Progetto S1 Schede di UR - L`Istituto
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Progetto S1 Schede di UR - L`Istituto
Progetto S1 Schede di UR 32 CONVENZIONE INGV-DPC 2007-2009 Progetti sismologici Progetto S1 RU T.01 - Barba Salvatore Titolo Unità di Coordinamento – Coordination Unit 1. Responsabile UR Salvatore Barba, Primo Ricercatore, INGV, e-mail: [email protected] Curriculum Vitae Nato il 07/09/1968, svolge attività di ricerca dal 1992. Primo Ricercatore presso l'INGV dal 2003. È stato ricercatore presso il Servizio Sismico Nazionale nel 1998 e presso l'INGV dal 1999. Nell'ambito dell'Unità funzionale "Geodinamica" della sezione "Sismologia e Tettonofisica" effettua ricerche sullo sviluppo di modelli numerici nell'ambito della sismotettonica dell'Italia. Laurea in Fisica (1994) e Dottorato di Ricerca in Scienze della Terra - Geofisica (1999). Ha insegnato con contratti a tempo determinato in corsi universitari di Sismologia e Geodinamica. Attualmente insegna “Indagine Geofisica della Litosfera” nel corso di laurea in Geologia dell’Università di Chieti, dove è membro del Collegio dei docenti del Corso di Dottorato in Geologia ed Evoluzione della Litosfera. Supervisiona tesi di di laurea sperimentali e dottorato di ricerca presso differenti università. Ha collaborato in progetti di ricerca con istituzioni nazionali ed internazionali per modellare alcuni processi nella crosta e nella litosfera. Ha contribuito alla redazione della mappa di pericolosità sismica del territorio italiano, 2003-2004. Ha svolto diversi lavori originali di sismologia e geodinamica, pubblicati sulle maggiori riviste internazionali. Ha lavorato allo sviluppo delle reti sismometrica e accelerometrica italiane, in diversi gruppi di lavoro. Ha sviluppato modelli di sforzo e deformazione, bidimensionale per gli Appennini e tridimensionale per il Mediterraneo Centrale, per comprendere la genesi degli eventi sismici in Italia, che è attualmente il suo interesse principale di ricerca. Pubblicazioni significative relative ai temi di ricerca del progetto: Barba S., M. M.C. Carafa, and E. Boschi. Experimental evidence for mantle drag in the Mediterranean. Geophys. Res. Lett., doi:10.1029/2008GL033281, 2008. Meletti C., F. Galadini, G. Valensise, M. Stucchi, R. Basili, S. Barba, G. Vannucci, and E. Boschi. The ZS9 seismic source model for the seismic hazard assessment of the Italian territory, Tectonophysics, doi:10.1016/j.tecto.2008.01.003, in press, 2008. Basili R. and S. Barba, Migration and shortening rates in the Northern Apennines, Italy: implications for seismic hazard. Terra Nova, 19 (6), 462-468, 2007. Carminati E., C. Doglioni and S. Barba. Reverse migration of seismicity along thrusts and normal faults. Earth-Sci. Rev., 65, 3-4, 195-222, 2004. Barba S. and R. Basili. Analysis of seismological and geological observations for moderate-size earthquakes: the Colfiorito Fault System (Central Apennines, Italy). Geophys. J. Int., 141, 1, 241252, 2000. 33 2. Personale dell’UR Nominativo (Cognome e Nome) Qualifica Barba Salvatore Primo ricercatore Basili Roberto Carafa Michele De Martini Marco Paolo Ente/Istituzione II fase INGV, Roma 2 2 Researcher INGV, Roma 1 1 Research Grant INGV, Roma 1 (*) 1 (*) Researcher INGV, Roma 0 0 2 2 0 0 1 1 Prof. Straordinario CTER INGV, Grottaminarda Perkins David M. Research Geophysicist USGS, Denver, CO Pignone Maurizio Tecnologo INGV, Grottaminarda Research Geophysicist University of California – Santa Cruz Gasperini Paolo Moschillo Raffaele Ward Steven N. Mesi/Persona (personale a carico del progetto) I fase Università di Roma “La Sapienza” Dip. Fisica, Univ. Bologna Doglioni Carlo Mesi/Persona (personale non a carico del progetto) Prof. Ordinario 1 I fase II fase 1 1 3 3 1 One designated task leader Descrizione del contributo - Versione italiana 3a.1 Stato dell'arte (con riferimenti bibliografici essenziali) I progetti finanziati dal Dipartimento della Protezione Civile (DPC) hanno carattere nazionale e coinvolgono molte istituzioni. In passato questi progetti hanno prodotto un’enorme ricchezza di informazioni molte delle quali sono raccolte in banche dati riservate o aperte al pubblico. Una efficace attività di coordinamento è necessaria per guidare una così grande e multidisciplinare comunità di ricercatori che sono distribuiti su tutto il territorio nazionale. I moderni sistemi informatici consentono di omogenizzare e condividere i risultati scientifici e assicurare che essi formino una solida base per i futuri progressi scientifici. 3a.2 Obiettivi L’Unità di Coordinamento ha pochi scopi ma importanti: 1) promuovere lo scambio di tutti i dati e i risultati tra i partecipanti al progetto; 2) sviluppare le strategie partecipative delle UR; 3) fare in modo che il progetto costituisca una occasione di apprendimento per tutti i suoi partecipanti. 3a.3 Attività La prima azione sarà quella di costituire uno steering committee, formato dai due coordinatori del progetto e i tre responsabili di task che verranno nominati. 1. Organizzazione del flusso lavorativo insieme ai responsabili di task (steering committee). 34 2. Organizzazione del lavoro tecnico per facilitare l’archiviazione e lo scambio dei dati in formati e specifiche tecniche comuni (e.g. GIS). 3. Promozione della collaborazione con esperti riconosciuti a livello internazionale su temi di interesse per l’intero progetto. 4. Facilitazione dell’organizzazione di incontri scientifici fra i partcipanti al progetto, nell’ambito dei task e tra i diversi task. 3a.4 Metodologia Lo steering committee si riunirà regolarmente per monitorare, revisionare e relazionare ai rappresentati del DPC gli sviluppi principali del progetto sia in termini materiali che finanziari. Si potranno inoltre indire audizioni con i coordinatori delle UR. 3a.5 Cronoprogramma I Fase Semestre 1 Organizzazione del flusso lavorativo insieme ai responsabili di task (steering committee) X Organizzazione del lavoro tecnico per l’archiviazione e lo scambio dei dati X Collaborazione con esperti riconosciuti a livello internazionale Facilitazione dell’organizzazione di incontri scientifici fra i partcipanti al progetto X II 2 1 2 X X X X X X X X X 4a. Prodotti (elencare i prodotti attesi evidenziando quelli di diretto interesse per DPC) - Database georeferenziato di tutti i risultati del progetto - Tasso di accadimento dei terremoti, indipendente dal tempo, a scala nazionale derivato da modelli e dati geologici- Probabilità di accadimento dei terremoti dipendente dal tempo in area selezionate - Rapporto tecnico che illustri le eventuali incoerenze tra le metodologie applicate in termini di tasso di accadimento di terremoti 5. Interazioni con altri Enti/Istituzioni (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) Tutti gli Enti e Istituzioni coinvolti nel progetto. 6. Possibili interazioni con altri Progetti DPC (indicare quali progetti) (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) Tutti i progetti sismologici. Description of Contribution – English version 3b.1 State of the art (including references when necessary) Projects funded by the Department of Civil Protection (DPC) are national-wide projects that involve several institutions. In the past, these projects have produced a wealth of information, most of which is organized in reserved and public databases. Coordination effort is required in such a large 35 and multidisciplinary scientific community that is spread all over the country. Modern information systems can help in homogenizing and sharing scientific results and ensure that the project legacy forms a solid base for future research advancements. 3b.2 Goals The Coordination Unit has few but important purposes: 1) promote the interchange among project participants of all collected data and results; 2) develop partnership strategies for all RUs; 3) make the project become a learning experience for all participants. 3b.3 Activity (with timetable for each phase) The first action that will be undertaken is the constitution of a steering committee, formed by the two project coordinators and the designated leaders of the three tasks. 1. Organize the work flow with task leaders (steering committee). 2. Organize technical work to help RUs store and share data with common formats and specifications (e.g. GIS). 3. Seek international collaboration with renown scientists on topics of interest for the whole project. 4. Facilitate organization of scientific meetings for project participants, within and across tasks. 3b.4 Metodology The steering committee will meet regularly for monitoring, reviewing and reporting to DPC representatives the main physical and financial progresses of the project. Audits with selected RU coordinators may also be called. 3b.5 Timetable I Phase Semester 1 Organize work flow of tasks within the steering committee X Organize technical work X Collaboration with internationally renown experts Organization of scientific meetings for project participants X II 2 1 2 X X X X X X X X X 4b. Deliverables - Georeferenced database of all project results - Time-independent nationwide earthquake rates derived from models and geological data - Time-dependent earthquake probabilities in selected regions - Technical report about the inconsistencies among the different methodologies in term of earthquake rates 7. Piano finanziario (in Euro) 7.1. I fase Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 2700 2) Spese per missioni 5000 36 Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 3000 9500 5) Spese per servizi 0 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 4100 2700 Totale 27000 7.2. II fase Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 2800 2) Spese per missioni 6000 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 3000 11000 5) Spese per servizi 0 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette(≤10% del totale) 2400 2800 Totale 28000 7.3. Totale Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 5500 2) Spese per missioni 11000 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 6000 20500 5) Spese per servizi 0 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 6500 5500 Totale 55000 37 Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b Convenzione INGV-DPC 2007-2009 Progetti sismologici Progetto S1 - RU T.02 - D'Ambrogi Chiara Titolo Modellazione geologica tridimensionale a supporto della valutazione della pericolosità sismica 1. Responsabile UR Chiara D’Ambrogi, tecnologo, Servizio Geologico d’Italia/Dipartimento Difesa del Suolo - APAT Curriculum vitae et studiorum Luogo e data di nascita: Roma 27 dicembre 1969 POSIZIONE LAVORATIVA dal 1999 APAT Geologo (tecnologo) Servizio Geologico d’Italia/ Dipartimento Difesa del Suolo - STUDI E FORMAZIONE 1999 Sapienza”. Dottorato di ricerca in Scienze della Terra, Università degli Studi di Roma “La 1996 Corso di Perfezionamento post laurea, Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. 1995 Laurea in Scienze Geologiche, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. PRINCIPALI ATTIVITÀ Modellazione geologica 3D e banche dati dal 2006 Coordinatore del Progetto GeoIT3D “Gruppo di lavoro sulla modellazione geologica 3D” del Servizio Geologico d’Italia/Dipartimento Difesa del Suolo – APAT. dal 2006 Membro del “Gruppo di lavoro per la Banca dati geologici del Progetto CARG”. Progetto nazionale di modellazione geologica 3D – realizzazione di modelli tridimensionali: foglio 280 Fossombrone, città di Roma, Distretto Vulcanico Cimino, area urbana città di Firenze, Monti Reatini, foglio 386 “Fiumicino” (in realizzazione), Vette Feltrine (in realizzazione). Rilevamento e cartografia geologica dal 2006 1:50.000. Coordinatore scientifico (parte a terra) del foglio geologico 386 “Fiumicino” scala dal 2003 Coordinatore del gruppo di lavoro per la valutazione tecnico-scientifica dei prodotti realizzati nell’ambito del Progetto Nazionale di cartografia geologica alla scala 1:50.000 (CARG). dal 2002 Nazionale. Coordinatore del Comitato d’area Appennino settentrionale - Comitato Geologico Rilevatore dei fogli geologici (scala 1:50.000): F. 280 “Fossombrone” (1991-2001) (depositi mio-pliocenici di bacino e avanfossa); F. 413 “Borgo Grappa” (2002-2005) (depositi pleistocenici e olocenici costieri); F. 348 “Antrodoco” (depositi meso-cenozoici di scarpata/bacino; depositi miocenici di avanfossa) (dal 2003). Pubblicazioni sul tema della ricerca 1. C. D'ambrogi & M. Pantaloni (2007) - Modellazione geologica 3D: esperienze e prospettive. Rend. Soc. Geol. It., 4, Nuova serie, 43-48. 2. M. Pantaloni & C. D’ambrogi (2005) – La rappresentazione geologica tridimensionale. Un nuovo strumento per la gestione dei dati territoriali. GEOMEDIA, 5, 16-19. 3. F. Borraccini, M. De Donatis, C. D’ambrogi & M. Pantaloni (2004) – Il Foglio 280-Fossombrone 3D: un progetto pilota per la cartografia geologica nazionale alla scala 1:50.000 in tre dimensioni. Boll. Soc. Geol. It., 123, 319-331. 38 4. C. D’ambrogi, M. Pantaloni, F. Borraccini & M. De Donatis (2004) - 3D geological model of the sheet 280 Fossombrone (Northern Apennines) - Geological Map of Italy 1:50,000. In G. Pasquarè, C. Venturini & G. Groppelli Eds., Atlas “Mapping geology in Italy”. APAT. 193-198. S.E.L.CA. Firenze. 5. M. De Donatis, S. Jones, M. Pantaloni, M. Bonora, F. Borraccini, G. Gallerini & C. D'ambrogi (2002) - A national project of three-dimensional geology of Italy: 3D model of Monti della Cesana from sheet 280 – Fossombrone. Episodes, vol. 25, n. 1, 29-32. 2. Personale dell’UR Nominativo (Cognome e Nome) Qualifica Chiara D’Ambrogi Tecnologo Maria Pia Congi Tecnologo Marco Pantaloni Tecnologo Raffaele Apuzzo Collaboratore tecnico Ente/Istituzione Servizio Geologico d’Italia/Dipartimento Difesa del Suolo - APAT Servizio Geologico d’Italia/Dipartimento Difesa del Suolo - APAT Servizio Geologico d’Italia/Dipartimento Difesa del Suolo - APAT Servizio Geologico d’Italia/Dipartimento Difesa del Suolo - APAT Mesi/Persona Giorni/Persona (personale non a carico del progetto) (personale a carico del progetto) I fase II fase 1.5 1 1 1 1 1 0.5 1 I fase II fase Descrizione del contributo - Versione italiana 3a.1 Stato dell'arte Le tecniche di modellazione geologica tridimensionale costituiscono ormai uno strumento indispensabile per una corretta comprensione e interpretazione delle strutture geologiche (profonde e crostali) grazie alle loro potenzialità di integrazione di grandi quantità di dati, soprattutto multi-scala (De Donatis et alii, 2002; de Kemp, 2000; Dhont et alii, 2005; Fernandez et alii, 2004; Fernandez, 2005; Jones et alii, 2006). Uno dei vantaggi offerti dalla modellazione 3D è quello di poter consentire l’integrazione e la comparazione dei molteplici parametri multi-scala che concorrono alla definizione della pericolosità sismica (es. database DISS, strain-rate, campi di velocità e deformazione, profili sismici, meccanismi focali) consentendone una completa analisi spaziale. L’utilizzo di software specifici di modellazione tridimensionale dei corpi e delle strutture geologiche, arricchiti da tools di analisi della deformazione, può rappresentare quindi un supporto fondamentale ai fini della valutazione della pericolosità sismica, garantendo la possibilità di valutare e verificare la coerenza e la congruenza dei modelli ipotizzati, vincolati ai dati disponibili, e di migliorarli e aggiornarli a seguito dell’acquisizione di nuovi dati. Nell’ambito delle proprie attività istituzionali il Servizio Geologico d’Italia/Dipartimento Difesa del Suolo dell’APAT ha sviluppato un progetto di modellazione geologica tridimensionale (GeoIT3D) finalizzato alla diffusione/visualizzazione dei dati geologici disponibili presso le proprie banche dati (CARG, L. 464/84, banca dati geofisici), ma anche residenti, nella loro forma più completa, presso le banche dati di Enti di Ricerca (CNR-ISMAR; INGV) e Pubbliche Amministrazioni (Ministero Sviluppo Economico) nonché alla produzione di modelli tridimensionali a scale di diverso dettaglio. Attualmente sono disponibili in formato tridimensionale, grazie a GeoIT3D, diverse tipologie di dati: ipocentri dei terremoti (CSI INGV 1981-2002), anomalie di Bouguer e anomalie in Aria libera (Carta gravimetrica d’Italia 1:1.250.000, APAT), isobate del Pliocene (Structural Model of Italy - Progetto Finalizzato Geodinamica), isobate della discontinuità di Mohorovičić (AA.VV.), isolinee dello spessore litosferico, mappa del flusso di calore, ubicazione e stratigrafia sondaggi profondi 39 (Ministero Sviluppo Economico - Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e la geotermia); ubicazione e immagini delle linee sismiche del Progetto CROP. Tali dati sono visualizzabili in un unico spazio tridimensionale. Partendo da questa base di dati, disponibili per l’intero territorio italiano, si possono produrre, attraverso gli strumenti di interpolazione messi a disposizione dagli applicativi di modellazione utilizzati, elaborazioni di superfici tridimensionali (es.: faglie, superfici limite tra unità geologiche e/o strutturali, superfici di discontinuità geofisiche) ed elaborazioni di superfici bidimensionali rappresentative della variazione di specifici parametri (es.: flusso di calore, anomalie gravimetriche, velocità orizzontale, strain rate). Nell’ambito della modellazione tridimensionale restano da risolvere i problemi legati alla comunicazione dell’incertezza insita nella costruzione dei modelli. M. De Donatis, S. Jones, M. Pantaloni, M. Bonora, F. Borraccini and C. D’Ambrogi (2002) - A National Project on Three-Dimensional Geology of Italy: Sheet 280 - Fossombrone in 3D. Episodes, Vol. 25(1), 29-32. E. de Kemp (2000) - 3D visualization of structural field data: Examples from the Archean Caopatina Formation, Abitibi greenstone belt, Québec, Canada. Computers and Geosciences, Vol. 26, 509-530. D. Dhont, P. Luxey and J. Chorowicz (2005) - 3-D modeling of geologic maps from surface data. AAPG Bulletin, Vol. 89(11), 1465-1474. O. Fernandez, J.A. Munoz, P. Arbues, O. Falivene and M. Marzo (2004) - Three-dimensional reconstruction of geological surfaces: An example of growth strata and turbidite systems from the Ainsa basin (Pyrenees, Spain). AAPG Bulletin, Vol. 88(8), 1049-1068. O. Fernandez (2005) – Obtaining a best fitting plane through 3D georeferenced data. Journ. of structural Geology, Vol. 27, 855-858. 3a.2 Obiettivi Scopo dell’Unità di Ricerca è la produzione di elaborazioni geologiche tridimensionali che consentano l’integrazione, a scala nazionale, o in specifici settori di interesse, dei dati esistenti e di quelli che verranno acquisiti, anche dalle altre Unità di Ricerca, nell’ambito dello sviluppo dei tre temi principali del Progetto. Tali elaborazioni saranno di supporto alle attività di studio e analisi condotte dalle Unità di Ricerca afferenti al Progetto stesso e saranno rese disponibili sia in formato tridimensionale, attraverso l’utilizzo di visualizzatori 3D o in specifici formati richiesti dalle UR, sia in ambiente GIS, al fine di garantire la massima fruibilità dei prodotti in particolare per le finalità specifiche del DPC. L’unità di ricerca garantirà, attraverso l’utilizzo di specifici software di modellazione geologica tridimensionale, la visualizzazione e l’elaborazione di dati multi-scala, garantendo la massima integrazione delle informazioni disponibili e supportando le verifiche di congruenza e la validazione dei modelli ipotizzati da singole unità di ricerca. 3a.3 Attività Le attività dell’UR si possono così sintetizzare: 1. acquisizione ed elaborazione tridimensionale del Database of Individual Seismogenic Sources (DISS); i dati verranno integrati in un ambiente 3D con i dati già raccolti ed elaborati nell’ambito del Progetto GeoIT3D; 2. elaborazioni tridimensionali su aree specifiche individuate come prioritarie nell’ambito del Progetto o indicate da altre UR come significative o più interessanti per il contesto geodinamico o per la maggiore disponibilità di dati; 3. elaborazioni 3D, su scala nazionale, dei dati digitali acquisiti e/o prodotti nell’ambito del Progetto; 4. restituzione delle elaborazioni tridimensionali nei formati di interscambio comuni ai GIS al fine di garantire la massima fruibilità dei prodotti, in particolare per le finalità specifiche del DPC; 5. visualizzazione, anche via WEB, delle elaborazioni tridimensionali prodotte nell’ambito del Progetto. La scansione temporale indicata per le attività 2 e 3 potrà subire cambiamenti in funzione delle necessità e dei tempi di fornitura dei dati da parte delle altre UR partecipanti al Progetto. 40 3a.4 Metodologia Gli applicativi di modellazione geologica 3D utilizzati dall’UR (3DMove, 2DMove MVE Ltd.) consentono la gestione e l’elaborazione di dati geologici, sia in modalità bidimensionale (mappe e sezioni) che tridimensionale; tali dati sono normalmente multi-scala, variando dalle osservazioni sull’affioramento alle strutture profonde (crostali e sub-crostali). L’approccio metodologico multi-scala e multidisciplinare della modellazione tridimensionale consente quindi di produrre elaborazioni, sia a scala nazionale che a livello regionale o locale, che tengano conto e siano vincolate a tutti i dati disponibili, risultino geometricamente coerenti e siano aggiornabili a seguito dell’acquisizione di nuovi dati. Il workflow di costruzione dei modelli prevede le seguenti fasi: - acquisizione dei dati, distinti in dati spaziali 3D [tipo x, y, z (metri) e un attributo (età, magnitudo)], e dati spaziali 2D [caratterizzati da x, y e da una terza variabile: TWT (msec), anomalie gravimetriche (mGal), flusso di calore (mW/m2)]; - elaborazione e interpolazione dei dati disponibili, attraverso i tools di modeling di 2DMove e 3DMove più adatti alla tipologia, al dettaglio e alla distribuzione dei dati; - estrazione del modello prodotto nei formati più idonei per successive elaborazioni o per la semplice visualizzazione. 3a.5 Cronoprogramma I Fase II Semestre 1 2 1 2 Attività 1 X X - - Attività 2 - X X - Attività 3 - X X - Attività 4 - - X - Attività 5 - - X X 4a. Prodotti Tutti i prodotti attesi, di seguito elencati, si possono considerare di diretto interesse per il DPC: 1. rappresentazione 3D, sull’intero territorio nazionale, dei dati del database DISS. Si prevedono una fornitura preliminare, di supporto alle altre UR, e una finale; 2. modelli geologici 3D di aree specifiche individuate come prioritarie; 3. rappresentazione 3D, sull’intero territorio nazionale, di dati acquisiti nell’ambito del Progetto relativamente ai tre temi principali; 4. file in formato di interscambio comuni ai GIS dei modelli e delle rappresentazioni prodotti Si prevedono una fornitura preliminare, di supporto alle altre UR, e una finale; 5. file in formato .vrml gestibili sui comuni visualizzatori WEB 3D. 5. Interazioni con altri Enti/Istituzioni (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) 41 6. Possibili interazioni con altri Progetti DPC (indicare quali progetti) (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) Description of Contribution – English version 3b.1 State of the art (including references when necessary) The three-dimensional geological modeling techniques represent an essential tool to understand and analyse deep or crustal geological structures; the 3D modeling softwares are able to process and display great amount of multi-scale data (both surface and subsurface), allowing the analysis of the true and entire relationships between them and their full integration (De Donatis et alii, 2002; de Kemp, 2000; Dhont et alii, 2005; Fernandez et alii, 2004; Fernandez, 2005; Jones et alii, 2006). The three-dimensional modeling allows, through a full space analysis, the integration and comparison of multi-scale multiple parameters useful in the definition of the seismic hazard (i.e. DISS database, strain-rate, speed and deformation fields, seismic sections, earthquakes mechanisms). The use of specific three-dimensional modeling software, improved by deformation analysis tools, represents a fundamental support to the seismic hazard assessment; it allows to verify the model coherence related to the available data and to rebuild or update the model owing to information updating. The Geological Survey of Italy has improved its institutional activities promoting a project (GeoIT3D) aimed to the reconstruction and visualization of three-dimensional geological models using both surface and subsurface data collected in SGI databases (CARG, L. 464/84, geophysical) or in other national databases (CNR, INGV). At present GeoIT3D includes the following data: Italian Seismicity Catalogue (CSI INGV 1981-2002), gravimetric anomalies (Gravity map of Italy 1:1.250.000, APAT), base of Pliocene isobaths map (Structural Model of Italy Progetto Finalizzato Geodinamica), Moho isobath maps, lithosphere thickness map, heat flow map, deep wells for hydrocarbon and geothermal exploration (Italian Economic Development Ministry), CROP (Deep Crust) Project - seismic lines. All data are stored and visualized in a real 3D space. Starting from this database, available for the entire Italian territory, can be built, using the interpolation tools of 3D modeling software, three-dimensional surfaces (i.e. faults, geologic and/or structural boundary surfaces, geophysical discontinuities) and bi-dimensional surfaces representative of specific parameters variation (i.e. heat-flow, gravity anomalies, horizontal seismic speed, strain rate). The future goal of 3D geological modeling will be to find the solution in the communication and description of the uncertainty for each built model. M. De Donatis, S. Jones, M. Pantaloni, M. Bonora, F. Borraccini and C. D’Ambrogi (2002) - A National Project on Three-Dimensional Geology of Italy: Sheet 280 - Fossombrone in 3D. Episodes, Vol. 25(1), 29-32. E. de Kemp (2000) - 3D visualization of structural field data: Examples from the Archean Caopatina Formation, Abitibi greenstone belt, Québec, Canada. Computers and Geosciences, Vol. 26, 509-530. D. Dhont, P. Luxey and J. Chorowicz (2005) - 3-D modeling of geologic maps from surface data. AAPG Bulletin, Vol. 89(11), 1465-1474. O. Fernandez, J.A. Munoz, P. Arbues, O. Falivene and M. Marzo (2004) - Three-dimensional reconstruction of geological surfaces: An example of growth strata and turbidite systems from the Ainsa basin (Pyrenees, Spain). AAPG Bulletin, Vol. 88(8), 1049-1068. O. Fernandez (2005) – Obtaining a best fitting plane through 3D georeferenced data. Journ. of structural Geology, Vol. 27, 855-858. 3b.2 Goals The objective of the Research Unit (RU) is the realization of three-dimensional geological elaborations that permit the integration, to national or local scale, of available data with the data that will be acquired, from other RUs, within the development of the three main topics of the research project. 42 These elaborations will support the study and analysis activities developed from the project RUs and will be made available in three-dimensional format, through the use of 3D viewer, or in specific GIS file format to guarantee the availability of the elaborations, particularly for the specific purposes of the DPC. This RU will guarantee, using specific three-dimensional modeling software, the visualization and the elaboration of multi-scale data, assuring the maximum integration of the available information and supporting the coherence and consistency verifications and the models validation. 3b.3 Activity (with timetable for each phase) The UR will carry out the following activities: 1. Acquisition and elaboration of the Database of Individual Seismogenic Sources (DISS) to construct and modeling in 3D single seismogenic source (individual or area) for the entire Italian territory; these data will be integrated, in a 3D environment, with pre-existing data, collected for GeoIT3D Project; 2. 3D modeling of priority test areas, concerning the aims of S1 Project or specific needs of other RUs, identified for geodynamic peculiarities or data availability; 3. 3D elaborations, for the entire Italian territory, starting from new digital data produced or acquired during the Project; 4. supplying, in common GIS file format, the three-dimensional elaborations (national to local scale) to be used for the purposes of DPC; 5. WEB visualization and dissemination of three-dimensional elaborations produced during the project. The timetable for activity 2 and 3 could change depending on the purposes of the other RUs involved in the Project and on the availability of data needed for the modeling. 3b.4 Metodology The three-dimensional modeling software suite used by the RU (3DMove, 2DMove MVE Ltd.) allows to manage, in 2D (map or section view) or 3D environment, and to process multi-scale geological data, from outcrop observations up to deep structures (crustal and sub-crustal). The three-dimensional modeling techniques, based on multi-scale and multidisciplinary approach, make possible to build geological models and representations, from local up to national scale, constrained to all the available data. The workflow includes: - the collection of 3D digital spatial data [characterized by x, y, z or multiple z-value (in meters) and attributes (age, magnitude, litostratigraphic unit)] and 2D digital spatial data [characterized by x, y (in meters) and attribute as, for example, TWT (msec), gravity anomalies (mGal), and heat flow (mW/m2)]; - data elaboration, model building and conditioning using the interpolation and modeling tools of 2DMove and 3DMove (MVE Ltd.) software suite; - export of the three-dimensional models in file format useful for further elaborations or for visualization. 3b.5 Timetable I Phase II Semester 1 2 1 2 Activity 1 X X - - Activity 2 - X X - Activity 3 - X X - 43 Activity 4 - - X - Activity 5 - - X X 4b. Deliverables All the following deliverables are useful for the specific purposes of the DPC: 1. 3D representations of seismogenic sources from DISS database, for the entire Italian territory. Preliminary and final releases are expected; 2. 3D geological models of priority test areas; 3. 3D representation, covering the entire Italian territory, building from new data acquired during the Project concerning the three main topics; 4. files, in common GIS file format, exported from the produced 3D models and representations. Preliminary and final releases are expected; 5. files, in .vrml format, for 3D WEB visualization. 7. Piano finanziario (in Euro) 7.1. I fase Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 1) Spese di personale 750 0,00 2) Spese per missioni 2000 0,00 Categoria di spesa Importo previsto a 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0 5) Spese per servizi 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) Totale 0 0,00 0 0,00 4200 0,00 750 0,00 7700 44 7.2. II fase Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 1) Spese di personale 0 0,00 2) Spese per missioni 2100 0,00 Categoria di spesa Importo previsto a 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0,00 5) Spese per servizi 0,00 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 0,00 200 Totale 0,00 2300 7.3. Totale Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 1) Spese di personale 750 0,00 2) Spese per missioni 4100 0,00 Categoria di spesa Importo previsto a 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0,00 5) Spese per servizi 0,00 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) Totale 4200 0,00 950 0,00 10000 45 Convenzione INGV-DPC 2007-2009 Progetti sismologici Progetto S1 - RU 1.01 - Braitenberg Carla (Task A) Titolo Tassi di deformazione crostale verticale lungo le coste Italiane da osservazioni congiunte mareografiche e altimetriche satellitari (DEFdaMARSAT). 1. Responsabile UR Carla Braitenberg, Ricercatore Dipartimento di Scienze della Terra, Via Weiss 1, 34100 Trieste. Tel. 040 5582258, Fax: 040 575519, e-mail: [email protected] Breve CV Ricercatore confermato dal 1995 presso il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Trieste e responsabile della stazione clinometrica a banda ultra-larga e a base lunga della Grotta Gigante, nonché delle 6 componenti di misura delle deformazioni di sottosuolo della stazione di Villanova; Laurea in Fisica (Summa cum laude) nel 1987, conseguita all’Università degli Studi di Trieste; conseguimento del titolo di Dottore di Ricerca nel 1992 all’Università degli Studi di Trieste. Attualmente CB coordina un gruppo di lavoro composto da 1 tecnico informatico, 1 tecnico, 1 borsista, 2 studenti laureandi e 1 Dottorando dell’Universita’ di Bratislava, i quali si occupano tutti dei temi inerenti le deformazioni crostali, la modellazione del campo di gravità, e della variazioni di livello marino come osservate da mareografi e da altimetria satellitare. CB ha ampia esperienza nell’interpretazione, analisi e modellazione di osservazioni di movimento crostale. Ha modellato la deformazione cosismica dell’evento di Merano del 2001 e di tutti gli eventi sismici del Friuli dal 1977 dei quali era disponibile il segnale cosismico deformazionale (Braitenberg, 1999; Caporali et al., 2001). Ha dimostrato che gli effetti idrologici e termici costituiscono una parte considerevole del segnale osservato di deformazione (Braitenberg, 2000). Ha modellato con successo il segnale idrologico con l’impiego di filtri adattivi (Braitenberg, 1999). Ha inoltre considerato i segnali dovuti alla marea terrestre, alle maree di carico, ed alle oscillazioni libere. CB ha contribuito alla conoscenza della struttura crostale delle Alpi Orientali, in particolare della struttura di densità e dello stato di equilibrio isostatico (Braitenberg et al., 1997; 2001; 2002). Ha sviluppato un metodo innovativo per l’inversione e la modellazione diretta dello spessore elastico (Te), che permette una risoluzione spaziale migliore dei metodi tradizionali spettrali (Braitenberg et al., 2002). Capacità organizzative: CB possiede eccellenti capacità di coordinamento ed ha una vasta esperienza nel dirigere progetti scientifici. In particolare, CB mantiene attualmente degli stretti contatti con le Università di CAUKiel, FSU Jena, USP di San Paulo (Brasile) e con il NGU, Trondheim (Norvegia). CB è autrice o co-autrice di piu’ di 50 pubblicazioni, oltre il 70% delle quali su riviste internazionali. I riferimenti bibliografici di CB sono reperibili in rete al: http://www.units.it/~geodin/biobraitenberg.html - 5 pubblicazioni significative relative ai temi di ricerca del progetto: 1. Braitenberg C., Zadro M. (2007) Amplitude ratios of the free oscillations generated by the Sumatra-Andaman Islands 2004 and the Chile 1960 earthquakes, Bulletin of the Seismological Society of America, Vol. 97, No. 1A, pp. S6–S17, January 2007, doi: 10.1785/0120050624. 46 2. Park J., Song T. A., Tromp J., Okal E., Stein S., Roult G., Clevede E., Laske G., Kanamori H., Davis P., Berger J., Braitenberg C., Van Camp M., Lei X., Sun H., Xu H., Rosat S., 2005, Earth’s free oscillations excited by the 26 december 2004 Sumatra-Andaman earthquake, Science, 308, 1139-1144. 3. Caporali A., Braitenberg C., Massironi M. (2005) Geodetic and Hydrological Aspects of the Merano Earthquake of July 17, 2001, J. of Geodynamics, 39, 317-336.2. 4. Braitenberg C., Romeo G., Taccetti Q., Nagy I. (2005) The very-broad-band long-base tiltmeters of Grotta Gigante (Trieste, Italy): secular term tilting and the great Sumatra-Andaman Islands earthquake of December 26, 2004, J. of Geodynamics, 41, 164-174. 5. Braitenberg, C., Nagy, I., Negusini, M., Romagnoli, C., Zadro, M. and Zerbini S. (2001) Geodetic measurements at the northern border of the Adria plate, Millennium Issue of the Journal of Geodynamics, Vol. 32, N. 1/2, 267-286. 2. Personale dell’UR Nominativo (Cognome e Nome) Qualifica Ente/Istituzione Ricercatore Conf. Dip. Scienze della Terra Braitenberg Carla Universita’ di Trieste Dip. Scienze della Terra Nagy Ildiko’ Co.Co.Co. Universita’ di Trieste Dip. Scienze della Terra Patrizia Mariani borsista Universita’ di Trieste Dip. Ingegneria Civile e Cefalo Raffaela Prof. Associato Ambientale Laurea in Sc. Dip. Scienze della Terra Barbara Grillo geologiche Universita’ di Trieste Persona da Borsista Dip. Scienze della Terra assegnare Laureata/o Universita’ di Trieste Dip. Scienze della Terra Persona da e Dip. Scienze Borsista assegnare Ambientali e Marine Universita’ di Trieste Giorni/Persona Giorni/Persona (personale non a carico del progetto) (personale a carico del progetto) I fase II fase 5 5 4 1 1 1 1 1 1 1 4 I fase II fase 2 8 0 Descrizione del contributo - Versione italiana 3a.1 Stato dell'arte Le variazioni del livello mare possono essere osservate riferendosi a due sistemi di riferimento: il primo misura la variazione di livello rispetto alla crosta terrestre (geologia, geomorfologia, coralli, archeologia, mareografo); il secondo si riferisce alla posizione nota dell’orbita di un satellite. Risulta che il primo gruppo di metodologie, anche se riguarda scale temporali molto diverse (104 anni – ore), fornisce sempre variazioni temporali di livello mare che sono la somma della variazione dovuta ad un aumento del volume dell’acqua e del movimento verticale della crosta. Le osservazioni satellitari altimetriche (e.g. Fu e Cazenave, 2001) invece forniscono la variazione del livello del mare indipendentemente dal movimento crostale. Segue che, nel caso si avessero ambedue registrazioni contemporanee per lo stesso sito, potremmo risalire al movimento verticale crostale (Fenoglio-Marc et al., 2004). Per il Mediterraneo tale condizione e’, almeno in teoria, verificata, in quanto esiste una rete nazionale mareografica che copre tutte le coste italiane e che puo’ essere usata a questo scopo. I dati satellitari altimetrici sono disponibili per un intervallo di tempo che si estende dal 1992 al presente. Fenoglio-Marc et al., 2004 Fenoglio-Marc, L. Groten, E. and Dietz, C. (2004). Vertical land motion in the Mediterranean Sea from altimetry and tide gauge stations, Mar. Geod., 27, 3-4, 683-701. 47 Fu L.-L. and A. Cazenave (2001) Satellite and altimetry and Earth Sciences, Academic Press, pp.463. 3a.2 Obiettivi La ricerca e’ modulare, ed e’ composta di modulo1: determinazione della variazione relativa del livello mare dall’analisi dei mareografi lungo le coste italiane modulo 2: determinare la variazione del livello mare da satellite altimetrico modulo 3: calcolare i tassi attuali verticali per la costa italiana, in riferimento alla disponibilita’ dei dati mareografici e dei dati altimetrici satellitari 3a.3 Attività a) Analisi mareografi: esame dei dati mareografici disponibili lungo le coste italiane. Verifica attendibilita’ tramite analisi di correlazione con alcune stazioni scelta come riferimento. b) Analisi dati satellitari altimetrici Topex/Poseidon e Jason 1, anni 1992-2008, in corrispondenza dei mari adiacenti alle coste italiane c) Determinazione tassi verticali attuali da confronto osservazioni mareografiche e altimetriche d) per area Sicilia-Calabria: confronto dei tassi verticali attuali con quelli determinati da metodologie geologiche e geomorfologiche. 3a.4 Metodologia a) Analisi statistica di correlazione mutua della osservazioni mareografiche. Determinazione dell’incremento del livello mare per ogni stazione con metodologia ai minimi quadrati. b) Analisi statistica osservazioni altimetriche satellitari. Campionamento: 10 giorni. Interpolazione osservazione satellitare su griglia regolare. 3a.5 Cronoprogramma I Fase II Semestre 1 2 1 2 Analisi mareografi, coste italiane x x - - Interpolazione T/P_Jason 1, coste italiane - - x x Tassi verticali attuali, coste italiane - - - x Tassi verticali attuali e confronto con geologia/geomorfologia, Cal.Sicilia - - - x 4a. Prodotti (elencare i prodotti attesi evidenziando quelli di diretto interesse per DPC) a) Tassi di variazione relativa livello mare da mareografi, coste italiane b) Tassi di variazione livello mare da satellite altimetrico c) Tassi verticali attuali per coste italiane 5. Interazioni con altri Enti/Istituzioni (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) Collaborazione con geologi e geomorfologi impegnati nel calcolo del tasso verticale in SiciliaCalabria (Università di Napoli, Università di Catania) su scala olocenica. 48 6. Possibili interazioni con altri Progetti DPC (indicare quali progetti) (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) - Interazione con il progetto che prevede il calcolo dei tassi verticali con metodologie geomorfologiche-geologiche (respons. Luigi Ferranti, Universita’ di Napoli) - Interazione con il progetto che propone di calcolare i tassi verticali tramite utilizzo di metodologie SAR Description of Contribution – English version 3b.1 State of the art The sea level change can be observed relative to two different reference systems: the first measures the sea level change relative to the earth crust (geology, geomorphology, corals, archaeology, tide gauges); the second one uses the satellite orbit as a reference system. It follows, that the first group of methodologies, which covers a large range of time-frames (105 years – hours) , always gives a sea level change which is the sum of the effect of a volume change of the water and the vertical movement of the crust. The satellite observations (e.g. Fu and Cazenave, 2001) give the sea level change independently of the crustal vertical movement. It follows, that in the case that both observations are available for the same time-period and for the same place, we can estimate the vertical crustal movement (Fenoglio-Marc et al., 2004). For the Mediterranean touching the Italian coasts this condition is fulfilled, at least in theory, due to the fact that Italy has a nation-wide network of tide-gauges covering the Italian coasts that can be used for our scope. The satellite observations are available for the years from 1992 to present. Fenoglio-Marc, L. Groten, E. and Dietz, C. (2004). Vertical land motion in the Mediterranean Sea from altimetry and tide gauge stations, Mar. Geod., 27, 3-4, 683-701. Fu L.-L. and A. Cazenave (2001) Satellite and altimetry and Earth Sciences, Academic Press, pp.463. 3b.2 Goals The research is modular, and is composed of: module1: determination of the relative sea level change from the analysis of tide-gauges along the italian coast. module 2: determine the sea level change from altimetric satellite module 3: vertical crustal movement rates for the entire italian coast, in reference to availability of the tide gauge data. 3b.3 Activity (with timetable for each phase) a) tide gauge analysis; critical examination of the tide gauge data available in Italy. Verify reliability of data by correlation analysis with a few stations used as reference stations. b) Study of the satellite altimeter observations Topex/Poseidon and Jason 1, years 1992-2008, for areas adjacent to Italian coastline. c) Determine the present vertical rates from the comparison of tide-gauge and altimetyric sea level variations, Italian coastline. d) area Sicily-Calabria : comparison of present rates with those recovered from geologicalgeomorphologic observations. 3b.4 Methodology a) Statistical analysis of cross-correlation of the tide gauge stations. Determine sea level change by least squares model fitting for every station. b) Statistical analysis of the satellite altimetric observations. Sampling is 10 days. Interpolation of satellite tracks on regular grid. 49 3b.5 Timetable I Phase II Semester 1 2 1 2 Tide gauge analysis, Italian coastline x x - - Interpolation T/P_Jason 1, Italian coastline - - x x Present vertical rates, Italian coastline - - - x Comparison to geological/geomorphoplogical rates, Cal.-Sic - - - x 4b. Deliverables a) Relative sea level change from tide gauges, Italian coast b) Sea level change from altimetric satellite, Italian coast c) vertical crustal movement rates for Italian coast 7. Piano finanziario (in Euro) 7.1. I fase Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 800 2) Spese per missioni 1500 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0 5200 5) Spese per servizi 0 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 0 800 Totale 8300 50 Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 7.2. II fase Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 1600 2) Spese per missioni 1500 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 0 12000 5) Spese per servizi 0 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 0 1600 Totale 16700 7.3. Totale Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 2400 2) Spese per missioni 3000 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0 17200 5) Spese per servizi 0 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 0 2400 Totale 25000 51 Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b Convenzione INGV-DPC 2007-2009 Progetti sismologici Progetto S1 - RU 1.02 - Caporali Alessandro (Task A) Titolo Velocità e tasso di deformazione da dati geodetici GPS 1. Responsabile UR Alessandro Caporali, Professore Associato di Geofisica della Terra Solida, SSD GEO10, Dipartimento di Geoscienze/Università di Padova - Breve CV Alessandro Caporali si è laureato in Fisica presso l’Università di Padova nel 1975 con 110/lode con una tesi sulla meccanica celeste relativistica. Sullo stesso argomento ha ottenuto nel 1979 il dottorato di ricerca tedesco presso il Max Planck Institut fuer Physik und Astrophysik di Monaco di Baviera, con al valutazione ‘sehr gut’. Dal 1979 al 1984 è stato post doc prima con la National Academy of Sciences, poi su contratto con la Soc. Telespazio, presso i centri NASA Marshall Space Flight Center e Goddard Space Flight Center, e presso il MIT / Department of Earth and Planetary Sciences. Come dipendente Telespazio ha partecipato alla realizzazione della Stazione di Geodesia Spaziale di Matera per conto dell’ASI. Ha svolto ricerche di gravimetria e geodesia in Himalaya Karakorum dal 1987 al 1998 sotto la direzione del prof. Ardito Desio. Ha partecipato ai progetti WEGENER e Crustal Dynamics Project della NASA specializzandosi nelle tecniche VLBI, Laser Ranging e GPS. Dal 1994 contribuisce alla Rete GPS EUREF con la stazione di Padova, e dal 1999 coordina il Local Analysis Center di Padova per conto dell’EUREF, del quale è membro del Technical Working Group. Ha partecipato al progetto Europeo CERGOP 2 sulla Geodinamica dell’Europa Centrale, e a vari progetti PRIN e CNR sulla geodinamica del Mediterraneo. Ha partecipato come coordinatore locale al progetto S2 dell’INGV – DPC, e partecipa al progetto Topoeurope dell’ESF sull’evoluzione in 4 D dell’Europa. Assiste l’IGM per la rete dinamica nazionale GPS. E’ socio dell’AGU, EGU e GNGTS, e dell’Associazione Italiana di Cartografia. Fa infine parte del gruppo ristretto di sei Esperti Europei per la redazione delle specifiche tecniche della Direttiva Europea In spire in tema di sistemi di riferimento. 5 pubblicazioni significative relative ai temi di ricerca del progetto CAPORALI A., C. Aichhorn b, M. Becker c, I. Fejes d,e, L. Gerhatova f, D. Ghitau g, G. Grenerczy d,e, J. Hefty f, S. Krauss b, D. Medach, G. Milev i, M. Mojzes f, M. Mulic j, A. Nardo a, P. Pesec b, T. Rusg, J. Simek k, J. Sledzinski l, M. Solaric h, G. Stanglm, F. Vespe n, G. Virag d, F. Vodopivec o, F. Zablotskyi p. (2008) . Geokinematics of Central Europe: New insights from the CERGOP2/Environment Project. J. of Geodynamics, accettato per Pubblicazione. CAPORALI A. (2006). Adding geodetic strain rate data to a seismogenic context. BOLLETTINO DI GEOFISICA TEORICA E APPLICATA. vol. 47, pp. 455-479 ISSN: 0006-6729. CAPORALI A., J. SLEDZINSKI. (2006). Geokinematics of Central Europe from GPS data. REPORTS ON GEODESY. vol. 2(77), pp. 17-28 ISSN: 0867-3179. J. HEFTY, L. GERHTOVA, C. HASLINGER, S. KRAUSS, M. BECKER, R. DRESCHER, G. GRENERCZY, R. KRATOCHVIL, T. LIWOSZ, CAPORALI A. (2006). Analysis of CEGRN 2005 as the eight CERGOP observing campaign. REPORTS ON GEODESY. vol. 1(76), pp. 39-46 ISSN: 0867-3179. 52 CAPORALI A., BRAITENBERG C, MASSIRONI M. (2005). Geodetic and hydrological aspects of the Merano earthquake of 17 July 2001. JOURNAL OF GEODYNAMICS. vol. 39, pp. 317-336 ISSN: 0264-3707 . doi:10.1016/j.jog.2005.01.001. 2. Personale dell’UR Nominativo (Cognome e Nome) Qualifica Caporali Alessandro PATP Praticelli Nicola Ente/Istituzione Mesi/Persona Mesi/Persona (personale non a carico del progetto) (personale a carico del progetto) I fase II fase Dipartimento di Geoscienze Università di Padova 4 4 Tecnico Laureato “ 2 2 Girardi Gianpaolo Tecnico “ 2 2 Turturici Filippo Borsista CISAS Università di Padova I fase II fase 4 4 Descrizione del contributo - Versione italiana 3a.1 Stato dell'arte Lo stato dell’arte della conoscenza delle velocità GPS nell’Area Alpina Mediterranea comprendente l’Italia è in continua evoluzione. La disponibilità di nuove stazioni con record storico sufficientemente maturo per fornire stime affidabili di velocità è in costante aumento. Il contributo dell’INGV in questo campo è senz’altro fondamentale. Lo sforzo intrapreso per installare la rete RING dovrebbe cominciare a dare i suoi frutti nell’ambito di questo progetto S1. Oltre alla riduzione dei dati secondo standard di calcolo ormai accettati, vi è grande attenzione per l’allineamento della rete risultante alla rete IGS e EUREF, così da beneficiare anche delle velocità di stazioni non inserite nella rete RING. L’imposizione di vincoli per l’allineamento della rete GPS può comportare variazioni anche non sistematiche di velocità, a parità di standard di calcolo. Ne consegue che il calcolo della velocità e dello strain rate va ragionato con molta attenzione. Il segnale ricercato è spesso molto piccolo e localizzato, ed estrapolazioni lineari o quasi lineari non sempre sono affidabili. Riferimenti: http://legacy.ingv.it/progettiSV/Progetti/Sismologici/S2/Task_3.pdf 3a.2 Obiettivi • Integrazione di reti geodetiche confrontabili (ad es. la rete RING con la rete EUREF); • Analisi del rumore in serie storiche di coordinate, il calcolo delle velocità e la stima della loro reale incertezza; • Calcolo del tasso di deformazione di superficie e della sua incertezza. 3a.3 Attività 1. Acquisizione e analisi di dati GPS di stazioni permanenti su tutto il territorio nazionale e in aree circostanti, e confronto con simili soluzioni ottenute da altre Unità di Ricerca 2. Supporto a altre Unità di Ricerca per l’inclusione dei dati di velocità e strain rate in modelli strutturali di evoluzione in 3D 3. Supporto ad altre Unità di Ricerca per la combinazione dei dati di velocità e strain rate con dati di sismologia statistica e calcolo della magnitudo massima attesa e/o di parametri del modello di Gutenberg e Richter di un’area sismogenetica. 53 3a.4 Metodologia Il Software adottato è il Bernese 5.0 con il setup raccomandato dallEUREF. La formazione delle serie storiche avverrà con il software CATREF, di recente introduzione e già collaudato per le serie storiche EUREF. L’analisi spettrale delle serie storiche verrà effettuata con gli algoritmi descritti in Caporali (2003). Il calcolo dello strain rate verrà effettuato secondo le procedure descritte in Caporali et al. (2003). Riferimenti CAPORALI, A., 2003. Average strain rate in the Italian crust inferred from a permanent GPS network. Part 1: Statistical Analysis of Time Series of Permanent GPS Stations, Geophys. J. Int.155, 241-253. CAPORALI, A., MARTIN, S., AND MASSIRONI, M., 2003. Average strain rate in the Italian crust inferred from a permanent GPS network. Part 2: Strain rate vs. seismicity and structural geology, Geophys. J. Int.155, 254-268 3a.5 Cronoprogramma I Fase II Semestre 1 2 1 2 Attività 1 x x x X Attività 2 - x x X Attività 3 - x x X 4a. Prodotti (elencare i prodotti attesi evidenziando quelli di diretto interesse per DPC) GMT files con le velocità di stazioni permanenti GPS in Italia e zone circostanti (ITRF05 e ridotte per la rotazione di Eurasia) (Diretto interesse per DPC) GMT files con gli strain rates al centro di cluster di stazioni permanenti GPS in Italia e zone limitrofe (Diretto interesse per DPC) Grafici delle serie temporali e del profile di rumore, per ogni stazione per la quale viene stimata la velocità 5. Interazioni con altri Enti/Istituzioni (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) INOGS (dr. D. Slejko) per la correlazione dei dati geodetici con quelli sismologici e statistici 6. Possibili interazioni con altri Progetti DPC (indicare quali progetti) (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) Description of Contribution – English version 3b.1 State of the art The state of the art in the knowledge of the GPS velocities in the Alpine Mediterranean Area surrounding Italy is continuously evolving. The availability of new GPS stations with a tracking history sufficiently long to enable velocities to be reliably estimated is continuously increasing. The 54 contribution of INGV is very important. The effort undertaken to install the network RING should show the first results during this project. Besides the data reduction according to standardized computational procedures, the compatibility in scale and orientation with other newtworks such as IGS or EUREF should be granted. Constraining a network can influence the velocities of the sites, even if the computational procedures were very similar. It follows that the computation of velocities and strain rate should be made by several groups and the results compared and homogeneized. The sought for signal is small and extrapolations yield results not always reliable for hazard applications. References http://legacy.ingv.it/progettiSV/Progetti/Sismologici/S2/Task_3.pdf 3b.2 Goals • Integration of comparable geodetic networks (e.g. RING with EUREF); • Analysis of noise in coordinate time series, estimate of the velocities and of their uncertainty • Surface strain rate and its uncertainty 3b.3 Activity (with timetable for each phase) 1. Acquisition and analysis of GPS data from permanent stations in Italy and surrounding areas, and comparison with similar data from other Research Units 2. Support to other Research Units to include velocità and strain rate data into models of structural evolution in 3D 3. Support to other Research Units to combine velocità and strain rate data with statistical data, e.g. to constrain the maximum expected magnitude of an area, or the parameters of the Gutenberg Richter law of that area (cf. e.g. Jenny et al., 2004) References Jenny, S., Goes, S., Giardini, D., Kahle, H.G., 2004. Earthquake recurrence parameters from seismic and geodetic strain rates in the Eastern Mediterranean. Geophysical Journal International 157, 1331-1347, doi: 10.1111/j.1365-246X.2004.02261.x 3b.4 Methodology The adopted software is Bernese 5.0 with the setup recommended by Euref. The time series will be formed with the new software CATREF, which has been tested for the Euref time series. The spectral analysis will be made with the algorithms described by Caporali (2003). The computation of the strain rate according to Caporali et al. (2003). 3b.5 Timetable I Phase II 1 Semester 2 1 2 Activity 1 x x x x Activity 2 - x x x Activity 3 - x x x 4b. Deliverables GMT files with velocities of permanent GPS stations in Italy and surrounding areas (ITRF05 and reduced for Eurasian rotation) 55 GMT files with regional strain rates at the center of cluster of stations of known velocity, in Italy and surrounding areas Plots with time series of coordinates, and noise profile, for each permanent GPS station for which the velocity is computed 7. Piano finanziario (in Euro) 7.1. I fase Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale (si intende personale a carico del progetto) 750 2) Spese per missioni 2000 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 0 0 5) Spese per servizi 2500 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 1500 750 Totale 7500 7.2. II fase Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 750 2) Spese per missioni 2000 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0 0 5) Spese per servizi 2500 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 1500 750 Totale 7500 56 Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 7.3. Totale Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 1500 2) Spese per missioni 4000 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0 0 5) Spese per servizi 5000 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 3000 1500 Totale 15000 57 Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b Convenzione INGV-DPC 2007-2009 Progetti sismologici Progetto S1 - RU 1.04 - Devoti Roberto (Task A) Titolo Misure del campo di deformazione geodetica nell’area italiana 1. Responsabile UR Roberto Devoti Primo Tecnologo (II livello retributivo) presso l’Istituto Nazionale di Geofisica e (INGV) Vulcanologia Breve CV Da settembre 2007: responsabile dell’unità funzionale “Analisi dati per la Geodesia” della sezione “Centro Nazionale per i Terremoti” dell’INGV. Dal 2003: Assunto a tempo indeterminato presso l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia con il profilo di primo tecnologo (II livello). Impegnato in ricerche riguardanti aspetti metodologici dell’analisi di dati geodetici. Dal 1990 al 2003, assunto a tempo indeterminato presso Telespazio SpA, Via Tiburtina 965, 00156 Roma. Nell’ambito del contratto di gestione del Centro di Geodesia Spaziale “G. Colombo” di Matera (CGS) riveste i ruoli di: - responsabile delle attività di combinazione e confronto dei risultati geodetici GPS, VLBI e SLR prodotti presso il CGS; - responsabile della determinazione orbitale di precisione dei satelliti geodetici e dello studio degli effetti non-gravitazionali; - responsabile delle attività per la determinazione del campo gravitazionale terrestre utilizzando dati SLR; - analista esperto di dati SLR e GPS, utilizzando software acquisiti quali GEODYN/SOLVE, BERNESE e MICROCOSM; - sviluppo software originale per la combinazione rigorosa delle soluzioni geodetiche (coordinate, velocità di sito e orientazione terrestre) Bibliografia inerente Boschi, E.; Casarotti, E.; Devoti, R.; Melini, D.; Piersanti, A.; Pietrantonio, G.; Riguzzi, F., 2006, Coseismic deformation induced by the Sumatra earthquake, J. of Geodynamics Vol. 42, Issue 1-3, pp. 52-62. Bianco G., R. Devoti, and V. Luceri, Combination of loosely constrained solutions, Proc. of the IERS workshop on combination research and global Geophysical Fluids, Munich, Germany, IERS Technical Note N. 30, edited by B. Richter, W. Schwegmann and R. Dick, 2003. Devoti R., C. Ferraro, R. Lanotte, V. Luceri, A. Nardi, R. Pacione, P. Rutigliano, C. Sciarretta, E. Gueguen, G. Bianco, and F. Vespe, Geophysical interpretation of geodetic deformations in the Central Mediterranean area, Geodynamics Series, vol. 30, edited by S. Stein and J. Freymueller, 2002, 57-65. 