filiale Roma Un Patto p e r i l l a v o ro , argine al neoliberismo N é ““salvifico”, s a l v i f i c o ” , nné é Né ““scellerato”. s c e l l e r a t o ” . IIll ttempo e m p o ssta ta ddando a n d o rragione a g i o n e aa cchi, h i , ccome ome lla a C i s l , hha a ccercato ercato u n Cisl, un aaccordo c c o r d o pper e r ffavorire avorire u n un ccambio a m b i o ddii llinea i n e a ssociale o c i a l e eed d eeconomica c o n o m i c a nnel e l ggoverno overn o Assicurativi: un rinnovo tutto in salita Intesabci: nuovi manager, con quale fiducia nei dipendenti? Per il sindacato valgono le richieste in piattaforma e non le pretese Ania Un’attenta ricostruzione dei problemi, delle novità, delle attese 5 Inoltre: Donne 10 Etr Spa 12 Mobbing 2 Banche cooperative, al via i regionali 6 Da Emilia Romagna e Trentino, parte la stagione dei rinnovi di secondo livello 14 A ottobre: BANCHE POPOLARI 13 2 UN PATTO PER IL LAVORO, ARGINE AL NEOLIBERISMO di Eligio Boni del Patto siglato tra go’ effetto verno e parti sociali continua L a proiettare la sua ombra ben al- Non sentiamo questo testo di accordo come un “Patto per l’Italia”, come, impropriamente e in modo roboante, è stato chiamato dal solo governo, ma neanche come qualcosa di “scellerato”, come imprudentemente affermato da Cofferati. Certo è un patto difensivo rispetto alla nostra tradizione, ma dall’esito complessivamente accettabile. soccupazione, al ritiro della modifica delle norme sull’arbitrato e le correzioni sulla cessione del ramo d’azienda (che avrebbe avuto conseguenze devastanti per il rispetto delle aree contrattuali bancaria e assicurativa). E sono ampi gli impegni programmatici di confronto a breve col sindacato (dal riordino del collocamento alla realizzazione degli impegni verso il Mezzogiorno, fino al decisivo varo di un equo Statuto per tutti i lavori presenti sul mercato, specie quelli meno garantiti). dilà del solleone estivo. Ed è importante saperne valutarne ora, a freddo, la portata, proprio perché di un Patto dotato di una sua eccezionalità si è trattato. Eccezionalità di metodo, ma anche di circostanze. Noi per primi sentiamo che non è caduta tra i lavoratori la voglia di parlarne, approfondirlo, vederne le ricadute per il lavoro sindacale ulteriore. Ed è quanto stiamo facendo sui luoghi di lavoro, a cominciare dal dialogo coi nostri iscritti. I toni della polemica tra organizzazioni restano ancora troppo alti, ma la sensazione è che si stia rientrando almeno nell’ambito di un confronto civile, fuori dalle esasperazioni delle prime ore. E un clima più distaccato può ora aiutare a vedere con maggior chiarezza alcuni punti fermi dell’accordo. Le novità per l’art.18 sono più simboliche che di sostanza. Per come il governo aveva voluto, ormai un anno fa, cominciare il confronto con piglio decisionista, era difficile immaginare di poterne uscire senza che l’art.18 rimanesse illeso. È stato salvato per tutti coloro che oggi ne usufruiscono, ma – che è più importante – anche per la massa dei neoassunti. Inutile star a parlare oggi di cosa accadrà tra 3 anni. La sperimentazione è mirata, controllata, dai probabili effetti pratici minimi (che sarà un motivo in più per rispondere picche alle “voglie” di smantellamento in Confindustria). Resta l’alternativa dell’indennizzo economico ai licenziati illegittimi per le aziende dove le nuove assunzioni faranno salire i dipendenti sopra i 15: in esse si appli- L’inversione di rotta nel governo è sostanziale. Ci interessa poco qui attribuire ad un asse o ad un altro dentro la coalizione di governo un ruolo centrale in questo ripensamento. Fatto sta che le iniziali intenzioni neoliberiste di un governo “schiavo” della Confindustria hanno dovuto via via lasciare il campo a più miti consigli, fino a mettere sul terreno numerosi buoni temi di confronto da sviluppare. Certo non è più la concertazione come l’avevamo conosciuta per un decennio, ma il sindacato – con la sua fermezza e il suo senso di responsabilità – ha saputo riconquistarsi un valido ruolo di interlocuzione e rappresentanza. I risultati immediati sono numerosi. Li abbiamo riassunti nella scheda a fianco per maggiore evidenza. Andiamo dalle riduzioni fiscali per la massa dei lavoratori, all’aumento dell’indennità di di- Sommario n. 8/9 agosto/settembre 2002 Editoriale sul Patto di luglio, con scheda Eligio Boni 2 Assicurativi. Rinnovo in salita Giovanni Casiroli 5 Intesa Bci: una medicina amara La segreteria Fiba di gruppo 6 Gruppo Carime. Un accordo dopo un anno di dura lotta 8 Mobbing: Convegno Fiba Lombardia Maria Rita Gatti 14 Brevi 9 Call Center: Quelli di serie b A.M.Lunardon e P.P.Merlini 15 Come cambia il volontariato Giordano Sepi 17 Esattoriali: La storia infinita E.Tr 12 Giovanni Gattuso e Giancarlo Natale Recensioni Anna Masiello e P.G. 18 BCC: in Emilia-Romagna il primo integrativo Amadori, Bruschi, Sentimenti Storie di ufficio: Carloni e il credito balneare Tiziano Menta 19 Coordinamento Donne Fiba. 10 Dal corso “Oltre il giardino”. Esposito, Vittone, Porrini, Mecangeli 13 Questo è il mensile della Fiba Cisl «Lavoro bancario e assicurativo» agosto/settembre 2002 3 cherà tutto il resto dello Statuto, mentre se rimanessero sotto la soglia non ne godrebbero affatto! Certo lo sentiamo come un punto debole dell’accordo, ma l’alternativa era rifugiarsi nel referendum, partendo da una lesione più grave del diritto nell’ipotesi di partenza governativa (3 ipotesi, tutte contro i giovani), e con elevato grado di incertezza sull’esito finale. Ora è il governo a dover dimostrare la propria attendibilità. Con il mondo sindacale firmatario il governo si è impegnato a non ridurre l’attenzione e le risorse verso lo Stato sociale: istruzione, sanità, previdenza ecc. Saprà rispettare questi impegni e non prevedere nella Finanziaria ulteriori tagli? Il dubbio è legittimo. Il fallimento della politica economica del ministro Tremonti è sotto gli occhi di tutti, per l’intestardirsi su tassi di sviluppo impossibili persino nella comparazione europea. Per un governo che aveva annunciato tra le sue 5 emergenze la riduzione delle tasse per le fasce alte, non sarà facile uscirne. Ma per noi è essenziale poter contare su quegli impegni per reperire risorse da destinare al rinnovo dei contratti pubblici, al sud, agli ammortizzatori sociali. Oggi sentiamo il Patto come un argine utile. Continuiamo a non capire la caparbietà di chi lotta per farlo decadere, anziché aiutarci a far rispettare i suoi contenuti. Chi ha firmato il Patto non ha consegnato a nessuno cambiali in bianco: se ci saranno nel governo passi indietro o comportamenti scorretti, la Cisl saprà trarne le conseguenze. Come sempre, ma anche perché forte dell’accordo sottoscritto. A chi farà in queste settimane raccolte di firme e manifestazioni, rivolgiamo l’invito a riflettere su “a chi giova” davvero questa agitazione. Intanto mi auguro che il nostro settore possa essere un campo di ripresa del dialogo tra le sigle sindacali, in occasione nel delicato rinnovo dei ccnl credito e assicurativo. I CONTENUTI DEL PATTO TRA GOVERNO, IMPRENDITORI, SINDACATI Con esso il sindacato ha: – modificato la politica del governo – ottenuto 5,5 miliardi di euro per i redditi fino a 25mila euro – elevato l’indennità di disoccupazione al 60% dell’ultimo salario (700 milioni di euro anui di impegno) – reso immutate le tutele garantite dall’articolo 18 – conquistato il confronto sulle politiche sociali POLITICA DEI REDDITI Convergenza su obiettivi come: – stabilità e forza alla crescita economica – raggiungimento dell’equilibrio della finanza pubblica nel rispetto del Patto di stabilità definito dal Consiglio d’Europa – salvaguardia del potere di acquisto delle retribuzioni – innalzamento del tasso di occupazione. POLITICHE FISCALI – si riducono le tasse per lavoratori e pensionati con redditi compresi da 0 a 25mila euro (all’incirca 50 milioni di lire) con vantaggi individuali, rispetto ad oggi, che vanno dalle 500mila al milione di lire circa all’anno. Vengono destinati a questa riduzione delle tasse 5,5 miliardi di euro – sono accolte le richieste della Cisl sul recupero di progressività (le aliquote sopra i 25mila euro non cambiano), sulla priorità alla famiglia e ai carichi familiari e sui trasferimenti per chi non gode di sgravi fiscali, sull’innalzamento della soglia esente, sulle spese di produzione del reddito – sono rinviati a ulteriori negoziati i punti controversi della riforma che il sindacato ha contestato – viene messa sotto controllo l’imposizione fiscale nazionale, regionale e comunale con l’obiettivo di ridurre la pressione fiscale complessiva. MERCATO DEL LAVORO Obiettivo: realizzare un circolo virtuoso tra sostegno al reddito, orientamento e formazione, impiego e autoimpiego Gli strumenti I SERVIZI PER L’INCONTRO TRA DOMANDA E OFFERTA DI LAVORO – riordino delle regole del collocamento mediante il rafforzamento dell’Anagrafe del lavoratore – diffusione dei servizi all’impiego anche con il coinvolgimento del Terzo settore – gestione dell’incontro domanda-offerta, bisogni formativi, selezione e ricollocazione – programmi formativi con frequenza obbligatoria per quanti percepiscono l’indennità di disoccupazione e verifica dello stato di disoccupazione LA NUOVA INDENNITÀ DI DISOCCUPAZIONE: – primi 6 mesi: 60% della retribuzione percepita al momento del licenziamento – terzo trimestre: 40% – quarto trimestre: 30%. Questo è il mensile della Fiba Cisl «Lavoro bancario e assicurativo» agosto/settembre 2002 4 LO SVILUPPO DELLA BILATERALITÀ I settori sprovvisti di ammortizzatori sociali, nei casi di sospensione temporanea dell’attività lavorativa, utilizzeranno risorse contrat- tuali incentivate da sgravi fiscali e affidate al sistema degli Enti bilaterali ARTICOLO 18 – nelle aziende che, facendo nuove assunzioni, superano la soglia dei 15 dipendenti non si applica il reintegro ma resta in vigore la norma della giusta causa e l’indennizzo in caso di licenziamento ingiustificato. In queste aziende sarà applicato lo Statuto dei lavoratori – la sperimentazione è temporanea e reversibile: tra 3 anni è prevista una verifica congiunta – è stata cancellata la modifica proposta dal governo che scardinava l’art.18 perché ne prevedeva l’esclusione nei casi di trasformazione da contratto a termine in contratto a tempo indeterminato (con la pratica esclusione di quasi tutti i nuovi assunti). Ogni eventuale iniziativa legislativa sulla sperimentazione necessiterà di un avviso comune delle parti sociali EMERSIONE DAL NERO, RECUPERO CONTRIBUTIVO Con delibera Cipe il lavoratore ha ottenuto la copertura, fino al 66% del costo, del recupero contributivo degli ultimi 5 anni. La coper- tura finanziaria sarà garantita da un fondo alimentato da contributi e tasse pagate delle aziende che emergono RAMO DI AZIENDA – mantenimento dei diritti dei lavoratori in caso di trasferimento di imprese, di stabilimenti o di parti di imprese e stabilimenti – previsione del requisito della utonomia funzionale del ramo di azienda nel mandato del suo trasferimento – adeguamento della disciplina vigente alle norme comunitarie – regime particolare di solidarietà nei cambi di appalto POLITICHE PER IL MEZZOGIORNO – destinazione di risorse aggiuntive per investimenti pubblici e incentivi alle imprese e al lavoro – rilancio della programmazione negoziata e regionalizzata dei Patti territoriali con recupero del finanziamento dei Patti già istruiti – impegno del governo per l’attuazione degli investimenti produttivi nel sud anche per orientare i processi di “delocalizza- zione produttiva”, attraverso adeguati finanziamenti inseriti nel contratto di programma, col concorso delle Parti sociali – cumulabilità del credito di imposta e della Tremonti bis a vantaggio dei nuovi investimenti – realizzazione con procedure rapide di infrastrutture per viabilità, trasporti, logistica, reti idriche ed energetiche TAVOLI APERTI Su Politica dei redditi, Politiche sociali, Fisco, Mezzogiorno, Processo del lavoro, Statuto dei lavori (compresi le nuove tipologie contrattuali) AVVISI COMUNI Su Lavoro sommerso, Conciliazione e arbitrato, Trasferimento ramo di azienda Questo è il mensile della Fiba Cisl «Lavoro bancario e assicurativo» agosto/settembre 2002 5 ASSICURATIVI rinnovo in salita on solo è in salita, ma irta N di ostacoli la strada del rinnovo del ccnl assicurativo. Il primo ostacolo è il regolamento per il “Fondo per il sostegno del reddito e all’occupazione”. Nella bozza presentata dall’Ania e respinta dalle organizzazioni sindacali, si introdurrebbe il principio dell’obbligatorietà, estraneo rispetto all’attuale contratto nazionale, stipulato nel dicembre 1999, che prevede la volontarietà del lavoratore interessato all’adesione al Fondo. Quando poi in trattativa a Milano il 4 e 5 luglio si sono affrontati i temi della piattaforma per il rinnovo del contratto, l’Ania ha negato la discussione contrapponendo le proprie richieste. Sul tema centrale dell’area contrattuale l’associazione datoriale ritiene utile introdurre l’applicazione di altri contratti estranei alla categoria degli assicurativi, a seconda delle funzioni svolte da una parte di lavoratori come, ad esempio, per gli Duro confronto con Ania sul contratto nazionale addetti al settore informatico. Di fatto, si vuole, in nome della flessibilità e del contenimento dei costi, scardinare l’attuale struttura contrattuale che al contrario ha consentito al settore di affrontare senza traumi le trasformazioni imposte dal mercato, negli ultimi anni. Il sindacato ha ribadito con forza la necessità di garantire e migliorare la gestione unitaria dell’impresa, con il rafforzamento dell’area contrattuale rispetto alle “novità” dei gruppi assicurativi e delle società di servizi. Ma le richieste dell’Ania non si sono fermate qui, le “esigenze” sono andate oltre ogni negativa aspettativa. Per la delegazione di trattativa delle Compagnie, infatti, il futuro del nostro settore necessita di alcune modifiche contrattuali partendo dall’orario di lavoro con: la reperibilità fuori orario, l’esecuzione del lavoro al venerdì pomeriggio, i turni con copertura 24 ore e il prolungamento dell’intervallo. A questo si deve aggiungere la revisione del ruolo dei funzionari e dei permessi personali e l’obbligo della certificazione medica dal primo giorno di malattia. Manca il salario da ridurre…! Prontamente l’Ania ci propone di ridurre gli scatti di anzianità e di congelare la parte fissa del premio di produzione che non dovrà essere riconosciuta ai nuovi assunti. Questo scenario di trattativa è senza dubbio preoccupante. La radicalizzazioni delle posizioni dell’Ania se confermata alla ripresa degli incontri, previsti a metà settembre, é profondamente errata e improduttiva. Il settore assicurativo impegnato in profonde trasformazioni, spinte dai crescenti livelli di concorrenzialità del mercato europeo, necessita al contrario di relazioni industriali tra sindacati e Imprese stabili e concrete, prive di impostazioni ideologiche o pregiudiziali. I lavoratori della categoria sono coscienti del proprio ruolo e sapranno comunque garantirsi il rinnovo del contratto partendo dalla piattaforma approvata dai colleghi. Giovanni Casiroli Fusione Sai-Fondiaria: cosa significa per i lavoratori Il 30 luglio è stato stipulato un protocollo d’intesa fra le parti sulla fusione Sai-Fondiaria. Questo protocollo ha validità per la durata del piano industriale (2003-2005) che vede nascere il terzo gruppo nel mercato assicurativo italiano (dopo Generali e Ras) con un bacino di utenza di 8 milioni La penetrazione dei principali gruppi nel mercato creditizio e assicurativo porta le società meno grandi a cercare di unire le forze per rimanere competitivi. La fusione vede incorporare la Fondiaria nella Sai sotto il nuovo nome di FONDIARIA SAI con sede a Firenze. I rapporti di lavoro del personale della Sai e della Fondiaria continueranno “senza soluzione di continuità” nella nuova società Fondiaria Sai Spa. Per quanto riguarda i lavoratori il protocollo parla di “contenimento degli organici e di ottimizzazione delle risorse”, ma le eventuali richieste di mobilità avverranno solo con la consensualità dei lavoratori secondo i principi e le modalità sperimentate nelle aziende del gruppo. I cambiamenti di mansione saranno finalizzati a consentire una adeguata valorizzazione professionale del personale. Sembra, insomma, che la rivoluzione, che dovrebbe portare una fusione, sia “di velluto” e non si farà troppo sentire sulla pelle dei lavoratori. Questo è il mensile della Fiba Cisl «Lavoro bancario e assicurativo» agosto/settembre 2002 6 INTESA BCIamara una medicina Le preoccupazioni Fiba dopo i primi incontri con Passera. Le strade del rilancio o dell’inefficiente carrozzone n IntesaBci, con l’avvento del Iintravedere Ceo Passera, si cominciano a alcune linee strategiche. Intanto sembra risolta la questione della regia. Il nuovo gruppo dirigente è stato individuato ed è in prevalenza di provenienza esterna. Sembra anche chiara la volontà di mettere a punto una strategia di gruppo, ponendo fine allo scoordinamento e alla grande autonomia delle varie società. Era estremamente necessario ovviare al caos che ha caratterizzato quest’ultimo periodo. Anche dal punto di vista sindacale era importante avere un interlocutore. È inoltre significativo il fatto che al nuovo responsabile delle risorse umane, Micheli, sia stata anche attribuita l’Organizzazione. Nell’ultimo anno abbiamo sperimentato i danni creati dall’assenza di collegamento di due funzioni così importanti quali il personale e l’organizzazione. In un incontro avuto in luglio Passera ha dichiarato essenziale per Intesa l’incremento dei ricavi, che passa attraverso un recupero di efficienza e un contenimento dei costi operativi. Facile prevedere una ristrutturazione dolorosa. Che sia necessario un cambiamento è certo. Guardando al prossimo futuro, alla più che probabile dichiarazione di esuberi, è però impossibile non esprimere un moto di rabbia nei confronti della dirigenza che ci ha portato a questa situazione. Sono state effettuate scelte avventate, eccessivamente ambiziose che hanno creato confu- Cambiare, ma come? Non bastano nuovi registi sione e sfiducia. In primo luogo la creazione di divisioni fortemente autonome ha innescato processi di competizione e cannibalismo estremamente negativi. La presenza di divisioni così autonome, con propri obiettivi e propri bilanci, oltre alla moltiplicazione dei costi fissi produceva concorrenza interna, scoordinamento nei confronti della clientela che doveva rapportarsi con più soggetti. La scelta di alleggerire il modello divisionale e ricondurlo ad un unico centro decisionale, sia centrale che di Area, dovrebbe ovviare agli errori del passato. Anche questa scelta peserà però sui lavoratori che vivranno nuovi disagi, cambiamenti di mansione, cambiamento di sede di lavoro, incerte prospettive professionali. Il nuovo Amministratore ha di fronte parecchi problemi tra i quali: – il rilancio di un gruppo in fase di impasse. Far ripartire una grossa macchina non è un’impresa semplice, riteniamo comunque che ci sia un patrimonio di risorse umane, di esperienza e di clientela tali da rendere possibile un rilevante miglioramento. – l’unificazione dei sistemi informatici, vitale per superare le criticità dell’ultimo anno e per dare credibilità alla banca nata dalla fusione. – la sovrapposizione di sportelli in IntesaBci. L’inerzia strategica dell’ultimo anno ha fatto sì che il problema non sia stato minimamente affrontato, oggi le strade sono due: chiusura e magari spostamento dello sportello con il rischio di creazione di esuberi o vendita con la certezza di perdere quota di mercato. Non sappiamo se si dovrà ricorrere alla vendita di un pacchetto di sportelli. Passera a questo proposito il 25 luglio ha dichiarato alla WebTv interna che”oggi non abbiamo progetti di vendita di altri sportelli.”