nemo web ok

Transcript

nemo web ok
Come
faremo
shopping nel
2005?
I trend e i
precursori di
come sara’
il negozio del
futuro
Il negozio di
domani:
il cambio di
prospettive del
retail conduce a
nuove logiche,
apre nuovi scenari
SCHEDA OPERATIVA DI RICERCA
Milano,
novembre
2002
P.1
01.
Le premesse
Metodologia di analisi
Obiettivo della ricerca
Considerazioni strategiche
Ricerca: abstract
P.2
Metodologia di analisi
NEMO è un laboratorio di ricerca
sulle tendenze del retail, ideato
da RDS, che integra competenze
di partn er altamente specializzati:
GDOWEEK, POPAI e RDS.
La ricerca prodotta nel corso
del 2002, condotta a livello
internazionale, ha analizzato le
tendenze e le innovazioni in atto in
Europa, Paesi del Mediterraneo,
Stati Uniti e Asia Orientale.
Non si è infatti voluto limitare
l’ambito di indagine alle sole
esperienze italiane, in parte già note
agli addetti ai lavori, ma si è voluto
allargare lo scenario al mercato
internazionale per offrire un punto
di vista ad ampio spettro.
Sono stati analizzati sia esempi di
grandi corporation, sia di aziende
meno note. Esperienze sempre e
comunque innovative, capaci di
fornire forti stimoli di riflessione.
L’analisi è stata condotta con un
approccio field, ricercando sul
territorio i modelli di negozio più
innovativi nel mondo.
La ricerca è stata inoltre sviluppata
analizzando studi specifici messi a
disposizione da istituti di ricerca
internazionali e, ancora, intervistando
direttamente aziende che hanno
condiviso informazioni su progettiprototipo e studi cutting edge volti
a innovare i format distributivi delle
singole aziende.
Questa metodologia di indagine
ha permesso non solo di proporre
esempi reali di innovazioni
recentissime – persino in fase di
sperimentazione – ma di effettuare
uno studio comparativo delle
innovazioni. Uno studio “trasversale”
sia per settore di applicazione sia per
tecnologia e strumentazione utilizzata.
Quanto emerso dalla ricerca è stati
presentato nella mostra NEMO
NEXT SHOP, allestita all’interno
del salone Franchising e Partnership
di Milano nel novembre 2002.
La mostra è stata realizzata da
EXPOcts, Gruppo Sabatini e RDS
con la collaborazione di POPAI,
GDOWEEK e VRWAY.
Obiettivo della ricerca
L’obiettivo della ricerca è stato
individuare le trasformazioni in
atto a livello globale nel retail e nei
modelli di punto vendita al fine di
evidenziare i key point e codificare
le tendenze strategiche verso cui si
stanno muovendo i retailer e i format
commerciali.
L’enorme quantità di informazioni
raccolte è stata elaborata e codificata.
Sono stati così tracciati 10 trend
che sintetizzano le linee di sviluppo
dei modelli di negozio del futuro.
Tali trend sono particolarmente
significativi per comprendere le
dinamiche nel settore distributivo,
ma richiedono un’attenta
interpretazione. Si tratta infatti
di “icone” rappresentative di alcune
forti esigenze percepite sul mercato.
P.3
Ogni trend è connesso ad un
bisogno. Le aziende devono
organizzare il proprio modello
distributivo decidendo se
rispondere ad uno o più bisogni in
modo verticale o trasversale – in
funzione della propria mission e
del posizionamento obiettivo sul
mercato – e seguire uno o più trend
in funzione della propria identità e del
target aziendale.
Considerazioni strategiche
La ricerca nasce da alcune
considerazioni strategiche:
>
La distribuzione e il commercio
hanno assunto negli ultimi anni un
ruolo predominante nella filiera di
trasferimento di prodotti/servizi sul
mercato. Nella quasi totalità dei
settori, l’offerta produttiva è maggiore
della domanda: il fattore critico di
successo competitivo dell’azienda si
sta quindi spostando verso la capacità
di raggiungere il cliente finale con
format distributivi maggiormente
efficienti.
>
Lo shopping, dal punto di vista
dei consumatori, rappresenta,
soprattutto nei paesi ad elevata
industrializzazione, un’attività che
ricopre un ruolo rilevante nella vita
quotidiana: lo shopping assorbe oltre
un terzo del tempo libero di ogni
persona.
>
Il retail ha vissuto dalla fine degli
anni Novanta un elevatissimo
dinamismo, sia in termini qualitativi
che quantitativi. In Italia, rispetto
al 1990, i punti vendita al
dettaglio si sono ridotti di oltre il
33%. Contemporaneamente, la
distribuzione ha visto proliferare
nuovi format distributivi che hanno
determinato una grande rivoluzione:
il commercio in franchising, ad
esempio, è triplicato in 10 anni,
arrivando a pesare il 6,1% del
commercio al dettaglio.
Ma sono soprattutto le modalità
di essere “shop” ad andare
profondamente modificandosi: non
solo in termini di format economici
e modelli organizzativi, ma anche
nella stessa concezione di essere
negozio. Gli spazi di presentazione e
trasferimento dei prodotti assumono
un ruolo più profondo e complesso,
sia nel contesto sociale, sia nel
contesto urbano.
Il macrotrend cui si assiste è la
trasformazione del negozio nel
soggetto protagonista dell’esperienza
di shopping: è la rappresentazione
attorno al prodotto, non più il
prodotto stesso, ad essere il centro
focale di attenzione.
I negozi assumono una valenza
sociale. Allo stesso tempo i luoghi
sociali divengono punti di vendita.
I negozi si smaterializzano, vanno
a casa dei clienti, li accompagnano,
occupano i loro frammenti di tempo.
È possibile effettuare acquisti via SMS.
Fare acquisiti è un’esperienza che può
divenire virtuale, ma anche sempre
più reale. I negozi sono sempre
aperti, ma anche sempre chiusi.
Stupiscono, ma rispondono anche a
valori etici. I negozi di domani non
soddisfano solo l’esigenza di acquisto
ma, soprattutto, quella di relazione e
conoscenza.
efficacemente i bisogni del pubblico.
Deve rispondere alle modalità di fare
shopping richieste dal mercato.
L’urgenza di una ricerca di identità
è estrema. Non è futuribile, ma
immediata. La ricerca di come essere
“shop” è la frontiera più strategica
del retail: comprendere i trend, le
dinamiche di fondo che accomunano
un modo di “vendere” che risponde
a esigenze generali, trasversali a
settori merceologici, paesi, GD o
punti vendita al dettaglio. È in base
a queste esigenze che occorre
costruire tutta l’infrastruttura del
negozio: il concept, il look & feel, gli
allestimenti, le tecnologie, i sistemi di
relazione, il dialogo post-vendita con
i clienti e molti altri elementi dello
shopping evoluto.
Molti player hanno già sviluppato una
propria identità e un modo specifico
di “essere negozio”. Molti altri non
hanno ancora preso consapevolezza
del problema. Sarà la velocità con
cui le aziende acquisiranno questa
consapevolezza a determinare gli
assetti distributivi del domani.
La ricerca dell’identità specifica che
ogni punto vendita deve possedere
rispetto all’ “altra offerta” appare
essere oggi il fattore di successo
dei retailer nei prossimi 3 anni.
Il punto vendita deve soddisfare
P.4
Ricerca: abstract
NEMO ha tracciato 10 trend su
come faremo shopping nel futuro,
suddivisibili in due macroclassi: “inner
value experience” e “functional value
experience”.
A fianco delle tendenze, la ricerca
ha evidenziato alcuni vettori di
innovazione tecnologica che
impatteranno sul sistema distributivo
nei prossimi anni.
il barcode diventerà un chip a radio
frequenza. Sulle gondole della GDO,
nei carrelli, a casa, il prodotto potrà
raccontare la propria storia, oltre al
prezzo. I chip saranno inseriti nelle
confezioni del latte, con gli alimenti,
e la tecnologia sarà elemento del
quotidiano. Non è un futuro lontano,
già in alcuni negozi sono in atto
sperimentazioni in ambiti “aperti
al pubblico” (Prada NY - USA, Pick
Up - Australia).
Ma non sarà la tecnologia a vincere
e a segnare il futuro dello shopping:
sarà l’uomo, la “merce” sempre più
scarsa che viene e verrà contesa
dalla distribuzione. Solo i negozi che
sapranno proporsi con una propria,
forte, identità potranno attrarre
il consumatore. Ma sarà sempre
il consumatore, cittadino e persona,
a decidere e scegliere a chi rivolgersi
e in quale tipo di negozio spendere
e soddisfare i propri bisogni.
I 10 trend emergono dalle
innovazioni distributive di aziende
che hanno percepito esaputo leggere
Anche il simbolo internazionale del
le innovazioni comportamentali
commercio è in via di trasformazione: delle persone. Sono aziende
Uno degli obiettivi delle nuove
tecnologie applicate al retail
è semplificare, riconoscere
i comportamenti di acquisto
secondo bisogni e consuetudini:
l’acquisto con le impronte digitali
(Indivos-Visa), lo spostamento
della frontiera e-commerce verso
la virtual reality (Billa-gruppo Rewe
– Germania o L’Oréal e Microsoft),
la definizione di percorsi predefiniti
ma differenziati in funzione del profilo
comportamentale del cliente.
profondamente attente al “comune”:
il cliente.NEMO solleva riflessioni su
due livelli:
a) lo shopping è un fattore di
costume, coinvolge tutti: i 10 trend
evidenziati segnalano un modello
culturale, una mappa delle esigenze
umane relative alla specifica attività
di shopping. Esigenze che possono
essere traslate su bisogni più
generali che trascendono la sfera
economica dell’acquisto.
La volontà di poter acquistare
sempre ed ovunque è segnale
della tendenza di nomadismo e di
ibridazione delle attività quotidiane
delle persone, dove il privato si
confonde con il pubblico, il fatto
intimo con il fatto economico (Coca
Cola SMS, Tower 24 - Germania,
Migros - Svizzera).
