Rassegna Stampa - Ordine dei Farmacisti di Salerno

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Rassegna Stampa - Ordine dei Farmacisti di Salerno
FEDERAZIONE ORDINI DEI
FARMACISTI
Rassegna Stampa del 31/07/2015
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INDICE
IN PRIMO PIANO
31/07/2015 Il Piccolo di Trieste - Gorizia-monfalcone
Tutta Romans ha voluto salutare Mario del Torre
6
31/07/2015 Messaggero Veneto - Gorizia
Folla per l'ultimo saluto al farmacista Mario del Torre
7
SANITÀ NAZIONALE
31/07/2015 La Stampa - Nazionale
"Avrei chiesto quell'indagine ma non siamo tutelati"
9
31/07/2015 La Stampa - Nazionale
Non le fanno la Tac e lei muore Sei medici indagati a Taranto
10
31/07/2015 Libero - Nazionale
La prevenzione è stata uccisa
11
31/07/2015 Il Venerdi di Repubblica
È ORA DI FAR LUCE (E ARIA) SULLE COSE IMPORTANTI
12
31/07/2015 L'Espresso
L'estate di Matteo a caccia di consensi
13
31/07/2015 Corriere della Sera - Sette
Così l'intuito cambiò la medicina
14
30/07/2015 Come Stai
SONO SOLO UN PO' STRESSATA
15
30/07/2015 Come Stai
UN PO' DI SOLLIEVO*
19
30/07/2015 Come Stai
8 AIUTI NATURALI PER PERDERE PESO
24
30/07/2015 Come Stai
GOTTA: NON E' PIU' (SOLO) LA MALATTIA DEI RE
28
30/07/2015 Come Stai
CHE IMBARAZZO!
32
VITA IN FARMACIA
31/07/2015 La Repubblica - Napoli
Fondi europei e sanità insulti in Consiglio tra Caldoro e De Luca
37
31/07/2015 La Repubblica - Genova
Tecnologico e green Ecco il Nuovo Galliera versione low cost Pronto fra cinque anni
39
31/07/2015 La Repubblica - Genova
Viale: "Altri tagli sono insostenibili le Asl hanno già sforato i parametri"
41
31/07/2015 La Stampa - Cuneo
Cuneo, introvabili cento medicinali
42
31/07/2015 Il Messaggero - Abruzzo
Ospiti intossicati, chiusa la cucina di un albergo
43
31/07/2015 Il Messaggero - Umbria
«Concorso da farmacista con il compito già fatto»
44
31/07/2015 QN - Il Resto del Carlino - Rimini
Il rapinatore 'seriale' colpisce ancora
45
31/07/2015 QN - Il Resto del Carlino - Macerata
Il Pd lancia la sfida «Farmacia in vendita, affare da un milione»
46
31/07/2015 QN - Il Giorno - Milano
Farmacia chiusa, medicine al consultorio
47
31/07/2015 QN - Il Giorno - Brianza
Lissone, assalto in farmacia: acciuffati i tre rapinatori
48
31/07/2015 Libero - Milano
Maroni trova la quadra, oggi si chiude sulla Sanità
49
31/07/2015 Il Secolo XIX - La Spezia
Corniglia in festa per la farmacia riaperta dopo quarant'anni
50
31/07/2015 QN - La Nazione - Umbria Terni
«Hanno passato le domande del concorso»
51
31/07/2015 QN - La Nazione - Umbria Terni
Il culturista davanti al gip. Nella «Big bull» spiati i farmacisti
52
31/07/2015 QN - La Nazione - Umbria Terni
Il dirigente 'scarica' l'ex capo Perelli
53
31/07/2015 QN - La Nazione - Umbria Terni
Farmaci contingentati e il sistema umbro di «strapotere»
54
31/07/2015 Il Garantista - Catanzaro
Raccolta di medicinali per l'ospedale di Gaza
55
PROFESSIONI
31/07/2015 Il Sole 24 Ore
Arcadia e Futurimpresa rilevano Lisapharma
57
31/07/2015 Il Venerdi di Repubblica
Scoppia l'emergenza al pronto soccorso (ma per la burocrazia)
58
30/07/2015 Come Stai
«PILLOLA DEI 5 GIORNI DOPO invece di quella mensile?»
59
PERSONAGGI
31/07/2015 Giornale di Treviglio
Consegna gratuita dei medicinali a casa
61
IN PRIMO PIANO
2 articoli
31/07/2015
Pag. 30 Ed. Gorizia-monfalcone
diffusione:44247
tiratura:212000
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Tutta Romans ha voluto salutare Mario del Torre lutto
Tutta Romans ha voluto salutare Mario del Torre
Tutta Romans
ha voluto salutare
Mario del Torre
lutto
ROMANS Una folla mesta e composita si è raccolta a Romans per porgere l'estremo saluto al concittadino
Mario del Torre, classe 1929, componente della nobile famiglia che ha fatto la storia del paese, quella che si
lega alla nota farmacia di via Latina, riconosciuta come locale storico del Fvg e denominata all'Insegna della
Madonna, che nel lontano 1813 venne aperta dal nobile Giulio del Torre, originario di Cividale. Farmacia che
Mario del Torre, laureato a Padova in Farmacia nel 1954, ha condotto dal 1958 fino a qualche anno fa,
quando la salute aveva iniziato a mancargli ed aveva passato la mano, nella gestione della farmacia, al figlio
Ruggero. Iscritto nell'albo dei farmacisti per circa 60 anni, 27 dei quali passati in veste di presidente, il del
Torre è stato pure consigliere nazionale della Federazione nazionale degli Ordini dei farmacisti, così come è
stato vicepresidente, per il Friuli orientale, della Società filologica friulana, nonché più volte presidente del
Rotary Club Gorizia. Una vita dedicata al lavoro e alla famiglia, la sua, ma pure piena di impegni e di interessi
- come ha ricordato mons. Arnaldo Greco - nel corso della messa che questi ha concelebrato nella chiesa
parrocchiale romanese, che non è riuscita a contenere i tanti, autorità politico-amministrative, rappresentanti
del mondo medico e farmaceutico, della Società filologica friulana e tanta gente comune, che si sono raccolti
davanti alla parrocchiale, in attesa dell'arrivo del feretro, giunto dall'abitazione dei del Torre, in via Latina. Il
rito è stato accompagnato dal coro e arricchito da Mauro Maur alla tromba e da Françoise de Clossey
all'organo, che hanno dedicato alcuni brani all'illustre farmacista, le cui spoglie, al termine della messa, sono
state poi accompagnate in corteo fino nel cimitero di via Aquileia. Edo Calligaris
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 31/07/2015
6
31/07/2015
Pag. 24 Ed. Gorizia
diffusione:51393
tiratura:61353
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Folla per l'ultimo saluto al farmacista Mario del Torre romans
Folla per l'ultimo saluto al farmacista Mario del Torre
Folla per l'ultimo saluto
al farmacista Mario del Torre
romans
ROMANS Una folla mesta e composita si è raccolta a Romans per porgere l'estremo saluto al concittadino
Mario del Torre, classe 1929, componente della nobile famiglia che ha fatto la storia del paese, quella che si
lega alla nota farmacia di via Latina, riconosciuta come locale storico del Fvg e denominata all'Insegna della
Madonna, che nel lontano 1813 venne aperta dal nobile Giulio del Torre, originario di Cividale. Farmacia che
Mario del Torre, laureato a Padova in Farmacia nel 1954, ha condotto dal 1958 fino a qualche anno fa,
quando la salute aveva iniziato a mancargli ed aveva passato la mano, nella gestione della farmacia, al figlio
Ruggero. Iscritto nell'albo dei farmacisti per circa 60 anni, 27 dei quali passati in veste di presidente, il del
Torre è stato pure consigliere nazionale della Federazione nazionale degli Ordini dei farmacisti, così come è
stato vicepresidente, per il Friuli orientale, della Società filologica friulana, nonché più volte presidente del
Rotary club Gorizia. Una vita dedicata al lavoro e alla famiglia, la sua, ma pure piena di impegni e di interessi
- come ha ricordato monsignor Arnaldo Greco - nel corso della messa che ha concelebrato nella chiesa
parrocchiale, che non è riuscita a contenere i tanti - autorità politico-amministrative, rappresentanti del mondo
medico e farmaceutico, della Società filologica friulana e tanta gente comune - che si sono raccolti davanti
alla parrocchiale, in attesa dell'arrivo del feretro, giunto dall'abitazione dei del Torre, in via Latina. Il rito è
stato accompagnato dal coro e arricchito da Mauro Maur alla tromba e da Françoise de Clossey all'organo,
che hanno dedicato alcuni brani all'illustre farmacista, le cui spoglie, al termine della messa, sono state poi
accompagnate in corteo fino nel cimitero di via Aquileia. (e.c.)
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 31/07/2015
7
SANITÀ NAZIONALE
11 articoli
31/07/2015
Pag. 17
diffusione:309253
tiratura:418328
"Avrei chiesto quell'indagine ma non siamo tutelati"
PAOLO RUSSO ROMA
Dottor Giacomo Milillo, segretario nazionale del sindacato dei medici di famiglia, Fimmg, lei alla signora di
Taranto la Tac l'avrebbe fatta fare? «Dipende dalla percezione che si ha quando si visita ma per un mal di
testa improvviso si, l'avrei prescritta e probabilmente avrebbe cambiato il percosso clinico di quella donna,
portandola tempestivamente in sala operatoria. E poi i precedenti dicono che quando una Asl ha imposto
diktat su Tac o risonanze, i medici che li hanno rispettati si sono visti affibbiare una condanna dal giudice». Le
troppe prescrizioni sarebbero colpa della medicina difensiva? «Non siamo tutelati, per cui se ho un rapporto
di fiducia con il paziente vedo prima l'evolversi del disturbo con la terapia. Se poi persiste chiedo
l'accertamento. Ma se questo rapporto non c'è prescrivo subito, perché il rischio di contenzioso è sempre
dietro l'angolo». Con i giudici che vi condannano se non fate qualche accerta- mento e lo Stato che vi taglia lo
stipendio se ne fate di "inappropriati" come vi regolerete? «Lasceremo traccia di quel che secondo noi è
necessario fare, pres c r i vendolo sul ricettario bianco, ossia a carico degli assistiti, che saranno alla fine le
vere vittime di questa trovata. Ma a settembre ci faremo sentire anche con una serie di scioperi a singhiozzo.
Sarà un autunno caldo per la sanità». Macisaràunmodoperevitarela valanga di accertamenti inutili chepure ci
sono... «Si ma attraverso evidenze scientifiche che convincano imedici della inutilità di certe analisi. E poi
parliamo di inappropriatezza prescrittiva ma mai di quella organizzativa. Le Case della salute che dovevano
impedire i ricoveri inutili di cronici e anziani fino a oggi sono solo annunci. La verità è che Stato eRegioni
stanno suicidando il nostro Servizio sanitario nazionale».
La verità è che Stato e Regioni stanno suicidando il nostro Servizio sanitario nazionale Giacomo Milillo
Segretario nazionale medici di famiglia Fimmg
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 31/07/2015
9
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Il sindacato dei camici bianchi
31/07/2015
Pag. 17
diffusione:309253
tiratura:418328
Non le fanno la Tac e lei muore Sei medici indagati a Taranto
Il caso ripropone il tema degli accertamenti: quando sono inutili e quando salvano la vita?
FABIO ALBANESE TARANTO
Una Tac, dice la procura, avrebbe potuto salvarle la vita. I medici che non gliel'hanno prescritta (gli stessi che
con il riordino della spesa sanitaria rischiano una decurtazione dello stipendio se ordinano troppi esami) si
trovano ora indagati per il reato di omicidio colposo. Un caso che apre molti interrogativi sulla manovra per la
sanità: qual è il confine tra l'esame inutile e quello che ti salva la vita? I r e n e Francia si definiva «mamma a
tempo pieno ».E, d'altronde, alle sue tre figlie e almarito dedicava tutta la sua giornata di casalinga
innamorata della vita.Èmorta sabato scorso, tre giorni dopo essere entrata in coma e nonostante un, ormai
inutile, intervento chirurgico alla testa. Per questa morte la procura di Taranto ha indagato sei persone e
disposto l'autopsia, prevista per oggi. Quando lo scorso 14 luglio Irene ha avvertito un forte mal di testa,
l'annebbiamento della vista e conati di vomito, ha subito capito che non doveva essere un male passeggero.
La mamma, sua mamma, con quei sin tomi otto anni fa ci era morta: aneurisma cerebrale, una morte
fulminante e inattesa che aveva sprofondato Irene nello sconforto. Lei, 40 anni il mese scorso, da figlia, e da
mamma, quei sintomi li aveva riconosciuti subito su di lei e al medico in servizio al pronto soccorso
dell'ospedale Moscati di Taranto lo aveva detto: «Ho paura sia un aneurisma, mia mamma ci è morta, fatemi
una Tac subito». Ma il medico non ha voluto crederle, ha disposto le analisi al sangue e l'ha rimandata a
casa. Tre giorni dopo, venerdì 17 luglio, la donna sta nuovamente molto male. Il marito, Nicola Nazaro, la
porta in un altro ospedale della città, il Santissima Annunziata, dove Irene ripete come un mantra il suo
sospetto: «E' un aneurisma, fatemi una Tac». Ma nemmeno il medico di quest'altro pronto soccorso le crede:
«Ha insistito tanto - racconta l'avvocato Maria Letizia Serra che per conto del marito ha presentato una
denuncia in procura - avrebbero potuto fare almeno una consulenza neurologica e invece niente, stavolta
nemmeno le analisi al sangue; l'hanno rimandata a casa con un calmante per sospetta gastroenterite». Ma
non era gastroenterite. Il 22 luglio Irene Francia entra in coma mentre è a casa. Il marito la porta d'urgenza al
Moscati. Stavolta i medici capiscono la gravità e con un'ambulanza la trasferiscono al Santissima Annunziata
dove prima tentano un intervento in laparoscopia e poi uno chirurgico in sala operatoria. Troppo tardi. Dal
coma Irene non si è più svegliata. La mattina di sabato 25 viene dichiarata la morte cerebrale. Lascia il marito
e tre figlie di 5, 9 e 23 anni. Se sia colpa dei tagli alla sanità, se colpa dei turni estivi o «solo» dell'imperizia,
dovrà stabilirlo l'inchiesta del pm Rosalba Lopalco. L'Asl nega e annuncia un'indagine interna. «I medici si
sono giustificati dicendo che in ospedale c'era venuta sulle sue gambe - dice il legale - ma se avessero fatto
quella Tac, magari la signora Irene avrebbe ugualmente avuto danni cerebrali, però forse le avrebbero
salvato la vita».
Le tappe Martedì 14 Irene Francia avverte il primo malore e va all'ospedale Moscati di Taranto, dove le
diagnosticano una cefalea Venerdì 17 La donna sta nuovamente molto male, il marito la porta all'ospedale
Santissima Annunziata: è gastroenterite, le dicono Mercoledì 22 Irene entra in coma. La portano prima al
Moscati poi al Santissima Annunziata, dove la operano. Muore 3 giorni dopo
Foto: L'Asl ha precisato che nessun reparto «è stato interessato da ridimensionamento di personale»
Foto: Come sua madre La madre di Irene Francia era morta 8 anni fa per un aneurisma, con gli stessi
sintomi. La donna lo ha ripetuto ai medici dei due ospedali di Taranto ma senza essere creduta
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 31/07/2015
10
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il caso
31/07/2015
Pag. 22
diffusione:125215
tiratura:224026
La prevenzione è stata uccisa
Dopo i recenti tagli alla Sanità, o meglio alla prevenzione sanitaria, che sta alla base di una Sanità
occidentale e moderna e non medioevale, è evidente che lo scopo reale del governo è far morire più italiani
che può. Meglio se pensionati, così evita anche di pagare le pensioni. Nel contempo, con tali misure omicide,
il governo tende ad incrementare il fatturato degli istituti clinici privati, nel caso che per un'analisi necessaria
per debellare il rischio vita i cittadini decidano di fare prevenzione. Ma al governo interessa la legge elettorale,
eliminare il Senato, le Province. Della salute dei cittadini non gliene importa nulla, anzi. Pier Sommariva
e.mail
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 31/07/2015
11
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SANITÀ le lettere
31/07/2015
Pag. 79 N.1428 - 31 luglio 2015
diffusione:687955
tiratura:539384
È ORA DI FAR LUCE (E ARIA) SULLE COSE IMPORTANTI
PRIMA ANCORA DI UN'ALIMENTAZIONE SANA, PER VIVERE BENE SERVONO LUMINOSITÀ E BUONE
ABITUDINI, COME APRIRE LE FINESTRE. COSÌ LA PENSANO I CITTADINI DI 12 PAESI INTERVISTATI
PER IL NUOVO HEALTY HOMES BAROMETER
Aurelio Magistà
Per la salute, luce e aria in casa sono più importanti di un'alimentazione sana. Un'esagerazione? Non lo
diciamo noi, ma gli europei intervistati in dodici Paesi diversi per mettere a punto il nuovo Healty Homes
Barometer. Lo studio, promosso dal gruppo Velux, è un osservatorio permanente sui fattori che concorrono al
benessere domestico. Fra le molte domande, una chiedeva di fare una classifica delle cose più importanti per
la salute, e nei primi nove posti in classifica troviamo, dormire bene la notte; dare aria alla casa; mangiare
frutta e verdura; una buona illuminazione naturale in casa; passare tempo all'aperto; non fumare; fare
regolare esercizio fisico; evitare sostanze chimiche e, per chiudere, usare integratori alimentari. Al primo, al
secondo e al quarto posto ci sono dunque indicazioni che riguardano la casa. Un'altra domanda del
Barometer ha rilevato che il 35 per cento degli europei considera la qualità dell'aria e la luminosità degli
ambienti le cose più importanti quando si deve scegliere una nuova abitazione, e le donne che ganizzazione
mondiale della sanità. Quando passate molto tempo in un edificio malato, cominciate ad avere mal di testa, a
respirare male, venite colpiti da forme di allergia più o meno gravi. Sintomi che scompaiono quando lasciate
l'edificio. La patologia dipende da una scarsa la pensano così sono addirittura il 41 per cento. Se qualcuno
crede che non siano questioni importanti si sbaglia. Da ormai molti anni la sindrome da edificio malato ( sick
building syndrome ) è una patologia legata agli edifici dove viviamo e lavoriamo ufcialmente riconosciuta
dall'Orqualità dell'aria e in genere basta far entrare aria fresca e luce solare per migliorarla. Alla luce di
questo, guardiamo i dati del Barometer che rilevano quali sono le nazioni che danno aria alle proprie case
con maggior frequenza. Si chiedeva agli europei se ogni giorno danno aria più volte ad almeno una stanza. I
più bravi, facendo media fra periodo invernale ed estivo, sono i cechi. Gli italiani arieggiano molto d'estate (82
per cento di sì), molto meno d'inverno (27 per cento). Quelli che danno meno aria alle stanze sono gli inglesi
(11 per cento d'inverno, 41 d'estate). Da sottolineare che gli impianti di condizionamento aiutano il ricambio
dell'aria, ma presentano anche un problema: senza una regolare manutenzione possono diventare rischiosi
per la salute. Il ricambio naturale, fatto aprendo porte e finestre, viene considerato l'ideale. ( www.velux.
com/sustainable_living/healthy_homes )
Foto: A destra, una stanza illuminata da fnestre Velux. Sotto, una casa ecosostenibile di Racine , nel
Wisconsin, progettata da Johnsen Schmaling Architects
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 31/07/2015
12
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dolcevita COSE &CASE
31/07/2015
Pag. 7 N. 31 - 6 agosto 2015
diffusione:369755
tiratura:500452
Tasse, scioperi, sprechi. Renzi annuncia di voler aggredire problemi storici del nostro paese. Temi a cui è
sensibile il ceto medio, decisivo nelle urne
Luigi Vicinanza
MENO TASSE, MENO SCIOPERI nei servizi pubblici, meno sprechi nella sanità. L'estate di Matteo Renzi
punta a trasformare il segno meno in un formidabile più: più speranza nel futuro prossimo, più popolarità, più
consenso. Il premier aggredisce temi su cui da decenni il Paese aspetta soluzioni. Lo fa con una ritrovata
energia, smarrita nei quasi due mesi successivi al magro e deludente risultato elettorale nelle sette regioni in
cui si è votato lo scorso 31 maggio. Ha incominciato con le tasse, tema sensibile per ogni governo in calo di
consensi. Al pacchetto triennale, la cui attuazione è condizionata alla sopravvivenza della legislatura fino alla
scadenza naturale del 2018, ha aggiunto un'altra posta: l'abbatti mento della tassazione sul profitto delle
imprese. Un punto in meno della Spagna, ha annunciato il premier, ipotizzando una riduzione fino al 24
contro l'attuale aliquota del 31 per cento. Nel 2017. E sì, perché la campagna fiscale del premier è pro filata
sul domani. Per l'oggi c'è solo da dribblare sulla quotidiana mediocrità. La grande tristezza di Roma,
innanzitutto (ne scrivono Marco Damilano a pagina 18 e Bruno Manfellotto a pagina 23). Dove la coppia dei
due Matteo - Renzi il premier e Orfni il commissario dell'inquinato partito locale - ha messo sotto tutela un
sindaco onesto quanto indeboli to. Non c'è alternativa: o Ignazio Marino è capace di rivoltare il sistema di
cattiva amministrazione e di collusione con il malaffare rosso-nero o si va al voto. Ancor più complicato il caso
Sicilia. Di Rosario Crocetta - di cui un bel po' di italiani sono riusciti a farsi un'opinione più completa grazie a
"l'Espresso" - Renzi si sarebbe liberato immediatamente. Ma la regione non è un comune; non si può
commissariare. I 90 "deputati" dell'assemblea regionale hanno deciso di tirare avanti, tutti insieme,
maggioranza e opposizione; eppure il sistema di potere costruito intorno alla fgura di Crocetta scricchiola
sotto il peso della sua inconsistenza. Ci sarà ancora molto da raccontare. Ma a impensierire Palazzo Chigi è
tutto il Sud, dove per la prima volta ogni regione ha un governatore di matrice Pd. Quasi una beffa, più
amarezze che soddisfazioni fnora provengono da quelle terre belle e disastrate. Il quotidiano cattolico
"Avvenire", mercoledì 29 luglio, ha documentato il "buco nero" rappre sentato dal Mezzogiorno sotto il proflo
economico e sociale e ha previsto almeno dieci anni di faticosa risalita per tornare ai livelli ante-crisi. Quale
Paese può permettersi una generazione perduta in attesa del lontano 2025? SE IL MEZZOGIORNO che ha
votato Pd è in questa palude, ecco dunque che Renzi scarta e punta al Nord. Pigliando in contropiede Salvini.