. Da parte nostra ricordiamo che nel 2001 è stato sottoscritto un accordo per il quale era ultimata la vendita degli sportelli . – la scelta di un modello organizzativo efficiente: sono stati fatti rilevanti investimenti in alcuni poli di estero merci che avrebbero dovuto effettuare le lavorazioni di gran parte del territorio nazionale. La scelta si è rivelata poco felice ed ha contribuito alla perdita di quota di mercato di IntesaBci. La decisione di accentrare o decentrare è delicata per l’azienda e soprattutto per i lavoratori perché comporta disagi e mobilità. Il 5 agosto è stato comunicato lo smantellamento delle direzioni centrali delle tre divisioni. Questo con ogni probabilità comporterà problemi di esuberi e/o di ricollocamento di quote significative di personale. Alla nuova direzione la nostra organizzazione chiederà un accordo per evitare che le scelte negative del passato incidano in maniera dolorosa sui lavoratori. Siamo consapevoli che il cambiamento è necessario, ma vanno cercate soluzioni che contemperino un buon andamento aziendale con la tutela della Questo è il mensile della Fiba Cisl «Lavoro bancario e assicurativo» agosto/settembre 2002 7 qualità della vita e della salute psicofisica del lavoratore. Il prossimo anno il Gruppo si gioca il suo futuro, le alternative sono il rilancio o la prospettiva di diventare un carrozzone inefficiente e in difficoltà. Noi riteniamo che sia possibile un rilancio, ma che condizione indispensabile sia il consenso interno. È urgente creare un clima di fiducia e di condivisione. I lavoratori non possono subire ristrutturazioni continue senza obiettivi chiari, senza risultati e senza vedere processi caratterizzati da lungimiranza e da equità. Hanno subito disagi, inefficienze e hanno visto tanti sprechi. È “I lavoratori non possono subire continue ristrutturazioni senza obiettivi chiari e un clima di equità” arrivato il momento in cui la dirigenza deve mostrare capacità e senso di responsabilità. Riteniamo inoltre che il rilancio passi anche attraverso relazioni sindacali corrette. Il sindacato ha un suo preciso ruolo, garantito dalla legge e dai contratti, volto alla tutela del lavoro, ma a nostro avviso un rapporto costruttivo contribuisce anche a creare il clima di consenso interno del quale il gruppo IntesaBci ha un grande bisogno. I compiti della nuova segreteria La Segreteria di Gruppo si occuperà di materie che coinvolgono più aziende, in primo luogo le materie derivanti dal ccnl: confronto sul piano industriale, mobilità infragruppo, occupazione (fondo esuberi, distacchi, ecc…), poi di materie che accomunano più aziende quali Cassa sanitaria, previdenza di Gruppo, associazione dipendenti, formazione come da art. 18 del contratto nazionale e in un prossimo futuro Associazione azionisti e Comitato aziendale europeo. Sempre più le politiche aziendali sono decise a livello di gruppo e il sindacato deve adeguare la sua struttura e la sua organizzazione. La segreteria di Gruppo IntesaBci IL GRUPPO INTESABCI LA SEGRETERIA DEL GRUPPO INTESABCI Occupa 70.189 dipendenti al 30.6.2002. IntesaBci occupa alla stessa data 35.109 unità ed è nata dalla fusione di Ambroveneto, Cariplo, Comit e Mediocredito Lombardo. Fanno parte del gruppo molte altre banche in Italia e all’estero tra le quali Cariparma, Friuladria, Banca di Trento e Bolzano, le Casse del Centro, il Banco di Chiavari, la Cassa di Risparmio di Biella e Vercelli. Permane per queste ultime aziende bancarie il modello federale che vede alcune holding (Casse del Centro, Carinord 1 e 2). Nel Gruppo sono presenti due società di servizi: Iss per l’attività informatica e Intesa Gestione Crediti. Sono inoltre presenti una molteplicità di società prodotto: per il leasing, per il factoring, per l’asset management, per il mediocredito e alcune importanti società esattoriali. Dotto Caterina Intesa Bci Segretario Responsabile Ciani Marco IntesaBci Ghilarducci Stefano Nextra Mare Pietro Cariparma Mazzarella Pierangelo Friuladria Pescetelli Bruno C.R. Rieti Tagliarini Ernesto IntesaBci www.fiba.it: per seguire tutte le novità della tua azienda Questo è il mensile della Fiba Cisl «Lavoro bancario e assicurativo» agosto/settembre 2002 VERTENZE Gruppo Carime. Un anno di dura lotta per trovare un accordo per la dignità dei lavoratori bbene sì, ci sono voluti 365 giorni di lotta per ripristinare in E Banca Carime la legalità nei rapporti tra azienda e lavora- tori. Senza tema di smentite, è al Coordinamento Fiba (in stretta collaborazione con Giuseppe Orizio e l’avvocato Vigilante) che va ascritto il maggior merito per i risultati di una lunga vertenza che aveva visto inizialmente il management scelto da ComIndustria: • negare ai lavoratori qualsiasi informazione sull’acquisto di Carime e sul suo futuro, • azzerare unilateralmente ogni intesa o accordo aziendale preesistente, • interpretare e applicare in maniera “personalizzata” le norme del ccnl, • effettuare trasferimenti chiaramente disagevoli, • esasperare i controlli sui lavoratori e sull’agibilità dei sindacalisti e disporre con frequenza il ricorso a provvedimenti disciplinari sovradimensionati sia per gli uni che per gli altri, • limitare drasticamente tutte le autonomie operative, • sostituire ad una organizzazione di lavoro chiara e normata un controllo trasversale dell’azienda operato da pochi e immancabili “pretoriani”, • vessare i lavoratori per il raggiungimento di assurdi obbiettivi e minacciarli personalmente al fine di azzerarne le rivendicazioni e l’appartenenza ad un sindacato. Anche nei confronti della clientela, l’approccio di questo management è stato caratterizzato dagli atteggiamenti precostituiti e dai sentimenti di sfiducia già manifestati nei confronti dei dipendenti. Il sindacato aziendale ha da subito coinvolto e mobilitato tutti i lavoratori attraverso un’informazione continua e, con ben oltre 150 assemblee, ha contestato ogni iniziativa aziendale avviando vertenze legali contro le attività antisindacali; ha organizzato l’avvio di migliaia di giudizi individuali su problematiche generalizzate e ha sostenuto le numerosissime vertenze di carattere personale; ha proclamato 4 giornate di sciopero che hanno sempre registrato adesioni superiori all’80%, ha portato centinaia di lavoratori del sud a manifestare nel cuore della city milanese; ha gradualmente sensibilizzato sempre più ampi e autorevoli strati di opinione pubblica, di strutture sindacali e di governo, di ambienti politici ed economici anche al di là dei confini nazionali. È così che, attraverso un difficile percorso che ha visto numerosi momenti di sconforto ma anche momenti di grande esalta- 8 zione, si è pervenuti a sottoscrivere, con il nuovo management di ComIindustria, l’accordo che ristabilisce non solo le giuste regole ma il rispetto della dignità dei lavoratori tutti di Banca Carime. L’accordo, come giustamente condiviso dai lavoratori che l’hanno ampiamente approvato, contiene nella parte normativa soluzioni per le varie problematiche, atteso che le norme non sono altro che una, pur se ampia, parziale riproposizione di accordi preesistenti, mentre per la parte economica di irrisoria consistenza il giudizio non è esaltante. A valorizzarlo significativamente, provvedono le dichiarazioni, riportate sia in premessa che nel corpo dell’articolato, del nuovo management del Gruppo e dell’azienda, sottoscritte con la condivisione convinta della rappresentanza dell’Abi che ha partecipato alla trattativa. In esse si legge la condanna degli atteggiamenti e della politica esercitata in quest’ultimo anno, si riconosce la validità della vertenza, si assumono impegni rispetto alle regole comportamentali da tenere per il ripristino della dignità e dei ruoli di tutti i soggetti sia per il risanamento delle situazione pregresse che per l’esame dell’annunciato nuovo Piano Industriale di Gruppo. È bene evidenziare che la sconfitta della nefasta politica gestionale del duo Bizzochi-Botton, ad onor del vero facilitata dalle “particolari qualità” della stessa, interessa l’intero sistema bancario. Infatti, la stessa, dopo anni di incubazione in altre realtà bancarie, aveva trovata nell’aggregazione del “duo” in Banca Carime, grazie alla “benedizione” del “Banchiere” Vigorelli e anche ad un favorevole contestuale clima politico, le condizioni ideali per svilupparsi e, attraverso la prevista risonanza, generare adepti, anch’essi, vogliosi