La voglia di essere parte di un
gruppo “chiuso”, di essere condotti
per mano, segnala e conferma
il desiderio di appartenenza,
di condividere interessi similari
riconosciuti, la volontà di non essere
P.5
soli, di disporre di una “spalla”, di un
coach che affianca, guida, istruisce
in un percorso/mondo sempre più
complesso e difficile (Wall Mart USA, Rei - USA, Tiso - UK).
è facilmente clusterizzabile. Il cliente
è camaleonte (fonte: Cap Gemini
Ernst&Young). Il cliente non è più
“un” cliente, con un comportamento
prevedibile, ma
è tanti comportamenti. Muta con le
Personal Shopper (Philips) o soluzioni situazioni: manager di giorno, trendy
per l’acquisto veloce (Sainsbury’s alla sera, esploratore nel week-end,
UK) rispondono alla contrazione della romantico nel tempo libero.
disponibilità di tempo da dedicare ad
attività routinarie,
La ricerca ha evidenziato come già
lo shopping di beni primari.
oggi, nella grande distribuzione,
il cliente non scelga più l’insegna,
L’importanza dei luoghi e delle
ma i singoli reparti (abbigliamento,
atmosfere è ribadito nella quasi
alimentari, sport, ecc) spostandosi
totalità dei trend. Lo shopping
anche su diverse insegne. Si cercano
è sempre più emotivo. Lo shopping
punti vendita differenti, eludendo
è momento di acquisto ma diviene
le aziende che vorrebbero disporre
soprattutto momento di piacere
del cliente per la totalità degli
edonistico. Le aziende “comprano”
acquisti (specializzazione nella
il tempo del cliente: alcuni grandi
despecializzazione - Ipercoop,
marchi creano i metabrand shop
Esselunga). L’ascolto del cliente
(Sony, Toyota, Panasonic Asahl diventa fondamentale: non con
Giappone), altri ripensano il concetto i sistemi standard di CRM e
stesso di negozio all’interno del
clusterizzazione, ma entrando nel
proprio settore (BMW WELT quotidiano, lasciando che il cliente
Germania).
costruisca progetti e scelga il
Gli studi sociologici divengono
negozio che meglio si adatta a lui
sempre più indispensabili per
(prototipi Unilever – Paesi Bassi,
identificare il target: il cliente non
Procter&Gamble - USA)
b) i trend evidenziati sono
dei segnali, degli indicatori di
prospettive future: in parte
in essere già oggi, ma spesso
poco evidenti, segnali presenti
con disomogeneità nei diversi
continenti. NEMO fornisce agli
uomini di azienda l’opportunità di
avere una panoramica complessiva
sulle tendenze in atto. Ma queste
debbono essere profondamente
re-interpretate, discusse
e “superate” da ogni azienda.
Nel momento stesso in cui le
tendenze sono rappresentate
diventano infatti obsolete.
Ogni impresa deve cogliere stimoli
per riflettere sul come procedere.
Le competenze distintive aziendali
devono valorizzare la capacità di
intuizione e disegnare un modello
di shopping coerente con la propria
mission aziendale. Sarà questa
capacità di re-interpretare i simboli
e i trend l’elemento che decreterà
il modo di fare shopping nel 2005.
P.6
02.
La ricerca
Innovazione: tra tecnologie
e nuovi concept
10 trend per
il negozio del futuro
P.7
Innovazione: tra
tecnologie e nuovi
concept
La ricerca ha evidenziato alcune
tecnologie emergenti che
cambieranno la relazione tra
consumatore e punto vendita: dal
modo di recepire le informazioni
relative ai prodotti esposti al modo
di effettuare il pagamento. La stessa
visita al negozio può divenire una
nuova esperienza.
All’interno della mostra NEMO
NEXT SHOP sono stati presentati
video, simulazioni e case-history su
alcuni di questi temi.
Chip & Shop:
l’evoluzione del Bar Code
Un ciclo si è chiuso. Inizia una nuova
era per il trade moderno. Il barcode,
icona del commercio, si trasforma
in digitalcode. Secondo stime
recenti, nel 2003 ci sarà già oltre un
miliardo di smart labels, le etichette
intelligenti.
Le nuove etichette, chip flessibili e
più sottili di un foglio di carta, dotati
di sistemi di radiofrequenza per
comunicare a distanza, dialogano
con il carrello della spesa e la
cassa. Per una spesa rapida e senza
code. Tecnologie già ampiamente
sperimentate in molti supermercati
in Europa, come Billa in Austria.
Tecnologie che permettono un
dialogo continuo anche dalla casa del
consumatore: il frigorifero avvisa se
un prodotto è in scadenza o finito,
stila la nuova lista della spesa, e la
ordina direttamente, via e-mail, al
supermercato più vicino.
> L’evoluzione tecnologica
E’ in corso di sperimentazione il
chip di plastica che si stampa su
rotative e che costerà meno di un
centesimo di euro. Polytronic è il nome
di questa rivoluzione tecnologicaFonte: Fraunhofer Institute - Monaco,
Germania.
Virtual Reality
Shopping
L’e-commerce si sta trasformando,
cerca di avvicinarsi sempre più
all’esperienza dello shopping reale.
Importanti player del retail “fisico”
stanno sperimentando l’efficacia di
modelli di vendita o di contatto
P.8
on-line ricorrendo a sistemi di
shopping virtuale tridimensionale.
Il cliente si muove all’interno del
negozio virtuale o del centro
commerciale come se fosse
fisicamente sul posto. Sceglie di
entrare in un negozio, toccare i
prodotti esposti, prenderli, muoverli,
chiedere ulteriori informazioni e
decide se acquistarli o riporli sullo
scaffale.
Pay by Touch:
pagamento con impronte
digitali
I sistemi di pagamento
rappresentano una frontiera delicata
per il retail del futuro. Comodità e
sicurezza sono i driver che stanno
orientando le ricerche tecnologiche
su questo tema. Fare acquisti con le
impronte digitali: la nuova frontiera
della carta di credito è rappresentata
da uno scanner digitale per un
pagamento facile, veloce e sicuro.
Un sistema peraltro estremamente
economico per il retailer.
Supermercato
del futuro
Il supermercato del futuro si
integrerà sempre di più con la vita
del cliente: dialogherà direttamente,
tramite web, con gli apparecchi
di casa. Le etichette intelligenti
applicate sui prodotti forniranno
la situazione delle scorte di casa
presenti e l’elenco della spesa da
memorizzare su carta magnetica.
Grazie a questa, il carrello
intelligente del supermercato,
guiderà il consumatore agli scaffali
con i prodotti ricercati e segnalerà le
varie offerte.
> Case history: Procter & Gamble
sperimenta il prototipo del
supermercato del futuro (integrazione
casa e shopping).
10 trend per il negozio
del futuro
NEMO ha codificato 10 trend sullo
shopping del futuro.
Attraverso un’analisi sul campo,
condotta a livello internazionale,
sono state rilevate tendenze e
innovazioni in fase di prototipo o
già divenute realtà di riferimento.
Si tratta di iniziative di importanti
aziende trend setter, ma anche di
segnali deboli, sviluppati da piccoli
gruppi imprenditoriali che hanno
raccolto e rilanciato alcuni spunti che
appaiono essere in via di sviluppo.
Il peso di questi 10 trend non è
paritetico: varia per paese, settore
merceologico, tipologia distributiva.
Si tratta di archetipi, modelli di fare
shopping che segnalano tendenze
riconosciute a livello economico,
ma che sono anche lo specchio di
paradigmi e modi di essere tanto
sociali quanto culturali (nomadismo,
decontestualizzazione dei consumi,
esigenza di comunità, riscoperta dei
valori etici, ecc.).
P.9
The inner value
experience
Trend che rispondono all’esigenza di
riscoperta di valori emotivi, profondi.
Lo shopping risponde a desideri,
sogni, istanze interiori strettamente
connesse allo stile di vita, che diviene
sempre più “esperienza d’acquisto”
profondamente radicata con il
proprio modo di essere e di porsi.
La scelta della tipologia di negozio
diventa dimostrazione pubblica della
scala di valori personale.
P . 10
The functional value
experience
Trend che rispondono
principalmente a bisogni funzionali di
acquisto connessi alle modalità del
fare shopping.
La loro importanza è strettamente
connessa alle caratteristiche
strutturali del contesto geografico
e sociale in cui ci si muove ed
al tipo di bisogni dello specifico
mercato. Talvolta i valori funzionali
si intersecano con valenze anche
psicologiche dell’acquisto.
P . 11
THE INNER VALUE
EXPERIENCE
TREND 01
Task
Tempo libero e shopping si fondono:
attenzione agli ambienti e alle
percezioni sensoriali. È l’intero negozio
che stupisce.
High lights
I grandi parchi commerciali o mall
smentiscono il dogma “non si può
avere tutto nella vita”. Intrattenimento,
formazione, sensorialità e coinvolgimento
emotivo, turismo, sperimentazioni
tecnologiche, iperofferta di beni e
servizi, miscellanea di generi e stili, anche
architettonici. Tutto in un unico luogo.
Tutto in un unico universo, quasi onirico.
The Mall of America, da circa 10 anni
faro del think-big-shopping, stupisce per
i suoi numeri: 520 negozi, 50 ristoranti,
8 night clubs, 14 teatri e cinema, 20
poli d’attrazione principali come il Lego
Immagination Center, 12 mila persone
impiegate e 42 milioni di visitatori all’anno,
più di Disney World, Orlando.
Una gigantesca ruota tipo Luna Park
accoglie invece i visitatori del nuovo
flagship store di Toys ‘R’ Us a New York.