Tra gli ambienti produttivi che si erano appena avvicinati con il voto delle europee del 2014 per poi ritrarsi alle
regionali, tra la classe operaia diffusa, tra il ceto medio sempre più impoverito, il tema della riduzione della
pressione fscale è di sicura presa. È lì che si gioca il consenso, sia che si voti tra tre anni, sia che - come è
sempre possibile - un incidente di percorso interrompa la legislatura. Pragmatismo spinto che fa apparire
surreale il dibattito se tagliare le tasse sia di destra o di sinistra. COSÌ COME l'abbattimento degli sprechi
nella sanità e l'ipotesi di regolamentare gli scioperi nei servizi pubblici sono - oltre che interventi necessari messaggi rivolti al corpo profondo del Paese. Un'Italia stanca di ineffcienze, di costi inutili alimen tati per
foraggiare consorterie e comitati d'affari, di confitti sindacali alimentati da micro-sigle neocorporative. Messo
così sembra un programma riformista di lungo respiro. Baluardo, forse, ai populismi convergenti della Lega e
dei 5 Stelle. È quel cambio di verso di cui si parla da troppo tempo. Con qualche azzardo di troppo. Sarà
l'estate giusta?
Foto: Editoriale www.lespresso.it - @vicinanzal
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 31/07/2015
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L'estate di Matteo a caccia di consensi
31/07/2015
Pag. 88 N.31 - 31 luglio 2015
Così l'intuito cambiò la medicina
L'audace intervento che rese sicuro il cesareo. L'uso curativo di un allucinogeno. E il Nobel che studiò i
neuroni (e li rinnegò)
di Diego Gabutti
Storia avventurosa, di esploratori e sperimentatori impavidi, di scienziati e sciamani, talvolta anche di cialtroni
irriducibili, per non parlare dei giocatori d'azzardo non sempre fortunati, la storia della medicina ha trovato nel
neurologo, professore universitario a Pavia, storico e saggista Paolo Mazzarello non soltanto il suo Balzac
ma anche il suo Salgari. Personaggi da romanzo ottocentesco, Giulia Cavallini e il ginecologo Edoardo Porro,
lei sull'orlo d'un parto cesareo da cui all'epoca le donne non uscivano quasi mai vive, lui medico modernista
ed ex garibaldino, sono i protagonisti dell'ultimo libro di Mazzarello, E si salvò anche la madre, storia
dell'evento che rivoluzionò il parto cesareo. Siamo a Pavia, l'anno è il 1876. Audace e testardo, Porro decide
di tentare un intervento chirurgico mai osato prima. È un intervento che salverà la vita anche alla madre,
mentre fno ad allora solo i neonati avevano una mezza speranza di sopravvivere al parto cesareo. Intorno,
come al solito, superstizioni religiose, tradizioni rabbiosamente difese dalla casta medica, opinioni pubbliche
diffdenti. Porro, che cambiò la storia del parto, lo fece di prepotenza, rischiando il collo. Non c'è, del resto,
altro modo. È solo così, attraverso choc improvvisi e imprevedibili, che la medicina e la scienza in genere
entrano in territori incogniti, acquisendoli (se tutto va bene) alla conoscenza. A questi eventi particolari, alle
trame romanzesche e ai colpi di scena della storia della medicina, Mazzarello dedica da anni libri e corsi
universitari. Nel Nobel dimenticato, del 2006, ha raccontato la storia esemplare dello scienziato Camillo Golgi
che fu il primo italiano in assoluto, due settimane in anticipo su Giosuè Carducci, a ricevere un Premio Nobel.
A sua volta professore e medico a Pavia, come Edoardo Porro e come lo stesso Mazzarello, Golgi fece il
passo falso di negare la realtà dei neuroni, benché proprio lui ne avesse intuito e previsto per primo
l'esistenza. Un altro grande libro di Mazzarello è L'erba della regina, nel quale viene messa in scena la storia
della belladonna, potente allucinogeno usato per secoli e secoli da sciamani e santoni per "viaggiare" nei
piani astrali, salvo poi trasformarsi (grazie agli esperimenti d'un erborista bulgaro, e grazie anche all'interesse
che la regina d'Italia Elena del Montenegro, maritata con Vittorio Emanuele III, aveva per le erbe e per le cure
miracolose) nella medicina che fnì per debellare l'encefalite letargica, che tra il 1918 e il 1920 si era diffusa
dall'est europeo all'intero continente in forma epidemica. Un altro neurologo e saggista, il grande Oliver
Sacks, ha raccontato la storia dei sopravvissuti all'epidemia d'encefalite letargica del primo dopoguerra nel
classico Risvegli, da cui fu tratto nel 1996 un flm inquietante e famoso. Un po' di Flaubert e di Balzac. In
questa full immersion di Mazzarello nel retrobottega degli speziali e dietro le quinte dei laboratori dei primi
medici moderni c'è anche qualcosa di Flaubert, di Bouvard e Pécuchet, oltre che di Salgari e di Balzac. Ogni
scienza, per quanto parziale e persino improbabile, appariva gli occhi dei due ex copisti come la chiave che
da sola poteva schiudere la conoscenza del mondo per intero. Così le saghe degli outsider agli occhi di Paolo
Mazzarello. E Si Salvò anChE la madrE. l'EvEnto ChE rivolUzionò il parto CESarEo di Paolo Mazzarello
Bollati Boringhieri 2015, pp. 196, 16 euro da leggere inoltre... l'ErBa dElla rEgina. Storia di Un dECotto
miraColoSo di Paolo Mazzarello Bollati Boringhieri 2013, pp. 190, 16 euro il noBEl dimEntiCato. la vita E la
SCiEnza di Camillo golgi di Paolo Mazzarello Bollati Boringhieri 2006, pp. 660, 40 euro il gEnio E l'aliEniSta.
la Strana viSita di lomBroSo a tolStoj di Paolo Mazzarello Bollati Boringhieri 2005, pp. 123, 10 euro riSvEgli
di Oliver Sacks Adelphi 2015, pp. 560, 15 euro, ebook 7,99 euro
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Piaceri&Saperi Saggistica
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SONO SOLO UN PO' STRESSATA
Valerio Ghitti
Solo un italiano su 10 vive con un livello di stress normale, quello cioè che permette di gestire il quotidiano
con calma e razionalità e non ha riflessi sulla salute e sull'umore. Come emerge da uno studio
dell'Associazione europea disturbi da attacchi di panico (Eurodap), condotta su circa mille connazionali, gli
altri nove si dividono tra chi ha un alto livello di stress (50 per cento) e chi addirittura ha superato la soglia di
sopportazione, con un livello eccessivo (40 per cento). Entrambe le situazioni espongono a ripercussioni
psicosomatiche. Uria fotografia che trova conferma anche in una recente indagine Assosalute: non solo quasi
la totalità degli italiani ha sperimentato lo stress nella propria vita, ma per otto su 10 è causa di disturbi come
mal di testa, insonnia, mal di stomaco, dolori muscolari e herpes labiale. È importante quindi imparare a
conoscerlo e a gestirlo per prevenire i vari problemi ed evitare che le conseguenze siano più serie. U N A
REAZIONE NATURALE Lo stress è antico quanto l'uomo: è la reazione che l'organismo mette in atto di
fronte a uno stimolo o una situazione che ritiene in qualche modo minacciosi. «In questo senso è una risposta
"sana", in quanto mira a superare il problema e creare una nuova condizione di quiete» sottolinea il
neurologo Piero Barbanti. «Per tali ragioni si è altamente conservata nella specie umana nel corso
dell'evoluzione e ha anzi consentito la nostra stessa sopravvivenza in catastrofi naturali, guerre e via
dicendo». Anche nella vita di tutti i giorni, quindi, non tutto lo stress viene per nuocere: per esempio, aiuta a
rendere al massimo durante un colloquio di lavoro, un esame, una gara. U N A SENSAZIONE DI MINACCIA
CONTINUA II problema si pone quando i meccanismi di allarme si protraggono a lungo. «Sono fonti di stress
cambiamenti importanti della propria vita che richiedono una reazione in breve tempo, come potrebbe essere
un lutto, ma anche piccoli e grandi ostacoli quotidiani» spiega la dottoressa Paola Vinciguerra. «Senza
dimenticare quelle situazioni ripetitive che obbligano a cambiamenti prolungati nel tempo come, attualmente,
la crisi economica e la precarietà lavorativa: situazioni che vengono vissute come una minaccia diretta,
costringendo a vivere in stato di tensione continua». «Viviamo una sorta di "social jet-lag", cioè c'è distanza
tra il nostro ritmo di vita e quello che la nostra fisiologia richiederebbe» conferma il dottor Piero Barbanti. «Il
nostro cervello, infatti, è una macchina più lenta di quello che pensiamo, come è lento il ragionamento che ci
permette di comprendere e metabolizzare gli eventi, consentendoci di neutralizzarli e proteggendoci dallo
stress». U N MECCANISMO COMPLESSO Ma cosa succede nell'organismo quando si attiva la reazione allo
stress? Il primo a recepire lo stimolo stressante è il cervello. «Una volta che ha stabilito di doversi attivare in
questo senso, si crea una cascata di eventi determinati in maniera rigorosamente gerarchica» spiega il dottor
Barbanti. «L'ipotalamo* stimola l'ipofisi* che a sua volta, attraverso la liberazione di Acth, attiva diversi organi
bersaglio tra i quali le ghiandole surrenali*, che iniziano a secernere l'ormone cortisolo». Il cortisolo, assieme
ad adrenalina e noradrenalina, liberate dal sistema nervoso simpatico*, portano rapidamente l'organismo a
uno stato di massima efficienza e reattività: accelerano il battito cardiaco per pompare più sangue al cervello
e ai muscoli; rendono il respiro più rapido e profondo per incamerare più ossigeno; aumentano la tensione dei
muscoli per preparare il corpo a scattare e reagire; mobilizzano le scorte di zuccheri e di grassi per dare più
carburante ed energia al corpo. Se non c'è una valvola di sfogo, queste sostanze continuano a essere
prodotte con effetti negativi. LE PRIME CONSEGUENZE Ci sono disturbi che compaiono rapidamente in
seguito all'attivazione della risposta stressante dell'organismo, per via proprio dell'aumento dell'attività del
sistema nervoso simpatico, come tensione nervosa, tachicardia, fame d'aria, dolori muscolari generalizzati.
Tra questi spicca il mal di testa, sia la forma tensiva, legata alla tensione psicologica o muscolare del collo e
del capo, sia l'emicrania, caratterizzata da un dolore intenso e ricorrente che coinvolge in genere un solo lato
della testa, legata a un'alterata eccitabilità dei neuroni. «Lo stress è la causa della totalità dei casi di cefalea
tensiva e il fattore scatenante del 75 per cento degli attacchi emicranici» conferma il neurologo. «Mentre la
cefalea tensiva compare nel pieno della reazione di stress, l'emicrania si manifesta quando cessa. per
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L'APROFONDIMENTO
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esempio dopo una giornata snervante, nel fine settimana o appena iniziano le vacanze. Questo avviene
perché dopo che lo stress ha consumato tutte le riserve energetiche dei neuroni, queste cellule nervose
innescano l'allarme del dolore senza un reale motivo». Si indeboliscono anche le difese dell'organismo e
questo favorisce l'herpes labiale, virus che resta latente all'interno delle strutture nervose di chi lo ha già
contratto una volta e approfitta proprio dei cali di difesa momentanea per scatenare le fastidiose vescicole
sulla bocca. STOMACO CHIUSO E SONNO DIFFICILE «A risentirne in tempi brevi s o n o a n c h e
l'apparato gastrointestinale e la qualità del riposo» ricorda il neurologo. A molti capita di avvertire, proprio nei
momenti di maggiore tensione, lo stomaco che si chiude, crampi e spasmi addominali per non parlare di veri
e propri bruciori, risalita di materiale acido e dolori: questo accade sia per via della tensione nervosa e
muscolare che si ripercuote sulla muscolatura addominale sia perché le modificazioni ormonali date dalla
reazione stressante possono alterare il grado di acidità della mucosa che riveste lo stomaco e aumentare la
produzione degli acidi gastrici. Facilmente poi si può andare incontro ad alterazioni intestinali, che si
traducono in attacchi di dissenteria o, al contrario, di stitichezza. Per quanto riguarda l'alterazione del sonno,
responsabile principale è il cortisolo, l'ormone che favorisce lo stato di veglia. «Di conseguenza, quando è
prodotto in eccesso e a lungo, come nelle situazioni stressanti, diventa difficile prendere sonno» aggiunge il
neurologo. Condizione che si ripercuote poi su tutta la giornata, con sonnolenza, stanchezza, disturbi della
memoria e della concentrazione, ansietà, irritabilità, che a loro volta aumentano lo stress, in una sorta di
circolo vizioso. NIENTE CAFFÈ PRIMA DI DORMIRE «Diventa importante innanzitutto tutelare il sonno,
perché è proprio durante il riposo notturno che l'organismo scarica il cortisolo in eccesso» spiega il dottor
Barbanti. Oltre a cercare di andare a letto sempre allo stesso orario ed evitare il caffè prima di dormire, può
essere utile ricorrere a integratori a base di melatonina, ormone prodotto dal cervello per favorire
raddormentamento. Va assunta in genere 10-20 minuti prima di andare a letto, per riequilibrare il ciclo
sonnoveglia. Possono risultare utili anche prodotti a base di passiflora o valeriana, dall'azione ansiolitica e
utilizzabili con sicurezza anche in giovani e adolescenti» aggiunge il medico. Infine può essere d'aiuto anche
il magnesio. E un regolatore dell'attività nervosa e previene l'eccesso di eccitabilità dei neuroni. Se assunto
per diverse settimane (in genere non meno di 2-3 mesi), migliora la qualità del sonno, controlla l'ansia e
previene l'emicrania. QUANDO RICORRERE Al FARMACI «Nelle cefalee possono essere utili gli
antinfiammatori non steroidei, seguendo accuratamente le dosi indicate sul bugiardino e informandone
comunque il medico» precisa il dottor Barbanti. Se contro i crampi addominali possono essere adatti i farmaci
antispastici, per spegnere l'eccessiva acidità e i bruciori sono utili gli antiacidi, in caso di stipsi occasionale i
lassativi da banco, come il bisacodil o il lattulosio, mentre, contro gli episodi diarroici, i farmaci a base di
loperamide e i microrganismi che rinforzano la flora intestinale. Infine, si possono attenuare i sintomi da
herpes labiale con applicazioni locali di antivirali. PROBLEMI PIÙ SERI SE LO STRESS È CRONICO Se
l'esposizione allo stress persiste, gli effetti negativi aumentano e peggiorano. «Il collisolo può facilitare per
esempio il diabete a causa del suo effetto sul metabolismo degli zuccheri» spiega il neurologo «mentre sul
versante cardiovascolare può favorire l'ipertensione arteriosa». Anche depressione e calo del desiderio
possono essere conseguenza di situazioni stressanti prolungate nel tempo. «Spesso, inoltre, si sceglie il cibo
come valvola di sfogo delle tensioni, perché è la prima soddisfazione che conosciamo come esseri umani. E il
sollievo che deriva dal mangiare resta impresso nella memoria come il rimedio a ogni disagio» spiega la
dottoressa Vinciguerra. Questo può quindi facilitare l'obesità. «Si ipotizzano anche effetti a lunghissimo
termine, come l'aumento del rischio di forme tumorali e malattie neurodegenerative» rivela il neurologo.
«Sono ancora ipotesi, ma certo è che le capacità di difesa dell'organismo risentono negativamente dell'azione
prolungata del cortisolo». AGIRE SUI SINTOMI NON BASTA «Possiamo dirci stressati nel momento in cui
percepiamo il funzionamento del nostro corpo, cioè quando si avverte la tensione muscolare, il battito del
cuore, il respiro profondo. Per non parlare ovviamente di quando ci si rende conto di portare con sé anche nel
tempo libero le stesse sensazioni di tensione psichica e fisica che spesso caratterizzano la nostra vita»
continua il dottor Barbanti. E a quel punto occorre reagire. «Se non si possono cambiare le cose, bisogna
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modificare il modo di rispondere alle situazioni» ricorda la dottoressa Vinciguerra. «Imparare a dire di no,
dare valore a se stessi, demandare alcuni impegni, considerare gli altri come simili e non giudici. E poi fare
attività fisica all'aperto, meglio se in gruppo, respirare profondamente, curare la dieta e stare in compagnia».
G L I SPECIALISTI La dottoressa Paola Vinciguerra, psicoioga e psicoterapeuta, è presidente
dell'Associazione europea disturbi da attacchi di panico (Eurodap), da anni in prima linea nello studio dei
danni sull'individuo causati dallo stress. Membro della Società italiana di medicina psicosomatica, è tra i
fondatori della prima Clinica dello stress ed è supervisore del metodo psicoterapico Emdr (Eyes movement
desensitization and reprocessing), che facilita il trattamento di diversi problemi legati sia ad eventi traumatici
sia a esperienze più comuni ma emotivamente stressanti. II professor Piero Barbanti è primario neurologo e
direttore dell'Unità per la cura e la ricerca su cefalee e dolore dell'Istituto di ricovero e cura a carattere
scientifico (Irccs) San Raffaele Pisana di Roma. Professore a contratto di neurologia presso l'Università La
Sapienza di Roma, è presidente dell'Associazione italiana per la lotta contro le cefalee (Aie) e consigliere
dell'Associazione italiana per la ricerca sulle cefalee (Anircef).
É Lo stress è la causa della totalità dei casi di cefalea tensiva, una forma di mal di testa legata alla tensione
psicologica e muscolare del collo e del capo •
Tre dritte per rilassarsi FARE ATTIVITÀ FISICA REGOLARMENTE: andare al lavoro a pie- 3di o in
bicicletta è un buon inizio, sentire l'aria, guardare i colori, percepire il nostro corpo attivo dona una sferzata di
energia, ci fa sentire liberi, determinati e combattivi. L'attività sportiva, poi, aiuta a scaricare le tensioni e
libera le endorfine, le sostanze del buonumore che alzano anche i livelli di energia dell'organismo.
1RESPIRARE CON IL DIAFRAMMA*: inspirare lentamente con il naso cercando di gonfiare la pancia
lasciando fermo il torace. Quindi espirare, sempre lentamente e con la bocca aperta, sgonfiando la pancia. Si
attua così una respirazione profonda che aiuta a rilassarsi; aumenta l'ossigenazione e quindi l'energia e la
vitalità; distende la gabbia toracica, contrastando anche la postura contratta. L'obiettivo è riuscire a respirare
sempre in questo modo, ma in particolare nei momenti più difficili. 2VIVERE CON LENTEZZA RIATTIVANDO
I CIRCUITI DEI SENSI: è importante imparare a fare una cosa alla volta e non in maniera meccanica, ma
guardando, ascoltando, annusando, prestando attenzione agli stimoli sensoriali esterni. «A cominciare dalla
colazione, che è importante fare senza guardare la tv, il cellulare, il giornale: meglio concentrarsi su
un'immagine che rilassa e mangiare prendendo coscienza del gesto, assaporando quello che si gusta,
perché se è vero che mangiare è una necessità, non bisogna farlo in maniera meccanica» consiglia la
psicoioga. «Anche la doccia mattutina va fatta senza pensare a quello che accadrà dopo, ma prestando
attenzione alle sensazioni che si provano sotto l'acqua: un'esperienza molto rilassante, ma che da anche la
carica per la giornata».
Ora c'è anche una clinica specializzata Per quanti sono vittime di un livello di stress eccessivo, a Roma
(ma dovrebbe arrivare prossimamente anche a Milano) è stata inauguata da alcuni mesi la Clinica dello
stress, ideata dall'Associazione europea disturbi da attacchi di panico. Al suo interno opera un'equipe
multidisciplinare che comprende psicologo, psicoterapeuta, medico nutrizionista, medico internista,
fisioterapista e medico estetico, che lavorano in team per aiutare a contrastare lo stress e le sue
conseguenze. «Il primo passo è un check up gratuito: i vari specialisti valutano lo stato di salute della persona
e il suo livello di stress» racconta la psicoterapeuta. «Questo permette di scoprire anche dove la reazione
stressante ha colpito maggiormente, in modo che la persona venga poi affidata allo specialista più adatto».
Per esempio, se manifesta stress con scompensi alimentari, sarà seguito da un nutrizionista; se il disturbo lo
porta ad avere una postura scorretta, sarà curato da un fisioterapista. Da un punto di vista psicoterapeutico si
partecipa a un corso breve di gestione dello stress e del tempo dove si insegnano tecniche specifiche per
combattere il disagio, di rilassamento e di respirazione. Il check up è gratuito, le visite specialistiche costano
attorno ai 30-50 euro l'una. Un corso di gestione dello stress di due ore costa circa 40 euro. Per informazioni:
www.eurodap.it
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• Il magnesio può essere utile perché regola l'attività nervosa e previene l'eccesso di eccitabilità dei neuroni
L'INSTANT THERAPY Se da soli non si riesce a cambiare atteggiamento, si può chiedere aiuto a uno
psicoterapeuta. «L'instant therapy è una forma di psicoterapia breve e integrata, organizzata in corsi di poche
ore o di un weekend, in cui si ha la possibilità di acquisire tecniche che permettono di risolvere gli stati di
stress e prevenirli» spiega la dottoressa Vinciguerra. «Include la bioenergetica, un metodo psicoterapeutico
che prevede esercizi fisici e di respirazione e accresce la vitalità e l'energia psicofisica; il training autogeno
per rilassarsi e la psicologia positiva, che promuove le risorse personali per affrontare almeglio la
quotidianità».
