Relazione Andrea CUCCELLO
Transcript
Relazione Andrea CUCCELLO
1 A nome della Segreteria della Cisl del Lazio, benvenuti a Tutti Voi Delegati Amici delle Ust Cisl Roma Capitale Rieti e Viterbo, Ust Cisl Area Vasta Frosinone e Colleferro, della Ust Cisl Latina Anzio e Nettuno, a Tutte le Segreterie Regionali, in questa meravigliosa Aula Magna dell’Istituto Galilei, onorati dalla presenza di Annamaria Furlan nostra Segretaria Generale della Cisl Nazionale ,felice per il fatto che per tutti noi, è un salto nel passato agli anni felici della scuola , per altri lo è ancor di più, visto che sono stati alunni di questo istituto! Con questa nostra scelta abbiamo voluto dare l’indicazione di una strada per il futuro: il sindacato si riunisce nelle scuole, nelle parrocchie, nelle Università in tutti i luoghi dell’associazionismo che possano dare connessioni feconde, per la Cisl e per chi vuole essere vicino alla Cisl! Un ringraziamento particolare va agli amici della Cisl Scuola per averci fornito questo prezioso contatto. Con l’inizio dell’inchiesta “Mani Pulite” inizia e la disgregazione delle tre grandi aree politiche storiche di riferimento nel nostro paese e la distruzione dei partiti storici, il sindacato e la Cisl in particolare ebbero un ruolo fondamentale di “sostituzione” della politica per la ripresa morale ed economica del paese. Prima con l’accordo sulla politica dei redditi del 1992, poi con l’accordo del 93 vera pietra miliare delle relazioni industriali: 2 Inflazione programmata, due livelli di contrattazione, le RSU, con una consultazione dei lavoratori che vide il si trionfare con il 67% dei voti. Il vuoto costituzionale e dei partiti storici, portò al referendum sul maggioritario, e successivamente alla legge Mattarella. Era il 1994 e Silvio Berlusconi trionfava con il suo centrodestra. Quell'anno ci fu il primo, vero, attacco sistemico del governo al sindacato con una proposta di legge sulle pensioni che compattò il paese in una manifestazione possente che respinse l’aggressione con 1.500.000 di persone a piazza San Giovanni. Ma a volte, senza che ci si renda conto, nei momenti di massima forza, inizia anche la fase di maggiore debolezza! Nel 1998 con il cosiddetto patto di Natale, il Governo d’Alema mise fine alla concertazione invitando al tavolo 32 associazioni di rappresentanza e rompendo la logica triangolare del tavolo Governo, Imprese, Sindacati: invito tutti, non conta nessuno ! Qui finisce una stagione. La “concertazione” istituita a livello nazionale, di fatto aveva aperto la strada al confronto al livello Regionale e Territoriale, con i rispettivi livelli istituzionali ed in ogni dove. 3 Non formalmente, ma al Sindacato veniva riconosciuta una sorta di istituzionalizzazione. Il Sindacato aveva una presenza fortissima nella pubblica amministrazione e nel parastato. Anche la vendita o svendita, delle partecipazioni statali, (evento che certificò di che pasta fosse fatta l’imprenditoria italiana), fece perdere consenso e conseguentemente associati. Le imprese da sempre dalla dimensione medio piccola, divennero piccole ed al micro dei nostri giorni. Così come l’erosione del contratto a tempo indeterminato fatto a pezzi da una giungla di nuove e precarie tipologie. Poi internet e l’era digitale, la globalizzazione. E Via e via, fino a tempi più recenti, ai giorni nostri, dove il dilemma dei partiti di fatto non si è risolto. Partiti leggeri, poco innestati sul territorio populismo, abbassamento della partecipazione al voto da parte dei cittadini , una crisi economica ancora lontana dall’essere superata . Eppure, la politica è tornata al centro del ring cercando di relegare il Sindacato ad una logica, nella migliore delle ipotesi, concertativa. E della Concertazione è rimasto il 4 fantasma che aleggia Etereo ed in concreto Il tutto in un contesto dove la