Costa Verde: ancora una volta snobbata dalla Regione

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Costa Verde: ancora una volta snobbata dalla Regione
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1 novembre 2015
ARBUS. IGNORATE GUTTURU ’E FLUMINI E CAPO PECORA
C
osta Verde: tanto bella
quanto abbandonata.
Alla viabilità scarsa e priva di sicurezza, ai servizi
affidati alla buona volontà
dei privati, al caos parcheggi, si aggiunge la memoria
corta della Regione, tant’è
che dimentica due spiagge
dall’elenco delle 240 inserite nella Carta delle spiagge della Sardegna: Gutturu
’e Flumini e Capo Pecora.
Protestano i cittadini, ma
soprattutto gli operatori turistici. «Da sempre - ricorda il titolare di un bar a
Gutturu, Antonello Lecca abbiamo lamentato la carenza della viabilità e dei
servizi, l’assenza della nostra località dalla promozione turistica della Regione non ci voleva proprio.
Speriamo che si tratti di
una svista e che corra presto ai rimedi».
I fatti. L’isola presenta un
perimetro costiero esteso
Costa Verde:
ancora una volta
snobbata dalla Regione
circa 1840 Km, 50 sono di
Arbus: da Capo Pecora a
Capo Frasca. Nei giorni
scorsi l’Assessorato Regionale al Turismo, Artigianato e Commercio ha promosso la redazione della Carta
delle spiagge della Sardegna consultabile e scaricabile dal sito istituzionale
www.sardegnaturismo.it.
Inutile scorrere e riscorrere l’elenco: Gutturu ’e Flumini e Capo Pecora non ci
sono. Per essere precisi: la
prima è proprio scomparsa,
mentre la seconda finisce
nel territorio di Buggerru.
E non perché in via Trento
non le conoscessero, basti
pensare che nella pagina
web www. sardegnaturismo.it
Gutturu viene descritta
“lunga due chilometri, si
presenta con un fondo di
sabbia chiara sottile ed è
delimitata da una scogliera e da fitti cespugli della
tipica vegetazione della
macchia mediterranea. Le
sue acque sono di un azzurro cangiante per i giochi di luce creati dal sole
riflesso sul fondale”.
Capo Pecora “con un fondo di sabbia chiara a grani
grossi delimitata da scogliere a strapiombo sul
mare. Le sue acque sono
particolarmente limpide e
un effetto cromatico suggestivo è offerto dalla mescolanza del dorato della
sabbia, del colore delle
rocce, dal tappeto di vegetazione tipica della macchia mediterranea che ricopre le dune”.
La questione arriva ora sui
banchi del Consiglio regionale con un’interpel-
SAN GAVINO
Fonderia: un deposito di veleni, ora la bonifica
L’area che circonda la fonderia è un deposito di veleni.
Piombo ed altri metalli pesanti si sono depositati per diversi decenni in un perimetro di almeno 17 ettari, ma ora
quest’area potrà essere bonificata. Si occuperà della messa in sicurezza dell’area per conto dell’Eni la società Syndial su incarico del ministero dell’ambiente, come rimarca il sindaco Carlo Tomasi: «Per la bonifica dell’area ci
sono 17milioni e 500mila euro. Abbiamo partecipato come
amministrazione comunale alla videoconferenza che si è
svolta a Roma insieme all’Eni, alla Asl, al ministero e alla
provincia. Vogliamo che l’area venga messa in sicurezza:
la proposta della Syndial è quella di creare un ‘sarcofago’
per eliminare i pericoli di contaminazione. L’ideale sarebbe restituire quell’area alla comunità, ma non è facile spostare quei veleni ed inoltre bisogna considerare il fatto che
l’alluvione Cleopatra ha interessato in particolare quella
zona ad alto rischio idrogeologico (Hi4), con prescrizioni
e divieti assoluti. È necessario capire come possa coesistere una discarica di tale portata su una zona che prevede
solo divieti di costruzioni e non sappiamo gli effetti che
produrranno nel tempo questi rifiuti».
EMISSIONI AL PIOMBO Oggi non ci sono più le emissioni inquinanti della fonderia ridotte al minimo e rimane
solo un lontano ricordo quell’odore acre di fumi di piom-
bo che si sentiva fino a pochi decenni fa e che aveva creato non pochi problemi alla salute dei sangavinesi ed in
particolare dei bambini. Non va dimenticato che a San Gavino l’incidenza di tumori sulla popolazione è altissima.
BONIFICA DELL’AREA Intanto l’assessore Stefano
Musanti non vuole una semplice messa in sicurezza dei
17 ettari: «Vogliamo che con la bonifica vengano tolti tutti i veleni disseminati nell’area, eliminando le sostanze
tossiche e cancerogene. Non ci basta una semplice recinzione dell’area, vogliamo che gli spazi siano utilizzabili
dalla gente per il tempo libero e per le attività ricreative.
Dire che la discarica è in sicurezza vuol dire solo che rispetta le norme vigenti, ma non sappiamo cosa succede
quando si verificano fenomeni come l’alluvione del 2013.
La discarica è troppo vicina al paese, c’è anche un fiume:
la soluzione deve essere quella di allontanare il più possibile questo rischio. Qui si parla della salute dei cittadini,
invece nel 2009 si è consentita la demolizione, ampliando
la stessa discarica, senza conoscere nel dettaglio i materiali conservati».
Ora la speranza è che i tempi della bonifica non siano troppo lunghi perché nel frattempo potrebbero verificarsi altri
eventi alluvionali con il rischio di spostamento dei veleni.
Gian Luigi Pittau
lanza del consigliere Gianni Lampis. «Abbiamo
chiesto al presidente Francesco Pigliaru di farci sapere chi ha redatto la Carta delle Spiagge della Sardegna, attraverso quali
procedure è stato selezionato, il costo di tale incarico e i parametri utilizzati per l’individuazione delle spiagge. Soprattutto
l’immediata revisione della Carta, con l’inserimento di Gutturu ’e Flumini e
Capo Pecora. Anche la
correzione delle pericolose e fuorvianti indicazioni
relative alle spiagge del
Poligono di Capo Frasca,
dichiarate aperte all’esterno, ma che di fatto non lo
sono”.
Santina Ravì
Regione. Interpellanza
Nuovo Isee, mannaia
sulle borse di studio
Studenti fuori sede e abitanti di piccoli e medi comuni. Sono
loro i cittadini maggiormente colpiti dai parametri del nuovo
Isee che ha determinato, secondo una stima nazionale, l’esclusione di una percentuale compresa tra il 10 e il 30 per cento
degli universitari fruitori e aventi diritto negli anni precedenti di borse
di studio, alloggi e altri
servizi di sostegno sociale.
A denunciare
questa situazione anche in
Sardegna è
Fratelli d’Italia, con un’interpellanza presentata in Consiglio regionale,
primo firmatario Gianni Lampis. «Il nuovo Isee - denuncia
Lampis - non rispetta i principi di meritocrazia e di vera solidarietà di uno Stato sociale che vuole tutelare le fasce deboli della nostra popolazione. Sembra, invece, più un’operazione di polizia fiscale che sta già colpendo in particolar modo
gli studenti fuori sede e i cittadini di piccoli e medi comuni».
Chiede pertanto al presidente Francesco Pigliaru e all’assessore all’Università, Claudia Firino, di intervenire presso il
Governo per rivendicare una revisione dei criteri sui quali si
calcola il nuovo Isee, al fine di garantire una maggiore equità. «La Regione - aggiunge l’esponente di Fratelli d’Italia deve farsi portavoce della necessità di una vera giustizia sociale che miri alla tutela dei nostri studenti universitari, ma
anche di tutti coloro che sono costretti a chiedere aiuto ai
servizi sociali dei comuni dell’Isola».
Sarebbe anche interessante conoscere dati certi su quanto
ammontoano in Sardegna i tagli ad assegnazioni di borse e
contributi vari agli universitari dovuti alle nuove regole e se
tutti i Comuni abbiano applicato, nelle rispettive graduatorie
per la concessione di servizi di carattere sociale, il nuovo
modello Isee o in alcuni si sia proceduto ancora con il vecchio sistema. (s. r.)
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1 novembre 2015
ARBUS. CONVEGNO
“Senza un Piano
faunistico la gestione
è impossibile”
Il fenomeno ormai è al limite:
la Regione intervenga
è facile. È arrivato il momento di chiedere con forza l’intervento del Consiglio regionale». Ha parlato di competizione con “ospiti non graditi” Giampaolo Atzeni, titolare di aziende agricole a
Funtanazza, Monte Arcuentu, Sa Perda Marcada. E Pa-
olo Isu ha aggiunto: «È una
lotta continua, ma alla fine
sono talmente tanti che vincono loro. Appena recintiamo i campi con la rete metallica, arrivano e la distruggono. Per non parlare delle
volpi che divorano gli agnellini». La testimonianza di
Tommasina Littarru, che
conduce con il marito una
azienda zootecnica, ha sfiorato l’argomento degli incidenti stradali. «Quando un
cervo viene investito, telefoniamo agli Enti preposti.
Poi lo scarica barile e l’animale resta lì per giorni». Ros-
Costituita la delegazione Fisar del Medio Campidano
Il 6 ottobre scorso,a Sanluri, è stata costituita la delegazione
della Federazione Italiana Sommelier, Albergatori e Ristoratori del Medio Campidano, la prima in Sardegna. Ne fanno
parte il delegato Maurizio Cappai, la segretaria Claudia Pinna, il tesoriere Rossella Pisu e i consiglieri Valentina Melis e
Daniele Cossu. Nella stessa riunione sono stati consegnati
gli attestati sommelier a chi ha superato i tre corsi organizzati
dalla Fisar. Ad appoggiare la costituzione della delegazione
Medio Campidano è stato il delegato della Fisar di Biella,
Ennio Pilloni, originario di Sanluri. La neo delegazione sarà
affiancata per un anno da un tutor, Luigi Terzago, tesoriere
nazionale Fisar. Sono una trentina i sommelier nel Medio
Campidano, compito della delegazione «è diffondere la cultura del vino ed organizzare corsi per conseguire la qualifica
professionale di sommelier. Ma anche mini corsi di avvicinamento al vino».
