Buone nuove dall`Uganda
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Buone nuove dall`Uganda
La voce di Sir Jhon N U M E R O 1 1 5 . 1 0 . 2 0 1 3 A noi la parola! Un saluto a tutti, iniziamo oggi una nuova piccola avventura con la pubblicazione di un notiziario che si spera possa diventare un appuntamento periodico. Dedichiamo questo primo pezzo ad una sorta di “istruzioni per l’uso” per aiutarvi ad orientarvi tra i diversi articoli. Nella prima pagina si parlerà dell’associazione, raccontando un evento o un progetto importante. Nelle due pagine centrali vi condurremo in viaggio con uno dei prodotti della nostra bottega e con una favola che, pur giungendo da un Paese più o meno lontano, sarà in grado, speriamo, di farci riflettere su valori comuni a tutti. Seguiranno le riflessioni di un personaggio autorevole del mondo economico, per ricordarci che l’economia non è per forza una “scienza triste” e la spiegazione di una parola tormentone, usata e mai spiegata. Concluderemo, a pagina 4, con una frase rappresentativa delle attività dell’economia solidale e con una gustosa ricetta. Vi auguriamo buona lettura! Buone nuove dall’Uganda Laboratorio presso YAWE Foundation Il consiglio direttivo ha da poco ricevuto un’importante e mail dall’Uganda: il sig. George Akora, responsabile di YAWE Foundation, ringrazia l’associazione Sir Jhon e informa che il finanziamento è andato a buon fine: Le macchine da cucire necessarie all’attivazione di un piccolo laboratorio di produzione sono finalmente montate e funzionanti. La storia di questa collaborazione nasce un anno e mezzo fa, quando la nostra socia Nahid Dabiri, in ritorno dalla sua attività di volontariato in Uganda, fa sosta a Castiglione Olona e dedica un po’ di tempo per raccontarci la sua esperienza: nell’anno trascorso a Fort Portal, in Uganda, ha visto nascere e crescere un progetto della Youth and Women Empowerment Foundation (YAWE). Nahid ci chiede inoltre di prendere in considerazione di inviare un finanziamento in Uganda, al fine di permettere che il progetto evolva ulteriormente. YAWE è 'stata costituita per organizzare i giovani e le donne sotto un unico forum e offrire loro una piattaforma di cooperazione per la promozione dei diritti umani con campagne di sensibilizzazione contro l'HIV / AIDS, sostegno degli orfani e delle attività di autonomia per uno sviluppo sociale ed economico. Nello specifico, il progetto che dovrebbe finanziare Sir Jhon si occupa di migliorare il reddito delle donne rurali attraverso la produzione e commercializzazione di artigianato artistico. Dopo numerosi contatti con il sig. George e con Natasha Galzignato, volontaria in Uganda e nostra referente italiana, decidiamo prima dell’estate di inviare un finanziamento di 3000 euro, vincolato all’acquisto di macchine da cucire. Leggendo l’e mail di George, ci fa un enorme piacere sapere di aver contribuito all’ampliamento del laboratorio, dove molte donne possono trovare un forte stimolo al loro riscatto sociale. Mandiamo un saluto a tutti loro e auguriamo di proseguire al meglio nel loro scopo. PAGINA 2 In viaggio coi prodotti: il mango Il frutto Il frutto del mango “La possibilità di irrigare i campi ha permesso ai contadini Tharaka di superare l’agricoltura di sussistenza per dedicarsi anche a frutta e erbe che possano venire vendute sul mercato. “ L'albero del mango è sempreverde, ramoso, con la corteccia resinosa, il legno duro e ruvido di colore rosso. Le sue foglie sono appuntite e lucide; i fiori sono bianco-rosati o giallastri, ma non tutti portano frutti. È di origine indiana e fin da tempi remoti ha avuto una rilevante importanza: una leggenda narra che la figlia del Sole vi si incarnò, rendendo il suo frutto il simbolo della fertilità. Il mango è tutt’oggi considerato sacro agli indù, presso i quali si può ritrovare come ornamento per i templi e in molte raffigurazioni della divinità G a n e s h a . Si può ben dire che questo frutto abbia girato il mondo: esso fu introdotto nel IV secolo a.C. nell'Est asiatico e, a partire dal X secolo d.C., fu diffuso nell'Africa orientale; nel '600 i portoghesi lo esportarono in