Scheda film - Comune di Brisighella

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Scheda film - Comune di Brisighella
Schede film
Rassegna “Cinema sotto i 3 Colli” 2015 – Brisighella
Venerdì 3 luglio
Caro Diario
di Nanni Moretti
Diviso in tre momenti distinti, il film di Moretti è giunto nelle sale a distanza di quattro anni da Palombella
rossa. Nel frattempo ha interpretato Il portaborse e diretto il film-documento La cosa. Nella prima parte di Caro
diario, intitolata In vespa, siamo a Roma nel mese d'agosto. Il personaggio-protagonista girovaga, cercando
quartieri e luoghi inusuali. Va al cinema e vede, oltre a un film italiano minimalista sulle sconfitte presunte della
sinistra e del '68, Henry-Pioggia di sangue. Trovandolo brutto e troppo violento, decide di fare un terzo grado a
un critico, che ne ha scritto le lodi con un linguaggio pseudo-colto e incomprensibile (piccola apparizione di
Carlo Mazzacurati). Dopo aver osservato delle coppie ballare il merengue, incontra Jennifer Beals. Infine visita
il luogo dove è stato ucciso Pier Paolo Pasolini. Nella seconda parte, Isole, la più disimpegnata e divertente,
incontra un amico che non ama la televisione. Insieme girano le isole Eolie fino a quando la tranquillità e la
solitudine non fanno esplodere l'amico, che si converte a Beautiful e a Chi l'ha visto?e fugge verso il
continente. La terza parte, Medici, è invece la cronistoria, con una ripresa iniziale autentica, della lunga
malattia che Moretti aveva contratto. Diagnosi e medicine sbagliate, medici poco disposti ad ascoltare. Poi il
paradosso finale: quella che sembrava una malattia della pelle era un tumore benigno e i sintomi erano
riportati da una semplice enciclopedia medica. Lineare e semplice, questo film di Moretti conferma l'originalità
e la suggestiva visione cinematografica dell'autore. Bravo Renato Carpentieri. Il regista ha ottenuto la Palma
d'Oro al Festival di Cannes.
1993, commedia
con Nanni Moretti e Silvia Nono
Venerdì 10 luglio
Il sorpasso
di Dino Risi
l giorno di Ferragosto due occasionali amici, uno studente universitario un po' timido e un quarantenne
immaturo, passano assieme la giornata spostandosi con l'auto. Le ore passano veloci in un susseguirsi di
episodi tragicomici, fino all'epilogo inatteso e drammatico: la morte dello studente causata dall'incoscienza
dell'altro. Si tratta di un autentico cult movie, tra i pochi che può vantare il cinema italiano del dopoguerra.
Un'intuizione geniale è all'origine del film, che può essere definito un road movie; il confronto di due
generazioni nel territorio neutro di una giornata di vacanza. La complementarietà dei caratteri dei due
protagonisti è un supporto dalle solide basi. La sceneggiatura di Scola, Risi e Maccari è in perfetto equilibrio
tra la commedia all'italiana e il dramma sociale, questo appena accennato con alcune allarmanti sequenze
disseminate nel film e concluso nell'impietoso finale. Il cialtronesco Gassman, finalmente libero, come lui
stesso ammette, dai vincoli delle caratterizzazioni, dai ghigni classicheggianti, esprime in alcune sequenze la
sua dirompente fisicità. Distrugge con l'intuizione del superficiale i luoghi comuni che lo studente Trintignant si
era costruito in un'intera vita, sui suoi parenti. Libera lo charme opaco di una zia del suo amico. In ogni
spostamento, dalla Roma deserta del mattino di Ferragosto e lungo le strade della Versilia fino alla Costa
Azzurra, si gioca la sua dignità e persino la figura di padre. La partita a ping-pong con Gora è al riguardo
esemplare. L'attonito Trintignant in quesa scuola dei dritti è infatti l'unico a soccombere, emblematicamente.
Non pochi hanno lamentato il cambio di rotta mostrato all'epilogo. Un risveglio dalla partitura scoppiettante di
una pellicola che sembrava dover dispensare un eclettico piacere a fior di pelle. Come ne La grande guerra e
Una vita difficile il cinema italiano aveva trovato, se non un vero e proprio stile, un equilibrio che poggiava su
una precisa rappresentazione della società italiana, senza dover ricorrere ai macchiettoni che il depravato
cinema d'oggi mostra con lugubre allegria. Il rimpianto di quel cinema è presente in ogni spettatore che abbia
solo visto quei film pur non facendo parte di quella generazione. Ed ecco allora la Lancia Aurelia Sport
diventare un oggetto mitico. Così come alcune battute di questi film vengono tramandate con puntuale
approssimazione, ma con sincera partecipazione. Il sorpasso, al suo apparire quasi snobbato dalla critica, si è
ritagliato col tempo uno spazio che appartiene di diritto alle grandi memorie del cinema centenario.
