Land_Art-Elisa Boscolo Bibi-Raffaella Toniolo

Transcript

Land_Art-Elisa Boscolo Bibi-Raffaella Toniolo
GRUPPO:
ELISA BOSCOLO BIBI
RAFFAELLA TONIOLO
DAVIDE PADOVAN
LAND
ART
INTERVENTI SUL PAESAGGIO NATURALE
THE WORKSHOP
COMUNICATO STAMPA
PAG 6
PRESENTAZIONE DEL PROGETTO
PAG 10
STORIA DELLA LOCATION
PAG 14
PERIODO STORICO E LAND ART
PAG 18
BIOGRAFIA DEGLI ARTISTI E OPERE
GERRY SCHUM
PAG 22
MICHAEL HEIZER
PAG 24
BOEZEM MARINUS
PAG 26
CHRISTO E JEANNE-CLAUDE
PAG 28
ROBERT SMITHSON
PAG 30
RICHARD LONG
PAG 32
CURRICULUM DEI CURATORI DELLA MOSTRA
PAG 36
COMUNICATO STAMPA
COMUNICATO
STAMPA
LAND
ART
INTERVENTI SUL PAESAGGIO NATURALE
La mostra “LAND ART, Interventi sul Paesaggio naturale” celebra i primi 50 anni dell’omonima corrente artistica.
Gli anni Sessanta sono caratterizzati da una profonda tensione e sfiducia; infatti, dopo la Seconda Guerra Mondiale, la perdita di autorevolezza dello Stato, in quanto principale strumento di azione sociale, sviluppa le più intricate dinamiche del consumismo e delle nuove tecnologie.
L’artista mira quindi ad un definitivo sfondamento dei confini tradizionali della pittura e della
scultura, pratiche che restano di peculiare importanza, ma non più dominanti nella creazione
artistica essendo limitate. I maggiori esponenti della Land Art, a questo proposito, attivano un
processo di riflessione sui limiti dei linguaggi artistici e del sistema dell’arte, intervenendo direttamente nel territorio naturale.
In occasione dell’anniversario, il Comune di Venezia e l’Accademia di Belle Arti di Venezia, intendono promuovere un’iniziativa volta alla valorizzazione del territorio mondiale, non più posto
sullo sfondo del quotidiano ma come soggetto principale. Dal 7 Gennaio al 26 Aprile, infatti, la
città si aprirà sul paesaggio americano ed europeo; un portale virtuale che catapulterà lo spettatore in opere di straordinaria bellezza e fascino attraverso dei percorsi originali.
L’evento non si limita a presentare al pubblico straordinarie opere radicate in territorio americano, ma invita il visitatore ad ammirare esempi di un’arte rivoluzionaria, che cambierà per sempre il concetto artistico e a cui tuttora gli artisti contemporanei si ispirano.
La mostra, situata nelle Corderie dell’Arsenale di Venezia, raccoglierà in se le maggiori e
più importanti testimonianze della corrente: innanzi tutto, verrà proiettato a ripetizione il celebre documentario di Gerry Schum, intitolato anch’esso Land Art, che registra vari interventi
delle tendenza, chiamata Earth Art prima che lui stesso ne coniasse il termine attuale; il film
raccoglie una serie di video che mostrano interventi di artisti quali J. Dibbets, R. Long, B.
Flanagan, D. Oppenheim, W. De Maria. A ogni sala sarà dedicato un artista in particolare e,
attraverso modellini in scala e tridimensionali, si potrà ottenere una visione a trecentosessanta
gradi dell’opera: nella prima stanza vedremo Double Negative (1969) di Michael Heizer (Berkeler, 1944), che rappresenta due tagli netti nel bordo orientale della Mormon Mesa; la stanza
subito adiacente sarà occupata da Robert Smithson (New Jersey, 1938 – 1973) e dalla sua
Spiral Jetty (1970) di cui lui stesso ha realizzato un film documentario in pellicola, intitolato
appunto Spiral Jetty, considerato parte integrante dell’opera insieme alla costruzione vera e propria; Valley Curtain (1974) di Christo (Gabrovo, 1935), un grande telo arancione che copre
interamente tutta la Rifle Gap nelle Rocky Mountains; nella quarta stanza troveremo l’opera
originale di Richard Long (Bristol, 1945) Slate Circle Delabole (1976), un cerchio di quasi
due metri di diametro composto da 168 pezzi di ardesia vicini tra loro sul pavimento; e per ultima, ma non per importanza, la mastodontica Green Chaterdal (2009) di Marinus Boezem
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LAND
ART
INTERVENTI SUL PAESAGGIO NATURALE
(Leerdam, 1934), l’unica opera europea della mostra, che simula le dimensioni e la forma della
Cattedrale di Reims, in Francia, composta da pioppi.
