gli importatori

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gli importatori
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ENOGEA - II SERIE - N. 33
GLI IMPORTATORI
SECONDA TAPPA: SARZI AMADE'
di Francesco Falcone
Nome
storico nel mercato d'importazione italiano,
la famiglia
Sarzi Amadé
può vantare un listino
Paese.
Senza dimenticare i Bordolesi e tanti altri nomi famosi.
borgognone che non ha eguali nel nostro
La selezione borgognona della famiglia Sarzi Amadè è senza dubbio la più
ricca e prestigiosa che un importatore
italiano possa vantare. Qui brillano
stelle di grandezza assoluta, le cui
poche bottiglie sono spesso vendute esclusivamente su prenotazione:
Domaine Leflaive, Armand Rousseau,
Bernard Dugat-Py, Clos de Tart, Méo
Camuzet, Denis Mortet, Bonneau du
Martray, Domaine Roulot sono nomi
che fanno la gioia di qualsiasi amatore della regione. Con una gamma di
Borgogna di tale livello (più di trenta
aziende e oltre cinquecento etichette
tra cui pescare) ho preferito escludere dalla mia degustazione i vini di
altre zone e denominazioni francesi. Tuttavia, per completezza di informazione, sappiate che Nicola Sarzi
Amadè importa in esclusiva anche i vini
alsaziani dell'arcinoto Zind-Humbrecht,
quelli del bravissimo Alain Brumont di
Chateau Montus (Madiran), i magnifici
Châteauneuf-du-Pape di Château de
Beaucastel e decine di altre aziende
di valore (senza dimenticare la vasta
selezione di vini bordolesi e i tanti
buoni produttori italiani: Bruno Giacosa,
Cavallotto, Felsina...). Per questo vi
consigliamo di dare un'occhiata anche
al sito: www.sarziamade.it.
BREVE PROFILO
Nicola Sarzi Amadè, coadiuvato
dalla moglie Gabriella, opera nella
distribuzione di vini e distillati dalla
metà degli anni '60, tuttavia l'ambizioso progetto di importazione di vini
francesi si concretizzò all'incirca una
quindicina d'anni più tardi, agli albori
della “nouvelle vague” del vino mondiale. Da allora, come detto, i vini dei
più talentuosi produttori di Borgogna
(e non solo) impreziosiscono un
catalogo che oggi può contare su
ben 3000 referenze. L'attività commerciale, che nel tempo è cresciuta per proposta e diffusione (sono
ben sessanta gli agenti che operano
su tutto il territorio nazionale), oggi
è gestita con la collaborazione dei
figli Alessandro e Claudia. Il quartier generale dell'azienda (uffici e
magazzini) è a Milano, non lontano
dalla Stazione Centrale.
P.S. Ci tengo a ringraziare l'importatore e i particolare Claudia Sarzi
Amadè per aver messo gratuitamente
a mia disposizione una campionatura di vini così ampia. Non è affatto
un gesto scontato, almeno per due
motivi: il primo è che tutti i vini di
Borgogna sono cari, spesso carissimi, e per di più assai ricercati dagli
intenditori; il secondo è che accettando la mia richiesta ha contemporanemente e “sportivamente” accettato di
sottoporsi a un giudizio non per forza
positivo. Grazie ancora di cuore.
BORGOGNA: BIANCHI
Domaine Roulot
Mersault Luchets 2006 90G
In Italia la sua notorietà non è ancora pari a quella di Dominique Lafon
e Jean-François Coche-Dury, ma
Jean-Marc Roulot (insieme a JeanBaptiste Bouzereau, Arnaud Ente
e a Rémi Jobard, per citare quelli
che ho conosciuto di persona) è
tra i vignaioli più bravi di Mersault.
IMPORTATORI: sarzi amadé
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ENOGEA - II SERIE - N. 33
Produce bianchi poco appariscenti,
in cui primeggia un'aromaticità raffinata (tutta dell'uva) e una mineralità
presente ma non troppo dichiarata. Il
Luchet 2006 è un vino a tal proposito
propedeutico: rigoroso quanto gioioso, dritto quanto sfaccettato, che si
lascia bere benissimo.
Louis Latour
Puligny-Montrachet Premier
Cru Les Champgains 2005 Mersault Premier Cru
Gouttes d’Or 2005 90F
90G
Storica, notissima e proficua Maison
de Négoce con sede a Beaune (quasi
sei milioni di bottiglie), la Louis Latour
propone un ventaglio di etichette che
da nord a sud copre le principali
denominazioni della Borgogna viticola (Beaujolais compreso). I bianchi,
in particolare le migliori selezioni
della Côte d'Or, sono sempre ben
disegnati e dotati delle virtù dei singoli distretti produttivi. Lo dimostrano una volta di più i due vini qui
recensiti, tra di loro davvero diversi, nonostante la calda e per certi
versi omologante vendemmia 2005.
Il Gouttes d'Or punta alla definizione
varietale (burro, nocciola, lieve lato
fumé) e alla grassezza tipica del cru
(piantato su suoli marnosi e profondi)
senza perdere di vista quell'equilibrio
e quell'armonia che tutti gli appassionati ricercano in una buona bottiglia
di Mersault. Per contro, il PulignyMontrachet Les Champgains spicca
per il suo profilo evolutivo e minerale
(rovere, tartufo, fiori, spezie) e per
una trama sapida più serrata e tesa,
che saprà sciogliersi nei prossimi
anni.
Château de Rontes
Pouilly-Fuissé
Les Birbettes 2005 89+E
Il suo naso è dolce di pan di Spagna
e cera d'api, di miele e spezie orientali, ma ha il pregio di non stancare,
e grazie al contributo dell'ossigeno,
di “raffinarsi” ora dopo ora nel bicchiere (sceglietelo ampio). La bocca
ha volume e fisicità ben sincronizzati, buona intensità nella trazione e il
giusto sale per allungarsi al meglio
(davvero solida è la persistenza).
L'azienda, meno di sette ettari vitati
(posti sulle colline di Rontets, nel
comune di Fuissé) è di proprietà
della coppia “franco-italiana” Claire
Gazeau e Fabio Montrasi, vignaioli
biodinamici tra i più sensibili del
Mâconnais.
Hospices de Beaune
Mersault Premier Cru
Charmes 2007 89D
Questo storico ospedale e istituto
benefico con sede nei monumentali
edifici dell'Hôtel-Dieu di Beaune (è
qui che si celebra, annualmente, la
famosa asta dei vini di Borgogna, la
terza domenica di novembre) possiede anche eccellenti vigneti e una
serie di proposte di buon valore.
