estate - I fatti della domenica

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estate - I fatti della domenica
Spizzica
SETTIMANALE
DI POLITICA
E COSTUME
Autorizzazione del tribunale
di Siracusa n.2/2003
diretto da
Salvo Benanti
Spizzica
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ESTATE
I FATTI ONLINE: www.ifattidelladomenica.it
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FONDATO NEL 1988
n° 25/2015
Domenica 28 giugno 2015
Vinciullo accusa il Comune: Ivanhoe,
Disponibili milioni di euro, il massone
assonnato
ma i nostri ragazzi
restano ancora disoccupati
Ogni mese i disoccupati aumentano nella nostra città e nella nostra provincia senza che
nessuno riesca a trovare la soluzione idonea
per fermare questo cancro che sta distruggendo la speranza dei nostri ragazzi. Eppure, le
risorse ci sono. Milioni di euro giacciono nelle casse degli enti, a cominciare dal Comune
di Siracusa, senza che queste risorse vengano
impiegate in modo da dare lavoro e occupazione. Pensiamo all‟edilizia scolastica, dove
dalla “Costanzo” alla “Santa Lucia”, da via
dei Mergulensi a via Mosco, da via Pordenone alla via Archia, centinaia di migliaia di
euro attendono di essere spesi dal 2010. Le
scuole rimangono insicure, la gente senza lavoro. E che dire dei fondi della legge 433: dal
lungomare Alfeo, passando per le Cinque Pia-
ghe e fino a San Domenico, anche qui milioni di euro a disposizione dell‟Amministrazione Comunale non vengono spesi,
mettendo a rischio l‟esistenza di questi immobili, quando si potrebbe dare lavoro senza particolare difficoltà. Potremmo continuare citando altri Enti e altre Amministrazioni Comunali, ma credo che l‟esemplificazione basti a dimostrare come l‟assenza di lavoro non sempre
è legata all‟assenza di finanziamenti, anzi il
rischio a cui andiamo incontro è quello di
perdere un finanziamento al giorno. Da
tempo, chiedo alle forze politiche, sindacali e
imprenditoriali di incontrarci per discutere,
mettendo da parte le nostre beghe, per raggiungere un grande obiettivo comune, cioè
quello di dare occupazione ai nostri giovani
cominciando a spendere a partire da subito,
tutte le risorse di cui siamo in possesso.
Enzo Vinciullo
Ma è davvero così la mia città?
Un pomeriggio
si è presentata
a casa mia una
vigilessa urbana. Doveva
notificare a
mio padre una
querela da
parte di un politico. Ho letto
subito la motivazione, studio
giurisprudenza, e sono rimasta di stucco. In sostanza
la querela parlava di una differenza di opinione fra il politico in questione e mio padre che scrive su questo stesso giornale.
C’era ancora un altro politico che negava i
contenuti di una intervista ma sempre per
fatti politici e di opinione.
E allora? Quale era l’offesa? Insomma, si
parlava del nulla, cioè di una differenza di
vedute, e se tu non ragioni come me io ti
querelo, funziona così? “Impari bene questa strada – ho detto alla vigilessa – perché
oggi viene per mio padre, domani verrà
probabilmente per me”. Certo, sono stata
istintiva, ma come si fa a non esserlo. Certo, voglio bene a mio padre ma non lo difendo in maniera acritica e d’altra parte
lui non ne ha bisogno. E’ abituato da anni
a vicende di questo tipo: Tu non sei d’accordo, francamente mi infastidisci coi tuoi
articoli, e allora io ti querelo, insomma ti
costringo a prenderti un avvocato, a scrivere memorie etc etc. A seguire insomma
una procedura che non è davvero piacevole e anche costosa. Una specie di intimidazione a chi vuole solo dire quello che succede in città.
E tutto questo succede nella mia stessa
sonnacchiosa Siracusa? Quasi mi prende
I Fatti sono alla tradizionale
pausa estiva. Torneranno in
edicola il 6 settembre. In
estate l’informazione continua
sulla pagina e sul gruppo
ifattidelladomenica di Fb.
un colpo. Ma come succedono queste dispute sanguigne e io praticamene non me
ne accorgo? Quasi invidio mio padre che
con questi politici ci parla ogni giorno,
magari ci litiga, magari si querelano a
vicenda e io continuo a non saperne nulla.
Francamente mi sembra una ingiustizia
bella e buona. Eppure mi piace l’intrigo,
la macchinazione, mumble mumble ma
non è che si riferiva a questi astii più o
meno camuffati, a queste cattiverie, quando il mio genitore dice e sostiene che Siracusa è peggio di Peyton Place?
La mia città è allora sul serio una città
corrotta, ricca di malevolenze nascoste,
incapace di un confronto aperto e leale?
Ci sono purtroppo fondate ragioni a sostenere questa tesi che io tuttavia ancora respingo. Sono giovane, forse troppo idealista, o forse troppo innamorata di queste
“quattro pietre”. E le querele? Sarà antipatia? Eppure mio padre mi sembra simpatico.
Allora come fanno tanti altri giornalisti a
non prendere mai una querela? Già come
fanno?
Isabella Benanti
Ivan Lo Bello è stato eletto lunedì scorso
nuovo presidente di Unioncamere, l'associazione rappresentativa del sistema camerale italiano, per il triennio 2015-2018. Lo
hanno eletto i presidenti delle Camere di
Commercio italiane, riuniti a Roma in occasione della
142ma Assemblea di Unioncamere. Succede a
Ferruccio Dardanello che termina
oggi, dopo sei
anni, il suo secondo mandato. Di Ivan Lo Bello è utile
aggiungere una notizia personale. Da una
lettera del Grande Oriente Italiano, Palazzo
Giustiniani. Catania 22 settembre 1995.
R.L. Helios Valle del Simeto :” si porta a
conoscenza che IVAN LO BELLO 3° è
stato depennato dal piedi lista di questa Officina con decorrenza dal giorno
31.12.1994 per il seguente motivo
“Assonnamento”. Sarà in sonno come massone ma come imprenditore è presentissimo. C'entrano qualcosa i fratelli massoni?
SERVIZI A PAGINA 2
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Domenica 28 giugno 2015
Ivan, massone assonnato
Eletto presidente di Unioncamere. Un dubbio: mollerà lo
stipendio di numero uno della CamCom di Siracusa?
Ivan Lo Bello è stato eletto lunedì scorso
nuovo presidente di Unioncamere, l'associazione rappresentativa del sistema camerale
italiano, per il triennio 2015-2018. Lo hanno
eletto i presidenti delle Camere di Commercio
italiane, riuniti a Roma in occasione della
142ma Assemblea di Unioncamere. Succede a
Ferruccio Dardanello. Ivan Lo Bello inanella
un altro incarico con relativa indennità. Le
Camere di Commercio (enti inutili da tempo)
stanno per essere soppresse ?.Niente paura:
di quel che ne resta è possibile trarre vantaggi personali. Ecco Lo Bello pronto al bisogno.
Mollerà lo stipendio di presidente della Camera di Commercio di Siracusa? Conoscendolo ne dubito, si
inventerà qualcosa. Lo Bello
resta comunque
quello che si merita questa città.
Mai utile nei vari
incarichi ricoperti, mai che
portasse a Siracusa qualcosa
anche se da Siracusa ha preso e
prende tantissimo. Ma anche a Siracusa è circondato da ferventi servitori. Ma i suoi veri interessi (di che
tipo?) ruotano a Catania con Enzo Bianco.
Ha dimenticato anche Confindustria Sicilia
dove alcuni suoi amici di merende sono stati
beccati dalla magistratura. Di Ivan Lo Bello è
utile aggiungere una notizia personale. Da
una lettera del Grande Oriente Italiano, Palazzo Giustiniani. Catania 22 settembre 1995.
R.L. Helios Valle del Simeto :” si porta a conoscenza che IVAN LO BELLO 3° è stato depennato dal piedi lista di questa Officina con
decorrenza dal giorno 31.12.1994 per il seguente motivo “Assonnamento”. Sarà in sonno come massone ma come imprenditore è
presentissimo. C'entrano qualcosa i fratelli
massoni?
Sodali nei guai mentre lui sale sempre più in alto
È l‟uomo che per primo ha incarnato la cosiddetta rivoluzione antimafia di Confindustria Sicilia. È stato il primo frontman della riscossa
degli imprenditori siciliani contro il racket delle estorsioni. E se negli
ultimi tempi molti dei suoi storici compagni di battaglia sono finiti
nella polvere, tra indagini per mafia, condanne e arresti, lui continua
comunque la sua corsa, raccogliendo incarichi e poltrone in nome di
un unico fine, sempre lo stesso: l‟antimafia. Un verbo che per il prossimo triennio Ivanhoe Lo Bello, per tutti semplicemente Ivan, continuerà a diffondere dalla poltrona più alta di Unioncamere: l‟imprenditore siciliano, infatti, è stato eletto nuovo presidente dell‟associazione
che rappresenta tutte le camere di Commercio del Paese. Cinquantadue anni, presidente della camera di commercio di Siracusa, titolare
della Lo Bello Fosfovit, azienda che si occupa di prodotti dietetici per
bambini, Lo Bello inizia la sua scalata nel 1998, quando a soli 35 anni
viene eletto consigliere d‟amministrazione del Banco di Sicilia: ad
indicarlo è Giuseppe Provenzano, all’epoca presidente della Regione
Siciliana, espressione di Forza Italia, già noto alle cronache giudiziarie dal 1984, quando viene colpito da un mandato di custodia cautelare firmato da Giovanni Falcone. Il futuro presidente della Regione è
sospettato di essere l‟amministratore dei beni di Saveria Palazzolo,
una signora ufficialmente nullatenente ma che gestisce un patrimonio
miliardario, dato che è la compagna del boss di Cosa Nostra Bernardo Provenzano. Le accuse nei confronti dell’ex presidente della Regione verranno ritirate poco dopo, ma archiviando il suo
caso il giudice istruttore Giuseppe Di Lello, scriverà: “Giuseppe Provenzano è da ritenersi una sorta di consigliere della famiglia dei corleonesi, ma, non essendoci prove sufficienti della conoscenza da parte
del Provenzano, della illiceità delle somme, si reputa conforme a giustizia prosciogliere l‟imputato”. Parole pesanti che non influiranno
nella scalata politica di Provenzano, così come quella nomina raccolta
da un presidente che gestiva i fondi dei corleonesi non intaccherà mai
la fama antimafiosa di Lo Bello, che al Banco di Sicilia farà carriera:
nel gennaio del 2008 viene eletto vicepresidente, nell‟aprile dello
stesso anno diventa presidente e rimane in sella fino al 2010 quando il
Bds viene incorporato dall‟Unicredit. Nel frattempo Lo Bello ha già
conquistato notorietà nazionale: nel 2006, infatti, viene eletto presidente di Confindustria Sicilia. Da leader degli imprenditori dell‟isola,
lancia una sfida inedita: cacciare dall‟associazione di categoria gli
imprenditori che pagano il pizzo. Una regola che è alla base del nuovo codice etico varato da Confindustria durante la sua presidenza: per
la prima volta si parla di espulsione non solo per gli imprenditori collusi con Cosa Nostra, ma anche per quelli che abbassano la testa
di fronte alle richieste estorsive senza denunciare. Una battaglia che
appare rivoluzionaria nell‟isola dove Cosa Nostra spreme le imprese,
ripulendo profitti illeciti per milioni. Al fianco di Lo Bello, c‟è Antonello Montante, lo storico alleato, sempre al suo fianco in ogni occa-
sione pubblica, che gli fa da vice in Confindustria Sicilia, per poi
prenderne il posto nel 2012, quando Lo Bello sarà nominato vicepresidente nazionale dell‟associazione di viale dell‟Astronomia.
