Costa Verde: ancora una volta snobbata dalla Regione
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Costa Verde: ancora una volta snobbata dalla Regione
PDF Compressor Pro 2 1 novembre 2015 ARBUS. IGNORATE GUTTURU ’E FLUMINI E CAPO PECORA C osta Verde: tanto bella quanto abbandonata. Alla viabilità scarsa e priva di sicurezza, ai servizi affidati alla buona volontà dei privati, al caos parcheggi, si aggiunge la memoria corta della Regione, tant’è che dimentica due spiagge dall’elenco delle 240 inserite nella Carta delle spiagge della Sardegna: Gutturu ’e Flumini e Capo Pecora. Protestano i cittadini, ma soprattutto gli operatori turistici. «Da sempre - ricorda il titolare di un bar a Gutturu, Antonello Lecca abbiamo lamentato la carenza della viabilità e dei servizi, l’assenza della nostra località dalla promozione turistica della Regione non ci voleva proprio. Speriamo che si tratti di una svista e che corra presto ai rimedi». I fatti. L’isola presenta un perimetro costiero esteso Costa Verde: ancora una volta snobbata dalla Regione circa 1840 Km, 50 sono di Arbus: da Capo Pecora a Capo Frasca. Nei giorni scorsi l’Assessorato Regionale al Turismo, Artigianato e Commercio ha promosso la redazione della Carta delle spiagge della Sardegna consultabile e scaricabile dal sito istituzionale www.sardegnaturismo.it. Inutile scorrere e riscorrere l’elenco: Gutturu ’e Flumini e Capo Pecora non ci sono. Per essere precisi: la prima è proprio scomparsa, mentre la seconda finisce nel territorio di Buggerru. E non perché in via Trento non le conoscessero, basti pensare che nella pagina web www. sardegnaturismo.it Gutturu viene descritta “lunga due chilometri, si presenta con un fondo di sabbia chiara sottile ed è delimitata da una scogliera e da fitti cespugli della tipica vegetazione della macchia mediterranea. Le sue acque sono di un azzurro cangiante per i giochi di luce creati dal sole riflesso sul fondale”. Capo Pecora “con un fondo di sabbia chiara a grani grossi delimitata da scogliere a strapiombo sul mare. Le sue acque sono particolarmente limpide e un effetto cromatico suggestivo è offerto dalla mescolanza del dorato della sabbia, del colore delle rocce, dal tappeto di vegetazione tipica della macchia mediterranea che ricopre le dune”. La questione arriva ora sui banchi del Consiglio regionale con un’interpel- SAN GAVINO Fonderia: un deposito di veleni, ora la bonifica L’area che circonda la fonderia è un deposito di veleni. Piombo ed altri metalli pesanti si sono depositati per diversi decenni in un perimetro di almeno 17 ettari, ma ora quest’area potrà essere bonificata. Si occuperà della messa in sicurezza dell’area per conto dell’Eni la società Syndial su incarico del ministero dell’ambiente, come rimarca il sindaco Carlo Tomasi: «Per la bonifica dell’area ci sono 17milioni e 500mila euro. Abbiamo partecipato come amministrazione comunale alla videoconferenza che si è svolta a Roma insieme all’Eni, alla Asl, al ministero e alla provincia. Vogliamo che l’area venga messa in sicurezza: la proposta della Syndial è quella di creare un ‘sarcofago’ per eliminare i pericoli di contaminazione. L’ideale sarebbe restituire quell’area alla comunità, ma non è facile spostare quei veleni ed inoltre bisogna considerare il fatto che l’alluvione Cleopatra ha interessato in particolare quella zona ad alto rischio idrogeologico (Hi4), con prescrizioni e divieti assoluti. È necessario capire come possa coesistere una discarica di tale portata su una zona che prevede solo divieti di costruzioni e non sappiamo gli effetti che produrranno nel tempo questi rifiuti». EMISSIONI AL PIOMBO Oggi non ci sono più le emissioni inquinanti della fonderia ridotte al minimo e rimane solo un lontano ricordo quell’odore acre di fumi di piom- bo che si sentiva fino a pochi decenni fa e che aveva creato non pochi problemi alla salute dei sangavinesi ed in particolare dei bambini. Non va dimenticato che a San Gavino l’incidenza di tumori sulla popolazione è altissima. BONIFICA DELL’AREA Intanto l’assessore Stefano Musanti non vuole una semplice messa in sicurezza dei 17 ettari: «Vogliamo che con la bonifica vengano tolti tutti i veleni disseminati nell’area, eliminando le sostanze tossiche e cancerogene. Non ci basta una semplice recinzione dell’area, vogliamo che gli spazi siano utilizzabili dalla gente per il tempo libero e per le attività ricreative. Dire che la discarica è in sicurezza vuol dire solo che rispetta le norme vigenti, ma non sappiamo cosa succede quando si verificano fenomeni come l’alluvione del 2013. La discarica è troppo vicina al paese, c’è anche un fiume: la soluzione deve essere quella di allontanare il più possibile questo rischio. Qui si parla della salute dei cittadini, invece nel 2009 si è consentita la demolizione, ampliando la stessa discarica, senza conoscere nel dettaglio i materiali conservati». Ora la speranza è che i tempi della bonifica non siano troppo lunghi perché nel frattempo potrebbero verificarsi altri eventi alluvionali con il rischio di spostamento dei veleni. Gian Luigi Pittau lanza del consigliere Gianni Lampis. «Abbiamo chiesto al presidente Francesco Pigliaru di farci sapere chi ha redatto la Carta delle Spiagge della Sardegna, attraverso quali procedure è stato selezionato, il costo di tale incarico e i parametri utilizzati per l’individuazione delle spiagge. Soprattutto l’immediata revisione della Carta, con l’inserimento di Gutturu ’e Flumini e Capo Pecora. Anche la correzione delle pericolose e fuorvianti indicazioni relative alle spiagge del Poligono di Capo Frasca, dichiarate aperte all’esterno, ma che di fatto non lo sono”. Santina Ravì Regione. Interpellanza Nuovo Isee, mannaia sulle borse di studio Studenti fuori sede e abitanti di piccoli e medi comuni. Sono loro i cittadini maggiormente colpiti dai parametri del nuovo Isee che ha determinato, secondo una stima nazionale, l’esclusione di una percentuale compresa tra il 10 e il 30 per cento degli universitari fruitori e aventi diritto negli anni precedenti di borse di studio, alloggi e altri servizi di sostegno sociale. A denunciare questa situazione anche in Sardegna è Fratelli d’Italia, con un’interpellanza presentata in Consiglio regionale, primo firmatario Gianni Lampis. «Il nuovo Isee - denuncia Lampis - non rispetta i principi di meritocrazia e di vera solidarietà di uno Stato sociale che vuole tutelare le fasce deboli della nostra popolazione. Sembra, invece, più un’operazione di polizia fiscale che sta già colpendo in particolar modo gli studenti fuori sede e i cittadini di piccoli e medi comuni». Chiede pertanto al presidente Francesco Pigliaru e all’assessore all’Università, Claudia Firino, di intervenire presso il Governo per rivendicare una revisione dei criteri sui quali si calcola il nuovo Isee, al fine di garantire una maggiore equità. «La Regione - aggiunge l’esponente di Fratelli d’Italia deve farsi portavoce della necessità di una vera giustizia sociale che miri alla tutela dei nostri studenti universitari, ma anche di tutti coloro che sono costretti a chiedere aiuto ai servizi sociali dei comuni dell’Isola». Sarebbe anche interessante conoscere dati certi su quanto ammontoano in Sardegna i tagli ad assegnazioni di borse e contributi vari agli universitari dovuti alle nuove regole e se tutti i Comuni abbiano applicato, nelle rispettive graduatorie per la concessione di servizi di carattere sociale, il nuovo modello Isee o in alcuni si sia proceduto ancora con il vecchio sistema. (s. r.) PDF Compressor Pro 1 novembre 2015 ARBUS. CONVEGNO “Senza un Piano faunistico la gestione è impossibile” Il fenomeno ormai è al limite: la Regione intervenga è facile. È arrivato il momento di chiedere con forza l’intervento del Consiglio regionale». Ha parlato di competizione con “ospiti non graditi” Giampaolo Atzeni, titolare di aziende agricole a Funtanazza, Monte Arcuentu, Sa Perda Marcada. E Pa- olo Isu ha aggiunto: «È una lotta continua, ma alla fine sono talmente tanti che vincono loro. Appena recintiamo i campi con la rete metallica, arrivano e la distruggono. Per non parlare delle volpi che divorano gli agnellini». La testimonianza di Tommasina Littarru, che conduce con il marito una azienda zootecnica, ha sfiorato l’argomento degli incidenti stradali. «Quando un cervo viene investito, telefoniamo agli Enti preposti. Poi lo scarica barile e l’animale resta lì per giorni». Ros- Costituita la delegazione Fisar del Medio Campidano Il 6 ottobre scorso,a Sanluri, è stata costituita la delegazione della Federazione Italiana Sommelier, Albergatori e Ristoratori del Medio Campidano, la prima in Sardegna. Ne fanno parte il delegato Maurizio Cappai, la segretaria Claudia Pinna, il tesoriere Rossella Pisu e i consiglieri Valentina Melis e Daniele Cossu. Nella stessa riunione sono stati consegnati gli attestati sommelier a chi ha superato i tre corsi organizzati dalla Fisar. Ad appoggiare la costituzione della delegazione Medio Campidano è stato il delegato della Fisar di Biella, Ennio Pilloni, originario di Sanluri. La neo delegazione sarà affiancata per un anno da un tutor, Luigi Terzago, tesoriere nazionale Fisar. Sono una trentina i sommelier nel Medio Campidano, compito della delegazione «è diffondere la cultura del vino ed organizzare corsi per conseguire la qualifica professionale di sommelier. Ma anche mini corsi di avvicinamento al vino». Via Matteotti, 28 - Guspini Tel. 070. 