Spettacolarità espositiva, interattività
estrema con il consumatore, divertimenti
per tutti i livelli di età, quattro piani per un
totale di 10 mila metri quadri. Il risultato è
un negozio-spettacolo dove è impossibile il
compra e fuggi. In passato si commentava
“americanate”, oggi tutti cercano di
imitare the “american way of shop” magari
superandolo. È il caso del JVC new urban
entertainment center a Guadalajara Mexico
una colossale città del divertimento e
shopping , progettata dal rinomato studio
austriaco coop himmelblau, e attualmente
in fase di costruzione. Oppure dello
Space Park di Brema, in Germania, un
parco commerciale tematico che aprirà i
battenti nel 2003. Realizzato in partnership
con Coca-Cola, Nestlè e Beck’s lo Space
Park punta tutto sulla messa in scena
delle futuribili avventure nello spazio in
un clima di cosmos shopping e “store
wars”. Ma l’idea più sensazionale già in
sperimentazione in Canada e Stati Uniti
è un’altra: dopo il day hospital arriva il
mall hospital. Analisi del sangue, visita dal
dentista, piccole operazioni, fast check up
(AmeriScan lo esegue in mezz’ora scarsa)
tutto durante lo shopping, tutto all’interno
del centro commerciale.
Trendline
› edutainment
› dream shopping
› sensual age
› more experience
Look at:
www.mallofamerica.com
www.spacepark.d3.net
www.inc.toysrus.com
www.coop-himmelblau.at
www.ameriscan.org
P . 12
THE INNER VALUE
EXPERIENCE
TREND 02
Task
La valorizzazione della propria posizione,
il brand come interprete e anticipatore
dei cambiamenti sociali.
High lights
Il No logo può attendere. La stragrande
maggioranza dei consumatori è ancora inebriata. Il luogo del logo come tempio sacro
raccoglie milioni, anzi miliardi di anime devote in tutto il mondo. Mantenere questa
tensione però non è facile. L’idea di fondo:
dopo il cult movie arriva il cult shop. In
parte il flagship store assolve a questa
funzione, spesso con ricercate modalità.
Ancora una volta Nike è il precursore di
nuove performance. Nasce NikeGoddess,
per la “dea” donna, un nuovo format di
negozi e community virtuale per il target
donna che sicuramente lascerà il segno.
Prada invece si fa strada con la non standardizzazione dei negozi e l’ipersensorialità
tecnologica in un ambiente high touch .
Il nuovo Epicenter store di New York è
un concentrato di sperimentazioni dove
spiccano le ultime soluzioni della Texas Instruments come il RFID (Radio Frequency
Identification System), etichette intelligenti
che comunicano a distanza e trasformano il
camerino in un centro di informazione sui
prodotti. Anche McDonald’s, interprete del
mito americano e dei cambiamenti sociali,
amplifica, grazie alle nuove tecnologie, il
concetto di Fast Food applicando alla casse
lo speed pass della Texas per il pagamento
rapido. Benetton invece è da più di 20
anni una fabbrica di idee e oggi questa
Fabbrica è un noto laboratorio creativo e
multiculturale di giovani artisti e ricercatori
provenienti da tutti i paesi. Si può quasi
dire che Benetton è nel mondo perché
rappresenta il mondo. Come la futuribile
BMW WELT (il mondo Bmw) che verrà
inaugurata, secondo le intenzioni della
casa automobilistica bavarese, nel 2005
a Monaco. La scommessa: rivoluzionare
l’esperienza dell’acquisto e ritiro dell’auto,
diventare il luogo d’incontro per i clienti
BMW di tutto il mondo, proporre lifestyle
collection che spaziano dai funboard agli
occhiali da sole.
E dove non arriva il mega- brand arriva
il meta-brand. Il Giappone insegna come
si fa. Will è un meta brand lifestyle store
multiservice fisico e online creato da 15
big players fra cui Sony, Toyota, Panasonic
e Asahl. Dal Fun-Car allo shampoo Willshop apre nuovi scenari per la fruizione
del brand. Ma anche in Usa il meta-brand
fa scuola.
Walt Disney ha inaugurato il 1° agosto
2002 il suo primo co-branding store Once
Upon A Toy a Disney World, Orlando in
partnership con Hasbra Toy Co mentre
Microsoft e L’Oreal hanno in cantiere un
nuovo prototipo di virtual shopping.
Trendline
› lifestyle
› branch mix
› co branding
› brand stretching
› high performance
› look forward
Look at:
www.bmw-welt.com
www.benetton.com
www.willshop.com
www.mcdonalds.com
www.prada.it
www.ti.com
www.nike.com/nikegoddess
www.disney.com
www.orlando.about.com
www.microsoft.com
www.loreal.com
P . 13
THE INNER VALUE
EXPERIENCE
TREND 03
Task
Rispondere all’esigenza di “ritorno alle
origini”, bisogno di garanzia riguardo la
qualità dei prodotti e dei rapporti umani.
High lights
Fuga dalla città. Vita in campagna. Il
sapore delle vecchie tradizioni. Relazioni
autentiche e calore umano. Una fetta
sempre più consistente dei consumatori
fa le sue scelte sulla base di principi che
esulano dalle convenzionali logiche di
shopping. In molti paesi del Nord Europa
meno significa di più. Le parole d’ordine:
be slow be authentic, ben interpretate
dal movimento SlowFood, che raccoglie
sempre più soci in tutto il mondo. La
vecchia spesa dal contadino diventa la
spesa nella bio fattoria.
In Svizzera al Birsmattehof si parla solo un
incomprensibile dialetto locale, il “servizio”
come lo intende il retail moderno lascia
parecchio a desiderare, in compenso
i prodotti sono genuini e l’atmosfera
decisamente famigliare. Il farm shopping
è una forma di commercio che si sta
diffondendo a macchia d’olio all’estero. Ma
pure l’Italia si muove. Alle porte di Milano,
situata nei boschi del Parco delle Groane,
la cooperativa agricola biologica Il Sentiero,
nata da una appassionante storia individuale
di comunità autogestita, attira sempre più
persone. Non un semplice spaccio ma un
Agrimarket con oltre 3000 referenze, prezzi
e servizi speciali per gruppi di acquisto e
consorzi di consumatori, trattoria interna,
noleggio bici, musica improvvisata. Il tutto
in un ambiente dove si respira aria di vita
vera. Come nel andare per i mercatini e
fiere di paese all’aperto. Saltimbanchi, artisti
da strada, piccoli artigiani, produttori locali:
la spesa al mercato è soprattutto relazione,
semplicità. Il crescente successo dei
mercati a tema come quelli bio, dell’usato
e scambio diretto fra consumatori o ancora
quelli strutturati a grande evento di festa
come in Germania il Preußisch Oldendorfer
Basar dimostrano quanto sia forte la
voglia di recuperare le forme originarie
del commercio, quando la socializzazione
era diretta e non mediata dall’alto. Questa
domanda viene soddisfatta in vari modi:”
adotta un pecorino” è lo slogan su internet
di un’azienda agricola italiana. L’idea è
stimolante e già molto sfruttata all’estero:
il cliente diventa azionista della mucca, di
un pezzo d’orto e periodicamente riceve
foto e notizie e ovviamente i prodotti della
“sua” terra. Anche gli empori Alcatraz
di Jacopo Fo associano i consumatori in
gruppi di acquisto amichevoli per fare
shopping al di fuori dei meccanismi del
mercato ufficiale.
Autenticità e unicità sono i principi
ispiratori di Naturata, una impresa
“comunitaria” che unisce produttori,
distributori e consumatori con circa una
trentina di punti vendita in Germania,
Austria e Svizzera. Qui il concetto è ancora
più estremo. La creazione del negozio
è intesa come la creazione di un’opera
d’arte, unica e irripetibile e soprattutto
espressione della libera iniziativa locale.
Un modello da non moltiplicare, ma solo
da accogliere come stimolo e impulso per
nuove imprese. Il Naturata sul Lago di
Costanza esprime bene questa visione del
commercio.
Trendline
› slowness
› farm shopping
› back to basic
› unique shop
Look at:
www.emporioalcatraz.it
www.ilsentiero.it
www.preussischoldendorf.de
www.naturata.com
http://home.t-online.de/home/Naturata_
GmbH/
www.birsmattehof.ch
www.asca.dimmidove.com
www.eosta.com
www.slowfood.it
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THE INNER VALUE
EXPERIENCE
TREND 04
Task
Rispondere all’esigenza di un acquisto connesso
ad un valore etico del prodotto e del servizio.
Trend in forte crescita, inizialmente poco
considerato e oggi rilevante anche per la
grande distribuzione.
High lights
Un altro mondo è possibile. Consumare meno
per consumare tutti. Non è più solo il no global
a gridarlo in piazza. Anche l’uomo della strada se
ne sta pian piano convincendo, soprattutto nei
paesi del Nord Europa. Definirlo terzo settore
è riduttivo. È la terza via a un nuovo modello
di società: più giusta e in armonia col mondo.
Diritti umani, bilanci di giustizia, ecologia del
denaro, fraternità, il dono come atto economico
propulsivo, rispetto per l’ambiente e biodiversità,
onestà, eticità nei comportamenti e naturalmente
consumo critico. Valori complessi, non alla
portata di tutti. Eppure sempre più persone,
stanche di essere classificate come consumatori,
aderiscono a questa Weltanschaung.
