Lanterne nere Analisi e commento al film Lanterne rosse di Zang
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Lanterne nere Analisi e commento al film Lanterne rosse di Zang
Lanterne nere Analisi e commento al film Lanterne rosse di Zang Yimou "Si, madre ci ho riflettuto, mi sposerò. Sposerò un uomo ricco". "Se sposi un uomo ricco sarai solo una concubina". "Una concubina, si, sarò una concubina. È questa la sorte di ogni donna.” Lanterne Rosse non è un film sull’ amore, casomai sul non - amore. A meno che qualcuno non pensi a questo nobile sentimento come un rapporto padrone - schiava. Scusate, concubina. A meno che qualcuno non immagini il tanto sospirato principe azzurro come il signor Chen, uomo della fredda campagna cinese tanto ricco e potente quanto meschino e disumano, che non vede alcuna differenza tra oggetti e donne, tra proprietà e mogli. Infatti ne ha quattro, anche se in realtà le ultime tre sono semplici concubine. Il rapporto tra sesso maschile e femminile è malato. E non può essere altrimenti in una relazione in cui l’ uomo detta legge e la donna si attiene al suo volere. Ne Le cose sull’ amore Galimberti parla dell’ amore - possesso, ma tra il signor Chen e le sue donne non c’ è la minima traccia di passione con la lettera maiuscola. Al massimo c’ è un brama sessuale, ma sempre univoca. Quando il padre muore la diciannovenne Songlian, studentessa universitaria, decide di sposare un uomo più anziano che le permetta di vivere agiatamente, visto che la matrigna non può più mantenerla. A una vita di stenti preferisce un ruolo umiliante, destinata ad essere solamente una delle tante. Quasi una prostituta. Pur consapevole di ciò a cui sta andando incontro, la sua è una scelta sofferta dettata dalla povertà. Il palazzo non è un luogo fiabesco, ma piuttosto un carcere in cui ogni moglie ha un appartamento diverso. L’ espressione più giusta è “ covo di serpi “. Alla sua vastità è direttamente proporzionale il vuoto interiore delle persone, ormai insignificanti fantasmi, che lo abitano. Primo fra tutti il padrone, gelida voce senza volto e simbolo del potere maschile che non guarda in faccia niente e nessuno. La prima signora, Yuru, è la maturità, la rassegnazione e l’ impassibilità della età avanzata. La seconda, Zhuoyun, all’ apparenza gentile e sempre sorridente, intimamente cova rancore ed è la meschinità di chi è disposta a tutto. Persino di dare un figlio al suo carnefice esclusivamente per contare ancora qualcosa. È malata, ma non di amore. La terza, Meishan, è un’ instabile, viziata ed irascibile ex - cantante lirica, apparentemente molto gelosa e per niente interessata a lasciare spazio alla nuova rivale. È frustrata dalla sua condizione a tal punto da giocarsi la vita con una relazione clandestina. È il desiderio di fuga che alla fine presenta il conto. La quarta e ultima arrivata è appunto Songlian, l’ ingenuità e l’ impotenza di fronte ad un sistema patriarcale invincibile, che la rende così piccola e debole.A questa è affidata una serva dispettosa e insofferente per non essere stata scelta come moglie dal signor Chen, che ogni tanto le riserva qualche attenzione. Di nascosto ripara e conserva le lanterne rosse inutilizzate, le accende nella propria stanza e usa una bambolina woodoo per tirare malocchi all’innocente padrona. È l’invidia femminile. La quinta, la futura vittima, è il nuovo bullone di un ingranaggio destinato ad inghiottirla. Ne risulta un microcosmo asfissiante e degradante, in cui l’ uomo è al centro di tutto e le donne esistono solo per appagare i suoi bisogni sessuali e generare i figli che porteranno avanti la dinastia. Un universo maschilista estendibile oltre le porte della prigione cinese. Invece di allearsi per migliorare la propria condizione di assoluta inferiorità e rivendicare i propri diritti, prima di persone che di donne, le mogli consumano il loro tempo ad accapigliarsi. Chiaramente non per l’ amore che nutrono nei confronti dell’uomo, ma per trionfare agli occhi delle coinquiline. Per alcune lanterne rosse, per uno speciale messaggio ai piedi e per un solo quanto speciale diritto: scegliere il menù del giorno seguente! L’ unico amore che si intravede è quello per le tradizioni, capaci di strangolare le persone, impiccandole come animali o portandole alla follia. Non per amore, ma per impotenza di fronte ai soprusi. Giorno dopo giorno queste donne, pedine di un gioco bestiale, sono private della loro dignità e si sgretolano in brandelli, facendo sbocciare sincera compassione per la loro sorte. Zhang Yimou, Leone d' Argento alla Mostra del Cinema di Venezia, esplora il rigido sistema delle gerarchie sociali e sessuali della Cina, rappresentando due opposizioni fondamentali ( uomini donne, padroni - servi ) e criticando tanto indirettamente quanto direttamente il feudalesimo cinese di inizio secolo. Così come fa Su Tong in “ Mogli e concubine “, libro da cui è stato tratto il film. Lanterne Rosse, non distribuito nella Cina Popolare, è il crudo esempio di una tradizione immobile e arcaica che annienta le persone riducendole a fantasmi di se stesse. Lanterne Rosse non è un film sull’ amore, casomai sulla perversione del potere maschile e sulla condizione di sottomissione in cui si trova la donna.“ Le femmine non servono a nulla" Castellan Nicol, Guzzo Nicholas, Tripodi Desirée