se tu vuoi puoi mondarmi
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se tu vuoi puoi mondarmi
della GraziaMONDARMI - Palermo SE TUParola VUOI PUOI sito ufficiale Parola della Grazia Palermo - PdG Italia http://www.paroladellagrazia.it/it Date : 31 agosto 2014 Il tema del culto di oggi è “SE TU VUOI PUOI MONDARMI”. La parola di Dio nel salmo 103 afferma infatti “Benedici, anima mia, l'Eterno; e tutto quello che è in me benedica il suo santo nome. Benedici, anima mia, l'Eterno e non dimenticare alcuno dei suoi benefici. Egli perdona tutte le tue iniquità e guarisce tutte le tue infermità,riscatta la tua vita dalla distruzione e ti corona di benignità e di compassioni;egli sazia di beni la tua bocca e ti fa ringiovanire come l'aquila” (versetti 1-5). Il Pastore si sofferma in questa domenica sul capitolo 8 di Matteo. La prima guarigione che narra l’evangelista è quella del lebbroso. Il motivo per cui è narrato questo primo miracolo è perché la lebbra è una malattia che solo Dio può guarire. Probabilmente è questa l’intenzione di Matteo quando sceglie di narrare questo primo miracolo: testimoniare che Gesù è il Figlio di Dio. In Matteo 8:1-3 leggiamo “Ora, quando egli fu sceso dal monte, grandi folle lo seguirono. Ed ecco, un lebbroso venne e l'adorò, dicendo: «Signore, se vuoi, tu puoi mondarmi». Gesù, distesa la mano, lo toccò dicendo: «Sì, io lo voglio, sii mondato». E in quell'istante egli fu guarito dalla sua lebbra” Uno dei primi dubbi che si presentano nella nostra mente davanti alla possibilità di essere guariti è “Dio vuole guarirmi?” La risposta è che Dio vuole guarire sempre! Gesù durante il suo ministero terreno non rifiutò mai a nessuno la guarigione. In Matteo 4:23-24 è scritto “ E Gesù andava attorno per tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando l'evangelo del regno, e sanando ogni malattia e ogni infermità fra il popolo. E la sua fama si sparse per tutta la Siria; e gli presentarono tutti i malati, colpiti da varie infermità e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì” I 37 miracoli riportati nei vangeli sono solo una minima parte di quello che Gesù ha compiuto. Giovanni lo sottolinea in Giovanni 20:30 “Or Gesù fece ancora molti altri segni In presenza dei suoi discepoli, che non sono scritti in questo libro” E ancora in Giovanni 21:25 leggiamo “Or vi sono ancora molte altre cose che Gesù fece, che se fossero scritte ad una ad una, io penso che non basterebbe il mondo intero a contenere i libri che si potrebbero scrivere. Amen.” Il primo miracolo riportato da Matteo è al cap. 8 e tratta di una malattia allora incurabile: la lebbra. La lebbra presso gli Ebrei era un tipo di peccato; per capirlo meglio occorre comprendere cosa sia questa malattia e come si presenta. La lebbra (morbo di Hansen) è una delle malattie più terribili che abbiano mai afflitto l’umanità. Il micobatterio ( come la tbc) che la provoca può infettare il corpo anche fino a 30 anni prima che la malattia si manifesti e, quando si manifesta, di solito lo fa in maniera falsamente blanda. Compaiono delle macchie che rendono la pelle opaca e insensibile; poi, pian piano, si estendono per tutto il corpo provocando piaghe che si trasformano in mutilazioni. La carne, infatti, cade a pezzi sfigurando orribilmente l’ammalato. Oltre a ciò, la malattia è altamente infettiva. Si trasmette per contatto diretto con un lebbroso, soprattutto quando le goccioline infette provengono dal naso e dalla bocca. Questo tipo di contagio ci fa pensare alla contaminazione spirituale ed è per tale motivo che questa malattia è definita come un tipo di peccato, perché - come il peccato - anche la lebbra contamina l’uomo e lo deturpa mutilando la sua carne e la sua immagine. Il peccato, altresì, deturpa l’immagine di Dio in noi La lebbra era un male terribile e per questo, in Israele, il lebbroso era isolato e reietto. Doveva stare lontano dai centri abitati e, quando vi si avvicinava, doveva gridare: “Impuro, impuro”, per avvertire della sua presenza e della natura della sua malattia (Lev. 13:45-46). Questa terribile malattia è, pertanto, presentata dalla Parola di Dio come simbolo del peccato che infetta l’uomo