Londra lancia l`antimafia del turismo

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Londra lancia l`antimafia del turismo
L’INIZIATIVA
Il diplomatico Christopher Prentice firma l’introduzione: «Così visitatori e investitori
possono sostenere gli operatori sani»
Londra lancia l’antimafia del turismo
L’ambasciata britannica in Italia traduce in inglese la guida a hotel e negozi «nopizzo» Presto in tedesco Sono un migliaio i nomi di chi ha denunciato gli estorsori. E
ora si pensa all’edizione tedesca
ROMA L’espressione inglese richiama il mondo degli affari, antiracket businesses , e in fondo
anche loro sono operatori economici, fanno investimenti e puntano al guadagno. Con una
particolarità, che li rende diversi da tutti gli altri: hanno detto «no» a mafia, camorra e ‘ndrangheta.
E adesso, con quell’appellativo che può suonare altisonante per via del richiamo al business,
vengono segnalati non solo ai consumatori italiani, ma anche agli stranieri che vivono in Italia, o ci
vengono in vacanza; invitati a frequentare alberghi, ristoranti e negozi di chi s’è ribellato al
«pizzo».La «guida al consumo critico» pubblicata dalla Federazione antiracket italiana, con
l’indicazione dei mille esercizi i cui titolari tra Sicilia, Calabria, Campania e Puglia si sono rifiutati
di pagare le tangenti e hanno fatto processare i loro taglieggiatori, è stata tradotta in inglese
dall’ambasciata britannica in Italia, che ora la metterà a disposizione dei propri cittadini sbarcati nel
Sud Italia per lavoro o per diletto. Invitandoli, per l’appunto, a un consumo consapevole e
antimafia. Ma con questa operazione le «pagine gialle antiracket» diventano consultabili da tutti i
turisti, anche non britannici, che parlano o conoscono la lingua inglese. E i rappresentanti
diplomatici della Germania stanno pensando di tradurre la stessa Guida in tedesco.«Questo catalogo
di mille imprenditori e commercianti onesti e responsabili scrive l’ambasciatore del Regno Unito a
Roma, Christopher Prentice, nell’introduzione al volume, che hanno denunciato i loro estorsori e
non si sono mai piegati al racket, è un incoraggiamento importante per i consumatori. Scegliendoli,
possiamo sostenere operatori sani che hanno deciso di esporsi pubblicamente, ponendosi in prima
linea per costruire una società diversa».L’invito ai cittadini britannici in Italia a spendere i propri
soldi presso chi s’è rifiutato di versarli nelle casse delle cosche Pay those who don’t pay , «paga chi
non paga» non è solo una scelta di solidarietà. È anche la condivisione della strategia portata avanti
dalla Federazione antiracket guidata da Tano Grasso, assieme al commissario di governo Elisabetta
Belgiorno. La quale, nel presentare dieci storie di imprenditori che accompagnano l’elenco dei
negozi pizzo-free, ringrazia l’ambasciatore Prentice «per la sua straordinaria intuizione: l’antimafia
del turismo».È stato infatti lo stesso Prentice a promuovere l’iniziativa, e nella sua introduzione
spiega: «Il governo britannico, così come l’ambasciata e i consolati di cui guido il lavoro, sono
impegnati con l’Italia nella lotta comune contro il crimine organizzato transnazionale. La legislatura
antimafia vigente in Italia, prodotto di anni di esperienze amare nella lotta contro la mafia e altre
organizzazioni criminali, è stata esaminata con attenzione dai politici e dagli esperti degli altri Paesi
con l’obiettivo di implementare molte delle lezioni che l’Italia ha dovuto imparare in questo
contesto».Per una volta, dunque, l’Italia viene presa a esempio dagli altri Paesi europei. L’edizione
inglese delle «pagine gialle antiracket», realizzata dopo che il quotidiano londinese The Times
aveva annunciato l’uscita del volume in italiano definendolo «una perfetta guida per una vacanza
libera dalle mafie», verrà presentata domani nella sede romana dell’ambasciata del Regno Unito,
alla presenza di una dozzina di commercianti inseriti nella Guida che porteranno i loro prodotti
(vino, dolci, frutta). Un’occasione per ribadire l’impegno dei diplomatici britannici a sostenere,
attraverso la sensibilizzazione dei propri turisti nelle terre dove ancora si sente l’oppressione di
Cosa nostra e delle altre organizzazioni criminali, la resistenza di chi si oppone al predominio
mafioso.