MFPS - anpecomit
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An t mi co pe An l su N o i Co m i t b we pe co Un appuntamento fra memorie, attualità e futuro del mondo Comit Periodico trimestrale dell’Anpecomit - numero 3 - ottobre 2008 t mi M l su I L A N O F b We I L I A L E P I A Z Z A S C A L A SONO PROFONDAMENTE INDIGNATO (DI A.M. MASIA) RECUPERI FISCALI SU ZAINETT I E LIQUIDAZIONI DEL FONDO PENSIONI IL PENSIONATO TEX (DI G. COZZI) t mi co pe An Noicomit 2 l su An Gli organi direttivi ANPECOMIT Ottobre 2008 b we L’ANPECOMIT (da una storia di oltre 100 anni!) pe Consiglio Direttivo co Antonio Maria Masia - Presidente Francesco Basilico - Vice Presidente Catello Califano - Tesoriere Gianfranco Mascini - Segretario Giuliano Boer - Consigliere Gioacchino Costantino - Consigliere Fulvio Fabrici - Consigliere Alfredo Izeta - Consigliere Sergio Marini - Consigliere Maria Pia Monarca - Consigliere Gianni Virdis - Consigliere Pasqualino Menchise - Presidente Giuseppe Folesani Francesco Greco Sede sociale: Roma Via Cesare Balbo 35 Telefono / Telefax: 064820307 E-mail: [email protected] Sito web: www.noicomit.altervista.org Codice fiscale: 97321550580 Aderente alla “FAP CREDITO - Federazione Nazionale Sindacale delle Associazioni dei Pensionati del Credito” l Mauro Luparelli - Presidente Ermanno Santilli Filippo Vasta Associazione Nazionale fra Pensionati ed Esodati della Banca Commerciale Italiana - A.N.P.E.C. su Collegio dei Revisori t mi Collegio dei Probiviri Denominazione sociale We b L’Anpecomit è nata a Roma il 20 novembre 2003 su iniziativa di soci fondatori Salvatore Bono, Catello Califano, Roberto Ciccolini, Mario Saverio Cozzoli, Salvatore Diana, Fulvio Fabrici, Francesco Greco, Massimo Grotti, Mauro Luparelli, Giovanni Maniscalco, Antonio Maria Masia, Pasqualino Menchise, Roberto Migliaccio, Maria Pia Monarca, Raffaele Montemarano, Roberto Peracchi, Francesco Perrini, Pasquale Piccirillo, Giancarlo Renzetti, Gavino Ruggiu, Graziella Tonon, Fernando Umena. Motivo fondante dell’associazione è tenere vivo e valorizzare il patrimonio di memorie, storia e cultura della Banca Commerciale Italiana, fare riferimento ed unità di indirizzo nella tutela dei diritti e degli interessi dei soci, e comunque di tutti i soggetti del mondo Comit interessati, a prescindere dai gradi, appartenenze politiche, di movimento e sindacali. NON VOGLIAMO un sistema bancario che abbia il solo fine del profitto e che ne ignori la funzione sociale! NON VOGLIAMO una banca che trascuri i valori della relazione, della formazione, della solidarietà e della cultura! NON VOGLIAMO una gestione del risparmio avida di commissioni, priva di controlli e con continui incrementi delle spese bancarie! VOGLIAMO difendere i diritti acquisiti a cominciare dal nostro Fondo Pensione VOGLIAMO un'adeguata ed efficiente assistenza da parte delle Cassa Sanitaria VOGLIAMO rispetto, considerazione e risorse a favore di chi ha dedicato una vita all'interno della Comit t mi co pe An Ottobre 2008 3 Noicomit l su An Sono profondamente indignato (di Antonio Maria Masia) b we pe co t mi Da parte della nostra Associazione nel “denunciare” all’opinione pubblica l’operazione ci impegniamo a dare a tutti i colleghi che reagiranno, non accettando l’uscita suggerita/imposta, e che verranno di conseguenza licenziati, tutta l’ assistenza e tutti i consigli che ci sarà possibile. PSSSSSS: La mia indignazione cresce in funzione dell’operazione ALITALIA che vede Intesa nei panni di advisor (consigliere e ispiratore ) per un piano di salvataggio, che il grande ed inevitabile coro dei corifei di editorialisti e opinionisti, più o meno a libro paga, ci presenta come operazione coraggiosa in capo a cosiddetti coraggiosi capitani d’azienda. Se il coraggio potesse regire e difendersi! Pensate prima Intesa con la piccolissima e fragilissima Airone ha partecipato all’acquisto di Alitalia in competizione con AirFrance e altri. Poi le viene affidato l’incarico di consigliere, di salvataggio, ed ora fa pure parte della cordata assieme ad Airone, che abbiamo scoperto era a sua volta da salvare e che per essere salvata viene incorporata nella new company. Ma cosa è mai il conflitto di interessi di fronte a tale scempio? Salvami tu che ti salvo io… ecco la formidabile trovata. Lo spezzatino: una Alitalia buona (good dicono gli inglesi) che per legge “ad aziendam” compra ( a quali prezzi?) tutti gli asset positivi, ed il minimo di personale necessario da un’Alitalia cattiva, anzi cattivissima, (bad dicono ancora gli inglesi) con tutti i debiti, le grane, più di 5000 risorse in esubero da smaltire etc..… La prima se la pappano i soliti noti, la seconda in c… allo Stato, cioè a noi tutti contribuenti, ultimo finanziamento compreso di 300 milioni a babbo morto. Ma Air France non aveva offerto 1 miliardo di € e proposto solo 2500 esuberi? Ma le banche non dovrebbero fare un altro mestiere? Ai posteri…. ma prima…. chapeau e grazie tante “per la geniale e taumaturgica trovata finanziaria, economica, politica e sociale” a Monsieur PASSERA’ (con la speranza che l’accento funzionerà…., nel senso ovviamente che andrà in pensione anche lui… prima o poi). Antonio Maria Masia Con indignazione! l su b We Ormai indignarsi è uno stato emotivo così ricorrente che non colpisce più l’attenzione di nessuno ormai ci indigniamo tutti, tutti i giorni. I motivi per indignarsi sono innumerevoli: la sanità, i trasporti, la scuola, la pubblica amministrazione, il lavoro, il precariato, la disoccupazione, la corruzione, i furti, le rapine, gli omicidi, la droga, il sesso violento, la finanza truccata… e chi più ne ha..più ne metta. Ma al netto della vera indignazione purtroppo circola troppa indignazione di circostanza che spesso rappresenta quasi un ipocrita lavacro di coscienza. La mia attuale vera sentita indignazione per l’ennesima azione di Intesa Sanpaolo nei confronti del suo personale è così forte e determinata da impormi un certo ed opportuno controllo formale nel manifestarla. Forte perché in contemporanea presenza di un incredibile e irritante silenzio sindacale e dei media (giornali, TV e Radio), determinato perché vedo nel comportamento di Intesa e dei suoi responsabili Il procedere risoluto ed indisturbato di un progetto finalizzato solo alla logica del profitto, incurante dei ricaschi sociali ed umani della vicenda. Allora: si era o no detto nel luglio del 2006 che la magnifica operazione di fusione fra Intesa e SanPaolo sarebbe stata indolore per il personale? Che nessuno sarebbe stato costretto ad uscire anzitempo, ma solo volontariamente? S’era detto così, proprio così! Uscite solo volontarie e incentivate. Basta andarsi a rileggere gli articoli, le dichiarazioni, gli accordi sindacali etc…. Ed invece? No Signori! Le cose già dal luglio 2007, in carenza di volontari, a raggiungimento del budget previsto, si è cominciata la micidiale ed implacabile opera di persuasione , di pressione prima leggerina, poi un po di più e sempre di più, fino a questa estate 2008. FUORI, VIA, AL MACERO, ALLE PANCHINE, chi in presenza di certi requisiti per la pensione di anzianità o giù di lì non decide spontaneamente, liberamente ed autonomamente (si fa per dire!) di andare a casa. Di farsi da parte! Chi non molla incappa subito nella legge 223, licenziamenti collettivi , previsti per legge per le aziende in difficoltà e da riorganizzare. Ma che c’entra questa Legge per IntesaSanpaolo e perché il sistema ne consente l’applicazione anche per due aziende che scoppiavano e scoppiano di salute (profitti, dividendi e premi ai managers a gogò) e che si sono dichiaratamente sposate per raggiungere profitti ancora superiori? L’applicazione o la ventilatala, suggerita, ipotizzata applicazione appare forzatura, appare antisindacale, se i Sindacati fossero il baluardo di difesa, che non sono più, dei lavoratori, appare inaccettabile, ingiustificabile e contraria alle affermazioni programmatiche in sede di ancio in pompa magna dell’iniziativa. Attribuzione plusvalenze zainetto ai colleghi usciti nel biennio 2003/2004 Il ricorso collettivo contro il Fondo Pensioni e Intesa Sanpaolo S.p.A. è stato assegnato come segue: Giudice: dott. Riccardo Atanasio, Trib. Milano Udienza: 14 ottobre 2008 ore 16.10. I colleghi interessati (in particolare quelli residenti a Milano) sono pregati di prendere nota al fine di assistere alla prima udienza. t mi co pe An Noicomit 4 Ottobre 2008 l su An b we pe co INIZIATIVE FAP CREDITO DI ANDREA DOLCE Banco di Napoli. “..... ricordo che già il blocco della perequazione della finanziaria ’98 (art. 59, comma 13 della legge 449/97), fu vittoriosamente impugnato in Cassazione, quantomeno per la quota integrativa della pensione. Il blocco della perequazione 2008 verrà contrastato in Corte Costituzionale sotto due profili: fatti, è operante un tavolo di lavoro, a cui partecipa anche la nostra Associazione, che ha l’obiettivo di definire una polizza standard che soddisfi le esigenze della categoria dei pensionati, polizza da concordare con una compagnia di primaria importanza e da porre a disposizione dei 35.000 appartenenti alla FAP Credito. 