L’evento “LAND ART” si imposta, oltre che su uno studio specifico di persone competenti per
una classificazione a fini didattici con rispettive descrizioni e approfondimenti, anche sulla presenza di alcuni spunti fortemente innovativi come l’applicazione di tecnologie informatiche di
ultima generazione, come l’utilizzo del sistema QR, già attivo in alcuni Musei dell’Istituzione.
Basteranno un palmare, un tablet, un cellulare o uno smartphone con fotocamera, una connessione ad internet e un software gratuito per accedere, fotografando speciali etichette, a contenuti speciali relativi agli artisti selezionati.
La mostra non si limita a presentare al pubblico straordinarie opere radicate in territorio americano, ma invita il visitatore ad ammirare esempi di un’arte rivoluzionaria, che cambierà per
sempre il concetto artistico e a cui tuttora gli artisti contemporanei si ispirano.
Una particolare nota va al catalogo della mostra; il volume riesamina i documenti fotografici
dando maggiori informazioni sul significato sia emozionale che commerciale delle opere, tenendo in considerazione il contesto storico.
Info:
INTERVENTI SUL PAESAGGIO NATURALE
Organizzazione generale: Elisa Boscolo Bibi, Raffaella Toniolo, Davide Padovan;
in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Venezia e il Comune di Venezia.
Sede: Corderie dell’Arsenale, Campo della tana Castello 2169/F, 30100, Venezia.
Apertura: Lunedì 7 Gennaio 2014, ore 11:30
Orario: tutti i giorni, 9:00 am – 7:00 pm
fino al 26 Aprile 2014
Telefono:041 5218711
E-mail:[email protected]
Per informazioni contattare:
Elisa Boscolo Bibi: [email protected]
Raffaella Toniolo: [email protected]
Davide Padovan: [email protected]
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PRESENTAZIONE DEL
PROGETTO
PRESENTATION
OF
THE
PROJECT
L’ausilio delle nuove tecnologie ci permette di
raggruppare i maggiori esponenti della Land Art
sotto un unico tetto; attraverso video, documentari e fotografie infatti, è possibile viaggiare di
luogo in luogo, osservando opere troppo lontane
per essere viste o logorate e distrutte dal tempo.
Le sensazioni e le emozioni provate di fronte alla
monumentalità di tali opere sono difficili da ricreare, essendo osservate su supporti diversi dalla
natura stessa. Per questo motivo l’idea base del
progetto sta nel ricreare, attraverso dei modellini
in scala, alcune delle opere di questi grandi artisti. Il nostro intento non è assolutamente quello
di riprodurre in toto la loro opera, ma ridare le
stesse sensazioni. La costruzione di modellini
darebbe all’osservatore l’idea della tridimensionalità, anche se in misure ridotte.
Molti sono i video creati direttamente dagli artisti
coinvolti in questo progetto, come i diversi video riguardanti l’opera più importante di Robert
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Smithson “Spiral Jetty” del 1970 (http://www.
youtube.com/watch?v=fTx4Pp4aPXA), i video di
Christo e Janne-Claude, che riprendono le loro
opere più famose, e il classico film “Land Art” di
Gerry Schum, che descrive al meglio la poetica
delle opere di questi grandi artisti..
Ogni stanza sarà occupata da un solo artista e
attraverso le sue opere, sia tangibili come possono essere quelle di Richard Long (http://www.
youtube.com/watch?v=oqf9xfa3L5k&feature=re
lated , http://www.richardlong.org), sia fotografiche e miniaturizzate, come le meravigliose opere
di Christo e Jeanne-Claude (http://www.christojeanneclaude.net/video_overview_medium.
shtml), Marinuso Boezem e Michael Heizer , si
potrà osservare da vicino opere di mastodontica
bellezza, occupando uno dei luoghi più vicini
all’arte moderna a Venezia come le Corderie
dell’ Arsenale, sede della Biennale.
