Lean Management

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Lean Management
SCENARI
focus
DI Valentina Guzzardo
Lean managem
LUCAPRINT GROUP, CON SEDE A PIANEZZE SAN LORENZO (VI), DAL 1953 È CRESCIUTO
ATTRAVERSO ACQUISIZIONI NEL SETTORE GRAFICO CARTOTECNICO, DI CUI OGGI È UNO DEI
PROTAGONISTI GRAZIE ALLA FILOSOFIA GIAPPONESE DEL JUST IN TIME
C
entoventi addetti,
diciottomila tonnellate
di cartone trasformato,
cinque certificazioni di qualità,
duecentocinquanta clienti: questi
i numeri che fanno di Lucaprint
Group una delle prime dieci
cartotecniche italiane. L’attuale
assetto si deve all’aquisizione,
nel tempo, di quattro aziende del
settore: Veneta Print e Ives Grafica
nel Veneto, Savio Print e Grafiche
Geap nel Friuli. Dal processo
di riorganizzazione societaria e
fusione sono nate due società:
Lucaprint a Vicenza e Sa.Ge.Print
a Pordenone. Il Gruppo, presente
quindi attualmente con tre realtà
produttive in Veneto e Friuli, opera in
Italia e all’estero, prevalentemente
in Francia, Inghilterra ed Europa
dell’est, in particolare nei settori
food&beverage, industriale, ottico,
parafarmaceutico e cosmetico. È
formato da tre divisioni commerciali
e un’agenzia web, integrate nella
filiera dell’immagine aziendale dal
progetto, al packaging, alla stampa,
all’immagine web e multimediale.
Lucaprint è specializzata nella
lavorazione del cartoncino teso e del
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cartoncino accoppiato e nei grandi
formati ed è in grado di fornire
un’offerta completa e integrata. A
sostenere un sistema tanto evoluto
è un approccio di management
derivato da Shigeo Shingo, coautore
della filosofia giapponese del Just
In Time. Ce ne parla Alberto Luca,
Presidente e Amministratore
Delegato di Lucaprint Group.
Il vostro modello logistico e
produttivo si basa sull’approccio
della lean manufacturing
(produzione snella), nato in
Toyota e che lei ha studiato
direttamente in Giappone.
In cosa consiste, da quando
lo applicate, che tipo di
miglioramenti ha portato?
“La lean production è un sistema
di management che focalizza tutte
le risorse disponibili sulle proprie
attività a beneficio del cliente, con
una grande attenzione quindi alla
ricerca di riduzione degli sprechi
e al miglioramento continuo. Una
filosofia e un insieme di vere e
proprie tecniche gestionali che
da più di cinque anni abbiamo
implementato e sta dando risultati
importanti: aumento delle flessibilità
del 20%, riduzione del capitale
investito in scorte del 40%, aumento
dell’efficienza del 25% sono alcuni
dei dati e parlano da soli”.
Il vostro Gruppo è cresciuto
prevalentemente attraverso
acquisizioni, riorganizzazioni
societarie, fusioni. Ne prevedete
di nuove? Con che genere di
realtà produttive e in che logica?
“In un mercato come quello italiano,
ormai maturo, abbiamo deciso di
crescere per linee esterne, il nostro
Gruppo è sempre attento a valutare
nuove opportunità di business.
Dall’acquisizione di Ives Grafica
fino alla più recente Co-ver Processi
industriali, la storia ci ha insegnato
che unire esperienze e realtà
diverse è una scelta giusta. Co-ver,
nella fattispecie, era un’azienda
specializzata nella produzione di
astucci con seghetto per pellicole
di alluminio, carta forno e film
estensibile ad uso alimentare:
l’acquisizione di questa realtà ci
ha inseriti in un settore forte e ha
dato un’importante spinta all’export.
L’obiettivo delle acquisizioni, dunque,
focus
ment
ALBERTO LUCA, PRESIDENTE E
AMMINISTRATORE DELEGATO LUCAPRINT
GROUP. IN APERTURA LA SEDE DI LUCAPRINT
è proprio la penetrazione di nuovi
mercati”.
Esiste a suo parere un processo
di trasformazione significativo
in atto nel mondo grafico e
cartotecnico oppure prevale lo
stallo?
“È evidente che il processo di
trasformazione in atto nel mercato
globale - fortemente influenzato
dalla diffusione di internet e
dell’avvento dei tablet e dell’editoria
digitale - coinvolge anche il mondo
grafico e cartotecnico, condizionato
dalla nascita dei nuovi modelli
distributivi, da una forte pressione
competitiva e da un nuovo
atteggiamento dell’opinione pubblica
nei confronti delle tematiche della
sostenibilità ambientale. Non tutte
le imprese hanno saputo cogliere
questi cambiamenti in atto e nei
prossimi anni le aziende grafiche
e cartotecniche che non sapranno
rinnovarsi saranno destinate
inevitabilmente ad un veloce
declino”.
