gli importatori
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51 ENOGEA - II SERIE - N. 33 GLI IMPORTATORI SECONDA TAPPA: SARZI AMADE' di Francesco Falcone Nome storico nel mercato d'importazione italiano, la famiglia Sarzi Amadé può vantare un listino Paese. Senza dimenticare i Bordolesi e tanti altri nomi famosi. borgognone che non ha eguali nel nostro La selezione borgognona della famiglia Sarzi Amadè è senza dubbio la più ricca e prestigiosa che un importatore italiano possa vantare. Qui brillano stelle di grandezza assoluta, le cui poche bottiglie sono spesso vendute esclusivamente su prenotazione: Domaine Leflaive, Armand Rousseau, Bernard Dugat-Py, Clos de Tart, Méo Camuzet, Denis Mortet, Bonneau du Martray, Domaine Roulot sono nomi che fanno la gioia di qualsiasi amatore della regione. Con una gamma di Borgogna di tale livello (più di trenta aziende e oltre cinquecento etichette tra cui pescare) ho preferito escludere dalla mia degustazione i vini di altre zone e denominazioni francesi. Tuttavia, per completezza di informazione, sappiate che Nicola Sarzi Amadè importa in esclusiva anche i vini alsaziani dell'arcinoto Zind-Humbrecht, quelli del bravissimo Alain Brumont di Chateau Montus (Madiran), i magnifici Châteauneuf-du-Pape di Château de Beaucastel e decine di altre aziende di valore (senza dimenticare la vasta selezione di vini bordolesi e i tanti buoni produttori italiani: Bruno Giacosa, Cavallotto, Felsina...). Per questo vi consigliamo di dare un'occhiata anche al sito: www.sarziamade.it. BREVE PROFILO Nicola Sarzi Amadè, coadiuvato dalla moglie Gabriella, opera nella distribuzione di vini e distillati dalla metà degli anni '60, tuttavia l'ambizioso progetto di importazione di vini francesi si concretizzò all'incirca una quindicina d'anni più tardi, agli albori della “nouvelle vague” del vino mondiale. Da allora, come detto, i vini dei più talentuosi produttori di Borgogna (e non solo) impreziosiscono un catalogo che oggi può contare su ben 3000 referenze. L'attività commerciale, che nel tempo è cresciuta per proposta e diffusione (sono ben sessanta gli agenti che operano su tutto il territorio nazionale), oggi è gestita con la collaborazione dei figli Alessandro e Claudia. Il quartier generale dell'azienda (uffici e magazzini) è a Milano, non lontano dalla Stazione Centrale. P.S. Ci tengo a ringraziare l'importatore e i particolare Claudia Sarzi Amadè per aver messo gratuitamente a mia disposizione una campionatura di vini così ampia. Non è affatto un gesto scontato, almeno per due motivi: il primo è che tutti i vini di Borgogna sono cari, spesso carissimi, e per di più assai ricercati dagli intenditori; il secondo è che accettando la mia richiesta ha contemporanemente e “sportivamente” accettato di sottoporsi a un giudizio non per forza positivo. Grazie ancora di cuore. BORGOGNA: BIANCHI Domaine Roulot Mersault Luchets 2006 90G In Italia la sua notorietà non è ancora pari a quella di Dominique Lafon e Jean-François Coche-Dury, ma Jean-Marc Roulot (insieme a JeanBaptiste Bouzereau, Arnaud Ente e a Rémi Jobard, per citare quelli che ho conosciuto di persona) è tra i vignaioli più bravi di Mersault. IMPORTATORI: sarzi amadé 52 ENOGEA - II SERIE - N. 33 Produce bianchi poco appariscenti, in cui primeggia un'aromaticità raffinata (tutta dell'uva) e una mineralità presente ma non troppo dichiarata. Il Luchet 2006 è un vino a tal proposito propedeutico: rigoroso quanto gioioso, dritto quanto sfaccettato, che si lascia bere benissimo. Louis Latour Puligny-Montrachet Premier Cru Les Champgains 2005 Mersault Premier Cru Gouttes d’Or 2005 90F 90G Storica, notissima e proficua Maison de Négoce con sede a Beaune (quasi sei milioni di bottiglie), la Louis Latour propone un ventaglio di etichette che da nord a sud copre le principali denominazioni della Borgogna viticola (Beaujolais compreso). I bianchi, in particolare le migliori selezioni della Côte d'Or, sono sempre ben disegnati e dotati delle virtù dei singoli distretti produttivi. Lo dimostrano una volta di più i due vini qui recensiti, tra di loro davvero diversi, nonostante la calda e per certi versi omologante vendemmia 2005. Il Gouttes d'Or punta alla definizione varietale (burro, nocciola, lieve lato fumé) e alla grassezza tipica del cru (piantato su suoli marnosi e profondi) senza perdere di vista quell'equilibrio e quell'armonia che tutti gli appassionati ricercano in una buona bottiglia di Mersault. Per contro, il PulignyMontrachet Les Champgains spicca per il suo profilo evolutivo e minerale (rovere, tartufo, fiori, spezie) e per una trama sapida più serrata e tesa, che saprà sciogliersi nei prossimi anni. Château de Rontes Pouilly-Fuissé Les Birbettes 2005 89+E Il suo naso è dolce di pan di Spagna e cera d'api, di miele e spezie orientali, ma ha il pregio di non stancare, e grazie al contributo dell'ossigeno, di “raffinarsi” ora dopo ora nel bicchiere (sceglietelo ampio). La bocca ha volume e fisicità ben sincronizzati, buona intensità nella trazione e il giusto sale per allungarsi al meglio (davvero solida è la persistenza). L'azienda, meno di sette ettari vitati (posti sulle colline di Rontets, nel comune di Fuissé) è di proprietà della coppia “franco-italiana” Claire Gazeau e Fabio Montrasi, vignaioli biodinamici tra i più sensibili del Mâconnais. Hospices de Beaune Mersault Premier Cru Charmes 2007 89D Questo storico ospedale e istituto benefico con sede nei monumentali edifici dell'Hôtel-Dieu di Beaune (è qui che si celebra, annualmente, la famosa asta dei vini di Borgogna, la terza domenica di novembre) possiede anche eccellenti vigneti e una serie di proposte di buon