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CAMPIONATO DI GIORNALISMO
MARTEDÌ 5 FEBBRAIO 2013
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Lavorare la lana? Ora si impara a scuola
San Giorgio, un laboratorio per insegnare ai ragazzi le antiche tecniche di tessitura
L’INTERVISTA
«L’attività
in fattoria è una
soddisfazione»
Maria Joao Pimmental,
titolare di una fattoria
ad Ardiano. Perché ha
avviato questa attività?
«Sin da bambina coltivavo il
desiderio di vivere in campagna oltre ad avere la passione
per animali e lavori manuali»
E’ un’attività redditizia?
«Non molto perché la produzione non è in grande quantità, essendo essa all’inizio»
Quanti animali allevate?
«Circa 80 pecore di cui 20
agnelli»
Che tipo di impegno è
necessario?
«Solitamente andiamo in stalla due volte al giorno: una alla
mattina per dare da mangiare
alle pecore cereali e fieno e l’altra la sera per solo fieno. Se, però, dobbiamo assistere a un parto ci andiamo più spesso»
Come lavorate la lana?
«Ci sono vari processi: la tosa
che avviene in primavera, il lavaggio, l’asciugatura e la cardatura, poi la lana può essere
filata o infeltrita a mano. La filatura può essere eseguita anche in filanda dove la lana appena tosata viene trasformata
in matasse pronte per essere lavorate. L’infeltrimento invece
viene fatto in azienda con acqua e sapone di Marsiglia o
con la tecnica ad ago»
Che cos’è una fattoria
didattica?
«E’ una fattoria che svolge normalmente il suo lavoro e fa venire in visita le scuole, ma perché questo sia possibile è necessario che l’azienda sia sicura,
dotata di ambienti adatti ai ragazzi»
Questa scelta di vita così originale e alternativa, la soddisfa?
«Sì, vivo a contatto con la natura, gli animali e la mia famiglia e posso realizzare la mia
creatività»
nozze per sgrassarla dalla lanolina, un elemento grasso che protegge le pecore dalle intemperie. Prima di essere lavorata la lana deve
subire un altro processo: la cardatura, cioè la pettinatura così da ripulirla dagli ultimi residui di paglia e polvere. Ora la lana è pronta
per essere lavorata!
QUEST’ANNO noi alunni della
classe 3F della scuola media Anna Frank sede S.Giorgio partecipiamo a un progetto chiamato
“Filiamo la pecora”: ogni martedì pomeriggio, per qualche settimana, la proprietaria di una fattoria e quindi esperta di lana di nome Maria, verrà a scuola per insegnarci le tecniche di lavorazione
della lana.
“Filiamo la pecora” è un progetto
nato dalla voglia di custodire e trasmettere ai più giovani, come noi,
alcune delle tecniche tessili più
antiche del mondo, di mantenerle vive e di far capire come processi industriali, che oggi sembrano
così complessi, sono partiti da movimenti semplici e a portata di tutti. Finalmente oggi, noi alunni, assisteremo al primo incontro con
Maria, una signora che ci insegnerà i trucchi di un mestiere ormai
dimenticato che comprende la lavorazione della lana passando
“dalla pecora al filo”.
MARIA ha portato con sé alcuni
strumenti tra cui il fuso, l’arcolaio
o filatoio usato per tessere la lana,
quest’ultimo è stato l’oggetto che
mi ha colpito maggiormente. Per
prima cosa la signora si è presentata, ci ha spiegato cosa avremmo
fatto lungo il percorso laboratoriale, ci ha mostrato un dvd presentandoci come lavorano la lana nella loro azienda descrivendoci i
suoi usi, le sue proprietà e le sue
caratteristiche. Il video, rappresentante i vari processi da cui si ricava la lana, è stato molto interessante infatti l’ho trovato istruttivo ed ho anche imparato che la lana che utilizzano loro, quella delle pecore appenniniche, viene da
una specie in via d’estinzione.
Nella rappresentazione venivano
mostrate tutte le fasi: la tosa, la
cernita, il lavaggio e la cardatura.
La prima, che è svolta senza causare alcun dolore all’animale, anzi
ALL’OPERA Gli studenti si cimentano nella lavorazione della lana.
Nella foto in basso gli strumenti del mestiere, a lato le creazioni
procurandogli una sensazione di
benessere, avviene verso maggio,
con l’arrivo della stagione calda.
TOSARE significa tagliare la lana delle pecore; inizialmente veniva svolta con forbici a molla oggi,
invece, si usano tosatrici elettri-
che. Successivamente la lana sudicia viene selezionata: quella della
testa, zampe e pancia viene eliminata mentre quella di schiena e
fianchi viene tenuta perché considerata migliore. Questo passaggio
è chiamato cernita. Dopo la cernita la lana viene lavata in grandi ti-
TERMINATO il video Maria ci
ha spiegato che ci sono diversi tipi di lavorazione di questa fibra,
tra cui la filatura e l’infeltritura.
Per filare si può
usare il fuso e l’arcolaio. Il filo ottenuto può essere lavorato ai ferri,
all’uncinetto o al telaio. Invece la tecnica del feltro si differenzia da quella del
filo perché la lana
cardata si può
“punzecchiare” ripetutamente con
un apposito ago o
bagnare con acqua
calda e sapone di Marsiglia ottenendo una stoffa resistente e impermeabile che può essere modellata nelle più diverse forme. Svariati colori della lana si possono
ottenere con tinture naturali infatti si può tingere la lana immergendola in infusi di piante come quelli di buccia di cipolla, bacche e fiori così da regalarci bellissime tonalità e colorazioni. Dopo aver assistito alla lezione teorica siamo passati alla pratica. Maria ci ha dato
un pezzo di lana cardata ed uno
speciale ago per lavorarla. Lavorando la lana con l’ago si riesce ad
infeltrirla così da creare le più svariate forme: animali, palline, oggetti di vario tipo in modo da usare la fantasia come meglio si vuole riscoprendo un antico lavoro
che può diventare un divertente
passatempo per tutti!
Marco Barducci e classe 3ªF
Gli istituti in gara
GLI ARTICOLI riportati in questa pagina sono stati realizzati dagli studenti della classe 3ªF della scuola media A.Frank, sede di
San Giorgio. L’intervista a sinistra è firma-
ta dall’intera classe.
LA PARTECIPAZIONE al Campionato di
giornalismo è curata per questo isituto
dalla professoressa Valeria Bellettini.
Di seguito le altre scuole che prendono
parte al concorso: Pascoli di Cesena, Sacro Cuore, Anna Frank, Calisese, Roncofreddo, Gambettola, Sarsina, Bagno di Romagna, Savignano e Mercato Saraceno.