Christo
Wrapped Trees (Progetto per la Fondation Beyeler e Berower Park, Riehen, Svizzera)
Collage 1997 in due parti
12 x 30 1/2 “e 26 1/4 x 30 1/2” (30,5 x 77,5 cm e 66,7 x 77,5 cm)
Matita, tessuto, spago, pastello, carboncino, pastello a cera, carta topografica e campione di tessuto
Foto: Wolfgang Volz
Christo
Abu Dhabi Mastaba (Progetto per Emirati Arabi Uniti)
Disegno 1977
22 x 28 “(56 x 71 cm)
Matita, pastello a cera, pastello e carboncino
Foto: Eeva-Inkeri
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STORIA DELLA LOCATION
HISTORY
OF
THE
LOCATION
L’Arsenale di Venezia a partire dal XII secolo fu
il punto di riferimento dell’industria navale veneziana, infatti questo complesso poteva essere
considerato come una moderna fabbrica: al suo
interno vi lavoravano diversi artigiani specializzati (gli arsenalotti) che attraverso una catena
di montaggio assemblavano i diversi manufatti.
Questa struttura si estendeva per 46 ettari e gli
arsenalotti nei periodi di piena attività produttiva
raggiungevano fino le 2000 unità.
L’Arsenale fu il simbolo della potenza economica, politica e militare della città e nel corso dei
secoli vi si realizzarono diversi ampliamenti.
Le Corderie dell’Arsenale, in passato adibite
alla costruzione di gomene, cavi e cordame,
furono edificate per la prima volta nel 1303 e
ricostruite poi da Antonio da Ponte tra il 1579
e il 1585. L’edifico composto da capriate lignee,
presenta una struttura tripartita in tre navate
(316m in lunghezza, 21m in larghezza e 9,70m
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in altezza) che sostengono due soppalchi nelle
navate laterali, all’altezza di 7m.
La struttura ha uno spazio espositivo di 6400 mq.
Gli ampi locali delle Corderie sono attualmente
utilizzati come una delle sedi espositive della
Biennale di Venezia oltre che per alcune attività
di piccola cantieristica ed altre attività minori.
COME
ARRIVARE
In vaporetto ACTV
Da Piazzale Roma o Ferrovia
Llinea 52, fermata Celestia (fermata a richiesta).
Periodicità: ogni 20 minuti.
Tempo di percorrenza: circa 30 minuti.
Dalla fermata Celestia proseguire a piedi verso
sinistra, attraversare il ponte e seguire la passerella lungo le mura e fino all’ingresso.
Linea 1, fermata Arsenale
Periodicità: ogni 10 minuti.
Tempo di percorrenza: circa 45 minuti.
Dalla fermata Arsenale proseguire a sinistra,
attraversare il ponte e seguire la fondamenta
opposta. Girare a sinistra alla Calle della Tana e
proseguire dritto.
(i servizi di linea ACTV sono a pagamento, per informazioni
contattare il numero di telefono +39 041 2424 oppure il sito
www.actv.it)
Dall’aeroporto Marco Polo
Alilaguna Linea Blu, fermata Bacini
Periodicità: ogni ora.
Tempo di percorrenza: circa 45 minuti.
Dalla fermata dei Bacini proseguire a piedi verso
destra e seguire la fondamenta fino all’ingresso
del museo.
(per maggiori informazioni www.alilaguna.it/lineablu)
A piedi
Tempo di percorrenza: circa un’ora.
Seguire le indicazioni verso Piazza San Marco,
proseguire verso San Zaccaria e poi continuare
a percorrere la fondamenta fino al Arsenale.
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CONTESTO STORICO E
LAND ART
HISTORICAL
CONTEXT
AND
LAND ART
tativo di interpretare e superare lo spazio in cui
viviamo.
