Argelato, non solo Coop

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Argelato, non solo Coop
consumatori
edizione reno n°6 luglio-agosto 2014
il mensile dei soci coop
NOI E LORO
Milioni di italiani hanno un animale in casa. Andiamo a scoprire
pregi, problemi ed eccessi nel nostro rapporto con cani, gatti e c.
44
Argelato, non
solo Coop
È "condiviso" il punto vendita numero 38
di Coop Reno inaugurato a metà giugno.
Ecco com'è nata l'operazione che ha
portato al cambio d'insegna
esprimersi in libertà
5 cent
SMS & Chiamate a 5 cent
al minuto verso tutti
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consumatori
SOMMARIO
coop reno
sommario
Le pagine di
40 Cambio di passo
DI MARIO CIFIELLO
seguici su facebook
e su www.consumatori.e-coop.it
6 Super amici a quattro zampe
Milioni di famglie hanno un animale domestico. Andiamo
a scoprire opportunità e problemi derivanti da questa scelta
44 Argelato, non solo Coop
DI MARCO MANZOLI
46 Quella prima bevuta
DI DANIELA DALPOZZO
47 A tutta scuola
12 La legalità possibile
DI ALICE MUNERATO
Il successo di Libera, la rete di 1.600 associazioni impegnate
contro le mafie di cui è fondatare don Luigi Ciotti
18 Cooperazione, un nuovo inizio
51 Rieducare il violento
psicologicamente
DI GABRIELLA SAPORI
Intervista a Mauro Lusetti, da poche settimane presidente
di Legacoop e dell'Alleanza delle cooperative Italiane
Coop Reno Telefono 051.8906011
www.coopreno.it
4 Lettere a
Consumatori
6 Super amici
a quattro zampe
DI SILVIA FABBRI
9 La vignetta
DI ELLE KAPPA
13 "Coltivare la speranza"
DI DON LUIGI CIOTTI
17 Diffidate gente
L'Amazzonia e noi
DI EUGENIO DEL TOMA
21
DI MARIO TOZZI
11 Ciliegie e pollo fritto
D I MASSIMO MONTANARI
30 Freschi sapori
di Romagna
DI HELMUT FAILONI
26 Proteine, sì ma vegetali
34 Italia... misteriosa
28 Calcio, un bel gioco
che non finisce mai
36 Grafene e gomme sgonfie
DI GIUSEPPE ORTOLANO
DI CLAUDIO STRANO
22 Lo mangio se è buono...
DI RITA NANNELLI
DI M. CIRRI E F. SOLIBELLO
libri e dischi
36 Mostre,
Tutti i concerti dell'estate
DI G. OLDRINI E P. PACODA
Mensile della Cooperazione di Consumatori 40127 Bologna, Viale Aldo Moro,16 Tel. 051.6316911 | Telefax 051.6316908 [email protected]
Reg.Trib. Bologna 3/8/82 n. 5005 Iscrizione Roc 29/8/01 n. 1040 Copia singola euro 0,34 Abbonamento annuo euro 3,10
Direttore responsabile Dario Guidi Redazione Daniele Moltrasio (vicedirettore) Daniela Dalpozzo, Silvia Fabbri, Alberto Martignone, Alessandro Medici,
Andrea Pertegato, Silvia Pizzorno, Marisa Pecere, Silvia Sacchetti, Claudio Strano. Progetto grafico Glifo associati/Plumdesign Impaginazione e grafica Ilde Ianigro
Responsabile della pubblicità Lorenza Corazzari Stampa Coptip (Modena)
Coop Editrice Consumatori 40127 Bologna, Viale Aldo Moro,16 Tel. 051.6316911 | Telefax 051.6316908
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Coop Editrice Consumatori Consiglio di amministrazione: Massimo Bongiovanni (presidente) Enrico Migliavacca (vicepresidente)
Gianna Brunelli, Mauro Bruzzone, Stefano Dalla Casa, Edwin Ferrari, Alberto Martignone, Alessandro Medici, Daniele Moltrasio.
Il numero di giugno è stato stampato in 1.718.369 copie
Associato USPI, Unione stampa periodica italiana
Questo prodotto è stampato su carta certificata Fsc come pure tutta la catena di lavorazione
consumatori
luglio-agosto 2014
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L’indirizzo per scrivere a questa rubrica è:
redazione Consumatori, Viale Aldo Moro, 16, 40127 Bologna
fax 051 6316908, oppure, [email protected]
Coop, sulle etichette siamo più avanti
Sulle indicazioni contenute nelle etichette dei prodotti ho letto che sono in arrivo
novità derivanti da normative europee. Vorrei capire meglio di cosa si tratta e come
Coop si muove su questo versante per garantire il massimo di trasparenza.
odette rebechini - parma
Risponde Claudio Mazzini
responsabile sostenibilità, innovazione e valori
di Coop Italia:
Per il dicembre di quest'anno è previsto un nuovo passaggio legato alla progressiva entrata a regime (che si
completerà a dicembre 2016) del regolamento europeo 1169 che stabilisce requisiti supplementari in tema
di etichettatura dei prodotti con lo scopo di aiutare i
consumatori a compiere scelte più consapevoli. Ecco alcuni esempi di cosa cambierà: diventerà obbligatorio
(dal 2016) indicare le informazioni nutrizionali e di
impatto sulla salute. Tali indicazioni dovranno essere
presenti sull’imballaggio, se possibile come tabella (in
modo da facilitarne la comprensione) e nel medesimo
campo visivo.
Diventa obbligatorio indicare la presenza di allergeni
anche per gli alimenti offerti in vendita al consumatore
finale non confezionati. Inoltre è espresso il divieto di
riportare sulle confezioni indicazioni fuorvianti che
inducano i consumatori in errore riguardo al prodotto.
E ancora aspetto, descrizione e presentazione grafica
saranno resi più comprensibili.
Eccezioni alle nuove direttive solo per le bevande alcoliche, le confezioni regalo, i prodotti stagionali, e gli alimenti non imballati per il consumo immediato.
Per il consumatore di prodotti a marchio Coop avere,
attraverso l’etichetta, un’informazione trasparente e il
più possibile completa su ciò che acquista non è certo
una novità (l'etichetta nutrizionale l'abbiamo introdotta nel 1979). Molte delle modifiche introdotte dal
regolamento Ue sulle etichette degli alimenti, infatti,
sono per noi una realtà concreta già da parecchio
tempo. Per questo accogliamo positivamente le modifiche che vengono ora recepite dalla normativa, anche
se in alcuni casi ci saremmo aspettati maggiore coraggio dalle autorità europee, come ad esempio il rendere
obbligatoria l’indicazione d’origine anche per altri prodotti oltre la carne.
Ma tornando alle etichette Coop ecco nel dettaglio gli
aspetti su cui la normativa era già stata anticipata dichiarando volontariamente sui propri prodotti a marchio: l’origine delle olive per la produzione dell’olio
extravergine (nel 2001), l’origine del pomodoro (nel
2003) per pelati, passate e sughi, del latte microfiltrato
(nel 2005), delle carni suine (nel 2009). In più Coop
ha certificato la tracciabilità di numerose filiere animali
e vegetali.
Anche sugli “oli vegetali” l’operazione trasparenza di
Coop è avanti: nei suoi prodotti a marchio, già era indicata la composizione delle varie tipologie di olio o
grasso utilizzato ben prima del regolamento 1169.
Anche sui grassi trans ad avviso di Coop si poteva fare
di più: la Ue si riserva di decidere se rendere obbligatoria la segnalazione in etichetta solo tra tre anni. Coop,
intanto, ha vietato nei suoi prodotti l’utilizzo di
grassi idrogenati, che sono una fonte significativa di
grassi trans.
Anche la tabella nutrizionale non è certo una novità per
Coop, infatti laddove lo spazio lo consente da tempo
viene inserita la tabella nutrizionale estesa. E sebbene
il regolamento non lo preveda coop ha deciso volontariamente di mantenere l’indicazione delle fibre.
Un ulteriore obbligo sarà quello di evidenziare nella
lista ingredienti, le sostanze allergizzanti. Però non essendoci nessun obbligo relativo agli impianti e alle linee
di produzione per ridurre al minimo eventuali contaminazioni, non viene risolto il cronico problema legato
all’uso un po’ troppo disinvolto della dicitura cautelativa ‘può contenere’ che riduce drasticamente le scelte
alimentari di chi ha problemi di allergie.
Coop infatti inserisce tale dicitura solo dopo un’attenta
analisi del processo produttivo e solo laddove non sia
possibile intervenire per eliminare le contaminazione
inserisce tale dicitura.
Nessuna novità per quanto riguarda l’etichetta Coop
in merito all’indicazione di provenienza della carne suina, ovina, caprina e pollame.
Indicazione inserita sui prodotti già a partire dal 2009.
Inoltre ci sarà ora l’obbligo di riportare la parola ‘decongelato’ su quegli alimenti congelati o surgelati venduti
scongelati. O ancora, l’obbligo di indicare se l’aggiunta
di acqua supera il 5% così come – sempre a proposito di
trasparenza – sarà obbligatorio dichiarare se l’involucro degli insaccati è commestibile o meno.
Infine Coop in coerenza al primo dei suoi valori, la
trasparenza, ha deciso di mantenere il nome e l’indirizzo completo del produttore sebbene non sia obbligatorio.
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Angurie che bontà
Il piacere del gelato
Con il caldo dell'estate arriva il cocomero
di cui sono un gran mangiatore. Ma non
so molto di questo frutto...
Qual è il segerto che rende così buono il
gelato?
dario liverani - pesaro
Il gelato ci piace perché ha un sapore dolce e appagante, perché è fresco e ci trasferisce, soprattutto
quando fa caldo, una sensazione di benessere, per la
sua consistenza, cremosa, soffice, vellutata, oppure,
per contrasto, croccante e dura. Questa esperienza
multisensoriale è comune a tutti i consumatori di gelato, indipendentemente dall’età, dal sesso e da altre
variabili. Lo ha dimostrato uno studio psicologicomotivazionale appena realizzato dalla Società di Ricerca Mesomark su un campione di uomini e donne
giovani, adulti e anziani (dai 16 ai 60 anni) consumatori di gelato residenti in grandi città del nord, centro
e sud d’Italia. Il gelato è un grande piacere ma è anche
un alimento nutriente e digeribile che può entrare a
buon diritto nella dieta di ogni giorno. Dagli ingredienti utilizzati per produrlo come il latte, le uova, la
panna, lo zucchero, il cacao, il caffè, la frutta acquosa
o secca derivano infatti proteine, carboidrati, grassi,
minerali, vitamine, fibre. Il gelato inoltre contiene
molta acqua e può quindi contribuire all’idratazione
dell’organismo soprattutto nella stagione più calda.
Per chi è intollerante al lattosio esistono gelati in cui
non è presente.
L’anguria, o cocomero, indica il frutto e la pianta di
una specie della famiglia delle Cucurbitaceae. Molto
voluminoso dalla forma ovale o rotonda, dalla polpa
di colore rosso e ricca di semi, è costituita per oltre il
90% di acqua, ma contiene anche un discreto quantitativo di zuccheri, soprattutto fruttosio, e vitamine A,
C (8.1 mg), B e B6. Contiene inoltre discrete quantità
di sali minerali come potassio e magnesio, utili per
combattere il senso di spossatezza che assale tipicamente a causa della calura estiva.
Questa caratteristica, insieme all’elevato contenuto
di acqua, rende l’anguria un alimento dissetante, disintossicante e diuretico, motivo per cui è indicata in
caso di ritenzione idrica, ipertensione, e gonfiori alle
gambe. In più, nonostante la dolcezza della polpa, il
cocomero presenta un apporto calorico piuttosto modesto (solo 30 calorie per 100 grammi) ed è quindi
particolarmente indicato in caso di dieta dimagrante
o per uno spuntino light pomeridiano.
Teresa Pozzi - Cremona
A Bologna dal 6 al 9 settembre torna Sana
Il salone del biologico con lo sconto per i soci Coop
Anche quest’anno Coop parteciperà con un proprio stand a Sana 2014, in programma presso la Fiera
di Bologna dal 6 al 9 settembre. Sana è il Salone internazionale del biologico e del naturale che arriva
alla sua 26ª edizione. I soci Coop che (come tutti i visitatori) potranno entrare pagando solo 5 euro il
sabato e la domenica, il lunedì e il martedì potranno invece usufruire di una riduzione sul biglietto
d'ingresso (15 euro anziché 20 euro), presentando la carta socio Coop.
Dopo il successo dell’edizione 2013, che ha registrato un record di visitatori (+ 20% rispetto al 2012)
Sana vuol confermarsi come la più importante manifestazione fieristica in Italia per l’alimentazione
biologica certificata, l’erboristica e la cosmetica naturale e bio, rivolta sia agli operatori del settore,
ma anche ai tanti consumatori che a tavola preferiscono gli alimenti biologici.
Il salone sarà strutturato in tre settori. Nei padiglioni dedicati all’Alimentazione saranno esposte le
ultime novità in materia di prodotti biologici certificati, freschi e conservati.
Nel settore Benessere saranno in mostra prodotti per la salute e la cura della persona: ad esempio cibi
privi di glutine, per diabetici, per sportivi, cosmetici a base di ingredienti naturali e bio, erbe officinali, integratori alimentari e trattamenti naturali. Infine, nel settore Altri prodotti naturali dedicato al
vivere quotidiano, si troveranno prodotti per la pulizia della casa naturali, capi di abbigliamento bio,
componenti di arredamento e mobili non trattati con sostanze chimiche e prodotti per il tempo libero.
Visto il successo ottenuto l’anno scorso, riaprirà i battenti Sana Shop, lo spazio in cui solo gli espositori potranno vendere i loro prodotti. Come sempre, Sana 2014 sarà accompagnata da un cartellone di
seminari e convegni di approfondimento.
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società
Super amici
a quattrozampe
di silvia fabbri
Amore, affetto, compagnia, amicizia, simpatia. Sono
le parole che vengono in mente alla maggor parte degli italiani
quando si parla dei loro animali.
“Sì - conferma Emanuela Prato Previde, docente di psicologia all'Università degli Studi di
Milano - nelle nostre società occidentali gli animali domestici, in
particolare quelli che hanno capacità cognitive e comunicative
complesse come cani e gatti, sono
tenuti quasi esclusivamente per
motivi di compagnia e affetto, data la loro capacità di fornire affetto
e di essere fonte di sostegno sociale e psicologico. I nostri beniamini
ci stanno vicini, attenuano la nostra solitudine, ci danno affetto,
il tutto senza giudicarci per come
siamo o quello che facciamo”.
Famiglie con animali: il 55%
Sarà per questo che, in questi tempi di fredde relazioni da social network, più della metà delle famiglie
Radiografia del grande affetto che lega gli italiani
a cani e gatti, presenti nel 55,3% delle nostre case.
La psicologa: "Sono fonte di sostegno sociale
psicologico. E formano forti legami affettivi
e di attaccamento con gli umani". Per questo
abbandonarli è un delitto. Punito dalla legge
italiane, il 55,3%, ha un animale
domestico. E che il 70% dei proprietari di un cane o di un gatto si
dica disposto a qualsiasi sacrificio
finanziario per curare il proprio
animale. E anche che si litighi per
l’affidamento degli animali di casa
in caso di divorzio o separazione.
Secondo la psicologa, responsabile anche del Canis Sapiens Lab
che studia il comportamento animale e il rapporto uomo animale
(www.comportamentoanimale.it) – sembra infatti essere
in aumento "il numero di persone
che vivono con uno o più animali, così come è in aumento la spesa per la salute e il benessere degli
animali da compagnia. In più c’è
sempre una maggiore attenzione
per i temi riguardanti l’interazione
tra l’uomo e gli altri animali, il benessere animale e lo status morale
degli animali”.
Ma non è una novità, per il genere umano. “La nostra capacità spiega Prato Previde - di formare
legami affettivi anche molto intensi e duraturi con gli animali soprattutto mammiferi, ma anche
varie specie di uccelli - non è recente ma ha radici molto lontane nella storia della nostra specie ed è una caratteristica tipica
degli esseri umani. Diversi studi hanno infatti evidenziato che
noi umani, in particolare le donne, abbiamo la tendenza innata a prenderci cura di individui
che presentano caratteristiche
infantili, come ad esempio cani
e gatti. Come ha acutamente osservato Freud, il sentimento per i
cani è lo stesso che nutriamo per
i bambini”.
Un legame affettivo che fa bene a
tutti i bipedi in generale ed è perciò consigliabile: in particolare,
fa camminare i pigri, fa sorridere
i depressi, fa comunicare gli asociali, fa ringiovanire gli anziani,
responsabilizza i bambini. “La
relazione affettiva con un animale – spiega infatti Prato Previde
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consumatori
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Pappa pronta, meno errori
L'esperto di alimentazione animale: "No a cioccolato,
cipolla e aglio. E attenzione al cibo in eccesso"
Uno degli elementi decisivi per il benessere dei
nostri quattrozampe è il cibo. Ma quale? Meglio
quello industriale o quello fatto da noi? E che succede se i nostri amici hanno qualche problema
di salute? Ci siamo tolti tutti questi dubbi intervistando uno che di diete feline e canine se ne intende: Giuliano Zaghini, ordinario di zootecnia
e docente di allevamento degli animali da compagnia all'Università di Bologna.
Professor Zaghini, meglio preparare il cibo per i
nostri animali (cani e gatti) da soli, con materie
prime scelte da noi, o somministrare loro pasti
pronti, cioè scatolette, crocchette eccetera?
L’alimentazione costituisce sicuramente un importante momento d’interazione con il proprio
animale di casa e la possibilità di preparare i pasti in modo “casalingo”, con ingredienti freschi,
rappresenta un’esperienza assai gratificante per
il proprietario. Tuttavia, questa gestione alimentare può mostrare alcuni elementi di criticità,
quali ad esempio l’aspetto igienico-sanitario ed il
corretto soddisfacimento dei fabbisogni nutrizionali dell’animale. Per sopperire a questi potenziali limiti, una valida alternativa è rappresentata sicuramente dall’alimentazione industriale.
In commercio esistono, infatti, prodotti sia secchi
(croccantini) che umidi (patè, bocconcini) formulati ad hoc, igienicamente sicuri, facilmente
conservabili ed in grado di offrire un’alimentazione completa e bilanciata e di soddisfare pienamente i fabbisogni del pet, nelle sue diverse
declinazioni di specie, razza, taglia, età, e stile di
vita.
I cibi industriali devono essere eventualmente
integrati con qualcosa di fresco ogni tanto?
Gli alimenti preparati definiti “completi” soddisfano totalmente i fabbisogni nutrizionali del
pet, se dati nelle corrette quantità. Qualora si
desideri offrire al proprio cane o al proprio gatto
una dieta mista (cioè in parte industriale ed in
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8
parte “casalinga”), è necessario considerare l’apporto calorico e nutrizionale dell’una e dell’altra,
per non incorrere nel rischio di offrire un’alimentazione sbilanciata, carente di alcuni nutrienti o,
al contrario, eccedente il fabbisogno dell’animale.
Quali sono gli errori da non fare?
È necessario, in primo luogo, considerare i reali
fabbisogni del proprio animale ed evitare un eccesso di alimento (in considerazione anche dei
fuori pasto, che attualmente sono di gran moda)
che in breve tempo è destinato a tradursi in condizioni di sovrappeso, o peggio ancora, di obesità,
una vera e propria patologia destinata a peggiorare la qualità di vita dell’animale. Inoltre, è bene
ricordare che alcuni ingredienti quali cioccolato,
aglio e cipolla, risultano tossici per cani e gatti e,
quindi, devono assolutamente essere evitati.
Cosa fare, nel caso si debba far dimagrire i nostri
animali? Con quali espedienti?
Occorre in primo luogo rendere consapevole il
proprietario che le condizioni di sovrappeso e
di obesità possono compromettere nel tempo la
salute dell’animale. È necessario quindi ridurre
l’apporto calorico offerto con il cibo ed aumentare il dispendio energetico, incoraggiando l’attività fisica del nostro animale, proprio come si fa
in campo umano (ad esempio, favorendo le passeggiate nel cane o stimolando il gioco nel gatto).
Le leggi a tutela
Legge 14 agosto 1991 n. 2181: Vieta l'abbandono degli
animali e il maltrattamento dei randagi. In particolare
vieta la sperimentazione su cani randagi catturati o
prevenienti da canili e il maltrattamento di gatti che
vivono in libertà e punisce chi fa commercio di cani o
gatti al fine di sperimentazione.
Legge 12 ottobre 1993 n. 413: “Norme sull'obiezione di
coscienza alla sperimentazione animale”. Questa legge
salvaguardia il diritto all'obiezione di coscienza per
quanti ritengano contrario ai propri principi l’utilizzo
degli animali nell’attività scientifica.
Legge 1° agosto 2004 n. 189: ha trasformato i reati
contro gli animali in veri e propri delitti con
conseguenze legali per chi li compie.
Regolamento Europeo 24 settembre 2009 n. 1099 per
la protezione e il benessere degli animali; introduce il
concetto di indicatori del benessere animale.
Legge 120/2010 di riforma del Codice della Strada:
obbligo di soccorso agli animali vittime di incidenti,
norma rafforzata nel 2012 dal Decreto n.289 per cui
l'omissione di soccorso nei confronti di un animale
ferito in un incidente stradale è per legge equiparata a
quella nei confronti di un essere umano.
consumatori
luglio-agosto 2014
La gestione alimentare può essere facilitata attraverso l’offerta di alimenti industriali specificamente formulati, a densità energetica ridotta, in
grado di garantire un’alimentazione completa e
bilanciata ma, al tempo stesso, favorente il senso
di sazietà.
I nostri animali vivono molto più a lungo che in
passato. Che tipo di accorgimenti mettere in atto
nel caso di soggetti anziani?
Per questa categoria di soggetti, che oggi è circa il
20% della popolazione animale, può essere ragionevole apportare alcune modifiche alimentari. In
particolare, è necessario garantire un’alimentazione altamente digeribile, caratterizzata da un
apporto limitato di grassi, da una quota proteica
adeguata e di ottima qualità (per contenere la
perdita di massa magra dell’animale) e da una
certa quantità di fibra necessaria per evitare fenomeni di stipsi. Questi alimenti sono inoltre arricchiti di alcuni particolari nutrienti: acidi grassi
omega 6 e 3, oligoelementi (zinco, ad esempio),
vitamina E, carnitina, taurina (in particolare nel
gatto) ed altri anti-ossidanti, in grado di supportare la funzionalità del sistema immunitario
e cardio-circolatorio. Ancora, gli alimenti industriali per animali senior sono spesso integrati
con precursori delle cartilagini (condroitin-solfato e glucosamina, in particolare) per migliorare
la salute e la funzionalità del sistema articolare.