Sono gli anni in cui la coppia Lo Bello – Montante incide non solo
negli equilibri imprenditoriali isolani, ma anche su quelli politici:
nel 2009, infatti, Confindustria appoggia il ribaltone compiuto dal
governatore della Sicilia Raffaele Lombardo, che abbandona il
centro destra e si allea con il Pd. Regista dell‟operazione è il senatore Giuseppe Lumia, mentre Lo Bello e Montante indicano in
Marco Venturi il nuovo assessore alle attività produttive. Una poltrona che dal 2012 passerà a Linda Vancheri, indicata sempre da
Confindustria come nuovo assessore di Rosario Crocetta, eletto
presidente grazie al sostegno decisivo della coppia Lo Bello –
Montante. La parabola confindustriale però ad un certo punto inizia
ad incrinarsi. La prima “botta” arriva da Caltanissetta, dove la procura guidata da Sergio Lari iscrive nel registro degli indagati Antonello Montante, con un‟accusa pesantissima: concorso esterno in
associazione mafiosa. Ad accusarlo ci sarebbero le dichiarazioni di
cinque collaboratori di giustizia, e da più parti arrivano richieste di
dimissioni, Lo Bello però si schiera dalla parte del suo antico sodale.”Montante deve restare al suo posto, deve continuare nel suo
ruolo. Gode della fiducia di tutto il sistema confindustriale per la
sua storia che non può essere scalfita dalla scarsissima credibilità di
soggetti, di pseudo-pentiti interessati solo a delegittimare” diceva il
neo presidente di Unioncamere, che però si guarderà bene da rilasciare dichiarazioni simili poche settimane dopo, quando nella bufera finisce un altro big di Confindustria. Ad incastrare Roberto
Helg, però, non ci sono le dichiarazioni di pentiti ma una registrazione: il presidente della Camera di Commercio di Palermo verrà
arrestato in flagranza di reato, poco dopo aver chiesto una tangente
da centomila euro al pasticcere Santi Palazzolo. “E‟ una vergogna
incrociare vicende tutte da riscontrare con inchieste su mazzette,
ovvero episodi completamente scollegati fra loro”, dichiarerà il dirigente di Confindustria, replicando a chi collegava il caso Helg
con quello Montante. Nel frattempo arrivano, tra le polemiche, le
dimissioni di Salvo Ferlito da presidente di Ance Sicilia
(l’associazione dei costruttori edili di Confindustria) dopo una condanna a tre anni per mafia. Nessun commento anche dopo che la
sezione di Siracusa di Confindustria viene commissariata: al posto
di Francesco Siracusano, ex capo del personale Erg-Isab, dichiarato decaduto dal collegio dei probiviri, ecco Ivo Blandina, imputato per truffa ai danni della Regione Siciliana. Solo l‟ultimo dei
suoi sodali finito coinvolto da seccature giudiziarie, mentre la carriera di Lo Bello procede ormai spedita verso vette sempre più alte.
Giuseppe Pipitone
(Il Fatto Quotidiano)
Scusi,
lei
che
ha
fatto
per
Siracusa?
Scrive Maurizio Landieri: La domanda che si fa l’uomo terra terra è: ma
questo Ivan Lo Bello, così potente, così altolocato, ma soprattutto così
siracusano, cosa ha fatto di tangibile per la sua città, per i suoi concittadini?
Ivanhoe Lo Bello, per tutti Ivan, neo presidente di Unioncamere, associazione che rappresenta le Camere di Commercio di tutta Italia, industriale siracusano. A soli 35 anni è
nominato dal Presidente di centrodestra della Regione siciliana, Giuseppe Provenzano
consigliere di amministrazione del Banco di Sicilia. Una
carriera rapidissima. Nel
1999 è eletto presidente della
Sezione di Siracusa di Confindustria. Nel 2006 guida la
Confindustria siciliana, fino
al 2012. In tale veste lancia la
sua sfida alla mafia, che lo
minaccerà di morte: “Fuori
da Confindustria chi paga il
pizzo”. Nel 2012 diventa uno
degli 11 vice presidenti di
Confindustria nazionale. Nei
giorni scorsi la recente nomina quale Presidente di Unioncamere.
Nulla da dire sull’uomo, sulle cariche e gli incarichi ricoperti, sulle battaglie sacrosante, e nemmeno su qualche scivolone, di cui i giornali si sono abbondantemente occupati, e
che non ha rallentato la sua corsa apparentemente inarrestabile.
Chi scrive fa solo discorsi da bar, o da social, come direbbe
Eco. Ed allora la domanda che si fa l’uomo terra terra è:
ma questo Ivan Lo Bello, così potente, così altolocato, ma
soprattutto così siracusano, cosa ha fatto di tangibile per
la sua città, per i suoi concittadini? Perché poi alla fine,
quelli che, come me, si
mettono a discutere attorno al tavolino di un bar,
senza pretendere di essere
dei maître à penser, questo vogliono sapere:
quanti posti di lavoro ha
portato? Quanti investimenti è riuscito a dirottare sul territorio? Quanto
benessere tangibile è arrivato ai suoi concittadini.
Si lo so, il livello di queste
righe è basso, ma non siamo tutti Umberto Eco, anzi, la maggior parte di noi fatica ad arrivare alla fine del
mese, non ha master post laurea, e nemmeno la laurea,
spesso. Qualcuno che ci illumini, che risponda a queste
umili domande, vorremmo trovarlo.
Vede, Dott. Lo Bello, questa domanda, qui al bar, ce la
facciamo ogni volta che un nostro concittadino altolocato
raggiunge un posto importante, diventa Ministro, Sottosegretario, Deputato o Senatore. Perché a noi questo inte-
ressa, che ci sia serenità per noi ed i nostri figli. Della sua
fulminante carriera, con rispetto parlando, non ce ne frega
assolutamente nulla. Vede, noi temiamo di diventare i genitori di una nuova orda di migranti, diversi magari dai nostri nonni, perché i nostri figli, probabilmente, riusciremo a
farli laureare, e saranno degli ingegneri, architetti, esperti,
professionisti, che andranno a trovare gratificazioni negli
USA, in Australia, da qualche altra parte del globo terrestre.
Questo ci preoccupa, perché i nostri figli, ed i nostri eventuali nipoti, se ce ne daranno, vorremmo averli qui, vorremmo che passassero a salutarci spesso, di presenza, non
su skype o su qualche altra diavoleria che certamente inventeranno. Per questo, Dott. Lo Bello, ci piacerebbe sapere cosa fa lei per questa città, per i nostri figli ed i nostri
eventuali nipoti. A noi non pare che abbia fatto molto, non
che gli altri illustri siracusani abbiano fatto di più, per carità. Certo, noi non siamo un istituto di statistica, né abbiamo i mezzi del centro studi di Confindustria, per affermare
ciò, siamo solo avventori di questo bar virtuale che chiacchierano tra un caffè ed un amaro. Però vede, Dott. Lo Bello, ci piacerebbe avere torto, essere smentiti. Sa, tra una
cinquantina d’anni, essere ricordati solo da una paginetta
di Wikipedia, se ancora esiste, e che nessuno per giunta
consulta più, non è il massimo per uno come lei. Noi questo
problema, almeno questo, proprio non lo abbiamo.
Maurizio Landieri
3
Domenica 28 giugno 2015
Hanno ucciso il mio Gargallo
Pubblichiamo per intero “Lacrime nella polvere”, il racconto di Toi
Bianca dedicato alla sorte del liceo così caro a generazioni di siracusani
Di solito si scrive una cosa e poi la si presenta a un premio letterario. Io almeno faccio così con i miei romanzi. Stavolta è stato diverso. Ho saputo che c’era un Concorso Letterario sul tema “Siracusa e i luoghi dell’anima”, organizzato dal Movimento Culturale “Settetrequattro”, ed ho pensato che avevo un luogo della mia anima da raccontare: l’ex liceo
Gargallo. Ne avevo già scritto. Ma da giornalista. Avevo voglia di narrare senza i limiti della professionalità, del mestiere, senza l’obbligo d’essere attendibile, di raccontare l’oggi.
Così è venuto fuori “Lacrime nella polvere”, che riecheggia le celeberrime “lacrime nella pioggia” del replicante di Blade Runner e ne segue un po’ il mood. E’ un lungo rabbioso
requiem per un pezzo di storia della mia città (e mia, come di tanti altri) che si sta perdendo. Sono stato fortunato. Il mio racconto s’è classificato secondo nel Concorso. Ma i racconti non sono anche se scritti in occasione di premi, sono fatti per altro: per essere letti. Per piacere o dispiacere, emozionare o annoiare. Per questo ho chiesto al direttore di
pubblicarlo. Spero vi piaccia. (t.b.)
Ora che tutto è finito, ora che sono rimaste solo macerie, ora che gli hanno
tolto l‟anima, ora che classi e corridoi
sono irriconoscibili, ora che hanno divelto i pavimenti calpestati dai nostri
passi…
…ora non resta che aspettare.
Fra qualche anno anche il ricordo vivente sarà spazzato via dal tempo e non
resterà più niente, solo qualche citazione di storia patria, qualche foto ammuffita, qualche annale dimenticato, roso
dai tarli. Quando anche l‟ultimo alunno
che ha frequentato il Liceo Gargallo in
Ortigia, avrà ricevuto il benservito dalla
vita, quelle pietre, che a fatica si sono
rette per secoli, saranno finalmente libere di crollare, polvere alla polvere,
libere di arrendersi al tempo e alla crudeltà sciroccata di Siracusa.