Mersault Charmes 2007 è tra queste (la vigna, ampia ed eterogenea,
si trova immediatamente ai piedi
del famoso Perrières). Ha potenza
materica, acidità affilata e un timbro
boisé non timido (ma nemmeno sproporzionato): doti che oggi ne fanno
un vino saporito e complesso, ma
piuttosto austero, proiettato verso
il futuro. Per i prossimi due anni
“stanatelo” con un decanter e una
temperatura di servizio relativamente
alta. Prezzo allettante.
Bruno Colin
Chassagne-Montrachet
Premier Cru Morgeot 2007 88+G
La fascia dei Premier Cru che dal
centro del paese scende in direzione
sud (di cui Morgeot fa parte), è da
molti considerata uno dei luoghi di
Chassagne dove lo Chardonnay si fa
più ricco, quasi grasso nelle annate
più calde. E' dunque bravo Bruno
Colin (per una vita nell'azienda paterna, la Michel Colin-Deléger) a proporne invece una versione di estremo equilibrio, nella quale il muscolo
è tornito ed elastico, l'acidità precisa
e propulsiva, il finale pulito, succoso, senza eccessi boisé. Un nome
nuovo (l'esordio è della vendemmia
2004) per gli appassionati di bianchi
d'autore, anche se i prezzi sono già
molto alti.
Domaine Leflaive
Mâcon-Verzé Blanc 2007 88+D
Se intendete entrare (anche se non
dalla porta principale) nel fantastico
mondo bianchista di Anne-Claude
Leflaive e del suo plenipotenziario Pierre Morey (anche eccellente
produttore a Mersault), vi consiglio
di non perdere questo divertente
Chardonnay prodotto a Verzé, uno
dei tanti “village” satelliti di Mâcon.
Frutto puro ed eclatante, bocca longilinea e dinamica, fresca e precisa.
Tra i vini in assoluto più convenienti
nel catalogo borgognone della famiglia Sarzi.
Pierre Matrot
Mersault Premier Cru
Blagny 2002 87F
I Mersault di Thierry et Pascale Matrot
sono sempre reticenti nell'espressione aromatica, e nemmeno questo
tenace Blagny 2002 fa eccezione:
uno Chardonnay di tempra più che di
dettagli (Blagny, a cavallo tra Puligny
e Mersault è storicamente un terroir
da pinot nero), che ancora oggi, a
distanza di otto anni, ha bisogno di
una temperatura alta e di tanto ossigeno per portare a galla un'espressività più netta.
Domaine Bruno Clair
Morey Saint Denis Blanc
En la Rue de Vergy 2007 86+G
A Marsanny almeno tre produttori meritano la deviazione: Olivier
Guyot, André Bart e, soprattutto
Bruno Clair. Interprete eclettico: bravissimo rossista (buona parte del
catalogo aziendale è all'insegna
dei grandi Pinot Nero della Côte
de Nuits) e abile bianchista (il suo
Corton-Charlemagne è sempre tosto
e buono). Qui la famiglia Sarzi ci propone un raro e grintoso Morey Saint
Denis Blanc, “nocciolato” e appena vegetale nei profumi, molto ben
dotato al palato. Legno in integrazione. Potrebbe conservarsi bene.
Domaine Bonneau du Martray
Corton Charlemagne
Grand Cru 1994 84H
Quasi dieci ettari di vigna (un'immensità da queste parti!) coltivati nei migliori lieu-dit del Corton
Charlemagne (En Charlemagne,
Le Charlemagne) fanno di questa
bisecolare azienda di PernandVergelesses una delle proprietà
più prestigiose dell'intera regione. I
BORGOGNA: ROSSI
Dugat-Py
Gevrey Chambertin
Premier Cru 2006 90+H
Colorati, potenti, profondi, eppure
mai in debito di vitalità e di autenticità,
quelli di Bernard Dugat-Py, produttore di folgorante successo planetario
(imbottiglia solo dal 1989), sono tra i
Borgogna più completi e affidabili che
mi sia mai capitato di assaggiare. A
partire dai Village (Les Evocelles
2002 oggi è una bottiglia sensazionale) fino ad arrivare ai Grand Cru
(sempre e solo assaggiati da botte:
il ricordo è di una densità gustativa
davvero rara in regione), la qualità
della gamma non conosce cedimenti.
Una conferma arriva anche da questo Gevrey Chambertin Premier Cru
2006 (Fonteny, Corbeaux e Perriére
i “lieux-dits” selezionati), non ancora
rifinito al naso (il tono boisé va lentamente integrandosi), ma già carnoso
e seducente al palato. Cresce tanto
a bottiglia aperta.
Domaine Denis Mortet
Gevrey Chambertin Premier Cru
90H
Lavaux St. Jacques 2004 Prematuramente e tragicamente
scomparso nel gennaio del 2006,
Denis Mortet (oggi al suo posto c'è
il figlio Arnaud) è annoverato tra
i simboli assoluti della Borgogna
contemporanea: i suoi modernissimi Pinot Nero, un mix di fruttata
esplosività e di raffinata freschezza,
sanno conservarsi a lungo senza
fare una piega, trovando la migliore
definizione espressiva dopo almeno
un decennio di bottiglia (di recente
89+G
Se Dugat-Py è il simbolo della
Borgogna d'avanguardia (insieme a Christophe Perrot-Minot, a
Philippe Charlopin e al compianto
Denis Mortet per citare i più noti),
Henry Gouges e i suoi eredi (Pierre,
Christian e Grégory) rappresentano
il meglio del classicismo della Côte,
proponendo una serie di Nuits-SaintGeorges Premier Cru pieni quanto
rugosi in gioventù, profondi e austeri,
lenti ma appaganti nell'evoluzione.
Non delude le attese questo Pruliers
2005, denso, granitico e insieme
elegantissimo nella distribuzione al
palato. Esige un bicchiere ampio
e un po' di tempo per esprimersi a
dovere. Da dimenticare in cantina.
Clos de Tart
Morey St. Denis Premier Cru
88 I
La Forge de Tart 2007 Se amate i rossi immediati e generosi, allora i ricercatissimi Pinot Noir
di Bruno Clair e di Philippe Brun
non fanno per voi: qui lo stile è
super classico e i vini, rigorosamente asciutti, hanno bisogno di tempo
per emergere appieno. Comincia ad
aprirsi solo ora, ad esempio, questo
vigoroso Aloxe Corton 2005, che non
seduce per la grazia, ma per una
tensione scalpitante (che reclama la
tavola) e per una persistenza di bella
lunghezza e definizione (liquirizia e
frutti di bosco).