Via Matteotti, 28 - Guspini
Tel. 070. 970934 - Fax 0709785036
E-mail: [email protected]
Anno XVII - n. 19 1 Novembre 2015
Registrazione Tribunale di Cagliari n. 3 del 22 Gennaio 1999
Amministratore unico:
COLDIRETTI
Foto di Stefano Murgia
L
’eccessiva presenza di
fauna selvatica nel Medio Campidano provoca danni ingenti sia all’agricoltura,
sia agli allevatori, ai pastori,
ai cittadini. Il problema è
sempre esistito, ma da oltre
un decennio il numero degli
animali allo stato brado è aumentato vertiginosamente.
Ed oggi più che mai è oggetto di proteste, denunce, discussioni e confronti e, visti
i fatti, appare irrisolto. Se prima erano solo i cervi al centro dell’attenzione, ora bisogna fare i conti con cornacchie, cinghiali, nutrie e diverse specie di uccelli. Se n’è
parlato ad Arbus, nel corso
del convegno regionale «Le
problematica della fauna selvatica», organizzato dalla
Coldiretti, in collaborazione
con il Comune. I protagonisti dell’incontro sono stati
agricoltori e pastori provenienti da diverse parti dell’Isola. Dito puntato contro
la Regione, priva di un Piano faunistico. «Numericamente - ha detto l’allevatore
Sergio Sanna - non sappiamo quanti sono gli animali da
cui dobbiamo difenderci.
Manca un osservatorio, pertanto la stessa gestione non
SULLA FAUNA SELVATICA ORGANIZZATO DALLA
3
Antonietta Nolli
Direttore commerciale:
Nello Agus
Per partecipare ai corsi di primo, secondo e terzo livello contattare via e-mail [email protected].
Carola Onnis
w w w. l a g a z z e t ta . eu
Consiglio- ha spiegato il presidente della commissione
ambiente, Antonio Solinas
del Pd - c’è una proposta di
legge. Ne stiamo discutendo.
Tre i punti principali: il controllo, l’abbattimento, contributi ai Comuni. E poi gli indennizzi sempre meno a causa dei tagli: quest’anno un
milione di euro». Dal consigliere di Fratelli d’Italia,
Gianni Lampis, sono partite
accuse: «Il Piano faunistico in
Regione c’è già da un anno.
Non è stata ancora avviata la
Valutazione ambientale strategica (Vas). Lo tengono
chiuso nel cassetto, intanto la
fauna selvatica cresce di numero e si spendono soldi per
curare i capi feriti: quest’anno sono stati stanziati 150
mila euro. Nell’attesa di una
soluzione che mi auguro veloce, propongo di valorizzare a scopo turistico i cervi,
ospitandoli nei 250 ettari di
pineta della Costa Verde».
Santina Ravì
Progetto Marmilla per migliorare
spazi rurali, culturali e paesaggistici
Il consiglio comunale di Siddi ha deliberato di individuare Ussaramanna come comune capofila per costituire un’associazione con i comuni di Collinas, Lunamatrona e Villanovaforru per partecipare al bando regionale, “Servizi essenziali per l’economia e la popolazione rurale - Servizi ambientali” del Gal Marmilla, le cui
risorse finanziarie ammontano a circa un milione e
460mila euro.
Il progetto è finalizzato a migliorare le attrattive dei
territori rurali e i servizi essenziali alla popolazione e
al sistema produttivo, negli spazi pubblici di interesse
ambientale, culturale e paesaggistico, e potrebbe contribuire a migliorare l’economia locale. (m. p.)
A questo numero hanno collaborato:
Lorenzo Argiolas, Giovanni Contu, Stefano Cruccas, Elena Fadda,
Gazzetta
La
del Medio Campidano
Direttore Responsabile:
Gian Paolo Pusceddu
[email protected] - cell.329. 4878330
Adele Frau, Dario Frau, Francesca Garau, Franco Lilliu, Roberto Loddi,
Antonio Loru, Andrea Meloni, Mondo Meloni, Francesca Murgia, Carola Onnis,
Paolo Onnis, Paolo Salvatore Orrù, Carlo Pahler, Fernanda Pinna, Saimen Piroddi,
Sergio Portas, Evaristo Puxeddu, Stefania Pusceddu, Marisa Putzolu,
Rinaldo Ruggeri, Gigi Tatti, Augusto Tomasi, Fulvio Tocco,
Vice Direttori: Gian Luigi Pittau, Santina Ravì
Concessionaria di pubblicità: MediaTre s.r.l
Guspini Via Matteotti, 28
tel. 070 970934 - fax 070 9785036
sano Vacca, consulente provinciale del settore ambiente, ha ricordato che «i veri
ambientalisti sono gli agricoltori e gli allevatori» e che
«i cervi nell’area di Montevecchio superano le tre mila
presenze». Per il direttore di
Coldiretti Cagliari, Vito Tizzano, «la presenza della fauna selvatica è fuori controllo. Nel Campidano c’è un
carico eccessivo di cervi, ben
tre volte maggiore rispetto
alla media europea: 28 capi
per km quadrato rispetto ai 7
di media europea». La situazione ormai al limite chiede
riposte. «Il fenomeno – ha
detto il commissario dell’Ente foreste Giuseppe Pulina –
è dovuto anche allo spopolamento della Sardegna che sta
portando ad un aumento vertiginoso della superficie boschiva. Negli anni ’40 occupava il 13 per cento, ed era
la più bassa d’Europa, oggi
siamo al 52 per cento». Infine la voce della politica. «In
Stampa: Nuove Grafiche Puddu - Zona Industriale - Ortacesus (Ca)
tel. 070 9819015
Venanzio Tuveri, Francesca Virdis, Franco Zurru.
Tutto il materiale, foto, disegni e manoscritti pervenuti al giornale non si restituiscono.
Le opinioni impegnano esclusivamente la responsabilità diretta degli autori.
Questo numero è stato chiuso in redazione il 28 ottobre 2015 ore 12
e stampato in 2.500 copie
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1 novembre 2015
VIA VILLACIDRO E VIA PO
RIO MALU
SAN GAVINO
Due nuovi ponti
per evitare le alluvioni
A
ddio all’incubo alluvione. Lo sperano i cittadini di San Gavino e gli imprenditori della zona artigianale del paese che il 18 novembre del 2013 hanno visto andare sott’acqua i sacrifici di una vita. Ma ora saranno demoliti e ricostruiti i
vecchi ponti a tre arcate sul
rio Malu di via Villacidro e
nella strada per Guspini via
Po. Così verrà meno il rischio
di esondazione come successo il giorno dell’alluvione
quando di fatto hanno bloccato l’acqua contribuendo ad
inondare tutta la zona industriale del paese e le vicine
case. La Regione ha assegnato al Comune di San Gavino
un finanziamento di 3 milioni e 200mila euro da spendere in due anni e l’amministrazione comunale non vuol
perdere tempo ed è stato già
pubblicato all’albo pretorio
del Comune e sul sito web il
bando di gara per l’affidamento dei servizi di proget-
tazione ed esecuzione relativi alla demolizione e ricostruzione dei ponti sul fiume
Mannu di San Gavino Monreale. La sicurezza dei cittadini è la priorità per l’assessore ai lavori pubblici Stefano Musanti: «La progettazione dei ponti sarà esterna e si
concluderà entro l’anno. Poi
ci saranno due anni di lavori
per demolire i ponti, adeguare gli alvei e farne la ricostruzione. Si partirà da via Po:
l’obiettivo è di eliminare il
rischio alluvione e restituire
l’edificabilità dei suoli ai cittadini e agli imprenditori della zona artigianale». Ad oggi
molti per il vincolo regionale delle fasce fluviali nel raggio di un chilometro dai fiumi è impossibile costruire e
a San Gavino i terreni edificabili della zona sono ora
bloccati.
Buona parte del paese sarà
messa in sicurezza ed anche
in altre zone del paese cadranno i vincoli del piano di as-
setto idrogeolico: «Stiamo
portando avanti - aggiunge
Musanti - le procedure per gli
espropri per lo spostamento
del rio Pardu. Questo corso
d’acqua non sarà più a ridosso delle case e sarà spostato
più lontano. In questo modo
saranno tolti i vincoli che partono da via Dante a Ziviriu
fino alla zona di viale Trieste
e si potrà di nuovo costruire.
Dopo gli espropri ci sarà la
progettazione definitiva e la
gara d’appalto. Il finanziamento regionale è di 3milioni di euro portati a 4milioni e
100mila euro dalla precedente amministrazione».
Insomma a San Gavino finalmente sarà possibile costruire una casa nella maggior
parte dei terreni edificabili
del paese e dare addio ai tanti vincoli che negli ultimi
anni ne hanno frenato lo sviluppo. Inoltre la messa in sicurezza dei ponti sul Rio
Malu allontanerà il ripetersi
dell’incubo dell’alluvione
del 2013 che ha già messo in
ginocchio l’economia del
paese.