L’opporsi alla geometrizzazione astratta e all’artificialità prepotente degli anni Sessanta porta
gli artisti di questa corrente artistica a rivalutare
le forme, rendendo naturale ciò che è artificiale
e artificiale ciò che è naturale. Attraverso forme geometriche, tipicamente innaturali, artisti
come Michael Heizer, Walter De Maria, Rober
Smithson, Richard Long, Christo, e Marinus
Boezem modificano la conformazione del paesaggio, creando eventi assolutamente suggestivi
e indimenticabili, cercando di allargare a dismisura il campo d’azione possibile dell’arte fino a
farlo diventare la realtà stessa, fisica e mentale.
Gli artisti, con questo nuovo approccio all’arte, si
sottraggono alle regole di mercato, costringendo
quest’ultimo a lasciare i vecchi spazi museali ed
espositivi e intraprendendo un atteggiamento
contrario a quello che vuole la tradizione.
Vorremmo ricreare l’opportunità di poter osservare da vicino opere di mastodontica bellezza,
occupando uno dei luoghi più vicini all’arte moderna a Venezia, come le Corderie dell’ Arsenale, sede della Biennale.
Soprattutto in Occidente, la tensione tangibile
e la sfiducia causate dalla Seconda Guerra
Mondiale gettano la popolazione nel baratro del
consumismo, sfondando definitivamente i confini
tradizionali dell’arte e ricercando nuove forme di
espressione. Varie diramazioni si propagano da
questo sfondo storico, una di queste è la Land
Art.
Il rapporto che lega l’individuo all’ambiente è di
primaria importanza, dal momento che la natura
fa da sfondo al quadro della nostra esistenza,
ma la nostra ambizione e i nostri talenti, combinandosi, ci inducono a desiderare qualcosa di
più della semplice sopravvivenza: aspiriamo a
lasciare un segno, a inscrivere le nostre osservazioni e i nostri gesti nel paesaggio, nel ten-
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Walter De Maria
1977 Catron County
New Mexico
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BIOGRAFIE DEGLI ARTISTI
E OPERE
GERRYSCHUM
Gerry Schum nasce nel 1938 a Colonia. Nel
1969, quando viene messa in vendita l’apparecchiatura di videoregistrazione, il gallerista annuncia la nascita a Berlino di una Video Gallery, una
galleria di tipo nuovo, dedicata alle trasmissioni
delle opere immateriali della videoarte, dando
così la possibilità ad artisti stranieri di usare il
video. La Fernseh Galerie di Düsseldorf viene
inaugurata con un documentario intitolato Land
art, che registra vari interventi delle recentissima
tendenza, fino ad allora chiamata Earth Art, volta
a trasformare in opera d’arte frammenti di natura
e paesaggi remoti e solitari; quindi una serie di
video che raccolgono dal vivo interventi di artisti
quali J. Dibbets, R. Long, B. Flanagan, D. Oppenheim, W. De Maria. Land Art viene trasmesso dalla rete Freies Berlin il 15 aprile 1969. L’anno successivo Schum produce “Identifications”,
proponendo la registrazione delle “azioni” di
numerosi artisti internazionali tra i quali Joseph
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Beuys, Gilbert & George, Alighiero Boetti. Muore
nel 1973 a Verstorben.
Landart
Land Art è la terminologia coniata da Gerry
Schum realizzando un videotape che raccoglie
dal vivo gli interventi degli artisti: questi artisti
operano uscendo dagli spazi tradizionali quali
gallerie o musei per interviene direttamente sullo
spazio macroscopico della natura: ampie distese
di deserto, montagne rocciose, campi ricoperti
di neve, fiumi che si estendono all’infinito, tipico della cultura anglosassone e del paesaggio
americano.
Gerry Schum
immagini tratte dal film “Land art”
del 1969
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MICHAELHEIZER
che si possono trovare nei musei e negli spazi
pubblici in tutto il mondo. Il suo lavoro è sostenuto dalla Dia Art Foundation attraverso una borsa
di studio della Fondazione Lannan. City è tuttora
incompiuto e non è ancora aperto alle visite del
pubblico.
Michael Heizer è nato in California, ha frequentato il San Francisco l’Art Institute. Nel 1966 si
sposta a New York, dove ha iniziato la sua carriera di artista con lavori di piccole dimensioni,
dipinti e sculture.
