MFPS - anpecomit

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Un appuntamento fra memorie, attualità e futuro del mondo Comit
Periodico trimestrale dell’Anpecomit - numero 3 - ottobre 2008
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SONO PROFONDAMENTE
INDIGNATO (DI A.M. MASIA)
RECUPERI FISCALI SU ZAINETT I E
LIQUIDAZIONI DEL FONDO PENSIONI
IL PENSIONATO TEX
(DI G. COZZI)
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Gli organi direttivi ANPECOMIT
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L’ANPECOMIT (da una storia di
oltre 100 anni!)
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Consiglio Direttivo
co
Antonio Maria Masia - Presidente
Francesco Basilico - Vice Presidente
Catello Califano - Tesoriere
Gianfranco Mascini - Segretario
Giuliano Boer - Consigliere
Gioacchino Costantino - Consigliere
Fulvio Fabrici - Consigliere
Alfredo Izeta - Consigliere
Sergio Marini - Consigliere
Maria Pia Monarca - Consigliere
Gianni Virdis - Consigliere
Pasqualino Menchise - Presidente
Giuseppe Folesani
Francesco Greco
Sede sociale: Roma Via Cesare
Balbo 35
Telefono / Telefax: 064820307
E-mail: [email protected]
Sito web: www.noicomit.altervista.org
Codice fiscale: 97321550580
Aderente alla
“FAP CREDITO - Federazione Nazionale Sindacale delle Associazioni dei
Pensionati del Credito”
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Mauro Luparelli - Presidente
Ermanno Santilli
Filippo Vasta
Associazione Nazionale fra Pensionati
ed Esodati della Banca Commerciale
Italiana - A.N.P.E.C.
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Collegio dei Revisori
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Collegio dei Probiviri
Denominazione sociale
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L’Anpecomit è nata a Roma il 20 novembre 2003 su iniziativa di soci fondatori Salvatore Bono,
Catello Califano, Roberto Ciccolini, Mario Saverio Cozzoli, Salvatore Diana, Fulvio Fabrici,
Francesco Greco, Massimo Grotti, Mauro Luparelli, Giovanni Maniscalco, Antonio Maria Masia,
Pasqualino Menchise, Roberto Migliaccio, Maria Pia Monarca, Raffaele Montemarano, Roberto
Peracchi, Francesco Perrini, Pasquale Piccirillo, Giancarlo Renzetti, Gavino Ruggiu, Graziella
Tonon, Fernando Umena.
Motivo fondante dell’associazione è tenere vivo e valorizzare il patrimonio di memorie, storia e
cultura della Banca Commerciale Italiana, fare riferimento ed unità di indirizzo nella tutela dei diritti e degli interessi dei soci, e comunque di tutti i soggetti del mondo Comit interessati, a prescindere dai gradi, appartenenze politiche, di movimento e sindacali.
NON VOGLIAMO un sistema bancario che abbia il solo fine del profitto e che ne ignori la funzione sociale!
NON VOGLIAMO una banca che trascuri i valori della relazione, della formazione, della solidarietà e della cultura!
NON VOGLIAMO una gestione del risparmio avida di commissioni, priva di controlli e con continui incrementi delle spese bancarie!
VOGLIAMO difendere i diritti acquisiti a cominciare dal nostro Fondo Pensione
VOGLIAMO un'adeguata ed efficiente assistenza da parte delle Cassa Sanitaria
VOGLIAMO rispetto, considerazione e risorse a favore di chi ha dedicato una vita all'interno della Comit
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Sono profondamente indignato (di Antonio Maria Masia)
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Da parte della nostra Associazione nel “denunciare” all’opinione pubblica l’operazione ci impegniamo a dare
a tutti i colleghi che reagiranno, non accettando l’uscita
suggerita/imposta, e che verranno di conseguenza licenziati, tutta l’ assistenza e tutti i consigli che ci sarà
possibile.
PSSSSSS:
La mia indignazione cresce in funzione dell’operazione ALITALIA che vede Intesa nei panni di advisor
(consigliere e ispiratore ) per un piano di salvataggio,
che il grande ed inevitabile coro dei corifei di editorialisti e opinionisti, più o meno a libro paga, ci presenta
come operazione coraggiosa in capo a cosiddetti coraggiosi capitani d’azienda. Se il coraggio potesse regire e difendersi!
Pensate prima Intesa con la piccolissima e fragilissima Airone ha partecipato all’acquisto di Alitalia in
competizione con AirFrance e altri. Poi le viene affidato l’incarico di consigliere, di salvataggio, ed ora fa pure parte della cordata
assieme ad Airone, che abbiamo
scoperto era a sua volta da salvare e che per essere salvata
viene incorporata nella new
company. Ma cosa è mai il
conflitto di interessi di fronte
a tale scempio?
Salvami tu che ti salvo io…
ecco la formidabile trovata. Lo
spezzatino: una Alitalia buona
(good dicono gli inglesi) che per
legge “ad aziendam” compra ( a
quali prezzi?) tutti gli asset positivi, ed
il minimo di personale necessario da un’Alitalia cattiva, anzi cattivissima, (bad dicono ancora gli
inglesi) con tutti i debiti, le grane, più di 5000 risorse
in esubero da smaltire etc..…
La prima se la pappano i soliti noti, la seconda in c…
allo Stato, cioè a noi tutti contribuenti, ultimo finanziamento compreso di 300 milioni a babbo morto.
Ma Air France non aveva offerto 1 miliardo di € e proposto solo 2500 esuberi?
Ma le banche non dovrebbero fare un altro mestiere?
Ai posteri…. ma prima…. chapeau e grazie tante
“per la geniale e taumaturgica trovata finanziaria,
economica, politica e sociale” a Monsieur PASSERA’ (con la speranza che l’accento funzionerà….,
nel senso ovviamente che andrà in pensione anche
lui… prima o poi).
Antonio Maria Masia
Con indignazione!
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Ormai indignarsi è uno stato emotivo così ricorrente
che non colpisce più l’attenzione di nessuno ormai ci
indigniamo tutti, tutti i giorni.
I motivi per indignarsi sono innumerevoli: la sanità, i trasporti, la scuola, la pubblica amministrazione, il lavoro,
il precariato, la disoccupazione, la corruzione, i furti, le
rapine, gli omicidi, la droga, il sesso violento, la finanza
truccata… e chi più ne ha..più ne metta.
Ma al netto della vera indignazione purtroppo circola
troppa indignazione di circostanza che spesso rappresenta quasi un ipocrita lavacro di coscienza.
La mia attuale vera sentita indignazione per l’ennesima azione di Intesa Sanpaolo nei confronti del suo
personale è così forte e determinata da impormi un
certo ed opportuno controllo formale nel manifestarla.
Forte perché in contemporanea presenza di un incredibile e irritante silenzio sindacale e dei media
(giornali, TV e Radio), determinato perché vedo nel
comportamento di Intesa e dei suoi responsabili Il procedere risoluto ed indisturbato
di
un
progetto
finalizzato solo alla logica del
profitto, incurante dei ricaschi
sociali ed umani della vicenda.
Allora: si era o no detto nel luglio del 2006 che la magnifica
operazione di fusione fra Intesa e SanPaolo sarebbe stata
indolore per il personale?
Che nessuno sarebbe stato costretto ad uscire anzitempo, ma solo
volontariamente?
S’era detto così, proprio così! Uscite solo
volontarie e incentivate. Basta andarsi a rileggere gli
articoli, le dichiarazioni, gli accordi sindacali etc….
Ed invece?
No Signori! Le cose già dal luglio 2007, in carenza di
volontari, a raggiungimento del budget previsto, si è
cominciata la micidiale ed implacabile opera di persuasione , di pressione prima leggerina, poi un po di
più e sempre di più, fino a questa estate 2008.
FUORI, VIA, AL MACERO, ALLE PANCHINE, chi in
presenza di certi requisiti per la pensione di anzianità o
giù di lì non decide spontaneamente, liberamente ed
autonomamente (si fa per dire!) di andare a casa. Di
farsi da parte! Chi non molla incappa subito nella
legge 223, licenziamenti collettivi , previsti per
legge per le aziende in difficoltà e da riorganizzare.
Ma che c’entra questa Legge per IntesaSanpaolo e
perché il sistema ne consente l’applicazione anche per
due aziende che scoppiavano e scoppiano di salute
(profitti, dividendi e premi ai managers a gogò) e che si
sono dichiaratamente sposate per raggiungere profitti
ancora superiori?
L’applicazione o la ventilatala, suggerita, ipotizzata applicazione appare forzatura, appare antisindacale, se i
Sindacati fossero il baluardo di difesa, che non sono
più, dei lavoratori, appare inaccettabile, ingiustificabile
e contraria alle affermazioni programmatiche in sede di
ancio in pompa magna dell’iniziativa.
Attribuzione plusvalenze zainetto ai colleghi
usciti nel biennio 2003/2004
Il ricorso collettivo contro il Fondo Pensioni e Intesa
Sanpaolo S.p.A. è stato assegnato come segue:
Giudice: dott. Riccardo Atanasio, Trib. Milano
Udienza: 14 ottobre 2008 ore 16.10.
I colleghi interessati (in particolare quelli residenti a
Milano) sono pregati di prendere nota al fine di assistere alla prima udienza.
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INIZIATIVE FAP CREDITO DI ANDREA DOLCE
Banco di Napoli.
“..... ricordo che già il blocco
della perequazione della finanziaria ’98 (art. 59, comma 13
della legge 449/97), fu vittoriosamente impugnato in Cassazione, quantomeno per la quota
integrativa della pensione. Il
blocco della perequazione 2008
verrà contrastato in Corte Costituzionale sotto due profili:
fatti, è operante un tavolo di lavoro, a cui partecipa anche la
nostra Associazione, che ha
l’obiettivo di definire una polizza
standard che soddisfi le esigenze della categoria dei pensionati, polizza da concordare
con una compagnia di primaria
importanza e da porre a disposizione dei 35.000 appartenenti
alla FAP Credito.