politica non è più innestata sulle logiche ideologiche del passato, ma sulla “poltiglia” di ciò che è rimasto di quell’epoca. Ed oggi un politico può dire concetti che possono sembrare sia di destra (estrema), sia di sinistra (estrema), stando in schieramenti e partiti molto diversi tra loro! Poi gli attacchi di nuova natura al sindacato. Non più scioccamente portati come Berlusconi nel 94, cioè frontalmente. Ma subdolamente. Agli enti bilaterali, nel 1998 diventati sostituti di imposta, colpendo il salario dei lavoratori, poi ai Caf, ai patronati, le pensioni, gli stipendi dei sindacalisti. Questo passaggio che parte da un tempo così lontano, l’ho voluto fare perché la forma dell’organizzazione nella sua strutturazione e l’atteggiamento dei dirigenti della CISL è più legata a quella fase storica piuttosto che a quella attuale. E l’assemblea organizzativa convocata dalla Cisl Confederale serve per capire cosa fare per cambiare non solo il contenitore (l’organizzazione complessivamente ed i suoi assetti), ma soprattutto il contenuto (gli orizzonti del gruppo dirigente e gli atteggiamenti di quest’ultimo). Ma se vogliamo portare valore aggiunto all’interno della discussione, dobbiamo dirci subito che, IL TEMPO, NON E’ UNA VARIABILE INDIPENDENTE !! 5 Questo è il tempo nel quale bisogna fare del pragmatismo la nostra stella polare. Proprio per questo devono essere chiari a tutti noi i tempi nei quali la Cisl, tutti noi possiamo porre in essere le scelte da fare: il primo evidente esempio del cambiamento, è avvenuto già il 9 Luglio 2015, con l’approvazione del regolamento economico non di indirizzo nella sua applicazione, ma vincolante, per i gruppi dirigenti da parte dell’esecutivo confederale e replicato poi dall’esecutivo della Cisl del Lazio il giorno 1 settembre 2015. Altro sarà fatto a valle dell’assemblea nazionale della Cisl Confederale, a novembre a Rimini il primo consiglio generale della Cisl nazionale utile, sulle decisioni assunte dall’assemblea stessa. Ed altre, solo al congresso, se si deciderà di intervenire sullo Statuto dell’organizzazione e solo al congresso è possibile attuare questo tipo di scelta. Quindi definito il perimetro, parliamo delle nostre idee, delle nostre proposte Noi, come Segreteria della Usr Lazio, vi abbiamo inoltrato 3 documenti, che vi abbiamo chiesto di arricchire nei giorni scorsi fino alle 12 di oggi e riguardano: 1) I GIOVANI; 2) LA FORMAZIONE; 3) I SERVIZI. Cosa Immaginiamo per i Giovani? 6 Che di certo Dobbiamo rivedere il rapporto con i ragazzi e le ragazze e la tendenza diffusa a fare della loro presenza un uso strumentale e di immagine, piuttosto che di reale coinvolgimento nella vita dell’organizzazione. Il dinamismo e la vitalità di giovani impegnati e motivati non può che giovare a strutture in molti casi “pigre” o semplicemente gratificate dalla statica (e stanca) routine quotidiana. Ma quando parliamo di giovani, che idea abbiamo di loro? Come li vediamo e immaginiamo? Certo è, che anche un quarantenne, considerato giovane nella nostra organizzazione (quando un calciatore ha finito la carriera 5 anni prima, un pugile 10, Valentino Rossi a 36 anni è considerato il Matusa della MotoGP), non ha nessun punto di contatto con un ragazzo o una ragazza di 20 già nativi dell’era digitale! Nei linguaggi, nel modo di vedere il mondo, nel percepito. I quarantenni programmavano in linguaggio macchina basic, con il commodore 64 cioè nativi dell’era giurassica digitale! Quindi, con i giovani si può tentare di entrare in relazione solo se, come adulti, sappiamo vivere l’incontro dentro a una dimensione di fiducia reciproca. Tutto questo non può coincidere con una funzione di controllo, una tentazione sempre molto presente in noi adulti che vorremmo “modellare”, “addomesticare”, 7 “indottrinare” i giovani. Cioè, renderli un po’ meno giovani e