IN FARMACIA Antiacidi Lassativi Antivirali Antispastici Antidiarroici Ipnoinducenti Antinfiammatori
BUSCOPAN. 30 compresse rivestite, classe C; ADDOFIX, 30 compresse rivestite, classe C VALERIANA
DISPERT, 60 compresse rivestite, classe C; BIOCALM, gocce orali, classe C ACICLINLABIALE, matita
cutanea, classe C; ALOVEXLABIALE, matita cutanea, classe C. CONFETTO FALQUI CM, 20 compresse
rivestite, classe C; NORMASE, sciroppo, classe C DIARSTOP, 20 capsule, classe C; ENTEROGERMINA, 12
capsule rigide, classe C NEOCIBALGINA, 12 compresse, classe C; ALEVE, 12 compresse rivestite, classe C
QAVISCON, sospensione orale, classe C; BIOCHETASI, 20 bustine, classe C
ABC Dizionario DIAFRAMMA: muscolo a forma di cupola che separa gli organi del torace da quelli
dell'addome. Contraendosi, si abbassa aumentando di conseguenza il diametro del torace e riducendo quello
verticale della cavità addominale, con un effetto importante in particolare per la respirazione. GHIANDOLE
SURRENALI: piccole ghiandole poste sulla parte superiore di ciascun rene, che producono diversi tipi di
ormoni, tra i quali il cortisolo. IPOFISI: ghiandola posta alla base del cervello che regola l'attività delle
ghiandole sessuali, della tiroide, della ghiandola mammaria e dei surreni e che contribuisce a controllare il
nostro equilibrio idroelettrolitico. IPOTALAMO: area del cervello che ha, tra le sue funzioni, quella di regolare
il sistema ormonale e la risposta allo stress. SISTEMA NERVOSO SIMPATICO: assieme al sistema nervoso
parasimpatico costituisce il sistema nervoso autonomo, preposto al controllo della nostra vita vegetativa
innervando visceri, tessuti e ghiandole.
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UN PO' DI SOLLIEVO*
Roberto Raviolo
E VERO CHE NON BISOGNA MAI ABUSARE DEGÙ ANTIDOLORIFICI, M A È ALTRETTANTO VERO CHE
N O N È NECESSARIO SOFFRIRE INUTILMENTE. E C C O PERCHÉ B I S O G N A RIVOLGERSI A U N O
SPECIAUSTA CHE, I N BASE A L TIPO DI SITUAZIONE, SAPPIA CONSIGUARE IL FARAAACO GIUSTO II
dolore un tempo era considerato qualcosa di inevitabile, qualcosa che si doveva sopportare. Ancora oggi, si
ha quasi vergogna a parlarne con il medico, per il timore di essere considerati troppo lamentosi e incapaci di
gestire la sofferenza. Tutto questo ha generato un approccio sbagliato al dolore, che viene concepito sempre
e solo come un sintomo di qualche altra malattia, che va bloccato sul momento con qualsiasi farmaco
antidolorifico, scelto di propria iniziativa. Questo può essere adeguato per il dolore acuto, legato a una
malattia che si conosce e che è destinata a risolversi, ma non è certo il modo migliore per gestire il dolore
intenso e prolungato, che deve essere considerato come quello che in realtà è: e s s o stesso è una vera e
propria malattia che va diagnosticata e curata in modo appropriato, con i farmaci adatti a ciascun caso. Un
po' come l'ipertensione arteriosa, insomma. N O N SONO TUTTI UGUALI Al fine della somministrazione
corretta del farmaco è importante capire di che tipo di dolore si soffre. La sensazione di "male" infatti, è
qualcosa di molto complesso. E formato da una parte percettiva (la cosiddetta nocicezione), che costituisce il
tramite sensoriale per la ricezione e la trasmissione al sistema nervoso centrale di stimoli potenzialmente
dannosi per l'organismo. A questa si aggiunge una parte "personale" che consiste nello stato psichico
collegato alla percezione di una sensazione spiacevole. Tale componente è legata anche alla dimensione
affettiva e cognitiva di ciascuno di noi, quindi a esperienze passate e a fattori sociali e culturali. Il dolore ha
sicuramente la funzione di segnale che l'organismo sta subendo una lesione di qualche tipo e che mette in
allarme per evitare un danno. Può però anche perdurare nel tempo, diventando a propria volta una malattia
che i medici definiscono "sindrome dolorosa cronica". E una forma di dolore particolare, che richiede un
trattamento specifico perché persiste anche dopo che si è risolta la causa che lo ha generato. Quando si
avverte un dolore, di qualsiasi tipo esso sia, è allora importante rivolgersi al medico di medicina generale per
sapere come si può affrontare la situazione. Secondo la classificazione dell'Organizzazione mondiale della
sanità, la sensazione dolorosa può essere misurata in base a una scala che va da 0 a 10. Fino al numero 4 il
dolore è considerato lieve, da 4 a 7 è moderato, da 8 a 10 è severo. L'intensità del dolore è dunque uno dei
primi passi per stabilire i farmaci da assumere, ma è sempre fondamentale capire anche il meccanismo
scatenante per poter prescrivere una cura appropriata. PRIMA MOSSA IL PARACETAMOLO Bisogna
sottolineare come anche un dolore lieve, per esempio il mal di testa o i crampi mestruali, possa interferire con
la serenità quotidiana e non permettere lo svolgimento delle proprie attività. Il farmaco di prima scelta nel
trattamento del dolore lieve è considerato il paracetamolo. perche è efficace pur avendo pochi effetti
collaterali. È in grado di inibire la produzione di prostaglandine, sostanze coinvolte nella trasmissione del
segnale doloroso; interagisce con i recettori dei cannabinoidi naturali e con il sistema oppioide endogeno*,
alzando la soglia di tolleranza al dolore e, infine, svolge un'attività antinfiammatoria. Va assunto per bocca, in
compresse, gocce, sciroppo o per via rettale e la cura dovrebbe durare per non oltre quattro giorni. Il
paracetamolo non causa disturbi a cuore, stomaco, fegato e reni. Il suo unico rischio è la tossicità, alla quale
si può arrivare se si assumono dosi eccessive di farmaco. Per questo è bene non superare le dosi indicate e,
nel caso dei bambini, chiedere sempre al pediatra. FANS, GLI ANALGESICI PIÙ UTILIZZATI Contro il dolore
moderato si possono invece utilizzare i Fans, una sigla che riunisce molecole molto diverse tra loro: acido
acetilsalicilico, ibuprofene, ketoprofene, naprossene, flurbiprofene, diclofenac, ketorolac, indometacina,
sulindac, meloxicam, piroxicam, nimesulide, etoricoxib, celecoxib e altri ancora. Sono farmaci che presentano
differenze tra di loro, ma hanno tutti un'attività analgesica, antinfiammatoria e antiaggregante. I Fans
combattono il dolore perché inibiscono l'attività delle ciclossigenasi (o Cox), gli enzimi deputati alla sintesi
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SAPERNE DI PIÙ
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delle prostaglandine, delle prostacicline e dei trombossani, tutte sostanze coinvolte nella trasmissione del
segnale di dolore. Sono quindi farmaci che possiedono un'efficace azione analgesica nelle forme di dolore
associate a infiammazione, per esempio quello legato al mal di denti, al post intervento chirurgico o anche
dopo un parto impegnativo. Possono essere assunti in vario modo, solitamente per bocca, ma alcune
molecole esistono anche in formulazioni per iniezioni intramuscolo. La quantità da somministrare varia a
seconda della molecola. Per esempio, nel caso degli adulti, il ketoprofene 50 mg può essere assunto due o
tre volte al giorno, ma è anche possibile assumere solo una volta al giorno la compressa da 200 mg a rilascio
prògressivo. Per il diclofenac, la dose giornaliera massima consigliata è di 100 mg al giorno. Per il
nimesulide, la dose è 100 mg due volte al giorno solo dopo i pasti. Nel caso dell'acido acetilsalicilico, negli
adulti la dose è 300-600 mg ogni 8-12 ore e l'uso è assolutamente sconsigliato prima dei 16 anni. I Fans
possono essere somministrati anche per via locale, in pomata o in cerotto, per esempio nel trattamento del
dolore acuto causato da uno stiramento muscolare. TANTI GLI EFFETTI COLLATERALI I Fans sono molto
usati, ma è bene non sottovalutare i possibili effetti collaterali. Questi farmaci infatti, pur con differenze tra una
molecola e l'altra, possono provocare irritazione alla mucosa che riveste lo stomaco, fino a causare gastrite o
addirittura ulcera. Inoltre, poiché le prostaglandine collaborano al buon funzionamento dei reni, i Fans che
interferiscono con la loro produzione possono, alla lunga, portare a insufficienza renale. Infine possono
causare ipertensione arteriosa, trombosi*, difficoltà respiratorie e cardiache. Senza contare poi che
presentano interazioni farmacologiche: se vengono assunti con altre molecole possono aumentarne o
diminuirne l'effetto, soprattutto nei casi di farmaci che contrastano la coagulazione del sangue
(aumentandone l'effetto e quindi predisponendo a emorragie), dei farmaci contro la pressione alta (possono
ridurre il loro effetto e quindi rendere il trattamento non efficace), dei diuretici e dei farmaci che si prendono
contro il diabete. Inoltre non è possibile assumere contemporaneamente due Fans diversi perché si
potrebbero avere problemi ai reni ed è anche bene evitare di associare uno di questi antinfiammatori al
paracetamolo, a meno che non si lasci intercorrere qualche ora tra una somministrazione e l'altra e che si
limiti il periodo di trattamento. I Fans sono controindicati in persone con ulcera, con disturbi renali o
scompenso cardiaco* serio e vanno utilizzati con cautela nelle persone anziane o in chi soffre di allergie.
Proprio per questi motivi è importante che anche tali farmaci siano sempre assunti dietro consiglio medico.
VALIDE ASSOCIAZIONI Se il dolore si fa più intenso o ha meccanismi più complessi, paracetamolo e Fans
non bastano più. In questo caso, ci si deve rivolgere al proprio medico di medicina generale o, meglio ancora,
a un esperto in trattamento del dolore. Il dolore più forte si può infatti trattare abbinando i Fans o il
paracetamolo con i tarmaci oppioidi. Per esempio, l'associazione tra paracetamolo e codeina od ossicodone
ha effetti analgesici più intensi e prolungati rispetto ai componenti presi da soli, con un effetto nettamente più
prolungato nel tempo. Ovviamente è possibile utilizzare anche i farmaci oppioidi non associati a
paracetamolo. Maggiori problemi si pongono per il dolore acuto di grado elevato o severo e, soprattutto, per il
dolore cronico, di qualunque intensità esso sia. Per il dolore acuto di grado elevato o severo si considerano di
prima scelta gli oppiacei "forti", che costituiscono un'ampia categoria con un'ampia gamma di modalità di
somministrazione: oltre che in compresse e in gocce, gli oppiacei esistono anche in cerotto per
somministrazione transdermica, per iniezione intramuscolo, per infusione endovenosa, per infusione
peridurale (ossia, inserendo un catetere con il farmaco in zona lombare, sotto la dura madre che riveste il
midollo della colonna vertebrale) e perfino in spray nasale. Le nuove formulazioni di oppiacei si adattano
anche al tipo di dolore per cui sono utilizzati: hanno un rilascio rapido per il dolore acuto elevato e un rilascio
lento per il dolore cronico. N O N SOLO MORFINA E CODEINA Esistono numerose molecole di oppioidi:
oltre a morfina e codeina, di origine naturale, ci sono derivati semisintetici (destrometorfano, tramadolo,
taperiadolo, buprenorfina e ossicodone) e sintetici (petidina, fentanil, sufentanil, metadone,
destropropossifene, pentazocina e molti altri). La loro efficacia sta nell'interagire con particolari recettori del
dolore, riducendone notevolmente la percezione. Gli oppioidi, a differenza del paracetamolo e dei Fans, non
hanno un "tetto": ossia, all'aumentare della dose aumenta anche l'effetto analgesico. Ciò può esporre sia a
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tolleranza, cioè ci si abitua a una certa molecola che smette di fare effetto, sia, in casi molto rari nei soggetti
con dolore cronico, a dipendenza del farmaco. Per evitare queste situazioni è possibile, se il dolore si
attenua, passare via via a dosi inferiori. Se si tratta di dolore cronico, è bene invece seguire un trattamento a
rotazione, cioè alternando nel tempo e per tipo il prodotto oppioide allo scopo di mantenere l'efficacia di cura.
«Anche gli oppiacei, per quanto efficaci, possono provocare effetti collaterali» avverte il professor Allegri
«soprattutto all'apparato gastrointestinale e al sistema nervoso. Una persona può avere sonnolenza, vertigini,
ma anche stipsi, nausea e vomito. Tali effetti in genere si attenuano con la continuazione del trattamento e,
comunque, le formulazioni più recenti danno molti meno disturbi». PER LE FORME CRONICHE Gli oppioidi
sono adatti per il dolore cronico, per esiti permanenti di traumi o per coinvolgimento del sistema nervoso
centrale. Vanno bene per il dolore legato ad artrite e artrosi, soprattutto nella formulazione di cerotto da
applicare direttamente sulla parte dolente, raramente anche in certe forme di cefalea che non rispondono ai
Fans, nel dolore neuropatico dovuto per esempio a nevralgia post erpetica o del trigemino. Il dolore cronico
benigno riguarda circa il 75 per cento dei casi, ma può incidere comunque pesantemente sulla qualità della
vita. Le cause possono essere varie: dall'artrite all'ernia del disco, dall'artrite reumatoide alla fibromialgia*,
dalla cefalea alla cistite interstiziale. «Se non viene affrontato, il dolore cronico non oncologico causa disturbi
del sonno, isolamento sociale, problemi depressivi, bulimia fino all'uso improprio di farmaci con tutti i rischi
connessi, per citare solo alcune conseguenze» avvisa il professor Allegri. Gli oppiacei forti, eventualmente
associati a Fans, costituiscono anche il trattamento per il dolore legato a malattie tumorali. Occorre però
sempre che una persona sia seguita da un esperto in terapia del dolore. Un caso particolare e delicato di
dolore oncologico è quello episodico intenso, un picco di sofferenza che insorge all'improvviso in malati che
già soffrono di dolore da malattia tumorale. Causa un'importante compromissione della qualità della vita, ma
è una realtà clinica ancora sottostimata e sottodiagnosticala, spesso trattata con farmaci non appropriati.
Oggi è però disponibile una formulazione di fentanil citrato sublinguale, in grado di rispondere alle specifiche
esigenze del dolore episodico intenso perché agisce già dopo sei minuti. I FARMACI ADIUVANTI Oltre agli
antidolorifici veri e propri, che agiscono sui reeettori del dolore, esistono anche i farmaci "adiuvanti": si tratta
di molecole che hanno come capacità secondaria quella di agire sulla riduzione della sensazione dolorosa.
Per il dolore cronico dovuto a malattia tumorale, sono efficaci gli antidepressivi triciclici, quando il malato ha
anche depressione e disturbi del sonno. L'azione analgesica avviene per inibizione della ricaptazione dei
neurotrasmettitori serotonina e noradrenalina. Gli anticonvulsivanti, impiegati per il trattamento dell'epilessia,
sono efficaci nel trattamento del dolore neuropatico. Ne fanno parte carbamazepina, fenitoina, gabapentin,
acido valproico, clonazepam e altri che, inibendo i canali del sodio, riducono la sensazione dolorosa.
Impossibile non citare i corticosteroidi, ossia i farmaci a base di cortisone, soprattutto desametasone,
metilprednisone e prednisone che riducono l'infiammazione e, quindi, anche il dolore collegato. E, ancora, i
bifosfonati si usano contro l'osteoporosi, una malattia che consiste nella perdita di calcio da parte delle ossa.
Soprattutto il clodronato, il pamidronato e lo zoledronato sono utili in caso di metastasi ossee e ipercalcemia*.
Inibiscono l'attività degli osteoclasti, cellule deputate al riassorbimento del tessuto osseo, riducendo il dolore.
Infine, si usano ansiolitici, miorilassanti e sedativi, che intervengono nella trasmissione del dolore a livello di
particolari aree del sistema nervoso. «Il terapista del dolore non è però un dispensatore di pillole» chiarisce
l'esperto. «Prima di iniziare il trattamento è indispensabile un'accurata anamnesi, la visita ed esami del
sangue o radiologici per capire se esiste una malattia che giustifichi il dolore. L'importante è non assumere un
antidolorifico solo perché è stato consigliato da una persona che ne ha tratto beneficio. Ciascuno ha la sua
storia medica ed è indispensabile partire da questa per scegliere il prodotto più adatto». •LO SPECIALISTA II
professor Massimo Allegri è specialista in anestesia, rianimazione e terapia del dolore. È ricercatore presso il
Dipartimento di scienze chirurgiche dell'Università di Parma e dirigente medico del II Servizio anestesia,
rianimazione e terapia del dolore dell'Azienda ospedaliere! universitaria di Parma. È responsabile della
ricerca della società scientifica Federdolore - Società italiana clinici del dolore ed è Principal investigator e
coordinatore di uno s t u d i o multicentrico su genetica e dolore lombare finanziato dalla Comunità europea.
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Approcci di cura spesso scorretti Dati recenti affermano che i Fans sono ancora i formaci più utilizzati nel
trattamento del dolore cronico. In un'indagine di ampie dimensioni che ha valutato prevalenza, serietà,
trattamento e impatto sociale del dolore cronico in 16 nazioni (15 Paesi europei più Israele), è risultato che
circa la metà dei soggetti con dolore cronico assumeva Fans sotto forma di farmaco da banco (55 per cento
dei casi) o come farmaco di prescrizione (45 per cento). Questo significa che, nonostante la legge 38 abbia
compiuto da poco i cinque anni di vita e quindi alle persone con dolore cronico sia garantito l'accesso a
diagnosi e cure, molti non affrontano ancora il problema in modo corretto.II paracetamoio e efficace lei
dolori lievi come il mal li testa o i crampi mestrualiPiù COINVOLGIMENTO DEI MEDICI DI FAMIGLIA La
corretta prescrizione del trattamento contro il dolore dovrebbe partire dalla figura professionale più vicina al
malato, ossia dal medico di famiglia. A quanto pare, invece, non avviene sem- pre così. Lo ha evidenziato
una ricerca condotta da Doxa Marketing Advice per conto di una società farmaceutica. Il 94 per cento dei
medici di medicina generale conosce gli oppioidi e sa che so- no i farmaci di riferimento per il dolore cronico,
eppure il 36 per cento dichiara di prescrivere solo i Fans contro il dolore cronico, mentre il 22 per cento solo il
paracetamolo. Inoltre nei casi in cui, l'assi- stito continui a riferire dolore, il 71 per cento dei medici dichiara di
cambiare cura, ma solo il 6 per cento passa a un oppioide, benché sia cresciuta la conoscenza di questa
valida opzione.LE QUATTRO FACCE DEL MALE FISICO lità e dello stile di vita del paziente, che
costituiscono fattori di mantenimen0 indipendenti dall'aziole dei nocicettori. II dolore può essere classificato
sulla base della durata nel tempo, quindi può essere: TRANSITORIO: c'è un'attivazione dei nocicettori,
particelle responsabili della trasmissione degli stimoli dolorosi, senza che compaia però danno tissutale.
Scompare con la cessazione dello stimolo. Un esempio di questo dolore è quello che si prova per un
pizzicotto. CRONICO: è un dolore associato a profonde mo- ACUTO: è un dolore di breve durata, dovuto a
una causa esterna che attiva la sensazione dolorosa attraverso i nocicettori. Lo stimolo doloroso è connesso
a un danno tissutale e scompare con la riparazione del danno. Esempio di dolore acuto è quello postoperatorio o semplicemente il dolore per un trauma da caduta. PERSISTENTE: lo stimolo doloroso tende a
proseluire nel tempo, superanJo la breve fase tipica del dolore acuto, senza però arrivare a essere
classificato come un dolore cro- RECIDIVO: è un dolore che tende a ricomparire a ondate. E caratterizzato
da fasi acute e da momenti in cui non si avverte dolore. L'esempio tipico di questo dolore è la cefalea.
FINALMENTE C'È UNA LEGGE SPECIFICA Ci sono voluti cinque anni ma oggi, finalmente, al dolore
cronico viene riconosciuta una nuova dignità: non è più considerato soltanto un sintomo di
accompagnamento di varie malattie, ma una condizior morbosa che dev'essei gestita appropriatameli per
abolire o contenere sofferenze. Sono stati raj giunti solo a marzo di qui st'anno gli obiettivi della Legge 38 del
2010: le cure inserite tra i Lea, i Livelli essenziali di assistenza che devono essere garantiti ai malati.