970934 - Fax 0709785036 E-mail: [email protected] Anno XVII - n. 19 1 Novembre 2015 Registrazione Tribunale di Cagliari n. 3 del 22 Gennaio 1999 Amministratore unico: COLDIRETTI Foto di Stefano Murgia L ’eccessiva presenza di fauna selvatica nel Medio Campidano provoca danni ingenti sia all’agricoltura, sia agli allevatori, ai pastori, ai cittadini. Il problema è sempre esistito, ma da oltre un decennio il numero degli animali allo stato brado è aumentato vertiginosamente. Ed oggi più che mai è oggetto di proteste, denunce, discussioni e confronti e, visti i fatti, appare irrisolto. Se prima erano solo i cervi al centro dell’attenzione, ora bisogna fare i conti con cornacchie, cinghiali, nutrie e diverse specie di uccelli. Se n’è parlato ad Arbus, nel corso del convegno regionale «Le problematica della fauna selvatica», organizzato dalla Coldiretti, in collaborazione con il Comune. I protagonisti dell’incontro sono stati agricoltori e pastori provenienti da diverse parti dell’Isola. Dito puntato contro la Regione, priva di un Piano faunistico. «Numericamente - ha detto l’allevatore Sergio Sanna - non sappiamo quanti sono gli animali da cui dobbiamo difenderci. Manca un osservatorio, pertanto la stessa gestione non SULLA FAUNA SELVATICA ORGANIZZATO DALLA 3 Antonietta Nolli Direttore commerciale: Nello Agus Per partecipare ai corsi di primo, secondo e terzo livello contattare via e-mail [email protected]. Carola Onnis w w w. l a g a z z e t ta . eu Consiglio- ha spiegato il presidente della commissione ambiente, Antonio Solinas del Pd - c’è una proposta di legge. Ne stiamo discutendo. Tre i punti principali: il controllo, l’abbattimento, contributi ai Comuni. E poi gli indennizzi sempre meno a causa dei tagli: quest’anno un milione di euro». Dal consigliere di Fratelli d’Italia, Gianni Lampis, sono partite accuse: «Il Piano faunistico in Regione c’è già da un anno. Non è stata ancora avviata la Valutazione ambientale strategica (Vas). Lo tengono chiuso nel cassetto, intanto la fauna selvatica cresce di numero e si spendono soldi per curare i capi feriti: quest’anno sono stati stanziati 150 mila euro. Nell’attesa di una soluzione che mi auguro veloce, propongo di valorizzare a scopo turistico i cervi, ospitandoli nei 250 ettari di pineta della Costa Verde». Santina Ravì Progetto Marmilla per migliorare spazi rurali, culturali e paesaggistici Il consiglio comunale di Siddi ha deliberato di individuare Ussaramanna come comune capofila per costituire un’associazione con i comuni di Collinas, Lunamatrona e Villanovaforru per partecipare al bando regionale, “Servizi essenziali per l’economia e la popolazione rurale - Servizi ambientali” del Gal Marmilla, le cui risorse finanziarie ammontano a circa un milione e 460mila euro. Il progetto è finalizzato a migliorare le attrattive dei territori rurali e i servizi essenziali alla popolazione e al sistema produttivo, negli spazi pubblici di interesse ambientale, culturale e paesaggistico, e potrebbe contribuire a migliorare l’economia locale. (m. p.) A questo numero hanno collaborato: Lorenzo Argiolas, Giovanni Contu, Stefano Cruccas, Elena Fadda, Gazzetta La del Medio Campidano Direttore Responsabile: Gian Paolo Pusceddu [email protected] - cell.329. 4878330 Adele Frau, Dario Frau, Francesca Garau, Franco Lilliu, Roberto Loddi, Antonio Loru, Andrea Meloni, Mondo Meloni, Francesca Murgia, Carola Onnis, Paolo Onnis, Paolo Salvatore Orrù, Carlo Pahler, Fernanda Pinna, Saimen Piroddi, Sergio Portas, Evaristo Puxeddu, Stefania Pusceddu, Marisa Putzolu, Rinaldo Ruggeri, Gigi Tatti, Augusto Tomasi, Fulvio Tocco, Vice Direttori: Gian Luigi Pittau, Santina Ravì Concessionaria di pubblicità: MediaTre s.r.l Guspini Via Matteotti, 28 tel. 070 970934 - fax 070 9785036 sano Vacca, consulente provinciale del settore ambiente, ha ricordato che «i veri ambientalisti sono gli agricoltori e gli allevatori» e che «i cervi nell’area di Montevecchio superano le tre mila presenze». Per il direttore di Coldiretti Cagliari, Vito Tizzano, «la presenza della fauna selvatica è fuori controllo. Nel Campidano c’è un carico eccessivo di cervi, ben tre volte maggiore rispetto alla media europea: 28 capi per km quadrato rispetto ai 7 di media europea». La situazione ormai al limite chiede riposte. «Il fenomeno – ha detto il commissario dell’Ente foreste Giuseppe Pulina – è dovuto anche allo spopolamento della Sardegna che sta portando ad un aumento vertiginoso della superficie boschiva. Negli anni ’40 occupava il 13 per cento, ed era la più bassa d’Europa, oggi siamo al 52 per cento». Infine la voce della politica. «In Stampa: Nuove Grafiche Puddu - Zona Industriale - Ortacesus (Ca) tel. 070 9819015 Venanzio Tuveri, Francesca Virdis, Franco Zurru. Tutto il materiale, foto, disegni e manoscritti pervenuti al giornale non si restituiscono. Le opinioni impegnano esclusivamente la responsabilità diretta degli autori. Questo numero è stato chiuso in redazione il 28 ottobre 2015 ore 12 e stampato in 2.500 copie PDF Compressor Pro 4 1 novembre 2015 VIA VILLACIDRO E VIA PO RIO MALU SAN GAVINO Due nuovi ponti per evitare le alluvioni A ddio all’incubo alluvione. Lo sperano i cittadini di San Gavino e gli imprenditori della zona artigianale del paese che il 18 novembre del 2013 hanno visto andare sott’acqua i sacrifici di una vita. Ma ora saranno demoliti e ricostruiti i vecchi ponti a tre arcate sul rio Malu di via Villacidro e nella strada per Guspini via Po. Così verrà meno il rischio di esondazione come successo il giorno dell’alluvione quando di fatto hanno bloccato l’acqua contribuendo ad inondare tutta la zona industriale del paese e le vicine case. La Regione ha assegnato al Comune di San Gavino un finanziamento di 3 milioni e 200mila euro da spendere in due anni e l’amministrazione comunale non vuol perdere tempo ed è stato già pubblicato all’albo pretorio del Comune e sul sito web il bando di gara per l’affidamento dei servizi di proget- tazione ed esecuzione relativi alla demolizione e ricostruzione dei ponti sul fiume Mannu di San Gavino Monreale. La sicurezza dei cittadini è la priorità per l’assessore ai lavori pubblici Stefano Musanti: «La progettazione dei ponti sarà esterna e si concluderà entro l’anno. Poi ci saranno due anni di lavori per demolire i ponti, adeguare gli alvei e farne la ricostruzione. Si partirà da via Po: l’obiettivo è di eliminare il rischio alluvione e restituire l’edificabilità dei suoli ai cittadini e agli imprenditori della zona artigianale». Ad oggi molti per il vincolo regionale delle fasce fluviali nel raggio di un chilometro dai fiumi è impossibile costruire e a San Gavino i terreni edificabili della zona sono ora bloccati. Buona parte del paese sarà messa in sicurezza ed anche in altre zone del paese cadranno i vincoli del piano di as- setto idrogeolico: «Stiamo portando avanti - aggiunge Musanti - le procedure per gli espropri per lo spostamento del rio Pardu. Questo corso d’acqua non sarà più a ridosso delle case e sarà spostato più lontano. In questo modo saranno tolti i vincoli che partono da via Dante a Ziviriu fino alla zona di viale Trieste e si potrà di nuovo costruire. Dopo gli espropri ci sarà la progettazione definitiva e la gara d’appalto. Il finanziamento regionale è di 3milioni di euro portati a 4milioni e 100mila euro dalla precedente amministrazione». Insomma a San Gavino finalmente sarà possibile costruire una casa nella maggior parte dei terreni edificabili del paese e dare addio ai tanti vincoli che negli ultimi anni ne hanno frenato lo sviluppo. Inoltre la messa in sicurezza dei ponti sul Rio Malu allontanerà il ripetersi dell’incubo dell’alluvione del 2013 che ha già messo in ginocchio l’economia del paese. Gian Luigi Pittau BARUMINI GONNOSFANADIGA Energie in circolo in Sardegna Funghi: un’annata eccezionale Un viaggio nell’energia sostenibile in Sardegna: è il tema della iniziativa dedicata alle energie in circolo, che si è tenuta al Centro culturale Giovanni Lilliu di Barumini. L’iniziativa ha coinvolto, da settembre a ottobre, otto Comuni dell’Isola, con un progetto di Sardegna cresce con l’Europa, Regione Sarda e Sardegna Ricerche, su temi di energie rinnovabili, efficientamento energetico, mobilità sostenibile, acquisti verdi, edilizia sostenibile, pianificazione urbanistica e consumi responsabili. Un successo di partecipazione, per il programma che ha avuto, per l’in- tera giornata, aree informative ed espositive per la sensibilizzazione delle comunità, spazi per la promozione del Premio energie