frizzanti di ciò che sono e sempre più simili a noi. Di certo non basta “voler fare” o “creare” qualche ambito formale perché i giovani si avvicinino all’esperienza sindacale eh? Si tratta di ridare senso, insieme, alle intense parole che hanno dato vita all’esperienza sindacale: solidarietà, impegno, uguaglianza. Allora si, in questo senso per i giovani il sindacato, la CISL può diventare uno spazio in cui ci si può stare in prima persona, esercitando autonomia e protagonismo. Ma il protagonismo, da solo, non è sufficiente. Un sindacato che desidera incontrare i giovani deve saper essere un luogo aperto, per un impegno sociale e politico in grado di farsi carico dei problemi della solitudine delle persone, dello sviluppo sociale e della giustizia. Un luogo per maturare scelte, attivare la responsabilità, prendersi cura, avere a cuore i problemi degli uomini e delle donne. Le potenziali linee progettuali che interessano il lavoro da fare con le nuove generazioni dovrebbero indicare come andare incontro ai giovani e creare relazioni proficue di confronto e di crescita reciproca per fare in modo che il futuro dell’Organizzazione 8 appartenga a loro. Dovremmo insomma evitare di consegnare l’organizzazione in mano ai giovani… quando sono ormai quasi vecchi. Proprio per questo abbiamo immaginato alcune iniziative: - percorsi nelle scuole secondarie e nelle Università di conoscenza del sindacato, e del diritto del lavoro, specificando che cosa è e che cosa fa un sindacato, perché i giovani che non vivono un contatto con il sindacato, non sanno nemmeno cosa sia! - Promuovere e poi fare sintesi di percorsi, progetti o iniziative realizzate a livello locale con continuità, centrate sulla sensibilità e i bisogni del mondo giovanile, soprattutto rispetto ai temi del lavoro. - Costruire momenti di socializzazione con progetti già in essere o buone prassi, che magari a volte sono confinate nei territori di chi li ha pensati e li restano. - Coinvolgere piccoli gruppi di giovani volontari in progetti e iniziative con finalità sociale (educazione, formazione, ascolto, accompagnamento, orientamento). Attivazione di percorsi di tirocinio all’interno delle strutture sindacali offrendo ai ragazzi un’occasione di inserimento verso un attività sindacale utile a dischiudere nuovi scenari di impegno sociale. 9 Fermo restando l’indefesso impegno per mettere in piedi le iniziative di cui sopra, dal nostro punto di vista, c’è da fare subito, nella migliore prassi CISLINA una proposta concreta che avete trovato in cartellina: quella di spingere gli under 35 all’interno dei Consigli Generali di tutte le strutture orizzontali e categoriali già dal prossimo Congresso con una percentuale minima del 10 %, in rapporto comunque proporzionale al numero di giovani iscritti presenti in ogni dove! Questo è il primo passo concreto verso un’assunzione di responsabilità all’interno delle strutture di appartenenza con la preghiera di non abbandonarli appena “sedotti”. Perché i giovani hanno l’entusiasmo e la passione ma sono fragili se non sostenuti e coccolati! . Appunto, come? con la Formazione Innanzi ai cambiamenti tutti abbiamo bisogno di formazione. Per i giovani o nuove delegate e nuovi delegati (non per forza giovani…) la formazione deve orientare a conoscere loro stessi, le proprie risorse e le proprie competenze, per aiutarli a crescere e per comprendere le loro attitudini. L’elemento portante della formazione deve essere l’educare a fare squadra, a lavorare insieme agli altri acquisendo la capacità (e l’umiltà) di mettere a fattor comune saperi, competenze, capacità così da conseguire dall’azione di una 10 RSU/RSA, un collettivo, una segreteria, un Consiglio Generale, ecc, il massimo dell’efficacia senza sabbie, senza lepri sotto le ascelle, che troppo spesso avvelenano il clima e le persone già poco tempo