Il manifesto dell'Enpa
sulla legge n.189 del 2004
FAI UNA VACANZA BESTIALE!
Sono tantissimi i siti che contengono una grande
quantità di informazioni utili alla tutela e alla protezione
degli animali, leggi comprese. Vi segnaliamo quello della
Lav, Lega antivivisezione, e quello dell'Enpa, l'Ente
nazionale protezioni animali. Di quest'ultimo sito, da
visitare la sezione www.vacanzebestiali.org che
contiene tutte le informazioni su regolamenti e indirizzi
di hotel, campaggi, case in affitto a misura di
quattrozampe. Per Lav: w
ww.lav.it/cosa-facciamo/cani-e-gatti/invacanza-con-gli-animali
primo piano società
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LA VIGNETTA DI ELLEKAPPA
- svolge un’azione diretta di sostegno e di rinforzo psicologico
sull’individuo; risponde a un insieme di bisogni emozionali e affettivi, migliorando nel complesso lo stato di salute psicologica
e di benessere psicofisico; inoltre, rappresenta un’occasione di
socializzazione,
divertimento,
esplorazione del diverso e rilassamento. Per quanto possa suonare strano a coloro che non hanno mai avuto animali, l’animale
di casa diventa a tutti gli effetti
un membro della famiglia, la cui
malattia e morte è fonte di grande
sofferenza e stress”.
Combattere la solitudine
Infatti (dati Eurispes) il 41,7% di
chi vive con un animale lo fa per
colmare la solitudine e per avere qualcuno di cui prendersi cura (18,5%) mentre sono assai ridotte le percentuali di coloro che
prendono un animale per difesa
(5,3%) o per esprimere il bisogno
di essere obbediti (0,9%). E comunque, per il 31%, vale l’assunto
di base secondo il quale possedere un animale significa avere un
amico.
Oggi – e chi ha avuto un quattrozampe, lo sa - si arriva a volte a parlargli, a confidargli le nostre paure,
a considerarlo un nostro simile;
ma magari, facendo così, si commette un errore. “Credo – prosegue la psicologa – che l’errore più
comune nel rapporto tra noi e loro sia quello di non conoscere abbastanza il loro comportamento e
non rispettare il loro diritto a essere animali 'a pieno titolo' e quindi di non preoccuparsi delle loro
reali esigenze o non garantirne il
benessere a sufficienza. Altre volte invece le sue capacità affettive
vengono sottovalutate, magari anche solo per ignoranza, e non ci si
rende conto che possono soffrire o
trovarsi in situazione di stress”. Insomma, meno moine e più corse e
attività insieme, cari padroni di cani. E – cari padroni di gatti – non
sgridate il felino se si fa le unghie
sui divani. Vi prenderà per matto. Invece, comprare il guinzaglio
borchiato al cucciolo – o un giocattolo al gatto, invece di una pallina di stracci – non è di per sé un
sintomo di follia consumistica…
“L’importante – ammette Prato
Previde – è avere un senso del limite e sapere che quando compriamo qualcosa per il cane o per
il gatto, o anche il criceto, spesso
soddisfiamo principalmente i nostri bisogni e non i suoi”.
C’è chi ama gli animali e gode del
loro amore disinteressato, ma anche chi li maltratta. E sono sempre
numerosissimi gli abbandoni estivi. Oggi abbiamo leggi che perseguono le persone che si macchiano di questi comportamenti, ma
certo salta all’occhio questo dualismo della nostra società.
“È lo stesso dualismo che troviamo anche nei rapporti tra esseri umani: abbandono, maltrattamenti e comportamenti violenti
riempiono troppo e troppo spesso le nostre cronache. Ci sono
tanti fattori che possono influire sul manifestarsi di comportamenti violenti nei confronti degli
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10
primo piano società
Il menù Coop per gli animali
In arrivo le nuove crocchette per i gatti
e la lettiera vegetale da smaltire nell'umido
Li amiamo sempre di più i nostri animali. Li amiamo, li
curiamo e li nutriamo. Infatti, nonostante la difficile
situazione economica “gli italiani non rinunciano a
garantire ai propri animali da compagnia una nutrizione
sana e bilanciata. Come testimonia la continua crescita
del mercato del pet food che ha raggiunto un 1 miliardo e
735 milioni di euro nel 2013, segnando una crescita del
2,1% per quanto riguarda gli alimenti per cani e gatti”, si
legge nel rapporto Assalco (Associazione nazionale tre le
imprese per l’alimentazione e la cura degli animali da
compagnia). Ma quanto spendiamo? 932 milioni di euro
per i gatti e 703 milioni per i cani. A cui vanno ad
aggiungersi 99,9 milioni di snack funzionali e fuoripasto,
categoria quasi interamente dedicata al cane. Anche gli
accessori vivono un momento favorevole: giochi, cucce,
ciotole, guinzagli, gabbie e trasportini che segnano un
+2,4%.
In questo quadro generale, i dati di vendita di Coop
risaltano come particolarmente buoni: come spesso
accade anche per altre categorie merceologiche, i
consumatori si indirizzano sempre più spesso verso i
marchi commerciali. “Coop anche sul cibo per animali –
spiega Alessandro Gnudi di Coop Italia - , garantisce
alta qualità e prezzi decisamente bassi, con una gamma
di prodotti assai diversificata”. Prodotti che sono stati
evidentemente premiati, tant’è vero che nel 2013 c’è
stato un incremento delle vendite del 9% per il cibo per
cani, e del 12% di quello per gatti. “Per quanto riguarda i
cani hanno avuto molto successo – prosegue Gnudi – gli
snack: uno di tipo funzionale, con sezione a stella che
permette una corretta pulizia dei
denti; l’altro, del genere
biscottino-premio, in due
gusti. Per i gatti, invece,
l’ultimo prodotto arrivato, la
lattina blu, più scura, di qualità
decisamente elevata ma di prezzo
assai competitivo rispetto ad
analoghi prodotti, sta ricevendo un
grande gradimento da parte dei
consumatori”. Sul fronte degli accessori ha avuto
uno straordinario successo (con oltre un milione di pezzi
venduti) un tappetino per cani: qualità elevata e grande
99,9 milioni
1 miliardo e 735 milioni di euro
spesi per l'acquisto di pet food
nel 2013 in Italia
+2,1%
incremento vendita
convenienza rispetto all’analogo prodotto
“di marca”.
Pochissimi i padroni di cani e gatti che
preparano in casa il cibo per i loro animali,
almeno a vedere i dati di vendita: “Sì,
effettivamente il riso soffiato mescolato
con crocchette a marchio Coop – continua
il responsabile di linea di Coop Italia - che di
solito viene acquistato da coloro che lo
mescolano poi ad altri cibi freschi per
preparare il classico pastone per cani, ha
un trend negativo di vendite. Al contrario
si afferma decisamente, come tendenza, la
monoporzione che apro e do subito all’animale”.
A conferma di questa tendenza Coop sta per lanciare un
altro prodotto per gatti: le bustine da 50 grammi, cioè
porzioni ancora più piccole di quelle classiche da 80. In
arrivo novità – sempre sul fronte cibo per gatti, anche per
quanto riguarda le crocchette: presto sugli scaffali anche
quelle per gatti sterilizzati, meno caloriche e più adatte
alla vita tutta casalinga dei nostri gattoni. E ancora, per i
più golosi, ecco i croccantini snack (quelli con funzione di
premio, insomma, o come fuoripasto quando proprio i
miagolii sono insistenti).
Ma la vera novità, che non potrà che far piacere ai
proprietari di gatti attenti anche all’ambiente, sarà la
lettiera Viviverde ecologica da smaltire
completamente nell’umido. “Da tempo – racconta
Alessandro Gnudi – ci siamo posti il problema, come
Coop, di ovviare agli enormi costi di smaltimento che
pesano sulla lettiera classica che è sostanzialmente
composta di roccia proveniente dalla Turchia o dalla
Spagna, che dunque va trasportato in Italia e poi smaltita
dopo l’utilizzo… insomma ha un’impronta ambientale
enorme”. Ma la novità Coop, analogamente agli altri
nostri prodotti per animali è che questa lettiera ecologica
sarà molto più conveniente rispetto a quelle già esistenti
sul mercato. Un grande passo avanti per l'ambiente:
ognuno dei nostri amici felini, che vive in casa, genera
circa 220 kg di sola sabbietta minerale per i propri bisogni
che finiscono nell sacco del rifiuto indifferenziato, con gli
sbocchi obbligati finali in discarica (visto che il minerale
nei forni inceneritori non brucia).
snack funzionali
e fuoripasto
932 milioni 703 milioni
per i gatti
per i cani
+2,4%
vendita accessori
per animali
consumatori
luglio-agosto 2014
animali, e oggi alcuni studi suggeriscono l’esistenza di una relazione tra comportamenti violenti
nei confronti delle persone e degli animali”.
In Italia ci sono leggi specifiche
che difendono gli animali (vedi
box): ad esempio, oggi, l’omissione di soccorso di un animale ferito in un incidente stradale è punita come quella nei confronti di
una persona. La Francia ha modificato l’impianto del proprio
codice civile per dare agli animali lo statuto di “esseri viventi dotati di sensibilità” e smetterla di
considerarli cose. Da noi, solo la
Cassazione, per ora, ha affermato
il principio per cui l’animale non
può far parte delle “cose” ma deve
essere riconosciuto come essere
senziente.
“Sono svolte importanti che
esprimono un cambiamento culturale in corso – spiega Prato Previde – e ormai spero ben avviato;
ed è anche perfettamente in linea
con i dati che emergono dalle numerose ricerche scientifiche condotte sia da psicologi comparati
che da etologi. Gli animali sono
diversi dagli esseri umani, è ovvio. Ma è anche sempre più chiaro che hanno capacità cognitive
a volte anche molto complesse,
che consentono loro di apprrendere, ricordare, pensare. Molti
studi etologici e psicologici dimostrano che sono esseri senzienti che provano dolore, piacere e anche emozioni. Per quanto
riguarda il cane, ad esempio, oggi
sappiamo che ha capacità sociocognitive e relazionali per diversi
aspetti simili a quelle dei bambini preverbali e che forma legami
affettivi e di attaccamento con gli
umani che sono simili a quelli di
un bambino piccolo nei confronti della madre. Dobbiamo quindi
fare i conti con questa consapevolezza quando decidiamo di acquistarne uno oppure lo abbandoniamo o lo maltrattiamo”. ●
11
cibo è cultura
di
Massimo Montanari
docente di storia medievale e di storia
dell’alimentazione, Università di Bologna
Se le ciliegie
tolgono spazio al pollo fritto
Ai primi di giugno sono stato a una sagra di paese sulle prime colline dell’Appennino romagnolo. Ingredienti, quelli classici di ogni
manifestazione del genere: musica, giochi, bancarelle, uno stand gastronomico con polenta e pastasciutta, vino alla spina, pizza fritta, salumi.
Sul prato, un chiosco con vino, birra e caffè.
Di fianco (questa, una presenza meno ovvia) un lungo tavolo con grande
scelta di dolci fatti in casa dalle famiglie del posto: crostate di fragole e di
ciliegie, cheese cakes (chissà perché non le chiamano torte al formaggio),
torte di mele, di cioccolato, di mandorle, di noci e ananas, eccetera eccetera. Un tripudio di sapori domestici.
Ma ciò che maggiormente colpiva erano le ciliegie fresche, appena
raccolte dall’albero, vendute assieme alle torte in cestini di carta, 50 centesimi l’uno. Ovviamente ne ho approfittato, gustandomi quella freschezza all’ombra di un pino, con il giornale e un libro fra le mani.
Una cosa mi ha incuriosito: il cestino. Assolutamente incongruo con il suo
contenuto. Dentro, squisiti frutti di stagione. Fuori, un packaging da
fast-food, sottratto abusivamente alla sua destinazione naturale: pollo fritto. Colori forti e grafica aggressiva, con slogan quali: “Cerchi lo
sballo? Cuccati il pollo!”.
Non ho nulla contro il pollo fritto, che trovo – quando fritto bene, con
grassi onesti e non riciclati – una squisitezza difficilmente imitabile. La
cucina toscana, qualche decina di chilometri più in là, ne ha fatto un punto d’orgoglio e di identità. Ma di fronte a quei cestini di ciliegie non ho
saputo resistere a un pensiero birichino, a un sorriso compiaciuto, quasi
di complicità: ho pensato a mani furtive (così ho voluto immaginarle) che
sottraggono spazio al pollo fritto consegnandolo alle ciliegie
mature. Ho pensato a mani che costringono il cibo di strada ad abbandonare i percorsi più facili, e più battuti, per intraprendere il nuovo sentiero
dei cibi freschi, della frutta e della verdura, che stanno tornando nelle
grazie di molti.
Piccola mutazione delle abitudini alimentari, che deve molto alle raccomandazioni di medici e dietologi, riannodando il legame (mai completamente interrotto) tra piacere e salute.
Intanto, nello stand gastronomico, alcune mamme e babbi (a dire il vero,
anche qualche nonna) richiamavano i figli e nipoti, ormai sazi e distratti,
a terminare diligentemente la loro porzione di patatine fritte, lasciata a
metà con il suo bel corredo di maionese e ketchup.
La storia è piena di contraddizioni, e così pure le sagre di paese. ●
12
società
A 19 anni dalla sua fondazione sono ormai 1.600 le realtà che fanno parte della
rete di associazioni. Una battaglia difficile ma segnata da importanti successi.
In primo piano le cooperative che operano sui terreni confiscati ai mafiosi
La legalità possibile
Contro le mafie, la straordinaria avventura di Libera
di dario guidi
Può sembrare un paradosso,
proprio in settimane in cui le notizie su indagini della magistratura e
su gravissimi ed estesi fenomeni di
corruzione si susseguono, dire che
la storia di Libera, la rete di associazioni (siamo a quota 1.600 adesioni) promossa da don Luigi Ciotti proprio per contrastare mafie e
criminalità, sia la storia di un successo. Successo perché nei suoi 19
anni di attività Libera può vantare
tanti risultati concreti, visibili che
danno un senso positivo alla speranza di costruire un paese dove la
legalità sia il primo valore ad essere
rispettato.
Il successo di Libera e della sua
crescita, non significa certo che i
problemi siano risolti, che le mafie e la criminalità si siano ritirate
in buon ordine, che l’etica pubblica di questo paese stia fiorendo.
No, significa solo che col lavoro,
con l’impegno e la mobilitazione
si può continuare a sfidare questi mostri che così invincibili non
sono. “Del resto – spiega Enrico
Fontana che di Libera è il coordinatore nazionale – chi, anche solo
qualche anno fa, avrebbe mai potuto scommettere che sulle terre
confiscate al boss Matteo Messina
Denaro sarebbero stati al lavoro i
giovani di una cooperativa? Perché
di realtà che gestiscono beni della
mafia oggi ne abbiamo censite più
di 500. Oppure chi avrebbe detto
che ai campi di lavoro e di legalità
che Libera propone anche quest’estate parteciperanno oltre 6.000
persone, soprattutto giovani?”.
Il viaggio di Libera
L’avventura di Libera inizia dopo
le stragi di mafia del 1992: prima
il giudice Giovanni Falcone con
la moglie Francesca Morvillo e
poi Paolo Borsellino, fatti saltare in aria con le loro scorte (Vito
Schifani, Rocco Dicillo, Antonio
Montinaro, Agostino Catalano,
Vincenzo Li Muli, Walter Eddie
Cosina, Claudio Traina, Emanuela Loi). Un anno dopo, nel primo
anniversario della strage di Capaci, don Ciotti incontra la mamma
di Montinaro, il caposcorta di Falcone, che gli chiede: “Quando, sui
giornali e in televisione, faranno
anche il nome di mio figlio oltre a
quello del giudice Falcone?”. È la
semplice, umana richiesta di un ricordo, di una memoria condivisa
continua a pagina 14 >
consumatori
luglio-agosto 2014
13
info
Per saperne di più
Chi vuole saperne di più sulle
molteplici campagne e attività di
Libera può andare sul sito
www.libera.it.
In particolare ricordiamo i campi di
lavoro estivi che si stanno svolgendo
proprio in queste settimane.
Per Libera Terra il sito è
www.liberaterra.it
Un'immagine della Giornata della memoria e
dell'impegno. Nella pagina di sinistra i
ragazzi ad un campo di lavoro e legalità.
Le foto sono dell'archivio di Libera
“Coltivare la speranza”
Don ciotti, impegnarsi insieme partendo dalla costituzione
Speranza è parola che tocca
nel profondo le nostre vite.
Non si può vivere senza sperare, perché ogni vita è iscritta nel “registro” del possibile.
Speriamo per le cose grandi
e le cose piccole, speriamo
don luigi
semplicemente che il domaciotti
presidente
ni sia migliore dell’oggi.
di Libera
Ma c’è una speranza collettiva che, invece di attendere le
nostre vite, comincia da esse. È la speranza dell’impegno, del costruire le condizioni affinché chiunque possa guardare con serenità al futuro, nella
certezza di non essere lasciato solo.
È di questa speranza collettiva che oggi abbiamo più che mai bisogno, perché mai come oggi
questa speranza è stata rapinata.
Quanti ladri di speranza! Già perché non è una fatalità che oggi nel nostro Paese ci siano 9 milioni di persone in condizione di povertà relativa e 5 di povertà assoluta. Non è un caso che
un’intera generazione di giovani abbia la porta
del futuro sbarrata davanti a sé e che 6 milioni di
persone siano così povere di strumenti culturali
da rasentare l’analfabetismo. Non cade dal cielo
il dilagare della corruzione – a vent’anni dalle premature, incaute speranze di Tangentopoli – né un
rovescio della sorte la presenza (chiamiamola così, per favore, non più infiltrazione!) delle mafie nei
territori, con i loro torbidi avamposti nella politica,
nell’economia, nelle professioni.
Tutto questo è frutto di un furto di speranze avvenuto in questi decenni sotto i nostri occhi, occhi
per la verità a volte distratti o incantati dal corrispondente spaccio di illusioni che lo occultava.
Ecco allora che quella speranza collettiva chiamata giustizia sociale – dignità e lavoro per tutti –
deve cominciare da un risveglio delle coscienze e
da una conseguente assunzione di responsabilità. Non possiamo continuare a puntare il dito, lamentarci di come vanno le cose, senza metterci in gioco per cambiarle. Non da soli, perché
il cambiamento sociale non è cosa da navigatori
solitari, ma insieme, corresponsabilmente, nell’aspirazione a quel bene che, proprio perché è comune, trascende le singole vite ma al tempo stesso le tutela e le nutre. Si è liberi con gli altri e per
gli altri, e il primo compito che ci affida la vita è
proprio quello d’impegnare la nostra libertà
per liberare chi non è ancora libero, chi è senza speranza, disperato.
Noi abbiamo già un testo, anzi un “vademecum”, una guida orientativa, che ci spiega cosa dobbiamo fare per coltivare la speranza, per
disseminarla affinché tutti ne possano godere.
Si chiama Costituzione. In essa ci sono tante
grandi parole, ma ne mancano due: verità e speranza. Non è una negligenza, né una distrazione. Sono parole “implicite” nelle altre, presupposte nell’impegno che ci chiede la Costituzione
per essere cittadini vivi e onesti. Un impegno che
è al tempo stesso costruzione di speranza e ricerca di verità.
14
per tutte quelle vittime innocenti
della mafia che rischiano altrimenti di venire dimenticate. Nasce da
questo piccolo episodio l’idea di
dare vita alla Giornata della memoria e dell'impegno (che si celebra il 21 marzo di tutti gli anni)
proprio per ricordarle, una ad una,
e pronunciarne il nome. Sarà uno
dei primi passi di Libera, che nascerà formalmente il 25 marzo del
1995. Da allora con un lavoro paziente di costruzione e di dialogo
la rete comincia a crescere: aderiscono gruppi locali e associazioni
nazionali, parrocchie e cooperative sociali. Ognuno conservando
la sua autonomia, ma tutti mobilitandosi e condividendo obiettivi
di fondo e progetti concreti.
Nel 1995 arrivano anche 1 milione di firme raccolte per sollecitare
l’applicazione della legge Rognoni-La Torre sull’uso dei beni confiscati alla mafia, che diventerà
l'anno dopo la legge 109/96. Partono anche interventi rivolti alle
scuole e alle università, per portare testimonianze e memoria ai
primo piano società
più giovani, perché come ricordava sempre Antonino Caponnetto,
che guidò il pool antimafia della
Procura di Palermo con Falcone e
Borsellino, “la mafia ha più paura
della scuola che della giustizia”.
arriva libera terra
Poi, e siamo all’anno 2001, nasce
con la cooperativa Placido Rizzotto-Libera Terra, la prima esperienza di riutilizzo dei beni confiscati a boss del calibro di Brusca
e Riina. “Alla Placido Rizzotto –
racconta sempre Enrico Fontana
- seguono altre cooperative intitolate a don Peppe Diana, a Rosario Livatino, a Pio La Torre. La
speranza di legalità diventa fatto
ancor più concreto, diventa lavoro per tanti giovani, diventa pasta,
vino. La mafia, che pure reagisce
distrugge e danneggia più volte
le attrezzature di queste cooperative, almeno su questo punto
ha perso. Perché le cooperative,
grazie alla determinazione di chi
ci lavora e all’aiuto di tanti dall’esterno, sono ancora lì, a seminare,
coltivare e dare lavoro”.
Con gli anni proprio per dare ancora maggior solidità all’avventura
di Libera terra, per commercializzare al meglio i prodotti delle cooperative è nato il consorzio Libera
Terra Mediterraneo. Il rapporto
con Coop e con la cooperazione è
un elemento fondamentale di sostegno. Nasce l'Agenzia cooperare
con Libera Terra, i prodotti dalle
terre sottratte alle mafie finiscono nei supermercati e trovano un
pubblico sempre più ampio.
