testi pubblicati sul Nuovo diario del 3 marzo 2016

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testi pubblicati sul Nuovo diario del 3 marzo 2016
ARTICOLO PRINCIPALE
Un albero è per sempre? No, è per noi
Quarantamila piante: proteggerle per proteggerci
Ad occuparsi del verde pubblico è la società BeniComuni
Il primo obiettivo è la sicurezza dei cittadini
Le piante in città non vanno abbattute, ma sostituite
Il momento migliore per piantare un albero è vent’anni fa, il secondo momento migliore è adesso».
Questa citazione di Confucio è diventata il motto di Loris Pasotti, responsabile unità operativa
verde della società BeniComuni, entrata in azione dal 1° gennaio 2013, impegnata nel
mantenimento e nella gestione di tutti i servizi del Comune di Imola.
Tra questi c’è anche il controllo del verde pubblico, una foresta urbana formata da 40mila piante.
La maggior parte delle piante è accuratamente schedata (tranne le aree boschive, cioè la Frattona e i
Boschi dei bambini) e permette un miglioramento del clima e l’abbattimento degli inquinanti, oltre
a rendere più gradevole il paesaggio.
Tuttavia, è sempre da considerare la sicurezza dei cittadini come massima priorità. Per garantirla
vengono effettuate delle valutazioni sulle piante. In questo modo si verifica che i “giganti verdi”
siano in salute e non rischino di cadere. Per quanto riguarda le piante a forte rischio di cedimento, o
quelle che hanno età superiore a 50 o 60 anni (a seconda della loro specie), si prevede sempre una
sostituzione. Mai solo un abbattimento. Infatti, le piante vecchie sono meno efficienti e più costose,
in quanto producono meno ossigeno e necessitano di maggiori controlli, oltre ad essere pericolose.
Per ragioni pratiche ed estetiche, le piante dovrebbero essere, inoltre, sostituite in blocchi, in modo
da avere esemplari più gestibili ed ecologicamente più funzionali. Questo, però, non è sempre
possibile causa l’impatto emotivo che l’abbattimento di un albero comporta per la comunità.
Ma che succede quando alcune piante secolari hanno un indubbio valore estetico? Conservare
piante secolari può comportare rischi e l’eventuale decisione di mantenerle deve essere una scelta
consapevole da fare in luoghi in cui i rischi vengono minimizzati. Il dissenso dei cittadini non può,
per quanto spiacevole per chi deve prendere la decisione, anteporsi alla loro sicurezza.
Proteggere gli alberi, dunque, è anche proteggere noi stessi.
L’intervista
Buongiorno signor Pasotti, ci spiega in cosa consiste esattamente il suo lavoro?
Io sono laureato in scienze forestali e ho una mentalità da “forestale”. Per Beni Comuni devo
ragionare sempre con termini di sostituzione e non di abbattimento di alberi per salvaguardare la
foresta urbana di ben 40mila alberi a Imola.
Perché parla di foresta quando si è in città?
Perché parlare di una foresta aiuta ad inquadrare meglio le strategie di gestione.
Quali sono tali strategie?
Dato l’invecchiamento del nostro patrimonio arboreo in futuro dovranno essere sostituite un
considerevole numero
di piante, considerando che il turno, ossia la durata di vita delle piante in città, può essere
mediamente fissata intorno ai 50 anni.
Ogni anno vengono sostituiti, in media 800 alberi.
Come si può stimare la condizione di una pianta?
È necessario stabilire delle valutazioni di stabilità che possono essere di diverso tipo. Visive,
penetrometriche o sotto trazione, utili a verificare la qualità del legno e la stabilità dell’intera pianta.
In seguito si definisce la propensione al cedimento, indicata con una lettera (A,B,C,C/D,D) che
indica la sicurezza di quella pianta.
Quali sono gli obiettivi essenziali per lei?
Uno degli obbiettivi che mi impongo è di coniugare la funzione ambientale del verde in città con la
sicurezza dei
cittadini, che per me viene prima di tutto.