dopo che cominciano a frequentare una sede sindacale! Nell’ambito dell’offerta formativa è opportuno sapere preventivamente (a fine settembre di ogni anno) i programmi delle Categorie, delle Unioni e della Confederazione al fine di evitare duplicazioni, sovrapposizione di date e di conseguenza, diseconomie poco opportune in questa epoca e progettare adeguati percorsi sulla base del bilancio dei fabbisogni. Vicende abbastanza recenti, che hanno coinvolto alcune categorie nel Lazio, hanno messo in evidenza come sia importante non attenuare mai il nostro riferimento a valori e motivazioni, al fine di esercitare a pieno la responsabilità nella condivisione e nel rispetto di regole e norme! Questi fatti ci hanno indotto a pensare su un aspetto molto delicato che riguarda i percorsi di crescita che consentono di selezionare i nostri gruppi dirigenti e i criteri in base a quali vengono scelti. Per la formazione espressamente dedicata ai dirigenti sarà opportuno promuovere anche programmi ad hoc gestiti con il concorso della Confederazione. 11 La formazione deve servire anche a questo: formare i futuri dirigenti, verificarne le qualità o i limiti, capire le motivazioni che li spingono ad intraprendere l’attività sindacale, testare il grado di affidabilità e di attaccamento ai valori che muovono la nostra organizzazione. Immaginiamo dei percorsi formativi come condicio sine qua non per poter assumere determinati incarichi. Anche sulle “prime scelte” è opportuno ragionare. Non tutti i dirigenti sindacali sono illuminati e spesso il distacco dall’azienda di una persona è una responsabilità troppo grande da far assumere ad una sola persona. E’ quindi soggetta ad errata valutazione. Sarebbe opportuno che questa “scelta” fosse accompagnata da un processo formativo che “aiuti” il segretario e la segreteria ad avere un quadro complessivo più chiaro su chi si sta per impegnare. Perché il segretario se ne andrà. La scelta sbagliata, se tale resterà diventando un problema per la CISL. Oltre le spese da contenere, ci sono anche gli errori! La questione va affrontata evitando superficialità e pressapochismi e prestando la massima attenzione. Ad esempio, sarebbe opportuno avere una sorta di “LIBRETTO DELLA FORMAZIONE” che attesti la storia formativa ed esperienziale dei soggetti coinvolti. Allo stesso modo dovremo immaginare di promuovere una formazione permanente per tutti, a prescindere dal ruolo, per adeguare costantemente le conoscenze e dare strumenti in grado di affrontare i repentini cambiamenti che interessano la 12 società e il mondo del lavoro. La formazione continua, insomma, deve interessare anche chi è impegnato nel sindacato, non solo lavoratrici e lavoratori. I servizi Abbiamo già accennato agli attacchi ai patronati ed ai Caf ed alle attenzioni rivoltegli dai governi, passati ed attuali. Ed invece per la Cisl cresce la centralità del tema servizi e ciò si lega a due fattori: il diradarsi e l'indebolimento dell'architettura contrattuale praticata, per effetto della crisi e per la miopia di Confindustria e Cgil e Uil sulla riforma contrattuale; i bisogni nuovi delle persone e delle famiglie rispetto alla tassazione locale, il welfare nazionale e locale, i servizi alla persona , le pensioni, . Ma all’interno della Cisl nel suo insieme, c'è consapevolezza di tutto questo? 