1962, drammatico
con Vittorio Gassman e Jean-Louis Trintignant
Venerdì 17 luglio
Il vigile
di Luigi Zampa
A forza di raccomandazioni un disoccupato riesce a ottenere un impiego come vigile urbano. Dopo una serie
di pasticci, richiamato al dovere dai superiori, multa anche il sindaco. Ma invece di elogi, rischia il posto.
Riesce a mantenere l'impiego solo dopo aver fatto le sue scuse al sindaco. Quando vede la macchina di
quest'ultimo sfrecciare velocissima, non interviene, la macchina esce di strada e finisce in una scarpata.
1961, commedia
con Alberto Sordi e Vittorio de Sica
Venerdì 24 luglio
Il Postino
di Massimo Troisi e Michael Radford
Tratto dal romanzo Il postino di Neruda di Skarmeta. In un paesino del sud Italia giunge il poeta Pablo Neruda.
Per il periodo in cui l'artista rimarrà sarà necessario un postino per consegnare la grande mole di lettere che
arriveranno. Mario, che non ha nessuna voglia di fare il pescatore, decide di prendere al volo il temporaneo
impiego. Piano piano riesce a fare amicizia con il poeta che lo aiuta nel corteggiamento di una bella ragazza e
fa da testimone alle loro nozze. Quando Neruda potrà tornare in patria Mario ne soffrirà. L'ultimo film girato da
Troisi prima della prematura morte. E con Ricomincio da tre è il suo migliore.
1994, Commedia
con Massimo Troisi, Philippe Noiret , Maria Grazia Cucinotta,
Venerdì 31 luglio
Amarcord
di Federico Fellini
Amarcord in dialetto romagnolo (il dialetto di Fellini) vuol dire "mi ricordo", e il regista ricorda gli anni della sua
infanzia, gli anni Trenta, al suo paese. Passano dunque i miti, i valori, il quotidiano di quel tempo: le parate
fasciste, la scuola (con l'insegnante prosperosa che stuzzica i primi pensieri), la ragazza "che va con tutti", la
prostituta sentimentale, la visita dell'emiro dalle cento mogli, lo zio perdigiorno che si fa mantenere, la Mille
Miglia, i sogni ad occhi aperti, il papà antifascista che si fa riempire d'olio di ricino, il paese intero che in mare,
sotto la luna, attende il passaggio del transatlantico Rex. Fellini nel '76 era ancora in grado di incantare
praticamente con niente, confezionando appunto il "niente" con colori, fantasia e sensazioni. Si giova dei soliti
collaboratori, a cominciare da Nino Rota sempre importantissimo nell'economia del cinema felliniano.
1973, Commedia
con Pupilla Maggio e Bruno Zanin
Venerdì 7 agosto
Mediterraneo
di Gabriele Salvatores
Quinto film di Gabriele Salvatores, terzo di successo, dopo Marrakesh Express e Turné. Un manipolo di
soldati italiani ha l'ordine di presidiare un'isola greca, apparentemente deserta. C'è il tenente Montini col suo
attendente Farina, ci sono il sergente Lo Russo (Abatantuono), il marconista Colasanti e Strazzabosco,
legatissimo a una mula. I soldati si trascinano nell'ozio finché ricompaiono gli abitanti, tutti vecchi e donne. C'è
anche la bella prostituta Vassilissa che fa l'amore con tutti ma ama soltanto il timido Farina. Nel frattempo
qualcuno ha rotto la radio, così l'isolamento è totale. Ecco che atterra un ricognitore in avaria e il pilota informa
il gruppo che Mussolini è caduto e che gli alleati adesso sono gli americani, cioè i nemici di prima. Tutti, meno
Farina, che sposa Vassilissa, tornano a casa malvolentieri. Un buon film, un passo avanti nello stile di
Salvatores che ormai ha raggiunto un suo riconoscibile gergo artistico, cosa davvero inusuale per un regista
italiano. Mediterraneo ha addirittura ottenuto l'Oscar quale miglior film straniero, un riconoscimento che (è
opinione comune) gli sta senz'altro largo.
1991, commedia
con Diego Abatantuono e Claudio Bisio