Non ci sarà nulla di grandioso, nessuna
magia turbinosa come quella che pose
fine a Macondo, solo un penoso sbriciolamento fra erbacce e ratti e residui
dei cantieri succedutisi nel lungo tempo
dell‟accidia, fra le urla, via via più flebili, di ex studenti, troppo stanchi e distratti per combattere, troppo aridi per
urlare, troppo ipocriti per bestemmiare
contro il dio delle scuole perdute.
Le targhe di marmo a metà delle due
rampe di scale, con i loro caratteri dipinti di rosso, cadranno stanche per terra e si frantumeranno, consegnando alla desuetudine la “vostra semenza” dantesca e l‟
”alme sol” di Orazio, e saranno calcinacci,
spinti via dal manovale incolpevole o dal
drogato in cerca di rifugio. Alieni estranei
che vedranno, nei sostegni arrugginiti che
reggevano quelle frasi, solo dei vecchi chiodi appesi al muro e non le icone di una crocefissione della memoria.
Non ci sarà colpevole, non ci sarà assassino,
non ci sarà carnefice, non ci sarà untore della peste della dimenticanza, della dissenteria
d‟identità; solo una melassa purulenta di
blande recriminazioni, di annoiate ricostruzioni, di accuse estemporanee dettate da beghe di giornata, destinate a passare in settimana, nel tedio della canicola di giornate del
XXI secolo, interessate a faccende più attuali.
Non ci sarà alcun processo per l‟omicidio
del Liceo e nemmeno per la lapidazione del
futuro e neppure per lo stupro della straordinaria possibilità che il Gargallo poteva rappresentare per i ragazzi del “classico”.
Ma io, gridando ingiurie al vento, vomitando
rancore rattrappito, reiterando impotente dolore, vorrei che per un istante gli innumerevoli uomini piccoli, cinici autori della distruzione, capissero, o almeno conoscessero,
cosa hanno cancellato, in una perversa sequela di restauri annunciati, a volte iniziati,
mai andati oltre la furia demolitrice di ciò
che aveva una vita antica.
Anzi no. Non è agli infimi sindaci, presidenti, assessori, onorevoli e senatori, stupidi
autori dell‟omicidio, che vorrei parlare.
Vorrei essere un mediterraneo, accaldato,
Roy Batty, replicante di un vissuto già terminato. Vorrei avere la capacità di raccontare alle centinaia di piccoli Deckard, studenti
di una anonima periferia senza storia e senza
ragione, quello che hanno perduto, ciò che è
stato loro rubato, vorrei donare alle adolescenti Rachel contemporanee le fotografie
del loro passato, un passato che non hanno
avuto il privilegio di vivere.
Io ne ho viste di cose che voi ragazzi non
potete nemmeno immaginare… resse di motorini nel fragore del cortile, tappi di serbatoi
che venivano rubati e ancora trafugati in un
interminabile tempo circolare di furti fra
moto con nomi quasi dimenticati: Aspes,
Califfo, Trotter, Ciao, Motom, Fantic Caballero. E ho visto caos vitale dove ora ci sono
erbacce, pavimento sconnesso per desuetudine e non levigato dal calpestio febbrile. Ho
visto la modernità farsi largo a gomitate fra
le stanze del vecchio convento, blandite da
voci squillanti e morbidissime, accarezzate
da libri spaginati cadevano sui gradini, in
tempi in cui gli zaini erano di là da venire e
si arrivava con logori tascapane comprati
dall‟Amerikano o con le micidiali cinghie di
gomma, armi improprie e precarie.
E ho visto pianti, dolori, tradimenti, baci
clandestini, ormoni turbolenti, ho visto pudori e sfrontatezze, mani febbrili sotto le
maglie alla ricerca di seni proibiti, labbra
ingenue e voraci sotto archi che ospitavano
secoli prima le preghiere bisbigliate dei
monaci. Ho visto coppie affannate, appoggiate a muri dietro i quali pregavano le Orsoline della Mastrarua, che forse origliavano, turbate, l‟ansimare giovanile e sospiravano l‟amore a loro negato… perché dentro quel palazzo ogni gesto era nuovo e
antichissimo, vietato e lecito, impregnato
di storia e di domani, erano “egregie cose”
cui attendere l‟animo e giorni da rubare
“quam minimum credula postero”.
Voi del terzo millennio siete figli della città uguale. La vostra brutta scuola del suburbio, meschinamente usurpatrice del nome “Gargallo”, potrebbe essere ovunque.
Ma non è sempre stato così.
Gli uomini piccoli vi hanno sottratto l‟orgoglio e l‟alterigia della diversità che promanava da quei muri scorticati, incastrati
fra i vicoli barocchi e il mare greco. Vi
hanno defraudato della splendida arroganza che promanava da quel decrepito convento, vi hanno rapinato la consapevolezza, inconsapevole allora, d‟essere terminali
di cultura, eredi di una stirpe antichissima,
destinatari del tatuaggio che “quel” liceo
incideva nelle anime ragazzine e le rendeva, se non migliori, certamente speciali.
Ne ho visti di maestri straordinari che erano parte di quell‟edificio, ne avevano gli
stessi colori, la stessa spessa densità. Loro
incidevano con pazienza il tatuaggio
dell‟appartenenza. Loro, giorno dopo giorno, aggiungevano un'altra elica del nostro
dna, imponendoci la coscienza dei nostri
limiti e iniettandoci la passione di sfidarli,
la presunzione splendida di poterli superare. Loro erano il trait-d‟union fra le cacofonie delle nostre vespe truccate, che
stracciavano il silenzio afoso delle stradine
dell‟isolotto, e la responsabilità d‟essere
eredi e depositari del messaggio di quella
terra nobile, levantina, decadente, colta e
apatica, in cui avevano avuto la sorte di
nascere.
Noi, noi, noi settimo cavalleggeri “dello
scoglio”, accerchiati ma non perdenti, arroccati nella nostra solatia e privata Little
Big Horn in mezzo allo Jonio, depositari
di un culto segreto e negletto di Ortigia,
allora abbandonata, che riempivamo a
sprazzi con le nostre risate, con le nostre
partite a tennis notturne nella deserta Piazza Duomo degli anni ‟70.
Noi, noi, noi non frequentavamo il Gargallo, eravamo “del Gargallo”. Ci sentivamo
gli eletti, l‟autoreferenziale aristocrazia
della gioventù cittadina, contagiati da una
tenera protervia che ci contaminava il carattere attraverso i miti omerici, le liriche
eterodosse di Saffo, le eterne tragedie
di Euripide, la lezione di grandezza
virgiliana e poi, via via, lungo la Commedia galeotta, immensa e feroce come
chi la scrisse, il “Romanzo” intenso e
ironico, la parola evocatrice leopardiana, attraverso le ubbie del secolo breve
di Verga, di Pirandello, di Italo Svevo.
Condizionamento indelebile quanto
inconscio; noi, noi, noi – a 16 anni non
c‟è spazio per altro che “noi” - eravamo
agitati per le assemblee, per la partita,
per “quella che mi guarda”, per la festa
di sabato. Noi, noi, noi ascoltavamo
“Supersonic” la sera alla radio e scoprivamo che c‟era chi camminava su un
wild side con le ragazze di colore a far
“du dudu dudu dududu” e che c‟era uno
straordinario lato oscuro della Luna, un
immaginifico Foxtrot, ma anche un giovanissimo cantautore che raccontava di
una maglietta fina e stretta al punto che
s‟immaginava tutto.
E ho visto “baby baby” raccontate cavernosamente da Barry White e frammenti sparsi e irridenti di Ipponatte.
Ho visto respiri di locomotive dei Jetro
Tull e scolli caldi con l‟olio, il sale e
l‟origano, sfornati all‟ora della ricreazione in via Mirabella, comprati scappando con la complicità di vecchi bidelli, con lo spolverino e i baffi neri.
Ho visto l‟amore di Achille per Patroclo e le dita spezzate di Paul Newman nello
“Spaccone” dentro la tv in bianco e nero,
che correvamo a imitare nella vecchia sala
biliardo di via Gemmellaro. Io ne ho visti di
eroi, di filosofi intriganti che avevano ogni
risposta per me, di fantasmi che s‟aggiravano per l‟Europa ed ho visto meravigliosi e
robusti e gentili deejay che ci facevano ballare “Anima mia” e la Kc & Sunshine
Band e straordinari esemplari di Don Camillo dal sorriso sardonico che tagliava le
lunghe tonache nere.
E tutto questo avveniva all‟ombra di quel
palazzo fra i vicoli e il mare, col caldo asfissiante o con la pioggia che rendeva le strade
viscide e micidiali in tempi il cui il casco
non si usava. Tutto ruotava attorno agli archi dei frati, all‟origliare delle suore e tutto
trovava ordine entrando in quell‟androne
che ci ricordava che “Urbem Syracusas maximam esse Graecorum, pulcherrimam omnium saepe audivistis”. La più grande, la più
bella e noi, noi, noi ne eravamo figli, i più
grandi, i più belli, che da quelle finestre incrostate dalla salsedine guardavamo il mare,
quando nei giorni di tempesta faceva appassionatamente l‟amore con l‟isola, e mescolavamo dentro di noi l‟ansimare violento
delle onde col roco organo di Jon Lord che
ruggiva “Smoke on the water”.
Noi, noi, noi dell‟amore puro di Petrarca
per la sua Laura e degli scherzi a “Januzza
a uobba”, sdentata puttana della vicina via
Eolo. Noi, noi, noi dei voli di Pindaro e
delle canzonacce volgari in rima.
Noi, noi, noi… eravamo fatti della stessa
sostanza di quelle pietre…
E quando anche noi, noi, noi tra non molto
finiremo sbriciolati come quelle mura che ci
hanno plasmato, quando la nostra antica
stirpe del tatuaggio indelebile si estinguerà
per sempre, quando anche l‟impotente furore svanirà in un patetico Alzheimer collettivo…
…allora tutte queste cose saranno perdute
nel tempo, come lacrime secche.
Lacrime nella polvere.
Toi Bianca
Sulle due rampe delle scale del Gargallo
c’erano due targhe. In una erano incisi i
versi di Dante: “Considerate vostra semenza, fatti non fosti a viver come bruti ma per
seguir virtude e conoscenza”. Nell’altra ala
i versi di Orazio: “Alme sol curru nitido
diem, qui promise et celas aliusque idem
nihil urbem roman visere maius”
Roy Batty, Dechard e Rachel sono personaggi del film “Blade Runner” di Ridley
Scott
E’ il famoso “Carpe diem” di Orazio
Voi avete spesso udito che la città di Siracusa è stata la più grande delle città greche,
la più bella di tutte.