È un’altra scommessa vinta, ma
nella natura di Libera non c’è certo la propensione ad adagiarsi sui
risultati conseguiti. Così nascono
gli stati generali dell’antimafia, una esperienza che ad ottobre di quest’anno arriverà al suo
terzo appuntamento. “Si trattava
di aumentare la condivisione tra
le esperienze di tante realtà diverse. Così siamo riusciti a mettere in
piedi questo appuntamento che è
di grande valenza – spiega Fontana – Poi abbiamo anche preso in
mano la questione della povertà,
consumatori
luglio-agosto 2014
15
Le cifre di Libera terra
il sostegno
del gruppo unipol
Placido Rizzotto - Beppe Montana - Valle del Marro - Pio La Torre - Lavoro e non solo - Rosario Livatino - Terre di Puglia - Terre di don Peppe Diana - Terre Joniche.
Più una, la cooperativa Rita Atria, in fase di costituzione in provincia di Trapani.
Da oltre dieci anni anche il
gruppo Unipol sostiene Libera.
L’impegno di Unipol si
concretizza in particolare nel
progetto “Un euro per polizza e
conto corrente”, attraverso il
quale per ogni polizza
sottoscritta o conto corrente
aperto in Unipol banca, 1 euro
viene destinato a Libera.
Complessivamente, in sei anni,
Unipol ha destinato alle
Cooperative di Libera Terra e
all’Associazione Libera oltre 1
milione di euro, favorendo la
creazione di posti di lavoro per
oltre 100 giovani.
9 le cooperative aderenti a Libera Terra
1.300 ettari circa di terreno coltivati confiscati alle mafie
oltre 150 persone che lavorano
circa
più del 30% sono soggetti svantaggiati
1.000 posti di lavoro con le imprese dell'indotto
70 referenze tra i prodotti commercializzati
tra vino, pasta, conserve, liquori, olio, succhi di frutta, taralli
milioni di euro il fatturato 2013 del Consorzio Libera Terra Mediterraneo
5
5% del fatturato le vendite all'estero
(e sono in costante crescita)
lanciando la campagna “Miseria
ladra”. I dati di questi anni di crisi in Italia sono drammatici e siccome sappiamo che le mafie si
nutrono e sfruttano la povertà ci
siamo mobilitati anche lì, con la
stessa logica di rete, di confronto
e condivisione”.
Poi c’è la battaglia contro la corruzione, con la campagna intitolata “Riparte il futuro”, con 520
mila cittadini che hanno aderito,
76 sindaci eletti alle ultime amministrative che hanno accettato
la sfida dei “braccialetti bianchi”,
simbolo della trasparenza, ben
62 europarlamentari di 13 paesi
europei, Italia compresa, che nel
nuovo parlamento di Strasburgo
porteranno avanti insieme un intergruppo proprio sulla lotta alle
mafie e alla corruzione.
C’è ancora tanto da fare
Tanti progetti dunque, tanta strada fatta, partendo dal “semplice”
tentativo di dare memoria alle
vittime della mafia. “Siamo la dimostrazione che lavorare insieme
nel segno della responsabilità è
una cosa che paga e può consentire di ottenere risultati importanti
– spiega Fontana – anche se sappiamo bene che di cose da fare ce
ne sono tante. Oggi abbiamo oltre 270 presidi territoriali in giro
per l’Italia, siamo radicati, facciamo attività in migliaia di scuole e
abbiamo convenzioni con quasi
tutte le Università, grazie al 5 per
mille e alle donazioni tantissimi
cittadini ci stanno dando il loro sostegno. Insomma, con tutti
i nostri limiti e le nostre fatiche,
grazie al lavoro di migliaia di volontari Libera è diventata una realtà importante, un segno di speranza. Ma l’esperienza di questi
anni ci ha insegnato che spesso
la forza delle mafie è fuori dalle
mafie stesse. Sta nel clima culturale, nell’atteggiamento con cui si
guarda a quei fenomeni. Sta nelle
leggi che si fanno o si cancellano.
Se si depenalizza il falso in bilancio è chiaro che la questione dei
fondi neri si ripresenterà di continuo, se non si introduce il reato
di auto riciclaggio, se non si inseriscono i reati contro l’ambiente
nel Codice penale, ci si priva di
armi fondamentali per prevenire la diffusione delle mafie. Oggi
contro la corruzione serve una
terapia d’urto e noi chiediamo
misure precise, oltre al tema falso in bilancio e auto riciclaggio,
chiediamo siano dati poteri precisi all’Autorità anticorruzione
e che si blocchino i termini della
prescrizione di un reato da quando parte l’azione penale. Perché
la corruzione è un virus che diffonde le mafie. L’altra battaglia
fondamentale su cui continueremo la nostra mobilitazione è
quella che ho già accennato della
lotta alla povertà. Dal blocco degli sfratti al reddito di cittadinanza, ai diritti dei senza fissa dimora
ci sono proposte concrete su cui
intendiamo lavorare per stimolare l’adozione di provvedimenti urgenti. Ce lo impone la realtà
drammatica del nostro paese, con
oltre 9 milioni di italiani che vivono in condizioni di povertà”.
16
primo piano società
Coop per Libera,
cose fatte insieme
Dai prodotti venduti nei supermercati alla partecipazione di soci e dipendenti
ai campi di lavoro, dal sostegno organizzativo alla Giornata della memoria alle
raccolte fondi. Ecco come Coop aiuta ogni giorno chi è impegnato per la legalità
La collaborazione tra mondo Coop e Libera, nelle sue varie articolazioni e campagne, è cosa
ormai consolidate e radicata. Anzi più che una collaborazione si può parlare di una compartecipazione che ha aiutato il decollo di progetti e attività. E
l'intenzione è più che mai quella di proseguire e sviluppare ulteriormente una relazione entrata ormai
stabilmente nella vita delle cooperative.
Il mondo Coop si è mosso su più livelli che si sono
spesso incrociati. Un primo livello è quello di diventare soci sovventori di alcune cooperative di Libera
Terra e cioè di sostenere economicamente la nascita di queste realtà. Alcune realtà Coop hanno anche promosso raccolte fondi su progetti specifici o
vendendo apposite carte dono (l’ultima esperienza
è quella di Coop Adriatica che invita i propri soci a
destinare il ristorno per sostenere la nascita della cooperativa Rita Atria a Trapani). Ma il capitolo più
importante è l’aver portato sugli scaffali dei negozi
Coop i prodotti Libera Terra, dai vini alla pasta, dalle conserve alle verdure, dall’olio ai succhi di frutta e altro ancora. A fine 2013 il fatturato annuo dei
prodotti col marchio Libera Terra, nella rete Coop,
ha raggiunto la cifra di 3 milioni e 796 mila euro.
Con una crescita costante dai 528 mila euro di vendite dell’anno 2003, quando questa collaborazione
iniziò. I prodotti di maggior successo sono i vini tipici che da soli coprono una quota di quasi 1 milione e mezzo di euro. Poi ci sono i diversi tipi di pasta
di semola con 577 mila euro e via via le altre voci.
Le vendite nell’ambito Coop rappresentano circa il
70% delle vendite totali del consorzio Libera Terra
mediterraneo.
A questa dimensione più commerciale Coop ha affiancato una serie di altre attività che vanno dal sostegno e partecipazione attiva alle diverse edizioni
della Giornata della memoria da parte dei soci. Poi
il tema della legalità è stato inserito nei percorsi con
le scuole dedicati all’educazione al consumo consapevole. In più i comitati soci presenti hanno sviluppato incontri e iniziative di promozione e raccolte
fondi sempre destinate a Libera.
Negli ultimi anni molte cooperative si sono poi impegnate nel sostenere la partecipazione ai campi di
lavoro promossi da Libera, proprio nelle cooperative che operano sui terreni confiscati alle mafie. In
particolare Coop Adriatica e Novacoop promuovono la partecipazione di giovani soci, figli di soci e
dei consiglieri di zona a questi campi, mentre Coop
Lombardia ha coinvolto i propri dipendenti che, dopo la partecipazione ai campi, sono a loro volta diventati promotori di iniziative su questi temi.
Un'ulteriore notazione, riferita all’insieme del mondo cooperativo è la costituzione, avvenuta nel 2006
dell'Agenzia cooperare con Libera terra. Una realtà,
che vanta diverse decine di adesioni ed il cui scopo è
quello di supportare concretamente lo sviluppo delle cooperative di Libera.
consumatori
luglio-agosto 2014
BenI ConfIsCatI
aLLe mafIe,
oCCorre agIre
In fretta
17
alfabeto alimentare
di
Eugenio del Toma
presidente onorario dell’associazione
italiana di dietetica e nutrizione clinica
Diffidate gente
Serve più informazione e cultura
Quello dell’utilizzo dei beni
confiscati alle mafie è uno dei
cardini dell’identità e dell’impegno
di libera. il valore simbolico delle
cooperative che ormai da anni
lavorano le terre una volta in mano
ai boss è straordinario. Ma dietro a
questi successi esiste una realtà
molto più ampia e complessa.
infatti le indagini e gli
accertamenti della magistratura e
delle forze dell’ordine hanno
portato alla confisca definitiva di
ingenti patrimoni immobiliari
(secondo gli ultimi dati disponibili
si tratta di 11.238 immobili e
1.708 aziende). il tema è
impedire che le lunghezze
burocratiche e processuali portino
a far deperire o fallire questi beni e
a non consentire il loro utilizzo.
oggi i beni sequestrati sono tre
volte tanto rispetto a quelli per i
quali la procedura di confisca è già
stata completata. esiste un
enorme patrimonio che deve
essere gestito meglio. “bisogna
rafforzare i tribunali delle misure
di prevenzione, rendere
trasparente l'albo degli
amministratori giudiziari e dare
forza all'agenzia per la gestione
dei beni confiscati – spiega il
coordinatore di libera, enrico
Fontana – che è di fatto
paralizzata in attesa che il governo
definisca una sua riorganizzazione.
il punto è che, ormai da diversi
mesi nessuno dei beni sequestrati
viene più affidato a chi invece
sarebbe pronto a farlo rivivere. in
particolare per le aziende il rischio
è che queste falliscano, con la
conseguente perdita del lavoro per
tante persone”.
Le Associazioni impegnate nella difesa dei Consumatori sono
ormai molte e abbastanza agguerrite ma credo che l’Unione Nazionale Consumatori meriti, per le idee pionieristiche del suo primo ispiratore Vincenzo Dona e per l’operosità dell’attuale gruppo dirigente, di essere
citata ad esempio dell’influenza che tutti noi consumatori possiamo e dobbiamo esercitare sull’industria alimentare attraverso la consapevolezza
delle nostre scelte alimentari.
Con questo spirito ho seguito a Roma non un vero e proprio Convegno ma
una giornata di incontri promossa dall’UNC per discutere di argomenti
basilari come alimentazione, benessere e salute ma anche risorse energetiche e Internet.
Il titolo dell’incontro era attuale e intrigante: “Cose da non credere”.
Purtroppo, non capita spesso che dei normali cittadini, accomunati dalla
curiosità di domandare e di apprendere, possano incontrarsi con dei veri
esperti o dei protagonisti ufficiali (NAS, garanti, direttori di giornali e TV) se
non altro per non restare dei perdenti, plagiati da una comunicazione onnipotente ma non sempre chiara e veridica nelle sue contagiose
affermazioni.
Da incontri di questo tipo nascono proposte e denuncie (appunto “cose da
non credere”) che riconfermano la vulnerabilità dei consumatori e la necessità di diffondere più informazione e cultura non solo sugli alimenti o sulle moderne tecnologie ma ancor prima sulla veridicità delle
offerte su cui pende il sospetto del raggiro e della contraffazione. Troppi
sprovveduti apprendisti non sanno districarsi nella giungla di Internet e
sono attratti da affermazioni improbabili, non solo su diete miracolistiche,
integratori, omeopatia e tisane, ma anche su qualsiasi ipotetico supporto al
benessere psicofisico. Non è accettabile che nelle librerie o nei punti di
ristoro e di smercio sulle autostrade figurino libri di diete antitetiche con le
basi elementari della fisiopatologia e comunque all’insegna del dimagrire
in pochi giorni con la dieta di illustri sconosciuti quando con una semplice
ricerca sui siti delle Società scientifiche competenti o del Ministero della
Salute si possono leggere le raccomandazioni davvero utili alla prevenzione (ma anche al dimagrimento piuttosto che al “deperimento”) formulate
dagli esperti italiani o della OMS.
Almeno in campo nutrizionale bisogna attenersi solo ai consigli o ai prodotti validati da un adeguato iter scientifico evitando l’auto-promozione e
le scorciatoie commerciali di maghi e cialtroni privi dei necessari titoli di
studio. “La legge non ammette ignoranza”, tanto meno in campo nutrizionale e invece la nostra società abbandona i più sprovveduti e
sorvola su abusi e mistificazioni anche quando sono in gioco la prevenzione e la salute. ●
18
primo piano economia
Cooperazione
un nuovo inizio
Intervista al nuovo presidente di Legacoop, Mauro Lusetti: "La nascita
dell'A lleanza delle cooperative italiane è una sfida fondamentale che segna una
svolta profonda per difendere e aggiornare i valori distintivi della cooperazione".
Un impegno strarodinario contro la disoccupazione e per il lavoro ai giovani"
di dario guidi
“Abbiamo tanti temi da affrontare con urgenza, partendo da una idea di fondo e cioè che
come cooperatori abbiamo il dovere di lasciare alle generazioni future non solo i conti a posto nelle aziende, ma anche di tutelare e promuovere con
estremo rigore un sistema di valori, fatto di solidarietà e scambio mutualistico, che impedisca l’omologazione rispetto agli altri tipi di imprese”. Parola
di Mauro Lusetti, modenese, una lunga esperienza come dirigente Conad, da maggio 2014 nuovo
presidente nazionale di Legacoop e, poi, anche
dell’Alleanza delle cooperative italiane. Lusetti nel
tracciare un quadro del lavoro che lo attende parte
proprio dal percorso di costruzione dell’Alleanza
delle cooperative italiane, per dar vita ad un’unica struttura di rappresentanza che superi la storica
consumatori
luglio-agosto 2014
19
coop leader della grande distribuzione
cresce e vale il 19,1% del mercato
Coop mantiene la sua leadership nella grande
distribuzione del nostro Paese raggiungendo la
quota di mercato del 19,1% (era il 18,5% un anno
fa) e assestandosi sui 12 miliardi e 724 mila di
fatturato. Sono 1200 le strutture di vendita,
54.700 gli addetti, mentre continua a crescere la
base sociale che ha superato gli 8 milioni (più
3,4% sul 2012). Successo confermato per il
prodotto a marchio Coop, sintesi di convenienza e
qualità, che ha superato quota 27% sul fatturato.
Sono queste le cifre essenziali del bilancio di Coop
Italia, approvato a fine giugno dall'asssemblea
delle cooperative socie.
Buoni risultati anche fuori dal core-business in
virtù dell’allargamento dell’offerta in quei settori
di mercato parzialmente liberalizzati: 119 i Coop
Salute dove rispetto all’acquisto dello stesso
paniere di prodotti presso le farmacie tradizionali,
si è generato nel 2013 un risparmio per le famiglie
di circa 11 milioni di euro, mentre Coop Voce, la
telefonia mobile a marchio Coop, ha raggiunto 1
milione e 250mila attivazioni. Sono poi 13 gli
impianti di carburante per un erogato
complessivo nell’arco del 2013 pari a circa 230
articolazione tra le tre sigle di Legacoop, Confcooperative e Agci.
“La costruzione dell’Alleanza non
è un fatto burocratico, non può
essere e non sarà la sommatoria
di tre organizzazioni. Parliamo
della costruzione della casa unitaria dei cooperatori italiani. Si
tratta di un nuovo inizio, di una
sfida che dobbiamo vivere in maniera emozionale ed emozionante. Dobbiamo ragionare dei temi
strategici per il futuro del nostro
mondo, di quale pensiamo debba essere la cooperazione del domani. Sono cose di cui dovremo
discutere a cominciare dal congresso di Legacoop che terremo
prima della fine dell’anno. Anche
Confcooperative e Agci faranno passaggi analoghi nei prossimi mesi. Intanto il processo di
strutturazione e consolidamento
milioni di litri. Segnali interessanti arrivano anche
dal comparto delle vendite on line dove Coop ha
debuttato lo scorso autunno con Coop on line:
oltre 3,2 milioni di visitatori, 200.000 iscritti alla
newsletter mentre è in corso il rafforzamento
dell’offerta del sito che raggiungerà a regime circa
11.000 prodotti.
“In uno scenario di grande cambiamento che, per
la prima volta dopo anni, fa registrare timidi
segnali di risveglio – spiega Marco Pedroni,
presidente Coop Italia- Coop va meglio della
media del mercato della grande distribuzione, ma
vuole ancora migliorare i suoi risultati non
perdendo di vista la missione che è propria di una
impresa cooperativa: la convenienza non
disgiunta dai valori di sicurezza, qualità e
trasparenza. Per rendere accessibile a tutti, e
quindi anche alle famiglie meno abbienti, il cibo
buono e sicuro”. Tra le altre novità la presenza nel
Consiglio di Amministrazione di Coop Italia di
tutte le 9 grandi cooperative e la nascita a fianco
del Cda di un Comitato Commerciale Nazionale
con i direttori commerciali delle stesse
cooperative
pesante nel settore delle cooperative di costruzioni rispetto alla nascita di nuove imprese nel campo
della cooperazione sociale. Il secondo dato di fondo è che i segni
della crisi si vedono comunque
un po’ in tutti gli ambiti con cali
delle vendite, riduzioni degli utili.
Quale è lo stato di salute delle Dunque se il contesto sociale ed
cooperative nella difficile fa- economico del paese non cambia
se economica che il paese sta la prospettiva è decisamente difficile anche per noi.
vivendo?
Il sistema cooperativo, per come
è fatto, ha una caratteristica di re- Anche alla luce dell’esito delsilienza, cioè la capacità di reagire le elezioni europee, che tipo
di fronte ad eventi problematici. di situazione vede e quali soCiò è stato vero anche in questi no le priorità da affrontare nel
anni, ma la lunga crisi che stiamo paese?
vivendo ci consegna due elemen- Credo che dal voto sia uscito un
ti nuovi. Il primo è che in alcuni messaggio che ha detto no ad avsettori si sono accentuate dina- venture e populismi. Si tratta di
miche forti di segno anche mol- prerequisiti fondamentali per afto diverso, come la crisi davvero frontare un percorso di riforme
dell’Alleanza va avanti: si sta completando la costituzione dei coordinamenti regionali, si è dato vita
a 4 gruppi di lavoro intersettoriali.
Insomma abbiamo davanti a noi
una grande occasione che non
dobbiamo sprecare”.
continua a pagina 20 >
20
primo piano economia
Le cifre dell'Alleanza delle cooperative Italiane...
42.000
imprese associate
12 milioni
oltre
di soci
1,2 milioni
140 miliardi
493mila
77,9 miliardi
circa
di occupati
(52% è donna)
di fatturato
(di cui 8 provenienti
dall’export)
... e quelle di Legacoop
15.000
imprese associate
8,9 milioni
di soci
oltre
occupati
di fatturato
Tra 2007 e 2012 l'occupazione nell'insieme del mondo cooperativo è cresciuta dell'8%
di cui c’è urgente bisogno. Si è accesa una speranza, ma è una speranza con una scadenza a breve. Il
governo Renzi si è caricato di una
grande responsabilità. E la prima
grande sfida è quella di riuscire a
ridurre la disoccupazione a partire dall’emergenza giovani: uno su
due è senza lavoro. Un fatto contro
cui anche noi intendiamo muoverci presentando proposte precise.
Di cosa si tratta?
Come Alleanza delle cooperative
presenteremo al ministro Poletti un piano articolato puntando a
siglare un protocollo col Governo
proprio di garanzia verso i giovani. Come movimento cooperativo pensiamo di mettere in campo
un sforzo straordinario. Tra le proposte che vogliamo avanzare c’è
quella di una staffetta intergenerazionale per cui le imprese assumano degli under 40 a fronte del
prepensionamento di persone tra
i 64 ed i 66 anni. Si tratta di definire un meccanismo virtuoso il cui
costo va ripartito tra l’impresa, lo
Stato e il lavoratore che va in pensione, proprio a vantaggio dei più
giovani. Altra cosa che proponiamo è di estendere i benefici fiscali
oggi rivolti solo alle start up innovative, a tutte le nuove aziende.
Alcune vicende di cronaca, come l’indagine della magistratura sull’Expo di Milano, hanno
coinvolto il mondo cooperativo, riproponendo anche vecchi
luoghi comuni sui rapporti con
la politica. Come commenta
queste situazioni?
Nel rispetto per il lavoro della
Magistratura, è opportuno attendere gli sviluppi delle indagini e rispettare l’azione di difesa degli accusati. A prescindere
dagli esiti finali, è necessario però che tutte le cooperative interessate procedano alla massima
distinzione tra le responsabilità
dei singoli e quelle delle imprese.
La priorità per noi è, infatti, tutelare le cooperative e l’occupazione e dare respiro a un modo
nuovo di interpretare il rapporto
tra imprese e istituzioni, tra imprese e politica, fondato sulla legalità e la promozione dei valori
di cui da sempre siamo portatori.
Anche per questo se le accuse
dovessero essere confermate da
sentenze o patteggiamenti, provvederemo ad assumere le misure conseguenti, fino alla richiesta di espulsione a carico di chi
con il proprio comportamento
ha arrecato un danno a tutta la
cooperazione.
Del resto la cooperazione sulla legalità ha fatto tante battaglie…
Certo, perché noi stiamo bene
e cresciamo in un mondo legalmente sano. Se avviene il contrario la cooperazione muore. Per
questo abbiamo promosso e sottoscritto tanti protocolli di legalità
con le istituzioni e altre realtà, siamo impegnati a promuovere cooperazione sui ben confiscati alle
mafie. Ma ci battiamo anche per
il rispetto dei contratti di lavoro,
contro il dumping delle cooperative spurie o di privati che le regole le aggirano sistematicamente.
La cooperazione in tanti settori è
stata ed è fattore di crescita della
legalità e dei diritti dei lavoratori. Evitare l’omologazione per noi
consumatori
luglio-agosto 2014
vuol dire queste cose precise e
concrete. E siamo pronti, a ragionare con l’insieme della società,
per costruire un mercato più etico. C’è un problema di regole più
semplici, di efficienza dello Stato
e di recupero del senso di responsabilità che per i cooperatori vale
ancor di più.
Pensando al futuro del nostro
paese e al ruolo che la cooperazione può svolgere, cosa le viene in mente?
