A TEST AREA

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A TEST AREA
EURO 6,90
RIVISTA
CON
CD-ROM
SETTEMBRE 2005
A TEST AREA
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Anno I - Settembre 2005
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M-AUDIO OZONIC
PROJECT STUDIO
NEL CD ROM
A
FILE AUDIO ESCLUSIVI
PROGETTO LIVE
Esperienze di riprese di musica e cori
di Mauro e Luca Pilla
Questa storia nasce qualche mese
fa in occasione dell’arrivo del
Tascam DV-RA1000 e di una serie
di concerti tra l’Emilia Romagna
e la Lombardia.
Perché non mettere insieme pochi
prodotti ma di elevata caratura e
fornire qualche esempio di
registrazione dal vivo?
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Fig 1 Royer Labs SF-12, due ribbon passivi disposti a 90 gradi per riprese
stereofoniche.
SETTEMBRE 2005
l Tascam DV-RA1000, di cui leggerete la
prova dettagliata prossimamente qui, è il
primo Master Recorder con codifica DSD,
ossia il passaggio che precede la creazione di un
SACD, un formato che poco per volta comincia a
diffondersi. Oltre a permette di registrare a 24 bit
fino a 192 kHz, il DV-RA1000 consente di registrare direttamente in DSD, un sistema di digitalizzazione del suono portato avanti da Sony che sembra stia dando grandi risultati di qualità e pulizia,
paragonabili al formato 192/24, con le eccezioni
del caso. Quale momento migliore per metterlo
alla prova in un concerto live?
Data l’alta qualità della registrazione che ci siamo
prefissi, i microfoni non potevano essere da meno
e così i preamplificatori. Tutti quelli che registrano
dal vivo sanno che più è corta la catena meglio è,
anche per ovvi motivi logistici. Sui preamplificatori
non c’erano dubbi: volevamo un pre estremamente trasparente e capace di headroom, così da
meglio valutare la qualità di ripresa dei microfoni.
La scelta era ristretta a pochi produttori tra i quali
abbiamo estratto GML con un pre essenziale
come l’8302, di cui leggerete il test a breve.
In fatto di semplicità non si può essere più stringati: ingresso microfonico, alimentazione
Phantom, selettore di gain a passi di 5 dB e uscita
audio. La scelta dei microfoni è stata pensata in
concomitanza alla scelta dei concerti da registrare: dei tre che abbiamo ripreso, due erano soprattutto basati su coro polifonico in una chiesa.
Abbiamo voluto fare una scelta molto forte.
Due ribbon! Ma quali? I nuovi R-122 di Royer
Labs: due fiammanti microfoni mi vengono spediti
insieme al pre da Funky Junk. La curiosità era alle
stelle: questi ribbon sono i primi a utilizzare l’alimentazione Phantom per incrementare la sensibilità e interfacciarsi perfettamente con qualsiasi
preamplificatore, senza tutti i problemi che affliggono i classici ribbon passivi. Inoltre R-121, la
versione passiva e classica dei ribbon di Royer
Labs, è già di fatto uno dei microfoni più usati in
molti studi di registrazione per le sue qualità di
naturalezza e risposta in frequenza che, sebbene
limitata ai 15 kHz, è in grado di restituire un
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suono mai aspro e ruvido. Potete leggere su queste pagine il test di Royer Labs R-122, con tutti i
particolari del caso.
SI VIAGGIA
Prima tappa a Reggio Emilia al “Festival di
Polifonia” alla chiesa di S. Agostino con il coro
polifonico di Reggio Emilia “Giuliano Giaroli” diretto da Stefano Giaroli. In programma due oratori
di Giacomo Carissimi, il Jephte e il Jonas, accompagnato dall’ensemble orchestrale dei Cantieri
d’Arte, formati da un violino, una viola, un violoncello o in alternativa una viola da gamba, e un
organo. Attenzione a quello che sentirete su CD,
proprio perché il numero di strumenti è minimo
ma non l’impressione finale.