Gian Luigi Pittau
BARUMINI
GONNOSFANADIGA
Energie in circolo in Sardegna
Funghi: un’annata eccezionale
Un viaggio nell’energia sostenibile in Sardegna: è il tema della iniziativa dedicata alle
energie in circolo, che si è tenuta al Centro
culturale Giovanni Lilliu di Barumini. L’iniziativa ha coinvolto, da settembre a ottobre,
otto Comuni dell’Isola, con un progetto di
Sardegna cresce con l’Europa, Regione Sarda e Sardegna Ricerche, su temi di energie
rinnovabili, efficientamento energetico, mobilità sostenibile, acquisti verdi, edilizia sostenibile, pianificazione urbanistica e consumi responsabili. Un successo di partecipazione, per il programma che ha avuto, per l’in-
tera giornata, aree informative ed espositive per la sensibilizzazione delle comunità,
spazi per la promozione del Premio energie
in circolo indirizzato ai settori pubblico e
privato, laboratori di educazione alla sostenibilità per le scuole con attività formative
e ludiche, laboratorio partecipativo Metaplan per amministratori, tecnici ed esperti
del settore. Il pomeriggio è stato dedicato
all’angolo della Scienza con dimostrazioni
sperimentali, e conclusione serale dell’evento con spettacolo Altre Fonti.
Carlo Fadda
SAMASSI
Consulta giovanile: approvato lo statuto
Con il Consiglio Comunale
svoltosi il 29 settembre scorso, la Consulta Giovanile è finalmente divenuta realtà. È
stato, infatti, approvato all’unanimità lo Statuto della
Consulta e sia maggioranza
sia minoranza si sono congratulate con i giovani promotori che hanno permesso che
tutto ciò prendesse il via.
Dopo due anni trascorsi tra
iniziative, eventi e diverse
manifestazioni organizzate da
un gruppo di giovani in maniera spontanea e i numerosi
incontri voluti dai ragazzi per
informarsi, discutere e decidere come muoversi negli ultimi mesi, questo percorso è
pervenuto ad un obiettivo
concreto e tangibile: porre le
basi per la formazione della
Consulta Giovani di Samassi,
per l’appunto. Si è giunti ad
uno statuto dopo aver dibattuto a lungo su ogni articolo, su
ogni comma e capo e ci si è
basati, seppur in minima parte, sugli Statuti di consulte già
esistenti, grazie alle quali i giovani promotori hanno compreso come muoversi e soprattutto che cosa vogliono o non vogliono che sia la consulta del
paese.
Ora, con l’approvazione dello
Statuto il compito dei promo-
tori non è concluso; coordinati dall’amministrazione comunale, devono impegnarsi
per smuovere le coscienze
degli altri giovani samassesi
compresi tra i 16 e i 32 anni
per farli avvicinare a tale progetto, affinché prenda forma
sempre più definita. A breve
sarà organizzato un evento
con tale finalità e successivamente si svolgeranno le iscrizioni all’assemblea della
consulta e le elezioni per la
formazione del Direttivo.
Carola Onnis
L’anno 2015 verrà ricordato come un’annata eccezionale per la ragguardevole
quantità di funghi, dal punto di vista quantitativo e qualitativo, nell’intero territorio
di Gonnosfanadiga. Un paradiso che richiama l’attenzione dei residenti e di migliaia di cittadini provenienti dalle province di Cagliari, Oristano e Medio Campidano. I funghi sono un prodotto della natura ricercato, che consente alla maggioranza delle persone di vivere momenti diversi e allo stesso tempo di apprezzare il
territorio troppe volte ferito dagli incendi
boschivi e dall’abbandono dei rifiuti di
ogni genere e tipo. Il motivo dell’esplosione di funghi nei boschi è semplice: la
prolungata latitanza dell’anticiclone delle
Azzorre sul Mediterraneo ha consentito
alle perturbazioni del nord di mantenere a
livelli insoliti l’umidità, favorendo la crescita dei funghi. In una sola giornata circa
duemila cercatori di funghi hanno invaso
il territorio di Gonnos, qualcuno di loro
ha raccolto qualcosa come due quintali di
funghi porcini, in tanti al loro passaggio
hanno calpestato funghi, manomesso recinzioni, intasato le strade rendendole ancor più pericolose.
La crescita eccezionale, purtroppo, ha in-
generato anche una sorta di frenesia in chi va
per i boschi. «È la solita vecchia storia italiana
- quando c’è abbondanza c’è sempre razzia: uno
non si accontenta di uno o due chili, ne raccoglie cinquanta e magari li nasconde nel bosco
per tornare a prenderli più tardi. Poi va a vantarsi con gli amici del bar. Un atteggiamento
purtroppo tanto diffuso quanto nocivo». Questo comporta anche delle incognite: «Non sappiamo se torneranno a fruttificare gli stessi miceti che l’hanno già fatto in questi mesi o se
saranno altri a farlo». La raccolta e la commercializzazione dei funghi è disciplinata da leggi
nazionali, che indicano le specie, le dimensioni
e il quantitativo massimo che si può raccogliere, oltre al calendario dei giorni consentiti.
A causa di una minoranza di cercatori di funghi
che hanno causato ingenti danni al territorio nel
loro passaggio, sarebbe auspicabile che anche
il comune di Gonnosfanadiga regolamentasse
la raccolta dei funghi, istituendo una sorta di
patentino autorizzativo, per richiedere il quale
andrà allegato anche l’attestato di partecipazione ad uno specifico corso micologico.
Francesco Zurru
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1 novembre 2015
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SERRAMANNA
Proposto il recupero
della cantina
per la lavorazione
di prodotti agricoli
Una proposta per riconvertire ciò che ancora può essere recuperato della ex Cantina serramannese arriva
dal mondo dell’impresa agricola. I vertici della ditta
Agrigest Arte Verde a cui fanno riferimento alcuni
agricoltori locali, riconosciuti come O.P. (Organizzazione Produttori) hanno avuto recentemente un incontro con Sergio Vacca, liquidatore della Cantina,
al quale è stata manifestata l’intenzione di un eventuale utilizzo di parte dei locali ancora strutturalmente
solidi destinandoli alla lavorazione del carciofo e dei
SERRAMANNA
La vendemmia
e s’aggiudu torrau
L’autunno, ad ottobre, nelle nostre pianure e nelle nostre colline è tempo di vendemmia. Non tutti colgono il fascino della
vite e la sua meravigliosa trasformazione. L’inverno spoglia
i suoi fusti dormienti che iniziano a risvegliarsi in primavera
con tante gemme che cresceranno in nuovi rami dai pampini
trilobati in cui spunteranno dei fiori che matureranno in frutto. Quel grappolo dalle diverse tonalità di verde, dalla struttura più fitta il nuragus ed il vermentino, e dal raspo più intricato il trebbiano, o dalle tonalità del
nero amaranto per le qualità barbera,
monica o cannonau, quest’ultimo rivelatosi nettare dolcissimo in una stagione florida per la raccolta ma che
ancora deve attendere per conoscere
la qualità del suo frutto trasformato
in vino.
La vendemmia 2015 si è rivelata una
buona annata, cresciuta la quantità
prodotta e la stessa qualità delle uve
con un buon grado zuccherino che
lascia ben sperare nella maturazione di vini di qualità. La
realtà locale, ormai dimenticati gli anni d’oro di una florida
cantina fra le più grandi d’europa, si caratterizza per una produzione in parte destinata al conferimento in cantine o alla
vendita delle uve a privati ed in parte curata da piccoli agricoltori che amano produrre il vino per il consumo familiare.
Il lavoro durante la raccolta è stato scandito dalla notizia riportata sui quotidiani e tutti i notiziari nazionali del pensionato viticoltore di Castellinaldo d’Alba, in provincia di Cuneo, a cui è stata comminata una mula di quasi 20.000 euro
perchè sorpreso a vendemmiare con amici, che sono stati
considerati lavoratori in nero. Ma la vendemmia non solo è
lavoro ma è spesso festa, perchè i piccoli viticoltori ricorrono a parenti ed amici per una collaborazione occasionale, limitata alla sola raccolta, che nei piccoli appezzamenti si risolve in una mattinata d’impegno ma che ad un controllo inflessibile viene scambiata per lavoro nero.
La vicenda tanto discussa, si è poi conclusa con il ritiro della
sanzione da parte del Ministero del lavoro a seguito di una
più attenta analisi del caso. Il confine tra lavoro nero e lavoro
fra amici può essere sottile. Ma in una comunità dalla vocazione prevalentemente agricola come la nostra, quando ancora la tecnologia non aveva sostituito così tanta manodopera era del tutto normale fra agricoltori scambiarsi una mano
d’aiuto nella vendemmia. Ed oggi continua ad esser così soprattutto per i piccoli appezzamenti. “S’aggiudu torrau” che
mal si concilia con la normativa sul lavoro ma che ben si
adatta al concetto di festa. Perchè la vendemmia è un festa,
dalla raccolta alla torchiatura. Le chiacchierate, nei filari più
o meno lunghi, sotto il sole che non è più estivo ma si accompagna spesso ad un rinfrescante maestrale, la rumorosa deraspatrice e la sistemazione della vinacce nei tini, la torchiatura ed il travaso del mosto negli ambienti per la fermentazione. Ma la festa più grande è l’assaggio del vino nuovo, ancora meglio se in compagnia, completamento della straordinaria trasformazione del frutto in vino.
Elena Fadda
prodotti ortofrutticoli stagionali.
L’organizzazione di produttori intende restituire la
destinazione economica originaria ad una struttura
ormai praticamente abbandonata e, in particolare,
quella che fu la zona riservata all’imbottigliamento,
ancora potenzialmente in grado di accogliere nuove
iniziative economiche. Tale gruppo di imprenditori
sarebbe disponibile all’impegno per la bonifica degli spazi nonché per la riqualificazione dell’intera
struttura, naturalmente previo approfondimento nei
foto Franco Lilliu
particolari dell’accordo.
Nella prospettiva c’è la reale volontà di mantenere
le antiche tradizioni e al contempo rilanciare gli investimenti produttivi per la trasformazione dei prodotti agricoli. Naturalmente, nel contesto delle nuove esigenze, sarà possibile riportare la Cantina nella
disponibilità degli agricoltori serramannesi e, considerata la dimensione del progetto, per l’interesse di
tutti i cittadini.