L'intensità del dolore, ma anche l'efficacia del suo trattamento, sono registrati in cartella clinica e nella scheda
di dimissione ospedaliera. Sono state definite tariffe precise per le cure antalgiche, a partire dai livelli medi di
rimborso rilevati in tutte le Regioni. La prima visita di terapia del dolore ha ricevuto una categorizzazione
specifica e non è più definita come semplice visita medica. E stata semplificata la prescrizione di formaci
antalgici, oppioidi inclusi. Anche la formazione del personale specializzato in diagnosi e cura del dolore
cronico riceve oggi una maggiore attenzione, con quattro Master universitari dedicati. Inoltre, a migliaia di
medici di famiglia è stato offerto un aggiornamento che consente ai assicurare ai sofferenti, a domicilio, tutte
le cure antalgiche di cui hanno bisogno, comprese le cure palliative. Restano però ancora alcune carenze da
colmare, come il deficit di prescrizioni e di accesso agli oppioidi, dovuto a carenze organizzative e a una certa
riluttanza da parte dei prescrittori.• Gli oppioidi sono indicati in caso di artrite e artrosi, specie nella
formulazione in cerotto da applicare sulla parte dolente HI CENTRI DOVE SI CURA IL DOLORE 1 Aosta,
Terapia ANCONA A. o. u. Ospedali Riuniti, S.o.d. medicina del dolore e palliativa, tei. 071/5963152 e
5963164 AOSTA Ospedale regionale della Valle d terapia antalgica, tei. 0881/733783 e 732387 GENOVA A.
o. u. San Martino, Centro di medicina del dolore, tei. 010/3537225 LATISANA (UD) Presidio ospedaliera,
terapia del dolore, tei. 0431/529235 MATERA Ospedale di Policoro, terapia antalgica, tei. 0835/986511 e
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986329 MILANO A.o. Niguarda Ca' granda, terapia del dolore, tei. 02/64443172 e 644445699 NAPOLI San
Giovanni Bosco ASL NA1, Ambulatorio di terapia del dolore, tei. 081/2545238 e 2545313 PALERMO
Policlinico Universitario P. Giaccone, U.t.s.i. e del dolore, tei. 0165/543378 e 543661 BOLOGNA Azienda
ospedaliero-universitaria, Ambulatorio di terapia antalgica, tei. 051/6363087 CAGLIARI Ospedale S.S. Trinità,
Anestesia e terapia antalgica, tei. 070/539834 CATANZARO Azienda ospedaliera Pugliese - Ciaccio,
Struttura dipartimentale terapia del dolore, tei. 0961/883880 FOGGIA A.o.u. Ospedali Riuniti, Struttura
semplice di Ambulatorio di terapia antalgica, tei. 091/6552712 PARMA Azienda ospedaliero universitaria,
Struttura complessa anestesia, rianimazione e terapia antalgica, tei. 0521/ 703567 ROMA Azienda Policlinico
Tor Vergata, U.o.s.d. terapia antalgica, tel.06/20900638 e 20900637 SIENA P.o. Valdìchiana di
Montepulciano - USL 7 Siena, Ambulatorio terapia del dolore, tei. 0577/382222 TORINO Ospedale Le
Molinette, Terapia del dolore e cure palliative, tei. 011/6335241 VENEZIA Ospedale SS. Giovanni e Paolo,
Servizio terapia antalgica, tei. 041/5294151.IN FARMACIA classe C; NASVICAL, 3 fiale iniettabili, classe A;
VOLTAREN EMULGEL, gel, classe C Paracetamolo TACHIPIRINA.16 compresse, classe C; SANIPIRINA,
10 supposte, classe C; SARIDON. 20 compresse, classe C PARACETAMOLO 20 compresse effervescenti,
classe C Antinfiammatori non steroidei (Fans) ANTALGIL, 10 compresse, classe C; AULIN, 10 supposte,
classe C; ALGOPIRINA 12 compresse, classe C; DICLOFENAC, 10 cerotti, classe C; DOLOFAST, gel,
classe C; LIXIDOL, 10 compresse rivestite, Oppioidi CONTRAMAL 20 capsule, classe A, ricetta non ripetibile;
DOROGESIC.3 cerotti, classe A, ricetta non ripetibile; FORTRADOL, 5 fiale iniettabili, classe A, ricetta non
ripetibile; PALEXIA, 30 compresse, classe A, ricetta non ripetibile; PETIDINA CLORIDRATO, 5 fiale, classe
C, ricetta Mmr (modello ministeriale a ricalco) TALWIN, 5 fiale iniettabili, classe A, ricetta non ripetibileABC
Dizionario FIBROMIALGIA: sindrome caratterizzata da dolore diffuso e maggiore in determinati punti,
associato a rigidità. IPERCALCEMIA: eccessivo livello di calcio nel sangue. Può anche comparire nelle
malattie tumorali in presenza di metastasi alle ossa. SCOMPENSO CARDIACO: complessa sindrome per cui
il cuore si indebolisce e non riesce più a funzionare bene. SISTEMA OPPIOIDE ENDOGENO: insieme di
recettori nervosi coinvolti nella percezione e modulazione del dolore. TROMBOSI: evento acuto collegato alla
formazione di trombi, coaguli di sangue denso, che ostacolano la circolazione.
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8 AIUTI NATURALI PER PERDERE PESO
Roberto Camisasca
Con l'arrivo del caldo quasi la metà degli italiani (17 per cento) si è messo a dieta per paura di sfigurare in
costume. E quanto emerge da un sondaggio condotto dalla Co]ÉHH| diretti. L'ultimo rapporto [g^/™*™ Cnel
sul benessere rivela poi che quattro connazionali su 10 non fanno abbastanza attività fisica mentre solo il 18
per cento mangia frutta e verdura almeno quattro volte al giorno. E i risultati si vedono: 23 milioni di adulti,
soprattutto di s e s s o maschile, risultano fuori forma. Abbinati a una regolare attività fisica e a
un'alimentazione corretta alcuni principi attivi di origine vegetale possono aiutare a perdere peso in modo
armonioso, con vari meccanismi: ottimizzando il metabolismo, accelerando lo scioglimento dei grassi,
favorendo la digestione e infine sostenendo l'umore, un aspetto non secondario quando si devono fare delle
rinunce a tavola. Eccone otto. L a m p o n e PER RIDURRE APPETITO Famoso per l'aroma dolciastro e il
colore rosso intenso, in origine esistevano diverse varietà di lampone, anche di altri colori, ma con il passare
del tempo sono state selezionate solo le piante più resistenti. Oggi il frutto è considerato un "supercibo"
poiché possiede qualità nutrizionali eccellenti, grazie all'elevata concentrazione di sali minerali e vitamine A e
C. Quest'ultima rafforza le difese immunitarie, conferisce al lampone proprietà antinfiammatorie e favorisce la
produzione di collagene, utile alla riparazione dei tessuti. Ma il suo punto di forza è la pres e n z a di
bioflavonoidi, dall'elevato potere antiossidante: contrastano lo stress ossidativo prodotto dai radicali liberi*,
rafforzano la struttura dei vasi sanguigni, favoriscono la circolazione. Il succo è utile in caso di infiammazione
del sistema digerente, il gemmoderivato è utilizzato contro i disturbi legati al ciclo mestruale, le foglie hanno
proprietà diuretiche e lassative. Chi ha problemi di peso può optare per l'estratto: favorisce la regolarità del
transito intestinale e, combinato con altri componenti erboristici (arancio amaro, estratto di cipolla e cromo),
moltiplica le proprietà drenanti ed è un efficace attivatore del metabolismo. Ci sono integratori in forma liquida
a base di estratto di lampone che ne concentrano alcuni principi attivi come il chetone. Utilizzati durante una
dieta dimagrante aiutano a ridurre l'appetito e a bruciare i grassi. Arancio amaro PER DIMAGRIRE SOLO
DOVE SERVE II Citrus aurantium è un piccolo albero sempreverde diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo.
Il frutto è più piccolo di quello dell'arancio dolete e ha un sapore più forte e acidulo, che lo rende più adatto
all'uso terapeutico che al consumo alimentare. Con i fiori e le foglie si ottengono infusi dal blando potere
sedativo, ideali per disturbi di stomaco; l'olio essenziale è usato come aromatizzante, mentre la scorza del
frutto viene impiegata per la preparazione di digestivi e tonici. Per quanto riguarda il dimagrimento, l'estratto
svolge un'attività termogenica* "selettiva", vale a dire che stimola solo i recettori responsabili dei processi di
demolizione dei grassi. Grazie alla presenza di sinefrina, che sollecita il sistema nervoso simpatico inducendo
vasocostrizione e incremento della pressione sanguigna, è indicato nelle diete dimagranti perché aumenta il
metabolismo, attivando la lipolisi (la rottura e consumo del grasso). Agisce anche contro la cellulite,
soprattutto se abbinato alla caffeina. I Q T»/"*l T I 1 O PER DEPURARSI D O P O GU STRAVIZI Di origine
tropicale, la Garcinia cresce in Vietnam, Cambogia, Filippine e sud dell'India. Dalla buccia dei frutti si ricava
l'estratto secco titolato nel suo componente principale, l'acido idrossicitrico, dalla comprovata azione
dimagrante. È l'ideale soprattutto dopo un periodo di eccessi a tavola, per esempio dopo le feste: riduce lo
stoccaggio di calorie, sotto forma di grassi di deposito che si accumulano soprattutto nel tessuto adiposo
sottocutaneo e sono i responsabili dell'aumento di peso. Stimola anche la trasformazione di glucosio nella
sua sostanza di riserva, il glicogeno, e ne aumenta il deposito nel fegato: questa informazione arriva al
cervello, che blocca la sensazione di fame e attiva il senso di sazietà. Per potenziarne l'effetto dimagrante si
usa in combinazione con carnitina, cromo picolinato e caffeina.
Rhodiola
PER RESISTERE
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BENESSERE
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sce sulla serotonina*, iniALLO STRESS DELLA DIETA Originaria dei Paesi del Nord Europa, la Rhodiola è conosciuta anche con il
nome di "radice d'oro" per i caratteristici fiori gialli, dalla profumazione simile a quelli della rosa. Si caratterizza
per la ricchezza di acidi organici, oli essenziali, beta sitosterolo, tannini e flavonoidi*. Ha la capacità di
aumentare le resistenze dell'organismo in situazioni di stress: per esempio, i popoli nordici la utilizzano per
alleviare i disturbi dovuti al clima rigido. Per questo motivo, studi condotti sia sull'animale sia sull'uomo le
hanno attribuito la definizione di fitocomplesso adattogeno, cioè capace di evocare una risposta ottimale in
situazioni difficili. La caratteristica che distingue la rosea rispetto alle altre varietà di Rhodiola è la presenza
dei glicosidi salidroside, rosavin, rosin e rosarin, che ne fanno il complesso adattogeno più completo. In più,
modula l'appetito e allo stesso tempo ha azione antidepressiva perché agibendo l'enzima deputato al suo
riassorbimento. Merito dei composti contenuti, glicosidi fenolici e p-tirosolo, che accrescono il rilascio di
endorfine, sostanze naturali che migliorano il senso di benessere, e lipasi, che scioglie gli acidi grassi
accumulati nel tessuto adiposo. Ha anche azione sul metabolismo perché aumenta la produzione di
adrenalina e noradrenalina, che stimolano a livello delle cellule adipose il rilascio di acidi grassi nel sangue.
L'estratto secco è consigliato come coadiuvante nei regimi ipocalorici per gestire lo stress psicofisico
derivante dalle privazioni alimentari: migliora il tono dell'umore, contrasta il senso di debolezza derivante dalla
dieta e aiuta a sopportare la fame. Non solo: stimola un aumento della sintesi di proteine nei muscoli e facilita
la penetrazione del glucosio, degli acidi grassi e delle vitamine nelle cellule muscolari, favorendo la
produzione di energia.
G L I ALTRI ALLEATI DELLA LINEA Tra le altre sostanze utili per il dimagrimento c'è il Glucomannano, una
fibra naturale che favorisce un rapido senso di sazietà perché, a contatto con l'acqua, aumenta di molte volte
il suo volume inducendo a ingerire minori quantità di cibo. Il Cromo potenzia la funzione dell'insulina e
influenza il metabolismo dei carboidrati, delle proteine e dei grassi, così come lo Zinco. Il Carciofo, la
Gramigna e il Cardo mariano contribuiscono alla depurazione dell'organismo e alla funzione digestiva. Tra gli
estratti vegetali ad azione drenante ricordiamo la Cipolla, il Finocchio, \a Betulla e la Pilosella: favoriscono la
diuresi riducendo la ritenzione idrica. Il Tamarindo e il Tarassaco sono in grado di favorire il transito
intestinole, l'Ananas contiene bramelina, che favorisce la digestione e l'eliminazione dei liquidi in eccesso,
mentre il Guaranà è uno dei vegetali più ricchi di caffeina: accelera la combustione dei grassi, riducendo i
depositi adiposi sottocutanei. Te verde PER CONTRASTARE LA CELLULITE Come nel caso del caffè verde,
il procedimento di preparazione consente di non perdere le sostanze preziose contenute nella pianta (la
Camellia sinensis, originaria della Cina e dell'India settentrionale), perché, a differenza del té nero, le foglie
appena raccolte vengono velocemente passate a vapore e subito seccate, per impedirne la fermentazione.
L'attivo più importante è l'Egcg (epigallocatechina 3 gallato), un polifenolo che conferisce all'estratto la
capacità di bruciare i grassi. Altri elementi come caffeina, teofillina, teobromina, saponine triterpeniche e
derivati dell'acido caffeico, come l'acido clorogenico, sono utili per combattere colesterolo e trigliceridi nel
sangue, ma anche per contrastare la cellulite e il sovrappeso. Le catechine combattono i radicali liberi* con
un'efficacia 20 volte superiore a quella della vitamina E e inibiscono l'enzima deputato all'assorbimento dei
carboidrati, riducendo il livello di zuccheri nel sangue e migliorando la flora batterica intestinale. Le ricerche
indicano anche che questi composti aumentano la velocità con cui l'organismo brucia i grassi, senza
aumentare la frequenza cardiaca o eccitare il sistema nervoso centrale, come spesso succede con le
sostanze dimagranti.
Matè
PER SENTIRSI PIÙ SAZI Viene dal Sudamerica, dove la bevanda ottenuta dalle foglie essiccate e sbriciolate
è considerata la più diffusa e apprezzata, al pari del caffè in Occidente. Grazie al contenuto di caffeina,
aumenta la concentrazione e allevia la fatica. Studi scientifici hanno dimostrato che è in grado di aumentare
in modo significativo la quantità di tempo con cui il cibo rimane nello stomaco e nell'intestino, contribuendo a
una sensazione di pienezza migliore. Favorisce anche il metabolismo dei grassi, grazie alla presenza di
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saponine che stimolano la termogenesi*.
PER STIMOLARE IL METABOLISMO ^ Le bacche, piccoli frutti simili al mirtillo che crescono solo in
Amazzonia, contengono potassio, fibre, calcio, fosforo, proteine, vitamine C, E e del gruppo B, acidi grassi
Omega 9 e Omega 6. Usate dagli indigeni per curare disfunzioni digestive e malattie della pelle, sono un utile
scudo contro le malattie cardiovascolari e contribuiscono ad abbassare il colesterolo. Sono potenti
antiossidanti, in grado di proteggere l'organismo dall'invecchiamento precoce e di stimolare il metabolismo.
INTEGRATORI: SOLO ATTRAVERSO I CANALI AUTORIZZATI II mercato degli integratori alimentari in Italia
ha registrato un boom, con quasi due miliardi di euro di fatturato raggiunti nel 2013. L'Eurisko stima che
nell'ultimo anno circa 250 mila italiani abbiano acquistato compresse e bustine ordinandoli su Internet. Se
l'azienda produttrice è nota e il prodotto è certificato, nessun problema. Tuttavia, dalle analisi emerge che più
del 30 per cento di questi supplementi contiene principi attivi non consentiti e non certificati né sulla
confezione né sul sito di acquisto. Il consiglio è di rivolgersi in farmacia o nei canali autorizzati, oppure, se si
compra online, leggere accuratamente l'etichetta del prodotto, prima di ordinarlo, per verificare gli ingredienti
funzionali e controllare che siano ammessi dalle normative italiane, consultando il sito del Ministero della
salute, dove si trovano gli elenchi delle sostanze autorizzate e le relative indicazioni per la salute. Controllare
i dosaggi, accertarsi che non contengano sostanze dopanti e identificare l'azienda produttrice sul Registro
nazionale degli integratori, che comprende l'elenco delie aziende che hanno notificato i prodotti al Ministero
della salute italiano.
Caffèverde
PER BRUCIARE I GRASSI È diverso dal caffè normalmente consumato, in quanto non subisce nessun
processo di torrefazione (il chicco non viene tostato, ma solo fatto essiccare). Questo gli permette non solo di
conservare il color smeraldo che lo contraddistingue, ma anche di preservare l'acido clorogenico, uno dei
composti polifenolici più importanti, dal notevole potere antiossidante. Si trova soprattutto nei semi, ma anche
nelle foglie e nei frutti, e si è dimostrato efficace nel ridurre l'assorbimento di grassi corporei e trigliceridi.
Diversi studi ne dimostrano l'efficacia nel ridurre il tasso di zucchero nel sangue e prevenirne la
trasformazione in grassi di riserva: in pratica accelera il metabolismo, inducendo il corpo a trovare le energie
di cui necessita direttamente dal grasso accumulato. La mancanza di tostatura preserva inoltre le
caratteristiche nutrizionali dei semi, contribuendo all'azione tonica e di sostegno metabolico. La caffeina
stimola il drenaggio e la rimozione dei liquidi stagnanti ed è quindi utile anche in caso di cellulite e gonfiore.
Infine, è slato dimostrato che il consumo di caffè verde riduce la pressione sanguigna.
Tra le altre sostanze che aiutano a perdere peso ci sono ananas, tarassaco, tamarindo e guaranà
GUIDA AGLI ACQUISTI © SUCCO D'ANANAS DRENANTE O COMPRESSE CON FOGLIE DI MATÈ Da
Zuccari, Super Ananas Slim, il nuovo integratore con Gambo d'Ananas drenante, arricchito con Matè e
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COSI LA DIETA NON FALLISCE 2Ridurre il sale, evitando salumi, salse, conserve, formaggi stagionati,
prodotti affumicati e cibi in scatola (compreso il tonno al naturale). Per condire e dare sapore rifornire la
dispensa di spezie ed erbette. 3Se si mangia fuori casa, puntare su piatti unici o pasti a base di proteine
(carne o pesce) e verdure, con un limitato apporto di carboidrati (un panino piccolo integrale, per esempio): è
la combinazione giusta per tenere sotto controllo i livelli di insulina. 4Scegliere pasta e riso integrali e cuocerli
al dente: hanno un indice glicemico più basso e gli zuccheri passano meno rapidamente in circolo. 5Bere
almeno due litri di acqua al giorno, meglio se con residuo fisso inferiore a 50 mg/1 (vedere l'etichetta), per
uno spiccato effetto diuretico, e distribuirla a piccole dosi nell'arco del- INon saltare i pasti: la fame improvvisa
e vorace causata dal digiuno spinge a consumare snack molto calorici e ricchi di zuccheri e grassi saturi. 8In
casa non tenere il cibo a vista, ma metterlo in fondo alla dispensa o sulle mensole più alte, e riempire il frigo
di spuntini sani e pronti all'uso, come macedonie di frutta e verdure in stick. 9Al primo stimolo di fame, bere
un bicchiere d'acqua: riempie lo stomaco, rimandando l'assunzione di cibo. • la giornata per favorire
l'eliminazione delle scorie che causano ritenzione idrica e gonfiore. 6In caso di eccessi a tavola, seguire la
dieta del giorno dopo, ossia assumendo molti liquidi già dalla colazione: per esempio, té verde o latte di soia.
A pranzo limitarsi a pesce o carne cotti alla griglia con verdure e per cena una minestra, seguita da
abbondante verdura e un pezzo di formaggio fresco leggero, tipo ricotta o caprino. 7Evitare di fare la spesa
nei momenti in cui ci si sente più stressati o nervosi e prediligere pacchetti singoli e confezioni monodosi (il
gesto di aprire un nuovo sacchetto ferma il rituale dello sgranocchiamento compulsivo).
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permeabilità. RADICALI LIBERI: composti chimic prodotti dalle cellule che, a livelli eccessivi, danneggiano il
Dna cellulare contribuendo alla comparsa di malattie degenerative e invecchiamento precoce.
SEROTONINA: neurotrasmettitore che svolge un ruolo importante nella regolazione dell'umore, del sonno,
della temperatura corporea, della sessualità e dell'appetito. TERMOGENESI: insieme dei processi metabolici
che portano alla produzione di calore da parte del 'organismo: stimolandola, si può ottenere un controllo del
peso.
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GOTTA: NON E' PIU' (SOLO) LA MALATTIA DEI RE
Anna Muzio
Lna malattia decisamente antica, già nota agli antichi Egizi, descritta da Ippocrate nel IV secolo a C. e
ampiamente documentata dalla letteratura di ogni genere. Stiamo parlando della gotta, che nell'immaginario
comune richiama corpulenti signori medievali con una coscia di pollo in una mano e un bicchiere di birra
nell'altra. Forse però non tutti sanno che non è un disturbo relegato agli antichi testi medici, ma è ancora la
forma di artrite più frequente negli adulti. Solo in Italia colpisce 500 mila persone ed è in costante crescita nei
Paesi occidentali, perché tendono ad aumentare i fattori che predispongono alla malattia, come
l'invecchiamento della popolazione, le abitudini alimentari scorrette e l'ampia diffusione di alcune classi di
farmaci. Negli uomini si manifesta generalmente a partire dai 40 anni, mentre nelle donne subentra solo dopo
la menopausa. U N A POTENTE INFIAMMAZIONE «La gotta è una malattia del metabolismo, caratterizzata
da attacchi ricorrenti di artrite, causati del deposito di cristalli di acido urico nelle articolazioni» spiega il dottor
Carlo Alberto Scirè. «I sintomi principali sono i segni tipici dell'infiammazione: senso di calore, arrossamento,
gonfiore che spesso parte dall'alluce (si chiama in questo caso podagra) e può in un secondo tempo
estendersi a caviglia, ginocchio e polso». Quando la malattia diventa cronica, le articolazioni cominciano a
deformarsi, fino a comprometterne la funzionalità. A causa dell'infiammazione, una delle più potenti
conosciute, la pelle può arrivare a desquamarsi come dopo una scottatura. Gli episodi di artrite gottosa hanno
un andamento irregolare, ma con il tempo tendono ad aumentare di frequenza. L'attacco acuto, caratterizzato
da un dolore molto intenso simile a quello di una colica renale, può restare un episodio isolato oppure essere
seguito da un secondo attacco entro sei mesi-due anni, e in seguito da altri, che durano di solito più a lungo
rispetto al primo e tendono a colpire più articolazioni. I I PRELIEVO DEL LIQUIDO SINOVIALE A chi bisogna
rivolgersi in questi casi? «L'unico modo per ottenere una diagnosi certa è sottoporsi a un esame, eseguito da
un medico reumatologo, che prevede il prelievo del liquido sinoviale nell'articolazione, anche sotto guida
ecografica, per documentare la presenza di acido urico» spiega il dottor Scirè. «Il liquido viene poi visionato
al microscopio e, in presenza della malattia, rivela i caratteristici cristalli a forma di ago. Ci sono però criteri
che permettono anche al medico di base di formulare una diagnosi con sufficiente certezza e comprendono la
valutazione del quadro clinico e l'uricemia, un'analisi del sangue che misura i livelli di acido urico». Se
vengono riscontrati valori superiori a quelli normali (7,0 mg/ di o 420 mol/1) siamo in presenza di iperuricemia,
condizione necessaria affinchè si sviluppi la malattia. QUESTIONE DI GENI, MA NON SOLO L'eccesso di
acido urico nel sangue, che in condizioni normali viene eliminato attraverso i reni, nella maggior parte dei casi
non da alcun disturbo per anni, per poi manifestarsi (assai dolorosamente) con il deposito di cristalli di urato
monosodico a livello articolare. Anche se non tutti i pazienti con iperuricemia sviluppano la gotta, più alti sono
i valori, più è probabile ammalarsi. «Esiste una predisposizione genetica che fa sì che il soggetto abbia
un'incrementata produzione o una ridotta escrezione di acido urico, che tende ad accumularsi nel sangue.