Nome che racchiude tre soggetti
diversi indissolubilmente legati tra
di loro (vigneto, denominazione e
azienda), Clos de Tart è una delle
leggende di Borgogna: per la magnifica posizione della vigna (poco
meno di otto ettari che sovrastano
la sede, piantati eccezionalmente a
girapoggio e classificati Grand Cru),
per la qualità del suo vino (Clos de
Tart, monopolio del marchio, nelle
annate migliori è sinonimo di forza
ed eleganza, quasi un paradosso
enologico) e per la notorietà di chi lo
produce, il bravissimo Sylvain Pitiot,
vinificatore puntiglioso e formidabile
esperto della Côte d'Or (il suo libro
Les Vins de Bourgogne, corredato
da una preziosa sezione cartografica, è un punto di riferimento per
ogni appassionato della regione).
Le vigne più giovani del “Clos” sono
vinificate a parte e vendute come
Morey-Saint-Denis Premier Cru Clos
de la Forge. Il 2007, meno profondo
e carnoso del 2006 (qui non recensito), dovrà ancora smaltire un po'
di legno, ma già oggi mostra tutta la
grazia tannico/sapida tipica di questo
settore, unita a un calore vigoroso,
che si distillerà nel corso degli anni.
Domaine Méo-Camuzet
Chambolle-Musigny
Premier Cru Les Cras 2003 88+H
Domaine Bruno Colin
Chassagne Montrachet
Premier Cru La Maltroie 2007 88F
Sarà per l'annata (che tutti conosciamo), sarà per la ricchezza
argillosa di cui si nutre Les Cras
(Premier Cru ubicato sopra il comune di Chambolle, a poca distanza
dal Grand Cru Bonnes-Mares), sarà
Rinomato per i suoi vini bianchi,
il comune di Chassagne produce,
almeno in certi settori (dove la radice
calcarea dei terreni si fa più superficiale) anche ottimi rossi che non di
rado strizzano l'occhio a Volnay per
Domaine Bruno Clair
Aloxe Corton 2005 89F
IMPORTATORI: sarzi amadé
Domaine Henry Gouges
Nuits-Saint-Georges
Pruliers 2005 per lo stile di Jean-Nicolas Méo (che
produce rossi fitti, a metà strada
tra moderno e classico), o magari per tutte queste cose insieme,
fatto sta che questa bottiglia mi ha
ricordato il profilo e il calore di qualche ottimo Chianti Classico. Come
certi Sangiovese chiantigiani esibisce infatti profumi viscerali avvolti
da una legnosità evoluta (spezie,
sottobosco), poggiando su una struttura articolata, in cui freschezza e
calore si integrano perfettamente.
Disponibilità limitata.
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ho bevuto un Fixin Village del 2000
in stato di grazia). Questo Gevrey
Chambertin Premier Cru Lavaux St.
Jacques 2004, a dispetto di un millesimo minore, ha una fittezza aromatica così generosa e una trama
tannica così densa e matura, da
rendere necessaria la decantazione.
Da conservare.
ENOGEA - II SERIE - N. 33
vini, molto spesso grandiosi, sono
a buona ragione tra i più ricercati
dagli appassionati di tutto il mondo,
nonostante i prezzi importanti (ma
non sleali). Se le ultime annate in
commercio meritano tutte le nostre
attenzioni (del 2002, assaggiato in
cantina, conservo il ricordo di un
bianco purissimo, cristallino), questo
vecchio 1994, complice un millesimo
piccolo piccolo e un tappo tutt'altro
che impeccabile, sembra ormai giunto al capolinea.
IMPORTATORI: sarzi amadé
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ENOGEA - II SERIE - N. 33
raffinatezza e profondità di sensazioni. Ne è un bell'esempio questo La
Maltroie 2007, limpido ed elegante
nello sviluppo al palato, e succoso al
punto giusto nel lungo finale. La sensibilità interpretativa di Bruno Colin
al servizio di un rosso divertente da
bere.
Domaine Antonin Guyon
Corton Bressandes
Grand Cru 2005 Beaune Clos de la Chaume
Gaufriot 2005 87+G
86E
Azienda agricola familiare tra le più
grandi del comprensorio di Beaune
(43 ettari vitati e 200.000 bottiglie
prodotte), gode di buona fama tra
gli addetti ai lavori almeno per due
motivi: l'affidabilità qualitativa delle
tantissime etichette in catalogo e la
capacità dei migliori vini di crescere nel tempo. Lo stile, prevalentemente contemporaneo (né moderno
né tradizionale), si concretizza in
Pinot Nero austeri in gioventù (e un
po' segnati dal rovere), ma ottimi
alla prova del tempo. Sia il Corton
Bressandes Grand Cru 2005, che il
Beaune Clos de la Chaume Gaufriot
di pari annata vanno in questa direzione. Il primo, nonostante il calore
del millesimo e una legnosità piuttosto sottolineata, è un vino dritto e fresco, lungo e gastronomico, destinato
a conservarsi a lungo. Il secondo,
invece, al di là della solita sottolineatura boisé, possiede intensità,
definizione, vivezza e una punta di
gradevole mineralità.
Château de Pommard
Pommard 2005 87G
Migliorano i vini di questa importante proprietà di Pommard (20 ettari
vitati), vinificati nelle ultime stagioni
da un consulente d'eccezione come
Philippe Charlopin, proprietario del
Domaine Charlopin-Parizot a GevreyChambertin. Questo Pommard 2005,
ad esempio, pur non brillando in termini di purezza aromatica (il rovere
andrebbe forse registrato con più
rigore), possiede una bocca densa,
grintosa e calda, che sa allungarsi
con i tempi giusti. Esige la carne
d'agnello.
Domaine Gros Frere et Soeur
Vosne-Romanée Premier Cru
87H
Les Chaumes 2006 Creato da Colette e Gustave Gros, e
diretto dal nipote Bernard, fratello di
quel Michel Gros di cui ho scritto su
Enogea n. 30 (in occasione dell'articolo dedicato al catalogo di Fabio
e Daniele Balan), questo importante
“domaine” di Vosne Romanée deve
la sua notorietà a due Grand Cru
tra i più ricercati dagli appassionati:
Richebourg e Clos Vougeot Le Grand
Maupertuis. Les Chaumes è invece
un Premier Cru di buon livello, ubicato subito ai piedi di La Tâche, al
confine con il territorio comunale di
Nuits-Saint-Georges: questo 2006
profuma di fiori, piccoli frutti e cioccolato e in bocca possiede materia
e levigatezza. In persistenza il legno
toglie un po' di luce.