1) il primo concerne la violazione, sulla quota INPS, dei principi di uguaglianza e capacità
contributiva perché, per finanziare dei costi di pubblico bilancio (abolizione dello scalone) si
richiedono risorse ad una sola
categoria (i pensionati) anziché
distribuire gli oneri su tutti i contribuenti in base al principio costituzionale (art. 53 Cost.);
La nostra Associazione, in
quanto componente del Gruppo
di lavoro, oltre che del Comitato
Direttivo, nell’ottica di contribuire
al raggiungimento dell’obiettivo,
avendo molti soci privi di una polizza sanitaria, ha illustrato le finalità FAP sull’argomento al
Direttore
Generale
di
UBI><Banca Carime, Dott. Riccardo Sora.
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2) il secondo, relativamente alla
quota integrativa, verterà sulla
violazione degli artt. 38 e 47
della Costituzione, trattandosi di
trattamento previdenziale privato e non pubblico, che non
porterà vantaggi alla collettività
bensì un ingiusto arricchimento
della parte debitrice privata.”
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La FAP Credito, con l’inizio del
2008, ha intrapreso un nuovo
corso. Ha rinnovato i suoi Organi
Sociali, (Presidente Antonio
Maria Masia, Anpecomit, ViceVicario Carlo Della Ragione, Banconapoli, Vice Sergio Fisco,
Banco di Sicilia) ha meglio definito le proprie finalità congiuntamente ad un piano d’azione ed
ha trasferito la propria sede a
Roma (via Cesare Balbo 35).
Obiettivo del trasferimento è
stato quello di poter avere maggiori opportunità d’incontro con
gli Organi governativi, politici e
sindacali, per seguire direttamente le problematiche della categoria e contribuire alla loro
soluzione.
La prima problematica che ha
affrontato riguarda il blocco della
perequazione 2008 in un momento in cui il potere d’acquisto
della moneta è in continuo e galoppante svilimento.
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Infatti, poiché reputiamo che
UBI><Assicurazioni possa essere una delle Compagnie da
Il Comitato Direttivo della FAP,
contattare da parte della FAP,
su tale argomento, ha interpelabbiamo fatto presente che il
lato il proprio consulente legale
momento attuale potrebbe costiAvv. Michele Iacoviello, al fine di
tuire un’occasione favorevole
valutare le possibili azioni da inper giungere ad una polizza satraprendere per arginare il provnitaria utile per tutto il personale
vedimento. E’ stata, quindi,
del Gruppo UBI (in servizio ed in
avviata un’iniziativa giudiziaria
Altro argomento prioritario in fieri
quiescenza), da estendere con
pilota, tendente a fare dichiarare
riguarda la polizza sanitaria. Inopportuni ritocchi ed adeguaincostituzionale il
menti agli aderenti
blocco della pere- NOTIZIE IN BREVE
alla FAP Credito.
quazione 2008.
Gli abbiamo chieDa Michele Iacoviello, legale della FAP CREDITO che si è ocRiporto
alcuni
sto, quindi, di valucupato dell’argomento specifico abbiamo appreso che l'udienza
passi
dell’intertarne la fattibilità ed
avanti il Tribunale di Cuneo per la declatoria di incostituzionavento dell’Avv. Iaeventualmente di
litè del blocco della perequazione 2008 sulle pensioni superiori
c o v i e l l o
patrocinare lo sviad otto volte il minimo è stata fissata al 25 novembre.
nell’Assemblea
luppo dell’idea.
Ringraziamo Michele per le tempestive informazioni su un arannuale della noAttendiamo gli svigomento che ci sta particolarmente a cuore.
stra omologa Asluppi di entrambi
La versione definitva del ricorso è stata pubblicata sul sito della
sociazione del
gli argomenti.
FAP e su quello dell’Anpecomit.
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LA BANCA COMMERCIALE ITALIANA
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A CURA DI ANTONIO MARIA MASIA
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stante della interconnessione fra banca e cultura diIn particolare le BIN assumono il ruolo di banche di
ventano nell’era Mattioli i capisaldi del mondo Comit.
deposito deputate al solo credito ordinario ed in geL’obiettivo è fare buoni bilanci, non disgiunti dall’atnerale il sistema si modella sul tipo di banche di cretenzione costante alla persona, in quanto titolare di
dito ordinario a breve da una parte e banche di
diritti e non solo asettico strumento di produzione, e
credito a medio lungo termine dall’altra, e niente partenere la Banca in posizioni di autonomia e indipentecipazioni nel capitale delle aziende.
denza gestionale, nonostante i vincoli IRI e della
In questo contesto esce di scena Giuseppe Toeplitz
legge bancaria.
che ha visibilmente sofferto il ridimensionamento
A partire dal ‘35, in previsione di eventi bellici, l’ecodella “sua grande Banca d’affari a tutto campo”ed
nomia italiana inizia a convertirsi in economia di
entra pienamente in campo nel 33 Raffaele Mattioli
guerra con i conseguenti preparativi industriali e milinel ruolo di Amministratore Delegato.
tari (invasione dell’Etiopia, all’epoca Abissinia): da alMattioli, con l’obiettivo di riportare la Comit ai livelli
lora un decennio di crescenti operazioni belliche che
dei suoi tempi migliori, sprona fortemente la “sua” Diculminano nella seconda guerra mondiale fino alla
rezione Centrale a “lavorare dimenticando il compito
sconfitta, all’occupazione nazista, alla divisione del
che lo Stato si è assunto con l’iniziativa IRI, come se
Paese ed alla guerra civile. L’economia è subordila salvezza dovessero e potessero ottenerla da loro
nata alle esigenze belliche e la Comit
senza nessun altro aiuto da fuori.
non si sottrae finanziariamente. E riSolo così - disse - ci renderemo vecorrendo a maggiori esposizioni nei
ramente degni di questi aiuti e questi
confronti del suo azionista IRI, appogaiuti ridurremo alla minore cifra posgia le aziende impegnate nella cantiesibile”.
ristica, nella siderurgia, nella grande
Con questo spirito, assistito dal suo
meccanica e tutto il mondo industriale
collaboratore Giovanni Malagodi, dà
connesso operativamente allo sforzo
l’avvio ad un’importante e valida riorbellico.
ganizzazione della Comit in tutti i
Nel ‘39, a completamento di uno stucomparti. Dalla Direzione Centrale,
dio di piano di difesa dai rischi deriattraverso l’adozione di metodi di lavanti da attacchi nemici, la Banca
voro collegiali e settoriali, alle Filiali.
progetta un unico Centro Contabile a
Nasce così un formidabile Ufficio
cui affiancare un deposito centrale dei
Studi (cervello delle politiche di cretitoli e un Archivio Generale di tutta la
dito e di sviluppo della Banca, con a
documentazione non corrente.
G- Malagodi e A. Gerbi
capo Antonello Gerbi, poi Ugo La
La scelta cade, per motivi strategici e
Malfa e poi di nuovo Gerbi,- cfr.
di ridotta rischiosità, su Parma e nel ‘41 viene inauscheda e immagini a parte-), un valido Ufficio Faciligurato il Centro Contabile di Villa Ombrosa.
tazioni per l’analisi delle concessioni creditizie, un efLa guerra accascia totalmente l’Italia sul piano ecoficiente Ufficio Sviluppo a sostegno dell’azione sul
nomico. Il reddito per abitante nel ‘45 è in termini
territorio delle Filiali, un Ufficio Contabile ed Esecureali a livello di oltre 30 anni addietro.
tivo da esempio per il futuro del sistema bancario, un
Ciò vuol dire aver azzerato il lavoro di una intera geattento ed apprezzato Ufficio del Personale che attranerazione.
verso politiche di selezione e formazione delle RiMa passata la bufera la ripresa è rapida e nel giro di
sorse costituirà il nucleo della futura classe dirigente
un quinquennio la produzione ed il reddito tornano al
della Banca e non solo. Numerosi quadri di valore
livello prebellico.
forniranno la loro professionalità in altre banche, Enti,
Il sistema bancario tutto incentrato nella RicostruIstituzioni e Politica (Merzagora, Malagodi , La
zione fa la sua parte.
Malfa).
Certo le BIN soffrono il limite dell’ordinarietà del creLa cura per la motivazione dei collaboratori è masdito imposto dalla legge bancaria. E fra di esse la
sima: si organizzano programmi di educazione alla
Comit ancora di più, anche se Mattioli, spesso, pur
cultura della banca, basati sulla “circolazione” delle
nel rispetto formale delle norme, spinge la sua Banca
persone prescelte per incarichi tra i vari Uffici perifead “aggirare” i vincoli finanziando a breve ciò che in
rici e centrali.La scuola della relazione con le per
realtà è a lungo, nel segno della vera e naturale vosone, la cura della formazione, della preparazione
cazione della Banca.
dei singoli a compiti di ulteriore responsabilità, la co-
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E per meglio far fronte a questa esigenza su impulso
E siamo al grande sostegno allo sviluppo industriale
di Mattioli nasce la Mediobanca, con partecipazione
quando la Comit ancor di più lega il suo nome ed il
paritaria delle tre BIN, alla quale viene destinato
suo operare alle sorti positivamente in crescita deldalla Comit il giovane Enrico Cuccia, destinato a dil’economia italiana. Quello che viene definito somventare in seguito il lucido e rispettato “padre-pamariamente il “miracolo economico italiano” fra la
drone “ di quell’Istituto. Mediobanca rappresenta così
fine della Ricostruzione e la metà degli anni ‘60 e
l’indispensabile raccordo fra credito ordinario e creche è in realtà il portato di un “lungo e complicato
dito finanziario, necessario per sostenere al meglio la
processo” come sostiene Mattioli che non apprezza il
crescita economica del dopoguerra.