Suecessivamente, non essendo più solubile, precipita, formando cristalli che si depositano nelle articolazioni»
spiega il dottar Scirè. Ci sono poi condizioni acquisite che aumentano la probabilità di ammalarsi: un ruolo
importante è ricoperto dall'alimentazione, ma anche la diffusione crescente delle cosiddette "malattie del
benessere", ossia obesità e diabete. Lo studio King, coordinato dal Centro studio della Società italiana di
reumatologia, ha evidenziato come i soggetti obesi o coloro che consumano abitualmente alcolici, specie la
birra, presentano una maggiore disabilità in caso di malattia. Fumo e alcol. del resto, favoriscono l'acidosi
metabolica che caratterizza questa malattia e che induce la formazione di cristalli di acido urico. La gotta può
anche essere provocata dall'assunzione continua di farmaci diuretici o Aspirina a basse dosi, previsti da
terapie croniche prescritte per malattie cardiovascolari. I problemi in questi casi si manifestano dopo cinque o
sei anni dall'inizio della terapia. INIBITORI E ANTINFIAMMATORI La strategia terapeutica a base di farmaci
opera su due fronti: da un lato abbassare il livello di acido urico affinchè i depositi articolari possano essere
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PREVENIRE E CURARE
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gradualmente riassorbiti e dall'altro risolvere l'attacco acuto il più rapidamente possibile o ridurne la
frequenza. Per raggiungere il primo obiettivo si utilizzano i farmaci inibitori della xantino-ossidasi. tra cui il più
usato in Italia è l'allopurinolo. Si tratta di compresse da assumere una volta al giorno a dosaggio variabile,
sulla base dei livelli di acido urico e della funzione renale. Il secondo scopo viene invece ottenuto ricorrendo a
farmaci antinfiammatori come la colchicina a basso dosaggio o ai Fans, gli antinfiammatori non steroidei
(Fans) ad alto dosaggio come l'indometacina, i diclofenac, l'etoricoxib o il naprossene, a seconda dell'età e
delle eventuali altre malattie associate. In alcune circostanze lo specialista può prescrivere anche cortisonici
per bocca come il prednisone e il metilprednisolone, per due o tre giorni. Solo in caso di resistenza o non
efficacia di queste terapie, se l'artrite non è controllabile in altro modo esistono farmaci biotecnologici
(anticorpi monoclonali) rivolti contro un mediatore fondamentale dell'infiammazione acuta come l'interleuchina
1, per esempio il canakinumab. che si somministrano per via sottocutanea al dosaggio di 150 mg una sola
volta durante gli attacchi acuti, non più frequentemente di una volta ogni 3 mesi. S E SI FORMANO I TOFI
«Una componente spesso non considerata nella profilassi degli attacchi acuti è che, quando si inizia la
terapia per abbassare i livelli di acido urico, questo viene riassorbito dai depositi dei tessuti e può liberarsi
nelle articolazioni causando anche una serie di attacchi acuti ripetuti» dice il dottar Scirè. «Una fase dolorosa
e difficile che però bisogna necessariamente superare se si vuole curare in modo definitivo la gotta. Per
questo la profilassi degli attacchi acuti deve essere seguita per sei mesi-un anno attenendosi
scrupolosamente alle prescrizioni mediche e tenere duro anche se in un primo momento aumenterà il
dolore». Le conseguenze di una gotta non trattata possono essere gravi. Gli accumuli di acido urico, infatti,
provocano la comparsa di tofi, noduli di cristalli di acido urico circondati da tessuto infiammatorio e fibroso,
duri al tatto e dolorosi. In genere si formano intorno alle articolazioni, nel lobo delle orecchie e nei reni. Così,
una malattia potenzialmente curabile diventa invalidante. Se la gotta non viene curata può causare danni
irreversibili alle articolazioni. Se presa all'inizio è molto gestibile: più rapidamente si agisce, più efficaci sono i
farmaci impiegati. Se invece arriviamo allo stadio della comparsa dei tofi, tutto si complica. Spesso questo
succede quando ci sono altre patologie in atto, come cardiopatie o insufficienza renale. ^ LO SPECIALISTA II
dottor Carlo Alberto Scirè è reumatologo all'Ospedale Maggiore di Crema e responsabile del Centro studi
della Società italiana di reumatologia (Sir). È consulente della Direzione generale sanità della Regione
Lombardia e autore di numerose pubblicazioni scientifiche. Ha conseguito un dottorato di ricerca in medicina
interna e terapia medica, un master universitario di II livello in biostatistica e un corso di perfezionamento
universitario su revisioni sistematiche e meta-analisi. •Nei libri di storia Nella letteratura il vecchio e grasso
gottoso è un personaggio che compare di frequente, sempre in bilico tra tragedia e commedia. Se Sofocle ne
sottolineò, nel Filottete, l'aspetto drammatico dell'uomo colpito da un dolore estremo, da Marziale in poi la
gotta diventò piuttosto la malattia della persona smodatamente dedita ai piaceri della vita. William
Shakespeare fece riferimento alla gotta in molti dei suoi lavori, ma il gottoso è presente anche nelle
commedie di Molière e Goldoni. Anche andando a curiosare nella storia è lunghissimo l'elenco dei re che
soffrirono di gotta: da Carlo Magno (e tutta la sua dinastia, i Carolingi, a riprova della predisposizione
genetica al male) a Carlo V d'Asburgo con il figlio Filippo II, dal pluriuxoricida Enrico Vili al Re Sole, Luigi XIV.
Per quanto riguarda i sovrani di casa nostra, Piero di Cosimo de' Medici, signore di Firenze e padre del più
noto Lorenzo il Magnifico, fu detto addirittura il Gottoso.
Colpa anche degli ormoni Come per altre patologie, anche la gotta si manifesta diversamente negli uomini
e nelle donne. «Gli uomini hanno una maggiore correlazione di fattori di rischio, ma giocano un ruolo
determinante anche gli ormoni. Gli estrogeni, gli ormoni femminili, sono protettivi perché riducono il livello di
acido urico, che in media nelle donne è del 25 per cento più basso che negli uomini. Una differenza che però
si annulla dopo la menopausa. Per questa ragione la gotta nei maschi si manifesta molti anni prima, intorno ai
40 anni, ed è per questo che percentualmente sono colpiti più gli uomini delle donne (5,9 per cento contro 2
per cento). Attenzione però. Nel sesso femmnile la gotta ha un'insorgenza atipica ed è quindi più difficile da
diagnosticare. Non parte sempre dal piede, ma può presentarsi in varie articolazioni, in particolare della
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mano, simulando l'artrite reumatoide. Ciò provoca dei ritardi nel percorso di diagnosi e delle barriere all'invio
corretto alla gestione della malattia».
N O A BIRRA, SALUMI E FRUTTI DI MARE Una dieta sana contribuisce a ridurre il valore totale di uricemia
solo del 10 per cento, ma può servire sia ad assumere meno farmaci sia a evitare fattori favorenti gli attacchi
acuti. La birra, per esempio, contiene una purina, la guanosina, che contribuisce direttamente a produrre
acido urico, per cui il suo consumo può essere rischioso (in nessun caso va comunque superato il limite di 33
mi al giorno, pari a una lattina). Sempre per l'alto contenuto di purine sono da evitare molluschi, frutti di mare,
pesci grassi o salati (anguilla, cefalo, pesce spada, sarda, sgombro, tonno, salmone, aringa, acciuga,
sordina, baccalà), selvaggina, brodo di carne, salumi e carne insaccata in genere, salse piccanti, superalcolici
e bevande zuccherate. Sono invece consigliati perché riducono il livello di acido urico il latte, alcuni formaggi
freschi e poco grassi (mozzarella, scamorza, stracchino, fior di latte, caciotta, asiago, crescenza, fontina), la
frutta (in particolare le ciliegie), gli alimenti ricchi di vitamina C e, in quantità moderate, il caffè. Sono
consentiti pane, pasta e riso, verdure e legumi, té, mentre andrebbe ridotto il pesce magro (sogliola, spigola,
tinca, orata, merluzzo, trota, nasello, dentice, cavedano), le carni rosse e bianche, i formaggi grassi, il vino, la
frutta zuccherata e i dolci in genere.
GLI STILI DI VITA CONTANO Oltre ai formaci, una dieta adequata che preveda anche la correzione
dell'obesità, se presente, possono certamente aiutare a gestire meglio la malattia. E stato provato, infatti, che
la riduzione del peso corporeo riduce i livelli di uricemia e la frequenza degli attacchi. Non solo. Le alterazioni
che portano all'iperuricemia si riscontrano spesso nel contesto di un disordine metabolico più generale detto
"sindrome metabolica", assieme appunto a obesità, alti livelli di colesterolo, iperglicemia, pressione alta, e
possono anche ai per sé determinare un rischio superiore di complicanze cardiovascolari e quindi di
mortalità. È consigliata anche una certa attività sportiva di tipo aerobico, come la camminata veloce, che
viene indicata anche in caso di malattie cardiovascolari. «Ed è proprio questo il problema, perché spesso ci
troviamo davanti uomini sopra i 50-60 anni con problemi di cuore e molto refrattari a praticare sport o
movimento in generale» spiega il dottar Scirè.
PRESTO UN NUOVO FARMACO? Al recente congresso della Lega europea contro le malattie reumatiche
(Eular), è stato presentato uno studio che dimostra come la combinazione di due farmaci, il lesinurad e il
febuxostat, permetta di abbassare i livelli nel sangue di acido urico dei pazienti affetti dalle forme più gravi di
gotta, contribuendo a ridurre considerevolmetne l'area del tofo. La domanda di autorizzazione all'immissione
in commercio e la domanda di approvazione per un nuovo farmaco sono in fase di revisione da parte del
Comitato per i medicinali a uso umano/ Agenzia europea per i medicinali e della Food and drug
administration.
IN FARMACIA GLI INDIRIZZI Cortisonici Antinfiammatori Inibitori della xantinoossidasi Anticorpi monoclonali
DELTACORTENE, compresse, classe A; MEDROL, compresse, classe C, ALLOPURINOLO, compresse,
classe A; ADENURIC, compresse, classe A. COLCHICINA LIRCA, compresse, classe A. 1LARIS, fiale
(polvere per soluzione iniettabile), classe H; KINERET, fiale siringa, classe H. NAPROSSENE, compresse o
bustine, classe A; INOXEN, capsule, classe A; DICLOFENAC, compresse, classe A; ETORICOXIB,
compresse, classe A.tei. 090/2212502 PADOVA Unità operativa complessa di
FERRARA Dipartimento di medicina clinica e sperimentate Unità operativa complessa e Sezione di
reumatologia, Azienda ospedaliero-universitaria S. Anna tei. 0532/236249 GENOVA Ospedale San Martino,
Reparto di reumatologia tei. 800/098543 MESSINA Policlinico G. Martino Dipartimento di medicina interna e
terapia medica, Centro di riferimento regionale per le malattie reumatologiche rare Scuola di Specializzazione
in reumatologia,Unità operativa complessa di reumatologia58704567 800/910625. www.anmar-italia.it
SOCIETÀ ITALIANA DI REUMATOLOGIA tei. 02/65560677 www.reumatologia.it ANMAR Associazione
nazionale malati reumatici, Numero verde
reumatologia, Azienda ospedaliera unversitaria, tei. 049/8211111 PAVIA Fondazione Irccs Policlinico San
Matteo, Dipartimento di reumatologia, tei. 0382/502419 ROMA Ospedale di alta specializzazione San
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Camillo, Azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini Unità operativa complessa di reumatologia tei.
06/58703450-
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CHE IMBARAZZO!
Roberto Raviolo
La dottoressa Stefania Bizzarri è responsabile dell'Ambulatorio di medicina estetica dell'Istituto
neurotraumatologico italiano di Grottaferrata (Roma). Medico chirurgo, specializzata in medicina estetica,
omeopatia e omotossicologia, è docente ai corsi di formazione su impianto di acido ialuronico per specialisti
in odontoiatria e membro dell'Associazione italiana di medicina estetica. Ciascuno di noi desidera presentarsi
al meglio di sé quando è in pubblico, soprattutto se ci si trova davanti persone con le quali si ha scarsa
confidenza. Eppure può capitare che, compiici la stanchezza o la tensione nervosa, ci si trovi in una
situazione quanto meno imbarazzante. Succede, per esempio, quando facciamo una gaffe, quando
inciampiamo, quando ci macchiarne i vestiti, ma non solo. Le circostanze che contribuiscono a creare più
imbarazzo sono state esaminate attraverso un'indagine demoscopica condotta da TenaGfK Eurisko che ha
avuto come titolo proprio "Gli italiani e i momenti imbarazzanti".
PRENDERLA CON LEGGEREZZA E emerso che le situazioni difficili in cui si vorrebbe scomparire per la
vergogna sono molto comuni a tutte le età. Ciò che suscita più disagio è proprio fare una gaffe o macchiarsi
gli indumenti. Molto imbarazzante, poi, per un uomo è accorgersi! di avere la cerniera dei pantaloni abbas
sata, mentre le donne avvampano se in ciampano o addirittura cadono per strada o, ancora, se si rompe un
tacco della scarpa. Gli uomini sono più portati a sdrammatizzare con una risata, le donne invece si sentono
ridicole e subito si danno da fare per rimediare al guaio. E l'atteggiamento maschile a rivelarsi vincente: non
bisogna infatti pren-> dersela troppo per questi inconvenienti e, anzi, imparare a riderci su. Sicuramente è un
ottimo consiglio se il guaio è causato da un momento di distrazione o da un po' di stanchezza. Ma non se le
situazioni fonte di imbarazzo sono legate a possibili problemi di salute. Sempre secondo la ricerca, infatti, gli
italiani si sentono a disagio anche a eausa dell'alitasi, di piccole perdite, di sudorazione eccessiva, del cattivo
odore dei piedi e della presenza di forfora sulle spalle. In questi casi è importante rivolgersi a uno specialista
non solo per sentirsi a proprio agio con gli altri, ma anche per trovare subito la soluzione a un problema che
altrimenti potrebbe ingigantirsi e diventare più serio. ALITO CATTIVO L'alito cattivo, ovvero quello che si
percepisce alla distanza tra due persone che conversano, secondo i dati è causa di imbarazzo per circa il 40
per cento degli italiani. Può essere una situazione transitoria, legata all'ingestione di alimenti come aglio e
cipolla, il cui odore si sente anche diverse ore dopo il pasto. Può essere dovuto anche a tensione o stress,
che provoca secchezza delle fauci, con riduzione di salivazione e quindi maggiore ristagno nel cavo orale di
batteri anaerobi* che causano cattivo odore. Inoltre, è comune in chi fuma: le sostanze che si sprigionano
dalla combustione del tabacco irritano le mucose della bocca, Favorendone la secchezza e, quindi, un odore
spiacevole dell'alito.
Attenzione a
H'igiene orale Nella maggior parte dei casi, però, l'alito cattivo è legato a un problema ai denti. Chi non
segue una corretta o sufficiente igiene orale, infatti, è soggetto a un maggior accumulo ai placca, un terreno
ricco di batteri responsabili anche della carie. Un dente cariato diventa un facile ricettacolo per residui
alimentari: i batteri, decomponendoli, danno il via a reazioni che provocano la formazione di composti
solforati, responsabili del cattivo odore. Anche la parodontopatia, una malattia che colpisce la base dei denti
causandone la caduta, è spesso accompagnata da alitasi. Se si ha questo problema, chiedere al dentista una
visita approfondita del cavo orale, anche per ripassare le regole della pulizia: spazzolino e dentifricio tre volte
al giorno per almeno due minuti, collutorio la sera e filo interdentale dopo i pasti.
Acqua, té e decotti È opportuno sottoporsi anche a un controllo dall'internista o dal gastroenterologo, perché
l'alito cattivo pvò dipendere da problemi digestivi, tipo gastrite cronica non curata o infiammazioni all'esofago.
Se il medico esclude qualsiasi disturbo, concentrarsi sull'igiene orale e ricorrere a qualche rimedio naturale.
Bere molta acqua idrata le mucose e spazza via i batteri che si accumulano in bocca. Anche il té, verde o
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nero, aiuta: secondo alcuni esperti, i tannini che contiene contrastano la proliferazione dei batteri del cavo
orale, svolgendo una blanda azione antisettica. Ottimo anche il decotto alla menta piperita, che si prepara
mescolando un cucchiaio di questa erba (si trova in erboristeria) a mezzo litro d'acqua. Si fa bollire per 10
minuti, si filtra e si beve dopo i pasti principali. Efficaci infine gli oli essenziali, come il tea tree oil, oppure
quello di limone o di menta piperita: si versano due gocce sullo spazzolino assieme al dentifricio, sul filo
interdentale o in due dita d'acqua, da utilizzare come collutorio.
ODORE SGRADEVOLE DEI PIEDI II cattivo odore dei piedi mette in imbarazzo 13 persone su cento. Sulla
pianta e tra le dita si trovano le ghiandole sudoripare, che aumentano la produzione di sudore quando fa
molto caldo o se si è sotto stress. Tutto ciò causa la degradazione delle cheratine che costituiscono lo strato
più esterno della cute. Durante questo processo si producono sostanze volatili come gli aminoacidi solforati,
responsabili del caratteristico odore pungente. Inoltre, sulla cute dei piedi sono sempre presenti
microrganismi come lo Pseudomonas, la Klebsiella, il Corynebacterium. Questi, se l'igiene è insufficiente o se
il piede suda all'interno di una scarpa non ben traspirante, si moltiplicano, causando la formazione di un
aroma spiacevole. Infine, sono presenti anche miceti, come i Dermatofiti. Questi minuscoli funghi si chiamano
così perché si nutrono proprio della cheratina che costituisce le scaglie di pelle. Quando il piede suda troppo
oppure non è lavato bene, la popolazione dei Dermatofiti cresce. Può allora comparire una micosi, nota
anche come piede d'atleta, caratterizzata da pelle arrossata e desquamante e da cattivo odore.
Freschi, asciutti e profumati Insomma, quanto più un piede è chiuso all'interno di una calzatura (soprattutto
quelle sportive, in tessuto sintetico) più c'è il rischio che si sviluppi il cattivo odore: al contrario, indossare
scarpe aperte come i sandali favorisce l'evaporazione del sudore, quindi non si crea la macerazione
responsabile della comparsa dell'odore cattivo. Anche in questo caso una buona igiene quotidiana è quindi il
sistema migliore per evitare problemi e avere il più possibile piedi freschi, asciutti e profumati anche in
situazioni delicate come quando si sta con il partner, quando ci si toglie le scarpe per rilassarsi, o ancora,
quando ci si sottopone a una visita medica o si deve provare in un negozio un nuovo modello di calzature.
Intanto, è bene non indossare tutti i giorni lo stesso paio di scarpe, lasciando quelle che si alternano almeno
un paio d'ore all'aria aperta, eventualmente d o p o avervi spruzzato un po' di deodorante per calzature (che
si può preparare anche a casa, unendo due cucchiai di bicarbonato a due cucchiai di alcol da cucina,
aggiungendovi qualche goccia di olio essenziale di lavanda o di eucalipto e un po' d'acqua, agitando bene il
tutto e spruzzandolo nelle scarpe). I piedi vanno lavati mattino e sera con acqua calda in cui si può sciogliere
un cucchiaio di sale grosso, di bicarbonato o di amido di mais che hanno azione astringente. Una volta
asciugati bene i piedi, tra le dita e sotto la pianta si può applicare, frizionando bene, una miscela casalinga
preparata con aceto e alcol isopropilico (si trova in farmacia) in due parti uguali: tiene sotto controllo la
crescita di funghi e di batteri e deodora. SUDORE ECCESSIVO II timore di sudare troppo e, quindi, di
emettere un odore sgradevole o di avere la camicia con aloni sotto le ascelle è motivo di imbarazzo per 18
individui su cento. In effetti può diventare davvero un problema, soprattutto se si ha un appuntamento
importante proprio al termine di una giornata impegnativa e non si ha tempo di fare una doccia e di cambiarsi.
Se fa più caldo, il corpo attiva un sistema di termoregolazione che mette maggiormente in moto le ghiandole
sudoripare eccrine, responsabili della sudorazione acquosa, che elimina il calore in eccesso e mantiene
l'organismo alla temperatura interna costante di circa 36-37 gradi. Queste ghiandole sono sparse un po'
ovunque: sotto le ascelle, ma anche nella zona del torace e della schiena, sui palmi delle mani e sulle piante
dei piedi. Non danno luogo a cattivo odore, ma se funzionano troppo causano iperidrosi, una sudorazione
eccessiva che lascia aloni sotto le ascelle o sulla schiena. La situazione diventa critica se si attivano anche le
ghiandole sudoripare apocrine, situate sotto le ascelle, nella zona genitale e sul petto, la cui attività è regolata
dagli ormoni sessuali e che risentono di situazioni di stress, come un esame o una giornata impegnativa sul
lavoro. In tal caso all'eccesso di sudore si aggiunge anche il cattivo odore.