1) il primo concerne la violazione, sulla quota INPS, dei principi di uguaglianza e capacità contributiva perché, per finanziare dei costi di pubblico bilancio (abolizione dello scalone) si richiedono risorse ad una sola categoria (i pensionati) anziché distribuire gli oneri su tutti i contribuenti in base al principio costituzionale (art. 53 Cost.); La nostra Associazione, in quanto componente del Gruppo di lavoro, oltre che del Comitato Direttivo, nell’ottica di contribuire al raggiungimento dell’obiettivo, avendo molti soci privi di una polizza sanitaria, ha illustrato le finalità FAP sull’argomento al Direttore Generale di UBI><Banca Carime, Dott. Riccardo Sora. t mi l su 2) il secondo, relativamente alla quota integrativa, verterà sulla violazione degli artt. 38 e 47 della Costituzione, trattandosi di trattamento previdenziale privato e non pubblico, che non porterà vantaggi alla collettività bensì un ingiusto arricchimento della parte debitrice privata.” We La FAP Credito, con l’inizio del 2008, ha intrapreso un nuovo corso. Ha rinnovato i suoi Organi Sociali, (Presidente Antonio Maria Masia, Anpecomit, ViceVicario Carlo Della Ragione, Banconapoli, Vice Sergio Fisco, Banco di Sicilia) ha meglio definito le proprie finalità congiuntamente ad un piano d’azione ed ha trasferito la propria sede a Roma (via Cesare Balbo 35). Obiettivo del trasferimento è stato quello di poter avere maggiori opportunità d’incontro con gli Organi governativi, politici e sindacali, per seguire direttamente le problematiche della categoria e contribuire alla loro soluzione. La prima problematica che ha affrontato riguarda il blocco della perequazione 2008 in un momento in cui il potere d’acquisto della moneta è in continuo e galoppante svilimento. b Infatti, poiché reputiamo che UBI><Assicurazioni possa essere una delle Compagnie da Il Comitato Direttivo della FAP, contattare da parte della FAP, su tale argomento, ha interpelabbiamo fatto presente che il lato il proprio consulente legale momento attuale potrebbe costiAvv. Michele Iacoviello, al fine di tuire un’occasione favorevole valutare le possibili azioni da inper giungere ad una polizza satraprendere per arginare il provnitaria utile per tutto il personale vedimento. E’ stata, quindi, del Gruppo UBI (in servizio ed in avviata un’iniziativa giudiziaria Altro argomento prioritario in fieri quiescenza), da estendere con pilota, tendente a fare dichiarare riguarda la polizza sanitaria. Inopportuni ritocchi ed adeguaincostituzionale il menti agli aderenti blocco della pere- NOTIZIE IN BREVE alla FAP Credito. quazione 2008. Gli abbiamo chieDa Michele Iacoviello, legale della FAP CREDITO che si è ocRiporto alcuni sto, quindi, di valucupato dell’argomento specifico abbiamo appreso che l'udienza passi dell’intertarne la fattibilità ed avanti il Tribunale di Cuneo per la declatoria di incostituzionavento dell’Avv. Iaeventualmente di litè del blocco della perequazione 2008 sulle pensioni superiori c o v i e l l o patrocinare lo sviad otto volte il minimo è stata fissata al 25 novembre. nell’Assemblea luppo dell’idea. Ringraziamo Michele per le tempestive informazioni su un arannuale della noAttendiamo gli svigomento che ci sta particolarmente a cuore. stra omologa Asluppi di entrambi La versione definitva del ricorso è stata pubblicata sul sito della sociazione del gli argomenti. FAP e su quello dell’Anpecomit. t mi co pe An Ottobre 2008 5 Noicomit l su An b we LA BANCA COMMERCIALE ITALIANA pe A CURA DI ANTONIO MARIA MASIA co t mi stante della interconnessione fra banca e cultura diIn particolare le BIN assumono il ruolo di banche di ventano nell’era Mattioli i capisaldi del mondo Comit. deposito deputate al solo credito ordinario ed in geL’obiettivo è fare buoni bilanci, non disgiunti dall’atnerale il sistema si modella sul tipo di banche di cretenzione costante alla persona, in quanto titolare di dito ordinario a breve da una parte e banche di diritti e non solo asettico strumento di produzione, e credito a medio lungo termine dall’altra, e niente partenere la Banca in posizioni di autonomia e indipentecipazioni nel capitale delle aziende. denza gestionale, nonostante i vincoli IRI e della In questo contesto esce di scena Giuseppe Toeplitz legge bancaria. che ha visibilmente sofferto il ridimensionamento A partire dal ‘35, in previsione di eventi bellici, l’ecodella “sua grande Banca d’affari a tutto campo”ed nomia italiana inizia a convertirsi in economia di entra pienamente in campo nel 33 Raffaele Mattioli guerra con i conseguenti preparativi industriali e milinel ruolo di Amministratore Delegato. tari (invasione dell’Etiopia, all’epoca Abissinia): da alMattioli, con l’obiettivo di riportare la Comit ai livelli lora un decennio di crescenti operazioni belliche che dei suoi tempi migliori, sprona fortemente la “sua” Diculminano nella seconda guerra mondiale fino alla rezione Centrale a “lavorare dimenticando il compito sconfitta, all’occupazione nazista, alla divisione del che lo Stato si è assunto con l’iniziativa IRI, come se Paese ed alla guerra civile. L’economia è subordila salvezza dovessero e potessero ottenerla da loro nata alle esigenze belliche e la Comit senza nessun altro aiuto da fuori. non si sottrae finanziariamente. E riSolo così - disse - ci renderemo vecorrendo a maggiori esposizioni nei ramente degni di questi aiuti e questi confronti del suo azionista IRI, appogaiuti ridurremo alla minore cifra posgia le aziende impegnate nella cantiesibile”. ristica, nella siderurgia, nella grande Con questo spirito, assistito dal suo meccanica e tutto il mondo industriale collaboratore Giovanni Malagodi, dà connesso operativamente allo sforzo l’avvio ad un’importante e valida riorbellico. ganizzazione della Comit in tutti i Nel ‘39, a completamento di uno stucomparti. Dalla Direzione Centrale, dio di piano di difesa dai rischi deriattraverso l’adozione di metodi di lavanti da attacchi nemici, la Banca voro collegiali e settoriali, alle Filiali. progetta un unico Centro Contabile a Nasce così un formidabile Ufficio cui affiancare un deposito centrale dei Studi (cervello delle politiche di cretitoli e un Archivio Generale di tutta la dito e di sviluppo della Banca, con a documentazione non corrente. G- Malagodi e A. Gerbi capo Antonello Gerbi, poi Ugo La La scelta cade, per motivi strategici e Malfa e poi di nuovo Gerbi,- cfr. di ridotta rischiosità, su Parma e nel ‘41 viene inauscheda e immagini a parte-), un valido Ufficio Faciligurato il Centro Contabile di Villa Ombrosa. tazioni per l’analisi delle concessioni creditizie, un efLa guerra accascia totalmente l’Italia sul piano ecoficiente Ufficio Sviluppo a sostegno dell’azione sul nomico. Il reddito per abitante nel ‘45 è in termini territorio delle Filiali, un Ufficio Contabile ed Esecureali a livello di oltre 30 anni addietro. tivo da esempio per il futuro del sistema bancario, un Ciò vuol dire aver azzerato il lavoro di una intera geattento ed apprezzato Ufficio del Personale che attranerazione. verso politiche di selezione e formazione delle RiMa passata la bufera la ripresa è rapida e nel giro di sorse costituirà il nucleo della futura classe dirigente un quinquennio la produzione ed il reddito tornano al della Banca e non solo. Numerosi quadri di valore livello prebellico. forniranno la loro professionalità in altre banche, Enti, Il sistema bancario tutto incentrato nella RicostruIstituzioni e Politica (Merzagora, Malagodi , La zione fa la sua parte. Malfa). Certo le BIN soffrono il limite dell’ordinarietà del creLa cura per la motivazione dei collaboratori è masdito imposto dalla legge bancaria. E fra di esse la sima: si organizzano programmi di educazione alla Comit ancora di più, anche se Mattioli, spesso, pur cultura della banca, basati sulla “circolazione” delle nel rispetto formale delle norme, spinge la sua Banca persone prescelte per incarichi tra i vari Uffici perifead “aggirare” i vincoli finanziando a breve ciò che in rici e centrali.La scuola della relazione con le per realtà è a lungo, nel segno della vera e naturale vosone, la cura della formazione, della preparazione cazione della Banca. dei singoli a compiti di ulteriore responsabilità, la co- l su b We t mi co pe An Noicomit 6 Ottobre 2008 l su An b we E per meglio far fronte a questa esigenza su impulso E siamo al grande sostegno allo sviluppo industriale di Mattioli nasce la Mediobanca, con partecipazione quando la Comit ancor di più lega il suo nome ed il paritaria delle tre BIN, alla quale viene destinato suo operare alle sorti positivamente in crescita deldalla Comit il giovane Enrico Cuccia, destinato a dil’economia italiana. Quello che viene definito somventare in seguito il lucido e rispettato “padre-pamariamente il “miracolo economico italiano” fra la drone “ di quell’Istituto. Mediobanca rappresenta così fine