Domaine Eric De Suremain
Chateau Monthelie Premier
Cru Sur La Velle 2001 86+E
Da non confondere con il Domaine
de Suremain di Mercurey, in Côte
Chalonnaise, questa piccola azienda familiare con sede a Monthélie,
borgo agricolo che sovrasta il paese
di Mersault, produce un Premier Cru
2001 a metà strada tra un Volnay e
un Pommard: ha calore (ma poco
colore), vivezza e dinamismo (ma
pure una certa polpa), e un fondo
caffeoso (del rovere) che caratterizza senza disturbare. In beva.
Domaine Tollot-Beaut
Aloxe Corton Premier Cru
Les Fournières 2006 2006, dal naso di agrumi e rosa e
dalla bocca serrata ma progressiva,
generosa di tessuto e di sapore.
Domaine Marquis D’Angerville
Pommard Combe
86G
Dessus 2002 Apprezzata dagli esperti per una
serie di Volnay di raffinata classicità
stilistica (Caillerets, Champans, Clos
des Ducs, Frémiets e Taillepieds),
l'azienda di Guillaume d'Angerville,
successore del patriarca Jacques,
propone anche un Pommard arcigno e selettivo, il Combe Dessus. A
questo 2002 non fanno difetto né il
vigore né la pienezza tannica, doti
fondamentali della denominazione,
ma un po' di densità in più gli avrebbe giovato. Per amatori.
Domaine Comte
George de Vogüè
Chambolle-Musigny 2006 E' stata questa la prima azienda che
ho visitato in Côte de Nuits, e ancora
oggi conservo un bel ricordo di un
palpitante, quintessenziale Musigny
1992 (l'azienda detiene la proprietà di tre quarti del celebre Grand
Cru). E' invece un'interpretazione
assai meno curata quella che emerge dall'assaggio di questo Village
2006: poco focalizzato sui profumi
(in genere sempre ben dichiarati nei
Pinot Nero di Chambolle) e inasprito
da tannini asciuganti. Prezzo stellare.
PER SAPERNE DI PIU'
86+F
Non sono mai Borgogna particolarmente complessi, almeno in gioventù, quelli prodotti da Nathalie, Olivier
e Jean-Paul Tollot, ma per chi vuole
scoprire la “drittezza” del Pinot Nero
della Côte de Beaune senza spendere cifre folli, allora questo indirizzo
merita tutta la considerazione del
caso. Assente dalla mia degustazione il Savigny-Les-Beaune Premier
Cru Champ Chevrey (a mio avviso il
loro vino più conveniente), si dimostra affidabile anche questo Aloxe
Corton Premier Cru Les Fournières
84H
Sylvain Pitiot - Jean Charles Servant
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ENOGEA - II SERIE - N. 33
GLI IMPORTATORI
TERZA TAPPA: QUALITY WINES
di Francesco Falcone
Il Nuovo Mondo
non è per forza di cose sinonimo di
vini grossi e privi di fascino, e il catalogo di
Lupo Melia
lo dimostra.
Numerose
Jacopo
infatti le bottiglie
che meritano l'attenzione di appassionati e operatori.
Esiste un pregiudizio secondo il quale
i vini di provenienza extraeuropea
nascano da territori privi di tradizioni.
Tuttavia, se è vero che l'industria enologica del Nuovo Mondo ha trovato
solo negli ultimi trent'anni una sua
moderna identità (in particolare grazie
al ruolo trainante della California),
è altrettanto vero che molte di quelle stesse nazioni oggi considerate
emergenti vantano origini viticole
antiche: ne sono esempi emblematici
l'Argentina, dove la vigna è documenta fin dal 1557 (quando nel Médoc,
per intenderci, c'erano ancora le paludi salmastre) e l'Australia, dove i
colonizzatori europei la piantarono
intorno alla fine del 1700. Partendo
da tale premessa, e consapevoli che
il retroscena vitivinicolo di quei Paesi
è tutt'altro che privo di forti peculiarità, gli esperti assaggiatori di Qualiy
Wines hanno selezionato un gruppo
di produttori in grado di valorizzare
con discernimento le tante, sfaccettate potenzialità delle rispettive aree
vinicole. Il catalogo curato da Jacopo
Lupo Melia, salvo sporadiche eccezioni da “copertina”, è perciò ricco di
vini particolarmente seducenti, con
le bottiglie migliori che hanno dato
prove di sontuosa complessità.
BREVE PROFILO
Fondata nel 2007, Quality Wines
opera da pochi mesi nel mercato
italiano come importatore di alcuni
ricercati vini provenienti da Argentina
Australia, Cile, Nuova Zelanda, Stati
Uniti d'America e Spagna (l'unico
paese europeo in catalogo). Il fondatore, Jacopo Lupo Melia, dopo la
laurea in enologia e una lunga esperienza enologica maturata presso
l'azienda di famiglia (la romagnola
Fattoria Paradiso), ha dato vita a questo innovativo progetto commerciale
il cui obiettivo dichiarato è quello di
affermarsi come leader nell'importazione e nella distribuzione di prestigiosi marchi del cosiddetto “Nuovo
Mondo”. Per fare ciò Quality Wines
non si affida soltanto a una quarantina di agenti che operano sull'intero territorio nazionale, ma organizza
anche frequenti incontri “educativi”
con gli operatori. Per saperne di più
consultate il sito: www.qualitywines.it
SPAGNA: BOLLICINE
Raventos i Blanc
Cava Gran Reserva
de la Finca 2005 89+E
Raventos I Blanc è una delle firme più
prestigiose del Cava, spumante metodo classico prodotto prevalentemente
in Catalogna, in particolare sull'altopiano di Sant Sadurní d'Anoia, nel
Penedès. Questo Gran Reserva 2005,
cuvée di punta della gamma, ha un
fascinoso profilo ossidativo che anticipa un bel ventaglio di profumi, prima
più fruttati e dolci (scorza d'arancia
candita e distillato di albicocca), poi più
vegetali (menta e mandorla amara), e
infine più minerali (roccia bagnata).
Bocca finemente spumosa e dotata di
imprevedibile accelerazione nel finale. Lunga e salmastra la persistenza.
Assemblaggio di xarel-lo, macabeo,
parellada, chardonnay e pinot nero. 36
mesi di affinamento in bottiglia.