25. Bianco G., R. Devoti, V. Luceri, and C. Sciarretta, A review of SLR contributions to geophysics in Eurasia by CGS, Surveys in Geophysics, 346, 2001, 151-167. Bianco G., R. Devoti, M. Fermi, C. Ferraro, R. Lanotte, V. Luceri, A. Nardi, R. Pacione, P. Rutigliano, C. Sciarretta, and F. Vespe, Investigation on the combination of space geodetic techniques, J. Geodyn., 30, 2000, 337-353. 58 2. Personale dell’UR Nominativo (Cognome e Nome) Qualifica Ente/Istituzione Mesi/Persona Mesi/Persona (personale non a carico del progetto) (personale a carico del progetto) I fase II fase INGV 6 6 Ricercatore INGV 1 1 Bruno Valentina Borsista INGV 0 0 Cavaliere Adriano Borsista INGV 0 0 Cecere Giampaolo Tecnologo INGV 1 1 D’Agostino Nicola Primo Ricercatore INGV 0 0 D’Anastasio Elisabetta Ricercatore INGV 0 0 DeMartino Prospero Tecnico INGV 1 1 Esposito Alessandra Ricercatore INGV 0 0 Galvani Alessandro Ricercatore INGV 6 6 Mattia Mario Tecnologo INGV 1 1 Obrizzo Francesco Primo Tecnologo INGV 2 3 Palano Mimmo Ricercatore INGV 0 0 Pietrantonio Grazia Ricercatore INGV 0 0 Dirigente INGV 1 1 Riguzzi Federica Primo Ricercatore INGV 5 5 Sepe Vincenzo Ricercatore INGV 6 6 Serpelloni Enrico Ricercatore INGV 0 0 Tammaro Umberto Tecnico INGV 1 1 Zarrilli Luigi Tecnico INGV 0 0 TBD Borsista INGV Devoti Roberto Primo Tecnologo Avallone Antonio Pingue Folco I fase II fase 12 6 Descrizione del contributo - Versione italiana 3a.1 Stato dell'arte L’area italiana e più in generale quella Mediterranea è presidiata da numerosi vertici GPS permanenti, installati a partire dalla seconda metà degli anni ’90 da diversi enti pubblici e privati. Tali siti costituiscono una rete geodetica che virtualmente consente lo studio dei moti tettonici di un’area complessa e frammentata. Negli ultimi anni i siti GPS permanenti sono cresciuti notevolmente in numero e qualità e le reti si sono aggiunte in modo eterogeneo e scoordinate. L’INGV ha archiviato in modo continuativo tutti i dati RINEX disponibili sul territorio, sia pubblici che tramite apposite convenzioni ed ha installato una propria rete espressamente dedicata allo studio della tettonica dell’area che consta di circa 120 stazioni (rete RING) i cui risultati sono in gran parte inediti. In tutta l’area italiana sono oggi disponibili ca. 350 stazioni GPS operanti in acquisizione continua che potrebbero concorrere alla determinazione dei movimenti tettonici di superficie. 59 I dati RINEX sono attualmente archiviati in modo organico e standard in almeno tre banche dati distinte. La strategia suggerita dal CNT prevede la costituzione di un unico centro di archiviazione, con backup di recovery, presso il centro di Grottaminarda. Nell’ambito del CNT la produzione delle serie storiche GPS è affidata istituzionalmente alla UF “Analisi dati per la Geodesia”, ma storicamente diversi gruppi di ricerca interni all’INGV hanno da tempo sviluppato competenze e strumenti per l’analisi dei dati GPS anche in altre sezioni dell’INGV. I software di analisi dati GPS attualmente in uso sono: GAMIT, GIPSY/OASIS e BERNESE che sono considerati i più aggiornati per le applicazioni geodetiche di alta precisione. L’apporto delle diverse soluzioni geodetiche ottenute da diversi software e diversi operatori consente di validare il prodotto geodetico finale. Lo scopo principale della validazione è l’identificazione degli errori sistematici interni al processo di analisi (massima precisione) e, in un processo iterativo, di fornire un dato geodetico stabile (ripetibile) al variare delle condizioni al contorno dell’analisi (modelli e strategie di analisi). Una soluzione che minimizzi le componenti sistematiche e casuali introdotte in varie fasi dell’analisi,è la cosiddetta soluzione combinata (o di consenso), ottenuta mediando le serie storiche provenienti da diverse soluzioni. L’operazione di combinazione viene eseguita in modo esatto prevedendo l’utilizzo della matrice di covarianza completa ed una calibrazione di ciascuna soluzione per un fattore di peso stimato dalle stesse soluzioni (Bianco et al., 2003). 3a.2 Obiettivi L’obiettivo principale consiste nella realizzazione di un campo di velocità dell’area italiana a partire da una o più serie storiche di soluzioni geodetiche giornaliere. Saranno considerati tutti i vertici GPS permanenti nell’area italiana che potenzialmente sono in grado di fornire una stima di velocità affidabile. Il campo di velocità combinato permetterà di confrontare direttamente le diverse soluzioni isolando e correggendo gli errori sistematici presenti nelle serie storiche individuali. Un ulteriore obiettivo è quello di individuare una rete GPS considerata ‘fondamentale’ o ‘fiduciale’ per la definizione del sistema di riferimento italiano, composta da siti storici (>5 anni di osservazioni continue) selezionati in base ad un criterio di ripetibilità e stabilità. Tale rete, allineata al sistema di riferimento internazionale ITRF, consentirà facilmente di integrare il campo di velocità nazionale con altri campi regionali di reti più piccole. Un terzo obiettivo è la caratterizzazione del rumore di sito mediante l’analisi dei residui di coordinate (Williams, 2004). 3a.3 Attività Messa a punto delle procedure di analisi, in particolare per l’adeguamento agli standard di analisi (p.es. tipi di strumentazioni, altezze antenne comuni, ecc.). Completamento delle serie storiche giornaliere con BERNESE e GAMIT. Combinazione delle soluzioni giornaliere disponibili e generazione di un campo di velocità preliminare (circa 50 siti). Confronti e statistiche sito per sito tra le diverse soluzioni. Costruzione della soluzione fiduciale (coordinate e velocità). Completamento delle serie storiche e costruzione del campo di velocità finale (tutti i siti disponibili, si prevedono circa 200 siti). 3a.4 Metodologia Ogni soluzione giornaliera viene realizzata con procedure e software disomogenee quindi l’attenzione deve essere riposta nell’esprimere correttamente ciascuna serie storica in un sistema di riferimento stabile. Per questa ragione si richiedono soluzioni giornaliere poco vincolate (loose) o per niente vincolate per permettere di applicare il vincolo del sistema di riferimento solo nella fase finale dell’analisi. Adottiamo un approccio rigoroso alla combinazione di soluzioni geodetiche basato sull’utilizzo di tutta la matrice di covarianza disponibile e rimuovendo eventualmente i vincoli apriori imposti dall’analista (Davies et al., 2000; Dong et al., 1998). Ogni giorno, le diverse soluzioni (possibilmente loose) saranno combinate in un'unica soluzione globale contenente l’unione di tutti i siti del giorno (Bianco et al., 2003). La disponibilità delle singole soluzioni e della soluzione combinata permetterà di confrontare puntualmente le serie storiche di ciascun sito e di 60 isolare o correggere i comportamenti ‘anomali’ delle soluzioni. Sarà inoltre possibile, analizzando le differenze, attribuire una diversa affidabilità a ciascun sito in base alla sua ripetibilità intrinseca tra soluzioni diverse. Il sistema ITRF2005 (Altamimi et al., 2007) sarà utilizzato per la realizzazione del sistema di riferimento comune. Le soluzioni giornaliere verranno trasformate rigidamente nel sistema ITRF2005 stimando traslazioni, rotazioni e scala. Si ritiene necessario che almeno 11 siti dell’area mediterranea concorrano alla trasformazione e che questi siti siano presenti in tutte le soluzioni. Le soluzioni giornaliere sono poi trascritte nelle equazioni normali per stimare contemporaneamente le coordinate, velocità, segnali stagionali e discontinuità nelle serie storiche. Bibliografia Altamimi Z., Collilieux, X., Legrand J., Garayt B., Boucher, C. (2007) ITRF2005: A new release of the International Terrestrial Reference Frame based on time series of station positions and Earth Orientation Parameters, J. Geophys. Res., 112, B09401, doi:10.1029/2007JB004949. Bianco G., R. Devoti, V. Luceri, Combination of loosely constrained solutions, IERS Technical Note N. 30, 107-109, 2003. Davies P., G. Blewitt, Methodology for global geodetic time series estimation: a new tool for geodynamics, J. Geophys. Res. Vol. 105, B5, 11,083-11,100, 2000. Dong D., T.A. Herring, R.W. King, Estimating regional deformation from a combination of space and terrestrial geodetic data, J. of Geod., 72, 200-214, 1998. Williams, S. D. P., The effect of coloured noise on the uncertainties of rates estimated from geodetic time series, J. of Geod. 76, 483-494, 2003. 3a.5 Cronoprogramma I Fase II Semestre 1 2 1 Definizione degli standard di analisi dati e produzione delle serie storiche GPS x x x Combinazione delle soluzioni giornaliere, confronto e validazione delle soluzioni x x Produzione soluzione velocità preliminare x Soluzione fiduciale e completamento serie storiche Campo di velocità finale 2 x x x 4a. Prodotti Serie storica GPS: coordinate giornaliere dei siti GPS dell’area italiana ottenute dalla combinazione delle soluzioni disponibili (soluzione combinata o di consenso). Sistema di riferimento: Sistema di riferimento dell’area italiana: coordinate, velocità, offset strumentali e non-strumentali di un sottoinsieme di siti GPS fiduciali. Campo di deformazione: Campo di velocità preliminare dell’area italiana: coordinate, velocità, offset non-strumentali di una selezione di siti GPS permanenti. Campo di deformazione: Campo di velocità finale: coordinate, velocità, offset non-strumentali di tutti i siti GPS permanenti disponibili. 5. Interazioni con altri Enti/Istituzioni (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) 61 6. Possibili interazioni con altri Progetti DPC (indicare quali progetti) Validazione e confronto di soluzioni geodetiche e di deformazione nelle aree di interesse per il progetto DPC-S5 (test-site). Analisi del rumore di sito e stima dell’errore atteso per i siti GPS permanenti e discontinui. Analisi della significatività delle velocità di sito in cooperazione con le UR di modellazione tettonica per valutare le anomalie del campo di velocità. Description of Contribution – English version 3b.1 State of the art The Italian area and in general the Mediterranean area is monitored by a number of permanent GPS sites, installed in the second decade of the nineties by different public and private agencies. These sites constitute a potential dense geodetic network that allows to study a complex tectonic area. In the last years the permanent GPS sites are continuously growing in number and performance but the networks were installed for different purposes and without a real coordination between them. INGV is still archiving all available RINEX data observed in the Italian area and has also installed a permanent network consisting in about 120 geodetic sites (RING network), whose results are mainly not yet published. At present in the Italian area, there are about 350 permanent GPS sites operating continuously that could be useful for tectonic studies. All the RINEX data are currently archived in three different databases, the INGV-CNT strategy is suggesting to setup a global archiving center located in Grottaminarda, the current archiving center for the RING network. Different groups at INGV are processing independently the GPS data, using different approaches and softwares like GAMIT, GIPSY/OASIS and BERNESE. This assorted experience could be useful to validate the final geodetic products. The main goal of the validation process is the identification of systematic errors, generated in the analysis process (maximizing the accuracy), and after an iterative trial-error process, to assess the stability of the solutions (repeatability). A solution that reduces to a minimum the systematic errors is the combined solution (or consensus solution) obtained through a weighted mean of the different geodetic solutions. The combination is performed in a least-squares sense, that uses the complete covariance matrix and estimates a weighting factor that scales each single solution (Bianco et al., 2003). 3b.2 Goals The principal objective of the research activity is to realize a velocity field of the Italian area from one or more geodetic daily solutions. All permanent GPS sites of the area that potentially could provide a significant velocity will be considered. The combined velocity field allows the assessment between the input solutions, isolating and possibly cleaning the systematic errors. Another objective will be the construction of a ‘fiducial’ velocity solution, of fundamental importance for the definition of the Italian reference system. It consists of a number of stable and repeatable sites with sufficient observational history (>5 years). The new Italian reference frame will be useful in various geodetic applications. A third objective consists in studying the noise content of each GPS site, analyzing the coordinate residuals (Williams, 2004) 3b.3 Activity (with timetable for each phase) Analysis procedures definition and agreement on the modeling standards (e.g. instrumentation type, common antenna heights, etc.) Construction of daily time series with BERNESE and GAMIT softwares. Combination of available daily solutions and preliminary velocity field (about 50 sites) Construction of a fiducial solution (coordinates and velocities). Eventually additional time series and final velocity field generation (all available sites, about 200 sites) 62 3b.4 Methodology Each daily solution is realized by different procedures and softwares, particular care has to be taken in order to express all the time series in a common and stable reference frame. For this reason we recommend the production of loosely constrained or free solutions in order to impose the reference system constraints only in a late stage of the time series analysis. We implement a rigorous combination strategy based on the complete covariance matrices and a convenient handling of constraints as described in Davies et al. 2000. Each loose solution will be combined each day into a global daily loose solution consisting in the union of all the considered sites (Bianco et al. 2003; Dong et al., 1998). Furthermore, it will be possible to assess the accuracy of each site’s estimate comparing the intrinsic repeatability of each solution. The official ITRF2005 (International Terrestrial Reference Frame) will be adopted to realize the common reference system (Altamimi et al., 2007). Thus the daily global network solutions will be rigidly transformed into the ITRF2005 frame estimating translations and scale parameters. At least 11 core sites should contribute to the rigid transformation and all of them are expected to be included in the daily solutions. All the transformed daily solutions will be stacked into a normal equation matrix and site positions and velocities will be estimated simultaneously along with annual signals and sporadic offsets at epochs of instrumental changes. References Altamimi Z., Collilieux, X., Legrand J., Garayt B., Boucher, C. (2007) ITRF2005: A new release of the International Terrestrial Reference Frame based on time series of station positions and Earth Orientation Parameters, J. Geophys. Res., 112, B09401, doi:10.1029/2007JB004949. Bianco G., R. Devoti, V. Luceri, Combination of loosely constrained solutions, IERS Technical Note N. 30, 107-109, 2003. Davies P., G. Blewitt, Methodology for global geodetic time series estimation: a new tool for geodynamics, J. Geophys. Res. Vol. 105, B5, 11,083-11,100, 2000. Dong D., T.A. Herring, R.W. King, Estimating regional deformation from a combination of space and terrestrial geodetic data, J. of Geod., 72, 200-214, 1998. Williams, S. D. P., The effect of coloured noise on the uncertainties of rates estimated from geodetic time series, J. of Geod. 76, 483-494, 2003. 3b.5 Timetable I Phase 1 Semester Analysis standards definition and GPS time series production II 1 x x Daily time series combination, solution comparison and validation x x Preliminary velocity field production x Fiducial solution and time series completion Final Velocity field x 2 2 x x x 4b. Deliverables GPS time series:. GPS time series of the Italian area: daily coordinates of permanent GPS sites obtained from the combination of the available solutions (consensus or combined solution). 63 Reference system: Reference system of the italian area: coordinates, velocities, offsets of a selected subset of fiducial sites Deformation field: Preliminary deformation field of the italian area: coordinates, velocities and non-instrumental offsets of a selected subset of permanent GPS sites. Deformation field: Final deformation field of the italian area: coordinates, velocities and noninstrumental offsets of all available permanent GPS sites. 7. Piano finanziario (in Euro) 7.1. I fase Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 1) Spese di personale 2800 0,00 2) Spese per missioni 6400 Categoria di spesa Importo previsto a 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0 16000 5) Spese per servizi 0 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 0 2800 Totale 0,00 0,00 0,00 0,00 28000 7.2. II fase Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 1) Spese di personale 2200 0,00 2) Spese per missioni 9600 Categoria di spesa Importo previsto a 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0 8000 5) Spese per servizi 0 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 0 2200 Totale 22000 64 0,00 0,00 0,00 0,00 7.3. Totale Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 1) Spese di personale 5000 0,00 2) Spese per missioni 16000 0,00 Categoria di spesa Importo previsto a 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0 24000 5) Spese per servizi 0 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 0 5000 Totale 50000 65 0,00 0,00 0,00 0,00 Convenzione INGV-DPC 2007-2009 Progetti sismologici Progetto S1 - RU 2.02 - Di Stefano Raffaele (Task A) Titolo Struttura della Crosta (modello 3D integrato) 1. Responsabile UR Raffaele Di Stefano Ricercatore III Livello Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia Luogo e Data di nascita: Roma, 06/10/1971 Indirizzo Uff: Via Sarsina, 59 - 00127 Roma Telefono : ++390651860306 e-mail: [email protected] ° Diploma di Laurea in Scienze Geologiche conseguito il 9/5/1997. Titolo: Tomografia sismica della zona di subduzione del Tirreno Meridionale; ° Esame di Stato per la professione di Geologo: conseguito nel mese di Gennaio 1997 presso l'Università degli Studi di Roma “La Sapienza” ° Dottorato Internazionale di Ricerca (PhD) in collaborazione con l’ETH di Zurigo (CH). Titolo: Subduction-collision structure beneath Italy: high resolution images of the Adriatic-EuropeanTyrrhenian lithospheric system. Svolge attività di ricerca presso l’INGV dal 1998. Pubblicazioni Inerenti Di Stefano R., C. Chiarabba, F. Lucente & A. Amato, 1999 - Crustal and uppermost mantle structure in Italy from the inversion of P-wave travel times: Geodynamic implications. Geophysical Journal International, 139, 438-498. Di Stefano R. and Chiarabba C., 2002 - Active source tomography at Mt. Vesuvius: Constraints for the magmatic system. Journal of Geophysical Research, Vol. 107(B11), 2278. Chiarabba, C., Jovane, L., Di Stefano, R., 2005 - A new view of Italian seismicity using 20 years of instrumental recordings. Tectonophysiscs, 395, 251-268. Barchi M.R., Pauselli C., Chiarabba , Di Stefano R., Federico C., 2006 - Crustal structure, tectonic evolution and seismogenesis in the Northern Apennines (Italy). Bollettino di Geofisica Teorica e Applicata, 47(3) , 249-270. Di Stefano, R., Aldersons, F., Kissling, E., Baccheschi, P., Chiarabba, C., Giardini, D., 2006 Automatic seismic phase picking and consistent observation error assessment: application to Italian seismicity. Geophysical Journal International, 165, 121-134. 2. Personale dell’UR Mesi/Persona Nominativo (Cognome e Nome) Di Stefano, Raffaele Qualifica Ric. III Liv. Ente/Istituzione INGV 66 Mesi/Persona (personale non a carico del progetto) I fase II fase 2 2 (personale a carico del progetto) I fase II fase De Gori, Pasquale Ric. III Liv. INGV 1 1 Chiarabba, Claudio Dirigente di ricerca INGV 2 2 Amato, Alessandro Dirigente di ricerca INGV 1 1 Ric. III Liv. INGV 2 2 Ric. III Liv. INGV 1 1 Ric. III Liv INGV 1 2 Dirigente di ricerca INGV 1 1 Improta, Luigi Ric. III Liv. INGV 0 2 Bianchi Irene Borsista INGV Piana Agostinetti, Nicola Lucente, Francesco Pio Casarotti, Emanuele Michelini, Alberto 12 12 Descrizione del contributo - Versione italiana 3a.1 Stato dell'arte Il Mediterraneo centrale e, in particolare, la regione italiana, sono caratterizzati da una tettonica complessa. In questo tipo di regioni la modellazione dei parametri geofisici, essenziale nella definizione e regionalizzazione del rischio, necessita di un’accurata definizione della struttura tridimensionale della crosta e, in particolare, dell’interfaccia crosta/mantello. Per questo, la definizione di un modello 3D integrato per la velocità delle onde sismiche è di rilevanza primaria. La tomografia sismica, la sismica di esplorazione a sorgente controllata (CSS) e, recentemente, gli studi di Receiver Function (Langston, 1979), sfruttano metodologie in grado di fornire informazioni molto dettagliate ed integrabili fra di loro, sulla struttura crostale 3D. Negli ultimi anni sono stati prodotti diversi modelli tomografici della crosta per la regione italiana, ma solo di recente la qualità e il numero di dati disponibili ha permesso di raggiungere una risoluzione sufficiente a riprodurre strutture crostali, in termini di velocità delle onde P, dell’ordine dei 30km di lato al di sotto dell’intera regione, e fino a profondità del mantello superiore (Di Stefano et al., 2005). Al livello locale invece la risoluzione è molto variabile, in dipendenza della dimensione della’array di stazioni, ed arriva in genere ad alcuni km. Sono stati effettuati studi tomografici di dettaglio intorno a molte zone di faglia legate a iportanti sequenze sismiche strumentali o terremoti storici, e in corrispondenza di molte delle più importanti aree vulcaniche, come il Vesuvio, l’Etna, i Campi Flegrei, i Colli Albani. Un gran numero di esperimenti di sismica attiva, svolti sia a terra che a mare negli ultimi 50 anni, ha aggiunto importanti informazioni di alta risoluzione sulla struttura della crosta in Italia, in alcuni casi arrivando ad illuminare la discontinuità crosta mantello (Pialli et al., 1998; Scrocca et al. 2003). La distribuzione non omogenea di tali esperimenti sul territorio, e la natura 2D dei metodi di esplorazione utilizzati, da una parte lascia molte zone del volume crostale non illuminate e dall’altra richiede, per generare un modello unico, una complessa operazione di interpolazione delle diverse informazioni, in tre dimensioni. Waldhauser et al. (1996) ha sviluppato un metodo di interpolazione 3D in grado generare una topografia complessa della Moho basata sui dati CSS e un modello medio di velocità delle onde sismiche nella crosta. Tale metodo è stato recentemente implementato ed utilizzato per ottenere una prima versione della mappa della Moho estesa a tutta la penisla italiana, che include anche un limitato numero di dati relativi a studi di tomografia sismica e receiver function, in zone meno campionate dagli studi di CSS (Di Stefano et al., 2008). Negli ultimi quattro anni infine, il potenziamento della Rete Sismica Nazionale Centralzzata dell’INGV e di altre reti regionali permanenti e l’istallazione di alcune reti sismiche temporanee, in occasione di diversi esperimenti, ha reso disponibili un numero consistente di registazioni telesismiche a stazioni broadband a 3 compnenti. Questi dati stanno consentendo di effettuare numerosi studi di Receiver Function omogeneamente distribuiti lungo tutta la penisola e le regioni insulari (Piana Agostinetti, et al., 2002; Bagh et al., 2007; Bianchi et al., 2007). 67 Bibliografia Bagh et al., 2007 Bagh, S. B., Chiarabba, C., Gori, P. D., Barchi, M., 2007. Crustal vp and vp/vs structure of the abruzzo apennines (central italy). Geophys. Res. Lett. in preparation. Bianchi, I., Piana Agostinetti, N., De Gori, P., Chiarabba, C., 2007. Deep structure of the colli albani volcanic district (central italy) from receiver functions analysis. J. Geophys. Res. submitted. Di Stefano R. and Chiarabba C., (2002). Active source tomography at Mt. Vesuvius: Constraints for the magmatic system. Journal of Geophysical Research, Vol. 107(B11), 2278. Di Stefano, R. (2005). Subduction-collision structure beneath Italy: high resolution images of the Adriatic-European-Tyrrhenian lithospheric system, Ph.D. Thesis, Naturwissenschaften, Eidgenössische Technische Hochschule ETH Zürich. Di Stefano, R., Chiarabba, C., and Kissling, E. (2008) - Crustal Thickness and 3d Moho Geometry in Italy: new constraints for geodinamics and tectonics. Tectonophysics, submitted. Langston, C., 1979. Structure under mount rainier, washington, inferred from teleseismic body waves. J. Geophys. Res. 84 (B9), 4749–4762. Lomax, 2000 Lomax, A., J. Virieux, P. Volant and C. Berge, 2000. Probabilistic earthquake location in 3D and layered models: Introduction of a Metropolis-Gibbs method and comparison with linear locations, in Advances in Seismic Event Location Thurber, C.H., and N. Rabinowitz (eds.), Kluwer, Amsterdam, 101-134. Waldhauser, F., 1996. A parameterized three-dimensional Alpine crustal model and its application to teleseismic wavefront scattering, Ph.D. thesis, ETH-Zurich, Switzerland. Piana Agostinetti, N., Lucente, F., Selvaggi, G., Di Bona, M., 2002. Crustal structure and moho geometry beneath the northern apennines (italy). Geophys. Res. Lett. 29 (20), doi:10.1029/2002gl015109. Pialli, G., Barchi, M., Minelli, G., 1998. Results of the crop03 deep seismic reflection profile. Mem. Soc. Geol. It. 52, 654. Roselli, P., Lucente, F., Piana Agostinetti, N., 2008. Crustal structure at the tyrrhenian-adriatic domain boundary from receiver functions analysis in northern apennines (Italy). Geophys. Res. Lett. in prep. Scrocca et al., 2003 Scrocca, D., Doglioni, C., Innocenti, F., Manetti, P., Mazzotti, A., Bertelli, L., Burbi, L., D’Offizi, S. (Eds.), 2003. 2003. CROP ATLAS - Seismic Reflection Profiles of the Italian Crust. Vol. 62. Mem. Descr. Carta. Geol. It. Sambridge, M., 1999a. Geophysical inversion with a neighbourhood algorithm I searching a parameter space. Geophys. J. Int. 138, 479–494. Zhao, D., A. Hasegawa, and S. Horiuchi (1992). Tomographic imaging of p and s wave velocity structure beneath northeastern japan, J. Geophys. Res., 97 (B13), 19,909–19,928. 3a.2 Obiettivi L’obiettivo principale di questa Unità di Ricerca è la produzione di un modello crostale 3D di velocità delle onde sismiche integrato, di alta risoluzione, per l’Italia. Il conseguimento di tale obiettivo, consentirà di ottenere informazioni di sempre maggiore dettaglio sulla struttura delle crosta e sul suo stato fisico e costituirà un importante punto di partenza per poter generare nuovi modelli, sia regionali che locali, di più alta risoluzione, ed eventualemente integrarli nel modello di riferimento. Inoltre, tale modello sarà utilizzato per consentire importanti passi avanti nella localizzazione routinaria 3D degli eventi sismici. L’attività sarà suddivisa per diversi sotto obiettvi. Obiettivo 1: In una prima fase sarà prodotto un modello tomografico 3D Regionale di alta risoluzione per le fasi P (modello P) e di media risoluzione per le fasi S (modello S). Per questo primo obiettivo sarà usato, come riferimento per la procedura di inversione, un modello 1D già utilizzato in precedenti lavori. L’obiettivo sarà raggiunto attraverso l’estensione del dataset di letture P ed S dal 1988-2002 a tutto il 2007. Per il modello P si ridurrà l’equidistanza fra i nodi del modello di velocità a <15km. In una seconda fase, a valle dei risultati conseguiti dall’obiettivo 2, sarà eseguita una tomografia 3D sia P che S, di altissima risoluzione a partire da un modello 3D di riferimento che includerà anche la topografia della Moho. Questo approccio consentirà di modellare con precisione anche le fasi rifratte dalla discontinuità crosta/mantello, ottenendo una migliore convergenza verso la struttura reale di velocità delle onde sismiche nella crosta. Infine, a valle dei risultati dell’obiettivo 3, il modello regionale tomografico sarà integrato con le numerose 68 tomografie a scala locale, sia P che S, di altissima risoluzione prodotte negli ultimi anni a scala locale sul territorio italiano. Questo permetterà, localmente, di aumentare di molto il livello di dettaglio disponibile per ulteriori modellazioni e per una maggiore comprensione dei processi di deformazione attivi nella crosta. Obiettivo 2: aggiornamento della mappa della discontinuità crosta/mantello (Moho) e del Modello 3D Medio del Mediterraneo centrale. Eseguiremo l’aggiornamento attraverso l’integrazione dei dati di Receiver Function e di Sismica attiva, che forniscono una profondità della discontinuità e una velocità media delle onde sismiche al di sopra della discontinuità stessa. Per quanto riguarda la Receiver Function, in totale si avranno valori in circa 150-200 punti nell’Italia peninsulare e insulare relativi a stazioni sismiche di reti a larga banda. Tali dati saranno integrati con tutti i risultati disponibili relativi a profili di esplorazione sismica profonda a sorgente controllata (CSS). In entrambi i casi, ai dati integrati sarà attribuita una stima della qualità e quindi dell’attedibilità. L’integrazione dei risultati prodotti con le due metodologie permetterà di ottenere una mappa della Moho e un modello crostale medio di velocità delle onde sismiche omogeneamente campionati su tutto il territorio. Obiettivo 3: Sarà prodotta una procedura, divisa in due moduli, che consentirà il ricampionamento (regridding) del modello regionale di velocità e dei modelli locali e la loro integrazione (modulo 1), il calcolo del miglior modello 1D medio locale a partire dal 3D e il calcolo delle travel time sintetiche attraverso il modello 3D (modulo 2). 3a.3 Attività Attività 1: creazione del primo modello di Vp e di Vs per la crosta. Utilizzando un programma per la tomografia 3D linearizzata, sarà invertito un dataset di oltre 450.000 fasi P e 180.000 fasi S relative a eventi sismici del periodo 1988-2007, registrate sia alla Rete Sismica Nazionale che ad altre reti regionali permanenti. Attività 2: aggiornamento della mappa della Moho e del modello medio 3D di Vp per il Mediterraneo centrale. Saranno, innanzitutto, determinati, attraverso l’analisi delle Receiver Functions (RF) telesismiche, la profondità della Moho e il rapporto Vp/Vs medio al di sotto di circa 150-200 stazioni sismiche boradband a 3 componenti, nell’Italia peninsulare e insulare, appartenenti sia alla Rete Sismica Nazionale che ad altre reti permanenti o temporanee. Saranno poi collezionate le informazioni sulla profondità della Moho e sulle velocità crostali medie, derivate da tutti gli studi relativi ad esperimenti di sismica a sorgente controllata (CSS), disponibili per la regione. I due dataset saranno infine integrati con i dati già disponibili nella precedente versione della mappa. Sarà infine applicato il metodo di Waldhauser (1996) per generare la nuova mappa della Moho e il nuovo modello medio 3D di velocità delle onde sismiche. Attività 3: creazione del secondo modello di Vp e Vs per la crosta. Il modello medio 3D e la topografia della Moho derivate dall’attività 2, saranno utilizzati come modello di partenza, in una procedura di inversione tomografica in grado di tracciare raggi sismici attraverso una struttura di velocità 3D di partenza, modellando sia le fasi dirette che quelle rifratte ad una Moho con geometria qualsiasi. Questo consentirà di ottenere un modello tomografico finale di altissimo dettaglio. Per ottenere questo risultato saranno implementate alcune modifiche al raytracing 3D della procedura di inversione tomografica. Attività 4: creazione di una procedura di integrazione e gestione dei modelli crostali ottenuti. Sarà sviluppata una procedura standard divisa in due moduli. Il primo si occuperà di integrare il modello regionale tomografico con le diverse tomografie locali, sia P che S, di altissima definizione, già pubblicate o che saranno prodotte in futuro. Questo modulo sfrutterà algoritmi di interpolazione 3D. Il secondo modulo, invece, permetterà di calcolare il miglior modello 1D locale e le travel times sintetiche per le fasi P ed S, attraverso il modello 3D integrato. 3a.4 Metodologia Obiettivo 1 Sarà utilizzato il metodo per l’inversione tomografia 3D linearizzata di fasi P ed S, di Zhao et al. (1992) modificato da Di Stefano et al. (2002). Tale metodo consente sia l’inversione a partire da un modello 1D che a partire da un modello 3D che includa una discontinuità sismica con topografia 69 variabile. Tale metodo consente l’inversione di un elevato numero di osservazioni per un grande numero di parametri di velocità, grazie all’inclusione dell’algoritmo LSQR di Paige and Saunders (1992). Obiettivo 2 Sarà utilizzato il metodo di Waldhauser (1996) che consente di interpolare i dati sulla profondità della Moho e le velocità crostali, attraverso la generazione di diverse superfici che minimizzano il misfit tenendo conto di importanti informazioni a priori. I dati sono pesati in base a parametri di qualità ed attendibilità, relativi alla discontinuità crosta/mantello. Il metodo consente l’inserimento di informazioni estratte da esperimenti di Sismica a Sorgente Controllata (CSS) e sarà implementato per consentire la migliore integrazione di dati ottenuti dall’analisi di Receiver Function telesismiche (RF). Questo aggiornamento della procedura consentirà di raggiungere il dettaglio di ~20km nelle aree a maggiore densità di punti e di circa ~50 km nel resto della penisola. Per quanto riguarda i dati di RF, saranno elaborati con i metodi standard (Langston, 1979; Sambridge, 1999) e, dove possibile, vincolandone i risultati con le informazioni derivate dalle inversioni tomografiche. Obiettivo 3 Sarà prodotto un primo pacchetto software (modulo 1) per l’interpolazione 3D dei valori di velocità e l’integrazione fra modelli 3D diversi. Ogni schema di interpolazione può essere visto in termini di funzioni base. In dipendenza dalle funzioni usate (step, lineare, cubica, ecc.) una funzione nota solo in un numero discreto di punti può essere interpolata fra di essi. In questo modulo saranno utilizzate funzioni base lineari per l’interpolazione fra nodi fra i quali il modello è noto. Sarà poi creato un secondo pacchetto software (modulo 2) che calcolerà il miglior modello 1D locale a partire dal 3D e che utilizzerà alcune componenti del programma NonLinLoc (Lomax, 2000) per il calcolo dei tempi sintetici di percorrenza delle onde sismiche attraverso un mezzo 3D. 3a.5 Cronoprogramma Fase Semestre Attività 1 Attività 2 Attività 3 I II 1 Localizzazioni 1D di partenza degli eventi. Analisi del dataset. Parametrizzazione del volume e test sisntetici. Raccolta, selezione e pesatura dei dati CSS. 2 1 2 Calcolo delle Receiver Functions (RF) e confronto con il modello tomografico. Implementazione della procedura di interpolazione. Integrazione dei dataset di CSS e RF. Aggiornamento del modello medio 3D di velocità delle onde sismiche e della mappa della Moho. - Modifiche al raytracing della procedura di inversione tomografica. Calcolo del miglior modello 1D. Inversione tomografica e test di risoluzione Procedura – Modulo 1: riparametrizzazione e integrazione dei Attività 4 70 Creazione del modello di Vp e di Vs di secondo livello. Procedura – Modulo 2: calcolo del best 1D e modelli tomografici. calcolo delle travel times nel modello 3D. 4a. Prodotti Modello 3D regionale di velocità delle onde P ed S, per la crosta, localmente integrato con modelli crostali di dettaglio ad altissima definizione. Mappa aggiornata della Moho per il Mediterraneo centrale. Procedura modulare per il calcolo del best 1D e della profondità della Moho locale, dal modello integrato 3D e per il calcolo delle travel time P ed S. 5. Interazioni con altri Enti/Istituzioni (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) 6. Possibili interazioni con altri Progetti DPC (indicare quali progetti) La standardizzazione della procedura consentirà di inserire nel modello integrato anche i risultati tomografici di alta definizione aspettati dal progetto S5. Sarà inoltre possibile effettuare studi di comparazione fra le localizzazioni 1D e 3D di un sottoinsieme di eventi estratti dal nuovo catalogo della sismicità italiana prodotto all’interno dello stesso progetto S1. Description of Contribution – English version 3b.1 State of the art The central Mediterranean, and the Italian region in particular, are characterized by a complex tectonic setting. Accurately determining the 3D structure of the crust, also including the crust/mantle boundary, is fundamental for the modeling of geophysical parameters in such regions, to better define and regionalize the seismic hazard. For this reason, building an integrated 3D seismic waves velocity model for the Italian region is a high priority goal. Seismic tomography, controlled source seismology (CSS) and, recently, receiver function studies (Langston, 1979), are based on methodologies able to unravel extremely detailed information on the 3D crustal structure. In the last decade, several tomographic models of crust beneath Italy have been produced, but only recently the quality and amount of available data allowed to reach the appropriate resolution to image 30 to 60km wide structures at regional scale down to the base of the lithosphere. Conversely, the resolution of tomographic studies at very local scale is extremely variable, depending on the dimension and density of the station arrays, and it is typically in the order of few km. Detailed tomographic studies have been performed targeting many fault zones related to important seismic sequences or historical earthquakes, and almost all the more important and hazardous volcanic regions, e.g. Mt. Vesuvius, Mt. Etna, Phlegrean Fields, the Alban Hills. In addition, a huge number of CSS experiments, both inland and offshore, have been performed in the last 50 years giving a very large number of very high definition information on the crustal structure, sometimes illuminating the crust/mantle boundary (Pialli et al., 1998; Scrocca et al. 2003). The presently uneven distribution of such experiments, and the 2D exploration methodologies used, do not allow to homogenously sample the crustal volume, needing complex interpolation procedures to generate a 3D continuous model. Waldhauser et al. (1996) developed an advanced 3D interpolation method to generate a Moho complex topography and a 3D mean velocity model, based on the local information from several CSS experiments. Such method has been recently implemented and used to generate a Moho map for the whole Italian peninsula, also including a small number of information from seismic tomography and receiver function studies where CSS are less or not at all available (Di Stefano et al., 2008). Finally, in the last few years, an increasing number of teleseismic recordings at 3 component seismic broadband stations, has become available due to the implementation of the National Seismic Network and the installation of several networks for temporary experiments. Such data allow to more or less homogeneously 71 sample the whole region with Receiver Function studies (Piana Agostinetti, et al., 2002; Bagh et al., 2007; Bianchi et al., 2007). References Bagh et al., 2007 Bagh, S. B., Chiarabba, C., Gori, P. D., Barchi, M., 2007. Crustal vp and vp/vs structure of the abruzzo apennines (central italy). Geophys. Res. Lett. in preparation. Bianchi, I., Piana Agostinetti, N., De Gori, P., Chiarabba, C., 2007. Deep structure of the colli albani volcanic district (central italy) from receiver functions analysis. J. Geophys. Res. submitted. Di Stefano R. and Chiarabba C., (2002). Active source tomography at Mt. Vesuvius: Constraints for the magmatic system. Journal of Geophysical Research, Vol. 107(B11), 2278. Di Stefano, R. (2005). Subduction-collision structure beneath Italy: high resolution images of the Adriatic-European-Tyrrhenian lithospheric system, Ph.D. Thesis, Naturwissenschaften, Eidgenössische Technische Hochschule ETH Zürich. Di Stefano, R., Chiarabba, C., and Kissling, E. (2008) - Crustal Thickness and 3d Moho Geometry in Italy: new constraints for geodinamics and tectonics. Tectonophysics, submitted. Langston, C., 1979. Structure under mount rainier, washington, inferred from teleseismic body waves. J. Geophys. Res. 84 (B9), 4749–4762. Lomax, 2000 Lomax, A., J. Virieux, P. Volant and C. Berge, 2000. Probabilistic earthquake location in 3D and layered models: Introduction of a Metropolis-Gibbs method and comparison with linear locations, in Advances in Seismic Event Location Thurber, C.H., and N. Rabinowitz (eds.), Kluwer, Amsterdam, 101-134. Waldhauser, F., 1996. A parameterized three-dimensional Alpine crustal model and its application to teleseismic wavefront scattering, Ph.D. thesis, ETH-Zurich, Switzerland. Piana Agostinetti, N., Lucente, F., Selvaggi, G., Di Bona, M., 2002. Crustal structure and moho geometry beneath the northern apennines (italy). Geophys. Res. Lett. 29 (20), doi:10.1029/2002gl015109. Pialli, G., Barchi, M., Minelli, G., 1998. Results of the crop03 deep seismic reflection profile. Mem. Soc. Geol. It. 52, 654. Roselli, P., Lucente, F., Piana Agostinetti, N., 2008. Crustal structure at the tyrrhenian-adriatic domain boundary from receiver functions analysis in northern apennines (Italy). Geophys. Res. Lett. in prep. Scrocca et al., 2003 Scrocca, D., Doglioni, C., Innocenti, F., Manetti, P., Mazzotti, A., Bertelli, L., Burbi, L., D’Offizi, S. (Eds.), 2003. 2003. CROP ATLAS - Seismic Reflection Profiles of the Italian Crust. Vol. 62. Mem. Descr. Carta. Geol. It. Sambridge, M., 1999a. Geophysical inversion with a neighbourhood algorithm I searching a parameter space. Geophys. J. Int. 138, 479–494. Zhao, D., A. Hasegawa, and S. Horiuchi (1992). Tomographic imaging of p and s wave velocity structure beneath northeastern japan, J. Geophys. Res., 97 (B13), 19,909–19,928. 3b.2 Goals The main goal of this Research Unit is to create a high definition integrated 3D seismic velocity model of the crust in Italy. Obtaining such a model will enhance the quality and resolution of information about the structure of the crust and its physical state. It will also be a stable and advanced starting point to obtain new more detailed velocity models, both at regional and at local scale and to further refine the integrated reference model itself. Moreover, the integrated model will be used to improve the routine 3D event location and travel time calculation. The activity will be organized in three different sub-goals. Goal 1: the first target will be to produce a 3D regional tomographic high and medium “resolution” velocity model for the P- (P model) and S-waves (S model) respectively. For this first step we’ll use a best 1D starting velocity model for the inversion procedure, already used in previous tomographic works. To achieve this goal, the P- and S-phase readings dataset 1988-2002 will be updated to the end of 2007. For the P model, the node spacing of the model grid, will be reduced to <15km. In the second phase of the project, a second high definition tomographic inversion will be performed for both P- and S-waves arrival times, using the mean velocity model with the Moho topography obtained by the Goal 2, as a reference starting 3D velocity model. This approach will allow to 72 precisely model the P waves refracted at the crust/mantle boundary, improving the convergence toward the real 3D seismic velocity structure of the crust. Finally, by using the products of Goal 3, the refined 3D regional tomographic model will be integrated, by including in it the results from several high definition tomographic studies, both P and S models, performed at very local scale all over the Italian region. This will allow to locally strongly improve the level of information available for further modeling and for a better understanding of deformation processes, acting in the crust. Goal 2: upgrade of the crust/mantle boundary (Moho) map and of the 3D mean velocity model for the central Mediterranean region. Such upgrade will be performed by adding several new observations, (depth of the discontinuity and mean velocity above), from Receiver Function and controlled source seismology (CSS) data. A total of 150-200 points will be available with Receiver Function data all over the peninsular and insular Italy, related to broadband seismic stations networks. All the available CSS profiles, giving information from shallow to deep crustal depths, will be added. In both cases, data will be weighted based on the quality of the observations and thus to the reliability of the results. By integrating results from the two different methodologies will allow us to retrieve a Moho map and a mean 3D velocity model for the crust, homogeneously sampled in the whole region. Goal 3: We will write a procedure, made of two independent modules, allowing to re-grid the regional and the local velocity models, and to merge them (module 1), and to obtain the local best 1D velocity model and the 3D synthetic travel times for P and S waves (module 2). 3b.3 Activity Activity 1: production of the first Vp and Vs high definition tomographic model for the crust. A dataset of more than 450,000 P- and 180,000 S-phases recorded at the National Seismic Network in the period 1988-2007, will be inverted by applying a code for the 3D linearized tomographic inversion. Activity 2: upgrade of the Moho map and of the 3D mean Vp model for the central Mediterranean region. First, the depth of the Moho and the mean Vp/Vs ratio will be investigated through the analysis of the teleseismic Receiver Functions beneath 150-200 3-component broadband seismic stations, deployed all over the insular and peninsular Italy and belonging to either permanent or temporary networks. All the additional information about the depth of the Moho and the mean crustal P-wave velocities from CSS experiments, presently available for the region, will be then collected. The two datasets will then be merged together and added to the latest available version of the Moho map. Finally, the method by Waldhauser (1996) will be applied to the extended dataset, to generate the new Moho map and the mean 3D velocity model. Activity 3: production of the second Vp and Vs high definition tomographic model for the crust. The mean 3D velocity model and the Moho topography obtained as a result of the activity 2, will be used as a 3D reference model in a procedure for the tomographic inversion of the P and S travel times, able to trace seismic rays through a 3D velocity structure, modeling both direct phases and those refracted at the Moho. This will lead to a very high definition final tomographic model. To achieve such goal, the 3D ray-tracing routine will be implemented. Activity 4: setting up a procedure to merge, handle, and use the 3D velocity models. A standard two-modules procedure will be set up. The first module will integrate the regional tomographic model with the results of local high-definition tomographies, both those available at present and those that will be produced in the future. This module will be based on 3D interpolation algorithms. The second module will calculate the best local 1D velocity model and the synthetic P and S travel times, through the 3D integrated model. 3b.4 Metodology Goal 1: The method developed by Zhao et al. (1992) as modified by Di Stefano et al. (2002) will be applied perform a linearized 3D inversion of P- and S-phases arrival times. Such method allows to perform the tomographic inversion using, as a reference model, either a 1D or a 3D velocity model, also including a seismic discontinuity with variable topography. Moreover, a large number of observations and model parameters can be handled thanks to the inclusion of the LSQR algorithm by Paige and Saunders (1992). Goal 2: The method by Waldhauser (1996) will be used to interpolate between data about the Moho depth and the crustal velocities, by generating different surfaces which minimize the misfit 73 while taking into account important a-priori information. Data are weighted based on quality and reliability evaluation parameters. Such method natively accepts, in input, information retrieved from Controlled Source Seismilogy (CSS) experiments, and it will be implemented to fully integrate data from teleseismic Receiver Function (RF) studies. This upgrade will allow to achieve detail of ~20km in the best sampled areas and ~50km in the remainder of the peninsula. The RF data will be analyzed by applying standard methods (Langston, 1979; Sambridge, 1999) and, where possible, results will be constrained with information from the tomographic inversions. Goal 3: We will set up a software package (module 1) to interpolate between velocity values of the tomographic models and to merge different 3D velocity models. Any interpolation scheme can be casted in terms of basis functions. Depending on the basis functions used (e.g., step, linear, cubic, ...) a function available only at a discrete number of points can be interpolated therein. In this project, we plan to use linear basis functions for the interpolation between the grid nodes along which the models are defined. A second software package (module 2) will be created to calculate the best local 1D velocity model from the 3D one, and the synthetic P and S travel times through the 3D model. This latter goal will be achieved by including some parts of the NonLinLoc software, by Lomax (2000), into module 2. 3b.5 Timetable Phase I II Semester 1 2 Activity 1 1D earthquake locations for the Central Mediterranean. Analysis of the dataset. Model volume parametrization. Synthetic tests. Determination of the best 1D. Tomographic inversion of P and S phases and resolution tests, for the Central Mediterranean Selection and quality weighting of CSS data for the Central Mediterranean. Receiver Function (RF) analysis and comparison with the tomographic results for the Central Mediterranean region Activity 2 1 2 Implementation of Waldhauser (1996) interpolation method. Merge of CSS and RF data to genereate the new Moho map for the central Mediterranean 3D mean velocity model and Moho map update for the Central Mediterranean region Activity 3 Implementation of the raytracing procedure of the tomographic inversion. Activity 4 Software Package – Module 1: regridding and integration of 74 Creation of the high definition Vp and Vs tomographic model for the Central Mediterranean region Software Package – Module 2: best 1D calculation the tomographic models. and travel times caculation through the 3D model. 4b. Deliverables 3D P-wave and S-wave regional velocity model for the central Mediterranean crust, merged with the available very high definition local scale models. Updated map of the Moho topography, for the central Mediterranean region. Software package for 3D velocity model handling, local best 1D model calculation, local Moho depth extraction, synthetic 3D P- and S-waves travel times calculation. 7. Piano finanziario (in Euro) 7.1. I fase Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 2400 2) Spese per missioni 1500 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0 16000 5) Spese per servizi 0 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale delle precedenti voci) 2400 Totale 24000 1700 75 Finanziato dall'Ente/Istituzion e c = a-b 7.2. II fase Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 2600 2) Spese per missioni 3000 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali Finanziato dall'Ente/Istituzion e c= a-b 0 16000 5) Spese per servizi 0 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale delle precedenti voci) 2600 Totale 26000 1800 7.3. Totale Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 5000 2) Spese per missioni 4500 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0 32000 5) Spese per servizi 0 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale delle precedenti voci) 3500 5000 Totale 50000 76 Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b Convenzione INGV-DPC 2007-2009 Progetti sismologici Progetto S1 - RU 2.03 - Neri Giancarlo (Task B) Progetto S1-UR2.03 Titolo Studi sismologici per l’identificazione e caratterizzazione delle strutture sismogenetiche in Calabria ed in Sicilia occidentale Responsabile UR Giancarlo Neri, professore ordinario di Geofisica della Terra Solida, Direttore del Dipartimento di Scienze della Terra Università di Messina Breve CV G. Neri svolge attività di ricerca in Geofisica, con particolare riferimento al campo della Sismologia. E’ autore di oltre cento pubblicazioni a stampa e numerose comunicazioni a congressi nazionali ed internazionali. Ha sviluppato collaborazioni con numerose università italiane ed estere. Le collaborazioni con i gruppi di ricerca delle Università di Seattle (Washington), Boulder (Colorado) e Fairbanks (Alaska) hanno dato il via all’applicazione di nuove metodologie alla sismicità italiana negli anni ’80 e ’90. G. Neri insegna Sismologia presso vari corsi di laurea la Facoltà di Scienze MM.FF.NN. dell’Università di Messina. LEADERSHIP DI PROGETTI, CENTRI E LABORATORI Responsabile della Rete Sismica delle Isole Eolie e dell’Osservatorio Geofisico di Lipari (Consiglio Nazionale delle Ricerche), 1982-1992 Responsabile del Settore “Sorveglianza geofisica” dell’Istituto Internazionale di Vulcanologia, CNR, 1989-1990; Responsabile del Presidio Geofisico del Gruppo Nazionale per la Vulcanologia, nel corso dell’Intervento Straordinario GNV 1988 per la sorveglianza vulcanica di Vulcano; Responsabile per la parte italiana (CNR) del progetto bilaterale Italia-USA “Studio dei meccanismi dei maggiori terremoti dell’Italia Meridionale”, 1993-1994; Responsabile di numerosi progetti di ricerca ed Unità Operative: Gruppo Nazionale per la Vulcanologia (1983-1992, 1994-1998 e 2000-2003), MURST (1993-1996), Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti (1997-1998 e 2000-2003), Sistema Poseidon Dipartimento Nazionale Protezione Civile (2000-2002); INGV-DNPC (2004-2007), Comunità Europea Interreg (2006-2007) Responsabile della Sezione “Sismologia” del Gruppo Nazionale di Geofisica della Terra Solida, CNR (1998-2000); Responsabile della Sezione di Messina del ‘Sistema Poseidon per la sorveglianza sismica e vulcanica della Sicilia Orientale’, Dipartimento Nazionale di Protezione Civile, Presidenza del Consiglio dei Ministri (1999-2001); Sostituto del Direttore del ‘Sistema Poseidon per la sorveglianza sismica e vulcanica della Sicilia Orientale’, Dipartimento Nazionale di Protezione Civile, Presidenza del Consiglio dei Ministri (2000-2001); Direttore del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Messina (dal 2006) PARTECIPAZIONE A COMITATI E COMMISSIONI SCIENTIFICHE 77 Commission on Volcano Geophysics, International Association of Volcanology and Chemestry of the Earth Interior, 1987-1995. Commissione del Gruppo Nazionale per la Vulcanologia per la definizione di scenari eruttivi a Vulcano a fini di Protezione Civile, 1987. Commissione del Gruppo Nazionale per la Vulcanologia per la valutazione del progetto CNR “Rete Sismica dell’Etna”, 1987. Consiglio Scientifico dell’Istituto Internazionale di Vulcanologia (1997-2001). Consiglio Scientifico del Gruppo Nazionale di Geofisica della Terra Solida, CNR (1998-2000) Comitato Tecnico-Scientifico del Sistema Poseidon per la sorveglianza sismica e vulcanica della Sicilia Orientale, Dipartimento Nazionale di Protezione Civile, Presidenza del Consiglio dei Ministri (1999-2001). 5 pubblicazioni significative relative ai temi di ricerca del progetto Barberi G., Cosentino M.T., Gervasi A., Guerra I., Neri G., Orecchio B., Crustal seismic tomography in the Calabrian Arc Region, South Italy, PHYSICS OF THE EARTH AND PLANETARY INTERIORS, 147, 297-314, 2004 NERI G., BARBERI G., OLIVA G., ORECCHIO B. (2005). Spatial variations of seismogenic stress orientations in Sicily, south Italy. PHYSICS OF THE EARTH AND PLANETARY INTERIORS. vol. 148, pp. 175-191. PRESTI D., ORECCHIO B, FALCONE G., NERI G. (2008). Linear versus non-linear earthquake location and seismogenic fault detection in the southern Tyrrhenian sea, Italy, GEOPHYSICAL JOURNAL INTERNATIONAL, VOL. 112, B12303, doi:10.1029/2006JB004791. NERI G., OLIVA G., ORECCHIO B., PRESTI D. (2006). A possible seismic gap within a highly seismogenic belt crossing Calabria and eastern Sicily, Italy. BULLETTIN OF SEISMOLOGICAL SOCIETY OF AMERICA, vol. 96, 4A., pp. 1321-1331. BILLI A., PRESTI D., FACCENNA C., NERI G., ORECCHIO B. (2007). Seismotectonics of the Nubia plate compressive margin in the south-Tyrrhenian region, Italy: clues for subduction inception. JOURNAL OF GEOPHYSICAL RESEARCH 112, B08302, doi:10.1029/2006JB004837. 2. Personale dell’UR Nominativo (Cognome e Nome) Neri Giancarlo Orecchio Barbara Presti Debora da individuare mediante selezione Totaro Cristina Qualifica Prof. Ordinario Assegnista di Ricerca Assegnista di Ricerca Assegnista di Ricerca Ente/Istituzione Mesi/Persona Mesi/Persona (personale non a carico del progetto) (personale a carico del progetto) I fase II fase Università di Messina 3 3 Università di Messina 4 0 Università di Messina 4 4 Università di Messina Borsista Università di Messina Faccenna Claudio Prof. Associato Murru Maura Guerra Ignazio Tafaro Francesco Falcone Giuseppe Primo Ricercatore Prof. Ordinario Dottorando Contrattista Università di Roma Tre INGV Università di Cosenza Università di Messina Università di Messina 78 2 2 1 1 1 1 2 2 1 1 2 2 I fase II fase 335 1 Descrizione del contributo - Versione italiana 3a.1 Stato dell'arte Le indagini sismologiche svolte dalla nostra UR nell’ambito del Progetto DPC 2004-2006 hanno contribuito alla identificazione e caratterizzazione di varie strutture sismogenetiche nella regione calabro-siciliana, con particolare riferimento ai settori dell’offshore tirrenico della Sicilia, dello Stretto di Messina e della Calabria Occidentale. Proponiamo nell’ambito del Progetto S1 del DPC 2007-2009 di analizzare i settori della Calabria orientale e della Sicilia occidentale, per i quali la storia sismica passata e la disponibilità di dati recenti evidenziano la opportunità di analoghe ricerche. In Calabria orientale riteniamo particolarmente interessante, tra l’altro, l’area ad est del massiccio della Sila. Qui il catalogo CPTI mostra una sismicità storica alquanto intensa, con vari eventi di intensità epicentrale superiore al IX MCS. La sismicità degli ultimi decenni mostra una discreta concentrazione di eventi di magnitudo maggiore di 3. I dati geo-strutturali rilevati da altri autori nella stessa area (es. Moretti, GNDT 2000; Van Dijk et al., Tectonophysics 2000; Galli e Bosi, JGR 2003; Tansi et al., J. of Geodyn. 