di percorrere velocemente la scala gerarchica aziendale attraverso una politica di esasperazione dei “doveri” e di eliminazione dei diritti e della dignità dei lavoratori gestiti. Al di là del successo politico di questa vittoria, però, restano due problemi irrisolti che sollecitano le strutture sindacali più attente a non abbassare il livello d’attenzione e d’impegno già manifestati. Il primo è quello che vede anche i manager più illuminati condizionati dal teorema che vuole i lavoratori bancari appartenenti ad aziende del meridione impossibilitati ad essere valutati e incentivati in misura analoga ai colleghi che operano in istituti del settentrione, anche se appartenenti allo stesso Gruppo. Il secondo è il convincimento che, mentre buona parte dei danni causati direttamente ai lavoratori sono stati avviati a soluzione, quelli provocati all’intera azienda, nella sua organizzazione interna e, ancor più, nei rapporti commerciali con vaste area di clientela primaria, richiedendo notevoli impegni per il loro risanamento potrebbero riproporre negative ricadute sull’incolpevole personale. Michele Troccoli www.fiba.it: il mondo del credito spiegato giorno per giorno Questo è il mensile della Fiba Cisl «Lavoro bancario e assicurativo» agosto/settembre 2002 9 IN BREVE Incontri europei. A confronto cinque sindacati del credito n importante seminario formativo si svolgerà, su iniziativa della Fiba nazionale, a Firenze presso il Centro Studi Cisl. Tra il 16 e il 18 settembre, saranno messi a confronto i contratti nazionali del credito in Italia, Francia, Germania, Grecia e Spagna, nella prospettiva dell’avvio di un processo di integrazione contrattuale europea. Le sigle coinvolte sono la spagnola Fes-Ugt, la francese FfsbsfCfdt, la greca Otoe, la tedesca Ver.di, con la Fiba a fare da ospitante. I temi affrontati andranno dagli strumenti di dialogo sociale già esistenti nel settore, la struttura della retribuzione e dell’orario di lavoro, le possibili collaborazioni future. È prevista anche una tavola rotonda allargata a Uni Europa Finance e alla giuslavorista Donata Gottardi. U Tassa Tobin 178.000 firme raccolte a campagna per la Tobin Tax italiana è arrivata a 178.000 firme, tra cui 163.000 su moduli vidimati e 15.000 petizioni raccolte tra extracomunitari e minorenni. Il risultato va oltre ogni tipo di aspettativa visto che la campagna di Attac (l’associazione che promuove internazionalmente la Tobin Tax) aveva puntato alle 150.000 firme. Oltre al fatto che nei 252 comitati promotori si sono sviluppati dibattiti, seminari sulla Tobin Tax, bisogna ricordare che la composizione della coalizione pro Tobin Tax è molto eterogenea: associazioni laiche e religiose, ong, partiti, istituzioni locali, singoli cittadini oltre a 83 parlamentari e alla Fiba, tra le poche sigle sindacali nelle vesti di promotrice. Ma la battaglia non si esaurisce in Italia, anzi continua in tutti i paesi dell’Ue. La Tassa Tobin, come è scritto nel numero 6 di Lavoro Bancario e Assicurativo, prende il nome dall’ultimo grande economista keynesiano, James Tobin. La Tassa verrebbe posta a tutti i movimenti di capitale sia per evitare le speculazioni finanziarie, sia per cercare fondi per lo sviluppo e per combattere le disuguaglianze sociali. L Ciao Claudio l 30 giugno scorso è mancato Claudio Oddo. Una inesorabile malattia, in pochi mesi, ci ha privati di un amico. Si sa che la morte non fa distinzione tra ricchi e poveri, tra buoni e cattivi ne tra sindacalisti e padroni. Il rimpianto nasce però sempre quando chi ci lascia è persona seria, gentile, moderata e corretta. Tutto questo era Claudio. Un sindacalista che negli ultimi anni aveva lavorato in IntesaBci rete Cariplo, con dedizione e in una situazione delicatissima per la nostra sigla ottenendo, proprio grazie alla sua serietà e correttezza, eccezionali risultati. Ciao Claudio, ci mancheranno, in questo nostro mondo di fanfaroni e di urlatori, la tua pacatezza, la tua sobrietà, la tua lealtà, il tuo equilibrio, il tuo fare le cose passo dopo passo…… ma farle. I (g.s.) Questo è il mensile della Fiba Cisl «Lavoro bancario e assicurativo» agosto/settembre 2002 Ubaldo Zaninello 10 DONNE Oltre il giardino ifficile sempre scegliere D un nome, un titolo, una metafora, quando poi si tratta di un percorso formativo che si vuole lungo ed articolato, le difficoltà aumentano. Le uniche certezze che avevo erano le richieste esplicite delle componenti il coordinamento nazionale donne: conoscere la nostra storia ed acquisire strumenti per l’attività quotidiana. Ma non ci interessava una storia fatta di date ed eventi, sentivamo tutte il bisogno di avere tra noi la testimonianza viva di una donna che avesse contribuito con la sua attività a scrivere una parte della nostra storia. Una testimonianza che non fosse solo limitata ad una relazione d’aula ma che continuasse anche nei momenti informali di una giornata di corso. Carla Passalacqua, proveniente dalla Federscuola e responsabile, per oltre dieci anni, del coordinamento donne Cisl dall’ottobre del 1982, ha accolto il nostro invito accettando di vivere con noi una giornata speciale, intensa di emozioni, nella quale ci ha dato la prova tangibile della forza e della grinta che le donne dei primi coordinamenti dovevano avere per cominciare a scalfire quello che era un mondo esclusivamente maschile. Con questa testimonianza si sperava di ottenere quella Dalle partecipanti uello che ho apprezzato è stato il mare di sensazioni che mi hanno as- Q salito durante e dopo il corso. La curiosità di conoscere altre donne, fare amicizia, vedere i tuoi problemi, attraverso gli occhi di altre, farsi meno grevi. La gioia di chiacchierare di sindacato senza “dietrologie”. La ritrovata capacità di ridere e divertirsi spensieratamente. La nostalgia del ricordo, del come eravamo e questo quando abbiamo conosciuto Carla: non tanto durante il corso, quanto durante la cena, quando lei ha “negoziato” il menu per noi!! Carla Passalacqua mi ha riportato alla mente gli anni ’70, quando ero alle superiori ed iniziavano i movimenti studenteschi, a come vedevo le donne allora: arrabbiate, aggressive, peggio degli uomini. E nel mio piccolo portavo avanti la mia rivendicazione: far lavare i piatti anche ai miei fratelli … consapevolezza necessaria per trovare la giusta spinta e la giusta motivazione in un cammino che non è ancora completamente compiuto, anche se tante sono le conquiste che con leggi e contratti abbiamo ottenuto per le donne in questi anni. Tra i primi strumenti indispensabili poi per l’attività quotidiana, si è scelto di iniziare ad approfondire le tecniche della comunicazione dentro l’elaborazione di progetti a distanza ed per questo abbiamo chiesto l’aiuto di Paolo Giammarroni, sociologo e giornalista, consulente di comunicazione organizzativa, nonché capo redattore del nostro giornale. Desidero ora citare qui di seguito anche se in maniera parziale alcuni dei contributi che al termine dei lavori alcune corsiste hanno sentito il desiderio di esprimere, in maniera del tutto spontanea e solitamente inusuale per i corsi di formazione. La mia battaglia si era risolta con una clamorosa sconfitta, ma io adesso posseggo una lavastoviglie!!! E la lotta delle donne non è finita: si è solo modificata la strategia. La speranza nel domani. Il nostro ruolo, dopo Carla e le donne del suo tempo, è un ruolo di transizione: quello che deve “addestrare” l’uomo a convivere con la nostra specificità, quello di favorire la crescita di uomini e donne capaci di creare un mondo a misura di uomini e donne insieme. Nadia Vittone (Coord. Reg. Piemonte) Questo è il mensile della Fiba Cisl «Lavoro bancario e assicurativo» agosto/settembre 2002 11 “Far uscire il lavoro delle donne nell’organizzazione, per renderlo riconoscibile” A questo punto, ideato il corso e progettatolo, cercare un nome, un titolo una metafora che raccogliesse in poche semplici parole tutto l’itinera- rio che si era prospettato non è stato semplice: origini, linfa, radici, innesti, fiorire e dar frutto… che nomi banali mi sono sentita tanto un giardiniere folle! Ed ecco: “Oltre il giardino”!!! Questo si può essere il titolo per il cammino che insieme vogliamo percorrere. Noi donne del coordinamento abbiamo voluto così significare che desideravamo uscire dal giardino protetto ed un po’ fatato che avevamo contribuito a costruire. Siamo riuscite, con la forza e la perseveranza di chi ci ha preceduto, a conquistarci una arissima Carla, nel rivederti i ricordi corrono veloci e mi guidano lungo il C percorso duro e faticoso che le donne hanno dovuto affrontare nel passato. Ci hai ricordato, che i primi coordinamenti femminili prendevano forza ed ispirazione dai nostri bisogni quotidiani, tesi ad esempio ad ottenere il divorzio, il controllo delle nascite, una migliore e nuova gestione del rapporto di coppia. Dobbiamo molto a donne come te che hanno fatto la storia dei nostri coordinamenti. Solo chi ha vissuto come te le questa prima fase travagliata sa quanto è stato difficile far accettare certe politiche al femminile, quanto è costato a chi ci sosteneva. Sottolinei che “il cambiamento richiede capacità di lettura: dobbiamo quindi recepire il nuovo che emerge e non soffocarlo, il che implica coraggio e senso del rischio”. Per queste realizzazioni fondamentali è stato necessario tornare alle radici della Cisl, e ai suoi valori, alla solidarietà, equità, libertà e