valore. Mersault Charmes 2007 è tra queste (la vigna, ampia ed eterogenea, si trova immediatamente ai piedi del famoso Perrières). Ha potenza materica, acidità affilata e un timbro boisé non timido (ma nemmeno sproporzionato): doti che oggi ne fanno un vino saporito e complesso, ma piuttosto austero, proiettato verso il futuro. Per i prossimi due anni “stanatelo” con un decanter e una temperatura di servizio relativamente alta. Prezzo allettante. Bruno Colin Chassagne-Montrachet Premier Cru Morgeot 2007 88+G La fascia dei Premier Cru che dal centro del paese scende in direzione sud (di cui Morgeot fa parte), è da molti considerata uno dei luoghi di Chassagne dove lo Chardonnay si fa più ricco, quasi grasso nelle annate più calde. E' dunque bravo Bruno Colin (per una vita nell'azienda paterna, la Michel Colin-Deléger) a proporne invece una versione di estremo equilibrio, nella quale il muscolo è tornito ed elastico, l'acidità precisa e propulsiva, il finale pulito, succoso, senza eccessi boisé. Un nome nuovo (l'esordio è della vendemmia 2004) per gli appassionati di bianchi d'autore, anche se i prezzi sono già molto alti. Domaine Leflaive Mâcon-Verzé Blanc 2007 88+D Se intendete entrare (anche se non dalla porta principale) nel fantastico mondo bianchista di Anne-Claude Leflaive e del suo plenipotenziario Pierre Morey (anche eccellente produttore a Mersault), vi consiglio di non perdere questo divertente Chardonnay prodotto a Verzé, uno dei tanti “village” satelliti di Mâcon. Frutto puro ed eclatante, bocca longilinea e dinamica, fresca e precisa. Tra i vini in assoluto più convenienti nel catalogo borgognone della famiglia Sarzi. Pierre Matrot Mersault Premier Cru Blagny 2002 87F I Mersault di Thierry et Pascale Matrot sono sempre reticenti nell'espressione aromatica, e nemmeno questo tenace Blagny 2002 fa eccezione: uno Chardonnay di tempra più che di dettagli (Blagny, a cavallo tra Puligny e Mersault è storicamente un terroir da pinot nero), che ancora oggi, a distanza di otto anni, ha bisogno di una temperatura alta e di tanto ossigeno per portare a galla un'espressività più netta. Domaine Bruno Clair Morey Saint Denis Blanc En la Rue de Vergy 2007 86+G A Marsanny almeno tre produttori meritano la deviazione: Olivier Guyot, André Bart e, soprattutto Bruno Clair. Interprete eclettico: bravissimo rossista (buona parte del catalogo aziendale è all'insegna dei grandi Pinot Nero della Côte de Nuits) e abile bianchista (il suo Corton-Charlemagne è sempre tosto e buono). Qui la famiglia Sarzi ci propone un raro e grintoso Morey Saint Denis Blanc, “nocciolato” e appena vegetale nei profumi, molto ben dotato al palato. Legno in integrazione. Potrebbe conservarsi bene. Domaine Bonneau du Martray Corton Charlemagne Grand Cru 1994 84H Quasi dieci ettari di vigna (un'immensità da queste parti!) coltivati nei migliori lieu-dit del Corton Charlemagne (En Charlemagne, Le Charlemagne) fanno di questa bisecolare azienda di PernandVergelesses una delle proprietà più prestigiose dell'intera regione. I BORGOGNA: ROSSI Dugat-Py Gevrey Chambertin Premier Cru 2006 90+H Colorati, potenti, profondi, eppure mai in debito di vitalità e di autenticità, quelli di Bernard Dugat-Py, produttore di folgorante successo planetario (imbottiglia solo dal 1989), sono tra i Borgogna più completi e affidabili che mi sia mai capitato di assaggiare. A partire dai Village (Les Evocelles 2002 oggi è una bottiglia sensazionale) fino ad arrivare ai Grand Cru (sempre e solo assaggiati da botte: il ricordo è di una densità gustativa davvero rara in regione), la qualità della gamma non conosce cedimenti. Una conferma arriva anche da questo Gevrey Chambertin Premier Cru 2006 (Fonteny, Corbeaux e Perriére i “lieux-dits” selezionati), non ancora rifinito al naso (il tono boisé va lentamente integrandosi), ma già carnoso e seducente al palato. Cresce tanto a bottiglia aperta. Domaine Denis Mortet Gevrey Chambertin Premier Cru 90H Lavaux St. Jacques 2004 Prematuramente e tragicamente scomparso nel gennaio del 2006, Denis Mortet (oggi al suo posto c'è il figlio Arnaud) è annoverato tra i simboli assoluti della Borgogna contemporanea: i suoi modernissimi Pinot Nero, un mix di fruttata esplosività e di raffinata freschezza, sanno conservarsi a lungo senza fare una piega, trovando la migliore definizione espressiva dopo almeno un decennio di bottiglia (di recente 89+G Se Dugat-Py è il simbolo della Borgogna d'avanguardia (insieme a Christophe Perrot-Minot, a Philippe Charlopin e al compianto Denis Mortet per citare i più noti), Henry Gouges e i suoi eredi (Pierre, Christian e Grégory) rappresentano il meglio del classicismo della Côte, proponendo una serie di Nuits-SaintGeorges Premier Cru pieni quanto rugosi in gioventù, profondi e austeri, lenti ma appaganti nell'evoluzione. Non delude le attese questo Pruliers 2005, denso, granitico e insieme elegantissimo nella distribuzione al palato. Esige un bicchiere ampio e un po' di tempo per esprimersi a dovere. Da dimenticare in cantina. Clos de Tart Morey St. Denis Premier Cru 88 I La Forge de Tart 2007 Se amate i rossi immediati e generosi, allora i ricercatissimi Pinot Noir di Bruno Clair e di Philippe Brun non fanno per voi: qui lo stile è super classico e i vini, rigorosamente asciutti, hanno bisogno di tempo per emergere appieno. Comincia ad aprirsi solo ora, ad esempio, questo vigoroso Aloxe Corton 2005, che non seduce per la grazia, ma per una tensione scalpitante (che reclama la tavola) e per una persistenza di bella lunghezza e definizione (liquirizia e frutti di bosco). Nome che racchiude tre soggetti diversi indissolubilmente legati tra di loro (vigneto, denominazione