Sussidio della Lectio - Centro Giovanile Antonianum
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Sussidio della Lectio - Centro Giovanile Antonianum
Lectio divina mensile al Centro Antonianum 2008 - 2009 4° incontro (18.01.2009) Come operare nel mondo e cosa raccontare (ai peccatori in particolare), ovvero la Buona Notizia. Introduzione Nel terzo incontro abbiamo meditato e contemplato la potenza dello Spirito del Signore che opera nei discepoli di Gesù rendendoli capaci di vincere la logica perversa di Babele che conduce all’impossibilità di parlarsi e perciò di relazionarsi. Massificare la gente per costruire torri/luoghi di culto, condensato della tecnologia, del denaro e della smania di dominio umano … è il peccato di ogni epoca, peccato sociale e strutturale. L’umanità ha una sua legittima diversificazione e l’unità la si può ritrovare solo in quel mistero di morte e di vita in cui Gesù si è immerso in totale condivisione alla sorte dell’uomo, raggiungendo ciascuno. Illuminati dal Mistero Pasquale e forgiati nella preghiera dallo Spirito Santo, il gruppo degli amici del Signore divengono capaci di trasmettere quella nuova legge del cuore che consiste nell’avere in sé lo stesso modo di sentire, giudicare e operare proprio del Maestro di Nazareth. Così è nuovamente possibile la comunione nella diversità: ecco il dono dello Spirito! Una parola penetrante che conduce a riconoscersi tutti fratelli: la morte e resurrezione di Gesù è tale da far sì che ognuno possa riconoscersi in Lui un peccatore amato, al pari del vicino e del lontano. Il parlare dei discepoli diviene franco, schietto, penetrante, doloroso e risanante come un bisturi. Un parlare e agire che toglie il cancro che ci impedisce di intenderci, cioè i falsi ideali politici, culturali, religiosi che spezzano la fraternità. A Cesarea, seconda Pentecoste (10,44ss), lo Spirito permette a degli ebrei di aprirsi ai pagani, senza imporre loro il proprio cammino e modalità di espressione religiosa; e a dei pagani di riconoscere il dono di salvezza di cui sono portatori gli ebrei. Una nuova umanità nasce quando si vive Pentecoste, in forza dell’unico Spirito di amore di Gesù che lavora in ogni cuore! Nella terza Pentecoste (19,1-7), quella di Efeso, dodici discepoli del Battista divengono discepoli di Gesù, passando da un battesimo di penitenza al rigenerante battesimo dello Spirito. In questo 4° incontro procederemo nel racconto lucano fermandoci a considerare questo modo di agire, parlare, e pregare della comunità cristiana rappresentata dalle due figure esemplari di Pietro e Giovanni. Vedremo come essi affrontano le miserie fisiche dell’uomo e quelle morali e spirituali; vedremo come se la cavano di fronte al potere civile e religioso, di fronte all’opposizione e all’ostilità; vedremo cosa dicono alla gente che ha ammazzato Gesù. Pagina 1 di 3 Lectio divina mensile al Centro Antonianum 2008 - 2009 4° incontro (18.01.2009) Testi biblici Atti 3,1-4,31; Is 35,6; 52,13; Dt 18,15ss; Gen 22,18; Sal 118 Testo di riferimento P. BIZZETI, Fino ai confini estremi. Meditazioni sugli Atti degli Apostoli, EDB, Bologna, 2007, 83 – 108 Sussidio n° 1 (Atti degli Apostoli, a cura di C.M.MARTINI, Nuovissima versione della Bibbia, Paoline, Roma 1972, 8384) At 3, 1-10: Questo episodio mette in luce la potenza del nome di Gesù e prepara il discorso seguente (3,12-26). Il miracolo, che ha le caratteristiche dei segni degli ultimi tempi (cfr. Is 35,5 e Lc 7,22), ha luogo presso il tempio, e suscita in esso la lode di Dio (v. 8-9), simile a quella con cui ivi si celebravano le meravigliose opere di JHWH (cfr. per es. Sl 150). Esso mostra dunque che nel nome di Gesù si sta manifestando il piano divino definitivo di salvezza, a cui si accennerà nella seconda parte del discorso (3,20-26). Inoltre questa guarigione miracolosa è all'origine delle reazioni che metteranno la nuova comunità di fronte alle autorità giudaiche. Sarà a causa di questo miracolo che Pietro e Giovanni saranno portati di fronte al Sinedrio, interrogati (4,7) e diffidati a predicare sul nome di Gesù (4,1618). Siamo dunque all'inizio di quel movimento di distacco dal mondo giudaico che porterà all'estendersi della predicazione ai pagani. Luca