Infusi di timo e rosmarino Come affrontare la situazione? Innanzitutto con una corretta igiene personale
quotidiana, perché i batteri presenti sulla pelle aumentano il cattivo odore: è utile iniziare la giornata con una
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doccia tiepida utilizzando un detergente non aggressivo, al auale aggiungere un cucchiaio ai bicarbonato di
sodio o qualche goccia di aceto. Ci si deve asciugare bene soprattutto nelle pieghe cutanee per evitare che
l'umidità favorisca la macerazione della cute e quindi una minor barriera contro i batteri. Si possono anche
fare dei risciacqui con infuso di timo o di rosmarino: la sera far bollire un cucchiaio di erba fresca in un po'
d'acqua, lasciare riposare il tutto durante la notte e quindi applicarla il mattino dopo sotto le ascelle, sui piedi
e sulle mani. Anche gli oli essenziali di queste erbe svolgono un'azione leggermente disinfettante e antioaore.
È poi buona norma utilizzare un buon deodorante con sostanze leggermente antitraspiranti, in grado di inibire
almeno in parte la traspirazione esagerata. L'allume è un vecchio rimedio: si acquista in erboristeria o nei
negozi naturali, e si strofina sulle parti che sudano di più. Fuori casa è bene avere sempre con sé saivietiine
rinfrescanti e deodoranti e una camicia di ricambio per l'emergenza. Un errore da non commettere è bere
meno: può esporre a disidratazione. Se nessuno di questi rimedi è sufficiente, rivolgersi al medico.
FORFORA La forfora, quella sottile polverina bianca che si deposita sulle spalle, contribuisce a creare non
poco imbarazzo a circa il 6 per cento della popolazione anche se, secondo i dermatologi, interessa in realtà
oltre il 40 per cento della popolazione, soprattutto i maschi. Chi ha questo problema è soggetto a una carenza
di ceramidi, grassi della pelle con azione barriera del cuoio capelluio. Quando mancano, quest'ultimo è più
fragile e tende a desquamare in modo più abbondante. A ciò si aggiunge una eccessiva produzione di sebo e
l'attacco di un lievito, la Malassezia, provocando anche prurito e capelli untuosi, facili alla caduta. Tutto ciò
porta a evitare tutte le situazioni in cui si può trovare al centro dell'attenzione. E quindi necessario rivolgersi a
un dermatologo per la diagnosi, che serve anche per distinguere la forfora dalla psoriasi*.
Non solo shampoo specifici Per eliminarla, è possibile ricorrere a shampoo specifici a base di selenio e di
zinco piritione che rallentano la moltiplicazione delle cellule del cuoio capelluto e bloccano la riproduzione
della Malassezia. E anche possibile orientarsi su trattamenti (come fiale o lozioni) a base di ketoconazolo, o
piroctolamina. Vanno usati ciclicamente, poi seguiti da periodi di lavaggi con shampoo neutri. Sempre su
ricetta del dermatologo ci si può far preparare dal farmacista un galenico a base di acido salicilico e alcol da
usare localmente. Anche l'aceto di mele è efficace: se ne diluisce qualche goccia in acqua tiepida e si
massaggia il cuoio capelluto. Oppure si può preparare una miscela di due cucchiai di olio d'oliva, due cucchiai
di succo di limone e due di acqua, da applicare in testa lasciandole 30 minuti: poi si procede con lo shampoo
abituale. Ottimo anche l'infuso di ortica: si pone in infusione in un pentolino di acqua bollente un cucchiaino di
fiori d'ortica essiccati, per 10-15 minuti. Si lascia raffreddare e si applica sulla cute del capo. ip
PICCOLE PERDITE al sicuro è indossare, almeno per le ore in cui si è fuori casa, un assorbente specifico
per piccole perdite. Oggi in commercio ne esistono di molto sottili, traspiranti e dotati anche di speciali "filtri"
per contrastare il cattivo odore. Le cause sono diverse. Se compaiono con insistenza oppure sono
accompagnate da bruciore, è bene rivol- gersi all'urologo o al ginecologo. Le perdite urinarie, infatti, possono
essere legate a una forma di cistite, un'infezione batterica frequente anche nelle più giovani che causa anche
frequente stimolo alla minzione e dolore locale. Per debellare il problema è necessario ricorrere a una cura
antibiotica, che però solo il medico può prescrivere. ILe piccole perdite di urina, spontanee oppure dopo aver
fatto uno starnuto o una risata, sono causa di forte imbarazzo per il 24 per cento delle donne. Il disagio è
maggiormente avvertito nella bella stagione, quando si indossano indumenti leggeri o pantaloni corti in grado
di evidenziare l'inconveniente. Il modo migliore per sentirsi
Muscoli indeboliti dire il tessuto della cervice* e della vagina, in modo che si dilatino per consentire il
passaggio del bambino. Durante il parto, se la fase espulsiva è particolarmente lunga o difficile, il pavimento
pelvico e gli stessi nervi che percorrono gli organi genitali possono subire leggere lesioni, che causano
un'alterazione del controllo della vescica anche a distanza di tempo dalla nascita del bambino e che si può
cronicizzare. Anche la stitichezza, un problema tipicamente femminile, con il passare del tempo, può
affaticare e indebolire ulteriormente il pavimento pelvico. La colpa può essere anche di una forma di
incontinenza, un disturbo di cui molte donne soffrono. La vescica, infatti, è sostenuta e mantenuta ben chiusa
dai muscoli del pavimento pelvico, che possono indebolirsi durante la gravidanza per il peso dell'utero, del
30/07/2015
Pag. 82 N.8 - agosto 2015
diffusione:114106
tiratura:198093
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 31/07/2015
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bambino e del liquido amniotico. Il parto stesso è un'occasione di ulteriore sforzo per questi muscoli, che
possono così indebolirsi ulteriormente. Sono coinvolti anche gli ormoni: durante la gravidanza, l'organismo
produce un'elevata quantità di progesterone e relaxina, la cui funzione è quella di ammorbiLa ginnastica perineale Per ovviare al problema, il sistema più efficace è la ginnastica perineale. Consiste
nell'eseguire una serie di esercizi che hanno lo scopo di rinforzare i muscoli che circondano la vagina e la
vescica. In questo modo la muscolatura riacquista tono e torna a costituire un buon sostegno per tutti gli
organi pelvici. La vescica e l'uretra (il canale che conduce all'esterno l'urina) restano quindi più chiusi e non si
verifica la fuoriuscita accidentale dell'urina. La ginnastica perineale consiste nel contrarre e rilasciare a ritmo i
muscoli perivaginali. I movimenti da effettuare sono semplici: si deve cercare di allenare i muscoli ripetendo il
movimento che si effettua quando si cerca di trattenere la pipì. Gli esercizi possono essere eseguiti in
qualsiasi momento della giornata. È anzi opportuno farli il più spesso possibile, per aumentare i risultati. Per
valutare i propri miglioramenti si può introdurre in vagina un assorbente interno e "stringerlo" quanto più si
riesce: se ci si accorge di "afferrarlo" con sicurezza significa che la muscolatura ha già ripreso tono. Ci si può
allenare anche durante la minzione: cercare di trattenere il flusso per almeno due ore, quindi, una volta in
bagno, emettere l'urina a intermittenza, cioè interrompendo il flusso due o tre volte. Gli esercizi del pavimento
pelvico danno buoni risultati dopo alcune settimane di allenamento. La ginnastica è efficace soprattutto con
l'incontinenza da sforzo recente, per esempio causata dal parto.
ABCDizionario BATTERI ANAEROBI: microrganismi che si sviluppano in assenza di aria. CERVICE:
porzione inferiore dell'utero, ristretta e cilindrica, chiamata anche collo dell'utero. PSORIASI: malattia della
pelle che si manifesta con chiazze eritemato-squamose soprattutto a livello di gomiti, ginocchia, pieghe
cutanee, volto e caoo.
VITA IN FARMACIA
17 articoli
31/07/2015
Pag. 2 Ed. Napoli
diffusione:556325
tiratura:710716
Fondi europei e sanità insulti in Consiglio tra Caldoro e De Luca
L'ex presidente della giunta: "Sei un incapace e un criminale politico" Il governatore: "Scorretto, racconti solo
balle: vergognati e rassegnati" Il governo chiederà una proroga di un anno e mezzo a Bruxelles per la spesa
delle risorse Ue L'ex sindaco apre al M5S "A loro la presidenza di una commissione di garanzia"
OTTAVIO LUCARELLI
«VINCENZO De Luca è un incapace, un criminale politico».
«E tu, ex presidente, sei uno scorretto. Racconti balle, solo fesserie agitando i tuoi tablet come fossero le
tavole di Mosè.
Ti devi vergognare, la campagna elettorale è finita».
Diventa un ring il Consiglio regionale dove l'ex governatore Stefano Caldoro attacca e De Luca ribatte. In
mezz'ora i rivali se le cantano come non era accaduto in cinque anni. Sanità e fondi europei al centro di una
raffica di insulti.
In mattinata De Luca era stato a Roma dove, assieme al governo, ha concordato la richiesta a Bruxelles di
una proroga di un anno e mezzo per non perdere un miliardo e 800 milioni di fondi europei del piano 20072013 per opere non certificate dalla precedente giunta.
Nel pomeriggio il presidente arriva al Centro direzionale e tutto comincia con una conferenza organizzata da
Caldoro che, pochi minuti prima della riunione del Consiglio, mostra un atto del 2 luglio della Conferenza
Stato-Regioni: «Per totale incapacità della giunta De Luca, la Campania ha perso 180 milioni del riparto
nazionale dei fondi della sanità. Sono criminali politici al primo giorno di scuola.
Nella ripartizione verranno di nuovo presi in considerazione i criteri sull'anzianità della popolazione
penalizzando la Campania che è la regione più giovane d'Italia. Noi, invece, eravamo riusciti a far approvare i
criteri di deprivazione socio-economica e di mortalità che ci favoriscono». Caldoro sta ancora parlando in una
saletta attigua quando in aula comincia la seduta e il centrosinistra, con l'astensione di grillini e centrodestra,
approva un fondo di 15 milioni per i disabili che consentirà tra l'altro il trasporto scolastico gratuito per i
bambini. Subito dopo la maggioranza, con il voto questa volta contrario delle opposizioni, investe diciannove
milioni per le attività culturali e la copertura di debiti fuori bilancio. Due disegni di legge presentati in aula da
Franco Picarone del Pd, presidente della commissione finanze.
Dopo il sì ai due primi provvedimenti della sua giunta, De Luca si alza. Ha appena letto le agenzie che
riportano le accuse contro di lui e si scatena. «Caldoro - ribatte il governatore - solleva ogni tanto una
cartuscella per dare credibilità alle fesserie che dice. Usa i suoi tablet come fossero le tavole di Mosè ed è
scorretto. Intanto perché il 2 luglio io non ero nell'esercizio dei miei poteri ma, siccome lui ha il vizio di
raccontare fesserie, mi sono tolto la curiosità. Ho chiesto spiegazioni alla segreteria della Conferenza delle
Regioni e mi hanno risposto che il confronto sul riparto delle risorse per il Servizio sanitario nazionale deve
ancora svolgersi. L'intesa Stato-Regioni del 2 luglio prevede infatti che le risorse disponibili per il 2015 e il
2016 saranno ripartite in base ai costi standard di legge. La proposta del ministero della Salute per l'anno
2015, inoltre,non è pervenuta alla Conferenza delle Regioni». De Luca incalza senza prendere fiato un solo
attimo: «Quello che l'ex presidente ha detto, armato di tablet, è una palla.
Pensasse invece a ciò che ha combinato con i fondi europei.
Il 31 dicembre rischiamo di perdere oltre un miliardo e dovremo chiedere una proroga a Bruxelles». De Luca
parla dai banchi della giunta. Più in basso, in prima fila tra i banchi del Consiglio, Caldoro ascolta e chiede di
replicare "per fatto personale": «Avete perso 180 milioni. La mia non è una balla. E sui fondi europei abbiamo
rispettato tutti i target di spesa».
Si alza di nuovo De Luca tra le proteste del centrodestra: «Stamattina a Roma mi hanno confermato che le
carte da voi presentate sulla spesa dei fondi europei non sono certificate. Io mi considero un guerriero
pacifico e se l'opposizione vuol collaborare mi va bene. Ma se vuole la sciabola per me è meglio». De Luca
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 31/07/2015
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La Regione
31/07/2015
Pag. 2 Ed. Napoli
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tiratura:710716
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 31/07/2015
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bastona Caldoro, poi apre ai grillini: «Credo sia sbagliato non garantire una rappresentanza in Consiglio al
Movimento cinque stelle». Un segnale raccolto dal capogruppo Valeria Ciarambino: «Da tempo chiediamo
una funzione di garanzia. La commissione trasparenza, che spetta all'opposizone, non può andare alla
squadra di Caldoro che potrà solo insabbiare i danni causati».
In serata, intanto, il nuovo presidente della holding trasporti Eav, Umberto De Gregorio, ha annullato il bando
per i servizi di pulizia da 33.5 milioni di euro: «Invieremo gli atti al presidente dell'anticorruzione Raffaele
Cantone».
IL PUNTO LO SCONTRO È sulla spesa deifondi europei e sulla sanità che si scatena in consiglio regionale
una raffica di insulti tra l'ex presidente della giunta Caldoro e De Luca IL BANDO Il nuovo presidente della
holding trasporti Eav De Gregorio ha annullato il bando per i servizi di pulizia da 33,5 milioni di euro: gli atti
andranno all'Anac L'APERTURA De Luca apre al Movimento Cinque stelle: " A loro la presidenza di una
commissione di garanzia. Un segnale raccolto dal capogruppo Valeria Ciarambino
Foto: IN ASSEMBLEA Lo scontro in Consiglio regionale tra l'ex governatore Stefano Caldoro e il presidente
della giunta Vincenzo De Luca. La lite è nata sulle cifre della spesa dei fondi europei dopo la conferenza
stampa indetta mercoledì da De Luca
31/07/2015
Pag. 2 Ed. Genova
diffusione:556325
tiratura:710716
Tecnologico e green Ecco il Nuovo Galliera versione low cost Pronto fra
cinque anni
Il direttore generale Lagostena svela l'operazione "Energia e informatica, sarà un ospedale 2.0" Il cantiere
aprirà a dicembre 2016, la struttura avrà sette piani di cui tre fuori terra
AVA ZUNINO
UN OSPEDALE con sistemi intelligenti che regoleranno l'illuminazione interna in base alla luce esterna e alla
presenza di persone nei locali. Il calore prodotto dalle grandi apparecchiature diagnostiche come le Tac sarà
"catturato" e riutilizzato. I dati degli esami sui pazienti saranno organizzati con la bioinformatica. Sono solo
alcune delle caratteristiche che tra cinque anni a partire da adesso cambieranno la fisionomia del vecchio
ospedale Galliera. Sulla collina di Carignano, nel grande ospedale che fu costruito nel 1877 grazie al lascito
della duchessa di Galliera, è cominciato il conto alla rovescia verso il futuro: ormai si lavora a preparare il
nuovo ospedale. È un cantiere. Quello esterno, con gli scavi e i mattoni, aprirà a dicembre 2016 e dopo
quattro anni il nuovo ospedale Galliera sarà pronto, «una macchina complessa, affidata a sistemi intelligenti»,
dice il direttore generale Adriano Lagostena. Ma è adesso che si prepara non tanto la parte relativa ai progetti
(«quello preliminare è già pronto, lo stiamo rivisitando») quanto la nuova organizzazione e la logistica interna
per affrontare quei quattro anni di cantiere.
«In questo momento ci sono una dozzina di gruppi di lavoro - racconta Lagostena - il nostro obiettivo è
arrivare all'apertura del nuovo ospedale senza fermarci un giorno e non abbassare le prestazioni e i servizi».
Dunque, un anno di tempo per predisporre tutto e liberare, ad esempio, l'area su corso Magenta dove si trova
l'ala nuova, quel palazzo relativamente recente, che è destinato ad essere cancellato per fare posto
all'edificio che ospiterà per intero il nuovo Galliera. L'aspetto edilizio, discusso e contestato fino a far
modificare l'iniziale progetto, a questo punto è diventato il meno impegnativo: un palazzo di sette piani, di cui
tre fuori terra («con il risultato che l'altezza sarà inferiore di circa 4 metri rispetto alla linea di gronda
dell'ospedale storico»). Il cuore adesso sono i contenuti di quella "scatola".
«È così: si ha una visione che io definisco romantica dell'ospedale - racconta il direttore generale - si pensa
alla struttura, al letto, all'infermiere, la siringa, invece l'ospedale è soprattutto una serie di impianti tecnologici.
E in questo senso il nuovo ospedale è un'opportunità non solo per quella che sarà l'occupazione diretta nei
cantieri». Negli anni che sono appena trascorsi il progetto del nuovo Galliera ha attraversato tempeste per
l'architettura e la destinazione d'uso e anche le polemiche politiche per i finanzamenti. «L'ospedale nuovo racconta Lagostena - costa 135 milioni di euro, ma una tantum. È un costo che si sosterrà una volta sola,
mentre ad oggi l'ospedale brucia circa 200 milioni di euro all'anno, risorse della comunità. Di questi 200
milioni, 120 rappresentano il costo di beni e servizi, il resto è il personale. In pratica ogni anno spendiamo per
beni e servizi gli stessi soldi che spenderemmo per costruire un ospedale nuovo».
E grazie alla tecnologia le previsioni dicono che i costi di alcune voci saranno abbattuti.
«Ci sarà ad esempio una riduzione del 50 per cento del consumo energetico grazie a sistemi di produzione
intelligenti (come la trigenerazione e il fotovoltaico) e a sistemi di consumo intelligenti». È il caso delle grandi
apparecchiature diagnostiche come le Tac «che quando sono in funzione consumano energia e producono
calore dannoso per le stesse macchine. Quindi oggi dobbiamo usare altra energia per raffreddarle. Nel nuovo
ospedale con l'energy riser si prenderà il calore che produce la macchina e lo si trasformerà in energia per
raddreddarla». Sistemi intelligenti anche per l'illuminazione: «Che oggi funziona con l'interruttore, spento o
acceso, domani la luce sarà accesa a seconda della luce esterna e della presenza o meno di persone nel
locale. Oggi il paradosso è che nel momento in cui il clima è più caldo utilizziamo i condizionatori che
producono calore. Per fare tutto questo e utilizzare i sistemi intelligenti occorrono competenze sia realizzative
che manutentive e dunque il nuovo ospedale anche in questo senso sarà un'occasione per la città a patto
però che si investa in formazione. Anche nell'ingegneria come nella medicina, non esiste più il singolo
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 31/07/2015
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I nodi della Sanità
31/07/2015
Pag. 2 Ed. Genova
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 31/07/2015
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competente su tutto ma occorrono gli specialisti. È chiaro che il singolo ospedale non può permettersi di
avere al suo interno l'ingegnere "A", quello "B" e così via ma deve avere un servizio da fuori». L'ospedale
intelligente avrà bisogno di molte comeptenze come quelle informatiche. «Dalla Tac all'elettrocardiografo dice Lagostena - ormai non esiste più una apparecchiatura senza computer.
Nel nostro ospedale attualmente abbiamo più di 1550 computer e oltre 150 server oltre a 7 mila punti di rete.
Su 400 posti letto oggi abbiamo quasi venti punti rete a letto, 12 apparecchiature medicali per letto e quattro
computer per letto: sono dati che dovrebbero far riflettere». E infatti il Galliera riorganizza tutto anche sul
fronte della diagnostica: «Ci affideremo alla bioinformatica, un concetto complesso che si può spiegare con
un esempio - racconta Lagostena - prendiamo il caso delle apparecchiature radiologiche. Ieri avevamo
un'apparecchiatura con un tecnico e un medico che dovevano vedere un paio di lastre. Oggi abbiamo 10 mila
lastre e ci affidiamo ancora all'esperienza delle singole persone per selezionarle. Adotteremo invece modelli
matematici per aiutarci a capire quali sono le immagini più importanti per la diagnosi. Per dare un'idea della
dimensione del fenomeno basta pensare che oggi noi abbiamo archiviato oltre 27 milioni di immagini digitali».
La bioinformatica servirà anche a "leggere" i nuovi sequenziatori del DNA. «E poi la telemedicina si
collegherà alla bioinformaticaper organizzare i milioni di dati che arrivano dai singoli pazienti». L'esempio?
«La popolazione anziana: oggi esistono i calzini con i sensori che rilevano dati come la pressione, i
movimenti.
Se agli oltre 400 mila anziani liguri dovessimo mettere i calzini con i sensori, ogni giorno arriverebbero
decine di dati per ciascuno. Da qui la necessità di gestirli, altrimenti l'eccesso di dati rende inutile la
rilevazione. Il rischio altrimenti è di essere in grado di leggere il bisogno ma di non essere in grado di
rispondere».
1877 LA COSTRUZIONE Il vecchio ospedale fu costruito nel 1877 grazie ad un lascito della Duchessa
135 mln IL COSTO È di 135 milioni di euro il costo per realizzare il nuovo Ospedale Galliera
27 mln L'ARCHIVIO È di circa 27 milioni l'archivio di immagini digitali dell'ospedale Galliera IL CARDINALE Il
cardinale Angelo Bagnasco è l'attuale presidente dell'Ente ospedaliero Galliera. Nato da un lascito della
Duchessa di Galliera, l'ospedale di Carignano è da sempre presieduto dall' arcivescovo della città di Genova
La gestione operativa è lasciata al management IL DIRETTORE Adriano Lagostena è il direttore generale
dell'ospedale Galliera, la figura operativa che ha curato e sta curando tutto l'iter relativo alla nascita del
progetto che supera la logica del vecchio ospedale (ormai ingestibile sotto il profilo dell'organizzazione) e
migliora efficienza e servizi GLI ATTORI
I NUMERI
www.galliera.it www.regione.liguria.it PER SAPERNE DI PIÙ
Foto: I PADIGLIONI
Foto: Il Galliera visto dall'alto. A lato la palazzina su corso Mentana che sarà abbattuta e quello che diventerà
l'ingresso
Foto: L'EX GOVERNATORE Claudio Burlando, nella sua veste di presidente della Regione (carica che ha
ricoperto per dieci anni fino al maggio scorso) è l'amministratore pubblico che ha sostenuto il progetto del
nuovo Galliera anche con finanziamenti regionali
31/07/2015
Pag. 3 Ed. Genova
diffusione:556325
tiratura:710716
Viale: "Altri tagli sono insostenibili le Asl hanno già sforato i parametri"
(a.zun.)