e azienda), Clos de Tart è una delle leggende di Borgogna: per la magnifica posizione della vigna (poco meno di otto ettari che sovrastano la sede, piantati eccezionalmente a girapoggio e classificati Grand Cru), per la qualità del suo vino (Clos de Tart, monopolio del marchio, nelle annate migliori è sinonimo di forza ed eleganza, quasi un paradosso enologico) e per la notorietà di chi lo produce, il bravissimo Sylvain Pitiot, vinificatore puntiglioso e formidabile esperto della Côte d'Or (il suo libro Les Vins de Bourgogne, corredato da una preziosa sezione cartografica, è un punto di riferimento per ogni appassionato della regione). Le vigne più giovani del “Clos” sono vinificate a parte e vendute come Morey-Saint-Denis Premier Cru Clos de la Forge. Il 2007, meno profondo e carnoso del 2006 (qui non recensito), dovrà ancora smaltire un po' di legno, ma già oggi mostra tutta la grazia tannico/sapida tipica di questo settore, unita a un calore vigoroso, che si distillerà nel corso degli anni. Domaine Méo-Camuzet Chambolle-Musigny Premier Cru Les Cras 2003 88+H Domaine Bruno Colin Chassagne Montrachet Premier Cru La Maltroie 2007 88F Sarà per l'annata (che tutti conosciamo), sarà per la ricchezza argillosa di cui si nutre Les Cras (Premier Cru ubicato sopra il comune di Chambolle, a poca distanza dal Grand Cru Bonnes-Mares), sarà Rinomato per i suoi vini bianchi, il comune di Chassagne produce, almeno in certi settori (dove la radice calcarea dei terreni si fa più superficiale) anche ottimi rossi che non di rado strizzano l'occhio a Volnay per Domaine Bruno Clair Aloxe Corton 2005 89F IMPORTATORI: sarzi amadé Domaine Henry Gouges Nuits-Saint-Georges Pruliers 2005 per lo stile di Jean-Nicolas Méo (che produce rossi fitti, a metà strada tra moderno e classico), o magari per tutte queste cose insieme, fatto sta che questa bottiglia mi ha ricordato il profilo e il calore di qualche ottimo Chianti Classico. Come certi Sangiovese chiantigiani esibisce infatti profumi viscerali avvolti da una legnosità evoluta (spezie, sottobosco), poggiando su una struttura articolata, in cui freschezza e calore si integrano perfettamente. Disponibilità limitata. 53 ho bevuto un Fixin Village del 2000 in stato di grazia). Questo Gevrey Chambertin Premier Cru Lavaux St. Jacques 2004, a dispetto di un millesimo minore, ha una fittezza aromatica così generosa e una trama tannica così densa e matura, da rendere necessaria la decantazione. Da conservare. ENOGEA - II SERIE - N. 33 vini, molto spesso grandiosi, sono a buona ragione tra i più ricercati dagli appassionati di tutto il mondo, nonostante i prezzi importanti (ma non sleali). Se le ultime annate in commercio meritano tutte le nostre attenzioni (del 2002, assaggiato in cantina, conservo il ricordo di un bianco purissimo, cristallino), questo vecchio 1994, complice un millesimo piccolo piccolo e un tappo tutt'altro che impeccabile, sembra ormai giunto al capolinea. IMPORTATORI: sarzi amadé 54 ENOGEA - II SERIE - N. 33 raffinatezza e profondità di sensazioni. Ne è un bell'esempio questo La Maltroie 2007, limpido ed elegante nello sviluppo al palato, e succoso al punto giusto nel lungo finale. La sensibilità interpretativa di Bruno Colin al servizio di un rosso divertente da bere. Domaine Antonin Guyon Corton Bressandes Grand Cru 2005 Beaune Clos de la Chaume Gaufriot 2005 87+G 86E Azienda agricola familiare tra le più grandi del comprensorio di Beaune (43 ettari vitati e 200.000 bottiglie prodotte), gode di buona fama tra gli addetti ai lavori almeno per due motivi: l'affidabilità qualitativa delle tantissime etichette in catalogo e la capacità dei migliori vini di crescere nel tempo. Lo stile, prevalentemente contemporaneo (né moderno né tradizionale), si concretizza in Pinot Nero austeri in gioventù (e un po' segnati dal rovere), ma ottimi alla prova del tempo. Sia il Corton Bressandes Grand Cru 2005, che il Beaune Clos de la Chaume Gaufriot di pari annata vanno in questa direzione. Il primo, nonostante il calore del millesimo e una legnosità piuttosto sottolineata, è un vino dritto e fresco, lungo e gastronomico, destinato a conservarsi a lungo. Il secondo, invece, al di là della solita sottolineatura boisé, possiede intensità, definizione, vivezza e una punta di gradevole mineralità. Château de Pommard Pommard 2005 87G Migliorano i vini di questa importante proprietà di Pommard (20 ettari vitati), vinificati nelle ultime stagioni da un consulente d'eccezione come Philippe Charlopin, proprietario del Domaine Charlopin-Parizot a GevreyChambertin. Questo Pommard 2005, ad esempio, pur non brillando in termini di purezza aromatica (il rovere andrebbe forse registrato con più rigore), possiede una bocca densa, grintosa e calda, che sa allungarsi con i tempi giusti. Esige la carne d'agnello. Domaine Gros Frere et Soeur Vosne-Romanée Premier Cru 87H Les Chaumes 2006 Creato da Colette e Gustave Gros, e diretto dal nipote Bernard, fratello di quel Michel Gros di cui ho scritto su Enogea n. 30 (in occasione dell'articolo dedicato al catalogo di Fabio e Daniele Balan), questo importante “domaine” di Vosne Romanée deve la sua notorietà a due Grand Cru tra i più ricercati dagli appassionati: Richebourg e Clos Vougeot Le Grand Maupertuis. Les Chaumes è invece un Premier Cru di buon livello, ubicato subito ai piedi di La Tâche, al confine con il territorio comunale di Nuits-Saint-Georges: questo 2006 profuma di fiori, piccoli frutti e cioccolato e in bocca possiede materia e levigatezza. In persistenza il legno toglie un po' di luce. Domaine Eric De Suremain Chateau Monthelie Premier Cru Sur La Velle 2001 86+E Da non confondere con