e lo separa da Dio. Un peccato che macchia l’anima e, quasi sempre, finisce col distruggere anche il corpo. Tutti i redenti, benché guariti e purificati nel corpo e nell’anima, dal sangue dell’agnello di Dio (Gv. 1:36; 1 Gv. 1:7), devono vigilare perché questa piaga non si ripresenti con tutta la sua virulenza! In Matteo 8 ci vengono narrati dei miracoli: quello del lebbroso ebreo, quello del servo del centurione e di tanti altri che ci rendono consapevoli che 1. E’ sempre la volontà di Dio guarire. Nell’episodio del servo del centurione quest’ultimo dice “Se tu vuoi” e Gesù risponde “IO verrò e lo guarirò” Matteo 8 ci evidenzia altresì altri due punti importanti 1. Il Peccato (come natura) e la malattia sono sempre legati 2. L’espiazione era necessaria per rimuovere il peccato e la malattia Nell’episodio della lebbra Gesù guarì con un Suo tocco, perché il tocco di Gesù non contamina, ma sana l’uomo dalla malattia e dal peccato. Ora è importante ricordare che non c’era malattia nel giardino dell’Eden prima della caduta nel peccato dell’uomo. Vi sono però 4 episodi nell’A.T. riguardanti la lebbra e successivi al giardino dell’Eden. In Numeri 12:1-10 leggiamo” Miriam ed Aaronne parlarono contro a Mosè a motivo della donna etiope che aveva sposato; infatti egli aveva sposato una donna etiope. E dissero: «L'Eterno ha forse parlato solo per mezzo di Mosè? Non ha egli parlato anche per mezzo nostro?». E l'Eterno sentì. (Or Mosè era un uomo molto mansueto, più di chiunque altro sulla faccia della terra). L'Eterno disse subito a Mosè, ad Aaronne e a Miriam: «Voi tre uscite e andate alla tenda di convegno». Così loro tre uscirono. Allora l'Eterno scese in una colonna di nuvola, si fermò all'ingresso della tenda e chiamò Aaronne e Miriam; ambedue si fecero avanti. L'Eterno quindi disse: «Ascoltate ora le mie parole! Se vi è tra di voi un profeta, io, l'Eterno, mi faccio conoscere a lui in visione, parlo con lui in sogno. Ma non così con il mio servo Mosè, che è fedele in tutta la mia casa. Con lui io parlo faccia a faccia, facendomi vedere, e non con detti oscuri; ed egli contempla la sembianza dell'Eterno. Perché dunque non avete temuto di parlare contro il mio servo, contro Mosè?». Così l'ira dell'Eterno si accese contro di loro, poi egli se ne andò. Quando la nuvola si fu ritirata di sopra alla tenda, ecco Miriam era lebbrosa, bianca come neve; Aaronne guardò Miriam, ed ecco era lebbrosa. Ricordiamoci che la lebbra (come il peccato) nasce da un contagio che parte dalla bocca. Miriam parlò contrò Mosè e, in questo modo, il peccato entrò nella sua vita e la lebbra (come il peccato) deturpò la sua immagine In Numeri 12:13-15 troviamo scritto però che Mose ebbe compassione per sua sorella“Così Mosè grido all'Eterno, dicendo: «Guariscila, o Dio, te ne prego!». Allora l'Eterno rispose a Mosè: «Se suo padre le avesse sputato in viso, non sarebbe forse nella vergogna per sette giorni Sia dunque isolata fuori dell'accampamento sette giorni; dopo ciò sarà di nuovo ammessa». Miriam dunque fu isolata fuori dell'accampamento per sette giorni; e il popolo non si mise in cammino finché Miriam non fu riammessa nell'accampamento.” Nell’episodio di Miriam Dio manifestò esternamente quello che era successo spiritualmente. È importante ricordare che quando parliamo male delle persone che Dio ha scelto non parliamo male delle persone ma di Dio che li ha scelti. Il peccato (così come la lebbra) provoca dunque l’isolamento. L’uomo che pecca tende, infatti, a separarsi da Dio e dalla comunione fraterna. Un altro esempio nell’A.T è quello del re Azariah chiamato anche Uzzia (2Re 15:5). Egli fu colpito dalla lebbra perché entrò in un ruolo non suo. Lui che era un re voleva agire come un sacerdote e invece di pentirsi, nel momento in cui fu ripreso, si arrabbiò tanto che in 2Re 15:5 è scritto” Poi l'Eterno colpì il re, che fu lebbroso fino al giorno della sua morte e visse in una casa isolata”. L’arroganza che è concentrata sul nostro io, non ci rende sottomessi a Dio ma lascia entrare il peccato. Gesù ricorda un episodio dell.A.T in Luca 4:25-27 “Vi dico in verità che al tempo di Elia, quando il cielo fu serrato tre anni e sei mesi e vi fu una grande fame in tutto il paese, vi erano molte vedove in Israele; eppure a nessuna di loro fu mandato Elia, se non a una donna vedova in Sarepta di Sidone. 