IMPORTATORI: QUALITY WINES
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ENOGEA - II SERIE - N. 33
Raventos i Blanc
Cava Reserva Brut
L'Hereu 2007 87+E
Qui il tono ossidativo è ancora più
netto (noce, arachidi, mela al forno),
accompagnato da un'evidente tonalità
speziata (cannella) e da stimolanti
venature mediterranee: rosmarino,
timo, menta stropicciata e mandarino
maturo. Palato meno granitico e succoso del precedente, ma ugualmente
raffinato nello sviluppo e incisivo in
chiusura. Ricorda da vicino, per stile
e disegno, il Brut non millesimato che
Claudio Faccoli produce nel Monte
Orfano, in Franciacorta. Assemblaggio
di macabeo, xarel-lo e parellada. 18
mesi di affinamento sui lieviti.
Raventos I Blanc
Cava Reserva
Rosé De Nit 2007 84E
Stretto in una robusta riduzione (da
cui non si libera nemmeno a distanza di molte ore) propone un naso
reticente (lieviti e mandorla abbrustolita) e una struttura piena ma non
pienamente risolta. Sviluppo dunque
saporito quanto “granuloso”, ancora
privo della migliore omogeneità e della
necessaria scorrevolezza. Mi piacerebbe risentirlo tra qualche mese.
Assemblaggio di macabeo, xarel-lo,
parellada e monastrell. 18 mesi di affinamento sui lieviti.
STATI UNITI: BOLLICINE
Schramsberg
North Coast Sparkling Wine
J.Schram 2001 vita a una persistenza sfaccettata e
interminabile. Non perdetevelo.
Schramsberg
North Coast Sparkling Wine Blanc
de Noirs Brut Vintage 2006 90F
Non è multidimensionale come l'altro, ma è ugualmente un spumante di ascendente “champenois”, con
un naso che esprime sia il carattere
specifico del pinot nero (distillato di
mirabelle e arancia amara), sia un
ventaglio di sensazioni evolutive che
vanno dal fiore alle spezie, dalle erbe
alla frutta secca. Bocca calibratissima
nel dosaggio, ovattata in “centrobocca”, sobria e slanciata in chiusura.
Timbro idrocarburico/iodato di sottofondo. Semplicemente goloso.
Schramsberg
North Coast Sparkling Wine
Reserve 2001 89F
Più ossidativo – e selettivo - delle
due cuvée precedenti, apre nel segno
di alcuni vecchi e umorali Blanc de
Blancs di Cramant, con una perentoria sensazione di ostrica e acqua
marina. In bocca è invece più nitido
il ruolo del pinot nero (70% dell'intero
assemblaggio), con un tessuto denso
e nervoso, polputo e vibrante, ancora
in debito della miglior espansione, ma
ugualmente imperdibile se amate le
cuvée di marcata personalità sapido/
minerale. Da meditazione.
Schramsberg
North Coast Sparkling Wine Blanc
de Blancs Brut Vintage 2006 87+F
93G
Nel fiorire di nuove aziende che
hanno cominciato a produrre spumanti metodo classico in Napa Valley,
la Schramsberg del mitico fondatore
Jack Davies (morto nel 1998 e oggi
sostituito da un gruppo di eredi) rimane
un punto di riferimento imprescindibile
per storia (ultradecennale) e qualità.
Un prestigio alimentato soprattutto dal
sensazionale J.Schram, cuvée “ammiraglia” del marchio e spumante di levatura mondiale (77% chardonnay, 23%
pinot nero). Questo 2001 è ampio e
purissimo nei suoi profumi di arancia,
albicocca e acqua marina, e addirittura
sublime al palato, denso e insieme
soffice, ricamato da una carbonica
degna dei migliori Vintage di Krug. La
chiusura, succosissima e salata, dà
Della gamma è forse la cuvée meno
nobile, costruita con una più chiara
vocazione per la mescita, ciononostante non perde un briciolo del calibro che
cerchi in uno spumante di alta gamma.
Fonde i caratteri di un Franciacorta di
Uberti (calore e cremosità) con quelli
del Brut di Tasca d'Almetita (per la
bella varietà di frutti tropicali) corroborati da una incisiva nota di frutti di
mare che evoca come sempre la Côte
de Blancs. Da stappare in qualsiasi
momento della giornata.
STATI UNITI: BIANCHI
Château Montelena
Napa Valley Chârdonnay 2007 88+G
Famoso tra gli appassionati per aver
vinto le cosiddette “Olimpiadi del
Vino” organizzate da Steven Spurrier
nel 1976 a Parigi (una degustazione
comparativa alla cieca con alcuni dei
migliori bianchi di Borgogna), questo
Chardonnay di Calistoga (comune a
nord del distretto della Napa Valley) si
conferma un vino di rango, calibrato
nell'uso del legno (cedro e tostature lievi), saldo nell'assetto aromatico
(burroso, nocciolato, speziato) e dotato di una tessitura compatta, non così
articolata, ma perfettamente alimentata dall'acidità. Finale compiuto, serio,
che lascia intendere una solida evoluzione in bottiglia. Borgogna del sud.
Poet's Leap
Columbia Valley Riesling 2008 88+E
Insieme a Pedestal e a Sequel (di
cui scrivo più avanti), Poet's Leap è
parte integrante della lussuosa società “Long Shadows”, microfederazione
di piccole e piccolissime aziende di
enologi e produttori internazionali (tra
di loro indipendenti) che hanno acquistato vigna e cantina in Columbia
Valley, il distretto enologico più importante dello stato di Washington. Qui il
protagonista è il tedesco Armin Diel,
noto produttore della Nahe e giornalista enogastronomico. Il suo squisito
Riesling è ben giocato sui caratteri
minerali più tipici (da subito ben in
evidenza), su un frutto tonico e nitido
(pompelmo rosa e mango) e su una
bocca gustosa, matura, non ficcante
ma ben disposta, un po' calda nel finale, ma ugualmente composta.
Chappellet
Napa Valley Chardonnay 2008 87F
Azienda famigliare tra le più apprezzate della California, in particolare
per la classe e l'affidabilità di due
eccellenti rossi di stampo bordolese
recensiti più avanti, quella di Donn
e Molly Chappellet produce vino da
quarant'anni sulle alture di Pritchard
Hill, nel cuore viticolo della Napa
Valley. Questo intenso Chardonnay di
tempra quasi siciliana (più Tasca che
Planeta) ha il merito di conservare
nitore fruttato e contrasto gustativo
nonostante la generosità dell'alcol
(mai bruciante) e quella del rovere
(che piano piano tende a smorzarsi).
Bocca prima più tosta e calda, poi
imprevedibilmente più tenera e viva,
non dotata di particolare respiro, ma
fresca e gustosa. Potrebbe evolvere
bene in bottiglia.