della Ricostruzione e la metà degli anni ‘60 e l’indispensabile raccordo fra credito ordinario e creche è in realtà il portato di un “lungo e complicato dito finanziario, necessario per sostenere al meglio la processo” come sostiene Mattioli che non apprezza il crescita economica del dopoguerra. termine miracolo, vede la Comit in prima fila. A sosteLa BCI riprende ancora, con gno continuo , convinto e lunVilla Ombrosa (il CAE Parma) l’abile e unanimemente congimirante della politica di divisa regia di Mattioli, a filiberalizzazione degli scambi, nanziare il sistema a efficace stimolo ad intraeconomico, sostenendo tra il prendere ed ampliare le ini‘45 ed il ‘48 collocamenti di ziative industriali, commeraumenti di capitale e prestiti ciali e artigianali. Della “sua obbligazionari di ben 67 imBanca” Mattioli, che in occaportanti società, tra le quali sione delle relazioni ai Bilanci Fiat, Edison, Montecatini, annuali fa dei piccoli “capolaSip, Ilva. vori” anche letterari e culturali Apre, per agevolare la racda par suo, dice in contrapcolta, nuove Filiali e Agenzie posizione al termine “miradi città. Facilita la riammiscolo” e quasi sminuendo la sione dell’Italia ai mercati ingrande e decisiva importanza ternazionali, riallacciando i tradizionali rapporti con della BCI nel progetto di crescita del Paese: “non vol’Estero. Le Sedi di Londra e New York, liquidate da gliamo arrogarci nessun merito particolare, perché quei Paesi ospitanti nel 40 e 41, vengono riavviate abbiamo fatto il nostro interesse”. In quegli anni gli attraverso Uffici di Rappresentanza. L’Italia dal ‘47 in impieghi della Comit raggiungono il 13% circa del sipoi aderendo al Fondo Monetario Internazionale ed stema bancario italiano, a prescindere dall’attività di accettando le nuove regole stabilite merchant di Mediobanca. Continua a Bretton Wood per il Sistema Mol’assistenza e la partecipazione a Danni di guerra alla Sede di Genova netario Internazionale, si mette decollocamenti azionari ed obbligacisamente sul terreno occidentale zionari senza per questo trascurare del libero scambio. Aderisce alla Oril sostegno alla piccola e media imganizzazione Economica per la presa. La guida sapiente del banCooperazione Europea (OECE) ed chiere umanista colto e raffinato, all’Unione Europea dei Pagamenti, inflessibile e pragmatico, con alla costruzione della Comunità Eul’obiettivo fisso della crescita della ropea del Carbone e dell’Acciaio Banca da salvaguardare nella sua (CECA) ed alla firma del Trattato di autonomia e indipendenza, già riRoma. C’è un nuovo clima di fiducia spettato da Mussolini durante il Fae di crescita negli anni ‘50 con scismo e poi da personaggi come Guido Menichella alla Banca d’ItaDe Gasperi e Togliatti, porta la lia: bassi tassi d’inflazione, conti Comit verso posizioni di assoluta con l’estero in pareggio, livello adecentralità nel sistema Paese. La guato delle riserve valutarie, piena politica di espansione della Banca convertibilità della lira. è attenta e prudente anche a non La Comit in questo contesto è piecollidere con le preoccupazioni del namente inserita, soprattutto nel Governo e della Banca d’Italia, che mettere a frutto il suo primato nelle hanno di mira l’equilibrio dei conti operazioni con l’estero, in virtù della con l’estero e del cambio, allo netta preferenza che riceve nel scopo di non alimentare inflazione. comparto da operatori italiani e stranieri. Ed è grazie Certo la legge bancaria vigente allora che separa il alla BCI ed alla sua conoscenza ed inserimento sui credito ordinario da quello finanziario, imbriglia un mercati esteri se il processo di reinserimento del po’ la capacità espansiva della Comit spingendo Paese nell’economia internazionale viene facilitato Mattioli, come già osservato, nel senso di un cauto ed accelerato. Nel contempo la Banca rafforza la sua “ibridismo” operativo basato più sulla sostanza dei posizione su Parigi e Francoforte , auspicando fortefatti che sulla formalità. A limitare le potenzialità conmente , ma rimanendo inascoltata da IRI e Governo, tribuisce anche la richiesta all’IRI di aumento di capil’esigenza di avere in Italia banche per dimensioni e tale, richiesta disattesa nei tempi e nelle cifre. capitali competitive con i massimi Istituti in Europa. Fine della terza puntata (continua) pe co t mi l su b We t mi co pe An Ottobre 2008 7 Noicomit l su An RECUPERI FISCALI SU ZAINETTI E LIQUIDAZIONI DEL FONDO PENSIONI b we pe co t mi Comunicato ANPEC agli ex pensionati Comunicato agli ex pensionati per il recupero delle maggiori imposte trattenute nel 2006 dal Fondo Pensioni in sede di liquidazione della capitalizzazione della pensione Di questa azione di recupero fu data notizia con la comunicazione sul sito da Dino Vanin il 24 novembre 2007. Si fa seguito ora – anche in relazione a quanto precisato dal Dr. Masia con il Comunicato n. 9/2008 – per informare che l’Agenzia delle Entrate di Milano, alla quale è stata inoltrata, il 27 febbraio scorso, l’istanza di Dino Vanin di deduzione dalle somme oggetto di liquidazione della capitalizzazione della pensione pagate nel corso del 2006 - dei contributi, nel limite del 4%, versati dal lavoratore al Fondo Pensioni in costanza di rapporto di lavoro sulla retribuzione imponibile,al netto dei contributi obbligatori dovuti per legge (art.2 del TUIR DPR 22 dicembre 1986 n. 917); - e dell’importo corrispondente al 12,50% dell’imponibile netto residuo, una volta dedotti i contributi relativi al 4% ( art.47,1° comma,lett. h-bis, DPR 917 e Dlgs 21 aprile 1993 n. 124) ha lasciato scadere il termine di 90 giorni (27 maggio 2008) senza comunicare alcuna decisione. Come si ricorderà, a suo tempo si era deciso di inoltrare questa istanza-pilota, attendendone il risultato per l’inoltro di altre istanze,al fine di utilizzarne - l’eventuale risposta positiva di accoglimento per “rafforzare” anche tutte le altre istanze da presentare dai colleghi ex pensionati presso altri uffici dell’ Agenzia b We 3°) CONVENZIONE CON I PROFESSIONISTI CHE ASSISTONO I SOCI ANPEC IN COMMISSIONE TRIBUTARIA Già da tempo l’Anpec ha concluso una vantaggiosa convenzione con uno Studio Legale di Milano qualora fosse necessario ricorrere in Commissione Tributaria. Trattasi della convenzione con : Avv. Antonio Palmeri (c/° Studio V.E. Falsitta & Associati) Via Vivaio ,22 20122 MILANO l 2°) CALCOLO DEI CONTRIBUTI VERSATI AL FONDO Premesso che le dichiarazioni rilasciate dal Fondo in relazione ai contributi versati risultano in veritiere (in quanto per il periodo che va dal 1976 al 1990 evidenziano solo il 75% dei contributi versati dal lavoratore ), suggeriamo , per la compilazione dell’istanza all’Agenzia delle Entrate, di non utilizzare i dati della dichiarazione del Fondo ma di prendere , a base del calcolo per la determinazione dei contributi versati, i dati del mod. Ecocert (modulo da richiedere all’INPS) Infatti, qualora per la determinazione dell’importo da dedurre di cui al punto 1°) si volessero utilizzare i dati indicati dal Fondo nella sua dichiarazione, si ricaverebbe una minor cifra da dedurre dall’imponibile della liquidazione . e-mail: [email protected] tel. 0276004507 –cell. 335 7833219 Questi in sintesi i termini della convenzione: - Lo Studio assiste gli iscritti all’Anpec nei ricorsi da promuovere avanti la Commissione Tributaria per il recupero della maggiore imposta versata sugli acconti e sui saldi di liquidazione erogati dal Fondo Pensioni , sino al 2° grado di Giudizio. - Costi: 1. Per ogni incarico conferito sarà versato allo Studio stesso un contributo spese di € 50 comprensivo di Iva e Cpa , contributo che rimane a carico dell’Anpec ; inoltre , considerata la necessità dell’apposizione delle marche da bollo sui ricorsi, sarà richiesto l’importo di € 100 (oltre Iva e Cpa) per ciascuna posizione , con fatturazione a carico del ricorrente; 2. Solo in caso di definitivo esito favorevole del ricorso verrà richiesto un compenso , con fatturazione a carico del ricorrente, pari al 10% dell’importo effettivamente recuperato (oltre a Iva e Cpa); mentre nulla sarà richiesto in caso di soccombenza; 3. Qualora le udienze di trattazione si tenessero in forma pubblica (anche su richiesta del ricorrente per miglior strategia difensiva ) avanti a Commissioni Tributarie diverse da quelle di Milano sarà a carico dell’ iscritto solo l’ ulteriore spesa di trasferta (fino ad un max di € 400), ferme restando le condizioni di cui sopra”. su Prima di rimandarvi al comunicato sottostante riguardante gli aggiornamenti per il recupero delle maggiori imposte trattenute nel 2006 dal Fondo Pensioni in sede di liquidazione degli acconti di capitalizzazione della pensione, riteniamo opportuno sottolineare le principali caratteristiche di questa nostra iniziativa di recupero che si differenzia sostanzialmente da analoghe iniziative , che altri suggeriscono. Ci riferiamo in particolare a: 1°) DEDUZIONE DELL’IMPONIBILE Per quanto concerne la deduzione dell’imponibile ricordiamo che, sulla