4
Domenica 28 giugno 2015
L’affresco
di
Sol
Lewit?
Cancellato!
Il sindaco ha emesso un'ordinanza rivelando la scarsa conoscenza della città che pretende di amare: per lui sono scalini sia quelli della Cattedrale che quelli in via Minerva,
quando questi ultimi non sono gradini, ma la base del tempio dorico (crepidoma)
Salvatore Ferlito
L'indubbia superiorità degli italiani e del
loro stile di vita sopravviverà alla nostra
idea di nazione che, irrimediabilmente, sta
esaurendosi. Le ragioni
sono vincolate ad una certa cultura, nata negli ultimi anni del fascismo e poi
esplosa nel dopoguerra,
che ha come elemento distintivo la mancanza di
una appartenenza ideale
all'Italia, intesa come
Paese d'amare e da rispettare. Assistiamo ad una
perdita del senso della
Patria e della lingua che,
nonostante ogni buona
abitudine alimentare e del
buon gusto nell'indossare,
intacca nel profondo il
nostro spirito estetico e
non ci consente di vedere
con equilibrio la realtà.
Forse ciò accade perché
siamo ubriachi di immagini televisive, e di certo nel tempo si è persa
una tradizione orale e una cultura spontanea fatta di comportamenti, spesso sensati,
che appartenevano all'epoca in cui nella
società vigevano ancora le differenze tra le
classi.
Il nostro è un certo tipo di imbarbarimento
culturale che dà tutto per scontato: il degrado del paesaggio, la gestione larvale del
territorio, le miserie destinate al restauro
dei Beni Culturali e il continuo attacco
all'ambiente non provocano nessuno stupore. L'indignazione e lo sguardo si soffermano solo sulle eclatanti bugie del circo mediatico di secondo livello, il barnum di internet e delle opinioni squalificate, offrendoci l'immagine di una nazione alla deriva.
Siamo come una vela persa, dove il rito della politica è ormai assimilato a quello della sua criminalità e le demagogie e le sottoculture razziste la fanno da padrone.
L'analfabetismo di Salvini, che userebbe il
fuoco per far fuori gli emigranti - revisionismo di Cecco Angiolieri - fa da contraltare
agli assertori della rottamazione, che fu la
parola d'ordine di Renzi e che, con questi
chiari di luna elettorali, diventa la nemesi
del giovane leader. Tenendo presente che
oltre alle ruspe, al fuoco e alle rottamazioni
esiste, e meno male, anche chi pensa alle
manutenzioni, al recupero e alla freschezza
del rinnovamento, e che forse l'Italia sarebbe il posto più bello del mondo, se solo cominciassimo a dargli una ripulita, anche in
senso figurato. Bisogna sempre augurarsi,
quindi, che guardando la realtà si possa
trasformare la sostanza delle cose.
Passiamo alla amata/odiata Siracusa, che a
proposito di ruspe, le fa apparire di sorpresa e senza che nessuno se le aspetti, nelle
sue zone tutelate. Come ad esempio alla
Tonnara di Santa Panagia, dove si è intervenuti all'inizio della pista ciclabile, spianando la roccia e abbattendo degli alberi
per la costruzione, pare, di un gruppo di
villette. O dove si indulge
nella proliferazione di terrazze abusive
costruite nottetempo su
altre terrazze,
stavolta lecite.
Parlo proprio
del centro storico di Ortigia, anch'esso
tutelato.
Questi abusi
privati non
sono, purtroppo, bilanciati
da pubbliche
virtù: il sindaco di Siracusa ha emesso un'ordinanza che vieta sì i pic-nic sugli scalini del
Duomo di Siracusa, ma non proibisce l'uso
degli stessi per sedersi. Rivelando la scarsa conoscenza della città che pretende di
amare: per lui sono scalini sia quelli della
Cattedrale in piazza Duomo che quelli in
via Minerva, quando questi ultimi non sono gradini, in senso stretto, ma la base del
tempio dorico (crepidoma).
Il Tempio di Atena, eretto nel V secolo
avanti Cristo, è inglobato nel luogo di culto cattolico.
Questo non è un problema da poco: danno
un vero senso di disagio la mortificazione
della bellezza e soprattutto l'incapacità di
riconoscerla e salvaguardarla. L'amministrazione comunale, si potrà dire, ha poche competenze in materia di Beni Culturali e di solito si suole rimbalzare il problema alla Regione e ai suoi organismi
periferici, ma il poco che fa il Comune, in
questo settore, è spesso sbagliato.
L'amministrazione è incapace di vigilare,
questo sì sarebbe il suo compito, contro i
vari abusi che quotidianamente si consumano approfittando dell'indolenza aretusea. Trattare la base di un tempio greco,
costruito più di 2500 anni fa, alla stregua
di una grande panchina-posacenere svela,
purtroppo, l'inadeguatezza di questa amministrazione comunale.
La gestione dei contribuiti comunali alle
attività culturali, religiose e sportive poi ci
mostra una inquietante continuità, in negativo, con le precedenti amministrazioni.
Pare venga privilegiata l'appartenenza alla mera qualità della proposta.
Inoltre vengono poco valorizzate le strutture vere, che operano in un settore difficile
come quello della solidarietà e che sfornano pasti nelle mense per i poveri. Sono destinate a queste iniziative solo una insufficiente parte dei contributi dell'amministrazione e gran parte delle somme sono invece
I gettoni non si toccano
Tagli ai costi della politica? Qualcosa è stato fatto a Palermo. I consiglieri comunali di
Siracusa scenderanno da 40 a 32, gli assessori resteranno otto, sui gettoni da 60 euro
non cambia nulla, quelli non si toccano. Eliminati tutti i consigli di quartiere (con l'eccezione di Palermo, Catania e Messina dove ci sono solo riduzioni), anche quelli di Siracusa dove sarebbero stati a titolo gratuito, ma la delegazione siracusana non ce l'ha
fatta a sostenerli, per pochi voti, ma non ce l'ha fatta. In sintesi: Niente decentramento,
sì accentramento, un'altra riforma del caxxo targata Ars che non interviene sui tagli
seri ai costi della politica e cioè sull'indennità pazzesca dei consiglieri (gettonopoli) e
sul voto alle Amministrative di fare in un solo giorno confermando le due giornate che
costano un botto. Hanno votato a favore anche i grillini "
turandosi il naso"
, proprio come
scriveva l'indimenticato Montanelli sul voto alla Dc.
devolute a favore di non chiare attività culturali o filantropiche.
Se la mensa degli indigenti percepisce un
contributo di soli 5.000 euro e invece la Siracusa Calcio assieme ad una associazione
di vela ne prende 50.000, dobbiamo preoccuparci e infastidirci, visto lo stato di disagio economico in cui versano molte famiglie
siracusane. Come non riesco ad avvertire
nessuna particolare emozione, a parte il fastidio, nel vedere le foto del murales dedicato a Santa Lucia alla Mazzarona. Anche
questa mi sembra una iniziativa sgraziata e
fuori luogo.
Non sono contrario tout court ai murales,
uso una metafora: se cade del caffè sul mio
divano bianco non corro a passarci sopra lo
strofinaccio umido, posso solo far diventare
la macchia più grande.
La Mazzarona è un disastro urbanistico
senz'altro, ma questa Santa Lucia giunonica
è inquietante.
La questione non riguarda però strettamente il disegno, è collegata ad un ragionamento che riguarda la fatiscenza di tutti i quartieri della zona nord, nati in assenza di un
progetto complessivo e costruiti con materiali di scarsa qualità.
I murales servono solo a rendere più squallido quel mondo di rottami edilizi, dalle facciate cadenti, che sorgono nella totale assenza di verde pubblico e di una illuminazione adeguata. Nei giganteschi quartieri
dormitorio della ex Unione Sovietica, che
possono competere come bruttezza alla zona
nord di Siracusa, vi sono palazzoni, orribili
di giorno, che assumono invece una loro
decenza la notte grazie ad una accurata e
edulcorata illuminazione che rendono, inoltre, quei quartieri sicuri.
Luce, verde, pulizia e manutenzione, spendete verso questa direzione, per favore.
Per concludere, ritornando ai murales, ricordo una iniziativa promossa dal mio caro
amico Demetrio Paparoni verso la fine degli anni ottanta.
Demetrio invitò il grande artista statunitense Sol Lewitt che, con l'ausilio degli studenti
dell'Istituto d'Arte di Siracusa, regalò uno
splendido affresco dipinto presso la Chiesa
dei Cavalieri di Malta di Siracusa.
Paparoni dimostrò nell'arte quello che io
feci, assieme ad un gruppo di valenti collaboratori, nella musica: aprire la nostra città
al contributo dei grandi artisti internazionali. Lewitt, che già a quel tempo era un mito,
aderì all'invito di Paparoni, prestando la
sua opera gratuitamente. Di quella iniziativa parlò tutta la stampa nazionale e ha
avuto un valore storico per la nostra città.Quella strada potrebbe essere ripresa,
fate tesoro di quelle esperienze. Siracusa ha
un grande nome da spendere e per amarla
bisogna conoscerla, rispettarla e valorizzarla. La memoria è rivoluzionaria.
E quell'affresco di Lewitt che fine fece? Magari ve lo chiederete... Finito il periodo d'esposizione, fu cancellato da una mano di
bianco.
Vitadacani Quanto costa il Doggy Park?
Appresa la notizia dell‟inaugurazione del Doggy Park a Siracusa mi sono rallegrata per qualcosa di buono realizzato per i
nostri amici a quattro zampe e per i loro proprietari che
avranno almeno un posto pubblico all‟aperto dove poter fare
giocare i loro animali. Quindi fuori dalle pareti di un appartamento in città. Continuando a leggere e cercare notizie in
merito e dopo aver letto l‟articolo che riporta le dichiarazioni della consigliera Concetta Vinci sulla punta dell‟icerberg
(?) in tema di animali è stato necessario cercare ulteriori
informazioni per tentare di soddisfare una domanda che sorge spontanea: ma quanto è costata realmente la realizzazione
del Doggy Park al Comune di Siracusa? E la sua gestione
in futuro da parte della neo associazione „Zampettiamo‟ è
davvero gratuita e quindi a puro titolo di volontariato? Il
Comune di Siracusa nell‟affidare a tale associazione la gestione di un servizio da offrire ai cittadini ed ai loro amici a
4 zampe, ha verificato se l’associazione ‘Zampettiamo’ è
iscritta all‟Albo Regionale delle associazioni di volontariato?