Giovanni Contu
UN SERRAMANNESE ALLA GUIDA DELLA CANTINA DELLA TREXENTA
Fulvio Etzi
è al suo terzo
mandato consecutivo
Imprenditore di Serramanna,
Fulvio Etzi, conclude il terzo mandato consecutivo nel
ruolo di presidente della Cantina della Trexenta. Quasi
dieci anni di carriera come
presidente e tre nel Consiglio
di amministrazione in una società cooperativa; si tratta di
un consenso evidentemente
solido, maturato sulla fiducia
per scelte talvolta dettate dal
sacrificio ma che alla lunga
hanno prodotto risultati positivi.
«Sono grato ai soci, alcuni
anche serramannesi - tiene a
precisare Fulvio Etzi - poiché hanno compreso il motivo di alcune decisioni dettate dalla necessità e condiviso una strategia aziendale
principalmente volta all’allentamento nei vincoli del
credito e quindi privilegiare
l’impiego di capitale di rischio e contemporaneamente ridurre al minimo quello di
credito. Questo decennio è
sembrato un secolo; ci sono
state vere e proprie rivoluzioni nell’erogazione della
liquidità per le aziende italiane. Molti non hanno saputo o potuto resistere alla crisi economica e pochi hanno
trovato un adattamento adeguandosi positivamente alle
circostanze. Ma non solo
sono ancora in piedi: guardano il futuro con la sicurez-
za di basi solide».
Il primo incarico dirigenziale quasi sempre significa una
scommessa; il secondo spesso è suggerito dall’esigenza
continuità, ma il terzo un
presidente deve proprio meritarselo. E parliamo di un
mondo difficile.
Dal Campidano alla Trexen-
ta il passo non è lungo, in chilometri. Il mondo dell’agricoltura è complicato perché
tra l’innovazione e la tradizione la sintesi non sempre è
possibile; bisogna scegliere e
in fretta. Spesso ci si muove
sul filo di lana. Ma quando il
passo è misurato i risultati arrivano. (g. c.)
Trecentocinquanta ettari di vigneti
Nel 1956 ventitré viticultori costituiscono la
Cooperativa agricola Trexenta. Producono
Nuragus e Monica e vendono solo in Sardegna. Agli inizi degli anni settanta cominciano ad esportare anche in Francia e Germania. Negli anni ottanta inizia la diversificazione produttiva, sorgono così i vigneti di
Vermentino e Cannonau, e più recentemente
di Chardonnay, Montepulciano e Carignano.
Oggi la cantina si estende su una superficie
di circa 350 ettari di vigneti gestita con una
professionalità consolidata tramandata da
generazioni. Annualmente vengono prodotte circa un milione di bottiglie che vengono
vendute per il 50% in Sardegna e per il 50%
fuori dall’isola. I vini della Cantina Trexenta
sono infatti molto apprezzati non solo in Italia ma anche all’estero, nei paesi in cui attualmente commercializziamo: Francia,
Spagna, Inghilterra, Germania, Svizzera,
Belgio, Polonia, Repubblica Ceca, Stati Uniti, Giappone, Canada e Cina. (red.)
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1 novembre 2015
PABILLONIS. COMMIATO
DALLA POPOLAZIONE
PABILLONIS. È
ARRIVATO DON
LUCA PITTAU
Don Luca Carrogu ha lasciato la parrocchia Il nuovo parroco accolto con una grande festa
Cambio di guardia in parrocchia per l’avvicendamento dei sacerdoti che ha
toccato diversi paesi della
diocesi di Ales. Una prassi
che il vescovo Giovanni
Dettori ha comunicato nei
mesi estivi e che ha visto
anche la parrocchia di Pabillonis coinvolta con la
partenza del parroco titolare e l’arrivo del nuovo. Se
“partire è un po’ morire”,
come dice il proverbio, lo
è stato certamente domenica 4 ottobre in occasione
del commiato di don Luca
Carrogu dalla sua comunità. Dopo otto anni non è
stato facile nascondere
l’emozione che traspariva,
sia nel parroco che tra fedeli, in occasione dei saluti dopo la messa vespertina. I vari gruppi parrocchiali hanno voluto ringraziarlo con alcuni doni simbolici, a nome della comunità pabillonese, che
“l’amico-sacerdote” porterà come ricordo nella nuo-
va parrocchia di Arbus.
Gian Luca Carrogu, 42
anni, è stato ordinato sacerdote a Sardara nel 2001 e
dopo due anni di viceparroco ad Arbus ha retto la
parrocchia di Siddi. La giovane età, il carattere gioviale, le numerose attività
sociali promosse in parrocchia in collaborazione anche con il comune e l’incarico di presidente zonale
dell’Anspi sono state alcu-
ne caratteristiche che hanno accompagnato in questi
anni la permanenza di don
Luca a Pabillonis.
Questi i commenti e i ricordi su cui si sono soffermati
i cittadini durante il rinfresco che è avvenuto dopo la
messa nel centro di aggregazione sociale di via Su
Rieddu, dove in tanti hanno voluto salutare il loro
parroco.
Dario Frau
Una grande folla, la musica
delle launeddas e il gruppo
folk Santu Juanni hanno accolto l’ingresso del nuovo
parroco a Pabillonis, venerdì sedici ottobre. Don Luca
Pittau di Villacidro, classe
1988, dopo quindici mesi
dalla sua ordinazione è stato
nominato a capo della parrocchia della Beata Vergine
della Neve.
Ad attendere il giovane sacerdote, davanti alla chiesa,
oltre ad una moltitudine di
fedeli c’erano i vescovi,
mons. Giovanni Dettori della diocesi di Ales e quello di
Ozieri mons. Corrado Melis,
diversi sacerdoti e i sindaci
Riccardo Sanna di Pabillonis, Carlo Tomasi di San Gavino e Teresa Pani di Villacidro. «Il percorso vocazione
è nato nella mia parrocchia
di Santa Barbara in Villacidro accompagnato dai miei
parroci don Giovannino Pinna e don Corrado Melis. Negli anni in parrocchia ho sentito i primi segni della chia-
mata alla vita sacerdotale.
Questa volontà di consacrare la mia vita al servizio della Chiesa è cresciuta in particolare negli anni di studio
presso il Liceo Classico di
Villacidro. Scelta che poi si
è concretizzata con l’ingresso nel pontificio seminario
regionale sardo a Cagliari,
nel 2008», rivela il neo parroco. La prima tappa importante: l’ordinazione diaconale il 29 dicembre 2013. Segue, in crescendo, il servizio di accolito e poi diacona-
le nella parrocchia di San
Bernardino in Mogoro e infine l’ordinazione sacerdotale il 5 luglio 2014 a Villacidro, Santa Barbara. Due mesi
dopo viene nominato cappellano dell’ospedale di San
Gavino e allo stesso tempo
vicario parrocchiale di Santa Teresina in San Gavino.
Dopo appena un anno, l’arrivo a Pabillonis dove la popolazione ha voluto salutare,
nei locali dell’oratorio, con
una grande festa, il giovane
parroco.(d. f.)
SANLURI. NUOVO PARROCO PER NOSTRA SIGNORA DELLE GRAZIE
SARDARA. HA RETTO LA PARROCCHIA DELLA B. VERGINE ASSUNTA
“La parrocchia deve farsi chiesa in uscita”
Don Vincenzo Salis va in pensione
Grande festa di accoglienza
a Sanluri per l’arrivo del nuovo parroco: don Luciano
Pani, 55 anni, da 23 sacerdote. Fedeli, autorità militari e
civili, il sindaco Alberto Urpi
e la sua giunta non sono mancati all’appuntamento di domenica 18 ottobre, nella
chiesa di Nostra Signora delle Grazie, dove insieme hanno dato il benvenuto e fatto
sentire il proprio affetto al
loro nuovo pastore. La chiesa era gremita e festante,
come solitamente si fa per le
grandi occasioni. Nel saluto
di ringraziamento, don Luciano ha invitato i fedeli ad
aprirsi verso “i poveri, gli
anziani, i malati, gli emarginati”, evitando chiusure a riccio. Punto di partenza sarà
conoscere la cittadina, i suoi
bisogni, le sue abitudini, le
sue tradizioni, le famiglie.
«Ho molto da imparare. Dovete aiutarmi. Soprattutto
dovete pregare per me. Diversamente avrete il parroco
che meritate: senza la preghiera qualunque missione è
difficile». L’incoraggiamento a continuare «negli impegni e nelle azioni che state
portando avanti in parrocchia. Inutile chiedermi se
potete farlo: dovete continuare a farlo. Per le buone
azioni non serve il permesso. Quello che non dovete
fare è peccare».
Don Luciano arriva da Cagliari, dalla parrocchia di
Sant’Anna. Nominato sacerdote a 32 anni ad Assemini,
dove risiedeva con la sua famiglia e ha trascorso la vita
da seminarista e dove ha ce-
lebrato la prima messa, è stato poi viceparroco a San Pietro e parroco a Mandas.
«Qualche mese fa, quando
monsignor Arrigo Miglio mi
propose il trasferimento a
Sanluri, dissi subito di sì.
Avrei potuto rifiutare, invece sono felice di essere in
questa cittadina del Campidano».