Formazione, tecnologia,
packaging ecologico. Quanto
investite in ciascuno di questi
comparti e con che vision?
“Sono elementi fondamentali per
essere un’azienda di successo.
In linea con la filosofia lean siamo
molto sensibili alla preparazione
del personale e alla creazione di un
team di risorse esperte e motivate:
investiamo quasi l’1% dei ricavi in
formazione, erogata a tutti i livelli.
La forte evoluzione tecnologica del
settore ha portato la nostra
azienda ad aggiornare
i siti produttivi in
tempi brevi: negli
ultimi cinque anni,
infatti, abbiamo
completamente
rinnovato i nostri
impianti. All’offerta
del prodotto il nostro
gruppo affianca
un servizio di
consulenza tecnica
ed ambientale
per co-progettare
degli astucci a
basso impatto
ambientale e
ricercare materiali e
soluzioni sempre
più innovative.
Lucaprint su questo
ha investito da diversi
anni: la certificazione
ambientale UNI EN
ISO 14001 si affianca
all’ultima ottenuta
(FSC), che identifica i
prodotti contenenti legno
proveniente da foreste gestite in
maniera corretta e responsabile”.
Packaging in cartoncino: quali le
tendenze attuali?
“Dal punto di vista comunicativo il
packaging, in particolare quello in
cartoncino, trasmette molto: una
volta acquistato, il prodotto offre
valore aggiunto sia in negozio che
nell’abitazione. Si sta affermando,
quindi, come un vero e proprio mass
media a mio parere. Dal punto di
IL GRUPPO LUCAPRINT SI È CONFIGURATO COME
UN OPERATORE DI GENERAL PACKAGING CON FORTI
INTERESSI NEL SETTORE FOOD. SOPRA POKEMON
L’ESPOSITORE DA TERRA PREMIATO AL CONCORSO DIVA DISPLAY ITALIA VISCOM AWARD 2011 NELLA CATEGORIA
NON DUREVOLE
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vista del processo, come in
altri settori manifatturieri,
la tendenza è quella di
produrre lotti di
dimensioni
ridotte, in
linea con
un basso
capitale
investito in
scorte e un
alto livello di
servizio. In un
futuro nel quale
si dovrà produrre
essenzialmente ciò
che viene richiesto,
le aziende dovranno
affrontare un vero e
proprio processo di
trasformazione”.
Quanto è importante
avere una vocazione anche
internazionale?
“Moltissimo. L’Italia non sta dando
molte soddisfazioni in termini di
crescita e solo un mercato globale
permette di svincolarsi da logiche
prettamente locali o da situazioni
contingenti. Fino a pochi anni fa
la nostra azienda esportava in
maniera del tutto occasionale
fornendo alcuni clienti italiani che
avevano dei siti produttivi in Europa.
Ora la percentuale dell’export
ha raggiunto il 40% e il nostro
obiettivo principale è quello di
aumentarlo considerevolmente di
anno in anno diventando una realtà
internazionale”.
Il vostro Gruppo tende alla
specializzazione dei siti
produttivi per tipologia di
formato: a Pordenone il 70x100,
a Pianezze il grande formato.
Quale la scelta strategica alla
base?
“Lo studio di progettazione interno
di Pianezze supporta i clienti nello
sviluppo delle soluzioni di packaging
mentre a Pordenone vengono curati,
attraverso il reparto prestampa,
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lo studio di cataloghi e progetti
grafici in genere. Per garantire la
massima affidabilità e un livello
di servizio ottimale puntiamo su
fattori che facciano la differenza
con il cliente come la flessibilità, i
tempi di avviamento e la velocità
nel cambio lavoro. Per questi
motivi, oltre a lavorare in un’ottica
di miglioramento dei processi
produttivi, adottiamo macchine di
ultima generazione. Lo stabilimento
di Pordenone, con fustellatrici di
formato piccolo 70x100 cm, produce
anche quantitativi più bassi e l’intero
processo è ottimizzato su macchine
adatte a prodotti con finiture di alta
qualità. Lo stabilimento di Pianezze
è sviluppato per realizzare grandi
formati e volumi importanti: qui,
infatti, produciamo tutti gli espositori
da terra (con cartone accoppiato) e i
packaging dei clienti che richiedono
grandi quantitativi. Questo implica
macchinari più veloci, più voluminosi
e una capacità produttiva in grado di
soddisfare la domanda”.
PERSONALIZZAZIONE, VERSATILITÀ ED
ECO-SOSTENIBILITÀ RENDONO VINCENTI
LE SOLUZIONI POP DI LUCAPRINT,
CARATTERIZZATE ANCHE DA QUALITÀ È
FACILITÀ DEL MONTAGGIO
Espositori, cartelli vetrina e
grandi formati: quale il vostro
polso del mercato per ciascuna
categoria e i bisogni espressi dai
clienti?