Alla fine del 1960 lascia New
York per recarsi nei deserti della California e del
Nevada, dove ha iniziato a produrre opere su
grande scala e documentazioni in film e in fotografie dei suoi lavori. La sua produzione più nota
è Double Negative, 535 metri di trincea scavata
sul fianco di una montagna nel deserto del Nevada. Il lavoro fu documentato da Gerry Shum
nel famoso film Land Art. Da allora, Heizer ha
continuato a produrre opere di Land Art e dalla
fine degli anni ‘90, il suo lavoro si è concentrato
principalmente su City, il progetto di un enorme complesso nel deserto di Lincoln County, in
Nevada. Ha inoltre prodotto una serie di dipinti
astratti, e sculture di grandi dimensioni, spesso
ispirate alle forme prodotte dai nativi americani,
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DoubleNegative
Double Negative è una notevole opera d’arte in
vasta scala. La costruzione dell’opera consiste
nella distruzione di qualcosa che un tempo c’era,
il che fa assomigliare questo intervento ad una
trincea. L’opera d’arte è di per sé uno spazio
negativo (da qui il titolo dell’opera), si pone la
meditazione sul principio dell’arte come creazione, quando Heizer non ha infatti aggiunto, ma
sottratto.
Michael Heizer
Double negative
Mormon Mesa, Nevada
del 1969
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BOEZEMMARINUS
qui l’ambiente gioca un ruolo importante. Temi
come l’aria, luce, suono e movimento, i temi
centrali nel suo lavoro iniziale, rsono il filo conduttore delle sue sculture. Nel 1970 l’insegnamento dibenta una parte importante delle sue
attività: si dedica, infatti, a quello che allora si
chiamava ‘l’educazione non formale’. Nel 1980
ha lavorato su diversi progetti importanti in cui il
paesaggio gioca un ruolo fondamentale; il suo
lavoro più grande e più importante in questo
periodo è la Cattedrale di Green (1978-1987). Di
quest’opera, 174 pioppi italiani sono stati piantati
in una prateria in Flevoland, nei Paesi Bassi, che
riproducono la pianta della Cattedrale gotica di
Reims. Molti lavori di Boezem possono essere
collocati tra i più importanti e significativi simboli
della Land Art: motivi come paesaggi, spazio,
clima, luce, aria e cartografia svolgono un ruolo
centrale nel lavoro di Boezem. Nel 1990 propone
numerose opere video, ma anche molte sculture
negli spazi pubblici.
Nel 1954, Boezem inizia la Vrije Academie Artibus di Utrecht, ma ha lasciato dopo un anno per
continuare i suoi studi presso la Vrije Academie
a L’Aia. Al Academie, i suoi interessi erano per
lo più per la superficie piana. Nel 1950, ha lavorato come disegnatore e pittore. Nel 1960, il
suo lavoro divenne più spaziale e divenne conosciuto e rispettato da un pubblico crescente. Il
lavoro Boezem è inequivocabilmente influenzato
dal Nouveau Réalisme in Europa e dalla Pop Art
in America. Le sue opere contengono oggetti e
parti di paesaggi: le proposte consistono in sculture spaziali fatte di aria e di altri materiali, come
il cotone e canne, prodotti raramente utilizzati
nell’ambito artistico. Come un uomo d’affari, Boezem ha portato le sue proposte in una valigetta
e viaggiato per musei e gallerie per venderli.
Come i suoi contemporanei, si sforzava di portare l’arte fuori dalle mura del museo, data la loro
grandezza e il loro significato.
Dalla metà degli anni 1970, Boezem inizia a
lavorare alle sue idee concettuali nella scultura:
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The
Green
Cathedral
Si trova nel Sud della provincia di Flevoland, in
Olanda. L’opera è composta da 178 pioppi lombardi piantati in modo da imitare la struttura, le
pareti e le arcate della cattedrale di Reims
Gli alberi hanno ora un’altezza di trenta metri,
e l’opera si estende su 150 metri in lunghezza
e 75 metri in larghezza – mentre la cattedrale
originale è lunga 138,75 m, larga trenta e alta 38
metri, ma solo al centro.