Se tale spazio per il gioco dei nostri amici a 4 zampe è stato
realizzato a costo molto contenuto e il servizio viene prestato
a titolo di assoluto volontariato, nulla da dire. Si accoglie
positivamente l‟iniziativa. Ma, se questa struttura ha avuto
un costo di migliaia di euro, si spera vivamente che l‟iter per
la spesa e la realizzazione abbia seguito le necessarie regole
della opportunità, convenienza e della trasparenza. Si spera
anche che, quanti di dovere abbiano valutato se prima del
Doggy Park non vi fossero altre priorità ed urgenze su importanti servizi alla cittadinanza da prendere in considerazione e realizzare. Non vorremmo scoprire solo a fatti compiuti che il Doggy Park è costato qualche decina di migliaia
di euro. Ciò sarebbe gravissimo. In un momento di crisi,
mentre vengono tagliati servizi essenziali ai cittadini ed in
particolare alle fasce più fragili della società, riteniamo scandaloso ed inaccettabile spendere soldi per qualcosa che, pur
utile, non è assolutamente urgente e necessario. Se stessimo
parlando di una città dove i servizi funzionano in maniera
almeno accettabile, se avessimo servizi pubblici efficienti e
potessimo vantare di essere tra le prime città per la „qualità
della vita‟, allora un Doggy Park ci starebbe certamente bene. Ma la nostra città ha strade che sembrano montagne russe, erbacce ovunque, illuminazione molto carente, siti archeologici abbandonati, acqua nei rubinetti con il contagocce, inadeguati servizi di assistenza sanitaria, zone balneari
abbruttite e maleodoranti per le montagne di spazzatura e
tanto altro. La città attende risposte!
Elena Caligiore
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Domenica 30 giugno 2013
Anche nel 2015 il Kukua fa boom
Inaugurato il 13 giugno scorso e già il 20 grandioso successo di pubblico.
Fontane Bianche ha comunque bisogno di cure urgenti. Quando Siracusa
sfrutterà al meglio le doti di un figlio illuminato come Raffaele Di Grano?
Nell’agosto del 2009 scriveva Dino Cartia: “Eccezionale ritorno de “I Pooh” in Sicilia e
chiusura della carriera di Stefano d’Orazio a Siracusa dove il 27 agosto si esibiranno
al Palalive di Fontane Bianche. Presentando l’evento alla
stampa, Raffaele Di Grano, patron della location, ha dichiarato il sold out mentre gli assessori alla cultura del Comune e della Provincia di Siracusa, Speranza e Meloni,
hanno auspicato che nei prossimi anni i loro enti possano
avere maggiori disponibilità per offrire le grandi serate anche a favore del flusso turistico”. Cartia poi ha scritto proprio su questo giornale, in maniera assai dettagliata e con
gli aneddoti di cui era particolarmente ricco, la storia dei
Di Grano a Fontane Bianche e in particolare la storia di
Raffaele Di Grano, un imprenditore siracusano vincente
con le sue idee e con le sue intuizioni (La Piscina, il Palalive, il Kukua, il Lido Nuovo etc) tanto che molti siracusani,
lo scrivente compreso, hanno sempre auspicato una sua discesa in campo in politica
che purtroppo non c’è ancora stata, magari per la naturale diffidenza che un uomo di
impresa e di creatività nutre per l’arido mondo politico. Una cosa è certa: Per Fontane
Bianche un imprenditore come Di Grano politico sarebbe stato il toccasana, avrebbe
avuto comunque un progetto - come in effetti aveva - per rilanciare la bellissima località turistica siracusana e non l’avrebbe certo lasciata in mano al crescente e rassegnato
degrado degli ultimi anni. Quindi idee giuste e
città sbagliata? Forse, sta di fatto che il nostro
uomo di Fontane Bianche ha continuato negli anni a sfornare novità di successo, il Palamare su
tutte vista la risonanza avuto a livello nazionale
internazionale, chissà perché osteggiate e comunque non amate dalla politica, se si fa eccezione per
l’ossessiva richiesta dei biglietti omaggio. Ma Raffaele non è tipo da demordere facilmente e così
anche nel 2015 ripropone il suo Kukua che è un
lido, un ristorante, una discoteca, comunque un
punto di riferimento per l’estate siracusana. L’inaugurazione 2015 è avvenuta il 13 giugno scorso
e poi c’è stata la splendida serata del 20 giugno scorso con migliaia di presenze (ci sono
centinaia di foto a dimostrarlo sulla pagina facebook dello stesso Kukua). Insomma,
anche l’estate 2015 è già un successo. La domanda è: quando Siracusa sfrutterà al meglio le doti imprenditoriali di un suo figlio illuminato come Raffaele di Grano?
L’acqua di Priolo pulita come al Plemmirio
Legambiente: “Il paragone è solo uno spot”
L’acqua di Marina di Priolo e il tratto di
mare adiacente agli scarichi del depuratore di Priolo è pulita. Lo affermano i risultati delle analisi diffuse dalla Ias
(Industria acque siracusana S.p.a.), il consorzio di industrie del petrolchimico cui
partecipano anche i comuni di Melilli e
Priolo che gestisce il depuratore biologico.
Secondo i rilevamenti l’acqua sarebbe salubre e priva d’inquinamento. E non solo
la zona sarebbe libera da tracce d'inquinamento ma addirittura in questo tratto di
mare l’acqua avrebbe gli stessi parametri
biologici riscontrati nella Riserva naturale del Plemmirio. Forse ci troviamo di
fronte ad affermazioni generose, anche se
la notizia relativa alla pulizia delle acque
non sembra avere sorpreso gli esponenti
locali di Legambiente: “I risultati positivi
non sono una novità – ha dichiarato Giuseppe Giaquinta, presidente del circolo di
Legambiente Priolo - con Goletta verde
abbiamo fatto diversi blitz in zone a rischio, come quelle in cui scarica l'Isab, ma
tutto è stato trovato a norma. Da tempo
è ridotto anche lo scarico di acqua calda
che proveniva dalla centrale termoelettrica. La zona è cambiata rispetto al passato”.
Nonostante il rispetto dei parametri di salubrità, Giaquinta non ritiene possibile un
paragone con la riserva marina del Plemmirio. “Questo paragone non ci piace, è
solo uno spot – ha continuato - I contesti
sono assolutamente diversi: nella zona di
Priolo rimane in piedi uno stabilimento
che negli anni '60 produceva bromuro etilico e non sono mai state bonificate le discariche di pirite che ricoprono 10mila
metri di mare”.
Il presidente del circolo Legambiente fa
riferimento al tratto di costa a nord dello
stabilimento, esattamente dal lato opposto
alla spiaggia di Marina di Priolo dove so-
no stati prelevati i campioni per le analisi
delle acque. Lì per anni sono stati accumulati enormi quantità di cenere di pirite, una
terra rossastra, non considerata pericolosa
negli anni 70 e 80 e che è stata addirittura
spacciata come regalo alle città. A Priolo e
Augusta con questo materiale le amministrazioni comunali in passato hanno realizzato anche campetti di calcio. “La pirite è
un rifiuto tossico – ha precisato Giaquinta composto da metalli pesanti come nichel,
cadmio e arsenico. Per decenni fu sparpagliata nel territorio circostante. Restano
delle montagnole di pirite, coperte da alcuni teloni, ma nelle giornate ventose non bastano – ha concluso il referente di Legambiente - la cenere è sottile e si alza, arrivando anche nella spiaggia di Marina di Priolo. Si sente perché bruciano gli occhi e non
si riesce bene a respirare, in quei giorni è
bene starci alla larga”.
Giancarlo Lo Monaco
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Domenica 28 giugno 2015
Discoteca Maniace: Comune muto
Continua il silenzio/assenso dell‟amministrazione nonostante siano stati
presentati un esposto alla Gdf e una interrogazione del consigliere Sorbello
Scriveva Alessandro Spadaro nell’estate di tre anni fa: “
Scopro casualmente che l'arena Maniace non è un contenitore per eventi ma una grande discoteca all'aperto. Mi compiaccio per la qualità degli eventi a supporto dell'attività
turistica di questa città! Saranno felici gli ospiti degli alberghi nel sapere che potranno scatenarsi in danze tribal
house hip hop new age punk inglese. Ovviamente tutto
"aggratis"con il benestare di Federico II, e non solo!”.
A lato quello che scrivevamo su I Fatti fin dal 2010 e ancora l’anno scorso su questa incredibile vicenda per cui sono
stati presentati un esposto alla Gdf e una interrogazione del
consigliere Salvo Sorbello, entrambe le cose fino ad oggi
senza nessuna risposta. Dobbiamo rassegnarci a vedere
finire il castello Maniace – frutto di decenni di restauro e di
milioni di euro spesi dalla regione siciliana – in un BarDiscoteca gestito da alcuni signori che ritengono lecito utilizzare per i loro clienti e le loro auto gli spazi interni ed
esterni al Maniace, di sparare musica fino a notte infischiandosene dei visitatori e degli abitanti vicini?. Abbiamo posto a suo tempo il quesito alla
Soprintendenza che, tramite la
dottoressa Beatrice Basile, ha
risposto che chi autorizza è il
Comune e che il Comune deve
rispondere alle proteste. Risposta del Comune?. Non pervenuta.
Il Comune fa spallucce, ma chi
ha concesso quell'area non aveva il dovere di precisarne l'uso,
di definire le aree che il Bar mai
e poi mai avrebbe potuto invadere, di impedire la Discoteca ogni
sera e tutti i giorni, di chiarire che in quel luogo gli eventi
li organizzano soltanto gli enti pubblici etc etc? Ma qui siamo alla logica del parentado: se sei mio amico o parente la
legge ed i regolamenti non valgono, se non lo sei ti controllo anche le pulci. Possiamo sperare che senza nuove denun-
ce avremo una risposta dal Comune (sindaco, responsabile dell’ufficio commercio e
assessore, responsabile ufficio
ambiente e assessore, ufficio
stampa, portavoce, delegato
etc) come avviene civilmente in
tutta l'Europa con la rapidità
necessaria?. E' possibile sperare in questo o siamo al muro di
gomma che tutto respinge e che
fa il sordo compiaciuto del suo
potere e della sua villania?.
