Un Neofita ed un Parruccone. Riflessioni sul tema. Quanto segue ha

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Un Neofita ed un Parruccone. Riflessioni sul tema. Quanto segue ha
Un Neofita ed un Parruccone. Riflessioni sul tema.
Quanto segue ha già visto la luce su di un sito internet specializzato in argomenti golfistici circa un anno e
mezzo fa.
La personale esperienza, di quasi un anno, quale Presidente della Commisisone Gare, Regolamenti e Rating
della Federazione mi ha spinto a riprendere quelle righe ed a riproporle a tutti i tesserati FIG.
Sono considerazioni che spero potranno essere lette con tranquillità e buon senso; perchè, in effetti, è uno
scritto provocatorio ma da cui, mi auguro, scaturiranno commenti vari e costruttivi.
E spero saranno tanti e tali da darmi una idea precisa di un mondo sportivo in “evoluzione”, ovviamente
quello di noi golfisti, che ultimamente mi vede un poco “fuori posto” in alcune questioni che ritengo ancora
essenziali.
Per chi non frequentasse abitualmente i forum internettiani di spirito golfistico, quello di Parruccone è termine
utilizzato da diversi utenti per definire quei personaggi che - occupandosi di golf da anni ed in ambiti nazionali
o sovranazionali - ideano, promulgano e cercano di fare applicare regole, siano esse di gioco o di
comportamento, che poco (a Loro parere) hanno a che vedere con i nostri tempi.
Per definizione rientro certamente in questo gruppo.
E, ai fini di queste righe, devo ampliare l’ apartenenza alla stessa categoria a tutti coloro che giocano da una
ventina di anni o più.
Neofiti sono - è necessario dirlo? - i golfisti di “primo o rado pelo”.
Volendo semplificare possiamo anche definire “progressisti” questi ultimi e “conservatori” i primi.
Ma non vorrei che queste parole assumessero una benché minima connotazione politico/sociale.
I parrucconi NON sono la “crema” ed i neofiti NON sono “l’ultimo gradino” della piramide golfistica!
Lo spunto mi è stato dato da tre questioni “scoppiate” nel mio Home Club (da parruccone non posso che
chiamarlo così).
E’ inutile scendere nei dettagli dei tre singoli casi.
Ma è assolutamente necessario notare una similitudine che li accomuna: una Commissione Sportiva,
regolarmente nominata, ha preso decisioni che, come sempre succede, hanno scontentato qualcuno pur
rimanendo al di sopra delle parti e cercando di usare uniformità di comportamento.
Nel particolare trattavasi di Attività Giovanile, Gioco Lento e Qualifica ai Campionati Sociali.
Dovrete accettare il mio parere di parte quasi coinvolta, ma in tutte le questioni si è cercato di usare il buon
senso di persone che giocano a golf da tanti, tanti anni e tante di più ne hanno vissute sulla propria pelle
oramai foderata di balata o più resistente surlyn!
Nel terzo caso, addirittura, si è presa una decisone che non poteva essere suffragata da nessuna regola (non
esistono sentenze al riguardo) salvo che dal più volte citato nelle regole concetto della “fair decision”.
Senza dilungarsi troppo: in ogni situazione e relativa valutazione si sono creati due schieramenti contrapposti e
chiaramente delineati.
Sulla collina di destra i “conservatori”.
Su quella antistante i “progressisti”.
Dei primi fanno parte i “vecchi” (che peraltro vecchi non sono) del Circolo; gli altri sono i soci da meno
tempo.
Qualche infiltrato era in entrambi gli schieramenti.
Le discussioni sono durate settimane con il consueto accompagnamento di telefonate, lettere, e-mail,
insinuazioni e pure qualche emerita sciocchezza.
Il risultato, a livello puramente personale, è stata una quasi “illuminazione”.
Ed un concetto presente nel mio subconscio da sempre ha avuto finalmente la forza di emergere come centrale
nel mio pensiero golfistico: l’unica differenza tra quei due gruppi antagonisti, che ovviamente hanno
pari dignità e diritti, era la diversa educazione golfistica ricevuta!