mostra che questo distacco non è stato voluto dagli apostoli, che anzi hanno operato a favore del popolo. Pietro e Giovanni: sono qui nominati insieme per la prima volta negli Atti, e li troveremo insieme in varie occasioni fino a 8,14 (3,3.4.11; 4,1.13.19.23; 8,14). Oltre al ricordo di una più stretta collaborazione tra i due all'inizio della Chiesa, v'è anche in Luca l'intenzione di presentare Pietro non disgiunto dal gruppo apostolico. Giovanni in realtà fa la figura di accompagnatore, ed è solo Pietro a parlare o a dirigere gli avvenimenti (cfr. 3,12; 4,8; 8,17.20.24; eccezione nella breve dichiarazione di 4,19-20). Si noti il crescendo che serve a mettere in risalto il legame tra Pietro e il gruppo degli apostoli: da 3,1 a 4,22 sono in scena Pietro e Giovanni, e ad essi si rivolge la prima intimazione del Sinedrio; in 5,18-42 sono in scena tutti gli apostoli (5,18) con Pietro (5,29). Sussidio n° 2 (per At 3,1-10) (D. Barsotti, Meditazione su gli Atti degli Apostoli, Queriniana, Brescia 1979, 96-98) Certo, la nostra salvezza passa attraverso la morte, ma è una salvezza integrale, e la morte che devi superare non è soltanto fisica, ma anche spirituale; la purificazione non attinge soltanto il corpo, ma il 'noûs', il più intimo dell'essere, lo spirito. Non c'è divisione: la salvezza dell'uomo implica una purificazione di tutto l'essere, ma realizza anche la trasformazione e la salvezza di tutto l'essere umano. L'uomo rimane uno. Il miracolo compiuto da Pietro non è soltanto un segno che vuole autenticare un messaggio, è la prova di quella salvezza che egli annuncia. Il miracolo manifesta la natura di quella salvezza. La grazia del Cristo risana. Se il male fisico è conseguenza del peccato, tolto il peccato e riconciliato l'uomo con Dio, il male fisico stesso è vinto. La guarigione operata da Pietro è la Pagina 2 di 3 Lectio divina mensile al Centro Antonianum 2008 - 2009 4° incontro (18.01.2009) manifestazione del potere del Cristo, che ora, risorto, opera la salvezza. Lo storpio si unisce agli apostoli nella loro fede in quanto egli stesso è salvato. Salvato certo dal suo peccato, ma anche nelle sue membra inferme. La salvezza del Cristo libera l'uomo dal peccato e dalle sue conseguenze e dona all'uomo una nuova giovinezza. Lo storpio si mette a saltare, non riesce a contener la sua gioia, ritorna bambino. La pericope ha una grande importanza per una teologia della redenzione. La teologia occidentale forse non esplicita fino in fondo la dottrina di certe pagine dei Vangeli e degli Atti. Nel dono dello Spirito gli apostoli ottengono non solo il potere della parola, ma anche il potere del miracolo, o forse meglio, ottengono il potere di una parola che non solo annuncia ma anche opera la salvezza dell'uomo. La parola apostolica è la parola stessa di Dio ed è efficace. Il miracolo manifesta la potenza risanatrice del Cristo che è Salvatore. Quando la fede dell'uomo giunge a tal punto da farlo veramente strumento della potenza del Cristo, l'atto dell'uomo supera la forza disgregatrice del peccato e il miracolo avviene. Nel miracolo si manifesta così la salvezza dell'uomo, che, proprio in quanto è salvato, non è più schiavo del mondo e delle forze del male, ma supera le forze del male ed esercita sulla natura stessa il potere che gli era conferito fin dal principio, quando fu fatto re del creato. Dice Serafino di Sarov che non è secondo natura che l'uomo debba esser bruciato dal fuoco o debba morire annegato. Prima del peccato nessuna cosa aveva potere sull'uomo, ma solo Dio, perché egli era stato creato per essere re, non per essere schiavo. È difficile dire se questa era effettivamente la condizione dell'uomo prima del peccato; è certo però che questa dovrà essere la condizione dell'uomo redento. Via via che l'uomo riacquista in Cristo la capacità di realizzare la sua prima vocazione, l'uomo ritorna ad essere re. Già anche prima della morte Gesù compie i miracoli, Egli è veramente il nuovo Adamo cui tutto obbedisce; ma ora, dopo la sua morte e la sua resurrezione, tutte le cose rispondono anche al potere dell'uomo redento e l'uomo le domina e le dirige nel Nome di Cristo. In questo potere si manifesta la redenzione avvenuta. Pagina 3 di 3