Intanto la discoteca zum zum
zum è ripresa, la gara di evidenza pubblica non c’è stata, il
megabar cammina a mille con
8 euro a consumazione, chi amministra tace, ignora anche i pericoli legati a tanti giovani in bilico sulla fortezza, e magari si fa due risate alle spalle dei cittadini, in
particolare dei residenti della zona, costretti all’insonnia
e ad incontri indesiderati. Tutte le sere. Zum zum zum.
Teatro Greco sperimentale Sette soggetti
C'è da chiedersi se sia giustificabile innovare e sperimentare
realizzazioni di opere immortali che hanno sfidato i secoli
così come gli Autori le hanno create
per accogliere
i migranti
Aldo Formosa
Ultimato questo 51° ciclo di rappresentazioni classiche al
Teatro greco di Siracusa, con la legittima presenza del nostro Sebastiano Lo Monaco, si segnalano anche le applaudite interpretazioni di Lucia Lavia, figlia di Gabriele Lavia
e di Monica Guerritore. In Ifigenia questa giovanissima attrice ha ottenuto scroscianti applausi da parte del pubblico
con una partecipazione ricca di temperamento e di valenza
recitativa. Da annotare che un altro motivo di simpatia istintiva Lucia Lavia lo ha annoverato per il nome di battesimo
della siracusana nostra Patrona.
Ma questo ciclo ci riporta alla memoria un Evento del 1978
ascritto ai più alti livelli delle Rappresentazioni classiche,
legato all’ Elena interpretata al Temenite da una straordinaria Lydia Alfonsi, osannata da molte decine di migliaia di
spettatori, stabilendo anche un record ancora imbattuto nella magica cavea siracusana, in una delle repliche, valutato
in 12 mila spettatori plaudenti.
Da annotare ancora che la Medea di Seneca, per la prima
volta oggi sulle scene del Temenite, vide anni addietro la
luce sul palcoscenico del teatro antico di Taormina nella
osannata interpretazione di Lydia Alfonsi, che per l'occasione raccolse clamorosi consensi impersonando l'eroina protagonista con la classe e la maestria di una Attrice di altissimo livello professionale.
II 51° ciclo di Rappresentazioni classiche al Teatro greco di
Siracusa va agli atti. Tra luci ed ombre, stando ai commenti
del pubblico che sfociava dopo gli spettacoli.
La dirigenza del Dramma Antico ha consentito che le opere
in cartellone subissero degli "adattamenti"registici, all'insegna della innovazione e dello sperimentalismo.
Ma c'è da chiedersi se sia giustificabile innovare e sperimentare realizzazioni di opere immortali che hanno sfidato i
secoli così come gli Autori le hanno create, e che nella loro
forma originale arrivano ancora al cuore degli spettatori
senza avere bisogno di estranee manipolazioni.
Tuttavia vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e non
vale più nemmeno dimandare.
A lato: Lydia Alfonsi in “Medea” di Seneca al Teatro antico
La vita non è acquistare e
avere, ma dare e essere.
(Kevin Kruse)
7
Domenica 28 giugno 2015
Garozzo, un fallimento totale
Nel biennio 2013-2015 spicca l’assenza di iniziativa (la più grave quella
sul nuovo ospedale): non siamo stati né città né provincia né comunità
Il quadro che offre Enrico Caruso qui accanto è sorretto da dati inoppugnabili rispetto ai quali si può solo riflettere per pensare a politiche adeguate alla voragine economica ed occupazionale nella quale siamo
coscientemente precipitati. A Siracusa c'è
qualcuno che lo fa seriamente? C'è una
“testa” che riflette ed interviene? Si chiami
Foti, Garozzo, Lo Bello, i deputati regionali
e nazionali della nostra provincia, il Prefetto, Crocetta etc? O siamo – come temo una barca alla deriva senza motore, senza
timone e senza timonieri? Chi si agita sono
soltanto quei pochi mascalzoni di sempre,
come i topi nelle carcasse abbandonate?
Caro Enrico lo sconforto è totale. Forse mai
in questa città e provincia si è toccato uno
sfacelo più totale.
Molti “politici” di un tempo anche recente
hanno tagliato letteralmente i ponti come se
le vicende di questa realtà non li riguardassero. Dei politici in servizio colpisce la irrilevanza, del resto parlano sempre meno,
anche loro si sono stancati ad ascoltarsi.
Alcuni hanno da tempo “cambiato” provincia: Ivan Lo Bello stipendiato da un decennio dalla Camera di Commercio locale
“vive ed opera” a Catania, nella corte di
Enzo Bianco, Siracusa per lui è uno sbiadito ricordo che gli consente di stare nella
gestione dell'aeroporto catanese al servizio
di Enzo Bianco ed incassare uno stipendio.
Un tempo la politica (e la città) avrebbero
reagito con forza. Ma oggi non siamo più
“città” e “provincia” di Siracusa. Non siamo neanche un aggregato di interessi, o meglio, lo siamo molto meno di ieri,”gli interessi” rimasti in campo sono quelli dei
“topi”, piccolo malaffare e basta.
Non so se in questo quadro desolante è meglio augurarsi la vittoria dei 5 Stelle come è
avvenuto a Ragusa, Augusta, Gela, Messina.
I 5 Stelle sono per me una prospettiva politica inconcepibile ma...come si può cacciare
dalla città tutta la melma che si è consolidata in questi anni? Come si può ricominciare
a sperare in un futuro migliore e non vedersi davanti i soliti furfanti di sempre?
Salvo Benanti
In due anni 10mila disoccupati in più
Sono passati due anni, da Giugno
2013 a Giugno 2015, dalla vittoria
elettorale per la poltrona di Sindaco
di Siracusa di Giancarlo Garozzo
nei confronti di Ezechia Paolo Reale e potremmo ritenerlo un tempo
adeguato per fare un bilancio dell‟attività dell‟attuale Amministrazione
Comunale. Sono tre i parametri che
scelgo di prendere in considerazione
e cioè, la politica locale, il lavoro, le
nuove opere. Nel corso dei trascorsi
730 giorni è possibile dire che nulla
è cambiato. Il Partito Democratico,
vincitore delle elezioni comunali,
era spaccato in due allora e diviso
nello stesso modo è adesso. L‟unica
variabile di un certo rilievo è che
scompaiono dalla scena politica due
personaggi conosciutissimi e diversamente influenti in città: Pippo
Gianni, per le note vicende regionali
che l‟hanno visto soccombere nei
confronti di Gennuso e l‟avvocato Ettore Di Giovanni scomparso
dopo breve malattia. Ci sono anche tanti altri scomparsi e molti di
loro, in attività o no, è inutile citarli perché hanno scelto semplicemente di stare nascosti e farsi i fattacci propri. Foti manovrava nel
2013 a favore di Garozzo e altrettanto fa adesso, diciamo che il passo
avanti a conferma di questa collaborazione è costituito da Giovanni
Cafeo diventato Capo Gabinetto del Sindaco, pontiere tra Siracusa e
Palermo, con l‟unico difetto di non riuscire a vincere gli scontri a due.
Potrei scrivere che non si muove foglia senza che Foti lo sappia, ma
sarebbe solo un‟ovvietà. Altri significativi atti politici non se ne possono registrare. Tutti coloro che erano stati protagonisti fino al 2013,
sono stati sommersi dal silenzio o dall‟indifferenza. La questione
Gettonopoli è ovviamente, un accadimento importante ma, a mio parere, essa traguarderà il biennio in questione, se non l‟intera legislatura, e vista la mancanza di dimissioni o altri atti di rilevante significato
politico nel rapporto cittadino/eletto, la resa dei conti sarà rimandata
alla prossima tornata elettorale. La considerazione ovvia da fare è che
per i cittadini elettori a oggi, tra Giunta, Consiglio Comunale e apparati partitici locale, c'è poca o nessuna differenza e se il risultato delle
recenti elezioni amministrative di Augusta hanno un qualche signifi-
Riceviamo e pubblichiamo:
Il Parco Archeologico della Neapolis, con le latomie del Paradiso, la Grotta dei Cordari e l‟Orecchio di Dionisio, rappresenta una delle meraviglie della città di Siracusa. Un museo a cielo aperto, che testimonia gli eventi storici di cui la
città è stata protagonista. Un sito archeologico che affascina
turisti provenienti da tutto il mondo.
Nel periodo di massima affluenza turistica (quello che, per
intenderci, coincide con il consueto ciclo di rappresentazioni
classiche), l‟Assessorato Regionale ai Beni Culturali ed il
Comune di Siracusa hanno organizzato all‟interno delle latomie del Paradiso un evento in “collaborazione” con la
ERG S.p.A.. L‟iniziativa è consistita nel dotare per una settimana il sito di un impianto di illuminazione, consentendone così la fruizione pubblica durante le ore serali.
È inutile dire che il risultato è stato certamente di forte impatto, riscuotendo grande favore tra i partecipanti all‟evento
(cittadini e turisti). Vista in questa prospettiva, l’iniziativa è
stata senza dubbio un successo.
Tuttavia, poiché le conclusioni che ognuno di noi
trae sono frutto anche di
come i fatti vengono narrati, ci sembra doveroso
portare all‟attenzione della
cittadinanza un elemento
di primaria rilevanza ai
fini della comprensione
del fenomeno.
La scorsa settimana la
ERG S.p.A. ha organizzato una cena privata (fonti
non confermate sostengono che fosse presente anche il Sindaco Garozzo), all‟interno delle latomie del Paradiso, che, ovviamente, dovevano essere illuminate.
Messa in questi termini, alcune domande sorgono spontanee:
non era presente neanche un giornalista a questa cena?
perché mantenere un cotanto riserbo su quest‟evento
“gastronomico”?
l‟illuminazione delle latomie del paradiso è stata realizzata
per consentirne la fruizione pubblica durante le ore serali o
per permettere agli invitati della ERG S.p.A. di godersi la
cena privata che quest‟ultima aveva organizzato?
cato, per Siracusa è facile ipotizzare che ne vedremo delle belle e
per il PD, l‟aria che tira non è delle migliori. Il secondo parametro di
riferimento e il lavoro e qui bisogna semplicemente dire che ISTAT
riporta questi dati: Anno 2013 tasso medio di disoccupazione
21,7%; quello del 2014 è del 25,3%. Il tendenziale 2015 potrebbe
salire a oltre il 26%, cioè in due anni ci sono 4,5 percentuali in più
che corrispondono a circa ulteriori nuovi 8-10.000 disoccupati. Certo, la colpa non è addebitabile per intero all‟Amministrazione Comunale, ma chi ha scelto di governare una città come Siracusa ne è
comunque responsabile ma, al di là del giudizio politico, è possibile
registrare che nessuna iniziativa promossa dal Comune, ha prodotto
efficace nuova occupazione. Il quadro complessivo del biennio 2013
-2015 sull‟occupazione è comunque il più drammatico, in termini
numerici, di quelli registrati negli ultimi 30anni. Da quello che è
possibile leggere di provenienza Comunale, nessuno sembra volersi
occupare del lavoro che non c‟è, in primis il Sindaco e la Giunta.