ARGENTINA: BIANCHI
Catena Zapata
Chardonnay – Alamos 2009 87D
Fondata intorno alla fine del 1800 da
Nicola Catena, emigrante italiano, è
la più dinamica tra le grandi aziende
argentine (2 milioni di bottiglie e un
patrimonio vitato esteso in tutte le
principali aree viticole del Paese). In
un catalogo dove primeggiano rossi
a base di malbec estremamente concentrati e boisé (recensiti più avanti), ho trovato interessante questo
Chardonnay 2009, che mi ricorda le
migliori edizioni del Pietrabianca di
Tormaresca. Rovere ben dosato, frutto nocciolato e non eccessivamente
tropicale e bocca generosa ma scorrevole, mai in debito di freschezza. Ha il
pregio di non perdere misura a caldo.
Catena Zapata
Salta Torrontés -Tilia 2009 85+C
Da molti esperti considerata l'uva bianca con le migliori potenzialità enologiche di tutto il paese, il torrontés argentino (probabilmente non imparentato
con il torrentés spagnolo) dona vini
aciduli e sensibilmente aromatici (tra
moscato e sauvignon), non complessi, ma gustosi. Premessa che trova
conforto in questo buon 2009, bianco
STATI UNITI: ROSSI
NUOVA ZELANDA: BIANCHI
Vinoptima
Ormond Gewürztraminer
Reserve 2006 88G
Il primo a credere e a valorizzare
le potenzialità del müller thurgau in
Nuova Zelanda con il famoso Nobilo
White Cloud (oggi di Constellation),
Nick Nobilo è considerato tra i grandi
pionieri del vino locale. Fedele alla
sua fama di sperimentatore accanito,
propone con la sua nuova azienda di
Gisborne (Isola del Nord) pochissime
bottiglie di un particolarissimo e assai
ricercato Gewürztraminer prodotto a
Ormond, distretto viticolo tra i più
caldi del Paese. Maturo e particolarmente speziato, si muove tra Alsazia
e Alto Adige, ma con un timbro di rosa
ancora più netto e quasi prevalente.
Bocca molto calda, grassa e zuccherina nella prima parte, gradevolmente saporita in centro bocca, meno
dinamica in chiusura. Persistenza
comunque ampia e stratificata. Da
formaggi.
Auntsfield Estate
Marlborough Wahirau
Sauvignon Blanc 2009 87E
Sulla scorta di quanto già degustato e
rilevato in passato, diversi Sauvignon
neozelandesi, chi più chi meno, sono
frenati nel loro vigoroso slancio sapido
da un pesante involucro di note vegetali e tropicali che alla lunga affaticano
la beva. Rappresenta dunque una
piacevole eccezione questa interpretazione della Auntsield Estate, tutta
giocata sulle mezzetinte aromatiche
(con minor esuberanza fruttata e più
caratteri minerali) e su una bocca affilata e dal forte accento salmastro in
chiusura. Divertente.
Sliding Hill
Marlborough
Sauvignon Blanc 2009 86+D
Si muove invece su un registro più
consueto rispetto ai parametri organolettici del Sauvignon neozelandese il
2009 di Sliding Hill, con quel naso di
peperone, fagiolini bolliti, pesca matura e pietra focaia. Bocca in linea, pol-
Chappellet
Napa Valley Mountain
Cuvée 2007 90+F
Chappellet
Napa Valley Cabernet Sauv.
Pritchard Hill 2007 89+ I
Blend bordolese di invidiabile precisione e ricchezza di sfumature
Mountain Cuvée 2007 (51% cabernet
sauvignon, 46% merlot; 1% malbec,
1% petit verdot; 1% cabernet franc) è
un rosso robusto e potente ma senza
mollezze né eccessi di estrazione,
che ricorda molto da vicino i migliori
rossi di Bolgheri (Ornellaia, in particolare). Al naso è erbaceo in maniera
misurata, dolce nel frutto (ma senza
derive esotiche) e ben dosato nel
legno. Buonissima anche la bocca:
calda ma sostenuta da tannini di pregio che si sciolgono in un finale denso
di sensazioni. Da non perdere.
Rispetto al vino precedente lo stile qui
è più estremo: grande concentrazione,
grande potenza alcolica e maturità
del frutto davvero spinta (così spinta
da evocare un Amarone di stampo
moderno). Detto questo, e al di là delle
mie personali preferenze (più vicine
al Mountain Cuvée), è comunque un
Cabernet Sauvignon di notevole personalità e di ottimo spessore, ancora
in parte da formare, ma già apprezzabile sia per la notevole precisione
nell'uso del rovere, sia per la raffinata
grana dei tannini. Merita un ulteriore,
direi robusto, affinamento.
Château Montelena
Calistoga Cabernet Sauvignon
The Montelena Estate 2005 88+ I
Affrancato dagli stereotipi che molto
spesso rendono prevedibili i Cabernet
Sauvignon californiani, è un rosso
compatto e vivo, che profuma di cacao
e tabacco, di mirtilli e fiori, con un
lieve sottofondo mentolato. In bocca
non ha la raffinata filigrana di un
grande Bordeaux (a cui stilisticamente si ispira), ma possiede comunque
tannini eleganti e una buona dinamica per affondare senza indecisioni.
Persistenza non ampia, ma continua.
IMPORTATORI: QUALITY WINES
88D
Azienda di grandi dimensioni (3,5
milioni di bottiglie e 500 ettari vitati)
fondata da Aurelio Montes nel 1988,
è ormai da anni considerata dalla critica internazionale uno dei dei marchi
più seri e attenti alla qualità del suo
Paese. E se la vera specialità della
Casa sono i rossi (recensiti più avanti),
è altrettanto brillante la prestazione
di questo Sauvignon 2010 prodotto
nella Valle de Leyda, territorio viticolo
pianeggiante che si sviluppa a sud di
Santiago. Affascina per il suo invitate
registro aromatico, che ha molti punti
in comune con il Lafòa di Colterenzio
(ortica, melone, pompelmo, buccia di
pesca), e per la bocca avvolgente,
vispa, priva di cedimenti. Persistenza
davvero lunga che spinge forte sulle
note di melone.
57
Montes
Valle de Leyda
Sauvignon Blanc 2010 posa ed energica, anche se non propriamente ricca di sfumature. Melone
e origano nella persistenza.
ENOGEA - II SERIE - N. 33
tecnico e un po' sfacciato nei profumi
(almeno in prima battuta) che in bocca
sa scorrere piacevolmente, saporito
ed equilibrato. Da mescita.