scorta di positive esperienze in similari questioni tributarie (*), la nostra iniziativa, prevede la deduzione: 1. sia dei contributi versati dal lavoratore al Fondo pensioni nel limite del 4% della retribuzione annua imponibile (art.17 – 2° comma del DPR n. 917/86) ; 2. sia dell’importo corrispondente al 12.50% dell’imponibile che residua una volta dedotti i contributi nel limite di cui al punto precedente ( artt.47- 1° comma – lett. h-bis e 48 bis lett. d del DPR 917/86 e Dlgs 21/4/93 n.124) Mentre risulta che le altre iniziative prevedano unicamente la richiesta di deduzione di cui al punto sub 1). ----------------------------(*) si tratta di contenziosi tributari avviati da dipendenti Isveimer in occasione delle liquidazioni erogate dal loro Fondo Pensioni che, si sono conclusi con sentenze anche di Cassazione che hanno accolto la tesi della tassazione sull’87,50% dei proventi da considerarsi sostitutivi di pensione e così con l’applicazione dell’art. 6 DPR 917/86. t mi co pe An Noicomit 8 An l su b we pe co t mi Ho una storia da raccontare che, se volete, potete pubblicare tra le rubriche dei vostri mensili. Eccola: Siamo a fine '69 ed io, di ritorno da uno stage alla Barclays di Londra, mi vedo assegnare da Paolo Levy, il commercio dei B/B esteri. A Dircambi c'erano anche Virginio Tavecchio, MariaLuisa Formentini, Nerino Gambini, Duilio Rinaldi e Giorgio Respinti. La cassa B/B era tenuta, in un ufficio sottoterra all'angolo di P.zza Scala e Via Manzoni, dai colleghi Bellini e Ratto i quali avevano anche la responsabilità delle monete oro. Io dovevo decidere quando vendere i B/B e loro si preoccupavano della spedizione, principalmente in Svizzera . Erano circa le 15,30 quando, penso fosse Ratto, telefonano da noi a chiedere se abbiamo trattato una partita di monete oro. NO, diciamo noi, ma perche? Ratto risponde:” é stata trovata una cartella sotto il telefono per il pubblico (che si trovava di fianco all'Ufficio Forestieri e giusto sopra al loro ufficio) e qualcuno deve averla dimenticata; un Commesso l'ha scossa e pare ci sia qualcosa di metallico che tintinna dentro!” Ho pensato a monete d'oro e vi ho telefonato. Io controllo gli ultimi interinali, ma ... nulla! “Non importa, risponde Ratto, la faccio portare nell'ufficio del CSE e se la vedrà lui”. Il Commesso porta la cartella al CSE (di cui non ricordo il nome, ma qualche collega della mia età potrà forse ricordarselo), che, a sua volta, apre tale valigetta, trova dentro una scatola metallica chiusa a chiave e chiede che gli portino un cacciavite, per poterla aprire !!! Erano da poco passate le 16,30 ed in quel momento ci arriva la notizia della bomba alla Banca Nazionale dell'Agricoltura, in Piazza Fontana! Non so se il CSE sia svenuto o meno, ma il fatto é che furono chiamati i Carabinieri i quali presero consegna del "pacco" che fu fatto saltare all'interno di una Caserma, circondato da sacchi di sabbia. Tale valigetta conteneva effettivamente una bomba artigianale di media potenza. Ho tralasciato un piccolo dettaglio all'inizio di tale storia: Dircambi si trovava al quarto piano rialzato, esattamente sulla perpendicolare del telefono dove fu trovata la valigia. L'ufficio tecnico della Comit calcolo' che, in caso di esplosione, l'intero angolo di P.zza Scala e Via Manzoni, sarebbe crollato, travolgendo circa 600/700 membri del personale. Evidentemente non era ancora la nostra ora..... e poi dicono che in Banca il posto é sicuro, se piove non ti bagni ecc.ecc. Questo é quanto. Un caro saluto dal sopravvissuto l b We Entro la prima quindicina di ottobre l’Anpecomit dovrebbe essere in grado di inviare ai soci, via @mail, il facsimile, allegati compresi, della richiesta all'Agenzia delle Entrate del rimborso delle maggiori imposte pagate(4%+12,5%). Per quanto concerne i colleghi interessati che non dispongono di collegamento Internet, li preghiamo sin d’ora di tenersi in contatto con un collega in possesso di quanto sopra. Ricordiamo che in ogni caso la richiesta sarà disponibile anche sul nostro sito www.noicomit.altervista.org, dal quale potrà essere scaricata senza alcun problema. Storie vere perché vissute. su delle Entrate; - contrastare con nuove argomentazioni legali presso gli altri Uffici le ragioni con le quali l’Ufficio di Milano avesse respinto l’istanza,motivandole. Purtroppo, come già detto, allo scadere dei termini concessi dalla legge all’Ufficio per una risposta, nessuna comunicazione è pervenuta all’interessato, formandosi pertanto il provvedimento di “Silenzio-Rifiuto” ex art. 21 D .Lgs. 546/92.Ora, poiché non vi è alcuna certezza non soltanto sulle conclusioni di merito alle quali la Commissione Tributaria Provinciale di Milano, alla quale il Dr. Vanin inoltrerà tempestivamente ricorso, potrebbe pervenire, ma neppure sui tempi entro i quali potrà essere pronunciata la sentenza, ad evitare che si possa incorrere per qualsiasi motivo nei termini di decadenza per l’inoltro di altre istanze da parte degli altri soci interessati, il Comitato Direttivo ANPEC riunito a Milano il 24 giugno u.s., ha incaricato il Dr. Costantino, il Dr. Minotti e il Dr. Vanin di predisporre la presente comunicazione per tutti i soci interessati all’inoltro di analoghe istanze.In relazione a ciò, si comunica che entro il 30 settembre p.v. saranno date sul sito riservato ai soci istruzioni particolareggiate affinché essi possano a loro volta presentare le istanze di cui trattasi. Nel frattempo il testo dell’istanza del dr. Vanin sarà opportunamente modificato e adattato in modo tale che ne risulti un documento standard utilizzabile per le loro istanze dagli altri ex pensionati; parimenti saranno predisposti allegati da completare facilmente da parte di ciascuno dei ricorrenti. Nel frattempo, come già consigliato in passato,gli interessati dovranno munirsi e tenere a disposizione - la dichiarazione (richiesta o da richiedere ) al Fondo Pensioni relativa ai contributi versati dalla Banca al Fondo per conto dell’iscritto per tutta la durata del rapporto di lavoro; - una dichiarazione, da richiedere all’INPS, dei contributi versati dalla Banca all’INPS per tutta la durata del rapporto di lavoro (si precisa che il nostro legale ritiene equivalente a tale dichiarazione anche l’ECOCERT e/o l’ESTRATTO CONTO scaricato dal sito dell’INPS dal titolare della pensione INPS, in base all’art.54 della Legge 9 marzo 1989 n. 88, che attribuisce valore certificativo ai dati recanti la situazione previdenziale e pensionistica del richiedente); - eventuali statini degli stipendi sino alla data del31.12.1994 di cui sono tuttora in possesso. D. Vanin G. Minotti G. Costantino Ottobre 2008 Franco Peja t mi co pe An Luglio 2008 9 Noicomit l su An C'è Paperone e Paperone - Tre storie lette per caso. Ma non casuali b we pe co t mi stema delle comunicazioni rendono, se possibile, ancor più ricettivo e fertile il terreno, nel bene e nel male. Purtroppo soprattutto nel male. Ma noi speriamo. Quanto a Packard, in effetti, è tutta un’altra storia. Il nostro è da sempre l’umanista della famiglia. Studi classici, professore di filologia, fondatore, circa trent’anni fa, della Packard Humanities.Institutes , istituzione che ha, tra l’altro, realizzato e distribuito a studenti di molti paesi data bases (ecco l’intreccio col business di famiglia, la Hewlett Packard ) di letteratura latina, greca, storia americana e altro. Ha finanziato restauri di archivi cinematografici e musicali, di teatri storici. Si è data, insomma, il compito di salvare alcune significative espressioni della cultura universale. . Salvarle per l’umanità, appunto. E così arriviamo ad Ercolano. Ercolano che stava sprofondando, e non è un modo di dire Idee e progetti ce n’erano. E anche intelligenze e volontà. Lui, attraverso la Fondazione ha aggiunto i mezzi finanziari. Dodici milioni di euro finora. Per un piano che ha preso le mosse dal recupero dell’antico sistema fognario. La canalizzazione delle acque piovane era premessa indispensabile per impedire ulteriori crolli. Nell’impresa, che lui segue da lontano, ma con assiduità (ogni quindici giorni parte per la California una relazione sullo stato dell’opera) sono impegnati Soprintendenza , Beni Culturali, esperti ed autorità locali, con la British School di Roma, che ha assunto compiti di coordinamento e pianificazione. Insomma è in svolgimento una grande opera di salvataggio, che ha potuto divenire realtà grazie alla generosa passione di un uomo di grandi mezzi. Già. perché la ricchezza da sola non basta. Ancora un cenno a due iniziative tra le molte altre che fanno parte della complessa operazione che sta restituendo speranza (e posti di lavoro, diretti e indotti) ad una delle più importanti e suggestive realtà archeologiche del nostro Paese. Uno “squadra” di falchi per tener lontani gli stormi di piccioni e soprattutto il loro guano dalle antiche pietre. .E l’acquisto dei terreni, a monte dell’area archeologica, ancora non invasi dalle costruzioni della città di oggi. Una