America del Sud. Oggi viene coltivato in quasi tutti i Paesi tropicali e nelle zone non soggette a gelo, come ad esempio il sud della Spagna e dell’ Italia. La diffusione globale fa sì che il frutto sia presente tutto l'anno sui mercati. I mango sono ampiamente usati in cucina. Sebbene i frutti maturi vengano principalmente mangiati freschi, essi vengono usati anche in alcune ricette, tra le quali la più famosa è forse il chutney, una salsa molto utilizzata in India per accompagnare la carne. La confettura La confettura extra di mango Altromercato, dal colore giallo ocra e dal sapore dolce e mieloso, è interamente prodotta e confezionata in Kenya, grazie a Meru Herbs, una delle iniziative di un ampio progetto idrico iniziato nel 1986: il Ng’uuru Gakirwe Water Project. Esso nacque dallo spontaneo associarsi dei contadini nel distretto del Tharaka, una zona semi-arida alle pendici orientali del Monte Kenya. Parallelamente alla fase di irrigazione fu avviata l’attività dello stabilimento dove viene trasformato il raccolto consegnato dagli agricoltori e il cui ricavato va a sostenere il progetto idrico. Oggi sono in tutto circa 4.000 gli agricoltori e i loro famigliari che beneficiano del reddito aggiuntivo garantito dal commercio equo e solidale, del miglioramento dell’ agricoltura e dell’accesso diretto all’acqua per uso domestico. Per maggiori informazioni: www.altromercato.it www.meruherbs.eu Questione di valori (?) “Se volete che vostro figlio sia intelligente, raccontategli delle favole; se volete che sia molto intelligente, raccontategliene di più.” Albert Einstein LA VOCE Gli apprendisti maghi C'erano una volta tre discepoli di un mago che decisero di lasciare il loro maestro e di cercare fortuna nel mondo. Il mago non era d'accordo, ma decise di lasciarli partire: li affidò però a Bhola, il proprio servo, un uomo che i ragazzi consideravano ignorante ma che era dota- DI SIR JHON to di un gran buon senso. A mezzogiorno si fermarono in una radura della foresta a mangiare e Bhola iniziò a preparare il pranzo. I ragazzi trovarono delle ossa sotto un albero e decisero di mettere alla prova quello che avevano imparato. Il primo disse: "Io rimetterò insieme queste ossa” e si ricompose lo scheletro di un grande felino. Il secondo disse: "Io aggiungerò muscoli e pelle". Il terzo disse: "Io gli darò vita". Bhola cercò di fermarlo, sapendo quanto una tigre potesse essere pericolosa. Ma non ci fu niente da fare. La tigre tornò in vita e mangiò i tre apprendisti. Bhola tornò dal mago e gli poté solo raccontare l'imprudenza dei suoi discepoli. NUMERO 1 PAGINA Voci singolari: Adriano Olivetti di organizzazione industriale per la nascente produzione di massa. Al ritorno ad Ivrea, il padre Camillo lo inserisce nella fabbrica di famiglia come operaio. Ne diverrà direttore nel 1932 e presidente nel 1938. Adriano Olivetti in fabbrica Può l’industria darsi dei fini? Si trovano questi semplicemente nell’indice dei profitti? Non vi è al di là del ritmo apparente qualcosa di più affascinante, una destinazione, una vocazione anche nella vita di una fabbrica? […] la fabbrica di Ivrea pur agendo in un mezzo economico e accettandone le regole ha rivolto i suoi fini e le sue maggiori preoccupazioni all’elevazione materiale, culturale, sociale del luogo ove fu chiamata ad operare. (Olivetti 2001, p.99) Adriano Olivetti nasce ad Ivrea l’ 11 Aprile del 1901. Alla laurea in ingegneria chimica nel 1924, segue un soggiorno di studi negli Stati Uniti, dove apprende le migliori tecniche Olivetti ha come punti di riferimento il lavoratore, visto nella sua piena complessità di essere umano e non come mero fattore produttivo, e la comunità, intesa, anche politicamente, come cellula vitale della società. Sono queste convinzioni che portano il giovane imprenditore a creare una fabbrica unica nel suo genere, dove la divisione tra operai e dirigenti non è netta e dove nelle pause i lavoratori possono consultare libri e partecipare a dibattiti. Olivetti è conscio che la fabbrica debba funzionare da ottimizzatore delle risorse del territorio in cui si inserisce, innescando reazioni in cui società e