termine miracolo, vede la Comit in prima fila. A sosteLa BCI riprende ancora, con
gno continuo , convinto e lunVilla Ombrosa (il CAE Parma)
l’abile e unanimemente congimirante della politica di
divisa regia di Mattioli, a filiberalizzazione degli scambi,
nanziare il sistema
a efficace stimolo ad intraeconomico, sostenendo tra il
prendere ed ampliare le ini‘45 ed il ‘48 collocamenti di
ziative industriali, commeraumenti di capitale e prestiti
ciali e artigianali. Della “sua
obbligazionari di ben 67 imBanca” Mattioli, che in occaportanti società, tra le quali
sione delle relazioni ai Bilanci
Fiat, Edison, Montecatini,
annuali fa dei piccoli “capolaSip, Ilva.
vori” anche letterari e culturali
Apre, per agevolare la racda par suo, dice in contrapcolta, nuove Filiali e Agenzie
posizione al termine “miradi città. Facilita la riammiscolo” e quasi sminuendo la
sione dell’Italia ai mercati ingrande e decisiva importanza
ternazionali, riallacciando i tradizionali rapporti con
della BCI nel progetto di crescita del Paese: “non vol’Estero. Le Sedi di Londra e New York, liquidate da
gliamo arrogarci nessun merito particolare, perché
quei Paesi ospitanti nel 40 e 41, vengono riavviate
abbiamo fatto il nostro interesse”. In quegli anni gli
attraverso Uffici di Rappresentanza. L’Italia dal ‘47 in
impieghi della Comit raggiungono il 13% circa del sipoi aderendo al Fondo Monetario Internazionale ed
stema bancario italiano, a prescindere dall’attività di
accettando le nuove regole stabilite
merchant di Mediobanca. Continua
a Bretton Wood per il Sistema Mol’assistenza e la partecipazione a
Danni di guerra alla Sede di Genova
netario Internazionale, si mette decollocamenti azionari ed obbligacisamente sul terreno occidentale
zionari senza per questo trascurare
del libero scambio. Aderisce alla Oril sostegno alla piccola e media imganizzazione Economica per la
presa. La guida sapiente del banCooperazione Europea (OECE) ed
chiere umanista colto e raffinato,
all’Unione Europea dei Pagamenti,
inflessibile e pragmatico, con
alla costruzione della Comunità Eul’obiettivo fisso della crescita della
ropea del Carbone e dell’Acciaio
Banca da salvaguardare nella sua
(CECA) ed alla firma del Trattato di
autonomia e indipendenza, già riRoma. C’è un nuovo clima di fiducia
spettato da Mussolini durante il Fae di crescita negli anni ‘50 con
scismo e poi da personaggi come
Guido Menichella alla Banca d’ItaDe Gasperi e Togliatti, porta la
lia: bassi tassi d’inflazione, conti
Comit verso posizioni di assoluta
con l’estero in pareggio, livello adecentralità nel sistema Paese. La
guato delle riserve valutarie, piena
politica di espansione della Banca
convertibilità della lira.
è attenta e prudente anche a non
La Comit in questo contesto è piecollidere con le preoccupazioni del
namente inserita, soprattutto nel
Governo e della Banca d’Italia, che
mettere a frutto il suo primato nelle
hanno di mira l’equilibrio dei conti
operazioni con l’estero, in virtù della
con l’estero e del cambio, allo
netta preferenza che riceve nel
scopo di non alimentare inflazione.
comparto da operatori italiani e stranieri. Ed è grazie
Certo la legge bancaria vigente allora che separa il
alla BCI ed alla sua conoscenza ed inserimento sui
credito ordinario da quello finanziario, imbriglia un
mercati esteri se il processo di reinserimento del
po’ la capacità espansiva della Comit spingendo
Paese nell’economia internazionale viene facilitato
Mattioli, come già osservato, nel senso di un cauto
ed accelerato. Nel contempo la Banca rafforza la sua
“ibridismo” operativo basato più sulla sostanza dei
posizione su Parigi e Francoforte , auspicando fortefatti che sulla formalità. A limitare le potenzialità conmente , ma rimanendo inascoltata da IRI e Governo,
tribuisce anche la richiesta all’IRI di aumento di capil’esigenza di avere in Italia banche per dimensioni e
tale, richiesta disattesa nei tempi e nelle cifre.
capitali competitive con i massimi Istituti in Europa.
Fine della terza puntata (continua)
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RECUPERI FISCALI SU ZAINETTI E LIQUIDAZIONI DEL FONDO PENSIONI
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Comunicato ANPEC agli ex pensionati
Comunicato agli ex pensionati per il recupero delle
maggiori imposte trattenute nel 2006 dal Fondo Pensioni in sede di liquidazione della capitalizzazione della
pensione
Di questa azione di recupero fu data notizia con
la comunicazione sul sito da Dino Vanin il 24 novembre 2007.
Si fa seguito ora – anche in relazione a quanto precisato dal Dr. Masia con il Comunicato n. 9/2008 – per
informare che l’Agenzia delle Entrate di Milano, alla
quale è stata inoltrata, il 27 febbraio scorso, l’istanza
di Dino Vanin di deduzione dalle somme oggetto di liquidazione della capitalizzazione della pensione pagate nel corso del 2006
- dei contributi, nel limite del 4%, versati dal lavoratore al Fondo Pensioni in costanza di rapporto di lavoro sulla retribuzione imponibile,al netto dei
contributi obbligatori dovuti per legge (art.2 del TUIR
DPR 22 dicembre 1986 n. 917);
- e dell’importo corrispondente al 12,50% dell’imponibile netto residuo, una volta dedotti i contributi relativi
al 4% ( art.47,1° comma,lett. h-bis, DPR 917 e Dlgs
21 aprile 1993 n. 124)
ha lasciato scadere il termine di 90 giorni (27 maggio
2008) senza comunicare alcuna decisione.
Come si ricorderà, a suo tempo si era deciso di inoltrare questa istanza-pilota, attendendone il risultato per
l’inoltro di altre istanze,al fine di utilizzarne
- l’eventuale risposta positiva di accoglimento per “rafforzare” anche tutte le altre istanze da presentare dai
colleghi ex pensionati presso altri uffici dell’ Agenzia
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3°) CONVENZIONE CON I PROFESSIONISTI CHE
ASSISTONO I SOCI ANPEC IN COMMISSIONE TRIBUTARIA
Già da tempo l’Anpec ha concluso una vantaggiosa
convenzione con uno Studio Legale di Milano qualora
fosse necessario ricorrere in Commissione Tributaria.
Trattasi della convenzione con :
Avv. Antonio Palmeri
(c/° Studio V.E. Falsitta & Associati)
Via Vivaio ,22
20122 MILANO
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2°) CALCOLO DEI CONTRIBUTI VERSATI AL
FONDO
Premesso che le dichiarazioni rilasciate dal Fondo in
relazione ai contributi versati risultano in veritiere (in
quanto per il periodo che va dal 1976 al 1990 evidenziano solo il 75% dei contributi versati dal lavoratore ),
suggeriamo , per la compilazione dell’istanza all’Agenzia delle Entrate, di non utilizzare i dati della dichiarazione del Fondo ma di prendere , a base del calcolo
per la determinazione dei contributi versati, i dati del
mod. Ecocert (modulo da richiedere all’INPS)
Infatti, qualora per la determinazione dell’importo da
dedurre di cui al punto 1°) si volessero utilizzare i dati
indicati dal Fondo nella sua dichiarazione, si ricaverebbe una minor cifra da dedurre dall’imponibile della liquidazione .
e-mail: [email protected]
tel. 0276004507 –cell. 335 7833219
Questi in sintesi i termini della convenzione:
- Lo Studio assiste gli iscritti all’Anpec nei ricorsi
da promuovere avanti la Commissione Tributaria per il
recupero della maggiore imposta versata sugli acconti
e sui saldi di liquidazione erogati dal Fondo Pensioni ,
sino al 2° grado di Giudizio.
- Costi:
1.
Per ogni incarico conferito sarà versato allo Studio stesso un contributo spese di € 50 comprensivo di
Iva e Cpa , contributo che rimane a carico dell’Anpec ;
inoltre , considerata la necessità dell’apposizione delle
marche da bollo sui ricorsi, sarà richiesto l’importo di €
100 (oltre Iva e Cpa) per ciascuna posizione , con fatturazione a carico del ricorrente;
2.
Solo in caso di definitivo esito favorevole del ricorso verrà richiesto un compenso , con fatturazione a
carico del ricorrente, pari al 10% dell’importo effettivamente recuperato (oltre a Iva e Cpa); mentre nulla sarà
richiesto in caso di soccombenza;
3.
Qualora le udienze di trattazione si tenessero
in forma pubblica (anche su richiesta del ricorrente
per miglior strategia difensiva ) avanti a Commissioni
Tributarie diverse da quelle di Milano sarà a carico
dell’ iscritto solo l’ ulteriore spesa di trasferta (fino ad
un max di € 400), ferme restando le condizioni di cui
sopra”.
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Prima di rimandarvi al comunicato sottostante riguardante gli aggiornamenti per il recupero delle maggiori
imposte trattenute nel 2006 dal Fondo Pensioni in sede
di liquidazione degli acconti di capitalizzazione della
pensione, riteniamo opportuno sottolineare le principali caratteristiche di questa nostra iniziativa di recupero che si differenzia sostanzialmente da analoghe
iniziative , che altri suggeriscono.
Ci riferiamo in particolare a:
1°) DEDUZIONE DELL’IMPONIBILE
Per quanto concerne la deduzione dell’imponibile ricordiamo che, sulla scorta di positive esperienze in similari questioni tributarie (*), la nostra iniziativa,
prevede la deduzione:
1.
sia dei contributi versati dal lavoratore al Fondo
pensioni nel limite del 4% della retribuzione annua imponibile (art.17 – 2° comma del DPR n. 917/86) ;
2.
sia dell’importo corrispondente al 12.50% dell’imponibile che residua una volta dedotti i contributi nel
limite di cui al punto precedente ( artt.47- 1° comma –
lett. h-bis e 48 bis lett. d del DPR 917/86 e Dlgs 21/4/93
n.124)
Mentre risulta che le altre iniziative prevedano unicamente la richiesta di deduzione di cui al punto sub 1).