L’hanno capita anche le multinazionali più
sensibili ai cambiamenti sociali. Timberland
nel nuovo concept store di Freehold lancia un
messaggio chiaro sul mondo come dovrebbe
essere: un mondo dove prevale la giustizia
sociale. Nel Regno Unito la Ethical Trading
Initiative, conta aziende del calibro di Levi’s,
Chiquita, Tesco, Marks and Spencer e il sito
planetshop -un portale shop&help che permette
al consumatore di devolvere una quota del
prezzo a una organizzazione di utilità sociale da
lui indicata - raccoglie retailers come Amazon
e Tchibo e organizzazioni come Unicef e
WWF. Ma i veri protagonisti e precursori delle
“utopie realizzate” sono altri. Solitamente hanno
alle spalle una storia singolare. Spesso una
missione. È il caso della Sekem in Egitto che ha
trasformato il deserto in una fiorente attività
agricola, commerciale e sociale. Una comunità
produttiva -distributiva basata su un concept
innovativo, anche se vecchio di quasi cent’anni: la
triarticolazione dell’organismo sociale di Rudolf
Steiner: risanamento della terra, ridistribuzione
dell’utile in attività sociali e comunitarie, servizi
medici gratuiti per i villaggi limitrofi, scuole
per disabili, farmacie, negozi, centri culturali
e religiosi, tutto nella logica dell’economia
di sostegno. Poco noto al grande pubblico il
cotone biodinamico della Sekem è stato scelto
recentemente da Armani per la sua linea intimo.
Un altro modello di triarticolazione commerciale/
culturale/sociale sono gli ASC, Agricoltura
Sostenuta dalla Comunità (in inglese, Community
Supported Agriculture) che propongono un
sodalizio tra agricoltori locali e consumatori per
una spesa solidale e vissuta in prima persona. In
Canada e Stati Uniti esistono ormai più di 1000
ASC, e anche nell’Europa del Nord il numero si
assesta su questa cifra. In pratica i consumatori
si impegnano a supportare la fattoria con quote
di denaro o addirittura lavorative. In cambio
ricevono per la tutta la stagione prodotti freschi.
Possono anche definire assieme all’agricoltore la
varietà dei raccolti in base alle loro esigenze con
delle coltivazioni su misura. Fare la spesa insieme
ad altri consumatori e creare una relazione vera
con i piccoli produttori è anche il leitmotiv dei
GAS (Gruppi di Acquisto Solidale, organizzati su
base locale dalle associazioni di consumatori e
culturali, come l’Arci, per esempio)
E poi c’è il Fair Trade vero e proprio, il
cosiddetto commercio equo e solidale. 2500
World Shops (le botteghe del mondo) in tutta
Europa quasi sempre strutturate a cooperativa
sociale senza scopo di lucro. Il Fair Trade da un
senso più profondo alla spesa di tutti i giorni e
un nuovo modo di stabilire relazioni commerciali
con i paesi economicamente più deboli: progetti
di sostegno per le comunità locali, prezzi finali
fissati con i produttori, rispetto delle coltivazioni,
eliminazione dello sfruttamento minorile. Anche
in questo caso tutto parte dal basso. Ctm
Altromercato, oggi leader italiano di questo
commercio, è nato a Bolzano da un piccolo
gruppo di persone con interessi nel sociale. 6000
e passa sono invece i Charity Shops, impegnati in
particolare nelle attività di sostegno per le fasce
più deboli della popolazione.
Trendline
› change the world
› Glocal Civil Society
› trend over
Look at:
www.attra.org
www.sekem.com
www.planethelp.de
www.worldshops.org
www.charityshops.org.uk
www.transfair.org
www.bafts.org.uk
www.ethicaltrade.org
http://pages2.inrete.it/cocorico/gas.html
www.altromercato.it
www.timberland.com
P . 15
THE INNER VALUE
EXPERIENCE
TREND 05
Task
Rispondere all’esigenza di
personalizzazione nell’era della
globalizzazione. Il negozio diventa luogo
di relazione e di conoscenza non del
cliente, ma di ogni cliente.
High lights
Chiedi e ti sarà detto, come il cliente
vuole il negozio. Sainsbury’s l’ha fatto
per la realizzazione del nuovo concept
store di Hazel Grove. Il risultato? Il primo
superstore progettato dai consumatori
in persona. Un concentrato di soluzioni
e innovazioni indicate dai clienti con 7
differenti modalità d’acquisto fra cui spicca
il personal shopper che, su richiesta,
esegue la spesa mentre il cliente sta
comodamente seduto all’internet café a
bere e inviare e-mail.
Il “only for your eyes concept” si basa
su una semplice ma non facile strategia:
fare di un estraneo un amico e di un
amico un cliente a vita. Nell’epoca della
spersonalizzazione dei rapporti umani
una bella scommessa. Nel frattempo si
punta sull’offerta di prodotti e servizi
iperpersonalizzabili che soddisfano il
dilagante egocentrismo contemporaneo.
Internet ne è piena: Mysodas propone
bevande personalizzate compresa
l’etichetta della bottiglia, da Millstone il
cliente può fare la propria miscela del
caffè e farsela inviare a casa con il suo
nome e marchio, Officeshop offre mobili
d’ufficio in 11 mila versioni e con 30 mila
opzioni di personalizzazione, il colosso
Mars Incorporated fa decidere i colori dei
futuri M&M’S direttamente via online dai
consumatori e Tanomi, un portale che
raccoglie dai consumatori idee e proposte
per nuovi prodotti , ha finora realizzato
già un terzo di tutti i progetti indicati, fra
cui una nuova birra locale e la riedizione
di un libro. Anche il retail tradizionale si
fa interprete di questa esigenza. I Jeans su
misura sono il cavallo di battaglia di Levi’s.
Nei negozi i clienti hanno a disposizione
9 trattamenti diversi per personalizzare
giacche, t-shirts e naturalmente jeans.
Dal ricamo all’applicazione di borchie,
dalla pittura e scoloritura fino alla
trasformazione di pantaloni in gonne, tutto
per far diventare l’acquisto un pezzo unico.
Brooks Brother, il classicissimo negozio
newyorchese di abiti su misura ha invece
puntato su un sistema di digital tailoring.
Grazie a un software sviluppato dalla
Image Twin i sarti del celebre negozio
sono aiutati da uno scanner digitale che
nel camerino prende le misure in oltre 200
mila punti convertendoli poi in una mappa
tridimensionale del cliente. Tutto questo
nel giro di 12 secondi. In pratica il “su
misura” più veloce del mondo. La catena
di parrucchieri inglese Lynx Barbershops
permette alla multinazionale Unilever
(partner diretto) di “misurare” i desideri
dei clienti nel luogo di utilizzo dei prodotti
mentre Dell- Computer ha abbandonato
la vecchia prassi produttiva “innovazione
e sviluppo” sostituendola con il semplice
“far decidere a ogni singolo cliente le
caratteristiche e prestazioni del computer”.
Trendline
› mass customization
› one to one & permission marketing
› I-society
› total customer choice
Look at:
www.j-sainsbury.co.uk
www.levi.com
www.mms.com
www.tanomi.com
www.officeshop.de
www.mysodas.com
www.millstone.com
www.emotions.de
www.dell.com
www.brooksbrothers.com
www.unilever.com
P . 16
THE FUNCTIONAL
VALUE EXPERIENCE
TREND 06
Task
Rispondere all’esigenza di rientrare in un
gruppo sociale e di riconoscibilità.
Interpretato come gruppo unitario o
come preselezione dell’offerta in funzione
dei bisogni comuni dei soci.
High lights
Negare l’ingresso alla top model Naomi
Campbell è un gesto che pochi si possono
permettere. L’ha fatto recentemente
Voyage, la più esclusiva è blasonata
boutique di abbigliamento di Londra.
Solo i clienti con la membership card
sono benvenuti e per farne parte bisogna
mettersi in lista d’attesa. Lo stesso sito
internet è blindato. Prossima apertura a
Parigi, a fianco di Louis Vuitton e piano di
sviluppo nelle principali città che contano.
Ma il format funziona anche su vasta
scala come club di massa. Bastano
meno di 35 $ all’anno per far parte del
Sam’s Club, i grandi magazzini del top
retailer Wal-Mart. 500 pv sparsi negli
Stati Uniti, 4.000 referenze, approccio
integrato e multiservice, bundling e cross
selling, Web community sono alcune
delle caratteristiche del membersonly
warehouse aperto a tutti.
Più selettivo l’altro colosso della grande
distribuzione. Metro, leader mondiale
del Cash & Carry con 400 pv di grandi
dimensioni in tutto il mondo, ha costruito
la sua fortuna sulla formula membership
store e attualmente sta realizzando dei
membership supermarket in Cina con
oltre 20 mila referenze. Porte aperte a
commercianti, professionisti e titolari di
partita Iva.
Trendline
› community appeal
› strict entry policy
› status
› bundling
› value prices
Look at:
www.voyage.com
www.metro.de
www.samsclub.com
P . 17
THE FUNCTIONAL
VALUE EXPERIENCE
TREND 07
Task
Rispondere alla decontestualizzazione
degli acquisti: effettuabili sempre, senza
orari, in funzione dei ritmi della clientela
e del contesto urbano e sociale.
High lights
A revolution in distribution è lo slogan
di Shop 24, la catena belga presente in
mezza Europa con 225 negozi automatici e
presto presente anche in Italia. Come retail
concept si può definire un full automated
convenience store always open. Può
contenere sino a 3000 referenze, compresi
prodotti freschi come frutta e verdura.
Molti supermercati hanno già intuito le
potenzialità del sistema. E recentemente la
catena Sainsbury’s ha inserito un Shop 24
nel nuovo concept store di Hazel Grove,
Manchester per soddisfare le esigenze dei
clienti ritardatari. Il primo esemplare di
Tower 24, una pick-up-station con funzioni
di drive-in shopping, è stato inaugurato lo
scorso settembre in Germania. Sviluppata
dal Fraunhofer Institut di Monaco di
Baviera la torre automatizzata (previsti
a regime 700 installazioni su tutto il
territorio tedesco) è una avveniristica
soluzione che salda l’anello debole dell’ecommerce e del B2C: la consegna in
tempi rapidi, economici e comodi per il
cliente. Il sistema prevede l’invio di una
E-mail o SMS con il codice PIN per il
ritiro del prodotto. Al consumatore non
resta che ritirare quanto ordinato online
quando meglio crede. Zwo 24 è la catena
di lavasecco più innovativa e high tech del
mercato tedesco che ha ben interpretato
l’esigenza del single e urban professional
che non ha ne tempo ne voglia di fare il
bucato. Lavaggio a secco ultrarapido in
sole due ore (la media delle lavasecco
tradizionali è di due giorni), deposito e
recupero dei vestiti 24 ore su 24 con carta
Vip prepagata munita di microprocessore e
memoria, prezzi concorrenziali sono i plus
di Zwo 24, il lavasecco completamente
automatizzato.
