E` la prima cosa che faccio, ogni mattina. Appena

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E` la prima cosa che faccio, ogni mattina. Appena
E' la prima cosa che faccio, ogni mattina.
Appena sveglio accendo il computer, e inizio il giro dei siti internet dedicati alla squadra: uno
dopo l' altro, snocciolati a mo' di rosario. Fuori dalla finestra la città è sempre grigia, come l'
aria che si respira nel web.
La città è Milano, e la squadra è l' Hellas Verona. La domanda è sempre quella: "Ma
cosa c' entri, tu, con il Verona ?". Me lo chiedono sempre, quelli che mi conoscono poco. E
probabilmente hanno ragione: cosa c' entro io con l' Hellas, in effetti ? Vediamo un po'. Sono
nato e cresciuto a Milano, dove vivo tuttora. Non ho parenti veronesi, nè moglie, nè
tantomeno fidanzata originarie di quelle parti. Ho qualche conoscente in quel di Verona, città
meravigliosa che ho avuto il piacere di visitare spesso, e stop. Tutto qui. Un po' poco, quindi,
per spingermi a innalzare il vessillo degli Scaligeri.
Un po' poco, se non fosse per il football.
Il mio primo impatto con l' Hellas Verona è stato in un pomeriggio di sole a San Siro nell'
autunno del 1971. Gli undici in maglia gialla tentavano di contrastare l' Inter scudettata di
Mazzola, Corso e Boninsegna. I miei occhi di bambino interista non riuscivano a staccarsi dai
tifosi ospiti, che nel secondo anello fin dal fischio d' inizio avevano scatenato un tifo
infernale, del tutto obliquo a ciò che accadeva in campo. Il Verona aveva perso 4 a 1, ma al
90' sembrava aver vinto, tanto era completa e univoca la compattezza tra tifosi e squadra,
qualunque fosse il risultato in campo. I supporters avevano innalzato uno striscione sopra le
loro teste, 'Brigate Gialloblu', senza attaccarlo alle inferriate. Uno striscione nato da poco, ma
non lo sapevo ancora. A San Siro, i gruppi del tifo estremo (i Boys dell' Inter, la Fossa Dei
Leoni del Milan) agitavano i rispettivi 'curvini' già da qualche anno. Ma nessuno aveva mai
visto una cosa del genere. Iniziò così la mia fascinazione con l' Hellas. Che un anno dopo
divenne delirio e amore.
Sì, perchè io il 20 maggio 1973 ero uno di quelli che
si trovavano a San Siro, in teoria per assistere a un' inutile
Inter-Fiorentina. In teoria, perchè a nessuno fregava niente
della partita: quella domenica i milanisti che non avevano
trovato biglietti per il Bentegodi si erano dati appuntamento
sugli spalti di San Siro. A Verona andava in scena quella che
si annunciava come la passerella tricolore di Rivera & co., e
chi non era riuscito a unirsi ai (quasi) neocampioni era
venuto lì. Era tutto uno sventolìo di bandiere rossonere, su
cui erano già da tempo stampati stella e scudetto, mentre gli
uomini in neroblu e viola vagavano su e giù per il campo,
frastornati. Persino loro sentivano che l' andare in massa allo
stadio per irridere i concittadini avversari a casa loro era un
affronto senza precedenti. Un' offesa da lavare, ma come?
"Se Zigoni oggi gliene piantasse dentro due...", sospirava
Antonio accanto a me. Chi ha passato la quarantina sa che
all' epoca 'Tutto Il Calcio Minuto Per Minuto' entrava in collegamento alla fine dei primi
tempi. Le radioline avevano diffuso la notizia della morte del motociclista Pasolini a Monza, e
i due milanisti seduti davanti a me tentavano di darsi un tono, ma si vedeva che non stavano
più nella pelle in attesa di ben altre notizie da Verona. Al fischio del 45', quindi, lo stadio era
spaccato in due stati d' animo: gli interisti rassegnati al peggio, i milanisti pronti con le loro
bandiere ad esplodere all' annuncio della radio.
E' difficile mettere a fuoco chiaramente cosa succede attorno nel momento esatto in
cui l' Assoluto Inatteso ci scaglia addosso un' emozione di quelle forti. Ma ciò che accadde in
quei minuti è ancora vivo nei miei occhi e nelle mie orecchie.
Hellas Verona 3, Milan 1. San Siro immerso in dieci secondi di incredulo silenzio. L'
esplosione assordante. Il milanista dietro di me, "Un momento, forse si sono sbagliati, forse è
il Milan che vince 3 a 1 !!!". Antonio impazzito che mi salta al collo e mi butta per terra. Le
bandiere-rossonere-con-stella-e-scudetto ferme a mezz' aria. Il ruggito leonino della folla. I
giocatori di Inter e Viola che si guardano intorno, e si passano la palla. "Zigo !!! Zigo !!!". I
due milanisti davanti a me che si guardano inebetiti. Hellas Verona 4, Milan 1. "Scusate tutti e
due, ma vi comunico ufficialmente che ne avete preso un altro". L' incredulità sempre più
incredula. I due davanti che non sghignazzano più. Hellas Verona 5, Milan 1. "Dio Zigo !!!
Dio Zigo !!!". I due davanti si alzano e se ne vanno in silenzio. E se lo scudetto lo vince
ancora la Juve ? E chi se ne frega. "Vinci per noi, Hellas Verona !!!". Fischio finale della
stagione. Il Milan nel frattempo ha segnato due gol ? Per noi la partita è finita 5 a 1. Caccia
alle bandiere dell' Hellas in tutte le bancarelle intorno allo stadio, ma nessuno le ha. I milanisti
imbufaliti che bruciano le loro bandiere in piazza Axum. Trombe, clacson e cori sulle rampe.