SECONDO le stime nazionali, l'ultima manovra del governo sui tagli alla sanità potrebbe costare alla Liguria
una cifra attorno ai 66 milioni di euro. Risorse in meno che arriverebbero ad un settore già in affanno. «Io dico
solo una cosa: la sanità ligure non è in grado di sopportare altri tagli», commenta Sonia Viale, vice presidente
della giunta regionale e assessore alla sanità. «Sto ancora aspettando le valutazioni degli uffici cui ho chiesto
di calcolare le ricadute rispetto all'azione del governo, la sanità è un settore delicato e i dati vanno maneggiati
con attenzione», dice. Prudente, si lascia scappare solo un dato ed è che nei primi cinque mesi di quest'anno
le Asl hanno sforato la spesa. Hanno speso di più rispetto ai parametri che la precedente giunta, quella di
centrosinistra governata da Claudio Burlando, aveva loro assegnato.
« Penso che dovremo governare un taglio delle risorse attono al 3 per cento, e che dovremo coniugarlo con
l'andamento della spesa in Liguria, che nei primi mesi dell'anno, da gennaio fino al 31 maggio, è uscita dai
parametri. E questo è un problema, perchè se non si risperrano i parametri il rischio è che le ricadute dei
nuovi tagli siano ancora più pesanti». La maggiore spesa si giustifica solo in parte con l'introduzione del
nuovo farmaco per curare l'epatite "C". «Ma questo esordio del nuovo farmaco è una notizia positiva - dice l'
assessore Viale - perchè guarisce i malati e in prospettiva riduce la cronicità e i relativi costi». Il nodo però
restano le risorse a disposizione. «Il governo deve dire chiaramente se vuole fare morire lentamente la sanità
pubblica: è una scelta politica, ma deve dirlo. Io non sarei d'accordo».
Ma come? Il modello della sanità della giunta ligure di centrodestra non è quello della Lombardia, la Regione
governata proprio dal presidente Maroni, leghista come Sonia Viale? «No, la mia idea non è quella di
replicare in Liguria il modello Lombardo, semmai di arrivare ad un diverso equilibrio tra pubblico e privato ma
in maniera contenuta per poter rendere un servizio migliore. Liguria e Lombardia sono realtà diverse. Ma
devo anche dire che se il governo conferma questo andamento dei tagli saremo costretti a chiudere servizi a
causa delle scelte nazionali. Sono d'accordo con il Ministro quando parla di lotta agli sprechi ma con i tagli
che si profilano è preclusa ogni possibilità di rendere virtuosa la sanità ligure».
LE STIME
Aspetto i numeri reali ma il rischio è far morire la sanità pubblica e non è questo il modello che vorrei
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 31/07/2015
41
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I CONTI ALLA LIGURIA 60 MILIONI IN MENO DAL GOVERNO
31/07/2015
Pag. 43 Ed. Cuneo
diffusione:309253
tiratura:418328
Cuneo, introvabili cento medicinali
barbara morra
«Questo farmaco è mancante, da un mese non ci arriva più nonostante le ordinazioni». Così la risposta
ricevuta da un'anziana, l'altro giorno, in una farmacia di Cuneo. La donna chiedeva - prescrizione alla mano un medicinale che cura l'artrite reumatoide. La casa farmaceutica lo produce, è in commercio, ma nel negozio
non si trova. È uno dei casi di farmaci cosiddetti «mancanti», per cui in particolari periodi dell'anno e a
«macchie di leopardo» dal punto di vista geografico, i malati restano senza. E la provincia di Cuneo non è da
meno.
«Eppure il mese scorso il Liguria l'ho trovato», ha aggiunto la cliente. Una farmacia più fornita? Un
distributore più attrezzato? «Non è così - spiega Enrica Bianchi, farmacista, presidente dell'Ordine
provinciale di Cuneo dei farmacisti -. Quello della signora che ha acquistato il medicinale in un'altra regione è
stato solo un caso fortunato, perché questi medicinali mancano più o meno nello stesso numero e con la
stessa frequenza in tutte le farmacie del Paese».
Alla Unifarma, grande distributore in Piemonte e non solo, con sede a Fossano, hanno una lista di questi
farmaci che a periodi alterni scarseggiano. Non a caso vengono individuati come «Farmaci più richiesti per
l'export», cioè quelli che, se acquistati in Italia (dove il prezzo basso è frutto di contrattazione tra l'Aifa e le
case produttrici) e rivenduti all'estero, possono quadruplicare il guadagno di chi li commercia. Un esempio: un
farmaco che costa 5 euro in Italia, in Svezia può arrivare a costarne 20. Quindi conviene venderlo lì. La lista
di Unifarma
Nella lista di Unifarma ci sono un centinaio di tipi di medicine fra cui antiasmatici, farmaci per il colesterolo,
per il Parkinson, antidepressivi, anti ipertensione, insulinici e per l'artrite reumatoide.
Massimo Mana, vicepresidente di Unifarma: «Succede da quando la legge ha allargato le possibilità di fare
commercio all'ingrosso. Le industrie farmaceutiche dicono di produrre la quantità necessaria richiesta dal
Servizio sanitario nazionale, quindi il problema è che una buona parte di questi farmaci (appetibili per l'export,
nda) vengono venduti all'estero».
«Ci siamo già inventati diverse soluzioni - aggiunge -, ma nessuna è veramente efficace: l'unica cosa che
possiamo fare è cercare di distribuire nel modo più omogeneo possibile sul territorio ciò che ci arriva». Enrica
Bianchi: «Il problema è grave e per i farmacisti è difficile spiegare ai clienti che il disservizio non dipende da
noi. La questione si aggrava quando si tratta di medicinali per cui non c'è neppure il corrispondente generico
o un altro simile per la stessa patologia. Gli Ordini e Federfarma sono in massima allerta e segnalano
continuamente il problema al ministero».
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 31/07/2015
42
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restano i «generici» ma non sempre hanno effetti equivalenti
31/07/2015
Pag. 49 Ed. Abruzzo
diffusione:210842
tiratura:295190
LE SPINE DELL'ESTATE
MONTESILVANO Trenta ospiti dell'hotel Mediterraneo di Montesilvano intossicati molto probabilmente da cibi
avariati. Ieri si sono svegliati con forti disturbi intestinali, correndo in massa alla farmacia comunale di viale
Moro.
In un primo momento la direzione dell'hotel ha attribuito i disturbi gastrici al mare inquinato, facendo issare al
bagnino la bandiera rossa. Ma a sconfessarla sono stati i Nas: nel corso dell'ispezione in albergo hanno
rinvenuto 200 chili di alimenti non tracciati e, sempre in cucina, vistose carenze igieniche. Una successiva
vista della Asl ha decretato la chiusura della cucina. Per i prossimi giorni i pasti saranno servizi da un catering
esterno, con disagi comprensibili per i circa duecento ospiti dell'albergo. L'episodio avrà ripercussioni
negative sul turismo di casa nostra, non è stato però l'unico episodio. Qualcosa di analogo sempre con turisti
intossicati, si è verificato il 24 luglio scorso, quando gli ospiti di un altro albergo, che va per la maggiore,
dovettero combattere gli stessi sintomi, per via di qualche prodotto alimentare che la sera precedente era
stato servito a tavola. Anche quella volta la farmacia comunale riuscì a malapena a fronteggiare le richieste
dei vacanzieri.
A ben riflettere come può la direzione di un hotel, che ha un prestigio da difendere, far servire a tavola cibo
riciclato o comunque adulterato? Sono scelte pericolose per la salute degli ospiti ed ancor più per il decoro
dell'albergo, dove molti clienti l'anno dopo si guarderanno bene dal tornare. Un danno le cui conseguenze le
pagherà tutto il turismo montesilvanese.
P.G.O.
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 31/07/2015
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Ospiti intossicati, chiusa la cucina di un albergo
31/07/2015
Pag. 43 Ed. Umbria
diffusione:210842
tiratura:295190
segue dalla prima pagina
Possibile? C'è il dubbio e quindi l'indagine di Nas e carabinieri dell'aliquota presso la Procura. Inchiesta
coordinata dal pm Mario Formisano che infila tre indagati. Il dubbio sul manager Giuseppe Legato e sulla
terza indagata è che sapessero, ma sono rimasti inerti.
Legato, direttore generale della Asl 1, si difende così in una lunga nota dell'Azienda. «In riferimento all'avviso
di garanzia ricevuto e alle notizie di stampa relative ai concorsi pubblici per l'assunzione a tempo
indeterminato di personale dirigente di farmacia, il direttore generale della Usl Umbria 1 Giuseppe Legato
dichiara la propria totale estraneità ad ogni ipotesi di irregolarità, esprimendo fiducia nei confronti della
magistratura ed auspicando un'azione tempestiva e chiarificatrice. L'indirizzo generale dell'azienda - precisa
Legato - è la stabilizzazione ovvero la trasformazione dei posti di lavoro da tempo determinato a tempo
indeterminato, anche alla luce delle osservazioni fatte dalla Corte dei conti in merito al rispetto del tetto
massimo di spesa dei contratti a tempo determinato. La gestione dei concorsi è demandata per legge alle
commissioni esaminatrici, che agiscono in piena autonomia e responsabilità. Preciso inoltre - aggiunge
Legato - che non c'è stata alcuna perquisizione, tutti gli atti sono stati acquisiti con la nostra piena e totale
collaborazione. E nel rinnovare la massima disponibilità e fiducia nella magistratura, mi auguro di poter
essere sentito al più presto dagli inquirenti al fine di chiarire la mia posizione, nella certezza che l'avviso
costituisca un 'atto dovuto' in quanto direttore della struttura: atto destinato a cadere non appena accertati i
fatti ai quali sono del tutto estraneo».
Intanto il capogruppo in consiglio regionale del Movimento 5 Stelle dell'Umbria, Andrea Liberati, sollecita la
magistratura ad «andare avanti con le indagini su farmacopoli e su concorsopoli umbra operando una
minuziosa analisi sui possibili conflitti di interesse che hanno connotato la politica sanitaria di questi anni».
Luca Benedetti
Egle Priolo
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 31/07/2015
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«Concorso da farmacista con il compito già fatto»
31/07/2015
Pag. 9 Ed. Rimini
diffusione:165207
tiratura:206221
Il rapinatore 'seriale' colpisce ancora
LA FARMACIA 'Gotti' di viale Tripoli di nuovo nel mirino di un rapinatore solitario. Il malvivente è entrato in
scena ieri, poco prima delle 13. Armato di pistola, ha minacciato i dipendenti, obbligandoli a consegnargli
l'intero incasso. A quel punto è fuggito via a piedi, ordinando ai presenti di rimanere immobili e di non
azzardarsi a seguirlo. Sul caso indaga ora la squadra mobile della Questura di Rimini. La Polizia sta
passando al setaccio i filmati della videosorveglianza, nel tentativo di risalire all'identità del rapinatore.
STANDO alle testimonianze degli impiegati e dei clienti, si tratterebbe di un uomo di oltre 50 anni,
presumibilmente di nazionalità italiana. Al momento del colpo indossava una camicia a quadri e si era coperto
il volto con un cappellio da baseball di colore rosso, oltre a un foulard tirato fin sopra il mento. Ancora da
quantificare il valore del bottino. Gli investigatori non escludono che possa trattarsi dello stesso rapinatore
solitario che, la scorsa primavera, aveva più volte colpito nella provincia di Rimini, prendendo di mira
soprattutto le farmacie. QUELLA di viale Tripoli era stata 'ripulita' già il 14 marzo scorso: anche in quel caso a
entrare in azione era stato un rapinatore con il viso coperto da sciarpa e cappellino. Impugnando una pistola,
aveva intimato ai dipendenti di vuotare le casse e di consegnargli immediatamente tutto il contante: in tutto
circa 3.400 euro. Nei mesi scorsi i titolari delle farmacie e delle parafarmacie riminesi erano stati terrorizzati
da un altro rapinatore, che era solito minacciare i dipendenti con una siringa. Dopo lunghe indagini, gli
investigatori della Questura di Rimini sono però riusciti a stringere il cerchio attorno al malvivente, un 33enne
partenopeo, che in totale era stato in grado di mettere a segno sette colpi. Lorenzo Muccioli
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 31/07/2015
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L'UOMO HA PIU' DI CINQUANT'ANNI ED E' FUGGITO A PIEDI COL BOTTINO
31/07/2015
Pag. 11 Ed. Macerata
diffusione:165207
tiratura:206221
Il Pd lancia la sfida « Farmacia in vendita, affare da un milione»
LA POLITICA si è risvegliata improvvisamente a Camerino. L'opposizione e il Pd hanno avanzato la proposta
della vendita della farmacia di Piazza Umberto I. Andrea Caprodossi, consigliere comunale e segretario di
partito, ha invitato la maggioranza a valutare l'opportunità di ricavare dalla cessione un milione di euro. Alla
somma andrebbe aggiunto il risparmio degli stipendi del personale in servizio. «UN TESORETTO - ha
sottolineato l'esponente del Partito democratico nel corso dell'ultima seduta del consiglio comunale - con cui
si potrebbero realizzare delle borse lavoro per i giovani disoccupati camerti o si potrebbe ridurre la pressione
fiscale per un periodo di due o tre anni per le classi meno abbienti». IN ALTERNATIVA è stata proposta la
vendita, come avvenuto a Fabriano, di una parte a un socio privato, che se ne assumerebbe la direzione
rendendola più efficiente, alleggerendo il monte stipendi del Comune, in situazione critica, stipulando contratti
di tipo privato per il personale. L'operazione secondo Caprodossi è quanto mai opportuna, perché è tornata
appetibile, essendo in attivo dopo anni in rosso, e perché «il mercato sta andando verso una direzione di
liberismo, da cui consegue che il valore della farmacia in sé calerà sempre di più ovvero tra pochi anni
chiunque potrà aprire una farmacia abbattendo il valore di quelle esistenti».
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 31/07/2015
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CAMERINO LA PROPOSTA DI CAPRODOSSI
31/07/2015
Pag. 9 Ed. Milano
diffusione:69063
tiratura:107480
Farmacia chiusa, medicine al consultorio
- ROSATE - CHIUDE l'unica farmacia comunale ma viene attivato un servizio sostitutivo per fornire farmaci
che necessitano prescrizione medica. Naturalmente, l'iniziativa è dedicata a tutti coloro che per vari motivi si
trovino impossibilitati a raggiungere le farmacie aperte nei comuni limitrofi. A Rosate è comunque operativa
una parafarmacia, dove sono reperibili tutti i farmaci cosiddetti da banco, per i quali cioè non è necessaria la
ricetta rossa o bianca. Per poter usufruire del servizio, ci si potrà recare tutti i giorni dalle 9 alle 9.30 al
Consultorio di via Rimembranze e i farmaci saranno poi ritirabili in giornata dalle 11.30 alle 12.30 nella stessa
sede. Inoltre, è stata prevista anche la consegna a domicilio per i cittadini in condizioni tali da non poter
raggiungere neanche il Consultorio, prenotandosi sempre tutti i giorni dalle 9 alle 9.30 al numero
3479173317. La chiusura della farmacia è prevista dal 9 al 16 agosto. «Vorrei ringraziare - ha detto il sindaco
Daniele Del Ben - le dottoresse Capararo e Ferrario, rispettivamente della farmacia e della parafarmacia, per
la loro disponibilità ad alternare i periodi di chiusura, limitandone inoltre la durata, garantendo in questo modo
un importante servizio per il cittadino. Ringrazio inoltre infinitamente tutti i volontari che si sono resi
disponibili, rendendo possibile questa iniziativa». Magda Di Palma
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 31/07/2015
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ROSATE SERVIZIO STRAORDINARIO ESTIVO DI CONSEGNA
31/07/2015
Pag. 9 Ed. Brianza
diffusione:69063
tiratura:107480
- LISSONE - POTEVA finire davvero male, la rapina tentata ieri sera da una banda di tre malviventi che
aveva preso di mira una farmacia di Lissone. Per fortuna, e soprattutto grazie al fiuto e alla tempestività dei
carabinieri, si è conclusa nel migliore dei modi: con i tre in manette e l'incasso salvo. Illeso il farmacista, che
aveva spintonato via il rapinatore che si era avvicinato alla cassa, provocando la sua reazione. É successo
presso la Farmacia Pozzi di via San Carlo 7. I militari della compagnia di Desio la stavano monitorando, per
un servizio anti-rapina. A un certo punto notano una macchina sospetta in Piazza Giovanni XXIII, vicina al
negozio. Nello stesso tempo vedono dentro la farmacia un uomo con felpa, cappellino con visiera e borsa a
tracolla che si avvicina al bancone. Si mobilitano. APPENA lo sconosciuto minaccia il farmacista e fa per
svuotare la cassa, l'altro lo spintona. É un attimo e i carabinieri sono già dentro, evitando il peggio. Riescono
a bloccare il malvivente, ma anche il palo e l'altro che li attendeva sull'auto pronta per la fuga. SI TRATTA di
A.G., 44enne di Seveso, M.D., 29enne di Nova e F.B., 45enne di Lissone, tutti pregiudicati e portati al fresco
per tentata rapina aggravata. Indagini in corso per accertare la loro eventuale responsabilità in altri colpi
analoghi in zona nell'ultimo periodo. Alessandro Crisafulli
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 31/07/2015
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Lissone, assalto in farmacia : acciuffati i tre rapinatori
31/07/2015
Pag. 33.35 Ed. Milano
diffusione:125215
tiratura:224026
Maroni trova la quadra, oggi si chiude sulla Sanità
FABIO RUBINI
L'accordo tra maggioranza e opposizione al Pirellone sulla riforma sanitaria è sempre più vicino. Anzi, il
calumet della pace, almeno sui temi scottanti della partita, potrebbe essere acceso da Roberto Maroni entro
questa mattina. Intanto anche ieri i tecnici dei vari partiti hanno fatto serata per mettere nero su bianco le
modifiche al testo che, dopo la sospensione delle sedute di consiglio previste per ieri e oggi, tornerà in aula
martedì prossimo. Il passo in avanti più importante è stato quello di aver portato i grillini verso una posizione
meno oltranzista. Per farlo la maggioranza ha accettato di fare due piccole concessioni: la prima sul
funzionamento dell'agenzia di controllo. Resta lo schema di tre membri alla maggioranza e due alla
minoranza (i 5 Stelle volevano il contrario) ma il nuovo testo prevederà la nascita di un Comitato che vigilerà
sui protocolli applicati per le decisioni. L'altro punto sul quale si è trovata un'intesa è quello che riguarda la
short list per le nomine dei direttori generali. Queste liste, così come chiesto dai grillini, verranno compilate,
ma attingervi sarà facoltativo. Ieri si è discusso anche sulle prestazioni non tariffabili per le quali si cercherà
una declinazione più oggettiva dei criteri di scelta. Infine è stato fatto un primo lavoro sul tema dei distretti.
«Abbiamo spiegato all'opposizione l'impianto portante della riforma - spiega Angelo Capelli di Ncd -. In
particolare la separazione tra la fase erogativa e quella di programmazione». Una distinzione che sembra
aver convinto anche piddini e grillini. Il lavoro per i «tecnici» però non è ancora finito. Il tavolo di lavoro
maggioranza-opposizione si riunirà anche oggi e si occuperà principalmente di declinare con maggior
precisione quanto detto poco sopra sulle due funzioni (erogativa e di programmazione) della Sanità
lombarda. Il piatto forte, però arriverà verso mezzogiorno quando al tavolo si siederà anche il governatore
Roberto Maroni per parlare degli azzonamenti e della «grana» sul «Polo pediatrico milanese» che sta
facendo litigare non solo maggioranza e opposizione, ma anche Lega e una parte di Forza Italia. Difficile che
oggi si trovi la soluzione condivisa. La sensazione diffusa è che alla fine passi la linea leghista con il Buzzi e il
Macedonio Melloni che si aggregheranno al Sacco e non al Fatebenefratelli. Ma per dirlo con certezza
bisognerà aspettare la riunione di maggioranza di martedì. Sciolto quest'ultimo nodo il voto finale in consiglio
nella migliore delle ipotesi dovrebbe arrivare martedì e nella peggiore venerdì. Sulla partita della Sanità ieri è
intervenuto anche l'assessore Mario Mantovani, preoccupato per i tagli che il governo si appresta a fare:
«Che saranno rigorosamente lineari e che verdrà la Lombardia come la regione più colpita. Smentito dunque
il Governo che negava ancora ieri tale ipotesi: anche questa volta nessuna distinzione tra regioni virtuose e
regioni inefficienti e con i conti fuori controllo». Per questo spiega ancora Mantovani: «Il referendum per
chiedere più libertà e più risorse da Roma è ormai l'unica strada per far vincere l'autonomia del merito».
Foto: Roberto Maroni
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 31/07/2015
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Mercoledì il voto finale in aula
31/07/2015
Pag. 22 Ed. La Spezia
diffusione:103223
tiratura:127026
Corniglia in festa per la farmacia riaperta dopo quarant'anni
Il presidio aperto in locali messi a disposizione dalla Croce verde
P.S.
RIAPRE la farmacia a Corniglia. A quarant'anni dalla chiusura dell'antica farmacia della signora Clelia, i
cornigliesi tornano ad avere un presidio farmaceutico gestito oggi dai medici titolari, Marco Monti e Federica
Borromeo, dalla farmacia "Monti nsc di Vernazza". Il locale è stato inaugurato ieri pomeriggio dai titolari,
Federica e Marco, alla presenza del sindaco di Vernazza, Vincenzo Resasco, del Vice sindaco Diego Denevi,
dei volontari della Croce Verde di Corniglia che hanno messo a disposizione la sede per ospitare la farmacia.