in circolo indirizzato ai settori pubblico e privato, laboratori di educazione alla sostenibilità per le scuole con attività formative e ludiche, laboratorio partecipativo Metaplan per amministratori, tecnici ed esperti del settore. Il pomeriggio è stato dedicato all’angolo della Scienza con dimostrazioni sperimentali, e conclusione serale dell’evento con spettacolo Altre Fonti. Carlo Fadda SAMASSI Consulta giovanile: approvato lo statuto Con il Consiglio Comunale svoltosi il 29 settembre scorso, la Consulta Giovanile è finalmente divenuta realtà. È stato, infatti, approvato all’unanimità lo Statuto della Consulta e sia maggioranza sia minoranza si sono congratulate con i giovani promotori che hanno permesso che tutto ciò prendesse il via. Dopo due anni trascorsi tra iniziative, eventi e diverse manifestazioni organizzate da un gruppo di giovani in maniera spontanea e i numerosi incontri voluti dai ragazzi per informarsi, discutere e decidere come muoversi negli ultimi mesi, questo percorso è pervenuto ad un obiettivo concreto e tangibile: porre le basi per la formazione della Consulta Giovani di Samassi, per l’appunto. Si è giunti ad uno statuto dopo aver dibattuto a lungo su ogni articolo, su ogni comma e capo e ci si è basati, seppur in minima parte, sugli Statuti di consulte già esistenti, grazie alle quali i giovani promotori hanno compreso come muoversi e soprattutto che cosa vogliono o non vogliono che sia la consulta del paese. Ora, con l’approvazione dello Statuto il compito dei promo- tori non è concluso; coordinati dall’amministrazione comunale, devono impegnarsi per smuovere le coscienze degli altri giovani samassesi compresi tra i 16 e i 32 anni per farli avvicinare a tale progetto, affinché prenda forma sempre più definita. A breve sarà organizzato un evento con tale finalità e successivamente si svolgeranno le iscrizioni all’assemblea della consulta e le elezioni per la formazione del Direttivo. Carola Onnis L’anno 2015 verrà ricordato come un’annata eccezionale per la ragguardevole quantità di funghi, dal punto di vista quantitativo e qualitativo, nell’intero territorio di Gonnosfanadiga. Un paradiso che richiama l’attenzione dei residenti e di migliaia di cittadini provenienti dalle province di Cagliari, Oristano e Medio Campidano. I funghi sono un prodotto della natura ricercato, che consente alla maggioranza delle persone di vivere momenti diversi e allo stesso tempo di apprezzare il territorio troppe volte ferito dagli incendi boschivi e dall’abbandono dei rifiuti di ogni genere e tipo. Il motivo dell’esplosione di funghi nei boschi è semplice: la prolungata latitanza dell’anticiclone delle Azzorre sul Mediterraneo ha consentito alle perturbazioni del nord di mantenere a livelli insoliti l’umidità, favorendo la crescita dei funghi. In una sola giornata circa duemila cercatori di funghi hanno invaso il territorio di Gonnos, qualcuno di loro ha raccolto qualcosa come due quintali di funghi porcini, in tanti al loro passaggio hanno calpestato funghi, manomesso recinzioni, intasato le strade rendendole ancor più pericolose. La crescita eccezionale, purtroppo, ha in- generato anche una sorta di frenesia in chi va per i boschi. «È la solita vecchia storia italiana - quando c’è abbondanza c’è sempre razzia: uno non si accontenta di uno o due chili, ne raccoglie cinquanta e magari li nasconde nel bosco per tornare a prenderli più tardi. Poi va a vantarsi con gli amici del bar. Un atteggiamento purtroppo tanto diffuso quanto nocivo». Questo comporta anche delle incognite: «Non sappiamo se torneranno a fruttificare gli stessi miceti che l’hanno già fatto in questi mesi o se saranno altri a farlo». La raccolta e la commercializzazione dei funghi è disciplinata da leggi nazionali, che indicano le specie, le dimensioni e il quantitativo massimo che si può raccogliere, oltre al calendario dei giorni consentiti. A causa di una minoranza di cercatori di funghi che hanno causato ingenti danni al territorio nel loro passaggio, sarebbe auspicabile che anche il comune di Gonnosfanadiga regolamentasse la raccolta dei funghi, istituendo una sorta di patentino autorizzativo, per richiedere il quale andrà allegato anche l’attestato di partecipazione ad uno specifico corso micologico. Francesco Zurru PDF Compressor Pro 1 novembre 2015 5 SERRAMANNA Proposto il recupero della cantina per la lavorazione di prodotti agricoli Una proposta per riconvertire ciò che ancora può essere recuperato della ex Cantina serramannese arriva dal mondo dell’impresa agricola. I vertici della ditta Agrigest Arte Verde a cui fanno riferimento alcuni agricoltori locali, riconosciuti come O.P. (Organizzazione Produttori) hanno avuto recentemente un incontro con Sergio Vacca, liquidatore della Cantina, al quale è stata manifestata l’intenzione di un eventuale utilizzo di parte dei locali ancora strutturalmente solidi destinandoli alla lavorazione del carciofo e dei SERRAMANNA La vendemmia e s’aggiudu torrau L’autunno, ad ottobre, nelle nostre pianure e nelle nostre colline è tempo di vendemmia. Non tutti colgono il fascino della vite e la sua meravigliosa trasformazione. L’inverno spoglia i suoi fusti dormienti che iniziano a risvegliarsi in primavera con tante gemme che cresceranno in nuovi rami dai pampini trilobati in cui spunteranno dei fiori che matureranno in frutto. Quel grappolo dalle diverse tonalità di verde, dalla struttura più fitta il nuragus ed il vermentino, e dal raspo più intricato il trebbiano, o dalle tonalità del nero amaranto per le qualità barbera, monica o cannonau, quest’ultimo rivelatosi nettare dolcissimo in una stagione florida per la raccolta ma che ancora deve attendere per conoscere la qualità del suo frutto trasformato in vino. La vendemmia 2015 si è rivelata una buona annata, cresciuta la quantità prodotta e la stessa qualità delle uve con un buon grado zuccherino che lascia ben sperare nella maturazione di vini di qualità. La realtà locale, ormai dimenticati gli anni d’oro di una florida cantina fra le più grandi d’europa, si caratterizza per una produzione in parte destinata al conferimento in cantine o alla vendita delle uve a privati ed in parte curata da piccoli agricoltori che amano produrre il vino per il consumo familiare. Il lavoro durante la raccolta è stato scandito dalla notizia riportata sui quotidiani e tutti i notiziari nazionali del pensionato viticoltore di Castellinaldo d’Alba, in provincia di Cuneo, a cui è stata comminata una mula di quasi 20.000 euro perchè sorpreso a vendemmiare con amici, che sono stati considerati lavoratori in nero. Ma la vendemmia non solo è lavoro ma è spesso festa, perchè i piccoli viticoltori ricorrono a parenti ed amici per una collaborazione occasionale, limitata alla sola raccolta, che nei piccoli appezzamenti si risolve in una mattinata d’impegno ma che ad un controllo inflessibile viene scambiata per lavoro nero. La vicenda tanto discussa, si è poi conclusa con il ritiro della sanzione da parte del Ministero del lavoro a seguito di una più attenta analisi del caso. Il confine tra lavoro nero e lavoro fra amici può essere sottile. Ma in una comunità dalla vocazione prevalentemente agricola come la nostra, quando ancora la tecnologia non aveva sostituito così tanta manodopera era del tutto normale fra agricoltori scambiarsi una mano d’aiuto nella vendemmia. Ed oggi continua ad esser così soprattutto per i piccoli appezzamenti. “S’aggiudu torrau” che mal si concilia con la normativa sul lavoro ma che ben si adatta al concetto di festa. Perchè la vendemmia è un festa, dalla raccolta alla torchiatura. Le chiacchierate, nei filari più o meno lunghi, sotto il sole che non è più estivo ma si accompagna spesso ad un rinfrescante maestrale, la rumorosa deraspatrice e la sistemazione della vinacce nei tini, la torchiatura ed il travaso del mosto negli ambienti per la fermentazione. Ma la festa più grande è l’assaggio del vino nuovo, ancora meglio se in compagnia, completamento della straordinaria trasformazione del frutto in vino. Elena Fadda prodotti ortofrutticoli stagionali. L’organizzazione di produttori intende restituire la destinazione economica originaria ad una struttura ormai praticamente abbandonata e, in particolare, quella che fu la zona riservata all’imbottigliamento, ancora potenzialmente in grado di accogliere nuove iniziative economiche. Tale gruppo di imprenditori sarebbe disponibile all’impegno per la bonifica degli spazi nonché per la riqualificazione dell’intera struttura, naturalmente previo approfondimento nei foto Franco Lilliu particolari dell’accordo. Nella prospettiva c’è la reale volontà di mantenere le antiche tradizioni e al contempo rilanciare gli investimenti produttivi per la trasformazione dei prodotti agricoli. Naturalmente, nel contesto delle nuove esigenze, sarà possibile riportare la Cantina nella disponibilità degli agricoltori serramannesi e, considerata la dimensione del progetto, per l’interesse di tutti i cittadini. Giovanni