Noi siamo quelli del lavoro, quelli che mettono al centro i soci e
i dipendenti. Noi dobbiamo fare di più e meglio, partendo proprio da questo punto di riferimento. La cooperazione oggi è
forte su mercati che sono più in
difficoltà, perché i consumi interni soffrono e pure le risorse
degli enti pubblici sono in calo.
Dunque dobbiamo pensare a
nuovi mercati ed avere capacità di attirare capitali. Penso che
il tema del made in Italy sia decisivo e da guardare con grande
attenzione partendo dalle opportunità enormi che la crescita
dei paesi emergenti offre. Parlare
di turismo, di ambiente e cultura, di alimentazione può offrire
grandi spazi e possibilità, dentro
e fuori dai nostri confini, ma occorre saper far rete per sviluppare una offerta adeguata e innovativa. Penso poi al tema della
messa in sicurezza del territorio
e della riqualificazione delle città. Lo sviluppo edilizio come lo
abbiamo conosciuto negli ultimi
decenni è finito. Dobbiamo pensare al risparmio energetico nelle
case, a una mobilità sostenibile, a
proteggere da terremoti, alluvioni e frane. Per farlo occorre uscire da logiche di costante emergenza. La politica deve definire
scelte di fondo strategiche e la
cooperazione deve esser pronta
a fare la sua parte, nell’interesse
del paese.
21
un pianeta da difendere
di
Mario Tozzi
primo ricercatore Cnr - Igag
e conduttore televisivo
Amazzonia
una storia che ci riguarda
Ottantamila ettari sottratti al dominio delle paludi e riscattati dal
lavoro di uomini, donne e bambini deportati in mezzo alle zanzare e alla malaria. Un patrimonio assoluto di ricchezza di vita totalmente stravolto, foreste
planiziali prosciugate e uccise, specie animali estinte o comunque scacciate
per sempre. Le dune intaccate e spianate, canali artificiali ovunque e pompe
idrovore in funzione per decenni. Tutto questo per ottenere, alla fine, "colture
trascurate, grano orribile, pieno d'erbacce e nessun contadino che si occupasse davvero del raccolto". Un insuccesso clamoroso, un danno ambientale senza fine, una perdita per sempre. Ma non siamo nel Sudamerica di oggi: siamo
nell'Agro Pontino, Lazio meridionale, negli anni Trenta, e quelle sono le
parole di Benito Mussolini, che constata l'insuccesso produttivo. Quella bonifica spaventosa è stata la nostra Amazzonia.
Certo, decenni fa non si poteva conoscere il valore ecosistemico delle aree
umide, che oggi vengono conservate gelosamente in tutto il mondo, né si
conosceva il termine biodiversità, inteso come ricchezza della vita con
tutti i servizi che gratuitamente fornisce agli umani. E, al di là dei risultati
scarsi, di quell'epopea resta la fatica degli uomini, una fatica che avrebbe
meglio potuto essere indirizzata verso altri risultati. Di Amazzonie perdute
come quella pontina è disseminato il pianeta, ma una è rimasta, e sarebbe
bene conservarla e tutelarla. Salvare l’Amazzonia dalla deforestazione è una garanzia per tutto il pianeta: quest’immensa foresta, estesa per 6,7
milioni di kmq, è un perno del complesso sistema climatico globale, capace
di immagazzinare cinque volte le attuali emissioni globali di anidride carbonica. Ma, senza uno stop alla deforestazione, entro 25 anni si sarà
superato il punto di non ritorno. Ogni anno sparisce una superficie di foresta Amazzonica pari a circa la metà della superficie dell'Italia.
Come dire che ogni minuto viene distrutta una superficie di foresta amazzonica grande quanto tre campi e mezzo di calcio, e che, nonostante 53
milioni di ettari di foresta amazzonica nel solo Brasile siano protetti, ci vuole uno sforzo maggiore. Bisogna combattere la deforestazione puntando
all'ambizioso obiettivo di "zero deforestazione netta", e proteggere il sistema di acque dolci intervenendo affinché le infrastrutture idrologiche, e in particolare le dighe, adottino criteri di sostenibilità e rispettino le
caratteristiche ecologiche del territorio e i diritti delle comunità locali.
La grande foresta Amazzonica ospita il 10% delle specie conosciute, ma,
negli ultimi 50 anni, ha perso quasi un quinto della sua superficie, compresi animali e risorse naturali preziose per le popolazioni locali
e il pianeta, come la specie simbolo dell'Amazzonia, il giaguaro. I nostri
antenati hanno distrutto un patrimonio che solo oggi riconosciamo, comportandosi come gli odierni sfruttatori della foresta amazzonica. Ma almeno non potevano saperlo, noi, invece, che scusa abbiamo? ●
22
primo piano alimentazione
lo mangio solo
se è buono...
la sfida dei bambini a tavola
Una indagine Usa dice che i più piccoli scelgono il cibo che piace, non quello
che fa bene. Attraverso il parere degli esperti scopriamo come i genitori possono
affrontare il tema sperando di tenere insieme le scelte legate al palato con quelle
sul piano della salute. Servono però attenzione, dialogo ed esempi pratici
di rita nannelli
Quelli più tranquilli scuotono la
testa e serrano la bocca, i più agitati cacciano un urlo che non lascia dubbi: quello che gli avete messo nel piatto non lo vogliono. Perché il dolce deve
essere dolce, il panino farcito di ogni bene, l’acqua
frizzante o meglio ancora una bevanda colorata
e zuccheratissima. Perché ai bimbi piace ciò che
è buono, non ciò che è sano (e quindi cattivo). È
quanto emerge da una ricerca della Booth School
of Business dell’Università di Chicago: i bambini
(in questo caso Usa) rifiutano gli alimenti nutrienti e sani, dando per scontato che proprio per questo non possano essere appetitosi. Spiega Ayelet
Fishbach, professoressa di scienza del comportamento e marketing, che ha condotto l’indagine: «I
bambini in età prescolare tendono a pensare che il
cibo non può avere due scopi: non può essere qualcosa che li rende più sani e al tempo stesso buono
da mangiare».
E, infatti, lo studio ha dimostrato che l’interesse dei
bambini diminuiva se veniva detto loro che gli alimenti li avrebbero aiutati a raggiungere un risultato, come diventare più forti o imparare a leggere.
«Quindi, se diciamo che le carote li aiuteranno a
crescere o a diventare più intelligenti, loro non vorranno mangiarle», aggiunge Fishbach. Dunque
se vogliamo far mangiare a un bambino le carote
- consigliano i ricercatori - bisogna dirgli che sono
buone oppure non dire nulla. E, al contrario, che le
patatine fritte, i gelati, gli snack fanno bene alla salute e fanno diventare grandi…
Benservito
Ma basterà questo per convertire un esercito di bambini affamati di hot dog al pinzimonio e alle verdure? «Bisogna far capire ai piccoli che mangiare sano è saporito. Spesso si crede che un’alimentazione
corretta non sia buona, ma è un mito da sfatare. Per
questo consiglio ai genitori di non dire ai propri figli
“ti fa bene”, ma “assaggia quanto è buono” – risponde dalle colonne del sito alimentazionebambini.ecoop.it Margherita Caroli, pediatra esperta in nutrizione, consulente dell’Unione europea -. In più,
mangiare in maniera corretta serve ad ampliare lo
spettro dei sapori. Ma è necessario anche che i genitori diano l’esempio, mangiando ciò che propongono al bambino».
E qui casca l’asino. «I genitori sono influenzati dalla cultura del piacere e del piacere nel mangiare. Per
cui fanno fatica poi a trasmettere ai figli sani stili alimentari. E ancor più ad essere dei buoni esempi per
i figli», spiega Carla Collicelli, sociologa e vice direttrice del Censis, autrice del saggio "Stili di vita e
culture del bere in Italia".
consumatori
luglio-agosto 2014
23
centrale nell’infanzia, perché si vuole che i figli crescano bene, si manifesta un disturbo che è in realtà
della relazione.
Questo ci raccontano i tanti casi che vediamo negli
ambulatori italiani: famiglie in cui i genitori lavorano, che hanno difficoltà a mettere delle regole in
ogni ambito, compreso quello alimentare, che non
riescono a modulare l’accettazione del cambiamento da parte del bambino (nel passare dallo svezzamento a un’alimentazione più evoluta, la nascita di
un fratellino, l’inserimento all’asilo ecc.), rispettando i suoi tempi. Madri e padri che tendono ad assecondare sempre e comunque i figli – prosegue
Russo - per il senso di colpa determinato dallo stare poco con loro e che, purché mangino qualcosa,
accettano i “piccoli ricatti” di bambini alla ricerca
d’attenzione».
Il piatto piange
La piccola abbuffata
Nessuna meraviglia quindi che negli ultimi anni in
Italia coesistano due tendenze contraddittorie «che
vedono il diffondersi, da un lato, della consapevolezza e dell’importanza di una corretta alimentazione e
di una lotta agli abusi e, dall’altro, quello di consumi
rischiosi per la salute, sia nell’alimentazione che con
le bevande e i farmaci».
E l’analisi della sociologa chiarisce che cosa sta succedendo nella società contemporanea, per la verità
non da ora: «Si acquista sempre meno per necessità e sempre più per il gusto e il piacere ed il consumatore ha raggiunto di fatto un notevole grado di saturazione nei confronti dei prodotti. E ciò comporta
che sia cresciuto a dismisura il peso attribuito al valore estetico del prodotto e all’acquistare per piacere e
non per bisogno. E i bambini si sono trasformati in
piccoli consumatori che sanno quello che vogliono e
come ottenerlo. Fin da piccolissimi.
Ma per Susanna Russo, neuropsichiatra infantile
presso l’Azienda ospedaliera “Luigi Sacco” di Milano
e responsabile dell’ambulatorio dei disturbi del comportamento alimentare “Sacco pieno… sacco vuoto”, il vero problema sta altrove: «Lasciando da parte
i risultati della ricerca dell’Università di Chicago che
rimanda a una cultura alimentare diversa dalla nostra, direi che attraverso l’alimentazione che è tema
“Mangio solo se…” : quale genitore non ha sentito almeno una volta questa frase uscire dalla bocca
del figlio? «E un errore comune dei genitori è proprio offrire delle ricompense in cambio di un pranzo completo», rileva la neuropsichiatra infantile. E
Giovanna Carlo, psicoterapeuta e segretario Arpa
(Associazione per la ricerca in psicologia analitica)
di Roma, completa il quadro: «Si sono chiariti i diritti dei bambini, ma non i doveri, come quello di obbedire ai genitori, seguire le regole ecc. Oggi i bambini, soprattutto italiani, sono accuditi come re, figli
del piacere, abituati ad avere tutto e subito. Un fatto
è certo: quella di orientare i gusti dei figli e resistere alle loro bizze ha tutta l’aria di una missione, quasi
impossibile.
«Dato che noi mangiamo prima con gli occhi e l’olfatto e solo dopo con la bocca, un consiglio utile per
i genitori è quello di coinvolgere i figli durante la preparazione dei piatti – risponde Caroli, indicando la
strada dei piccoli passi, concreti e giornalieri -, meglio se colorati e spiritosi. Così il bambino, divertito
e spinto dalla curiosità, è più propenso ad assaggiare
nuovi gusti. Un’altra raccomandazione è quella di dare ai bambini proprio gli alimenti più sgraditi quando
sentono i primi morsi della fame, perché l’indice ipoglicemico, dettato appunto dalla fame, consente di
apprezzare di più il gusto di ciò che hanno nel piatto. E poi introdurre cibi salutari all’interno dei piatti già noti ai bambini, avere orari stabili e precisi per
pranzo e cena, non lasciare che mangino davanti alla televisione, dialogare con loro anche a tavola, non
piegarsi ai loro capricci». Ecco qualche regola da seguire perché il pasto non resti sullo stomaco a tutta
la famiglia.
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consumatori
il mensile dei soci coop
consumatori
luglio-agosto 2014
primo piano in breve
ogm, Ipotesi di accordo ue:
"ogni paese libero di dire
no alla coltivazione"
Ogni paese aderente alla Ue sarà libero
di decidere autonomamente se
coltivare o meno organismi Ogm sul
proprio territorio. Il faticoso accordo
(di cui ci siamo occupati nei numeri
recenti di Consumatori), arrivato
dopo anni di discussioni in sede di
Consiglio dei ministri dell’Unione, dovrà
ora passare al vaglio del Parlamento europeo per
diventare operativo. Il Ministro dell’ambiente
Gianluca Galletti ha ribadito la sua posizione e del
Governo contraria alla coltivazione di questi prodotti
nel nostro paese.
Un parere fortemente critico su questo accordo è
venuto da movimenti ambientalisti, che da anni si
battono contro la contivazione di OGM. Secondo
Greenpeace e Slow Food il testo attuale della
cosiddetta “ri-nazionalizzazione” degli OGM rischia
di trasformarsi in una trappola per i Paesi che non
vogliono gli OGM. “Il testo dà poche garanzie di
reggere in sede legale. Quei Paesi, come l’Italia, che
vogliono dire no agli OGM sarebbero esposti alle
ritorsioni legali delle aziende del settore biotech”
dichiarano Greenpeace e Slow Food.
Soddisfatto invece il ministro dell'agricoltura,
Maurizio Martina: ““L’intesa raggiunta – ha
sottolineato il Ministro – introduce la necessaria
flessibilità che consente agli Stati membri di decidere
in merito alla gestione della propria agricoltura.
Ribadisco – ha aggiunto il Ministro Martina –
l’importanza di un’adozione rapida della Direttiva,
auspicando che il relativo iter possa concludersi
durante il semestre di Presidenza italiana,
quantomeno con il raggiungimento dell’accordo
politico nella fase della co-decisione con il nuovo
Parlamento europeo”.
premio ilaria alpi
a 20 anni dalla morte
Sono passati vent’anni dalla morte di Ilaria Alpi, la
giovane cronista Rai inviata in Somalia per seguire la
guerra civile e uccisa in un attentato a Mogadiscio.
Insieme a lei, fu assassinato anche il suo operatore,
25
Miran Hrovatin. Da allora, un premio giornalistico porta
il suo nome, per ricordarne la passione per la ricerca della
verità dei fatti. Al concorso partecipano infatti i
reportage web e tv, locali e nazionali, che trattano di
impegno civile e sociale.
Il Premio Ilaria Alpi porterà anche quest’anno a Riccione
incontri, proiezioni e dibattiti con grandi nomi del
mondo dell’informazione, dal 4 al 7 settembre. A
valutare i lavori, sarà una giuria presieduta da Luca
Ajroldi, e composta tra gli altri, per la prima volta, anche
dal direttore della “Stampa” Mario Calabresi. Tra le
sezioni in gara, anche la categoria Coop Ambiente,
sostenuta da Coop e riservata alle inchieste dedicate alle
tematiche “verdi”: nel 2013, fu vinta da Domenico
Iannacone e Luca Cambi con il documentario “La terra
dei fuochi”. Tutte le informazioni sul premio e il
programma sono sul sito www.premioilariaalpi.it.
Alla storia di Ilaria e Miran sono dedicati anche diversi
libri. Ne ricordiamo due, usciti da poco: “La ragazza che
voleva raccontare l’inferno” di Gigliola Alvisi e “La
strada di Ilaria” di Francesco Cavalli.
film per la legalità:
la rassegna "libera cinema
in libera terra"
Dire no alla mafia attraverso i film. Dal 15 luglio al 15
ottobre torna il festival internazionale itinerante “Libero
cinema in Libera terra”, con proiezioni nelle piazze e nei
luoghi confiscati alla criminalità, in Italia e all’estero, per
promuovere la cultura della legalità. Tra le pellicole, “La
mafia uccide solo d’estate” di Pif, “La mia classe” di
Daniele Galaianone, “Mare Magnum” di Ester Sparatore.
La “carovana” inizia il suo viaggio da Roma con
l’appuntamento alla Casa del jazz (bene confiscato alla
Banda della Magliana), facendo poi tappa in Campania
sulle terre sottratte alla camorra: il 16 luglio a Castel
Volturno (Na), il 17 a Casal di Principe (Na) e il 18 a Pollica
(Sa). Proseguirà quindi in Sicilia, toccando anche Catania
il 23 luglio con i volontari dei campi estivi di Libera.
Toccate dal tour anche la Calabria e la Puglia, con tappa il
26 luglio a Bitonto (Ba), e il 27 a Mesagne (Br). Il viaggio
si sposterà anche in Lombardia, a Galbiate (Lc) il 29, e in
Emilia-Romagna, sostando a Rimini il 2 agosto e in
ottobre a Ferrara. La manifestazione sarà per la prima
volta a Berlino il 7 settembre e infine a Parigi il 14 e 15
ottobre. La rassegna, alla nona edizione, è organizzata
dalla Fondazione Cinemovel e da Libera, ed è sostenuta,
tra gli altri, anche da Coop Adriatica. Per tutte le tappe:
www.cinemovel.tv.
26
prodotto coop
Proteine, sì
ma vegetali
Più di 6 milioni di italiani hanno scelto di mangiare alimenti non
di origine animale. La linea Vivi verde Coop ha arricchito la sua
offerta nel segno della qualità, dell'ambiente e della convenienza
Secondo alcune stime,
gli italiani che, con motivazioni
anche piuttosto diverse, hanno
deciso di non mangiare più carne sono circa 6/7 milioni. Un
10% della popolazione complessiva. C'è chi ha fatto questa scelta per motivi etici, chi per motivi
di rispetto dell'ambiente, c'è chi si
dichiara vegetariano, chi vegano,
chi, più semplicemente, ritiene
che non mangiare proteine animali sia salutare, chi vuole solo
alternare i menu, pur non disdegnando la carne.
Un cocktail di motivazioni che,
comunque la si pensi, è arrivato a
rappresentare una quota decisamente consistente di consumatori
italiani. Da un lato è chiaro che ci
sono problematiche più generali,
sui modelli di sviluppo del sistema
agro-alimentare (di cui su Consumatori ci siamo anche di recente
occupati) che del parere e delle
scelte di tante persone devono in
qualche modo tener conto.
Ma, oltre al confronto sul piano delle strategie di sviluppo, c'è
una concreta esigenza di offrire a
questi milioni di consumatori risposte adeguate alle loro richieste ed esigenze, sul piano sia della qualità dei prodotti che della
convenienza.
"Coop, da anni ha creato la linea di
prodotti Vivi verde che è la naturale risposta a questa nuova domanda che si è manifestata nel corso
degli anni - spiega il responsabile
di questo brand per Coop Italia,
Vladimiro Adelmi -. I prodotti Vivi verde sono rappresentativi di valori che vanno dalla tutela dell'ambiente al rispetto degli
animali, dall'innovazione alla
scelta del biologico, dall'eticità
a una filosofia di condivisione e
socialità. Nella linea Vivi verde si
ritrovano in pieno battaglie che
Coop ha fatto proprie dalla tutela delle foreste a quella per garantire prodotti senza Ogm. Dentro
a questo percorso generale abbiamo iniziato a costruire una linea di prodotti per vegetariani (e
alcuni per vegani) che abbiamo
ampliato proprio in queste settimane". Così ora ci sono otto nuove referenze (che sono descritte
consumatori
luglio-agosto 2014
in dettaglio nella scheda qui a fianco) che offrono a chi vuole mangiare proteine vegetali una serie
di soluzioni diversificate e tutte
nel segno della convenienza.
Ai primi tre prodotti surgelati Vivi verde usciti nel 2013 ora si sono aggiunti tofu al naturale, seitan
alla piastra, burger di soia, crocchette vegetali, spezzatino di soia
con piselli, cotolette e crocchette
di soia e lasagne vegetali. Per fornire una corretta informazione in
funzione delle diverse esigenze, è
stata inserita in etichetta un’indicazione circa l’eventuale presenza
di ingredienti di origine animale
come, nel nostro caso, l’albume
d’uovo (presente su alcuni prodotti surgelati della linea). In questo caso, si tratta quindi di alimenti
non graditi dai vegani ma ammessi dai vegetariani.
Come tutti i prodotti Vivi verde,
sono realizzati con ingredienti
biologici, senza l’utilizzo di aromi
e grassi tropicali e forzando così le
valenze nutrizionali e salutistiche
dei prodotti vegetali.
Dato che l'interese verso questi
cibi è subito sbarcato sul Web ed
i social media, chi è in cerca o vuol
condividere ricette, informazioni e consigli utili può andare sulla pagina web www.e-coop.it/viviverde o sulla pagina Facebook
www.facebook.com/viviverdecoop.
27
Vivi verde per vegetariani
e anche per vegani
Prodotti refrigerati
• Il tofu al naturale* (in confezione da 250 g) è ottenuto dalla cagliata
del latte di soia e dalla successiva pressatura in forme. La soia è 100% di
origine italiana. È un alimento ricco di proteine e a bassissimo contenuto di
sodio. Il tofu è un ingrediente versatile che, grazie al suo gusto delicato, si
presta ai più svariati abbinamenti. In cucina è un ottimo alleato anche per
dare consistenza e struttura a impasti, ripieni e creme.
• il seitan alla piastra* (in confezione da 200 g) è un ottimo sostituto
della carne perché fonte di proteine ricavato dal glutine del grano tenero tipo
“0”. Viene cotto e insaporito in acqua con salsa di soia ed è naturalmente
privo di colesterolo e povero di grassi. È poco calorico e facilmente digeribile.
• i burger di soia* (in confezione da 190 g) sono alimenti a base soia ricchi
in proteine. Dall’ottima compattezza e dal gusto equilibrato, i burger di soia
sono appetitosi e veloci da preparare.
• le crocchette vegetali* (in confezione da 190 g) sono alimenti a base
di tofu e spinaci, fonte di fibre e senza colesterolo. Nutrienti e gustose, sono
realizzate con ingredienti biologici e senza l’utilizzo di aromi.
Prodotti surgelati
• lo spezzatino di soia con piselli* (in astuccio da 300 g) è un
gradevole mix di straccetti di soia e piselli biologici, senza l’utilizzo di aromi.
Un piatto completo, appetitoso e veloce da preparare. La consistenza dello
spezzatino è quanto più possibile vicina a quella dello spezzatino di carne.
• le cotolette di soia (in astuccio da 200 g), rappresentano una valida
alternativa vegetale alla pietanza di carne. Vengono impanate e pre-fritte e
contengono albume d’uovo.
• le crocchette di soia (in astuccio da 200 g) sono sfiziose e gustose e
sono caratterizzate da una impanatura croccante e da un interno morbido.
Sono ideali per essere consumate come snack oppure come aperitivo e
antipasto. Contengono albume d’uovo.