il Domaine de Suremain di Mercurey, in Côte Chalonnaise, questa piccola azienda familiare con sede a Monthélie, borgo agricolo che sovrasta il paese di Mersault, produce un Premier Cru 2001 a metà strada tra un Volnay e un Pommard: ha calore (ma poco colore), vivezza e dinamismo (ma pure una certa polpa), e un fondo caffeoso (del rovere) che caratterizza senza disturbare. In beva. Domaine Tollot-Beaut Aloxe Corton Premier Cru Les Fournières 2006 2006, dal naso di agrumi e rosa e dalla bocca serrata ma progressiva, generosa di tessuto e di sapore. Domaine Marquis D’Angerville Pommard Combe 86G Dessus 2002 Apprezzata dagli esperti per una serie di Volnay di raffinata classicità stilistica (Caillerets, Champans, Clos des Ducs, Frémiets e Taillepieds), l'azienda di Guillaume d'Angerville, successore del patriarca Jacques, propone anche un Pommard arcigno e selettivo, il Combe Dessus. A questo 2002 non fanno difetto né il vigore né la pienezza tannica, doti fondamentali della denominazione, ma un po' di densità in più gli avrebbe giovato. Per amatori. Domaine Comte George de Vogüè Chambolle-Musigny 2006 E' stata questa la prima azienda che ho visitato in Côte de Nuits, e ancora oggi conservo un bel ricordo di un palpitante, quintessenziale Musigny 1992 (l'azienda detiene la proprietà di tre quarti del celebre Grand Cru). E' invece un'interpretazione assai meno curata quella che emerge dall'assaggio di questo Village 2006: poco focalizzato sui profumi (in genere sempre ben dichiarati nei Pinot Nero di Chambolle) e inasprito da tannini asciuganti. Prezzo stellare. PER SAPERNE DI PIU' 86+F Non sono mai Borgogna particolarmente complessi, almeno in gioventù, quelli prodotti da Nathalie, Olivier e Jean-Paul Tollot, ma per chi vuole scoprire la “drittezza” del Pinot Nero della Côte de Beaune senza spendere cifre folli, allora questo indirizzo merita tutta la considerazione del caso. Assente dalla mia degustazione il Savigny-Les-Beaune Premier Cru Champ Chevrey (a mio avviso il loro vino più conveniente), si dimostra affidabile anche questo Aloxe Corton Premier Cru Les Fournières 84H Sylvain Pitiot - Jean Charles Servant 55 ENOGEA - II SERIE - N. 33 GLI IMPORTATORI TERZA TAPPA: QUALITY WINES di Francesco Falcone Il Nuovo Mondo non è per forza di cose sinonimo di vini grossi e privi di fascino, e il catalogo di Lupo Melia lo dimostra. Numerose Jacopo infatti le bottiglie che meritano l'attenzione di appassionati e operatori. Esiste un pregiudizio secondo il quale i vini di provenienza extraeuropea nascano da territori privi di tradizioni. Tuttavia, se è vero che l'industria enologica del Nuovo Mondo ha trovato solo negli ultimi trent'anni una sua moderna identità (in particolare grazie al ruolo trainante della California), è altrettanto vero che molte di quelle stesse nazioni oggi considerate emergenti vantano origini viticole antiche: ne sono esempi emblematici l'Argentina, dove la vigna è documenta fin dal 1557 (quando nel Médoc, per intenderci, c'erano ancora le paludi salmastre) e l'Australia, dove i colonizzatori europei la piantarono intorno alla fine del 1700. Partendo da tale premessa, e consapevoli che il retroscena vitivinicolo di quei Paesi è tutt'altro che privo di forti peculiarità, gli esperti assaggiatori di Qualiy Wines hanno selezionato un gruppo di produttori in grado di valorizzare con discernimento le tante, sfaccettate potenzialità delle rispettive aree vinicole. Il catalogo curato da Jacopo Lupo Melia, salvo sporadiche eccezioni da “copertina”, è perciò ricco di vini particolarmente seducenti, con le bottiglie migliori che hanno dato prove di sontuosa complessità. BREVE PROFILO Fondata nel 2007, Quality Wines opera da pochi mesi nel mercato italiano come importatore di alcuni ricercati vini provenienti da Argentina Australia, Cile, Nuova Zelanda, Stati Uniti d'America e Spagna (l'unico paese europeo in catalogo). Il fondatore, Jacopo Lupo Melia, dopo la laurea in enologia e una lunga esperienza enologica maturata presso l'azienda di famiglia (la romagnola Fattoria Paradiso), ha dato vita a questo innovativo progetto commerciale il cui obiettivo dichiarato è quello di affermarsi come leader nell'importazione e nella distribuzione di prestigiosi marchi del cosiddetto “Nuovo Mondo”. Per fare ciò Quality Wines non si affida soltanto a una quarantina di agenti che operano sull'intero territorio nazionale, ma organizza anche frequenti incontri “educativi” con gli operatori. Per saperne di più consultate il sito: www.qualitywines.it SPAGNA: BOLLICINE Raventos i Blanc Cava Gran Reserva de la Finca 2005 89+E Raventos I Blanc è una delle firme più prestigiose del Cava, spumante metodo classico prodotto prevalentemente in Catalogna, in particolare sull'altopiano di Sant Sadurní d'Anoia, nel Penedès. Questo Gran Reserva 2005, cuvée di punta della gamma, ha un fascinoso profilo ossidativo che anticipa un bel ventaglio di profumi, prima più fruttati e dolci (scorza d'arancia candita e distillato di albicocca), poi più vegetali (menta e mandorla amara), e infine più minerali (roccia bagnata). Bocca finemente spumosa e dotata di imprevedibile accelerazione nel finale. Lunga e salmastra la persistenza. Assemblaggio di xarel-lo, macabeo, parellada, chardonnay e pinot nero. 36 mesi di affinamento in bottiglia. IMPORTATORI: QUALITY WINES 56 ENOGEA - II SERIE - N. 33 Raventos i Blanc Cava Reserva Brut L'Hereu 2007 87+E Qui il tono ossidativo è ancora più netto (noce, arachidi, mela al forno), accompagnato da un'evidente tonalità speziata (cannella) e da stimolanti venature mediterranee: rosmarino, timo, menta stropicciata e mandarino maturo. Palato meno granitico e succoso del precedente, ma ugualmente raffinato nello sviluppo e incisivo in chiusura. Ricorda da vicino, per stile e disegno, il Brut non millesimato che Claudio Faccoli produce nel Monte Orfano, in Franciacorta. Assemblaggio di macabeo, xarel-lo e parellada. 