valore del lavoro che il nostro sindacato predica. Occorre veramente ripensare al passato e ai suoi valori per poi calarsi nel presente e progettare per il futuro. “Essere nei nostri coordinamenti significa interagire con il presente, essere protagoniste nel sociale”, sostieni fiera e combattiva. Grazie ancora per la tua solidarietà, la tua grinta e la tua ironia. Maria Lucia Porrini (Coordinatrice Reg. Abruzzo) fetta nell’organizzazione dove potevamo esprimere la nostra specificità, ma ecco che il nostro essere donna l’ha curata fino a farlo diventare un bel giardino, utilizzando quel lavoro di cura cosi insito in noi. Ma non era questo solo il nostro compito: dovevamo far uscire da lì il nostro lavoro, essere concrete e dare un contributo forte all’organizzazione, altrimenti era inevitabile non essere riconosciute. Per uscire dal giardino dobbiamo quindi attrezzarci ad affrontare quelli che sembrano essere “giungla” e “ branco”. Occorre si acquisire tecniche ben precise, ma anche vincere le paure ancestrali con la consapevolezza delle nostre prime battaglie e della necessità di individuare nuove strade e nuove tutele. Tenendo, però, sempre ben presente che quanto sino ad oggi ottenuto non può, però, essere dato per scontato ma continuamente difeso e vigilato perché non venga disperso. Giusi Esposito l momento per me più toccante, quello che mi porterò sempre dentro, è I stato l’incontro con Carla Passalacqua. Carla incarna dentro di sé la storia stessa del Coordinamento. Questa signora, tanto carica di energia e tanto ricca di esperienza, rappresenta secondo me l’anello forte di congiunzione tra il passato e il presente. Dopo aver ascoltato con attenzione tutti i nostri interventi e dopo aver assistito all’esposizione di alcuni nostri lavori di gruppo, ha dichiarato: “Voi, oggi, avete parlato da sindacaliste, senza dimenticare di essere donne… non avete imitato gli uomini, ma avete conservato il valore della differenza”. Non dobbiamo mai imitare gli uomini per essere accettate, sia sul posto di lavoro sia all’interno dell’Organizzazione sindacale. Dobbiamo essere sempre noi stesse, guardando con occhi di donna tutti quei problemi che quotidianamente il sindacato si trova ad affrontare e che fino ad ora erano stati visti con un solo occhio. I problemi sono tanti e derivano principalmente dalle nuove caratteristiche del cambiamento che oggi è pervasivo (tocca tutto il mondo e tutti i settori), profondo (non modifica le cose solo in superficie) e veloce (non riusciamo ancora a capire dove siamo, che è già andato oltre). È importante accettare ogni forma di cambiamento e saperla sempre gestire anziché respingerla. Isabella Mecangeli (Coordinam.Femm.le Regionale Roma e Lazio) Questo è il mensile della Fiba Cisl «Lavoro bancario e assicurativo» agosto/settembre 2002 12 E.TR. la storia infinita L’imminente scadenza (30 ottobre) del contratto di solidarietà all’E.Tr. Spa, stipulato il 9 ottobre 2000 al ministero del Lavoro, è l’occasione per avanzare precise riflessioni. icordiamo intanto i preceR denti. La situazione economica dell’E.tr nel 1998 evidenziava un deficit di circa 37 miliardi di £, che sarebbero diventati in brevissimo tempo circa 50 se non vi fossero state correzioni immediate di rotta. Il piano industriale presentato nell’ottobre 99 prevedeva 498 eccedenze di personale, su un totale di 969 addetti. Per respingere questa ipotesi, il sindacato dopo una lunga trattativa giunse alla sigla di quell’accordo. L’intesa sul contratto di solidarietà contenenva una filosofia di fondo al proprio interno: i lavoratori calabresi e salernitani accettavano un sacrificio economico importante, mentre l’azienda si impegnava nei 2 anni di vigenza ad uscire da uno stato di sofferenza e crisi che si perpetuava da tempo. La continuità aziendale, anche oltre la concessione decennale”, doveva essere assicurata grazie a nuove attività quali l’attività di recupero crediti. Ma, ancora nel febbraio scorso, alcune pratiche non aventi valore superiore ai trenta milioni di vecchie lire, sono state ora sotratte all’E.Tr. Come hanno detto i rappresentanti aziendali, vi è il progetto che Intesa Gestione Crediti (attuale detentrice di tali pratiche) affidi quelle di importo più rilevante! Attendiamo in fiduciosa attesa, anche perché l’attuale amministratore delegato di Intesa Gestioni Crediti è stato il principale artefice e garante dell’accordo 9/10/2000, in qualità di Amministratore Delegato di Intesa Riscossione Tributi. Sic! Vi era inoltre, la previsione che si costituisse una Società orientata alla fiscalità locale, definita nel piano industriale “linea di business a più alto valore aggiunto in termini di contribuzione economica”. Purtroppo, anche in questo caso, le speranze sono state disattese: la fiscalità locale è probabilmente la grande assente da questa azienda. Occorrevano prodotti e competenze, oltre che innovazione e strumenti tecnologici/finanziari adeguati, così non è stato. Anzi, ora l’azienda dichiara che non vi è redditività nella fiscalità locale. Sempre a detta dei rappresentanti aziendali, non vi può essere futuro per il sistema se viene meno la clausola di salvaguardia. Certamente vi può essere del vero in questa affermazione, ma non possiamo dimenticare che il piano industriale che ci era stato presentato prevedeva gli introiti della ormai famosa “lettera d” tendenti a zero in forza degli orientamenti ministeriali. Tralasciamo inoltre, per carità di patria, la favola delle decine e decine di persone che dovevano trovare occupazione definiti- va all’interno di IAIS 4 e delle altre società del gruppo. I fatti ci dicono che ciò si è avverato solo per pochi dipendenti, tra l’altro in regime di distacco. Se il panorama è questo, è lecito supporre che probabilmente alla fine del Contratto di solidarietà, un nuovo periodo di instabilità si prepari per i lavoratori dell’E.Tr. Spa. È bene intendersi da subito: la Fiba/Cisl (ma riteniamo senz’altro anche le altre OO.SS. aziendali) non è disponibile a firmare ulteriori aperture di credito a questa classe dirigente. Troppe cose sono state disattese, troppi impegni non sono stati rispettati. Pensiamo ad esempio alla mancata introduzione di un sistema incentivante, ritenuto incongruo secondo i rappresentanti aziendali in un’azienda in crisi, anziché vederne le ricadute sulla produttività complessiva. Anche col sostegno delle Segreterie nazionali, sono state messe in cantiere in questi mesi una serie di iniziative, fra le quali ricordiamo, oltre ad una richiesta di convocazione presso il Ministero del Lavoro, anche un incontro a Banca Intesa, vera capogruppo di E.Tr, con l’augurio di incontrare interlocutori che meritino la fiducia dei lavoratori. Non sarà più consentito loro di sedersi ad un tavolo senza la piena consapevolezza dei problemi da affrontare, problemi enormi in quanto attengono al futuro di decine di famiglie. Chiediamo una sola cosa: smettere di essere considerati un caso e poter guardare al futuro, se non con estrema tranquillità almeno con la stessa preoccupazione che tutti gli altri lavoratori del settore Ascotributi hanno. Non è più possibile che uno starnuto in categoria, per Etr rappresenti una polmonite, non è giusto che il consapevole stato di preoccupazione che attraversa il settore debba per i lavoratori dell’E.Tr essere fonte d’ansia e paura. Questo è il mensile della Fiba Cisl «Lavoro bancario e assicurativo» agosto/settembre 2002 Giancarlo Natale Giovanni Gattuso 13 bcc accordo del 20 giugno in L’ Emilia Romagna è risultato innovativo, raccogliendo sia lo spirito ed i demandi del Contratto Nazionale, sia le esigenze e le peculiarità della regione. In un momento storico in cui la sussidiarietà sta diventando patrimonio comune in politica, in economia e nelle relazioni sindacali, non è pensabile che si possa continuare a gestire in termini accentrati i risultati dei Cir. Non solo cambiano le situazioni economiche e sociali fra le regioni in cui operano le Bcc e di conseguenza anche i bilanci ed i bisogni dei lavoratori e delle aziende, ma perfino all’interno della stessa regione si riscontra una eterogeneità fra le Bcc. Sarebbe opportuno, quindi, che le parti cominciassero, fin dal termine di questo rinnovo, ad interrogarsi sul futuro dei Cir. Per quanto riguarda la trattativa avvenuta in Emilia Romagna, la Fiba Cisl è stata trainante fin dalla stesura della piattaforma, anche perché con i suoi 1.200 iscritti su 2.150 dipendenti è la sigla sindacale più rappresentativa. Non sono mancati momenti forti, in cui si è rischiato la rottura con la controparte, ma il pragmatismo e la coerenza del percorso fatto dai presenti al tavolo hanno consentito di raggiungere un’intesa. L’accordo è consultabile nel portale della Fiba (www.fiba.it) nella sezione Coordinamento Credito Cooperativo, per cui di seguito sono riportati solo alcuni dei temi affrontati. In Emilia Romagna il primo integrativo Figure professionali: come da demandi sono stati individuati i profili professionali esemplificativi della 3° area 2° livello retributivo e 3° livello retributivo ed i percorsi di conseguimento. Relazioni sindacali: in coerenza con il ccnl si è attivato un percorso informativo a livello aziendale sulla situazione e prospettive delle Bcc. Formazione: è stato confermato che il quantitativo previsto dal ccnl ha valenza oltre l’anno di competenza; è prevista una precisa normativa per consentire di fruire effettivamente