2007), definiscono un quadro non univoco, proponendo trends preferenziali in direzioni comprese tra NW-SE e N-S. La Sicilia occidentale è stata interessata nel 1968 da uno sciame di terremoti che ha prodotto danni ingenti e vittime nella Valle del Belice. Tale fase di attività, comprendente sei eventi di magnitudo maggiore di 5, risulta ancora poco compresa per quanto concerne la sorgente o le sorgenti che l’avrebbero generata (DISS3.0.3). Su entrambi i settori della Calabria orientale e della Sicilia Occidentale le conoscenze attuali in tema di strutture sismogenetiche sono modeste ed estremamente incerte. 3a.2 Obiettivi L’UR-Messina si propone di contribuire al Progetto S1 attraverso l’esecuzione di analisi sismologiche in Calabria (con particolare riferimento al versante orientale) ed in Sicilia occidentale. L’obiettivo primario della ricerca sarà la localizzazione quanto più possibile accurata dei terremoti degli ultimi decenni, da conseguire anche attraverso inversioni LET concepite ad hoc per i rispettivi settori. Sarà tra l’altro impiegato l’algoritmo di localizzazione probabilistica non-lineare BAYLOC (Presti et al., BSSA 2004, GJI 2008) che ha fornito risultati pregevoli nei più recenti studi. L’analisi della distribuzione spaziale degli eventi, unitamente alla valutazione dei meccanismi focali ed al confronto con i dati provenienti dalla sismicità storica e da altre tecniche geologiche e geofisiche, aiuterà il procedimento di individuazione e caratterizzazione delle strutture sismogenetiche nei settori investigati. I risultati delle localizzazioni ipocentrali ottenuti dalla nostra UR saranno consegnati ai coordinatori di S1 affinchè possano essere integrati con i risultati delle altre UR, al fine di poter procedere ad una valutazione complessiva e collegiale dei risultati offerti da tutte le UR. 3a.3 Attività Il primo semestre di attività dell’UR-Messina sarà in buona parte utilizzato per la determinazione mediante LET dei modelli tridimensionali della velocità delle onde sismiche nei settori di interesse della ricerca (Calabria Orientale e Sicilia Occidentale). Utilizzeremo gli algoritmi classici della serie Simul e quelli più avanzati della serie TomoDD. Questa fase di studio ci permetterà di migliorare le conoscenze strutturali disponibili in settori ancora poco investigati e di ottenere un significativo miglioramento della qualità delle localizzazioni ipocentrali. Nell’arco del primo semestre avvieremo anche l’analisi della distribuzione spaziale della sismicità recente, con particolare riferimento agli eventi più energetici ed alle fasi sismiche più significative. Tale attività si svilupperà nel secondo semestre della ricerca e si concluderà nel terzo. Le localizzazioni ipocentrali saranno effettuate per mezzo dell’algoritmo probabilistico non-lineare Bayloc, recentemente implementato con una procedura che permette di stabilire il grado di attendibilità dei trends ipocentrali. I risultati ottenuti nel corso del secondo e del terzo semestre saranno progressivamente consegnati ai coordinatori di S1 affinchè possano essere integrati con i risultati che pervengono dalle altre UR, e ciò al fine di poter procedere con una certa regolarità all’interno dell’intera estensione temporale del Progetto ad una valutazione complessiva e collegiale dei risultati offerti da tutte le UR. Tale valutazione complessiva e collegiale avrà ovviamente la sua massima realizzazione nel quarto semestre di 79 attività del Progetto, quando comunque le indagini dell’UR saranno anche perfezionate a seguito dei feedback provenienti dai coordinatori di S1. 3a.4 Metodologia Lo studio della struttura crostale mediante LET sarà effettuato attraverso algoritmi di inversione classici come quelli della serie Simul (Evans et al., USGS-of 1994) e più recenti della serie TomoDD (Zhang & Thurber BSSA 2003). Questi ultimi sfruttano non soltanto i tempi di arrivo delle onde sismiche generate dai singoli eventi (caratteristica peculiare dei primi) ma anche le differenze dei tempi d’arrivo tra eventi vicini registrati dalla stessa stazione sismometrica, nonché i dati provenienti da procedimenti di cross-correlazione delle forme d’onda sismiche. Le localizzazioni ipocentrali saranno effettuate tramite l’algoritmo probabilistico non-lineare Bayloc (Presti et al., BSSA 2004, GJI 2008) che ha già mostrato notevole efficacia ai fini dell’individuazione delle strutture sismogenetiche . Tale algoritmo è stato ulteriormente implementato dal nostro gruppo di ricerca grazie all’introduzione di una procedura denominata ISO-TEST che permette di stabilire il grado di attendibilità dei trends ipocentrali e la loro utilità ai fini della detection delle sorgenti sismogenetiche. Tale proprietà risulta particolarmente importante in aree con geometrie di rete non ottimali, come quelle selezionate per la nostra indagine. 3a.5 Cronoprogramma I Fase II 1 2 1 Attività 1: Analisi in Calabria Orientale Inversione tomografica e avvio delle localizzazioni ipocentrali Prosecuzione delle localizzazioni ipocentrali – confronti con i risultati delle altre UR Completamento delle localizzazioni ipocentrali confronti con i risultati delle altre UR Attività 2: Analisi in Sicila occidentale Inversione tomografica e avvio delle localizzazioni ipocentrali Prosecuzione delle localizzazioni ipocentrali confronti con i risultati delle altre UR Completamento delle localizzazioni ipocentrali confronti con i risultati delle altre UR Semestre 2 Analisi supplementari e conclusive richieste dalle valutazioni collegiali di Progetto e sintesi finale Analisi supplementari e conclusive richieste dalle valutazioni collegiali di Progetto e sintesi finale 4a. Prodotti (elencare i prodotti attesi evidenziando quelli di diretto interesse per DPC) 1. Modelli 3D di velocità sismica crostale per la Calabria orientale e la Sicilia occidentale. 2. Databases dei parametri ipocentrali relativi alla sismicità crostale originatasi in Calabria orientale e Sicilia occidentale nel periodo 1981-2007. 3. Studi di dettaglio delle fasi sismiche più significative e/o dei principali clusters di sismicità in Calabria orientale e Sicilia occidentale e contributi alla parametrizzazione delle strutture sismogenetiche ed alla quantificazione del loro potenziale sismogenetico. 5. Interazioni con altri Enti/Istituzioni (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) 80 Saranno in primo luogo mantenuti stretti contatti con gli altri Partners di S1, anche al fine di poter procedere a valutazioni complessive e collegiali di tutti i risultati offerti dalle UR. Tale approccio permetterà tra l’altro di accrescere l’efficacia dei procedimenti di individuazione delle sorgenti sismogenetiche e indicherà in modo più incisivo gli approfondimenti necessari ad opera di ciascuna UR nel corso della realizzazione del Progetto. Saranno mantenuti contatti e collaborazioni anche con altri gruppi di ricerca, in particolare con l’Università della Calabria (analisi dei dati sismici) e con l’Università di Roma Tre (confronto dei dati sismici con i dati geostrutturali) 6. Possibili interazioni con altri Progetti DPC (indicare quali progetti) (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) Description of Contribution – English version 3b.1 State of the art The seismological investigations carried out by our RU in the framework of the DPC 2004-2006 Project have contributed to the detection and characterization of several seismogenic structures in the Calabro-Sicilian region, with particular reference to the sectors of the Tyrrhenian offshore of Sicily, the Messina Straits and western Calabria. In the framework of the 2007-2009 S1 Project we intend to analyze the sectors of eastern Calabria and western Sicily, for which the historical seismicity and the availability of recent data evidence the opportunity of analogous investigations. In eastern Calabria we consider very interesting, among other things, the area located to the east of the Sila Massif. Here, the CPTI catalog shows a quite intense historical seismicity, with several earthquakes of epicentral intensity greater than IX MCS. The seismicity of the last decades shows significant concentration of earthquakes of magnitude greater than 3. The geo-structural data reported by other investigators in the same area (es. Moretti, GNDT 2000; Van Dijk et al., Tectonophysics 2000; Galli e Bosi, JGR 2003; Tansi et al., J. of Geodyn. 2007) define a not univocal frame characterized by preferential trends ranging from NW-SE to N-S. Western Sicily was struck in 1968 by an intense swarm of earthquakes which produced great damages and fatalities in the Belice Valley. This phase of activity, including six events of magnitude over 5, is still poorly understood regarding the generating source or sources (DISS3.0.3). In both sectors of eastern Calabria and Western Sicily the present knowledge on the seismogenic structures are still poor and very uncertain. 3b.2 Goals The Messina RU will contribute to the S1 Project through seismological analyses in Calabria (with particular reference to the eastern side of the region) and in western Sicily. The primary goal of this research will be the accurate location of the earthquakes of the last decades, to be obtained also by LET inversions in the specific sectors. We will use, in particular, the BAYLOC non-linear probabilistic location algorithm (Presti et al., BSSA 2004, GJI 2008) that furnished very good results in the most recent studies. The analysis of the spatial distribution of the events, together with the evaluation of the focal mechanisms and the comparison with historical seismicity and with data from other geological and geophysical techniques, will help detection and characterization of the seismogenic structures in the sectors under investigation. The hypocenter location results from our RU will be delivered to the S1 responsibles in order to allow integration with the results from the other RUs, with the final goal of proceeding with an overall evaluation and interpretation of the findings of all RUs. 3b.3 Activity (with timetable for each phase) The first semester of activity of the RU-Messina will be mainly utilized for the computation by LET of the 3D seismic velocity models in the sectors of primary interest of the research (Eastern Calabria and Western Sicily). We will use the classical algorithms of the Simul series and the most advanced ones of the TomoDD series. This phase of study will allow us to improve the structural knowledge available in these still poorly investigated sectors and to obtain significant increase in 81 the quality of hypocenter locations. In the first semester we will also start with the analysis of the space distributions of the recent seismicity, with particular reference to the most energetic events and to the most significant seismic phases. This activity will prosecute in the second semester of the research and will end in the third. Hypocenter locations will be performed by the BAYLOC nonlinear probabilistic algorithm, recently implemented with a procedure allowing us to establish the level of reliability of the hypocenter trends. The results obtained during the second and third semesters will be progressively delivered to the S1 responsibles in order to allow integration with the results coming from the other RUs, with main purpose of performing – as regularly as possible – an overall evaluation of the findings coming from all the RUs. This overall evaluation will stimulate the proper feedback (concluding analyses) from the RUs (including ours) in the forth semester. 3b.4 Metodology The study of the crustal structure by LET will be performed by classical inversion algorithms like those of the Simul series (Evans et al., USGS-of 1994) and by the most advanced algorithms of the TomoDD series (Zhang & Thurber BSSA 2003). The latter, in addition to using the arrival times of the seismic waves generated by individual events (peculiar feature of the former), utilize also relative arrival times and waveform cross-correlation data at a given station from pairs of nearby events. Hypocenter locations will be performed by the BAYLOC non-linear probabilistic algorithm (Presti et al., BSSA 2004, GJI 2008) that already showed to be very effective concerning the detection of the seismogenic structures. This algorithm was also recently implemented by our team with the introduction of a procedure named ISO-TEST allowing us to establish the level of reliability of the hypocenter trends and their usefulness concerning the seiesmogenic source detection. This property is very important in the areas, like those of primary interest in this research, where the network geometries are not optimal. 3b.5 Timetable I Phase 1 II 2 1 Activity 1: Analyses in Eastern Calabria Tomographic inversion and early phase of hypocenter locations Prosecution of hypocenter locations – comparison with results from other RUs Conclusion of hypocenter locations comparison with results from other RUs Activity 2: Analyses in western Sicily Tomographic inversion and early phase of hypocenter locations Prosecution of hypocenter locations – comparison with results from other RUs Conclusion of hypocenter locations comparison with results from other RUs Semester 2 Supplementary analyses requested by joint and overall evaluations in S1 – synthesis of results Supplementary analyses requested by joint and overall evaluations in S1 – synthesis of results 4b. Deliverables 1. 3D crustal seismic velocity models for eastern Calabria and western Sicily. 2. Databases of hypocenter parameters of the crustal seismicity occurring in eastern Calabria and western Sicily during 1981-2007. 3. Detailed investigations of the most significant seismic phases and/or of the main clusters of seismicity in eastern Calabria and western Sicily, as contributions to the parametrization of the seismogenic structures and the quantification of their seismic potential. 82 Le attività proposte dall’UR-Messina in S1 si raccordano, senza sovrapposizione alcuna, con le attività che la stessa UR-Messina ha in programma di svolgere in seno ad S5. In S1 effettueremo le indagini per l’individuazione delle sorgenti sismogenetiche in Calabria orientale ed in Sicilia occidentale. In S5 analizzeremo l’area dello Stretto di Messina. 7. Piano finanziario (in Euro) 7.1. I fase Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 1) Spese di personale 2) Spese per missioni 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 8000,00* 5) Spese per servizi 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) Totale 8000,00 7.2. II fase Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 1) Spese di personale 2) Spese per missioni 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 2000,00* 5) Spese per servizi 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) Totale 2000,00 * La cifra sarà utilizzata per un assegno di ricerca a carico del progetto il cui destinatario sarà selezionato tramite procedura concorsuale 83 7.3. Totale Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 2) Spese per missioni 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 10000,00 5) Spese per servizi 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) Totale 10000,00 84 Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b Convenzione INGV-DPC 2007-2009 Progetti sismologici Progetto S1 - RU 2.04 - Romanelli Fabio (Task A) Progetto S1 Titolo: Struttura e spessore della litosfera italiana 1. Responsabile UR Fabio Romanelli Ricercatore, Dipartimento di Scienze della Terra, Università degli Studi di Trieste, Via Weiss 4, 34127, Trieste Breve CV: Studi: Laurea in Fisica (Università di Trieste, 110/110 e lode) 1998 Dottorato in Geofisica della Litosfera e Geodinamica (IX Ciclo) Incarichi: 1996 - 2000 Ricercatore del GNDT (Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti – CNR-INGV) 2000 - Ricercatore (GEO10) del Dipartimento di Scienze della Terra, Università degli Studi di Trieste Docente incaricato dei corsi di “Sismologia A” ed “Acustica”, Università di Trieste Invited Lecturer e Teaching Assistant a vari Workshop del Centro Internazionale di Fisica Teorica (ICTP); Lecturer del corso di “Wave Physics” del Diploma Course (ICTP) Editore (Solid Earth Sciences) di Pure and Applied Geophysics Programme Committee Member (Seismology) dell’EGS-EGU-AGU EGU Officer: secretary (Surface waves) della Seismology Division Convener della sessione “Groundshaking Scenarios and site effects” dell’EGS-EGU-AGU Convener della sessione “Seismic Hazard, Risk and Ground-Shaking Scenarios” dell’AOGS Membro delle Commissioni “Effects of Earthquakes on Megacities” e “Strong Ground Motion, Earthquake Hazard and Risk” della IASPEI Membro del Working Group “Effects of Surface Geology on Seismic Motion” (ora IASPEI) Leader del ASC-SHR Joint Working Group on Seismic Hazard and Risk Assessment for AsianPacific Regions Principali temi di ricerca: propagazione e modellazione di onde sismiche in mezzi anelastici lateralmente eterogenei; propagazione e modellazione di Tsunami in mezzi oceanici lateralmente eterogenei generazione di onde sismiche da sorgenti estese; definizione dell’input sismico: scenari di scuotimento e stima della pericolosità sismica; effetti di sito; moto differenziale; estrazione di parametri ingegneristici. Pubblicazioni selezionate: Aoudia, A., Ismail-Zadeh, A.T., and Romanelli, F., 2007. Buoyancy-driven deformation and contemporary tectonic stress the the lithosphere beneath Central Italy, Terranova, doi: 10.1111/j.1365-3121.2007.00776.x. Paulatto, M., Pinat, T., Romanelli, F., 2007, Tsunami hazard scenarios in the Adriatic Sea domain. Natural Hazards and Earth System Science, Vol. 7, 309-325. Panza, G.F. and Romanelli, F., 2001. Beno Gutenberg contribution to seismic hazard assessment and recent progress in the European-Mediterranean region, Earth-Science Reviews, 55, 165-180. Romanelli, F., and G. F. Panza, 1995. Effect of source depth correction on the estimation of earthquake size. Geophysical Research Letters, Vol. 22, No. 9, pp. 1017-1019. 85 Romanelli, F., Bekkevold, J. and Panza, G.F., 1997. Analytical computation of coupling coefficients in non-poissonian media, Geophysical Journal International, 129, 205-208. 2. Personale dell’UR Nominativo (Cognome e Nome) Fabio Romanelli Qualifica Ricercatore Guidarelli Mariangela Assegnista La Mura Cristina Dottorando Zuccolo Elisa Dottorando Marco Zuri Laureando Panza Giuliano F. Professore Ordinario Vaccari Franco Ricercatore Peresan Antonella Ricercatore Ente/Istituzione Dipartimento di Scienze della Terra – Università di Trieste Dipartimento di Scienze della Terra – Università di Trieste Dipartimento di Scienze della Terra – Università di Trieste Dipartimento di Scienze della Terra – Università di Trieste Dipartimento di Scienze della Terra – Università di Trieste Dipartimento di Scienze della Terra – Università di Trieste Dipartimento di Scienze della Terra – Università di Trieste Dipartimento di Scienze della Terra – Università di Trieste Mesi/Persona Mesi/Persona (personale non a carico del progetto) (personale a carico del progetto) I fase II fase 4 4 2 2 2 I fase II fase 6 2 2 2 4 1 1 1 1 1 1 Descrizione del contributo - Versione italiana 3a.1 Stato dell'arte La struttura e l’architettura della Terra al di sopra della mesosfera (litosfera-astenosfera) controllano il vulcanismo e la geodinamica e viceversa (e.g. McNutt, 1998; Anderson, 2000). La penisola italiana e il Mare Tirreno possono essere annoverate fra le regioni geologicamente più complesse della Terra. Tale complessità si manifesta con forti eterogeneità del sistema crostamantello e con una grande varietà di rocce magmatiche Plio-Quaternarie (e.g. Peccerillo and Panza, 1999). Questo scenario è il risultato della complessa evoluzione geodinamica del Mediterraneo nel Neogene e nel Quaternario (e.g. Doglioni et al., 1999). Ciò ha generato nel mantello un mosaico di domini distinti sia per composizione che per struttura, caratterizzati da una differente storia evolutiva in termini di composizione e di struttura. Lo studio della struttura e dello spessore della litosfera italiana è importante per la comprensione del contesto geodinamico della regione; inoltre i modelli strutturali della crosta e del mantello superiore (sistema litosferaastenosfera) costituiscono un dato di input fondamentale per modellazioni geodinamiche attendibili, per la valutazione della pericolosità sismica con metodologie di tipo non solo deterministico e per la determinazione dei meccanismi di sorgente. In questo contesto rientra il recente lavoro sui modelli strutturali relativi al sistema litosfera-astenosfera, ottenuti da tomografia con onde di superficie e inversione non lineare delle curve di dispersione, per celle di 1°x1° (Panza et al., 2007) nel bacino del Tirreno e nelle aree circostanti. La definizione completa del sistema litosfera-astenosfera della regione italiana richiede di estendere la determinazione dei modelli 86 cellulari a tutta la regione per ottenere una definizione abbastanza precisa dello lo spessore della litosfera su tutto il territorio nazionale. Anderson, D.L., 2000. The thermal state of the upper mantle; no role for mantle plumes. Geophys. Res. Lett. 27, 3623–3626. Doglioni C., Harabaglia, P., Merlini, S., Mongelli, F., Peccerillo, A., Piromallo, C., 1999. Orogens and slabs vs. their direction of subduction. Earth-Sci. Rev. 45, 167–208. McNutt, M.K., 1998. Superswells. Rev. Geophys. 36, 211–244. Panza, G.F., Peccerillo, A., Aoudia, A., and Farina, B., 2007. Geophysical and petrological modelling of the structure and composition of the crust and upper mantle in complex geodynamic settings: the Tyrrhenian Sea and surroundings, Earth-Science Reviews, 80, 1-46. 3a.2 Obiettivi Gli obiettivi previsti per il presente progetto sono i seguenti: - determinazione dei modelli strutturali (proprietà meccaniche in funzione della profondità, ~350 km, con relative incertezze) per celle di 1°x1° per tutta la regione italiana; - raffinamento dei modelli esistenti dove possibile, in particolare lungo sezioni di particolare interesse indicate dai responsabili del progetto S1; - realizzazione di un database dei modelli strutturali in formato implementabile in GIS utilizzando i modelli già esistenti (Panza et al., 2007) e i nuovi modelli ottenuti nella prima fase del progetto; - rivalutazione del tensore momento sismico e rilocalizzazione della sismicità per una serie di eventi con Mw≥4.8 nella regione italiana, indicativi del campo di sforzi regionale; - definizione dello spessore della litosfera e sue proprietà meccaniche in relazione alla sismicità e ai parametri di sorgente come base per l’inquadramento della pericolosità sismica; - eventuale modellazione numerica della dinamica del flusso della litosfera e sottostante astenosfera. Panza, G.F., Peccerillo, A., Aoudia, A., and Farina, B., 2007. Geophysical and petrological modelling of the structure and composition of the crust and upper mantle in complex geodynamic settings: the Tyrrhenian Sea and surroundings, Earth-Science Reviews, 80, 1-46. 3a.3 Attività (si veda 3a.5) Attività 1: determinazione dei modelli strutturali cellulari per le aree non coperte da Panza et al. (2007). Attività 2: raffinamento dei modelli strutturali cellulari. Attività 3: realizzazione del database di modelli strutturali. Attività 4: ri-localizzazione e rivalutazione del tensore momento sismico per eventi con Mw≥4.8. Attività 5: eventuale modellazione numerica della dinamica del flusso della litosfera. Attività 6: elaborazione dei risultati ottenuti dallo studio dei modelli strutturali e delle sorgenti sismiche al fine di definire lo spessore della litosfera e le sue proprietà meccaniche in relazione alla sismicità. Panza, G.F., Peccerillo, A., Aoudia, A., and Farina, B., 2007. Geophysical and petrological modelling of the structure and composition of the crust and upper mantle in complex geodynamic settings: the Tyrrhenian Sea and surroundings, Earth-Science Reviews, 80, 1-46. 3a.4 Metodologia Sulla base di quanto ottenuto per il Tirreno e le aree circostanti (Panza et al., 2007) nell’ambito del presente progetto si lavorerà alla determinazione dei modelli strutturali per celle di 1°x1° per tutta la regione italiana. La metodologia prevista consiste nell’utilizzo della tomografia con onde di superficie, analizzando le curve di dispersione del modo fondamentale di Rayleigh relative a percorsi opportunamente selezionati nell’area in esame. Successivamente si procederà all’inversione non lineare considerando la velocità delle onde S e lo spessore degli strati come variabili indipendenti. Per le curve di dispersione disponibili a scala regionale l’intervallo di periodi corrisponde a 7-80s; il range di periodi verrà esteso fino a 150 s con dati di velocità di gruppo ottenuti da studi su scala globale (e.g. Ritzwoller and Levshin, 1998). In questo modo il database ci permetterà di studiare la velocità delle onde S fino a profondità di circa 300 km. Le interpretazioni disponibili dei profili sismici che attraversano le Alpi e le aree circostanti (lo svizzero NRP 20, il 87 francese ECORS e l’italiano CROP: e.g. transalp) assieme ad altre informazioni in letteratura saranno usate come vincoli a priori per lo spessore h e la velocità delle onde di compressione Vp degli strati crostali più superficiali, assumendo che i materiali presenti siano Poissoniani. Le soluzioni per ciascuna cella saranno sottoposte ad un processo di ottimizzazione e di smoothing con una metodologia sviluppata dal DST, con lo scopo di definire un modello 3D del sistema litosfera astenosfera, in accordo col concetto del “rasoio di Occam” (deGroot-Hedlin and Constable, 1990). Infatti, il criterio di ottimizzazione permette di scegliere quale soluzione rappresentativa quella che minimizza il gradiente laterale di velocità. Dove possibile, si procederà al raffinamento dei modelli strutturali esistenti sulla base di informazioni a priori e indipendenti di carattere geologico e geofisico, relative alla parte più superficiale della crosta (e.g. Chimera et al., 2003), in particolare lungo sezioni di particolare interesse. Eventuali dati e modelli provenienti da metodologie diverse (e.g. tomografia di onde di corpo, receiver functions) potranno essere utilizzati come set di vincoli a priori, da utilizzare come partenza dello schema di inversione non lineare di onde superficiali. I risultati potranno quindi essere indicativi del grado di consistenza e/o stabilità di tali modelli proposti complementarmente. Per ottenere una rappresentazione del campo di sforzi si farà uso dalle inversioni del tensore momento sismico, al fine di ottenere un ulteriore vincolo per la modellazione geodinamica. Le proprietà delle sorgenti dei terremoti verranno studiate utilizzando un’ avanzata metodologia per l'inversione di forme d'onda (INPAR) sviluppata dalla UR-Trieste (Sileny at al., 1992), che permette la determinazione del tensore momento sismico completo e quindi ulteriori vincoli alle attuali geometrie e campi di sforzo nell'area in esame. Oltre che una rivalutazione del tensore momento sismico, con questa metodologia sarà possibile effettuare una rilocalizzazione degli eventi, in particolar modo per la profondità (Guidarelli e Panza, 2007). In questo modo sarà possibile analizzare la distribuzione dei terremoti in profondità e metterla in relazione con la struttura del sistema litosfera-astenosfera e con le diverse proprietà reologico-meccaniche di crosta superiore e inferiore. La metodologia INPAR si rivela particolarmente utile in quanto permette di ovviare al problema della cattiva risoluzione delle componenti M12 e M13 del tensore momento sismico, in contrapposizione a tutti gli altri metodi correntemente utilizzati per studi del tensore momento sismico. Inoltre il metodo INPAR può dare risultati attendibili anche quando sono disponibili soltanto pochi segnali registrati da un numero limitato di stazioni (Vuan et al., 2001). Combinando i modelli cellulari di velocità, ottenuti dall'inversione tomografica non lineare, con la distribuzione in profondità degli ipocentri si potranno determinare le proprietà di fragilità della crosta terrestre. Infatti, qualora l'identificazione della Moho tramite le velocità delle onde di taglio non sia immediata, la distribuzione ipocentrale può essere utilizzata per definire la posizione della Moho stessa, rendendo minime le ambiguità presenti nei modelli strutturali. Le informazioni che verranno acquisite nell'ambito del presente progetto potranno eventualmente consentire la modellazione numerica della dinamica del flusso della litosfera costruendo un modello ad elementi finiti ad alta risoluzione. Il campo di flusso e gli stress tettonici saranno calcolati utilizzando l'equazione di conservazione del momento e l'approccio Gelerkin (IsmailZadeh et al., 2000; Aoudia et al., 2007). Aoudia, A., Ismail-Zadeh, A.T., and Romanelli, F., 2007. Buoyancy-driven deformation and contemporary tectonic stress the the lithosphere beneath Central Italy, Terranova, doi: 10.1111/j.1365-3121.2007.00776.x. Chimera, G., Aoudia, A., Saraò, A., and Panza, G.F., 2003. Active tectonics in Central Italy: constraints from surface wave tomography and source moment tensor inversion. Phys. Earth Planet. Int., 138, 241-262. deGroot-Hedlin, C., and Constable, S., 1990. Occam’s inversion to generate smooth, two- dimensional models from magnetotelluric data. Geophysics, 55: 1613-1624. Guidarelli, M., and Panza, G.F., 2007. INPAR, CMT and RCMT seismic moment solutions compared for the strongest damaging events (M≥4.8) occurred in the Italian region in the last decade, Rendiconti Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL, Memorie di Scienze Fisiche e Naturali, 124°, Vol. XXX, t. I, pp. 81-98. Ismail-Zadeh, A.T., Panza, G.F. and Naimark, B.N., 2000. Stress in the descending relic slab beneath the Vrancea region, Romania. Pure Appl. Geophys., 157, 111–130. Panza, G.F., Peccerillo, A., Aoudia, A., and Farina, B., 2007. Geophysical and petrological modelling of the structure and composition of the crust and upper mantle in complex geodynamic settings: the Tyrrhenian Sea and surroundings, Earth-Science Reviews, 80, 1-46. Ritzwoller, M.H., and Levshin, A.L., 1998. Eurasian surface wave tomography: Group velocities. J. Geophys. Res., 103, B3: 4839-4878. Sileny J., Panza G.F. and Campus P., 1992. Waveform inversion for point source moment tensor retrieval with optimization of hypocentral depth and structural model. Geophys. J. Int., 108, 259-274. 88 Vuan, A., Russi, M., Costa, G., and Panza, G.F., 2001. Moment tensor waveform inversion in the subAntarctic Scotia Sea region: feasibility tests and preliminary results. Terra Antartica, 8(2): 55-62. 3a.5 Cronoprogramma (si veda 3a.3) I Fase II Semestre 1 2 1 2 Attività 1 1 2 4 5 Attività 2 - 3 - 6 4a. Prodotti (elencare i prodotti attesi evidenziando quelli di diretto interesse per DPC) 1. database (utilizzabile in ambiente GIS) dei modelli strutturali in funzione della profondità (~350 km) e relative incertezze, per la regione italiana per celle 1°x1°; 2. database dei modelli strutturali raffinati; 3. rilocalizzazione, meccanismi di sorgente e momento sismico (formato tabellare) per terremoti con Mw≥4.8 nella regione italiana. 5. Interazioni con altri Enti/Istituzioni (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) Abdus Salam International Centre for Theoretical Physics (ICTP), per avvalersi delle competenze scientifiche e risorse computazionali del ESP-SAND Group, team riconosciuto a livello internazionale come esperto di tematiche legate alla stima della pericolosità sismica e dello studio della struttura e della dinamica dell’interno della Terra. 6. Possibili interazioni con altri Progetti DPC (indicare quali progetti) (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) S2 valutazione della pericolosità sismica – Il database dei modelli strutturali può essere utilizzato per la modellazione realistica del moto del suolo (su scala regionale e/o nazionale) e quindi impiegato come input sia per tecniche neo-deterministiche che probabilistiche (e.g. leggi di attenuazione). Description of Contribution – English version 3b.1 State of the art The structure and architecture of the Earth above the mesosphere (lithosphere-asthenosphere) controls the volcanism and the geodynamics and vice versa (e.g. McNutt, 1998; Anderson, 2000). The Italian peninsula and the Tyrrhenian Sea are some of the geologically most complex regions on Earth. Such a complexity is expressed by the strong heterogeneities of the crust-mantle system and the wide varieties of Plio-Quaternary magmatic rocks (e.g. Peccerillo and Panza, 1999). This setting is the result of the complex geodynamic evolution, of the Mediterranean during the Neogene and Quaternary times (e.g., Doglioni et al., 1999). This generated a mosaic of compositionally and structurally distinct mantle domains that have undergone different evolutionary histories in terms of compositional and structural modifications. The study of the structure and thickness of the lithosphere in Italy and surroundings is important to the understanding of the 89 geodynamic setting of the region; furthermore, the structural models for the crust and uppermost mantle (lithosphere-asthenosphere system) represent a major input for reliable geodynamic modelling, for the evaluation of seismic hazard using not only deterministic methodologies, and for the determination of earthquake source mechanisms. An important goal was obtained with the determination of structural models for the lithosphere-asthenosphere system, obtained from surface wave tomography and non-linear inversion of dispersion curves, for 1°x1° cells in the Tyrrhenian Sea and surroundings (Panza et al., 2007). The definition of the lithosphereasthenosphere system of the Italian region, needs the extension of the cellular structural models to the whole region and to obtain a quite precise determination of the lithospheric thickness. Anderson, D.L., 2000. The thermal state of the upper mantle; no role for mantle plumes. Geophys. Res. Lett. 27, 3623–3626. Doglioni C., Harabaglia, P., Merlini, S., Mongelli, F., Peccerillo, A., Piromallo, C., 1999. Orogens and slabs vs. their direction of subduction. Earth-Sci. Rev. 45, 167–208. McNutt, M.K., 1998. Superswells. Rev. Geophys. 36, 211–244. Panza, G.F., Peccerillo, A., Aoudia, A., and Farina, B., 2007. Geophysical and petrological modelling of the structure and composition of the crust and upper mantle in complex geodynamic settings: the Tyrrhenian Sea and surroundings, Earth-Science Reviews, 80, 1-46. 3b.2 Goals The results expected for this project are: - computation of structural models (mechanical properties vs. depth, ~350 km, with uncertainties) for 1°x1° cells for the whole Italian region; - refinement of the existing models if possible, especially along selected profiles selected by the S1 project leaders; - construction of a database with structural models using a format suitable to GIS using existing models (Panza et al., 2007) and the new models obtained within the framework of this project; - relocation and re-evaluation of the seismic moment tensor for earthquakes, in the Italian region, with Mw≥4.8, possibly indicative of the regional stress field; - definition of the lithospheric thickness and its mechanic properties according to the distribution of seismicity and the seismic source parameters as starting point for the seismic hazard assessment; - possible numerical modeling of the dynamics of the flow in the lithosphere. Panza, G.F., Peccerillo, A., Aoudia, A., and Farina, B., 2007. Geophysical and petrological modelling of the structure and composition of the crust and upper mantle in complex geodynamic settings: the Tyrrhenian Sea and surroundings, Earth-Science Reviews, 80, 1-46. 3b.3 Activity (please see 3b.5) Activity 1: computation of cellular structural models for the areas not covered by Panza et al. (2007). Activity 2: refinement of existing cellular models. Activity 3: construction of a database with structural models. Activity 4: relocation and re-evaluation of the seismic moment tensor for earthquakes with Mw≥4.8 in the Italian region. Activity 5: possible numerical modeling of the dynamics of the flow in the lithosphere. Activity 6: analysis of the obtained results from structural models and seismic sources in order to assess the lithospheric thickness and its mechanic properties according to the distribution of seismicity. Panza, G.F., Peccerillo, A., Aoudia, A., and Farina, B., 2007. Geophysical and petrological modelling of the structure and composition of the crust and upper mantle in complex geodynamic settings: the Tyrrhenian Sea and surroundings, Earth-Science Reviews, 80, 1-46. 3b.4 Methodology According to the results obtained by Panza et al. (2007) for the Tyrrhenian Sea and surroundings, the aim of this project is to obtain structural models for 1°x1° cells for the whole Italian region. This will be done through surface wave tomography using dispersion curves of Rayleigh fundamental mode along properly selected new wave paths in the studied region. We will proceed with a nonlinear inversion where the unknown independent parameters are S-wave velocities and thickness of layers. To the period range (between 7 and 80 sec) of the group velocity dispersion curves 90 derived from the existing records collected at regional distances (300 km – 4000 km), longer period group velocity data will be collected from global studies (e.g. Ritzwoller and Levshin, 1998), and used to extend the period range up to 150 sec. Therefore the database will be suitable to explore the S-wave velocity structure down to a depth of about 300 km. The available interpretations of the seismic profiles that cross most of the Alps and adjacent areas (the Swiss NRP 20, the French ECORS and the Italian CROP:e.g. transalp) together with other information available from literature will be used as a priori information to fix the thickness h and the compressional velocity Vp of the uppermost crustal layers, assuming that they are formed by Poissonian solids. All the solutions for each cell will be processed with an optimized smoothing method, developed during the PRIN-2004 project, with the aim to define a smooth 3D model of the lithosphere-asthenosphere system, in agreement with the concept of Occam razor (deGroot-Hedlin and Constable, 1990). In fact, the criteria of optimization will help choose, for each cell, as representative solution the one that minimizes the local lateral velocity gradient. If possible, the existing structural models will be refined by the use of apriori independent geological and geophysical information about the uppermost part of the crust (e.g. Chimera et al., 2003), especially along selected profiles. If available, data and models obtained with different techniques (e.g. body wave tomography; receiver function) can be adopted as sets of “a priori” bonds, to be used as starting points of the non-linear inversion scheme based on the surface waves. The results can indicate the degree of consistency and/or stability of such complementary proposed models. To define the stress field the inversion for the seismic moment tensor will be performed, in order to obtain a constraint to the geodynamic modelling. The properties of earthquakes sources will be studied using an advanced waveform inversion technique, INPAR developed at the University of Trieste (Sileny at al., 1992) that allows the retrieving of the full earthquake moment tensor, thus providing further constraints on the current geometries and stress field of the study region. The methodology allows a relocalization of the earthquakes, especially for depth (Guidarelli and Panza, 2007). Therefore we could analyse the earthquake distribution and relate it to the different rheologic-mechanic properties of the upper and lower crust. The INPAR methodology appears especially useful because it is not affected by the low resolution of M12 and M13 components of the moment tensor, differently from other methods commonly used to determine the seismic moment tensor. The INPAR method can give reliable results even when only a few seismograms from a limited number of stations are available (Vuan et al., 2001). Combining the the cellular velocity models, derived from non-linear tomographic inversion with the distribution vs. depth of hypocenters, we will assess the brittle properties of the Earth’s crust. In fact, when the identification, based on shear wave velocities, of the Moho boundary is not straightforward, the hypocentral distribution can be used to define the Moho location, minimizing the ambiguities in the structural models. Finally, making use of the new information acquired in the framework of this project, the numerical modelling of the dynamics of the lithosphere flow will be attempted building up a high resolution finite element model on the basis of the unified geophysical-petrological-geochemical Earth model. The flow field and tectonic stresses will be computed employing the equation of momentum conservation and Galerkin approach (Ismail-Zadeh et al., 2000; Aoudia et al., 2007). Aoudia, A., Ismail-Zadeh, A.T., and Romanelli, F., 2007. Buoyancy-driven deformation and contemporary tectonic stress the the lithosphere beneath Central Italy, Terranova, doi: 10.1111/j.1365-3121.2007.00776.x. Chimera, G., Aoudia, A., Saraò, A., and Panza, G.F., 2003. Active tectonics in Central Italy: constraints from surface wave tomography and source moment tensor inversion. Phys. Earth Planet. Int., 138, 241-262. deGroot-Hedlin, C., and Constable, S., 1990. Occam’s inversion to generate smooth, twodimensional models from magnetotelluric data. Geophysics, 55: 1613-1624. Guidarelli, M., and Panza, G.F., 2007. INPAR, CMT and RCMT seismic moment solutions compared for the strongest damaging events (M≥4.8) occurred in the Italian region in the last decade, Rendiconti Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL, Memorie di Scienze Fisiche e Naturali, 124°, Vol. XXX, t. I, pp. 81-98. Ismail-Zadeh, A.T., Panza, G.F. and Naimark, B.N., 2000. Stress in the descending relic slab beneath the Vrancea region, Romania. Pure Appl. Geophys., 157, 111–130. 91 Panza, G.F., Peccerillo, A., Aoudia, A., and Farina, B., 2007. Geophysical and petrological modelling of the structure and composition of the crust and upper mantle in complex geodynamic settings: the Tyrrhenian Sea and surroundings, Earth-Science Reviews, 80, 1-46. Ritzwoller, M.H., and Levshin, A.L., 1998. Eurasian surface wave tomography: Group velocities. J. Geophys. Res., 103, B3: 4839-4878. Sileny J., Panza G.F. and Campus P., 1992. Waveform inversion for point source moment tensor retrieval with optimization of hypocentral depth and structural model. Geophys. J. Int., 108, 259274. Vuan, A., Russi, M., Costa, G., and Panza, G.F., 2001. Moment tensor waveform inversion in the sub-Antarctic Scotia Sea region: feasibility tests and preliminary results. Terra Antartica, 8(2): 5562. 3b.5 Timetable (please see 3b.3) I Phase II Semester 1 2 1 2 Activity 1 1 2 4 5 Activity 2 - 3 - 6 4b. Deliverables 1.database (suitable for GIS) containing the structural models vs. depth (~350 km) and uncertainties, for 1°x1° cells covering the Italian region; 2. database containing the refined structural models; 3. relocation, source mechanisms and seismic moment (table format) for earthquakes with Mw≥4.8 in the Italian region. 7. Piano finanziario (in Euro) 7.1. I fase Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 1) Spese di personale 1900 0,00 2) Spese per missioni 2500 0,00 Categoria di spesa Importo previsto a 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 9500 5) Spese per servizi 1000 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 2200 0 1900 Totale 19000,00 92 0,00 0,00 0,00 0,00 7.2. II fase Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 1) Spese di personale 1300 0,00 2) Spese per missioni 2500 0,00 Categoria di spesa Importo previsto a 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 6900 5) Spese per servizi 1000 0 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette(≤10% del totale) 0 0,00 0,00 0,00 1300 Totale 0,00 13000,00 7.3. Totale Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 1) Spese di personale 3200 0,00 2) Spese per missioni 5000 0,00 Categoria di spesa Importo previsto a 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 16400 5) Spese per servizi 2000 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette(≤10% del totale) 2200 0 3200 32000 Totale 93 0,00 0,00 0,00 0,00 Convenzione INGV-DPC 2007-2009 Progetti sismologici Progetto S1 - RU 2.05 - Vannucci Gianfranco (Task B) Progetto S1 Titolo Sviluppo di strumenti informatici per le stime di hazard 1. Responsabile UR Dr. Gianfranco Vannucci, Ricercatore, Istituto Nazionale di Geofisica, Sezione di Bologna Curriculum Vitae Nato a Firenze il 23 ottobre 1971. Nel 1996 ha conseguito la Laurea in Scienze Geologiche all’Università degli Studi di Firenze, con la votazione di 110/110. Nel 1999 ha conseguito l’abilitazione alla professione di Geologo. Dal 1996 al 1999 ha frequentato il corso di Dottorato di ricerca in “Tettonica e Geologia strutturale”, XII ciclo, presso l’Università degli Studi di Camerino, conseguendo il titolo di Dottore di Ricerca. Dal 1997 al 1999 è stato titolare di contratti di ricerca e collaborazione coordinata e continuativa, presso il Centro di Studio di Geologia dell’Appennino e delle Catene Perimediterranee del CNR di Firenze. Nel 2000-2001 e’ stato titolare di un assegno di ricerca di 12 mesi presso il Centro di Studio di Geologia dell’Appennino e delle Catene Perimediterranee del CNR di Firenze. Nel 2001-2002 è stato titolare di contratti di ricerca e collaborazione coordinata e continuativa presso il Dipartimento di Fisica dell’Università di Bologna. Dal 2002 al 2005 è stato ricercatore a tempo determinato presso l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Dal dicembre 2005 è Ricercatore a tempo indeterminato (III livello) presso l’INGV. Pubblicazioni piu’ significative per il progetto: Gasperini P. and G. Vannucci (2003). FPS pack: a Package of Simple Fortran Subroutines to Manage Earthquake Focal Mechanism Data. Computers & Geosciences, Vol 29, 7, 893-901. Vannucci G. and P. Gasperini (2003). A Database of Revised Fault Plane Solutions for Italy and Surrounding Regions. Computers & Geosciences, Vol 29, 7, 903-909. Vannucci G., Pondrelli S., Argnani A., Morelli A., Gasperini P. and E. Boschi (2004). An Atlas of Mediterranean Seismicity. Annals of Geophysics, suppl. To Vol. 47, n.1, 247-306, with CD-ROM enclosed. Pondrelli S., Salimbeni S., Ekström G., Morelli A., Gasperini P. and G. Vannucci (2006). The Italian CMT dataset from 1977 to the present, Phys. Earth Planet. Int., 159 (3-4), 286-303, doi:10.1016/j.pepi.2006.07.008. Serpelloni E., Vannucci G., Pondrelli S., Argnani A., Casula G., Anzidei M., Baldi P. and P. Gasperini (2007). Kinematics of the Western Africa-Eurasia Plate Boundary from Focal Mechanisms and Gps Data. Geophys. J. Int., 169, 1180-1200. doi: 10.1111/j.1365246X.2007.03367.x 94 2. Personale dell’UR Nominativo (Cognome e Nome) Vannucci Gianfranco Qualifica Ente/Istituzione Mesi/Persona Mesi/Persona (personale non a carico del progetto) (personale a carico del progetto) I fase II fase Ricercatore INGV Bologna 5 5 Gasperini Paolo Prof. Straord. Dip. Fisica Univ. Bologna 1 1 Tripone Daniele Dottorando Dip. Fisica Univ. Bologna 2 0 Imprescia Paola Dottorando Dip Sc. Terra Univ. Catania 4 4 I fase II fase Descrizione del contributo - Versione italiana 3a.1 Stato dell'arte Nell’ambito dei precedenti progetti DPC e’ stato portato avanti lo sviluppo di due importanti strumenti di supporto per la valutazione dell’hazard sismico: il codice Boxer (Gasperini et al., 1999) per la stima quantitativa dell’epicentro, della magnitudo e dell’orientamento della sorgente sismica da dati di intensita’ macrosismica e il Database EMMA dei meccanismi focali rivisti dell’area Mediterranea tratti dalla letteratura (Vannucci e Gasperini, 2003; 2004). Per quanto riguarda il primo il principale miglioramento introdotto riguarda la valutazione delle incertezze di tutti i parametri stimati per mezzo della tecnica di ricampionamento casuale bootstrap (Efron, 1979, 1981). Sono state anche predisposte nuove uscite grafiche che permettono di valutare la distribuzione statistica dei parametri stessi ed in particolare la presenza di distribuzioni multimodali che potrebbero esser indizio di sorgenti complesse. Uno dei difetti attuali del codice e’ la scarsa facilita’ d’uso a utenti non particolarmente esperti, sarebbe quindi opportuno predisporre un’interfaccia user-friendly per gestire sia i parametri di ingresso che le uscite attraverso maschere e procedure dedicate. Nell’ambito della precedente convenzione sono stati anche sperimentati metodi di localizzazione attraverso minimizzazione non lineare dei residui di una legge di attenuazione che pero’ non hanno portato ancora al rilascio di una versione pubblica per la scarsa affidabilita’ delle determinazioni. I recenti risultati ottenuti sulla definizione di una legge di attenuazione isotropa per l’Italia (Pasolini et al 2008a,b) potrebbero ora fornire uno strumento piu’ adeguato per migliorare l’efficacia e l’affidabilita’ del codice che dovrebbe essere in grado, in casi favorevoli, di localizzare i terremoti anche in aree marine e di fornire una stima della profondita’ della sorgente. Per quanto riguarda il database dei meccanismi focali di area mediterranea EMMA, lo sviluppo fornito nell’ambito dei precedenti progetti DPC ha portato a oltre 9000 i meccanismi focali (Versione 3.0 beta). E’ inoltre stato affrontato il problema del confronto ed integrazione dei dati parametrici (tempo origine, ipocentro e magnitudo) con quelli dei cataloghi ipocentrali disponibili (ISC, NEIC-PDE ecc.). Tale confronto e’ prossimo ad essere completato e rilasciato nella nuova versione ufficiale di EMMA. Un limite attuale del database EMMA consiste nella necessita’ di disporre del software di base MS-Access (non disponibile per sistemi operativi Macintosh) oltre che una certa macchinosita’ della procedura di installazione. Per un suo piu’ ampio e facile utilizzo potrebbe essere utile sviluppare un’interfaccia di interrogazione su browser web. Un ulteriore problema riguarda la valutazione della qualita’ delle soluzioni inserite. Al momento tale valutazione 95 si basa solo criteri di correttezza formale dei meccanismi pubblicati e sul prestigio della rivista. In ogni caso tali criteri sono utilizzati solo per confrontare tra loro soluzioni diverse per lo stesso evento ma non per limitare il peso di soluzioni inattendibili nelle elaborazioni. Bibliografia Efron B. (1979). Bootstrap methods: another look at jackknife. Annals of Statistics, 7, 1-26 Efron B. (1981). Nonparametric estimates of standard error: the jackknife, the bootstrap and other methods. Biometrika vol. 68, 3, 589-599, Gasperini P., Bernardini F., Valensise G. e E. Boschi, 1999. Defining seismogenic sources from historical felt reports. Bull. Seism Soc. Am., 89, 94-110: ISC Catalog, 2001. International Seismological Centre, Bull, Internatl. Seis. Cent., Thatcham, United Kingdom: http://www.isc.ac.uk/ NEIC-PDE Catalog, http://neic.usgs.gov/neis/epic/ a cura dell’U. S. Geological Survey: http://www.usgs.gov/ Pasolini C., Gasperini P., Albarello D., Lolli B. and V. D'Amico (2008a). The Attenuation of Seismic Intensity in Italy, Part I: Theoretical and Empirical Backgrounds. Bulletin of the Seismological Society of America, Vol. 98, No. 2, pp., doi: 10.1785/0120070020, in stampa Pasolini C., Albarello D., Gasperini P., D'Amico V. and B. Lolli (2008b). The Attenuation of Seismic Intensity in Italy. Part II: Modeling and Validation. Bulletin of the Seismological Society of America, Vol. 98, No. 2, pp. doi: 10.1785/0120070021, in stampa Vannucci G. and P. Gasperini (2003). A Database of Revised Fault Plane Solutions for Italy and Surrounding Regions. Computers & Geosciences, Vol 29, 7, 903-909. Vannucci G. e P. Gasperini, 2004. The new release of the database of Earthquake Mechanisms of the Mediterranean Area (EMMA Version 2), Annali di Geofisica, Suppl. to Vol. 47. 307-334: 3a.2 Obiettivi Boxer: Sviluppo di un’interfaccia a maschere per la gestione dell’input/output. Localizzazione di epicentri macrosismici in aree costiere, marine o disabitate. Stima della profondita’ ipocentrali macrosismiche. EMMA: Aggiunta di nuovi meccanismi. Definizione di un peso o indice di affidabilita’ per ogni soluzione focale. Interfaccia Web per l’interrogazione. 3a.3 Attività 1 Sviluppo di una nuova versione di Boxer con interfaccia user-friendly. 2 Sviluppo di una nuova versione aggiornata di EMMA. 3 Sviluppo di una versione Web di EMMA 3a.4 Metodologia Boxer Sviluppo software in Fortran per la localizzazione e Matlab per la realizzazione di un’interfaccia utente user-friendly. EMMA Sviluppo software in Fortran per la conversione e il controllo dei dati e per la valutazione della qualita’ delle soluzioni preferite. Sviluppo della piattaforma MS-Access ed SQL per il miglioramento dell’interazione con l’utente. 96 3a.5 Cronoprogramma I Fase II Semestre 1 2 1 2 Attività 1 X X X X Attività 2 X X X - Attività 3 - - X X 4a. Prodotti Nuova versione di Boxer con interfaccia user-friendly. Nuova versione aggiornata del database EMMA. Versione Web del database EMMA 5. Interazioni con altri Enti/Istituzioni Dipartimento di Fisica, Universita’ di Bologna (interazione con Prof. Paolo Gasperini per lo sviluppo software) 6. Possibili interazioni con altri Progetti DPC (indicare quali progetti) (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) Description of Contribution – English version 3b.1 State of the art (including references when necessary) The Boxer code (Gasperini et al., 1999) and the Earthquake Mechanisms of Mediterranean Area (EMMA) database are software tools developed in previous DPC projects that can be useful to seismic hazard assessment. Boxer code allows the quantitative location of epicenter, magnitude and seismogenic source orientation starting from macroseismic intensities, while EMMA database collects revised focal solution available from the literature (Vannucci e Gasperini, 2003; 2004). Using a random resampling bootstrap methodology (Efron, 1979, 1981) a new version of boxer code (not yet released) allows now to quantify the uncertainties of main source parameters. Moreover new graphical outputs may help to evaluate the presence of multimodality in the statistical distribution of parameters that could suggest the existence of complex earthquake sources. One of the defects of Boxer code is its difficulty of use, particularly in preparing the input and in analyzing the output. Hence a user-friendly interface of Boxer, based on masks and dedicated software procedures, would be highly desirable. In the previous DPC projects, new methodologies, using non-linear minimization of the residuals of an attenuation law for the determination of epicenters were tested. Such tests were found to be not fully consistent and the method is still not available and usable for the public users. However a new isotropic attenuation 97 law for the Italian region recently published (Pasolini et al 2008a,b) could improve in some cases the epicenter determinations of earthquakes with asymmetric intensities distribution (along the coast) or located in sea and also provide a tool to assess the source depth. Concerning the EMMA database, the development made in the ambit of previous DPC projects brought to increase the number of focal solution included in the new version (3.0 beta) to more than 9000. The problem of integrate the parametric data (origin time, hypocenter and magnitude) with those available from available hypocentral catalogs (ISC, NEIC-PDE etc.) was also faced. Such comparison is close to be completed and released in the new official version of EMMA. A current limit of the database is the need to have MS-Access software (not available for Macintosh) installed on the pc as well as its difficulty of installation. In order to make easier and wider its use it could be useful to develop a web interface to EMMA. A further problem concerns the evaluation of the quality of the included mechanisms. Presently such evaluation is based on formal correctness criteria and on the authoritativeness of the journal where the solution was published. These criteria are only used to compare among each other different solutions for the same event but not to reduce the weight of unreliable solutions in computations using EMMA data. References Efron B. (1979). Bootstrap methods: another look at jackknife. Annals of Statistics, 7, 1-26 Efron B. (1981). Nonparametric estimates of standard error: the jackknife, the bootstrap and other methods. Biometrika vol. 68, 3, 589-599, Gasperini P., Bernardini F., Valensise G. e E. Boschi, 1999. Defining seismogenic sources from historical felt reports. Bull. Seism Soc. Am., 89, 94-110: ISC Catalog, 2001. International Seismological Centre, Bull, Internatl. Seis. Cent., Thatcham, United Kingdom: http://www.isc.ac.uk/ NEIC-PDE Catalog, http://neic.usgs.gov/neis/epic/ a cura dell’U. S. Geological Survey: http://www.usgs.gov/ Pasolini C., Gasperini P., Albarello D., Lolli B. and V. D'Amico (2008a). The Attenuation of Seismic Intensity in Italy, Part I: Theoretical and Empirical Backgrounds. Bulletin of the Seismological Society of America, Vol. 98, No. 2, pp., doi: 10.1785/0120070020, in press Pasolini C., Albarello D., Gasperini P., D'Amico V. and B. Lolli (2008b). The Attenuation of Seismic Intensity in Italy. Part II: Modeling and Validation. Bulletin of the Seismological Society of America, Vol. 98, No. 2, pp. doi: 10.1785/0120070021, in press Vannucci G. and P. Gasperini (2003). A Database of Revised Fault Plane Solutions for Italy and Surrounding Regions. Computers & Geosciences, Vol 29, 7, 903-909. Vannucci G. e P. Gasperini, 2004. The new release of the database of Earthquake Mechanisms of the Mediterranean Area (EMMA Version 2), Annali di Geofisica, Suppl. to Vol. 47. 307-334: 3b.2 Goals Boxer: Development of a mask-based interface to manage input and output. Macroseismic epicenter location in coastal areas or on the sea. Assessment of macroseismic hypocentral depth. EMMA: Addition of new focal mechanisms. Definition of a weight or quality factor for each available focal solution. Web interface for users. 3b.3 Activity 1 Development of a new version of Boxer code with a user-friendly user interface. 2 Development of an upgraded version of EMMA database. 3 Development of a web-based version of EMMA database. 3b.4 Metodology Boxer Development of Fortran software for hypocenter determination and of Matlab software for an userfriendly input/output interface. EMMA 98 Development of Fortran software to verify and check collected data and to evaluate the quality of focal solutions. Development of MS-Access and SQL software to improve and make easier user interaction. 