• le lasagne vegetali* (in vaschetta da 300 g) sono preparate con un
prelibato ragù a base di soia e una besciamella vegetale adagiati su sfoglia di
pasta di semola di grano duro italiano, trafilata al bronzo.
• i burger di soia surgelati (in astuccio 4x80g) sono appetitosi e veloci da
preparare, si cuociono in padella, in forno oppure in microonde. Si
caratterizzano per l’ottima compattezza, e per il gusto molto equilibrato.
Grazie all’apporto della soia, i burger sono ricchi in proteine e hanno un
basso tenore di acidi grassi saturi. Contengono albume d’uovo.
• le polpettine di soia con verdure grigliate (in astuccio da 300g) sono
un piatto pronto completo, appetitoso e veloce da preparare in padella in
pochi minuti. Le polpettine, dalla consistenza simile a quella della carne,
sono morbide ma allo stesso tempo compatte. Le verdure (zucchine,
melanzane, peperoni, carote, cipolle) sono grigliate e tutte biologiche. Il
piatto è ricco in proteine e ha un basso tenore di acidi grassi saturi. Contiene
albume d’uovo.
• il ragù vegetale a base di soia* surgelato (in busta da 300 gr) è
condimento gustoso e innovativo, senza colesterolo, si presenta in
«graniglia»: è quindi perfettamente dosabile e consente di saltare la pasta
direttamente in padella, senza necessità di essere scongelato. Utilizza lo
stesso procedimento di preparazione di un classico ragù. La soia viene
brasata con verdure (sedano-carote-cipolla), ottenendo così un ottimo
«ragù vegetale» dalla consistenza simile a quello di carne. Può essere
preparato in padella o in microonde.
*Quelli con l'asterisco sono alimenti adatti anche per vegani
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consumare informati sport
Calcio, un bel gioco
che non finisce mai
Si pratica ormai in tante forme e su tante superfici diverse. Pure in casa
ci si può allenare a centrare il sette. Ecco come dare un seguito alla febbre
del mundial che ha colpito tanti appassionati, vecchi e nuovi, di football
di CLAUDIO STRANO
le mani sul portafogli
Come praticarlo anche a casa
Scarpe da calcio
Il modo fisicamente meno dispendioso di praticarlo è seduti a un
tavolo con amici, sfidandosi a Subbuteo, che nell'ultima
versione, "salt & pepper" (sale e pepe), strizza l'occhio alla moda
del momento, la cucina: un evergreen tra i giochi da tavola di
tutti i tempi, prediletto dagli... "overgreen". Per i più giovani,
invece, date un'occhiata al portale Coop per gli acquisti (www.
cooponline.it) e vi accorgerete che il football sa rimpicciolirsi
pur di entrare nel perimetro domestico. Con il Campo da calcio
gonfiabile da giardino, ad esempio – due porticine agli estremi,
pallone e pompa inclusi (gonfiato misura cm 410x200, prezzo sui
50 euro) – si può duettare con un amico affinando la tecnica. Con
un filo d'acqua e sapone il confronto si trasformerà in una
divertente parodia del calcetto saponato. Per chi ha in testa le
"maledette" alla Pirlo, ecco invece due porte da calcio con
pannello bersaglio (sui 50 euro), sempre mignon. La porta da
calcetto regolamentare, invece (cm. 300x120x205h) con i suoi
gancetti tendirete e i 4 picchetti per il fissaggio al terreno, costa
sui 90 euro ed è un passo ulteriore verso il gioco giocato.
- fra i 50 e i 200 euro (la metà circa da bambini)
Scarpe da calcetto
- fra i 30 e i 120 euro (la metà circa da bambini)
Palloni
- da 10 euro del Pallone Solidal Coop
(certificato Fairtrade) ai 130 euro del Brazuca,
il pallone dei mondiali (17 euro la replica)
Subbuteo e altri giochi
- 30 euro il Subbuteo, 50 euro il campetto
gonfiabile, idem le porte con pannello bersaglio
I prezzi sono indicativi e soggetti alle variazioni
del mercato
consumatori
luglio-agosto 2014
29
Scarpe per tutti i campi
Prodotti di base e accessori
Gli scarpini bicolor di Buffon e Balotelli, le
Converse All Star verdeoro in omaggio alla banderia
carioca: questa è moda, folclore, affari del mundial.
Ma le scarpe sono sostanza nel calcio, e non a caso
sceglierle richiede una notevole dose di competenze.
Il terreno di gioco ma anche il livello raggiunto, l'età
e soprattutto le peculiarità di sport strettamente imparentati come il calcetto (o futsal, calcio al coperto, più noto in Italia come calcio a cinque) sono fattori di acquisto determinanti. Ma non i soli, perché
accanto alle superfici naturali adesso stanno "prendendo piede" quelle sintetiche e sbagliare scarpa può
risultare pericoloso per le caviglie. Quanto alla sensibilità al tocco, beh quella è una questione di piedi
buoni più un aiuto che può essere dato da una tomaia aderente, in pelle di vitello o di canguro (il top).
Cominciamo la nostra carrellata sugli scarpini dai
terreni classici, dopo aver premesso che è importante calzare una taglia giusta senza pensare che,
nei bimbi, il piede crescerà. Le FG (Firm Ground) a
11, 13 o 15 tacchetti in plastica sono adatte ai terreni naturali di media consistenza. Su quelli più duri
(anche in erba sintetica) si fanno preferire le scarpe
siglate HG (Hard Ground) o MG (Multi Ground)
con tacchetti più numerosi e morbidi. Sui campi
fangosi, invernali – come sanno bene i calciatori "di
una volta" – si usano le 6 o 8 tacchetti, provviste di
tasselli in nylon o in alluminio fissi o intercambiabili (SG, Soft Ground). Oggi c'è anche una variante
interessante, i 4 tacchetti di poliuretano, più corti,
che vengono aggiunti per evitare alla scarpa di appensantirsi troppo affondando nella malta (SG professional). Si accennava ai campi in erba sintetica. Per questi sono state concepite le AG (Artificial
Ground) con tacchetti bassi e le TF (dove Turf sta
per erba sintetica) indicate anche per allenamenti o
su campi molto secchi.
I tacchetti si abbassano fino a scompare del tutto, infine, nelle scarpette da futsal, il calcetto che viene
praticato in palestra, dove la presa è un elemento decisivo e a garantirla è la suola piatta in gomma (scanalata, se il fondo è in cemento); in più c'è bisogno
di un'ammortizzazione che soccorra le articolazioni
sottoposte a uno stress maggiore. Tra gli accessori, le calze e i parastinchi ovviamente. Questi ultimi, obbligatori nelle partite ufficiali, sia a 11 che a 5,
possono avere la cavigliera integrata o rimovibile a
protezione dei tanto tartassati malleoli.
Dopo lo Jabulani, il Brazuca.
Dopo il pallone sudafricano incubo dei portieri, composto da otto pannelli termosaldati, quello
carioca supertestato dalla Nasa
che di pezze ne ha sei e una traiettoria migliore. Anche il design è
più allegro, a meandri colorati, ispirato ai braccialetti di Bahia.
Tornando con i piedi per terra, chi vuole dare calci a un pallone decente e risparmiare, magari, quei
130 euro che è il prezzo di un Brazuca originale,
può accontentarsi di una replica ufficiale Adidas
sotto i 20 euro, in vendita alla Coop, o di un pallone di cuoio classico comunque di buona qualità (o
di cuoio sintetico per bambini), che di pentagoni
o esagoni ne ha 32, capace di resistere ai calci, alle
abrasioni e alle intemperie. La leggerezza unita al
numero degli strati è indice di qualità. Un altro requisito importante è che il pallone sia "etico", cioè
prodotto senza sfruttamento del lavoro minorile.
Da questo punto di vista i palloni saldati termicamente o cuciti a macchina offrono le migliori garanzie, ma non sono i soli. Primo fra tutti per i suoi
meriti va citato il pallone Solidal Coop (nella foto),
certificato Fairtrade, il primo prodotto non alimentare equo e solidale della Coop, cucito a mano dalla
cooperativa Vision Technologies in Pakistan. Nel
1998 Coop, in quel momento sola in Italia, acquistò
i primi palloni equi che oltre ad essere rispettosi dei
diritti dei bambini, lo sono di quelli dei lavoratori
adulti che sostengono con un "prezzo giusto" riconosciuto ai produttori.
Dal pallone ufficiale da calcio che ha il n° 5, e da
calcetto n° 4 alle minipalle per bambini, per passare all'abbigliamento e agli accessori. In Brasile
si è parlato dei micromassaggi prodotti dai tessuti
high tech e di magliette ultra-aderenti. Ma anche
qui chi pesta l'erba di casa sua potrà accontentarsi
di magliette e pantaloncini con una buona traspirazione. In Coop t-shirt, maglie e calze sono referenze gestite localmente in merchandising dai punti
vendita, con frequenti riassortimenti. Chi pratica il
calcio avrà bisogno anche di borsoni e piccoli accessori come pettorine, fasce, bandierine, coni e ostacoli per gli allenamenti, tutto materiale acquistabile
oggi nella grande distribuzione comprese le portine
"volanti" (40 euro circa) per le partitelle.
Naturale, sintetico, al coperto: Il "Brazuca" per Coop
tanti tipi di tacchetti
si chiama Solidal, il pallone
per fare grip sul terreno
giusto che rispetta i diritti
30
cucina
un menu contro la crisi
di Helmut Failoni
Freschi sapori
dalle colline
di Romagna
Lo chef Gianluca Gorini propone due
piatti nel segno della freschezza:
una battuta di manzo con verdure e
maionese; poi tortelli di melanzane
con squacquerone e pomodorini
Questo mese ci spostiamo al
fresco sui Colli Romagnoli e ci
affidiamo alle preziose mani del
giovane Gianluca Gorini, giovane chef
di enorme talento.
frutta e verdura
LUGLIO/AGOSTO
LA STAGIONE DI..
In questa stagione, esauriti i
prodotti tipici di primavera, quali
asparagi e carciofi, dovrete optare
per i prodotti estivi. Barbabietole,
melanzane, bietole, carote, piselli
(che sono anche tipicamente
primaverili: al meglio fino ai primi
di luglio), porri, zucche, zucchine. E
poi per quanto riguarda la frutta:
albicocche (giugno e luglio),
angurie (da maggio a settembre),
banane, ciliegie (da maggio a
luglio), meloni (da maggio a
settembre), mirtilli, pesche (da
maggio a settembre).
.....................................
L'antipasto
Battuta di manzo, giardiniera di
verdura e maionese alla senape
Ingredienti per 4 persone:
320 gr di scamone di manzo, 2 carote,
2 coste di sedano, 1 cipolla rossa
fresca, 100 gr di aceto di vino bianco,
1/2 lt di acqua frizzante, 1 tuorlo
d’uovo freschissimo, 200 cl olio di
semi di girasole, 25 gr di senape, 50
gr di pangrattato, 5 gr di sesamo
nero, 1 limone, sale di Cervia, olio di
Brisighella (se possibile)
Procedimento
Per la giardiniera di verdura, pelare le
carote e tagliarle a fettine di 1/2
centimetro di spessore, pelare le
coste di sedano e tagliarle a tocchetti
di 1 cm di larghezza; pulire la cipolla,
tagliarla in 8 spicchi e sfogliarla.
Scottare tutte le verdure in acqua
salata bollente per circa 1 minuto e
raffreddare in acqua e ghiaccio.
Quando sono fredde sistemarle in un
barattolo di vetro, versare i 100 cl di
aceto bianco, 1/2 lt di acqua frizzante
e chiudere il vaso con un tappo
ermetico. Per la maionese: in una
bacinella di acciaio mettere il tuorlo
d’uovo e la senape, iniziare a montare
con una frusta, aggiungendo l’olio.
Incorporare tutto l’olio e alla fine
aggiungere a piacimento del succo di
limone nel quale avrete sciolto del
sale. Per la carne battuta: tritare
finemente la carne con un coltello,
condire con olio e sale e lasciare
marinare per 15 minuti. Nel frattempo
tostare in forno a 180° il pan grattato
condito con olio e sale. Quando avrà
assunto un colore bruno, togliere dal
forno e aromatizzare con sesamo,
buccia di limone. La finitura del
piatto: con la carne battuta formare
delle palline e passarle su di un lato
nel pan grattato, sistemare a
piacimento in un piatto e aggiungere
la giardiniera di verdura scolata dal
proprio liquido e condita con olio e
sale. Aggiungere la maionese di
senape e rifinire il tutto con olio,
qualche granello di sale e qualche
fogliolina di rucola o sedano.
consumatori
luglio-agosto 2014
31
..........................................................
Il primo
Tortelli di melanzane, salsa all’erba cipollina,
squacquerone e pomodorini appassiti
Ingredienti per 4 persone:
4 melanzane lunghe, 50 gr di erba cipollina, 50 gr di
burro, 120 gr di squcquerone, 8 pomodorini datterini, 160
gr di farina “0”, 40 gr di semola grossa, 2 uova, sale di
Cervia, zucchero, 20 gr di burro per saltare la pasta,
Parmigiano grattato, olio di Brisighella
Procedimento
Avvolgere le melanzane con della carta alluminio e
cuocerle in forno a 160° per 60 minuti. Poi tagliarle a
metà, con l’aiuto di un cucchiaio prendere la polpa e
tritare finemente al coltello. Condire con olio e sale a
piacimento e tenere da parte. Lavare e tagliare i
pomodorini a metà, condirli con sale e zucchero e lasciare
asciugare in forno a 80° per 30 minuti circa. Nel
frattempo impastare la farina con la semola e le due
uova. Lavorare fino ad ottenere un composto omogeneo
e lasciare riposare almeno 30 minuti in un canovaccio
umido. Dopo formare con il ripieno di melanzane 40
tortelli di forma rettangolare e tenere da parte. Lasciare lo
squacquerone a temperatura ambiente frullare l’erba
cipollina con il burro e passare il composto ad un
setaccio, sistemare in un pentolino e fare fondere a
fiamma dolce. Finitura del piatto: cuocere il tortelli in
acqua salata bollente, scolarli, saltarli in padella con il
burro, poca acqua di cottura e legare con il Parmigiano.
In piatti da portata fondi, versare due cucchiai di salsa
all’erba cipollina, aggiungere i tortelli, lo squacquerone
aiutandosi con un cucchiaio e rifinire il tutto con i
pomodorini appassiti.
Un menu contro la crisi
Le Giare di Montiano (FC)
Via Al Castello, 368, tel. 0547 51430
Chef: Gianluca Gorini
Ecco le ricette e quanto costa realizzarle a casa vostra
L'antipasto
Battuta di manzo, giardiniera di verdura
e maionese alla senape
(costo della materia prima: 10 euro)
Il primo
Tortelli di melanzane, salsa all’erba cipollina,
squacquerone e pomodorini appassiti
(costo della materia prima 8 euro)
Formaggio
di malga del Lagorai
Il Lagorai è un gruppo montuoso trentino
che si estende da passo Rolle - il valico che divide la
val di Fiemme dalla zona del Primiero - alla zona del
monte Calisio. In quest'area si affermò, già dal XII
secolo, una grande tradizione casearia. Nel 1800 le
malghe, tranne quelle allodiali, cioè quelle da sempre di proprietà privata (le migliori), passarono di
diritto dai feudi ai comuni. In quegli anni il solo comune di Telve contava circa 40 malghe. Il formaggio
prodotto nel Lagorai era utilizzato per lo più per la
sussistenza dei numerosi contadini locali, i quali affidavano al capomalga i propri animali affinché trascorressero la stagione estiva in alpe. Il formaggio
era però molto ricercato anche dagli affinatori di valle, che lo stagionavano nelle cantine buie e profonde dei paesi della Valsugana e lo commerciavano poi
nella città di Trento e nel Veneto.
Il formaggio del Lagorai è un formaggio di malga a
latte crudo semigrasso, prodotto da giugno a settembre. Le forme variano da 4 a 6 kg. Il latte munto la
sera, da vacche di razza grigio alpina, bruno alpina e
pezzata rossa, viene scremato e lasciato in contenitori di acciaio nel casélo - un locale fresco e semibuio
– e che, una volta scremato, sarà aggiunto a quello
munto il mattino successivo. La caseificazione avviene solo con il caglio naturale, senza l'utilizzo di fermenti selezionati. La stagionatura del formaggio del
Lagorai avviene nel casarìn - una cantina seminterrata, buia, fresca, fatta di pietra a vista - dove viene
appoggiato su tavole di larice o di abete, senza l’impiego di nessun tipo di conservante.
Con il passare del tempo e la nascita dei caseifici a
valle, le malghe sono state man mano abbandonate e
il bosco ha preso il sopravvento sui pascoli. Nel 2004
si è formata la “Libera associazione malghesi e pastori del Lagorai” che ha riunito alcune malghe nei
comuni di Telve, Roncegno, Torcegno.
I produttori aderenti si sono dati un disciplinare di
produzione rigoroso e stanno portando avanti il recupero delle malghe, anche grazie all’appoggio dei
Comuni. Slow Food ha istituito un Presidio per valorizzare questa produzione storica. Del Presidio fanno parte sei malghesi che si sono impegnati a stagionare il formaggio almeno quattro mesi e spuntare in
questo modo un prezzo migliore rispetto all’attuale.
Responsabili del Presidio: Laura Zanetti, tel. 349
5363542 [email protected]; Sergio Valentini, tel.
348 4020857 [email protected].
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vivere bene viaggi
di Giuseppe Ortolano
Italia...
misteriosa
In viaggio lungo la penisola
tra mete avvolte da segreti e leggende
Castelli abbandonati, ritrovi per vecchie streghe e credenze popolari.
Magari proprio vicino alle località in cui siete in vacanza ci sono luoghi
pieni di fascino che meritano una visita per motivi a volte un po' strani
Solo pochi chilometri
separano alcune delle principali
località turistiche italiane da luoghi
quasi sconosciuti, ricchi di storie e
leggende. Sono un pezzo di
quell'Italia segreta e
misteriosa dove si incrociano riti
ancestrali, miti, credenze e racconti.
Un territorio spesso inesplorato, da
scoprire con una simpatica gita
durante la tradizionale vacanza al
mare o ai monti. E partiamo proprio
da questi ultimi. Arnad è un paese
all'inizio della Valle d'Aosta, non
lontano dalle principali mete
turistiche, noto per l’unico lardo
europeo a denominazione di origine
protetta, al quale il borgo dedica
una festa (www.festalardo.it), dal 29
al 31 agosto. Una strada di
campagna conduce a un parcheggio
ai piedi del suggestivo Santuario di
Machaby, che la leggenda vuole
edificato in un luogo abitato da una
strega vipera e un diavolo con sette
teste. Proseguendo per la mulattiera
si arriva alla misteriosa pietra liscia
alla quale sono stati assegnati poteri
magici legati a un antico e misterioso
rito della fertilità. Il vicino
agriturismo (www.lodzerby.it)
propone gustosissimi piatti tipici a
base di prodotti quasi totalmente
provenienti dalle coltivazioni della
famiglia che lo gestisce.
In Valtellina si trova invece il paese
fantasma di Savogno,
raggiungibile con una passeggiata
di un paio di ore partendo dalle
spettacolari cascate
dell’Acquafraggia, nei pressi di
Borgonuovo di Piuro. Su queste case
aleggia una leggenda legata al
periodo della peste e alla rivalità con
il vicino borgo di Dasile. Durante la
passeggiata si ammira un
gigantesco torchio in legno del 1706
e ci si può rifocillare in un simpatico
rifugio (www.rifugiosavogno.it),
ricavato dalla ristrutturazione dell’ex
scuola elementare.
consumatori
luglio-agosto 2014
La Val Sarentino (www.sarntal.
com) si trova tra i monti dell'Alto
Adige ed è dominata da leggendari
uomini di pietra costruiti da mani
ignote su un piccolo altopiano che a
2000 metri d’altezza domina il
paese principale. E la leggenda
vuole che nel Medioevo presso
questi dolmen preistorici si
ritrovassero le streghe. Anche Triora,
un bel villaggio medievale dell’alta
Valle Argentina, alle spalle
della Riviera Ligure, è nota per le sue
streghe. Nel 1587 il paese ospitò il più
famoso e studiato processo alle
streghe di tutta Liguria che coinvolse
una ventina di umili donne che
35
abitavano la zona più povera del
paese. Come ricorda il piccolo e
curioso museo (www.museotriora.it)
ospitato nelle vecchie carceri.
L'isola di Pianosa (www.pianosa.
net), nell'Arcipelago Toscano, si visita
solo con le escursioni guidate con
partenza da Piombino o Rio Marina,
sull'Elba. Bella, selvaggia e ancora in
parte sconosciuta, l’isola fu utilizzata
come sanatorio e carcere e ha
ospitato un piccolo e misterioso
laboratorio batteriologico, dove si
conducevano strani esperimenti.
Poche decine di chilometri separano
Offagna (www.laterradeicastelli.it)
dalla Riviera del Conero, vicino ad
Ancona. Il vicino Monte della Crescia
fu prima luogo di insediamenti piceni
e di villaggi celtici, poi centro
amministrativo dell’antica Massa
Afraniana, quindi sito di un antico
castello medioevale distrutto e poi
risorto, rifugio per un’insolita setta
religiosa e infine, nel 1944, teatro di
una sanguinosa battaglia per la
conquista di Ancona tra tedeschi e
alleati. Ma è anche un luogo magico e
suggestivo, dove convergono
misteriosi cunicoli che collegavano il
monte ai centri abitati di Offagna e
Santo Stefano, passando sotto altre
tre colline, e dove si narra sia nascosto
un tesoro protetto da un fantasma.
I giardini di Pantelleria
Metella, la città scomparsa
Si chiamano giardini panteschi e la loro storia è vecchia
almeno cinquemila anni. Uno dei più belli e intatti si trova
ancora sull’isola di Pantelleria e appartiene al FAI, il Fondo
Ambiente Italiano (tel. 0923-915649), che lo ha restaurato e
aperto al pubblico. Il giardino era utilizzato per proteggere
gli alberi di agrumi dal forte vento e dalla siccità. Infatti le
particolari caratteristiche costruttive di questa specie di
fortezza a usi agricoli permetteva di trattenere l’umidità
della notte al suo interno e di difendere gli alberi dai forti
venti. Ma il giardino pantesco aveva anche valori simbolici
legati alla visione del mondo delle popolazioni pagane:
rappresentava la vita e il grembo femminile, dalla quale essa
nasceva. Quello che si visita sull’isola siciliana è uno dei pochi
esemplari in buono stato di conservazione e accoglie un
secolare arancio dolce Portogallo. La visita può essere
abbinata a quella delle vicine cantine dell’azienda
vitivinicola Donnafugata che in questa zona, conosciuta
come contrada Khamma, da oltre cent’anni coltiva con piante
di Zibibbo un antico vigneto terrazzato.