Contu UN SERRAMANNESE ALLA GUIDA DELLA CANTINA DELLA TREXENTA Fulvio Etzi è al suo terzo mandato consecutivo Imprenditore di Serramanna, Fulvio Etzi, conclude il terzo mandato consecutivo nel ruolo di presidente della Cantina della Trexenta. Quasi dieci anni di carriera come presidente e tre nel Consiglio di amministrazione in una società cooperativa; si tratta di un consenso evidentemente solido, maturato sulla fiducia per scelte talvolta dettate dal sacrificio ma che alla lunga hanno prodotto risultati positivi. «Sono grato ai soci, alcuni anche serramannesi - tiene a precisare Fulvio Etzi - poiché hanno compreso il motivo di alcune decisioni dettate dalla necessità e condiviso una strategia aziendale principalmente volta all’allentamento nei vincoli del credito e quindi privilegiare l’impiego di capitale di rischio e contemporaneamente ridurre al minimo quello di credito. Questo decennio è sembrato un secolo; ci sono state vere e proprie rivoluzioni nell’erogazione della liquidità per le aziende italiane. Molti non hanno saputo o potuto resistere alla crisi economica e pochi hanno trovato un adattamento adeguandosi positivamente alle circostanze. Ma non solo sono ancora in piedi: guardano il futuro con la sicurez- za di basi solide». Il primo incarico dirigenziale quasi sempre significa una scommessa; il secondo spesso è suggerito dall’esigenza continuità, ma il terzo un presidente deve proprio meritarselo. E parliamo di un mondo difficile. Dal Campidano alla Trexen- ta il passo non è lungo, in chilometri. Il mondo dell’agricoltura è complicato perché tra l’innovazione e la tradizione la sintesi non sempre è possibile; bisogna scegliere e in fretta. Spesso ci si muove sul filo di lana. Ma quando il passo è misurato i risultati arrivano. (g. c.) Trecentocinquanta ettari di vigneti Nel 1956 ventitré viticultori costituiscono la Cooperativa agricola Trexenta. Producono Nuragus e Monica e vendono solo in Sardegna. Agli inizi degli anni settanta cominciano ad esportare anche in Francia e Germania. Negli anni ottanta inizia la diversificazione produttiva, sorgono così i vigneti di Vermentino e Cannonau, e più recentemente di Chardonnay, Montepulciano e Carignano. Oggi la cantina si estende su una superficie di circa 350 ettari di vigneti gestita con una professionalità consolidata tramandata da generazioni. Annualmente vengono prodotte circa un milione di bottiglie che vengono vendute per il 50% in Sardegna e per il 50% fuori dall’isola. I vini della Cantina Trexenta sono infatti molto apprezzati non solo in Italia ma anche all’estero, nei paesi in cui attualmente commercializziamo: Francia, Spagna, Inghilterra, Germania, Svizzera, Belgio, Polonia, Repubblica Ceca, Stati Uniti, Giappone, Canada e Cina. (red.) PDF Compressor Pro 6 1 novembre 2015 PABILLONIS. COMMIATO DALLA POPOLAZIONE PABILLONIS. È ARRIVATO DON LUCA PITTAU Don Luca Carrogu ha lasciato la parrocchia Il nuovo parroco accolto con una grande festa Cambio di guardia in parrocchia per l’avvicendamento dei sacerdoti che ha toccato diversi paesi della diocesi di Ales. Una prassi che il vescovo Giovanni Dettori ha comunicato nei mesi estivi e che ha visto anche la parrocchia di Pabillonis coinvolta con la partenza del parroco titolare e l’arrivo del nuovo. Se “partire è un po’ morire”, come dice il proverbio, lo è stato certamente domenica 4 ottobre in occasione del commiato di don Luca Carrogu dalla sua comunità. Dopo otto anni non è stato facile nascondere l’emozione che traspariva, sia nel parroco che tra fedeli, in occasione dei saluti dopo la messa vespertina. I vari gruppi parrocchiali hanno voluto ringraziarlo con alcuni doni simbolici, a nome della comunità pabillonese, che “l’amico-sacerdote” porterà come ricordo nella nuo- va parrocchia di Arbus. Gian Luca Carrogu, 42 anni, è stato ordinato sacerdote a Sardara nel 2001 e dopo due anni di viceparroco ad Arbus ha retto la parrocchia di Siddi. La giovane età, il carattere gioviale, le numerose attività sociali promosse in parrocchia in collaborazione anche con il comune e l’incarico di presidente zonale dell’Anspi sono state alcu- ne caratteristiche che hanno accompagnato in questi anni la permanenza di don Luca a Pabillonis. Questi i commenti e i ricordi su cui si sono soffermati i cittadini durante il rinfresco che è avvenuto dopo la messa nel centro di aggregazione sociale di via Su Rieddu, dove in tanti hanno voluto salutare il loro parroco. Dario Frau Una grande folla, la musica delle launeddas e il gruppo folk Santu Juanni hanno accolto l’ingresso del nuovo parroco a Pabillonis, venerdì sedici ottobre. Don Luca Pittau di Villacidro, classe 1988, dopo quindici mesi dalla sua ordinazione è stato nominato a capo della parrocchia della Beata Vergine della Neve. Ad attendere il giovane sacerdote, davanti alla chiesa, oltre ad una moltitudine di fedeli c’erano i vescovi, mons. Giovanni Dettori della diocesi di Ales e quello di Ozieri mons. Corrado Melis, diversi sacerdoti e i sindaci Riccardo Sanna di Pabillonis, Carlo Tomasi di San Gavino e Teresa Pani di Villacidro. «Il percorso vocazione è nato nella mia parrocchia di Santa Barbara in Villacidro accompagnato dai miei parroci don Giovannino Pinna e don Corrado Melis. Negli anni in parrocchia ho sentito i primi segni della chia- mata alla vita sacerdotale. Questa volontà di consacrare la mia vita al servizio della Chiesa è cresciuta in particolare negli anni di studio presso il Liceo Classico di Villacidro. Scelta che poi si è concretizzata con l’ingresso nel pontificio seminario regionale sardo a Cagliari, nel 2008», rivela il neo parroco. La prima tappa importante: l’ordinazione diaconale il 29 dicembre 2013. Segue, in crescendo, il servizio di accolito e poi diacona- le nella parrocchia di San Bernardino in Mogoro e infine l’ordinazione sacerdotale il 5 luglio 2014 a Villacidro, Santa Barbara. Due mesi dopo viene nominato cappellano dell’ospedale di San Gavino e allo stesso tempo vicario parrocchiale di Santa Teresina in San Gavino. Dopo appena un anno, l’arrivo a Pabillonis dove la popolazione ha voluto salutare, nei locali dell’oratorio, con una grande festa, il giovane parroco.(d. f.) SANLURI. NUOVO PARROCO PER NOSTRA SIGNORA DELLE GRAZIE SARDARA. HA RETTO LA PARROCCHIA DELLA B. VERGINE ASSUNTA “La parrocchia deve farsi chiesa in uscita” Don Vincenzo Salis va in pensione Grande festa di accoglienza a Sanluri per l’arrivo del nuovo parroco: don Luciano Pani, 55 anni, da 23 sacerdote. Fedeli, autorità militari e civili, il sindaco Alberto Urpi e la sua giunta non sono mancati all’appuntamento di domenica 18 ottobre, nella chiesa di Nostra Signora delle Grazie, dove insieme hanno dato il benvenuto e fatto sentire il proprio affetto al loro nuovo pastore. La chiesa era gremita e festante, come solitamente si fa per le grandi occasioni. Nel saluto di ringraziamento, don Luciano ha invitato i fedeli ad aprirsi verso “i poveri, gli anziani, i malati, gli emarginati”, evitando chiusure a riccio. Punto di partenza sarà conoscere la cittadina, i suoi bisogni, le sue abitudini, le sue tradizioni, le famiglie. «Ho molto da imparare. Dovete aiutarmi. Soprattutto dovete pregare per me. Diversamente avrete il parroco che meritate: senza la preghiera qualunque missione è difficile». L’incoraggiamento a continuare «negli impegni e nelle azioni che state portando avanti in parrocchia. Inutile chiedermi se potete farlo: dovete continuare a farlo. Per le buone azioni non serve il permesso. Quello che non dovete fare è peccare». Don Luciano arriva da Cagliari, dalla parrocchia di Sant’Anna. Nominato sacerdote a 32 anni ad Assemini, dove risiedeva con la sua famiglia e ha trascorso la vita da seminarista e dove ha ce- lebrato la prima messa, è stato poi viceparroco a San Pietro e parroco a Mandas. «Qualche mese fa, quando monsignor Arrigo Miglio mi propose il trasferimento a Sanluri, dissi subito di sì. Avrei potuto rifiutare, invece sono felice di essere in questa cittadina del Campidano». Santina Ravì Tanta commozione tra i banchi della parrocchia Beata Vergine Assunta di Sardara, addobbata a festa per salutare don Vincenzo Salis, parroco da dieci anni, prima di ritornare nel suo paese d’origine, Arbus. Con la celebrazione della messa domenicale del 18 ottobre, don Salis ha concluso anche i suoi 52 anni di sacerdozio davanti ad una chiesa gremita di cittadini di ogni età. «Mettersi al servizio degli altri, condividere, sacrificarsi per gli altri - ha detto don Vincenzo, ribattezzato “donVin” dai sardaresi. - Non so se sono stato disponibile con tutti, ma di certo non è nel mio stile fare la “prima donna”. Vi chiedo scusa se non sono stato capace di dare tutto ciò che mi avete chiesto. Non capisco però perché diciamo “prima donna”. È vero, le donne si mettono in vetrina, ma in realtà sono gli uomini a cercare sempre una fetta di potere». Ha poi rivolto un pensiero ai giovani. «Ai nostri ragazzi - ha detto orgoglioso il parroco - perché sono ancora i miei ragazzi, un