3b.5 Timetable I Phase II 1 Semester 2 1 2 Activity 1 X X X X Activity 2 X X X - Activity 3 - - X X 4b. Deliverables New release of Boxer code including an user-friendly interface New upgraded version of EMMA database Web version of EMMA database 7. Piano finanziario (in Euro) 7.1. I fase Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 1000 2) Spese per missioni 3000 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 0 2000 5) Spese per servizi 0 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 3000 1000 Totale 10000 7.2. II fase Categoria di spesa Importo previsto a 1) Spese di personale Finanziato dal Dipartimento b 1000 99 Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 2) Spese per missioni 2000 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0 4000 5) Spese per servizi 1000 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 1000 1000 Totale 10000 7.3. Totale Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 2000 2) Spese per missioni 5000 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0 6000 5) Spese per servizi 1000 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 4000 2000 Totale 20000 100 Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b Convenzione INGV-DPC 2007-2009 Progetti sismologici Progetto S1 - RU 3.02 - Catalano Stefano Titolo Parametri di faglia e valutazione dei tassi di deformazione lungo lineamenti tettonici attivi in Sicilia nord-orientale Responsabile UR Catalano Stefano, professore straordinario s.s.d. GEO/03, Dipartimento di Scienze Geologiche – Università di Catania 1990 Dottore di Ricerca in "Tettonica e geologia strutturale" 1993 Ricercatore C.N.R. a tempo determinato 1994 Ricercatore universitario per il gruppo DO2 presso la Facoltà di Scienze Mat., Fis. e Nat.li dell'Università di Catania 1998 professore associato nel settore scientifico-disciplinare D01C (geologia strutturale) E’ attualmente Presidente della Struttura Didattica Aggregata di Scienze della Terra della Facoltà di Scienze MM.FF.NN. dell’Università di Catania Ha partecipato, in collaborazione con ricercatori del Dipartimento di Scienze Geologiche dell'Università di Catania e di altre università ed enti di ricerca italiani e stranieri alla realizzazione di numerosi programmi di ricerca su tematiche inerenti la cartografia geologica, la geologia strutturale, la geologia regionale e la tettonica attiva, con particolare riferimento all’Italia meridionale ed il Mediterraneo Centrale. Il Prof. Stefano Catalano è attualmente: responsabile scientifico di un progetto di ricerca dal titolo “Analisi dell’evoluzione tettonica tardoquaternaria del Plateau Ibleo per l’aggiornamento del quadro sismotettonico regionale della Sicilia sud-orientale” responsabile scientifico di un assegno di ricerca sulla “Caratterizzazione sismotettonica della regione iblea” responsabile scientifico convenzione tra Dipartimento di Scienze Geologiche e il Dipartimento Regionale di Protezione Civile - Servizio Sicilia Orientale con oggetto "Studio geofisico, geologico e strutturale delle aree interessate dagli eventi sismici dei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2002. S. Catalano & G. De Guidi (2003) – Late Quaternary uplift of northeastern Sicily: relation with the active normal faulting deformation. Journal of Geodynamics, 36, 445-467. S. Catalano, G. De Guidi , C. Monaco, G. Tortorici & L. Tortorici (2003) – Long-term behaviour of the Late Quaternary normal faults in the Straits of Messina area (Calabrian arc): structural and morphological constraints. Quaternary International, 101-102, 81-91. G. De Guidi, S. Catalano, C. Monaco and L. Tortorici (2003) – Morphological evidence of Holocene coseismic deformation in the Taormina region (NE Sicily). Journal of Geodynamics, 36, 193-211. S. Catalano, S. Torrisi and C. Ferlito (2004) – The relation between Late Quaternary deformation and volcanism of Mt. Etna (eastern Sicily): new evidence from the sedimentary substratum in the Catania region. Journal of Volcanology and Geothermal Research, 132, 311-334. S. Catalano, G. De Guidi, G. Romagnoli, S. Torrisi, G. tortorici, L. Tortorici (2008) – The migration of plate boundaries in SE Sicily: influence on the large-scale kinematic model of the African promontory in southern italy – Tectonophysics, doi: 10.1016/j.tecto.2007.12.003 101 2. Personale dell’UR Nominativo (Cognome e Nome) Catalano Stefano Qualifica Professore straordinario Tortorici Luigi Professore ordinario Lanzafame Gianni Dirigente di Ricerca De Guidi Giorgio Ricercatore Di Stefano Agata Ricercatore Tortorici Giuseppe Assegnista Romagnoli Gino Dottorando Ente/Istituzione Dipartimento Scienze Geologiche – Università di Catania Dipartimento Scienze Geologiche – Università di Catania INGV - Catania Dipartimento Scienze Geologiche – Università di Catania Dipartimento Scienze Geologiche – Università di Catania Dipartimento Scienze Geologiche – Università di Catania Dipartimento Scienze Geologiche – Università di Catania Mesi/Persona Giorni/Persona (personale non a carico del progetto) (personale a carico del progetto) I fase II fase 6 6 3 3 2 2 3 3 2 1 6 6 6 6 I fase II fase Descrizione del contributo - Versione italiana 3a.1 Stato dell'arte La Sicilia nord-orientale è posta all’incrocio tra due principali fasce di deformazione attiva. La prima si sviluppa lungo il margine convergente tra Nubia ed Eurasia, la cui radice crostale è localizzata lungo il margine settentrionale della Sicilia. La seconda è espressione dell’incipiente margine divergente sviluppatosi lungo la dorsale appenninica, a separare le aree peritirreniche dai settori adriatici, la cui prosecuzione verso sud attraversa l’area dello Stretto di Messina. La localizzazione dei due confini geologici è testimoniata sia dai dati sismologici (Chiarabba et al., 2005; Neri et al., 2005) che dai dati geodetici (Hollenstein et al., 2003; D’Agostino et al., 2004; Serpelloni et al., 2007) i quali, insieme alle informazioni sui meccanismi focali (Pondrelli et al., 2002), danno indicazioni univoche sulla loro cinematica e sulle velocità complessive di deformazione. Il quadro dinamico regionale trova pieno riscontro anche nella recente zonazione sismogenetica (Meletti & Valensise, 2004) nella quale vengono distinte tre principali zone. La prima, indicata come zona 933, comprende il settore settentrionale della Sicilia e l’immediato off-shore tirrenico, interessati dalla ricorrenza di eventi con meccanismi focali inversi lungo piani orientati circa ENE-WSW. La seconda, denominata zona 929, comprende l’area dello Stretto di Messina, interessata dalla ricorrenza di eventi sismici di elevata magnitudo (es: A.D. 1783, 1908) con meccanismi riconducibili a faglie estensionali orientate circa N10 (Anderson & Jackson, 1987). Infine, la zona 932, ubicata tra le due precedenti, è stata interpretata come un’area di svincolo, caratterizzata da eventi di tipo destro lungo strutture orientate NNW-SSE (es. A.D. 1978; Neri et al., 2005), come dimostrato anche dall’allineamento di terremoti recenti esteso dall’arcipelago eoliano verso la costa siciliana (Pondrelli et al., 2002). In un quadro così apparentemente definito e vincolato, esistono tuttora enormi lacune nell’identificazione delle sorgenti sismogenetiche e nella caratterizzazione dei loro parametri. Fatta eccezione per l’area dello Stretto di Messina dove sono state individuate e definiti i parametri di alcune possibili, seppur molto dibattute, sorgenti, per le altre zone la sismicità è stata associata genericamente ai principali lineamenti tettonici plio-pleistocenici ricadenti nell’area, facendo riferimento a lavori della fine degli anni ’70 e primi ’80 del secolo scorso (Ghisetti, 1979; Ghisetti & Vezzani, 1977; 1978; 1982). In gran parte della letteratura successiva, 102 questi lineamenti tettonici, individuati quali strutture attive e sismogenetiche, sono stati prolungati ben oltre la loro reale estensione.La cartografia geologica più recente (Lentini et al., 2000) ha evidenziato geometrie delle strutture molto più complesse di quelle riportate in letteratura e lo sviluppo di direttrici tettoniche (es. Capo d’Orlando-Capo S. Alessio) con indizi di attività recente e fin qui non considerate nei lavori di sismotettonica dell’area. 3a.2 Obiettivi L’obiettivo prioritario della ricerca è quello di: 1. identificare le principali zone di faglia con indizi di movimenti recenti ricadenti all’interno della zona sismogenetica 932; 2. definire per ognuna di esse la geometria, la cinematica, i principali parametri di faglia e i tassi di deformazione a lungo e corto periodo; Il raggiungimento di questo primo obiettivo consentirebbe di ottenere i vincoli geologici necessari per poter: 1. verificare la compatibilità tra i lineamenti analizzati quali possibili sorgenti e la sismicità dell’area; 2. identificare le possibili prosecuzioni a terra degli elementi attivi nell’off-shore e valutare il loro potenziale sismogenetico; 3. definire una relazione tra tassi di deformazione misurati e ciclicità degli eventi sismici. Un’eventuale estensione del progetto può essere dedicata allo studio dei rapporti tra i lineamenti attivi ricadenti all’interno della zona 932 e nelle zone confinanti, al fine di verificare: 1. i vincoli geologici della connessione cinematica con le strutture contrazionali della Sicilia settentrionale e quelle estensionali dello Stretto di Messina; 2. l’entità della deformazione cumulata lungo la zona 932 in relazione a quella rilasciata nelle due zone adiacenti. Il raggiungimento di questo secondo obiettivo consentirebbe di ottenere i vincoli geologici necessari per poter: 1. univocamente interpretare il significato dinamico della zona 932; 2. stabilire le possibili relazioni tra i tassi di deformazioni medi nelle zone 933 e 929 e i tassi di movimento lungo le strutture della zona 932, e le possibili connessioni con la ciclicità e l’energia degli eventi sismici registrati nelle tre zone sismogenetiche. 3a.3 Attività Fase 1: Identificazione e caratterizzazione cinematica delle principali zone di faglia con indizi di movimenti recenti ricadenti all’interno della zona sismogenetica 932. Verranno analizzate le zone di faglia con documentata attività plio-pleistocenica, così individuate sulla base della loro compatibilità cinematica con il meccanismo focale dell’evento sismico del 15/4/1978: 1. Analisi del sistema di faglie en echelon orientate NW-SE ed estese dall’area tirrenica di Capo Calavà-Capo Tindari fino all’area ionica di Capo S.Alessio, attraverso la zona di Tripi-Rocca Novara e Antillo-Limina 2. Analisi dei segmenti orientati NW-SE lungo l’allineamento Barcellona P.G. - Alì terme 3. Analisi dei segmenti di faglia recenti orientati NE-SW identificati nell’area tra Montagna Reale e S. Angelo di Brolo, interessate da un’area di concentrazione del danno durante il terremoto del 15/4/78 (Barbano et al., 1979). Eventuali estensioni del progetto potrebbero riguardare: 4. Esecuzione di un transetto geologico-strutturale N-S attraverso l’area assiale nebrodica da Capo d’Orlando a Cesarò, con attraversamento dei sistemi peritirrenici orientati NWSE e degli accavallamenti del versante meridionale dei nebrodi, ad orientazione E-W (Linea M. Kumeta-Alcantara) 5. Esecuzione di un transetto geologico-strutturale attraverso la dorsale perloritana da Villafranca Tirrena a Messina, attraverso le faglie orientate NE-SW delle coste tirreniche e dello Stretto di Messina Fase 2: 6. Definizione dei tassi di dislocazione di lungo e corto periodo e dei parametri di faglia lungo le strutture soggette a deformazioni recenti, per l’individuazione delle possibili sorgenti sismogenetiche compatibili con la sismicità regionale. 103 7. Comparazione tra i tassi di deformazione registrati nelle tre zone sismogenetiche analizzate (zone 933, 929, 932) al fine di verificare la connessione cinematica tra le strutture sismogenetiche ricandenti nelle tre aree e di valutare l’entità delle deformazioni cumulate all’interno della zona 932, in seguito alle deformazioni cosismiche nelle zone sismogenetiche adiacenti. 3a.4 Metodologia Le attività (1-5) della Fase 1 prevedono l’utilizzo delle normali tecniche di indagine geologicostrutturali, sia sul terreno che mediante analisi di telerilevamento, con esecuzione di: 1. rilievi di dettaglio lungo le strutture da analizzare; 2. analisi cinematica sui principali piani di faglia e lungo le strutture minori associate; 3. valutazione del rigetto complessivo delle faglie e della sua ripartizione a lungo periodo, tramite raccolta di dati stratigrafici sui depositi sin-tettonici. L’ attività 6 della Fase 2 prevede l’applicazione di indagini morfologiche da condurre lungo le strutture individuate quali potenzialmente attive. Su tali strutture verranno utilizzati in combinazione due criteri di controllo e quantificazione dei tassi di movimento: 1. analisi della dislocazione verticale dei terrazzi marini tardo-quaternari e della loro variazione in corrispondenza dell’incrocio con le strutture, nelle aree costiere; 2. dislocazione laterale di elementi del paesaggio fluvio-denudazionale lungo le strutture, nelle aree interne Per la datazione delle forme rigettate lungo le strutture analizzate, si farà riferimento alle relazioni tra il sollevamento regionale e le oscillazioni eustatiche, responsabili del terrazzamento, e le connesse variazioni climatiche, responsabili delle diverse fasi di ringiovanimento dei corsi d’acqua. Il ricorso ai criteri morfologici di datazione dovrebbe assicurare una risoluzione temporale delle dislocazioni misurate nell’ordine degli stadi della curva isotopica dell’Ossigeno, da confrontare con i dati già disponibili di datazione assoluta. L’ attività 7 della Fase 2 prevede, sulla base dei dati raccolti in seguito all’attività 6, una elaborazione complessiva dei dati con la restituzione tramite carte e note esplicative delle stesse e tabelle riassuntive dei parametri di faglia riscontrati lungo tutti i lineamenti analizzati,e la stesura di un modello cinematico complessivo da confrontare con i dati geodetici e sismologici già disponibili o raccolti, da altre UU.RR., nel corso della realizzazione del progetto. 3a.5 Cronoprogramma I Fase II Semestre 1 2 1 2 Attività 1 – 3(4-5) x x - - Attività 6 - x x - Attività 7 - - - x 4a. Prodotti Carta strutturale delle faglie attive nella zona sismogenetica 932 e nelle aree adiacenti della Sicilia nord-orientale (scala 1:25.000) Carta morfostrutturale della zona sismogenetica 932 e delle aree adiacenti della Sicilia nordorientale (scala 1:25.000) Carte morfostrutturali di dettaglio lungo le possibili sorgenti sismogenetiche della zona 932 e delle aree adiacenti della Sicilia nord-orientale (scala 1:10.000) 104 Tabelle con i parametri di faglia delle possibili sorgenti sismogenetiche della zona 932 e delle aree adiacenti della Sicilia nord-orientale E’ prevista la pubblicazione di note brevi nel corso della esecuzione del progetto e la pubblicazione di almeno un lavoro su rivista internazionale alla fine del progetto. 5. Interazioni con altri Enti/Istituzioni (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) 6. Possibili interazioni con altri Progetti DPC (indicare quali progetti) (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) Description of Contribution – English version 3b.1 State of the art The NE Sicily seismicity can be referred to a kinematic frame dominated by the occurrence of two distinct deformational belts, which developed along two main tectonic boundaries. The former is represented by the active convergent Nubia-Eurasia margin that affects the northern sectors of the island. The latter consists of the incipient divergent margin that, superimposed on the previous Apenninic Belt, separates the perityrrhenian from the adriatic areas of the Italian Peninsula, also controlling the Straits of Messina region. This tectonic frame is well constrained by both seismological (Chiarabba et al., 2005; Neri et al., 2005) and geodetic data (Hollenstein et al., 2003; D’Agostino et al., 2004; Serpelloni et al., 2007) that, together with focal mechanisms (Pondrelli et al., 2002) provide useful information about the kinematic and the deformation rates along these main tectonic lineaments. The regional dynamic frame is also well pictured in the recent seismogenetic zones proposed by Meletti & Valensise (2004), that refer the zone 933 to the contractional domain (es. A.D. 2002), the zone 929 to the extensional domain (es. 1783; 1908) and, finally, the zone 932 to a dextral transfer zone between the two (es. 1978). In this well defined regional seismotectonic frame, detailed information on the location, the geometry and the fault parameters of seismogenic sources have been collected in Straits of Messina area (zone 929). As regards the other two zones, the seismicity has been related to the main plio-pleistocene tectonic lineaments of the region, as they have been described in some fundamental structural studies (Ghisetti, 1979; Ghisetti & Vezzani, 1977; 1978; 1982), without any other additional investigation on fault parameters. In addition, recent field data (Lentini et al., 2000) evidenced the incongruence of the geometry and the extent of the inferred seismogenic sources with the recent tectonic lineaments mapped in the region. 3b.2 Goals The main target of the research consists of: 1. recognise the main fault zones showing the effects of recent or active displacements, within the seismogenetic zone 932; 2. define the geometry, the kinematic, the main fault parameters and the displacementrate, for each active segment recognised in the area These two aspects would provide useful constraints to: 1. test the compatibility between the fault parameters and seismicity recorded in the region; 2. define the on-shore prolongation and the seismogenic potential of active faults affecting the Tyrrhenian off-shore; 3. correlate the displacement-rate measured along the faults with the recurrence of seismic events. Additional efforts could be dedicated to the analysis of the relation between the active tectonics affecting the zone 932 with those located in the adjacent zones, in order to define: 105 1. the kinematic connection with the extensional features of the Straits of Messina and the contractional structures of northern Sicily; 2. the relation between the amount of deformation cumulated along active faults of the zone 932 and the deformation released in the adjacent zones. These two additional information would provide useful constraints to: 1. define the dynamic role of the zone 932; 2. relate deformation-rates measured in the three adjacent zones with the recurrence and magnitudo of historical seismic events that stroke the region. 3b.3 Activity (with timetable for each phase) Phase 1: Recognition and kinematic analyses of the main recent or active fault segments of the seismogenetic fault zone 932. The fault zones object of the study have been selected among those showing a well documented Plio-Pleistocene activity and a kinematic compatibility with the focal mechanism of the 4/15/1978 event, as it follows: 1. NW-SE oriented fault segments distributed, from the Tyrrhenian to the Ionian coast, along the alignment Capo Calavà-Capo S. Alessio, through Rocca Novara and Limina; 2. NW-SE oriented fault segments distributed, from the Tyrrhenian to the Ionian coast, along the alignment Barcellona P.G. – Alì terme. 3. NE-SW oriented fault segments located between Montagna Reale and S. Angelo di Brolo, affected by serious damages as effect of the 4/15/1978 event. Additional activities could be dedicated to: 4. the analyses of a structural transect across the Nebrodi Mountain Belt, from Capo d’Orlando to Cesarò, to define the geometry and the kinematics of the peri-Tyrrhenian NWSE oriented fault segments and the E-W oriented thrusts (M. Kumeta-Alcantara Line), along the southern slope of the mountain range; 5. the analyses of a structural transect across the Peloritani Ridge, from Villafranca Tirrena to Messina, to define the geometry and the kinematics of the NE-SW oriented faults of the peri-Tyrrhenian region and the Straits of Messina. Phase 2: 6. Estimation of the long- and short-period displacement-rate and definition of the fault parameters of along the active or recent structures, in order to define their compatibility with the regional seismicity; 7. Comparison between deformation-rates measured in the three analysed seismogenetic zones (933, 929, 932 )in order to test the kinematic connection between the seismogenetic sources located in the three areas and to evaluate the deformation cumulated along the zone 932 as consequence of the co-seismic deformation within the adjacent zones. 3b.4 Metodology The activities (1 -5) planned in the Phase 1 will consist of structural field analyses, integrated with aerial photograph and satellite images interpretation, in order to perform: 1. detailed field mapping of the selected tectonic lineaments; 2. kinematic analysis of the main fault planes and associated minor structures; 3. estimation of the cumulative offset along the selected tectonic lineaments and its partitioning vs. the time, based on stratigraphy of syn-tectonic deposits; The activity 6 planned in the Phase 2 consists of morphological analyses on the recent fault segments using two combined datasets to obtain the vertical and lateral components of tectonic displacement: 1. analysis of the Late Quaternary marine terraces and of their deformation around the selected structures; 2. analysis of the lateral offset of fluvial streams crossing the selected structures The deformation-rate will be desumed by relating the displaced morphological features to distinct eustatic cycles and associated climatic changes, that accompanied the regional uplift of the area. These morphological criteria would provide the time-resolution of the OIT – chronological scale, to be compared with available chronological data. The activity 7 planned in the Phase 2 will consist of the final elaboration of the collected data and their interpretation, in order to provide original documents (e.g. maps, tables and database) and a 106 kinematic model of NE Sicily, to be compared with available geodetic and seismologic data on the region. 3b.5 Timetable I Phase II 1 Semester 2 1 2 Activity 1 – 3 (4-5) x x - - Activity 6 - x x - Activity 7 - - - x 4b. Deliverables Structural Map of the 932 seismogenic zone and sourrounding areas of NE Sicily showing the active fault segments (1:25.000 scale) Morphostructural map of the 932 seismogenic zone and sourrounding areas of NE Sicily showing the active fault segments (1:25.000 scale) Detailed morphostructural maps along the possible seismogenic sources of the 932 seismogenic zone and sourrounding areas of NE Sicily (1:10.000 scale) Table of the fault parameters of the possible seismogenic sources of the 932 seismogenic zone and sourrounding areas of NE Sicily Mid-term papers or short-notes and a final report to be submitted to an international journal are planned. 7. Piano finanziario (in Euro) 7.1. I fase Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 1) Spese di personale 0 0,00 2) Spese per missioni 6000,00 0,00 Categoria di spesa Importo previsto a 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0 5) Spese per servizi 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette(≤10% del totale) Totale 0 0,00 2000,00 0,00 2000,00 0,00 1000,00 0,00 11000 107 7.2. II fase Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 0,00 2) Spese per missioni 4200 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0,00 0,00 5) Spese per servizi 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) Totale 2000 0,00 2000 0,00 800 0,00 9000 7.3. Totale Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 0,00 2) Spese per missioni 10200 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0,00 0,00 5) Spese per servizi 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) Totale 4000 0,00 4000 0,00 1800 0,00 20000 108 Convenzione INGV-DPC 2007-2009 Progetti sismologici Progetto S1 - RU 3.03 - Faccenna Claudio (Task C) Titolo: Studi strutturali per la definizione del sistema di faglie attive e per le sorgenti sismogenetiche del margine tirrenico calabro. 1. Responsabile UR - Responsabile: Claudio Faccenna Professore Associato Dipartimento Scienze Geologiche Università Roma TRE Breve CV Responsabile Claudio Faccenna Posizione attuale: Professore Associato, Dip. di Scienze Geologiche, Università Roma TRE 2007 Professsore Invitato presso Universite’ de Montpellier II 2005 Professsore Invitato presso Universite’ de Rennes I 2004 Qualificazione per candidatura al ruolo di professore in Francia settore Terra Solida e Geologia Strutturale. 2004 Professsore Invitato presso Universite’ de Aix en Provence-Marseille (France), 2004 Comitato editoriale Rivista “Geodinamica Acta” 2002 Professore Associato presso il Dip. di Scienze Geologiche, Università Roma TRE 2000 Idoneo al ruolo di Professore Associato, geologia strutturale GEO/03, Università di Lecce. 2000 Professore Invitato presso Department de Geotectonique -Université de Paris VI. 1999-2000 Segretario e co-convenor European Geophysical Society 1999 Conferma per il ruolo di Ricercatore Universitario 1997-1998 Ricercatore Visitatore presso il Department of Earth and Planetary Sciences, Harvard University, Cambridge (Ma) 1996 Professore Visitatore presso il Départément de Géologié de l'Universitè de Cergy-Pontoise (Parigi, Francia), 1995 Realizza ed é attualmente responsabile presso l'Università di Roma TRE un Laboratorio di Modellazione Analogica dei processi Tettonici. 1995 Ricercatore Universitario, gruppo concorsuale D01C presso la Terza Università di Roma, Dip. Scienze Geologiche a cui attualmente afferisce. 1993-1994 Post-dottorato presso Paris VI e Université di Rennes I. 1993 Dottore di Ricerca in Scienze della Terra, Università di Roma “La Sapienza” 1988 Laurea in Scienze Geologiche presso il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Roma “La Sapienza” (con votazione 110/110 e lode) PRINCIPALI TEMI DI RICERCA: tettonica dell'area Mediterranea, processi di subduzione e collisione, processi di estensione, meccanismi di collasso delle catene montuose ed esumazione di livelli crostali profondi; rapporti tra deformazioni crostali, magmatismo e circolazione di fluidi. AREE DI STUDIO Italia: Toscana (plutonismo, metamorfismo e bacini neogenici), Lazio (neotettonica e magmatismo), Calabria (metamorfismo unità alpine, bacini sedimentari), Sardegna (bacini sedimentari oligo-miocenici), Arco Calabro-Peloritano (tettonica recente), Liguria (tettonica e metamorfismo). Estero: Nyamulagira (Zaire): vulcanismo; Swat Valley (Pakistan): analisi geologica strutturale area del Main Mantle thrust; Isole Cicladi (Grecia), Norvegia Occidentale Cordillera Betica (Spagna), Rif (Marocco): processi di estensione post-orogenica ed esumazione unità di alta pressione. Libia: Processi di estensione Terziaria nell'area della Sirte. Antartide, Relazioni tra 109 tettonica e magmatismo nella Terra Vittoria. Cordillera Andina (oroclino boliviano, oroclino patagonico). METODOLOGIE: analisi strutturale e micro-strutturale, fragile e duttile su rocce sedimentarie e metamorfiche; modellazione analogica a scala crostale e litosferica.interpretazione linee sismiche, paleomagnetismo e analisi della suscettività magnetica (AMS). E’ autore di circa 100 pubblicazioni (indice h = 18). Elenco 5 pubblicazioni significative ai fini del progetto. Billi A., G. Barberi, C. Faccenna, G. Neri, F. Pepe, A. Sulli, Tectonics and seismicity of the Tindari Fault System, southern Italy: Crustal deformations at the transition between ongoing contractional and extensional domains located above the edge of a subducting slab, Tectonics, Vol. 25, No. 2, TC2006 10.1029/2004TC001763. Billi, A., D. Presti, C. Faccenna, G. Neri, and B. Orecchio (2007), Seismotectonics of the Nubia plate compressive margin in the south Tyrrhenian region, Italy: Clues for subduction inception, J. Geophys. Res., 112, B08302, doi:10.1029/2006JB004837. Faccenna, C., Funiciello, F., Civetta, L., D’Antonio, M., Moroni, M., and Piromallo, C., 2007, Slab disruption, mantle circulation, and the opening of the Tyrrhenian basins, in Beccaluva, L., Bianchini, G., and Wilson, M., eds., Cenozoic Volcanism in the Mediterranean Area: Geological Society of America Special Paper 41, p. 153-169, doi: 10.1130/2007.2418(08). Faccenna, C., L. Civetta, M. D’Antonio, F. Funiciello, L. Margheriti, and C. Piromallo (2005), Constraints on mantle circulation around the deforming Calabrian slab, Geophys. Res. Lett., 32, L06311, doi:10.1029/2004GL021874. Rossetti, F., Goffe B., Monie P., Faccenna C., Vignaroli G., (2004) Alpine orogenic P-T-tdeformation history of the Catena Costiera area and surrounding regions (Calabrian Arc, southern Italy): The nappe edifice of north Calabria revised with insights on the Tyrrhenian-Apennine system formation, Tectonics, Vol. 23, No. 6, TC6011, http://dx.doi.org/10.1029/2003TC001560 , 31 December 2004 2. Personale dell’UR Nominativo (Cognome e Nome) Bellier Olivier Billi Andrea Bruno Pierpaolo Casero Piero Cifelli Francesca Corbi Fabio De Filippis Luigi Dramis Franco Faccenna Claudio Mattei Massimo Qualifica Ente/Istituzione Professore CEREGE/ Univ. AixMarseille II Contratto di Ricerca Univ. Roma TRE Ricercatore INGV/Napoli Professore a contratto Contratto di Ricerca Dottorando di Ricerca Collaboratore esterno Professore ordinario Professore Associato Professore Associato Coll. Esterno Univ. Roma TRE Univ. Roma TRE Univ. Roma TRE Univ. Roma TRE Univ. Roma TRE Univ. Roma TRE Univ. Roma TRE 110 mesi/Persona mesi/Persona (personale non a carico del progetto) (personale a carico del progetto) I fase II fase 1 1 2 2 0.5 0.5 0.5 0.5 0.5 0.5 1 1 2 2 0.5 0.5 2 1 0.5 0.5 I fase II fase Minelli Liliana Molin Paola Neri Giancarlo Olivetti Valerio Orecchio Barbara Punzo Michele Rossetti Federico Dottando di Ricerca Univ. Roma TRE Ricercatore Univ. Roma TRE Professore Ordinario Univ. Messina Borsista Univ. Roma TRE Assegnista Univ. Messina Dottorando di Ricerca Univ. Roma TRE Ricercatore Univ. Roma TRE 3 2 2 1 0.5 0.5 5 1 1 1 2 1 0.5 0.5 Descrizione del contributo - Versione italiana 3a.1 Stato dell'arte L’Arco Calabro-Peloritano si è sviluppato durante il Neogene a seguito dei processi di convergenza e subduzione tra la placca Euroasiatica e quella Africana (Nubia), generando nei settori interni sistemi di faglie normali spesso accompagnati da sistemi trasversali di faglie trascorrenti. Gran parte di questi elementi tettonici hanno generato forti terremoti (sino a magnitudo 7-7.5). Nonostante i numerosi studi, fondamentali questioni sono a tutt’oggi ancora insolute. Non esiste, per esempio, unanimità di vedute sulle "sorgenti" dei terremoti più distruttivi degli ultimi 300 anni, tra cui il terremoto del 1908 di Messina (Monaco e Tortorici, 2000; Valensise e Pantosti, 2001; Amoruso et al., 2006; DISS Working Group, 2007) e gli eventi principali della sequenza del 1783 in Calabria Meridionale (Jacques et al., 2001; DISS Working Group, 2007). Nel caso di altri terremoti di analoga intensità (Capo Vaticano 1905 e Valle del Crati 1638) mancano dei modelli di sorgente e le ipotesi sulla genesi degli eventi rimangono estremamente controverse (Galli e Bosi, 2003; DISS Working Group, 2007). Inoltre, non esiste accordo sulla geometria e cinematica del sistema defomativo regionale. Alcuni autori propongono la presenza di una fascia deformativa (Siculo-Calabrian rift zone) localizzata tra il margine tirrenico della Calabria e la costa ionica della Sicilia (e.g. Monaco e Tortorici, 2000), mentre Altri assimilano il sistema di faglie estensionali calabro-peloritane alla fascia estensionale appenninica (e.g. Valensise e Pantosti, 1992; Neri et al. 2003; 2005), in connessione con i processi di retroarco. Infine, alcuni autori propongono che le sorgenti simogenetiche recenti, almeno nei settori settentrionali dell’Arco (Sila), si siano sviluppate a seguito di processi di estensione paralleli all’arco (Galli e Bosi, 2003; Galli, 2005), come apparentemente evidenziato dai dati geodetici disponibili (Hollenstein et al., 2003; D’Agostino e Selvaggi, 2004). 3a.2 Obiettivi Questo progetto ha come obbiettivo principale l’individuazione e la definizione geometrica, cinematica, e sismologica di faglie potenzialmente sismogenetiche nell’Arco Calabro-Peloritano. Al fine di raggiungere tale obiettivo, il progetto si compone delle seguenti quattro fasi principali. 1.Realizzazione di un data base GIS delle faglie attive e potenzialmente sismogenetiche che includa, tra altri prodotti, il prodotto delle fasi 2, 3 e 4. 2.Descrizione della geometria, cinematica e, ove possibile, definizione del rigetto delle faglie principali lungo il margine tirrenico dell’arco calabro. 3. Definizione del sistema di faglie recenti nell’area dell’off-shore tirrenico dell’arco calabro da profili sismici a riflessione. 4. Definizione delle caratteristiche sismiche dei principali sistemi di faglia ed identificazione di potenziali sorgenti sismogenetiche. Correlazione con dati strutturali ed identificazione di strutture sepolte. 111 3a.3Attività Nel presente progetto si prevedono le segueni quattro attività principali. (1) Compilazione di una banca dati in ambiente GIS delle faglie recenti-attive lungo il margine tirreno dell’arco calabro-peloritano Il fine di tale compito è quello di creare una banca dati geografica in ambiente GIS delle faglie attive e dei terremoti principali ad esse associabili nelle aree di studio. Tale banca costituirà lo strumento di base per le decisioni e le analisi successive. La banca dati prevede una classificazione delle faglie in classi di attendibilità di ubicazione ed in classi di capacità sismica in funzione dell'intensità e della magnitudo dei terremoti associati. La banca dati verrà implementata in corso d’opera e sintetizzerà i risultati i questo progetto. Questo studio prevede ca. 6 mesi di lavoro e continuo aggiornamento sino alla fase conclusiva in cui verranno sintetizzati dati raccolti anche da altre UR (Messina) (2) Analisi strutturale delle faglie principali Consiste nella definizione della geometria, cinematica e, ove possibile, del rigetto delle faglie principali lungo il margine tirrenico dell’arco calabro-peloritano. Questo studio prevede una prima fase di ca. 6 mesi per analisi morfostrutturale (foto aeree e DEM). Una fase di raccolta dati sul terreno (ca. 6-8 mesi). Una fase di elaborazione dati (ca. 6 mesi) (3) Analisi ed interpretazione di profili sismici a riflessione Il fine principale di tale compito è quello di definire il sistema di faglie recenti nell’off-shore tirrenico e lo studio della prosecuzione a mare della faglia di Catanzaro. Questa analisi permetterà inoltre una definizione della geometria e, ove possibile, dell’età delle stesse. Questo studio prevede un impegno di ca. 18 mesi, divisi in raccolta dati, interpretazione dati elaborazione mappe e profili. (4) Analisi dei parametri sismici Consiste nella definizione delle caratteristiche sismiche dei principali sistemi di faglia e identificazione di sorgenti sismogenetiche. Questi dati verranno utilizzati per correlazioni con i dati strutturali ed identificazione di strutture sepolte. Questo studio sarà prevalentemente effettuato in congiunzione con Università di Messina. 3a.4Metodologia Attività 1: per assolvere a tale compito, l’unità di ricerca svolgerà un’appropriata ricerca bibliografica includendo anche alcune banche dati recentemente disponibili online (e.g. DISS disponibile su www.ingv.it e ITHACA disponibile su www.apat.it). A partire dai dati di letteratura, le faglie saranno digitalizzate in ambiente GIS e suddivise per categorie di affidabilità in base al tipo ed al numero di evidenze che hanno permesso la loro individuazione (e.g. evidenze di terreno, evidenze su profili sismici a riflessione, emanazione di gas, etc.). Ove tali faglie risultino associabili a terremoti recenti o storici, le informazioni macrosismiche per i terremoti storici e quelle strumentali per i terremoti degli ultimi decenni permetteranno di suddividire le faglie in classi di capacità sismica. Ovviamente, la banca dati verrà implementata con i dati acquisiti dal progetto. Attività 2: lo studio prevede un approccio di analisi sul terreno e analisi di laboratorio. Studio aereofotogrammetrico e attraverso DEM (risoluzione di 25 m già acquisito dall’unità proponente e in aree di particolar interesse 10 m) delle faglie. Elementi quali faccette triangolari, valli sospese, deviazione e/o cattura di corsi d’acqua, analisi di elementi morfologici dislocati dalla faglia (terrazzi) etc. etc. saranno cartografati per definire le caratteristiche morfo-tettoniche dell’elemento in studio, tra cui estensione della struttura, dimensioni del piano e, ove possibile, dislocazioni minime. Analisi strutturale di terreno. Questo studio si avvale di principi di rilevamento strutturale e micro-strutturale classico, con analisi della geometria e cinematica del piano principale di rottura e delle popolazioni di faglie visibili nelle vicinanze del piano principale e in aree circostanti. Costruzione di profili geologici per stimare rigetto e modalità di deformazione del letto e del tetto della struttura. Dove e se possibile, verranno infine raccolti campioni per datazione di elementi e/o depositi utili per la ricostruzione della storia deformativa della faglia. Attività 3: per assolvere tale compito le faglie individuate e selezionate nell’attività 1 verranno sovrapposte, in ambiente GIS, al piano di posizione delle linee sismiche, esistente presso la banca dati della BAST dell’ Universita’ Roma TRE (Biblioteca di Area Scientifico-Tecnologica 112 dell’Università Roma Tre), a cui saranno aggiunte altre linee sismiche in fase di reperimento. Le aree oggetto di studio saranno: a) i settori della Sila Piccola-Fiume Crati per le quali si è inoltrata una richiesta di rendere disponibili ai proponenti le linee sismiche acquisite on-shore da AGIP S.p.A. (Van Dijk et al., 1997) b) il margine tirrenico off-shore della Calabria per il quale si prevede invece di utilizzare le linee sismiche già acquisite negli anni passati da ISMAR di Bologna c) la prosecuzione offshore nel Mar Ionio della faglia di Catanzaro attraverso le linee sismiche già disponibili presso la banca dati della BAST dell’ Universita’ Roma TRE. L’ interpretazione dei profili sismici verrà effettuata mediante metodi tradizionali al fine di individuare nuove strutture attive e di incrementare le informazioni disponibili per ciascuna faglia già individuata in letteratura. I risultati ottenuti verranno integrati, in ambiente GIS, al database delle faglie, di cui sopra. Attività 4: Questo studio verrà effettuato in collaborazione con i ricercatori dell’Università di Messina. La rilocalizzazione (con il nuovo modello tomografico e con le più avanzate tecniche probabilistiche non lineari) di tutti i terremoti locali registrati negli ultimi venti anni dalla rete regionale, permetterà il calcolo dei meccanismi focali (assi T e P) e la distribuzione spaziotemporale delle fasi sismiche. Queste informazioni verranno direttamente confrontate con l’analisi tensoriale del campo di deformazione derivato dall’analisi strutturale e con l’analisi geometrica delle strutture e permetterà una accurata definizione dl potenziale sismogenetico delle strutture analizzate. 3a.5 Cronoprogramma I Fase II Semestre 1 2 1 2 Attività 1 Costruzione data base GIS Implementazione Data set Implementazione Data set Elaborazioni mappe conclusive Attività 2 Analisi morfostrutturale Elaborazione dati e mappe - Attività 3 Raccolta dati: profili sismici e log Elaborazione dati e mappe - Attività 4 Analisi Strutturale, campionamento Interpretazione linee sismiche Localizzazioni ipocentrali Localizzazioni Ipocentrali Elaborazione dati Analisi supplementari e conclusive Confronto con dati strutturali 4a. Prodotti 1. Banca dati in ambiente GIS delle faglie attive e dei terremoti principali ad esse associabili nelle aree di studio. (Include: Mappe della distribuzione delle faglie attive con livelli relativi ai parametri sismici della faglia stessa, da rete regionale, nazionale e da catalogo storico). 2. Mappe delle faglie attive derivate da analisi strutturali. (Include: mappe degli elementi morfotettotonici dei principali segmenti di faglie. Profili e sezioni geologiche, stereogrammi. Documentazione fotografica. Carte strutturali di sintesi). 3. Mappe delle faglie attive off-shore derivate da analisi linee sismiche. (Include: Mappe isocrone di unità sismostratigrafiche principali. Carta delle isobate e isopache di unità recenti. Tracce dei principali elementi tettonici presenti off-shore tirrenico. Line drawing e sezioni). 4. Mappe di sismicità. (Include: mappe di localizzazione derivate dalla rete locale e nazionale. Sezioni. Mappe di sismicità storica.Distribuzioni non-lineari di probabilità (Bayloc). Meccanismi focali). 113 5. Interazioni con altri Enti/Istituzioni (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) CEREGE – Università de Aix-Marseille. Il CEREGE ha una lunga esperienza nello studio di regioni tettonica attiva. Si prevede una stretta collaborazione per analisi morfotettonica e se possibile datazioni attraverso analisi dei cosmogenici. 6. Possibili interazioni con altri Progetti DPC (indicare quali progetti) (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) E’ prevista una stretta collaborazione con altri UR del progetto S1. In particolar modo, si prevede interazione con altre UR che operano nei settori della Calabria Ionica. Fondamentale sarà l’interazione con l’UR Messina, con cui vi è già una collaborazione in atto, per l’ individuazione delle sorgenti sismogenetiche e con l’Università della Calabria (analisi dei dati sismici). Description of Contribution – English version 3b.1 State of the art The Calabrian-Peloritan orogenic arc (Calabria and north-eastern Sicily) developed during Neogene within the framework of convergence and subduction between Africa and Eurasia. Since late Miocene time, the inner (western) sector of the Calabrian Arc has been affected by an extensional tectonic regime presumably connected with the opening of the back-arc Tyrrhenian system. On the Tyrrhenian side of the arc, this regime has produced extensional basins and associated faults striking NE-SW, NNE-SSW, and N-S. Since mid-Pleistocene time, most of these faults have been reactivated concurrently with the general uplift of the Calabrian Arc and are now considered as the main responsible for the strong seismicity of the region. In recent and historical times, in fact, some of these faults have generated strong earthquakes (up to magnitude of 7-7.5). Despite several studies, there is no general consensus about several issues concerning the seismotectonics of the Calabrian Arc. Different hypotheses have been advanced concerning the location and geometry of the sources of the most destructive earthquakes of the last 300 years, e.g. the 1908 earthquake in the Messina Straits (see e.g. Monaco and Tortorici, 2000; Valensise and Pantosti, 2001; Amoruso et al., 2006; DISS Working Group, 2007) and the main events of the 1783 sequence in southern Calabria (Jacques et al., 2001; DISS Working Group, 2007). In the case of other earthquakes of similar intensity (Vaticano Cape 1905 and Crati Valley 1638) no source model has been proposed, to date, and the hypotheses on the genesis of the events are still very vague (Galli and Bosi, 2003; DISS Working Group, 2007). Concerning the Tyrrhenian side of the Calabrian-Peloritan Arc, from the literature, the ongoing and recent geological processes seem even more uncertain than those connected with the subduction at the front of the Calabrian-Peloritan Arc. Some authors proposed a connection between main crustal earthquakes and the Quaternary normal faults, which are hypothesized as being part of a rift zone running along the Tyrrhenian coast of Calabria and the Ionian coast of Sicily (e.g. Monaco e Tortorici, 2000). In contrast, other authors hypothesize a link between the Calabrian-Peloritan normal faults and the Apenninic system of active normal faults (e.g. Valensise e Pantosti, 1992). Moreover, other authors hypothesize a causal connection between the Calabrian-Peloritan active normal faults and the backarc processes, which have led to the formation of the backarc Tyrrhenian basin since mid-Miocene time (e.g. Neri et al. 2003, 2005). Eventually some other authors propose that a set of normal faults formed in response to an arc-parallel extension inferred also from recent GPS data. Such tectonic regime may well explain some normal fault systems including the Capo Vaticano and Catanzaro graben systems. 114 3b.2 Goals The main aim of this project consists of finding and defining geometry, kinematics and seismology of potentially seismic faults in the Calabrian Arc. To do so, the project will be split in the following main phases: 1. Realization of a GIS data base including, among other products, results from the following three phases; 2. Definition of geometry, kinematics, dynamics, and seismological characteristics of the seismogenic faults of the Calabrian-Peloritan Arc, including, where possible, recent displacements; 3. Analysis and interpretation of off-shore seismic reflection profiles (Tyrrhenian region); 4. Definition of seismic characters of main faults and definition of potential seismic sources. 3b.3 Activity This project will be split in the following main tasks. 1. Build up of a GIS data base of recently-active faults occurring along the Tyrrhenian margin of the Calabrian Arc The aim of this task is to realize a GIS data base of active faults and main earthquakes of the study areas. The data base will be the main tool to take proper decision and start proper analyses. The categorization of active faults in classes of reliability and seismic capacity will allow us to take proper decisions for the subsequent analyses (i.e. which areas and faults to study). This activity will be perfomed in the very first 6 months and implemented during the whole project. (2) Structural analysis of main faults This task consists of depicting geometry, kinematics, and , where possibile, defining the displacement of main active faults along the Tyrrhenian margin of the Calabrian Arc. 18 month of work divided as: 6 months for morphotectonic analysis (aero-photograp studies and DEM), filed survey, data analysis and interpretation. (3) Analysis and interpretation of seismic reflection profiles along the Tyrrhenian margin of the Calabrian Arc and the Catanzaro fault. The main aim of this task is to find main active faults in the Tyrrhenian off-shore. This analysis will lead also to the definition of geometry and kinematics of analtzed faults and, where possible, their age. This task necessitates of 18 months, collection of data, interpretation of seismic lines, data elaboration and maps. (4) Analysis of seismic parameters This task consists of defining main seismological characters and identifying seismogenic sources. These data will be used for comparison with structural data and to find buried structures. This task will be done in conjuction with UR Messina. 3b.4 Metodology Activity 1: to do this task, a proper bibliographic research will be realized, by including also recently available on.line databases (e.g. DISS and ITHACA). Faults will be digitized in GIS environment categorized by reliability. Where these faults can be reasonably associated to recent or historical earthquakes, the faults will be categorized by seismic capacity. Activity 2: this task will be realized by field and laboratory analyses. Photographic and DEM analyses to find active faults. Main geomorphologic elements will be mapped to find the morphotectonic features of the studied active faults, including its size and, where possible, displacements. Field structural analyses will consist of meso- and micro-structural analyses of major and minor faults.. Geological cross-sections will be realized to evaluate displacements and atrigraphic separations. Where possible and appropriate, samples will be collected for age determinations. Activity 3: for do this task, the GIS data base containing the active faults of the study area will be compared with the location map of seismic lines contained in the BAST database, Università Roma Tre. The BAST database contains about 55000 km of seismic lines and about 3700 km of well logs. AGIP Spa and ISMAR (Bologna) will integrate this data base with seismic lines for the area of Sila Piccola-Crati River and for the Tyrrhenian offshore. Results for the interpretation of seismic lines will be included in the GIS data base to find new possibly seismogenic faults and to improve information about previously known seismogenic faults. 115 Activity 4: This task will be realized with personnel from Messina University. Relocation of all earthquakes recorded during the last twenty years by using new tomographic models and non linear method (Bayloc) will allow us to compute new and reliable fault plane solutions to find the geometry of T and P axes and to study the seismic temporal sequences. These data will be compared with results from structural field studies and from the analysis of seismic reflction profiles. 3a.5 Cronoprogramma I Fase II Semestre 1 2 1 2 Attività 1 Costruzione data base GIS Implementazione Data set Implementazione Data set Elaborazioni mappe conclusive Attività 2 Analisi morfostrutturale Elaborazione dati e mappe - Attività 3 Raccolta dati:profili sismici e log Elaborazione dati e mappe - Analisi Strutturale, campionamento Interpretazione linee sismiche Localizzazioni Ipocentrali Elaborazione dati Localizzazioni ipocentrali Attività 4 Analisi supplementari e conclusive Confronto con dati strutturali 3b.5 Timetable I Phase 1 Semester II 2 1 Activity 1 GIS data set Activity 2 Morphostructural analysis Field work, sampling Field work and data analysis Activity 3 Data collection (seismic lines and log) Seimic lines interpretation Maps and data elaboration Hypocenter location Conclusion of hypocenter locations Analysis data Activity 4 - 2 Maps Synthesis of result to be inserted in GIS data set Synthesis of result to be inserted in GIS data set Synthesis of result to be inserted in GIS data set 4b.Deliverables 1. GIS data base of active faults and associated main earthquakes obtained integrating data from previously published data bases. 2. Map of active faulting. Include:morphologic-tectonic items and main active fault segments. Geological cross-sections, data stereoplots, photographs, and synthetic thematic maps. 3. Map of recent faulting of-shore. Include: Isochron maps for main seismostratigraphic units. Isobath and isopach maps of recent stratigraphic units. Tracks of mains tectonic elements in the 116 Tyrrhenian Sea area. Line drawing of seismic reflection profiles. Three-dimensional views of fault network. 4. Seismicity maps. Inlcude: Non-linear distributions of earthquakes, hypocentral cross-sections. 7. Piano finanziario (in Euro) 7.1. I fase Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 0 2) Spese per missioni 3000 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 0 6500 5) Spese per servizi 0 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 0 0 Totale 9500 7.2. II fase Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 1) Spese di personale 0 0,00 2) Spese per missioni 2000 0,00 Categoria di spesa Importo previsto a 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0 3500 5) Spese per servizi 0 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 0 0 Totale 5500 117 0,00 0,00 0,00 7.3. Totale Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 1) Spese di personale 0 0,00 2) Spese per missioni 5000 0,00 Categoria di spesa Importo previsto a 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0 10000 5) Spese per servizi 0 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 0 0 Totale 15000 118 0,00 0,00 0,00 Convenzione INGV-DPC 2007-2009 Progetti sismologici Progetto S1 - RU 3.04 - Ferranti Luigi (Task C) Titolo Tassi di deformazione crostale verticale regionale e locale olocenica e di lungo termine e implicazioni per le strutture sismogenetiche in alcuni settori costieri dell’Arco Calabro (DEF-OLOCAL). 1. Responsabile UR Luigi Ferranti, Ricercatore Dipartimento di Scienze della Terra, Università di Napoli Federico II, Largo S. Marcellino 10, 80138 Napoli. Tel. 081 2538180, e-mail: [email protected] Breve CV: Ricercatore confermato dal 2000 presso il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Napoli. Laurea in Geologia (Summa cum laude) nel 1989, presso l’Università degli Studi di Napoli; Dottore di Ricerca in "Tettonica e Geologia Strutturale" nel 1995 presso l’Università degli Studi di Napoli; Borsa Post-Dottorato presso l’Università degli Studi di Napoli (1996-1998); "Research Associate", presso il Geology & Geophysics Department, Rice University, Houston - Texas (U.S.A.) (1991 e 1993); "Affiliate Assistent Professor" presso il Department of Geologicl Sciences, University of Idaho, Moscow, ID (US) (1997-attuale); docente di vari corsi di Geodinamica, Geologia Strutturale, Tettonica Regionale e Tettonica Attiva presso le Università di Potenza, Benevento e Napoli (1996attuale). LF sii interessa di problemi di deformazione crostale e tettonica attiva a scale variabili dall’analisi mesoscopica a quella orogenica. L’attività di ricerca è basata sull’integrazione di varie tecniche di analisi dalla geologia strutturale alla geodesia GPS, dalla geomorfologia alla paleosismologia, alla geofisica, alla geologia marina. LF ha condotto ricerche sul campo in diverse aree in Italia (in particolare in Italia meridionale) e negli Stati Uniti d’America. I suoi attuali interessi scientifici riguardano: evoluzione tettonica e cinematica dell’orogene sud-appenninico, assetto geodinamico del sistema Tirreno-Appennino; studio delle strutture sismogenetiche di varie aree dell’orogene peri-tirrenico; evoluzione morfostrutturale delle fasce costiere italiane; evoluzione tettonica e cinematica della Walker Lane (Nevada e California); della parte centrale dell’arco delle Aleutine (Alaska); nella zona di subduzione Cascadia (California) e degli Horseshoe seamounts (Oceano Atlantico orientale). LF possiede eccellenti capacità di coordinamento, ha diretto e co-diretto varie tesi di laurea e dottorato ed ha partecipato a numerosi progetti scientifici nazionali ed internazionali. In particolare, LF mantiene attualmente degli stretti contatti con numerose istituzioni italiane (Università, INGV, CNR, ENEA) e straniere. LF è autore o co-autore di piu’ di 50 pubblicazioni, il 50% delle quali su riviste internazionali. I riferimenti bibliografici di LF sono reperibili in rete al: http://www.unina.it.dst 119 - 5 pubblicazioni significative relative ai temi di ricerca del progetto: 1. Ferranti L. & Oldow J. S. (2005). Latest Miocene to Quaternary horizontal and vertical displacement rates during simultaneous contraction and extension in the Southern Apennines orogen, Italy. Terra Nova, 17, 209–214, 2005. 2. Ferranti L., Antonioli F., Mauz B., Amorosi A., Dai Prà G., Mastronuzzi G., Monaco C., Orrù P., Pappalardo M., Radtke U., Renda P., Romano P., Sansò P., Verrubbi V. (2006) - Markers of the last interglacial sea-level high stand along the coast of Italy: Tectonic implications. Quaternary International, 145-146, 30-54. 3. Antonioli F., Ferranti L., Kershaw S., (2006) - A GIA origin for double MIS 5.5 and Holocene marine notches along the Italy coasts, Central Mediterranean Sea. Quaternary International, 145146, 19-29. 4. Antonioli F., L. Ferranti, K. Lambeck, S. Kershaw, V. Verrubbi, G. Dai Pra (2006), Late Pleistocene to Holocene record of changing uplift rates in southern Calabria and northeastern Sicily (southern Italy, central Mediterranean sea). Tectonophysics, 422, 23-40. 5. Ferranti L., Monaco C., Antonioli F., Maschio L., Kershaw S. & Verrubbi V. (2007) - The contribution of regional uplift and coseismic slip to the vertical crustal motion in the Messina Straits, Southern Italy: evidence from raised late Holocene shorelines. Journal of Geophysical Research, VOL. 112, B06401, doi:10.1029/2006JB004473 2. Personale dell’UR Nominativo (Cognome e Nome) Ricercatore Conf. Ferranti Luigi Mazzella Enrica Qualifica Maria Maschio Laura Antonioli Fabrizio Monaco Carmelo Dottorando Collaboratore Esterno Ricercatore Conf. Professore Ordinario Scicchitano Gianfranco Dottorando Santoro Enrico Dottorando Spampinato Cecilia Morelli Danilo Coll est Borsista di ricerca Ente/Istituzione Dip. Scienze della Terra Universita’ di Napoli Dip. Scienze della Terra Universita’ di Napoli Dip. Scienze della Terra Universita’ di Napoli ENEA Casaccia-Roma Dip. Scienze della Terra Universita’ di Catania Dip. Scienze della Terra Universita’ di Catania Dip. Scienze della Terra Universita’ di Catania Dip. Scienze della Terra Universita’ di Catania Dip Sc Geol Amb Mar Università di Trieste Coll est Dip Sc Geol Amb Mar Università di Trieste Burrato Pierfrancesco Ricercatore INGV Oldow John S. Professore Ordinario Kershaw Steve Ricercatore Cuppari Angela Department Geological Sciences, University of Idaho, Moscow, ID, US Dept. Geography, Brunel University, London, UK 120 Mesi/Persona Mesi/Persona (personale non a carico del progetto) (personale a carico del progetto) I fase II fase 4 4 3 2 1 1 1 1 1 1 3 2 I fase II fase 3 1 2 1 2 2 0.5 0.5 0.5 0.5 Descrizione del contributo - Versione italiana 3a.1 Stato dell'arte I tassi dei movimenti verticali pleistocenici e olocenici nell’Arco Calabro (Calabria e Sicilia nordorientale), settore crostale con uno dei maggiori sollevamenti recenti nel Mediterraneo, riflettono una componente a lunghezza d’onda regionale (imputabile a sorgenti crostali profonde o sub-crostali) e una locale (dovuta a strutture locali alto-crostali). Benchè esistano in letteratura studi a livello regionale (es. Westaway, 1993) e locale (es. Catalano et al., 2003; Cucci e Tertulliani, 2006) sulla scomposizione e quantificazione dei contributi delle due sorgenti, esistono tuttora larghe incertezze sui parametri delle strutture locali, sul loro ruolo sismogenetico, sulla loro storia cinematica (tassi e loro variazioni nel tempo), e sul loro rapporto con i movimenti regionali sia nel lungo che nel breve termine. Buona parte dell’ incertezza nel caratterizzare le strutture locali è dovuta alla parziale localizzazione di queste sorgenti in mare, come si evince anche dalle ampie incertezze nei database esistenti (es. DISS). Mentre nella zona tirrenica e assiale della Calabria e nella zona ionica sicula domina attualmente un regime tettonico e sismogenetico estensionale (Monaco & Tortorici, 2000), sul lato ionico della Calabria centro-settentrionale sembra attualmente agire un regime transpressivo con manifestazione sismogenetica poco evidente (Ferranti et al., 2006; & submitted; DISS, 2007). Studi dei marker olocenici hanno mostrato la loro importanza nel caratterizzare eventi co-sismici recenti e finora sconosciuti, ma per ora questi dati sono limitati alla zona di Taormina (De Guidi et al., 2003) e a quella orientale dello Stretto di Messina (Ferranti et al., 2007). Uno studio regionale dei rapporti tra marker olocenici e pleistocenici (Antonioli et al., 2006) ha mostrato un aumento dei tassi di sollevamento cumulativo nell’Olocene, con una distribuzione spaziale dei gradienti di sollevamento in fase tra breve e lungo termine. La comparazione dei marker olocenici con quelli archeologici e mareografici suggerisce che i tassi dei sollevamenti olocenici proseguono nell’attuale. Non si conoscono però, salvo i casi citati sopra, i contributi regionali e locali alla deformazione, i secondi dei quali sembrerebbero aumentare in corrispondenza di episodi di carico interglaciale sulla piattaforma continentale con conseguente attivazione di cluster sismici (Ferranti et al., 2007; 2008). Infine, marker olocenici sono presenti nel settore ionico nord-calabrese dove probabilmente la trasgressione è attiva, ma non sono stati ancora indagati con sufficiente accuratezza. La caratterizzazione delle sorgenti locali di questi sollevamenti e quella dei relativi hazard connessi a varie scale con i sollevamenti cumulati (inclusi fenomeni gravitativi più o meno profondi) non è finora stata affrontata nel dettaglio. Nello specifico, le principali strutture sismogenetiche accettate o proposte per le aree in questione riescono solo in parte a giustificare le evidenze finora raccolte. Bibliografia: vedi lavori citati nella parte 1, e: Catalano S., De Guidi G., Monaco C., GTortorici., & Tortorici L. (2003) - Long-term behaviour of the Late Quaternary normal faults in the Straits of Messina area (Calabrian Arc): structural and morphological constraints. Quat. Int., 101-102, 81-91. Cucci L. & Tertulliani A. (2006) - I terrazzi marini nell’area di Capo Vaticano (Arco Calabro): solo un record di sollevamento regionale o anche di deformazione cosismica? Il Quaternario, 19(1), 2006, 89-101 De Guidi G., Catalano S., Monaco C., & Tortorici L. (2003) - Morphological evidence of Holocene coseismic deformation in the Taormina region (NE Sicily). J. Geodynamics, 36, 193-211. Ferranti L., Mazzella E., Napolitano E., Randisi A., & Santoro E. (2008a) - Active frontal orogen transpression in northern Calabria, Southern Apennines of Italy, provided by integrated geomorphologic, structural and seismicity analysis. Tectonophysics, submitted. Ferranti L., Monaco C., Antonioli F., (2008b) - The contribution of deep and shallow sources to uplift of the Calabrian arc at different timescales. Rend. Soc. Geol. It., in press. Monaco C., & Tortorici L. (2000) - Active faulting in the Calabrian arc and eastern Sicily. J. Geodynamics, 29, 407-424. Westaway R. (1993) - Quaternary uplift of Southern Italy, J. Geophys. Res., 98, 21741- 21772. 