18 mesi di affinamento sui lieviti. Raventos I Blanc Cava Reserva Rosé De Nit 2007 84E Stretto in una robusta riduzione (da cui non si libera nemmeno a distanza di molte ore) propone un naso reticente (lieviti e mandorla abbrustolita) e una struttura piena ma non pienamente risolta. Sviluppo dunque saporito quanto “granuloso”, ancora privo della migliore omogeneità e della necessaria scorrevolezza. Mi piacerebbe risentirlo tra qualche mese. Assemblaggio di macabeo, xarel-lo, parellada e monastrell. 18 mesi di affinamento sui lieviti. STATI UNITI: BOLLICINE Schramsberg North Coast Sparkling Wine J.Schram 2001 vita a una persistenza sfaccettata e interminabile. Non perdetevelo. Schramsberg North Coast Sparkling Wine Blanc de Noirs Brut Vintage 2006 90F Non è multidimensionale come l'altro, ma è ugualmente un spumante di ascendente “champenois”, con un naso che esprime sia il carattere specifico del pinot nero (distillato di mirabelle e arancia amara), sia un ventaglio di sensazioni evolutive che vanno dal fiore alle spezie, dalle erbe alla frutta secca. Bocca calibratissima nel dosaggio, ovattata in “centrobocca”, sobria e slanciata in chiusura. Timbro idrocarburico/iodato di sottofondo. Semplicemente goloso. Schramsberg North Coast Sparkling Wine Reserve 2001 89F Più ossidativo – e selettivo - delle due cuvée precedenti, apre nel segno di alcuni vecchi e umorali Blanc de Blancs di Cramant, con una perentoria sensazione di ostrica e acqua marina. In bocca è invece più nitido il ruolo del pinot nero (70% dell'intero assemblaggio), con un tessuto denso e nervoso, polputo e vibrante, ancora in debito della miglior espansione, ma ugualmente imperdibile se amate le cuvée di marcata personalità sapido/ minerale. Da meditazione. Schramsberg North Coast Sparkling Wine Blanc de Blancs Brut Vintage 2006 87+F 93G Nel fiorire di nuove aziende che hanno cominciato a produrre spumanti metodo classico in Napa Valley, la Schramsberg del mitico fondatore Jack Davies (morto nel 1998 e oggi sostituito da un gruppo di eredi) rimane un punto di riferimento imprescindibile per storia (ultradecennale) e qualità. Un prestigio alimentato soprattutto dal sensazionale J.Schram, cuvée “ammiraglia” del marchio e spumante di levatura mondiale (77% chardonnay, 23% pinot nero). Questo 2001 è ampio e purissimo nei suoi profumi di arancia, albicocca e acqua marina, e addirittura sublime al palato, denso e insieme soffice, ricamato da una carbonica degna dei migliori Vintage di Krug. La chiusura, succosissima e salata, dà Della gamma è forse la cuvée meno nobile, costruita con una più chiara vocazione per la mescita, ciononostante non perde un briciolo del calibro che cerchi in uno spumante di alta gamma. Fonde i caratteri di un Franciacorta di Uberti (calore e cremosità) con quelli del Brut di Tasca d'Almetita (per la bella varietà di frutti tropicali) corroborati da una incisiva nota di frutti di mare che evoca come sempre la Côte de Blancs. Da stappare in qualsiasi momento della giornata. STATI UNITI: BIANCHI Château Montelena Napa Valley Chârdonnay 2007 88+G Famoso tra gli appassionati per aver vinto le cosiddette “Olimpiadi del Vino” organizzate da Steven Spurrier nel 1976 a Parigi (una degustazione comparativa alla cieca con alcuni dei migliori bianchi di Borgogna), questo Chardonnay di Calistoga (comune a nord del distretto della Napa Valley) si conferma un vino di rango, calibrato nell'uso del legno (cedro e tostature lievi), saldo nell'assetto aromatico (burroso, nocciolato, speziato) e dotato di una tessitura compatta, non così articolata, ma perfettamente alimentata dall'acidità. Finale compiuto, serio, che lascia intendere una solida evoluzione in bottiglia. Borgogna del sud. Poet's Leap Columbia Valley Riesling 2008 88+E Insieme a Pedestal e a Sequel (di cui scrivo più avanti), Poet's Leap è parte integrante della lussuosa società “Long Shadows”, microfederazione di piccole e piccolissime aziende di enologi e produttori internazionali (tra di loro indipendenti) che hanno acquistato vigna e cantina in Columbia Valley, il distretto enologico più importante dello stato di Washington. Qui il protagonista è il tedesco Armin Diel, noto produttore della Nahe e giornalista enogastronomico. Il suo squisito Riesling è ben giocato sui caratteri minerali più tipici (da subito ben in evidenza), su un frutto tonico e nitido (pompelmo rosa e mango) e su una bocca gustosa, matura, non ficcante ma ben disposta, un po' calda nel finale, ma ugualmente composta. Chappellet Napa Valley Chardonnay 2008 87F Azienda famigliare tra le più apprezzate della California, in particolare per la classe e l'affidabilità di due eccellenti rossi di stampo bordolese recensiti più avanti, quella di Donn e Molly Chappellet produce vino da quarant'anni sulle alture di Pritchard Hill, nel cuore viticolo della Napa Valley. Questo intenso Chardonnay di tempra quasi siciliana (più Tasca che Planeta) ha il merito di conservare nitore fruttato e contrasto gustativo nonostante la generosità dell'alcol (mai bruciante) e quella del rovere (che piano piano tende a smorzarsi). Bocca prima più tosta e calda, poi imprevedibilmente più tenera e viva, non dotata di particolare respiro, ma fresca e gustosa. Potrebbe evolvere bene in bottiglia. ARGENTINA: BIANCHI Catena Zapata Chardonnay – Alamos 2009 87D Fondata intorno alla fine del 1800 da Nicola Catena, emigrante italiano, è