augurio che continuiate a crescere con Dio». E sono loro che lo hanno salutato in modi genuini: gli atleti della Dinamo Sardara pedalando fino al piazzale della chiesa, il coro parrocchiale intonando canti accorati e numerosi ragazzi consegnandogli doni e abbracci spontanei. A rappresentare la riconoscenza dei cittadini e delle istituzioni, anche il sindaco Giuseppe Garau e il consigliere parrocchiale Giorgio Caddeo. «Ora ti riserva una vita in salita, Arbus è tutta in salita - ha detto ironicamente il consigliere parrocchiale Giorgio Caddeo - per noi rimarrai sardarese, conserveremo nei nostri cuori un ricordo caloroso delle esperienze vissute in questi dieci anni e, ovunque c’incontreremo, ci saluteremo come compaesani». Applausi scroscianti quando, a nome di tutta la comunità di Sardara, gli sono stati donati un’icona russa, rappresentante la pietà della Madonna che abbraccia Gesù, e un cellulare “per non perdere i contati con i sardaresi”. «Non vi dimenticherò mai - ha concluso commosso don Vincenzo, - Sardara è veramente una bella realtà e può puntare in alto se ciascuno, grandi e piccoli, mette in circolazione i propri talenti e li condivide con gli altri. Vi porterò con me ad Arbus nelle mie preghiere rivolte alla mia Mamma». Marisa Putzolu PDF Compressor Pro 1 novembre 2015 VILLLACIDRO 7 PABILLONIS Celebrazioni per il centenario della prima Guerra Mondiale Automobilisti distratti, arrivano le multe educative dei bambini “Bell’esempio!” Lei ha parcheggiato in uno spazio riservato ai pedoni. Firmato Matteo e Denise, due bambini di otto anni. Contro la maleducazione e l’inciviltà degli automobilisti arrivano le multe educative dei bambini (nelle foto di Franca e Fabio) che hanno “multato” le macchine parcheggiate male o in divieto di sosta. Il messaggio è molto chiaro e arriva dal mondo dei bambini che dovrebbero seguire l’esempio degli adulti. Ormai nelle ore di ingresso a scuola si assiste ad una lunga e interminabile fila di auto parcheggiate anche in doppia fila. Di contro va avanti il progetto “Piedibus” che sta facendo riscoprire agli studenti villacidresi il piacere di andare a piedi alle rispettive scuole dell’obbligo. La passeggiata diventa un ulteriore momento di socializzazione e di festa, ma non mancano gli automobilisti distratti che con le macchine in sosta vietata talvolta impediscono il passaggio dei piccoli studenti, di anziani e disabili. La risposta dei bambini è stata chiara ed efficace: un po’ di ironia e buon senso non guasta come medicina per gli automobilisti indisciplinati. Gian Luigi Pittau Verrà ricordato con alcune iniziative il centenario della prima Guerra Mondiale. L’amministrazione comunale ha infatti previsto un ricco programma per ricordare l’intervento dell’Italia nel conflitto bellico del 1915-18 a cui parteciparono anche numerosi soldati del paese. Dal 1° al 15 novembre, nel palazzo Liberty dell’ex municipio, si potrà visitare una mostra fotografica e documentale del centenario, con interessanti testimonianze storiche. Di particolare interesse anche la mostra bibliografica che verrà allestita nella biblioteca comunale di via Su Rieddu, dal 2 al 30 novembre e che potrà essere visitata, il lunedì, martedì, giovedì e venerdì dalle 15:30 alle 18:30; il martedì e venerdì dalle 10 alle 13 e il sabato dalle 9 alle 12. Il momento clou della manifestazione si terrà invece il 4 Novembre con la commemorazione dei Caduti in Guerra. Questo il programma: alle 10.30 nella chiesa parrocchiale il nuovo parroco don Luca Pittau celebrerà la santa Messa, subito dopo, in corteo, la giunta comunale, i vigili con il gonfalone del comune, le autorità, gli alunni delle scuole del paese e la popolazione, si dirigeranno verso al Monumento ai Caduti dove il sindaco Riccardo Sanna deporrà una corona d’alloro, leggerà il Bollettino della Vittoria e scandirà, uno per uno, i nomi dei soldati pabillonesi caduti nella prima Guerra Mondiale. Dario Frau PDF Compressor Pro 8 1 novembre 2015 L’intervista Gaia Carcangiu L’ostetrica? Un valido aiuto per le future mamme L e ostetriche dei tempi delle nostre nonne dove sono andate a finire? Quegli angeli che per migliaia di anni sono accorsi a qualunque ora del giorno e della notte e con qualunque intemperia, a casa delle partorienti per assisterle nel momento più bello della loro vita, si sono trasferite in ospedale, come se il parto fosse una brutta malattia ed il parto in casa è diventato, per molti anni, solo un ricordo lontano, fuori moda. Da un po’ di tempo, però, tira un’aria di cambiamento e riscoperta di valori messi da parte e alcune ostetriche stanno abbandonando i corridoi degli ospedali e ricominciano a seguire le gravidanze in casa, accompagnando le future mamme lungo un percorso che non è malattia, ma gioia per una nuova vita che sta per venire al mondo. Gaia Carcangiu ha 25 anni ed è una giovane ostetrica libero professionista di Serramanna che opera nel Medio Campidano, un angelo che tiene per mano chi si affida a lei per affrontare i dubbi, i problemi e le tappe di una gravidanza. Come nasce la sua scelta di intraprendere la professione di ostetrica? In quarta superiore ho scoperto dell’esistenza di un corso universitario per diventare ostetrica e ho deciso di intraprenderlo, mi piaceva l’idea di “far nascere i bambini”. Iniziato il corso universitario mi sono buttata a capofitto, anzi, sono stata totalmente travolta da un mondo che non conoscevo, i tre anni di tirocinio ospedaliero sono stati interminabili e al tempo stesso sono volati in un lampo! E la scelta di seguire le mamme da vicino? Una volta laureata, spaesata e con poche probabilità di trovare impiego in un ospedale, ho iniziato a guardarmi intorno. Inizialmente mi sono iscritta a tanti gruppi facebook di mamme: sull’allattamento e lo svezzamento, sulla gravidanza e sul parto, sulla crescita dei bambini. E mi sono chiesta: ma ricevono la giusta assistenza? Vengono informate correttamente o piuttosto terrorizzate? Chi le sostiene una volta dimesse dall’ospedale? Mi sono accorta del grande vuoto assistenziale che abbiamo lasciato noi ostetriche, concentrandoci sempre più nell’ospedale, specializzandoci in patologia fino a sembrare dei piccoli medici, conoscendo la donna solo al momento del parto, senza conoscere il suo vissuto, il suo carattere, la sua famiglia, il bimbo che porta in grembo, e lasciandola sola in gravidanza, nel dopo parto ...ed ho deciso di colmare questo vuoto. Ora offro vari servizi a domicilio: pap-test e tamponi vaginali, sostegno al puerperio e all’allattamento, corsi di accompagnamento alla nascita, riportando la figura dell’ostetrica a quell’ambiente familiare che da sempre la caratterizza! L’esperienza di due mesi in un ospedale del Kenya come ostetrica volontaria ha arricchito il suo percorso professionale? Senz’altro! In Africa ho potuto vedere dei travagli non medicalizzati, senza peridurale né induzioni di parto, senza monitoraggi continui del battito cardiaco fetale. Sono passata da protocolli rigidi, orari da rispettare, ansia che in qualsiasi momento la situazione potesse precipitare, dal vivere il parto come un evento altamente pericoloso, alla lentezza, la bellezza della natura, la perfezione del corpo umano, la consapevolezza e l’istinto femminile, la gioia pura al momento del parto. Ho capito che non c’è strumento tecnologico paragonabile allo strumento ostetrico più importante: le nostre mani! Sono rientrata dal Kenya con tanta determinazione e sicurezza in più: non sono le ostetriche che fanno nascere i bambini, né i ginecologi, sia chiaro! Secondo lei come dovrebbe essere affrontata una gravidanza? Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità è preferibile che la gravidanza fisiologica venga gestita in autonomia da un’ostetrica, o in collaborazione con uno specialista in caso di complicanze. Se ci guardiamo intorno vediamo che la nostra realtà è ancora molto lontana da ciò che viene consigliato. Ormai la gravidanza è vissuta come una patologia: decine di prelievi, un’ecografia al mese, maternità a rischio anche quando tutto va bene. Per esempio le ecografie consigliate sono solo tre, una per trimestre, che sono le uniche pagate dalla sanità pubblica! È meglio fare i controlli necessari e poi imparare ad entrare in contatto con sé stesse e il proprio bimbo! Chi meglio della mamma sa se il bimbo si muove, le sue abitudini nel pancione, quando ha il singhiozzo, dove ha i piedini? GUSPINI. ORGANIZZATO Successo per l’ottavo raduno di auto e moto storiche organizzato dal “Club Fiat 500” di Guspini domenica 18 Ottobre. « Ci scusiamo per gli inconvenienti avvenuti e ringraziamo i partecipanti, il pubblico, l’amministrazione comunale di Guspini, la polizia municipale e gli sponsor che hanno creduto nella manifestazione» riferiscono gli organizzatori Alessandro Concas, Simone Frau, Andrea Lampis, Gianfranco Orrù, Marcello Serru e Franco Tiddia. Dopo l’esposizione al pubblico, che si è protratta per diverse ore lungo la via principale, come