importante salvaguardia per luoghi che, almeno nel mio ricordo, hanno già subito negli ultimi decenni la stretta soffocante delle nuove costruzioni. C’è ancora molto da fare, ma la strada è tracciata e i mezzi ci sono. E risultati già se ne vedono, con la riapertura di spazi a lungo transennati e ora di nuovo visitabili. Tre storie lette per caso, ma non casuali. Sicuramente non uniche. Di quelle che, comunque, ti restituiscono un po’ di fiducia negli uomini. Certo non in tutti. Perché, e lo vediamo quotidianamente, i Paperoni non sono tutti uguali. l su b We Bill Gates,. Michael Bloomberg, David Woodley Packard. Tre magnati statunitensi che più o meno tutti conosciamo di fama Ricchi e potenti da potersi permettere tutto. Poi dipende. Non sono certo i soli a disporre di così imponenti attività e altrettanto massicci imperi finanziari, con tutto quel che ne consegue Sono però tra quelli che se li sono costruiti con l’intelligenza e l’impegno. Non diciamo che se li sono sudati, ma certo si sono impegnati. Perché c’è anche chi l’oro, magari nero, se lo vede zampillare in salotto e chi ne esibisce altrettanto, ma sul come e perché è difficile sapere. E sono i ricconi che stanno “scacciando” la tradizione dalle ville della Costa Azzurra, e abbagliando le nostre riviere. Mentre acquistano l’acquistabile un po’ ovunque, dalla griffe alla banca. . I nostri tre Paperoni sembrano avere di potere e ricchezza una visione più aperta. E sembrano aver intuito qualcosa di molto importante. Che le loro montagne d’oro non possono essere sterili monumenti a se stesse. Abbiamo letto che Bill Gates ha voluto trasmettere ai suoi figli una buona base di partenza (ottima probabilmente) ma non la sconfinata, inebriante, forse incontrollabile totalità di quanto ha costruito E sappiamo delle azioni umanitarie che le sue fondazioni e lui stesso e la moglie in prima persona conducono nel mondo. Probabilmente qualcosa di analogo avranno fatto anche Bloomberg, tycoon televisivo seguito in tutto il mondo occidentale ( le sue televisioni, però, trasmettono soltanto numeri, per addetti ai lavori), e Packard. Non conosco il loro stato di famiglia. Di Bloomberg è emersa anche la seria sensibilità ambientalista, che esplicita quale sindaco di New York, attraverso belle e utili iniziative (un milione di alberi piantati in città, isole pedonali estive, progetti per pale eoliche …) Ma torniamo alle montagne d’oro. Sembra insomma che questi signori, baciati dalla fortuna, abbiano sentito il bisogno di “restituire “ qualcosa. Calcolo fiscale? Forse anche, ma non solo. Si può essere al riguardo molto meno fantasiosi e più grezzi. Gates e Bloomberg , questa almeno sarà la loro prossima impresa, finanzieranno i governi locali in azioni tendenti a sottrarre all’influenza di Big Tabacco le giovani generazioni dei paesi in via di sviluppo. Certo il tramite dei governi locali… Ma i nostri non sono degli sprovveduti. Cinquecento milioni di dollari. Sembra una follia, forse lo è. Ma non sono degli sprovveduti. Immagino trusts di cervelli e squadre di psicologi al lavoro. Occorrono mezzi e strategie per penetrare con efficacia una realtà di povertà diffusa Povertà di mezzi materiali e di difese culturali. Dove è facile e vigliacco inserirsi con chimere specchietti, perline e fumo Non siamo più all’età dell’innocenza, ma gli sprazzi di “civiltà” indotti dalla ormai onnipresente si- Edda Cucè t mi co pe An Noicomit 10 Ottobre 2008 An l su IL PENSIONATO TEX b we pe co t mi “macho”), a volte bastardo, ma leale, difensore dei deboli, sempre pronto a spianare la colt o il fucile contro gli avversari (fuorilegge, politicanti corrotti, trafficanti senza scrupoli, razziatori, ma anche maghi, in particolare l’orrido Mephisto, il suo più acerrimo nemico, protagonista di una intera saga), poi l’ambientazione (praterie, foreste, deserti: dall’Arizona al Grande Nord, dal Rio Grande al Pacifico) e, soprattutto, la partecipazione corale dei suoi “pards” (Kit Carson e Tiger Jack e il figlio Kit). E gli amici indiani Navajos, per i quali é il capo bianco Aquila della Notte, avendo sposato Lilyth, figlia di Freccia Rossa, in seguito uccisa da bianchi criminali. Attraverso il legame con un’indiana, mai infranto da Tex che non si è più unito ad altra donna, e la fratellanza coi pellerossa, fino ad allora “cattivi” per definizione, Tex ha addirittura precorso le tematiche antirazziste del western, ben prima di “Soldato blu”, il film provocatorio degli anni Settanta. Nei giorni scorsi perfino l’Osservatore Romano gli ha dedicato due pagine, rilevandone “la forte attualità nella sua veste di difensore della giustizia, tra uomini diversi per razza, cultura e costumi”, e arrivando a definirlo “esempio di rettitudine morale, di fedeltà coniugale e di amore paterno”. Se questa non è una beatificazione, poco ci manca! Quindi “in ginocchio da Tex”, icona del nostro immaginario, emblema dell’uomo di frontiera e del sogno americano (oggi si direbbe del “ies/ui/chen”): in questi sessant’anni ha affrontato decine di duelli, ha menato sganassoni, ha imprecato (“Tizzone d’inferno!” il massimo del suo turpiloquio), ha cavalcato giorno e notte. Ha scalato montagne e attraversato fiumi. Eppure è ancora lì vivo e vegeto, pronto a regalarci altre spericolate avventure. Dopo la scomparsa di Bonelli (2001) il figlio Sergio porta avanti abilmente l’impresa paterna e dopo quella di Galeppi (2004) altri magistrali artisti continuano a illustrare gli album moderni, sempre più colorati. Tex continua cavalcare e a lottare e lo farà fino a quando ragazzi, giovani e …pensionati, come noi, sentiranno la voglia di sognare e di combattere insieme a lui. l su b We La notizia fa sensazione, ma è proprio vera: Tex Willer, la leggenda, il Ranger senza macchia e senza spocchia…il mito di tre generazioni di fumettari, compie 60 anni! E’ nato infatti il 30 settembre 1948, data in cui i geniali creatori Gianluigi Bonelli e il disegnatore Aurelio Galeppini (Galep) lo hanno dato alle stampe nel mitico formato a “striscia” (ideale per letture abusive sui banchi di scuola, che, penso, molti di noi hanno praticato), intitolato “ Tex e il Totem misterioso”. . Quindi anche l’inossidabileTex ha raggiunto l’età della pensione, ma l’Aquila della Notte (il suo nome “navajo”), al contrario di tutti noi, non invecchia mai e, nonostante la vita avventurosa, pare non accusare acciacchi, anzi gode di ottima salute, viste le centinaia di migliaia di tirature che macina ogni mese, senza contare gli albi speciali e le ristampe. Speriamo che la pensione non lo logori (ma, come si sa, la pensione logora… chi non ce l’ha). Eppure il personaggio più longevo e amato dopo Topolino era nato così’, senza particolari pretese, insieme a tanti altri inventati dall’inesauribile fantasia di Bonelli. Tex si affacciava sul mercato a cavallo degli anni Cinquanta…e del suo Dinamite, il fedele mustang, in cui dominavano Gordon, Cino e Franco, Mandrake, L’Uomo Mascherato ed altri eroi che riempivano le fantasie di noi ragazzi, ingenui e sognatori, ancora immuni dai nefasti, futuri “effetti speciali” hollywoodiani. Quello che Bonelli proponeva era un Far West selvaggio e scarno alla John Ford, il vecchio west americano, quello di ”Ombre rosse” e di altri film come “Sfida all’O.K.Corral”, e “Il cavaliere della valle solitaria” o come “Mezzogiorno di Fuoco”, i cui interpreti, da Gary Cooper a John Wayne, incarnavano alla perfezione la figura del nostro eroe. Egli descriveva con estrema precisione le scene, pur non avendo praticamente mai lasciato Milano, e, come Salgari, sapeva raffigurare credibilmente, con la sola forza dell’immaginazione, quel mondo lontano e mai conosciuto. Anche Galeppini si era formato alla visione del western americano, e, come raccontava lui stesso, si recava in sala con la lampada da minatore sulla testa, per meglio ritrarre le sagome dei vari personaggi. Ma cosa piace tanto di Tex? Tante cose. La sua figura di eroe indomabile, grintoso, (oggi si direbbe Giorgio Cozzi t mi co pe An Ottobre 2008 11 Noicomit An l su UNA DIFFICILE TERZA ETA’ b we pe co t mi mento (maggiori cure mediche, durata protratta delle pensioni); dall’altro, se la vita si allunga, si aspira ad una sua migliore qualità assoluta. I due termini sembrerebbero inconciliabili tra loro. Anticipiamo che la soluzione potrebbe trovarsi nell’aumento dei contributi. Tanti di noi pagherebbero un poco di più, per non ritrovarsi poveri nella terza età, e si assoggetterebbero al sacrificio contingente, sapendo di poter ottenere qualcosa in cambio più avanti. Ma ecco l’ostacolo: una parte della comunità, quella più ricca, non ha affatto bisogno del Welfare e “vuole diminuire la componente della solidarietà, per aumentare quella individuale”. Sono quelli che chiedono ad ogni piè sospinto, con motivazioni d’apparente razionalizzazione, che il sistema sia privatizzato. Chi ha un destino favorevole, non vorrebbe accollarsi il peso della collettività. Che il conflitto vi sia, è anche