L’ultimo parametro, che in qualche modo potrebbe essere letto
come la summa dei primi due è quello delle nuove opere, intendendo per tali anche le semplici manutenzioni che notoriamente
non si fanno, vedi per l’appunto, nessuna strada principale
asfaltata, città sporca, servizi di assistenza ridotti al minimo e
palesemente assenti. I punti nodali sono però la rivisitazione del
PRG in perenne discussione, il viadotto Targia (non sembra ma, sono passati due anni dalla transennatura), il completamento del Porto
Grande e tante altre opere facenti parte di un lungo elenco che fa
riferimento a completamento di opere pubbliche di competenza locale come ad esempio il Teatro Comunale, simbolo del nulla che aleggia su Siracusa. L’assenza d’iniziativa più grave rimane quella
che riguarda il Nuovo Ospedale di cui tanto si parla, ma poco si
fa. Per onore di cronaca c’è da ricordare che qualche business è stato
fatto nel, siamo andati a finire nel privato. A chi “Spera” che nei
prossimi anni potrà assistere a cambiamenti importanti nella vita
delle Città, a chi pensa a possibili nuove elezioni, a tutti quelli che
sognano nuova prospettiva di grande bellezza siracusana, la realtà
dei numeri ISTAT dicono che siamo in caduta libera (tutte le classifiche, di qualsiasi tipo, ci mettono al ribasso) e siccome siamo pessimi uomini di fede, ci affidiamo al grande murales Lucia di Mazzarrona che, ammirandolo, ci farà pensare al grande Antonio Albanese
nelle vesti di politico: male che vada “…c‟è pilu pi tutti…”. biennio,
tipo l‟assegnazione alla società siracusana/spagnola per la gestione
dell‟acqua comunale che, a dispetto degli slogan PD in campagna
elettorale per una gestione pubblica dell‟acqua.
Enrico Caruso
Cena dei Vip:
L’Erg ostenta,
anche nel 2015
nell‟ipotesi in cui l‟illuminazione delle latomie del paradiso
sia stata realizzata per consentirne la fruizione pubblica durante le ore serali, il Comune di Siracusa ha fatto ricorso
alla procedura ad evidenza pubblica per l‟individuazione
dello “sponsor” così come previsto dalla normativa in materia?
nell‟ipotesi in cui l‟illuminazione delle
latomie del paradiso sia stata realizzata
per permettere agli invitati della ERG
S.p.A. di godersi la cena privata che quest‟ultima aveva organizzato, potrebbe il
Comune di Siracusa e la Sovraintendenza ai Beni Culturali informare la cittadinanza con quali criteri e contropartite
viene consentito ai privati l‟uso esclusivo, sebbene temporaneo, di luoghi pubblici e siti archeologici (ricordiamo Piazza Duomo alla Ferrari ed il Teatro Comunale a Dolce e Gabbana)?
La corretta e oculata gestione del patrimonio pubblico impone il rispetto di regole ferree e, soprattutto, la massima trasparenza, in quanto tutti i cittadini hanno diritto di conoscere nel dettaglio le scelte dell‟Amministrazione e le ragioni
di esse. Non essendo contrari all'utilizzo del nostro patrimonio artistico e culturale, vorremmo invitare ad alcune
riflessioni. Tra il rimanere inerti e l‟organizzare eventi con
le modalità utilizzate nel caso in discussione, esiste una terza via: orientare l‟azione amministrativa in modo che sia,
oltre che strumentale alla realizzazione dell‟interesse pubblico, anche legittima. Perseguimento dell‟interesse pubblico e legittimità dell‟azione amministrativa non sono condizioni alternative dell‟agire amministrativo, né tanto meno
concetti vacui a cui il Movimento 5 Stelle si appiglia per
“disturbare” gli organi politici degli enti territoriali, bensì
sono garanzie irrinunciabili, che impediscono che della
“cosa pubblica” si faccia scempio ed abuso. Speriamo che
almeno questa volta l‟Amministrazione Comunale voglia
fornire alla cittadinanza gli opportuni chiarimenti.
Stefano Zito, portavoce M5S all'ARS
I MeetUp del MoVimento 5 Stelle
(Gregorio Valvo) Ci risiamo, ormai è una ricorrenza classica che richiama l’attenzione e le critiche di quanti vorrebbero un mondo dove tutti hanno stessi diritti e stessi doveri.
A pensarci bene però, questa aspettativa soddisfa solamente
coloro che vogliono guardare un mondo in 2 D, senza le
emozioni che possono fornire le cose “proibite”, come un
cena di gala apparecchiata in un posto dove le persone
normali non potrebbero consumare neanche un panino. E’
accaduto ancora una volta che il mondo VIP siracusano,
chiamato a raccolta dalla potente Erg a guida Garrone, sia
riuscito a cenare nelle Latomie del Paradiso per gentile
concessione della Soprintendenza ai BB.CC. e la compiacenza dell’Amministrazione comunale di Siracusa. Noi siamo tra coloro che non si scandalizzano se al mondo esistono le persone tipo “no tu no” e quelle che non hanno
neanche bisogno di chiedere mai. Critichiamo sì, ma non ci
scandalizziamo se i potenti possono pranzare dove vogliono accanto alla propria Ferrari. Ci scandalizziamo solamente se i potenti possono fare le cose che fanno senza
neanche pagare, contrariamente alle regole del gioco della
vita. Il fatto che a Siracusa gli amici di Montezemolo non
abbiano pagato ( l’anno scorso) per avere affittato piazza
Duomo per cenarci è l’unica cosa che abbiamo contestato
in quella occasione. A nessuno dovrebbe essere concesso
regalare nulla di ciò che appartiene alla collettività, anche
se in loco la regola non vale. Se ci è permesso supporre
qualcosa in merito alla cena VIP offerta dalla Erg, la Soprintendenza non avrebbe potuto concedere la location delle Latomie senza far pagare nulla. L’intuito ci suggerisce
(ma potremmo sbagliare) che il dottor Garrone, grande petroliere, non è tipo che approfitta di queste piccole cenando
a …scrocco. Speriamo che qualcuno chiarirà sulla vicenda oggi sollevata dal Movimento 5 Stelle di Siracusa.
8
Domenica 28 giugno 2015
Imbalsamati, lamentosi e tristi
Parla Toi Bianca: Abbiamo perso troppe persone speciali. I giornalisti?
Noi non eravamo migliori, eravamo solo più bravi. La biografia di Foti
Toi Bianca, cominciamo a perdere troppi amici (Gilistro,
Di Giovanni, Cartia etc). Segno di vecchiaia?
Decisamente si. Io sento molto il peso di queste assenze. Il
mio ultimo romanzo, Rhapsody, l'ho dedicato a due persone
molto diverse e che mi mancano molto: Nino Consiglio e
Dino Cartia. C'e' stato un momento in cui la mia rubrica su
questo giornale era diventata quasi una di quelle colonne che
sui quotidiani inglesi si chiamano
"Obituary", una raccolta di dolorosi ricordi di amici scomparsi. Si,
Salvo, abbiamo perso molte persone speciali, le abbiamo perse troppo presto. Potevano dare ancora
molto, moltissimo. Siracusa senza
di loro e' piu' povera. Noi certamente piu' tristi.
Garozzo mi somiglia al conte
Mascetti, ci sta ammazzando a
supercazzole. C’è il default e lui
fa il murales, ci sono i disoccupati e lui fa il rifugio per cani, c’è
l’inquinamento e lui fa l’unione
dei diritti civili..
So che Garozzo non ti piace, io
non lo conosco e da lontano, per
me che ero abituato a giudicare "da
vicino", e' difficile farsi un'opinione. La mia impressione e' che Siracusa sia una citta' agonizzante, che
manchi la consapevolezza della
drammaticita' dei problemi, ma anche il coraggio di giocare
la grande partita che la nostra citta' potrebbe giocare con le
straordinarie risorse che ha. Fare i murales o occuparsi delle
unioni civili (che a mio avviso è opera meritoria) non è una
colpa. Certo poi i murales possono piacere o no e si può essere o meno a favore della regolamentazione delle convivenze. Ma non è che se uno promuove i murales non può occuparsi anche della disoccupazione o dell‟inquinamento…
E comunque non mi va di fare il difensore d‟ufficio di Garozzo, forse se stessi a Siracusa ne parlerei malissimo.
Le polemiche, gli scontri in città non sono più quelli di
una volta, anche perché almeno uno dei due interlocutori
Quando un giornale chiude per
ferie, a chi lo
scrive lascia
qualche dubbio
su cosa non potrà registrare
d‟importante a
causa dell‟inattività dei redattori
inviati in ferie
forzate. Nel nostro caso viene
spontaneo chiederci cosa ci perderemo non essendo in edicola
a luglio e agosto? Anzi, cosa
si perderanno i lettori? Non ci resta che puntare sulla sola cosa più improbabile restando
seduti a pochi passi dal mare sotto un ombrellone: la speranza che il mondo smetta di girare, fermandosi, in attesa che le ferie finiscano
rimettendo le cose a posto, riportando nella
normalità anche la voglia di informare ed essere informati. In attesa di aprire l‟ombrellone,
quindi, non ci resta che scrivere delle cose
che potrebbero non accadere mentre ci assenteremo dalle edicole cittadine. Non è facile
che accada l‟evento più atteso nel mondo politico siracusano, ossia, che nel PD si giunga
alla stipula della tregua che sta facendo lavorare non pochi addetti ai lavori fin dall‟inizio
della stagione invernale. La distrazione di
massa che impone l‟estate non gioverà certamente a fare rinsavire dai personalismi tanti
dirigenti politici del partito unico della sinistra, che concedono ai propri interessi di passare avanti a quelli che spettano alla pluralità
che li circonda. L‟ultima scena che riusciamo
a fotografare, il giorno prima delle ferie, è la
battaglia di rione che vede appesa la ricercata
pacificazione di un intero partito, alla pretesa
di poter gestire la segreteria cittadina del PD
da un proprio nominato. Da giorni circolano i
nomi contrapposti di Salvo Baio ( che si tira
fuori affermando di non essere candidato
alla segreteria ) indicato dai renziani di Foti e
Riccardo Gionfriddo, fortemente voluto
dall‟area Dem di Sofia Amoddio. Secondo
non capisce un cazzo. Nicita mi consigliava sempre di
litigare con chi capiva che stavo litigando. Anche Foti
non è più quello di una volta. Ha perso la burrula, è
incattivito. Ezechia Paolo Reale ha capito tutto o non
ha capito niente?