da programma Vespe, Lambrette, motociclette e piccole di Casa Fiat si sono unite nella sfavillante colonna di mezzi che da via Santa Maria si è diretta verso Arbus e Montevecchio, fino al Birrificio 4 Mori, attraversando a sirene spiegate i boschi della cittadina mineraria. Dopo l’aperitivo di rito, il lungo corteo si è avviato nuovamente verso Guspini fino al ristorante “Poldo West”, dove i partecipanti hanno DAL CLUB FIAT 500 Ottavo raduno di auto e moto storiche potuto consumare il pranzo. «È stato veramente bello» commenta Ilenia Usai, studentessa di Guspini. «Ho partecipato al raduno sulla Fiat 500 avorio di mio padre e come ogni anno mi sono divertita un mondo. Il giro tra i paesi, poi -conclude la giovane - è stato particolarmente piacevole ». L’evento, che anche quest’ anno ha fatto registrare un significativo numero di presenze, costituisce non soltanto un momento di svago per larga parte dei Guspinesi, ma è anche occasione di ritrovo per appassionati e intenditori da tutta l’isola. Francesca Virdis Molte mamme hanno ricominciato a scegliere di partorire in casa: qual è il tuo punto di vista su questa pratica? Il parto in casa dovrebbe costituire la prima scelta per la normale prosecuzione di una gravidanza fisiologica e all’ospedale solo come ultima scelta. Ovviamente parliamo di gravidanze fisiologiche, non complicate da malattie. L’assistenza è affidata alle mani esperte di ostetriche appositamente formate, che conoscono la coppia dalla gravidanza, che hanno fatto un percorso insieme di conoscenza reciproca. E se ci fosse un’emergenza? Prima, con il parto in casa tante mamme e bimbi morivano di parto... Le ostetriche che assistono un parto in casa sono esperte di fisiologia e sanno riconoscere quando una situazione sta diventando patologica e soprattutto sanno agire per tutelare mamma e bimbo. La casa, inoltre, non deve essere più lontana di trenta minuti di auto da un ospedale, in modo che si possa organizzare un trasferimento in tutta sicurezza. Prima tante mamme non erano seguite in gravidanza per cui partorivano in casa anche quelle con gravidanze patologiche non riconosciute e le condizioni igienico-sanitarie erano molto precarie. L’allattamento. I consigli dei pediatri sono spesso contrastanti. Qual è la sua opinione? Il latte materno è l’alimento ideale per il neonato. L’Oms raccomanda un allattamento esclusivo per i primi sei mesi di vita del bimbo, prevalente fino all’anno e complementare fino ai due anni. Domenica 4 ottobre io ed una collega abbiamo organizzato un incontro per festeggiare la settimana mondiale dell’allattamento al seno, alla quale hanno partecipato tante mamme che allattano o che sono incinte e vogliono allattare. È stata una mattinata di condivisione. Le mamme possono allattare serenamente quando sono correttamente informate. È necessaria tanta formazione e aggiornamento per poter parlare di allattamento, l’esperienza non basta perché la scienza va avanti e non si possono commettere gli errori del passato! Sento ancora consigli surclassati e che possono minare seriamente la buona riuscita di un allattamento come “allatta per dieci minuti a seno” oppure “fai un intervallo di tre ore tra le poppate”, mandando in crisi le mamme già bombardate dallo sbalzo ormonale del dopo parto... Segue le mamme dalla gravidanza al parto e all’allattamento. Qual è il “suo” ruolo? Il ruolo dell’ostetrica è quello di sorvegliare che tutto rientri nella fisiologia e mantenere lo stato di benessere della partoriente. Non dobbiamo insegnare a partorire o ad allattare, ma infondere fiducia in un compito gravoso che da sempre le donne sanno fare: le mamme. Francesca Murgia PDF Compressor Pro 1 novembre 2015 SERRAMANNA. ORGANIZZATA DAL COMUNE 9 E ASSOCIAZIONI LOCALI “Bixinaus in festa”: il piacere di stare insieme PABILLONIS La minoranza denuncia i disservizi dell’ecocentro Sembra un paradosso, ma di giorno in giorno diventa sempre più grande il cumulo di rifiuti abbandonati all’esterno, in prossimità del cancello d’ingresso dell’ecocentro comunale. Nonostante la struttura sia aperta tre volte la settimana, compreso il sabato, e il personale sia sempre disponibile per agevolare gli utenti nella differenziazione dei rifiuti negli appositi contenitori, furtivamente, alcuni cittadini abbandonano ogni tipo di materiale all’esterno, lungo il muro di cinta. Il problema dura già da tempo e dopo diverse, e infruttuose, interpellanze in consiglio comunale, i consiglieri di minoranza del gruppo “Pabillonis e a capo” hanno scritto una lettera al sindaco, all’assessore competente e ai responsabili dei vari servizi del comune per segnalare queste criticità. Marco Tuveri, Stefania Erdas e Giovanni Giuseppe Scanu, nella missiva, mettono in evidenza l’accumularsi di qualsiasi tipo di rifiuti proprio all’ingresso della struttura, nonostante l’ecocentro sia stato istituito proprio per evitare l’abbandono indiscriminato dei rifiuti nel territorio comunale. «Chiediamo come gruppo consiliare, nel rispetto dell’esercizio del mandato elettivo, di intervenire urgentemente provvedendo a far differenziare i rifiuti abbandonati all’ingresso dell’ecocentro e al successivo conferimento degli stessi e l’attivazione corretta delle telecamere per un sistema di videosorveglianza che dia un reale controllo dell’area». Ma non solo. I consiglieri segnalano anche che l’ecocentro è privo di allaccio idrico. “Ciò crea un notevole disagio sia per il personale che ivi opera (i servizi igienici non sono utilizzabili), sia per l’utenza (non si ha a disposizione un rubinetto per potersi lavare le mani una volta che si conferiscono i rifiuti). «Pertanto si chiede alle autorità e agli uffici in indirizzo di intervenire urgentemente, al fine di vigilare sull’adempimento delle norme di tutela della salute e della sicurezza, e che, in occasione della prossima convocazione del consiglio comunale, l’assessore competente relazioni su quanto segnalato con la presente», chiedono i firmatari. Dario Frau Lo scorso anno, durante l’inaugurazione delle targhe degli antichi rioni realizzate da alcuni bravissimi artisti di Serramanna che hanno prestato la loro opera facendone dono alla comunità, i “vicinati” del paese si sono animati come accadeva solo in tempi ormai lontani, quando c’era meno fretta e meno internet e lo scambio di quattro chiacchiere “in bixinau” non era una rarità, ma un rito giornaliero che riuniva le persone. Succedeva in particolare alle donne: spesso, sedute sul gradino di una casa, lavoravano ad uncinetto o a maglia, si scambiavano ricette, consigli, parlavano delle novità del paese, di chi era nato, chi si era sposato, o chi era morto. Ora che gli incontri si fanno per lo più su facebook e che i vicini di casa non li incontriamo quasi mai, stare per una volta tutti insieme è stata una parentesi piacevole per tutti e, sull’onda del successo di quei bei momenti di aggregazione, l’11 ed il 17 ottobre 2015, Serramanna ha riproposto la manifestazione. Organizzata dall’amministrazione comunale in collaborazione con la cooperativa sociale Koinos, le associazioni “Anni d’Argento” e “Il Pungolo”, il gruppo folk “Su Stentu”, la Banda musicale “Giuseppe Verdi” e “ is bixinaus”, ha avuto luogo “Bixinaus in Festa e Festa dell’Intercultura”. Aggregazione e accoglienza hanno fatto da padroni di casa durante le due serate nelle quali i bixinaus si sono animati di musica, balli, degustazioni e tante chiacchiere non virtuali, ma reali. La musica della banda, i balli del gruppo folcloristico, le varie mostre, le belle letture di brani e poesie, is cumbidus preparati dai vicinati, si sono alternati nei rioni storici di Su Mobìu, De Cunvèntu, Funtanèdda, De Crésia, Sa Còncia, Sa Roja, Su Monti, Is Argiolas, Sa Perda Crocàda, Mesu Bidda, Santu Stèvini, Sant’Àngiu, Bau Arena. Vicini di casa nati a Serramanna e vicini di casa arrivati da nazioni lontane, ma nostri compaesani d’adozione, hanno condiviso la gioia dello stare insieme e di conoscere reciprocamente usi, costumi e cibi differenti, sentendosi parte della stessa, identica comunità e dello stesso vicinato, al di là della lingua o del colore della pelle, ma per il piacere e la gioia di stare insieme ed essere “bixiusu in festa”. Forse il passato non tornerà, ma il futuro è nelle nostre mani, perciò, visto che gli impegni quotidiani ci impediscono di stare insieme come si faceva una volta, approfittiamo delle occasioni di incontro che ci vengono offerte e partecipiamo attivamente, scoprendo ciò che di bello può regalarci il nostro paese. Francesca Murgia PABILLONIS Eccezionale operazione della Prociv per salvare due cuccioli Una eccezionale operazione di salvataggio è stata effettuata venerdì mattina dalla Prociv di Pabillonis per liberare due cuccioli di cane, abbandonati in una cavità del Rio Bellu.I piccoli animali, a causa della profondità della buca, non riuscivano più a risalire e sarebbero sicuramente morti senza l’intervento dei volontari dell’associazione. È stato il vicepresidente Mario