----------------------------(*) si tratta di contenziosi tributari avviati da dipendenti
Isveimer in occasione delle liquidazioni erogate dal loro
Fondo Pensioni che, si sono conclusi con sentenze
anche di Cassazione che hanno accolto la tesi della
tassazione sull’87,50% dei proventi da considerarsi sostitutivi di pensione e così con l’applicazione dell’art. 6
DPR 917/86.
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Ho una storia da raccontare che, se volete, potete
pubblicare tra le rubriche dei vostri mensili.
Eccola:
Siamo a fine '69 ed io, di ritorno da uno stage alla
Barclays di Londra, mi vedo assegnare da Paolo
Levy, il commercio dei B/B esteri. A Dircambi
c'erano anche Virginio Tavecchio, MariaLuisa Formentini, Nerino Gambini, Duilio Rinaldi e Giorgio
Respinti.
La cassa B/B era tenuta, in un ufficio sottoterra all'angolo di P.zza Scala e Via Manzoni, dai colleghi
Bellini e Ratto i quali avevano anche la responsabilità delle monete oro.
Io dovevo decidere quando vendere i B/B e loro si
preoccupavano della spedizione, principalmente
in Svizzera .
Erano circa le 15,30 quando, penso fosse Ratto,
telefonano da noi a chiedere se abbiamo trattato
una partita di monete oro. NO, diciamo noi, ma
perche? Ratto risponde:” é stata trovata una cartella sotto il telefono per il pubblico (che si trovava
di fianco all'Ufficio Forestieri e giusto sopra al loro
ufficio) e qualcuno deve averla dimenticata; un
Commesso l'ha scossa e pare ci sia qualcosa di
metallico che tintinna dentro!” Ho pensato a monete d'oro e vi ho telefonato. Io controllo gli ultimi
interinali, ma ... nulla! “Non importa, risponde
Ratto, la faccio portare nell'ufficio del CSE e se la
vedrà lui”.
Il Commesso porta la cartella al CSE (di cui non
ricordo il nome, ma qualche collega della mia età
potrà forse ricordarselo), che, a sua volta, apre
tale valigetta, trova dentro una scatola metallica
chiusa a chiave e chiede che gli portino un cacciavite, per poterla aprire !!!
Erano da poco passate le 16,30 ed in quel momento ci arriva la notizia della bomba alla Banca
Nazionale dell'Agricoltura, in Piazza Fontana!
Non so se il CSE sia svenuto o meno, ma il fatto é
che furono chiamati i Carabinieri i quali presero
consegna del "pacco" che fu fatto saltare all'interno di una Caserma, circondato da sacchi di
sabbia.
Tale valigetta conteneva effettivamente una
bomba artigianale di media potenza.
Ho tralasciato un piccolo dettaglio all'inizio di tale
storia: Dircambi si trovava al quarto piano rialzato,
esattamente sulla perpendicolare del telefono
dove fu trovata la valigia.
L'ufficio tecnico della Comit calcolo' che, in caso
di esplosione, l'intero angolo di P.zza Scala e Via
Manzoni, sarebbe crollato, travolgendo circa
600/700 membri del personale.
Evidentemente non era ancora la nostra ora..... e
poi dicono che in Banca il posto é sicuro, se piove
non ti bagni ecc.ecc.
Questo é quanto.
Un caro saluto dal sopravvissuto
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Entro la prima quindicina di ottobre l’Anpecomit dovrebbe essere in grado di inviare ai soci, via @mail, il
facsimile, allegati compresi, della richiesta all'Agenzia
delle Entrate del rimborso delle maggiori imposte pagate(4%+12,5%). Per quanto concerne i colleghi interessati che non dispongono di collegamento Internet,
li preghiamo sin d’ora di tenersi in contatto con un collega in possesso di quanto sopra. Ricordiamo che in
ogni caso la richiesta sarà disponibile anche sul nostro sito www.noicomit.altervista.org, dal quale potrà
essere scaricata senza alcun problema.
Storie vere perché vissute.
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delle Entrate;
- contrastare con nuove argomentazioni legali presso
gli altri Uffici le ragioni con le quali l’Ufficio di Milano
avesse respinto l’istanza,motivandole. Purtroppo, come
già detto, allo scadere dei termini concessi dalla legge
all’Ufficio per una risposta, nessuna comunicazione è
pervenuta all’interessato, formandosi pertanto il provvedimento di “Silenzio-Rifiuto” ex art. 21 D .Lgs.
546/92.Ora, poiché non vi è alcuna certezza non soltanto sulle conclusioni di merito alle quali la Commissione Tributaria Provinciale di Milano, alla quale il Dr.
Vanin inoltrerà tempestivamente ricorso, potrebbe pervenire, ma neppure sui tempi entro i quali potrà essere
pronunciata la sentenza, ad evitare che si possa incorrere per qualsiasi motivo nei termini di decadenza per
l’inoltro di altre istanze da parte degli altri soci interessati, il Comitato Direttivo ANPEC riunito a Milano il 24
giugno u.s., ha incaricato il Dr. Costantino, il Dr. Minotti
e il Dr. Vanin di predisporre la presente comunicazione
per tutti i soci interessati all’inoltro di analoghe
istanze.In relazione a ciò, si comunica che entro il 30
settembre p.v. saranno date sul sito riservato ai soci
istruzioni particolareggiate affinché essi possano a loro
volta presentare le istanze di cui trattasi. Nel frattempo
il testo dell’istanza del dr. Vanin sarà opportunamente
modificato e adattato in modo tale che ne risulti un documento standard utilizzabile per le loro istanze dagli
altri ex pensionati; parimenti saranno predisposti allegati da completare facilmente da parte di ciascuno dei
ricorrenti.
Nel frattempo, come già consigliato in passato,gli interessati dovranno munirsi e tenere a disposizione
- la dichiarazione (richiesta o da richiedere ) al Fondo
Pensioni relativa ai contributi versati dalla Banca al
Fondo per conto dell’iscritto per tutta la durata del rapporto di lavoro;
- una dichiarazione, da richiedere all’INPS, dei contributi versati dalla Banca all’INPS per tutta la durata del
rapporto di lavoro (si precisa che il nostro legale ritiene
equivalente a tale dichiarazione anche l’ECOCERT e/o
l’ESTRATTO CONTO scaricato dal sito dell’INPS dal
titolare della pensione INPS, in base all’art.54 della
Legge 9 marzo 1989 n. 88, che attribuisce valore certificativo ai dati recanti la situazione previdenziale e
pensionistica del richiedente);
- eventuali statini degli stipendi sino alla data
del31.12.1994 di cui sono tuttora in possesso.
D. Vanin
G. Minotti
G. Costantino
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Franco Peja
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C'è Paperone e Paperone - Tre storie lette per caso. Ma non casuali
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stema delle comunicazioni rendono, se possibile,
ancor più ricettivo e fertile il terreno, nel bene e nel
male. Purtroppo soprattutto nel male. Ma noi speriamo.
Quanto a Packard, in effetti, è tutta un’altra storia.
Il nostro è da sempre l’umanista della famiglia. Studi
classici, professore di filologia, fondatore, circa trent’anni fa, della Packard Humanities.Institutes , istituzione che ha, tra l’altro, realizzato e distribuito a
studenti di molti paesi data bases (ecco l’intreccio col
business di famiglia, la Hewlett Packard ) di letteratura
latina, greca, storia americana e altro. Ha finanziato restauri di archivi cinematografici e musicali, di teatri storici. Si è data, insomma, il compito di salvare alcune
significative espressioni della cultura universale. . Salvarle per l’umanità, appunto.
E così arriviamo ad Ercolano. Ercolano che stava sprofondando, e non è un modo di dire
Idee e progetti ce n’erano. E anche intelligenze e volontà. Lui, attraverso la Fondazione ha aggiunto i
mezzi finanziari. Dodici milioni di euro finora. Per un
piano che ha preso le mosse dal recupero dell’antico sistema fognario. La canalizzazione delle acque piovane
era premessa indispensabile per impedire ulteriori
crolli. Nell’impresa, che lui segue da lontano, ma con
assiduità (ogni quindici giorni parte
per la California una relazione
sullo stato dell’opera) sono impegnati Soprintendenza , Beni Culturali, esperti ed autorità locali, con
la British School di Roma, che ha
assunto compiti di coordinamento
e pianificazione. Insomma è in
svolgimento una grande opera di
salvataggio, che ha potuto divenire
realtà grazie alla generosa passione di un uomo di grandi mezzi. Già. perché la ricchezza da sola non basta.
Ancora un cenno a due iniziative tra le molte altre che
fanno parte della complessa operazione che sta restituendo speranza (e posti di lavoro, diretti e indotti) ad
una delle più importanti e suggestive realtà archeologiche del nostro Paese.
Uno “squadra” di falchi per tener lontani gli stormi di
piccioni e soprattutto il loro guano dalle antiche pietre.
.E l’acquisto dei terreni, a monte dell’area archeologica,
ancora non invasi dalle costruzioni della città di oggi.
Una importante salvaguardia per luoghi che, almeno
nel mio ricordo, hanno già subito negli ultimi decenni la
stretta soffocante delle nuove costruzioni.
C’è ancora molto da fare, ma la strada è tracciata e i
mezzi ci sono. E risultati già se ne vedono, con la riapertura di spazi a lungo transennati e ora di nuovo visitabili. Tre storie lette per caso, ma non casuali.
Sicuramente non uniche.
Di quelle che, comunque, ti restituiscono un po’ di fiducia negli uomini.
Certo non in tutti. Perché, e lo vediamo quotidianamente, i Paperoni non sono tutti uguali.
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Bill Gates,. Michael Bloomberg, David Woodley Packard. Tre magnati statunitensi che più o meno tutti conosciamo di fama Ricchi e potenti da potersi
permettere tutto. Poi dipende.