dell’autoformazione. Ti c k e t p a s t o : aumentato a € 5,28 dal mese di luglio. Premio di risultato: l’applicazione dell’accordo raggiunto in Anche nel settore delle Banche di Credito Cooperativo si è aperta la stagione del rinnovo dei Contratti Integrativi Regionali sede nazionale ha consentito di erogare ad ogni Bcc la propria produttività e redditività, inoltre si è provveduto, in ottemperanza ai provvedimenti legislativi, a riconoscere quota parte del premio di produttività ai lavoratori con contratto non a tempo indeterminato. Come tutti gli accordi anche il Cir una volta sottoscritto è da gestire. Sarà indispensabile, quindi, un forte impegno da parte dei dirigenti sindacali aziendali che, avvalendosi del sostegno delle strutture territoriali e regionale, si attivino per la sua applicazione. È risaputo che svolgere attività sindacale in realtà di piccole dimensione è difficile, ma se l’obiettivo è quello di avvicinare il centro decisionale al luogo in cui nascono le esigenze, il percorso è segnato. Occorrerà un investimento formativo ed una delega più ampia nei confronti dei rappresentanti sindacali, ma anche le aziende dovranno fare la loro parte. Marco Amadori (segretario regionale) Giovanni Sentimenti (coordinatore regionale Bcc) Stefano Bruschi (esecutivo regionale Bcc) LO STATO DEI RINNOVI Integrativi rinnovati: 1. Emilia Romagna (20 giugno) 2. Provincia di Trento (22 agosto) Piattaforme presentate in: 1. Calabria 2. Campania 3. Lombardia 4. Marche 5. Toscana www.fiba.it: per rinforzare la rete dei coordinamenti Questo è il mensile della Fiba Cisl «Lavoro bancario e assicurativo» agosto/settembre 2002 TENDENZE 14 Un fenomeno in costante aumento, analizzato in un convegno Fiba Lombardia di Maria Rita Gatti Dip. Organizzativo Fiba Lombardia PERICOLO MOBBING unedì 8 luglio la Fiba Cisl Regionale LomL bardia ha organizzato un convegno sul mobbing, aperto a tutti i Quadri sindacali della Lombardia con lo scopo di informarli sulle problematiche relative al fenomeno, sensibilizzarli, individuare strumenti ed elaborare proposte per l’intervento sindacale sui luoghi di lavoro La prima relatrice D.ssa Jeri, ha curato in particolare l’aspetto psicologico del mobbing, soprattutto dal punto di vista degli effetti che tale fenomeno ha sulla salute psico-fisica dell’individuo oggetto di tale “violenza”. Si può infatti definire il mobbing come “una forma di terrore psicologico che viene esercitato sul posto di lavoro attraverso ripetuti attacchi da parte di colleghi e/o superiori”, attraverso emarginazione, maldicenze, critiche continue e persecutorie, dequalificazione, compromissione della propria immagine sociale. Scopo del mobbing è di eliminare la persona “sco- moda”, distruggendola psicologicamente e socialmente, in modo da provocarne il licenziamento o da indurla alle dimissioni I dati statistici relativi ai casi di mobbing, trattati presso la Clinica del Lavoro di Milano, testimoniano un fenomeno in continuo aumento (siamo passati da 132 casi trattati nel 1997 ai 707 del 2001), e una maggior consapevolezza e conoscenza da parte delle persone coinvolte. Diventa importante allora il discorso della prevenzione nei luoghi di lavoro, sia sensibilizzando l’opinione pubblica, la comunità scientifica e soprattutto gli ambienti sindacali, sia imparando a distinguere tra situazioni di disagio, di stress dovuti a carichi di lavoro eccessivi, di problemi di rapporti interpersonali, dai fenomeni di vero e proprio mobbing. Abbiamo poi ascoltato Ghilarducci, che ha raccontato la sua esperienza di sindacalista che ha cercato di aiutare una collega in un caso di mobbing, ma ha dovuto scontrasi con i silenzi, le complicità e le leggi che non ci sono e non aiutano. Infatti l’avv. Biagioni ha evidenziato come sia difficile intentare un’azione legale per causa di “mobbing”, fenomeno non riconosciuto dalle leggi vigenti e comunque difficile da provare: pochi (per non dire nessuno) colleghi disposti a testimoniare, necessità di affrontare ancora una volta, in tribunale, il proprio persecutore, difficoltà di stabilire il nesso di causa con le condizioni di mobbing e quindi di arrivare al risarcimento del “danno biologico subito”. E allora ecco che molto raramente i casi di mobbing arrivano a sentenza, ma per lo più si chiudono con una conciliazione ed un risarcimento di danni “monetario”, senza salvaguardia del posto di lavoro, sempre che il lavoratore“ mobbizzato” possa permettersi di perdere il posto di lavoro. L’ultimo intervento, di Angelico Corti, ha richiamato con forza i quadri sindacali al dovere della vigilanza e della prevenzione, anche attraverso la contrattazione collettiva e l’introduzione dei “codici di buone prassi” e da accordi aziendali specifici, nei quali siano contenuti indicazioni chiare di comportamenti ritenuti illegittimi. Il dibattito, che ha portato alla luce altre testimonianze di mobbing vissute in prima persona e delle sofferenze che tali comportamenti causano, ha rafforzato ancora di più i presenti nella consapevolezza dell’importanza del ruolo sindacale, non solo di chi è impegnato nella contrattazione, ma ancor di più di chi vive ogni giorno a contatto con i colleghi e che deve, come ci ricorda Brecht, ascoltare e vedere “ciò ch’è abituale, ciò che succede ogni giorno…. Ma pur sia consueto, trovatelo strano! Inspiegabile, pur se normale! Quello che è usuale, vi possa sorprendere! Nella regola riconoscete l’abuso, dove l’avete riconosciuto procurate rimedio.” Questo è il mensile della Fiba Cisl «Lavoro bancario e assicurativo» agosto/settembre 2002 15 CALLla CENTER serie b… Per amor di patria, non facciamo i nomi delle aziende, ma in giro c’è di tutto e non solo “sale prova” per bancari di domani a queste pagine, nei numeri scorsi, sono state presentaD te alcune realtà di Call Center che, giustamente, erano definiti di serie A. Con questo articolo semiserio, si vuol portare alla luce della ribalta anche l’altro lato di questo pianeta che, pur aspirando alla promozione, per adesso è relegato in serie B. Se abbiano letto di call center come palestre, una sorta di officine che forgiano i bancari del domani oggi parliamo di realtà che delle officine hanno solo il ritmo da vecchia ferriera o, nella migliore delle ipotesi, una organizzazione del lavoro simile a quella della catena di montaggio in “Tempi Moderni”. Di queste realtà non citeremo i nomi e la ragione si capirà proseguendo nella lettura. In questi call l’età media è bassissima, e la presenza femminile è in netta maggioranza, sono aziende che, se fanno parte di qualche grande gruppo, sono relegate ai confini più remoti dell’”impero”, altre volte sono aziende a se stanti. Questa situazione pone già dei grossi impedimenti circa la possibilità, dopo un certo periodo di adibizione alle cosiddette “cuffiette”, di riuscire a staccarsi e cambiare attività. Se nella Riflessioni su strutture meno “privilegiate” e “in” banca telefonica di IntesaBci dopo due anni di telefono c’è la possibilità di finire in rete, qui al massimo, da un’isola si può passare ad un’altra, ma sempre con le inseparabili cuffiette. Quale carriera puoi fare? Questo ha un’altra conseguenza: l’unica progressione di carriera è quella di diventare supervisor o team leader, sono la stessa cosa, ma, a secondo del Call, cambiano nome. Insomma una carrierona, ci si stacca finalmente dal telefono, spesso dai turni. Le aziende però non regalano nulla a nessuno, questo è un posto veramente ambito: è l’unica possibilità di cambiar mansione, di non dover sempre rispondere al telefono e di non dover aspettare la propria pausa per andare ai servizi o per “tirare il fiato”, sperando che non ci siano troppe telefonate in attesa al momento della pausa stessa, altrimenti bisogna aspettare tempi migliori! Spesso nei super visor scattano dei meccanismi strani per cui uno si sente in qualche modo obbligato, così c’è la trasformazione: da team leader in affrancato, da supervisor in “schiavo liberato”. Non è la totalità, però, come sempre, fanno molto più notizia 4/5 kapò che 10/15 onesti lavoratori, d’altra parte questi 4/5 individui riescono a condizionare molto più pesantemente il clima rispetto agli altri. Si racconta che questi liberti comincino a scalpitare se, alle 7.55, il lavoratore con il turno delle 8.00 non è ancora collegato al sistema: lo scalpitio si traduce in strilli, urli ed invettive verso il lavativo di turno, spesso in Cfl, o a tempo determinato quando non interinale (alla faccia del tanto oggi chiacchierato art. 18). Una delle cose che più indispettisce i nostri “eroi” sono poi certe illogiche richieste, come, per esempio, il poter andare alla toilette fuori dalla propria pausa. Le pause: altro triste capitolo. In serie A, gli addetti alle banche on line sono equiparati ai videoterminalisti e, quindi, hanno diritto ad una pausa di 15 minuti ogni due ore di adibizione. Nella serie cadetta purtroppo, ogni realtà la interpreta come vuole: chi non applica la pausa perché in fondo i lavoratori usano il Vdt ma, per definizione, sono addetti al telefono e quindi…, altri la applicherebbero, ci mancherebbe altro, ma è così difficile prevedere una giusta turnazione, meglio non far torto a nessuno…, altri ancora nominalmente la prevedono, però se ci sono tante telefonata in coda, se qualcuno è ammalato, se… Resta inteso che, in ogni modo, nelle isole è vietato mangiare, intrattenere i colleghi, distrarsi, Questo è il mensile della