normale; non è invece normale, sostiene l’economista d’oltralpe, che il 10% della popolazione possa avere - come accade - più ascolto rispetto alle maggioranze. Ci accorgiamo che, nel nome della simmetria dei bilanci, del rispetto formale del patto di stabilità, dei paletti che l’Europa dei burocrati continua a frapporre ai bisogni della gente comune, stiamo facendo, giorno dopo giorno, dei piccoli passi indietro. Altro che vecchiaia, stagione d’oro della saggezza. Procedendo di questo passo, potrebbe tornare d’attualità un altro motto, espresso sempre rigorosamente in latino: “senectus est ipsa morbus” Vincenzino Barone l su b We Nel suo “de senectute”, Cicerone tesseva l’elogio della vecchiaia. Che è una stagione della vita stimolante, se non si debbano affrontare con timore i problemi di una quotidiana sopravvivenza. Tuttavia, su un quotidiano d’opinione è stato di recente pubblicato un intero compendio di pezzi, tutti dedicati all’inesorabile sfaldamento delle regole che sorreggono il Welfare State. Contemporaneamente, si è potuto leggere il commento ad un bollettino disastroso sull’assistenza sociale nel Vecchio Continente, promanante da Eurostat (roba così seria, per intenderci, che i resoconti, sul sito ufficiale, non sono nemmeno pubblicati in italiano, ma solo nelle tre lingue dominanti: inglese, francese e tedesco). A tal punto, non si può far finta di credere a casuali coincidenze, ma si cominciano ad intravedere i segnali premonitori di quelle che potrebbero essere le nostre prospettive a medio termine. Se, infine, in una sezione monografica de “la Repubblica” sull’economia del benessere, è ospitato un inquietante articolo di Jean Paul Fitoussi (“Quale futuro attende la nostra collettività”), dobbiamo convenire che gli scenari diventano drammatici, alla luce anche dell’allungamento dell’età media della popolazione europea. Spiace guastare l’umore dei lettori meno giovani, ma il rapporto dell’Ufficio Statistico Comunitario rivela, senza fronzoli, che sono a rischio di povertà ben 11 milioni d’italiani. Su un campione di 25 Stati, solo Slovacchia, Irlanda e Grecia starebbero peggio di noi. Bel risultato, per un Paese che, fino ad ieri, si vantava di essere tra le prime otto potenze industriali del pianeta. La situazione d’indigenza è stata, sinora, mitigata dagli interventi garantiti dallo Stato Sociale. Senza quei sempre più flebili trasferimenti di ricchezza, comprese le pensioni minime, la crisi colpirebbe già oggi oltre il 40% dei nostri concittadini. Quasi un individuo su due, se non potesse contare sugli ammortizzatori che ci sono divenuti familiari (cassa integrazione, servizio sanitario, assegni minimi e quant’altro), potrebbe scivolare al disotto di un livello d’esistenza dignitoso. Non ci consola sapere che tutta l’Europa sta inclinandosi verso una deriva, che trova il proprio capolinea in una maniera di vivere ben diversa da quella alla quale eravamo abituati. Perché tutto ciò stia accadendo, lo andiamo a rilevare nello scritto dell’economista keynesiano, l’illustre Fitoussi. Per chi non lo sapesse, il nostro indiscusso guru, una volta consulente di Mitterand, ricopre, non solo in Francia, cariche prestigiose ed è tra i più ascoltati esperti in tema di politiche macroeconomiche. Cosa sostiene l’autore? Che il sistema attuale subisce un duplice assedio: da una parte, il Welfare presenta costi in notevole aumento, perché cresce l’invecchia- MORTE DEL PESCE SPADA (una poesia di Salvatore Arcidiacono) Chiesero forza ai vogatori dissero all'intinnere: attento! al traffinere: è tuo! Scoccò la fiocina e un urlo salutò il fiotto del tuo sangue. Non ti servì la spada e fu vano scartare sui fondali. Alla tua forza residua dettero caloma. « A bordo » gridò il capobarca. Sull'ultima tua scia pianse il mare la tua sorte. Eri venuto per amore e pastura ma la fame dell'uomo ti condusse a morte t mi co pe An Noicomit 12 Ottobre 2008 An l su SARDEGNA 2008 b we pe co t mi descrivere “quella Stintino”: sabbia bianca finissima in gran parte creata da conchiglie triturate dalla corrente e che scendeva, con bagliori argentei, nell’acqua turchese; i gigli di mare a coprire il bordo lungo la strada in terra battuta, uccelli canterini e pesci senza timore e la torre saracena a guardia di quella meraviglia. E poi quel profumo intenso, un po’ aspro e pungente, selvatico, quel profumo unico che ancora sino a qualche anno fa, prima di entrare in porto, specialmente di notte, già ti annunciava terra. Non c’era nulla, solo un capanno di foglie di un pescatore; i locali erano riservati, schivi e quanto avevano ragione ad essere diffidenti, anche se certo non immaginavano l’arrivo dell’orda barbarica. Solo una volta, 15 anni fa, tornai alla Pelosa e me ne pento ancora adesso: corpi ammassati al sole, macchine posteggiate sin sulla sabbia, dei gigli quasi neanche più la traccia, urla e rumori, motoscafi e moto d’acqua e cemento, cemento e cemento: Ed anche il profumo sparito. Ora, ogni anno, quando torno nella bella isola, faccio un pellegrinaggio alle piccole cale nascoste, alle chiesette di campagna tra i massi lunari ed i sugheri e percorro sempre le strade interne, passando accanto agli ulivi millenari, che stanno cedendo il posto ai filari di viti, e cerco le polverose strade bianche per sentire ancora il grugnito dei cinghiali, il verso della civetta, facendo attenzione a non schiacciare un riccio o una mantide religiosa e a non disturbare il picchio o la gazza o una bella farfalla che vola leggera tra i cespugli dal profumo intenso e un poco aspro: il profumo di Sardegna! Piera Favetto Pier Nicola accanto a “La Creazione (4a Mostra Arte Sacra alla SS Annunziata) We Pier Nicola Ricciardelli l su Quanti anni sono che frequento l’isola, l’antica terra di Sardegna? Tanti fisicamente, ma la prima volta fu in maniera virtuale, quasi una predestinazione. Per l’esame di terza media l’insegnante aveva assegnato la ricerca sulla Sardegna a me ed una mia compagna con la quale non avevo mai avuto grandi rapporti. Lei era figlia unica, io terza figlia con due fratelli più grandi e quindi… dato l’eventuale aiuto da parte loro mi toccò il lavoro più grande: ricerche di libri, lettera all’ufficio turistico (mica c’era Internet ma io ero fortunata perché avevo una bella enciclopedia, tipo Trecani, ma solo tipo!,) e redazione della cartellina con scrittura manuale e colla Cocoina per attaccare le foto. Il lavoro era bellino e mi sono commossa rivedendo tanti anni dopo quelle foto in bianco e nero di un mare intonso ma del quale non si intuiva il colore incredibile e la rara limpidezza. C’era la foto della bandiera sarda e degli asinelli, dei nuraghi diroccati e dei mamutones, e le foto di donne e uomini in costumi locali, personaggi che effettivamente ancora vidi quando andai in Sardegna la prima volta, nel 1968. Che splendore quel primo approccio. L’isola era ancora poco conosciuta dai turisti, tanto che il viaggio, offerto dall’agenzia che inaugurava il villaggio in cui mi recavo, fu sul traghetto “Canguro giallo” alla sua prima traversata inaugurale. Il villaggio era in pratica su una scogliera quasi a piombo sul mare con relativa spiaggetta di sabbia bianca; le acque erano così limpide che da circa 30 metri di altezza potevi contare i ricci sulle rocce. E a pochi chilometri, oltre il minuscolo paesino di pescatori, la mitica “Pelosa”, la spiaggia di Stintino. Come b Pier Nicola Ricciardelli nasce a Firenze il 6/6/1936 in via dei Pilastri 46, si dice alle 6 di mattina. Nel 1956 diviene ragioniere ed entra nella Banca Commerciale Italiana di Firenze. Durante la intensa ed interessante vita di lavoro riesce anche a creare una squadra di sci entro la Banca che diviene campione di Toscana per due anni di seguito grazie alla passione e alla abilità dei suoi componenti . Riesce anche a curare trekking e immersioni subacquee nell’arcipelago toscano. Fa anche un po’ di carriera pur restando sempre nella Filiale di Firenze. Finalmente nel 1996 (!) viene il momento della pensione e quindi delle grandi scelte di vita. Cosa fare dopo una vita così intensa ed interessante? Da ragazzo i professori di Nicola avevano notato una certa tendenza e propensione per il disegno e lo studio dell’arte. Scopo della vita: ricerca del bello, della luce, delle dimensioni, dei toni, dei colori (“nacqui in mezzo ai tetti rossi, sotto il cupolone”). Grandi soddisfazioni personali. Partecipazione a mostre, concorsi, ingresso in società di pittura (Gadarte di Firenze) ed in cataloghi di categoria (artisti della Toscana). Nicola dipinge per passione, quindi per se stesso, ma nota che ciò che crea a volte provoca interesse e piacere anche negli altri. t mi co pe An Ottobre 2008 13 Noicomit An l su Cave di marmo: le tecniche di scavo. b we Scorre il tempo senza tregua e la natura muta aspetto. polvere pirica poté essere usata come mezzo di abbatCosì è stato per le cave di marmo oggi ben diverse dal timento di grandi quantità di materiale in un sol colpo, passato.I mezzi