Marinus Boezem
Green Catherdal
Flevoland, Olanda
del 2009
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CHRISTO
E
JEANNECLAUDE
Christo nasce a Gabrovo, Bulgaria. Suo padre,
Vladimir Yavachev, era uno scienziato, e sua
madre, Tsveta Dimitrova, nata nella Repubblica
di Macedonia, è stata segretaria presso l’Accademia di Belle Arti di Sofia. Professori dell’Accademia riconoscono il talento di Christo già dalla
giovane età.
Christo studia arte presso l’Accademia Sofia tra
il 1953-1956 prima di trasferirsi a Praga, Cecoslovacchia (ora Repubblica Ceca) fino al 1957,
quando partì per l’Occidente corrompendo un
funzionario ferroviario.
Christo rapidamente si stabilì a Vienna e si
iscrive all’Accademia di Belle Arti di Vienna.
Dopo aver passato solo un semestre, si recò a
Ginevra e si trasferisce a Parigi nel 1958. Come
risultato della sua fuga, ha perso la sua cittadinanza bulgara ed è diventato un apolide. La sua
vita a Parigi è stata caratterizzata da difficoltà
finanziarie e l’isolamento sociale, peggiorate
dalla sua difficoltà di apprendimento della lingua
francese. Guadagna soldi con ritratti (paragonati
da lui alla prostituzione), firmati con il suo cogno-
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me “Javachef”;i suoi primi lavori sono stati firmati
“Christo”.
Christo e Janne-Claude si conoscono nel 1958,
quando a lui viene commissionato il ritratto della
madre di quella che sarà, poi, compagna di vita
e di arte.
Nel 1961 Christo e Jeanne-Claude coprono di
barili tutto il porto di Colonia; questa fu la loro
prima collaborazione. Nel 1962, la coppia ha
affrontato il primo progetto monumentale, Rideau de Fer (cortina di ferro). Senza il consenso
delle autorità e come una dichiarazione contro
il Muro di Berlino, hanno bloccato Rue Visconti,
una piccola strada nei pressi della Senna, con
barili di petrolio. Nel febbraio del 1964, Christo
e Jeanne-Claude approdano a New York City.
Dopo un breve ritorno in Europa, si stabiliscono
negli Stati Uniti nel settembre dello stesso anno.
Anche se povero e privo di conoscenza della
lingua inglese, Christo espone i propri lavori in
diverse gallerie, tra cui il noto Castelli Gallery di
New York e la Galleria Schmela di Düsseldorf, in
Germania.
Valley
Curtain
Lungo 400 metri, il panno doveva essere teso
nella Gap Rifle, una valle delle Montagne Rocciose vicino a Rifle, Colorado. Il progetto ha
richiesto 14.000 m2 di stoffa da appendere a
quattro cavi in acciaio, fissato con sbarre di ferro
fissati nel cemento su ogni pendio.
Christo
Valley Curtain
Gap-rifle, Colorado
del 1970
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ROBERTSMITHSON
( 1938 – 1973) è un artista americano del New
Jersey considerato anch’egli uno dei fondatori
della Land Art. Smithson è affascinato dai grandi processi di trasformazione natura, è attratto
dal degrado progressivo della materia. Le sue
opere non sono facilmente classificabili: sviluppa
a partire dal 1968 il concetto del site – nonsite:
una all’aperto difficilmente accessibile e apprezzabile a causa del luogo impervio in cui è posta
e l’altra mentale, che cerca di completare l’altra,
attraverso reportage fotografici e scritti dell’artista. Nel 1969 durante un viaggio nello Yucatàn
in Messico, Smithson installa in vari luoghi i suoi
Mirror Displacements, lastre specchianti, disposte in configurazioni regolari nella sabbia, nella
terra e tra la vegetazione, in modo da assorbire
e riflettere la luce, il cielo e l’atmosfera. Nel 1970
presso il Great Salt Lake nello Utah, riesce a
portare a termine la Spiral Jetty, il suo più importante intervento, un grande molo a forma di
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spirale, costruito accumulando con bulldozer e
camion più di 6.500 tonnellate di terreno circostante, come terra, rocce e cristalli di sale. Questo gigantesco monumento primitvo negli anni
è destinato a mutare rendndo l’opera ancor più
affascinante. Muore all’età di 35 anni durante un
sopraluogo per un nuovo progetto di Land Art.