2 E al tempo del profeta Eliseo vi erano molti lebbrosi in Israele; eppure nessuno di loro fu mondato, eccetto Naaman il Siro». Questo episodio è descritto in 2 Re 5:1-3 Or Naaman, capo dell'esercito del re di Siria, era un uomo grande e altamente stimato agli occhi del suo signore, perché per mezzo suo l'Eterno aveva dato vittoria alla Siria; ma quest'uomo forte e valoroso era lebbroso. Or alcune bande di Siri in una razzìa avevano portato via come prigioniera dal paese d'Israele una piccola fanciulla, che era finita al servizio della moglie di Naaman. Ella disse alla sua padrona: «Se il mio signore potesse andare dal profeta che è in Samaria, certamente egli lo libererebbe dalla sua lebbra!» Naaman credette e andò. 2 Re 5. Da 10 a 14 “Allora Eliseo gli inviò un messaggero a dirgli: «Va' a lavarti sette volte nel Giordano, e la tua carne tornerà come prima e sarai mondato». Ma Naaman si adirò e se ne andò, dicendo: «Ecco, io pensavo: "Egli uscirà certamente incontro a me, si fermerà, invocherà il nome dell'Eterno, il suo DIO, agiterà la mano sulla parte malata e mi guarirà dalla lebbra". I fiumi di Damasco, l'Abanah e il Farpar, nonsono forse migliori di tutte le acque d'Israele? Non potrei lavarmi in quelli ed essere mondato?». Così si voltò e se ne andò tutto infuriato. Ma i suoi servi gli si avvicinarono e gli parlarono, dicendo: «Padre mio, se il profeta ti avesse ordinato una grande cosa, non l'avresti fatta? Tanto più ora che ti ha detto: "Lavati e sarai mondato"?». Allora egli scese e si immerse sette volte nel Giordano, secondo la parola dell'uomo di DIO; la sua carne tornò come la carne di un piccolo fanciullo e fu mondato” Naaman fu ubbidiente e fu guarito. Egli uscì dalle acque mondo e ringiovanito perché questo è il frutto della Grazia. È importante ricordare che per la gioia di aver ricevuto guarigione Naaman voleva fare un dono al profeta, ma Eliseo rifiutò. Eliseo mostrò, già allora, un Dio di Grazia, un Dio che dona gratuitamente. Al contrario di Eliseo, il suo servo mostrò avidità e andò incontro a Naaman per chiedere dei soldi .Per tale motivo troviamo scritto in 2Re 5:27 “La lebbra di Naaman si attaccherà perciò a te e alla tua discendenza per sempre». Così Ghehazi uscì dalla presenza di Eliseo tutto lebbroso, bianco come la neve.” L’avidità dell’uomo si contrappone alla Grazia di Dio e porta frutti e risultati diversi nella vita di coloro che non si affidano alla Sua Grazia. Ai tempi di Gesù vi erano molti lebbrosi, molti malati, ma Gesù trovò poca fede d’in mezzo al popolo ebreo, per questo afferma Luca 4:25-27 “Vi dico in verità che al tempo di Elia, quando il cielo fu serrato tre anni e sei mesi e vi fu una grande fame in tutto il paese, vi erano molte vedove in Israele; eppure a nessuna di loro fu mandato Elia, se non a una donna vedova in Sarepta di Sidone. E al tempo del profeta Eliseo vi erano molti lebbrosi in Israele; eppure nessuno di loro fu mondato, eccetto Naaman il Siro». Questo concetto è molto importante perché spesso avviene che i credenti non parlano in accordo alla Parola di Dio ma ai loro naturali ed umani pensieri e questo porta distruzione nella loro vita. Vi sono, invece, persone che non conoscono Dio ma odono la Sua Parola, credono e vedono il frutto della sua Parola nell’adempimento della Benedizione di Dio nella loro vita. È importante notare che il lebbroso non veniva condotto da un medico ma da un sacerdote. Poiché la lebbra rappresenta il peccato non poteva essere curata da un medico. Gesù sottolineò questo in Matteo 8:4 “Allora Gesù gli disse: «Guardati dal dirlo ad alcuno; ma va mostrati al sacerdote, e presenta l'offerta prescritta da Mosè, affinché questo serva loro di testimonianza». Il sacerdote e non il medico era incaricato di occuparsi della diagnosi e della verifica della guarigione. Gesù ha voluto fare testimoniare la guarigione come la legge di Mosè comandava. Per comprenderne meglio il motivo dobbiamo leggere in levitico 14:1-7 che narra della legge per la purificazione