comunicato stampa
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Titolo Moto bolognesi del dopoguerra La motorizzazione popolare, 1946-1950 Sede Museo del Patrimonio Industriale, Fornace Galotti , Via della Beverara 123 Inaugurazione 14 novembre 2008 ore 17:30 Durata 15 novembre 2008 - 3 maggio 2009 Orari di apertura Martedì-sabato: ore 9:00-13:00 Sabato-domenica: ore 15:00-18:00 I contenuti Terzo e conclusivo capitolo del percorso di approfondimento sull’origine del comparto motoristico bolognese. Dopo la nascita (Moto bolognesi degli anni ’20, 3 aprile-30 giugno 2004) e il consolidamento (Moto bolognesi degli anni 1930-’45, 11 novembre 2006-9 aprile 2007) con l’esposizione dedicata al dopoguerra verrà preso in esame il periodo storico che segna l’affermarsi di ditte bolognesi che saranno in grado di competere sul mercato internazionale. L’Italia, uscita dalla guerra, è impegnata in un grande sforzo di ricostruzione del suo tessuto sociale, politico ed economico. La ripresa, pur faticosa, mette in luce un grande slancio vitale che coinvolge tutte le attività produttive, sia artigianali che industriali. Uno degli esempi più eclatanti è il settore della motoristica, sopravvissuto tra mille difficoltà agli anni dell’autarchia e alle distruzioni dei bombardamenti. Venuta meno la necessità di veicoli da trasporto a tre ruote, a fronte di una grande disponibilità di residuati bellici, e caduta drasticamente la richiesta di motociclette, la produzione si incentra soprattutto sulla proposta di micromotori da applicare dapprima alle biciclette, quindi a telai appositamente predisposti. Il loro costo contenuto ne decreta il successo immediato, con la nascita in tutto il paese di decine di ditte costruttrici e soprattutto di una miriade di artigiani che si cimentano in produzioni di telai cui, una volta applicato un motore, danno il loro nome. Si tratta in molti casi di “meteore” destinate, alcune in breve tempo, altre nel giro di alcuni anni, a scomparire. Bologna è protagonista, in posizioni di primo piano, di questo fenomeno di motorizzazione diffusa. I protagonisti Si affaccia in questo settore produttivo la Ducati realizzando, dapprima su progetto della Torinese S.I.A.T.A., quindi in proprio, il Cucciolo, uno dei micromotori cui – insieme a pochi altri, come il Mosquito o l’Alpino – viene riconosciuto il merito di aver contribuito all’affermazione della “motorizzazione popolare” in Italia. Vi sono anche alcune marche dal glorioso passato, come la M.M. e la C.M che, dopo aver subito gravi danni durante i bombardamenti della città, cercano di riconquistare la posizione a loro riconosciuta nel panorama motociclistico nazionale. A livello sportivo Moto Morini e F.B, già presenti nel periodo prebellico con i loro motocarri, primeggiano in Italia e all’estero. La Morini di fatto esordisce con la sua prima motocicletta, una 125 che la lancia nel mercato nazionale e in campo sportivo: in Italia, nel dopoguerra, è protagonista di un gran numero di successi e vincitrice del Campionato Italiano nel 1948 e 1949. In ambito internazionale si impone la Mondial, emanazione della milanese F.B ma interamente progettata e costruita a Bologna, che si aggiudica il Campionato del Mondo nel 1949 e 1950. Altre Ditte come Cimatti, Malaguti, Testi, Verlicchi, già conosciute ed apprezzate per la costruzione di biciclette, sono avviate a conquistarsi uno spazio importante nei decenni successivi, anche nel settore della subfornitura. Ducati e Malaguti sono marchi ancora oggi di successo, tra i protagonisti nei rispettivi settori produttivi – motociclette di grande cilindrata e ciclomotori – in un mercato ormai globalizzato. Marzocchi (che inizia con il Grillo e l’Idroflex) e Verlicchi hanno trovato a loro volta una posizione di prestigio, nel variegato panorama delle Aziende del distretto bolognese della componentistica per moto e auto, con prodotti di eccellenza, l’una nel campo delle sospensioni e delle pompe, l’altra in quello della telaistica. Nella produzione di motori sciolti si è affermata la Franco Morini, oggi proprietaria anche dello storico marchio Moto Morini. I marchi Sono ben 49 le Ditte di cui verranno ricostruite le vicende produttive: A.C.S.A., Albertazzi, Avoni, Bertocchi, B.M.-Bonvicini, CARDA, Casa del Ciclo, Ceneri, Cimatti, C.M, Cremonini, Dardo, Albino De Togni, Luigi De Togni, DKW-Cavani, Ducati, Eolo, F.B-Mondial, Futuro, G.B., Gordio, Grillo, I.M.C., IBIS, Idroflex, Invicta, M.A.B.-ALBOR, Malaguti, MB-Baruffaldi, Meotti, Mingotti, MI-VAL, M.M., Moto Morini, Müller, Nettunia-Busi, O.C.C., O.M.A., O.M.B., O.R.A.M., Puledro, Rondine, S.A.C.I.E., Sangiorgi, Testi, Tigli, Veggetti, Verlicchi, Zironi I materiali In esposizione saranno visibili: - 54 motocicli - 4 motori - 1 triciclo furgoncino - 1 side-car - 7 multivisioni con oltre 300 immagini (foto, cataloghi, depliant, targhe ed altro), nella maggior parte dei casi inedite, relative alla produzione bolognese del dopoguerra, provenienti dal mondo del collezionismo, da archivi pubblici e privati - 1 filmato relativo alle riprese fotografiche di gare motociclistiche, svoltesi a Bologna ed in regione, effettuate da Nino Comaschi tra il 1937 e il 1950 Il Catalogo Come per le mostre precedenti, in accordo con Giorgio Nada Editore di Milano – la maggiore casa editrice italiana nel campo della motoristica – viene pubblicato un volume bilingue (italiano-inglese) di 320 pagine a colori in cui confluirà gran parte dell’apparato di immagini storiche utilizzato per la mostra e così articolato: - Introduzione - Saggio sulla storia della produzione motociclistica bolognese (protagonisti, aspetti tecnici, dati quantitativi, peculiarità), le vicende sportive (gare, piloti, Campionati Italiani e Mondiali, Record di velocità), l’associazionismo (moto club a Bologna e in provincia), componentistica per moto – già presente nei decenni pre-bellici – che prefigura il successo dell’attuale distretto della motoristica, ed altri aspetti alla luce delle vicende storico-economico-sociali dell’Italia del dopoguerra - Biografie di 49 Ditte - Schede tecniche con apposito servizio fotografico di tutti gli oggetti esposti - Riferimenti archivistici e bibliografici - Indice dei nomi