impresa si arricchiscano reciprocamente. Sarebbe riduttivo definire le novità proposte da Olivetti come “responsabilità sociale d’impresa”: esse, infatti, non si inseriscono semplicemente in un piano strategico di massimizzazione dei profitti, ma sono giustificazione e colonna portante dell’attività imprenditoriale. Rientrano in questo quadro la progettazione e costruzione di nuovi edifici industriali, uffici, case per dipendenti, mense, asili, così come i piani urbanistici della provincia di Aosta e di Ivrea. Nella seconda metà degli anni ‘50, la Olivetti conta 18 stabilimenti, di cui 9 all’estero e sono in atto delicati investimenti per lo sviluppo del ramo elettronico. Adriano Olivetti, però, scompare improvvisamente nel 1960, nel pieno di questo intenso periodo, non riuscendo a completare quell’opera di congiunzione tra innovazione, crescita economica e sviluppo umano di cui era stato ideatore convinto. “Il lavoro è tormento dello spirito quando non serve un nobile scopo.” A. Olivetti Fonte: L. Bruni, S. Zamagni, Dizionario di Economia Civile, Roma, Città Nuova Edizioni, 2009 Parole chiave I richiedenti asilo Sono persone che, trovandosi fuori dal Paese in cui hanno residenza abituale, non possono o non vogliono tornarvi per il timore di essere perseguitate per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo sociale o per le loro opinioni politiche. Possono richiedere asilo in Italia presentando una domanda di riconoscimento dello "status di rifugiato". La domanda, valutata secondo la Convenzione di Ginevra del 28 Luglio 1951, viene accolta quando gli atti di persecuzione denunciati costituiscono una minaccia alla vita o alla libertà della persona. Esempi di comportamenti persecutori - atti di violenza fisica o psichica, compresa la violenza sessuale; - provvedimenti legislativi, amministrativi, di polizia e\o giudiziari, discriminatori per loro stessa natura o attuati in modo discriminatorio; - azioni giudiziarie o sanzioni penali come conseguenza del rifiuto di prestare servizio militare in un conflitto, quando questo comporterebbe la commissione di crimini o reati atti specificamente diretti contro un sesso o contro l’infanzia. Per maggiori informazioni: www.interno.gov.it Regolamento (UE) 604/2013 (Dublino III) n. 3 Il nostro impegno: Indirizzo bottega: Via Roma 17, Castiglione Olona (centro storico). Apertura: tutti i sabato 10-12; 14.30-19.00. Prima domenica del mese e durante tutti gli eventi organizzati nel centro storico di Castiglione Olona 9.30-19.00. Tel: 328.4329206 E-mail: [email protected] Facebook: Sirjhon Varese Associazione SIR JHON VARESE Sede legale: via Dolomiti, 3 21043 Castiglione Olona (VA) P.iva: 02095040123 Cod.fisc. 95020270120 Offrire opportunità di formazione e informazione per la crescita sociale ed economica. “Con l’istruzione si sconfigge l’ignoranza che è all’origine della povertà e della fame” Rita Levi Montalcini Chiudiamo in dolcezza La crostata della signora Anna Dedichiamo il primo numero alla gustosa crostata della signora Anna, la moglie del nostro vicepresidente. Come lei stessa confessa, la ricetta originale è di un gastronomo marito di una sua amica e richiederebbe la confettura di albicocche. Nella variante che vi presentiamo, la signora Anna ha utilizzato quella di mango… rigorosamente equosolidale! Eccezionale, provare per credere. Dosi per 2 basi, (l'impasto poi si può dividere a meta' e mettere in freezer, così è già pronto per un'altra torta): 1/2 Kg. di farina 200 gr. di burro 150 gr. scarsi di zucchero 3 uova 1/2 bustina lievito Bertolini scorza grattugiata di limone non trattato 2 - 3 mele golden marmellata di mango (prodotto equo-solidale) Impastare tutti gli ingredienti (burro ammorbidito ma non sciolto) prima con una frusta e poi con le mani fino a formare una bella palla omogenea e morbida. Stendere detto impasto in una teglia imburrata e infarinata rialzando un pochino i bordi, disporvi sopra le fettine di mele tagliate a mezze lune. Scaldare un pochino la marmellata diluita con un po' d' acqua e versare sopra alle mele. Infornare a 180° per 25 - 30 minuti. Non ci resta che augurarvi buon appetito!