13 A giudicare sulla base degli iscritti che si rivolgono ai nostri Caf diremmo proprio di no. Il rapporto resta 61% esterni e 39% interni. Su oltre 191 mila dichiarazioni fatte dal Caf del Lazio quasi 116 mila sono relative a non associati. Detta in un altro modo: nel Lazio abbiamo 301000 associati, di questi solo 75000 si rivolgono ai servizi fiscali della CISL! (guardate i dati in Cartellina) Significa che non si lavora in sinergia, che c’è nella migliore delle ipotesi distrazione, nella peggiore, la metto in modo diplomatico, voglia di organizzarsi in altro modo, di certo fuori dal circuito Cisl e dei regolamenti della CISL! Credo che il limite di questa mancanza di sinergia, si sia vista in modo plastico sulla raccolta di firme per un Fisco più equo e giusto. Solo dove si è lavorato in squadra, le consegne date sui numeri a livello nazionale, sono state rispettate, vedi Cisl Area Vasta Frosinone e Colleferro. Questo ci deve responsabilizzare tutti, poiché sviluppare il "mercato interno" significherebbe incidere sulla costruzione di una maggiore identità di organizzazione e migliorare le finanze dell’organizzazione ricordando che questa conferenza di organizzazione, nasce anche da una esigenza di natura economica. 14 È importante affinché i dati possano migliorare, una diffusione delle informazioni, formazione adeguata, coinvolgimento delle categorie, sistemi di incentivazione per i delegati: si tratta di mettere in campo azioni e costruire strumenti che puntino a far acquisire maggiore consapevolezza del ruolo dei servizi. i servizi della Cisl sono caratterizzati dalla presenza di operatori altamente scolarizzati e professionalizzati, e questo è un valore che va adeguatamene valorizzato, educandoli ad un rapporto con la Cisl. Tutto ciò deve diventare oggetto di una seria riflessione in quanto gli sportelli dei servizi sono ormai un luogo privilegiato, nel quale la Cisl parla con la società, non solo con i lavoratori e lo abbiamo visto nei numeri, e quindi diventano importantissimi per la costruzione del consenso e della pubblica opinione nei confronti del sindacato. Questo costituisce una opportunità, soprattutto in una fase caratterizzata da spinte neocorporative, del Capitale e della Finanza e di una politica sciatta e rissosa , che tende a dipingere il sindacato come luogo chiuso e corporativo. Non dimentichiamo che all’Inas, al Caf vengono le persone che raccontano una storia non solo personale, ma della famiglia, ed i nostri ragazzi, diventano depositari di questa dimensione, quindi l'accoglienza e l’ascolto accompagnati ad 15 una qualità del servizio e dell'operatore diventano un fattore determinante per fidelizzare quella persona. affrontare il tema della qualità del servizio significa anche porsi il problema dell'integrazione dei servizi stessi: oggi le persone hanno bisogno di riferimenti certi e possibilmente di luoghi nei quali trovare una risposta a 360 gradi delle loro esigenze. Non possiamo fare come alcuni pezzi della Pubblica Amministrazione che per colpa di dirigenti incompetenti sballotta le persone qua e là e con tempi di risposta lunghi! Per questo quadro di riferimento, formuliamo alcune proposte concrete: 1) formazione congiunta tra operatori, delegati aziendali, delegati territoriali, Fnp, Caf e Inas, con categorie e Confederazioni Territoriali ed Usr per costruire questa nuova consapevolezza; 2) Fare corsi sul proselitismo: associare deve essere la prima cosa che deve saper fare un operatore dei servizi; 3) assemblee regionali e territoriali congiunte tra i soggetti di cui sopra, con confronti liberi e attenti alle considerazioni di chi sta in trincea, perché anche attraverso l'ascolto 16 riusciamo a cogliere nuove opportunità e costruiamo modelli vicini al territorio, evitando dirigismi che contestiamo alla politica 4) valorizzare un modello di managerialità per dare efficienza economica ai servizi, impedendo che creino problemi ai bilanci delle Cisl, come troppo spesso e' avvenuto nel passato. 