la più dinamica tra le grandi aziende argentine (2 milioni di bottiglie e un patrimonio vitato esteso in tutte le principali aree viticole del Paese). In un catalogo dove primeggiano rossi a base di malbec estremamente concentrati e boisé (recensiti più avanti), ho trovato interessante questo Chardonnay 2009, che mi ricorda le migliori edizioni del Pietrabianca di Tormaresca. Rovere ben dosato, frutto nocciolato e non eccessivamente tropicale e bocca generosa ma scorrevole, mai in debito di freschezza. Ha il pregio di non perdere misura a caldo. Catena Zapata Salta Torrontés -Tilia 2009 85+C Da molti esperti considerata l'uva bianca con le migliori potenzialità enologiche di tutto il paese, il torrontés argentino (probabilmente non imparentato con il torrentés spagnolo) dona vini aciduli e sensibilmente aromatici (tra moscato e sauvignon), non complessi, ma gustosi. Premessa che trova conforto in questo buon 2009, bianco STATI UNITI: ROSSI NUOVA ZELANDA: BIANCHI Vinoptima Ormond Gewürztraminer Reserve 2006 88G Il primo a credere e a valorizzare le potenzialità del müller thurgau in Nuova Zelanda con il famoso Nobilo White Cloud (oggi di Constellation), Nick Nobilo è considerato tra i grandi pionieri del vino locale. Fedele alla sua fama di sperimentatore accanito, propone con la sua nuova azienda di Gisborne (Isola del Nord) pochissime bottiglie di un particolarissimo e assai ricercato Gewürztraminer prodotto a Ormond, distretto viticolo tra i più caldi del Paese. Maturo e particolarmente speziato, si muove tra Alsazia e Alto Adige, ma con un timbro di rosa ancora più netto e quasi prevalente. Bocca molto calda, grassa e zuccherina nella prima parte, gradevolmente saporita in centro bocca, meno dinamica in chiusura. Persistenza comunque ampia e stratificata. Da formaggi. Auntsfield Estate Marlborough Wahirau Sauvignon Blanc 2009 87E Sulla scorta di quanto già degustato e rilevato in passato, diversi Sauvignon neozelandesi, chi più chi meno, sono frenati nel loro vigoroso slancio sapido da un pesante involucro di note vegetali e tropicali che alla lunga affaticano la beva. Rappresenta dunque una piacevole eccezione questa interpretazione della Auntsield Estate, tutta giocata sulle mezzetinte aromatiche (con minor esuberanza fruttata e più caratteri minerali) e su una bocca affilata e dal forte accento salmastro in chiusura. Divertente. Sliding Hill Marlborough Sauvignon Blanc 2009 86+D Si muove invece su un registro più consueto rispetto ai parametri organolettici del Sauvignon neozelandese il 2009 di Sliding Hill, con quel naso di peperone, fagiolini bolliti, pesca matura e pietra focaia. Bocca in linea, pol- Chappellet Napa Valley Mountain Cuvée 2007 90+F Chappellet Napa Valley Cabernet Sauv. Pritchard Hill 2007 89+ I Blend bordolese di invidiabile precisione e ricchezza di sfumature Mountain Cuvée 2007 (51% cabernet sauvignon, 46% merlot; 1% malbec, 1% petit verdot; 1% cabernet franc) è un rosso robusto e potente ma senza mollezze né eccessi di estrazione, che ricorda molto da vicino i migliori rossi di Bolgheri (Ornellaia, in particolare). Al naso è erbaceo in maniera misurata, dolce nel frutto (ma senza derive esotiche) e ben dosato nel legno. Buonissima anche la bocca: calda ma sostenuta da tannini di pregio che si sciolgono in un finale denso di sensazioni. Da non perdere. Rispetto al vino precedente lo stile qui è più estremo: grande concentrazione, grande potenza alcolica e maturità del frutto davvero spinta (così spinta da evocare un Amarone di stampo moderno). Detto questo, e al di là delle mie personali preferenze (più vicine al Mountain Cuvée), è comunque un Cabernet Sauvignon di notevole personalità e di ottimo spessore, ancora in parte da formare, ma già apprezzabile sia per la notevole precisione nell'uso del rovere, sia per la raffinata grana dei tannini. Merita un ulteriore, direi robusto, affinamento. Château Montelena Calistoga Cabernet Sauvignon The Montelena Estate 2005 88+ I Affrancato dagli stereotipi che molto spesso rendono prevedibili i Cabernet Sauvignon californiani, è un rosso compatto e vivo, che profuma di cacao e tabacco, di mirtilli e fiori, con un lieve sottofondo mentolato. In bocca non ha la raffinata filigrana di un grande Bordeaux (a cui stilisticamente si ispira), ma possiede comunque tannini eleganti e una buona dinamica per affondare senza indecisioni. Persistenza non ampia, ma continua. IMPORTATORI: QUALITY WINES 88D Azienda di grandi dimensioni (3,5 milioni di bottiglie e 500 ettari vitati) fondata da Aurelio Montes nel 1988, è ormai da anni considerata dalla critica internazionale uno dei dei marchi più seri e attenti alla qualità del suo Paese. E se la vera specialità della Casa sono i rossi (recensiti più avanti), è altrettanto brillante la prestazione di questo Sauvignon 2010 prodotto nella Valle de Leyda, territorio viticolo pianeggiante che si sviluppa a sud di Santiago. Affascina per il suo invitate registro aromatico, che ha molti punti in comune con il Lafòa di Colterenzio (ortica, melone, pompelmo, buccia di pesca), e per la bocca avvolgente, vispa, priva di cedimenti. Persistenza davvero lunga che spinge forte sulle note di melone. 