Santina Ravì
Tanta commozione tra i banchi della parrocchia Beata
Vergine Assunta di Sardara,
addobbata a festa per salutare don Vincenzo Salis, parroco da dieci anni, prima di
ritornare nel suo paese d’origine, Arbus. Con la celebrazione della messa domenicale del 18 ottobre, don Salis
ha concluso anche i suoi 52
anni di sacerdozio davanti ad
una chiesa gremita di cittadini di ogni età. «Mettersi al
servizio degli altri, condividere, sacrificarsi per gli altri
- ha detto don Vincenzo, ribattezzato “donVin” dai sardaresi. - Non so se sono stato disponibile con tutti, ma
di certo non è nel mio stile
fare la “prima donna”. Vi
chiedo scusa se non sono stato capace di dare tutto ciò che
mi avete chiesto. Non capisco però perché diciamo
“prima donna”. È vero, le
donne si mettono in vetrina,
ma in realtà sono gli uomini
a cercare sempre una fetta di
potere». Ha poi rivolto un
pensiero ai giovani. «Ai nostri ragazzi - ha detto orgoglioso il parroco - perché
sono ancora i miei ragazzi,
un augurio che continuiate a
crescere con Dio». E sono
loro che lo hanno salutato in
modi genuini: gli atleti della
Dinamo Sardara pedalando
fino al piazzale della chiesa,
il coro parrocchiale intonando canti accorati e numerosi
ragazzi consegnandogli doni
e abbracci spontanei.
A rappresentare la riconoscenza dei cittadini e delle
istituzioni, anche il sindaco
Giuseppe Garau e il consigliere parrocchiale Giorgio
Caddeo. «Ora ti riserva una
vita in salita, Arbus è tutta in
salita - ha detto ironicamente il consigliere parrocchiale
Giorgio Caddeo - per noi rimarrai sardarese, conserveremo nei nostri cuori un ricordo caloroso delle esperienze
vissute in questi dieci anni e,
ovunque c’incontreremo, ci
saluteremo come compaesani».
Applausi scroscianti quando,
a nome di tutta la comunità di
Sardara, gli sono stati donati
un’icona russa, rappresentante la pietà della Madonna che
abbraccia Gesù, e un cellulare “per non perdere i contati
con i sardaresi”. «Non vi dimenticherò mai - ha concluso commosso don Vincenzo,
- Sardara è veramente una bella realtà e può puntare in alto
se ciascuno, grandi e piccoli,
mette in circolazione i propri
talenti e li condivide con gli
altri. Vi porterò con me ad
Arbus nelle mie preghiere rivolte alla mia Mamma».
Marisa Putzolu
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1 novembre 2015
VILLLACIDRO
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PABILLONIS
Celebrazioni per il centenario
della prima Guerra Mondiale
Automobilisti distratti, arrivano
le multe educative dei bambini
“Bell’esempio!” Lei ha parcheggiato in uno spazio riservato ai pedoni. Firmato Matteo e Denise, due bambini di
otto anni. Contro la maleducazione e l’inciviltà degli automobilisti arrivano le multe
educative dei bambini (nelle
foto di Franca e Fabio) che
hanno “multato” le macchine parcheggiate male o in divieto di sosta.
Il messaggio è molto chiaro
e arriva dal mondo dei bambini che dovrebbero seguire
l’esempio degli adulti. Ormai
nelle ore di ingresso a scuola si assiste ad una lunga e
interminabile fila di auto parcheggiate anche in doppia
fila. Di contro va avanti il progetto “Piedibus” che sta
facendo riscoprire agli studenti villacidresi il piacere
di andare a piedi alle rispettive scuole dell’obbligo. La
passeggiata diventa un ulteriore momento di socializzazione e di festa, ma
non mancano gli automobilisti distratti che con le macchine in sosta vietata talvolta impediscono il passaggio
dei piccoli studenti, di anziani e disabili.
La risposta dei bambini è
stata chiara ed efficace: un
po’ di ironia e buon senso
non guasta come medicina per gli automobilisti indisciplinati.
Gian Luigi Pittau
Verrà ricordato con alcune iniziative il centenario della
prima Guerra Mondiale. L’amministrazione comunale ha
infatti previsto un ricco programma per ricordare l’intervento dell’Italia nel conflitto bellico del 1915-18 a cui
parteciparono anche numerosi soldati del paese.
Dal 1° al 15 novembre, nel palazzo Liberty dell’ex municipio, si potrà visitare una mostra fotografica e documentale del centenario, con interessanti testimonianze storiche. Di particolare interesse anche la mostra bibliografica che verrà allestita nella biblioteca comunale di via
Su Rieddu, dal 2 al 30 novembre e che potrà essere visitata, il lunedì, martedì, giovedì e venerdì dalle 15:30 alle
18:30; il martedì e venerdì dalle 10 alle 13 e il sabato
dalle 9 alle 12.
Il momento
clou della
manifestazione si
terrà invece il 4 Novembre
con la commemorazione dei
Caduti in
Guerra.
Questo il
programma: alle 10.30 nella chiesa parrocchiale il nuovo parroco don Luca Pittau celebrerà la santa Messa, subito dopo, in corteo, la giunta comunale, i vigili con il
gonfalone del comune, le autorità, gli alunni delle scuole
del paese e la popolazione, si dirigeranno verso al Monumento ai Caduti dove il sindaco Riccardo Sanna deporrà una corona d’alloro, leggerà il Bollettino della Vittoria e scandirà, uno per uno, i nomi dei soldati pabillonesi caduti nella prima Guerra Mondiale.
Dario Frau
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1 novembre 2015
L’intervista
Gaia Carcangiu
L’ostetrica? Un valido aiuto
per le future mamme
L
e ostetriche dei tempi delle nostre nonne dove sono
andate a finire? Quegli angeli che per migliaia di anni
sono accorsi a qualunque ora del giorno e della notte
e con qualunque intemperia, a casa delle partorienti per assisterle nel momento più bello della loro vita, si sono trasferite
in ospedale, come se il parto fosse una brutta malattia ed il
parto in casa è diventato, per molti anni, solo un ricordo lontano, fuori moda. Da un po’ di tempo, però, tira un’aria di
cambiamento e riscoperta di valori messi da parte e alcune
ostetriche stanno abbandonando i corridoi degli ospedali e
ricominciano a seguire le gravidanze in casa, accompagnando le future mamme lungo un percorso che non è malattia,
ma gioia per una nuova vita che sta per venire al mondo.
Gaia Carcangiu ha 25 anni ed è una giovane ostetrica libero
professionista di Serramanna che opera nel Medio Campidano, un angelo che tiene per mano chi si affida a lei per affrontare i dubbi, i problemi e le tappe di una gravidanza.
Come nasce la sua scelta di intraprendere la professione
di ostetrica?
In quarta superiore ho scoperto dell’esistenza di un corso
universitario per diventare ostetrica e ho deciso di intraprenderlo, mi piaceva l’idea di “far nascere i bambini”. Iniziato il
corso universitario mi sono buttata a capofitto, anzi, sono
stata totalmente travolta da un mondo che non conoscevo, i
tre anni di tirocinio ospedaliero sono stati interminabili e al
tempo stesso sono volati in un lampo!
E la scelta di seguire le mamme da vicino?
Una volta laureata, spaesata e con poche probabilità di trovare impiego in un ospedale, ho iniziato a guardarmi intorno.
Inizialmente mi sono iscritta a tanti gruppi facebook di mamme: sull’allattamento e lo svezzamento, sulla gravidanza e
sul parto, sulla crescita dei bambini. E mi sono chiesta: ma
ricevono la giusta assistenza? Vengono informate correttamente o piuttosto terrorizzate? Chi le sostiene una volta dimesse dall’ospedale? Mi sono accorta del grande vuoto assistenziale che abbiamo lasciato noi ostetriche, concentrandoci sempre più nell’ospedale, specializzandoci in patologia fino
a sembrare dei piccoli medici, conoscendo la donna solo al
momento del parto, senza conoscere il suo vissuto, il suo carattere, la sua famiglia, il bimbo che porta in grembo, e lasciandola sola in gravidanza, nel dopo parto ...ed ho deciso
di colmare questo vuoto. Ora offro vari servizi a domicilio:
pap-test e tamponi vaginali, sostegno al puerperio e all’allattamento, corsi di accompagnamento alla nascita, riportando
la figura dell’ostetrica a quell’ambiente familiare che da sempre la caratterizza!
L’esperienza di due mesi in un ospedale del Kenya come ostetrica volontaria ha arricchito il suo percorso professionale?
Senz’altro! In Africa ho potuto vedere dei travagli non medicalizzati, senza peridurale né induzioni di parto, senza monitoraggi continui del battito cardiaco fetale. Sono passata da
protocolli rigidi, orari da rispettare, ansia che in qualsiasi
momento la situazione potesse precipitare, dal vivere il parto
come un evento altamente pericoloso, alla lentezza, la bellezza della natura, la perfezione del corpo umano, la consapevolezza e l’istinto femminile, la gioia pura al momento del
parto. Ho capito che non c’è strumento tecnologico paragonabile allo strumento ostetrico più importante: le nostre mani!
Sono rientrata dal Kenya con tanta determinazione e sicurezza in più: non sono le ostetriche che fanno nascere i bambini,
né i ginecologi, sia chiaro!
Secondo lei come dovrebbe essere affrontata una gravidanza?
Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità è preferibile che
la gravidanza fisiologica venga gestita in autonomia da
un’ostetrica, o in collaborazione con uno specialista in caso
di complicanze. Se ci guardiamo intorno vediamo che la nostra realtà è ancora molto lontana da ciò che viene consigliato. Ormai la gravidanza è vissuta come una patologia: decine
di prelievi, un’ecografia al mese, maternità a rischio anche
quando tutto va bene. Per esempio le ecografie consigliate
sono solo tre, una per trimestre, che sono le uniche pagate
dalla sanità pubblica! È meglio fare i controlli necessari e poi
imparare ad entrare in contatto con sé stesse e il proprio bimbo! Chi meglio della mamma sa se il bimbo si muove, le sue
abitudini nel pancione, quando ha il singhiozzo, dove ha i
piedini?