CILE: BIANCHI
IMPORTATORI: QUALITY WINES
58
ENOGEA - II SERIE - N. 33
Château Montelena
Napa Valley Cabernet
Sauvignon 2006 87G
Rispetto al precedente ha un naso
meno fitto ma più arioso, con il lato
vegetale e di cuoio (mai sopra le righe)
che anticipa i tipici profumi di tè verde
e di frutti di bosco. Al palato è invece meno incisivo, meno denso nella
trama e appena più liquido in chiusura.
Dopo due giorni di ossigeno si avvicina, e non poco, al San Leonardo di
Guerrieri Gonzaga. Classico.
Sequel
Columbia Valley Syrah 2006 87H
Anche la Sequel di John Duval (ex
enologo di Penfold's), come la Poet's
Leap di Armin Diel (di cui ho scritto in
precedenza) e la Pedestal di Michel
Rolland (ne scrivo di seguito) appartengono al gruppo Long Shadows.
Questo ricercatissimo Syrah, che fin
dalla sua prima annata, la 2003, è
stato ben considerato dalla critica
americana, è prodotto con vigneti coltivati in due fra le principali località
della Columbia Valley: Yakima Valley
e Horse Heaven Hills. Il 2006 è un
vino voluminoso e ben curato, impenetrabile nel colore, ben focalizzato
sul frutto e concentrato al palato. Ha
però il limite, a mio avviso, di viaggiare
molto in superficie, lasciando per strada, in particolare dopo la solita "prova
dell'aria", quelle rifiniture che cerchi in
un rosso così ambizioso e costoso.
Pedestal
Columbia Valley Merlot 2006 86+H
Altra azienda affiliata alla Long
Shadows e altro nome di grido
dell'enologia mondiale - leggi l'enologo
girondino Michel Rolland. Consulente
di un centinaio di grandi aziende vinicole sparse per il mondo intero, trova
il tempo per produrre qui un vino tutto
suo, un Merlot figlio del clima temperato di Walla Walla, altra zona viticola
della Columbia Valley che gode di
buona reputazione. Un rosso caldo e
levigato che nonostante le cure certosine e un peso importante fatica a
mostrare l'originalità e le sfumature di
altri vini. Finale che in futuro potrebbe
progressivamente asciugarsi.
Peachy Canyon Winery
Paso Robles
Petite Syrah 2006 85+E
Ha il colore profondo e il naso sel-
vatico ed ematico di un Teroldego
Rotaliano di buona struttura (il Sangue
di Drago di Marco Donati non è lontano), sostenuti da una bocca gradevolmente rugosa che sa scorrere e insaporire con discreto ritmo e continuità.
Chiude con un accenno amarognolo
che un po' lo penalizza, senza tuttavia
privarlo di una gradevole persistenza
di caffé e confettura. Dubito che potrà
trovare maggior ricamo con un affinamento più lungo.
CILE: ROSSI
Montes
Valle de Casablanca Pinot Noir
Montes Alpha 2008 90+D
Un Pinot Nero di stampo “latino”, ma
interpretato ugualmente tutto in finezza, buonissimo quanto atipico. Sulle
prime nascosto, con i terziari a caratterizzare l'assetto odoroso (tabacco,
tostature, terra bagnata), sa farsi molto
più convincente dopo qualche ora di
ossigeno, quando porta in orbita un
profilo olfattivo perfettamente definito
che mi ricorda tanto un Brunello di
Sesta. Palato di rara grazia tannica,
foderato e assai succoso nell'allungo.
Finale di bel respiro (prugna, agrumi,
sottobosco) e di ottima lunghezza.
Dategli ancora un paio d'anni.
Montes
Syrah Folly 2006 90H
Prodotto da una selezione di vecchie
vigne coltivate tra Curicò e Colchagua,
è un Syrah estroverso, quasi esotico
nei profumi: prugna, pepe, cannella, liquirizia e tostature boisé. Bocca
invece più classica, dal taglio “supertuscan” (quasi un Siepi di buona annata), di ottima chiarezza tannica e buona
propulsione nello sviluppo nonostante
l'opulenta densità dell'impianto. Finale
adeguato all'occasione, caldo, non
ancora completamente rifinito, ma
lungo e solido. Saprà crescere.
Montes
Valle de Colchagua
Purple Angel 2007 87F
Fatica a concedersi, in particolare al
naso (dolce di rovere e di frutto), mentre sa proporsi con buona varietà al
palato, ben curato nell'estrazione dei
tannini, carnoso nello sviluppo, caldo
senza risultare bollente in chiusura.
Una particolare e insistita persisten-
za di borotalco gli porta via nobiltà.
Lo terrei comunque d'occhio, magari
riassaggiandolo tra un paio d'anni.
Assemblaggio finale: 92% carmenère
e 8% petit verdot.
ARGENTINA: ROSSI
Catena Zapata
Catena Alta Malbec
Riserva 2007 87+F
Catena Zapata
Catena Malbec 2008 86+E
Catena Zapata
Alamos Malbec 2009 84+D
Non so quanti punti di contatto possano esserci tra un malbec coltivato in
altura (oltre i mille metri) e un lagrein,
ma la vicinanza che esiste tra questa
Riserva 2007 e alcune selezioni del
celebre rosso altoatesino non merita
di passare sotto silenzio. Naso dunque
ben focalizzato sulla mora matura, sul
pepe, sulla mandorla e sul legno di
liquirizia, e bocca rugosa, calda, non
omogenea, ma saporita. Decisa persistenza di lavanda e frutti neri. Rovere
perfettamente assorbito.
Cupo e “caffeoso” in partenza, trova
via via un assetto olfattivo più definito
(ma non definitivo) che rimanda ai toni
vegetali di un cabernet trentino di annata calda. Profilo gustativo ugualmente
irrisolto, pieno e compatto ma ancora
da svolgere, di buona matrice tannica
e allo stesso tempo piuttosto frenato
nella progressione e nell'espansione.
Finale pulito, privo di sbavature, anche
se avaro di sollecitazioni. Crescerà nei
prossimi due anni.
Al naso spinge più del precedente,
aperto (ma con qualche rusticità) su
sensazioni di liquirizia, canfora e balsami. Bocca invece più tenue nel
tessuto, scorrevole e saporita, senza
il guizzo di una personalità superiore.
Sfumature vegetali in persistenza.