Non sono certo i soli a disporre di così imponenti attività e altrettanto massicci imperi finanziari, con tutto
quel che ne consegue Sono però tra quelli che se li
sono costruiti con l’intelligenza e l’impegno. Non diciamo che se li sono sudati, ma certo si sono impegnati. Perché c’è anche chi l’oro, magari nero, se lo
vede zampillare in salotto e chi ne esibisce altrettanto,
ma sul come e perché è difficile sapere. E sono i ricconi
che stanno “scacciando” la tradizione dalle ville della
Costa Azzurra, e abbagliando le nostre riviere. Mentre
acquistano l’acquistabile un po’ ovunque, dalla griffe
alla banca. .
I nostri tre Paperoni sembrano avere di potere e ricchezza una visione più aperta. E sembrano aver intuito qualcosa di molto importante. Che le loro
montagne d’oro non possono essere sterili monumenti
a se stesse.
Abbiamo letto che Bill Gates ha voluto trasmettere ai
suoi figli una buona base di partenza (ottima probabilmente) ma non la sconfinata, inebriante, forse incontrollabile totalità di quanto ha
costruito E sappiamo delle azioni
umanitarie che le sue fondazioni e
lui stesso e la moglie in prima persona conducono nel mondo. Probabilmente qualcosa di analogo
avranno fatto anche Bloomberg, tycoon televisivo seguito in tutto il
mondo occidentale ( le sue televisioni, però, trasmettono soltanto
numeri, per addetti ai lavori), e
Packard. Non conosco il loro stato di famiglia.
Di Bloomberg è emersa anche la seria sensibilità ambientalista, che esplicita quale sindaco di New York,
attraverso belle e utili iniziative (un milione di alberi
piantati in città, isole pedonali estive, progetti per pale
eoliche …)
Ma torniamo alle montagne d’oro. Sembra insomma
che questi signori, baciati dalla fortuna, abbiano sentito il bisogno di “restituire “ qualcosa. Calcolo fiscale?
Forse anche, ma non solo. Si può essere al riguardo
molto meno fantasiosi e più grezzi.
Gates e Bloomberg , questa almeno sarà la loro prossima impresa, finanzieranno i governi locali in azioni
tendenti a sottrarre all’influenza di Big Tabacco le giovani generazioni dei paesi in via di sviluppo.
Certo il tramite dei governi locali… Ma i nostri non sono
degli sprovveduti. Cinquecento milioni di dollari. Sembra una follia, forse lo è. Ma non sono degli sprovveduti. Immagino trusts di cervelli e squadre di psicologi
al lavoro. Occorrono mezzi e strategie per penetrare
con efficacia una realtà di povertà diffusa
Povertà di mezzi materiali e di difese culturali. Dove è
facile e vigliacco inserirsi con chimere specchietti, perline e fumo Non siamo più all’età dell’innocenza, ma gli
sprazzi di “civiltà” indotti dalla ormai onnipresente si-
Edda Cucè
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IL PENSIONATO TEX
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“macho”), a volte bastardo, ma leale, difensore dei
deboli, sempre pronto a spianare la colt o il fucile
contro gli avversari (fuorilegge, politicanti corrotti,
trafficanti senza scrupoli, razziatori, ma anche
maghi, in particolare l’orrido Mephisto, il suo più
acerrimo nemico, protagonista di una intera saga),
poi l’ambientazione (praterie, foreste, deserti: dall’Arizona al Grande Nord, dal Rio Grande al Pacifico) e, soprattutto, la partecipazione corale dei
suoi “pards” (Kit Carson e Tiger Jack e il figlio Kit).
E gli amici indiani Navajos, per i quali é il capo
bianco Aquila della Notte, avendo sposato Lilyth,
figlia di Freccia Rossa, in seguito uccisa da bianchi criminali.
Attraverso il legame con un’indiana, mai infranto da Tex che
non si è più unito ad altra donna,
e la fratellanza coi pellerossa,
fino ad allora “cattivi” per definizione, Tex ha addirittura precorso le tematiche antirazziste
del western, ben prima di “Soldato blu”, il film provocatorio
degli anni Settanta. Nei giorni
scorsi perfino l’Osservatore Romano gli ha dedicato due pagine, rilevandone “la forte
attualità nella sua veste di difensore della giustizia, tra uomini diversi per razza, cultura e
costumi”, e arrivando a definirlo
“esempio di rettitudine morale, di
fedeltà coniugale e di amore paterno”.
Se questa non è una beatificazione, poco ci
manca!
Quindi “in ginocchio da Tex”, icona del nostro immaginario, emblema dell’uomo di frontiera e del
sogno americano (oggi si direbbe del
“ies/ui/chen”): in questi sessant’anni ha affrontato
decine di duelli, ha menato sganassoni, ha imprecato (“Tizzone d’inferno!” il massimo del suo turpiloquio), ha cavalcato giorno e notte. Ha scalato
montagne e attraversato fiumi. Eppure è ancora lì
vivo e vegeto, pronto a regalarci altre spericolate
avventure. Dopo la scomparsa di Bonelli (2001) il
figlio Sergio porta avanti abilmente l’impresa paterna e dopo quella di Galeppi (2004) altri magistrali artisti continuano a illustrare gli album
moderni, sempre più colorati.
Tex continua cavalcare e a lottare e lo farà fino a
quando ragazzi, giovani e …pensionati, come noi,
sentiranno la voglia di sognare e di combattere insieme a lui.
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La notizia fa sensazione, ma è proprio vera: Tex
Willer, la leggenda, il Ranger senza macchia e
senza spocchia…il mito di tre generazioni di fumettari, compie 60 anni! E’ nato infatti il 30 settembre 1948, data in cui i geniali creatori Gianluigi
Bonelli e il disegnatore Aurelio Galeppini (Galep)
lo hanno dato alle stampe nel mitico formato a
“striscia” (ideale per letture abusive sui banchi di
scuola, che, penso, molti di noi hanno praticato),
intitolato “ Tex e il Totem misterioso”. .
Quindi anche l’inossidabileTex ha raggiunto l’età
della pensione, ma l’Aquila della Notte (il suo
nome “navajo”), al contrario di
tutti noi, non invecchia mai e,
nonostante la vita avventurosa,
pare non accusare acciacchi,
anzi gode di ottima salute, viste
le centinaia di migliaia di tirature
che macina ogni mese, senza
contare gli albi speciali e le ristampe. Speriamo che la pensione non lo logori (ma, come si
sa, la pensione logora… chi
non ce l’ha).
Eppure il personaggio più longevo e amato dopo Topolino
era nato così’, senza particolari
pretese, insieme a tanti altri inventati dall’inesauribile fantasia
di Bonelli. Tex si affacciava sul
mercato a cavallo degli anni
Cinquanta…e del suo Dinamite,
il fedele mustang, in cui dominavano Gordon,
Cino e Franco, Mandrake, L’Uomo Mascherato ed
altri eroi che riempivano le fantasie di noi ragazzi,
ingenui e sognatori, ancora immuni dai nefasti, futuri “effetti speciali” hollywoodiani.
Quello che Bonelli proponeva era un Far West selvaggio e scarno alla John Ford, il vecchio west
americano, quello di ”Ombre rosse” e di altri film
come “Sfida all’O.K.Corral”, e “Il cavaliere della
valle solitaria” o come “Mezzogiorno di Fuoco”, i
cui interpreti, da Gary Cooper a John Wayne, incarnavano alla perfezione la figura del nostro
eroe. Egli descriveva con estrema precisione le
scene, pur non avendo praticamente mai lasciato
Milano, e, come Salgari, sapeva raffigurare credibilmente, con la sola forza dell’immaginazione,
quel mondo lontano e mai conosciuto. Anche Galeppini si era formato alla visione del western americano, e, come raccontava lui stesso, si recava in
sala con la lampada da minatore sulla testa, per
meglio ritrarre le sagome dei vari personaggi.
Ma cosa piace tanto di Tex? Tante cose. La sua figura di eroe indomabile, grintoso, (oggi si direbbe
Giorgio Cozzi
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UNA DIFFICILE TERZA ETA’
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mento (maggiori cure mediche, durata protratta
delle pensioni); dall’altro, se la vita si allunga, si
aspira ad una sua migliore qualità assoluta. I due
termini sembrerebbero inconciliabili tra loro. Anticipiamo che la soluzione potrebbe trovarsi nell’aumento dei contributi. Tanti di noi pagherebbero
un poco di più, per non ritrovarsi poveri nella terza
età, e si assoggetterebbero al sacrificio contingente, sapendo di poter ottenere qualcosa in cambio più avanti. Ma ecco l’ostacolo: una parte della
comunità, quella più ricca, non ha affatto bisogno
del Welfare e “vuole diminuire la componente
della solidarietà, per aumentare quella individuale”. Sono quelli che chiedono ad ogni piè sospinto,
con
motivazioni
d’apparente
razionalizzazione, che il sistema sia privatizzato.