Trendline
› value for time
› non stop shopping
› easy access
› fast self-service
› unassisted convenience store
Look at:
www.shop24.be
www.zwo24.de
www.tower24.de
www.j-sainsbury.co.uk
P . 18
THE FUNCTIONAL
VALUE EXPERIENCE
TREND 08
Task
Il negozio deve essere accessibile ovunque ed
in particolare nei luoghi dove c’è maggiore
flusso. Il cellulare e il convenience-store
sono i protagonisti futuri dell’atteso boom
del move shopping. L’obiettivo è il negozio
sempre e ovunque.
nomi di prestigio per i beni di prima necessità
di tutti i giorni in un ambiente accogliente e
luminoso. Anche gli university stores americani
come The Lobby Shop testimoniano come
il convenience possa essere conveniente
per il retail. L’altro boom atteso è quello del
negozio in tasca. 200 milioni di cellulari che
squillano in tutta Europa, 60 miliardi di euro
Highlights
il giro d’affari previsto per il 2004 sono cifre
I consumatori non stanno mai fermi,
che fanno riflettere. Tradotto in termini di
vengono e vanno, e il tempo per loro stringe.
opportunità di canale: 200 milioni di potenziali
L’imperativo: diminuire lo stress e il fattore
negozi a disposizione. Un’enormità. Pepsico
tempo dello shopping. Dopo i cibi pronti in
e Coca-Cola stanno già sperimentando
pochi minuti arrivano i negozi per l’acquisto
l’acquisto e addebito di bevande via telefonino
in pochi minuti. Soprattutto per i bisogni
in Scandinavia e Giappone. L’iniziativa “Sms
“volanti”. Il format che meglio interpreta
me for a Coke” che Coca- Cola ha testato
questa esigenza è il convenience store, da non a Vienna in partnership con il provider
confondere con convenienza. Comodo è il
telefonico austriaco One su una ventina di
termine giusto. Il potenziale di questo mercato distributori automatici di bevande ha dato
è stimato nella sola Germania in 10 miliardi
risultati incoraggianti. Anche eBay, sito leader
di euro e secondo gli esperti raddoppierà
nelle aste e lo scambio di oggetti, sta puntando
nei prossimi 10 anni. Stazioni ferroviarie e
sugli acquisti via sms, come pure Chl, uno dei
di servizio, aeroporti, videoteche, cinema,
primi operatori di e-commerce italiano, che
alberghi, università, treni, parrucchieri, uffici
offre il servizio SmShop da ormai un anno. E
postali, condomini e uffici. Il convenience apre se proprio qualcuno è ancora immobile, per
infinite possibilità di nuovi canali. Ancora una
scelta o necessità, allora è il negozio a mettersi
volta il big della distribuzione food Sainsbury’s in movimento. A Londra va di moda il “mobil
è presente quando si tratta di cavalcare un
business coiffeur” parrucchieri, come Errol
trend. I Sainsbury’s Local sono il frutto della
Douglas, che durante la pausa pranzo fanno
partnership con Shell. Distributore di benzina e il taglio ai manager direttamente in ufficio. Il
minimarket si fondono. Prodotti freschi e due
colosso svizzero della grande distribuzione
Migros porta il supermercato su quattro
ruote direttamente nei paesini sperduti delle
Alpi Svizzere mentre sempre in Svizzera il
Railshop promozionale della Coop da un idea
di come può essere la spesa in carrozza. E
dopo il negozio sotto casa arriva il negozio
in casa. È il caso del servizio “silver high
touch” per la terza età sviluppato dalla catena
svedese Seniorshop. In pratica dei mobil shops
che vanno direttamente a casa del cliente.
All’anziano non resta che stare comodamente
seduto in poltrona aspettando che il negozio
bussi alla porta. Più convenience di così!
Trendline
› time value
› easy access
› convenience revolution
› m-commerce
› shop on tour
Look at:
www.j-sainsbury.co.uk
www.one.at
www.ebay.com
www.seniorshop.se
www.migros.ch
www.coop.ch
www.dukestores.duke.edu
www.chl.it
www.erroldouglas.com
P . 19
THE FUNCTIONAL
VALUE EXPERIENCE
TREND 09
Task
Rispondere all’esigenza del hypersmart
shopper, un universo di consumatori in
esponenziale aumento.
v
Segno dei tempi. Ieri gli spacci aziendali
erano la meta di pochi fanatici del risparmio
disposti ad avventurarsi per tortuose strade
di campagna. Erano i tempi della vendita
diretta, da produttore a consumatore. Oggi
i moderni Factory Outlet Village o Designer
Outlet come il Mc Arthur Glenn di
Seravalle o il Fox Town di Mendrisio sono
enormi parchi commerciali, stile Disneyland,
per il saldo di massa delle grandi marche.
Luoghi che rappresentano il canale ideale
per far fuori vecchie collezioni, fine serie
e merce invenduta, ovviamente a prezzi
assai convenienti. Un gioco che sta bene
a entrambe le parti perché fatto a carte
scoperte. Concept: il brand alla portata
di tutti. Per il momento ancora snobbati
dal mercato italiano i discount assumono
altrove sempre più peso. Wal-Mart è il top
retailer mondiale anche grazie a questo
format, e nella ricca Germania il settore
discount è un category killer che copre
già più del 30% del mercato. E dopo hard,
soft, lean e techno arrivano i discount di
lusso - come la catena americana Zales, the
diamond store, che propone in oltre 200
punti vendita diamanti e gioielli a prezzi di
discount - e i Bio Discount. In Germania
BioDiscountMarkt si propone con lo slogan
“bio a prezzi stracciati”, mentre anche nella
più grande e trendy catena di supermercati
del biologico “Basic - il bio per tutti” si
respira un “Aldi-Feeling:” ampia scelta
(circa 8 mila referenze), ambienti razionali
e luminosi, prezzi compressi sono i punti
di forza.Grande interprete del “prodotto
migliore al prezzo più basso” pure la
catena Cash Converters, i 430 negozi
che comprano l’usato in contanti e lo
rivendono con 30 giorni di garanzia.
Bye bye retail: la vendetta del consumatore
corre in rete. 20 mila siti sul Bargain
shopping, web communities come Esmarts,
Bots- Assistants che aiutano il consumatore
a trovare il prezzo migliore per qualunque
articolo e worldwide, gruppi di acquisto
online, portali di comparazione prezzi su
qualsiasi tema anche per servizi primari
come www.energyshop.com, una specie
di energy virtual community che negli Stati
Uniti si propone con lo slogan “natural
gas and electricity comparision for you at
home”, marketplace C2C per lo scambio
e la vendita diretta da consumatore a
consumatore, siti specializzati sul tema
“Tutto Gratis” sono solo alcune delle forze
messe in campo dal freeweb. Una guerra
che il retail tradizionale deve gestire con
attenzione.
Trendline
› cleverness shopping
› big brands small prices
› cheap chic
› store wars
› C2C
Look at:
www.basic-ag.de
www.bio-discount-markt.de
www.schnaeppchen.de
www.zales.com
www.factory-outlet-italy.com
www.energyshop.com
www.mcarthurglen.com
www.ebay.com
www.sconti.it
www.cashconverters.com
www.foxtown.ch
www.costameno.it
www.esmarts.com
www.billiger-shopping.de
www.freeonline.it
www.gratis.it
P . 20
THE FUNCTIONAL
VALUE EXPERIENCE
TREND 10
Task
Rispondere all’esigenza di formazione
e di affiancamento richiesto non tanto
nella esperienza d’acquisto quanto
nell’utilizzazione del bene acquistato.
Consiste nell’evoluzione del servizio alla
clientela: allenare sul tema del prodottoservizio diventa il futuro must.
Highlights
La complessità della società tecnologica
richiede sempre più conoscenze e
competenze. Il sapere è il vero potere. Il
consumatore evoluto lo sa. E ora pretende
questo potere. Consumare conoscenze,
soluzioni. Il commercio attento a queste
nuove dinamiche trasforma il sapere in
merce pregiata e ricercata. Sugli scaffali del
futuro c’è sempre più know how. Tabelle
alimentari personalizzate, commesse
dietologhe, fitness e wellness training nel
punto vendita, babysitting professionale e
servizi di pedagogia abbinati alla vendita
di giocattoli, do-it-youself training, home
services globali sono esempi del variegato
universo del life coaching. Un prodotto
di largo consumo come il detersivo
diventa un “processo” che trascende il
suo semplice valore d’uso o simbolico.
La multinazionale Unilever introduce un
high touch service e “clean coaching”
con Myhome: servizi integrati per la
pulizia della casa e degli indumenti. Non
abbandonare il cliente al suo destino è
anche la filosofia di Sainsbury’s: risolvere
i piccoli problemi quotidiani, assistere,
educare. All’interno del nuovo concept
store di Manchester l’area ricreativa
bimbi, realizzata in collaborazione con
il London Science Museum, comprende
giochi educativi che allenano la mente.
Un esempio invece estremo di coaching
è il punto vendita Tiso aperto a Glasgow:
impianto di pioggia artificiale per provare
l’impermeabilità degli indumenti, parete di
ghiaccio per provare ramponi e piccozze,
sentiero roccioso per collaudare mountain
bike, cabina del vento che riproduce le
violenti raffiche scozzesi sono alcune
trovate che fanno di questo negozio il
paradiso per chi ama sport e avventura.