GUSPINI. ORGANIZZATO
Successo per l’ottavo raduno di auto e moto storiche organizzato dal “Club Fiat 500” di Guspini domenica 18 Ottobre.
« Ci scusiamo per gli inconvenienti avvenuti e ringraziamo i
partecipanti, il pubblico, l’amministrazione comunale di Guspini, la polizia municipale e gli sponsor che hanno creduto
nella manifestazione» riferiscono gli organizzatori Alessandro Concas, Simone Frau, Andrea Lampis, Gianfranco Orrù,
Marcello Serru e Franco Tiddia. Dopo l’esposizione al pubblico, che si è protratta per diverse ore lungo la via principale, come da programma Vespe, Lambrette, motociclette e
piccole di Casa Fiat si sono unite nella sfavillante colonna di
mezzi che da via Santa Maria si è diretta verso Arbus e Montevecchio, fino al Birrificio 4 Mori, attraversando a sirene
spiegate i boschi della cittadina mineraria. Dopo l’aperitivo
di rito, il lungo corteo si è avviato nuovamente verso Guspini
fino al ristorante “Poldo West”, dove i partecipanti hanno
DAL
CLUB FIAT 500
Ottavo raduno
di auto e moto storiche
potuto consumare il pranzo. «È stato veramente bello» commenta Ilenia Usai, studentessa di Guspini. «Ho partecipato al
raduno sulla Fiat 500 avorio di mio padre e come ogni anno
mi sono divertita un mondo. Il giro tra i paesi, poi -conclude
la giovane - è stato particolarmente piacevole ». L’evento,
che anche quest’ anno ha fatto registrare un significativo numero di presenze, costituisce non soltanto un momento di
svago per larga parte dei Guspinesi, ma è anche occasione di
ritrovo per appassionati e intenditori da tutta l’isola.
Francesca Virdis
Molte mamme hanno ricominciato a scegliere di partorire in casa: qual è il tuo punto di vista su questa pratica?
Il parto in casa dovrebbe costituire la prima scelta per la normale prosecuzione di una gravidanza fisiologica e all’ospedale solo come ultima scelta. Ovviamente parliamo di gravidanze fisiologiche, non complicate da malattie. L’assistenza
è affidata alle mani esperte di ostetriche appositamente formate, che conoscono la coppia dalla gravidanza, che hanno
fatto un percorso insieme di conoscenza reciproca.
E se ci fosse un’emergenza? Prima, con il parto in casa
tante mamme e bimbi morivano di parto...
Le ostetriche che assistono un parto in casa sono esperte di
fisiologia e sanno riconoscere quando una situazione sta diventando patologica e soprattutto sanno agire per tutelare
mamma e bimbo. La casa, inoltre, non deve essere più lontana di trenta minuti di auto da un ospedale, in modo che si
possa organizzare un trasferimento in tutta sicurezza. Prima
tante mamme non erano seguite in gravidanza per cui partorivano in casa anche quelle con gravidanze patologiche non
riconosciute e le condizioni igienico-sanitarie erano molto
precarie.
L’allattamento. I consigli dei pediatri sono spesso contrastanti. Qual è la sua opinione?
Il latte materno è l’alimento ideale per il neonato. L’Oms raccomanda un allattamento esclusivo per i primi sei mesi di
vita del bimbo, prevalente fino all’anno e complementare fino
ai due anni. Domenica 4 ottobre io ed una collega abbiamo
organizzato un incontro per festeggiare la settimana mondiale dell’allattamento al seno, alla quale hanno partecipato tante mamme che allattano o che sono incinte e vogliono allattare. È stata una mattinata di condivisione. Le mamme possono allattare serenamente quando sono correttamente informate. È necessaria tanta formazione e aggiornamento per poter
parlare di allattamento, l’esperienza non basta perché la scienza va avanti e non si possono commettere gli errori del passato! Sento ancora consigli surclassati e che possono minare
seriamente la buona riuscita di un allattamento come “allatta
per dieci minuti a seno” oppure “fai un intervallo di tre ore
tra le poppate”, mandando in crisi le mamme già bombardate
dallo sbalzo ormonale del dopo parto...
Segue le mamme dalla gravidanza al parto e all’allattamento. Qual è il “suo” ruolo?
Il ruolo dell’ostetrica è quello di sorvegliare che tutto rientri
nella fisiologia e mantenere lo stato di benessere della partoriente. Non dobbiamo insegnare a partorire o ad allattare, ma
infondere fiducia in un compito gravoso che da sempre le
donne sanno fare: le mamme.
Francesca Murgia
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1 novembre 2015
SERRAMANNA. ORGANIZZATA
DAL
COMUNE
9
E ASSOCIAZIONI LOCALI
“Bixinaus in festa”: il piacere di stare insieme
PABILLONIS
La minoranza denuncia
i disservizi dell’ecocentro
Sembra un paradosso, ma di giorno in giorno diventa sempre più grande il cumulo di rifiuti abbandonati all’esterno,
in prossimità del cancello d’ingresso dell’ecocentro comunale. Nonostante la struttura sia aperta tre volte la settimana, compreso il sabato, e il personale sia sempre disponibile per agevolare gli utenti nella differenziazione dei rifiuti
negli appositi contenitori, furtivamente, alcuni cittadini abbandonano ogni tipo di materiale all’esterno, lungo il muro
di cinta.
Il problema dura già da tempo e dopo diverse, e infruttuose,
interpellanze in consiglio comunale, i consiglieri di minoranza del gruppo “Pabillonis e a capo” hanno scritto una
lettera al sindaco, all’assessore competente e ai responsabili dei vari servizi del comune per segnalare queste criticità.
Marco Tuveri, Stefania Erdas e Giovanni Giuseppe Scanu,
nella missiva, mettono in evidenza l’accumularsi di qualsiasi tipo di rifiuti proprio all’ingresso della struttura, nonostante l’ecocentro sia stato istituito proprio per evitare l’abbandono indiscriminato dei rifiuti nel territorio comunale.
«Chiediamo come gruppo consiliare, nel rispetto dell’esercizio del mandato elettivo, di intervenire urgentemente provvedendo a far differenziare i rifiuti abbandonati all’ingresso dell’ecocentro e al successivo conferimento degli stessi
e l’attivazione corretta delle telecamere per un sistema di
videosorveglianza che dia un reale controllo dell’area». Ma
non solo. I consiglieri segnalano anche che l’ecocentro è
privo di allaccio idrico. “Ciò crea un notevole disagio sia
per il personale che ivi opera (i servizi igienici non sono
utilizzabili), sia per l’utenza (non si ha a disposizione un
rubinetto per potersi lavare le mani una volta che si conferiscono i rifiuti). «Pertanto si chiede alle autorità e agli uffici
in indirizzo di intervenire urgentemente, al fine di vigilare
sull’adempimento delle norme di tutela della salute e della
sicurezza, e che, in occasione della prossima convocazione del consiglio comunale, l’assessore competente relazioni su quanto segnalato con la presente», chiedono i firmatari.
Dario Frau
Lo scorso anno, durante l’inaugurazione delle targhe degli
antichi rioni realizzate da alcuni bravissimi artisti di Serramanna che hanno prestato la loro opera facendone dono alla
comunità, i “vicinati” del paese si sono animati come accadeva solo in tempi ormai lontani, quando c’era meno fretta e
meno internet e lo scambio di quattro chiacchiere “in bixinau” non era una rarità, ma un rito giornaliero che riuniva le
persone. Succedeva in particolare alle donne: spesso, sedute
sul gradino di una casa, lavoravano ad uncinetto o a maglia,
si scambiavano ricette, consigli, parlavano delle novità del
paese, di chi era nato, chi si era sposato, o chi era morto. Ora
che gli incontri si fanno per lo più su facebook e che i vicini
di casa non li incontriamo quasi mai, stare per una volta tutti
insieme è stata una parentesi piacevole per tutti e, sull’onda
del successo di quei bei momenti di aggregazione, l’11 ed il
17 ottobre 2015, Serramanna ha riproposto la manifestazione.
Organizzata dall’amministrazione comunale in collaborazione
con la cooperativa sociale Koinos, le associazioni “Anni d’Argento” e “Il Pungolo”, il gruppo folk “Su Stentu”, la Banda
musicale “Giuseppe Verdi” e “ is bixinaus”, ha avuto luogo
“Bixinaus in Festa e Festa dell’Intercultura”. Aggregazione
e accoglienza hanno fatto da padroni di casa durante le due
serate nelle quali i bixinaus si sono animati di musica, balli,
degustazioni e tante chiacchiere non virtuali, ma reali. La musica della banda, i balli del gruppo folcloristico, le varie mostre, le belle letture di brani e poesie, is cumbidus preparati
dai vicinati, si sono alternati nei rioni storici di Su Mobìu, De
Cunvèntu, Funtanèdda, De Crésia, Sa Còncia, Sa Roja, Su
Monti, Is Argiolas, Sa Perda Crocàda, Mesu Bidda, Santu
Stèvini, Sant’Àngiu, Bau Arena.
Vicini di casa nati a Serramanna e vicini di casa arrivati da
nazioni lontane, ma nostri compaesani d’adozione, hanno condiviso la gioia dello stare insieme e di conoscere reciprocamente usi, costumi e cibi differenti, sentendosi parte della
stessa, identica comunità e dello stesso vicinato, al di là della
lingua o del colore della pelle, ma per il piacere e la gioia di
stare insieme ed essere “bixiusu in festa”. Forse il passato
non tornerà, ma il futuro è nelle nostre mani, perciò, visto
che gli impegni quotidiani ci impediscono di stare insieme
come si faceva una volta, approfittiamo delle occasioni di
incontro che ci vengono offerte e partecipiamo attivamente,
scoprendo ciò che di bello può regalarci il nostro paese.