Chi ha un destino favorevole, non vorrebbe accollarsi il peso della collettività. Che il conflitto vi
sia, è anche normale; non è invece normale, sostiene l’economista d’oltralpe, che il 10% della popolazione possa avere - come accade - più
ascolto rispetto alle maggioranze. Ci accorgiamo
che, nel nome della simmetria dei bilanci, del rispetto formale del patto di stabilità, dei paletti che
l’Europa dei burocrati continua a frapporre ai bisogni della gente comune, stiamo facendo, giorno
dopo giorno, dei piccoli passi indietro. Altro che
vecchiaia, stagione d’oro della saggezza. Procedendo di questo passo, potrebbe tornare d’attualità un altro motto, espresso sempre
rigorosamente in latino: “senectus est ipsa morbus”
Vincenzino Barone
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Nel suo “de senectute”, Cicerone tesseva l’elogio
della vecchiaia. Che è una stagione della vita stimolante, se non si debbano affrontare con timore
i problemi di una quotidiana sopravvivenza. Tuttavia, su un quotidiano d’opinione è stato di recente
pubblicato un intero compendio di pezzi, tutti dedicati all’inesorabile sfaldamento delle regole che
sorreggono il Welfare State. Contemporaneamente, si è potuto leggere il commento ad un bollettino disastroso sull’assistenza sociale nel
Vecchio Continente, promanante da Eurostat
(roba così seria, per intenderci, che i resoconti, sul
sito ufficiale, non sono nemmeno pubblicati in italiano, ma solo nelle tre lingue dominanti: inglese,
francese e tedesco). A tal punto, non si può far
finta di credere a casuali coincidenze, ma si cominciano ad intravedere i segnali premonitori di
quelle che potrebbero essere le nostre prospettive a medio termine. Se, infine, in una sezione
monografica de “la Repubblica” sull’economia del
benessere, è ospitato un inquietante articolo di
Jean Paul Fitoussi (“Quale futuro attende la nostra collettività”), dobbiamo convenire che gli scenari diventano drammatici, alla luce anche
dell’allungamento dell’età media della popolazione
europea. Spiace guastare l’umore dei lettori meno
giovani, ma il rapporto dell’Ufficio Statistico Comunitario rivela, senza fronzoli, che sono a rischio
di povertà ben 11 milioni d’italiani. Su un campione
di 25 Stati, solo Slovacchia, Irlanda e Grecia starebbero peggio di noi. Bel risultato, per un Paese
che, fino ad ieri, si vantava di essere tra le prime
otto potenze industriali del pianeta. La situazione
d’indigenza è stata, sinora, mitigata dagli interventi
garantiti dallo Stato Sociale. Senza quei sempre
più flebili trasferimenti di ricchezza, comprese le
pensioni minime, la crisi colpirebbe già oggi oltre
il 40% dei nostri concittadini. Quasi un individuo
su due, se non potesse contare sugli ammortizzatori che ci sono divenuti familiari (cassa integrazione, servizio sanitario, assegni minimi e
quant’altro), potrebbe scivolare al disotto di un livello d’esistenza dignitoso. Non ci consola sapere
che tutta l’Europa sta inclinandosi verso una deriva, che trova il proprio capolinea in una maniera
di vivere ben diversa da quella alla quale eravamo
abituati. Perché tutto ciò stia accadendo, lo andiamo a rilevare nello scritto dell’economista keynesiano, l’illustre Fitoussi. Per chi non lo sapesse,
il nostro indiscusso guru, una volta consulente di
Mitterand, ricopre, non solo in Francia, cariche
prestigiose ed è tra i più ascoltati esperti in tema
di politiche macroeconomiche. Cosa sostiene l’autore? Che il sistema attuale subisce un duplice assedio: da una parte, il Welfare presenta costi in
notevole aumento, perché cresce l’invecchia-
MORTE DEL PESCE SPADA (una poesia
di Salvatore Arcidiacono)
Chiesero forza ai vogatori
dissero all'intinnere: attento!
al traffinere: è tuo!
Scoccò la fiocina
e un urlo salutò
il fiotto del tuo sangue.
Non ti servì la spada
e fu vano scartare
sui fondali.
Alla tua forza residua
dettero caloma.
« A bordo » gridò il capobarca.
Sull'ultima tua scia pianse il mare la
tua sorte. Eri venuto per amore e
pastura ma la fame dell'uomo ti
condusse a morte
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SARDEGNA 2008
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descrivere “quella Stintino”: sabbia bianca finissima in
gran parte creata da conchiglie triturate dalla corrente
e che scendeva, con bagliori argentei, nell’acqua turchese; i gigli di mare a coprire il bordo lungo la strada
in terra battuta, uccelli canterini e pesci senza timore e
la torre saracena a guardia di quella meraviglia. E poi
quel profumo intenso, un po’ aspro e pungente, selvatico, quel profumo unico che ancora sino a qualche
anno fa, prima di entrare in porto, specialmente di
notte, già ti annunciava terra. Non c’era nulla, solo un
capanno di foglie di un pescatore; i locali erano riservati, schivi e quanto avevano ragione ad essere diffidenti, anche se certo non immaginavano l’arrivo
dell’orda barbarica. Solo una volta, 15 anni fa, tornai
alla Pelosa e me ne pento ancora adesso: corpi ammassati al sole, macchine posteggiate sin sulla sabbia,
dei gigli quasi neanche più la traccia, urla e rumori, motoscafi e moto d’acqua e cemento, cemento e cemento:
Ed anche il profumo sparito. Ora, ogni anno, quando
torno nella bella isola, faccio un pellegrinaggio alle piccole cale nascoste, alle chiesette di campagna tra i
massi lunari ed i sugheri e percorro sempre le strade interne, passando accanto agli ulivi millenari, che stanno
cedendo il posto ai filari di viti, e cerco le polverose
strade bianche per sentire ancora il grugnito dei cinghiali, il verso della civetta, facendo attenzione a non
schiacciare un riccio o una mantide religiosa e a non
disturbare il picchio o la gazza o una bella farfalla che
vola leggera tra i cespugli dal profumo intenso e un
poco aspro: il profumo di Sardegna!
Piera Favetto
Pier Nicola accanto a “La Creazione (4a Mostra
Arte Sacra alla SS Annunziata)
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Pier Nicola Ricciardelli
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Quanti anni sono che frequento l’isola, l’antica terra di
Sardegna? Tanti fisicamente, ma la prima volta fu in
maniera virtuale, quasi una predestinazione. Per
l’esame di terza media l’insegnante aveva assegnato la
ricerca sulla Sardegna a me ed una mia compagna con
la quale non avevo mai avuto grandi rapporti. Lei era figlia unica, io terza figlia con due fratelli più grandi e
quindi… dato l’eventuale aiuto da parte loro mi toccò il
lavoro più grande: ricerche di libri, lettera all’ufficio turistico (mica c’era Internet ma io ero fortunata perché
avevo una bella enciclopedia, tipo Trecani, ma solo
tipo!,) e redazione della cartellina con scrittura manuale
e colla Cocoina per attaccare le foto. Il lavoro era bellino e mi sono commossa rivedendo tanti anni dopo
quelle foto in bianco e nero di un mare intonso ma del
quale non si intuiva il colore incredibile e la rara limpidezza. C’era la foto della bandiera sarda e degli asinelli, dei nuraghi diroccati e dei mamutones, e le foto di
donne e uomini in costumi locali, personaggi che effettivamente ancora vidi quando andai in Sardegna la
prima volta, nel 1968. Che splendore quel primo approccio. L’isola era ancora poco conosciuta dai turisti,
tanto che il viaggio, offerto dall’agenzia che inaugurava
il villaggio in cui mi recavo, fu sul traghetto “Canguro
giallo” alla sua prima traversata inaugurale.
Il villaggio era in pratica su una scogliera quasi a
piombo sul mare con relativa spiaggetta di sabbia
bianca; le acque erano così limpide che da circa 30
metri di altezza potevi contare i ricci sulle rocce. E a
pochi chilometri, oltre il minuscolo paesino di pescatori,
la mitica “Pelosa”, la spiaggia di Stintino. Come
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Pier Nicola Ricciardelli nasce a Firenze il
6/6/1936 in via dei Pilastri 46, si dice alle 6
di mattina. Nel 1956 diviene ragioniere ed
entra nella Banca Commerciale Italiana di
Firenze. Durante la intensa ed interessante
vita di lavoro riesce anche a creare una
squadra di sci entro la Banca che diviene
campione di Toscana per due anni di seguito grazie alla passione e alla abilità dei
suoi componenti . Riesce anche a curare
trekking e immersioni subacquee nell’arcipelago toscano. Fa anche un po’ di carriera
pur restando sempre nella Filiale di Firenze. Finalmente nel 1996 (!) viene il momento della pensione e quindi delle grandi
scelte di vita. Cosa fare dopo una vita così
intensa ed interessante? Da ragazzo i professori di Nicola avevano notato una certa tendenza e propensione
per il disegno e lo studio dell’arte. Scopo della vita: ricerca del bello, della luce, delle dimensioni, dei toni, dei
colori (“nacqui in mezzo ai tetti rossi, sotto il cupolone”). Grandi soddisfazioni personali. Partecipazione a
mostre, concorsi, ingresso in società di pittura (Gadarte di Firenze) ed in cataloghi di categoria (artisti della
Toscana).
Nicola dipinge per passione, quindi per se stesso, ma nota che ciò che crea a volte provoca interesse e piacere anche negli altri.
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Cave di marmo: le tecniche di scavo.
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Scorre il tempo senza tregua e la natura muta aspetto.
polvere pirica poté essere usata come mezzo di abbatCosì è stato per le cave di marmo oggi ben diverse dal
timento di grandi quantità di materiale in un sol colpo,
passato.I mezzi tecnici di cui si avvalgono oggi i cavatori
con le cosiddette “varate”. La preparazione delle potenconsentono di staccare dalla montagna blocchi di ditissime mine usate per le varate più grandi (con il memensioni enormi e di forme
todo “alla francese”)
regolari seguendo i filoni di
era lunga e comVedute delle cave da Campo Cécina (MS).
marmo pregiato dovunque
plessa. Si iniziava
essi siano.
praticando un proLa capacità dell'uomo di plafondo foro nella bansmare le forme della montacata di marmo (dai 4
gna è di recente acquisizione.
ai 10 cm.) con una
Nelle cave dell'epoca preinlunga asta in ferro del
dustriale, e cioè anteriordiametro di circa 3
mente all'uso della polvere
cm.. Completato il
pirica, era la montagna a detforo lo si asciugava
tare la sua legge. I cavatori
con la stoppa e si iniriuscivano a staccare dal
ziava a versare al suo
monte i preziosi blocchi bianinterno acido clorichi solo grazie alla presenza
drico che ha la capanelle masse rocciose di fratcità di sciogliere il
ture naturali (“litoclasi”, famimarmo. L'acido verliarmente “peli”).In mancanza
sato in un tubo di
di prospezioni geologiche la
gomma e in un filo
qualità dei giacimenti era affidata all'intuito e all'espesottilissimo giunto sul fondo scavava una grande cavità
rienza maturati dai cavatori. L'apertura di una cava com(il “fiasco”). Nella camera di scoppio così ottenuta veniva
portava un ampio margine di rischio economico, non
ammassata la polvere pirica e il foro occluso con detriti
potendosi prevedere la produttività del giacimento e
e cemento per aumentare l'effetto dell'esplosione.
quindi la convenienza dell'impresa.
