lettera di risposta del Sindaco

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lettera di risposta del Sindaco
Risposta alla lettera aperta del 24/3 inviatami dalla Candidata Sindaco di Democrazia Cernuschese Renata Valagussa. Alla candidata sindaco di Democrazia Cernuschese Renata Valagussa, mi dispiace che lei non abbia potuto esser presente alla cerimonia del 17 marzo e che non abbia potuto rendersi conto del clima che l’ha caratterizzata. Bandiere dappertutto come mai si era verificato prima, canto dell’inno nazionale da parte degli alunni di IV e V elementare, applausi da parte del numeroso pubblico, coccarde tricolori e bandierine; insomma un clima non difforme da quello che ha caratterizzato l’Italia intera da nord a sud. Se fosse stata presente forse non avrebbe scritto la lettera che ha scritto o forse l’avrebbe scritta in modo diverso; essa infatti è in netta dissonanza rispetto al comune sentire in una giornata memorabile in cui si è avuta netta la sensazione di un rinascente sentimento patriottico e di orgoglio nazionale. Vorrei ricordarle che il 17 marzo è stato il giorno in cui si è celebrato il 150° anniversario dell’Unità Nazionale e che la stragrande maggioranza degli Italiani ha partecipato in modo convinto a questa celebrazione considerando l’unità nazionale un prezioso valore e chi ha contribuito all’unificazione meritevole di rispetto; e tra le persone meritevoli di rispetto va certamente annoverato il nostro Presidente Napolitano strenuo sostenitore della necessità di celebrare in modo solenne questa importante ricorrenza. Essendo io persona che, alla stregua della maggioranza degli Italiani , ama il proprio Paese, ritengo di avere il diritto di avere le mie convinzioni e di esprimerle anche se sono in dissenso nei confronti del comportamento di quei cittadini (italiani?) che non vogliono l’unità del Paese e che , anzi, agiscono per la sua dissoluzione; e tra l’altro fanno questo assumendo comportamenti provocatori e volgarmente irrispettosi nei confronti della stragrande maggioranza degli Italiani che, attraverso l’imponente adesione alla celebrazione, ha voluto esprimere in modo eloquente il proprio pensiero e il proprio apprezzamento per l’impegno del Presidente Napolitano nel sostenere il significato del 17 marzo attraverso la sua attiva presenza alle cerimonie che hanno avuto luogo in diverse città. E se permette mi è difficile comprendere come Lei, in una giornata di cui avrebbe dovuto cogliere il valore, non si senta di condividere il parere di chi evidenzia l’inconciliabile contrasto tra chi crede nell’Italia e chi, invece, la vuole distruggere non riconoscendosi nei suoi simboli. Certamente ricorderà le espressioni usate nei confronti della bandiera italiana da parte del ministro Bossi e dell’uso irriverente che ad avviso dello stesso si dovrebbe fare. Il mio discorso non è stato un comizio. Lo sarebbe stato se avesse espresso sostegno nei confronti di un partito politico ma questo non è avvenuto. E’ stato invece un discorso ispirato ad un valore in cui credo profondamente – l’unità del nostro Paese – e quindi inevitabilmente in dissenso nei confronti di chi in questo valore non crede assumendo una posizione offensiva nei confronti della maggior parte degli italiani e in aperto contrasto con il significato che il 17 marzo voleva assumere. Per quanto riguarda il corpo degli Alpini la sua difesa d’ufficio nei confronti di una inammissibile affermazione è decisamente sorprendente. Il nostro esercito, in questo momento, è una delle poche istituzioni sane del nostro Paese. Il volere introdurre elementi di differenziazione all’interno del corpo degli Alpini in funzione delle loro origini è una cosa atroce e che la dice lunga sui valori e sulla cultura di chi di certe proposte è autore. Anche in questa sana istituzione si vogliono introdurre elementi di divisione. Gli Alpini sono un corpo che si sente unito, che fa il proprio dovere in modo eccellente e che fa onore al nostro Paese. E poi se si badasse alla provenienza di chi ha sacrificato la propria vita in Afganistan ci si renderebbe conto del contributo di vite umane che è stato fornito proprio dagli Alpini originari da regioni del Sud Italia e che, per questo, meriterebbero l’ incondizionato rispetto da parte di tutti. Per quanto concerne il mio scetticismo circa il fatto che dall’attuale classe politica possa emergere qualcuno dotato della statura morale del nostro presidente della Repubblica e di chi lo ha preceduto in questa alta funzione, vedendo quanto sta avvenendo oggi, la sistematica offesa delle istituzioni, la perdita dei valori fondamentali della democrazia (in quale Paese si è mai visto il mercimonio che caratterizza il rapporto tra chi ci governa e il Parlamento?)‐ come si fa a non essere scettici? E se lei considera esagerato il mio scetticismo perché non prova a fare qualche nome?. Vorrei infine aggiungere che quanto riportato nel mio discorso ‐ che, ribadisco, non è stato un comizio ‐ corrisponde al pensiero dell’eccellente ex Presidente della Repubblica Ciampi . Questi non ha mai nascosto le sue preoccupazioni per le spinte secessionistiche in atto come appare dalle sue parole che ho riportato in modo testuale. D’altra parte queste preoccupazioni sono più che comprensibili in un uomo che ha combattuto nella Resistenza e che è stato sempre strenuo difensore dei valori espressi dalla nostra Costituzione repubblicana, valori che oggi vengono, purtroppo, vistosamente mortificati. Per quanto concerne il suo invito a non pronunciare alcun discorso in occasione del 25 aprile devo respingerlo al mittente sia per ragioni di merito che per il suo tono. Credo proprio che, dato il significato della ricorrenza, come sindaco, ancorché in scadenza, non potrò esimermi dal dovere di intervenire. Comunque tranquilla, non terrò un comizio come d’altra parte non l’ho tenuto in occasione della celebrazione del 150° anniversario dell’unità d’Italia. Ricambio i suoi saluti cordiali. Il Sindaco Sergio Bagnato