tecnici di cui si avvalgono oggi i cavatori con le cosiddette “varate”. La preparazione delle potenconsentono di staccare dalla montagna blocchi di ditissime mine usate per le varate più grandi (con il memensioni enormi e di forme todo “alla francese”) regolari seguendo i filoni di era lunga e comVedute delle cave da Campo Cécina (MS). marmo pregiato dovunque plessa. Si iniziava essi siano. praticando un proLa capacità dell'uomo di plafondo foro nella bansmare le forme della montacata di marmo (dai 4 gna è di recente acquisizione. ai 10 cm.) con una Nelle cave dell'epoca preinlunga asta in ferro del dustriale, e cioè anteriordiametro di circa 3 mente all'uso della polvere cm.. Completato il pirica, era la montagna a detforo lo si asciugava tare la sua legge. I cavatori con la stoppa e si iniriuscivano a staccare dal ziava a versare al suo monte i preziosi blocchi bianinterno acido clorichi solo grazie alla presenza drico che ha la capanelle masse rocciose di fratcità di sciogliere il ture naturali (“litoclasi”, famimarmo. L'acido verliarmente “peli”).In mancanza sato in un tubo di di prospezioni geologiche la gomma e in un filo qualità dei giacimenti era affidata all'intuito e all'espesottilissimo giunto sul fondo scavava una grande cavità rienza maturati dai cavatori. L'apertura di una cava com(il “fiasco”). Nella camera di scoppio così ottenuta veniva portava un ampio margine di rischio economico, non ammassata la polvere pirica e il foro occluso con detriti potendosi prevedere la produttività del giacimento e e cemento per aumentare l'effetto dell'esplosione. quindi la convenienza dell'impresa. La più notevole innovazione nella tecnica di scavo dei La più antica tecnica di scavo, applicata sin da epoca roblocchi fu rappresentata dal taglio a filo elicoidale, intromana, consisteva nell'individotto nelle cave Vedute delle cave da Campo Cécina (MS). duare il sistema di fessure apuane dal 1895. che si intendeva sfruttare per Esso cambiò radicalil distacco della massa rocmente l'aspetto delle ciosa e nello scavare, con cave, che comincial'aiuto di picconi, mazze e rono ad assumere scalpelli, una fossa lunga un l'aspetto che oggi ci è paio di metri e profonda circa familiare. Nei primi un metro disposta longituditempi successivi alla nalmente nella direzione in sua applicazione, il cui si intendeva orientare il tataglio presentava proglio. Il blocco di marmo parblemi nella fase di zialmente isolato veniva avvio. Prima del taglio distaccato dalla roccia, lungo col filo era necessario i piani di sfaldamento naturali, ricavare sui lati della esercitando forti pressioni per bancata degli spazi mezzo di leve o cunei di sufficienti a far paslegno che venivano opportusare i montanti che namente bagnati. portavano le pulegge mobili. Il problema venne risolto Per separare dalla montagna blocchi di dimensioni più grazie ad una miglioria apportata dall'ing. Monticolo, che piccole o per suddividere in unità minori di pezzi di realizzò una “puleggia penetrante”. L'impianto a filo elimarmo già staccati dal monte era spesso usata la teccoidale permetteva indubbiamente una più razionale colnica della “formella”. Si trattava di tracciare, seguendo tivazione delle cave, ma risultava piuttosto costoso un piano di fratturazione naturale, un scanalatura a V (approvvigionamento continuo di sabbia silicea) e riprofonda una decina di cm. e larga all'inizio 5-6 cm.. Alchiedeva una preparazione complessiva da parte di un l'interno di esse venivano inserite le formelle (piastre di operaio specializzato (il filista). Gli impianti elicoidali riferro) e tra le formelle dei cunei che gli operai prendemasero in uso sino al 1970, quanto avvenne la seconda vano a battere ritmicamente con pesanti mazze sino allo più radicale rivoluzione che introdusse il taglio a filo diasfaldamento della roccia lungo il “pelo” prescelto. mantato e poi le tagliatrici a catena. L'uso dell'esplosivo nella lavorazione delle cave sarebbe stato introdotto nel XVI secolo. Fu solo nell'Ottocento, Giovanni Lorè (Fonte Le cave di Massa – di Enrico con l'invenzione della miccia a lenta combustione, che la Medda - Edizioni Malaspina) pe co t mi l su b We t mi co pe An Noicomit 14 Ottobre 2008 l su An b we Parliamo d’arte pe A cura di Giorgio Ferretti ATMOSFERA co t mi certo vero e proprio, arrivi dunque carico di attesa, emozione, entusiasmo, al punto giusto. Il silenzio,in sala, è assoluto. I primi accordi, solenni e marziali, con un suono netto e pulito, senza sbavature e tentennamenti, i soprassalti ascendenti della tromba che introducono la Sinfonia n° 3 di Gustav Mahler, ti si imprimono nella mente così profondamente che non li scordi più. Come forse molti già sanno, la Sinfonia n° 3 sviluppa "la concezione dell'esistenza nella sua totalità:il vasto primo movimento sta a rappresentare l'evocazione della Natura.Gli altri cinque rappresentano le fasi dell'essere dalla vita vegetale a quella animale attraverso l'umanità e gli angeli, fino all'amore di Dio. In realtà, poi, il lavoro non ha stretta connessione con il programma. Il significato fondamentale alla radice della Sinfonia n° 3 è l'esistenza nella sua totalità, con la sua lotta per superare ostacoli e barriere; con il suo diletto per la bellezza e persino per ciò che è grottesco e ripugnante; con la sua aspirazione a sostituire discordia e odio con concordia e amore" (Cooke). La tensione sale dunque via via che si susseguono i movimenti della Sinfonia sinchè si giunge alla ammonitrice consapevolezza del canto del contralto "O Mensch - Gib Acht (O Uomo - Sta Attento )" e all'acme della lirica parte conclusiva, così meditativa, straziante, anelante, piena di amore e di speranza, da coinvolgere anche l'intelligenza più razionale. Abbado conduce l'orchestra ad un suono mai enfatico o smodatamente romantico. Tiene l'espressione , tra "pianissimi" e "forti", sul limitare dello struggimento che la razionalità fa consapevole senza cadere nel fatalismo:Controllato, vigile, sempre padrone della materia sonora e del giusto rapporto fra le parti, governa l'esercito degli orchestrali (sono attorno al centinaio) in modo equilibrato, conducendolo ad un finale, dispiegato nelle sue trionfalistiche, tambureggianti cadenze, così coinvolgente che, trascorsa - come il compositore voleva una pausa di silenzio a decantare l'emozione e a far correre un abbaglio di pensiero sulla grandezza della scrittura musicale, erompe dal pubblico un boato di applausi e di grida che si protrae per dieci, quindici minuti, tutti gli spettatori in piedi, come gli orchestrali, sinchè il Direttore è costretto ad uscire da solo sul palcoscenico a ricevere l'ultimo, entusiastico riconoscimento alla sua arte. Ecco, è anche questa l'atmosfera di cui parlavo all'inizio.La si respira e la si vive a Lucerna,ove si tiene ogni anno un festival musicale eccezionale e non paragonabile ad alcun altro, nel quale la costellazione più rilucente è rappresentata dai quattro concerti della Lucerne Festival Orchestra diretta da Claudio Abbado. Giorgio Ferretti l su b We Ecco quello che c'è: l'atmosfera. Nel senso di luce, di riflessi e cigni sull'acqua del lago, di nuvole bianche che ombreggiano il cielo, del coro di montagne (tra cui l'altissimo, insospettabile Pilatus Berg) intorno. Ma anche nel senso di Auditorium sul lago, che il genio dell'architetto francese Jean Nouvel ha trasformato in un promontorio brunito sull'acqua, legno, acciaio e ferro che, intercalati all'ambiente liquido, lo penetrano e lo rendono luminescente nei barbaglii della sera; e pure nel senso della gente che si appresta ad ascoltare la musica eseguita dalla più trascinante orchestra del mondo e diretta dal supremo, inarrivabile Claudio Abbado. L'atmosfera si continua a respirare intensamente, tra ansia, aspettativa, curiosità, passione e certezza di assistere ad un evento memorabile, all'ingresso dell'Auditorium, tra persone che preconizzano mirabilie sorseggiando spumante e si attardano attorno ai tavoli ove si vendono i DVD dei concerti degli anni precedenti. Poi, salite ampie scale che portano ai piani alti della sala (i prezzi sono abbordabili anche in platea, ma dai Balkonen la vista e l'acustica sono migliori), l'atmosfera la ritrovi ammirando le straordinarie soluzioni di Nouvel per realizzare questo guscio sonoro dove persino i respiri hanno dignità di espressione. Gli orchestrali sono anch'essi uno spettacolo. Le prime parti ( dal violino a seguire) provengono dalle più grandi orchestre del mondo (Berlin, Wien, Munchen, Londra, Chicago, New York, ecc.) e guidano i rispettivi settori costituiti sostanzialmente dai componenti di una giovane orchestra affiatata e agile (Mahler Chamber) fondata e spesso diretta altrove da Abbado. Noti subito, seguendo con il binocolo rapporti, dialoghi, preparazione degli strumenti, atteggiamenti e confronti, una grande intesa professionale, di rispetto e di stima, tra leaders e giovani leve, cresciuta nel tempo di frequentazione (l'orchestra è stata fondata sette