La più notevole innovazione nella tecnica di scavo dei
La più antica tecnica di scavo, applicata sin da epoca roblocchi fu rappresentata dal taglio a filo elicoidale, intromana, consisteva nell'individotto nelle cave
Vedute delle cave da Campo Cécina (MS).
duare il sistema di fessure
apuane dal 1895.
che si intendeva sfruttare per
Esso cambiò radicalil distacco della massa rocmente l'aspetto delle
ciosa e nello scavare, con
cave, che comincial'aiuto di picconi, mazze e
rono ad assumere
scalpelli, una fossa lunga un
l'aspetto che oggi ci è
paio di metri e profonda circa
familiare. Nei primi
un metro disposta longituditempi successivi alla
nalmente nella direzione in
sua applicazione, il
cui si intendeva orientare il tataglio presentava proglio. Il blocco di marmo parblemi nella fase di
zialmente isolato veniva
avvio. Prima del taglio
distaccato dalla roccia, lungo
col filo era necessario
i piani di sfaldamento naturali,
ricavare sui lati della
esercitando forti pressioni per
bancata degli spazi
mezzo di leve o cunei di
sufficienti a far paslegno che venivano opportusare i montanti che
namente bagnati.
portavano le pulegge mobili. Il problema venne risolto
Per separare dalla montagna blocchi di dimensioni più
grazie ad una miglioria apportata dall'ing. Monticolo, che
piccole o per suddividere in unità minori di pezzi di
realizzò una “puleggia penetrante”. L'impianto a filo elimarmo già staccati dal monte era spesso usata la teccoidale permetteva indubbiamente una più razionale colnica della “formella”. Si trattava di tracciare, seguendo
tivazione delle cave, ma risultava piuttosto costoso
un piano di fratturazione naturale, un scanalatura a V
(approvvigionamento continuo di sabbia silicea) e riprofonda una decina di cm. e larga all'inizio 5-6 cm.. Alchiedeva una preparazione complessiva da parte di un
l'interno di esse venivano inserite le formelle (piastre di
operaio specializzato (il filista). Gli impianti elicoidali riferro) e tra le formelle dei cunei che gli operai prendemasero in uso sino al 1970, quanto avvenne la seconda
vano a battere ritmicamente con pesanti mazze sino allo
più radicale rivoluzione che introdusse il taglio a filo diasfaldamento della roccia lungo il “pelo” prescelto.
mantato e poi le tagliatrici a catena.
L'uso dell'esplosivo nella lavorazione delle cave sarebbe
stato introdotto nel XVI secolo. Fu solo nell'Ottocento,
Giovanni Lorè (Fonte Le cave di Massa – di Enrico
con l'invenzione della miccia a lenta combustione, che la
Medda - Edizioni Malaspina)
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Parliamo d’arte
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A cura di Giorgio Ferretti
ATMOSFERA
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certo vero e proprio, arrivi dunque carico di attesa, emozione, entusiasmo, al punto giusto. Il silenzio,in sala, è
assoluto.
I primi accordi, solenni e marziali, con un suono netto e
pulito, senza sbavature e tentennamenti, i soprassalti
ascendenti della tromba che introducono la Sinfonia n°
3 di Gustav Mahler, ti si imprimono nella mente così profondamente che non li scordi più. Come forse molti già
sanno, la Sinfonia n° 3 sviluppa "la concezione dell'esistenza nella sua totalità:il vasto primo movimento sta a rappresentare l'evocazione della Natura.Gli
altri cinque rappresentano le fasi dell'essere dalla vita
vegetale a quella animale attraverso l'umanità e gli angeli, fino all'amore di Dio.
In realtà, poi, il lavoro non ha stretta connessione con il
programma. Il significato fondamentale alla radice della
Sinfonia n° 3 è l'esistenza nella sua totalità, con la sua
lotta per superare ostacoli e barriere; con il suo diletto
per la bellezza e persino per ciò che è grottesco e ripugnante; con la sua aspirazione a sostituire discordia e
odio con concordia e amore" (Cooke).
La tensione sale dunque via via che si susseguono i movimenti della Sinfonia sinchè si giunge alla ammonitrice
consapevolezza del canto del contralto "O Mensch - Gib
Acht (O Uomo - Sta Attento )" e all'acme della lirica parte
conclusiva, così meditativa, straziante, anelante, piena
di amore e di speranza, da coinvolgere anche l'intelligenza più razionale.
Abbado conduce l'orchestra ad un suono mai enfatico o
smodatamente romantico. Tiene l'espressione , tra "pianissimi" e "forti", sul limitare dello struggimento che la
razionalità fa consapevole senza cadere nel fatalismo:Controllato, vigile, sempre padrone della materia
sonora e del giusto rapporto fra le parti, governa l'esercito degli orchestrali (sono attorno al centinaio) in modo
equilibrato, conducendolo ad un finale, dispiegato nelle
sue trionfalistiche, tambureggianti cadenze, così coinvolgente che, trascorsa - come il compositore voleva
una pausa di silenzio a decantare l'emozione e a far correre un abbaglio di pensiero sulla grandezza della scrittura musicale, erompe dal pubblico un boato di applausi
e di grida che si protrae per dieci, quindici minuti, tutti gli
spettatori in piedi, come gli orchestrali, sinchè il Direttore
è costretto ad uscire da solo sul palcoscenico a ricevere
l'ultimo, entusiastico riconoscimento alla sua arte.
Ecco, è anche questa l'atmosfera di cui parlavo all'inizio.La si respira e la si vive a Lucerna,ove si tiene ogni
anno un festival musicale eccezionale e non paragonabile ad alcun altro, nel quale la costellazione più rilucente
è rappresentata dai quattro concerti della Lucerne Festival Orchestra diretta da Claudio Abbado.
Giorgio Ferretti
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Ecco quello che c'è: l'atmosfera. Nel senso di luce, di riflessi e cigni sull'acqua del lago, di nuvole bianche che
ombreggiano il cielo, del coro di montagne (tra cui l'altissimo, insospettabile Pilatus Berg) intorno. Ma anche
nel senso di Auditorium sul lago, che il genio dell'architetto francese Jean Nouvel ha trasformato in un promontorio brunito sull'acqua, legno, acciaio e ferro che,
intercalati all'ambiente liquido, lo penetrano e lo rendono
luminescente nei barbaglii della sera; e pure nel senso
della gente che si appresta ad ascoltare la musica eseguita dalla più trascinante orchestra del mondo e diretta
dal supremo, inarrivabile Claudio Abbado. L'atmosfera
si continua a respirare intensamente, tra ansia, aspettativa, curiosità, passione e certezza di assistere ad un
evento memorabile, all'ingresso dell'Auditorium, tra persone che preconizzano mirabilie sorseggiando spumante e si attardano attorno ai tavoli ove si vendono i
DVD dei concerti degli anni precedenti. Poi, salite ampie
scale che portano ai piani alti della sala (i prezzi sono
abbordabili anche in platea, ma dai Balkonen la vista e
l'acustica sono migliori), l'atmosfera la ritrovi ammirando
le straordinarie soluzioni di Nouvel per realizzare questo guscio sonoro dove persino i respiri hanno dignità di
espressione. Gli orchestrali sono anch'essi uno spettacolo. Le prime parti ( dal violino a seguire) provengono
dalle più grandi orchestre del mondo (Berlin, Wien, Munchen, Londra, Chicago, New York, ecc.) e guidano i rispettivi settori costituiti sostanzialmente dai componenti
di una giovane orchestra affiatata e agile (Mahler Chamber) fondata e spesso diretta altrove da Abbado.
Noti subito, seguendo con il binocolo rapporti, dialoghi,
preparazione degli strumenti, atteggiamenti e confronti,
una grande intesa professionale, di rispetto e di stima,
tra leaders e giovani leve, cresciuta nel tempo di frequentazione (l'orchestra è stata fondata sette anni fa e si
riunisce durante le stagioni estive per concerti in formazione completa o parziale).
Questa intesa, se sei stato previdente a prenotare i biglietti per tempo, la ritrovi poi realizzata compiutamente
tra Direttore e orchestra già nelle prove.
Abbado dirige in tale contesto con lo spartito dinnanzi
(al contrario che nell'esecuzione ufficiale) e, pur non interrompendo sovente gli orchestrali, con gli sguardi, i
gesti, la meravigliosa dinamica espressiva della mano
sinistra,
interloquisce in modo fantastico con essi. Al termine di
un brano, di solito, si sofferma a commentare con le
prime parti ciò che a suo avviso si può migliorare e si
confronta, sempre partitura alla mano, con il singolo esecutore. Ascolta i pareri degli orchestrali che sono amici
più che colleghi, discute, sorride spesso, parla molto,
con molti si dà del "tu" in un rapporto che risulta confidenziale ma in modo sciolto, senza forzature. Al con
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PUNTURE DI SPILLO - A CURA DI GIORGIO COZZI
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LA VISPA… INTESA (OVVERO, UN PAIO D’ALI)
E TUTTA GIULIVA,
IN VOLO SOSPESA,
UN’ ALITALIETTA
AVEA SORPRESA.
STRINGENDOLA VIVA,
GRIDAVA DISTESA:
“L’HO PRESA, L’HO PRESA!”