Lungo la strada che attraversa il comune di Buggerru e
conduce da Iglesias a Fluminimaggiore, un cartello
arrugginito indica la deviazione che porta a Grugua. In questa
fertile valle, ricca di acque e cosparsa di rovine romane, molti
ubicano i resti di Metalla, mitica città eletta dai romani come
capoluogo del distretto minerario dell’Iglesiente, dove
venivano estratti prevalentemente piombo e argento. Una
città scomparsa nel nulla, la cui esatta ubicazione rimane un
mistero irrisolto, anche se alcuni la identificano proprio con le
rovine di Gessa, nei pressi di Grugua, dove furono ritrovate
sfere in ferro, monete, urne cinerarie, scalpelli e lampade.
Last minute
Non avete ancora prenotato le
vostre prossime vacanze estive?
Niente paura, siete in buona
compagnia. Buona parte degli
italiani sembra aver infatti preso
l'abitudine di decidere le proprie
vacanze all'ultimo minuto. Per
trovare il viaggio o il soggiorno
last minute più adatto alle vostre
esigenze e tasche è possibile
consultare le proposte per i soci
COOP delle agenzie viaggio
Robintur (www.robintur.it),
Planetario Viaggi (www.
planetarioviaggi.it) e Viaggia
con Noi (www.viaggiaconnoi.it).
Chi preferisce il fai da te può
invece visitare i siti specializzati
in affitto appartamenti come
www.airbnb.it o www.homeaway.
it o quelli con offerte per le
strutture alberghiere, quali www.
venere.it . Chi è alla ricerca di
alloggi particolarmente
economici, in Italia e nel mondo,
può invece consultare www.
hostelsclub.com.
36
vivere bene cultura e oltre
a cura di Giorgio Oldrini
mostre
Matera e la scultura lucana
La Milano di Pasolini in foto
È una rivendicazione di orgoglio
e insieme una proposta
suggestiva quella che il circolo
“La Scaletta” di Matera
organizza mettendo in mostra
nel suggestivo panorama dei
Sassi, tra le chiese della Madonna della Virtù e di San
Nicola dei Greci, le opere di diversi scultori lucani
contemporanei. Una manifestazione ormai tradizionale,
che viene dalla “carta di Matera” elaborata nel 1978 da
alcuni dei maggiori scultori ed artisti della città e che ha
prodotto a partire dal 1987 mostre suggestive in un
ambiente assolutamente unico. Dario Carmentano,
Franco Di Pede, Donato Linzalata, Francesco Marino di
Teana, Francesco Mastroberti, Rocco Molinari, Margherita
Serra e altri artisti materani si cimentano ora con la nuova
edizione delle mostre di scultura ed offrono un panorama
ampio della produzione scultorea della zona. Questa
esposizione poi è anche una dimostrazione della
legittimità della candidatura avanzata da Matera per
essere Capitale della cultura europea nel 2019.
È una mostra in due tempi quella che
propone il Museo del Risorgimento di
Milano prendendo spunto da una
sceneggiatura del 1959 di Pier Paolo
Pasolini per un film, “La Nebbiosa”,
mai realizzato. Il corpo iniziale della
esposizione è composto da fotografie
di autori di quell’epoca, come Gianni
Berengo Gardin, Ferdinando Scianna, Federico Garolla ed
altri della agenzia Contrasto, che ci mostrano la città nel
momento del boom economico, mentre dalle macerie
della guerra nascono i quartieri poveri per gli immigrati
meridionali e i grattacieli. Ad aprire il percorso espositivo
le immagini fornite dal Museo della fotografia
contemporanea (Mufoco). Le immagini sono scandite da
didascalie che non sono altro che i brani della
scenografia di Pasolini per il film mai nato. Sono esposte
anche 1850 foto scattate tra il 1950 e il 1965 da comuni
cittadini che le hanno fatte arrivare al Museo del
Risorgimento e che danno così una immagine di una
Milano ormai scomparsa rivista dai suoi abitanti.
Scultura lucana contemporanea
La Nebbiosa. Lo sguardo di Pasolini su una
Milano ormai scomparsa
Matera, tra le Chiese della Madonna della Virtù e di San
Nicola dei Greci
Fino al 18 ottobre
Ingresso: 5 euro
Info: tel. 0835336726, [email protected]
Milano, Museo del Risorgimento
Sino al 14 settembre
Ingresso: libero. Info: Tel. 0288462330,
[email protected]
Italiani brava gente
di
Massimo Cirri e Filippo Solibello
conduttori radiofonici
Grafene e gomme sgonfie
Una rivoluzione made in Italy che comincia in bicicletta
Siete anche voi tra quelli che qualche mese
fa, in previsione dell'estate, scendendo in cantina
per tirar fuori la bicicletta, ci siete rimasti male,
come sempre, guardando quelle gomme
sgonfie?
Voi le avete abbandonate al buio della cantina per
sette, otto mesi, è vero, e adesso loro si vendicano
presentandosi più sgonfie di un paracadute all'atterraggio. Poi avete cominciato a cercare, senza tro-
varla, una pompa pensando a tutte quelle che avete
comprato negli ultimi anni: pompe piccole, grandi,
medie, portatili, automatiche, a pedale, a braccia,
digitali. Tutte uguali nel fatto che quando servono
non se ne trova una!
Alla fine siete riusciti a estrarre la bici dall'ammasso di
ferraglie della cantina e avete trovato un modo per
rigonfiare le ruote. Ci siete balzati sopra e vi siete subito accorti di quanta fatica ci vuole per far rotolare quei
consumatori
luglio-agosto 2014
37
libri
Il caso dell'ebreo Dreyfus
raccontato da un inglese
I viaggi di Omero ed Erodoto,
il mondo tra realtà e fantasia
In questi tempi segnati dal ritorno
dell’antisemitismo, che ha
prodotto anche sanguinosi
attentati, non sarà male leggere il
nuovo libro di Robert Harris che
ricostruisce l’“affaire” Dreyfus nella Francia a cavallo tra
'800 e '900. Non è certo il primo libro sul tema, ma ha il
pregio di ricostruire con esattezza tutta britannica la
vicenda e di saperlo fare con la scioltezza di uno scrittore
che è anche sceneggiatore di film importanti. Con in più la
malignità che spesso un autore inglese infila nella
descrizione di vicende che riguardano i francesi. Il libro
racconta l'”affaire” dal punto di vista dell’ufficiale Georges
Picquart che, divenuto capo di una sezione dei servizi
segreti francesi, scopre che tutte le accuse di tradimento
che hanno portato alla condanna e alla terribile prigionia
dell’ufficiale ebreo Alfred Dreyfus sono false. E lotta, a
costo della propria carriera e anche della propria libertà,
per affermare la verità. Fino a riuscirci, ma solo molti anni
e tante sofferenze dopo. Ma in questa vicenda il fatto che
l’ufficiale dell’esercito francese Dreyfus fosse ebreo
diventa uno degli elementi principali delle false accuse
contro di lui.
Un libro intrigante e delizioso, come
spesso succede con quelli di Eva
Cantarella, è questo “Ippopotami e
sirene”. Naturalmente anche qui si
parla del mondo greco e si mettono a
confronto i viaggi raccontati da due
autori classici, Omero ed Erodoto. Il
primo ha scritto il libro per eccellenza
della ricerca e della esplorazione. Il suo Ulisse è diventato
il paradigma assoluto di chi sfida l’ignoto per tornare,
attraverso il percorso accidentato tra la barbarie, alla
terra natia, finalmente la civile Grecia. Ma il suo è un
viaggio immaginario, mentre quelli di Erodoto sono veri,
realmente percorsi, anche se i racconti a volte diventano
favolosi. Ci descrive luoghi dell’Iran, del Caucaso, della
Libia, popoli poco o niente conosciuti fino ad allora,
animali spesso immaginifici. Ecco dunque le differenze
tra le sirene e gli ippopotami, ma anche tra chi affronta
un viaggio immaginario avendo ben presente dove sta la
civiltà, come l’Ulisse di Omero, e chi invece visita Paesi e
popoli lontani e diversi convinto che ciascuno abbia le
tradizioni e i costumi che preferisce, come Erodoto.
Robert Harris
L’ufficiale e la spia
Eva Cantarella
Ippopotami e sirene.
I viaggi di Omero e di Erodoto
Mondadori Editore - 438 pagine, 19 euro
Utet editore - 142 pagine, 14 euro
poveri pneumatici intorpiditi da mesi di inedia.
Il concetto di scorrimento sembra loro alieno, come uno
che ha messo i pattini da ghiaccio ma si accorge che
doveva pattinare sul cemento. Così la prima pedalata
della stagione diventa un piccolo tormento.
Forse ora tutto questo è finito, come sempre grazie all'italico ingegno. C'è un'azienda del comasco, si chiama
Directa Plus ed ha trovato il modo di aggiungere
la mobilità e sono partiti dalle basi: dalla bicicletta.
Il concetto è semplice: se funziona con le bici, funzionerà con tutto. E infatti funziona: grazie alla collaborazione con Vittoria, leader della produzione di
pneumatici per biciclette da corsa, sono riusciti a
ottenere prestazioni eccezionali. I loro pneumatici
al grafene scorrono molto di più e stanno belli gonfi
più a lungo. La resistenza al rotolamento è
ridotta del 15% (immaginate cosa vuol dire per
dei corridori professionisti che gareggiano sul filo
dei secondi) e l'impermeabilità all'ossigeno è
aumentata del 20%, che non vuol dire lasciare la bici
in cantina per quasi tutto l'inverno e andare a
riprenderla fregandosene della pompa. Dai pneumatici della bici a quelli dell'auto il passo sarà brevissimo e provate a pensare cosa significheranno
questi numeri su scala globale per la riduzione dei
consumi di combustibile: una rivoluzione. E visto
che il grafene è il futuro quelli della Directa Plus
hanno anche deciso di aprire a Lomazzo le Officine
del Grafene, che ospiteranno il più grande impianto
produttivo industriale di grafene in Europa. Altro
che delocalizzazione. ●
del grafene alla mescola degli pneumatici da bicicletta.
È come quando qualcuno decise di mescolare il pomodoro alla pasta in bianco: la somma è superiore agli
addendi. Il grafene è il materiale del futuro, lo si produce dalla grafite, è sottilissimo come un atomo, flessibile ma duro come un diamante. Quelli che lo hanno scoperto, dieci anni fa, hanno vinto il premio Nobel per la
fisica e secondo molti scienziati il grafene servirà in
una miriade di campi diversi, dall'elettronica alle
biotecnologie.
Sostituirà materiali costosi, rari e inquinanti. Ci sarà
grafene nei nuovi computer più potenti e più piccoli e
nei tablet pieghevoli da infilare nel taschino. Quei
demoni della Directa Plus hanno pensato di usarlo per
consumatori
luglio-agosto 2014
38
a cura di Pierfrancesco Pacoda
un'estate di festival e di musica
Rock, blues, jazz e...
Lucca Summer Festival
2-26 luglio Lucca
Un festival che
continua a offrire
la migliore musica
internazionale, il
Lucca Summer
Festival. Si inizia il
7 luglio, con il
progetto speciale, creato per il festival
"An Evening of Guitars", con i virtuosi
della chitarra Jeff Beck e Robben
Ford. Il 10 luglio gli inglesi The
Prodigy, star dell’elettronica tra
techno e rock e il 15 luglio, il concerto
di Nile Rodgers, il chitarrista e
fondatore degli Chic, uno dei più
importanti musicisti e produttori della
popular music. Imperdibile il 20 luglio,
e si candida a diventare il concerto
dell’estate, Stevie Wonder,
protagonista assoluto della storia della
musica afro americana.
I concerti si tengono in Piazza
Napoleone.
Info: www.summer-festival.com
Tel. 0584 46477
Un Altro Festival
14-15 luglio Milano Bologna
Festival "doppio", con lo stesso
programma in due diverse città a
giorni alternati. Formula anglosassone
che arriva a Milano al Circolo Magnolia
e a Bologna al Fiera District, con
concerti dedicati alle interpretazioni
contemporanee del rock. Da MGMT a
The Dandy Wharols, da The Horrors
a Panda Bear. Prima edizione per una
rassegna tra elettricità e
sperimentazione.
Info www.unaltrofestival.it
Tel. 071 2900711
Villa Arconati Festival
7-24 luglio Villa Arconati (Milano)
Uno splendido edificio del '700
lombardo fa da scenario a un festival
che, da 18 anni, porta in Italia una
attenta selezione di jazz, world music e
rock d’avanguardia. Un programma
eclettico che spazia dal rapporto tra
canzone e rumore dei Mogwai e dei
Mum (7 luglio) al latin jazz di George
Benson (11 luglio) al bop moderno del
quintetto di Paolo Fresu (19 luglio) al
funk degli Incognito (24 luglio).
Info: www.ponderosa.it tel 02 48194128
Locus Festival
25 luglio-10 agosto Locorotondo (Ba)
A Locorotondo, in Valle d’Itria, si
svolge la seconda edizione di uno dei
più sofisticati festival italiani, il Locus.
La rassegna è pensata come un
catalogo dal vivo delle ultime frontiere
della club culture. Da segnalare la
presenza di Gilles Peterson, il dj e
produttore della BBC che ha inventato
l’acid jazz e l’afro funk del nigeriano
Sean Kuti, che rilegge la frenesia
ritmica tra metropoli e savana del
padre Fela.
Info: www.locusfestival.it
Roero Music Fest
6-12 luglio Santa Vittoria d’Alba (Cn)
In un’area carica
di storia e di
suggestioni
letterarie si
svolge la prima
edizione di un
festival che
mette insieme un
programma di concerti e una serie di
seminari dove approfondire la propria
conoscenza della musica afro
americana. Per i più bravi ci sono le
borse di studio per poter frequentare
workshop estivi di festival gemellati. Il
6 luglio suona il Translate Jazz trio e
l’11 il chitarrista Michael Rosen.
Info: www.roeromusicfest.com
Tel. 334 78 67 028
Pistoia Blues
10-17 luglio Pistoia
Uno dei grandi appuntamenti europei
con la musica del Delta del Mississippi,
interpretata in un percorso sonoro che,
dalla tradizione, percorre la storia
della musica nera e delle sue influenze
sino a oggi. Nella bellissima Piazza
Duomo, dopo l’apertura del 10 luglio
con i Negramaro, è atteso l’11 Robert
Plant, il leader dei Led Zeppelin. Sarà a
Pistoia con il suo nuovo gruppo, i
Sensational Space Shifter. Il 13 sul
palco ci saranno gli inglesi
Morcheeba, con le loro visioni
elettroniche del soul, mentre il 17 la
piazza sarà invasa dal rock frenetico
degli Arctic Monkeys. Ogni sera il
blues sarà il protagonista anche dei
concerti nei teatri della città.
Info: www.pistoiablues.com
Umbria Jazz
11-20 luglio Perugia
Continua la ricerca sonora di Umbria
Jazz, che da anni ha scelto, con
successo, di presentare un panorama
davvero ampio (ma sempre di grande
rigore) di tutte le musiche generate
dalla rivoluzione del jazz. Sfileranno
nelle piazze e nei club di Perugia le
superstar della black music e gli
innovatori contemporanei, le radici e il
futuro. Il 16 luglio, per la "Great Piano
Night" si incontreranno Herbie
Hancock e Wayne Shorter, mentre il
19 per la "hip hop Night" ci saranno
The Roots. La novità di questa
edizione è il Techno-logical dance
music festival, ideato dal dj Ralf che il
12 porterà a Umbria Jazz i ritmi di
sperimentatori della pista da ballo
come Ellen Allien e Juan Atkins. Oltre
a un suo spettacolo in compagnia di
strumentisti come Gianluca Petrella.
Info www.umbriajazz.com
Tel. 075 5724838
39
vivere bene cultura e oltre
ultime uscite
Un quartetto che ha fatto la storia
Per celebrare l’estate si può guardare a un’altra estate celebre, la "Summer of
Love", California, 1967, quando la musica si colorò di tinte visionarie e le
strade si riempirono di ragazzi che credevano davvero che le loro canzoni
potessero cambiare il mondo. Crosby, Stills, Nash & Young sono stati il
simbolo di quella generazione. Questo cofanetto contiene 3 cd con le
registrazioni live di 40 brani suonati durante il loro tour del 1974, oltre a un
dvd con le riprese di alcuni concerti. Tra aeree melodie acustiche, intrecci
vocali che fanno sognare e la psichedelica elettrica, questi dischi ci fanno
entrare in una dimensione magica, dove, per citare un frammento di una
delle loro canzoni più belle, "Tutti dicono che la musica è amore".
Crosby, Stills, Nash & Young
CSNY 1974 - CSNY Records
Il nostro giudizio: RRRR R
Se ti piace ascolta: Jefferson Airplane, Pete Seeger
Salento è Giamaica
Torna Chrissie Hynde
Grandi Beatles (in vinile)
Cosa c’è di più estivo
di un disco dei Sud
Sound System? Ritmi
giamaicani, radici
salentine, una
raccolta di canzoni
fresche e ballabili che hanno la
capacità di portare i tropici nelle nostre
case. Ovunque ci troviamo. Per
trasformare in un party un pomeriggio
in spiaggia.
La cantante dei
Pretenders, una
delle band
protagoniste del
rock anni 80, ritorna
con un disco dove il
punk incontra il pop. Tanta energia,
una voce che racconta la bellezza delle
periferie e ospiti particolari, come la
leggenda del folk rock psichedelico
Neil Young. "Un disco - come ha detto
lei stessa - dove gli Abba incontrano
John Lennon".
Non c’è estate
senza i falò sulla
spiaggia e non ci
sono falò senza il
repertorio dei
Beatles. Indispensabile, quindi, avere
queste nuove versioni dei dischi classici
dei quattro di Liverpool. Tutti in vinile,
12 lp rigorosamente rimasterizzati in
mono negli studi di Abbey Road. Nel
box è incluso un libro con rare foto del
gruppo.
Sud Sound System
Sta Tornu - Black Keys
Il nostro giudizio: RRR
Se ti piace ascolta: Bob Marley, Studio
One Sound System
Chrissie Hynde
Stockolm - Caroline Rec.
Il nostro giudizio: RRR
Se ti piace ascolta: Pretenders,
Blondie
beatles
In Mono - Apple
Il nostro giudizio: RRRRR
Se ti piace ascolta: The Rolling Stones,
Oasis
R da dimenticare - RRsufficiente - RRRbuono - RRRRottimo - RRRRR capolavoro
l'evento
Collisioni: musica, parole e...
Collisioni si è affermato come il più originale festival estivo
italiano, per la sua capacità di far entrare in relazione la
musica e la scrittura, cercarne e esaltarne i rapporti (le
‘collisioni’, appunto) in un posto di incantevole bellezza.
Siamo a Barolo, nel cuore delle Langhe. Qui nelle piazze del
paese, si susseguono i reading letterari e gli spettacoli dal
vivo. Qui, il 19 luglio, sarà possibile ascoltare, unica data
italiana, Neil Young and The Crazy Horse, il protagonista di
una stagione che ha cambiato non solo la musica, ma anche
la società. In programma anche i Deep Purple, le star
dell’hard rock britannico (18 luglio), Suzanne Vega (il 19)
Francesco de Gregori (il 20) e molti altri. Per la scrittura, tra
gli ospiti, segnaliamo Mauro Corona (il 19), James Ellroy
(sempre il 19), Jonathan Coe, Jeffery Deaver e Dario Fo (il
20). Tra i disegnatori, Milo Manara e Art Spiegelman (il 20),
Info: www.collisioni.it - Tel. 389 2985454
40
le pagine di
coop reno
Cambio di passo
La strada intrapresa dal Governo per rilanciare la domanda interna è quella giusta.
Non ci nascondiamo, tuttavia, che la crisi continua a colpire duramente i consumi
e l'uscita dal tunnel appare ancora lontana. Per quanto ci compete, la nostra strategia
sarà di "attacco" e avrà bisogno per funzionare di un nuovo patto per lo sviluppo,
con una forte dose di innovazione e discontinuità rispetto al passato
DI MARIO CIFIELLO
presidente del Consiglio
di sorveglianza di Coop Reno
La nostra economia sta
attraversando un momento in cui
si intrecciano speranze e difficoltà. Non c’è dubbio che alcune decisioni prese dal Governo vadano
nella giusta direzione: minori tasse per i dipendenti dai redditi medio-bassi, sgravio Irpef per le imprese, e di converso una maggiore
tassazione delle rendite finanziarie (adeguandole alla media europea). Il dato positivo di questa
manovra, pur ancora insufficiente, è che si coglie la necessità
assoluta di rilanciare la domanda interna e quindi i consumi. La
posizione della Cooperazione è
infatti sempre stata critica su strategie di Governo volte esclusivamente a manovre di “austerità”
che di fatto portano a risultati catastrofici per l’economia reale del
nostro paese. Ma pur sostenendo
questi passi positivi, non possiamo nasconderci che la crisi continua a colpire duramente: i tassi
di disoccupazione sono altissimi,
e anche nei nostri territori tante,
troppe famiglie conoscono livelli
di povertà impensabili fino a pochi anni fa: tutto questo sta determinando anche per noi forti difficoltà nelle vendite.
Dobbiamo quindi essere realisti
e immaginare un percorso ancora lungo prima di uscire da questo
tunnel negativo.
Convenienza, si può
fare ancora di più
Detto questo, dobbiamo interrogarci sulla nostra capacità di reggere sia sotto il profilo aziendale
che sotto il profilo della responsabilità sociale che contraddistingue
la nostra “distintività”. Questa riflessione sta accomunando tutto
il sistema cooperativo italiano.
In primo luogo dobbiamo aumentare la “convenienza” della
nostra offerta, a partire dai prezzi
del prodotto a marchio Coop.
Coop Reno negli ultimi anni ha
investito tantissimo sui vantaggi
da riservare ai clienti, ma soprattutto ai soci. Basti ricordare un
dato: nel 2008 (l’anno che segna
l’inizio di questa crisi) investivamo 5,7 milioni di euro per iniziative di convenienza per i soci.
Nel 2013 questa cifra è salita a
quasi 15 milioni di euro.