Giunti sul luogo, ispezioniamo la chiesa e la posizione che prenderanno il coro, gli strumentisti e il
direttore. La chiesa è alta e
lunga, non aiuterà a riprendere un suono asciutto, ma
per questo tipo di musica
l’ambiente diventa parte
della magia finale e un ribbon come l’R-122 è l’ideale.
Alla fine cominciamo a
montare il tutto a lato di
una cappella, lasciando
passare solo i cavi audio
che strisciano su per
un’asta apparentemente anomala.
Il Tascam è alla base
di una piccola torre,
sopra la quale troneggia il GML 8302
e, a terra, distanziato c’è il suo alimentatore. Molto più in là è
nascosto un piccolo
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Fig 2 Royer Labs SF-24 è la versione attiva di SF-12, in pratica due
R-122 nello stesso stelo, disposti a 90 gradi l’uno con l’altro.
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PROGETTO LIVE
registrava e chi ascoltava si incrociavano in segno
di sfida. Accettate quindi la registrazione per quel
che è, non voleva essere assolutamente una
ripresa per una pubblicazione su CD. Tutto è filato
liscio, se escludiamo l’inizio della prima parte
dove il PA della chiesa, rimasto acceso, non reggeva l’intensità di un microfono dinamico lasciato
aperto sull’altare. Per qualche minuto ci siamo
chiesti da dove saltasse fuori una minima ma presente distorsione, fino a quando abbiamo identificato la sorgente e provveduto... intanto la registrazione era inascoltabile. Inconvenienti del live!
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Fig 3 Lo snodo fatto a mano per accogliere l’asta in qualsiasi posizione.
UPS a doppia conversione per evitare perdite di
corrente e soprattutto interferenza e scariche.
LA POSIZIONE DEI MICROFONI
In un impeto storico, decidiamo di usare una tecnica coincidente, dove il suono viene ricevuto dai
due microfoni allo stesso tempo perché gli stessi
si trovano nel medesimo punto all’interno dell’ambiente. Vengono di fatto evitate le cancellazioni di
fase quando i due microfoni sono perfettamente
allineati sull’asse verticale. Normalmente si usano
microfoni unidirezionali e orientati di 90 gradi
l’uno rispetto all’altro per catturare l’immagine
stereofonica. Ogni microfono, a sua volta, è posto
a 45 gradi rispetto al centro della sorgente da
registrare. Gli R-122 sono a figura otto, o bidirezionali, e la cosa ci aiuta molto di più nella ripresa
dell’ambiente. Queste tecniche coincidenti furono
sviluppate da Alan Dower Blumlein, che usò proprio due microfoni ribbon a figura otto, da cui il
nome di tecnica di Blumlein per la ripresa stereofonica. L’aver in studio il piccolo Little Lab IBP
permette anche una certa facilità nella gestione di
posizioni non proprio verticali, perché proprio in
studio si andrà poi a modificare la fase di uno dei
due canali per trovare l’equilibrio migliore.
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Fig 5 Uno scorcio del coro a Reggio Emilia.
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Fig 4 La posizione dei microfoni nella ripresa a Reggio Emilia.
Per inciso la stessa Royer produce due versioni
stereo, con capsule ruotate a 90 gradi l’una
rispetto all’altra, che permettono di saltare la fase
di posizionamento dei due microfoni distinti.
SF-12 è la versione ribbon passiva, mentre SF-24
è quella attiva. Nel posizionare i microfoni abbiamo volentieri sfruttato anche una caratteristica
propria di R-122: la faccia posteriore del nastro
ha un suono leggermente più brillante di quella
anteriore. A tal fine è però necessario utilizzare
l’inversione di fase che è assente, come controllo,
sul GML 8302. Nel sistemare i microfoni abbiamo
usato uno snodo costruito per l’occasione, al fine
di avere l’ultima parte dell’asta a 90 gradi rispetto
al corpo intero, così da avere i microfoni nella
posizione corretta.
