La bellezza ora è più democratica
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La bellezza ora è più democratica
ARGOMENTO NOME COGNOME La bellezza ora è più democratica Tratti, linee, forme. Rigorosamente armonici. Questo è il segreto della bellezza. Quindi, nella chirurgia estetica del seno, è necessario tenere conto della persona nella sua interezza. La parola al professor Giovanni Ussia Eugenia Campo di Costa a bellezza è armonia, equilibrio delle forme, delle proporzioni. E la chirurgia è un’arte, che plasma il proprio ideale di bellezza. È nella natura dell’uomo percepire il mondo secondo i canoni della bellezza, un concetto che fa parte dell’essenza umana, fin dai tempi più antichi. A tutti, consciamente o inconsciamente, piacciono le cose belle. L’avvenenza per la donna, in particolare, è legata anche al seno, massima espressione della femminilità, documentato fin L SANISSIMI settembre 2009 dall’antichità da statue e opere d’arte, come la Venere di Milo, modello classico riconosciuto in tutti i tempi. «All’origine della storia dell’uomo – spiega il Professor Giovanni Ussia, medico chirurgo specialista in chirurgia generale e toracica – il seno era visto unicamente come mezzo di nutrimento, nel Medio Evo l’espressione di massima bellezza era quella eterea di accezione religiosa. Dal XVII secolo in poi, questa ha perso la sua identità esclusivamente sacra e pittori scultori hanno iniziato a mostrare il corpo femminile, “la nuda verità”, così com’è». Fino agli anni 50 non si sarebbe mai pensato di potere modificare forma e dimensioni del seno. I pochi interventi di chirurgia estetica erano una prerogativa esclusiva di dive e attrici. Oggi solo in Italia si fanno 80000 interventi all’anno. «Siamo giunti – spiega Ussia – a una sorta di “democratizzazione” della bellezza, che è alla portata di tutti. Oggi tutte le donne hanno la consapevolezza del diritto alla bellezza, una rivoluzione fatta dalla donna, non dai chirurghi». Essa è un insieme di fattori, un’armonia che viene giudicata nel suo insieme. Osserviamo una foto di Marylin Monroe: se consideriamo i singoli aspetti, NOME COGNOME Nell’altra pagina il professor Giovanni Ussia durante un intervento. Il professore riceve a Bologna Tel. 051 307215. «Fino agli anni 50 non si sarebbe mai pensato di poter modificare forma e dimensioni del seno. I pochi interventi di chirurgia estetica erano una prerogativa esclusiva di dive e attrici. Oggi solo in Italia si fanno migliaia interventi all’anno» labbra, naso, occhi potremmo anche criticarli, però osservando la persona nella sua interezza, riconosciamo che è una delle donne più belle del mondo. Questo dimostra la percezione cerebrale “di insieme”della bellezza. «Il seno è un aspetto fon- damentale, ma l’intervento sul seno deve essere sempre inquadrato valutandolo nell’interezza del corpo. Per questo motivo la chirurgia plastica non va demonizzata. Se sentirsi bene è un’esigenza fondamentale, il desiderio di migliorare il proprio aspetto settembre 2009 SANISSIMI con la chirurgia estetica diviene un diritto, non più criticabile», afferma Ussia. Tre sono gli attori che entrano in gioco nell’intervento di chirurgia estetica al seno: la donna, il chirurgo, che lavora per realizzare l’obiettivo e lo strumento, la protesi mammaria. «Dalla combinazione perfetta di questi tre elementi – afferma Ussia - deriva un ottimo risultato. La chirurgia ha fatto progressi enormi e oggi esistono tecniche nuove che consentono di inserire la protesi attraverso una piccola incisione sotto il capezzolo praticamente invisibile. Metà della protesi va sotto il muscolo, l’altra metà sopra. Questa tecnica, chiamata “Dual Plane”, dà un risultato estetico migliore, un seno che rispetta al massimo la naturalezza delle forme. Le protesi in silicone che noi utilizziamo sono assolutamente sicure, approvate in tutto il mondo, certificate e assicurate a vita. Inoltre, sono anatomiche, “a goccia” proprio come la mammella. Questa caratteristica permette di dare al seno una forma veramente naturale. Inserendo la protesi sotto il muscolo, inoltre, si assicura una copertura maggiore, non c’è il contatto con la ghiandola mammaria, e anche alla palpazione si fa fatica ad accorgersi 7 ARGOMENTO NOME COGNOME Nella foto, il taglio attorno al capezzolo a due mesi dall’intervento. Nel disegno in basso è raffigurata la tecnica di impianto usata, indicata con la lettera C “Dual plane”: la protesi è inserita in parte sotto il muscolo e in parte sotto la mammella, attraverso un taglio periareolare che il seno è rifatto». L’intervento deve essere il meno traumatico possibile, l’effetto naturale, dando un volume che rispecchi il desiderio della donna ma non in maniera acritica. Uno specialista serio non si presta a soddisfare i desideri di una paziente in contrasto con il buon senso estetico. Uno dei compiti del chirurgo è approfondire con un colloquio molto sereno la vera motivazione e i desideri consci o inconsci della donna. «Quello tra paziente e chirurgo – spiega Ussia - deve essere un rapporto di assoluta fiducia. E il chirurgo deve avere sempre, nell’intervento più semplice come in quello più complesso, con- sapevolezza della propria responsabilità. La paura inconscia del paziente è quella di avere un risultato ancora peggiore dell’aspetto precedente. Il chirurgo deve tranquillizzare il paziente, trasmettendogli sicurezza. La componente umana è imprescindibile». Come in tutti gli interventi chirurgici, anche nelle operazioni di mastoplastica esistono complicanze, spesso scongiurate dalla serietà e qualità della struttura, del chirurgo, della protesi, fattori che garantiscono un buon risultato. «In merito alle protesi può manifestarsi un piccolo versamento di sangue, un ematoma curabile, oppure un’infezione. Potrebbe insor- «L’intervento deve essere il meno traumatico possibile e l’effetto naturale. Deve dare un volume che rispecchi il desiderio della donna ma non in maniera acritica» SANISSIMI settembre 2009 gere un’infiammazione dovuta a una reazione eccessiva alla protesi in sé, ma è estremamente rara. Poi si possono avere complicanze più serie, legate all’intervento, ma ricoprono una percentuale veramente minima. In ogni caso oggi abbiamo gli strumenti per affrontare e porre rimedio anche alle complicanze più serie». Pochi rischi, tecniche affinate, protesi garantite. Tutti aspetti che oggi possono avvicinare le donne alla chirurgia estetica. «L’unico limite, - conclude Ussia - resta quello economico. Se vediamo la chirurgia estetica come un diritto, dovremmo fare in modo che sia accessibile anche da questo punto di vista. Se riusciamo a fare uno sforzo congiunto, tra professionisti e strutture sanitarie, allora riusciremo ad abbassare i prezzi e a rendere alla portata di tutti il diritto di avere un buon rapporto col proprio corpo, sentirsi bene, essere felici».