3a.2 Obiettivi 121 La ricerca, focalizzata in alcuni settori di Sicilia orientale (Taormina, Siracusa e Peloro), Calabria meridionale (Stretto di Messina e settore S di Capo Vaticano), Calabria settentrionale ionica (Pollino-Piana Sibari-Sila settentrionale) si prefigge, laddove esistano buone possibilità di individuare marker accurati, di: a) determinare i tassi verticali olocenici; b) scomporre le componenti locali e regionali della deformazione; c) confrontare i tassi ottenuti con quelli (cumulati e/o segregati) alto-pleistocenici e quelli strumentali (UR Braitenberg); d) fornire un contributo per la caratterizzazione e parametrizzare delle sorgenti locali attive e/o sismogenetiche attraverso uno studio integrato terra-mare 3a.3 Attività a) attività di campagna: ricerca ed analisi di marker olocenici-archeologici; studio di marker altopleistocenici; analisi delle strutture che interessano questi marker; b) campionatura e datazione di materiale idoneo (olocene/alto pleistocene); c) determinazione tassi verticali; d) reperimento e reprocessing di dati esistenti di geologia marina, e) realizzazione di una banca dati digitale georiferita per l’analisi, l’elaborazione e restituzione cartografica tridimensionale dei dati terra-costa-mare; f) confronto con dati geofisici e sismologici esistenti e integrazione dati per la caratterizzazione sismotettonica delle strutture imputabili dei movimenti verticali locali 3a.4 Metodologia Analisi paleo geodetica dei dati geomorfologici e geoarcheologici. Analisi e rilevamento strutturale e cinematica delle faglie. Scansioni con hi-re ground-based lidar siti olocenici-archeologici; realizzazione profili RTK su terrazzi pleistocenici Datazioni radiometriche (14C bulk/AMS, 10Be; U-Th, ESR) Analisi di registrazioni sismiche (AGIP zona-F ,CROP, MS-OGS e altri già pubblicati), di dati crono-lito-stratigrafici delle perforazioni, di dati morfo-batimetrici e di sismica superficiale (subbottom, chirp , Sidescan sonar e Multibeam) Analisi di meccanismi focali e bollettini sismici e comparazione con le strutture desunte dal rilevamento morfo-tettonico e strutturale 3a.5 Cronoprogramma I Fase II Semestre 1 2 1 2 Rilevamento di marker di sollevamento tardo-pleistocenici (settori selezionati_Arco Calabro N e S) x x x - Rilevamento di marker di sollevamento olocenici (settori selezionati_Arco Calabro N e S) x x x - Datazione radiometrica marker sollevati (settori selezionati_Arco Calabro N e S) - x x - x x x - - x x - - - x Reperimento e re-processing di dati di geologia marina (settori selezionati_Arco Calabro N e S) Calcolo dei tassi di dislocazione verticale (componenti regionale vs. cosismica) (settori selezionati_Arco Calabro N e S) Parametrizzazione di strutture responsabili delle component locali di sollevamento (settori selezionati_Arco Calabro N e S) 122 4a. Prodotti (elencare i prodotti attesi evidenziando quelli di diretto interesse per DPC) Tassi di dislocazione verticale olocenica in settori selezionati di Sicilia e Calabria (preliminare) Calcolo delle componenti regionali e co-sismiche di dislocazione verticale in settori selezionati di Sicilia e Calabria Tassi di dislocazione verticale (tardo)-pleistocenica in settori selezionati di Sicilia e Calabria Parametrizzazione di strutture attive (terra-mate) in settori selezionati di Sicilia e Calabria Tassi di dislocazione verticale olocenica in settori selezionati di Sicilia e Calabria (definitiva) 5. Interazioni con altri Enti/Istituzioni (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) Collaborazione con geologi, geofisici, geodeti e geo-archeologi impegnati nel calcolo della deformazione verticale e delle strutture sismogenetiche in Sicilia-Calabria (Università, INGV etc.) 6. Possibili interazioni con altri Progetti DPC (indicare quali progetti) (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) - Interazione con il progetto che prevede il calcolo dei tassi verticali attuali con metodologie geodetiche (UR Braitenberg) - Interazione con il progetto che propone di calcolare i tassi verticali tramite utilizzo di metodologie SAR - Interazione con UR sismologiche che analizzino dati di localizzazione e meccanismi focali - Interazione con UR sismologiche che analizzino dati di sismicità storica e paleo sismologia (UR Barbano) - Interazione con progetti di geologia marina eventualmente impegnati negli stessi settori (Nota: si precisa che le nostre analisi dei dati a mare coprono la transizione costa-mare e sono tarate a omogeneizzare la scala e le finalità per la parte terra-mare. Come tali si pongono in maniera complementare ad analisi a scala più regionale ed in settori marini più distali eventualmente condotte da altre UR) Description of Contribution – English version 3b.1 State of the art The rates of Pleistocene and Holocene vertical crustal displacements in the Calabrian Arc (Calabria and northeast Sicily), one of the largest uplift sectors within the Mediterranean Sea, reflects the contribution of a large-wavelength, regional component probably linked to deep crustal/sub-crustal sources, and of a more local component related to shallower crustal sources. Although regional-scale (eg. Westaway, 1993) and more focused (eg. Catalano et al., 2003; Cucci e Tertulliani, 2006) studies have tried to segregate and quantify the contribution of the two sources of uplift, large uncertainty remains on the geometry, kinematics (slip rates and their temporal changes), and seismotectonic role of local sources, and on the interplay between local and regional sources through time. A significant part of the uncertainty stems from the diffuse offshore location of the active tectonic structures, as also reflected by the lack of completeness of existing databases (see for ex. DISS, 2007). Whereas on the Tyrrhenian coast and within the axis of the mountain belt in Calabria, and on the Ionian coast of NE Sicily prevails an extensional tectonic and seismotectonic regime (Monaco & Tortorici, 2000), on the Ionian coast of NE Calabria transpressional deformation currently prevails albeit with a poor seismogenic expression (Ferranti et al., 2006; & submitted; DISS, 2007). The study of Holocene markers has shown their importance in the characterization of recent and so far unknown co-seismic events, but the investigation are to date limited to few areas around the Messina Strait (De Guidi et al., 2003; Ferranti et al., 2007). A regional analysis of the relation 123 between Pleistocene and Holocene markers (Antonioli et al., 2006) has documented an increase on the cumulative uplift rates during the Holocene, with the a spatial coincidence of the differential pattern of Pleistocene and Holocene site uplift. Comparison of Holocene, archeological and tidegauge data suggests that the pattern of Holocene uplift continues today. Apart the sectors cited above, however, the regional and local contribution to the vertical displacement field have not been quantified elsewhere in the region. The local contributions to uplift appear temporally clustered during interglacial stages, probably reflecting the role of isostatic loading on the coastal shelf (Ferranti et al., 2007; 2008). Finally, Holocene markers are found in the Ionian sector of NE Calabria, where current transpression is suggested, but they have been virtually unstudied. The characterization of these local sources and the multi-scale hazards related to the total displacement (including gravitational processes) has not been performed in detail so far. Specifically, the main seismogenic structures accepted and proposed for the areas outlined above only partially account for the observed displacements. References See part 1 and: Catalano S., De Guidi G., Monaco C., GTortorici., & Tortorici L. (2003) - Long-term behaviour of the Late Quaternary normal faults in the Straits of Messina area (Calabrian Arc): structural and morphological constraints. Quat. Int., 101-102, 81-91. Cucci L. & Tertulliani A. (2006) - I terrazzi marini nell’area di Capo Vaticano (Arco Calabro): solo un record di sollevamento regionale o anche di deformazione cosismica? Il Quaternario, 19(1), 2006, 89-101 De Guidi G., Catalano S., Monaco C., & Tortorici L. (2003) - Morphological evidence of Holocene coseismic deformation in the Taormina region (NE Sicily). J. Geodynamics, 36, 193-211. Ferranti L., Mazzella E., Napolitano E., Randisi A., & Santoro E. (2008a) - Active frontal orogen transpression in northern Calabria, Southern Apennines of Italy, provided by integrated geomorphologic, structural and seismicity analysis. Tectonophysics, submitted. Ferranti L., Monaco C., Antonioli F., (2008b) - The contribution of deep and shallow sources to uplift of the Calabrian arc at different timescales. Rend. Soc. Geol. It., in press. Monaco C., & Tortorici L. (2000) - Active faulting in the Calabrian arc and eastern Sicily. J. Geodynamics, 29, 407-424. Westaway R. (1993) - Quaternary uplift of Southern Italy, J. Geophys. Res., 98, 21741- 21772. 3b.2 Goals The research will be focused in few sectors of eastern Sicily (Taormina, Siracusa and Messina area), southern Calabria (Messina strait and southern Capo Vaticano), northeastern Calabria (Pollino-Sibari plain-northern Sila) and, provided datable markers are retrieved, will aim at: a) stipulate the Holocene vertical displacement rates; b) segregate the regional and local component to vertical displacements; c) compare the Holocene rates to the Pleistocene and contemporary rates (the latter provided by the UR Braitenberg); d) contribute to the individuation and parameter characterization of local and/or seismogenic active structures through an integrated sea-land analysis. 3b.3 Activity (with timetable for each phase) A - field activity: mapping and analysis of Holocene geomorphological and archeological markers; analysis of Pleistocene markers (particularly the Late Pleistocene); structural analysis of deformation involving the said markers; B – sampling and datation of material (Late Pleistocene-Holocene); C – stipulation of vertical displacement rates; D – collection and partial re-processing of available marine geological data; E – build-up of a georeferenced database for the construction of a 3-D integrated sea-land restitution of deliverables F – comparison with existing geophysical and seismological data, and integration of produced data for the parameter characterization of active structures producing local vertical displacements. 124 3b.4 Methodology Paleogeodetic analysis of geomorphological and geo-archeological markers. Structural mapping and fault-kinematic analysis. High-resolution ground-based lidar scanning of Holocene markers. RTK profiling of Late Pleistocene terraces. Radiometric age determination (14C bulk/AMS, 10Be; U-Th, ESR) Analysis of seismic profiles (AGIP zone-F ,CROP, MS-OGS and others), of litho-cronostratigraphic borehole logs, and of morpho-bathymetric and shallow seismic data (subbottom, chirp , Sidescan sonar, Multibeam) Analysis of available focal mechanisms and seismic bulletins and comparison with structures reconstructed from our morpho-tectonic and structural investigation. 3b.5 Timetable I Phase II Semester 1 2 1 2 Field analysis of (Late) Pleistocene uplift markers (selected locations_NE and S Calabrian arc) x x x - Field analysis of Holocene uplift markers (selected locations_NE and S Calabrian arc) x x x - Datation of uplifted material (selected locations_NE and S Calabrian arc) - x x - Collection/re-processing of marine geological data (selected locations_NE and S Calabrian arc) x x x - - x x - - - x Stipulation of vertical displacement rates (regional vs. co.seismic) (selected locations_NE and S Calabrian arc) Parameter characterization of active structures producing local vertical displacements (selected locations_NE and S Calabrian arc) 4b. Deliverables Holocene vertical crustal displacement rates for selected sectors of Sicily/Calabria (preliminary) Computation of regional vs. co-seismic component of displacement for selected sectors of Sicily/Calabria Pleistocene vertical displacement rates for selected sectors of Sicily/Calabria Parameters of active structures (sea-land) for selected sectors of Sicily/Calabria Holocene vertical crustal displacement rates for selected sectors of Sicily/Calabria (final) 7. Piano finanziario (in Euro) 7.1. I fase Importo previsto a Categoria di spesa 1) Spese di personale 0 2) Spese per missioni 3) Costi Amministrativi Coordinatori di Progetto) Finanziato dal Dipartimento b 4000 (solo per 0 125 Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 7000 5) Spese per servizi 2000 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 1000 Totale 14000 7.2. II fase Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 0 2) Spese per missioni 3000 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 0 4000 5) Spese per servizi 2000 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 1000 1000 Totale 11000 7.3. Totale Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 0 2) Spese per missioni 7000 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0 11000 5) Spese per servizi 4000 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 1000 2000 Totale 25000 126 Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b Convenzione INGV-DPC 2007-2009 Progetti Sismologici Progetto S1 - RU 3.05 - Galadini Fabrizio (Task C) Progetto S1 Titolo: Seismotectonic characteristics of the central Southern Alps 1. Responsabile UR Fabrizio Galadini Luogo e Data di nascita: Roma, 10/09/1961 Qualifica: Ricercatore II livello presso INGV, Sezione di Milano-Pavia CV Fabrizio Galadini (Roma, 1961) è Dirigente di ricerca (ricercatore I livello) dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). E’ direttore della Sezione di Milano-Pavia dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Usufruisce altresì di incarico di ricerca a titolo gratuito presso il CNR, Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria. E' stato responsabile della Sezione di Roma "Tor Vergata" del CNR-IGAG. Durante i diciannove anni di attività come ricercatore t.i. è stato responsabile di progetti CNR (neotettonica, tettonica attiva) e GNDT (inventario faglie attive del territorio nazionale), responsabile di Unità di Ricerca in progetti GNDT, responsabile scientifico CNR in progetti europei (PALEOSIS) e nazionali (SSN: “Qualificazione sismica dei siti”, “Documentazione multimediale sui maggiori terremoti italiani dell'ultimo secolo”), responsabile scientifico di convenzione CNR-SSN (database faglie attive), INGV-Provincia di Teramo (piano di emergenza provinciale), INGVSnamprogetti (rischio di fagliazione superficiale lungo tracciati di metanodotti). Ha fatto parte del Gruppo di Coordinamento della nuova mappa di pericolosità sismica consegnata al Dipartimento della Protezione Civile (DPC) nel corso del 2004, è stato membro del Gruppo di Lavoro "Microzonazione" della Regione Umbria, nell'ambito delle attività finalizzate alla microzonazione sismica dell'abitato di Norcia. E' stato co-coordinatore del Working Group "Archaeoseismology" della European Seismological Commission (2002-2007). E’ stato responsabile del Task 2 “Definizione spaziale delle principali strutture sismogenetiche della penisola italiana” e della Unità di Ricerca 2.8 nell’ambito del progetto S2 “Sismogenesi e probabilità dei forti terremoti in Italia” (Convenzione DPC-INGV 20042006). E’ co-coordinatore dell’Obiettivo Specifico 3.10, Sismologia storica e archeosismologia, dell’INGV. E’ membro della commissione paritetica prevista dalla Convenzione INGV-APAT. E’ capodelegazione INGV per la stesura dell’accordo di programma e di progetti specifici INGVCNR_DTA. Dal 2002 è inserito nell'albo degli esperti MUR per la valutazione di progetti di ricerca e dal 2005 è inserito nell'albo degli esperti CIVR-MUR per la valutazione dell'attività scientifica degli Enti di Ricerca e delle Università. Dal 2006 sono in corso le procedure per la nomina ad Ispettore Onorario della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo. Nell'a.a. 2001-2002 è stato docente a contratto di "Tettonica attiva e paleosismologia", per il corso di laurea in Scienze Geologiche presso l'Università degli Studi Roma Tre. Dal 2001 al 2007 è 127 docente a contratto di "Archeosismologia" per il master in "Tecniche Geoarcheologiche per la gestione del territorio e la tutela del patrimonio culturale" presso l'Università degli Studi Roma Tre. Nell’a.a. 2004-2005 è stato docente di “Caratterizzazione delle sorgenti sismogenetiche” presso l’Università della Calabria. Pubbblicazioni 1. Galadini F., Hinzen K.-G., Stiros S. (2006) – Archaeoseismology methodological issues and procedure. Journal of Seismology, 10, 395-414. 2. Galadini F., (2006) – Quaternary tectonics and large-scale gravitational deformations with evidence of rock-slide displacements in the central Apennines. Geomorphology, 82, 201228. 3. Galadini F., Poli M.E., Zanferrari A. (2005) – Seismogenic sources potentially responsible for earthquakes with M≥6 in the eastern Southern Alps (Thiene-Udine sector, NE Italy). Geophysical Journal International, 161, 739-762. 4. Galadini F., Galli P., Cittadini A., Giaccio B. (2001) - Late Quaternary fault movements in the Mt. Baldo-Lessini Mts. sector of the Southalpine area (northern Italy). Netherlands Journal of Geosciences (Geologie en Mijnbouw), 80, 119-140. 5. Galadini F., Galli P. (1999) – Paleoseismology related to the displaced Roman archaeological remains at Egna (Adige valley, northern Italy). Tectonophysics, 308, 171191. 2. Personale dell’UR Nominativo (Cognome e Nome) Qualifica Albini Paola Ric. II liv. Falcucci Emanuela Ente/Istituzione Mesi/Persona Mesi/Persona (personale non a carico del progetto) (personale a carico del progetto) I fase II fase INGV, Milano-Pavia 1 1 Borsista INGV, Milano-Pavia 4 4 Galadini Fabrizio Ric. I liv. INGV, Milano-Pavia 1 1 Gori Stefano Borsista INGV, Milano-Pavia 12 12 Marzorati Simone Ric. III liv. INGV, Milano-Pavia 3 3 Massa Marco Ric. III liv. INGV, Milano-Pavia 2 2 Scardia Giancarlo Assegnista 6 6 INGV, Milano-Pavia I fase II fase Descrizione del contributo - Versione italiana 3a.1 Stato dell'arte L’analisi geologica di sottosuolo nella Pianura Padana, prodotta con prospezioni geofisiche e geognostiche prevalentemente industriali, vincola tradizionalmente al Messiniano (circa 5.5 Ma) il termine dell’orogenesi alpina e la conseguente disattivazione delle relative strutture tettoniche (Pieri & Groppi, 1981). Tuttavia, l’evidenza geomorfologica di anomalie nel reticolo fluviale padano (Burrato et al., 2003) e la presenza di rilievi isolati nella Pianura Padana (Desio, 1965; Baroni & Cremaschi, 1986) suggeriscono l’esistenza di deformazione tettonica, probabilmente tuttora attiva. A supporto di tali considerazioni, lo studio della sismicità storica evidenzia l’occorrenza, nell’area di studio, di terremoti al di sopra della soglia del danno (1117, Maw 6.49; 1222, Maw 6.05; 1695, Maw 6.61; 1802, Maw 5.67; 1901, Maw 5.67; Gruppo di Lavoro CPTI, 2004), con sorgenti ad oggi non completamente caratterizzate. Più recentemente, è avvenuto presso Salò uno dei più forti terremoti degli ultimi 30 anni nell’area di studio (24.11.2004, Mw 5.0; Augliera et al., 2006). Questo 128 evento sismico ha prodotto un danno approssimativo pari a circa 215 milioni di euro, data l’alta densità di costruzioni sia civili che industriali ed infrastrutture. Dal punto di vista strumentale, l’area di studio è stata una delle zone meno monitorate d’Italia, data la scarsa occorrenza di eventi sismici. Una prima revisione della sismicità strumentale è stata redatta da Chiarabba et al. (2005) relativamente al periodo 1983–2002, ma l’esiguo numero e la tipologia di stazioni sismiche (in gran parte analogiche e monocomponente) non ha permesso di ottenere, per l’area di studio, parametri focali di alta qualità, a causa delle incertezze associate alle stime di localizzazione. Attualmente, grazie alle nuove installazioni di strumentazione digitale ad elevata dinamica è invece possibile aumentare significativamente la densità di punti di osservazione e la qualità dei dati raccolti. Augliera, P., D’Alema, E., Marzorati, S., Massa, M., 2006. Data set Garda 2004: elaborazione dati, installazione stazioni sismiche. DVD, convenzione ProCiv-INGV 2004-2006, progetto S3: scenari di scuotimento in aree di interesse prioritario e/o strategico. Baroni, C., Cremaschi, M., 1986. Geologia e pedostratigrafia della collina di Ciliverghe (Brescia); fasi glaciali, pedogenesi e sedimentazione loessica al margine alpino durante il Pleistocene. Natura Bresciana 23, 55-78. Burrato, P., Ciucci, F., Valensise, G., 2003. An inventory of river anomalies in the Po Plain, Northern Italy: evidence for active blind thrust faulting. Annals of Geophysics 46, 865-882. Chiarabba, C., Jovane, L., DiStefano, R., 2005. A new view of Italian seismicity using 20 years of instrumental recordings. Tectonophysics 395, 251-268. Desio, A., 1965. I rilievi isolati della pianura lombarda ed i movimenti tettonici del Quaternario. Istituto Lombardo, Rendiconti di Scienze A 99, 881-894. Gruppo di Lavoro CPTI, 2004. Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani, versione 2004 (CPTI04). INGV, Bologna, Italy. Pieri, M., Groppi, G., 1981. Subsurface geological structure of the Po Plain (Italy). C.N.R. Progetto Finalizzato Geodinamica 414, 278-286. 3a.2 Obiettivi 1. Realizzazione un modello geologico-strutturale del fronte sudalpino tra l’altopiano lessineo e il Fiume Adda 2. Valutazione dell’attività tettonica Quaternaria nell’area di studio 3. Revisione della sismicità storica 4. Revisione della sismicità strumentale 5. Contributo all’identificazione di possibili sorgenti sismogenetiche 3a.3 Attività e Metodologia 1. Realizzazione del modello geologico-strutturale Questa parte del progetto prevede lo svolgimento di un rilevamento geologico-strutturale volto ad identificare gli elementi tettonici coinvolti nella recente strutturazione del fronte alpino nell’area di studio. L’obiettivo è quello di migliorare le conoscenze stratigrafiche e tettoniche dell’area, che sono generalmente incomplete e, nel migliore dei casi, aggiornate agli anni ’80. Verrà pertanto realizzata una cartografia alla scala 1:10.000 delle unità Neogeniche e delle strutture tettoniche ad esse associate nell’area compresa tra l’altopiano lessineo e il Fiume Adda. A tale rilevamento saranno associate analisi biostratigrafiche, petrografiche e magnetiche delle unità geologiche, per definire una cronologia di eventi stratigrafici. 2. Valutazione dell’attività tettonica Quaternaria La dettagliata ricostruzione stratigrafica delle successioni sedimentarie studiate, con particolare riferimento al Quaternario, ha lo scopo di fornire elementi cronologici e paleogeografici utili a vincolare l’attività delle strutture tettoniche identificate o a suggerirne la presenza, laddove queste non abbiano espressione superficiale. 3. Revisione della sismicità storica Verrà effettuata una revisione critica delle informazioni disponibili sui terremoti storici al di sopra della soglia del danno, in genere caratterizzati da magnitudo basse o moderate. Tale operazione consentirà di meglio valutare aspetti che hanno a che fare con la parametrizzazione dell’evento sismico. Aspetto fondamentale, per quanto riguarda la sismicità minore, è l’ubicazione epicentrale 129 degli eventi, nella prospettiva di chiarire l’affidabilità dell’attuale configurazione delle seismogenic areas proposte in DISS. 4. Revisione della sismicità strumentale L’attività iniziale comprenderà la raccolta di tutti i dati di sismicità strumentale registrati nel Nord Italia, dove negli ultimi anni sono state installate numerose stazioni sismiche digitali a tre componenti, appartenenti alle reti di monitoraggio INGV (Rete Sismica Nazionale Centralizzata – CNT; stazioni velocimetriche e accelerometriche INGV-MIPV; reti di emergenza). Inoltre, verranno raccolte informazioni relative ad altre reti di monitoraggio come ad esempio la RAN (Rete Accelerometrica Nazionale) e la Rete Sismica del Trentino. Una volta in possesso di tutti i dati, verranno applicate differenti metodologie di localizzazione (p.e. Hypoellipse, NonLinLoc) al fine di descrivere e ridurre le incertezze dovute alla configurazione delle stazioni e ai modelli di velocità scelti. Per gli eventi inerenti sequenze sismiche registrati da reti temporanee dense, verrà indagata la presenza di doublets utilizzabili per successive analisi di rilocalizzazione in relativo (p.e. doubledifference analysis). Per gli eventi più significativi verranno ricalcolate le soluzioni focali al fine di determinare le caratteristiche geometriche dei piani di faglia. 5. Contributo all’identificazione di possibili sorgenti sismogenetiche Tale contributo viene realizzato integrando le osservazioni inerenti all’attività tettonica Quaternaria con i dati sismologici strumentali e i cataloghi macrosismici disponibili per l’area di studio. Lo scopo di tale operazione è quello di rilevare le eventuali compatibilità di informazioni tra le strutture tettoniche osservate e/o dedotte con la distribuzione degli epicentri macrosismici e gli ipocentri strumentali, con l’obiettivo di migliorare l’identificazione di possibili sorgenti sismogenetiche. Tale analisi ha ricadute dirette sul database DISS, in termini di valutazione dell’affidabilità dell’attuale configurazione di seismogenic areas nell’area gardesana-padana. Ha ricadute altresì ai fini della migliore comprensione delle caratteristiche sismogenetiche del settore veneto occidentale. 3a.5 Cronoprogramma I Fase II Semestre 1 2 1 1. Realizzazione del modello geologico-strutturale X X X 2. Valutazione dell’attività tettonica Quaternaria X X 3. Revisione della sismicità storica X 4. Revisione della sismicità strumentale X 5. Contributo all’identificazione di possibili sorgenti sismogenetiche 2 X X 4a. Prodotti D1 – Carta geologico-strutturale dell’area in esame. D2 – Relazione contenente la localizzazione e la definizione delle caratteristiche geometriche e cinematiche di possibili strutture tettoniche ad attività quaternaria. D3 – Mappa delle possibili sorgenti sismogenetiche dell’area in esame. D4 – Relazione sull’analisi di rilocalizzazione dei dati sismici strumentali. D5 – Mappa dell’energia rilasciata nel settore centrale del Nord Italia negli ultimi 20 anni. 130 5. Interazioni con altri Enti/Istituzioni (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) Uni-Insubria (Como) 6. Possibili interazioni con altri Progetti DPC (indicare quali progetti) (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) Description of Contribution – English version 3b.1 State of the art Subsurface geologic data, gathered by means of oil geophisycs surveys and exploration wells, traditionally constrain the end of the Alpine orogeny to the Messinian (about 5.5 Ma), when all the Alpine structures west of the Berici-Euganei axis were tilted southward and deactivated (Pieri and Groppi, 1981). However, geomorphologic anomalies of the hydrographical network (Burrato et al., 2003) and the occurrence of isolated relieves in the Po Plain (Desio, 1965; Baroni and Cremaschi, 1986) suggest a likely ongoing tectonic deformation. As support to these considerations, historical seismicity investigations highlighted in the study area the occurrence of damaging earthquakes (1117, Maw 6.49; 1222, Maw 6.05; 1695, Maw 6.61; 1802, Maw 5.67; 1901, Maw 5.67; Working Group CPTI, 2004), with not completely defined sources. Recently, close to Salò one of the strongest earthquakes in the study area has occurred (24.11.2004, Mw 5.0; Augliera et al., 2006), determining a damage which may be approximately estimated in 215 million euros, due to the high density of civil buildings, industrial plants and infrastructures. Because of the low occurrence of seismic events, from an instrumental point of view Northern Italy has represented a sector poorly monitored with respect to other zone of Italy in the last decades. The first revision of the instrumental seismicity has been made by Chiarabba et al. (2005) and is related to the period 1983–2002. Both the low number and the low quality of stations (analogical and with only one component) have not allowed to obtain high quality focal solutions, due in particular to the uncertainties related to the localization processes. Presently, the installations of new digital instruments with an high dynamic level in the study area have allowed to strongly improve the density of points of observation and, at the same time, the quality of the collected data. Augliera, P., D’Alema, E., Marzorati, S., Massa, M., 2006. Data set Garda 2004: elaborazione dati, installazione stazioni sismiche. DVD, convenzione ProCiv-INGV 2004-2006, progetto S3: scenari di scuotimento in aree di interesse prioritario e/o strategico. Baroni, C., Cremaschi, M., 1986. Geologia e pedostratigrafia della collina di Ciliverghe (Brescia); fasi glaciali, pedogenesi e sedimentazione loessica al margine alpino durante il Pleistocene. Natura Bresciana 23, 55-78. Burrato, P., Ciucci, F., Valensise, G., 2003. An inventory of river anomalies in the Po Plain, Northern Italy: evidence for active blind thrust faulting. Annals of Geophysics 46, 865-882. Chiarabba, C., Jovane, L., DiStefano, R., 2005. A new view of Italian seismicity using 20 years of instrumental recordings. Tectonophysics 395, 251-268. Desio, A., 1965. I rilievi isolati della pianura lombarda ed i movimenti tettonici del Quaternario. Istituto Lombardo, Rendiconti di Scienze A 99, 881-894. Pieri, M., Groppi, G., 1981. Subsurface geological structure of the Po Plain (Italy). C.N.R. Progetto Finalizzato Geodinamica 414, 278-286. Working Group CPTI, 2004. Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani, versione 2004 (CPTI04). INGV, Bologna, Italy. 3b.2 Goals 1. Definition of a structural-geologic model of the Southalpine front between the Euganei-Berici axis and the Adda River 2. Evaluation of the Quaternary tectonic activity in the study area 3. Critical review of the historical seismicity 131 4. Review of the data derived from instrumental seismology 5. Contribution to the identification of possible seismogenetic sources in the study area 3b.3 Activity and Methodology 1. Definition of a structural-geologic model During this stage, a structural-geologic survey will be performed with the aims of identifying the tectonic features involved in the recent structural evolution of the Southalpine front in the study area. The purpose is to improve the stratigraphic and tectoni knowledge of the area, broadly incomplete and out-of-date. Therefore Neogene units and related tectonic structures will be mapped at 1:10,000 scale between the Euganei-Berici axis and the Adda River. At the same time the geologic units will be studied by means of biostratigraphic, petrographic, and magnetic analyses, in order to define an event stratigraphy. 2. Evaluation of the Quaternary tectonic activity The detailed reconstruction of the stratigraphic record in the study area, with a particular attention to the Quaternary, will provide chronologic and paleogeographic data, useful to constrain the activity of the detected tectonic structures or to suggest their presence, when blind. 3. Critical review of the historical seismicity A critical review of the historical seismicity has been planned, as for the events with damaging effects, usually haracterized by low and moderate magnitude. This analysis will permit to better estimate the parameters describing the seismic events. A fundamental aspect, as for the minor seismicity, is the epicentral location, in the perspective to cast light on the reliability of the seismogenic areas presently reported in DISS. 4. Review of data from instrumental seismicity The first activity will include the collection of all instrumental seismic data recorded in Northern Italy, an area where in the last years a great number of digital three-component seismic stations were installed by INGV (Rete Sismica Nazionale Centralizzata – CNT; velocimetric and accelerometric stations of INGV Milano-Pavia; emergency temporary networks). Moreover, the information coming from other networks, such as the RAN (Rete Accelerometrica Nazionale) and the Seismic Network of the Trentino Province, will be collected. When all the data will be available, different techniques of localization (i.e. Hypoellipse, NonLinLoc) will be applied and tested with the aim to describe and minimize the biases due both to station geometries and to earth velocity models. For the events of seismic sequences recorded by temporary networks, the presence of seismic doublets will be investigated in order to perform a relative location analysis (i.e. doubledifference analysis). For the meaningful events, the focal solutions will be calculated with the aim to determine the geometric characteristics of the fault plains. 4. Contribute to the identification of possible seismogenetic sources in the study area In this stage, data from the study area about the Quaternary tectonic activity, the instrumental seismology, and the historical seismicity are integrated; the aim of this operation is to highlight the eventual convergence among the detected tectonic structures, the macroseismic epicenters, and the instrumental hypocenters and therefore contributing to improve the identification of possible seismogenic sources between the Euganei-Berici axis and the Adda River. This study has deep implications for the DISS database, as for the reliability of the presently reported seismogenic areas in the Lake Garda-Po Plain area. It has also implications for a better understanding of the seismogenic behavior in the western Venetian sector. 3b.5 Timetable I Phase II Semester 1 2 1 1. Production of a structural-geologic model X X X X X 2. Evaluation of the Quaternary tectonic activity 132 2 3. Critical review of the historical seismicity X 4. Review of data from strumental seismology X X 5. Contribute to the identification of possible seismogenetic sources X 4b. Deliverables D1 – Geological and structural map of the studied sector. D2 – Report containing the localization and the definition of the geometrical and kinematic characteristics of tectonic structures active during the Quaternary. D3 – Map of the possible seismogenetic sources of the study area. D4 – Report containing the result of the re-localisation of the instrumental seismicity data. D5 – Maps of the seismic energy released in the investigated sector of the Northern Italy in the last 20 years. 7. Piano finanziario (in Euro) 7.1. I fase Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 1) Spese di personale 2) Spese per missioni 3000,00 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 6100,00 5) Spese per servizi 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 900,00 Totale 10000,00 7.2. II fase Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 2) Spese per missioni 3000,00 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 6100,00 5) Spese per servizi 133 Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 900,00 Totale 10000,00 7.3. Totale Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 2) Spese per missioni 6000,00 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 12200,00 5) Spese per servizi 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 1800,00 Totale 20000,00 134 Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b Convenzione INGV-DPC 2007-2009 Progetti sismologici Progetto S1 - RU 3.07 - Michetti Alessandro Maria (Task C) Titolo Tettonica compressiva attiva ed evidenze paleosismiche lungo il margine sudalpino padano fra il Lago di Garda e il Lago Maggiore 1. Responsabile UR Alessandro Maria MICHETTI Professore Associato Dipartimento di Scienze Chimiche e Ambientali, Università dell’Insubria, Como, Via Valleggio 11, 22100 Breve CV Nato a Roma il 25.02.1961. Coniugato e padre di tre figli. Laureato all’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma nel 1986 con una tesi sull’analisi geologica della sismicità del Bacino del Fucino, dopo una parentesi come geologo all’AGIP, ha lavorato per oltre un decennio nel campo della Paleosismologia come ricercatore del Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti del CNR, prima, e dell’Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, poi. Dal 1992 al 1993 ha svolto ricerche presso il Center for Neotectonic Studies della University of Nevada, Reno, Nevada USA, in qualità di vincitore di una borsa “NATO - Advanced Fellowship Program”. Dall’Ottobre 2000 è Professore Associato presso l'Università dell'Insubria, Facoltà di Scienze MM. FF. NN., sede di Como, dove insegna Laboratorio di Geologia, Morfogenesi e Stratigrafia dell'Olocene, e Telerilevamento e Fotointerpretazione nei corsi di Primo Livello e Magistrale di Scienze Ambientali. Svolge ricerche A) sull’evoluzione del paesaggio recente del settore lariano, B) sulla paleosismicità, geologia strutturale, e pericolosità sismica del margine Sudalpino lombardo, C) sulla geomorfologia, tettonica recente e valutazione del rischio sismico nell’Appennino Centromeridionale e sul versante orientale dell’Etna, D) sull'analisi degli effetti ambientali dei terremoti e sul loro uso nella valutazione dell'intensità in varie parti del mondo (Egitto, Pakistan, Italia, Colombia), E) sulla subsidenza nella città di Como. Ha svolto attività di rilevamento per il Progetto CARG come Rilevatore per il Quaternario per il Foglio 368 "Avezzano"; e come Direttore del Rilevamento del Quaternario per il Foglio 347 "Rieti". Attualmente è Responsabile Scientifico per la realizzazione del Foglio 75 Como (Convenzione APAT-Università dell'Insubria 2004-2008). Coordinatore del Progetto PRIN 2005 "Tettonica compressiva attiva lungo il margine sudalpino lombardo fra il Lago di Garda e il Lago Maggiore". Responsabile del Progetto INQUA sulla nuova Scala di Intensità Macrosismica basata sugli effetti sul terreno (Environmental Seismic Intensity scale- ESI 2007), formalmente ratificata durante il XVII INQUA Congress svoltosi a Cairns dal 28.07.07 al 03.08.07. Vice-Presidente della Commission on Terrestrial Processes dell'INQUA per il periodo 2003-2007 e 2007-2011. E' stato Coordinatore dell'INQUA "Subcommission on Paleoseismicity: methods, criteria and dating" durante il periodo intercongressuale 2003-2007. E' Chairman del Focus Group INQUA "Paleoseismicity and Active Tectonics" per il periodo 20072011. Membro del Comitato Geologico Nazionale presso il Servizio Geologico d'Italia (2005-2009). Membro del Consiglio Scientifico dell'Institut de la Montagne presso l'Universitè de Savoie, Le Bourget du Lac, France (2002-2007). 135 - 5 pubblicazioni significative relative ai temi di ricerca del progetto CHUNGA K, LIVIO F, MICHETTI A.M., SERVA L. (2007). Synsedimentary deformation of Pleistocene glaciolacustrine deposits in the Albese con Cassano area (Southern Alps, Northern Italy), and possible implications for paleoseismicity. SEDIMENTARY GEOLOGY. vol. 196, pp. 5980 ISSN: 0037-0738. SILEO G, GIARDINA F, LIVIO F, MICHETTI A.M., MUELLER K, VITTORI E. (2007). Remarks on the Quaternary tectonics of the Insubria Region (Lombardia North Western Italy, and Ticino, South Estern Swizerland). BOLLETTINO DELLA SOCIETÀ GEOLOGICA ITALIANA. vol. 126 (2), pp. 411-425 ISSN: 0037-8763. LIVIO F., G. SILEO, A.M. MICHETTI, F. GIARDINA, C. CARCANO, S. ROGLEDI, K. MUELLER, E. VITTORI (2007) - Tettonica compressiva quaternaria del fronte Sudalpino Lombardo: tassi di sollevamento di strutture sepolte determinati dagli strati di crescita, Rend. Soc. Geol. It., 4 (2007), Nuova Serie, 241-243, MICHETTI A.M., AUDEMARD F, MARCO S. (2005). Future trends in paleoseismology: Integrated study of the seismic landscape as a vital tool in seismic hazard analyses. TECTONOPHYSICS. vol. 408, pp. 3-21 ISSN: 0040-1951. In: Michetti A.M., Audemard F., Marco S. (Editors), "Paleoseismology, integrated study of the Quaternary geological record for earthquake deformation and faulting", Special Issue, Tectonophysics, 408 (1-4). PAPANIKOLAOU I., ROBERTS G. & MICHETTI A.M., 2005, Fault scarps and deformation rates in Lazio–Abruzzo, Central Italy: comparison between geological fault slip-rate and GPS data., In: Michetti A.M., Audemard F., Marco S. (Editors), “Paleoseismology, integrated study of the Quaternary geological record for earthquake deformation and faulting”, Special Issue, Tectonophysics, 408 (1-4), 147-176. 2. Personale dell’UR Nominativo (Cognome e Nome) Michetti Alessandro Maria Qualifica Ente/Istituzione Mesi/Persona Mesi/Persona (personale non a carico del progetto) (personale a carico del progetto) I fase II fase Università dell’Insubria 5 5 Università dell’Insubria 3 3 Vezzoli Luigina Professore associato Professore associato Sileo Giancanio Assegnista Università dell’Insubria 4 4 Livio Franz Assegnista Università dell’Insubria 4 4 Berlusconi Andrea Dottorando Università dell’Insubria 8 8 Fanetti Daniela Assegnista Università dell’Insubria 4 4 Vittori Eutizio Dirigente APAT 2 2 Guerrieri Luca Ricercatore APAT 2 2 Comerci Valerio Ricercatore APAT 2 2 Violante Crescenzo Ricercatore IAMC CNR 3 3 Porfido Sabina Ricercatore IAMC CNR 3 3 Esposito Eliana Ricercatore IAMC CNR 3 3 Sacchi Marco Ricercatore IAMC CNR 2 2 PA University of Colorado – Boulder 1 1 PA Birbeck University 1 1 Mueller Karl Roberts Gerald 136 I fase II fase College - London PO Birbeck University College - London 1 1 PO Università di Milano 1 1 Zerboni Andrea Assegnista Università di Milano 3 3 Trombino Luca Ricercatore Università di Milano 2 2 Carcano Cipriano Geologo Senior ENI E&P 1 1 Rogledi Sergio Geologo Senior ENI E&P 1 1 Sammonds Peter Cremaschi Mauro Descrizione del contributo - Versione italiana 3a.1 Stato dell'arte La caratterizzazione della storia deformativa quaternaria nel settore esterno del Sudalpino Lombardo costituisce un passaggio di importanza critica per la conoscenza della tettonica attiva e quindi del potenziale sismico dell’intera Pianura Padana. In un simile ambiente tettonico, caratterizzato da attività moderata, i rapporti fra sismicità e strutture compressive recenti sono ancora relativamente poco studiati. Di fatto, gran parte degli Autori interpreta la tettonica quaternaria delle Alpi meridionali come limitata al settore Sudalpino Orientale (ad Est del sistema delle Giudicarie; vedi ad es. Castellarin et al., 2006, per una revisione della letteratura su questo tema). Nel settore Sudalpino Lombardo la deformazione compressiva recente sarebbe stata quindi trascurabile (ad es., Meletti and Scandone, 2000; Fantoni et al., 2004; Scardia et al., 2006). In realtà, studi sistematici di tettonica attiva sono disponibili solo a partire dal settore ad Est del lago di Garda (e.g., Galadini et al., 2005). Diverse evidenze indicano che il raccorciamento crostale nel settore esterno del Sudalpino Lombardo sia perdurato attraverso il Plio-Pleistocene (Desio, 1965; Zanchi et al., 1997) e sia ancora attivo oggi (Burrato et al., 2003; Sileo et al., 2007a), in particolare nell’area del Lago di Garda (Baroni e Cremaschi, 1986; Curzi et al., 1992). Ciò è anche suggerito da dati GPS (Serpelloni et al., 2005) e da osservazioni sismologiche (e.g., Galli, 2005). L’entità e lo stile della deformazione tettonica non sono le sole questioni irrisolte relativamente all’evoluzione tardo-quaternaria di questo settore delle Alpi meridionali. Le indagini paleosismologiche e geomorfologiche sino ad oggi non sono state in grado di individuare le sorgenti dei grandi terremoti storici avvenuti nell’area, vale a dire il terremoto del Veronese, 3 Gennaio 1117, e quello del Bresciano, avvenuto nel giorno di Natale dell’anno 1222 (Magri & Molin, 1986; Guidoboni, 1986; Serva, 1990; Galli, 2005; Guidoboni e Comastri, 2005). Quindi, l’associazione fra i forti terremoti e le loro strutture causative è ancora una tematica aperta. Ciò può essere dovuto al fatto che le faglie responsabili di forti terremoti in ambiente compressivo spesso sono strutture “cieche”, come suggerito da Burrato et al. (2003). Un ulteriore problema condiviso con altri settori dell’Avanfossa padana e con analoghi settori esterni delle catene Appenninica e Dinarica è la valutazione della natura cosisimica o asismica dei movimenti lungo i sovrascorimenti attivi. Ad esempio, Burrato et al. (2003) suggeriscono che, nelle condizioni reologiche che caratterizzano un’avanfossa colmata da sedimenti clastici tardocenozoici, strutture tettoniche recenti e in grado di generare deformazioni topografiche superficiali con conseguenti anomalie del drenaggio possano essere caratterizzate da scorrimento asismico. Attraverso la collaborazione fra APAT-Servizio Geologico d’Italia, ENI E&P, Università dell’Insubria-Como e Università del Colorado-Boulder è stato possibile reinterpretare ca 18000 km di linee sismiche commerciali nella Pianura Padana. Ciò ha permesso di definire un sistema segmentato di sovrascorrimenti capaci (sensu Azzaro et al., 1998;) e associate anticlinali di crescita, lunghe 10-20 km, che interessano la sequenza Plio-Pleistocenica dell’Avanfossa Sudalpina Lombarda, controllando la sismicità della regione (Sileo et al., 2007b; Livio et al., 2008). Strutture simili sono state anche identificate lungo il settore pedemontano (Chunga et al., 2007; 137 Sileo et al., 2007a), e nel Lago d’Iseo (attraverso una ricerca indipendente condotta nell’ambito del Progetto CARG dalla Regione Lombardia; e.g., Piccin, 2005). Particolare interesse ai fini del presente Progetto riveste il settore a S di Brescia. Lungo la fascia pedemontana sono presenti una serie di rilievi isolati (Colli di Castenedolo e Ciliverghe, Monte Netto di Capriano del Colle; Desio, 1965; Curzi et al., 1992), che rappresentano la culminazione di anticlinali di crescita di età tardo quaternaria, controllate da retroscorrimenti fuori sequenza con andamento medio circa E-W. Grazie al controllo sul terreno in corrispondenza di queste strutture, riconoscibili con eccellente risoluzione da una profondità di ca. 200 m ad alcuni km sulla sismica a riflessione profonda di ENI, è stata individuata per la prima volta una chiara indicazione di fagliazione superficiale compressiva cosismica nel settore Sudalpino Lombardo, in una cava di argilla sul Monte Netto. Le evidenze di fagliazione superficiale tardo-pleistocenica e olocenica sinora descritte in letteratura nel settore Sudalpino Centrale si riferiscono infatti a siti caratterizzati da fagliazione diretta secondaria (ad es., siti di Monte Baldo ed Egna; Galadini & Galli, 1999; Galadini et al., 2001). L’anticlinale di Monte Netto è ubicata all’interno di quella che le fonti descrivono come l’area epicentrale del terremoto del 25 Dicembre 1222 (I° = IX MCS; Magri & Molin, 1986; Guidoboni, 1986; Guidoboni & Comastri, 2005). Tale evento produsse un danneggiamento notevole in una vasta area della Pianura Padana, e significativi effetti sull’ambiente. Recentemente sono stati attribuiti a questo evento anche una serie di fenomeni gravitativi e deposizionali straordinari individuati sulla base di indagini geofisiche e geologiche nel bacino sommerso del Lago di Como e del lago d’Iseo (e.g., Fanetti et al., 2007). Al momento non si hanno elementi per correlare gli effetti osservabili a Monte Netto con l’evento del 1222, ma certamente la tipologia di fenomeni ivi registrati è compatibile con terremoti crostali di dimensioni paragonabili a quelle che conosciamo per tale evento. Nel catalogo sismico italiano, e in generale anche in altri ambienti sismotettonici, terremoti di intensità epicentrale pari a IX MCS o superiore sono di norma accompagnati da fagliazione superficiale e liquefazione all’interno dell’area epicentrale (Serva, 1990; Michetti et al., 2007). In particolare, durante il recente terremoto di Salò del 24.11.2004 (I° VIII MCS; Michetti et al., 2005; Pessina et al., 2006) non sono stati osservati effetti ambientali legati a deformazione o dislocazione cosismica superficiale. Tale sito si presta quindi a divenire un laboratorio per la taratura dei rapporti fra attività recente di strutture profonde ed effetti cosismici sull’ambiente, e quindi per una migliore caratterizzazione dei tassi di deformazione recente e dei parametri di sorgente dei terremoti legati a faglie capaci (sensu Azzaro et al., 1998) nell’ambiente compressivo del margine Sudalpino Padano Lombardo. 3a.2 Obiettivi Una breve descrizione dei risultati raggiunti sinora nel sito di Monte Netto serve ad illustrare le attività che l’UR Insubria intende sviluppare se il presente Progetto sarà finanziato. In corrispondenza dell’anticlinale di Monte Netto, lavori di cava hanno consentito di osservare su pareti di altezza media 7 m, lunghe complessivamente ca. 150 m, ed orientate in senso N-S ed EW, due anticlinali secondarie decametriche che coinvolgono sia sedimenti fluvio-glaciali e fluviali posti al nucleo delle pieghe, che una sequenza di loess e suoli caratterizzati da differenti gradi di pedogenesi e disposti secondo un’architettura tipo “growth strata” alla sommità delle pieghe stesse. L’età di tali depositi, sulla base dei primi rilievi e del ritrovamento di materiale paleolitico, peraltro già segnalato nelle vicinanze e studiato da Cremaschi (1975), dovrebbe essere compresa fra il Pleistocene medio-superiore e l’Olocene. Nuovi scavi hanno consentito di osservare come la più settentrionale delle due anticlinali sia interessata da “bending-moment faults” che dislocano tutta la parte superiore della sequenza esposta, incluso un suolo superficiale che sulla base delle caratteristiche pedostratigrafiche del sito è certamente di età olocenica. La geometria dei depositi dislocati indica per questa struttura tettonica secondaria una genesi improvvisa. In corrispondenza della fagliazione superficiale è stata anche osservata una deformazione dei depositi per liquefazione cosismica; il materiale liquefatto include sabbie e ghiaie. Il Progetto si propone quindi di approfondire le ricerche sul sito di Monte Netto, poiché tale sito può essere utilizzato come esempio per colmare le lacune di conoscenza oggi esistenti relativamente A) al rapporto fra sovrascorrimenti attivi e forti terremoti nell’area in studio e B) ai tassi di deformazione delle strutture tettoniche capaci individuate in precedenza durante un precedente progetto PRIN (2005-2007), e su alcune delle quali si intende completare le indagini strutturali, 138 morfotettoniche e geofisiche. Le strutture prioritariamente oggetto di indagine saranno quelle per le quali sono state individuate le evidenze più significative di attività recente, vale a dire le anticlinali di Monte Netto (Capriano del Colle) e Castenedolo, e le strutture che interessano il Lago di Garda. Lo studio degli effetti ambientali dei terremoti storici avvenuti nell’area lombarda offrirà infine la possibilità di calibrare l’interpretazione paleosismica delle evidenze identificate. Riferimenti bibliografici essenziali Azzaro R., Ferreli L., Michetti A.M., Serva L. & Vittori E. (1998) - "Environmental hazard of capable faults: the case of the Pernicana fault (Mt. Etna, Sicily)". Natural Hazards, 18, 1-16, Kluwer Academic Publisher, Netherlands. Baroni C., Cremaschi M. (1986). Geologia e pedostratigrafia della collina di Ciliverghe (Brescia). Natura Bresciana, Ann. Mus. Civ. Sci. Nat. Brescia, 23, 55 – 78. Burrato P., Ciucci F. & Valensise G. (2003). An inventory of river anomalies in the Po Plain, Northern Italy: evidence for active blind thrust faulting. Annals of Geophysics, 46, 5, 865-882. Desio A., (1965), I rilievi isolati della pianura Lombarda ed i movimenti tettonici del Quaternario. Istituto Lombardo (Rend.Sc.), A, 99, 881 – 894. Fanetti D., Anselmetti F.S., Chapron E., Sturm M. and Vezzoli L., 2007, Megaturbidite deposits in the Holocene basin fill of Lake Como (southern Alps, Italy), Palaeogeography (2007), doi: 10.1016/j.palaeo.2007.10.014. 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Attività 2) Esecuzione di nuove trincee esplorative nel sito della Cava Danesi a Monte Netto, con dettagliate analisi stratigrafiche, e valutazione del numero e della dimensione degli eventi paleosismici ivi registrati. La datazione dei sedimenti esposti nella parete di cava e attraverso le nuove trincee dovrebbe consentire di vincolare cronologicamente la storia deformativa identificata attraverso l’analisi paleosismica. Operatori: Trincee esplorative e Direzione Lavori cantiere: A. Berlusconi, F. Livio; G. Sileo; Analisi paleosismiche: A. Berlusconi; A.M. Michetti, E. Vittori, L. Guerrieri; Analisi stratigrafiche e campionamento: L. Vezzoli; F. Livio, A. Berlusconi, M. Sacchi; V. Comerci; Analisi di laboratorio sui campioni (l’attività proseguirà fino alla fine delle ricerche sul terreno): Laboratorio di Luminescenza del Dipartimento di Scienza dei Materiali, Università di Milano Bicocca per datazioni mediante OSL; CEDAD, Università di Lecce per datazioni 14C mediante AMS (le datazioni AMS saranno cofinanziate da APAT); A. Zerboni, L. Trombino e M. Cremaschi (Università Statale di Milano) per analisi pedostratigrafiche e paletnologiche. Attività 3) Esecuzione di indagini geofisiche volte ad identificare ulteriori siti di interesse paleosismico in altri settori dell’anticlinale di Monte Netto. Operatori: GPR: P. Sammonds, G. Roberts; le analisi GPR saranno cofinanziate da UCL Geoelettrica: G. Sileo, A. Berlusconi, C. Violante; le analisi geoelettriche saranno cofinanziate da Uni Insubria. Attività 4) Correlazione fra le deformazioni superficiali osservate a Monte Netto, dati di perforazioni per acqua e indagini idrogeologiche disponibili nell’area, e informazioni dettagliate relative alla struttura profonda rese disponibili da ENI E&P; stima dei tassi di scorrimento tardo-quaternari relativi al retroscorrimento di Monte Netto, struttura responsabile delle deformazioni superficiali descritte in precedenza. 140 Operatori: Analisi strutturali e modellazione profonda: G. Sileo, K. Mueller, A.M. Michetti, E. Vittori; Analisi sismotettonica e confronto coi dati sismologici (storici e strumentali) e geodetici: A.M. Michetti, K. Mueller, E. Esposito; S. Porfido; Interpretazione profili sismici a riflessione ENI: C. Carcano, S. Rogledi, K. Mueller, G. Sileo, F. Livio. Attività 5) Indagini relative a strutture interessate da terremoti rilevanti dal punto di vista degli effetti sul terreno (ad es., terremoti del 1901 e 2004 nell’area di Salò, e.g., Michetti et al., 2005; Pessina et al., 2006; terremoto del 1802 in prossimità di Soncino; Burrato et al., 2003; Galli, 2005). Raccolta di dati relativi a fenomeni di liquefazione, frane, fratturazione del terreno, etc., innescati da terremoti con epicentro nell’area in studio. Operatori: E. Esposito, S. Porfido, L. Guerrieri, V. Comerci, A.M. Michetti, F. Livio. Attività 6) Indagini geofisiche offshore ad alta risoluzione nel settore SW del Lago di Garda, ove gli Autori (Baroni, 1985; Castaldini e Panizza, 1999; Curzi et al., 1992) descrivono strutture tettoniche recenti correlabili al sistema di pieghe e sovrascorrimenti di Monte Netto (Capriano del Colle) e Castenedolo; e dove potrebbe essere possibile individuare depositi megatorbiditici sismoindotti analoghi a quelli identificati nei laghi di Como e Iseo. Rilevamento sul terreno nel settore prospiciente l’area interessata dalle indagini geofisiche, per correlazioni delle unità stratigrafiche e dell’assetto strutturale. Qualora il finanziamento lo consenta, le analisi potranno essere estese al Lago d’Iseo, in collaborazione con la Regione Lombardia (A. Piccin). Operatori: Rilevamento sul terreno: F. Livio, A. Berlusconi. Acquisizione sismica a riflessione ad alta risoluzione: D. Fanetti; L. Vezzoli; C. Violante; M. Sacchi; Geomega Ltd. Mester u. 4 1095 Budapest, Hungary; www.geomega.hu; Processing e interpretazione dei dati: Daniela Fanetti (processing da svolgere presso laboratori Geomega a Budapest); C. Violante; M. Sacchi. Attività 7) Indagini morfostrutturali, rilevamento geologico e modeling dei dati di sismica a riflessione ENI lungo altre strutture tettoniche quaternarie nel settore Sudalpino Lombardo, in particolare nella zona di Soncino, interessata dal terremoto del 1802 (Burrato et al., 2003), e lungo la Faglia Nave - Gussago. Operatori: come punto 2 e punto 4. SECONDA FASE: ELABORAZIONE DATI (5 MESI) Attività 8) Elaborazione dei dati topografici, morfoneotettonici, strutturali, paleosismologici, geocronologici, pedologici e stratigrafici per definire l'età delle deformazioni più recenti, il tasso di deformazione, la cinematica e la modalità di attivazione delle faglie studiate nel settore esterno della catena Sudalpina Lombarda, usando come calibrazione i dati ottenuti sull’anticlinale di Monte Netto. Operatori: tutta la UR. TERZA FASE: SINTESI E CONCLUSIONI (ULTIMI 4 MESI) Attività 9) I risultati ottenuti dall’UR saranno confrontati con quelli delle altre unità del progetto nazionale al fine di costruire un quadro geodinamico il più completo possibile del sistema catenaavanfossa-avampaese. Elaborazione dei prodotti di sintesi attesi. 