LA REGISTRAZIONE
Tascam RA-DV1000 impiega dischi DVD+RW per
la registrazione in DSD o al di fuori dello standard
16/44.1, e la loro formattazione non è veloce.
Quindi la prima operazione è stata quella di formattare un po’ di dischi per usarli in seguito.
Come per molti altri registratori del produttore
giapponese, Tascam lascia una notevole headroom in fase di registrazione, per evitare clip
digitali improvvisi. In altre parole, il
livello massimo di registrazione non
doveva superare i –8 dB per stare al
sicuro. Si sarebbe potuto aggiungere
un limiter all’ingresso del segnale
audio, ma l’obiettivo era mettere alla
provai tre elementi senza null’altro
aggiungere. Come sempre per questo tipo di concerti è difficile che ci
sia il massimo silenzio in chiesa, sia
durante le prove sia quando le panchine sono piene di persone che agitano ventagli rotti, tossiscono, osservano e commentano ogni persona
che vedono muoversi. Non che la
situazione fosse così caotica, ma la
sensibilità dei due R-122 era tale che
più di una volta gli sguardi tra chi
L’ASCOLTO
Tornati in studio abbiamo acceso i monitor e inserito direttamente il Tascam per saltare qualsiasi
passaggio da altri preamplificatori. Il risultato ha
subito messo in primo piano una ripresa ambientale importante, adatta anche al tipo di musica
proposta e perfettamente amalgamata al coro e
agli strumenti. Non c’è alcuna asprezza nelle alte,
l’articolazione dinamica è ripresa molto bene e il
sound generale è esattamente quello che si poteva apprezzare al centro della chiesa. In una parola quello che si sente registrato in DSD è molto
vicino alla realtà. Aggiungiamo solo qualche dB di
equalizzazione sopra i 10 kHz per riprendere la
brillantezza che è ridotta dai due Royer, i quali si
confermano eccellenti microfoni per una equalizzazione efficace e mai artificiale. Le prime ottave
vanno già bene così. In generale, il risultato ottenuto ci soddisfa appieno: suono naturale, stessi
colori che sentivamo dal vivo e buona dinamica.
Non è certo la registrazione più pulita del mondo,
a causa del pubblico, ma si coglie benissimo lo
spirito dell’esecuzione e i brividi ci sono ancora
tutti anche all’ascolto. Come soluzione in questo
ambito, i tre elementi della catena hanno lavorato
in perfetta sinergia.
A PAVIA
Dopo qualche giorno è il turno dell’Orchestra
Accademica dell’Università di Pavia “Camerata De’
Bardi”, nella chiesa di San Luca, impegnata in un
repertorio di musica barocca di Handel e
Telemann. La chiesa è più piccola e meno alta,
ma questa volta dobbiamo riprendere un’orchestra di 40 elementi. Per prova, lascio il GML 8302
a un paio di condensatori registrati direttamente
in formato 16/44.1, mentre assegno questa volta
ai due Royer, sempre disposti secondo Blumlein,
un Chandler TG-2, replica dei pre usati sulle console EMI negli Abbey Road con un sound particolare. In questa occasione i problemi nascono dal
posizionamento dell’asta che è troppo lontana
dall’orchestra, per lasciar spazio al direttore. La
figura a otto dei Royer cattura troppo ambiente
per la posizione scorretta, mentre i due condensatori, cardiodi, non hanno problemi di ripresa.
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PROJECT STUDIO
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Fig 6 La posizione dei microfoni a Pavia.
C Alla prova in studio, si analizza il suono che risulta
inadatto alla performance: i dettagli ci sono, ma il
TG-2 ha introdotto una colorazione che non si
sposa con il tipo di musica e l’ambiente in eccesso ha fatto il resto. Molto meglio in questo caso i
due condensatori. La ripresa conferma quindi
come il preamplificatore sia una scelta importante
per il suono finale.
Per inciso una prova effettuata con i due Royer e
il TG-2 con una chitarra distorta ha dato risultati
eccellenti, giusto per sottolineare come ogni
applicazione musicale abbia il suo ideale microfono con preamplificatore.