57 Montes Valle de Leyda Sauvignon Blanc 2010 posa ed energica, anche se non propriamente ricca di sfumature. Melone e origano nella persistenza. ENOGEA - II SERIE - N. 33 tecnico e un po' sfacciato nei profumi (almeno in prima battuta) che in bocca sa scorrere piacevolmente, saporito ed equilibrato. Da mescita. CILE: BIANCHI IMPORTATORI: QUALITY WINES 58 ENOGEA - II SERIE - N. 33 Château Montelena Napa Valley Cabernet Sauvignon 2006 87G Rispetto al precedente ha un naso meno fitto ma più arioso, con il lato vegetale e di cuoio (mai sopra le righe) che anticipa i tipici profumi di tè verde e di frutti di bosco. Al palato è invece meno incisivo, meno denso nella trama e appena più liquido in chiusura. Dopo due giorni di ossigeno si avvicina, e non poco, al San Leonardo di Guerrieri Gonzaga. Classico. Sequel Columbia Valley Syrah 2006 87H Anche la Sequel di John Duval (ex enologo di Penfold's), come la Poet's Leap di Armin Diel (di cui ho scritto in precedenza) e la Pedestal di Michel Rolland (ne scrivo di seguito) appartengono al gruppo Long Shadows. Questo ricercatissimo Syrah, che fin dalla sua prima annata, la 2003, è stato ben considerato dalla critica americana, è prodotto con vigneti coltivati in due fra le principali località della Columbia Valley: Yakima Valley e Horse Heaven Hills. Il 2006 è un vino voluminoso e ben curato, impenetrabile nel colore, ben focalizzato sul frutto e concentrato al palato. Ha però il limite, a mio avviso, di viaggiare molto in superficie, lasciando per strada, in particolare dopo la solita "prova dell'aria", quelle rifiniture che cerchi in un rosso così ambizioso e costoso. Pedestal Columbia Valley Merlot 2006 86+H Altra azienda affiliata alla Long Shadows e altro nome di grido dell'enologia mondiale - leggi l'enologo girondino Michel Rolland. Consulente di un centinaio di grandi aziende vinicole sparse per il mondo intero, trova il tempo per produrre qui un vino tutto suo, un Merlot figlio del clima temperato di Walla Walla, altra zona viticola della Columbia Valley che gode di buona reputazione. Un rosso caldo e levigato che nonostante le cure certosine e un peso importante fatica a mostrare l'originalità e le sfumature di altri vini. Finale che in futuro potrebbe progressivamente asciugarsi. Peachy Canyon Winery Paso Robles Petite Syrah 2006 85+E Ha il colore profondo e il naso sel- vatico ed ematico di un Teroldego Rotaliano di buona struttura (il Sangue di Drago di Marco Donati non è lontano), sostenuti da una bocca gradevolmente rugosa che sa scorrere e insaporire con discreto ritmo e continuità. Chiude con un accenno amarognolo che un po' lo penalizza, senza tuttavia privarlo di una gradevole persistenza di caffé e confettura. Dubito che potrà trovare maggior ricamo con un affinamento più lungo. CILE: ROSSI Montes Valle de Casablanca Pinot Noir Montes Alpha 2008 90+D Un Pinot Nero di stampo “latino”, ma interpretato ugualmente tutto in finezza, buonissimo quanto atipico. Sulle prime nascosto, con i terziari a caratterizzare l'assetto odoroso (tabacco, tostature, terra bagnata), sa farsi molto più convincente dopo qualche ora di ossigeno, quando porta in orbita un profilo olfattivo perfettamente definito che mi ricorda tanto un Brunello di Sesta. Palato di rara grazia tannica, foderato e assai succoso nell'allungo. Finale di bel respiro (prugna, agrumi, sottobosco) e di ottima lunghezza. Dategli ancora un paio d'anni. Montes Syrah Folly 2006 90H Prodotto da una selezione di vecchie vigne coltivate tra Curicò e Colchagua, è un Syrah estroverso, quasi esotico nei profumi: prugna, pepe, cannella, liquirizia e tostature boisé. Bocca invece più classica, dal taglio “supertuscan” (quasi un Siepi di buona annata), di ottima chiarezza tannica e buona propulsione nello sviluppo nonostante l'opulenta densità dell'impianto. Finale adeguato all'occasione, caldo, non ancora completamente rifinito, ma lungo e solido. Saprà crescere. Montes Valle de Colchagua Purple Angel 2007 87F Fatica a concedersi, in particolare al naso (dolce di rovere e di frutto), mentre sa proporsi con buona varietà al palato, ben curato nell'estrazione dei tannini, carnoso nello sviluppo, caldo senza risultare bollente in chiusura. Una particolare e insistita persisten- za di borotalco gli porta via nobiltà. Lo terrei comunque d'occhio, magari riassaggiandolo tra un paio d'anni. Assemblaggio finale: 92% carmenère e 8% petit verdot. ARGENTINA: ROSSI Catena Zapata Catena Alta Malbec Riserva 2007 87+F Catena Zapata Catena Malbec 2008 86+E Catena Zapata Alamos Malbec 2009 84+D Non so quanti punti di contatto possano esserci tra un malbec coltivato in altura (oltre i mille metri) e un lagrein, ma la vicinanza che esiste tra questa Riserva 2007 e alcune selezioni del celebre rosso altoatesino non merita di passare sotto silenzio. Naso dunque ben focalizzato sulla mora matura, sul pepe, sulla mandorla e sul legno di liquirizia, e bocca rugosa, calda, non omogenea, ma saporita. Decisa persistenza di lavanda e frutti neri. Rovere perfettamente assorbito. Cupo e “caffeoso” in partenza, trova via via un assetto olfattivo più definito (ma non definitivo) che rimanda ai toni vegetali di un cabernet trentino di annata calda. Profilo gustativo ugualmente irrisolto, pieno e compatto ma ancora da svolgere, di buona matrice tannica e allo stesso tempo piuttosto frenato nella progressione e nell'espansione. Finale pulito, privo di sbavature, anche se avaro di sollecitazioni. Crescerà nei prossimi due anni. Al naso spinge più del precedente, aperto (ma con qualche rusticità) su sensazioni di liquirizia, canfora e balsami. Bocca invece più tenue nel tessuto, scorrevole e saporita, senza il guizzo di una personalità superiore. Sfumature vegetali in persistenza. AUSTRALIA: ROSSI Two Hands McLaren Valley Lily's Garden Shiraz 2008 94H Se è vero che tre quarti del vino australiano è in mano a pochi e colossali enopoli, è altrettanto vero Two Hands Barossa Valley Yesterday's Hero Grenache 2008 92+F Se l'obiettivo iniziale di questa piccola maison de négoce era quello di produrre una delle migliori espressioni di Shiraz del South Australia (obiettivo