Il commento
L’anima verde della città
Chi ha mai detto che non essere a conoscenza dei lavori nella propria città non sia importante?
I cittadini rivestono sicuramente un ruolo fondamentale nella società di oggi, ma spesso, non
essendo informati a sufficienza, possono generare tensioni con manifestazioni di protesta.
Ad esempio, in occasione della recente sostituzione di alberi lungo il viale Amendola, tra
l’ospedale Vecchio e il Piratello, vari cittadini hanno immediatamente inviato all’amministrazione
comunale delle lettere di protesta. Difesa degli alberi a oltranza. E protesta contro l’eccesso, da
parte del Comune di Imola, nell’abbattimento del verde pubblico. Il Comune, tramite la società
BeniComuni, ha replicato dicendo che, raggiunti i 50 anni di età, le piante diventano un peso per la
città, consumando più ossigeno di quanto ne producano. E, comunque, non si parla mai di
abbattimento, ma sempre di sostituzione. Il patrimonio arboreo è sicuramente parte
integrante della nostra città, ma dovremmo anche capire che, essendo vivo, non è per sempre: nasce,
cresce e muore. Per questo motivo è necessario prendercene cura e saper accettare anche che venga
sostituito.
Un consiglio da parte nostra? Imparare a informarsi, prima di trarre conclusioni sbagliate.
ARTICOLO DI SPALLA
Imola in un click
Un tempo il Comune informava i cittadini attraverso altoparlanti e manifesti. Oggi, invece, le
comunicazioni arrivano direttamente nelle “tasche” pubbliche attraverso la nuova App Lavori In
Tasca.
Si tratta di un applicazione per smartphone e tablet, creata dalla società BeniComuni.
Essa si serve, dunque, di tale App per instaurare un filo diretto tra cittadino ed ente pubblico.
Ma, concretamente, qual è l’utilità dell’App Lavori In Tasca?
Innanzitutto, la comodità, unita all’interesse del cittadino di conoscere e sentirsi più partecipe di ciò
che viene migliorato e creato nel proprio territorio. Per lo stesso motivo esiste, per esempio, un
progetto che permette a ciascun imolese di adottare una rotonda, prendendosi l’impegno di
occuparsi di una piccola parte di città.
Un altro punto a favore è la funzione pratica e immediata consentita dall’App. Quest’ultima informa
gli imolesi della presenza, per esempio, di lavori di manutenzione che creano blocchi e disagi
stradali, che, se non comunicati, possono suscitare malcontenti e critiche da parte dei cittadini.
Infatti attraverso l’App vengono anche illustrati i motivi per cui il Comune prende vari
provvedimenti, sempre secondo la logica di garantire sicurezza civile e culturale. Un esempio
lampante può essere l’abbattimento degli alberi, spesso contestato dall’opinione pubblica per scarsa
informazione.
Certamente, non mancano anche aspetti negativi come la poca diffusione dell’ App tra la
popolazione anziana, che spesso non possiede strumenti tecnologici o non li conosce. Eppure, sono
proprio gli anziani quelli più interessati a seguire i lavori dei vari cantieri, cosa che diventa spesso
occasione anche di socialità.
Proprio per questo è nata, ad esempio, a Bologna l’App Umarelles, dal termine dialettale per
indicare gli anziani nel bolognese: anche questa finalizzata ad indicare i luoghi di ogni lavoro in
corso.
Un altro mezzo con cui BeniComuni trasmette informazioni ai cittadini è un sito web, in corso di
progettazione, che consentirà a ognuno di conoscere lo stato di salute di ogni pianta tramite apposite
mappe informatizzate. Si tratta di un vero e proprio censimento, una pratica in cui si scheda e
cataloga la condizione di ogni albero sulla base di specifici dati ritenuti rilevanti. A tal proposito, gli
operatori di BeniComuni si impegnano a effettuare valutazioni il più accurate possibile,
suddividendo la città in tre aree di rischio, in base alla maggior o minore probabilità di danni per i
cittadini in caso di caduta (alto, medio, basso).