Occhiali da "vista digitale": allo studio lenti che proiettano mappe e

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Occhiali da "vista digitale": allo studio lenti che proiettano mappe e
Occhiali da "vista digitale": allo studio lenti che proiettano mappe e testi
Lunedì 27 Aprile 2009
Le lenti potranno essere collegate al proprio cellulare e ricevere informazioni e immagini
memorizzate nella sim card
Fonte: Il Messaggero
di Annalisa Lospinuso
Immaginate quanto sarebbe più facile camminare per le strade di una città sconosciuta e
seguire una mappa virtuale proiettata davanti agli occhi. E quante figuracce si potrebbero
evitare se, incontrando una persona della quale non si ricorda nulla, apparisse all’improvviso il
suo nome e l’oggetto dell’ultima conversazione. Per non parlare del vantaggio che ne
trarrebbero gli oratori se, nel corso di una conferenza in pubblico, potessero leggere le parole
del discorso da un display virtuale davanti a loro. Presto saranno in commercio occhiali che
renderanno tutto questo possibile, grazie a un sofisticato micro-proiettore posizionato
lateralmente sulle stanghette. Le lenti potranno essere collegate al proprio cellulare e ricevere
informazioni e immagini memorizzate nella sim card.
Nessuna fantascienza. Lenti di questo tipo esistono già: vengono prodotte della SBG Labs ( w
ww.digilens.com/index.html
), una società di tecnologia ottica della Sunnyvale, in California, ma per il momento sono troppo
pesanti da indossare. «Si tratta di veri e propri caschi – spiega Henry Fuchs, professore di
scienze informatiche presso la University of North Carolina di Chapel Hill – sulla cui visiera i
soldati e i membri dell’aviazione vedono le mappe da seguire. Si sta invece lavorando su lenti
che la gente sarebbe disposta ad indossare per più di un’ora, non più pesanti delle normali
montature. Il successo di questi occhiali tra i consumatori dipenderà da quanto saranno
leggeri».
La SBG non si sbilancia sul costo di questi occhiali super-tecnologici, basati sui principi di
olografia ottica, perché per il momento sono soltanto prototipi. Si sta pensando anche di
realizzare lenti a contatto con la stesse potenzialità. Amir Babak Parviz, professore di
ingegneria elettrica, con il suo team dell’università di Washington a Seattle, ha creato una lente
a contatto biocompatibile, miniaturizzando l'elettronica e l'optoelettronica integrata nella lente.
«Abbiamo fatto indossare le lenti ai conigli per 20 minuti – dice Parviz – senza però attivare il
display e non ci sono stati effetti nocivi».
L’obiettivo è di creare una “realtà aumentata” (dall’inglese Augmented reality), dove le
informazioni digitali si mescolano con quelle reali percepite direttamente dagli occhi.
«Dobbiamo riuscire ad ottenere – dice Desney Tan, ricercatore della Microsoft Research, che
collabora con Paviz – una sovrapposizione tra mondi digitali e mondi fisici, stratificando le
informazioni virtuali su quelle reali. Tra le tante applicazioni possibili, si avrebbe un “suggeritore”
portatile durante le conferenze o i cocktail party».
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