SALE DELLA TERRA
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SALE DELLA TERRA
SALE Gesù disse: “Voi siete il sale della terra. Voi siete la luce del mondo. Risplenda la vostra luce davanti agli uomini (Matteo 5, 13-16) DELLA TERRA Sorprendente vicenda la vita cristiana. Ad un certo punto del cammino ti rendi conto di portare un tesoro in vasi di coccio. La conoscenza di noi stessi e la condivisione dei giorni con gli altri ci conduce ad assumere uno sguardo di solidale comprensione della limitatezza e delle fragilità che caratterizzano la condizione umana. Eppure, in questa figura di polvere sta la perla preziosa che dice di un valore esuberante oltre ogni valutazione dell’apparenza. “Voi siete il sale della terra” dice Gesù, a intendere il “sapore” che il cristiano è chiamato a portare all’umanità. Questo sapore non se lo dà da se stesso ma lo riceve da Colui che è la Sapienza divina: il Cristo in noi. I discepoli di Gesù fanno della relazione con lui la condizione costante della loro vita, non dimenticano la sua parola: "uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli" (Matt.23,8) e l'invito finale: "fate discepoli tutti i popoli". Ai suoi discepoli, che rimangono costantemente tali, che gustano la relazione con lui e, attraverso lui con il Padre e con i fratelli, Gesù rivolge le parole che oggi leggiamo: "Voi siete il sale della terra...voi siete la luce del mondo..." Il sale è indispensabile per l'uomo: serve ad evitare la putrefazione, a condire, a dare sapore, è simbolo della sapienza, di ciò che dà senso all'esistenza. La luce libera dalla notte, illumina il cammino, rende visibile ciò che senza la luce resterebbe nascosto. E' Gesù che parla: l'identità cristiana non è autoreferenziale. Non sono i discepoli che dicono: "noi siamo il sale della terra". L'identità cristiana dipende dalla relazione continuamente mantenuta con il Cristo che chiama, che chiede di abbandonare tutto per poter ricevere tutto da lui. Il sale della terra è lui, la luce del mondo è lui: i discepoli lo sono solo rimanendo con lui. Un sapore che è sapienza, ricchezza di senso donato al vivere quotidiano, significanza profonda all’angosciosa indecifrabilità della storia. In fondo il cristiano è sale della terra nella misura in cui è capace di rendere più appetibile e gustosa la vita. Perché essa non sia considerata una disgrazia da sopportare né sia sprecata inutilmente nei vortici dell’effimero o sbrandellata dalla depressione del non senso. Come il sale realizza la sua funzione sciogliendosi nel cibo e conferendo ad esso il sapore, così il cristiano non è chiamato a costruirsi un mondo a parte dove custodirsi distante dal mondo. Sparire immergendosi nel mondo è la via per realizzare la sua missione di “sale della terra”. Ma se il sale perdesse il suo sapore non servirebbe più a niente. Si getta via e ci si passa sopra. Se il cristiano non è uomo impregnato di una sapienza della vita, frutto di una apertura della mente e del cuore starà nel mondo come un vaso di terracotta che vuoto sbatte contro gli altri vasi vuoti per ridurre la terra a un campo di cocci rotti. E poi, l’altra immagine che il Cristo usa per dire i suoi discepoli: “Voi siete la luce del mondo”. La coscienza degli spazi e delle profondità oscure del nostro spirito non ancora rischiarate dal Vangelo, tenacemente restie ad aprirsi alla visione dei puri di cuore, ci lasciano sorpresi e dubbiosi di fronte alla definizione di Gesù. Come posso essere io, così pieno di ombre, io nebbia inconsistente, “essere luce del mondo?” Ho paura e fuggo diffidente un essere umano se si ritiene di essere “faro” per gli altri, maestro o santone che sia. Ma pure mi stanca l’esistenzialista del nulla che lamenta parole per offuscare di non senso la mia voglia di vivere, di amare, di sapere. Io so di non essere la luce ma sono innamorato del sole. E’ la mia vita. Mi nutre, mi riscalda, mi rallegra della gioia indicibile di vedere. E la notte veglia carezzevole il mio sonno nel tenue riflesso di luna. Cristo è il sole, la luce vera che illumina gli uomini. Accoglierlo è lasciare riverberare su di noi un raggio della sua sapienza che può riumanizzare la società. Quando tu spezzi il pane con l’affamato, accogli in casa i poveri, senza tetto, vesti chi è nudo, vivi solidale con la tua gente, allora la tua luce sorgerà come aurora e la ferita della notte rimarginerà presto. Signore Gesù non lasciare che le tenebre mi parlino. Tu il Cristo , prendi nelle tue mani la mia povertà polverosa, tu purifichi gli spazi oscuri del pesante fardello di questa carne non ancora evangelizzata, tu riversi nel cuore la bellezza del tuo Spirito Santo perché l’anima celebri una trasfigurazione di luce.