IN PROVINCIA DI PIACENZA
Esattamente a Carmiano, nel comune di Vigolzone
tra le prime colline piacentine, è tempo di registrare il coro “Eco della Valle” diretto da Emiliano
Murelli, con un repertorio di canzoni popolari ma
anche di originali, in una serata di prova.
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Fig 8 Lo schema della tecnica “Blumlein”.
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Fig 7 I microfoni in un’altra angolazione, sempre a Pavia.
L’ambiente è ideale: chiesa molto piccola con
pareti massicce e un numero di coristi ridotto,
meno di venti.
Non c’è pubblico e quindi vuol dire avere condizioni ideali, dopo aver spiegato che non bisogna
battere il tempo con il piede, mettersi le mani in
tasca o giocherellare con le monetine. Anche questa volta doppia ripresa: ai Royer è di nuovo
associato il GML 8302 e si registra con il Tascam
a 192 kHz e 24 bit. Di fianco i condensatori con il
piccolo Mackie e un CD-R sempre di Tascam. La
disposizione dei due Royer è sempre secondo la
tecnica Blumlein, subito dietro al direttore del
coro. La registrazione fila via liscia perché l’ambiente è sufficientemente silenzioso e i coristi
hanno subito imparato come comportarsi davanti
ai microfoni. Di rientro in studio la curiosità è
molta. La registrazione di cori simili prevede un
ambiente quasi asciutto, molto corto e con un
suono molto definito sulle ultime due ottave, tipicamente da condensatore.
I due Royer hanno un
suono diverso da quello
che si può sentire sulle
registrazioni di molti cori.
Innanzitutto, c’è l’ambiente
della chiesa, qui in tono
minore perché i microfoni
erano più vicini alla sorgente, che solitamente
non compare in pezzi simili, e i colori sono più omogenei, senza quel frizzante
tipico dei condensatori.
Aprendo leggermente sulle
alte, si ottiene subito un
suono più vicino a un condensatore ma senza quelle
asperità che si possono
cogliere nella ripresa del-
l’ambiente. È una ripresa meno artificiale e più
intima, decisamente più emozionante rispetto alla
coppia di condensatori in uso. Il Tascam si è comportato egregiamente anche a queste risoluzioni,
con una differenza quasi impercettibile, rispetto al
DSD, dove l’aria risulta un pelo più rarefatta e
ruvida, ma con tutta la tridimensionalità e spazialità che ci si aspettava.
CONCLUSIONI
Mentre i cori e l’orchestra che abbiamo registrato
erano ben felici di avere un ricordo della performance, noi abbiamo pensato prima di tutto ai lettori di CM&PS, per cominciare a mettere in pratica
tutto ciò di cui scriviamo. In questo caso, vi
abbiamo presentato un sistema “chiavi in mano”
per la registrazione live di musica classica e polifonica, con tanto di prova tangibile su CD (con
due esempi non processati), a cui molti possono
accedere con un investimento non eccessivo.
È un esperimento che vorremmo ripetere in futuro. Non è infatti necessario muoversi con un TIR
e uno studio di registrazione mobile per ottenere
buone riprese, ma piuttosto corredare il proprio
setup con strumenti di eccellente qualità.
Il risultato ci sembra che lo dimostri ampiamente.
È sempre l’anello debole a determinare la qualità
finale. n
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Desideriamo ringraziare tutto il Coro Polifonico di
Reggio Emilia “Giuliano Giaroli” per l’ospitalità
attraverso la Dr.sa Maura Rosati che ha dato il via
all’iniziativa. Un ringraziamento sentito va
all’Orchestra “Camerata De’ Bardi” (www.cameratadebardi.it) e al coro “Eco della Valle”
(www.coroecodellavalle.it), che hanno acconsentito alla ripresa.
Infine, ringraziamo Teac Italia (www.teac.it) e
Funky Junk (www. funky-junk.it) per aver messo a
disposizione gli strumenti per la registrazione,
aspettando con stoica pazienza il reso.
CM&PS