dei lebbrosi guariti “L'Eterno parlò ancora a Mosè, dicendo: «Questa è la legge relativa al lebbroso per il giorno della sua purificazione. Egli sarà portato dal sacerdote. Il sacerdote uscirà dal campo e lo esaminerà e se la piaga della lebbra è guarita nel lebbroso, il sacerdote ordinerà di prendere per colui che dev'essere purificato due uccelli vivi e puri, del legno di cedro, dello scarlatto e dell'issopo. Il sacerdote ordinerà che si sgozzi uno degli uccelli in un vaso d'argilla su acqua corrente. Poi prenderà l'uccello vivo, il legno di cedro, lo scarlatto e l'issopo e li immergerà, con l'uccello vivo nel sangue dell'uccello sgozzato sull'acqua corrente. Lo spruzzerà quindi sette volte su colui che deve essere purificato dalla lebbra; lo dichiarerà puro e lascerà andar libero per i campi l'uccello vivo.” In questo episodio simbolico i due uccelli rappresentano Gesù e noi. Quello ucciso rappresenta Gesù (innocente e senza peccato) che muore per i nostri peccati versando il suo sangue. L’uccellino che rimane vivo, che viene immerso 7 volte nel sangue dell’uccello sgozzato e poi lasciato libero, rappresenta noi, lavati nel Sangue di Gesù e resi liberi nel Suo Nome. L’Antico Testamento sottolinea che questa purificazione avveniva con l’issopo la cui immagine ritroviamo nel Salmo 51:7 quando Davide dice “Purificami con issopo, e sarò mondo; lavami, e sarò più bianco della neve. e ancora in Giovanni 19:29 Or c'era là un vaso pieno d'aceto. Inzuppata dunque una spugna nell'aceto e postala in cima ad un ramo d'issopo gliela accostarono alla bocca. Questo semplice rametto d’issopo collega il libro del levitico al nuovo testamento per ricordarci che noi siamo purificati nel Sangue di Gesù Cristo, resi liberi per il suo sacrificio. Quello che era simbolico nell’A.T diventa reale nel N.T perché Gesù è venuto per offrire se stesso. Matteo 8 nei vari versetti ci parla di guarigione: v. 1-4 Gesù guarisce un lebbroso che è Giudeo ed è un uomo v. 5-13 Gesù guarisce un servo paralizzato che è un gentile ed è un giovane (pais in greco) v. 14-15 Gesù guarisce la febbre in una donna (la suocera di Pietro) Questi versetti ci confermano che Gesù guarisce tutti, giovani, donne, uomini, giudei e gentili. Come è scritto in Matteo 8:5-8 “Quando Gesù fu entrato in Capernaum, un centurione venne a lui pregandolo, e dicendo: «Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre grandemente». E Gesù gli disse: «Io verrò e lo guarirò». Il centurione, rispondendo, disse: «Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto; ma di' soltanto una parola, e il mio servo sarà guarito” Il centurione aveva capito l’autorità di Cristo, aveva compreso la potenza di guarigione, aveva riconosciuto che la Parola di Dio è vivente ed efficace per questo Gesù afferma in Matteo 8:13 “Va' e ti sia fatto come hai creduto!». E il suo servo fu guarito in quell'istante” L’ultima guarigione nel capitolo 8 di Matteo è la guarigione della suocera di Pietro. Matteo 8:14 -17 Poi Gesù, entrato nella casa di Pietro, vide che la suocera di lui era a letto con la febbre. Ed egli le toccò la mano e la febbre la lasciò, ed ella si alzò e prese a servirli. Ora, fattosi sera, gli furono presentati molti indemoniati; ed egli, con la parola, scacciò gli spiriti e guarì tutti i malati, affinché si adempisse ciò che fu detto dal profeta Isaia, quando disse: «Egli ha preso le nostre infermità e ha portato le nostre malattie». Matteo 8 dunque ci narra della potenza guaritrice di Gesù per mezzo della Parola per uno scopo preciso “affinché si adempisse ciò che fu detto dal profeta Isaia, quando disse: «Egli ha preso le nostre infermità e ha portato le nostre malattie”. Noi dobbiamo dichiarare con Fede - in accordo alla Sua Parola- che Egli ha preso tutte le nostre infermità e si è caricato delle nostre malattie. Dobbiamo dichiaralo per noi stessi e per gli altri, perché Lui ci ha ordinato di predicare il Regno di Dio, di guarire gli infermi e di predicare la riconciliazione con Dio. Preghiamo che le nostre mani siano unte per portare guarigione nel Nome di Gesù Cristo. Amen! Dio ci Benedica! Redazione a cura di Naomi Chiaramonte Powered by TCPDF (www.tcpdf.org)