Montis, non senza difficoltà, a calarsi, con una imbragatura di sicurezza, nella cavità profonda diversi metri e recuperare i due cuccioli affamati e intirizziti dal freddo, e riportarli in superficie. All’operazione ha partecipato, in veste di socio della Prociv, anche il sindaco Riccardo Sanna che ha raccontato l’accaduto e diffuso su facebook le immagini del salvataggio. «Stamattina, su segnalazione di un cittadino di Pabillonis al servizio di Polizia Municipale, abbiamo provveduto, grazie ai Volontari della Protezione Civile Pabillonis, al recupero di due cuccioli, che qualcuno con poca umanità ha pensato di gettare all’interno del Fiume Riu Bellu. Fortunatamente i cuccioli sono sani e salvi, sono stati visitati dal servizio veterinario della Asl e sono stati ricoverati nel canile convenzionato dal Comune», racconta il primo cittadino. L’aumento dei cani randagi sta diventando un problema per il paese anche perché il comune si deve fare carico del costo dell’affido nel canile convenzionato. Ecco dunque l’appello del sindaco per attenuare per quanto possibile il problema: «Si fa appello ai cittadini, anche in questa occasione, che è sempre attiva la campagna di adozione dei randagi dal canile che permette di beneficiare, oltretutto, dello sgravio sulla tassa dei rifiuti solidi urbani, (è previsto un contributo di 250 euro per tre anni consecutivi), riducendo così anche le spese per il mantenimento degli animali abbandonati e accalappiati», precisa il sindaco. Dario Frau PDF Compressor Pro 10 1 novembre 2015 VILLACIDRO GUSPINI La stazione forestale ha cambiato sede I Forestali di Guspini hanno una nuova sede, dalla storica stazione di Viale Di Vittorio si sono trasferiti nella nuova struttura di via Palermo. La Stazione forestale, coordinata dall’Ispettore Superiore Gian Paolo Madau, è composta da tre sottufficiali e da dodici Assistenti Capo, per un totale di 16 unità in possesso delle qualifiche di Polizia giudiziaria e pubblica sicurezza che assicurano la tutela e la vigilanza dell’ambiente con il compito di controllare circa 54.000 ettari di territorio estremamente variegato che comprende Arbus, Guspini, Pabillonis e Gonnosfanadiga per quanto riguarda l’isola amministrativa di “Pardu Atzei”. Il Corpo forestale esercita funzioni sia di coordinamento sia operative nella prevenzione e nella lotta agli incendi boschivi e in materia di protezione civile. Promuove le attività di previsione e studio degli scenari di rischio per la salvaguardia dell’incolumità pubblica e dell’ambiente. Provvede in particolare alla tutela tecnica ed economica dei boschi, dei beni silvopastorali dei comuni e degli enti pubblici, dei parchi, riserve, biotopi ed altre aree di particolare interesse naturalistico e paesaggistico. La stazione di Guspini ha in capo il controllo dei 47 chilometri della costa di Arbus, area sottoposta a vincolo paesaggistico per la sua naturale bellezza, e deve effettuare quotidianamente i controlli urbanistici, sulla pesca, sull’abbandono dei rifiuti, sul patrimonio boschivo, dove la macchia primeggia su tutta la costa, e sulle lavorazioni agrarie. Un lavoro in difesa di un patrimonio naturalistico di vitale importanza per il territorio del Medio Campidano e non solo. Inoltre ha il compito di tutelare i sei siti di Interesse Comunitario, nonché il complesso minerario dismesso di Montevecchio-Ingurtosu, riconosciuto patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Il controllo dei forestali di Guspini si estende all’oasi di protezione faunistica “Montevecchio Piscinas” ove il cervo sardo domina lo scenario in un areale di circa 15.000 ettari. Con l’organico sempre più carente, gli uomini dell’ispettore superiore Madau devono far fronte ogni anno alla campagna antincendi in un territorio In 200 potranno acquistare i terreni comunali assegnati in concessione particolarmente fragile e vulnerabile. Non si può dimenticare il continuo attacco incendiario al Monte Santa Margherita dell’estate trascorsa, dove i Forestali con l’ausilio dei mezzi aerei sono riusciti a contenere le fiamme. Ed è ancora vivo il ricordo dell’incendio sviluppatosi nel territorio di Gonnosfanadiga il 3 luglio del 2014, che ha interessato anche Arbus e Guspini, distruggendo complessivamente 1.746, 46 ettari di bosco e pascoli. Francesco Zurru Sardara: cimitero riaperto dopo la tromba d’aria Più di 200 villacidresi potranno acquistare i terreni comunali dati in concessione per 99 anni e i reliquati (piccole porzioni di terreno e aree di proprietà del Municipio) dove è stata edificata la casa. Il consiglio comunale ha già fissato i criteri che consentono il cambio di regime giuridico da diritto di superficie a diritto di proprietà per gli assegnatari di queste aree che potranno essere cedute ai privati. Sono i terreni inclusi nei piani di edilizia economica e popolare e identificati con le denominazioni “Numero 1 e 2” nelle località “Campusantu”, “Isch’ebidda”, “Corterisoni” e “Gutturu Abis”. L’importo da pagare verrà calcolato caso per caso in base alle caratteristiche possedute dall’area e dall’abitazione costruita, come ricorda l’assessore all’urbanistica Federico Sollai: «Questa possibilità di entrare in possesso della piena titolarità della superficie su cui si è costruita la casa consentirà da un lato ai cittadini di divenire finalmente pieni titolari delle aree e dall’altra al Comune di recuperare risorse da reinvestire in interventi di riqualificazione delle aree urbane degradate e sul patrimonio pubblico». Se tutti i concessionari di queste aree decideranno di sfruttare la possibilità offerta dall’amministrazione comunale, il Municipio incasserà oltre 500mila euro. Chi vuole può già richiedere informazioni in Comune mentre sarà istituito uno sportello per ricevere cittadini e tecnici ed esaminare i singoli casi: «Per venire incontro ai cittadini - aggiunge Federico Sollai - l’amministrazione ha elaborato delle agevolazioni per chi intende usufruire di questa misura come lo sconto del 20 per cento per chi paga il totale dovuto in 12 mesi oppure il pagamento si potrà dilazionare con la rateizzazione in 4 anni». Ora ci sarà l’avviso e la modulistica per richiedere l’acquisto dei reliquati che potranno essere annessi alle altre proprietà esistenti. Gian Luigi Pittau PABILLONIS. SURROGA Come promesso il cimitero per la commemorazione dei defunti è stato riaperto con una veste nuova: i cipressi pericolosi abbattuti e gli altri sfrondati dai rami a rischio caduta. L’alt tra le lapidi era stato disposto a seguito dei danni causati dalla tromba d’aria abbattutasi sulla cittadina termale. Piante cadute sopra le tombe avevano finito per demolirne alcune e ferirne altre, danneggiando parecchie addobbi ornamentali. “Adesso - spiega l’assessore all’ambiente, Andrea Caddeo - dopo diversi giorni di lavori, sia da parte degli operai del Comune sia di ditte esterne, i viali sono stati liberati da tutta la sporcizia prodotta dai cipressi caduti e sarà possibile visitare le tombe”. Quello che si è abbattuto sul camposanto è stato un vero fenomeno di calamità naturale che ha richiesto un intervento di 30 mila euro per attuare il piano di emergenza, consentendo in breve tempo di ripristinare le condizioni di sicurezza per i parenti dei defunti. (s. r.) SARDARA “Duus Liburus Po S’Atongiu Sardaresu” La Consulta della cultura e lingua sarda di Sardara, in collaborazione con il Comune e la Proloco, organizza due appuntamenti della manifestazione letteraria “Duus Liburus Po S’Atongiu Sardaresu”. Sabato 31 ottobre alle 18 nel centro aggregazione sociale, Giampaolo Pisu e Maddalena Manunza della Consulta e Valentina Viaggiu, presidente della Proloco, presenteranno il libro autobiografico “Cella n° 21” dell’indipendentista ozierese Bainzu Piliu, primo politico e intellettuale sardo ad aver promosso il bilinguismo nell’università. Il 7 novembre alle 18 nella chiesa Sant’Anastasia, Marco Melis coordinerà la presentazione del libro “Manifesto delle Comunità di Sardegna” di Eliseo Spiga, Francesco Masala e Placido Cherchi, alla quale parteciperanno il sindaco Giuseppe Garau, l’assessore all’ambiente Andrea Caddeo, il presidente della cooperativa sociale Villa Abbas Giuseppe Garau e il curatore del libro e portavoce di MDF Sardegna Roberto Spano. «L’essenza del libro – dichiara Giampaolo Pisu, citando la prefazione di Maurizio Pallante – sta nella proposta concreta di costruire un nuovo paradigma culturale che liberi gli esseri umani dal ruolo di meri strumenti della crescita economica, riportando il fine delle attività economiche e produttive al miglioramento della qualità della vita». Marisa Putzolu Giovanni Giuseppe Scanu nuovo consigliere comunale Cambio di guardia nel gruppo di minoranza in consiglio comunale. Nell’ultima riunione è stato infatti rimpiazzato il posto vacante di Georgia Tomasi, eletta nella lista “Pabillonis e a capo”, che aveva presentato le dimissioni dalla carica di consigliere comunale, in data 04.09.2015. Il consiglio, all’unanimità, ha