Fiba Cisl «Lavoro bancario e assicurativo» agosto/settembre 2002 16 fare e/o ricevere telefonate personali: si racconta di un call dove la direzione ha diramato un Ordine di servizio dove si lamentavano le eccessive rotture delle tastiere dei Vdt. Questi guasti, da un’analisi effettuata, non si sa bene da chi, sono da imputare a briciole e gocce di caffè lasciati cadere da distratti lavoratori: si raccomanda, naturalmente, maggior attenzione, chissà, si potrebbero addebitare i costi di riparazione?! Comunque anche quando ti viene riconosciuta la pausa, questa è elettronicamente controllata dal pc del team leader: accade così che, se allo scoccare del quindicesimo minuto non ci si è ancora ricollegati, il pc stesso segnala il “ritardo” attraverso un segnale acustico. In un call center hanno modificato il sistema ed ora, il segnale acustico, è stato trasformato in un verso di animale, ciascun impiegato ha il suo verso, chi la mucca, chi il cane ….. un vero zoo. Anche per quanto riguarda le telefonate personali, quindi non soggette a registrazioni, ci sono diversi comportamenti, il più carino è un telefono a scheda installato al piano superiore rispetto all’ubicazione del call. Domanda: senza proporre il caso in cui un lavoratore non ha diritto alla pausa, ma se uno nei suoi 15 minuti arriva al telefono e lo trova occupato, cosa fa? Rimanda la telefonata? Convince il collega a liberare il telefono? La risposta più semplice potrebbe essere che ci si compri un telefonino? Inutile, nelle isole l’uso dei telefoni cellulari è severamente proibito! La dura attività sindacale Ultima chicca, l’attività sindacale. Anche per i nostri rappresen- “Carriera? Qui al massimo si passa da un’isola all’altra, con l’inseparabile cuffietta” tanti la vita non è facile: un esempio su tutti. Ad un nostro dirigente sindacale è stato raccomandato, dal suo team leader, di fare attività sindacale durante l’intervallo di pranzo, come un normale libero professionista: si riceve solo su appuntamento. Immaginatevi cosa vuol dire poi assentarsi per qualche riunione: il supervisor ti fissa duro, ti squadra dalla testa ai piedi, poi , pesando le parole, facendoti sentire colpevole di tutti i mali del mondo, in particolare di quelli del call center: “Se proprio non puoi farne a meno…, e ricordati di mandare avanti il permesso a me e in copia al capo, al direttore, al responsabile delle risorse…” C’è da dire che in questa serie cadetta, come spesso accade, è nelle situazioni più dure che escono i temerari, le nostre Sas presenti in questi call center sono composte da persone giovani, donne e uomini, con la coscienza di essere portatori, non di privilegi per qualcuno, ma di una possibilità di miglioramento di situazioni attualmente al limite della decenza. Gente che non si piange addosso, ma che lavora per cambiare la realtà, per questo, in occasione del rinnovo del ccnl, stanno predisponendo un documento per attirare l’attenzione delle segreterie nazionali e di Abi sulla questione, ma questa è la parte “seria” del pianeta. Anna Maria Lunardon & Pier Paolo Merlini Questo è il mensile della Fiba Cisl «Lavoro bancario e assicurativo» agosto/settembre 2002 Fiba Milano 17 SOCIALE Rilevazione Fivol 2002 COME CAMBIA IL VOLONTARIATO L a Fivol (Fondazione Italiana per il Volontariato) ha curato una rilevazione sul mondo del volontariato nel 2001 studiando 13.095 organizzazioni volontarie su 26.400 che ha dimostrato che il volontariato sta mutando in profondità, anche se lentamente. Si conferma la collocazione principale nel settore del Welfare, sia pure in diminuzione a favore della protezione civile, sportiva, ricreativa e dell’educazione. Ma le OdV stanno mutando: partono da libere iniziative, non si legano con motivi religiosi o ideologici, sono realtà più visibili. È difficile ormai anche chiamarle vere e proprie Odv poiché sono disposte a rinnegare la loro natura prettamente di volontariato per presentarsi come più “efficaci”. Sul piano geografico, è in atto una riduzione della tradizionale forbice tra sud e nord, anche se la maggioranza delle organizzazioni si trova ancora al nord. I tassi di presenza rispetto alla popolazione sono più alti in Val d’Aosta, Emilia Romagna, Sardegna, Toscana. La nascita di un organizzazione di volontari non è dovuta più ad “ordini dall’alto” (né affiliazioni a centrali nazionali, né promozioni ecclesiastiche). E probabilmente chi fa il volontario non lo fa per “salvarsi l’anima”: diminuiscono, infatti, le organizzazioni di tipo confessionali, mentre aumentano quelle senza una matrice culturale. Queste organizzazioni sono anche più visibili: sono registrate con atto pubbli- co, lavorano con continuità e la maggioranza ha un orario d’apertura settimanale. Perché si diventa volontari I volontari veri e propri sono quasi un milione. Anche se aumentano le organizzazioni, non aumentano i volontari. Si delinea, in effetti, un corpo snello delle organizzazioni composto da galassie di più piccoli gruppi: leggiadre farfalle e non mastodontici elefanti. Il volontario medio rientra nella fascia d’età 46/65 anni, i giovani sono la maggioranza nell’8,3% delle organizzazioni. Le donne sono in leggera maggioranza rispetto agli uomini nel mondo del volontariato. Diminuiscono le associazioni composte solo da volontari. La formula prevalente è quella di volontari ai vertici e molti associati alla base: ma c’è anche un processo di professionalizzazione che mette le OdV davanti alla scelta se preferire la purezza del volonta- riato o “lo scambio” di una gestione più efficiente. In totale sostengono il mondo del volontariato 5 milioni di persone. La dimensione economica Il fatto che il 75% delle organizzazioni sia iscritto ai registri del volontariato istituiti a livello regionale con la legge 266/91 vuol dire che c’è un bisogno di pubblicizzazione. Il finanziamento pubblico sta diventando sempre più importante per le OdV. Quasi la metà delle organizzazioni si finanzia attraverso contribuzioni, il 35% attraverso convenzioni o corrispettivi di servizi resi dal volontariato, solo l’8% attraverso progetti. Sempre più cresce la tendenza a fare rete: il fenomeno è soprattutto a livel- Tipologia Volontari attivi e continuativi Volontari attivi ma non continuativi (saltuari) Soci, iscritti, tesserati non attivi Donatori di sangue (attivi) o di organi Obiettori di coscienza Religiosi Persone che usufruiscono di un rimborso spese forfettario Retribuiti a rapporto di collaborazione Retribuiti alle dipendenze a tempo parziale Retribuiti alle dipendenze a tempo pieno Persone a consulenza occasionale Totale Scheda L’indagine si è svolta nel 2002. Interessa metà dell’universo di partenza, anche se Fivol ritiene che un 25% delle sigle ufficiali sia in realtà non attivo. Tra le Regioni meglio rappresentate dal campione ci sono Marche e Trentino, mentre scarsa è stata la collaborazione di Veneto e Friuli V.G. L’ha curata Renato Frisanco (Settore studi e ricerche). Sintesi della ricerca è pubblicata sul sito www.fivol.it/bancadati/ ricerche/sintesifivol2002.htm. lo locale mentre si allenta il legame con le unità sopranazionali. La dimensione raggiunta dal mondo del volontariato ne fa ormai un valido interlocutore per i partiti politici e per le confederazioni sindacali, oltre che un soggetto centrale del cosiddetto Terzo settore. Giordano Sepi % su totale OdV indagate Stima sul fenomeno nazionale 95,3 62,8 55,2 18,9 12,1 11,4 7,1 9,6 6,0 5,9 9,2 550.000 400.000 2.480.000 1.370.000 12.000 6.000 11.500 10.900 3.500 8.500 9.200 4.861.600 Questo è il mensile della Fiba Cisl «Lavoro bancario e assicurativo» agosto/settembre 2002 RECENSIONI Un evento ancora tutto da capire L’euro contribuirà a creare benessere e a modernizzare paesi come l’Italia? Saremo vittime di paesi forti, o sapremo costruire una Federazione di scuola americana? E con quale classe dirigente costruire i nuovi equilibri finanziari e politici? Rampini, giornalista economico di La Repubblica, da tempo negli Usa, guarda ai temi europei con distacco sano: niente retorica, facili allarmismi o sogni. L’euro non basta, bisogna costruire un’Europa più dinamica e competitiva, senza perdere per questo la propria anima. Lo “Stato minimo” non è un requisito indispensabile: il coraggio e la determinazione, come quella dimostrata dagli statunitensi quest’anno, sì. Federico Rampini Effetto euro. Capitalismo italiano, modello europeo, sfida americana Longanesi 2002, pp. 160 a cura di P. G. Musulmani, fuori dall’Oriente Docente di filosofia a Ginevra e consulente del parlamento europeo, Ramadan osserva i milioni di cittadini europei di fede musulmana. Al loro radicamento, al sentirsi cittadini, ma anche ai propri progetti comuni di etica musulmana. Parliamo di musulmani di seconda generazione, sganciati dai paesi d’origine. A loro in primis è rivolto questo testo fondamentale per l’analisi sulle fonti classiche, cioè per un delicato lavoro di riflessione sui principi e di declinazione sulla realtà di ogni giorno. Un libro utile comunque anche a chi continua a coltivare un’immagine dell’Islam fuori dal tempo e dalla storia. Tariq Ramadan Essere musulmano europeo Città aperta 2002, pp. 340 18 La musica inquietante di quel violino T alento, genio, passioni assolute, sfondi potenti e suggestivi: ecco gli ingredienti della seconda fatica del trentenne francese Maxence Fermine, l’autore di Neve. Ci aveva colpito ed entusiasmato col suo primo romanzo, ci incanta e ci ammalia con questo violino nero, vero protagonista del romanzo, che – citato nel titolo – appare solo a metà dell’opera aleggiando su tutti come una promessa di felicità o di sventura (al lettore l’interpretazione). L’opera si legge d’un soffio, la scrittura è chiara e pulita, la struttura articolata per quadri come il canovaccio di una pièce teatrale. 