anni fa e si riunisce durante le stagioni estive per concerti in formazione completa o parziale). Questa intesa, se sei stato previdente a prenotare i biglietti per tempo, la ritrovi poi realizzata compiutamente tra Direttore e orchestra già nelle prove. Abbado dirige in tale contesto con lo spartito dinnanzi (al contrario che nell'esecuzione ufficiale) e, pur non interrompendo sovente gli orchestrali, con gli sguardi, i gesti, la meravigliosa dinamica espressiva della mano sinistra, interloquisce in modo fantastico con essi. Al termine di un brano, di solito, si sofferma a commentare con le prime parti ciò che a suo avviso si può migliorare e si confronta, sempre partitura alla mano, con il singolo esecutore. Ascolta i pareri degli orchestrali che sono amici più che colleghi, discute, sorride spesso, parla molto, con molti si dà del "tu" in un rapporto che risulta confidenziale ma in modo sciolto, senza forzature. Al con t mi co pe An Ottobre 2008 15 Noicomit l su An b we PUNTURE DI SPILLO - A CURA DI GIORGIO COZZI pe LA VISPA… INTESA (OVVERO, UN PAIO D’ALI) E TUTTA GIULIVA, IN VOLO SOSPESA, UN’ ALITALIETTA AVEA SORPRESA. STRINGENDOLA VIVA, GRIDAVA DISTESA: “L’HO PRESA, L’HO PRESA!” co LA VISPA INTESA, t mi po’ di SanMarzano l’hanno reso più verace e, poi ragazzi, per tenere sù il morale han chiamato anche Fantozzi. Ma la sua prima battuta non ha fatto ridere: se a fine mese finisce la benzina, porta i libri in Tribunale (… a piedi). Alla fine uno si chiede, ma ai nostri capitalisti chi glielo fa fare? Chiaro: la politica del “fare”. Bell’affare e se va male? Può arrivare una crisi, la sfortuna, la Scaiola,. Troppi rischi, troppi “forse”. Ma certo Passera non si sbaglia, è ben coperto sotto l’ala di… Forse Italia. Ora il clima è incandescente, non si sa l’evoluzione. Non si sa l’opposizione, che fibrilla, ma traballa (forse ha perso l’aereo), il sindacato fa baruffa e si sentono dei “vaffa”, i piloti minacciano di incrociare le “cloches”. Insomma la partita è ancora aperta, finirà… a Porta a Porta. Poi, calmatasi la piena, come d’uso all’italiana, passerà anche la Fenice (spero non a testa o croce). E così ritorna il bello, con l’Ali-Taglia al decollo. Poi speriamo che Epifani non rimandi alla Befana, la simpatica vecchietta che trasvola con gran lena. Il suo “planing” non ha una crepa. A lei basta … una scopa. l su We SE PUR FATICHE E SOGNI... - Una poesia di Sergio Solmi Se pur fatiche e sogni e la mesta ubbidienza å me malvivo fanno, e rare tue fronde, poesia, un'ultima gaiezza mi soccorre e brevemente il mio deserto illude. Sorriso estremo, labile zampillo d'acque che dal perso tempo smorzato appena insorge, e i duri raggi del dispietato sole di mia vita fa un attimo brillare, ultimo dono dell'avara infanzia, questo: giocare. b Sì,Intesa l’ha presa (forse). E anche noi l’abbiamo presa. Infatti la gioia deve essere estesa a tutti i bancari di elezione e di erezione e soprattutto a noi tifosi scalmanati, innamorati (anche se in qualche caso scaricati) della Comit. Diciamola tutta, l’attività di banca aveva un po’ stufato, a volte la Borsa era un peso, d’ora in poi la borsa dovrà pesare al massimo 20 chili. E oltre ai “check up” (finanziari), faremo anche i “check in”. E piazza della Scala diventerà piazza degli Scali.Scherzi a parte, finalmente si vola. Passera diventa un AirOne e sale lassù dove osano gli aquiloni. L’Alitalia, arrivata alla frutta, anzi all’Alka Selzer, da anni tecnicamente “infallibile” è salva (forse) e Lui parte per il lungo raggio (ma sarà veramente saggio?). Da banchiere si trasforma in pioniere, come Lindberg e Baracca. L’ha fatto per passione, su pressione… o per salvare la baracca? Ora il sogno si avvera: sarà nostra la compagnia di Bandiera, il tricolore dell’italianità (zum pà pà). I francesi di Air France, con la puzzetta sotto il naso, ci volevano comprare per quattro ostriche e uno champagne, ma il Cavaliere ha sentito odor di “tappo” e ha rovesciato il tavolo. Lui sì che aveva un Piano-forte, loro solo una… Spinetta. E volevano far fuori non so quanti lavoratori! Invece la Fenice sembra un piano più felice: gli esodati sono tanti, ma nessuno resta in strada, vanno a casa con la Cassa, in mobilità, così si possono muovere, alimentando anche il turismo. E per la scelta di chi sta dentro e chi sta fuori? Forse verrà usato il sistema della botola. E i soldi chi glieli da? C’è il tesoretto dei conti dormienti (ricordate?) che verranno subito risvegliati, volenti o nolenti. Comunque, tra turismo e botulismo, la faccenda procede: l’azienda di Stato, passa (finalmente) in mano ai privati. Ma chi sono? Già infuria il Toto-scommesse. Già si accendono i motori! Qualcuno invece accende … i ceri. E’ vero che l’IRI non era tutta oro, ma anche coi privati non era tutta panna (Parmalat), anche loro ci hanno pelati (Cirio), e come! Quindi che SanPaolo interceda, affinché non succeda che, nuovamente, ci rifilino quei bond che ci hanno reso… furibond! Suvvia, ragazzi, non scherziamo, il top management di Intesa è un top di gente sveglia. Un vero …drin drin Team e il suo “planing” è perfetto, l’han studiato giorno e notte. Molto semplice e geniale (forse poco originale): uno prende l’Alitalia e poi subito la taglia, alla “bed” tutto il decotto, che lo paga il cittadino, e alla “best” tutto il profitto, che lo prende Colanino. Non ti piace? Con un Sergio Solmi (1899-1981) Nato a Rieti, all'età di otto anni si trasferisce con la sua famiglia a Torino. Partecipa giovanissimo come ufficiale di Fanteria alla prima guerra mondiale. Nel 1922 a Torino fonda la rivista letteraria Primo Tempo e l'anno dopo pubblica le sue prime poesie Comete. Al termine degli studi universitari (si laureò in giurisprudenza) inizia a lavorare presso la Banca Commerciale Italiana come avvocato e consulente giuridico, occupazione che svolgerà per tutta la vita. t mi co pe An Noicomit 16 Ottobre 2008 An l su A QUESTO NUMERO HANNO COLLABORATO b we pe ENZO BARONE, GIORGIO COZZI, GIOACCHINO COSTANTINO, EDDA CUCÈ, PIERA FAVETTO, GIORGIO FERRETTI, GIOVANNI LORÈ, ANTONIO MARIA MASIA, GIANFRANCO MINOTTI, FRANCO PEJA, DINO VANIN. LI RINGRAZIAMO E CONTIAMO DI OTTENERE NUOVI CONTRIBUTI PER IL PROSSIMO NUMERO, CHE USCIRÀ IL PROSSIMO MESE DI OTTOBRE. NEL GIORNALE TROVERETE DUE POESIE, “LA MORTE DEL PESCE SPADA” DI SALVATORE ARCIDIACONO A PAG 7 E “SE PUR FATICHE E SOGNI....” DI SERGIO SOLMI (A PAG. 11) ED co mi UN BREVE INSERTO DEDICATO AD UN QUOTATO PITTORE, PIER NICOLA RICCIARDELLI ( A PAG. 8). t RINGRAZIAMO E SALUTIAMO I NUOVI SOCI b We ALFIO SURZA DI UDINE (UN CAMPIONE NEL LANCIO DEL MARTELLO: AVEVA IL RECORD MONDIALE DELLA CATEGORIA SENIORES). CIARDELLI 13 CAVE DI MARMO - LE TECNICHE DI SCAVO (DI G. LORÈ) 14 PARLIAMO D’ARTE - ATMOSFERA (DI G. FERRETTI) 15 PUNTURE DI SPILLO - LA VISPA INTESA - OVVERO UN PAIO D’ALI (G. COZZI) 15 SE PUR FATICHE E SOGNI.... - UNA POESIA DI SERGIO SOLMI 16 INSERZIONISTI, NUOVI SOCI, SOMMARIO l RICORDIAMO CON AFFETTO E RIMPIANTO 2 INFORMAZIONI SULL’ANPECOMIT 3 SONO PROFONDAMENTE INDIGNATO (DI A.M. MASIA) 4 INIZIATIVE FAP CREDITO (DI A. DOLCE) 5 LA BANCA COMMERCIALE ITALIANA - LA STORIA - TERZA PUNTATA (DI A.M. MASIA) 7 RECUPERI FISCALI SU ZAINETTI E LIQUIDAZIONI DEL FONDO PENSIONI 8 STORIE VERE PERCHÈ VISSUTE (F. PEJA) 9 C'È PAPERONE E PAPERONE - TRE STORIE LETTE PER CASO. MA NON CASUALI (DI E. CUCÈ) 10 IL PENSIONATO TEX (DI G. COZZI) 11 UNA DIFFICILE TERZA ETA’ (DI V. BARONE) 11 La morte del pesce spada - una poesia di Salvatore Arcidiacono 12 SARDEGNA 2008 (DI P. FAVETTO) 12 UN QUOTATO PITTORE: PIER NICOLA RIC- su ANDREAZZA FABRIZIO, ARCHIERI MARINA, BONGIORNO SIGISMONDO, CALCAGNO SILVANA, CECCHINELLI GIOVANNI, COSCELLI BATTISTA, DI LORENZO ANTONIO, DI PRISCO ENRICO, FERRARESE MAURO, GALLI GABRIELE, GRASSONE LORENZO, ISABELLA PELLEGRINO, LAGANÀ ANTONIO, MARINO ANGELO MINACH, MARRETTA CARLO, PASTAFIGLIA SILVIO, PERFETTI GIANCARLO, POGGI ROBERTO, RICUPERO VINCENZO, SANTORO CLAUDIO, SICILIANO MARA, VEDOVETTO PAOLO, VERZON PAOLO, ZABBERONI CLAUDIA, ZANUCCO MICHELE SOMMARIO N.B.: articoli, lettere, pubblicazioni e varie impegnano tutta e soltanto la responsabilità degli autori NOICOMIT - Un appuntamento fra memorie, attualità e futuro del mondo Comit Periodico trimestrale di informazione, arte, cultura, attualità, turismo dell’ ”Associazione fra Pensionati ed Esodati della Banca Commerciale Italiana ANPECOMIT” - Via Cesare Balbo 35 - 00184 Roma tel/fax 06-4820307 - mail [email protected] / [email protected] - sito http//www.noicomit.altervista.org codice fiscale 97321550580 - aderente alla “FAP CREDITO - Federazione Nazionale Sindacale delle Associazioni dei Pensionati del Credito” Direttore Responsabile Neria De Giovanni - Responsabile layout e impaginazione Alfredo Izeta - Comitato di Redazione Franco Basilico, Giorgio Cozzi, Antonio Maria Masia - Autorizzazione Tribunale di Roma n. 18 del 21 gennaio 2008 - Stampa Nova Arti Grafiche srl - Via Cavalcanti, 9 - 50058 Signa (FI) - Tel. 055 8734952 - Fax 055 875713