Trendline
› life coaching
› high touch service
› one to one marketing
Look at:
www.j-sainsbury.co.uk
www.rei.com
www.tiso.ws
www.myhome.co.uk
P . 21
03.
Il prossimo
futuro
Spunti
di riflessione
Un altro negozio è possibile?
Il negozio progettato dal consumatore
Il punto di vista
di alcuni professionisti
L’indagine sui visitatori
di NemoNextShop
Alcuni indicatori
economici
P . 22
Spunti
di riflessione
Nel condurre la ricerca sono emersi
dati e argomenti di riflessione
complementari, necessari per
comprendere e assegnare il
corretto peso alle dinamiche in
atto nel retail: dal T-Commerce ad
indicazioni tecniche sulle tendenze
di allestimento dei punti vendita
sviluppate da centri di ricerca
internazionali, ad analisi strategiche
sugli scenari competitivi del retail nei
prossimi 5 anni.
Trend e controtrend
Comprendere i trend è
fondamentale per comprendere
il mercato, ma le indicazioni non
possono essere univoche: un trend
non è significativo di per sè, lo è in
quanto segnala un percorso. Non
può essere seguito acriticamente.
Da esso si aprono strade di sviluppo,
anche di opposizione. Ogni azienda
deve acquisire la consapevolezza
dell’esistenza di una mappa di
opinioni e di codifiche logiche
all’interno delle quali sviluppare e/o
confrontare la propria strategia.
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P . 23
12 elementi per progettare i
punti vendita del 2005
Rispetto alla fine degli anni ‘90, il
concetto di lay-out e immagine
del punto vendita si è fortemente
sviluppato. La shopping experience
e il concetto stesso di shopping
emotivo si sono molto evoluti. Il
concept store e l’allestimento dei
punti vendita diventa progetto
di corporate identity integrato. Il
negozio assume sempre più il ruolo
di “media di comunicazione” per
l’azienda. La sua progettazione
assume valenze trasversali che
incrociano l’ambito tecnico,
architettonico, di marketing e di
comunicazione.
Una sintesi di alcune chiavi di
progettazione per i negozi è
stata presentata da EHI, che ha
evidenziato 12 punti chiave che
stanno guidando i più innovativi
progetti architettonici di negozi nel
mondo:
02. Corsie e spazi di passaggio più
ampi
11. Integrazione immagine interna/
esterna di vendita e di servizi
03. Colori chiari, pastello, bianco,
ghiaccio
12. Enfasi sull’integrazione totale tra
ambientazione e insegna/brand
04. Pavimentazioni con materiali
diversi per differenziare le aree di
vendita
Fonte:
EHI Trendbarometer Ladeneinrichtung
- GDOWEEK
01. Spazi di vendita aperti, layout
che trasmettono la sensazione di
trasparenza, leggerezza
10. Chioschi multimediali non invasivi
per assistenza clienti
05. Soluzioni modulari, leggere,
altamente specializzate
06. Illuminazione flessibile, non
omogenea: punti e fasci di luce per
dare risalto ai prodotti
07. Informativa clienti con forte
utilizzo di immagine, colori, simboli
08. Inserimento aree relax
09. Gestione dell’immagine anche
nelle aree servizi accessorie
(toilettes, parcheggi, ecc.)
Il consumatore
camaleonte
Dopo anni trascorsi in attività volte
ad individuare target e segmentare il
mercato potenziale, oggi si assiste ad
un cambio di rotta.
“Il consumatore del futuro è
imprevedibile e indefinibile. Come si
cattura? Con il trust. Il consumatore
reclama a gran voce onestà, rispetto,
trasparenza, coerenza e fiducia. E
solo le imprese che rispettano questi
valori avranno possibilità di catturalo.
È l’era del fair trade.”
Annual Shopper Report 2002 Chain
Store Age / Cap Gemini Ernst & Young
- USA
P . 24
T-Commerce
Dopo E-Business e M-Business si
svilupperà il T(ele)-Business: il mezzo
di comunicazione più diffuso si
trasforma in negozio, ma non solo,
anche i più importanti operatori
retail si trasformano in canali
televisivi.
Alcuni dati:
01. L’on-line TV shopping è già una
realtà per i colossi della distribuzione
britannica Tesco e Asda
02. In UK sono già 10 milioni gli
utenti del canale interattivo BSkyB
03. Il TV shopping network HSN,
una divisione di USA Interactive, è in
onda 24 ore su 24, fattura 2 bilioni
di dollari e raggiunge 143 milioni di
utenti in tutto il mondo
Multifomat e Multichannel
Una sintesi di come sarà il retail del
futuro è stato oggetto di uno studio
condotto nel 2002 dal Retailing
Research Group di Coca Cola. Il
risultato è interessante, ma conferma
la criticità della fase di progettazione
e costruzione del modello.
Lo scenario è chiaro, ma complesso.
Per le aziende la sfida competitiva si
concentra nelle capacità di metterlo
in atto, concretamente, con una
chiara visione della propria identità e
delle funzioni che ogni format e ogni
channel devono avere in una logica
aziendale complessiva.
“The store of the future will be multiformat and multi-channel driven by its
consumers shopping modes.
The mature European retailing market
will experience intensifying competition,
where Food stores will no longer define
their competition as consisting only of
other food stores.
Satisfying tomorrow’s increasingly
polarised and fragmented consumers
will demand a better understanding
of their needs and closer customer
relationship than today.
Tomorrow’s relationship landscape will
become more complex. Choosing the
right type of consumer relationship will
be vital for the Retailer.
A strong retail brand will differentiate
the retailer, add value and underpin
the consumer relationship in this
increasingly competitive food-shopping
environment.”
Fonte:
Coca Cola Retailing Research Group
P . 25
Un altro negozio
è possibile?
Il negozio progettato
dal consumatore
Il negozio del futuro lo fanno i
consumatori che, al di fuori delle
strategie aziendali, scelgono dove e
come fare shopping.
Sarà il consumatore, cittadino e
persona, a scegliere a chi rivolgersi
e in quale tipo di negozio spendere
e soddisfare i propri bisogni
commerciali.
Già oggi il cliente nella grande
distribuzione non sceglie più
l’insegna, ma i singoli reparti. Non
è completamente fidelizzabile:
segue percorsi d’acquisto anarchici,
frammentando i consumi tra diversi
punti vendita in funzione delle
atmosfere, della qualità percepita e
dell’estro del momento.
Per le aziende l’ascolto e la
creazione di una relazione con il
cliente diventa fondamentale.
Sistemi standard di CRM, datamining,
contact center, marketing e
profilazione non sono più sufficienti.
Da Procter & Gamble a Unilever e
Levi’s, molte aziende costruiscono
prototipi di punti vendita anche solo
per indagare e raccogliere, senza
filtri, i desideri e i comportamenti
reali della gente.
Il convegno
NEMO ha approfondito i temi
del paragrafo precedente con
un convegno organizzato da
GDOWEEK e POPAI.
Un talk show che ha coinvolto
esperti del settore ed il pubblico su
“La centralità del cliente nel punto di
vendita del futuro, un altro negozio
è possibile?”.
Il talk show è stato un’occasione
per proseguire dal vivo il dibattito
sollevato dalle provocazioni
esposte in NEMO NEXT SHOP,
presentando esempi di cosa non
deve essere fatto in un negozio
e di cosa può invece essere
concretamente implementato.
P . 26
Come
sarà,
secondo lei,
il negozio
del
futuro?
Il punto di vista
di alcuni
professionisti
La ricerca NEMO ha quale perno
della propria analisi il consumatore
finale: attore cruciale della
pianificazione dei modelli di retail
futuri.
Ma alcuni consumatori sono anche
professionisti del settore con visioni
personali del prossimo futuro.
Senza volontà di raccogliere
indicazioni esaustive, ma con
l’obiettivo provocatorio di
ascoltare anche altre fonti, sono
stati intervistati alcuni interlocutori
di diverso profilo ai quali è stato
chiesto come sarà, secondo loro ,il
negozio del futuro.
G IN I
EN ZO B IA
DIEG
O PI
AC
ENTI
NI
“Il negozio del futuro sarà con
dei muri, delle vetrine e delle
commesse... Solo che ci sarà molta
più gente che comprerà on-line”
Diego Piacentini
Senior Vice President Amazon
“Creatività, ricerca e innovazione
sono gli elementi vincenti per
realizzare il negozio “definitivo”;
la generazione di nuovo valore
si ottiene garantendo ai clienti la
migliore “esperienza di acquisto”
associata ad un supporto di altissima
qualità. Seguendo questi principi,
Apple ha realizzato negli Stati Uniti
una catena di negozi di grande
qualità e visibilità con concept nuovi
quali il “genius bar”, il teatro delle
presentazioni e aree emozionali
incentrate su temi innovativi quali
fotografia, film e musica digitale:
vedere per credere!”
Enzo Biagini
Amministratore Delegato Apple
Italia
P.27
SA N D R O
FE R R ER
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O
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“Il negozio di domani dovrà essere
lucido e interattivo. Un club di
amici, dove l’impiego di tecnologie
mirabolanti dovrà rispondere a
esigenze di identità, appartenenza e
condivisione, per un “più” di dialogo
tra persone: l’uomo più che mai
soggetto attivo. Il negozio potrà
diventare persino un laboratorio
informale dove sperimentare nuovi
linguaggi felicemente ibridi, nati
dall’incrocio di parole, immagini,
suoni.”
“... sarà un punto di contatto, fisico o
virtuale, ma comunque specializzato.
Qui i clienti troveranno prodotti,
ma anche servizi, in grado di
soddisfare grappoli di bisogni sempre
più astratti sul piano valoriale ed
esperienziale. Insomma, un luogo
ad elevato impatto emozionale
che offrirà assortimenti del tutto
svincolati dai confini delle tradizionali
categorie merceologiche. Sarà
bello da vivere ... e non solo per lo
shopping.”