1796 – Parigi. Comincia la campagna napoleonica d’Italia e Johannes, genio musicale precoce e violinista affermato, vede la guerra decidere della sua vita e soffiargli la possibilità di realizzare le sue aspirazioni. Ma il destino è d’intralcio o gli dà una mano? Ferito e in fin di vita sul campo di battaglia incontra una dama misteriosa il cui segreto gli sarà svelato più tardi da Erasmus, un anziano liutaio, che lo ospiterà durante la sua convalescenza. Sullo sfondo di una Venezia che (nonostante qualche elemento già frequentato) l’autore ci restituisce magica e onirica, i destini dei protagonisti si intrecciano tra loro con al centro sempre l’inquietante violino nero costruito dal liutaio tempo prima. Tutti gli elementi sono simbolici ed evocativi: lo zigano che Johannes incontra “casualmente” da bambino e che lo ammalia con la propria musica, l’anziano saggio che lo ospita, Erasmus, il creatore del violino che ha il potere di rendere folle chi lo suoni. Nomi, dettagli, personaggi in un continuo rimando a eloquenti topoi letterari. Tali elementi così rassicuranti sono lo scenario ideale ove sogno e realtà si incrociano abbandonando per alcuni istanti i rispettivi piani di esistenza. Ciò basta per regalare pienezza e follia ai personaggi del romanzo, resi sensibili a queste interferenze dalle loro passioni e dalla avventatezza insita nel volerle assecondare. È la strada che, come George Gray dell’Antologia di Spoon River, ci ricorda che spiegare le vele e abbandonare il porto sicuro può condurre alla follia ma anche alla felicità: senz’altro dona intensità e amore a questa “rappresentazione unica” che è la vita. Il violino nero è la conferma dell’arte di un giovane scrittore che aveva affrontato la cultura orientale in un libro lieve, delicato, come un fiocco di bianca neve. La trilogia sarà presto completata da un’opera che avrà per suggestione il color oro. Anna Masiello Maxence Fermine Il violino nero Bompiani 2002, pp.144 Questo è il mensile della Fiba Cisl «Lavoro bancario e assicurativo» agosto/settembre 2002 STORIE DI UFFICIO/2 C arloni non faceva che pensare alle ferie imminenti. Fra due giorni si sarebbe potuto sdraiare su di un lettino nella spiaggia preferita e sorseggiare lentamente una bibita ghiacciata, senza l’asillo costante di superiori e colleghi sempre pronti a chiedergli un impegno crescente. “Carloni! Carloni! Sveglia…Cosa fa, sogna ad occhi aperti?!” – urlò il Titolare – tra due minuti nel mio ufficio, ho importanti comunicazioni che la riguardano!”. Carloni, nonostante la temperatura elevata, cominciò a sudare freddo e, pur sforzandosi, non riusciva a ricordare episodi recenti che lo avessero coinvolto negativamente. “Senta, Carloni, – esordì il Titolare – a lei piace molto il mare, vero?! Sole, nuotate, belle donne in bikini, eh? Ho pensato di farle un grosso favore, la voglio togliere da questi uffici trasformati in forni per mandarla, invece, a lavorare alla brezza marina… Contento?!”. Carloni deglutì nervosamente alcune volte prima di rispondere, poi d’un fiato: “ Ma io dovrei iniziare le ferie dopodomani… non si potrebbe rimandare la cosa al mio ritorno?”. “No! Non si può, Carloni! Il “Grande Capo” in persona si è raccomandato di inviare subito un impiegato preso il Bagno “Al Corsaro Nero”. Ho già provveduto a revocarle le ferie ed a posticiparle a novembre. Contento?! Per tutta l’estate le abbiamo affittato una cabina, l’ombrellone e la sdraio; inoltre le forniremo un tavolino da usare come scrivania e grossi salvagente che lei gonfierà ed offrirà come omaggio ai clienti. Porteranno la scritta: “Se non vuoi affondare aggrappati al Credito Balneare”. Capito, Carloni? Lei ha, per primo, l’onore di offrire il nostro nuovo prodotto: il Credito Balneare!! Sa, con quello che costa oggi noleggiare om- 19 CARLONI E IL CREDITO BALNEARE brelloni e sdraio ci voleva proprio quest’idea!!”. Carloni non ebbe neanche il tempo di rispondere che si trovò in mano un grande pacco di salvagente sgonfi e ricevette una grossa pacca sulle spalle dal Titolare: “Mi raccomando, Carloni… Si faccia onore… “Lui” ci tiene, non lo deluda!!”. Il giorno dopo, all’alba, Carloni era già seduto al “Corsaro Nero” con il seguente abbigliamento: sandali, calzettoni rosa, bermuda rosso fuoco, canottiera fucsia con cravatta a pois e cappello con visiera portante la scritta: “Più bello il mare con il Credito Balneare”. I primi bagnanti che arrivarono pensarono di avere le traveggole, ma Carloni lesto come un fulmine gonfiò alcuni salvagenti e li infilò sotto le ascelle dei malcapitati. Tramite un altoparlante, prestato dal bagnino, tempestò di comunicazioni pubblicitarie per tutto il giorno i poveri bagnanti. Verso sera fu organizzata una spedizione punitiva che si concluse con la cattura di Carloni che inutilmente aveva tentato di nascondersi nella toilette delle signore. Fu rinchiuso in uno sgabuzzino, legato coi salvagente e costretto a sorbirsi per tutta la notte, con volume assordante, la sua voce registrata che reclamizzava il Credito Balneare. Finalmente giunse l’ala e Carloni riuscì a liberarsi e ad uscire all’aria aperta stravolto. Come aprì la porta fu colpito da un gavettone dialmeno trecento litri d’acqua e scoppiarono subito fragorose le risate dei burloni che avevano organizzato lo scherzo. Inviperito Carloni prese la prima cosa che trovò a portata di mano: un cocomero di dieci chili ben maturo lì abbandonato e lo scagliò con forza contro quegli energumeni. Centrò in pieno “Lui” che era venuto a quell’ora insolita per controllare l’operato di Carloni. Scacciando le mosche che già gli ronzavano intorno, con voce isterica disse: “Carloni, venga subito nel mio ufficio, pardon, nella mia cabina!!”. Carloni si trascinò come un condannato a morte verso il patibolo e, con voce supplichevole, cercò di dare spiegazioni dell’accaduto. Venne subito interrotto: “Carloni, lei è una persona ignobile! Lei è un inetto! Quanti contratti ha concluso?”. Carloni mostrò orgoglioso due foglietti stropicciati che era riuscito a far sottoscrivere. “Bene – disse “Lui” – …e le garanzie?”. Carloni estrasse due collanine di corallo con la scritta “vera plastica” ed un tappeto spelacchiato vero persiano “made in Taiwan”. L’urlo che seguì fu udito a molti chilometri di distanza con grande spavento della popolazione. Passò qualche giorno ed i colleghi cominciarono a chiedersi dove fosse finito Carloni, dato che non si era più visto in giro. Finalmente il più temerario osò chiedere, dopo un lungo giro di parole, al Titolare quale fosse stata la sorte di Carloni. “Adeso sta bene, è al fresco e respira aria buona…” rispose con fare misterioso il Titolare. Poi aggiunse; “ Dovrebbe essere un segreto, ma ve lo svelo ugualmente. Carloni è stato mandato su una vetta innevata dove, vestito da tirolese, è incaricato di offrire un nuovo prodotto, nato dalla fertile fantasia del nostro “Grande Capo”: il Credito Alpino! Ogni volta che una cordata raggiunge la cima si presenta ed offre a tutti una grappa ed un depliant illustrativo: Lo slogan che ripete a tutti è: “Piaciuto il grappino?! Ora prova il Credito Alpino!!”. Questo è il mensile della Fiba Cisl «Lavoro bancario e assicurativo» agosto/settembre 2002 Tiziano Menta Comunicate le vostre variazioni di indirizzo alle Fiba locali!!! il Mensile della Federazione Italiana Bancari e Assicurativi Direttore responsabile: Eligio Boni Comitato di direzione: Eligio Boni, Giovanni Casiroli, Guido Cavalieri, Giuseppe Gallo, Pietro Mariani, Mario Mocci, Giuseppe Orizio, Giancarlo Pezzanera, Pierluigi Ramponi, Matteo Tammaro, Elena Vannucci, Marina Zanobini Redazione: Andrea Baccherini, Umberto Bognani, Giusi Esposito, Paolo Giammarroni, Maurizio Locatelli, Paola Vinciguerra Illustrazioni: Michelangelo Pace Fiba Direzione e amministrazione: Via Modena 5, 00184 Roma - Tel. 06/4746351 - Fax 06/48916266 e-mail: [email protected] - sito web: www.fiba.it Aut. decreto n. 236/92 del 15/04/1992 - reg. stampa Roma Fotolito: Top Colors srl - Via Giamaica, 6 - 00040 Pomezia (RM) Stampa: Società Tipografica Romana srl Via delle Monachelle Vecchia snc - 00040 Pomezia (Roma) Su Internet tante novità PIÙ INFORMAZIONI Ogni giorno selezioniamo le notizie più rilevanti o inconsuete nel mondo finanziario, sindacale, sociale in a r t en iba.it f . w ww PIÙ NOTIZIE LOCALI Da settembre avviamo l’apertura di pagine delle Fiba locali e delle piccole Sas. Si aggiungeranno a quelle dalla Regioni e dalle grandi Sas PIÙ VISIBILITÀ Varie strutture Fiba potranno dotarsi di una propria pagina-menu e gestirla in tempo reale per dialogare coi propri iscritti PIÙ SERVIZI Già trovate indicazioni sulle Convenzioni nazionali e locali: presto altri miglioramenti, anche da parte dei Coordinamenti nazionali (quadri, donne, promotori, Bcc, esattoriali) E AGGIORNAMENTO DI SPAZI DI GRANDE UTILITÀ: – Vorrei sapere: domande su contratto Abi e norme di lavoro – Testi contrattuali – Scrivere agli esperti – Forum (discussioni su temi) e Sondaggi Hai ricevuto per lettera la tua password personale di iscritto? Ricordati di tenerla in rubrica!!!