ormai pienamente raggiunto), questa memorabile, incantevole Grenache 2008 rappresenta una sorta di goloso “fuori programma”. Un rosso che non giganteggia per estrazioni e volume, ma che sa stupire per l'intensità dei dettagli e per la sua capacità di miscelare il passo di certi Cannonau di Mamoiada con la felpata densità di uno Châteauneuf-du-Pape di Usseglio. Profumi di prugna appena colta, pompelmo rosa, marasca, pepe, e bocca calda ma tonica, decisa nell'allungo. Addirittura impressionante nella persistenza. Gran tenuta a caldo e all'aria. Schild Estate Barossa Valley Shiraz 2007 92E Da una selezione di alberelli centenari coltivati sulle colline rocciose delle Barossa Ranges Orientali, la famiglia Shild propone questo rosso di ardita personalità, che è una sorta di emblema del più autentico Shiraz di Barossa: aromatico, tosto, alcolico. Un rosso evoluto al punto giusto, selvatico senza apparire rustico (pensate al Terre Brune di Santadi, per dare un'idea, ma con più frutto e slanci), pastoso e al contempo scattante al palato. Tannini bene estratti che solo in chiusura palesano un breve irrigidimento. Grande riuscita anche dopo tre giorni di aerazione. 91H E' questo il rosso più estremo imbottigiato da Matt Gant e John Retsas, due giovanisismi produttori che in poco meno di un lustro hanno raccolto i consensi della critica internazionale. Il Fat of the Land Greenock 2006 è una sorta di Porto Vintage che in certe fasi richiama le rustiche sfumature di un Amarone di Quintarelli e in altre la potenza di fuoco di certi Primitivo pugliesi (penso in particolare alla Riserva di Nicola Chiaromonte). Metà vino e metà liquore, insomma, decorativo ma non pesante, meridionale fuori (per colore, volume, alcol) e imprevedibilmente nordico dentro (per impianto tannico, freschezza acida e capacità di migliorare a contatto con l'ossigeno). Al suo meglio tra una decina d'anni almeno. Two Hands Barossa Valley Bella's Garden 2008 89+H Two Hands McLaren Valley Shiraz Angels' Share 2008 88+E Per potenza di fuoco, carnosità, trama e sapore non è molto distante dal Lily's recensito in precedenza, ma non è altrettanto risolto sul piano della precisione esecutiva, con quel naso ancora tutto da formare (caldo e boisé) e quella bocca che scalpita e scalcia come un cavallo imbizzarrito, ma di razza. Assolutamente da attendere. Ne varrà la pena. Non ha il talento degli altri Shiraz della Casa, ma è ugualmente costruito con saggezza, moderno ma non esibito, molto fruttato (ciliegia, mora e mirtilli) senza con ciò apparire monodimensionale. In bocca attacca morbido e accogliente, trovando più scioltezza e succosità nell'allungo. Ottima persistenza e buonissima resistenza a bottiglia aperta. First Drop Barossa Valley Shiraz Mother's Milk 2008 87E La sensazione di prugna surmatura e il tono scolastico del rovere all'inizio lo fanno apparire largo e un po' “appiccicoso”, ma via via è capace di guadagnare complessità odorosa (fiori, balsami, pepe) e contrasto gustativo (più salino che acido/tannico). Cresce considerevolmente con l'aria. First Drop Mclaren Valley Cabernet Sauv. Mother's Ruin 2008 86+E E' un rosso ben fatto, che mi fa pensare al Burdese di Planeta, in particolare a qualche annata dei primi anni 2000. Grintoso quanto tondeggiante, non originale nella costruzione (prevalgono le sensazioni dolci), ma lontano dalla banalità. Un buon Cabernet Sauvignon “sudista” insomma, che al di là dello stile, mostra armonia tra i reparti e buon equilibrio tra gli elementi. Apprezzabile, in particolare, il tono balsamico del finale. Da bere nei prossimi tre anni. NUOVA ZELANDA: ROSSI Sliding Hill Marlborough Pinot Noir 2008 88E Per chi nutre ancora dubbi sulle potenzialità del Pinot Nero neozelandese, l'invito è di posare il naso su questo Marlborough 2008 proveniente da vecchie vigne coltivate nella Whairau Valley. Un rosso che racchiude i fondamentali di un Village delle Côte de Nuits (di quelli buoni) con qualche “montanara” spruzzata di Alto Adige e una vibrante selvatichezza ereditata dalla sua terra. Il risultato è ottimo: frutto fitto, vivo e agrumato, e bocca elastica, dal lungo respiro floreale. Alcol sotto controllo anche a temperature elevate. Amisfield Central Otago Pinot Noir 2007 87+E Terroir di riferimento per la coltivazione del pinot nero in Nuova Zelanda, la Central Otago si nutre di contrasti e di eccessi, di giornate calde e di notti gelide, di una viticoltura di tipo “nordico” pur essendo la zona produttiva più a sud del mondo. Questo 2007, pur con qualche sbavatura nella forma, rende giustizia al suo sensazionale terroir: ha l'esuberanza fruttata di un Dugat-Py ha cui è stato tolto un po' di lusso, aggiungendovi per contro un tratto gradevolmente campestre. Bocca altrettanto interessante e irrisolta: ha la forza propulsiva di uno Gevrey, solo con qualche ridondanza di troppo. IMPORTATORI: QUALITY WINES of the 59 First Drop Barossa Valley Shiraz Fat Land Greenock 2006 ENOGEA - II SERIE - N. 33 che il resto del settore è polverizzato in una miriade di piccole e poco note aziende che meriterebbero più considerazione da parte degli appassionati italiani. Two Hands è tra queste. I titolari, Michael Twelftree e Richard Mintz sono in grado di produrre una gamma di rossi di incredibile ricchezza estrattiva ben stemperati da un ventaglio di squisite sfumature. Lily's Garden Shiraz 2008, ad esempio, ricorda una grande, monumentale scultura plasmata con la maestria di un bravo artigiano. Un rosso a metà strada fra un Cornas di Clape e un Montepulciano di Oasi degli Angeli, potente e cristallino, calorico e dinamico, lunghissimo nel finale di eucalipto e pepe. Difficile fare meglio.