5) mettere in campo tutte quelle sinergie indispensabili per l’integrazione dei servizi: 1) L'operatore polifunzionale; 2) Il centro unico di prenotazione; 3) L’autostrada dei servizi per i nostri associati; In estrema sintesi, non dobbiamo ragionare come se le pratiche fiscali o quelle legate al welfare territoriale non fossero un problema, non cogliendo l'importanza di tali attività per il mantenimento e lo sviluppo del proselitismo, per gli affitti di molte nostre sedi . E comunque perdere l’attività dei servizi è come perdere proselitismo. Se non passa questo concetto credo che i prossimi anni saranno particolarmente complicati per tutti noi. 17 Anche per questo lavoreremo per creare un sistema di regolamento per gli operatori che crei un presupposto fondamentale: omogeneità di trattamento per operatori dei servizi ! Ma dove avvengono gli incontri con i nostri associati oltreché in azienda? Nelle nostre sedi. Ma sono tutte sedi accoglienti, tutte sedi dove anche la "piacevolezza" di chi ci lavora e di chi viene ad usufruire il servizio è assicurata? Sul brand-CISL stiamo puntando, un po’ come il modello poste, visibili ed uguali in ogni dove in Italia? E l'accoglienza è sempre di prima categoria? Oggi il front Office, necessita di 3 parole chiave: gentilezza, cortesia, competenza. E queste 3 parole chiave, devono rivolgersi a tutti ed in particolar modo ai nostri delegati! Il delegato in questa riforma organizzativa è riconosciuto come elemento centrale del processo sindacale e con l'operatore dei servizi, devono crescere insieme sapendo l'uno dell'altro e della potenzialità che l'uno può avere per l'altro. Un 18 servizio, Caf, patronato, vertenziale, che se non va a buon fine, in un luogo di lavoro, crea un effetto negativo per l'organizzazione. Esempio concreto: se nell'azienda Carrozzerie Bertone, il delegato Pirulli ha appuntamento per associare un certo numero di lavoratori alla Cisl e nello stesso tempo è presente un deluso dei nostri servizi, il rischio è che possa rendere difficoltosa l'adesione manifestando il suo disappunto ed invitando a non associarsi ai potenziali interessati. Quindi, lo spostamento delle persone e delle risorse dal centro al territorio con risorse pari almeno al 70% delle entrate e la centralità del territorio sono elementi che creano stimoli e visioni. Sulla scorta di questo, La Cisl è forte, è innovatrice è sindacato, anzi è 100% sindacato, se fa tanti associati, se cresce economicamente, se può vantare la sua autonomia economica, se può vantare la sua autonomia politica, se può chiamare i migliori esperti sulle materie nelle quali decide di intervenire e di incidere! Del resto i nostri padri che la sapevano lunga sui detti, non sbagliavano mai: NON SI POSSONO FARE LE NOZZE CON I FICHI SECCHI. 19 La Riforma organizzativa: Il documento che ha accompagnato l’assemblea organizzativa è coraggioso: ha analizzato il contesto, ci ha posto domande ed ha individuato proposte. Un testo su cui siamo stati impegnati in questi mesi a confrontarci per modificarlo, migliorarlo individuando percorsi che sono stati il frutto di scelte di un intero gruppo dirigente della nostra regione. Del resto siamo bravissimi nell’intuire o analizzare il cambiamento, lo siamo molto meno nel cambiare noi stessi per adeguare la nostra organizzazione all’odierna realtà. “Il baricentro della nostra attività non deve essere negli apparati ma nei luoghi di lavoro” e per questo la USR Cisl del Lazio si è articolata in tre grandi unioni territoriali: l’Unione sindacale territoriale di Roma Capitale-Rieti-Viterbo, l’Unione sindacale territoriale di area vasta di Latina-Anzio-Nettuno, l’Unione sindacale territoriale di area vasta di FrosinoneColleferro. Un processo che sta andando avanti e che crea momenti di grande aggregazione e sinergia tra i territori, con i regolamenti delle USZ che danno certezze nei ruoli e nelle funzioni. Proprio per questo, come da me già affermato durante l’ultimo consiglio generale della Usr Cisl del Lazio, ribadito nel documento finale, una prerogativa di questo tipo non lascia 20 intendere suggestioni organizzative che vedano come punto di approdo la regionalizzazione. Saranno valutate come sempre del resto, le