3a.5 Cronoprogramma I Fase II Semestre 1 2 1 2 Attività 1 X X X - Attività 2 X X - Attività 3 X X - 141 Attività 4 X X X - Attività 5 X X X - Attività 6 X X X - X X - Attività 7 Attività 8 - - X - Attività 9 - - - X 4a. Prodotti (elencare i prodotti attesi evidenziando quelli di diretto interesse per DPC; tutti i prodotti saranno informatizzati in sistemi GIS che possano integrare basi di dati già esistenti) A - Rilievo delle pareti del sito di Monte Netto in scala di dettaglio (fino a 1:20). Analisi paleosismica e stratigrafica del sito di Monte Netto, con datazioni AMS e OSL. Sezione in formato vettoriale del log – plot del sito di Monte Netto di Capriano (dwg). Mosaico fotografico della parete di cava con l’ubicazione dei campioni datati. Tabella dei risultati delle datazioni, calibrazioni ed incertezze (*.xls). B - Schema strutturale dell’anticlinale di Monte Netto e delle sue relazioni con il retroscorrimento basale. Calcolo dei tassi di sollevamento tardo quaternari dell’anticlinale di Monte Netto, e modellazione del retroscorrimento basale e valutazione dei tassi di scorrimento. Tabella (*.mdb) dei parametri di faglia delle strutture esaminate. Profilo sismico interpretato (jpg) corredato di ubicazione in mappa (jpg). C - Rilievi GPR e tomografie geoelettriche nell’area di Monte Netto. Immagini delle sezioni GPR e geoelettriche acquisite , immagini delle sezioni GPR e geoelettriche interpretate, mappa dell’ubicazione dei rilievi (jpg). D - Rilievi di sismica a riflessione ad alta risoluzione nel Lago di Garda. Immagini delle sezioni sismiche off shore acquisite , immagini delle sezioni sismiche offshore interpretate, mappa dell’ubicazione dei rilievi (dwg). E - Analisi e catalogo degli effetti sull’ambiente indotti dai terremoti storici nella Pianura Padana Lombarda e aree contermini. Tabella degli effetti ambientali (mdb). F - Calibrazione, attraverso i risultati dello studio del sito di Montenetto di Capriano del Colle dei tassi di deformazione delle strutture tettoniche capaci presenti lungo il fronte del Sudalpino Lombardo. G - Cartografia a scala regionale delle strutture tettoniche compressive attive individuate attraverso i dati di sismica a riflessione forniti da ENI E&P, e conseguente determinazione dei parametri utili alla definizione della pericolosità sismica. Mappe delle strutture a scala regionale integrate in un sistema GIS (ESRI ArcGis 9.1) H - Costruzione di una pagina web per la divulgazione degli sviluppi del progetto. I - Pubblicazioni Scientifiche su riviste internazionali con Impact factor. 5. Interazioni con altri Enti/Istituzioni (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) Interazione con APAT APAT è disposta a cofinanziare il progetto mettendo a disposizione il personale indicato con le tempistiche indicate, e un budget relativo a circa 10 datazioni radiocarbonio AMS. Interazione con ENI E&P 142 Sulla base di un accordo fra ENI E&P e APAT la UR potrà accedere ai dati di sottosuolo disponibili grazie all’esplorazione petrolifera della Pianura Padana; tali dati, essendo di natura ovviamente confidenziale, non verranno messi a disposizione come prodotti di interesse DPC se non nel caso di apposita autorizzazione da parte di ENI. Le interpretazioni dei dati in termini di cartografia delle strutture tettoniche quaternarie e di rapporti fra evidenze superficiali di fagliazione superficiale recente e struttura profonda potranno invece far parte dei prodotti della UR. Interazione con Birkbeck and University College London, Uk UCL metterà a disposizione del progetto i suoi ricercatori e la strumentazione GPR ad alta risoluzione, al fine di definire l’andamento delle strutture tettoniche superficiali di Monte Netto al di la dei limiti della zona di cava. Interazione con Regione Lombardia La Regione Lombardia collabora con questa ricerca attraverso lo scambio di dati ed esperienze già in corso per il Progetto CARG, in particolare per quanto riguarda le analisi offshore nei bacini lacustri prealpini. 6. Possibili interazioni con altri Progetti DPC (indicare quali progetti) (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) Collaborazione con UR Chiara D’Ambrogi (APAT) per modellazione 3D strutture geologiche in Pianura Padana. Description of Contribution – English version 3b.1 State of the art Characterizing the Quaternary deformational history of the Southern Alps in Lombardia, Italy, is a critical step for the knowledge of the active tectonics and seismic hazard assessment of the Po Plain foredeep and surrounding regions. In this tectonic environment, relations between seismicity and active compressional tectonic structures are still poorly understood. Most of the Authors regards the Quaternary tectonics of the Southern Alps as limited to the Eastern Southern Alps (East of the Giudicarie System; see Castellarin et al., 2006, for a review). Along the Lombardia sector of the Southern Alps the recent compressional deformation would be insignificant (e.g., Meletti et al., 2000; Fantoni et al., 2004; Scardia et al., 2006). In fact, systematic studies on active tectonics are available just East of Lake Garda (Galadini et al., 2005) but several lines of evidence points out that tectonic shortening persisted through the Plio-Pleistocene (e.g., Desio, 1965; Zanchi et al., 1997) and is active today in the Lombardia South-Alpine foredeep (Burrato et al., 2003; Sileo et al., 2007a), including the Lake Garda area (Curzi et al., 1992), as also indicated by instrumental GPS data (e.g., Serpelloni et al., 2005) and seismological observations (e.g., Galli, 2005). The amount and style of tectonic deformation is not the only open issue concerning the Late Quaternary evolution of this sector of the Southern Alps. Geomorphological and paleoseismological investigations failed until now to identify the major faults responsible for the larger earthquakes occurred in this region, i.e., the January 3rd, 1117, I=IX MCS, Verona earthquake, and the December 25th, 1222, I=IX MCS, Brescia earthquake (e.g.,;Guidoboni, 1986; Magri & Molin, 1986; Serva, 1990; Galli, 2005). Therefore, the association between strong seismic events and their tectonic sources is still problematic. This might be due to the fact that tectonic sources of strong thrust faulting earthquakes are typically “blind”. Also, a problem that is shared with other sectors of the Po Plain Foredeep and similar external domains along the Apennines and Dinarides is the assessment of the nature of the movements (tectonic fault creep vs. coseismic stick-slip) along active thrust faults. For instance, Burrato et al. (2003) argue that, in the rheological setting typical of a foredeep mostly filled by late-tertiary clastics, young compressional tectonic structures capable to deform the topographic surface and generate significant drainage anomalies might be characterized by aseismic slip. Through a previous collaboration between APAT-Geological Survey of Italy, ENI E&P Division, Insubria University and Colorado University it has been possible to review the interpretation of ca. 143 18000 km of seismic lines in the Po Plain. This allowed us to define a system of segmented capable thrust faults (sensu Azzaro et al., 1998;) and related growing anticlines, 10 to 20 km long, affecting the Plio-Pleistocene foredeep sequence in Lombardia and controlling the seismicity of the area (Sileo et al., 2007b; Livio et al., 2008). Similar structures have been also identified along the South-Alpine foothills (Chunga et al., 2007; Sileo et al., 2007a), and in the Lake Iseo offshore (through an independent study conducted by Regione Lombardia and APAT for the new Geological Map of Italy, scale 1:50.000, CARG Project, Iseo Sheet; Piccin, 2005). Of particular interest for the scope of this Project is the area South of Brescia. In the piedmont belt just W of Lake Garda, several isolated hills (Castenedolo and Ciliverghe Hills, Monte Netto of Capriano del Colle; Desio, 1965; Curzi et al., 1992) represents the culmination of Quaternary fault propagating folds controlled by E-W trending, out-of-sequence backthrusts. Geological field survey on these structures, very clearly imaged by the ENI E&P reflection profiles down to a depth of 5-6 km, allowed us to identify, for the first time in this sector of the Po Plain, unambiguous evidence of compressive, coseismic surface faulting and liquefaction in a quarry located on the Monte Netto site (Capriano del Colle). Until now the evidence of late Pleistocene – Holocene surface faulting described in the literature are only related to secondary normal faulting (e. g., Baldo Mt; Egna; Galadini & Galli, 1999; Galadini et al., 2001). The Monte Netto anticline is located within the epicentral area of the 25.12.1222 earthquake (I° = IX MCS; Magri & Molin, 1986; Guidoboni, 1986; Guidoboni & Comastri, 2005). This strong event damaged a large area of Po Plain and generated significant environmental effects. Recently, also lake bottom environmental phenomena (megaturibidites, sublacustrine landslides), recorded in the offshore of Lake Como and Lake Iseo on the basis of detailed geophysical and geological analyses, have been related to this earthquake (e.g., Fanetti et al., 2007). Indeed, based on the available data it is not possible to definitely correlate the paleoseismic evidence observed at Monte Netto site with the 25.12.1222 seismic event, but it’s clear that this evidence is consistent with the earthquake size of the 1222 event. In the Italian seismic catalogue, and in general in other similar seismotectonic environments, earthquakes of IX MCS or bigger are accompanied by surface coseismic faulting and liquefaction in the epicentral area (Serva 1990; Michetti et al., 2007). For instance, during the Salò event of 24 November 2004 (I° VIII MCS; Michetti et al., 2005; Pessina et al., 2006) surface deformations was not observed. The Monte Netto site, then, is suitable to compare the recent tectonic activity of deep structures and coseismic environmental effect. This will allow a better understanding of deformation rates and source parameters also for other active compressional sources along the Lombardia Southern Alps foothill. 3b.2 Goals A short description of the results collected so far at Monte Netto will serve to illustrate the activity that the Research Unit will conduct if the present Project will be funded. At the Cava Danesi of Monte Netto, quarry excavations exposed two anticlines, 20 to 40 m long, affecting fluvial and fluvio-glacial deposits in the fold cores, and a sequence of loess and paleosols arranged as growth strata along the fold limbs. Based on preliminary findings of Paleolithic flints, already described in a nearby site by Cremaschi (1975), the age of the deformed sequence should be Mid-Late Pleistocene to Holocene. New excavations allowed to document that the N anticline is affected by bending-moment faults, displacing all the upper part of the exposed stratigraphy, and generating a gravity graben. The last displacement affect a surficial soil that, based on the pedostratigraphic analyses conducted so far, is Holocene in age. The architecture of the deposits filling this graben suggest an instantaneous (coseismic) formation. Near this graben a paleoliquefaction feature had been also observed; the vented material includes sand and gravel. This Project aims therefore at completing the research on the Monte Netto site. Monte Netto should represent a test site in order to understand A) the relations between capable thrust faults and strong earthquakes in the study area, and B) the deformation rates of the Quaternary compressional structures identified during a previous PRIN Project (2005-2007). Some of these structures will be also investigated through geomorphic, structural and geophysical analyses. Structures to be investigated are those best promising in terms of evidence for active tectonics: Montenetto and Castenedolo anticlines and the Lake Garda offshore structures. Moreover, the 144 study of the coseismic ground effects induced by historical earthquakes in the study region will give us the possibility to calibrate the paleoseismic interpretation of the evidence observed in the field. References: Azzaro R., Ferreli L., Michetti A.M., Serva L. & Vittori E. (1998) - "Environmental hazard of capable faults: the case of the Pernicana fault (Mt. Etna, Sicily)". Natural Hazards, 18, 1-16, Kluwer Academic Publisher, Netherlands. Baroni C., Cremaschi M. (1986). Geologia e pedostratigrafia della collina di Ciliverghe (Brescia). Natura Bresciana, Ann. Mus. Civ. Sci. Nat. Brescia, 23, 55 – 78. Burrato P., Ciucci F. & Valensise G. (2003). An inventory of river anomalies in the Po Plain, Northern Italy: evidence for active blind thrust faulting. Annals of Geophysics, 46, 5, 865-882. Desio A., (1965), I rilievi isolati della pianura Lombarda ed i movimenti tettonici del Quaternario. Istituto Lombardo (Rend.Sc.), A, 99, 881 – 894. Fanetti D., Anselmetti F.S., Chapron E., Sturm M. and Vezzoli L., 2007, Megaturbidite deposits in the Holocene basin fill of Lake Como (southern Alps, Italy), Palaeogeography (2007), doi: 10.1016/j.palaeo.2007.10.014. Chunga K., Livio F., Michetti A.M. & Serva L., 2007, Synsedimentary deformation of Pleistocene glaciolacustrine deposits in the Albese con Cassano area (Southern Alps, Northern Italy), and possible implications for paleoseismicity. Sedimentary Geology, 196, 59-80. Curzi P.V., Castellarin A., Ciabatti M., Badalini G. (1992). Caratteri morfostrutturali, sedimentologici e genetici del Lago di Garda. Boll. Soc. Torricelliana di Scienze e Lettere, Faenza, 43, pp. 3-111. 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Vittori (2005) - Ground effects of the Ml 5.2, November 24th, 2004, Salò earthquake, Northern Italy, and the seismic hazard of the western Southern Alps Rend. Soc. Geol. It., 1 (2005), Nuova Serie, 134-135, 2 ff. Michetti A.M., C. Carcano, F. Giardina, F. Livio, K. Mueller, S. Rogledi, G. Sileo, E. Vittori, 2007, Active shortening, Quaternary capable faults, and seismic hazard in the Western Southern Alps, Italy, XVII INQUA Congress, Cairns, 28 July – 3 August 2007, Abstract Volume, Quaternary International, 167-168 Supplement, July 2007, ISSN 1040-6182, p. 281-282. Pessina, V., G. Franceschina, P. Vannoli, L. Luzi and F. Pacor (2006) Damage Distribution and Seismological Model of the November 2004, Salò (Northern Italy) Earthquake, Proceedings of the 1st European Conference on Earthquake Engineering and Seismology, September 3-8, Geneva, Switzerland paper n. 1371, 10 p. 145 Scardia, G., Muttoni, G., & Sciunnach, D., (2006), Subsurface magnetostratigraphy of Pleistocene sediments from the Po Plain (Italy): constrain on rates of sedimentation and rock uplift. Geological Society of America Bulletin, 118, 1299 – 1312. Serpelloni, E., Anzidei, M., Baldi, P., Casula, G., & Galvani, A., (2005), Crustal velocity and strain rate fields in Italy and surrounding regions; new results from the analysis of permanent and non - permanent GPS networks. Geophysical Journal International, 61, 3, 861 – 880. Serva L. (1990). Il ruolo delle scienze della terra nelle analisi di sicurezza di un sito per alcune tipologie di impianti industriali; il terremoto di riferimento per il sito di Viadana (MN). Boll. Soc. Geol. 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Insubr. 2, 99-112. 3b.3 Activity (with timetable for each phase) and Methodology STEP 1: DATA COLLECTION (15 MONTHS) 1) Compilation of published and unpublished data on the subsurface geology of the study area, including water borehole stratigraphy and geophysical data; critical analysis and validation. Data will be inserted in the Regione Lombardia georeferenced database, in order to manage all the data collected by means of a single GIS. Investigators: A. Berlusconi; F. Livio. 2) Excavation of new exploratory trenching at the Cava Danesi, Monte Netto site, and detailed stratigraphic analyses, and assessment of the number and size of the recorded paleoseismic events. Dating of the exposed sediments should allow to constraint the deformation history of this site. Investigators: Exploratory trenching: A. Berlusconi, F. Livio; G. Sileo. Paleoseismic analyses: A. Berlusconi; A.M. Michetti, E. Vittori, L. Guerrieri. Stratigraphic analyses and sampling: L. Vezzoli, F. Livio, A. Berlusconi, M. Sacchi; V. Comerci. Lab analyses (this activity will continue until the end of the field work): Laboratorio di Luminescenza del Dipartimento di Scienza dei Materiali, Università di Milano Bicocca, for OSL dating; CEDAD, Università di Lecce, for AMS radiocarbon dating, cofunded by APAT; A. Zerboni, L. Trombino and M. Cremaschi (Università Statale di Milano) for pedostratigraphy and palaeoethnology. 3) Shallow geophysical prospecting for the identification of other paleoseismic sites along the Monte Netto anticline.. Investigators: GPR: P. Sammonds, G. Roberts; GPR analysis will be cofunded by UCL Geoelectic survey: G. Sileo, A. Berlusconi, C. Violante; geoelectric survey cofunded by Insubria University. 4) Modeling of the relations between the surface deformation studied at Monte Netto, data from shallow boreholes and hydrogeological analyses in the nearby area, and the detailed image of the deep structure available due to the ENI E&P data; assessment of the Late-Quaternary deformation rates of the Monte Netto backthrust, the causative tectonic structure for the paleoseismic evidence described above. Investigators: Structural analyses and modeling: G. Sileo, K. Mueller, C. D’Ambrogi; A.M. Michetti, E. Vittori; Seismotectonic analysis and comparison with seismological (historical and instrumental) and geodetic data: A.M. Michetti, K. Mueller, E. Esposito; S. Porfido; Interpretation of ENI seismic profiles: C. Carcano, S. Rogledi, K. Mueller, G. Sileo, F. Livio. 146 5) Investigations on tectonic structures related to earthquakes accompanied by relevant environmental effects (such as the 1901 and 2004 eqs. near Salò, e.g., Michetti et al., 2005; Pessina et al., 2006; 1802 eq. near Soncino; Burrato et al., 2003; Galli, 2005). Compilation of data on coseismic liquefaction, landslides, ground fracturing, for strong earthquakes with epicentral area within the study area. Investigators: E. Esposito, S. Porfido, L. Guerrieri, V. Comerci, A. M. Michetti; F. Livio. 6) Offshore, high resolution, geophysical prospecting in the SW sector of Lake Garda, where recent tectonic strutures related to the same fold and thrust system of the Monte Netto and Castenedolo anticline have been described (Baroni, 1985; Castaldini e Panizza, 1999; Curzi et al., 1992); also, evidence for seismically- triggered lake bottom slides and megaturbidites similar to those identified in Lake Como and Lake Iseo will be searched. Field mapping in the nearby onshore area, to allow stratigraphic and structural correlations with the outcropping geological formations. If the available funding will allow, these analyses could be extended to Lake Iseo, in collaboration with Regione Lombardia (A. Piccin). Investigators: Field mapping: F. Livio, A. Berlusconi. Seismic reflection data acquisition: C. Violante; M. Sacchi; Geomega Ltd. Mester u. 4 1095 Budapest, Hungary; www.geomega.hu; Processing and interpretation: C. Violante; M. Sacchi, Andrea Berlusconi, Daniela Fanetti; the processing will be conducted at the Geomega Lab., Budapest; A. Piccin (Regione Lombardia). 7) Geomorphic investigation, field mapping and ENI seismic reflection data modeling along other Quaternary structure in the Lombardia Southern Alps, in particular near Soncino, in the area affected by the 1802 eq. (Burrato et al., 2003), and along the Nave-Gussago Fault. Investigators: see Point 2 and 4. STEP 2: DATA PROCESSING (5 MONTHS) 8) Elaboration of the topographic, morphoneotectonic, structural, paleoseismological, geochronological, pedological and stratigraphic data in order to define the more recent deformations: the slip rate, the cinematic and the mechanism of activation of the studied faults in the outer sector of the Lombardia Southern Alps. Investigators: the whole Research Unit. STEP 3: SYNTHESIS AND CONCLUSIONS (LAST 4 MONTHS) 9) Collegial discussion both during the previous activities and in the final phase of the products worked out by the other research units of the national Project; final elaboration of the expected synthesis products. Investigators: the whole Research Unit. 3b.5 Timetable I Phase II Semester 1 2 1 2 Activity 1 X X X - Activity 2 X X - Activity 3 X X - Activity 4 X X X - Activity 5 X X X - Activity 6 X X X - 147 Activity 7 X X - Activity 8 - - X - Activity 9 - - - X 4b. Deliverables A - Log of the excavated walls at the Monte Netto site in a scale of detail (up to 1:20). Stratigraphic and paleoseismic analysis of the Monte Netto site, including AMS and OSL dating. Log of the excavated walls in .dwg format. Photo mosaic of the quarry with location of the dated samples. Table with dating results, calibrations and uncertainties in .xls format. B – Structural interpretation of the Monte Netto anticline and relationships with the causative backthrust. Assessment of the Late Quaternary uplift rate of the Monte Netto anticline, modeling of the basal backthrust, and assessment of the slip rate. Table in *.mdb format of the fault parameters of the studied structures. Interpreted seismic profile in .jpg format and location map in .jpg format. C – GPR survey and geoelectric tomography in the Monte Netto area. Image of the GPR and geoelectric raw sections, image of the interpreted GPR and geoelectric sections (*.jpg). D – High resolution, shallow seismic reflection profiles in the Lake garda offshore. Image of the raw seismic sections, image of the interpreted seismic sections, location map (*.dwg). E – Compilation and analysis of the coseismic environmental effects triggered by historical earthquakes in the Lombardia Po Plain and surrounding regions. Table of the coseismic environmental effects (*.mdb). F – Calibration, through the results collected at the Monte Netto site, of the deformation rates of capable tectonic structure mapped along the Lombardia Southern Alps and adjoining Po Plain. G – Regional mapping of the active compressional structures identified through the interpretation of ENI E&P seismic reflection profiles, and assessment of the source parameters for seismic hazard assessment. Map of the recognized capable structures at regional scale integrated in a GIS system (ESRI ArcGis 9.1) H – Building and management of a web page for the progressive illustration of the project results. I – Scientific papers to be published on journals with impact factor. 7. Piano finanziario (in Euro) 7.1. I fase Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 1) Spese di personale 0 0,00 2) Spese per missioni 2600 0,00 1000 0,00 5400 0,00 0 0,00 Categoria di spesa Importo previsto a 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 5) Spese per servizi 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 148 7) Spese indirette(≤10% del totale) 1000 Totale 0,00 10000 € 7.2. II fase Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 1) Spese di personale 0 0,00 2) Spese per missioni 2600 0,00 1000 0,00 5400 0,00 0 0,00 1000 0,00 Categoria di spesa Importo previsto a 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 5) Spese per servizi 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) Totale 10000 € 7.3. Totale Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 0,00 2) Spese per missioni 5200 € 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 2000 5) Spese per servizi 10800 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 0,00 0,00 0,00 0,00 2000 Totale 20000 € 149 0,00 Convenzione INGV-DPC 2007-2009 Progetti sismologici Progetto S1 - RU 3.08 - Polonia Alina (Task C) Titolo: Individuazione e caratterizzazione di potenziali sorgenti sismogeniche nel Mar Adriatico centro-meridionale e nel Mar Ionio. 1. Responsabile UR Responsabile: Alina Polonia, Ricercatrice ISMAR-Bo Via Gobetti, 121 40129 Bologna Tel. 051-6398888, Fax: 051-6398940 e-mail: [email protected] - Breve CV del responsabile: 1990: laurea in scienze geologiche all’Universita’ degli Studi di Trieste (110/110 e lode). 1990-1992: Borsa di studio in “Interpretazione di dati sismici” presso l’OGS. Analisi strutturale del prisma di accrezione del Mediterraneo Orientale. Co-proponente dell’ODP-Proposal N.330 Rev: Time progressive continental collision: the Mediterranean Ridge accretionary complex in the Eastern Mediterranean. 1993-1995: Borsa di studio presso l’ OGS in “Acquisizione ed interpretazione di dati sismici” nell’ambito del programma EEC MAST-II MEDRIFF (MEDiterranean RIdge Fluid Flow Integrated Investigation). 1995: Ricercatore ospite presso l’Universita’ di Birmingham. Primo trimestre del corso di Master in geofisica. Interpretazione integrata di dati geofisici acquisiti durante le campagne MEDRIFF (sismica multicanale, sismica sparker, side scan sonar, subbottom). Dicembre 1994: Contratto da ricercatore (5 anni) presso l’Osservatorio Geofisico Sperimentale. Febbraio 1997: Assunzione nel ruolo di ricercatore presso l’ IGM, CNR Bologna. Dal 1992 coinvolta in campagne di geologia/geofisica marina in Mediterraneo, M. Marmara e nel Pacifico Meridionale. - 5 pubblicazioni significative relative ai temi di ricerca del progetto Polonia A., Brancolini G., e Torelli L., Vera E, 1999. Structural variability at the active continental margin off Southernmost Chile. Journ. of Geodynamics 27, 289-307. Polonia A., M.H. Cormier, M.N. Çagatay, G. Bortoluzzi, E. Bonatti, L. Gasperini, et al., Exploring submarine earthquake geology in the Marmara Sea, EOS Transactions AGU, 83 (2002) 229 and 235–236. Polonia A., Camerlenghi A., Davey F. And Storti F, 2002. Seismic stratigraphy and tectonic style variation along the Eastern Mediterranean Ridge Accretionary Complex (results of re-interpretation of the MS-multichannel seimsic dataset). Marine Geology, 186, 127-144. Costa E., Camerlenghi A., Polonia A., Cooper, C., Fabretti P., Mosconi, A., Murelli P., Romanelli M., Sormani L., Wardell N., 2004. Modelling deformation and salt tectonics in the eastern Mediterranean Ridge accretionary wedge. GSA Bulletin, v. 116, n. 7/8, p. 880-894 Polonia A., Gasperini L., Amorosi A., Bonatti E., et al., 2004. Holocene slip rate of the North Anatolia Fault in the Marmara Sea. Earth and Planetary Science Letters, v. 227, n.3/4, p. 411-426. 150 Polonia A., Torelli L., Brancolini G. and Loreto M.F., submitted. Tectonic erosion versus accretion along the southern Chile trench: oblique subduction at a continental corner. Tectonics, , 26, TC3005, doi:10.1029/2006TC001983. 2. Personale dell’UR Nominativo (Cognome e Nome) Qualifica Ente/Istituzione Argnani Andrea I Ricercatore ISMAR-Bologna Bellucci Giorgio Ricercatore ISMAR-Bo Bonazzi Claudia Co.Co.Co. ISMAR-Bologna Di Bucci Daniela Ricercatore DPC Foglini Federica Art. 23 Tecnologo ISMAR (CNR) Fracassi Umberto Ricercatore Gasperini Luca Luca Mesi/Persona Mesi/Persona (personale non a carico del progetto) (personale a carico del progetto) I fase II fase 3 3 1 1 0.5 0.5 0.5 0.5 INGV 0 0.5 Ricercatore ISMAR-Bo 1 1 Polonia Alina Ricercatrice ISMAR-Bo 3 3 Ridente Domenico Ricercatore IGAG (CNR) 0 1 Art. 23 ISMAR-Bologna 1.5 1.5 Torelli Luigi Professore Universita’ Parma 1 1 Trincardi Fabio Dirigente di Ricerca ISMAR (CNR) 1 1 Rovere Marzia I fase II fase 1 0 Descrizione del contributo - Versione italiana La valutazione del rischio sismico in zone costiere densamente abitate come quelle dell’Italia meridionale, si fonda sull’ identificazione e caratterizzazione delle strutture sismogeniche in mare attraverso studi integrati di geologia e geofisica marina che utilizzano tecniche di indagine del fondo mare di tipo diretto (campioni di sedimento) e indiretto (sismica a riflessione, morfobatimetria, caratterizzazione acustica del fondo e sottofondo). In generale, la distribuzione e le potenzialità sismogeniche delle principali faglie che interessano la terra ferma sono abbastanza note, mentre si conosce molto meno la natura delle faglie che interessano le aree marine, il cui carattere sismogenico si traduce spesso in potenziale tsunamigenico. Nell’ambito dell’Istituto di Scienze Marine (ISMAR-Bo) si sono recentemente acquisiti dati geologici e geofisici in alcune aree chiave dei mari italiani, che sono alla base di questa nuova proposta di progetto di ricerca. Per semplicita’ e maggiore chiarezza, le tre aree di lavoro proposte (Regione peri-garganica, M. Adriatico meridionale e M. Ionio) verranno descritte separatamente. A – Regione peri-Garganica: 3a.1 Stato dell'arte Il promontorio del Gargano rappresenta una porzione affiorante dell’avampaese apulo e mostra una notevole elevazione, talora superiore ai 1000 m, e un aspetto generale di ampia anticlinale orientata E-O. Nel Gargano sono presenti sistemi di faglie ad orientazione NO-SE, E-O e in minor misura NE-SO, la cui attivita’ non e’ sempre databile con certezza. L’evoluzione tettonica del 151 promontorio garganico e’ oggetto di un rinnovato interesse a seguito del recente terremoto di S. Giuliano del Molise nel Novembre 2002 (Valensise et al., 2004). 3a.2 Obiettivi Per un’appropriata valutazione sismotettonca della regione garganica e’ opportuno tenere conto delle strutture tettoniche presenti a mare. Sebbene queste ultime siano state approssimatamente individuate (es. Argnani et al., 1993) sembra necessario effettuare uno studio ulteriore su alcuni aspetti particolari, che non sono ancora del tutto chiariti. In particolare, e’ opportuno ottenere una migliore definizione riguardo al ruolo di eventuali strutture a direzione E-O presenti sia a sud del Gargano (Faglia di Mattinata), sia fra la costa e le Isole Tremiti, alla natura delle strutture sismogeniche poste a N-E del Gargano e alla loro relazione con la fascia di deformazione individuata in Adriatico centrale (es. Argnani & Frugoni, 1997). 3a.3 Attività L’analisi delle strutture tettoniche avverra’ attraverso l’interpretazione geologica dei profili sismici multicanale a medio-alta risoluzione (ISMAR-CNR) e dei profili commerciali disponibili nell’area, con particolare attenzione alle strutture tettonicamente attive. Verra’ effettuato un confronto fra le strutture tettoniche individuate e i dati sismologici, meccanismi focali in particolare, allo scopo di definire le strutture sismogeniche e la loro natura. Le strutture attive verranno inquadrate in un contesto tettonico regionale, utilizzando anche i vincoli derivanti dai dati GPS. Un primo approccio di integrazione fra dati di varia natura e’ in corso con i colleghi dell’INGV della Sede di Bologna. 3a.4 Metodologia La metodologia impiegata consistera’ nell’applicazione dei concetti della stratigrafia sismica e della geologia strutturale all’interpretazione dei profili sismici. Le stratigrafie dei pozzi per l’esplorazione verranno utilizzate per la calibrazione delle unita’ sismiche. Verra’ anche effettuata la rielaborazione di alcuni profili CROP situati a nord del Gargano per meglio evidenziare la geometria in profondita’ delle strutture tettonicamente attive. Bibliografia Argnani A. & Frugoni F., 1997. Annali di Geofisica, 40, 771-780. Argnani A. et al., 1993. Annali di Geofisica, 36, p. 229-247. Valensise G. et al., 2004. Earthquake Spectra, 20, S23-S37. B: Adriatico meridionale 3a.1 Stato dell'arte (con riferimenti bibliografici essenziali) A partire dal 2003 cinque campagne oceanografiche di ISMAR hanno studiato la scarpata pugliese tra il canyon di Bari e il canale di Pelagosa ed hanno permesso di definire i principali processi responsabili dell’evoluzione e della morfologia del margine durante il Quaternario. L’area è caratterizzata da ricorrente e diffusa instabilità come indicato dalla presenza di numerose frane sottomarine (con mobilizzazioni di sedimento fino ad alcuni km3) e colate di sedimento (Minisini et al., 2006). I depositi coinvolti nei franamenti appartengono ad unità pleistoceniche consolidate (frane a blocchi) o a depositi contouritici accumulati durante l’ultima deglaciazione (Verdicchio e Trincardi, 2008). La frana più estesa (frana di Gondola, Minisini et al., 2006) si è staccata da un settore di piattaforma-scarpata immediatamente a nord del punto in cui la struttura deformativa omonima passa da orientamento circa EW (in piattaforma; Ridente e Trincardi, 2006; Ridente et al., 2008) ad una struttura complessa e orientata NW-SE in scarpata. In piattaforma, i depositi tardo Pleistocenici e Oloceneci sono interessati da blande pieghe e faglie sub-verticali che a tratti dislocano anche il fondo. La ricostruzione di queste deformazioni evidenzia due sistemi subparalleli ad andamento est-ovest, il maggiore dei quali si estende per ca. 50 km e mostra tre segmenti di faglia (lunghi 8, 18 e 5 km da ovest verso est, rispettivamente) separati da zone a deformazione prevalentemente plastica. Quest’area è stata investigata dal punto di vista dei seguenti aspetti: a) tempi e tassi di deformazione, b) cinematica associata all’area di deformazione, c) possibili rapporti con lineamenti regionali noti (sia in mare che in terra), d) 152 possibili implicazioni sismotettoniche e geodinamiche relativamente alla sismicità dell’area (soprattutto intorno al Gargano) e a dati geofisici e di geologia regionale (Ridente et al., 2008). 3a.2 Obiettivi - Estendere la definizione della struttura di Gondola (già studiata nella sua estensione sulla piattaforma continentale) alla scarpata continentale fino al Dauno Seamount incluso. - Identificare i segmenti di faglia che rompono il fondo attraverso l’esame di dati batimetrici (multibeam EM300 e Reson 8160) e side-scan sonar (TOBI), quindi con una risoluzione molto migliore che in piattaforma (dove il dato non ha la copertura totale). - Proporre un modello di deformazione che sia coerente con le osservazioni di fondo mare e discutere, su questa base ma sotto un profilo metodologico più generale, i complessi problemi legati alla datazione di strutture tettoniche in aree marine. 3a.3 Attività Il dato bati-morfologico è di eccezionale qualità si accompagna ad una maglia di profili sismici ad altissima risoluzione (CHRIP sonar) e a numerosi carotaggi che consentono correlazioni stratigrafiche di dettaglio dal Pleistoecene medio-superiore e in particolare durante l’Olocene. L’attività sarà quindi organizzata in tre fasi: 1) interpretazione dei dati batimetrici e morfologici per individuare le rotture o altre deformazioni che interessano il fondo mare; 2) revisione dei dati sismici per definire le unità sismo-stratigrafiche coinvolte nelle deformazioni e per definire l’andamento di strutture sepolte (suturate da depositi successivi alla loro deformazione) e attribuzione di età alle unità deposizionali in base ai dati stratigrafici da carota (inclusi 14C, tephra, stratigrafia isotopica ecc.); 3) interpretazione cinematica e definizione di un modello deformativi per l’area esaminata. Lo studio non implica costi d’acquisizione dati ma solo di elaborazione e interpretazione. 3a.4 Metodologia - Analisi geomorfologia di dati batimetrici multibeam (già acquisiti ed elaborati) ed integrazione con dati side-scan sonar (TOBI) per mettere in luce rotture a fondo mare attraverso l’analisi del backscatter; - Analisi di profili sismici ad altissima risoluzione (CHIRP sonar) per definire l’entità dei rigetti lungo le faglie individuate e la presenza di deformazioni sepolte non definite sui dati morfologici; - Analisi di dati di carotaggio e correlazioni stratigrafiche per definire l’età dei depositi deformati e dei depositi che suturano deformazioni che non raggiungono il fondo mare. Bibliografia: Minisini D., Trincardi F., Asioli A., 2006. Natural Hazards and Earth System Sciences, Vol. 6 (1), pp. 1-20. Ridente D. e Trincardi F., 2006. Basin Research, Vol. 18 (2), pp. 171-188. Ridente D., Fracassi U., Di Bucci D., Trincardi F., Valensise G. 2008. Tecctonophysics (in press). Ridente D., Foglini F., Minisini D., Trincardi F., Verdicchio G. 2007. Marine Geology, Vol. 246: pp. 193-207. Trincardi, F., Foglini, F., Verdicchio, G., Asioli, A., Correggiari A., Minisini, D., Piva, A., Remia, A., Ridente, D., Taviani, M. 2007. Marine Geology, Vol. 246: pp. 208-230. Trincardi F., Verdicchio G., Miserocchi S., 2007 Journal of Geophysical Research (Earth Surface). Vol. 112, F03011, doi:10.1029/2006JF000620. Verdicchio G., e Trincardi F., 2006. Marine Geology, Vol. 234, pp. 271–292. Verdicchio G., Trincardi F., Asioli A., 2007. Geological Society of London, Special Publication (Viana A. e Rebesco M., Eds.). Vol. 276: pp. 199–224. Verdicchio G. & Trincardi F., 2008. Geo-Marine Letters, in stampa. C - Mar Ionio: 3a.1 Stato dell'arte (con riferimenti bibliografici essenziali) L’ Arco Calabro rappresenta una delle regioni sismicamente piu’ attive dell’Italia meridionale. La sismicita’ storica della regione e’ caratterizzata da una sequenza di grossi terremoti (365, 1169, 153 1542, 1624, 1693, 1783, 1905, 1908) spesso associati a tsunami distruttivi. Se da un lato e’ evidente che il rischio sismico di questa regione e’ molto elevato, dall’altro non esiste ancora una esauriente ricostruzione dell’assetto strutturale della parte sommersa dell’arco calabro esterno (i.e. il prisma di accrezione). Sebbene l’architettura regionale del margine continentale ionico della Calabria e Sicilia orientale sia stata ricostruita attraverso l’analisi di profili sismici a grossa penetrazione (es. Doglioni et al., 1999; Finetti, 2005), una questione fondamentale resta ancora irrisolta. I processi di raccorciamento e subduzione nel prisma di accrezione sono ancora attivi? La mancanza di sismicita’ con meccanismi focali di tipo compressivo lungo il piano di subduzione puo’ essere spiegata con una delle seguenti ipotesi: 1) la subduzione e’ cessata; 2) la subduzione e i processi di raccorciamento sono attivi ma asismici; 3) la subduzione e’ attiva ma e’ caratterizzata da una regione sismogenetica “bloccata” (Gutscher et al., 2006). A seconda di quale di queste ipotesi viene presa in considerazione, si possono costruire diversi scenari di rischio geologico, molto diversi tra di loro e le implicazioni sociali di ognuno di questi scenari variano molto a seconda di quale ipotesi geologica si prenda in considerazione. 3a.2 Obiettivi Proponiamo uno studio integrato di geologia marina e geofisica che ha lo scopo di ricostruire i processi tettonici che hanno condizionato l’evoluzione recente del prisma di accrezione dell’Arco Calabro e di determinare posizione e geometria delle faglie attive all’interno del complesso di subduzione. Una migliore conoscenza dell’architettura crostale del complesso di subduzione e l’analisi dei processi morfo-tettonici recenti del margine calabro sono elementi necessari per ricostruire i processi geodinamici attivi nella regione. Questo, a sua volta, e’ un pre-requisito fondamentale per la valutazione del rischio geologico (terremoti, frane sottomarine e tsunami) legato ai processi di convergenza lungo le coste ioniche della Calabria e Sicilia Orientale. Obiettivi piu’ specifici possono essere cosi’ sintetizzati: (1) ricostruire la profondita’ e lo sviluppo tridimensionale del livello di scollamento nel complesso di subduzione; (2) definire i meccanismi e le eta’ dei processi di accrezione del prisma calabro; (3) stimare i tassi di accrezione nei vari settori dell’arco; (4) verificare le interazioni reciproche tra il complesso di subduzione, il fronte compressivo lungo le coste della Sicilia settentrionale ed il prisma di accrezione della Dorsale Mediterranea; (5) ricostruire i tassi di sollevamento del prisma e quelli di avanzamento del fronte di deformazione esterno. L'obiettivo finale è quello di produrre un modello geodinamico 3-D della deformazione crostale che cercherà di vincolare l'architettura superficiale e profonda del complesso di subduzione alla reologia della placca sottoscorrente, fornendo un contributo alla ricostruzione delle interazioni neogenico-quaternarie tra l'Africa e l'Eurasia ed alla conoscenza del rischio sismico e tsunamigenico nella regione. 3a.3 Attività Per raggiungere gli obiettivi elencati riteniamo indispensabile analizzare in dettaglio struttura ed evoluzione delle zone esterne dell’Arco Calabro, dove si ha il contatto tra il prisma di accrezione e la piana abissale indeformata, applicando metodologie di ricerca integrate di geologia e geofisica marina, le quali hanno già dato importanti risultati nello studio della tettonica e dell’evoluzione cinematica nei complessi di accrezione della Dorsale Mediterranea e del Cile Meridionale (Westbrook & Reston, 2002; Reston et al., 2002; Polonia et al., 2002, Polonia et al., 2007). L’attivita’ proposta puo’ essere cosi’ sintetizzata: - ri-elaborazione e re-interpretazione di alcune linee sismiche multicanale selezionate nell’ambito dei datset CROP-Mare e –MS. Si analizzeranno inoltre dati sismici sub-bottom acquisiti dalla N/R Explora nel 2007 e sparker (dataset J) acquisiti dall’ISMAR negli anni ’70. - elaborazione e interpretazione dei dati morfobatimetrici - Interpretazione strutturale integrata dei dati geofisici acquisiti nel Mar Ionio. 3a.4 Metodologia L’attivita’ che proponiamo di eseguire si basa sull’ analisi integrata di dati geofisici gia’ in possesso del gruppo di ricerca e dati geologici (campioni di sedimento) che verranno acquisiti in aree chiave durante una campagna con la N/O CNR-Urania gia’ approvata e programmata per la primavera 2009. L’identificazione delle faglie attive nel complesso di accrezione esterno verra’ effettuata 154 utilizzando i dati morfobatimetrici e sub-bottom recentemente acquisiti con la N/R OGS-Explora nell’ambito di un collaborazione tra Universita’ di Parma, Bologna, ISMAR e OGS. L’analisi combinata di dati geofisici a scale diverse (risoluzioni variabili da decimetriche a chilometriche) ha il grosso vantaggio di garantire, da un lato, il massimo dettaglio nella mappatura e caratterizzazione delle singole strutture attive che rigettano il fondo mare, dall’altro, la possibilita’ di inserire l’ attivita’ tettonica delle singole strutture in un contesto geodinamico regionale. Bibliografia: Doglioni et al., 1999. Foredeep Earth Panet. Sc. Letters, 168, 243-254. Finetti I., 2005. Elsevier, Amsterdam. Gutscher, et al., 2006. Geophysical Research Letters. Polonia A. et al., 2002a. Marine Geology, 186, 127-144. Polonia A., Gasperini L., Amorosi A., Bonatti E., et al., 2004. Earth and Planetary Science Letters, v. 227, n.3/4, p. 411-426. Polonia A., M.H. Cormier, M.N. Çagatay, G. Bortoluzzi, E. Bonatti, L. Gasperini, et al., 2002b, EOS Transactions AGU, 83, 229 and 235–236. Polonia A., Torelli L., Brancolini G. and Loreto M.F. Tectonics, 26, doi:10.1029/2006TC001983, 2007. Reston T.J. et al., 2002. Marine Geology, 186, 59-82. Westbrook G.K., Reston T.J., 2002. Marine Geology, 186, 1-8. 3a.5 Cronoprogramma I Fase II 1 2 1 2 Raccolta dei dati e preparazione della cartografia di base per la regione peri-garganica X - - - Interpretazione dei profili sismici della regione perigarganica e calibrazione stratigrafica X X - - Costruzione della carta tettonica e confronto con i dati sismologici della regione peri-garganica - - X X Semestre Confronto con i dati GPS e proposta di un modello deformativo della regione peri-garganica Interpretazione dei dati batimetrici e morfologici lungo la struttura di Gondola per individuare rotture o altre deformazioni che interessano il fondo mare Revisione dei dati sismici dell’ Adriatico meridionale Interpretazione cinematica e definizione di un modello deformativo dell’Adriatico meridionale Elaborazione ed interpretazione dati MCS (-MS e CROPMare), sub-bottom (Explora 2007) e sparker (dataset J) attraverso i fronti di deformazione dell’Arco Calabro Elaborazione ed interpretazione dati morfobatimetrici attraverso il fronte di deformazione esterno dell’Arco Calabro Interpretazione integrata dei dati morfobatimetrici e geofisici dell’Arco calabro 155 X X X - - - X X - - - X X X X - - X X - X X 4a. Prodotti (elencare i prodotti attesi evidenziando quelli di diretto interesse per DPC) A1- Carta tettonica della regione peri-garganica con evidenziate le strutture attive. A2- Caratterizzazione delle strutture attive in relazione all’attivita’ sismica presente nell’area perigarganica. A3- Ipotesi di modello deformativo per la regione peri-garganica. B1- Ricostruzione 3D della morfologia della scarpata pugliese e definizione del pattern di deformazione a fondo mare lungo la faglia di Gondola B2- Datazione delle unità sedimentarie coinvolte nelle deformazioni associate alla faglia di Gondola B3- Modello deformativo per la struttura di Gondola durante il tardo Quaternario C1- Mappa tettonica dettagliata dell’Arco Calabro esterno C2- Tre sezioni geologiche in aree chiave del prisma di accrezione dell’Arco Calabro selezionate in base alla interpretazione combinata di dati di sismica a riflessione e dati morfobatimetrici. C2- Modello geodinamico 3-D della deformazione crostale dell’Arco Calabro esterno che cercherà di vincolare l'architettura superficiale e profonda del backstop, del bacino di avanarco e del prisma di accrezione e ricostruira’ i tassi di movimento verso l’esterno del prisma di accrezione. 5. Interazioni con altri Enti/Istituzioni - INGV Sede di Bologna - DPC: La Dr.ssa Daniela Di Bucci parteciperà alla fase di interpretazione dei dati e alla valorizzazione del loro significato nel quadro neotettonico dell’area sud-garganica - Universita’ degli Studi di Bologna. Si collaborera’ con la Dr.ssa Capozzi R. per le analisi sedimentologiche sugli eventuali campioni di sedimento che si acquisiranno in primavera 2009. 6. Possibili interazioni con altri Progetti DPC (indicare quali progetti) 1) L’individuazione e la caratterizzazione di potenziali sorgenti sismogeniche che interessano porzioni del fondale marino puo’ avere riflessi sulla localizzazione delle sorgenti tsunamigeniche, in particolare per quanto riguarda il terremoto/maremoto che ha interessato la regione garganica nel 1638. 2) MAGIC (coordinato dal Prof. F.L. Chiocci): nel corso del 2008 ISMAR (CNR) fornirà l’analisi degli elementi di pericolosità che caratterizzano la scarpata pugliese a nord del canyon di Bari 3) Parte integrate di questo progetto e’ la collaborazione del gruppo di ricerca che studiera’ il Mar Ionio con l’UR Tsunami (Resp. De Martini). Nell’ambito di questa collaborazione si sviluppera’ un approccio integrato di geofisica e geologia marina (sismica alta risoluzione, multibeam e campioni di sedimento in aree chiave) che ha lo scopo di identificare le strutture attive a mare e individuare nella successione sedimentaria il record di eventi sismici e tsunamigenici passati. Tale metodologia (paleosismologia sottomarina) e’ stata applicata con successo alla Faglia Nord Anatolica dove ha permesso di stimare i tassi di deformazione lungo la faglia (Polonia et al., 2002b; Polonia et al., 2004) e il tempo di ricorrenza degli eventi sismici maggiori. Applicheremo tale metodologia sia alla Sicilia Orientale (area di Priolo-Augusta) che alla Calabria meridionale (Stretto di Messina e Piana di Sibari) utilizzando i dati geofisici esistenti ed eventualmente pianificando l’acquisizione di sismica ad alta risoluzione e alcuni campioni di sedimento in aree chiave per datare eventuali depositi torbiditici legati all’attivita’ sismica o tsunamigenica. Description of Contribution – English version Seismic risk assessment in densely populated coastal regions, such as southern Italy, is based on identification and characterization of seismogenic structures at sea through integrated marine geological/geophysical studies which involve direct (sediment samples) and indirect (seismic 156 reflection, morphobathymetry, sea-bed acoustic characterization) approaches. Generally, nature, distribution and seismogenic potential of main faults are well known onland and relatively less constrained at sea where they are often associated with a tsunamigenic potential. Among the activities of the Institute of Marine Science (ISMAR- Bo) we have recently acquired new geological and geophysical marine data in three tectonically active key-areas of the Italian seas that represent the base of this proposal. For clarity, we will describe separately the proposed activity for the three areas: A) Peri-Gargano region, B) Southern Adriatic region and C) Ionian Sea. A- Peri-Gargano region 3b.1 State of the art The Gargano Promontory is an elevated sector (in places over 1000 m high) of the Apulian foreland that appears as a broad, E-trending anticline. Fault systems trending NW-SE, E-W, and to a lesser extent NE-SW, characterize the Gargano Promontory, although dating of fault activity is often difficult. The S. Giuliano del Molise earthquake, in November 2002, has recently renewed interest in the tectonic evolution of the Gargano Promontory (Valensise et al., 2004). 3b.2 Goals The tectonic structures that are located at sea need to be identified and characterized in order to properly asses the seismotectonics of the Gargano region. Although these tectonic structures have been partly identified from previous studies (e.g., Argnani et al., 1993) several issues need to be further addressed. In particular, the meaning of E-W-trending faults located both south of the Gargano Promontory (Mattinata Fault) and between the coast and the Tremiti Islands, and the characters of the seismogenic structures located to the NE of the promontory and their relationships with the belt of tectonic structures of the central Adriatic Sea (e.g., Argnani & Frugoni, 1997). 3b.3 Activity The study of the tectonic structures will be carried out interpreting a grid of medium-to-high resolution (ISMAR-CNR) and commercial multichannel seismic profiles. The tectonic pattern will be then compared to the distribution of seismicity and with focal mechanisms in order to characterized the tectonic activity. Morover, the pattern of deformation will be framed in a broader tectonic setting using constraints from GPS data; an effort which is presently ongoing with colleagues from INGVBologna. 3b.4 Metodology The concepts of seismic stratigraphy and structural geology will be applied to the interpretation of seismic profiles, correlating the seismic units to the stratigraphy of exploration wells. Some CROP seismic profiles located north of Gargano will be reprocessed in order to highlight the deep geometry of the active tectonic structures. References Argnani A. & Frugoni F., 1997. Annali di Geofisica, 40, 771-780. Argnani A. et al., 1993. Annali di Geofisica, 36, p. 229-247. Valensise G. et al., 2004. Earthquake Spectra, 20, S23-S37. B - Southern Adriatic 3b.1 State of the art Since 2003 ISMAR (CNR) has studied the Apulian slope between Bari canyon the Pelagosa sill and helped defining the main processes shaping the morphology of this area through the Quaternary. The area is impacted by diffused evidence of mass-failure events resulting in several mass-transport deposits of variable extent and mobilizing volumes of sediment up to few km3 (Minisini et al., 2006). The failed materials belong both to consolidated Pleistocene units consolidate (leading to blocky slides) or to bottom current deposits generated since the last glacial maximum (Verdicchio e Trincardi, 2008). Gondola slide (Minisini et al., 2006) detached from an upper slope region where a major active fault (Gondola fault) turns from EW-trending (on the shelf; 157 Ridente e Trincardi, 2006; Ridente et al., 2008) to NW-SE (on the slope). On the shelf Gondola deformation belt affects Pleistocene and Holocene deposits generating gentle folds and subvertical fault offsets in some cases reaching the sea floor. The area has been investigated to define: a) timing and rates of deformation; b) cinematic of deformation; c) possible relations to deep seated deformations in the same area and landward; d) possible seismo-tectonic implications around the Gargano region (Ridente et al., 2008). 3b.2 Goals - Define Gondola deformation belt beyond the continental shelf (Ridente et al., 2008) across the continental slope including Dauno Seamount. - Define where individual fault segment offset the sea floorby examining swath bathymetry data (multibeam EM300 e Reson 8160) and long-range side-scan sonar (TOBI). - Propose a deformation model consistent with the morphology of the sea floor and contribute, more in general, to the discussion regarding themethodological problems in dating tectonic structures offshore. 3b.3 Activity (with timetable for each phase) The available bathymetric and morphological data (at no cost to this project) is accompanied by a dense grid of very-high resolution seismic profiles (CHRIP sonar) and numerous cores (and related multiproxy analyses).These data allow detailed stratigraphic determinations through upper Pleistocene and Holocene units. Our activity is organized in three phases: 1) interpretation of bathymetric and side-scan sonar data to trace sea-floor affecting offsets or older and sealed deformations; 2) revision of reflection seismic data identify seismic-stratigraphic data to assess the age of deformations and, where buried, their detailed trends; 3) interpretation of cinematic and discussion of deformation models for the study area. 3b.4 Metodology - Geomorphological analysis of multibeam bathymetric data to identify sea-floor offsetting faults; - Seismic-stratigraphic analysis of high-resolution CHIRP-sonar profilesto quantify the vertical offsets of faults; - Analysis of sediment cores and core-correlation exercises to asses the age of deformed materials and, where present, post deformation deposits. References: Minisini D., Trincardi F., Asioli A., 2006. Natural Hazards and Earth System Sciences, Vol. 6 (1), pp. 1-20. Ridente D. e Trincardi F., 2006. Basin Research, Vol. 18 (2), pp. 171-188. Ridente D., Fracassi U., Di Bucci D., Trincardi F., Valensise G. 2008. Tecctonophysics (in press). Ridente D., Foglini F., Minisini D., Trincardi F., Verdicchio G. 2007. Marine Geology, Vol. 246: pp. 193-207. Trincardi, F., Foglini, F., Verdicchio, G., Asioli, A., Correggiari A., Minisini, D., Piva, A., Remia, A., Ridente, D., Taviani, M. 2007. Marine Geology, Vol. 246: pp. 208-230. Trincardi F., Verdicchio G., Miserocchi S., 2007 Journal of Geophysical Research (Earth Surface). Vol. 112, F03011, doi:10.1029/2006JF000620. Verdicchio G., e Trincardi F., 2006. Marine Geology, Vol. 234, pp. 271–292. Verdicchio G., Trincardi F., Asioli A., 2007. Geological Society of London, Special Publication (Viana A. e Rebesco M., Eds.). Vol. 276: pp. 199–224. Verdicchio G. & Trincardi F., 2008. Geo-Marine Letters, in stampa. C – Ionian Sea region 3b.1 State of the art (including references when necessary) The CA is part of the most active seismic belt in Italy. This region is characterized by a high earthquake hazard: it has been struck repeatedly by very strong historical earthquakes in 1169, 1542, 1624, 1693, 1783, 1905, 1908, often associated with destructive tsunami. The Messina 158 earthquake of 1908 alone, killed over 100,000 people. Although the regional architecture of the margin geometry has been described through the analysis of high penetration seismic data, one major question remains unanswered: “is the Calabria subduction zone still active”?The lack of seismicity along the subduction fault plane (with a characteristic shallow dipping thrust-type focal mechanism) can be explained by one of the following occurrences: 1) subduction has ceased; 2) subduction is active but aseismically, or 3) subduction is active and there is a large locked seismogenic zone. Diverse earthquake scenarios can be envisioned depending on which of these three hypotheses is taken into account. The implications of each scenario for the hazard facing the Central Mediterranean vary widely, and their likelyhood needs to be evaluated. These evaluations can only be as reliable as the seismological, geophysical and geological parameters on which they are based. Understanding the present-day tectonics of Calabria is important to understand the earthquake risk in southern Italy. 3b.2 Goals The project is designed to carry out an integrated crustal study of the deformation processes at the front of the Calabrian Arc (CA). We propose an integrated geological and geophysical approach that has the potential to reveal if subduction is still active and to address seismic and tsunami risk assessment in the Central Mediterranean region. More specific objectives that will be addressed through the proposed activity are: (1) depth and variation of the decollement level; (2) mechanisms and timing of the accretionary processes in the subduction wedge; (3) rates of sediment accretion in the various domains of the accretionary wedge; (4) interplay between the subduction complex and lateral structural features (i.e. compressive belt of Northern Sicilily to the West and Mediterranean Ridge to the East); (5) uplift and outward growth rates of the accretionary wedge. 3b.3 Activity (with timetable for each phase) In order to address these problems we will analyze in detail the structure and the evolution of external CA, through an integrated geological and geophysical approach addressing tectonics, kinematics and mass balancing in the accretionary complexes as well as submarine earthquake geology (Westbrook & Reston, 2002; Reston et al., 2002; Polonia et al., 2002, Polonia et al., 2007). The proposed activity may be summarised as follows: - re-processing and re-interpretation of selected MCS profiles belonging to MS and CROP-Mare datasets. - processing and interpretation of morphobathymetric data acquired in the working area in May 2007. - processing and interpretation of high resolution sub-bottom data acquired in the working area in May 2007. 