proceduto alla surroga della dimissionaria, con la nomina di Giovanni Giuseppe Scanu. Il gruppo di minoranza della lista “Pabillonis e a capo”, in consiglio comunale, risulta, pertanto, composto da Marco Tuveri, Stefania Erdas e Giovanni Giuseppe Scanu. Dario Frau PDF Compressor Pro 1 novembre 2015 11 ARBUS. FUNTANAZZA 1956: si inaugura la colonia estiva più imponente e moderna d’Europa F untanazza è tutto oppure niente. Martirizzata, frustata ma anche frustrata, spezza il cuore e la mente di chi ha vissuto e toccato con mano i momenti di grande splendore della più imponente e moderna colonia estiva forse mai realizzata in Europa. La realtà maltratta, i sogni invece accarezzano senza pudore i ricordi indelebili di intere generazioni di arburesi e guspinesi (soprattutto, ma non solo) avvolti nella struggente nostalgia dei tempi che furono. Il 13 maggio del 1956, infatti, veniva inaugurata a Funtanazza alla presenza dell’ing.Filippo Minghetti direttore della miniera, del presidente della Regione Sardegna Giuseppe Brotzu e di mons. Antonio Tedde vescovo della diocesi di Ales-Terralba la “Casa al mare Francesco Sartori”, una maestosa e moderna struttura superbamente dotata di due piscine (una delle quali omologata dal Coni quale olimpica) adagiata a pochi metri dal mare su un’ampia e suggestiva insenatura che la “Montevecchio Società Italiana del piombo e dello zinco” fece costruire quale colonia marina estiva destinata ai figli dei minatori. Dalla metà degli anni sessanta i venti di crisi però iniziano a spirare sempre più forti in quello che era con- siderato il più importante polo minerario d’Europa. Nel 1991 con l’occupazione di Pozzo Amsicora si certificò la definitiva cessazione delle attività estrattive, atto finale che “costrinse” l’Eni ad esporre comunque, già qualche tempo prima, estate 1983, nella “Francesco Sartori”, il cartello “chiuso per cessata attività”. Da allora solo degrado, proposte e tante, tantissime polemiche politiche (spesso e volentieri strumentali) e imprenditoriali che di fatto hanno finora vanificato le giuste aspettative di chi vede nella riqualificazione di Funtanazza il primo e forse più importante tassello verso l’auspicato e possibile riscatto economico e sociale di un intero territorio. La ribellione pacifica del 13 maggio 1994 che portò all’occupazione simbolica della colonia fu il primo campanello d’allarme del rifiuto da parte degli arburesi di quell’immobilismo burocratico, allora ancora in stato embrionale, che da lì a poco avrebbe caratterizzato in senso fortemente negativo tutti i passaggi politico-istituzionali-imprenditoriali del dossier Funtanazza. Nel 1996 si comincia a parlare di una possibile trasformazione della colonia in struttura ricettiva alberghiera. Nel 1998 il comune di Arbus attraverso una variante al proprio Piano Regolatore concede alla SNAM S.p.A una volumetria complessiva di 70.000 mc per l’intervento a Funtanazza e 80.000 mc per Scivu. Buco nell’acqua! Per una serie di pareri negativi non se ne fece niente: impossibile costruire a Scivu! Alla nuova proprietà la Riva di Scivu SRL in mano a Renato Soru, nel frattempo sceso in politica, rimane solo Funtanazza. Il primo tentativo di riqualificazione del 2008 cade però nella trappola del meccanismo burocratico e di norme vincolistiche partorite dallo stesso Soru contenute nel nuovo Piano Paesaggistico Regionale. Il resto è storia attualissima dei nostri giorni. Siamo ormai ai titoli di coda! L’iter burocratico, è vero, è ancora da completare in alcuni passaggi che potrebbero rivelarsi pure insidiosi e il dibattito si preannuncia piuttosto animato: Funtanazza considerata non a torto “Madre di tutte le battaglie” potrebbe comunque, forte dell’ultima definitiva autorizzazione del Corpo forestale e di vigilanza ambientale, rappresentare davvero la grande opportunità di rinascita e di crescita per l’intero territorio. Gianni Vacca Dal glorioso passato all’incerto futuro: da colonia a hotel di lusso? Il parere di amministratori e forze politiche D a colonia a hotel di lusso riservato a circa 200 ospiti con tanto di suite, bungalow, campi da tennis, impreziosito dal fregio aristocratico delle 5 stelle. Cambia decisamente il target: non più figli di minatori ma un turismo facoltoso e raffinato affascinato e desideroso di toccare con mano questo meraviglioso lembo di costa che risponde al nome di Funtanazza. Il progetto originario costretto alla rimodulazione in fase d’intesa per le osservazioni del Corpo forestale e di vigilanza ambientale ha avuto il via libera solo qualche giorno fa, esattamente lunedi 10 ottobre, cosa tempestivamente comunicata al sindaco dalla società Riva di Scivu srl pronta dunque a presentare sia al comune che alla regione il progetto definitivo per completarne l’iter burocratico. Non nasconde dunque la sua soddisfazione il sindaco Antonello Ecca. Il dossier Funtanazza pare evolversi infatti, almeno per quanto riguarda la parte burocratica, in modo decisamente positivo. Non è un mistero che il primo cittadino (insediatosi ricordiamo appena qualche mese fa) tra le priorità del suo mandato amministrativo abbia posto proprio quella dell’ineludibile (ri)lancio del settore turistico “Nelle marine ma non solo”-tiene subito a precisare il sindaco-, “autentico toccasana per un territorio martoriato dalla crisi economica e occupazionale”. «Siamo decisamente favorevoli al risanamento, riqualificazione e ricupero della colonia di Funtanazza - dichiara convinto Antonello Ecca - un intervento che deve essere fatto nel massimo rispetto delle normative esistenti sia in materia di urbanistica regionale sia naturalmente prestando particolare attenzione alle delicatissime tematiche ambientali che in quell’area ricadono. Un intervento tra l’altro di grande qualità che porterà la nuova struttura, tra bungalow (una cinquantina ) e il corpo principale a un netto abbattimento delle volumetrie previste a Funtanazza che passeranno dai 70.000 mc in disponibilità dell’area ai 42.000 mc progettuali». Sindaco, in molti ambienti serpeggia parecchio scetticismo, suffragato anche da alcune dichiarazioni rilasciate da Renato Soru azionista di maggioranza del gruppo, che La Riva di Scivu srl a progetto approvato possa investire direttamente nella realizzazione dell’opera. Cosa ne pensa? «Da parte nostra e per quanto ci compete - precisa Antonello Ecca - ci sarà a partire dalla conferenza dei servizi che ben presto dovrebbe essere attivata, massima attenzione e controllo, in modo particolare per quanto concerne la tempistica di realizzazione dell’opera». Decisamente favorevoli alla riqualificazione di Funtanazza anche le minoranze consiliari, anche se le posizioni di Gianni Lampis (Lista civica per Arbus) e di Emanuela Paschino (Svolta per Arbus) non sembrano, per motivi diversi, completamente appiattite sulle posizioni del gruppo di maggioranza. Tutt’altro. «Siamo da sempre d’accordo affinché Funtanazza possa rappresentare per il comune di Arbus un polo turistico di grande attrattiva - attacca Gianni Lampis capogruppo consiliare e fresco neoconsigliere regionale (Fratelli d’Italia) - vanno benissimo i bungalow purché privi però di angolo cottura che vorrebbe significare di fatto solo seconde case. Sarà inoltre fondamentale la capacità e la volontà di incidere da parte dell’amministrazione nell’imporre, al rilascio della concessione edilizia e legata ad essa, il rispetto della tempistica e la verifica periodica degli stati d’avanzamento onde evitare inutili e possibili speculazioni». Per Emanuela Paschino (ri)emerge invece il solito deficit di democrazia. «Preciso di essere favorevole affinché Funtanazza torni ad essere per noi arburesi non solo passato ma anche futuro pur trovandomi nella difficoltà oggettiva di emettere un giudizio preciso in quanto non messa in condizioni di poter, magari anche solo ufficiosamente, prendere visione del progetto. Insomma risanamento sì, bungalow sì, ma niente seconde case. Il rilancio di Funtanazza rappresenta anche per noi un punto fondamentale per il rilancio economico arburese». Il dibattito però non coinvolge solamente gli addetti ai lavori. Anzi! «Ben venga il risanamento di Funtanazza anche se stride e fanno a pugni la figura di Reanto Soru padre del “salva coste” ed il Renato Soru imprenditore»- afferma Remigio Frau, geometra e titolare di uno studio tecnico che fa da portavoce al comparto tecnico e dell’edilizia da sempre comunque interessato alle problematiche cittadine. «Auguriamoci che sia il primo tassello che permetta di smuovere quell’immobilismo burocratico (regionale/comunale) che ha portato alla fame il nostro comparto. La politica deve fare il suo corso e deve assumersi tutte le sue responsabilità: Arbus è privo di Puc, non ancora adottato, privo di Pul e privo, cosa gravissima, anche della possibilità di utilizzare la legge regionale sul piano casa perché ancora non recepito. Basterebbe pochissimo, un inezia, appena una delibera di giunta, chiediamo troppo?». (g. v.)