Presente anche Don Giordano Biso, della parrocchia di San Pietro di Corniglia e molti abitanti del borgo che
hanno rivissuto un tuffo nel passato, alla fine degli anni Settanta quando in paese c'era la comodità di potere
acquistare i medicinali: «Corniglia era l'unico borgo delle Cinque Terre a non avere ancora un presidio
farmaceutico- spiega il titolare Monti- Grazie all'impegno della pubblica assistenza e alla collaborazione del
Comune il paese dispone di un servizio fondamentale. Come originario di Corniglia sono orgoglioso di potere
lavorare quotidianamente come farmacista in paese, offrendo quotidianamente la mia disponibilità e
professionalità per garantire un servizio primario per la popolazione anziana, per i bambini e per i turisti che
affollano il borgo». Il presidio farmaceutico, aperto tutti i giorni fino a fine ottobre, consente anche di prenotare
i farmaci specifici. Soddisfatto anche il presidente della Croce Verde, Armando Castagnetto:«La farmacia a
Corniglia ha chiuso alla fine degli anni Settanta, da tempo volevamo riaprirla. Grazie all'aiuto di molte
persone, come il commerciante di Nunzio Verducci, dopo quarant'anni siamo riusciti a garantire un servizio di
vitale importanza e comodità per i nostri concittadini, soprattutto gli anziani che non possono recarsi a Spezia
ogni giorno»
Foto: I farmacisti di Corniglia: Marco Monti e Federica Borromeo
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 31/07/2015
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CINQUE TERRE
31/07/2015
Pag. 2 Ed. Umbria Terni
diffusione:136993
tiratura:176177
«Hanno passato le domande del concorso»
- PERUGIA - DUE CONCORSI per dirigente farmacista a tempo indeterminato (ognuno per due posti). Uno
annullato «in autotutela» con un provvedimento secretato; l'altro tuttora in corso ma di fatto 'bloccato' dai Nas
che hanno fatto irruzione mentre iniziava la prova, mandando i candidati a casa. Salvo poi prenderli a
verbale. Nel primo concorso, in particolare, sarebbe emerso, grazie alle intercettazioni telefoniche, che alcuni
membri della Commissione esaminatrice avrebbero passato le domande/tracce ai candidati per stabilizzare
quanto, fino ad ora, erano andati avanti a contratti a tempo indeterminato. Un abuso d'ufficio secondo i
carabinieri del Nas che, coordinati dal pubblico ministero Mario Formisano, hanno notificato l'avviso di
garanzia al direttore generale dell'Asl 1, Giuseppe Legato, al presidente della Commissione (già all'Asl di
Città di Castello) e ad un'altra dirigente, membro della stessa Commissione esaminatrice. E' in quelle trenta
pagina la storia dei presunti concorsi truccati per le farmacie. Ma se Legato verrebbe tirato in ballo quasi 'de
relato' ed è già pronto a concordare con il magistrato un interrogatorio per chiarire la sua posizione, per gli
altri si profilerebbero guai più seri. Anche perché i 'favoriti' usciti indenni al momento da qualsiasi
incriminazione avrebbero subito confessato il raggiro. NEL SITO DELL'ASL 1 compare la «Revoca in
autotutela della delibera 571 del 20 maggio 2015 avente ad oggetto 'Concorso pubblico per titoli ed esami per
la copertura a tempo indetermiato di due posti di dirigente farmacista, area di farmacia disciplina di farmacia
ospedaliera, approvazione verbali della Commissione esaminatrice'» infatti e il secondo potrebbe presto
subire la stessa sorte, visto che il blocco 'armato', non avrebbe effetto a fini amministrativi. Legato si è
affidato all'avvocato Giovanni Bellini mentre la dirigente all'avvocato David Brunelli. IERI È STATO lo stesso
direttore a prendere posizione dichiarandosi «totalmente estraneo ad ogni ipotesi di irregolarità» ed
«esprimendo fiducia nei confronti della magistratura ed auspicando un'azione tempestiva e chiarificatrice».
«L'indirizzo generale dell'azienda - precisa Legato - è la stabilizzazione ovvero la trasformazione dei posti di
lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato, anche alla luce delle osservazioni fatte dalla Corte dei
conti in merito al rispetto del tetto massimo di spesa dei contratti a tempo determinato. La gestione dei
concorsi è demandata per legge alle commissioni esaminatrici, che agiscono in piena autonomia e
responsabilità». «Preciso inoltre - aggiunge Legato - che non c'è stata alcuna perquisizione, tutti gli atti sono
stati acquisiti con la nostra piena e totale collaborazione. E nel rinnovare la massima disponibilità e fiducia
nella magistratura, mi auguro di poter essere sentito al più presto dagli inquirenti al fine di chiarire la mia
posizione, nella certezza che l'avviso costituisca un 'atto dovuto' in fase di indagini preliminari in quanto
direttore della struttura: atto destinato a cadere non appena accertati i fatti ai quali sono del tutto estraneo».
Erika Pontini
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 31/07/2015
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L'INCHIESTA-BIS LEGATO SI DIFENDE: 'ESTRANEO A IPOTESI DI IRREGOLARITA'. COMMISSIONI
AUTONOME'
31/07/2015
Pag. 3 Ed. Umbria Terni
diffusione:136993
tiratura:176177
Il culturista davanti al gip. Nella «Big bull» spiati i farmacisti
- PERUGIA - LUI, GIORGIO Santini, il culturista di Assisi, 35 anni, finito agli arresti domiciliari nell'ambito
dell'inchiesta «Big Bull» dei carabinieri del Nas si è presentato (foto) ieri mattina davanti al giudice Lidia Brutti
che ha emesso la misura cautelare nei confronti suoi e della ex, sottoposta solo all'obbligo di dimora a Torino.
Difesi dall'avvocato Gianni Dionigi hanno raggiunto il tribunale intorno alle 10 di mattina. Devono difendersi
dall'accusa di aver venduto agli sportivi farmaci anabolizzanti pericolosi per la salute, per aumentare le
prestazioni fisiche. Farmaci - secondo l'accusa - che l'ex coppia avrebbe reperito sia in farmacia, utilizzando il
ricettario del defunto padre di Santini, sia attraverso un rifornitore in Inghilterra che inviava i pacchi per posta
e si faceva pagare tramite le ricariche sulle carte prepagate. A incastrare il giro (che ha portato a decine di
perquisizioni) le intercettazioni telefoniche. Proprio ascoltando i telefoni i Nas hanno scoperto anche presunti
illeciti dietro alla gestione di una farmacia di Gubbio, già finita nel mirino nell'ambito dell'inchiesta sui depositi
farmaceutici.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 31/07/2015
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«SCATOLE CINESI» DA PERUGIA A GUBBIO ALTRE VICENDE EMERSE INDAGANDO SUL DOPING
31/07/2015
Pag. 3 Ed. Umbria Terni
diffusione:136993
tiratura:176177
Il dirigente 'scarica' l'ex capo Perelli
- PERUGIA - OTTO «PRATICHE» nel mirino dei Nas e una confessione che diventa un'accusa pesante di
favoritismi nei confronti «degli amici degli amici». L'inchiesta madre sul traffico di farmaci - denominata
«Piramide», da 'piramide di potere' - si arricchisce di nuovi dettagli. A cominciare dalle ammissioni
nevralgiche di Luca Orlandi, il dirigente del Broletto che, dopo aver ricevuto l'avviso di garanzia ha scaricato
l'ex capo, Antonio Perelli (nella foto), già responsabile del Servizio accreditamente e valutazione di qualità
dell'Assessorato alla sanità. E' IL 5 GIUGNO SCORSO. Il giorno del blitz. I carabinieri del Nas e della
Sezione di polizia giudiziaria perquisiscono a tappeto case e uffici. Gli avvisi di garanzia arrivano a Perelli,
Orlandi, Linda Richieri (altra funzionaria del Broletto) e a due farmacisti di Perugia e Gubbio. IL GIORNO
STESSO Orlandi vuota il sacco: «Le pratiche attenzionate dal Perelli sono tutte proposte da persone amiche
al Perelli. Riferisco inoltre che essendo stato incarico dal Perelli presso questi uffici ed essendo lo stesso un
carattere molto accentratore e decisionista quando mi dimostravo contrario a qualche provvedimento lo
stesso si dimostrava alquanto irritato e alterato tanto da farmi desistere da ogni altra rimostranza per paura di
ripercussioni sulla mia carriera». E tra le pratiche 'anomale' compaiono proprio quelle delle farmacie amiche.
Come la Cortonese. «Andai da Perelli e gli rappresentai che era necessario sospendere l'autorizzazione
(dopo la nota del Nas in cui si segnalavano diverse irregolarità in merito alla trasformazione della farmacia in
deposito ndr). Disse di soprassedere... io ho insistito ma lui non ha inteso firmare alcun atto». Cosa invece
accaduta - la sospensione ndr - al subentro del nuovo dirigente. Analogo discorso per la farmacia di Gubbio.
«Il dottore si è presentato come amico personale di Perelli e in sua presenza disse di voler aprire un deposito
farmaceutico per esportare grandi quantità di farmaci all'estero. L'autorizzazione viene data ma quando il Nas
interviene e Orlandi bussa alla porta di Perelli per sospendere l'attività «mi disse di lasciar perdere ed
attendere le comunicazioni del Ministero». LE ALTRE pratiche menzionate da Orlandi riguardano case di
cura private, medicina dello sport e la stessa farmacia di Perelli a Deruta. Le prime dichiarazioni spontanee
sono stati confermate dinanzi al pm: «Con Perelli si è creato un legame di timore reverenziale: ogni volta che
cervavo di far presente che alcune disposizioni non erano corrette Perelli reagiva in modo violento, alzava la
voce ed era difficile discutere della questione». Erika Pontini
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 31/07/2015
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
DIETRO LE QUINTE OTTO PRATICHE AL VAGLIO DEGLI INVESTIGATORI DELLA SALUTE
31/07/2015
Pag. 3 Ed. Umbria Terni
diffusione:136993
tiratura:176177
Farmaci contingentati e il sistema umbro di «strapotere»
- PERUGIA - NASCE dal «contingentamento dei farmaci», ovvero della «difficoltà di reperire, tramite canali
ufficiali, alcuni farmaci in quanto i grossisti/case farmaceutiche contingentano gli invii per evitare che siano
rastrellati dai clienti per essere venduti all'estero, lucrando sulla differenza di prezzo», l'inchiesta sulle
concessioni a deposito farmaceutico dei carabinieri del Nas che avrebbe individuato due farmacie-grossisti
che gestiscono il settore tra Perugia e Gubbio.. E' quanto scritto nella prima informativa del Nas. Gli
investigatori hanno raccolto «gli sfoghi» dei piccoli farmacisti. «Nel corso delle indagini - è scritto - ci si è
imbattuti in una serie di persone che hanno riferito di un vero e proprio 'sistema' esistente in Umbria che vede
coinvolti funzionari pubblici della Regione, farmacisti pubblici e privati in qualche modo legati da rapporti
personali che da alcuni anni tengono le fila del sistema farmaceutico e che sono temutissimi dall'ambiente per
la loro capacità di intimidazione nonché per il notevole potere in grado di influenzare anche le scelte
politiche».
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 31/07/2015
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
L'INFORMATIVA
31/07/2015
Pag. 15 Ed. Catanzaro
Il Garantista
Raccolta di medicinali per l'ospedale di Gaza
Inizia nella Piana la raccolta dei medicinali richiesti dall'ospedale Al Awda di Gaza. A darne notizia i Giovani
Democratici di Gioia Tauro, che in una nota spiegano: «La Striscia di Gaza è già isolata dal mondo. Le
frontiere con Egitto e Israele sono chiuse, ospedali, ambulanze e centri di pronto soccorso sono
costantemente sotto la minaccia dei bombardamenti. Nonostante questo, il personale sanitario continua a
prestare soccorso incessantemente. Per aiutare la popolazione inerme, abbiamo bisogno del vostro aiuto.
Ora. Subito. Stiamo raccogliendo medicinali, materiali sanitari, e altri beni di primissima necessità. Qualsiasi
donazione è indispensabile per salvare la vita di vittime innocenti. I nostri medicinali arriveranno a
destinazione grazie a Enzo Infantino che insieme al suo gruppo affronteranno una nuova missione a Gaza
organizzata dal comitato "Per non dimenticare il diritto al ritorno". L'obiettivo della missione è in primo luogo
ricordare l'applicazione delle risoluzioni Onu che sanciscono il diritto al ritorno dei palestinesi nella loro terra
ed inoltre solidaristico, attraverso gli aiuti, medicinali e soldi. Enzo Infantino, insieme al suo gruppo, partira
per Gaza il 12 agosto. All'iniziativa sono invitate a partecipare tutte le associazioni e la cittadinanza tutta. I
punti di raccolta, disponibili fino al 7 agosto , sono: sede dei Giovani Democratici in via G. D'Annunzio n. 18 e
Farmacia Joculano via Roma. I diversi punti di raccolta, indicati dalle associazioni che aderiranno all'iniziativa
verranno pubblicate sulla pagina facebook "Giovani Democratici Gioia Tauro". I Gd di Gioia Tauro a sostegno
della missione guidata da Enzo Infantino APPELLO
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 31/07/2015
55
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L'INIZIATIVA
PROFESSIONI
3 articoli
31/07/2015
Pag. 25
diffusione:334076
tiratura:405061
Arcadia e Futurimpresa rilevano Lisapharma
Carlo Festa
I fondi di Arcadia Sgr e Futurimpresa rilevano dalla famiglia Zagnoli il 100% del capitale di Lisapharma,
azienda con sede ad Erba, nel comasco, attiva nel mercato farmaceutico come produttore, a marchio proprio
e conto terzi, di farmaci generici iniettabili. L'operazione è stata perfezionata integralmente attraverso equity
senza ricorso ad indebitamento finanziario. La nuova composizione dell'azionariato della società vede
Arcadia al 53,7%, Futurimpresa al 44,3%, e Giovanni Franchi e Massimiliano Del Frate, rispettivamente
presidente e amministratore Delegato, al 2 per cento. L'acquisizione è stata originata da Arcadiae curata da
Nino Dell'Arte e Francesca Fontana, per conto di Arcadia, e da Luigi Glarey, amministratore delegato, e
Massimo Imperiali per conto di Futurimpresa. L'acquisizione in Lisapharma rappresenta il quarto investimento
(dopo quelli effettuati in Vsp Fasteners, Vision Group ed h-old) per Arcadia Small Cap, fondo dedicato alle Pmi
e gestito da Arcadia, società di gestione del risparmio indipendente fondata da Guido Belli e Simone
Arnaboldi. Arcadia Small Cap ha quindi già impiegato il 70% della propria dotazione. Lisapharma, fondata nel
1925, è uno dei maggiori operatori nella produzione di farmaci iniettabili in Italia, con un fatturato nel 2014
paria circa 28 milioni di euro, realizzato per più dell'80 per cento all'estero. Sul fronte legale Arcadiae
Futurimpresa sono state assistite dagli avvocati dello studio Nctm, mentre Deloitte ha svolto la due diligence
contabile.
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 31/07/2015
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Private equity. Il 100% del capitale ai fondi
31/07/2015
Pag. 53 N.1428 - 31 luglio 2015
diffusione:687955
tiratura:539384
Scoppia l'emergenza al pronto soccorso (ma per la burocrazia)
Paolo Casicci
Quattrocento minuti al giorno sottratti alle cure e spesi in burocrazia. Nei pronto soccorso italiani, già allo
stremo, le leggi impongono al personale sanitario di compilare i certifcati di malattia per l'Inps, e non solo. «A
volte gli accompagnatori di pazienti chiedono essi stessi il certifcato per giustifcare l'assenza» spiegano dal
sindacato dei medici dell'emergenza. «Inoltre, i medici devono riempire le schede Inail in caso di infortunio sul
lavoro o malattia professionale; schede per l'eventuale pagamento del ticket, denunce di malattia infettiva,
schede per segnalare pazienti con ictus, segnalazioni di caduta, consensi informati, farmacovigilanza,
correzioni, ed altre incombenze variabili da una regione all'altra. Abbiamo chiesto software gestionali in grado
di formare la certifcazione Inps con applicazioni specifche che utilizzano poco tempo». Insomma, i camici
bianchi chiedono di entrare nel ventunesimo secolo.
Foto: [email protected]
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 31/07/2015
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DIRITTI &ROVESCI
30/07/2015
Pag. 17 N.8 - agosto 2015
diffusione:114106
tiratura:198093
«PILLOLA DEI 5 GIORNI DOPO invece di quella mensile?»
«Ho letto che da qualche settimana si può comprare la pillola dei 5 giorni dopo senza ricetta medica. Posso
usarla al posto di quella mensile?»
C. R.
Deborah - Provincia di Catania La pillola dei 5 giorni dopo è un farmaco per la contraccezione di emergenza
e non può essere in alcun modo utilizzata come alternativa alla pillola tradizionale mensile o ad altri metodi
farmacologici oggi disponibili, come l'anello o il cerotto. La pillola dei 5 giorni dopo è un farmaco a base di
ulipristal acetato, un modulatore selettivo per i recettori del progesterone, ossia una molecola che contrasta
l'effetto del progesterone, ormone fondamentale per creare le condizioni adatte alla fecondazione e
ali'annidamento dell'ovulo. La sua efficacia è stata dimostrata da numerosi studi scientifici ed è paragonabile
a quella della pillola del giorno dopo. L'ulipristal acetato ha la funzione di interferire con i meccanismi
dell'ovulazione, ritardandola in modo tale da impedire la fecondazione dell'ovulo. Vista la durata dell'effetto di
120 ore, può anche impedire l'impianto in utero di un ovulo già fecondato. SENZA RICETTA MEDICA La
confezione del farmaco contiene una sola compressa, che va presa per bocca il prima possibile e non oltre
120 ore, ovvero entro cinque giorni dopo il rapporto sessuale a rischio. Può essere assunta in qualsiasi
momento durante il ciclo mestruale e può comportare solo lievi effetti collaterali, come mal di testa, nausea e
senso di stanchezza. Inoltre sono possibili alterazioni della durata del ciclo mestruale successivo alla sua
assunzione. La pillola dei 5 giorni dopo è in vendita in farmacia a 34,89 euro e da qualche settimana non è
più richiesta la presentazione di una ricetta medica. E scomparso anche l'obbligo di eseguire il test di
gravidanza. Per le ragazze minorenni invece la ricetta è ancora necessaria. N O N È UN FARMACO
ABORTIVO Secondo L'Organizzazione mondiale della sanità, la gravidanza ha inizio quando l'ovulo
fecondato si impianta nell'utero. La fecondazione avviene qualche giorno prima dell'impianto in utero. In base
a questa definizione si considera aborto la rimozione dell'ovulo fecondato e impiantato in utero e quindi la
pillola dei 5 giorni dopo è da considerarsi un contraccettivo di emergenza e non un farmaco abortivo. Molto
diversa è la RU486 la cui azione avviene principalmente a livello dell'utero, quando la gravidanza è già
iniziata. In particolare agisce bloccando lo sviluppo embrionale e causando il distacco e l'eliminazione della
mucosa uterina, con un processo simile a ciò che accade durante le mestruazioni, ip RISPONDE IL
GINECOLOGO II professor Mauro Busacca è direttore della Struttura complessa di ostetricia e ginecologia
dell'Ospedale FatebenefratelliMacedonio Melloni di Milano e della III Scuola di specializzazione in ginecologia
e ostetricia dell'Università degli studi di Milano. È vicepresidente della Società italiana di ginecologia e
ostetricia (Sigo).
U N A SCELTA CONSAPEVOLE Al di là della contraccezione d'emergenza, è bene conoscere tutti i sistemi
a disposizione in modo da fare una scelta consapevole. Solo attraverso una corretta informazione e il
consiglio del medico è possibile prendere la decisione migliore. Infatti, per esigenze diverse, abitudini di vita,
scelte di praticità, la contraccezione ormonale prevede metodi diversi, come la pillola, il cerotto, l'anello
vaginale e i dispositivi intrauterini di ultima generazione.
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 31/07/2015
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E SUCCESSO A ME...
PERSONAGGI
1 articolo
31/07/2015
Pag. 62
tiratura:12000
Consegna gratuita dei medicinali a casa
(ces) Consegna dei farmaci a domicilio, totalmente gratuita, per le persone non deambulanti per una
patologia cronica o grave che non abbiano a disposizione qualcuno che possa recarsi in farmacia. E' il nuovo
servizio messo in campo per l'estate in tutta Italia dalle farmacie private associate a Federfarma, con il
patrocinio del Ministero della Salute. Per accedere al servizio basta chiamare il numero verde 800 189 521,
attivo dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18. Risponderà un operatore che metterà in contatto con la farmacia
disponibile più vicina al proprio domicilio, con la quale si potrà concordare modalità e tempi di consegna del
farmaco richiesto. «Con questa iniziativa di alto valore sociale - ha dichiarato Annarosa Racca (nella foto),
presidente di Federfarma nazionale e Federfarma Lombardia - le farmacie si mettono ancora una volta al
servizio della popolazione e in particolare delle fasce più deboli. Questa iniziativa delle farmacie, presenti in
modo capillare sul territorio, è l'ennesima conferma della farmacia come primo presidio socio-sanitario del
Servizio Sanitario Nazionale». Apprezzamento per il nuovo servizio è stato espresso dal ministro della Salute,
Beatrice Lorenzin: «La consegna a domicilio di farmaci rientra in un quadro di grande attenzione alle
esigenze di salute espresse da una popolazione che invecchia e in cui aumenta il livello di cronicità. Le
farmacie costituiscono un patrimonio prezioso del servizio sanitario perché garantiscono con professionalità e
capillarità l'accesso al farmaco in tutto il Paese, fin nelle zone meno popolate».
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 31/07/2015
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SALUTE Il nuovo servizio Federfarma a favore delle fasce più deboli della popolazione