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LA VISPA INTESA,
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po’ di SanMarzano l’hanno reso più verace
e, poi ragazzi, per tenere sù il morale han
chiamato anche Fantozzi. Ma la sua prima
battuta non ha fatto ridere: se a fine mese
finisce la benzina, porta i libri in Tribunale
(… a piedi). Alla fine uno si chiede, ma ai
nostri capitalisti chi glielo fa fare? Chiaro:
la politica del “fare”. Bell’affare e se va
male? Può arrivare una crisi, la sfortuna, la
Scaiola,. Troppi rischi, troppi “forse”. Ma
certo Passera non si sbaglia, è ben coperto
sotto l’ala di… Forse Italia. Ora il clima è
incandescente, non si sa l’evoluzione. Non
si sa l’opposizione, che fibrilla, ma traballa
(forse ha perso l’aereo), il sindacato fa baruffa e si sentono dei “vaffa”, i piloti minacciano di incrociare le “cloches”.
Insomma la partita è ancora aperta, finirà… a Porta a Porta. Poi, calmatasi la
piena, come d’uso all’italiana, passerà
anche la Fenice (spero non a testa o
croce). E così ritorna il bello, con l’Ali-Taglia al decollo. Poi speriamo che Epifani
non rimandi alla Befana, la simpatica vecchietta che trasvola con gran lena. Il suo “planing” non
ha una crepa.
A lei basta … una scopa.
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SE PUR FATICHE E SOGNI... - Una poesia di Sergio Solmi
Se pur fatiche e sogni
e la mesta ubbidienza å me malvivo
fanno, e rare tue fronde, poesia,
un'ultima gaiezza mi soccorre
e brevemente il mio deserto illude.
Sorriso estremo, labile
zampillo d'acque che dal perso tempo
smorzato appena insorge, e i duri raggi
del dispietato sole di mia vita
fa un attimo brillare,
ultimo dono dell'avara infanzia,
questo: giocare.
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Sì,Intesa l’ha presa (forse). E anche noi
l’abbiamo presa. Infatti la gioia deve essere estesa a tutti i bancari di elezione e
di erezione e soprattutto a noi tifosi scalmanati, innamorati (anche se in qualche
caso scaricati) della Comit. Diciamola
tutta, l’attività di banca aveva un po’ stufato, a volte la Borsa era un peso, d’ora in
poi la borsa dovrà pesare al massimo 20
chili. E oltre ai “check up” (finanziari), faremo anche i “check in”. E piazza della
Scala diventerà piazza degli Scali.Scherzi
a parte, finalmente si vola. Passera diventa un AirOne e sale lassù dove osano
gli aquiloni. L’Alitalia, arrivata alla frutta,
anzi all’Alka Selzer, da anni tecnicamente
“infallibile” è salva (forse) e Lui parte per
il lungo raggio (ma sarà veramente saggio?). Da banchiere si trasforma in pioniere, come Lindberg e Baracca. L’ha
fatto per passione, su pressione… o per
salvare la baracca? Ora il sogno si avvera: sarà nostra la compagnia di Bandiera, il tricolore dell’italianità (zum pà pà).
I francesi di Air France, con la puzzetta sotto il naso, ci
volevano comprare per quattro ostriche e uno champagne, ma il Cavaliere ha sentito odor di “tappo” e ha rovesciato il tavolo. Lui sì che aveva un Piano-forte, loro
solo una… Spinetta. E volevano far fuori non so quanti
lavoratori! Invece la Fenice sembra un piano più felice:
gli esodati sono tanti, ma nessuno resta in strada,
vanno a casa con la Cassa, in mobilità, così si possono
muovere, alimentando anche il turismo. E per la scelta
di chi sta dentro e chi sta fuori? Forse verrà usato il sistema della botola. E i soldi chi glieli da? C’è il tesoretto dei conti dormienti (ricordate?) che verranno subito
risvegliati, volenti o nolenti. Comunque, tra turismo e
botulismo, la faccenda procede: l’azienda di Stato,
passa (finalmente) in mano ai privati. Ma chi sono? Già
infuria il Toto-scommesse. Già si accendono i motori!
Qualcuno invece accende … i ceri. E’ vero che l’IRI non
era tutta oro, ma anche coi privati non era tutta panna
(Parmalat), anche loro ci hanno pelati (Cirio), e come!
Quindi che SanPaolo interceda, affinché non succeda
che, nuovamente, ci rifilino quei bond che ci hanno
reso… furibond!
Suvvia, ragazzi, non scherziamo, il top management di
Intesa è un top di gente sveglia. Un vero …drin drin
Team e il suo “planing” è perfetto, l’han studiato giorno
e notte. Molto semplice e geniale (forse poco originale):
uno prende l’Alitalia e poi subito la taglia, alla “bed” tutto
il decotto, che lo paga il cittadino, e alla “best” tutto il
profitto, che lo prende Colanino. Non ti piace? Con un
Sergio Solmi (1899-1981)
Nato a Rieti, all'età di otto anni si trasferisce con la
sua famiglia a Torino. Partecipa giovanissimo come
ufficiale di Fanteria alla prima guerra mondiale. Nel
1922 a Torino fonda la rivista letteraria Primo Tempo e
l'anno dopo pubblica le sue prime poesie Comete.
Al termine degli studi universitari (si laureò in giurisprudenza) inizia a lavorare presso la Banca Commerciale Italiana come avvocato e consulente
giuridico, occupazione che svolgerà per tutta la vita.
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A QUESTO NUMERO HANNO COLLABORATO
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ENZO BARONE, GIORGIO COZZI, GIOACCHINO
COSTANTINO, EDDA CUCÈ, PIERA FAVETTO,
GIORGIO FERRETTI, GIOVANNI LORÈ, ANTONIO
MARIA MASIA, GIANFRANCO MINOTTI, FRANCO
PEJA, DINO VANIN. LI RINGRAZIAMO E CONTIAMO
DI OTTENERE NUOVI CONTRIBUTI PER IL PROSSIMO NUMERO, CHE USCIRÀ IL PROSSIMO MESE DI
OTTOBRE. NEL GIORNALE TROVERETE DUE POESIE, “LA MORTE DEL PESCE SPADA” DI SALVATORE ARCIDIACONO A PAG 7 E “SE PUR FATICHE
E SOGNI....” DI SERGIO SOLMI (A PAG. 11) ED
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UN BREVE INSERTO DEDICATO AD UN QUOTATO
PITTORE,
PIER NICOLA RICCIARDELLI ( A PAG. 8).
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RINGRAZIAMO E SALUTIAMO I NUOVI SOCI
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ALFIO SURZA DI UDINE (UN CAMPIONE NEL
LANCIO DEL MARTELLO: AVEVA IL RECORD MONDIALE DELLA CATEGORIA SENIORES).
CIARDELLI
13 CAVE DI MARMO - LE TECNICHE DI SCAVO (DI G. LORÈ)
14 PARLIAMO D’ARTE - ATMOSFERA (DI G. FERRETTI)
15 PUNTURE DI SPILLO - LA VISPA INTESA - OVVERO UN PAIO D’ALI (G. COZZI)
15 SE PUR FATICHE E SOGNI.... - UNA POESIA DI
SERGIO SOLMI
16 INSERZIONISTI, NUOVI SOCI, SOMMARIO
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RICORDIAMO CON AFFETTO E RIMPIANTO
2 INFORMAZIONI SULL’ANPECOMIT
3 SONO PROFONDAMENTE INDIGNATO (DI A.M.
MASIA)
4 INIZIATIVE FAP CREDITO (DI A. DOLCE)
5 LA BANCA COMMERCIALE ITALIANA - LA STORIA - TERZA PUNTATA (DI A.M. MASIA)
7 RECUPERI FISCALI SU ZAINETTI E LIQUIDAZIONI
DEL FONDO PENSIONI
8 STORIE VERE PERCHÈ VISSUTE (F. PEJA)
9 C'È PAPERONE E PAPERONE - TRE STORIE
LETTE PER CASO. MA NON CASUALI (DI E.
CUCÈ)
10 IL PENSIONATO TEX (DI G. COZZI)
11 UNA DIFFICILE TERZA ETA’ (DI V. BARONE)
11 La morte del pesce spada - una poesia di Salvatore Arcidiacono
12 SARDEGNA 2008 (DI P. FAVETTO)
12 UN QUOTATO PITTORE: PIER NICOLA RIC-
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ANDREAZZA FABRIZIO, ARCHIERI MARINA,
BONGIORNO SIGISMONDO, CALCAGNO SILVANA, CECCHINELLI GIOVANNI, COSCELLI BATTISTA, DI LORENZO ANTONIO, DI PRISCO
ENRICO, FERRARESE MAURO, GALLI GABRIELE, GRASSONE LORENZO, ISABELLA PELLEGRINO, LAGANÀ ANTONIO, MARINO
ANGELO MINACH, MARRETTA CARLO, PASTAFIGLIA SILVIO, PERFETTI GIANCARLO, POGGI
ROBERTO, RICUPERO VINCENZO, SANTORO
CLAUDIO, SICILIANO MARA, VEDOVETTO
PAOLO, VERZON PAOLO, ZABBERONI CLAUDIA, ZANUCCO MICHELE
SOMMARIO
N.B.: articoli, lettere, pubblicazioni e varie
impegnano tutta e soltanto la responsabilità
degli autori
NOICOMIT - Un appuntamento fra memorie, attualità e futuro del mondo Comit
Periodico trimestrale di informazione, arte, cultura, attualità, turismo dell’ ”Associazione fra Pensionati
ed Esodati della Banca Commerciale Italiana ANPECOMIT” - Via Cesare Balbo 35 - 00184 Roma tel/fax 06-4820307 - mail [email protected] / [email protected] - sito http//www.noicomit.altervista.org codice fiscale 97321550580 - aderente alla “FAP CREDITO - Federazione Nazionale Sindacale delle
Associazioni dei Pensionati del Credito”
Direttore Responsabile Neria De Giovanni - Responsabile layout e impaginazione Alfredo Izeta - Comitato di Redazione Franco Basilico, Giorgio Cozzi, Antonio Maria Masia - Autorizzazione Tribunale di Roma
n. 18 del 21 gennaio 2008 - Stampa Nova Arti Grafiche srl - Via Cavalcanti, 9 - 50058 Signa (FI) - Tel. 055
8734952 - Fax 055 875713