Quest’anno abbiamo anche deciso di modificare in parte l’impostazione delle nostre offerte
promozionali col concetto dello
“Scegli tu”, cioè dando la possibilità a soci e clienti di farsi la propria promozione “su misura” utilizzando i bolloni con sconti dal
25% al 30% su prodotti da loro
stessi decisi. Abbiamo fatto molto ma occorre fare ancora di più
perché, come abbiamo detto, è
consumatori
luglio-agosto 2014
nei momenti di difficoltà che Coop Reno deve dare il massimo
per corrispondere ai bisogni dei
propri soci. Su queste cose torneremo a discuterne sulla base
di idee e proposte su cui stiamo
ragionando.
Ma se dobbiamo investire ancora di più sulla convenienza, senza
ovviamente abbassare la guardia
sulla qualità e sicurezza dei prodotti, allora occorre essere ancora
più efficienti e ridurre il più possibile i nostri costi: se non lo facciamo i rischi per la cooperativa non
sono piccoli.
Anche sulla strategia di efficienza
ci siamo mossi con determinazione negli ultimi anni: basti pensare
che negli utili di bilancio del 2013
oltre un milione di euro sono
dovuti all’abbassamento dei costi. Su quest'ultimo punto vorrei
soffermarmi.
L'imperativo
dello sviluppo
Coop Reno intende affrontare
questa pesante crisi economica
con una strategia attiva e positiva: non vogliamo “piangerci addosso” o chiuderci in noi stessi in
attesa di tempi migliori. Innanzitutto dobbiamo continuare a svilupparci: guai alle aziende che,
spaventate da una fase economica recessiva, rinunciano allo
sviluppo.
Sviluppo significa consolidare
le quote di mercato, rafforzare la
capacità competitiva, contribuire all’efficientamento complessivo della cooperativa. Sviluppo significa anche e soprattutto nuova
occupazione e nuovi soci e quindi
un rafforzamento del nostro radicamento territoriale e della nostra
responsabilità sociale.
Quest’anno abbiamo già fatto
cose molto importanti: è stato
aperto un nuovo supermercato
ad Argelato, sono stati ristrutturati due punti vendita (Silla e Vado) per migliorare ancora di più
41
il servizio ai soci. Completeremo
poi la ristrutturazione di Poggio
Renatico. Entro fine anno stiamo
lavorando per una ulteriore nuova
apertura. Per il 2015-2016 stiamo
operando per realizzare tre nuovi
supermercati. Un piano ambiziosissimo per noi, con un investimento complessivo che sfiorerà i 20 milioni di euro. E un piano
molto coraggioso: molte imprese
distributrici stanno rallentando
lo sviluppo per le forti preoccupazioni rispetto all’attuale crisi economica. Noi invece vogliamo andare avanti.
Strategia di attacco
e discontinuità
È però necessario che questa strategia “di attacco” sia legata a una
altrettanto forte e coraggiosa strategia di cambiamento e discontinuità nel nostro modo di lavorare.
per essere più efficaci e più efficienti. In sintesi: dobbiamo essere più convenienti per dare risposte ai bisogni dei nostri soci, fare
sviluppo per investire sul futuro
della cooperativa e ripensare alla nostra organizzazione e al nostro modo di lavorare per ridurre
i costi. È quindi necessario scrivere pagine nuove nella storia di
Coop Reno. Per fare questo dobbiamo lavorare per costruire un
nuovo patto per lo sviluppo coinvolgendo la nostra base sociale, le
istituzioni dei nostri territori, i nostri gruppi dirigenti e le organizzazioni sindacali.
In particolare credo che i sindacati presenti in Coop Reno debbano
essere parte integrante di questo
nuovo patto, assieme e con coraggio dobbiamo non limitare il confronto alla pur necessaria e logica
attività negoziale, ma in primo
luogo descrivere i contorni e la
cornice del futuro della cooperativa. Facciamolo ciascuno con coraggio e innovazione. Certamente sarà importante capire anche lo
sviluppo del negoziato sul rinnovo del contratto nazionale di
lavoro che fornirà a tutti noi una
nuova base di riferimento.
Chiederemo un maggior coinvolgimento dei soci attivi sulle scelte che saremo chiamati a fare per
rendere più conveniente e attrattiva la nostra politica di offerta:
anche qui sarà sempre più necessario essere innovativi e capaci di
fare scelte non conservatrici.
Abbiamo davanti a noi mesi
molto intensi in un lavoro che
ci vedrà impegnati assieme a
Coop Italia e quindi all’intero
sistema Coop: non vogliamo
sprecare questa grande occasione di cambiamento, dobbiamo
condividerla con tutti i soggetti
attivi, a partire dai soci, che costituiscono l’asse portante della
nostra cooperativa.
42
primo piano coop reno
Consigli di Sezione Soci:
Sono 178 in totale nelle 18 sezioni soci di Coop Reno. Di questi, 100 donne e 78 uomini. Sezione soci n° 1
MOLINELLA
Albertini, Franca Ceccardi, Maura Fabbri, Nadia Sacchetti.
Presidente: Stefano Mantovani
Sezione soci n° 5
PADULLE,
S. AGATA BOLOGNESE
Consiglieri: Gloria Rambaldi,
Alessandro Montanari, Domenico Pillani, Cristina Zagni,
Giorgio Golinelli, Arsenio Pola,
Paolo Dolcini, Giorgio Turatti, Isabetta Gomedi, Daniele
Dolcetti.
Sezione soci n° 2
ALTEDO, BARICELLA,
MINERBIO
Presidente: Adriano Diolaiti
Consiglieri di Altedo: Mario Baldini, Andrea Minozzi, Milla Mei,
Lucia Brunello, Simona Bortolazzi. Consiglieri di Baricella: Bruno
Ferranti, Maurizio Baietta, Augusto Storti. Consiglieri di Minerbio:
Oscar Mazza, Giuliana Bignami,
Gloria Lazzari, Silvia Righetti.
Sezione soci n° 3
S. GIORGIO DI PIANO
Presidente: Tiziana Argazzi
Consiglieri: Valter Vannini,
Mauro Orsini, Moreno Marchi,
Gianluca Ansovini, Daniele Benfenati, Fabio Guerra, Graziella
Landini, Barbara Bettucchi, Monica Lipparini.
Sezione soci n° 4
S. PIETRO IN CASALE,
S. VENANZIO
Presidente: Andrea Palinuri
Consiglieri di S. Pietro in Casale:
Gianni Mezzetti, Alessandra Bergami, Rossella Ierardi, Laura De
Titta, Gianni Poluzzi, Ivano Stagni.
Consiglieri di S. Venanzio: Maria
Consiglieri di Vado: Alessandra
Fontana, Anna Marchi, Roberta
Ventura, Sylva Voskova.
Sezione soci n° 9
LOIANO, MONGHIDORO
Presidente: Maria Carla Sassoli
Presidente: Francesco Francia
Consiglieri di Padulle: Vanessa
Serafini, Giulia Vecchi, Andrea
Marchesini, Marzia Govoni.
Consiglieri di S. Agata Bolognese:
Nerina Rubini, Fiorina Scalisi,
Maria Rosaria Salvatore, Marco
Gardosi.
Consiglieri di Loiano: Ersilia Alvisi
Sartoni, Milena Monari, Tiziana
Gironi, Kanthe Elhadji.
Consiglieri di Monghidoro: Maria
Carrugi, Carmela Rizzuti, Walter
Milani, Ivan Milani.
Sezione soci n° 6
MONTEVEGLIO,
PONTERIVABELLA
Presidente: Lorenzo Collina
Consiglieri di Monteveglio: Landi
Monica, Vito Bacco, Remo Rinaldi.
Consiglieri di Ponterivabella: Raffaella Jacoboni, Massimiliano
Goberti, Cosetta Cumani, Alessandra Presepi, Nazzareno Pittelli, Geraldine Garzon Junka.
Sezione soci n° 7
CASTIGLIONE DEI
PEPOLI
Presidente: Guerrino Lorenzoni
Consiglieri: Paolo Ciani, Mario
Santarini, Graziano Elmi, Sabina
Caramalli, Maria Cristina Pareschi,
Beatrice Lorenzoni, Franco Santi.
Sezione soci n° 8
LE BRAINE, VADO
Presidente: Giancarlo Marchi
Consiglieri di Le Braine: Alice
Benassi, Simona Passeri, Terezia
Andrea Szalai.
Sezione soci n° 10
MARZABOTTO,
VERGATO
Presidente: Gianluca Bedini
Consiglieri di Marzabotto: Livio
Moretti, Cosetta Michelini, Angela Venturi.
Consiglieri di Vergato: Tiziana
Quadri, Paride Barioni, Luciano
Lambertini, Aldo Vitali, Dante
Fini, Antonio Raffa, Vincenzo
Tondolo.
Sezione soci n° 11
PORRETTA TERME,
SILLA
Presidente: Patrizia Guidi
Consiglieri di Porretta Terme: Maria Letizia Corsini, Fabrizio Uliani, Patrizia Benassi, Tiziana Salvi.
Consiglieri di Silla: Angela Picchioni, Bernadetta Gervasi, Melania Chiosso, Amose Gaggioli,
Luca Ori, Fabio Franzaroli.
Sezione soci n° 12
BAGNARA DI ROMAGNA,
CASTEL GUELFO,
RIOLO TERME
Presidente: Erika Montefiori
consumatori
luglio-agosto 2014
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ecco tutti gli eletti
La maggior parte pensionati o impiegati con una forte predisposizione al sociale
Consiglieri di Bagnara di Romagna: Monica Fengite, Letizia Staffa, Michela Vicchi.
Consiglieri di Castel Guelfo: Nerina Gavina, Valentina Savoia.
Consiglieri di Riolo Terme: Caterina Collina, Simona Scheda, Franca Bertoni.
Sezione soci n° 13
MEDICINA
Presidente: Marco Brini
Consiglieri: Avio Mezzetti, Leda
Palmirani, Meri Olivieri, Piero
Antonio Magnanini, Deanna Domenicali, Michela Vignoli, Ambra Rambaldi, Camilla Targher,
Gianni Nobili, Emanuele Longhi,
Mauro Cappellari.
Sezione soci n° 14
CASALFIUMANESE
Presidente: Bellini Floriana
Consiglieri: Monica Tassinari, Nadia Ceroni, Stefania Tabanelli, Cinzia Montecuccoli, Lorena Bianconi, Angela Silvi, Alessandra Cenni.
Sezione soci n° 15
CASTENASO,
OSTERIA GRANDE
Presidente: Maurizio Casolari
Consiglieri di Castenaso: Leda Albertazzi, Marcella Giovagnoni, Ottavia Marmi, Tiziana
Tagliavini.
Consiglieri di Osteria Grande: Cinzia Maccaferri, Cinzia Carmagnini, Marco Negrini, Antonella
Mirolli, Giuliano Luzzi.
Sezione soci n° 16
FICAROLO,
FIESSO UMBERTIANO,
STIENTA
Presidente: Sonia Pavanelli
Consiglieri di Ficarolo: Claudio
Marca, Luigina Zennaro
Consiglieri di Fiesso Umbertiano:
Biagio Boldrini, Fulvio Dal Ben
Consiglieri di Stienta: Catia Paviera, Maria Luisa Lupato, Giuliana
Villani
Sezione soci n° 17
CASUMARO,
POGGIO RENATICO,
RENAZZO, S. AGOSTINO
Presidente: Marco Merighi
Consiglieri di Casumaro: Loretta
Nalli, Luigi Barabani
Consiglieri di Poggio Renatico: Gilberto Carlotti, Mila Carassiti, Leonarda Bego, Veronica Bergami
Consiglieri ei Renazzo: Fausto Curati, Franco Palazzi
Consiglieri di S. Agostino: Meris
Ferioli, Milena Baietti
Sezione soci n° 18
BERRA,
BOSCO MESOLA,
JOLANDA DI SAVOIA
Presidente: Ermano Conti
Consiglieri di Berra: Daniele Callegari, Luciano Galiani, Daniele
Mantovani
Consiglieri di Bosco Mesola: Alberto Paganini, Enrichetta Veronesi,
Mirella Roma
Consiglieri di Jolanda di Savoia:
Diego Zaghi, Lisa Tumiati.
44
primo piano coop reno
ARGELATO, NON SOLO COOP...
È "condiviso" il punto vendita
n° 38 di Coop Reno
Nel negozio inaugurato il 15 giugno c'è un polo commerciale, “La Piazza della
Cantina”, che comprende Coop, Supercarni Golinelli, Cantina di Argelato e Brico.
Ecco la storia del piano sinergico che ha portato all'importante cambio d'insegna
DI MARCO MANZOLI
direttore commerciale di Coop Reno
Domenica 15 giugno ad
Argelato, in via Centese 15, è stato inaugurato e aperto alle vendite
il 38° punto vendita di Coop Reno. Il supermercato, già esistente,
era di proprietà della “Cantina di
Argelato” con cui si è trovato un
accordo attraverso il quale Coop Reno ha potuto aumentare la
propria rete di vendita.
La "Cantina di Argelato” nasce
nel 1970 con l’intento di salvaguardare le antiche pratiche enologiche locali e recuperare e valorizzare vini storici di queste terre
di pianura, vini come Reno Doc
Montuni, Rosso dei Bentivoglio,
che prende il nome dalla terra di
origine degli antichi "signori" della
Bologna rinascimentale; oppure il
Reno Doc Pignoletto, vitigno autoctono del bolognese, e tanti altri
ancora. La Cantina di Argelato è
oggi forte di ben 350 soci viticoltori che conferiscono annualmente circa 50.000 quintali di uve provenienti da 300 ettari di vigneti. I
viticoltori di Argelato sono quindi una importante realtà imprenditoriale fortemente radicata sul
territorio.
Durante gli anni, la Cantina ha
esteso il proprio businnes anche
ai supermercati, uno ad Argelato
adiacente alla cantina stessa e uno
a Ferrara. Sette anni fa fu costruito un supermercato di circa 1.000
metri quadrati, e l’area liberata ristrutturata per la vendita diretta
dei propri vini sfusi e imbottigliati, nonché ampliata alla vendita di
prodotti e attrezzature per l’enologia, il brico e il pet-food. Nasce così "La Piazza della Cantina".
Va ricordato inoltre che all’interno
del market della Cantina, la macelleria è sempre stata gestita da
un imprenditore locale con laboratorio e punto vendita anche a
Molinella.
Cambio di insegna
Gli anni recentemente trascorsi, con la crisi crescente e la concorrenza sempre più numerosa,
hanno portato gli amministratori
della Cantina a riflettere sui pericoli di un proseguimento dell’attività del market senza sinergie
importanti con altre imprese che
potessero, attraverso un potere
contrattuale maggiore con i fornitori e una maggiore massa critica
di vendite, garantire un futuro più
tranquillo all’attività e preservare
l’occupazione dei 14 dipendenti.
In maniera intelligente e pragmatica gli amministratori della
consumatori
luglio-agosto 2014
45
Taglio del nastro con
(da sinistra) il presidente
del Consiglio di Sorveglianza
di Coop Reno, Mario Cifiello,
il sindaco di Argelato,
Claudia Muzic, il presidente
della Cantina Sociale di
Argelato, Vincenzo
Breviglieri, il direttore di
Legacoop Bologna, Ethel
Frasinetti, il presidente
provinciale Confcooperative
Bologna Daniele Passini,
e Mauro Taddia, assessore
alle Attività produttive
del Comune di Argelato
Cantina di Argelato hanno trovato queste sinergie in Coop Reno,
cooperativa molto attenta ad intervenire sul territorio per sviluppare il fatturato e salvaguardare i
livelli di occupazione. Attraverso
un accordo tra le parti si è arrivati
così al cambio di insegna del supermercato, che ora come detto
è Coop. Un'altra grande novità è
quella del mantenimento, all’interno, della gestione della macelleria da parte di Supercarni Golinelli a cui è stato ceduto anche il
reparto gastronomia.
Si è consolidato in questo modo
un polo commerciale denominato “La Piazza della Cantina”
che comprende Coop, Supercarni Golinelli, Cantina di Argelato e
Brico, un esempio di come si possano creare sinergie importanti
anche tra imprese profondamente
diverse ma che insieme possono
rafforzarsi e crescere.
Il meglio di Coop
Due numeri ora sul supermercato
Coop: come detto i reparti carni
e gastronomia e pane sono gestiti da Supercarni Golinelli, il resto
del punto vendita per una superficie complessiva di 798 metri
quadrati è gestito da Coop Reno.
All’interno del supermercato
si può trovare un assortimento
ampio e profondo con più di
5.000 referenze di generi vari, surgelati, ortofrutta, latticini e salumi,
prodotti take away. All’entrata, in
bella vista, il meglio della cultura
gastronomica italiana a marchio
Coop “Fior Fiore “ e le altre eccellenze del marchio Coop.
Nel punto vendita sono natural-
mente presenti tutti i servizi offerti da Coop Reno, come prestito sociale, pagamento utenze e
ticket sanitari, vendita di biglietti
per eventi speciali, accettazione
di buoni pasto, pagamento con
carte di credito e Coopcard.
Altre informazioni si trovano sul sito
www.coopreno.it
PUNTO RISTORO EQUO E SOLIDALE
UN CAFFÈ "DIVERSO" NEL DISTRIBUTORE
A cura di Punto Equo, una cooperativa
che lavora per la promozione del commercio equo e solidale attraverso i distributori automatici, è a disposizione
dei consumatori al Punto ristoro equo e
solidale dove è possibile gustare un ottimo caffè espresso, un cappuccino, un
tè o una cioccolata buoni non solo per il
palato, ma anche perché costruiscono
progetti di sviluppo con i produttori del
sud del mondo. Il distributore automatico (nella foto) è personalizzato graficamente, per comunicare al consumatore che con quella tazzina di caffè
sta contribuendo alla promozione del
commercio equo e solidale. L’espresso
erogato dalla macchina è una miscela
“Equocaffè”, composta per il 50% da arabica proveniente dall’Honduras
(cooperativa Cocafcal, che grazie al circuito Fairtrade sta potenziando il
servizio sanitario, costruendo una biblioteca e promuovendo associazioni
sportive giovanili in loco) e per il 50% da robusta dell’Indonesia (cooperativa Askogo, diffusa su 13 villaggi e che coltiva il caffè tra i 1.000 e 1.500
metri di altezza sul livello del mare).
46
consumare informati coop reno
Quella prima bevuta
La comunità Il Sorriso e il suo progetto “Non farti stendere" sull'alcolismo giovanile
DI DANIELA DALPOZZO
La comunità terapeutica Il Sorriso nasce nel 1982
dall'intuizione di alcuni volontari, per cercare di risolvere il problema della tossicodipendenza:
un'iniziativa subito supportata,
in una logica territoriale, dai comuni del circondario imolese.
In oltre 30 anni di attività, ha seguito le evoluzioni delle dipendenze patologiche, attraverso
progetti specialistici e innovativi e con personale sempre più
specializzato.
Trasferitasi a Fontanelice, la comunità ha visto la nascita nel
1987 della struttura maschile,
poi nel 1996 di quella femminile denominata “Centro Virginia Woolf”, in cui sono accolte
ragazze sole e donne con figli a
carico e problemi di dipendenza
patologica. Nel settembre 2000
diventa operativo il progetto
“Bruno Bettelheim” sulla ricomposizione di un nucleo familiare
o di una coppia con patologia da
dipendenza, che ha dato fino ad
oggi ottimi risultati.
Sul finire del 2006 nasce il Progetto “Aria”, che, unico in Italia,
si occupa di accogliere in cura
transessuali tossicodipendenti.
Nel 2011, infine, un modulo per
persone sempre con problematiche di dipendenza in età avanzata, i cosiddetti cronici.
Negli ultimi anni, spinti dalle richieste provenienti dal territorio,
soprattutto riguardanti le emergenze legate al consumo smodato di alcolici con modalità importate dal nord Europa ("binge
drinking", assunzione di più di
5 o 6 soluzioni alcoliche diverse
nell’arco di una serata), da parte
di giovani e giovanissimi, la comunità ha cercato di supportare
le agenzie scolastiche nella prevenzione primaria e secondaria dell'abuso di alcol e sostanze
stupefacenti. Come conferma
Francesco Grassi, responsabile
del progetto "Non farti stendere" a cui Coop Reno ha devoluto 4.000 euro per la gestione di
uno sportello per la prevenzione delle dipendenze e dei disagi
all'interno di alcune scuole medie di Imola e della Vallata del
Santerno.
Una "droga ponte"
L'età della prima assunzione si è
via via abbassata, fino a toccare
bambini di 10-11 anni. In Italia,
la prima “bevuta” avviene in media a 13 anni; più dell’80% della
popolazione studentesca ha consumato alcol nell’ultimo anno e
il 65% negli ultimi trenta giorni.
Tra questi, il 35,5% ha dichiarato
di fare "binge drinking". La popolazione maschile è generalmente più coinvolta rispetto a quella
femminile (71% contro 59%, ultimi 30 giorni). Le proporzioni di
studenti che bevono aumentano
con l’età partendo comunque da
numeri importanti: il 47% ha 15
anni. Diverse evidenze scientifiche mostrano che l'alcol rappresenta oggi per molti giovani la
"gateway drug", ovvero la "droga
ponte" che facilita e favorisce il
consumo di droghe illegali.
Negli adolescenti, il consumo
di alcol è associato a numerosi
comportamenti a rischio come
attività sessuale precoce, assenze
scolastiche ingiustificate e riduzione delle prestazioni scolastiche, violenza, bullismo e possesso di armi.
La positiva esperienza dello scorso anno ad Imola, grazie allo
Sportello di Pronto Aiuto, e con
le scuole primarie e secondarie
della Vallata del Santerno, con
interventi modulati sui diversi
target di bambini e adolescenti,
ha avuto l'obiettivo di costruire
una rete per consentire l'individuazione precoce di disagi (scolastici, familiari e di contesto) che
possano favorire l'abuso di alcol e
di sostanze psicotrope e di comportamenti anti-sociali tra i giovani del territorio.
Il progetto ha visto la presenza
settimanale di un educatore o
di uno psicologo (in base alle diverse tipologie di intervento), a
partire da novembre 2013 e per
tutto l'anno scolastico. Oltre a
questo, anche attività di sportello per genitori e di prevenzione
per le classi terze, con interventi
frontali nelle classi con supporto
di strumenti multimediali; inoltre
formazione per docenti e genitori
attraverso laboratori interattivi.