Dicono non si debba fare il tifo contro. Nemmeno con chi va contro ogni codice e viene in
casa tua per deriderti ? "Aprite Le Porte Che Passano I Gialloblu !!!". Dio c'è eccome, e fa il
raccattapalle al Bentegodi. I Quasi-NeoCampioni che restano Quasi, e basta.
Siamo tutti veronesi.
Quel giorno l' Hellas è entrato nelle mie vene, e non ne è uscito più. Il mio cuore neroblu ha
aggiunto un posto a tavola e ha fatto spazio al giallo, e dall' Anno Di Grazia 1973 i tre colori
delle due squadre scorrono meravigliosamente nel mio sangue. Io, milanese di nascita,
interista per forza (Milan, M come Mai),devo il mio primo assaggio di Imponderabile agli
Scaligeri, che mi hanno regalato il primo Fulmine Di Imprevisto, il primo attimo di Tutto-E'Possibile. Nell' orizzonte della Milano spenta e grigio-marrone degli anni '70, così ben dipinta
in film come 'Romanzo Popolare', non c' era nient' altro che il calcio a farci guardare un po'
più in là. Io da quel giorno ho iniziato a guardare più in là davvero, verso la città da dove era
arrivato l' Aiuto inatteso. Verso chi quel giorno si era alzato in piedi e aveva detto "No", e
aveva fatto quello che la mia squadra a strisce non era stata capace di fare. Verso chi aveva
regalato un finale a sorpresa (e che sorpresa) a chi già lasciava la sala sullo scorrere dei titoli
di coda. Verso chi aveva guastato la festa ai Cowboys.
Verso l' Amico.
Sono passati tanti anni, tra alti esaltanti e bassi da ricovero. Ci sono stati altri maggi e altre
sconfitte eclatanti all' ultima giornata, ma nessuna potrà mai essere paragonata a quella. Da
allora, nessuna tifoseria si è più permessa di invadere gli spalti per deridere il pubblico ad una
partita in casa dei rivali concittadini. Tutto questo grazie agli 11 giocatori che vestirono la
maglia gialloblu dell' Hellas in quel 20 maggio 1973. Ci sono state altre Fatal Verona da
ricordare, ma l' Originale resta imbattuta e imbattibile.
L' hanno confermato anche i tifosi, eleggendo quell' Hellas-Milan come partita del secolo su
Hellastory, il sito che snocciolo per primo tutte le mattine nel mio rosario gialloblu, e al quale
sono iscritto da anni, insieme ad altri siti dedicati all' Hellas (e solo a quelli). Li frequento in
silenzio, con rispetto: le persone a cui spetta di diritto l' intervento sui vari muri e forum sono
coloro che seguono l' Hellas da vicino, pagandone spesso le conseguenze in prima persona.
Credo ciecamente nel rapporto tra calcio e territorio, e so benissimo che la mia bizzarra
vicenda in gialloblu non altera le proporzioni: i veri supporters dell' Hellas possono essere
solo i veronesi. Da non-Scaligero di nascita, sono onorato dell' accoglienza e dell' amicizia
che mi hanno riservato alcuni veronesi DOC, e mi ritengo fortunato nella mia passione per
questa squadra unica e irripetibile, a partire dal nome. (HELLAS !!! Esiste un nome più
assoluto per un club calcistico ?).
Il football è un malato terminale che non sa più cosa inventarsi per spillare l' ultimo euro al
cliente di oggi, ex tifoso di ieri. Nonostante ciò, e nonostante tutti i rovesci, i supporters dell'
Hellas sono ancora al loro posto. Da altre parti c' è chi ha mollato e chi sta mollando, e c' è chi
guarda all' Inghilterra alla ricerca del Vero Spirito Del Football. Quale squadra ha anima,
tifoseria e peripezie più britanniche dell' Hellas Verona ? La Football Association potrebbe
concederle tranquillamente la membership onoraria. Si parla da decenni di mancanza di
pathos e passione intorno al calcio: tutti fattori sconosciuti ai tifosi gialloblu. Una tribù di
miracolati, o una specie in estinzione da non tutelare ? Sia come sia, i tifosi dell' Hellas sono
degli eletti, e non c' è categoria che tenga. Per storia e natura del club, gli Scaligeri vantano un
DNA superiore, anche nel dolore. Ecco perchè c' è una sola certezza: tutto quello che adesso
sta accadendo (o non accadendo) all' Hellas si rivelerà per quello che è: un periodo, appunto.
Nonostante il caos in campo e fuori, nonostante le atroci delusioni e l' aria malsana che da più
parti è sospinta a viva forza verso Verona, ciò di cui oggi siamo spettatori è nato e morirà con
il momento. Che finirà, e finirà davvero. Non può non finire. E finchè ci sarà la speranza dei
numeri, ci sarà la rabbia di volere sopravvivere ad ogni costo. Poi si ripartirà dalla
motivazione che dà la dimensione propria della storia e del tifo dell' Hellas Verona Football
Club. Si ricomincerà con uomini che dovranno stamparsi bene in mente le facce e le voci
della sua gente. Perchè l' Hellas ce la farà, e il resto verrà da solo.
Perchè non può piovere per sempre.
Perchè così è scritto, e così sarà.
Glezos