Io non sono fra quelli che dicono che i politici di una volta
erano molto meglio, anche perché ne scrivevo abbastanza
male a suo tempo. Però credo anche io che
la qualità media della classe politica si sia
abbassata. Forse i meccanismi di selezione
sono meno duri, e riescono ad emergere anche mediocri. Nicita è stato probabilmente
la testa di maggior qualità della DC del dopoguerra, anche se di quella Dc ha portato
sulle spalle anche tutte le colpe e le responsabilità, basti pensare al disastro urbanistico
di Siracusa. Foti non lo sento da tanto tempo. Non ho capito fino in fondo il suo rapporto con Garozzo (anche in questo caso mi
mancano le notizie “dirette”) però continuo
a pensare che sia lui, Foti, il personaggio
“da romanzo” di quella generazione. Una
volta gli proposi di fare una intervistabiografia. La proposta è sempre valida. Paolo Reale lo conosco da tanti anni, mi sembra
uno su cui Siracusa può puntare per il futuro, uno dei pochi.
Ma la nostra Stefania dove colla?
Stefania fa il deputato di opposizione e mi
pare stia benissimo. Dopo le ultime regionali comincio a credere che il centrodestra forse non è morto
come sembrava. La Prestigiacomo non so che farà da
grande. Non ne abbiamo mai parlato ma pensavo ad un
certo punto che avrebbe abbandonato la politica dopo più
di vent‟anni in parlamento. Oggi non ne sono così sicuro.
In ogni caso non credo di essere poter essere obiettivo parlando di Stefania. Ho lavorato con lei 8 anni gomito a gomito. Per me è una grande amica, passionale e generosissima.
Vinciullo vuole fare il sindaco e Sorbello vuole entrare
nel Pd. Ti turbano?
Ho il massimo rispetto sia per Vinciullo che per Sorbello,
ma il giorno che dovessi provare turbamento per le loro ambizioni o scelte politiche comincerei a preoccuparmi seriamente del mio stato mentale.
La nuova generazione di giornalisti è prona, anche chi
ha un buon talento “s’ammacchia” con lodi e lecchinaggi
immotivati
Io credo che il nostro mestiere sia morto o comunque moribondo. Le nuove tecnologie hanno reso tutti giornalisti, tutti
commentatori, tutti analisti politici. La professionalità s‟è
persa per ragioni tecnologiche ed economiche. I nostri coetanei, cioè quelli che teoricamente dovrebbero insegnare il
mestiere ai giovani costano troppo e sono quasi tutti in pensione o stanno per andarci. Le redazioni, quando esistono
sono piene di ragazzi pagati malissimo, senza prospettive e
senza maestri. E questo vale per Siracusa come qui a Roma.
Resta una notte in cui tutti i gatti sono neri, in cui il vaffanculo parte frequente e ilare, in cui la maggior parte di giornalisti o sedicenti tali parla di cose e di persone che non conosce. Noi non eravamo migliori di quelli di adesso. Ma
avevano una scuola alle spalle, eravamo il risultato di una
dura selezione professionale. Non tutti arrivavano a scrivere
sui giornali, non tutti quelli che scrivevano sui giornali facevano opinione. No, non eravamo migliori, eravamo solo più
bravi.
Per l’estate torni in villa a Siracusa? Come quelli importanti, lancia un messaggio alla città
Scritto così sembra che sono Luca Cordero di Montezemolo
e non uno che ha il mutuo e che deve fare i salti mortali per
pagare la retta dell‟università del figlio. Però, “burrula” a
parte, torno a Siracusa perché appartengo a questa città anche se la vivo con disagio. E‟ brutta e povera, pur essendo di
commovente bellezza ed avendo straordinarie potenzialità
anche economiche. Siracusa avrebbe bisogno di sparigliare,
di riscoprire la sua grandezza, di rischiare, dovrebbe avere il
coraggio della follia. La vedo invece arrotolata in se stessa,
in microscazzi quotidiani, imbalsamata, lamentosa e triste.
E‟ come si autocondannasse alla mediocrità di una interminabile agonia. E chi prova a proporre qualcosa di nuovo, di
diverso, di audace viene immediatamente allontanato, dissuaso, criminalizzato. Forse sono troppo pessimista. Spero
d‟esserlo. Ma sono contento che i miei figli abbiano l‟opportunità di cercare un futuro altrove. Dove il futuro c‟è.
Gl’inghippi Vermexio
non finiscono mai..
autorevole fonte il sindaco Giancarlo Garozzo avrebbe raggiunto l’intesa di
“riconsiderare” la proposta sul nome avanzato dai Dem sostituendo il Gionfriddo con
un più gradito ai quarantenni renziani che
occupano la sede del Vermexio, che considerano “Matusalemme” chiunque abbia superato 50 anni. Sotto il profilo amministrativo, è da pazzi pensare che nel Comune capoluogo si possa approvare il bilancio preventivo durante l‟estate, la giunta ci lavora
ma nessuno pare abbia ancora una visione
definitiva da presentare al Consiglio comunale per l‟approvazione definitiva. Parlare
di bilancio preventivo a Siracusa, da qualche
anno, non ha senso poiché si procede nella
gestione dell‟ente per dodicesimi fino
all‟ultimo mese dell‟anno. Il paradosso non
finisce con il bilancio preventivo di fatto
divenuto simile al consuntivo. Quel bilancio
che dovrebbe fornire l‟idea completa sugli
aggiustamenti realizzati in via definitiva
dello strumento economico dell‟ente. Il consigliere Salvo Sorbello, la scorsa settimana,
ha denunciato una singolare vicenda venuta
fuori a motivo di una sua interrogazione
che faceva notare come non era stata rispettata la scadenza di legge del 30 aprile per
l‟approvazione del bilancio consuntivo che
una delibera di Giunta dava per approvata
proprio il giorno della scadenza di legge.
Quella delibera attribuita a soli 5 assessori
presenti ( Francesco Italia, Liddo Schiavo,
Gianluca Scrofani, Valeria Troia, Rosalba Scorpo) però non sarebbe risultata valida, perché nonostante la firma del ragionie-
www.ifattidelladomenica.it
re generale Giorgio Gianì e della regolarità tecnica espressa dalla ragioniera Lucia
Messina, lo schema di rendiconto risultava
non regolare perché “carente di alcuni documenti necessari per il completo esame
della proposta stessa e per l‟elaborazione
del parere di competenza da sottoporre al
consiglio Comunale”. A scriverlo sono
stati i tre nuovi revisori dei conti, il successivo 6 giugno, che hanno invitato i responsabili e i dirigenti di settore “ a completare le proprie dichiarazioni di insussistenza debiti fuori bilancio avendo cura di
fornire dettagliata relazione con la massima
urgenza tenendo conto che i termini sono
ampiamente decorsi”. Come dire che la
risposta all‟interrogazione del Sorbello non
potrà essere fornita in modo regolare perché la Giunta aveva frettolosamente approvato il consuntivo senza le obbligatorie attestazioni dei funzionari responsabili. Un
inghippo? Molto di più, giacché le attestazioni necessarie difficilmente chi di dovere
potrà fornirle complete di firma. Il solito
Diabolicus Sorbello avrebbe colpito ancora
una volta inguaiando improvvisati mestieranti della cosa pubblica che agiscono con
la faciloneria dei tempi andati. Considerata
la scadenza degli atti, superata di quasi due
mesi, dovrebbe essere competenza di un
commissario ad acta risolvere la vicenda e
fare chiarezza sulle “ mancate attestazioni”.
A proposito di commissario ad acta, saranno in tanti ad attendere l‟esito dell‟udienza
che si terrà presso il CGA il prossimo 23
luglio sul caso del risarcimento dovuto
dal Comune alla società Opel Land srl. Cosa assai probabile la sentenza definitiva
per il quantum e la nomina del commissario per eseguire l‟ottemperanza della sentenza sarà rimandata al rientro dalle ferie
dei magistrati. Insomma, arriveremo quasi
sicuramente alla fine di settembre per sapere
come finirà questo infinito contenzioso che
rischia di mandare in dissesto il Comune che
non riesce a trovare i 20 milioni da risarcire.
Infatti, per discutere dello stesso argomento,
anche la Cassazione chiamata in causa
dall‟avvocato del Comune, Nicolò D’Alessandro ( che ha ravvisato difetti di giurisdizione nella causa), ha fissato udienza per il
22 di settembre. In un modo o in un altro a
settembre si potrà scrivere la parola "fine" alla
triste vicenda, dal 2009 in mano ai massimi
giudici amministrativi. Non siamo in grado di
sapere se la pausa estiva della giustizia fermerà anche quel settore penale dedicato alle inchieste aperte sul Palazzo municipale. Le indagini sulla “gettonopoli siracusana” sarà
rinviata certamente di alcuni mesi anche perché il commissario regionale Francesco Riela, che indaga da marzo per conto dell’assessore agli enti locali, ha già chiesto un‟altra lunga proroga di sessanta giorni, poi si vedrà. Sembra non facile che un funzionario regionale riesca a raccapezzarsi nella selva delle regole che la Regione impone ai politici dei
comuni siciliani. Per qualcuno, sarebbe stato
meglio affidare le indagini a un funzionario
della Regione Lombardia, magari leghista,
che sarebbe risalito con più celerità al come
funziona la “gettonopoli” creata dalla legge
n° 30 votata dall‟Ars nel 2000. E tutte le altre
inchieste penali che assediano l‟amministrazione di piazza Duomo entreranno anch‟esse
nel congelatore feriale? Forse che sì, forse
che no! Gli indagati pensano che se qualcosa
dovesse accadere ineluttabilmente, meglio
sarebbe accadesse in piena estate, magari in
agosto quando pochi leggono i giornali o
guardano la televisione. Quasi a sostenere che
un provvedimento giudiziario adottato ad agosto vale la metà di uno uguale però adottato
a ottobre, un principio discutibile che però,
pragmaticamente, ha una certa valenza, per
non dire che non fa una grinza. Fatevi
(facciamoci) queste ferie poi si vedrà. Chi
scrive deve confessare che continuerà a sudare sette camice al giorno on line per dare parola al quotidiano lanota7. Sia chiaro che non
saremo solo noi a continuare a scrivere anche
da sotto l‟ombrellone…virtuale.