Francesca Murgia
PABILLONIS
Eccezionale operazione della Prociv
per salvare due cuccioli
Una eccezionale operazione di salvataggio è stata effettuata
venerdì mattina dalla Prociv di Pabillonis per liberare due
cuccioli di cane, abbandonati in una cavità del Rio Bellu.I
piccoli animali, a causa della profondità della buca, non riuscivano più a risalire e sarebbero sicuramente morti senza
l’intervento dei volontari dell’associazione. È stato il vicepresidente Mario Montis, non senza difficoltà, a calarsi, con
una imbragatura di sicurezza, nella cavità profonda diversi
metri e recuperare i due cuccioli affamati e intirizziti dal
freddo, e riportarli in superficie.
All’operazione ha partecipato, in veste di socio della Prociv, anche il sindaco Riccardo Sanna che ha raccontato
l’accaduto e diffuso su facebook le immagini del salvataggio. «Stamattina, su segnalazione di un cittadino di Pabillonis al servizio di Polizia Municipale, abbiamo provveduto,
grazie ai Volontari della Protezione Civile Pabillonis, al recupero di due cuccioli, che qualcuno con poca umanità ha
pensato di gettare all’interno del Fiume Riu Bellu. Fortunatamente i cuccioli sono sani e salvi, sono stati visitati dal
servizio veterinario della Asl e sono stati ricoverati nel canile convenzionato dal Comune», racconta il primo cittadino.
L’aumento dei cani randagi sta diventando un problema
per il paese anche perché il comune si deve fare carico del
costo dell’affido nel canile convenzionato. Ecco dunque l’appello del sindaco per attenuare per quanto possibile il problema: «Si fa appello ai cittadini, anche in questa occasione, che è sempre attiva la campagna di adozione dei randagi
dal canile che permette di beneficiare, oltretutto, dello sgravio sulla tassa dei rifiuti solidi urbani, (è previsto un contributo di 250 euro per tre anni consecutivi), riducendo così
anche le spese per il mantenimento degli animali abbandonati e accalappiati», precisa il sindaco.
Dario Frau
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1 novembre 2015
VILLACIDRO
GUSPINI
La stazione forestale ha cambiato sede
I Forestali di Guspini hanno
una nuova sede, dalla storica
stazione di Viale Di Vittorio
si sono trasferiti nella nuova
struttura di via Palermo. La
Stazione forestale, coordinata dall’Ispettore Superiore
Gian Paolo Madau, è composta da tre sottufficiali e da dodici Assistenti Capo, per un
totale di 16 unità in possesso
delle qualifiche di Polizia giudiziaria e pubblica sicurezza
che assicurano la tutela e la
vigilanza dell’ambiente con il
compito di controllare circa
54.000 ettari di territorio
estremamente variegato che
comprende Arbus, Guspini,
Pabillonis e Gonnosfanadiga
per quanto riguarda l’isola
amministrativa di “Pardu Atzei”.
Il Corpo forestale esercita
funzioni sia di coordinamento sia operative nella prevenzione e nella lotta agli incendi boschivi e in materia di protezione civile. Promuove le
attività di previsione e studio
degli scenari di rischio per la
salvaguardia dell’incolumità
pubblica e dell’ambiente.
Provvede in particolare alla
tutela tecnica ed economica
dei boschi, dei beni silvopastorali dei comuni e degli
enti pubblici, dei parchi, riserve, biotopi ed altre aree
di particolare interesse naturalistico e paesaggistico.
La stazione di Guspini ha in
capo il controllo dei 47 chilometri della costa di Arbus,
area sottoposta a vincolo
paesaggistico per la sua naturale bellezza, e deve effettuare quotidianamente i controlli urbanistici, sulla pesca,
sull’abbandono dei rifiuti,
sul patrimonio boschivo,
dove la macchia primeggia
su tutta la costa, e sulle lavorazioni agrarie. Un lavoro in difesa di un patrimonio naturalistico di vitale
importanza per il
territorio del Medio Campidano e
non solo. Inoltre ha
il compito di tutelare i sei siti di Interesse Comunitario, nonché
il complesso minerario dismesso di Montevecchio-Ingurtosu, riconosciuto patrimonio dell’umanità dall’Unesco.
Il controllo dei forestali di
Guspini si estende all’oasi di
protezione faunistica “Montevecchio Piscinas” ove il
cervo sardo domina lo scenario in un areale di circa
15.000 ettari. Con l’organico sempre più carente, gli
uomini dell’ispettore superiore Madau devono far fronte ogni anno alla campagna
antincendi in un territorio
In 200 potranno acquistare
i terreni comunali
assegnati in concessione
particolarmente fragile e
vulnerabile. Non si può dimenticare il continuo attacco incendiario al Monte Santa Margherita dell’estate trascorsa, dove i Forestali con
l’ausilio dei mezzi aerei
sono riusciti a contenere le
fiamme. Ed è ancora vivo il
ricordo dell’incendio sviluppatosi nel territorio di Gonnosfanadiga il 3 luglio del
2014, che ha interessato anche Arbus e Guspini, distruggendo complessivamente 1.746, 46 ettari di bosco e pascoli.
Francesco Zurru
Sardara: cimitero riaperto dopo la tromba d’aria
Più di 200 villacidresi potranno acquistare i terreni
comunali dati in concessione per 99 anni e i reliquati
(piccole porzioni di terreno e aree di proprietà del Municipio) dove è stata edificata la casa. Il consiglio
comunale ha già fissato i criteri che consentono il cambio di regime giuridico da diritto di superficie a diritto di proprietà per gli assegnatari di queste aree che
potranno essere cedute ai privati. Sono i terreni inclusi nei piani di edilizia economica e popolare e identificati con le denominazioni “Numero 1 e 2” nelle
località “Campusantu”, “Isch’ebidda”, “Corterisoni”
e “Gutturu Abis”.
L’importo da pagare verrà calcolato caso per caso in
base alle caratteristiche possedute dall’area e dall’abitazione costruita, come ricorda l’assessore all’urbanistica Federico Sollai: «Questa possibilità di entrare
in possesso della piena titolarità della superficie su
cui si è costruita la casa consentirà da un lato ai cittadini di divenire finalmente pieni titolari delle aree e
dall’altra al Comune di recuperare risorse da reinvestire in interventi di riqualificazione delle aree urbane degradate e sul patrimonio pubblico».
Se tutti i concessionari di queste aree decideranno di
sfruttare la possibilità offerta dall’amministrazione comunale, il Municipio incasserà oltre 500mila euro. Chi
vuole può già richiedere informazioni in Comune mentre sarà istituito uno sportello per ricevere cittadini e
tecnici ed esaminare i singoli casi: «Per venire incontro ai cittadini - aggiunge Federico Sollai - l’amministrazione ha elaborato delle agevolazioni per chi intende usufruire di questa misura come lo sconto del
20 per cento per chi paga il totale dovuto in 12 mesi
oppure il pagamento si potrà dilazionare con la rateizzazione in 4 anni». Ora ci sarà l’avviso e la modulistica per richiedere l’acquisto dei reliquati che potranno essere annessi alle altre proprietà esistenti.
Gian Luigi Pittau
PABILLONIS. SURROGA
Come promesso il cimitero per la commemorazione dei defunti è stato riaperto con una veste nuova: i cipressi pericolosi abbattuti e gli altri sfrondati dai rami a rischio caduta. L’alt
tra le lapidi era stato disposto a seguito dei danni causati dalla tromba d’aria abbattutasi sulla cittadina termale. Piante
cadute sopra le tombe avevano finito per demolirne alcune e
ferirne altre, danneggiando parecchie addobbi ornamentali.
“Adesso - spiega l’assessore all’ambiente, Andrea Caddeo -
dopo diversi giorni di lavori, sia da parte degli operai del
Comune sia di ditte esterne, i viali sono stati liberati da tutta
la sporcizia prodotta dai cipressi caduti e sarà possibile visitare le tombe”. Quello che si è abbattuto sul camposanto è
stato un vero fenomeno di calamità naturale che ha richiesto
un intervento di 30 mila euro per attuare il piano di emergenza, consentendo in breve tempo di ripristinare le condizioni di sicurezza per i parenti dei defunti. (s. r.)
SARDARA
“Duus Liburus Po S’Atongiu Sardaresu”
La Consulta della cultura e lingua sarda di Sardara, in collaborazione con il Comune e la Proloco, organizza due appuntamenti della manifestazione letteraria “Duus Liburus Po
S’Atongiu Sardaresu”. Sabato 31 ottobre alle 18 nel centro
aggregazione sociale, Giampaolo Pisu e Maddalena Manunza della Consulta e Valentina Viaggiu, presidente della Proloco, presenteranno il libro autobiografico “Cella n° 21” dell’indipendentista ozierese Bainzu Piliu, primo politico e intellettuale sardo ad aver promosso il bilinguismo nell’università. Il 7 novembre alle 18 nella chiesa Sant’Anastasia,
Marco Melis coordinerà la presentazione del libro “Manifesto delle Comunità di Sardegna” di Eliseo Spiga, Francesco
Masala e Placido Cherchi, alla quale parteciperanno il sindaco Giuseppe Garau, l’assessore all’ambiente Andrea Caddeo, il presidente della cooperativa sociale Villa Abbas Giuseppe Garau e il curatore del libro e portavoce di MDF Sardegna Roberto Spano. «L’essenza del libro – dichiara Giampaolo Pisu, citando la prefazione di Maurizio Pallante – sta
nella proposta concreta di costruire un nuovo paradigma
culturale che liberi gli esseri umani dal ruolo di meri strumenti della crescita economica, riportando il fine delle attività economiche e produttive al miglioramento della qualità
della vita».