SpiralJetty
in (presso): visto dal livello del terreno, l’opera si
percepisce ad una scala maggiore ed isolata dal
contesto generale (il paesaggio);
at (dentro): osservata dall’interno l’opera appare
gigantesca ed avvolge l’osservatore che non
può percepirla interamente con un unico sguardo, si possono vedere però dettagliatamente le
rocce che la compongono, l’acqua ed i cristalli di
sale.
Quest’opera consiste in una mastodontico molo
a spirale della lunghezza di quattrocento metri,
realizzata dall’artista Robert Smithson in un lago
salato nello stato americano dello Utah.
Il molo a spirale di Smithson ha tre livelli di percezione, a seconda del punto da cui la si osserva:
out (fuori, in inglese): visto dall’aereo l’opera può
essere apprezzata nella sua interezza, insieme
all’ambiente nella quale è inserita;
Robert Smithson
Spiral Jetty
Great Salt Lake, Utah
del 1970
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RICHARDLONG
(Bristol, 1945) è un’artista inglese che fa parte del movimento della Land Art. Consegue
il diploma presso il West of England College
of Art di Bristol e tra il ’66 e il ’68 frequenta
a Londra la St. Martin School of Art. Le sue
“passeggiate”(performance) sono costituite da
sculture fatte con materiali semplici reperiti sul
posto e documentate con foto, video e mappe.
Può essere un esempio il suo primo lavoro ”A
line made by walking” del 1967, riproduzione
fotografica della linea lasciata sull’erba di un
prato dall’artista. Per Long l’incontro tra ambiente e natura è un fatto intimo e primitivo, privo di
mediazioni artificiali. Negli anni successivi impronta il suo lavoro su segni essenziali e primitivi
come linee e spirali, utilizzando i materiali raccolti durante le sue passeggiate. I suoi lavori sono
caratterizzati da elementi distintivi tipici della sua
terra e dalla pittura paesaggistica inglese del
XIX secolo. Nel 1978 parecipa alla Biennal di
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Venezia, decicata in quell’occasione al rapporto
tra arte e natura. Long, artista di fama intenazionale ha esposto in tutto il mondo ed è presente
nelle più prestigiose collezioni di arte contemporanea.
Slate
Circle
Delabole
Slate Circle Delabole, un cerchio pieno realizzato sul pavimento di ardesia dalla cava Delabole
in Cornovaglia, è stato costruito in ardesia tagliata grossolanamente a mantenere il suo carattere
il più naturale possibile. La disposizione circolare
è un ordine imposto, ma la piattezza di ogni pezzo è caratteristico dell’ardesia, che rappresenta
un ordine naturale, fuso con l’artificialità della
forma.
Richard Long
Slate Circle Delabole
Tate Britain
del 1976
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CURRICULUM DEI CURATORI
DELLA MOSTRA
LAND
ART
INTERVENTI SUL PAESAGGIO NATURALE
Elisa Boscolo Bibi, Chioggia (30015)
Studente dell’Accademia di Belle Arti di Venezia e dopo poche esperienze vissute nel campo
pubblicitario e artistico, scrivo in merito alla presentazione della mostra - LAND ART – Interventi sul paesaggio naturale –.
E’ importante pensare alle nuove generazioni, così distaccate ormai dal campo artistico: ritengo importante pensare ad un evento che richiami i giovani, magari realizzato da giovani.
Distaccarsi dal concetto tradizionale di museo per realizzare qualcosa di assolutamente innovativo, come può essere il progetto sopra menzionato: un ponte collegato all’altra parte del
mondo, all’America per la precisione, dove questi grandi artisti hanno lasciato le loro opere. Un
vortice spaziotemporale che vi trasporta in diversi paesaggi e vi permette di sentire, vedere,
toccare opere immense (letteralmente), magari perdute o semplicemente distanti. Tutto miniaturizzato per entrare nelle vaste aree dell’Arsenale, ricreando suggestioni anche attraverso
video e suoni.
Realizzare un luogo di paesaggi in un ambiente chiuso è complicato, ma la voglia di fare e la
sete di sapere unite ad una buona conoscenza della storia dell’Arte contemporanea mi portano
a pensare che sia possibile.