Ernesto Ferrero
Scrittore e Direttore Salone del
Libro di Torino
Sandro Castaldo
Docente Università Bocconi
VIA
UL
NI
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“Il negozio del futuro sarà quello del
passato.
Il negozio sopravviverà grazie al
calore e all’atmosfera che il cliente vi
respirerà all’interno.
La tecnologia starà sotto al banco
a fare il lavoro sporco, fornendo
al negoziante rapidamente tutte
le informazioni sui prodotti e sulla
disponibilità, supportando sistemi di
pagamento innovativi e permettendo
in via ultima di servire meglio chi lo
frequenta, sceglie, compra.
Il negozio del futuro solleverà il
negoziante dalle attività più time
consuming permettendogli di
concentrarsi sul rapporto con il
cliente e sull’esperienza d’acquisto:
due parole sincere ed un sorriso in
più in un ambiente meno frenetico
ed omologato.”
Fulvia Nicoli
Vice President Strategy Marketing
MTV Italia
P.28
TIT
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“In un mondo www attraversato
da ricorrenti ubriacature (vere)
per i miracoli del “virtuale” (basta
la parola), si sprecano le acrobazie
divinatorie sul nuovo negozio. Le
infarinature informatiche autorizzano
i profeti del .com a penose fughe in
avanti verso un mondo dove non ci
scambiamo più merce, ma solo bite.
Io, al contrario, continuo
ottusamente a credere che oggi
come e più di ieri la grande
occasione del NEGOZIO sia proprio
la MERCE, con la sua qualità fisica,
la sua “toccabile” concretezza e la
sua seducente realtà. Per me oggi il
“negozio di domani” è il “negozio di
ieri”.”
O SA B B AD
IN
“Il punto vendita del futuro sarà
un mezzo di comunicazione e di
informazione.
Sarà un centro di servizi
per la clientela. Un luogo di
intrattenimento.
In altri termini, nei punti vendita del
futuro aumenterà la componente
comunicativa, informativa, di servizio
e di svago.”
Edoardo Sabbadin
Docente Università degli studi di
Parma
“Parlando di moda, quindi di vestiti
e di accessori che suggeriscono stili
diversi, mi vengono in mente mondi
di riferimento e quindi formule
di negozi altrettanto diversi. La
creatività del sell out si esprimerà
pertanto secondo un concetto di
eleasticità e di eterogeneità, che
troverà tutti d’accordo su un punto.
Non perdere di vista, neppure per
un momento, le attese del proprio
consumatore”.
Titti Matteoni
Direttore di Fashion
Gianni Pareschi
Designer
P.29
L’indagine sui visitatori
di Nemo Next Shop
Poiché il filo conduttore della
ricerca è la centralità del cliente/
consumatore, con i suoi bisogni
e le sue richieste, che portano a
concentrarsi non solo sul brand
ma anche sul concept stesso del
“contesto d’acquisto”, è stata
condotta sui visitatori di NEMO
NEXT SHOP un’indagine volta a
rilevare le sensazione dei clienti
del negozio del futuro. Sono stati
intervistati oltre 500 visitatori del
salone Franchising e Partnership.
Le domande riguardavano due aree:
quali trend sono sentiti più vicini al
proprio modo di essere e quali sono
le caratteristiche “desiderate” di un
punto vendita ideale.
Dai risultati dell’indagine si evidenzia
un’immagine del negozio del futuro
che riscopre i valori del negozio
tradizionale, personalizzato e con
una forte attenzione alla relazione
umana. Un negozio capace di
diventare un luogo anche di relax
e di riferimento sociale urbano,
ubicato nel centro città. Questo a
conferma della crescita dei centri
commerciali naturali urbani.
Il punto vendita del futuro deve
però offrire anche forti elementi
di servizio: orari di apertura molto
flessibili; servizi che ne agevolano
l’accessibilità e la capacità di offrire
prodotti e servizi personalizzati.
In quale
trend
si riconosce?
I trend più votati
Indagando in quali trend i visitatori si
sentissero maggiormente identificati
è stato evidenziato quanto segue.
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Quali
orari
di apertura?
Fra i trend “innner value
experience”, My shopping - il
negozio personalizzato - è stato
quello più votato, con il 39% delle
preferenze, seguito da Authentic
shopping - il ritorno alle origini preferito dal 23% degli intervistati.
Tra i trend “funtional value
experience”, 24 shopping - il negozio
sempre aperto - ha accumulato
il maggior numero di preferenze
(32%). Il secondo trend per numero
di votazioni è il Coach shopping - il
negozio che allena - con il 21% dei
voti.
Gli orari di apertura
A conferma dell’interesse vero il 24
shopping, il 39% degli intervistati
desidererebbe poter fare acquisti
ad ogni ora del giorno e della
notte, con la possibilità di usufruire
immediatamente del prodotto.
Ogniqualvolta scatta il bisogno di
acquistare.
Un altro 31% desidererebbe poter
fare acquisti nei giorni festivi.
Un numero di persone quasi
identico (30%) desidererebbe invece
acquistare in orario serale, tardo
dopolavoro o dopocena.
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P . 30
Quali
caratteristiche
ha il negozio
del futuro?
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Ruoli e Servizi
del negozio del futuro
Si sono ancora indagate le
preferenze dei visitatori riguardo
alcune caratteristiche dei punti
vendita. Si è chiesto quale potrà
essere il ruolo dei negozi nel vissuto
quotidiano, dove dovranno essere
ubicati e quali servizi dovranno
offrire, indicando anche il prezzo
che si è disponibili a pagare per il
servizio.
> Ruolo sociale del negozio
Il negozio del futuro, secondo il 41%
degli intervistati, affiancherà alla sua
funzione commerciale quella di luogo
di incontro e di riferimento sociale.
Secondo un altro 40%, sarà un luogo
di relax dove poter - perché no?
- anche ritrovare se stessi. È già oggi
sempre più diffusa la possibilità di
consumare cibi e bevande in luoghi
non “naturalmente” preposti a tale
funzione, ma anche di rilassarsi per
ascoltare musica e leggere. Sono
ancora pochi coloro che, invece,
ritengono possibile la trasformazione
del negozio in luogo dove fare
cultura (19%).
> L’ubicazione del negozio del futuro
Il negozio del futuro dovrebbe
essere situato nel centro della
città (40%) o nel proprio quartiere
(31%). La comodità, a parità di
offerta, vince. Esiste tuttavia la
consapevolezza che sono i grandi
spazi dei centri commerciali i luoghi
dove è più facile trovare una risposta
a più bisogni con un solo viaggio. I
negozi del futuro saranno là secondo
un 17% degli intervistati. Internet
trova sempre maggiore riscontro
ed utilizzo, tanto che il 12% del
campione manifesta interesse per
la possibilità di trovare il proprio
negozio anche su Internet.
> I servizi del negozio del futuro
È poi stato indagato il livello di
interesse verso alcuni servizi e i
prezzi che si è disponibili a pagare.
Gli intervistati potevano dare più di
una risposta.
• Accessibilità: 93%
Servizi che agevolano l’accessibilità
al punto vendita (parcheggi, trasporti
pubblici in prossimità, ...).
L’accessibilità al punto vendita
è ritenuta fondamentale, anzi
imprescindibile (93%). Al punto che
il 46% delle persone non è disposto
a pagare alcunché per questo
“servizio”.
• Personalizzazione: 86%
Possibilità di personalizzare il prodotto
secondo proprie specifiche.
La personalizzazione dell’offerta del
servizio o del prodotto è fortemente
desiderata (86%), ed è realmente
percepita come un valore aggiunto:
il 70% degli intervistati è disposto
a pagare anche più di 5 Euro per
questo servizio.
• Personal Shopper: 40%
Possibilità di avere una persona che
affianca o sostituisce il cliente nello
shopping.
Questo servizio è ancora poco
diffuso in Italia, e strettamente
legato ad alcune tipologie di attività.
L’interesse è forte anche se è
percepibile una diffidenza che induce
a definire un appiattimento del
prezzo per il servizio verso il basso.
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P . 31
Alcuni indicatori
economici
rispondere ad un azionariato diffuso
della traduzione delle proprie
strategie distributive in risultati
reddituali.
Nella presente sezione sono
riportate alcune tabelle di
riferimento: la situazione distributiva
in Italia, alcuni indicatori di
produttività di punti vendita e il
ranking dei maggiori retailer mondiali.
Nemo si è focalizzato
essenzialmente sull’analisi dei
segnali deboli di tipo qualitativo che
indicano il modo di fare shopping
e retail nel futuro. A fianco di
queste valutazioni occorre però
tener presente anche gli aspetti
quantitativi. Per le aziende, infatti,
le strategie ed i macro scenari sui
trend dei modelli distributivi hanno,
e devono avere, una ripercussione
diretta sui bilanci aziendali.
Tali dati, pur molto eterogenei,
sono qui proposti come spunto di
riflessione e di approfondimento.
Nell’ambito della ricerca sono
stati raccolti alcuni indicatori che
rappresentano riferimenti importanti
per valutare le performance
economiche aziendali. Tali aspetti
sono tanto più importanti per
le realtà quotate, che devono
Andamento
della distribuzione in Italia
In Italia, il settore della distribuzione
sta vivendo dall’inizio degli anni ‘90
una forte contrazione numerica: i
punti di vendita si sono ridotti di
circa il 33%, con diversa incidenza
nei settori food e non food.
Un’analisi più dettagliata evidenzia
però che tale fenomeno non
riguarda indiscriminatamente tutte le
formule commerciali. Ad esempio,
la GDO (Ipermercati, Supermercati,
Hard Discount) ed il franchising, dalla
seconda metà degli anni ‘90, stanno
riscuotendo un successo dilagante.