Marisa Putzolu
Giovanni Giuseppe Scanu
nuovo consigliere comunale
Cambio di guardia nel gruppo
di minoranza in consiglio comunale. Nell’ultima riunione è
stato infatti rimpiazzato il posto vacante di Georgia Tomasi, eletta nella lista “Pabillonis
e a capo”, che aveva presentato le dimissioni dalla carica
di consigliere comunale, in
data 04.09.2015.
Il consiglio, all’unanimità, ha
proceduto alla surroga della dimissionaria, con la nomina di
Giovanni Giuseppe Scanu. Il
gruppo di minoranza della lista “Pabillonis e a capo”, in
consiglio comunale, risulta,
pertanto, composto da Marco Tuveri, Stefania Erdas e Giovanni Giuseppe Scanu.
Dario Frau
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1 novembre 2015
11
ARBUS. FUNTANAZZA
1956: si inaugura la colonia estiva
più imponente e moderna d’Europa
F
untanazza è tutto oppure niente. Martirizzata, frustata
ma anche frustrata, spezza il cuore e la mente di chi ha
vissuto e toccato con mano i momenti di grande splendore della più imponente e moderna colonia estiva forse mai
realizzata in Europa. La realtà maltratta, i sogni invece accarezzano senza pudore i ricordi indelebili di intere generazioni di arburesi e guspinesi (soprattutto, ma non solo) avvolti nella struggente nostalgia dei tempi che furono. Il 13
maggio del 1956, infatti, veniva inaugurata a Funtanazza alla
presenza dell’ing.Filippo Minghetti direttore della miniera,
del presidente della Regione Sardegna Giuseppe Brotzu e di
mons. Antonio Tedde vescovo della diocesi di Ales-Terralba
la “Casa al mare Francesco Sartori”, una maestosa e moderna struttura superbamente dotata di due piscine (una delle
quali omologata dal Coni quale olimpica) adagiata a pochi
metri dal mare su un’ampia e suggestiva insenatura che la
“Montevecchio Società Italiana del piombo e dello zinco”
fece costruire quale colonia marina estiva destinata ai figli
dei minatori. Dalla metà degli anni sessanta i venti di crisi
però iniziano a spirare sempre più forti in quello che era con-
siderato il più importante polo minerario d’Europa. Nel 1991
con l’occupazione di Pozzo Amsicora si certificò la definitiva
cessazione delle attività estrattive, atto finale che “costrinse”
l’Eni ad esporre comunque, già qualche tempo prima, estate
1983, nella “Francesco Sartori”, il cartello “chiuso per cessata attività”. Da allora solo degrado, proposte e tante, tantissime polemiche politiche (spesso e volentieri strumentali) e imprenditoriali che di fatto hanno finora vanificato le giuste aspettative di chi vede nella riqualificazione di Funtanazza il primo e forse più importante tassello verso l’auspicato e possibile riscatto economico e sociale di un intero territorio.
La ribellione pacifica del 13 maggio 1994 che portò all’occupazione simbolica della colonia fu il primo campanello
d’allarme del rifiuto da parte degli arburesi di quell’immobilismo burocratico, allora ancora in stato embrionale, che da
lì a poco avrebbe caratterizzato in senso fortemente negativo
tutti i passaggi politico-istituzionali-imprenditoriali del dossier Funtanazza. Nel 1996 si comincia a parlare di una possibile trasformazione della colonia in struttura ricettiva alberghiera. Nel 1998 il comune di Arbus attraverso una variante
al proprio Piano Regolatore concede alla SNAM S.p.A una
volumetria complessiva di 70.000 mc per l’intervento a Funtanazza e 80.000 mc per Scivu. Buco nell’acqua! Per una
serie di pareri negativi non se ne fece niente: impossibile
costruire a Scivu! Alla nuova proprietà la Riva di Scivu SRL
in mano a Renato Soru, nel frattempo sceso in politica, rimane solo Funtanazza. Il primo tentativo di riqualificazione del
2008 cade però nella trappola del meccanismo burocratico e
di norme vincolistiche partorite dallo stesso Soru contenute
nel nuovo Piano Paesaggistico Regionale. Il resto è storia
attualissima dei nostri giorni.
Siamo ormai ai titoli di coda! L’iter burocratico, è vero, è
ancora da completare in alcuni passaggi che potrebbero rivelarsi pure insidiosi e il dibattito si preannuncia piuttosto animato: Funtanazza considerata non a torto “Madre di tutte le
battaglie” potrebbe comunque, forte dell’ultima definitiva autorizzazione del Corpo forestale e di vigilanza ambientale,
rappresentare davvero la grande opportunità di rinascita e di
crescita per l’intero territorio.
Gianni Vacca
Dal glorioso passato
all’incerto futuro:
da colonia a hotel di lusso?
Il parere di amministratori e forze politiche
D
a colonia a hotel di lusso riservato a circa 200 ospiti con
tanto di suite, bungalow, campi da tennis, impreziosito
dal fregio aristocratico delle 5 stelle. Cambia decisamente il
target: non più figli di minatori ma un turismo facoltoso e
raffinato affascinato e desideroso di toccare con mano questo meraviglioso lembo di costa che risponde al nome di Funtanazza. Il progetto originario costretto alla rimodulazione in
fase d’intesa per le osservazioni del Corpo forestale e di vigilanza ambientale ha avuto il via libera solo qualche giorno
fa, esattamente lunedi 10 ottobre, cosa tempestivamente comunicata al sindaco dalla società Riva di Scivu srl pronta
dunque a presentare sia al comune che alla regione il progetto definitivo per completarne l’iter burocratico.
Non nasconde dunque la sua soddisfazione il sindaco Antonello Ecca. Il dossier Funtanazza pare evolversi infatti, almeno per quanto riguarda la parte burocratica, in modo decisamente positivo. Non è un mistero che il primo cittadino
(insediatosi ricordiamo appena qualche mese fa) tra le priorità del suo mandato amministrativo abbia posto proprio quella dell’ineludibile (ri)lancio del settore turistico “Nelle marine ma non solo”-tiene subito a precisare il sindaco-, “autentico toccasana per un territorio martoriato dalla crisi economica e occupazionale”. «Siamo decisamente favorevoli al risanamento, riqualificazione e ricupero della colonia di Funtanazza - dichiara convinto Antonello Ecca - un intervento
che deve essere fatto nel massimo rispetto delle normative
esistenti sia in materia di urbanistica regionale sia naturalmente prestando particolare attenzione alle delicatissime tematiche ambientali che in quell’area ricadono. Un intervento
tra l’altro di grande qualità che porterà la nuova struttura, tra
bungalow (una cinquantina ) e il corpo principale a un netto
abbattimento delle volumetrie previste a Funtanazza che
passeranno dai 70.000 mc in disponibilità dell’area ai 42.000
mc progettuali».
Sindaco, in molti ambienti serpeggia parecchio scetticismo,
suffragato anche da alcune dichiarazioni rilasciate da Renato Soru azionista di maggioranza del gruppo, che La Riva
di Scivu srl a progetto approvato possa investire direttamente nella realizzazione dell’opera. Cosa ne pensa?
«Da parte nostra e per quanto ci compete - precisa Antonello
Ecca - ci sarà a partire dalla conferenza dei servizi che ben
presto dovrebbe essere attivata, massima attenzione e controllo, in modo particolare per quanto concerne la tempistica
di realizzazione dell’opera».
Decisamente favorevoli alla riqualificazione di Funtanazza
anche le minoranze consiliari, anche se le posizioni di Gianni Lampis (Lista civica per Arbus) e di Emanuela Paschino
(Svolta per Arbus) non sembrano, per motivi diversi, completamente appiattite sulle posizioni del gruppo di maggioranza. Tutt’altro. «Siamo da sempre d’accordo affinché Funtanazza possa rappresentare per il comune di Arbus un polo
turistico di grande attrattiva - attacca Gianni Lampis capogruppo consiliare e fresco neoconsigliere regionale (Fratelli
d’Italia) - vanno benissimo i bungalow purché privi però di
angolo cottura che vorrebbe significare di fatto solo seconde
case. Sarà inoltre fondamentale la capacità e la volontà di
incidere da parte dell’amministrazione nell’imporre, al rilascio della concessione edilizia e legata ad essa, il rispetto
della tempistica e la verifica periodica degli stati d’avanzamento onde evitare inutili e possibili speculazioni».
Per Emanuela Paschino (ri)emerge invece il solito deficit di
democrazia. «Preciso di essere favorevole affinché Funtanazza torni ad essere per noi arburesi non solo passato ma anche
futuro pur trovandomi nella difficoltà oggettiva di
emettere un giudizio preciso in quanto non messa
in condizioni di poter, magari anche solo ufficiosamente, prendere visione
del progetto. Insomma risanamento sì, bungalow sì,
ma niente seconde case. Il
rilancio di Funtanazza rappresenta anche per noi un
punto fondamentale per il
rilancio economico arburese». Il dibattito però non
coinvolge solamente gli
addetti ai lavori. Anzi!
«Ben venga il risanamento di Funtanazza anche se stride e fanno a pugni la figura di
Reanto Soru padre del “salva coste” ed il Renato Soru imprenditore»- afferma Remigio Frau, geometra e titolare di uno
studio tecnico che fa da portavoce al comparto tecnico e dell’edilizia da sempre comunque interessato alle problematiche cittadine. «Auguriamoci che sia il primo tassello che permetta di smuovere quell’immobilismo burocratico (regionale/comunale) che ha portato alla fame il nostro comparto. La
politica deve fare il suo corso e deve assumersi tutte le sue
responsabilità: Arbus è privo di Puc, non ancora adottato,
privo di Pul e privo, cosa gravissima, anche della possibilità
di utilizzare la legge regionale sul piano casa perché ancora
non recepito. Basterebbe pochissimo, un inezia, appena una
delibera di giunta, chiediamo troppo?». (g. v.)