Questo è il concetto di fondo.
E vale per moltissime delle questioni che oggi frammentano il nostro ambiente.
Oserei dire per quasi tutte.
Ho iniziato a giocare nel 1974 (a 13 anni) ed eravamo, in tutta Italia, pochi juniores.
Pochi erano anche i Maestri.
E questi ultimi, prima di permetterti di andare in campo (n.b.: a GIOCARE in campo, non in gara), ti
costringevano ad una trafila degna di un addestramento militare.
Erano loro ad insegnarti le Regole, l’Etichetta, l’abbigliamento adatto, come comportarsi ad una Premiazione e
così via.
O perlomeno questo è quanto è successo a me. Ma chiedete ai miei coetanei golfisti ed avrete la stessa risposta.
Il mio primo maestro è stato Angelo Croce (e lascio ad altri, magari suoi compagni di gioco in tempi passati,
raccontarVi chi è questo grande uomo).
Dalle sue mani, insegnamenti e lezioni di vita sono usciti, oltre ai suoi figli GianMarco e Iaia ed al sottoscritto,
Marco de Rossi, Alessandro Rogato, Giorgio Bordoni e Stefano Camporini (oggi ottimi Maestri). Ed una
grandissima giocatrice, che troppo presto ci ha lasciati dopo avere vinto anche diversi Campionati Italiani,
Elisabetta Costantini D’ Orazio.
Tra di noi vi era grandissima competizione.
Ma prima di tutto grandissima amicizia e spirito sportivo.
Quello spirito, la gioia che uno qualunque di noi vincesse una gara importante, era, credetemi, vero e reale.
Quello spirito, che insieme ad Angelo ci avevano inculcato anche i Segretari di allora ed i Corsi federali di quei
tempi, era quello che io oggi, a quasi trenta anni di distanza, considero il vero “Spirit of the Game”.
Tra le foto che ho più care delle mia vita c’è quella di un mega-corso a Torino (era il 1977, sono andato a
controllare sull’annuario FIG) dove ci saranno stati cento ragazzi (per allora era un numero colossale) che
vissero per una settimana un momento indimenticabile.
Il Ranking non esisteva!
Poi sono nati tanti campi, con gioia di tutti, e il numero di tesserati è lievitato.
Un po’ più in là i campi sono diventati troppi, per la richiesta di quel momento, e le “maglie” si sono allargate:
pagando la quota associativa conquisti subito diritti vari tra cui, primario, quello di andare in campo
praticamente subito.
L’HCP massimo è salito a 34 e per conquistarlo basta riuscire a fare un curioso score in cui puoi persino non
marcare delle buche.
L’esame delle regole è preconfezionato dal computer del Circolo.
I Professionisti/Maestri (chi li può criticare?) sono stati travolti da questo andazzo e, ovviamente, si sono
adeguati quasi tutti.
E i neofiti?
Contestano!
Non capiscono. Non accettano le spiegazioni, l’ Amateur Status, il Valore dei Premi, le Regole che ritengono
stupide.
Il rough che è troppo alto o troppo basso. La sabbia che è troppa o troppo poca. I greens troppo veloci o
troppo lenti. Le bandiere troppo facili o troppo difficili. Le partenze troppo lunghe (difficile si lamentino per
quelle corte).
In poche parole tutto!
E posto che la divisione non è per niente ermetica (ci sono fior di sportivi tra i neofiti e fior di maleducati tra i
parrucconi) mi e Vi chiedo: ma perchè nessuno, nel golf del 2002, si rende conto che il campo di gioco è
sempre uguale per tutti e che chi è chiamato a prendere decisioni, solitamente, non vuole metterlo “in
saccoccia” a nessuno e cerca sempre di fare il meglio che può?
Lo so: è una domanda retorica!
Ma passate qualche minuto a pensarci.
E poi ditemi dove sbaglio.
Chissà che qualche neofita non riesca finalmente a convincermi che veramente i parrucconi devono sparire!
Flippo (il parruccone pelato) Motta
[email protected]