Dopo aver frequentato diversi corsi specifici e aver seguito diverse lezioni nel corso di Scienze
Museali nell’università di Ca’ Foscari situata anch’essa a Venezia, aver coordinato la realizzazione di una piccola mostra, composta da opere di studenti del Liceo Artistico di Venezia
(LAS), situata nella sua sede centrale, a budget limitato, penso di essere in grado di coordinarne una più grande.
Le diverse conferenze avvenute in musei d’arte contemporanea (Palazzo Grassi, Punta della dogana) hanno rivoluzionato completamente il mio metodo, che vuole essere sempre più
comunicativo con lo spettatore, non solo mostrandogli l’opera d’arte analizzata, ma facendolo
vivere in essa.
L’abitare lontano dalla città non mi permette di essere veloce nei miei spostamenti, ma qualora
il progetto venga accettato sarebbe un piacere per me trasferirmi definitivamente a Venezia
per essere più disponibile in tutti gli orari.
Sperando che questo possa incuriosirvi
Distinti saluti
Elisa
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LAND
ART
INTERVENTI SUL PAESAGGIO NATURALE
Raffaella Toniolo
Carmignano di Brenta (PD), 35010
nata a Camposampiero il 10 settembre 1991,
Attualmente studio all’Accademia di Belle Arti di Venezia indirizzo Nuove Tecnologie delle Arti,
grafica pubblicitaria.
Due anni fa mi sono diplomata all’Istituto d’Arte ISA Michele Fanoli a Cittadella (PD) con due
titoli di studio, il primo di Maestro d’Arte, rilasciato dopo l’esame del terzo anno di istituto e
quello di Grafica Pubblicitaria e Fotografia rilasciato al quinto anno dopo l’esame di stato.
Nell’arco degli anni scolastici e tutt’ora ho avuto la possibilità di collaborare come webdesign
e grafico assieme a diversi operatori del settore che mi hanno regalato molta esperienza,
mentre durante il periodo scolastico mi sono proposta più volte nel coordinare le Settimane
dell’Arte dell’istituto le quali venivano autonomamente organizzate dagli studenti che dovevano
preoccuparsi nella realizzazione dei laboratori e nella coordinazione del personale non che dei
responsabili esterni che si proponevano nel collaborare come professionisti nei laboratori per
portare un po’ della loro esperienza.
Ho oltretutto partecipato a corsi di Scenografia Teatrale e in Allestimento e Display a Milano i
quali mi hanno preparata professionalmente come scenografa, allestitore di eventi e mostre
d’arte oltre che sfilate di moda; Sono quindi disponibile nell’assumermi le responsabilità organizzative e di coordinamento della mostra.
Cordiali Saluti.
Raffaella Toniolo
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LAND
ART
INTERVENTI SUL PAESAGGIO NATURALE
Davide Padovan,
nato a Vicenza
l’11 febbraio 1992,
Mi sono diplomato all’istituto tecnico “S.B. Boscardin” a Vicenza.
Ho quindi una buona conoscenza nel ramo artistico, soprattutto nell’ambito pittorico, non che
scultoreo e anche architettonico. Grazie ad un seminario a cui ho, una buona conoscenza e
padronanza tecniche scultoree. Ho avuto anche la possibilità non che fortuna di aver partecipato ad una mostra organizzata dal comune di Caldogno per i giovani artisti in cui ho potuto
non solo esporre i miei lavori migliori ma mi era stato dato anche il compito organizzare l’esposizione delle opere dei diversi giovani artisti che partecipavano alla mostra. Attualmente
frequento il primo anno all’Accademia di Belle Arti di Venezia (indirizzo Nuove Tecnologie delle
Arti, grafica pubblicitaria) e pur essendo solo all’inizio mi sento entusiasta del mio percorso
e vorrei poter offrire la mia esperienza per l’allestimento delle opere e l’organizzazione delle
stanze per l’esposizione.
Cordiali Saluti
Davide Padovan
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METODOLOGIA
E TECNICHE
DELLA
COMUNICAZIONE
Anno scolastico 2011-2012
Indirizzo Nuove Tecnologie per le Arti
Professoressa ORIETTA BERLANDA
Realizzato da:
Elisa Boscolo Bibi
Raffaella Toniolo
Davide Padovan

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