proposte delle Federazioni Regionali che ne faranno richiesta e valutato caso per caso, ovviamente nel rispetto delle norme statutarie vigenti . E’ invece opportuno andare a rarefare i centri di costo e quindi invito le federazioni regionali alla creazione di una centrale unica degli acquisti che riguardi le principali spese con una attenta e continua scansione del mercato per le principali spese dell’organizzazione . - ticket restaurant; - telefonia ed internet; - fornitura computer e tablet; - Costumer Account per siti internet, Twitter e Facebook; - commercialisti (un solo soggetto regionale che segua tutte le partite: confederali e categoriali, INDICATIVAMENTE IL CAF ) ; - automobili convenzione con noleggio lungo affitto con individuazione di macchina di piccola cilindrata max 1,5 CC da imporre a livello nazionale con superamento dei rimborsi Kilometrici; - accordo carburante con fornitore multicard servizi anche attraverso la card cisl con conto unico su strutture regionali per tutti; - stampa e propaganda, tipografie ; 21 - Rivedere i contratti d'affitto delle sedi di zona e le collaborazioni; I mandati devono essere 3. Senza proroghe e deroghe, così come l’età massima per stare all’interno delle categorie e le confederazioni, deve essere quella dei 65 anni, oltre la quale, si può svolgere la propria attività dentro la FNP. Per la composizione della segreteria regionale, si parla di un massimo di 3 componenti, compreso il segretario generale . Pur condividendo tale proposta pensiamo si possa prevedere che su una regione grande e particolare come il Lazio, tale numero non sia perentorio, vista la complessità dell’area e la grande densità associativa ed istituzionale. In tale contesto si può prevedere il coinvolgimento dei Segretari generali dei territori attraverso l’assegnazione di deleghe. Riteniamo positiva la sinergia di questa segreteria con la reggenza della Ust Cisl Roma Capitale Rieti e Viterbo che permette di realizzare economie di scala e sinergie d’intenti che sono alla base di questa conferenza d’organizzazione. 22 Riteniamo opportuno proseguire in un’ottica di semplificazione dell’organizzazione, garantendo tutto il sostegno alle ipotesi già definite di accorpamento categoriale e territoriale che permettano un’azione più incisiva e pesante della Cisl a ogni livello, il passo delle decisioni assunte all’ultimo congresso. Bene quanto fatto dalla Cisl Confederale Con il progetto “Network Digitale” e da quella esperienza nel Lazio dobbiamo costruire una rete di comunicazione PER rilanciare le nostre iniziative per cercare di “bucare” nella notizia. La notizia appunto, spesso scandalistica, spesso proveniente da mondi lontani, storicamente dai nemici del sindacato. Ma da un anno a questa parte, la sensazione è che il sistema scandalistico sia stato creato da dentro la nostra organizzazione, a partire dalle lettere anonime, poi diventate notizia, che a settembre di un anno fa hanno colpito l’ex Segretario Generale della Cisl Raffaele Bonanni, con plichi mandati a tutti i maggiori giornali nazionali mettendo alla berlina la persona e la Cisl Tutta ! Ma costoro, non paghi, hanno continuato con i dossieraggi che questa estate hanno colpito alcuni dirigenti della Cisl e La nostra Segretaria Annamaria Furlan , sempre con lo stesso metodo. La USR Cisl del Lazio ha sostenuto l’ordine del giorno proposto al consiglio generale del giorno 21 settembre e con questo atto, votato a maggioranza con un 23 solo astenuto La stagione dei veleni che Ha colpito la Tua persona in modo ignobile, deve ritenersi alle spalle. Ti sosteniamo con convinta lealtà sapendo che stai facendo di tutto per cambiare la nostra organizzazione, per migliorare le condizioni dei lavoratori e dei pensionati, per renderla più trasparente più giovane, più propositiva! CE LA FAREMO! CE LA FAREMO INSIEME!