AUSTRALIA: ROSSI
Two Hands
McLaren Valley
Lily's Garden Shiraz 2008 94H
Se è vero che tre quarti del vino
australiano è in mano a pochi e
colossali enopoli, è altrettanto vero
Two Hands
Barossa Valley Yesterday's
Hero Grenache 2008 92+F
Se l'obiettivo iniziale di questa piccola
maison de négoce era quello di produrre una delle migliori espressioni di
Shiraz del South Australia (obiettivo
ormai pienamente raggiunto), questa
memorabile, incantevole Grenache
2008 rappresenta una sorta di goloso
“fuori programma”. Un rosso che non
giganteggia per estrazioni e volume, ma che sa stupire per l'intensità
dei dettagli e per la sua capacità di
miscelare il passo di certi Cannonau
di Mamoiada con la felpata densità di uno Châteauneuf-du-Pape di
Usseglio. Profumi di prugna appena colta, pompelmo rosa, marasca,
pepe, e bocca calda ma tonica, decisa nell'allungo. Addirittura impressionante nella persistenza. Gran tenuta
a caldo e all'aria.
Schild Estate
Barossa Valley Shiraz 2007 92E
Da una selezione di alberelli centenari coltivati sulle colline rocciose
delle Barossa Ranges Orientali, la
famiglia Shild propone questo rosso
di ardita personalità, che è una sorta
di emblema del più autentico Shiraz
di Barossa: aromatico, tosto, alcolico.
Un rosso evoluto al punto giusto, selvatico senza apparire rustico (pensate al Terre Brune di Santadi, per dare
un'idea, ma con più frutto e slanci),
pastoso e al contempo scattante al
palato. Tannini bene estratti che solo
in chiusura palesano un breve irrigidimento. Grande riuscita anche dopo
tre giorni di aerazione.
91H
E' questo il rosso più estremo imbottigiato da Matt Gant e John Retsas, due
giovanisismi produttori che in poco
meno di un lustro hanno raccolto i
consensi della critica internazionale.
Il Fat of the Land Greenock 2006
è una sorta di Porto Vintage che in
certe fasi richiama le rustiche sfumature di un Amarone di Quintarelli
e in altre la potenza di fuoco di certi
Primitivo pugliesi (penso in particolare
alla Riserva di Nicola Chiaromonte).
Metà vino e metà liquore, insomma,
decorativo ma non pesante, meridionale fuori (per colore, volume, alcol) e
imprevedibilmente nordico dentro (per
impianto tannico, freschezza acida e
capacità di migliorare a contatto con
l'ossigeno). Al suo meglio tra una decina d'anni almeno.
Two Hands
Barossa Valley
Bella's Garden 2008 89+H
Two Hands
McLaren Valley Shiraz
Angels' Share 2008 88+E
Per potenza di fuoco, carnosità, trama
e sapore non è molto distante dal
Lily's recensito in precedenza, ma
non è altrettanto risolto sul piano della
precisione esecutiva, con quel naso
ancora tutto da formare (caldo e boisé)
e quella bocca che scalpita e scalcia
come un cavallo imbizzarrito, ma di
razza. Assolutamente da attendere.
Ne varrà la pena.
Non ha il talento degli altri Shiraz della
Casa, ma è ugualmente costruito con
saggezza, moderno ma non esibito,
molto fruttato (ciliegia, mora e mirtilli)
senza con ciò apparire monodimensionale. In bocca attacca morbido e
accogliente, trovando più scioltezza
e succosità nell'allungo. Ottima persistenza e buonissima resistenza a
bottiglia aperta.
First Drop
Barossa Valley Shiraz
Mother's Milk 2008 87E
La sensazione di prugna surmatura e
il tono scolastico del rovere all'inizio lo
fanno apparire largo e un po' “appiccicoso”, ma via via è capace di guadagnare complessità odorosa (fiori,
balsami, pepe) e contrasto gustativo
(più salino che acido/tannico). Cresce
considerevolmente con l'aria.
First Drop
Mclaren Valley Cabernet Sauv.
Mother's Ruin 2008
86+E
E' un rosso ben fatto, che mi fa pensare al Burdese di Planeta, in particolare a qualche annata dei primi anni
2000. Grintoso quanto tondeggiante,
non originale nella costruzione (prevalgono le sensazioni dolci), ma lontano dalla banalità. Un buon Cabernet
Sauvignon “sudista” insomma, che al
di là dello stile, mostra armonia tra
i reparti e buon equilibrio tra gli elementi. Apprezzabile, in particolare, il
tono balsamico del finale. Da bere nei
prossimi tre anni.
NUOVA ZELANDA: ROSSI
Sliding Hill
Marlborough Pinot Noir 2008 88E
Per chi nutre ancora dubbi sulle potenzialità del Pinot Nero neozelandese,
l'invito è di posare il naso su questo Marlborough 2008 proveniente da
vecchie vigne coltivate nella Whairau
Valley. Un rosso che racchiude i fondamentali di un Village delle Côte de
Nuits (di quelli buoni) con qualche
“montanara” spruzzata di Alto Adige
e una vibrante selvatichezza ereditata
dalla sua terra. Il risultato è ottimo:
frutto fitto, vivo e agrumato, e bocca
elastica, dal lungo respiro floreale.
Alcol sotto controllo anche a temperature elevate.
Amisfield
Central Otago
Pinot Noir 2007 87+E
Terroir di riferimento per la coltivazione del pinot nero in Nuova Zelanda,
la Central Otago si nutre di contrasti e
di eccessi, di giornate calde e di notti
gelide, di una viticoltura di tipo “nordico” pur essendo la zona produttiva più
a sud del mondo. Questo 2007, pur
con qualche sbavatura nella forma,
rende giustizia al suo sensazionale
terroir: ha l'esuberanza fruttata di un
Dugat-Py ha cui è stato tolto un po'
di lusso, aggiungendovi per contro
un tratto gradevolmente campestre.
Bocca altrettanto interessante e irrisolta: ha la forza propulsiva di uno
Gevrey, solo con qualche ridondanza
di troppo.
IMPORTATORI: QUALITY WINES
of the
59
First Drop
Barossa Valley Shiraz Fat
Land Greenock 2006 ENOGEA - II SERIE - N. 33
che il resto del settore è polverizzato
in una miriade di piccole e poco note
aziende che meriterebbero più considerazione da parte degli appassionati
italiani. Two Hands è tra queste. I
titolari, Michael Twelftree e Richard
Mintz sono in grado di produrre una
gamma di rossi di incredibile ricchezza estrattiva ben stemperati da un
ventaglio di squisite sfumature. Lily's
Garden Shiraz 2008, ad esempio,
ricorda una grande, monumentale
scultura plasmata con la maestria di
un bravo artigiano. Un rosso a metà
strada fra un Cornas di Clape e un
Montepulciano di Oasi degli Angeli,
potente e cristallino, calorico e dinamico, lunghissimo nel finale di eucalipto e pepe. Difficile fare meglio.