3b.4 Metodology The main project activity is based on the analysis of already available geophysical data with the acquisition of well targeted sediment samples that will be acquired in key areas during a cruise with R/V CNR-Urania (Spring, 2009). The identification of active faults within the accretionary complex will be addressed through the analysis of morphobathymetric and CHIRP data acquired in May 2007 with R/V OGS-Explora in the outer accretionary wedge in the frame of a cooperation between ISMAR, University of Parma, Bologna and OGS. The seismo-stratigraphic interpretation of the seismic reflection profiles, will constitute the scientific and methodological base to perform the research project. The seismic lines will be used to detail the shallow and deep structural setting of the External Calabrian Arc as well as to identify the major stratigraphic units involved in deformation. The availability of geophysical data with very different vertical resolution (decimetres versus kilometres) has the potential to allow a very accurate identification of active faults and to interpret them in the frame of the regional geodyanamic framework. 159 3b.5 Timetable I Phase II 1 Semestre 2 1 2 Organization of the Data set of the peri-Gargano region and base maps X - - - Interpretation of seismic profiles and stratigraphic correlation for the peri- Gargano region X X - - - - X X Setting of a tectonic map and comparison with seismological data for the peri-Gargano region Comparison with GPS data and outline of a deformation model for the peri-Gargano region Interpretation of bathymetry and morphological data along Gondola deformation belt with particolar enphasis on sea-floor offsets Review of seismic-startigraphic data in the area and age assessment of late-Quaternary depositional units X X X - - - X X - - - X X Cinematic interpretation and definition of a deformation model for Gondola deformation belt Processing and interpretation of MCS and CHIRP seismic data across the deformation fronts of the Calabrian Arc subduction complex Processing and interpretation of morphobathymetric data across the outer deformation front of the Calabrian Arc X X - - - X X - Integrated structural interpretation of geophysical data in the Ionian Sea - - X X 4b. Deliverables A1- Tectonic map of the peri-gargano region with the active structures highlighted; A2- Characterization of the active tectonic structures of the peri-Gargano region and their relationship with sesmicity; A3- Proposal of a deformation model for the peri-Gargano region; B1 3D bathy-morphological reconstruction of the apulian slope and definition of the deformation pattern at the sea floor along Gondola fault; B2 Precise dating of the sedimentare units affected by the various segments of Gondola deformation belt; B3 Proposal of a deformation model for Gondola deformation belt during the late Quaternary; C1 High-resolution tectonic map of the outer Calabrian Arc; C2 Selected vertical cross-sections in key areas of the Calabrian Arc accretionary complex, based on the combined interpretation of cores, chirp, multibeam and seismic data; C2 - 3-D geodynamic model of the Calabrian Arc that will describe the structural architecture of the accretionary wedge, fore-arc basin and backstop and rates of outward growth of the accretionary wedge. 160 7. Piano finanziario (in Euro) 7.1. I fase Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 1) Spese di personale 3000 0,00 2) Spese per missioni 4000 0,00 Categoria di spesa 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 12000 5) Spese per servizi 2500 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette(≤10% del totale) 5500 0 3000 Totale 0,00 0,00 0,00 0,00 30000 7.2. II fase Importo previsto a Categoria di spesa Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 2500 2) Spese per missioni 4000 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 9000 5) Spese per servizi 4000 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 3000 Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 0 2500 Totale 25000 7.3. Totale Importo previsto a Categoria di spesa 1) Spese di personale 5500 2) Spese per missioni 3) Costi Amministrativi Coordinatori di Progetto) Finanziato dal Dipartimento b 8000 (solo per 0 161 Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 21000 5) Spese per servizi 6500 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 8500 5500 Totale 55000 162 Convenzione INGV-DPC 2007-2009 Progetti sismologici Progetto S1 - RU 3.10 - Scrocca Davide (Task C) Titolo: Caratterizzazione sismotettonica del prisma di accrezione nell’Appennino centrosettentrionale 1. Responsabile UR Davide Scrocca (Ricercatore) Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria – Sezione La Sapienza (CNR) c/o Dipartimento di Scienze della Terra, Università degli Studi di Roma “La Sapienza” P.le A. Moro 5, 00185 Roma – Italy. phone: ++39 06 4991.4922, fax: ++39 06 4468632 mobile: ++39 328.4154115, e-mail: [email protected] 1990: Laurea in Sc. Geologiche presso l'Università degli studi di Roma La Sapienza. 1996: Dottorato di Ricerca in Scienze della Terra con tesi in geologia strutturale e tettonica. 1996-2000: esperienza professionale in una compagnia petrolifera dove segue e coordina diversi progetti di R&D in cui ha potuto consolidare la propria esperienza nell’interpretazione della sismica a riflessione e nella modellazione strutturale 2D e 3D. 1999: Vincitore del premio annuale della Società Geologica Italiana. 2000-2007: ricercatore con contratto di assunzione a tempo determinato (art. 36 Legge 70/75) presso l’Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria. 2007: Stabilizzato in ruolo con qualifica di ricercatore presso l’Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria. 2004-2008: Responsabile del modulo di commessa (TA-P01-IGG-C8-M001-042) “Struttura crostale ed evoluzione geodinamica della penisola italiana - Partecipazione al Progetto CROP”. 2004-2008: professore a contratto presso l'Università degli studi di Roma La Sapienza per gli insegnamenti di “Interpretazione sismica a riflessione” (Corso di Laurea Specialistica in Geodinamica, Geofisica e Vulcanologia) e di “Prospezioni geofisiche e sismostratigrafia” (Corso di Laurea Specialistica in Prospezioni Geologiche e Cartografia). Ha coordinato le attività per la pubblicazione dei dati sismici a riflessione acquisiti con il Progetto Strategico Crosta Profonda (CROP). Svolge attività di ricerca finalizzata alla definizione della struttura crostale e dell’evoluzione geodinamica della penisola italiana con possibili ricadute applicative per lo sviluppo di modelli sismotettonici e la ricerca di fonti energetiche. Scrocca D., Doglioni C., Innocenti F., Manetti P., Mazzotti A., Bertelli L., Burbi L. & D’offizi S. (Eds.) (2003) – CROP Atlas: seismic reflection profiles of the Italian crust. Mem. Descr. Carta Geol. It., 62, 194 pp., 71 tavole. Carminati E., Doglioni C. & Scrocca D. (2003) - Apennines subduction-related subsidence of Venice (Italy). Geophys. Res. Lett., 30(13), 1717, doi:10.1029/2003GL017001. Scrocca D. (2006) - Thrust front segmentation induced by differential slab retreat in the Apennines (Italy). Terra Nova, 18(2), 154–161, doi: 10.1111/j.1365-3121.2006.00675.x Scrocca D., Carminati E., Doglioni C. & Marcantoni D. (2007) - Slab retreat and active shortening along the central-northern Apennines. In Lacombe O., Lavé J., Roure F. and Vergès J. (Eds) "Thrust belts and foreland basins: From fold kinematics to hydrocarbon systems", Frontiers in Earth Sciences, 471-487. 163 Doglioni C., Carminati E., Cuffaro M. & Scrocca D. (2007) - Subduction kinematics and dynamic constraints, Earth-Science Reviews, 83 125–175, doi:10.1016/j.earscirev.2007.04.001. 2. Personale dell’UR Nominativo (Cognome e Nome) Qualifica Scrocca Davide Ricercatore Carminati Eugenio Ricercatore Bigi Sabina Ricercatore Cuffaro Marco Assegnista di Ricerca Ente/Istituzione Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria -CNR Dipartimento di Scienze della Terra Università degli Studi di Roma “La Sapienza” Dipartimento di Scienze della Terra Università degli Studi di Roma “La Sapienza” Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria -CNR Mesi/Persona Mesi/Persona (personale non a carico del progetto) (personale a carico del progetto) I fase II fase 6 6 4 4 4 4 3 3 I fase II fase Descrizione del contributo - Versione italiana 3a.1 Stato dell'arte L’analisi degli orogeni relativi a zone di subduzione dirette verso W (e.g., Doglioni et al. 1999) mette in evidenza la generale presenza di un prisma soggetto a deformazioni compressive delimitato a letto dal fronte deformativo della catena e a tetto dal un sovrascorrimento responsabile del rapido sollevamento della catena che frequentemente mostra caratteri di “fuori sequenza”. Recenti lavori hanno confermato questo schema interpretativo anche per la porzione centrosettentrionale della catena Appenninica (tra molti altri, DiSS 3.0.4; Montone et al., 2004; Scrocca et al., 2007). Ciononostante rimangono ancora da migliorare, tra le altre, la caratterizzazione sismotettonica sia del fronte della catena nel settore Adriatico centro-settentrionale, di cui è stata recentemente documentata una posizione più esterna rispetto a quanto precedentemente noto (Scrocca, 2006), che della posizione del sovrascorrimento fuori-sequenza nel settore marchigiano-abruzzese (Bigi et al., 1997). Inoltre, rimane da valutare se la sismicità localizzata sino ad oltre 20 km di profondità lungo una fascia che corre lungo il versante NE dell’Appennino settentrionale dall’Emilia alle Marche meridionali (sorgente sismogenetica areale ITSA027 - Bore-Montefeltro-Fabriano-Laga) sia da attribuire a una rampa di un sovrascorrimento crostale o se, piuttosto, possa essere associata al prosecuzione in profondità del scollamento principale. Infine, nel settore Padano, la sismicità strumentale rilevata sembra essere divisibile in due parti: una più superficiale al di sopra dello scollamento basale del prisma di accezione e una più profonda sottostante lo stesso. La sismicità più superficiale è relativamente ben studiata, e mostra un carattere prevalentemente compressivo, mentre della sismicità più profonda, a carattere prevalentemente trascorrente/transtensivo/transpressivo, sono meno note le cause tettoniche. 3a.2 Obiettivi La nostra unità di ricerca intende analizzare le caratteristiche sismotettoniche del prisma di accrezione nell’Appennino centro-settentrionale, con particolare attenzione ai settori emiliano- 164 romagnolo-ferrarese, marchigiano-abruzzese e centro-adriatico la cui attività tettonica è ormai ampiamente riconosciuta in letteratura. In sintesi, tenendo presente il quadro geodinamico d’insieme, verrà elaborato un modello aggiornato dell’assetto strutturale crostale e superficiale, con particolare riguardo alla geometria dei piani di scollamento. Su queste basi, si cercherà quindi di migliorare le conoscenze sismotettoniche per quanto riguarda la definizione sia delle sorgenti individuali che areali presenti nell’area di studio (che potranno utilmente contribuire ad aggiornare e sviluppare il database DISS 3.0.4). Per quanto riguarda il settore Padano, la nostra UR si prefigge di analizzare e di cercare di spiegare l'origine della diversa natura della sismicità riconoscibile sopra e sotto lo scollamento basale del prisma di accrezione a partire da una accurata ricostruzione della geometria dello detachment principale e da una caratterizzazione tettonica della sottostante monoclinale regionale. Inoltre, sebbene siano state già riconosciute diverse sorgenti sismogenetiche (e.g., ITSA050 Poggio Rusco-Migliarino, ITSA051 - Novi-Poggio Renatico, ITGG107 – Mirandola) interpretate come sovrascorrimenti attivi, riteniamo che una reintrepretazione dei dati disponibili possa permettere una migliore definizione della geometria in profondità dei sovrascorrimenti e, di conseguenza, una migliore associazione tra eventi noti e sorgenti sismogenetiche. Nel settore centro adriatico saranno sviluppate le conoscenze sulle caratteristiche della sorgente areale “ITSA052: Mid-Adriatic offshore”. In particolare, saranno sviluppati studi per analizzarne la possibile segmentazione, raffinarne le conoscenze sulle sue caratteristiche geometriche e valutarne gli slip rates. Con riferimento al settore marchigiano-abruzzese si cercherà di ricostruire la posizione del sovrascorrimento fuori sequenza che delimita ad occidente la fascia attualmente soggetta a tettonica compressiva e di migliorare la definizione della geometria delle sorgenti individuali ed areali già definite nel DISS (e.g., “ITSA054 - Southern Marche offshore”, “ITSA020 - Southern Marche” e "ITGG070 - Offida”) e, compatibilmente con la risoluzione dei dati disponibili, degli slip rates associati. Infine, per le sorgenti areali saranno studiate le caratteristiche della loro terminazione meridionale 3a.3 Attività 1 - Raccolta di tutti i dati disponibili in una banca dati georeferenziata contente i seguenti elementi informativi: • profili sismici a riflessione disponibili nella zona di interesse, (tra cui, ad esempio, sismica riconoscitiva ministeriale relativa alla “Zona B”, linee CROP, eventuali linee sismiche ad alta risoluzione, etc) e dati di pozzi perforati per la ricerca di idrocarburi; • dati di terreno nel settore marchigiano-abruzzese; • dati geologici e geofisici pubblicati in precedenti studi (mappe, profili sismici e sezioni geologiche); 2- Interpretazione integrata dei dati raccolti. a) Nel settore padano sarà ricostruita la geometria del piano di scollamento basale del prisma di accrezione sulla base della reinterpretazione congiunta delle linee sismiche disponibili e dei profili geologici pubblicati. Inoltre, si cercherà di migliorare la definizione della geometria in profondità dei sovrascorrimenti associati a diverse sorgenti sismogenetiche già riconosciute in Apennino settentrionale (e.g., ITSA050 - Poggio Rusco-Migliarino, ITSA051 - Novi-Poggio Renatico, ITGG107 – Mirandola). b) Nel settore off-shore centro-adriatico, le linee sismiche verranno interpretate per definire l’andamento (mappe in tempi doppi) dei principali orizzonti interpretabili (e.g., Top Messiniano, Top Scaglia calcarea, Top Fucoidi) e ricostruire la geometria, le fasi di attività e i tassi di deformazione (con tecniche di backstripping) delle faglie riconosciute con particolare attenzione alle strutture attive. c) Nel settore on-shore marchigiano-abruzzese, dati di superficie derivanti da rilievi di terreno saranno integrati con la re-interpretazione delle linee sismiche disponibili nell’area. Questo permetterà di ricostruire l’andamento di orizzonti di riferimento (mappe in tempi doppi) sia nella successione pre-orogenica che in quella sin-orogenica (Fucoidi, Pliocene inferiore, Pliocene superiore). Questa indagine sarà finalizzata alla correlazione delle culminazioni assiali lungo la direzione della struttura regionale, alla comparazione dei tempi di evoluzione e degli slip rates. 165 3 – Modellazione della struttura crostale nella zona frontale del prisma d’accrezione e della geometria della relativa zona di subduzione lungo alcuni transetti rappresentativi. 4 - Ricostruzione, dove possibile, dei tassi di deformazione delle strutture riconosciute e comparazione con gli strain rates derivati da dati geodetici. 5 – Costruzione di profili reologici e confronto con la distribuzione della sismicità strumentale. 3a.4 Metodologia Per raggiungere le finalità descritte si integreranno le seguenti metodologie: - interpretazione di dati di sottosuolo (dati da pozzi e linee sismiche, commerciali, CROP e ad alta risoluzione dove disponibili); - rilevamento geologico-strutturale; - analisi di bacino tramite tecniche di backstripping; - meccanica delle faglie con particolare riferimento alla sismogenesi; - analisi dello strain rate da dati GPS e ricostruzione della cinematica delle placche; - utilizzo e interpretazione di dati sismologici, geodetici, tomografici e geofisici in generale. 3a.5 Cronoprogramma I Fase II Semestre 1 2 1 2 Attività 1 X - - - Attività 2a X X - - Attività 2b - X X X Attività 2c - X X X Attività 3 - - X X Attività 4 - - X X Attività 5 - X X 4a. Prodotti (elencare i prodotti attesi evidenziando quelli di diretto interesse per DPC) • Geometria dello scollamento basale del prisma d’accrezione nel settore centro orientale della Pianura Padana (Dataset gereferenziato); • Migliore definizione della geometria in profondità dei sovrascorrimenti associati a diverse sorgenti sismogenetiche già riconosciute in Apennino settentrionale (e.g., ITSA050 - Poggio Rusco-Migliarino, ITSA051 - Novi-Poggio Renatico, ITGG107 – Mirandola) e, di conseguenza, migliore associazione tra eventi noti e sorgenti sismogenetiche; • Profili geologici lungo transetti rappresentativi illustranti le relazioni tra la sismicità superficiale registrata lungo costa adriatica e la sismicità più profonda riconosciuta sino ad oltre 20 km di profondità lungo una fascia che corre lungo il versante NE dell’Appennino settentrionale dall’Emilia alle Marche meridionali (sorgente sismogenetica areale ITSA027 - Bore-MontefeltroFabriano-Laga); • Definizione dei relativi parametri geometrici e dove possibile dei tassi di deformazione delle sorgenti ITSA054 - Southern Marche offshore e ITSA052 - Mid-Adriatic offshore; ricostruzione 166 • della possibile segmentazione interna e sviluppo della descrizione della loro terminazione meridionale; Caratterizzazione della sorgente sismogenetica areale ITSA020 - Southern Marche (segmentazione, geometria e dove possibile tassi di deformazione) e relazioni con le analoghe zone presenti più a nord (margine interno della Pianura Padana). 5. Interazioni con altri Enti/Istituzioni (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) INGV: cooperazione con le altre unità operanti nell’S1 in relazione all’integrazione tra i risultati delle ricostruzioni geologico strutturali e analisi più propriamente sismologiche. Università di BOLOGNA (prof. Zerbini): confronto tra tassi di deformazioni ricavati su basi geologiche con quelli derivati da dati geodetici. 6. Possibili interazioni con altri Progetti DPC (indicare quali progetti) (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) NA Description of Contribution – English version 3b.1 State of the art The analysis of orogens related to west directed subduction zones (Doglioni et al., 1999), reveal the presence of an accretionary wedge delimited at its footwall by the external thrust front and at its hangingwall by a thrust responsible for the rapid uplift of the chain which generally show an “out-ofsequence” character. Recent studies have confirmed this interpretative scheme also for the central-northern portions of the Apennines (among many other, DiSS 3.0.4; Montone et al., 2004; Scrocca et al., 2007). However, several issues require further analyses as, among the others, the seismotectonic characterization of the thrust front in the central and northern Adriatic off-shore, for which a more external position with respect to the commonly accepted interpretation has been recently proposed (Scrocca, 2006), and the loction of the internal “out-of-sequence” thrust in the marchigianoabruzzese sector (Bigi et al., 1997). Moreover, it should be investigated if the seismicity recorded down to more than 20 km in a belt located along the eastern side of the Apennines between the Emilia and the southern Marche regions (Seismogenic Source ITSA027 - Bore-MontefeltroFabriano-Laga) could be related to a crustal thrust or rather associated to prosecution at depth of the main detachment. Finally, beneath the Po Plain, the crustal seismicity can be divided in two parts, above and below the basal decollement of the accretionary prism. The deep seismicity is mainly transcurrent/transtensional, while the shallower seismicity is compressional, varying from pure thrusting to oblique/lateral traspression. The origin of the deep seismicity is of difficult interpretation and will be one of the topics of the research of the RU. 3b.2 Goals Our UR will investigate the seismotectonic characteristics of the accretionary prism in the central and northern Apennines, with a special attention to the emiliano-romagnolo-ferrarese, marchigiano-abruzzese e central Adriatic sectors whose tectonic activity is quite well documented. Taking into consideration the Italian geodynamic framework, un updated model of both the deeper and shallower crustal structure will be developed. The geometry of the main detachment surfaces will be carefully analised. On these bases, we will improve the seismotectonic characterization of both the individual sources and the seismogenic areas located in or study area (these results will likely contribute to enrich and to develop the DISS database). 167 Regarding the Po Plain sector, our UR aim to explain the origin of the poorly understood deep seismicity based on a detailed analysis of the geometry of the basal detachment of the northern Apennines accretionary prism and a tectonic characterization of the underlining regional monocline. Moreover, although some seismogenic sources have been already recognized (e.g., ITSA050 - Poggio Rusco-Migliarino, ITSA051 - Novi-Poggio Renatico, ITGG107 – Mirandola), we do believe that a reinterpretation of the available data may allow an improved description of the geometry at depth on main seismogenic thrusts and, as a consequence, the correlation with the known hypocenters. In the central Adriatic domain, the knowledge about the seismogenic area “ITSA052: Mid-Adriatic offshore”. In particular, its possible segmentation, geometry, and slip rates will be analyzed in detail. With regard to the marchigiano-abruzzese sector, we will try to reconstruct the position of the outof-sequence thrust, which define the internal edge of the zone affected by a compressional stress field, to improve the geometrical description of the seismogenic areas and source already contained in the DISS database (e.g., “ITSA054 - Southern Marche offshore”, “ITSA020 - Southern Marche” e "ITGG070 - Offida”), and, compatibly with the resolution of the available data, the associated slip rates. Finally, the southern termination of the quoted seismogenic areas will be analyzed in detail. 3b.3 Activity (with timetable for each phase) 1- All the available data will be organized within a geographic information system (ArcGIS 9.1) made up by the following data. - Seismic reflection profiles avalibale in the study area (i.e., public multi-channel seismic reflection profiles belonging to the so-called “Zone B”, CROP profiles, possible high resolution seismic profiles etc.); - well data; - field data in the marchigiano-abruzzese sector; - published geological and geophysical data (maps, seismic profiles, and geological crosssections). 2 – Integrated interpretation of the available data a) Beneath the Po Plain the geometry of the basal detachment surface of the Northern Apennines accretionary prism will be reconstructed by integrating the reinterpretation of the accessible seismic profiles and geological cross-sections. Moreover, an improved definition of the geometry at depth of some thrusts already identified as seismogenic sources will be carried out (e.g., ITSA050 - Poggio Rusco-Migliarino, ITSA051 - Novi-Poggio Renatico, ITGG107 – Mirandola). b) In the central Adriatic off-shore, the seismic profiles will be interpreted to map the main seismic horizons (e.g., Top Messiniano, Top Scaglia calcarea, Top Fucoidi) and to define the geometry, the phases of tectonic activity, and the slip rates (by means of backstripping techniques) of the recognized thusts (special care will be devoted to active structures). c) In the marchigiano-abruzzese on-shore area, the results of field surveys will be integrated with the re-interpretation of the available seismic profiles. In this way, we will reconstruct the geometry (two ways time maps) of the main horizons belonging to both the pre- and synorogenis successions (top Fucoidi, top lower Pliocene, and top upper Pliocene). 3 - Modeling of the crustal structural setting along a representative transects across the centralnorthern sectors of the Apennines. 4 - Evaluation, where possible, of the strain rates associated with the recognized active thrust related structures and cross-check against known geodetic information. 5 – Comparison between ad hoc reological profiles and recorded instrumental seismicity. 3b.4 Metodology To reach the described goals the following techniques will be integrated: - interpretation of subsurface informations (wells data and seismic profiles) - structural mapping; - fault mechanics with particular reference to seismogenesis; - basin analysis by backstripping 168 - plate kinematics modelling and calculation of the associated strain rate; - use and interpretation of seismic, tomographic and seismotectonic data. 3b.5 Timetable I Phase II Semester 1 2 1 2 Activity 1 X - - - Activity 2a X X - - Activity 2b - X X X Activity 2c - X X X Activity 3 - - X X Activity 4 - - X X Activity 5 - X X 4b. Deliverables • • • • • Geometry of the basal detachment surface of the Northern Apennines accretionary prism beneath the Po Plain Improved definition of the geometry at depth of some thrusts already identified as seismogenic sources (e.g., ITSA050 - Poggio Rusco-Migliarino, ITSA051 - Novi-Poggio Renatico, ITGG107 – Mirandola). Consequently, a better correlation between known seismic events and seismogenic sources could be achieved. Representative transects across the central-northern sectors of the Apennines showing the relationships between the shallow seismicity recorded along the Adriatic coastline and the deeper seismicity (down to more than 20 km) detected in a belt located along the eastern side of the Apennines between the Emilia and the southern Marche regions (sorgente sismogenetica areale ITSA027 - Bore-Montefeltro-Fabriano-Laga). Definition of the main geometric parameters, and where possible of the associated strain rates, for the ITSA054 - Southern Marche offshore e ITSA052 - Mid-Adriatic offshore sources. Characterization of the seismogenic area ITSA020 - Southern Marche (segmentation, geometry and, where possible, strain rates). Definition of the relationships with the analogous sources recognized along the souther edge of the Po Plain. 169 7. Piano finanziario (in Euro) 7.1. I fase Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 1600 2) Spese per missioni 300 3) Costi amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 0 10000 5) Spese per servizi 0 6) Materiale tecnico durevole e di uso 2500 7) Spese indirette (≤10% del totale) 1600 Totale 16000,00 7.2. II fase Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 1600 2) Spese per missioni 2000 3) Costi amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 0 10800 5) Spese per servizi 0 6) Materiale tecnico durevole e di uso 0 7) Spese indirette(≤10% del totale) 1600 Totale 16000 7.3. Totale Categoria di spesa Importo previsto a 170 Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 1) Spese di personale 3200 2) Spese per missioni 2300 3) Costi amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0 20800 5) Spese per servizi 0 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 2500 3200 Totale 32000 171 Convenzione INGV-DPC 2007-2009 Progetti sismologici Progetto S1 - RU 3.11 - Seno Silvio (Task C) Titolo: Cinematica recente ed attuale dei fronti nord-appenninici e dell’avampaese padano 1. Responsabile UR Silvio Seno Full Professor of Structural Geology at the University of Pavia, Italy Director of the Earth Sciences Institute, University of Applied Sciences of Southern Switzerland (SUPSI) Curriculum Vitae EDUCATION AND OTHER TRAINING 1981 University of Pavia (Italy), School of Earth Sciences. Doctor of Geology. 1982 Certificate in Active tectonics. Universitè Paris Sud, Prof. Jacques Mercier. 1985-86 Post-doc fellowship. Swiss Federal Institute of Technology Zurich (ETH Zurich). 2001 Certificate in rock mechanic and rock stability analysis. University of Applied Science of Southern Switzerland and University of Milano. EMPLOYMENT RECORD From 2006 To: date Employer: University of Pavia, Italy Positions held: Full Professor From 2002 To : date Employer: University of Applied Sciences of Southern Switzerland (SUPSI) Positions held: Director of the Institute of Earth Sciences From: 2000 To: 2006 Employer: University of Pavia, Italy Positions held: Associate Professor Courses held: Structural Geology, Field Geology, Geological maps interpretation. From: 1983 To: 2000 Employer: University of Pavia, Italy Positions held: Researcher MEMBERSHIP OF PROFESSIONAL ASSOCIATIONS • • • • • From 2003 to date member of the board and Treasurer of the Italian Earth Sciences Federation (FIST). From 2000 to 2006 member of the board of the Italian Geological Society. Swiss Society of Engineers and Architects (SIA), Italian Geological Society. From 2002 to 2005 President of the ‘Soil protection’ Working Group of the Alpe Adria Community (EU). From 2006 to date member of the board of the Canton Tessin branch of Swiss Academy of Science. PRESENT ACADEMIC ASSIGNMENTS • • • • President of the PhD School in Earth Sciences at University of Pavia Dean of Civil Engineering, University of Applied Sciences of Southern Switzerland Responsible for the 3D Modelling Laboratory of the Department of Earth Sciences, University of Pavia. Responsible of continuing education programs on: rock mechanics, landslide hazard, seismic hazard, seismic microzonation. SCIENTIFIC RELATED ACTIVITIES 172 • • • • Since 2005 Member of the Council of DRM Europe, European branch of DRM Inc., a global network of academic institutions dedicated to disaster risk reduction, created by the Board of the Swiss Federal Institutes of Technology and Virginia Tech and supported by Swiss Re. Since 1998, appointed in panel of experts of Italian National Research Fund (PRIN). Since 1996 member of the commission for the evaluation of research projects for the Fund of University of Pavia Since 1996, appointed reviewer for Journal of Structural Geology, Terra Nova, Tectonophysics, Computer and Geosciences, Bollettino della Società Geologica Italiana. COLLABORATION WITH NON-UNIVERSITY ORGANISATIONS The following is a list of the most recent activities conducted as the person directly responsible: • ENI – Divisione AGIP (hydrocarbon exploration): three dimensional modelling of the geometry of deformed geological structures below the ‘PO plain’ at the limit between the northern Appennine chain and the Po Plain foreland. • TotalFina Elf (hydrocarbon exploration): analogue modelling applied to compressive transfer zones of deformation • The Order of Lombardy Geologists: organisation of continuing education courses. • National Institute of Geophysics and Vulcanology (INGV Rome headquarters) and Department of Civil Protection, National Seismic service: seismic hazard assessment in Italy. • Liguria region: geological maps (Italian national project “Geological map of Italy at 1:50.000 scale”). RESEARCH ACTIVITIES For more than twenty years Silvio Seno has carried out research activities in Structural geology and Tectonics. The main arguments developed are as follows: Fundamental research in Structural geology • Studies on finite strain in rocks applied to the understanding of deformation mechanisms during orogenetic processes carried out by way of mathematical models. • Recent geo-dynamic evolution of the Alpine chain, its relationship with the Northern Apennine: examination of the mantel-crust limit in the Liguria area has led to the creation of a new interpretative model of the genesis and evolution of the aritime Alps arc in the area of an anti-clockwise postEocene rotation of the arc itself. • Relationships between magmatism, sedimentation and tectonics in the Maritime Alps during the Late Paleozoic: reconstruction of the geometry of Permo-Carboniferous graben and Permian intrusive bodies basement-cover relationships. • Tectonic inversion processes in the Maritime Alps Support to hydrocarbon exploration activities: • Three dimensional reconstructions of tectonic structures found both in the Maritime Alps and on the margins of the northern Apennine – Po Plain. These projects were linked to collaboration with the ENI – Agip division; • Laboratory analogue models reconstruction in sandbox in order to study the geometry and fracturing of reservoir rocks. Natural hazards risk mitigation • • • Rock slope stability, in particular studies linked to the establishment of a methodology to define hazards and intervention priorities along the rock slope above communication axes (road and/or railroad). Three dimensional modelling and kinematics of large landslides (Sakungen) Earthquake risk mitigation: analogue modelling applied to seismic hazard assessment in Southern Italy; hazard assessment in the highly vulnerable Po Plain region. G. TOSCANI, S. SENO, R. FANTONI & S. ROGLEDI (2006) – Geometry and timing of deformation inside a structural arc: the case of the western Emilian folds (Northern Apennine front, Italy). Boll. Soc. Geol. It., 125, 59-65. D. DI BUCCI, A. RAVAGLIA, S: SENO, G. TOSCANI, U. FRACASSI & G. VALENSISE (2006). Seismotectonics of the southern Apennines and Adriatic foreland: Insights on active regional E-W shear zones from analogue modeling. Tectonics, 25, TC4015, doi:10.1029/2005TC001898. A. RAVAGLIA, S. SENO, G. TOSCANI & R. FANTONI (2006) – Mesozoic extension controlling the Southern Alps thrust geometry under the Po Plain, Italy: insights from sandbox models. Journal of Structural Geology, 28, 2084-2096, doi: 10.1016/j.jsg.2006.07.011. D. DI BUCCI, A. RAVAGLIA, S. SENO, G. TOSCANI, U. FRACASSI & G. VALENSISE (2007) – Seismotectonics of the Southern Apennines and Adriatic foreland (Southern Italy): a short note on 173 active E-W shear zones from analogue modeling. Quaternary International, 171-172, 2-13, doi: 10.1016/j.quaint.2007.01.005. G. TOSCANI, P. BURRATO, D. DI BUCCI, S. SENO & G. VALENSISE (2007) – Plio-Quaternary tectonic evolution of the Northern Apennines thrust fronts along a Bologna-Ferrara section (Po Plain, Italy), based on geological observations and analogue modelling: sesimotectonic implications. Rend. Soc. Geol. It., 5(2), Nuova Serie, 223-225. 2. Personale dell’UR Nominativo (Cognome e Nome) Qualifica Seno Silvio Professore straordinario Toscani Giovanni Ricercatore Di Bucci Daniela Ricercatore Burrato Pierfrancesco Mohammad Irfan Amhad Caputo Riccardo TBD Ricercatore Ricercatore Professore Associato borsista/dottora ndo Ente/Istituzione Mesi/Persona Mesi/Persona (personale non a carico del progetto) (personale a carico del progetto) I fase II fase 1 1 3 3 2 2 2 2 Università di Pavia Università di Pavia Dipartimento della Protezione Civile Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia Università di Pavia 6 Università di Ferrara 2 16 II fase 1 1 5 7.5 2 Università di Pavia Totale I fase 10 6 8.5 Descrizione del contributo - Versione italiana 3a.1 Stato dell'arte I fronti più esterni della catena Nord-Appenninica (Italia) sono sepolti sotto una spessa coltre di sedimenti prevalentemente clastici che riempiono il bacino Padano e sono stati studiati prevalentemente per scopi di esplorazione petrolifera con sezioni sismiche a riflessione e pozzi per idrocarburi (e.g. Pieri & Groppi,1981). Questi dati mostrano un sistema di thrust ciechi Nord-Est vergenti associati ad anticlinali che controllarono la deposizione dei potenti cunei clastici sintettonici, dove i sedimenti di età Plio-Quaternaria raggiungono potenze dell’ordine dei 7-8 km (e.g. BIGI et alii, 1990). La rapida sedimentazione (Bartolini et alii, 1996) nascose e tuttora nasconde le strutture in crescita e di conseguenza le evidenze dirette di superficie di possibili attività tettoniche recenti ed attuali dei thrust sepolti sono molto scarse. Tuttavia, evidenze di attività recente ed attuale seppur debole sono fornite dalla sismicità registrata e dalle anomalie nel drenaggio superficiale, intendendo con questa ultime deviazioni fluviali e repentini cambi nella prevalente attività (deposizionale od erosiva) dei corsi d’acqua, in risposta alla presenza di anticlinali sepolte in crescita (Castiglioni & Pellegrini, 2001; Burrato et alii, 2003). I cataloghi Italiani della Sismicità Storica e Strumentale mostrano che la Pianura Padana meridionale è interessata da una sismicità da bassa a moderata con Mmax fino a 5.8 (CPTI Working Group, 2004; Castello et alii, 2006; DISS Working Group, 2007), caratterizzata da meccanismi focali compressivi(Pondrelli et alii, 2006). I dati di breakouts e i meccanismi focali mostrano entrambi un Shmax orientato perpendicolarmente all’andamento dei fronti Appeninici sepolti (Montone et alii, 2004). Anche i dati GPS mostrano, concordemente, un debole raccorciamento orientato SW-NE apri a circa 1mm/a (Serpelloni et alii, 2005). 174 Bartolini C., Caputo, R. & Pieri, M. (1996) Pliocene-Quaternary sedimentation in the Northern Apennine Foredeep and related denudation. Geological Magazine 133/3, 255-273. Bigi G., Cosentino D., Parotto M., Sartori R. & Scandone P. (1990) – Structural model of Italy and gravity map (1:500.000). CNR, Prog. Final. Geodinamica, Quad. Ric. Sci., 114 (3), 6 sheets, S.EL.CA., Firenze. Boccaletti M. & Martelli L. (Eds.) (2004) – Carta sismotettonica della Regione Emilia-Romagna. Scala 1:250.000. RER, Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli. Burrato P., Ciucci, F. & Valensise G. (2003) – An inventory of river anomalies in the Po Plain, Northern Italy: evidences for active blind thrust faulting. Ann. Geophys., 46/5, 865–882. Castello B., Selvaggi, G., Chiarabba, C. & Amato, A. (2006) – CSI Catalogo della sismicità italiana 1981-2002, versione 1.1. INGV-CNT, Roma http://www.ingv.it/CSI/ Castiglioni G.B. & Pellegrini G.B. (Eds.) (2001) – Note illustrative della Carta Geomorfologica della Pianura Padanai. Geogr. Fis. Dinam. Quat., Suppl. to IV, pp. 207. CPTI Working Group (2004) – Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani, version 2004 (CPTI04). INGV, Milan, available from http://emidius.mi.ingv.it/CPTI/. DISS Working Group (2007) – Database of Individual Seismogenic Sources (DISS), Version 3.0.3: A compilation of potential sources for earthquakes larger than M 5.5 in Italy and surrounding areas. http://www.ingv.it/DISS/, © INGV 2005, 2007. Montone P., Mariucci M.T., Pondrelli S. & Amato A. (2004) – An improved stress map for Italy and surrounding regions (central Mediterranean). J. Geophys. Res., 109, doi: 10.1029/2003JB002703, 2004. Pieri M. & Groppi, G. (1981) – Subsurface geological structure of the Po plain (Italy). Pubbl. PFGCNR, 414, 1-23. Pondrelli S., Salimbeni S., Ekström G., Morelli A., Gasperini P. & Vannucci G. (2006) – The Italian CMT dataset from 1977 to the present. Phys. Earth Planet. Int., 159, 3-4, 286-303, doi:10.1016/j.pepi.2006.07.008. Serpelloni E., Anzidei, M., Baldi, P., Casula, G. & Galvani, A. (2005) – Crustal velocity and strainrate fields in Italy and surrounding regions: new results from the analysis of permanent and nonpermanent GPS networks. Geophys. J. Int., 161, 861-880, doi: 10.1111/j.1365-246x.2005.02618.x, 1-20. 3a.2 Obiettivi In questo contesto, gli obbiettivi del presente progetto sono: 1) studiare come la deformazione risulta suddivisa e ripartita lungo i diversi fronti dei sovrascorrimenti Nord-Appenninici lungo diversi transetti (Ravaglia et alii, 2004), 2) comprendere l’assetto strutturale dell'avampaese Padano, 3) caratterizzare le principali strutture da un punto di vista sismotettonico cercando di capire quale/i fra esse può essere sorgente di terremoti potenzialmente pericolosi. Per fare ciò, verrà effettuata un’analisi integrata di dati geologici, strutturali e morfotettonici e verranno interpretate, convertite in profondità e retrodeformate diverse sezioni sismiche a scala regionale, con prevalente andamento Nord-Sud, grazie all’interpretazione di dati di sismica a riflessione, di dati provenienti da pozzi profondi e di una dettagliata cartografia morfotettonica di aree selezionate. Lo studio della ripartizione della deformazione e la retrodeformazione delle sezioni geologiche aiuterà nella comprensione dell’evoluzione temporale della deformazione con particolare riferimento alla sua storia recente (Plio-Quaternaria) ed attuale. La comprensione dell’evoluzione globale della catena e specialmente dei suoi fronti esterni sepolti appare particolarmente utile per evidenziare quali fronti (o tratti di fronti) siano ancora attivi e, di conseguenza, nel predire quali delle sorgenti sismogenetiche attualmente conosciute e mappate potrebbero essere riattivate in futuro. Ravaglia A., Turrini C. & Seno S. (2004) – Mechanical stratigraphy as a factor controlling the development of a sand-box transfer zone: a three-dimensional analysis. Journ. of Struct. Geol., 26, 2269-2283, doi: 10.1016/j.jsg.2004.04.009. 3a.3 Attività Per documentare l’attività tettonica dei fronti sepolti e delle anticlinali ad essi associate ed in particolare la geometria e la profondità dei livelli di scollamento (principale scopo del filone di ricerca in cui questo progetto si inserisce) sono previste le seguenti indagini: 1- Analisi dell’assetto morfottettonico dell’area di studio, confrontando la posizione delle anomalie nel drenaggio con 175 quella delle strutture sepolte. Nel settore pedeappenninico romagnolo, saranno analizzati i terrazzi fluviali dei principali corsi d'acqua (ed eventualmente quelli marini) per ricostruire i sollevamenti ed i basculamenti occorsi nei diversi settori durante il Quaternario e, quindi, l'evoluzione tettonica recente delle maggiori strutture sepolte. 2- La sismicità attuale verrà plottata sulle sezioni geologiche per confrontare la distribuzione della prima con l’assetto strutturale generale e le deformazioni dei depositi più recenti. Per investigare l’attività dei sovrascorrimenti sepolti e le interazioni tra questa attività e la sedimentazione ed il riempimento del bacino Padano, verranno realizzati alcuni modelli analogici in sand-box a regime compressivo al fine di riprodurre i movimenti più recenti (Plio-Quaternari), lungo i transetti analizzati, spesso non espressi da deformazioni fragili o non risolvibili dalla sismica a riflessione. Al termine del progetto, si auspica di poter presentare una ricostruzione dettagliata dell’evoluzione tettonica Plio-Quaternaria dei fronti Appenninici sepolti lungo i transetti che verranno presi in considerazione, ottenuta integrando i dati ed i risultati provenienti dai diversi approcci proposti. Nei casi in cui i dati di sismica a riflessione lo consentiranno, si tenterà di chiarire le interazioni possibili tra i fronti sepolti ad opposta vergenza della catene Nord-Appenninica e Sud-Alpina, principalmente riproducendo l’assetto tettonico osservato con esperimenti analogici realizzati in una scatola di taglio che consenta la riproduzione contemporanea di due catene ad opposta vergenza. Il fine di questi tentativi è quello di capire meglio quando e dove le due catene hanno iniziato ad influenzarsi vicendevolmente, come si evidenzia in alcuni punti del sottosuolo della Pianura Padana (Sassone et al., 2004). I. Sassone, S. Seno & G.Toscani (2004) – Age and kinematics of the Northern Apennine foreland structures: insights from the subsoil of the Po Plain (Italy). 32nd IGC, Florence, August 20-28 2004, Abstract volume. 3a.4 Metodologia 1. Raccolta ed omogeneizzazione dei dati pubblicati 2. Interpretazione sismica, conversione in profondità e retrodeformazione (ove necessario) di profili sismici. 3. Analisi morfotettonica dei terrazzi fluviali (e marini) e del reticolo idrografico del settore padano sudorientale (Romagna) 4. Ricostruzione 3D di alcuni orizzonti Plio-Quaternari) 5. Confronto tra sorgenti sismogenetiche e anomalie nel drenaggio fluviale 6. Realizzazione di modelli analogici per mettere in luce la cinematica delle strutture (in particolare quelle più recenti) e le interazioni tra fronti ad opposta vergenza. 3a.5 Cronoprogramma I Fase Semestre Raccolta ed omogeneizzazione dei dati pubblicati Interpretazione sismica, conversione in profondità e retrodeformazione (ove necessario) di profili sismici Analisi morfotettonica dei terrazzi fluviali (e marini) e del reticolo idrografico del settore padano sudorientale (Romagna) Ricostruzione 3D di alcuni orizzonti PlioQuaternari e confronto tra sorgenti sismogenetiche e anomalie nel drenaggio fluviale 176 1 II 2 1 2 Realizzazione di modelli analogici Sintesi dei risultati 4a. Prodotti (elencare i prodotti attesi evidenziando quelli di diretto interesse per DPC) Aggiornamento database DISS nell’area della Pianura padana centrale (fronti appenninici e sudalpini), come risultato di: • 2 nuove sezioni geologiche attraverso la Pianura Padana; • ricostruzione, anche con l’ausilio della modellistica analogica, della cinematica dei thrust sepolti Nord-Appenninici con particolare riguardo alle fasi tettoniche Plio-Quaternarie; • carta morfotettonica dei terrazzi fluviali (e possibilmente marini) e del reticolo idrografico del settore padano sudorientale (Romagna); • interazioni tra fronti sepolti Sud-Alpini e Nord-Appenninici nel sottosuolo Padano; • osservazioni sulla presenza e sulla profondità di piani di faglia e livelli di scollamento; • accoppiamento di informazioni su geometrie di faglia derivanti da dati di sottosuolo con evidenze morfologiche di superficie su movimenti recenti. 5. Interazioni con altri Enti/Istituzioni (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) 6. Possibili interazioni con altri Progetti DPC (indicare quali progetti) (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) Description of Contribution – English version 3b.1 State of the art The outermost thrust fronts of the Northern Apennines fold-and-thrust belt (Italy) are buried under a thick clastic cover that fills the Po Plain basin, and have been studied by means of seismic sections and deep well logs acquired for oil exploration purposes (e.g. Pieri & Groppi,1981). These data show a system of NE-verging blind thrusts and folds that controlled the deposition of very thick syntectonic sedimentary wedges, with the Plio-Quaternary sequence locally up to 7-8 km thick (e.g. Bigi et alii, 1990). The fast sedimentation (Bartolini et alii, 1996) hid the growing structures, and as a consequence there are few direct surface evidences of the possible ongoing activity of the thrusts. However, evidence for ongoing although weak tectonic activity is provided by seismicity and drainage anomalies, the latter represented by river diversion and channel pattern changes controlled by the growing buried anticlines (Castiglioni & Pellegrini, 2001; Burrato et alii, 2003). The historical and instrumental Italian seismic catalogues show that the southern Po Plain is affected by low to moderate seismicity, with Mmax up to 5.8 (CPTI Working Group, 2004; Castello et alii, 2006; DISS Working Group, 2007), characterised by contractional focal mechanisms (Pondrelli et alii, 2006). The borehole breakouts and the focal mechanisms both show Shmax oriented perpendicular to the trend of the buried thrust fronts (Montone et alii, 2004). GPS data suggest a weak SW-NE shortening at a rate of less than 1 mm/a (Serpelloni et alii, 2005). Bartolini C., Caputo, R. & Pieri, M. (1996) Pliocene-Quaternary sedimentation in the Northern Apennine Foredeep and related denudation. Geological Magazine 133/3, 255-273. Bigi G., Cosentino D., Parotto M., Sartori R. & Scandone P. (1990) – Structural model of Italy and gravity map (1:500.000). CNR, Prog. Final. Geodinamica, Quad. Ric. Sci., 114 (3), 6 sheets, S.EL.CA., Firenze. 177 Boccaletti M. & Martelli L. (Eds.) (2004) – Carta sismotettonica della Regione Emilia-Romagna. Scala 1:250.000. RER, Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli. Burrato P., Ciucci, F. & Valensise G. (2003) – An inventory of river anomalies in the Po Plain, Northern Italy: evidences for active blind thrust faulting. Ann. Geophys., 46/5, 865–882. Castello B., Selvaggi, G., Chiarabba, C. & Amato, A. (2006) – CSI Catalogo della sismicità italiana 1981-2002, versione 1.1. INGV-CNT, Roma http://www.ingv.it/CSI/ Castiglioni G.B. & Pellegrini G.B. (Eds.) (2001) – Note illustrative della Carta Geomorfologica della Pianura Padanai. Geogr. Fis. Dinam. Quat., Suppl. to IV, pp. 207. CPTI Working Group (2004) – Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani, version 2004 (CPTI04). INGV, Milan, available from http://emidius.mi.ingv.it/CPTI/. DISS Working Group (2007) – Database of Individual Seismogenic Sources (DISS), Version 3.0.3: A compilation of potential sources for earthquakes larger than M 5.5 in Italy and surrounding areas. http://www.ingv.it/DISS/, © INGV 2005, 2007. Montone P., Mariucci M.T., Pondrelli S. & Amato A. (2004) – An improved stress map for Italy and surrounding regions (central Mediterranean). J. Geophys. Res., 109, doi: 10.1029/2003JB002703, 2004. Pieri M. & Groppi, G. (1981) – Subsurface geological structure of the Po plain (Italy). Pubbl. PFGCNR, 414, 1-23. Pondrelli S., Salimbeni S., Ekström G., Morelli A., Gasperini P. & Vannucci G. (2006) – The Italian CMT dataset from 1977 to the present. Phys. Earth Planet. Int., 159, 3-4, 286-303, doi:10.1016/j.pepi.2006.07.008. Serpelloni E., Anzidei, M., Baldi, P., Casula, G. & Galvani, A. (2005) – Crustal velocity and strainrate fields in Italy and surrounding regions: new results from the analysis of permanent and nonpermanent GPS networks. Geophys. J. Int., 161, 861-880, doi: 10.1111/j.1365-246x.2005.02618.x, 1-20. 3b.2 Goals In this framework, the major goals of this project are: 1) study how the deformation is partitioned among the different Northern Apennines thrust fronts along different sections (Ravaglia et alii, 2004), 2) understand the structural setting of the Po Plain foreland, 3) characterize the principal structures in terms of seismotectonic parameters and particularly which of them can be the source of damaging earthquakes. To do this, we will carry out an integrated analysis of geological, structural and morphotectonic data, and we will interpret, convert and restore different mostly N-S– striking sections at regional scale using the interpretation of deep well logs, of seismic reflection lines and detailed morphotectonic maps of selected areas. The study of deformation partitioning and the restoration of geological cross sections will help us to understand the timing of deformation and in particular its recent (Plio-Quaternary) and ongoing history. The comprehension of the evolution of the chain (and especially the frontal sectors) is particularly useful to understand which buried fronts are still active and, as a consequence, to predict which of the mapped seismogenic sources will be possibly reactivated in the future. Ravaglia A., Turrini C. & Seno S. (2004) – Mechanical stratigraphy as a factor controlling the development of a sand-box transfer zone: a three-dimensional analysis. Journ. of Struct. Geol., 26, 2269-2283, doi: 10.1016/j.jsg.2004.04.009. 3b.3 Activity (with timetable for each phase) In order to highlight the activity of the buried thrust ramp anticlines and in particular the geometry and depth of active faults and/or decollement layers, we planned the following investigations: 1Analysis of the morphotectonic setting of the study area, comparing the location of drainage anomalies with that of the buried structures. In the Romagna foothills, the fluvial terraces of the major valleys (and possibly the marine terraces) will be analyzed for reconstructing the uplift and tilting occurred during Quaternary and hence the recent tectonic evolution of the blind structures. 2Plot the seismicity on the sections to compare their distribution with the reconstructed structural setting and the tectonic deformation of the Quaternary deposits. In order to investigate the evolution of the thrust fronts and its effects on the sedimentation, we will also develop and analyze a set of sandbox models, which reproduce the Plio-Quaternary deformation along the analyzed transects. Finally, we propose a refined reconstruction of the Plio-Quaternary tectonic evolution of 178 the Northern Apennines thrust fronts along the available transects, obtained integrating the different results. Where seismic sections will make it possible, we will try to highlight the interactions between the two opposite verging buried fronts (Northern Apennine and Southern Alps) mainly reproducing the observed tectonic setting with analogue models with opposite vergency. The goal of these trials is to better understand where and when the two chains started to affect each other as there are evidences of interactions between them in the Po Plain subsoil (Sassone et al., 2004) I. Sassone, S. Seno & G.Toscani (2004) – Age and kinematics of the Northern Apennine foreland structures: insights from the subsoil of the Po Plain (Italy). 32nd IGC, Florence, August 20-28 2004, Abstract volume. 3b.4 Metodology. 1. Collection and homogeneization of published data 2. Seismic interpretation, depth convertion and restoration (where necessary) of new seismic lines 3. Morphotectonic analysis of the fluvial terraces (and possibly marine ones) and the hydrographic network of the southeastern Po Plain (Romagna) 4. 