Il puzzle della vita
Transcript
Il puzzle della vita
039_059_LAB DOSSIER intro.qxd 8-09-2008 Pagina 40 50 Anni del DNA - La ricerca delle proteine Illustrazione di Dennis Harms/Corbis LAB 12:16 Il puzzle della vita La scoperta del DNA, annunciata più di cinquanta anni fa con un articolo sulla rivista Fortune dai premi Nobel James Vatson e Francis Crick, ha aperto la strada agli attuali e futuri sviluppi dello studio della genomica. Già oltre cinquantamila sono i record di strutture macromolecolari raccolti in un database a disposizione gratuita dell’intera comunità scientifica mondiale. Era il 1953, poco più di cinquanta anni fa, quando sulla rivista Nature fu pubblicato un articolo destinato a rivoluzionare dalle fondamenta l’approccio scientifico allo studio della vita, Gli autori erano James Dewey Watson e Francis Crick che descrivevano la scoperta della doppia elica. Inizialmente l’annuncio della scoperta, per la quale i due ricercatori furono insigniti del Premio Nobel nel 1962, suscitò ben poco interesse nell’opinione pubblica, eppure Watson e Crick avevano risolto il problema della disposizione spaziale dei blocchi di una macromolecola, l’acido desossiribonucleico, il DNA, ovvero la chiave stessa della vita sulla terra. Quella che nel 1953 veniva considerata una semplice assunzione teorica fa oggi parte integrante e fondamentale di ogni corso di studio della biologia. Il DNA contiene infatti tutte le informazioni riguardanti un organismo vivente e controlla tutti i processi biologici della cellula. Il DNA è costituito da una sequenza lineare di nucleotidi, ognuno formato da una molecola di zucchero, un gruppo fosfatico e quattro diverse basi: adenina, timina, guanina e citosina con la ormai famosissima struttura a doppia elica, nella quale le basi sono costituite dalle due paia adenina/timina e quanina/citosina. A forma di palla questa doppia elica si trova in tutte le cellule. Rosalind Franklin 40 Il DNA di una cellula umana è composto da seimila miliardi di nucleotidi e se teoricamente venisse completamente srotolato avrebbe una lunghezza di quasi due metri. In considerazione di queste impressionanti cararatteristiche si è avviato nel 1990 l’Human Genome Project (HGP) con un obiettivo estremamente ambizioso: la ricerca sulla funzione del gene umano e la decodificazione del completo genotipo. I due ricercatori hanno certamente creato le basi per la comprensione della vita e della funzione dei geni e dell’odierna tecnologia genetica, ma non sono gli unici autori di questi successi. La loro storia si intreccia infatti con quella di Maurice Hugh Frederick Willkins, che pure fu insignito del Nobel insieme a Watson e Crick, e di Rosalind Franklin, che non poté ottenere lo stesso prestigioso riconoscimento, che per statuto può essere dato soltanto a una persona vivente, in quanto deceduta poco prima della cerimonia della premiazione. Veri pionieri nelle tecniche di preparazione, Wilkins e Franklin svolsero un prezioso lavoro preliminare. Persino la semplice immagine tridimensionale a raggi X da loro ottenuta con una tecnologia comparabile a quella attuale a bassa dispersione aveva reso evidente che il DNA aveva appunto la forma di due eliche, una avvolta attorno all’altra. Soltanto dopo aver visto le immagini da loro ottenute ai raggi X Watson e Crick riuscirono a scoprire la struttura a doppia elica del DNA. James Dewey Watson e Francis Harry Compton Crick Maurice Hugh Frederick Wilkins LAB lug./ago. 2008 IL MONDO DEL LABORATORIO 240x17 039_059_LAB DOSSIER intro.qxd 8-09-2008 12:16 Pagina 41 La fondamentale importanza di questa scoperta divenne comunque apparente soltanto quando si realizzò che i moderni sistemi a raggi X con piccolo grado di dispersione e la diffrazione di un singolo cristallo sono regolati dallo stesso principio. Persino il più moderno sistema a raggi X Nanostar (Nano-Structured Ferrolectric Films for Tuneable Acoustic Resonators and Devices), frutto di un progetto finanziato dalla Commissione europea, opera in modo molto simile. In pratica il fascio di raggi X atraversa il campione e interagisce con lui. Il segnale di diffrazione osservato durante il procedimento viene acquisito e applicando la trasformata di Fourier si ottiene la struttura tridimensionale del campione. Ai tempi di Watson e Crick non esistevano però ancora gli attuali database e anche la trasformata di Fourier era ancora da perfezionare. I due ricercatori dovettero lavorare su una sola lastra non troppo a fuoco e deteriorata dal rumore e la conversione in un modello tridimensionale fu frutto di interpretazione, intuizione e immaginazione. Dal giorno della scoperta della doppia elica, le conoscenze sul comportamento del DNA sono cresciute in modo vertiginoso e lo sviluppo tecnologico della diffrazione a raggi X ha tenuto il passo. I record tridimensionali registrati dall’organizzazione Pbd (Protein data Bank, con sedi negli Stati Uniti, Europa e Giappone), nata con lo scopo di conservare in un unico archivio i dati delle strutture macromolecolari per metterli a disposizione gratuitamente della comunità scientifica mondiale, nel 1971, anno di fondazione, erano appena sette. Pochi anni dopo il data-base comprendeva diverse decine di migliaia di strutture di proteine. A oggi i dati registrati sono più di cinquanta mila e gli sviluppi nella risoluzione strutturale ad alta produttività e gli sforzi in atto a livello mondiale nel campo della ricerca genetica sono destinati a far lievitare ulteriormente queste cifre. La scoperta di Franklin, Watson, Crick, e Wilkins è servita anche a impartire una significativa lezione, dimostrando senza ombra di dubbio quan- to ricerca e tecnologia siano collegate e interdipendenti, e ha segnato l’avvio e l’espansione della tecnologia cristallografica come metodo per la ricerca degli elementi costitutivi della vita. Oggi, come più di cinquanta anni fa, gli scienziati stanno ancora interrogandosi su come gli atomi si combinano per formare una molecola e come la struttura tridimensionale di queste molecole può aiutarci a intuire il loro funzionamento. Per la storia iniziata con la pubblicazione di un articolo sulla rivista scientifica Fortune non è in ogni caso ancora stato scritto l’ultimo capitolo. Probabilmente occorreranno decenni prima che si riesca a conoscere e capire completamente le funzioni di tutti i geni ed è ancora resta un grande lavoro da svolgere per scienziati, ricercatori e produttori di tecnologie di oggi e delle future generazioni. Già grandi passi sono stati fatti e quello che oggi viene ritenuto un patrimonio scientifico e tecnologico acquisito, nel 1953 avrebbe potuto passare per una storia di fantascienza. 17-18 settembre 2008 Milano 1-2 ottobre 2008 Milano Politecnico di Milano, sede Bovisa, via Durando 10 Palazzo delle Stelline, Corso Magenta 61 www.nanoforum.it www.bioforum.it CONFERENCE - POSTER PARTNERING - EXHIBITION CONFERENCE - POSTER PARTNERING - EXHIBITION main partner: enti promotori: con il patrocinio di: con il patrocinio di: enti promotori: ITER 240x170.indd 1 via Rovetta 18 - 20127 - Milano tel. 02 2831161 - fax 02 28311666 www.iter.it - [email protected] - [email protected] 15-05-2008 15:49:05