Il successo conosciuto da queste
formule commerciali sottolinea
non tanto il successo della grande
distribuzione tout court, ma
l’importanza - anche per i punti
vendita al dettaglio - di focalizzarsi
sulla ricerca di una propria specifica
identità che renda possibile la
differenziazione dalla concorrenza.
Questo conferma la tesi che i presidi
territoriali, organizzati in qualsivoglia
fattispecie, hanno successo nella
misura in cui sanno rappresentare
un’offerta e un’identità coerente,
forte, efficacemente gestita e
comunicata al cliente finale.
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P . 32
La produttività dei punti
vendita: Italia ed Europa
Le tabelle di sintesi riportate
evidenziano forti spread sulla
produttività per catene e per format
distributivi, proponendo alcuni
benchmark di riferimento.
Deve essere tuttavia sottolineato
che tali indici di produttività
fanno riferimento al mondo della
grande distribuzione: per i retailer
tradizionali i parametri variano
sensibilmente.
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P . 34
I più importanti retailer
nel mondo
Per parlare delle tendenze del futuro
è necessario conoscere i big player
del settore. Sono riportate due
tabelle che evidenziano il ranking
dei primi 200 e dei primi 20 retailer
mondiali.
Nella prima tabella è possibile
identificare le posizioni dei retailer
italiani della Grande Distribuzione:
COOP, CONAD, Esselunga tra gli
altri. Interessante notare come nel
ranking “Top 200 Global Retailer”
sia entrata Amazon.
Dalla seconda tabella si nota come
Wal Mart presidi con solidità la
leadership: il suo fatturato è oltre
il triplo di quello della francese
Carrefour, seconda in posizione.
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P . 36
04.
Nemo in azienda
La ricerca
suscita domande
Il workshop
di approfondimento
P . 37
La ricerca suscita
domande
L’obiettivo della ricerca è stato
quello di individuare trend e key
point per stimolare riflessioni sullo
scenario nel quale ci si muove oggi.
Sono stati offerti molti spunti e
esempi riferiti a paesi, settori e
tipologie distributive talvolta agli
antipodi. Si sono indagate con
curiosità strategie innovative di
big player (Coca Cola, Wall Mart,
BMW) e di realtà molto piccole (Il
Sentiero, Tower 24, AltroMercato).
Tutti sono tratti di pennello di un
unico grande quadro.
Alla luce delle numerose
informazioni fornite, è legittimo che
gli uomini d’azienda si interroghino
su quale sia il futuro distributivo della
propria realtà. “Copiare” o “imitare”
quanto già sviluppato da altri non
può essere la risposta. È, invece,
fondamentale saper cogliere gli
spunti, elaborarli e definire la miglior
strategia per il proprio contesto
aziendale, considerando il DNA
societario,le capacità produttive
e di investimento, la dimensione
del mercato finale esistente e
potenziale, le caratteristiche del
mercato di approvvigionamento,
il posizionamento aziendale, la
concorrenza.
Il fattore critico di successo
competitivo è la capacità di
raggiungere il cliente finale. Occorre
dunque, per ogni azienda, costruire
in base alle proprie competenze
distintive il proprio unico ed originale
modo di essere retailer.
Ricercare la propria
specifica identita’
sul mercato: un
posizionamento che
valorizzi le proprie
competenze distintive.
Alcune domande raccolte durante
NEMO NEXT SHOP seguono:
• E’ possibile sviluppare una
strategia distributiva che cavalchi
contemporaneamente più trend?
• Che peso assumono i 10 trend nei
diversi settori merceologici?
• Come può, anche la media
azienda, trarre beneficio dalla
conoscenza delle nuove trend-line?
• Quali impatti economici
ed organizzativi comporta la
sperimentazione di nuovi format
commerciali?
• Nella stessa azienda possono
coesistere politiche e canali
commerciali tradizionali e innovativi?
• Come si deve modificare il channel
mix di un’azienda retail?
P.38
• Quali azioni di marketing devono
essere attivate per tenere conto dei
nuovi trend?
Il workshop di
approfondimento
• Come avviare una strategia multichannel e multi-format?
Per le aziende interessate ai temi qui
sollevati NEMO offre dei workshop
di approfondimento.
La metodologia adottata da Nemo è
interattiva e multimediale, ricorrendo
anche a filmati e slide, e propone
numerosi approfondimenti di
casi aziendali, eventualmente da
concordare con la singola azienda,
secondo settore, mercato di
riferimento e benchmark.
L’obiettivo è quello di stimolare,
durante un incontro strutturato,
il management ad una riflessione
riguardo le strategie di retail
implementabili.
• La stessa azienda può interpretare
i diversi trend ricorrendo a diversi
format di negozio oppure è
necessario diversificare il brand?
L’obiettivo è non lasciarsi
sorprendere dal futuro e conseguire
un miglioramento delle performance
aziendali.
P.39
05.
Nemo Next Shop:
l’evento
P . 40
Nemo Next Shop:
l’evento
Nemo ha realizzato, all’interno del
Salone Franchising & Partnership
2002 di Milano, la mostra Nemo
Nexthop, nella quale sono stati
presentati i risultati della ricerca
“Come faremo shopping nel 2005?
I trend e i precursori di come sarà il
negozio del futuro”.
Attraverso installazioni multimediali,
video, case history ed un convegno
sono stati presentati agli oltre 24.000
visitatori del Salone le tendenze del
Ritail Internazionale.
La mostra è stata realizzata da
RDS, EXPO cts, Gruppo Sabatini
in collaborazione con POPAI,
GDOWEEK e VRWAY
P . 41
P . 42
come faremo shopping nel 2005?
how will we shop in 2005?
EXPO cts
www.expocts.it
Coordinamento scientifico:
Luigi Rubinelli
RDS consulting
www.rdsconsulting.it
GRUPPO SABATINI
www.grupposabatini.it
Ideazione:
Antonio Fossati
Giacomo de Gennaro
Marco Della Croce
Curatore:
Thomas Bialas
In collaborazione con:
Consulenza strategie e trend retail:
RDS consulting
POPAI EUROPE ITALIA
www.popai.it
GDOWEEK
www.gdoweek.it
Art direction mostra:
Marco Tortoioli Ricci
Progetto allestimento mostra:
Paolo Haigh Castiglioni
Studio Architetti
Realizzazione allestimento mostra:
Gruppo Sabatini
Grafica mostra:
BCPT associati
Con il supporto di:
VRWAY
P.43
Nemo, il laboratorio di ricerca sulle tendenze del retail
tel 02-48.14.110
fax 02-49.87.809
[email protected]
– www.nemolab.it –
GDOWEEK è il sistema di
informazione di marketing per il
retail e l’industria:
Associazione internazionale dedita
a promuovere la cultura del Punto
Vendita nella sua globalità al fine di
valorizzarne l’importanza all’interno
del Marketing-mix.
GDOWEEK.IT
l’agenzia di stampa internet che
copre la notizia in tempo reale,
lancia temi di discussione e anticipa
i contenuti di tutto il nostro sistema
editoriale.
GDOWEEK
Il settimanale. Il percorso che
collega le strategie ai risultati. Fare
dell’attualità un mezzo al servizio
dell’impresa che sappia presentare
adeguatamente la complessità.
ORIENTAMENTI
Consumatori, retailer e le idee
sostenibili lo strumento editoriale
che registra il cambiamento del
sistema produzione-distribuzioneconsumo con analisi economiche, di
marketing e sociologiche.
LAYOUT
soluzioni e sistemi per il punto di
vendita innovativo lo strumento per
analizzare l’evoluzione del sistema
retail, nel suo complesso e nei
particolari del suo divenire.
– www.gdoweek.it –
Nasce nel 1936 negli Stati Uniti
d’America e si diffonde poi negli altri
continenti. Nel 1988 nasce a Parigi
la sede europea POPAI EUROPE.
Negli anni ’90 si sono costituite sedi
nazionali in quasi tutti i Paesi europei.
Popai promuove in modo
autonomo, in ciascun paese
membro, il ruolo del Punto
Vendita nel processo che vede il
consumatore divenire acquirente.
Gli obiettivi di POPAI sono:
>
Essere il centro di competenza del
retail, di tutto quanto ruota attorno
al punto vendita
>
Creare, raccogliere e diffondere
informazioni relative al mondo del
retail
POPAI si impegna a promuovere e
valorizzare attraverso il supporto e le
competenze degli Associati il ruolo
chiave del Punto Vendita avvalendosi
degli strumenti più idonei e
attuali che la sua collocazione di
osservatorio privilegiato a livello
internazionale le consente di
utilizzare.
Per questo l’industria, la distribuzione
e le società di servizi retail sono i
partner di POPAI.
– www.popai.it –
RDS Consulting, società di
consulenza direzionale, è
specializzata nello sviluppo di
strategie retail e creazione di canali
di vendita. Fondata a Milano nel
1990, ha sviluppato progetti di
riorganizzazione dei canali di vendita
per aziende quali Apple Computer,
Aprilia, DHL, Ferrovie dello Stato,
Grandi Stazioni, Standa, Unicem e
progettato molte reti franchising
italiane ed internazionali tra cui
Brummel, Divani&Divani, Kasanova,
Italgas, Lafarge Roofing, Timberland
Europe, Trussardi.
Gli interventi di RDS Consulting
sono caratterizzati da forte
concretezza. Intervenendo sulla
pianificazione strategica, la società
affianca il management aziendale
nella organizzazione operativa dei
progetti, intervenendo con tre
tipologie di servizi:
CONSULENZA AZIENDALE
Definisce progetti e politiche
distributive valutandone gli impatti
strategici, economici ed organizzativi.
COMUNICAZIONE
Crea brand identity, progetta
negozi, sviluppa marchi e materiale
di comunicazione per il trade e il
cliente finale.
FORMAZIONE
Progetta ed eroga corsi di
formazione, manuali operativi e
strumenti per il controllo della rete
vendita (tradizionale o franchising).
– www.rdsconsulting.it –
P.44
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