“L’inserimento nel mercato degli
espositori e materiale per la
comunicazione del punto vendita
aveva principalmente l’obiettivo di
ampliare l’offerta con prodotti che
avessero un margine elevato. Ora
l’idea è quella di offrire un prodotto
qualitativamente elevato e con una
serie di servizi aggiuntivi. Infatti,
sulla base di un doppio bisogno
del cliente (ottenere un prodotto
innovativo e da ‘toccare con mano’),
è stato istituito un nuovo reparto
Ricerca e Sviluppo che realizza oltre
ottocento prototipi all’anno prima
dell’industrializzazione”.
Il vostro espositore da terra
Pokemon è stato premiato con
la seguente motivazione: ‘Colori
neutri lo hanno reso un ottimo
strumento di lancio. Espone
tutta la gamma dei prodotti
ed è facilmente ricaricabile”.
In generale, quali sono le tre
caratteristiche chiave che un
espositore deve avere per
imporsi sul mercato?
“Innanzitutto, il valore aggiunto che
un’azienda come la nostra può
fornire per la realizzazione di un
espositore è la personalizzazione
estrema del prodotto. Con
l’aiuto di modelli 3D e di una
rapida prototipazione si valutano
forme, dimensioni e costi per
un’ottimizzazione di efficienza
nei processi. Dobbiamo
contemporaneamente sottostare
alle esigenze della Supply Chain
e far arrivare al retail un prodotto
finale in linea con le esigenze
del cliente. Siamo molto attenti,
inoltre, alla facilità del montaggio e
dell’esposizione nel punto vendita:
il produttore deve avere massima
semplicità nel riempire il display e
contemporaneamente il negoziante
deve montarlo con facilità. Infine,
focus
materiale e al marketing nel punto
vendita. Osserviamo anche che
l’ottima comunicatività del materiale
viene presa in considerazione da
settori che prima lo evitavano,
ritenendolo ‘povero’ e poco
resistente, adatto solo a soluzioni
di comunicazione temporanee.
Ora la situazione è cambiata. Mi
riferisco, ad esempio, al settore
cosmetico, nel quale si cerca di
integrare l’espositore in cartoncino
con finiture durevoli di pregio, come
il metacrilato o il vetro”.
IL REPARTO STAMPA DELL’AZIENDA, SPECIALIZZATA NEI GRANDI
FORMATI. A DESTRA LE MACCHINE PIEGA-INCOLLA COINVOLTE
NELLA LAVORAZIONE DEL CARTONCINO TESO E ACCOPPIATO
un espositore deve essere visibile
e riconoscibile all’interno del punto
vendita con una grafica esterna e
una struttura mirate a stimolare
l’acquisto”.
Quali i materiali e le lavorazioni
predilette per le soluzioni POP?
“Le soluzioni POP hanno avuto
un’evoluzione negli ultimi tempi, in
relazione alla crisi e alle abitudini di
consumo. A mio parere il cartoncino
risponde ad alcuni dei trend che
attualmente caratterizzano il mondo
della comunicazione nel retail.
Non lo dico solo perché parliamo
del materiale su cui si basa il core
business della nostra azienda
ma anche perché è quello che
meglio si è adattato alle necessità
del mercato negli ultimi tempi.
L’avvento della comunicazione
digitale, ad esempio, è un tema
che non ci spaventa e siamo pronti,
già da tempo, ad affrontare la
sfida di integrazione tra il digitale
e il cartone. Personalizzazione,
versatilità ed eco-sostenibilità sono
solo alcune delle caratteristiche che
stanno dando nuova vita a questo
Quanto conta l’approccio green
per la destinazione punto
vendita?
“Il consumatore è cambiato ed è
diventato molto più sensibile alla
tematica della sostenibilità; l’intera
filiera si è quindi adattata. Per noi
questa è un’opportunità: si parla di
eco sostenibilità in tutti i canali e
considero il packaging in cartoncino
come uno dei massimi ‘veicoli’ del
tema green”.
In un ideale nuovo modello di
business che possa essere utile
per rilanciare il settore, quali
componenti sono imprescindibili?
“La managerialità, la
crescita dimensionale,
l’internazionalizzazione sono
sicuramente elementi fondamentali
per il rilancio del settore. Vincente è
riuscire a combinarli con flessibilità,
riduzione del capitale investito in
scorte e dei tempi di evasione
ordine, turnover del personale,
nuove tecnologie e comunicazione.
Penso sia questa la miglior strategia,
anche se a volte è difficile. Ciò
che farà la differenza, infatti, sarà
l’implementazione di nuovi modelli
organizzativi e solamente chi avrà
una strategia consolidata, di respiro
internazionale, di buona gestione e
con un approccio alla comunicazione
sempre attento alle nuove
tecnologie, saprà emergere anche in
Paesi come il nostro, con alti costi di
manodopera”. G
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