L’altra parte del progetto ha previsto incontri con i ragazzi della
scuola secondaria di primo grado e delle classi 4a e 5a della scuola primaria degli istituti di Borgo
Tossignano, Castel del Rio, Fontanelice e Casalfiumanese.
consumatori
luglio-agosto 2014
47
A tutta scuola
Concorsi e premiazioni, anche Coop Reno ha chiuso in bellezza l'anno scolastico
DI ALICE MUNERATO
Si sono conclusi in queste settimane due
importanti progetti che hanno coinvolto Coop
Reno e il mondo della scuola. In marzo la cooperativa ha lanciato il concorso “A scuola con te
hai 2 nuovi amici”, che invitava tutti gli alunni
a dare un nome alle due mascotte. Dopo una difficilissima scelta, la commissione giudicatrice ha
scelto i due temi vincitori del concorso.
Il primo tema è stato scritto da Matilde P. della classe 4ª B della scuola primaria G. Leopardi
di Poggio Renatico, e ha come riferimento l’insegnante Concetta Russo. Il secondo tema è stato scritto da Benedetta V. della classe 5ªA della
scuola Don Giovanni Fornasini di Porretta Terme e ha come riferimento l’insegnante Sabrina
Angelini.
Complimenti quindi alle due classi di Poggio
Renatico e di Porretta Terme che si sono aggiudicate un computer portatile, ma un caloroso
ringraziamento va anche a tutti i 459 partecipanti ai quali andrà un simpatico omaggio: un quaderno originale e personalizzato per l’occasione.
Da oggi in poi i due bambini del collezionamento
“Cari soci fate i buoni scuola” si chiameranno Nicolò ed Emma, i nomi dei due temi vincenti. Ecco
alcuni passaggi dei due temi: “Emma scrisse che
il suo nome viene dalla lingua tedesca e significa
gentile e fraterno…”. “Nicolò…sentendo parlare
di basket cominciò a parlare delle squadre… c’è
voluto un po’ di tempo ma siamo diventati amici... È bello fare nuove amicizie...”
I valori cooperativi
Con una cerimonia-spettacolo si è conclusa, inoltre, la terza edizione del concorso "Coopyright
junior", riservato agli studenti delle scuole secondarie di primo grado di Bologna e provincia:
un concorso di ricerca, promosso da Legacoop
Bologna e dal Centro di Documentazione sulla
Cooperazione e l’Economia Sociale, che finora
ha coinvolto 14 istituti, 16 insegnanti e oltre 300
studenti. Ai ragazzi è stato chiesto di presentare
una ricerca storico/sociale sul pensiero e sulle
pratiche della solidarietà economica e cooperativa del territorio bolognese.
Tra le varie classi che hanno partecipato – la 3ª
E della scuola media Farini di Bologna, la 2ª D
Rodari dell’istituto Rodari-Jussi di San Lazzaro
di Savena, la 3ªA dell’Istituto Salvo D’Acquisto
di Bologna, la 3ª F della scuola media Volta di
Bologna, la 3ªA e 3ª B della scuola media Saffi di
Bologna – una menzione è d'obbligo per la 3ª C
della scuola media di San Giorgio di Piano, che
ha portato come soggetto di ricerca la storia di
Coop Reno.
L'obiettivo di "Coopyright junior" è quello di avvicinare i giovanissimi ai valori della cooperazione e di diffondere la cultura cooperativa tra le
nuove generazioni, quindi si inserisce perfettamente nel solco dello stretto rapporto stabilito da
Coop Reno con la scuola.
48
vivere bene coop reno
Morbo di Crohn e colite
ulcerosa nei bambini
Occorrono fondi per la ricerca su queste malattie che colpiscono oggi anche
in età infantile. Coop Reno ha stanziato 5.000 euro grazie al ristorno
DI GLORIA BELLISARIO E LISA LODI
coordinatrici gruppo genitori volontari
di Bologna
L’Associazione Nazionale per le Malattie
Infiammatorie Croniche dell’Intestino, AMICI
Onlus, riunisce le persone affette da colite ulcerosa
e da malattia di Crohn, i loro familiari e tutti coloro che condividono il valore della salute e il vincolo della solidarietà sociale. L’associazione non è
legata ad alcun gruppo politico né ad associazioni
o gruppi religiosi.
AMICI nasce in Emilia Romagna nel 1987 e si costituisce come associazione nazionale onlus il 25
maggio 2010. Ha sedi in 15 regioni e aderisce a una
federazione europea (EFCCA, www.efcca.org)
che raccoglie 29 associazioni nazionali di 26 paesi
e oltre 100 mila associati.
L'’associazione si propone la soluzione dei problemi medici e sociali posti dalle malattie infiammatorie croniche intestinali, avvalendosi della collaborazione di comitati di medici specialisti che
coordinano le iniziative a carattere medico-scientifico. Per raggiungere i propri fini, l'associazione
si rivolge agli organismi politici e amministrativi,
per ottenere una serie di risultati: un adeguato sostegno alla ricerca che promuova la conoscenza di
queste malattie e ne faciliti la diagnosi precoce e
cure efficaci; le provvidenze necessarie agli ammalati per contenere i disagi che la malattia comporta
e in particolare la gratuità, la reperibilità e la facilità di approvvigionamento dei farmaci, la gratuità e
tempestività delle prestazioni, l’assistenza sanitaria
integrativa relativa ai prodotti dietetici e la nutrizione artificiale domiciliare.
Altri obiettivi sono la possibilità di usufruire di
assistenza infermieristica domiciliare, l’adeguatezza e la diffusione delle strutture sanitarie di riferimento, la tutela del posto di lavoro, il riconoscimento degli effetti invalidanti della malattia.
AMICI si rivolge agli organismi sanitari la cui collaborazione è necessaria per ottenere la diffusione
di posti letto per la degenza clinica e chirurgica e di
ambulatori specialistici proporzionati alle necessità nelle diverse regioni; nonché la ridistribuzione
degli ammalati in cura, che consenta ad ognuno di
essi di recarsi presso la struttura specialistica più vicina al proprio domicilio.
AMICI utilizza, infine, gli organi di stampa e i
mass-media per un’adeguata informazione dell’opinione pubblica sui problemi clinici e sociali degli
ammalati, che ne consenta un sereno inserimento
nella vita familiare e di relazione.
Il contatto con Coop Reno
Coop Reno nell’ambito del sostegno a progetti di solidarietà, ha contattato nel gennaio 2014 l’associazione A.M.I.C.I. onlus, destinandole una somma di
5.000 euro per realizzare un progetto nel reparto di
Gastroenterologia Pediatrica dell’Ospedale Maggiore
di Bologna sulla ricerca degli anticorpi anti–TNF al
fine di regolare meglio le terapie nei pazienti pediatrici. I ricercatori coinvolti nel progetto saranno la
dottoressa Patrizia Alvisi (coordinatrice dello studio,
Pediatria Ospedale Maggiore di Bologna) e la dottoressa Tania Silvestri (Laboratorio analisi, Ospedale
Maggiore di Bologna).
consumatori
luglio-agosto 2014
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È l'elemento cardine nella patogenesi e nella terapia del diabete.
A rivelarlo un ormone come l'insulina che agisce a livello cerebrale
Tutto parte dalla mente
DI CHIARA ZAGLIA
responsabile del progetto
Secondo gli ultimi dati
del World Health Organization,
il diabete, una delle patologie
metaboliche più diffuse e spesso correlata all’obesità, colpisce
366 milioni di persone nel mondo. In Italia, dati del 2004 stimavano in 5.374.000 (il 10% della
popolazione) i malati di diabete. Gli studi più recenti (alcuni dell’Università di Bologna)
evidenziano come un bersaglio
chiave della funzione insulinica
sia il sistema nervoso centrale, in
particolare la VTA, un’area mesencefalica anteriore. Il diabete,
quindi, dimostra di avere molte
logiche neuroscientifiche nella
sua patogenesi e ciò permette di
rileggere in una nuova ottica sia
la patologia diabetica stessa che
tutti i risvolti terapeutici del caso, con prospettive più globali e al
tempo stesso più mirate su ogni
paziente.
L’insulina agisce sul sistema nervoso centrale, soprattutto a livello
del reward pathway (circuito della
ricompensa), che collega risposte
emotive alle funzioni che regolano i sistemi ormonali superiori;
tale sistema vede come percorsi
neurali circuiti mediati dalla dopamina, un neurotrasmettitore.
Il circuito della ricompensa è un
centro regolatore di meccanismi
istintivi, comportamenti automatici o inconsci, reazioni vegetative
e risposte emotive. Se nel paziente diabetico fosse mantenuto un
livello sufficiente di dopamina,
grazie a ricompense “alternative”
correttamente raggiunte, lo squilibrio insulinico o non si avrebbe o avverrebbe in modo più
controllato.
Il fatto che l’ormone insulina agisca a livello cerebrale ci rivela come la mente diventi elemento
cardine nella patogenesi e nella
terapia della patologia diabetica,
soprattutto quando associata a
obesità.
È possibile, pertanto, rivalutare il significato della dieta e
dell’attività fisica, non più da
intendere come sistema costrittivo funzionale a una terapia,
ma da interpretare come due
metodi di gratificazione che
portano a un miglioramento
non solo funzionale ma anche
globale dell’individuo. L’integrazione della psicoterapia rappresenta l’approccio elettivo
per ottenere un buon risultato
in un tempo contenuto, oltre
che fornire al paziente uno strumento da utilizzare anche autonomamente.
10.000 EURO PER LA RICERCA
Coop Reno ha destinato 10 mila euro al finanziamento di una borsa di studio
destinata a un professionista psicologo-psicoterapeuta con specifica formazione post-universitaria, al fine di implementare la ricerca sull'integrazione
della psicoterapia dei pazienti affetti da diabete che afferiscono al Servizio di
Psicologia Ospedaliera su invio della Dietologia e Nutrizione Clinica dell’Azienda USL di Bologna. Questa figura sarà utilizzata nell'Unità ospedaliera complessa di Psicologia ospedaliera con sede all'ospedale Bellaria di Bologna e
svolgerà attività clinica con i pazienti. Già dal 2003 è presente, nell’Azienda
USL Città di Bologna, l’Unità Operativa Complessa di Psicologia Ospedaliera
del Bellaria. Il servizio è composto da psicologi in ruolo e da volontari e tirocinanti che collaborano nelle diverse attività della testistica e della raccolta dati.
L’attività clinica e istituzionale è rivolta ai pazienti ospedalieri e loro familiari,
oltre che al personale sanitario e non. I settori in cui l’intervento psicologico è
strutturato riguardano il Dipartimento Oncologico, la Cardiologia, le Neuroscienze, l’Emergenza-Urgenza, la Dietologia e Nutrizione Clinica, la Dialisi, la
Casa dei Risvegli. Negli anni, la Psicologia Ospedaliera dell’Azienda USL ha
attivato molteplici interventi formativi, contribuendo allo sviluppo della cultura psicologica nell’istituzione sanitaria e favorendo la personalizzazione delle cure, attraverso il modello olistico unitario mente-corpo. La collaborazione
con l'Unità di dietologia e nutrizione clinica risale al 2003 ed è centrata sulla
consulenza e presa in carico psicologica dei pazienti con diagnosi di sovrappeso e obesità (anche grave), con l’obiettivo di migliorare la compliance alle cure.
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luglio-agosto 2014
vivere bene coop reno
51
educhiamoci ad educare
di
Gabriella Sapori
Rieducare psicologicamente
il violento
Non è la pena in sé a curare la psiche ferita o immatura
di un reo, ma un'adeguata rieducazione psico-socioaffettiva. Perché il legislatore non ne tiene conto?
Prima della pausa estiva, vorrei riprendere
brevemente il tema della violenza di genere. In particolare, l’aspetto della pena inflitta al colpevole.
Quando questa è di scarsa entità e comporta il carcere per un periodo breve, capita talora che la violenza
venga successivamente reiterata nei confronti della
medesima vittima o di altre con cui il maschio stabilisce un rapporto di coppia.
Come già accennato in precedenza, mi chiedo se a
livello legislativo non si debba introdurre l’obbligo di
una psicoterapia per il reo. Non è la pena in sé, infatti, a curare una psiche ferita o immatura, e nemmeno
la consapevolezza degli effetti nefasti della violenza
agita, ma solo un’adeguata rieducazione psico-socioaffettiva. Senza un recupero pieno, penso che il violento costituisca un pericolo sociale perché, oltre alla
partner, diverse persone possono divenirne vittima: i
figli, gli amici, i genitori, gli sconosciuti che venissero
a un diverbio con lui.
C’è ancora molto da fare, quindi, per affrontare il problema della violenza di genere nel modo più adeguato, e tutti siamo impegnati a riflettere e a sollecitare
in tal senso l’opinione pubblica e la politica.
Anche per questo sono contenta che non si concluda
completamente l’esperienza del gruppo Genitorialità Condivisa che, finanziato da Coop Reno, per
sei anni si è incontrato ogni quindici giorni a S. Giorgio di Piano per affrontare temi educativi.
In questi anni "di gruppo" siamo tutti cresciuti nella consapevolezza di noi stessi e del nostro ruolo
genitoriale. A volte ci siamo sentiti sconfitti, a volte
abbiamo temuto di non riuscire a correggere i nostri
errori, a volte siamo riusciti a vederli solo con l’aiuto
degli altri.
Abbiamo faticato a interrogarci, a scendere in profondità, a riconoscere i nostri limiti. Abbiamo usu-
fruito tante volte della presenza del dottor Daniele
Cibelli a cui va la nostra gratitudine per la pazienza
con cui ha ascoltato e affrontato i problemi che gli
abbiamo presentato. Ma soprattutto ringraziamo
Coop Reno che, col suo contributo, ha reso possibile
un’opportunità educativa unica in tutto il territorio
di pianura.
Anzi, più di un’opportunità educativa: un’esperienza di mutualità profonda di cui porteremo sempre
il segno. Ci siamo interrogati sul rapporto che in sei
anni si è stabilito tra noi componenti del Gruppo, e
tutti abbiamo convenuto che non si tratta di amicizia,
né di simpatia o complicità, ma di profonda solidarietà, tale che ciascuno di noi sa di poter contare sull’ascolto e sul sostegno degli altri.
Il Gruppo, dopo la pausa estiva, si trasformerà in
uno degli 80 Gruppi AMA (AutoMutuoAiuto) dell’area
metropolitana di Bologna, coordinati dall’Azienda
USL di Bologna. Due persone del gruppo Genitorialità
Condivisa, infatti, si sono rese disponibili a frequentare un corso per facilitatore presso l’USL di Bologna,
per portare avanti con competenza l’esperienza della
mutualità educativa tra figure genitoriali.
Tutte le attività del gruppo si troveranno, a partire dall’autunno, sul sito www.ausl.bologna.
it>partecipazione>Gruppi di Auto Mutuo Aiuto.
Per chi volesse informazioni, è attiva la Segreteria
Facilitante dal lunedì al venerdì, dalle 9,30 alle 16.
Prima dei saluti vacanzieri, mi preme ricordare che
lo psicoterapeuta dottor Cibelli terrà, per il gruppo Genitorialità Condivisa e villeggianti, una conferenza a Tolè il 22 luglio (martedì), alle ore 21, presso la sede dell’Associazione culturale Pellegrini del
Tauleto. Il tema, interessantissimo, sarà Ludopatia e
dipendenze.
Auguro a tutti una buona vacanza rigenerante.
52
cultura coop reno
Libri a cura di Daniela Dalpozzo
IL PERTINI LAUREATO
TESI SUL MODELLO COOP
L'Associazione per lo studio del
mutualismo e dell'economia sociale
(Ames) ha recuperato e pubblicato la
tesi di laurea che Sandro Pertini
discusse nel 1924 all'Istituto di
Scienze Sociali “Cesare Alfieri” di
Firenze. La presentazione del volume
fornisce spunti di riflessione sulla
straordinaria attualità dei valori del
modello cooperativo che, soprattutto
in momenti difficili, riveste un ruolo
centrale.
Sandro Pertini
La cooperazione
edizione a cura di Sebastiano Tringali
SGARBI POESIA DI UN PADRE
L'autore, farmacista, amante della poesia, grande
cacciatore e padre di due protagonisti della nostra scena
culturale come Vittorio ed Elisabetta Sgarbi, racconta le
sue memorie – in una campagna antica e nobile al confine
tra due terre ricche di storia come il Veneto e l'Emilia – in
uno dei più famosi mulini dell’area del Po: il primo
alimentato dall’elettricità e non dall’acqua. Un testo
evocativo e coinvolgente che dalla fine della Grande Guerra
arriva ai giorni nostri, rileggendo, senza mai perdere vivacità e freschezza,
alcune tra le pagine più intense del nostro Novecento.
Giuseppe Sgarbi, Lungo l'argine del tempo - Memorie di un farmacista
Skira editore, 16 euro
SAPORI IN CHIESA DOPO IL SISMA
Dopo i danni riportati nel sisma del 2012, la chiesa è stata
riaperta al pubblico nel dicembre 2013 anche se le pregevoli
opere d'arte al suo interno attendono ancora il restauro. La
pubblicazione di questo libro a cura dell'Associazione Amici
di Minerbio, con il sostegno di Coop Reno, vuole contribuire
alla conoscenza di quest'opera presente nel nostro
territorio, presentandoci le immagini e la voce (l'organo
storico appena restaurato) di un luogo d'arte e di fede di
grande valore. Completa il testo un'intervista a Gabriella Sapori, storica
conoscitrice della chiesa.
La nostra chiesa parrocchiale di Minerbio - intervista a Gabriella Sapori
LE GESTA DEL
CAVALIERE EROTICO
Un romanzo
storico-erotico
che narra le
gesta del
Chevalier
d'Eon,
diplomatico e
spia per conto
di Luigi XV, che
percorse
l'Europa giungendo fino in Russia.
La particolarità del personaggio è
però quella che si presentava
come la bellissima dama Lia de
Beumont accendendo passioni fra
uomini e donne per la sua
sensualità e causando guai a tutti
coloro che incrociavano la sua
strada. Una lettura piacevole e di
evasione per le vacanze estive.
Mauro Mazzoni
Il segreto del Re
Edizioni Pendragon, 16 euro
PAHOR LO SLOVENO
ITALIANO
Pahor è uno dei
più grandi
scrittori sloveni
di cittadinanza
italiana.
Durante la
Seconda guerra
mondiale aderì
al Fronte di
liberazione
sloveno e fu deportato nei lager
nazisti, esperienza cui ha dato
voce in gran parte della sua
produzione letteraria, in
particolare nel capolavoro
Necropoli (2008). Difensore della
libertà e della dignità della
persona, ha trovato negli umiliati
e offesi i protagonisti della sua
vicenda umana e della sua
narrativa, come anche del suo
pensiero storico e politico. Con lui
e di lui ha scritto la studiosa di
letteratura slovena Tatjana Rojc,
co-autrice di questo libro.
Tatijana Rojc e Boris Pahor
Così ho vissuto
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luglio-agosto 2014
53
San Lazzaro in fiera
Dal giovedì 31 luglio a domenica 3 agosto va in scena la 184a edizione
della celebre Fiera di San Lazzaro, rito popolare immortalato da Guccini
DI ALESSANDRA GIOVANNINI
È dal 1830 che ogni anno, ai primi di
agosto, si consuma il rito popolare della Fiera di
San Lazzaro. Ma le origini sono ancora più antiche. Alla fine del Settecento l’invasione delle truppe napoleoniche e gli eventi che ne erano seguiti l’avevano fatta cessare. Si dovette attendere l’atto del
consiglio comunale del 28 aprile 1830 per la sua definitiva istituzione.
Nel luglio di quell’anno, si stabilì che la Fiera di San Lazzaro sarebbe stata annuale e si sarebbe tenuta all’inizio di agosto per la durata di
tre giorni. Per intrattenere i convenuti vi erano
spettacoli, cantastorie, imbonitori, curiosità e
quant’altro faceva di ogni fiera del tempo, oltre
che il mezzo per realizzare economicamente il
LA CANZONE (IN BOLOGNESE)
A san stè a la fira ed San Lazer oili oilà
A iò cumprè du bi pizòn cum i eran bi cum i eran bòn
La selta fora na ragazola, oilì oilà
Ma xa vli pri du pizòn cum i eran bi cum i eran bòn
A la purtè dantr'a una porta, oili oilà
Sò la stanela, zò i bragòn, cum i eran bi cum i eran bòn
La selta fora na brotta vciàza oilì oilà
Ban xa fev du spurcaciòn cum i eran bi cum i eran bòn
Siamo qui che giochiamo alla merla oi...
Sè la merla i mi quaiòn cum i eran bi cum i eran bòn
Anca mè quand ai era giuvnàza oili oilà
A n'ho ciapè di bi pzulòn cum i eran bi cum i eran...
Anc ades ca san na vciaza oilì oilà
Am la sfraig contr'i fitòn, cum i eran bi cum i eran bòn
lavoro di un’annata e un’opportunità per rifornirsi di merci che difficilmente si sarebbero potute trovare in altri momenti, anche un’occasione per divertirsi. È tra fine Ottocento e inizio
Novecento che la Fiera di San Lazzaro divenne
importante al punto da richiamare compratori,
oltre che dai dintorni e dalla vicina Bologna, anche dalla Romagna, dalla Toscana e persino dal
napoletano.
Dopo la seconda guerra mondiale San Lazzaro
non era più un comune agricolo e, nonostante la
rapida urbanizzazione, "la fiera di merci e bestiame" rimase sempre l’appuntamento dell’estate
per eccellenza. Dai pochi banchi di ortofrutta di
allora, la fiera è cresciuta accogliendo oggi circa
120 ambulanti, 60 artigiani, 25 antiquari e quattro aree per gli spettacoli. Ogni anno arrivano
circa 150.000 visitatori e tutti cantano sulle note
della famosa canzone di Francesco Guccini, La
Fira ed San Lazer.
IL PROGRAMMA
È da sempre una fiera che sposa spettacolo e
divertimento, tradizione e territorio. Durante tutte
le giornate sono previsti mercatini, mostre, arte,
antiquariato e negozi aperti. Ristoranti con le tipiche
specialità, spettacoli, musica e intrattenimento.
E poi naturalmente l’area fieristica che si sviluppa da
Piazza Bracci e dal Parco 2 Agosto alle vie Emilia, San
Lazzaro, Repubblica e Rimembranze. Nelle giornate
di giovedì e venerdì l'orario di apertura va dalle 18
alle 24, il sabato e la domenica dalle 8 alle 24.
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