3D reconstruction of Plio-Quaternary horizons 5. Matching between seismogenic sources and drainage anomalies 6. Analogue models to highlight the kinematic of the structures, their state of activity, interactions with the opposite verging fronts and their possible evolution 3b.5 Timetable I Phase Semester 1 II 2 1 2 Collection and homogeneization of published data Seismic interpretation, depth convertion and restoration (where necessary) of new seismic lines Morphotectonic analysis of the fluvial terraces (and possibly marine ones) and the hydrographic network of the southeastern Po Plain (Romagna) 3D reconstruction of Plio-Quaternary horizons and matching between seismogenic sources and drainage anomalies Analogue models Final report 4b. Deliverables • • • • 2 new geological cross sections through the Po Plain (georeferenced and in a format suitable for importing in common GIS and database programs) geometries and depth of fault planes and decollement levels (in 2 geological cross sections trough the Po Plain) morphotectonic map (fluvial terraces and hydrographic network anomalies) of the southeastern Po Plain (Romagna area); 179 • • • GIS based representation of subsurface faults data coupled with geo-morphological evidences of present activity in the central Po Plain. updating the DISS database in the central Po Plain (Apennine and Southern Alps fronts) 7. Piano finanziario (in Euro) 7.1. I fase Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 1250 2) Spese per missioni 4000 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 0 5400 5) Spese per servizi 0 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 600 1250 Totale 12500 7.2. II fase Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 1550 2) Spese per missioni 4000 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0 7900 5) Spese per servizi 0 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette(≤10% del totale) 500 1550 Totale 15500 180 Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 7.3. Totale Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 2800 2) Spese per missioni 8000 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0 13300 5) Spese per servizi 0 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 1100 2800 Totale 28000 181 Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b Convenzione INGV-DPC 2007-2009 Progetti sismologici Progetto S1 - RU 3.13 - Zonno Gaetano (Task C) Titolo Mappa di riferimento dello scuotimento per il territorio italiano Reference ground-shaking map of the Italian territory 1. Responsabile UR Cognome Nome: Zonno Gaetano Attuale posizione INGV MI-PV; Primo Ricercatore (fascia V) Riferimenti [email protected] phone: +39 02 23699286 fax: +39 02 23699458 Breve Curriculum Vitae Dati generali Zonno Gaetano, nato a Verona, 12/12/1948 Titolo di studio: Laurea in FISICA (21 marzo 1975) presso Università degli Studi di Milano Incarichi recenti dal 2005 Membro del gruppo referente (G. Iannaccone, A. Rovelli e G. Zonno) obiettivo Specifico 4.1. “Metodologie sismologiche per l’ingegneria sismica” nell’ambito dell’obiettivo generale “Comprendere e affrontare i rischi naturali”; 2003 - 2004 Responsabile delle attività dell’Unità Funzionale “Scenari di scuotimento sismico” per il periodo 1.06.2003 - 30.09.2004; 2003 Membro del Gruppo di Coordinamento per la “Redazione della Mappa di Pericolosità Sismica, prevista dall’Ordinanza PCM del 20 marzo 2003, n. 3274, All. 1.; 2002 – 2004 Membro del collegio di struttura del Gruppo Nazionale Difesa dai Terremoti (GNDT), Delibera n. 4.2.1.02 del Presidente dell’INGV Prof. Enzo Boschi. Principali temi di ricerca sviluppati a) determinazione dei parametri focali dei terremoti, tecniche di analisi del segnale sismico, analisi di dati strong motion, tecniche di simulazioni stocastiche del moto di riferimento al bedrock basate sull’uso di faglia estesa, studi parametrici per valutare la variabilità del moto e la corrispondente incertezza; b) valutazione della pericolosità sismica: stima delle caratteristiche delle zone sorgenti, stima dei parametri delle relazioni di attenuazione, trattamento dell'incertezza dei dati, modelli probabilistici, redazione della mappa di pericolosità sismica “Redazione della Mappa di Pericolosità Sismica, prevista dall’Ordinanza PCM del 20-3 2003, n. 3274, All.1”; c) danno atteso da stime alternative di pericolosità sismica, scenari sismici (intesi come probabilità di superamento di una certa intensità al sito) a partire direttamente dai campi macrosismici, integrazione di sistemi esperti e sistemi informativi territoriali per la valutazione della vulnerabilità sismica, messa a punto di una procedura per la valutazione del rischio sismico a diverse scale. Pubblicazioni significative Carvalho, A., G. Zonno, G. Franceschina, J. Serra Bilè, A. Campos Costa (2007). Earthquake shaking scenarios for the mertropolitan area of Lisbon, Soil Dynamics and Earthquake Engineering, in press http://dx.doi.org/10.1016/j.soildyn.2007.07.009 182 Montaldo V., E. Faccioli, G. Zonno, A. Akinci and L. Malagnini, (2005). Treatment of ground-motion predictive relationships for the reference seismic hazard map of Italy, J. Seismology (2005) 9: 295316. Pacor F., G. Zonno, G. Cultrera, A. Cirella, A. Herrero, E. Tinti, D. Albarello, V. D’Amico, Emolo A., Gallovic F and R. Basili (2007). Potenza – Deliverables D17 Bedrock Shaking Scenarios, Progetto DPC-INGV S3, http://esse3.mi.ingv.it/deliverables/Deliverables_S3_D17.pdf Rotondi R., G. Zonno (2004). Bayesian analysis of a probability distribution for local intensity attenuation. Annals of Geophysics, 47, 5, 1521-1540. http://hdl.handle.net/2122/848 Zonno, G. and Carvalho, A., 2006. Modeling the 1980 Irpinia Earthquake by stochastic simulation. Comparison of seismic scenarios using finite-fault approaches, Poster, presented to the 1st ECEES - Session Approaches to Model Seismic Scenarios in Geneva, Switzerland, 3-8 September, 2006. http://hdl.handle.net/2122/2509 2. Personale dell’UR Nominativo (Cognome e Nome) Qualifica Ente/Istituzione Mesi/Persona Mesi/Persona (personale non a carico del progetto) (personale a carico del progetto) I fase II fase Primo Ricercatore INGV MI-PV 5 5 Musacchio Gemma Ricercatore INGV MI-PV 4 4 Augliera Paolo Primo Ricercatore INGV MI-PV 1 1 Basili Roberto Ricercatore INGV Roma1 0.5 0.5 Mai Martin Senior Scientist ETH - Zurigo 0.5 0.5 Imperatori Walter PhD student ETH - Zurigo 0.5 0.5 Martin Silvana Prof. Ordinario UNI-Insubria 0.5 0.5 Viganò Alfio Dottorando UNI-Insubria 1 1 Zonno Gaetano I fase II fase Descrizione del contributo - Versione italiana 3a.1 Stato dell'arte I terremoti sono la conseguenza dell’accumulo di stress tettonico su faglie a geometria spesso complessa dove i dettagli del processo di rottura - nucleazione, propagazione ed arresto - sono processi fisici altamente non lineari. Tuttavia la conoscenza della sorgente sismica, la sua posizione, dimensione, la magnitudo potenziale e le caratteristiche di rottura della faglia sono importanti punti di partenza per l’analisi della pericolosità sismica. In particolare i suddetti parametri permettono di definire la regione dove gli effetti della radiazione sismica del near-field e far-field possono essere distinte. Analogamente, le mappe di “Massimo Scuotimento Osservabile” (MOS) in funzione di un singolo parametro puntuale o integrale (ad esempio PGA o intensità di Housner), possono essere considerate un riferimento per la valutazione della pericolosità sismica locale. Noi usiamo il termine “Osservabile” e non osservato poiché la stima è fatta attraverso una modellazione che non è in grado di riprodurre l’alto grado di variabilità del moto del suolo. Lo scuotimento espresso in termini di intensità macrosismica lega concettualmente le MOS alle mappe di “massima intensità osservabile” (PFG, ING/SGA) prodotte nel passato in Italia. In Italia le MOS possono essere calcolcolate a partire dalla banca dati “Database of Individual Seismogenic Sources version 3 (DISS)” (http://www.ingv.it/DISS/; Basili et al., 2008) che contiene tutte le sorgenti relative ai terremoti di magnitudo Mw > 5.5. Una estensione del livello informativo del DISS potrebbe essere il potenziale delle sorgenti individuali espresso in termini di scuotimento 183 (parametri di interesso ingegneristico) e una delimitazione delle aree di “near field” rispetto alle principali strutture sismogenetiche. La modalità di rottura della sorgente è un parametro molto critico nelle simulazioni dello scuotimento ed è anche molto problematico da stimare. La banca dati SRCMOD (finite-Source Rupture MOdel Database, Mai, 2004) contiene i modelli di rottura del piano di faglia di molti terremoti, localizzati nelle diverse aree sismiche del mondo, per diversi tipi di meccanismo focale e differenziati livelli di magnitudo Mw (e.g. Mai et al, 2005). Quindi l’analisi del database SRCMOD è il punto di partenza per fare simulazioni di scuotimento ottenuti con l’uso di modelli più fisici nella stima delle distribuzioni dello slip sul piano di faglia. Questo lavoro può essere considerato anche come uno studio di fattibilità per futuri addizionali livelli informativi alla versione attuale del DISS. 3a.2 Obiettivi Lo scopo principale di questo progetto è la definizione di più livelli informativi quali (1) livello del potenziale sismogenetico contenuto nel DISS in funzione del MOS, (2) limiti delle aree “near-field” rispetto alle strutture sismogenetiche principali. Il risultato di questo lavoro fornirà nuovi strumenti ai ricercatori per meglio vincolare la valutazione della pericolosità sismica locale e permetterà agli addetti ai lavori di quantificare la variabilità dello di scuotimento con dei parametri di interesse ingegneristico. Obiettivo n°1: mappe di Massimo Scuotimento Osservabile (MOS) calcolate per differenti parametri di scuotimento al fine di caratterizzare il potenziale sismogenetico delle sorgenti individuali e areali contenute nel DISS; Obiettivo n°2: delimitazione delle aree di “near field” rispetto alle strutture sismogenetiche principali. Questo limite sarà ottenuto usando un metodo semplificato, all’interno di un range di frequenza di 0.5-1 Hz, e con un valore di Mw derivato dal DISS. 3a.3 Attività 3a3.1 Attività legata all’obiettivo n° 1 Si produrranno 2 famiglie di mappe di scuotimento: PGA (Peak Ground Acceleration) e SI (Response Sperctum Intensity, Housner Intensity). Nelle simulazioni verrà fatta una selezione dal DISS di tutti i parametri di faglia (strike, dip, geometria e Mw) delle sorgenti individuali e delle aree sorgenti mentre saranno tenuti fissi tutti gli altri parametri fisici (spreading geometrico, attenuazione con la frequenza, Q(f), ecc) del mezzo. Si considererà uno slip sul piano di faglia di tipo random ed uniforme e sarà esplorata la possibilità di tener conto in modo più accurato del processo fisico della rottura. Verrà quindi fatto un test del calcolo delle mappe MOS in due aree distinte (possibili sorgenti potrebbero essere il terremoto di Messina (1908) e la zona delle Alpi Centro-Meridionali). Il calcolo delle MOS a livello nazionale (PSA e SI) verrà effettuato prima usando solo le sorgenti individuali ed in un secondo tempo usando anche le sorgenti areali. L’ultimo passo consisterà nella rappresentazione grafica delle mappe MOS calcolate su una griglia di 0.02°. 3a3.2 Attività legata all’obiettivo n° 2 Si analizzerà la possibilità di definire il “limite” tra il near-field e far-field della radiazione sismica in un range di frequenze di riferimento e data una Mw per ogni singola sorgente. Teoricamente questo “limite” non esiste in senso stretto poiché la zona dove il termine di near-field domina sul quello del far-field è transizionale e dipendente dalla frequenza. Tuttavia noi crediamo che buone approssimazioni di tale limite, basato su semplici assunzioni, possano essere sufficienti per applicazioni di ingegneria. Poiché il limite di near-field è strettamente legato alle coordinate spaziali (x, y e z) e alla geometria della sorgente noi studieremo la criticità e l’influenza, nell’area di nearfield, di un possibile errore di posizionamento della faglia. L’attività sarà organizzata nelle seguenti fasi (vedi cronoprogramma): implementazione di un metodo semplice per il tracciamento dei limiti di near-field; calibrazione del metodo sui diversi tipi di meccanismi focali (strike slip, normal and thrust fault); test del metodo su sorgenti 184 individuali; incertezza spaziale del piano di faglia e limite near-field e visualizzazione grafica dei limiti near-field 3a.4 Metodologia 3a.4.1. Metodologia per l’Attività 1 Le mappe di MOS saranno calcolate utilizzando un metodo stocastico a faglia finita (EXSIM, Motazedian and Atkinson 2005). Il metodo richiede la definizione di un insieme di parametri di input in relazione (1) alla geometria della faglia (lunghezza, larghezza, strike, dip, numero delle suddivisioni della faglia e profondità del tetto del piano di faglia), (2) ai parametri sorgente (momento sismico, distribuzione dello slip, stress drop statico, punto di nucleazione e velocità di rottura), e (3) ai parametri fisici della crosta nella regione in esame (spreading geometrico e attenuazione anelastica, Q(f), ecc). Il nostro approccio comporterà la variazione solo dello slip in funzione di una distribuzione random e uniforme e verrà fatto il calcolo per le sorgenti individuali ed areali descritte nel DISS. In funzione della fattibilità considereremo altresì l’utilizzo di altre tecniche di simulazione. 3a.4.2. Metodologia per l’Attività 2 Essendo il decadimento del near-field della radiazione sismica significativamente differente ad quello del far-field, è possibile individuare in modo semplice il limite dove il termine di near-field diventa trascurabile. Il metodo che proponiamo non tiene conto delle frequenze proprie di oscillazione di edifici ed infrastrutture sollecitate dal terremoto. Verrà calcolato il rapporto tra i termini di near-/far-field (NF/FF) della soluzione dell’equazione delle onde (Green’s function, Aki and Richards, 1980) e rappresentato in funzione della distanza dalla sorgente. Il rapporto NF/FF è dipendente dalla frequenza e, poiché la radiazione varia con la Mw, anche il rapporto cambia con la Mw. Verrà proposto un metodo per quantificare l’influenza dell’incertezza nel posizionamento del piano di faglia in x,y e separatamente in z, sul limite del near-field. Bibliografia essenziale Aki Keiiti and P. G. Richards (1980) “Quantitative Seismology – Theory and Methods”, Volume I and Volume II, ISBN 0-7167-1058-7(v.1), Copyright, 1980 by W.H. Freeman and Company. Basili, R., G. Valensise, P. Vannoli, P. Burrato, U. Fracassi, S. Mariano, M. M. Tiberti, and E. Boschi (2008). The Database of Individual Seismogenic Sources (DISS), version 3: summarizing 20 years of research on Italy’s earthquake geology. Tectonophysics (in press), http://hdl.handle.net/2122/2090. Mai, P. M., P. Spudich, and J. Boatwright (2005). “Hypocenter locations in finite-source rupture models”. Bull. Seis. Soc. Am 95(3): 965-980. Mai (2004). Online database of finite-source rupture models (http://www.seismo.ethz.ch/srcmod). Motazedian D., Atkinson G. M. (2005) “Stochastic Finite-Fault Modeling Based on a Dynamic Corner Frequency”, Bull. Seismol. Soc. Am, Vol. 95, No. 3, pp. 995–1010, June 2005. 3a.5 Cronoprogramma I Fase Semestre Attività 1 Massimo Scuotimento Osservabile (MOS) Selezione dal DISS di tutti i parametri di faglia (strike, dip, geometria e Mw) delle sorgenti individuali e delle aree sorgenti 185 1 X II 2 1 2 - - - Preparazione dell’input necessario (spreading geometrico, attenuazione con la frequenza, Q(f), ecc) per la simulazione stocastica a faglia finita dello scuotimento Test del calcolo delle mappe MOS in due aree distinte. Possibili sorgenti potrebbero essere il terremoto di Messina (1908) e la zona delle Alpi Centro-Meridionali Calcolo delle MOS a livello nazionale (PSA e SI) usando solo le sorgenti individuali X - - - - X - - X Calcolo delle MOS a livello nazionale (PSA e SI) usando le sorgenti individuali ed areali X Rappresentazione grafica a livello nazionale delle mappe MOS (PSA e SI) X Rappresentazione a livello regionale delle mappe MOS (PSA e SI) calcolate su una griglia di 0,02°. Attività 2 Definizione dei limiti di Near-field Implementazione di un metodo semplice per il tracciamento dei limiti di near-field Calibrazione del metodo sui diversi tipi di meccanismi focali (strike slip, normal and thrust fault) X X - - - X X Test del metodo su sorgenti individuali Incertezza spaziale del piano di faglia e limite near-field X X Visualizzazione grafica dei limiti near-field 4a. Prodotti 1: 2: 3: Mappe MOS d’Italia: 1.1. mappa della PGA usando le sorgenti individuali del DISS 1.2. mappa della SI usando le sorgenti individuali del DISS 1.3. mappa della PGA usando le sorgenti individuali e areali del DISS 1.4. mappa della SI usando le sorgenti individuali e areali del DISS Mappe MOS regionali (griglia 0.02°): 2.1. mappa della PGA usando le sorgenti individuali e areali del DISS 2.2. mappa della SI usando le sorgenti individuali e areali del DISS Mappe dei limiti di near-field 5. Interazioni con altri Enti/Istituzioni 5.1. Interazione con ETH di Zurigo (si veda la tabella 2: personale dell’UR) La collaborazione sarà centrata sull’aspetto metodologico per entrambe le attività valutazione del MOS e definizione delle aree di near-field. Verranno effettuati, ove possible, confronti tra gli approcci cinematici e pseudo-dinamici per la simulazione dello scuotimento. In particolare per alcuni eventi verrà affrontata la tematica inerente la possibilità di definire la distribuzione dello slip sul piano di faglia tenendo conto del processo fisico della rottura. 5.2. Interazione con l’Università dell’Insubria (si veda la tabella 2: personale dell’UR) La collaborazione riguarderà principalmente l’area del Nord Italia dove esiste la rete accelerometrica gestita dalla sezione INGV MI-PV (http://accel.mi.ingv.it/accel/). Si vaglierà la possilità dell’utilizzo di eventi a bassa magnitudo (3.0-3.5 M), registrati dalla rete a partire dal 2006, per studiare il processo fisico della rottura specifico dell’area. 186 6. Possibili interazioni con altri Progetti DPC (indicare quali progetti) Il naturale collegamento di questa Unità di Ricerca è con il progetto DPC-S2 in quanto essa fornisce un prodotto omogeneo a scala nazionale utile ai fini della valutazione della pericolosità sismica. Altre possibili interazioni sul piano metodologico riguardano la produzione delle shakemaps inquadrata nel progetto DPC-S3 e la caratterizzazione geologica degli effetti del sito contenuta nel progetto DPC-S4. Tuttavia nel produrre le MOS, questa unità di ricerca non considera prioritari gli obiettivi del tempo reale e dell’utilizzo degli effetti di sito; pertanto essa si colloca dal punto di vista scientifico nell’ambito del razionale legato alla sismogenesi (DPC-S1). Attraverso le MOS si vuole infatti fornire una stima del potenziale sismogenico ed un’indicazione delle aree di near-field rispetto alle strutture sismogeniche principali. I prodotti di questa UR sono di diretta fruibilità, oltre che della protezione civile, anche degli addetti allo sviluppo e mantenimento del DISS. Description of Contribution – English version 3b.1 State of the art Earthquakes are a consequence of tectonic stress accumulation resolved on geometrically complex faults embedded in geologically complex structures. The details of the rupture process – nucleation, propagation and arrest – are governed by highly nonlinear physics of friction and fracture. However, general knowledge of seismogenic sources, their location, dimension, potential magnitude and finite-source rupture characteristics are important starting points for seismic hazard analysis; in particular these parameters allow to define the region in which near-field and far-field seismic radiation effects can be distinguished. Similarly, Maximum Observable Shaking (MOS) maps can help to express the seismogenic potential and can be a reference for local seismic hazard evaluation. We use the term “observable” and not “observed” because the simulated shaking is model dependent and site effects are initially not considered (but could be included at a later stage) . The MOS maps are conceptually connected to the Maximum Observable Intensity maps (PFG, ING/SGA) produced in Italy in the past. In Italy MOS maps can be based on the Database of Individual Seismogenic Sources (DISS) (http://www.ingv.it/DISS/, (Basili et al. 2008)) that includes a rich amount of data on Mw > 5.5 earthquakes. However, the DISS would profit strongly from an extension, serving in particular the engineering community and decision makers, that contains maps of maximum ground-shaking potential. Because the slip distribution on fault plane is crucial to ground shaking simulation, we will consider the possibility of using simulated physics-based rupture mechanisms or detailed rupture models of appropriate past earthquakes as provided by the SRCMOD database (Mai, 2004). This source-model database has been used for a variety of earthquake-related studies (e.g. Mai et al, 2005), and constitutes a natural starting point for ground-motion simulations for scenario events on target faults using realistic source-rupture characterizations. The proposed work is a feasibility study to complement an extended version of DISS with simulated “shake maps” of maximum ground-motions that consider the complexity of the earthquake rupture process. 3b.2 Goals The main goal of this project is to produce a multi-layer map that include (1) seismicity in terms of maximum ground shaking, (2) near-field/far-field boundaries. The results of this work will provide advanced decision making tools for seismic hazard analysts and engineers to assess the groundmotion level and variability for potential future earthquakes. Objective n°1: Maximum Observable Shaking (MOS) maps will be computed using different shaking parameters to investigate the potential effect of seismogenic sources included in the DISS; Objective n° 2: definition of near-field areas surrounding major seismogenic sources will be done in a simple way within a frequency range of 0.5-1 Hz and using Mw derived from DISS. 187 3b.3 Activity 3b3.1 Activity for objective n° 1 We will produce 2 sets of maps: PGA (Peak Ground Acceleration) and SI (response Spectrum Intensity, Housner Intensity) considering different seismic scenarios in terms of slip distribution (uniform slip; slip of past earthquakes; randomized slip) while fixing the properties of the crust (i.e.: geometric spreading and attenuation, Q(f), etc). We will also investigate the possibility of using physics-based rupture parameters (in terms of the temporal rupture evolution) for specific cases. We will set up and test the procedure in two selected areas (the possible sources could be the 1908 Messina earthquake and Central-Southern Alps - Garda lake). On a national scale we will compute the maps using first only DISS individual sources, and include area sources later on. At last we will visualize graphically the MOS maps on a regional scale (0,02 grid). 3b3.2 Activity for objective n° 2 We will investigate the possibility of defining the boundary between near-field and far-field seismic radiation for a reference frequency range and a given Mw for each single source. Theoretically, this “boundary” does not exist in a strict sense since the transition from where near-field radiation dominates to far-field radiation is gradual and frequency dependent. However, we believe that approximations to this boundary, based on simplifying assumptions, are useful for earthquake engineering purposes. Because the near field is strictly dependent on the spatial coordinates and geometry of the source we will study the influence and significance of a fault displacement in the near field area. The different steps will be as follow (see timetable): a theoretical method to approximate the near-field limit; calibration of the method on the different focal mechanisms (strike slip, normal and thrust fault); test the method on individual sources; faults plane spatial uncertainties and near-field limit and graphic visualization of the near-field limit 3b.4 Methodology 3b.4.1. Objective 1 The MOS maps will be computed using a finite-fault stochastic approach (i.e. EXSIM, Motazedian and Atkinson 2005). The finite-fault stochastic approach needs model parameters of (1) the faultplane geometry (length, width, strike, dip, number of sub-faults considered, and depth to the upper edge), (2) of the source parameters (seismic moment, slip distribution, stress drop, nucleation point, rupture velocity), and (3) of the crustal properties of the region (geometrical spreading coefficient and anelastic attenuation). In our approach we will vary only slip according to a random and uniform distribution and we will consider individual sources as well as seismogenic areas. Depending on progress we consider using other ground-motion simulation techniques as well, to compute the complete seismic response. 3b.4.1. Objective 2 Because near and far field seismic radiation have a significantly different decay with distance we can approximate where the near-field terms become negligible. The method does not take into account the characteristic frequency of buildings and infrastructures. We will calculate the ratio between the near/far-field term (NF/FF) of the solution for elasto-dynamic Green’s function (Aki and Richards, 1980) and plot the contour lines as a function of the distance from the fault. The NF/FF ratio is frequency dependent and, since the downward radiation changes with Mw, the ratio also changes with Mw. We will consider also the influence of the top of the fault plane to estimate whether the near-field limit is shifted to a distance greater than the displacement of the fault. 188 Main references Aki Keiiti and P. G. Richards (1980) “Quantitative Seismology – Theory and Methods”, Volume I and Volume II, ISBN 0-7167-1058-7(v.1), Copyright, 1980 by W.H. Freeman and Company. Basili, R., G. Valensise, P. Vannoli, P. Burrato, U. Fracassi, S. Mariano, M. M. Tiberti, and E. Boschi (2008). The Database of Individual Seismogenic Sources (DISS), version 3: summarizing 20 years of research on Italy’s earthquake geology. Tectonophysics (in press), http://hdl.handle.net/2122/2090. Mai, P. M., P. Spudich, and J. Boatwright (2005). “Hypocenter locations in finite-source rupture models”. Bull. Seis. Soc. Am 95(3): 965-980. Mai (2004). Online database of finite-source rupture models (http://www.seismo.ethz.ch/srcmod). Motazedian D., Atkinson G. M. (2005) “Stochastic Finite-Fault Modeling Based on a Dynamic Corner Frequency”, Bull. Seismol. Soc. Am, Vol. 95, No. 3, pp. 995–1010, June 2005. 3b.5 Timetable I Phase Semester Activity 1 Maximum Observable Shaking (MOS) Individual sources and area sources faults parameters (strike, dip, geometry and Mw) selection from the DISS database Definition of the input (geometric spreading and attenuation, Q(f), etc) to be used in finite fault stochastic simulation program Test of MOS map in two selected areas. The possible sources could be the Messina earthquake (1908) and Central-Southern Alps (Garda lake). Computation of MOS maps (PSA and SI) on a national scale using only DISS individual sources Computation of MOS maps (PSA and SI) on a national scale using only DISS individual sources and area sources Graphic visualization of the MOS maps (PSA e SI) on a national scale Graphic visualization of the MOS (PSA e SI) on a regional scale (0,02 grid) Activity 2 Delimitation of Near-field boundaries A theoretical method to approximate the near-field limit Calibration of the method on the different focal mechanisms (strike slip, normal and thrust fault) 1 2 1 2 - - - X - - - - X - - X X X X X X - - - X X Test the method on individual sources X Faults plane spatial uncertainties and near-field limit X Graphic visualization of the near-field limit 4b. Deliverables 1: II MOS maps of Italy: 1.1. PGA map using individual sources of DISS 189 2: 3: 1.2. SI (Housner) map using individual sources of DISS 1.3. PGA map using individual sources and area sources of DISS 1.4. SI (Housner) map using individual sources and area sources of DISS MOS regional maps (0.02° grid): 2.1. PGA map using individual sources and area sources of DISS 2.2. SI (Housner) map using individual sources and area sources of DISS Near-field limits maps 7. Piano finanziario (in Euro) 7.1. I fase Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 1) Spese di personale 800 0,00 2) Spese per missioni 1600 0,00 Categoria di spesa Importo previsto a 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0 3200 5) Spese per servizi 0 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 1600 800 Totale 0,00 0,00 0,00 0,00 8000 Euro 7.2. II fase Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 1) Spese di personale 700 0,00 2) Spese per missioni 2500 0,00 Categoria di spesa Importo previsto a 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 2600 5) Spese per servizi 500 0 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 0 7) Spese indirette(≤10% del totale) 700 Totale 7000 Euro 190 0,00 0,00 0,00 0,00 7.3. Totale Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 1) Spese di personale 7000 0,00 2) Spese per missioni 1500 0,00 Categoria di spesa Importo previsto a 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 4100 0 5) Spese per servizi 5800 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 500 1600 Totale 15000 Euro 191 0,00 0,00 0,00 0,00 Convenzione INGV-DPC 2007-2009 Progetti sismologici RU 4.01 - Lavecchia Giusy (Task B) Titolo Seismogenic sources of major earthquakes of the Maiella and Abruzzo foothill areas: constraints from macroseismic field simulations and regional seismotectonic data 1. Responsabile Giusy Lavecchia, prof. Ordinario di Geologia Strutturale, Università G. d’Annunzio, Chieti Qualifications 1977 Degree in Geological Science at the University of Naples, with result 110/110 cum lode Post-graduated grant in Structural Geology given from the Italian National Council of Research 1980 Master Course in Structural Geology at Imperial College, London. 1981-1986 Research Position in Structural Geology at the Earth Science Department of Perugia, Italy 1984 Associate Professor in Structural Geology at the Department of Geology and Geophysics of Berkeley (U.S.A) 1987-1994 Associate Professor in Structural Geology at the Earth Science Department of Perugia, Italy 1995-2008 Full Professor of Structural Geology at the Earth Science Department of Chieti, Italy 1997-2008 Head of the Geodynamic and Seismogenesis Laboratory, at the Earth Science Department of Chieti Specialization Structural geology, tectonics, geodynamics, earthquake geology, seimotectogenesis ad mamatogensis Areas of Interest Tyrrhenian sea, peninsular Italy, Sicily 5 papers LAVECCHIA G. (1988)- The Tyrrhenian-Apennines system: structural setting and seismotectogenesis. Tectonophysics, 147, 263-296. LAVECCHIA G., BROZZETTI F., BARCHI M., KELLER J.V.A. & MENICHETTI M. (1994) Seismotectonic zoning in east-central Italy deduced from an analysis of the Neogene to Present deformations and related stress fields. BULL. SOC. GEOL. AM., 106, 1107-1120. Lavecchia G., Boncio P., Brozzetti F., Stucchi M. & LESCHIUTTA I. (2002) - New criteria for a 3-D seismotectonic zoning of Central Italy. Boll. Soc. Geol. It, volume speciale 1, 881-890. Pace B., Boncio P. & Lavecchia G. (2002) - The 1984 Abruzzo earthquake: an example of seismogenic process controlled by interaction between differently oriented synkinematic faults. Tectonophysics, 350, 237-254. Pace B., Peruzza L., Lavecchia G. & Boncio P. (2006) – Layered Seismogenic Source Model and Probabilistic Seismic-Hazard Analyses in Central Italy. Bulletin of the Seismological Society of America, Vol. 96, 107-132. 192 2. Personale dell’UR Nominativo (Cognome e Nome) Lavecchia Giuseppina Mesi/Persona (personale non a carico del progetto) I fase II fase Qualifica Ente/Istituzione Prof. Ordinario Università di Chieti 1.5 1.5 Università di Chieti 1 1 Università di Chieti 1 1 Brozzetti Francesco Prof. Associato Prof. Associato Pace Bruno Ricercatore Università di Chieti 0.5 0.5 Visini Francesco Ass. Ricerca Università di Chieti 0.5 0 Milana Giuliano Ricercatore INGV - Roma 0.5 0.5 Galadini Fabrizio Dirigente di Ricerca INGV - Milano 0 0 de Nardis Rita Funzionario DPC 1 0 Marcucci Sandro Funzionario DPC 1 0 Da definire Assegnista Università di Chieti Boncio Paolo Mesi/Persona (personale a carico del progetto) I fase II fase 4 7 Descrizione del contributo - Versione italiana 3a.1 Stato dell'arte Le aree sismiche del pede-appennino abruzzese e della massiccio della Maiella sono localizzate in una posizione intermedia tra la provincia sismotettonica distensiva intra-appenninica e quella compressiva costiera adriatica (Pace et al., 2006). I terremoti storici della Maiella 1706 (I=IX-X; Maw =6.6) e1933 (I=VIII-IX; Maw=5.7), Abruzzo meridionale 1881 (I=VIII; Maw=5.6) e 1882 (I=VII; Maw=5.3) ed il terremoto del Gran Sasso 1950 (I=VIII; Maw =5.7) hanno interessato aree che si estendono esternamente rispetto ai più orientali sistemi di faglie normali a direzione NNO-SSE ed internamente rispetto al fronte compressivo attivo a direzione NNO-SSE. Questi terremoti sono stati attribuiti a fagliazione inversa (es. Pace et al., 2006), a fagliazione normale della crosta superiore e solo alcuni a thrust (Galadini et al., 2006; Pizzi et al., 2006),o ancora a fagliazione trascorrente su strutture Est-Ovest (Fracassi and Valensise, 2007; Basili et al., 2008). Negli ultimi anni l’area è stata affetta solo da una sismicità sparsa e di bassa magnitudo. La non ottimale configurazione locale della rete sismica nazionale ed i dati strumentali disponibili sono inadeguati per capire l’entità e la cinematica della deformazione nell’area della Maiella. L’assenza di microsismicità nell’area della Maiella è stata confermata in un recente studio di Bagh et al., (2007), grazie all’utilizzo di una rete temporanea locale. Tuttavia l’assetto tettonico superficiale e profondo è abbastanza ben conosciuto (Scisciani et al., 2002 cum biblio; Patacca et al., 2008) ed inoltre sono disponibili i dati macrosismici dei terremoti menzionati (Stucchi et al., 2007). L’integrazione dei dati geologici e macrosismici, insieme alla valutazione degli effetti di amplificazione locale, potrebbe quindi essere d’aiuto nel discriminare tra le differenti interpretazioni sismotettoniche proposte. L’utilizzo del dato macrosismico è un argomento altamente dibattuto nella letteratura scientifica. Negli ultimi 50 anni molti autori hanno proposto differenti approcci per quantificare i parametri di sorgente sismica da terremoti storici. L’idea ha la sua origine nel lavoro di Kovesligethy, (1907); successivamente con le relazioni di Blake (1941) e successive derivazioni (Sponheuer, 1960; Shebalin, 1973) si è tentato di calcolare la profondità dei terremoti considerando essenzialmente la forma e l’estensione del campo macrosismico. A fronte di un 193 generale successo nell’applicazione di tali formulazioni, i limiti di questi approcci, dovuti al non considerare gli effetti di sito e della propagazione, sono ben noti. In realtà Gasparini et al. (1999) ha mostrato che se esiste una buona documentazione storica dell’evento, le informazioni epicentrali possono essere studiate con buona approssimazione e le caratteristiche essenziali quali geometria e magnitudo della sorgente di forti terremoti possono essere debitamente stimate. Un recente e comune approccio allo studio di eventi storici è basato sulla modellizzazione della intensità macrosismiche generate da sorgenti di geometria nota, utilizzando varie tecniche, quali, ad esempio, la simulazione del campo di onde sismiche per stimare i parametri di movimento del suolo di interesse ingegneristico (picchi in accelerazione o in velocità). Vari autori (Zollo et al., 1999; Gentile et al., 2003; Emolo et al., 2004), partendo da uno o più modelli di sorgente disponibili in letteratura, hanno sia calcolato gli accellerogrammi in punti attorno la sorgente, sia stimato i picchi di accelerazione e velocità usando relazioni empiriche e quindi discusso i risultati ottenuti presentando le differenze tra le intensità osservate e calcolate. Altri Autori (Pettenati and Sirovich, 2003) stimano invece direttamente i parametri della sorgente (geometria e cinematica) dai dati di intensità secondo un metodo di inversione globale con il quale viene esplorato l’intero spazio dei parametri dei modelli. Recentemente, de Nardis (2008) ha proposto un metodo che può essere considerato un ibrido tra le due filosofie descritte. Attraverso una procedura d’inversione, strettamente vincolata ad informazioni geologiche, viene simulato il campo di onde nei punti dove sono note le intensità macrosismiche. L’inversione viene eseguita ricercando il minimo di una funzione obiettivo (L1 normalizzato) in uno spazio limitato di parametri del modello. Bagh, S., Chiaraluce L., De Gori P., Moretti M., Govoni A., Chiarabba C., Di Bartolomeo P., Romanelli M., 2007 Background seismicity in the Central Apennines of Italy: The Abruzzo region case study. Tectonophysics, 444, 80-92. Basili, R., Valensise G,. Vannoli P, Burrato P., Fracassi U., Mariano S., Tiberti M. M., 2007. The Database of Individual Seismogenic Sources (DISS), version 3: summarizing 20 years of research on Italy’s earthquake geology. Tectonophysics, in press Beresnev I. A., Atkinson G. M.; 1997. Modelling finite-fault radiation from the omega**n spectrum. BSSA., 87, 67-84. Beresnev I. A., Atkinson G. M.; 1998. Stochastic finite-fault modeling of ground motions from the 1994 Northridge, California, earthquake. I. Validation on rock sites. BSSA, 88, 1392-1401. Blake A., 1941. On the estimation of focal depth from macroseismic data. BSSA 31, 225–231. de Nardis R., 2008. Il contributo dei dati sismologici, storici e strumentali, alla definizione di province e strutture sismogenetiche compressive in due segmenti del fronte appenninicomagrebide in Italia centrale e Sicilia. PhD Thesis, Università di Chieti, Emolo A., Iannaccone G., Zollo A., Gorini A., 2004. Inferences on the source mechanisms of the Irpinia (Southern Italy) earthquake from simulations of the kinematic rupture process. Annals of Geophysics, 47, 1743-1754. Fracassi U., Valensise G., 2007. Unveiling the Sources of the Catastrophic 1456 Multiple Earthquake: Hints to an Unexplored Tectonic Mechanism in Southern Italy. BSSA, Vol. 97, No. 3, pp. 725–748, June 2007, doi: 10.1785/0120050250 Galadini F., Mastino F., Pizzi A., Savarese F., Scisciani V., Tertulliani A.; 2006: Il terremoto del 10 settembre 1881 e la sismicità del settore “esterno” della regione abruzzese. GNGTS, 25° convegno nazionale, 28-30 Novembre 2006, Roma Gasperini P., Bernardini F., Valensise G., Boschi E., 1999. Defining seismogenic sources from historical felt reports, BSSA, 89, 94-110. Gentile F., Pettenati F., Sirovich L., 2003. Validation of the Automatic Source Inversion of the U. S. Geological Survey Intensities of the Whittier Narrows, 1987 Earthquake. BSSA, 5, 1737-1747 Kirkpatrick S., Gelatt C. D. Jr., Vecchi M. P., 1983. Optimization by simulated annealing. Science, 220, 671-680 Kovesligethy R., 1907. Seismicher Starkegrad und Intensitat der Beben. Gerlands Beitr. z. Geophysik 8, 363–366. Mosegaard K., Sambridge M., 2002. Inverse Problems 18:3, R29 Pace B., Peruzza L., Lavecchia G., Boncio P., 2006. Layered Seismogenic Source Model and Probabilistic Seismic-Hazard Analyses in Central Italy. BSSA, 96, 107-132. 194 Patacca E., Scandone P., Di Luzio E., Cavinato G.P., Parlotto M., 2008. Structural architecture of the central apennines. Interpretation of the CROP11 seismic profile from the adriatic cosat to the orographic divide. Tectonics, in press Pettenati F., Sirovich L., 2003. Tests of Source-Parameter inversion of the U.S. Geological Survey Intensities of the Whittier Narrows 1987 Earthquake. BSSA, 93, 47-60. Pizzi A., Falcucci E., Gori S., Galadini F., Messina P., Di Vincemmo M., Esestime P., Giaccio B., Sposato A.; 2006: Faglie attive nell’area del massiccio della Maiella (Appennino abruzzese, Italia centrale). GNGTS, 25° convegno nazionale, 28-30 Novembre 2006, Roma Scisciani V., Tavarnelli E., Calamita F.; 2002: The interaction of extensional and contractional deformations in the outer zone of the Central Apennines, Italy. J. Struct. Geology, 24, 1647-1658. Shebalin N.V., 1973. Macroseismic data as information on source parameters of large earthquakes. Physics of the Earth and Planetary Interiors 6, 316–323. Sponheuer W., 1960. Methoden zur Herdtiefenbestimmung in der Makroseismik. Freiburg Forschung-Hoschule 88, 117pp. Stucchi M., Camassi R., Rovida A., Locati M., Ercolani E., Meletti C., Migliavacca P., Bernardini F., Azzaro R.; 2007: DBMI04, il database delle osservazioni macrosismiche dei terremoti italiani utilizzate per la compilazione del catalogo parametrico CPTI04. Available from http://emidius.mi.ingv.it/DBMI04/ Zollo A., Emolo A., Herrero A., Improta L., 1999. High frequency strong motion modelling in the Catania area associated with Ibleo-Maltese fault system. J. Seismology, 3, 279-288. 3a.2 Obiettivi L’obiettivo principale della nostra unità sarà quello di definire la possibile geometria 3D e la cinematica delle sorgenti sismogenetiche individuali responsabili dei forti terremoti nell’area della Maiella e del pede-appennino abruzzese. Per poter valutare realisticamente i parametri della sorgente implementeremo e applicheremo il metodo di inversione descritto in de Nardis (2008). L’approccio consiste nell’applicare le tecniche di modellizzazione stocastiche proposte in Beresnev and Atkinson (1997) per generare forme d’onda sintetiche del movimento del suolo da faglie di dimensione finita nei siti attorno la sorgente. Verrà utilizzato il codice FINSIM (Beresnev and Atkinson,1998) per risolvere il problema diretto, nel quale sono previste semplici forme funzionali degli effetti di sito e di percorso. L’approccio proposto è particolarmente utile per simulare le alte frequenze del movimento del suolo, che sono le principali responsabili dei danneggiamenti degli edifici (f > 1 Hz). Ciascun modello di sorgente è selezionato sulla base di vincoli geologici e geofisici ed i valori di intensità sono calcolati attraverso relazioni empiriche tra picchi di accelerazione e/o velocità ed i valori di intensità. Partendo da un set complesso di possibili sorgenti sismiche, derivate da informazioni geologichegeofisiche, selezioniamo le soluzioni più realistiche per ciascun terremoto, confrontando il campo macrosismico osservato con quello calcolato. Il metodo sarà applicato ai dibattuti terremoti del 1706, 1881, 1882, 1933 e 1950. La definizione in tre dimensioni delle sorgenti sismogenetiche di questi terremoti ci aiuterà nel definire i confini delle province sismotettoniche nella regione investigata. 3a.3 Attività Primo anno 1) Indagini di sismica passiva per la valutazione degli effetti di amplificazione locale (individuazione di risposte di sito anomale) con il metodo di Nakamura. In tutti i paesi fortemente danneggiati (I> IX) dal terremoto del 1706 saranno installate temporaneamente stazioni per l'acquisizione di misure di rumore di fondo e/o per la registrazione della microsismicità. In 22 località campagne di misure sono state già effettuate; per avere un quadro completo di tutti i siti che hanno riportato un grado di danneggiamento con intensità > IX ci si propone di estendere le misure ad altre località. 2) Analisi di dati geologico strutturali e geofisici per la ricostruzione delle geometrie 3D delle possibili sorgenti sismogenetiche del terremoto del 1706 ed applicazione del codice d’inversione . Secondo anno 195 3) Analisi dei vincoli geologici e geofisici per la ricostruzione delle geometrie 3D delle possibili sorgenti sismogenetiche dei principali terremoti storici della Maiella e del pede-Appennino abruzzese (1881, 1882, 1933, 1950) ed applicazione del codice d’inversione. 4) Identificazione e parametrizzazione delle sorgenti sismogenetiche investigate e proposta di una zonazione sismotettonica dell'area. 3a.4 Metodologia La definizione dei modelli di sorgente è il primo passo nel percorso metodologico che intendiamo proporre. Ricostruiamo la geometria 3D delle possibili sorgenti partendo da dati geologici di superficie integrati con informazioni di geologia regionale e di sezioni sismiche disponibili in letteratura. Successivamente l’inversione è eseguita minimizzando la norma L1 attraverso due approcci: una ricerca uniforme su una griglia ed un inversione globale come il simulated annealling (Kirkpatrick et al., 1983; Mosegaard and Malcolm, 2002). Anche se il metodo di ricerca su griglia non è raccomandabile per risolvere questo tipo di problema inverso, a causa del tempo speso nel calcolo, una ricerca uniforme diventa necessaria negli studi preliminari se si vuole meglio caratterizzare la norma L1 nello spazio dei parametri del modello. La migliore soluzione, o le migliori soluzioni, sono selezionate considerando i valori minimi di L1 calcolati rispetto a tutti i dati macrosismici osservati e quindi rispetto alle classi di intensità. Un’analisi delle proprietà ed una discussione dei risultati ottenuti sarà comunque effettuata poiché, anche se viene individuata la miglior soluzione, corrispondente ad un minimo globale di una funzione obiettivo calcolata con un algoritmo sofisticato, questa può essere priva di alcun significato se non viene opportunamente discussa considerando gli errori nei parametri di input. La funzione L1, se rappresentata sui parametri del modello potrebbe mostrare un minimo unico, ma piatto. Di conseguenza, una rappresentazione grafica, in termini di isolinee di L1 delle migliori soluzioni, può aiutare nel localizzare geograficamente la possibile enucleazione del terremoto. La stretta interpretazione dei dati geologici s.l. e macrosismici, specialmente quando vengono valutati gli effetti di amplificazione locale, può aiutare nel discriminare tra differenti interpretazioni sismotettoniche. Riassumendo, i passi essenziali del percorso metodologico sono: a) Definizione della geometria 3D delle varie ed alternative possibili sorgenti sismiche individuali in associazione ad uno stesso terremoto b) Valutazione dei possibili effetti locali sul campo macrosismico (solo per l’area della Maiella) c) Stima degli scenari sismici in termini di intensità macrosismica, calcolando accellerogrammi sintetici da differenti configurazioni e profondità dei modelli di sorgente, con una modellizzazione stocastica a faglia-finita del movimento del suolo; d) Selezione del miglior modello di sorgente per ciascun terremoto e loro inquadramento in un contesto sismotettonico regionale. 3a.5 Cronoprogramma Fase Semestre Valutazione degli effetti locali sul campo macrosismico del terremoto della Maiella del 1706 Analisi di dati geologico-strutturali e geofisici per la ricostruzione delle geometrie 3D delle possibili sorgenti sismogenetiche del terremoto del 1706; inversione delle varie sorgenti e selezione del modello migliore Ricostruzione delle geometrie 3D ed inversione sorgenti del 1881, 1882, 1933, 1950 Definizione del contesto sismotettonico dei terremoti analizzati 196 I 1 II 2 1 2 X X X X 4a. Prodotti Identificazione della geometria 3D e della cinematica delle possibili sorgenti sismogenetiche dei terremoti storici studiati (1706, 1881,1882, 1933, 1950), con definizione dei parametri di sorgente e del contesto sismotettonico regionale Previste presentazioni a convegni e pubblicazioni su riviste internazionali 5. Interazioni con altri Enti/Istituzioni È prevista la continuazione di collaborazioni già avviate con ricercatori del Dipartimento di Protezione Civile e dell’INGV 6. Possibili interazioni con altri Progetti DPC (indicare quali progetti) (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) Description of Contribution – English version 3b.1 State of the art The Abruzzo foothill seismic area and the Maiella massif are geographically located in an intermediate position between the intra-Apennine extensional seismotectonic province and the Coastal Adriatic compressional seismotectonic province (Pace et al., 2006). In fact, the Maiella 1706 (I=IX-X; Maw =6.6) and 1933 (I=VIII-IX; Maw=5.7), the Abruzzo meridionale 1881 (I=VIII; Maw=5.6) and 1882 (I=VII; Maw=5.3) and the Gran Sasso 1950 (I=VIII; Maw=5.7) earthquakes stroke areas extending outward of the easternmost, NNW-SSE striking, active normal fault alignment and inward of the NNW-SSE striking active thrust front. These earthquakes have been attributed either to thrust faulting (e.g. Pace et al., 2006) or to upper crust normal faulting and partly to thrust faulting (Pizzi et al., 2006; Galadini et al., 2006) or to E-W strike slip faulting (Basili et al., 2007; Fracassi and Valensise, 2007). In the recent past, the area has been only affected by minor and sparse seismicity. The poor local configuration of the national seismic network and of the available seismic instrumental data are inadequate to constrain the active deformation pattern of the Maiella area and its kinematics. Moreover, recent employment of a temporal seismic network, located in the Abruzzo region, confirmed the absence of microseismicity in the Maiella area (Bagh et al., 2007). On the other hand, the shallow and deep tectonic setting of the area is rather well known (Scisciani et al., 2002 and references therein; Patacca et al., 2008) and macroseismic data of the afore-mentioned earthquakes are available on DBMI04 (Stucchi et al., 2007). The integration of geological and macroseismic field data, together with the evaluation of local amplification effects, may help to discriminate among different proposed seismotectonic interpretations. The use of macroseismic data is an highly debated topic in literature. In the past 50 years many authors proposed various algorithms to quantify the source parameters of historical events with different approaches. The idea has its origin in the work of Kovesligethy, (1907); successively the Blake’s formula (1941) and its derivations (Sponheuer, 1960; Shebalin, 1973) permitted to compute the depth of historical events considering essentially the shape and extension of macroseismic field. In spite of the overall success, the limit of such an approach, that does not consider the effect of propagation path and site effects, are well known. If a reliable historical documentation exists, epicentre information can be deduced with a good approximation as described by Gasparini et al. (1999) who proposed a method to asses the location, geometry and magnitude of the source of large historical earthquakes stressing that with these data it is possible to evaluate only these essential characteristics. A recent common approach to study historical earthquakes is based on modelling macroseismic intensity generated by sources of known geometry with various technique: i.e. simulating the seismic waves field in the estimation of ground motion parameters that are of engineering interest 197 (peak of acceleration or velocity). Several authors (Zollo et al., 1999; Gentile et al., 2003; Emolo et al., 2004) starting from one or more source models, available in the literature, computed time histories at various points around the sources, estimated the peak of acceleration or velocity using empirical relationships and discussed the obtained results in terms of differences between the calculated and observed intensities. Other authors (Pettenati and Sirovich, 2003) inferred directly source parameters (geometric and kinematic information) from intensity data by using a global inversion technique which explores the entire space of the model parameters. Recently, de Nardis (2008) proposed a method that can be considered as an hybrid approach in relation with the afore described ones. It is a geologically constrained inversion procedure that consists in the simulation of wave field in many points corresponding to the known intensity values. The inversion was performed searching the minimum of an objective function (L1 norm) on a limited space of the model parameters. Bagh, S., Chiaraluce L., De Gori P., Moretti M., Govoni A., Chiarabba C., Di Bartolomeo P., Romanelli M., 2007 Background seismicity in the Central Apennines of Italy: The Abruzzo region case study. Tectonophysics, 444, 80-92. Basili, R., Valensise G,. Vannoli P, Burrato P., Fracassi U., Mariano S., Tiberti M. M., 2007. The Database of Individual Seismogenic Sources (DISS), version 3: summarizing 20 years of research on Italy’s earthquake geology. Tectonophysics, in press Beresnev I. A., Atkinson G. M.; 1997. Modelling finite-fault radiation from the omega**n spectrum. BSSA., 87, 67-84. Beresnev I. A., Atkinson G. M.; 1998. Stochastic finite-fault modeling of ground motions from the 1994 Northridge, California, earthquake. I. Validation on rock sites. BSSA, 88, 1392-1401. Blake A., 1941. On the estimation of focal depth from macroseismic data. BSSA 31, 225–231. de Nardis R., 2008. Il contributo dei dati sismologici, storici e strumentali, alla definizione di province e strutture sismogenetiche compressive in due segmenti del fronte appenninicomagrebide in Italia centrale e Sicilia. PhD Thesis Emolo A., Iannaccone G., Zollo A., Gorini A., 2004. Inferences on the source mechanisms of the Irpinia (Southern Italy) earthquake from simulations of the kinematic rupture process. Annals of Geophysics, 47, 1743-1754. Fracassi U., Valensise G., 2007. Unveiling the Sources of the Catastrophic 1456 Multiple Earthquake: Hints to an Unexplored Tectonic Mechanism in Southern Italy. BSSA, Vol. 97, No. 3, pp. 725–748, June 2007, doi: 10.1785/0120050250 Galadini F., Mastino F., Pizzi A., Savarese F., Scisciani V., Tertulliani A.; 2006: Il terremoto del 10 settembre 1881 e la sismicità del settore “esterno” della regione abruzzese. GNGTS, 25° convegno nazionale, 28-30 Novembre 2006, Roma Gasperini P., Bernardini F., Valensise G., Boschi E., 1999. Defining seismogenic sources from historical felt reports, BSSA, 89, 94-110. Gentile F.; Pettenati F.; Sirovich L., 2003. Validation of the Automatic Source Inversion of the U. S. Geological Survey Intensities of the Whittier Narrows, 1987 Earthquake. BSSA, 5, 1737-1747 Kirkpatrick S., Gelatt C. D. Jr., Vecchi M. P., 1983. Optimization by simulated annealing. Science, 220, 671-680 Kovesligethy R., 1907. Seismicher Starkegrad und Intensitat der Beben. Gerlands Beitr. z. Geophysik 8, 363–366. Mosegaard K., Sambridge M., 2002. Inverse Problems18:3, R29 Pace B., Peruzza L., Lavecchia G., Boncio P., 2006. Layered Seismogenic Source Model and Probabilistic Seismic-Hazard Analyses in Central Italy. BSSA, 96, 107-132. Patacca E., Scandone P., Di Luzio E., Cavinato G.P., Parlotto M., 2008. Structural architecture of the central apennines. Interpretation of the CROP11 seismic profile from the adriatic cosat to the orographic divide. Tectonics, in press Pettenati F., Sirovich L., 2003. Tests of Source-Parameter inversion of the U.S. Geological Survey Intensities of the Whittier Narrows 1987 Earthquake. BSSA, 93, 47-60. Pizzi A., Falcucci E., Gori S., Galadini F., Messina P., Di Vincemmo M., Esestime P., Giaccio B., Sposato A.; 2006: Faglie attive nell’area del massiccio della Maiella (Appennino abruzzese, Italia centrale). GNGTS, 25° convegno nazionale, 28-30 Novembre 2006, Roma Scisciani V., Tavarnelli E., Calamita F.; 2002: The interaction of extensional and contractional deformations in the outer zone of the Central Apennines, Italy. J. Struct. Geology, 24, 1647-1658. 198 Shebalin N.V., 1973. Macroseismic data as information on source parameters of large earthquakes. Physics of the Earth and Planetary Interiors 6, 316–323. Sponheuer W., 1960. Methoden zur Herdtiefenbestimmung in der Makroseismik. Freiburg Forschung-Hoschule 88, 117pp. Stucchi M., Camassi R., Rovida A., Locati M., Ercolani E., Meletti C., Migliavacca P., Bernardini F., Azzaro R.; 2007: DBMI04, il database delle osservazioni macrosismiche dei terremoti italiani utilizzate per la compilazione del catalogo parametrico CPTI04. Available from http://emidius.mi.ingv.it/DBMI04/ Zollo A., Emolo A., Herrero A., Improta L., 1999. High frequency strong motion modelling in the Catania area associated with Ibleo-Maltese fault system. J. Seismology, 3, 279-288. 3b.2 Goals Main goal of our unit will be to constrain the likely 3D geometry and kinematics of the individual seismogenic sources responsible for the major earthquakes of the Maiella and Abruzzi foothills area. In order to evaluate reliable source parameters for these earthquakes we will apply the inversion method elaborated by de Nardis (2008). The approach consists in applying the stochastic modelling technique proposed by Beresnev and Atkinson (1997, 1998) to generate synthetic ground motion waveforms from finite fault, at several site around the source. The FINSIM code (Beresnev and Atkinson 1998) is used in order to solve the forward problem, which also incorporates into simple functional forms the path and site effects. The proposed approach is particularly useful for simulating the higher-frequency ground motion, mainly responsible for earthquake damages in masonry and low raise concrete buildings (f >1 Hz). Each input source model is selected on the basis of geological and geophysical constraints and the calculated intensities are evaluated using the empirical relationships relating peak ground acceleration and/or velocity to intensity values. Starting from a complex set of possible seismic sources derived from geological and geophysical information, we select the most reliable source of each earthquake by comparing the observed macroseismic field with the calculated intensity data points. The method will be applied to the debated 1706, 1933, 1881, 1882 and 1950 earthquakes. The definition of the 3D seismogenic sources of such earthquakes will also help to define the surface boundary of homogenous seismotectonic province in the investigated region. 3b.3 Activity (with timetable for each phase) First year 2) Field survey of the Maiella area aimed to estimate local amplification effects (or only an evaluation of anomalous site responses) using Nakamura’s approach. It will be collected tremor data in all sites where the 1706 earthquake have caused severe damages (an intensity value grater than IX). 22 localities were already investigated; we will perform further measurements in other sites. 2) Analysis of geological-geophysical constraints for reconstruction of the 3D geometry of the various possible sources of the 1706 earthquake (e.g. thrust, normal fault, strike slip); application of the inversion code and selection of the best model. Second year 3) Analysis of geological-geophysical constraints for the reconstruction of the 3D geometry of the source of other major historical earthquakes of the Maiella and Abruzzi foothill area (1881, 1882, 1933, 1950) and application of the inversion code to these earthquakes. 4) Definition of the regional seismotectonic setting of the Maiella and Abruzzo foothill area, with paremerisation of the sources of the major historical earthquakes. 3b.4 Methodology The definition of seismic source models is a first step in the methodological flow of our proposed approach. We reconstructed the likely 3D geometry of the possible seismic sources starting from geological field data integrated with regional geological data and seismic sections available in the literature. Successively, the inversion is carried out minimizing the L1 norm, using two approaches: 199 uniform search on a grid and a global inversion method as the simulated annealing (Kirkpatrick et al., 1983; Mosegaard and Malcolm, 2002). Even if the grid-search method is not recommended to solve this kind of inverse problem, because it is very time-consuming, the uniform search is necessary in this preliminary studies in order to better characterize the L1 norm in the space of the model parameters. The best solution (or best solutions) is selected considering the minimum values of L1 norm calculated respect to all macroseismic data and the minimum value of L1 norm calculated respect to intensity classes. A property analysis and discussion of results is performed because even the best solution (corresponding to a global minimum of an objective function calculated with sophisticate algorithm) can be meaningless if not opportunely discussed considering the error of the input data. The L1 norm function, if represented versus the model parameters, might show a unique but flat minimum. Consequently a graphical representation in terms of L1 contour of the best solutions is given in order to locate geographically the possible nucleation of the earthquake that represents the best fit of the constrained inversion to macroseismic data. The close interpretation of geological s.l. data with macroseismic field data, especially when also evaluating the local amplification effects, may help to discriminate among different proposed seismotectonic interpretations. Summarizing the essential methodological steps are: a) definition of the 3D geometry of all the alternative, geologically plausible, individual seismogenic sources for any considered earthquake; b) evaluation of possible local effects on the macroseimic field data (only for the Maiella Massif area); c) estimation of seismic scenario in terms of macroseismic intensity, calculating synthetic strong motion time histories starting from different configurations and depths of the seismogenic source models, with a stochastic finite-fault modeling of ground motion; d) selection of the best source model for each considered earthquake and proposal of a regional seismotectonic zoning. 3b.5 Timetable Phase Semester Evaluation of local effects on the Maiella 1706 macroseimic field Analysis of geological-geophysical constraints for reconstruction of the 3D geometry of the various possible sources of the 1706 earthquake;application of an inversion code and selection of the best source Geologically constrained-inversion of the 1881, 1882, 1933 and 1950 earthquakes Regional seismotectonic analysis of the Maiella and Abruzzo foothills areas I 1 II 2 1 2 X X X X 4b. Deliverables Source parameters on the likely seismogenic sources of the studied historical earthquakes (1706, 1881,1882, 1933, 1950); constraints on the regional seismotectonic context. The results will be presented at national and international congresses and will be submitted for publication on international magazines. 200 7. Piano finanziario (in Euro) 7.1. I fase Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato Finanziato dal dall'Ente/Istituzion Dipartimento e c= b a-b 1) Spese di personale 0,00 2) Spese per missioni 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 2500 0,00 7000 0,00 5) Spese per servizi 0,00 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette(≤10% del totale) 0,00 500 Totale 0,00 Categoria di spesa Importo previsto a 0,00 10000,00 7.2. II fase Finanziato Finanziato dal dall'Ente/Istituzion Dipartimento e c= b a-b 1) Spese di personale 0,00 2) Spese per missioni 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 500 0,00 9000 0,00 5) Spese per servizi 0,00 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 0,00 500 Totale 0,00 Categoria di spesa Importo previsto a 0,00 10000,00 7.3. Totale Finanziato Finanziato dal dall'Ente/Istituzion Dipartimento e c= b a-b 1) Spese di personale 0,00 2) Spese per missioni 3000 201 0,00 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 16000 5) Spese per servizi 0,00 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette(≤10% del totale) Totale 0,00 0,00 1000 0,00 202 20000,00 0,00 Convenzione INGV-DPC 2007-2009 Progetti sismologici Progetto S1 - RU 5.01 - Aoudia Abdelkrim (Task A) Titolo Short-term behavior of the Polino-Castrovillari fault system and transient deformation 1. Responsabile UR Abdelkrim Aoudia, Research Scientist Earth System Physics Section Abdus Salam International Centre for Theoretical Physics Strada Costiera 11, 34100, Trieste Education: 1991: State Engineer in soil - rock mechanics, University of Algiers, Algeria 1998: PhD in Geophysics, University of Trieste, Italy Research interest and main activities: kinematics and dynamics of the continental deformation blending GPS, Seismology, Geology, tied through realistic numercial modelling; structure and rheology of the earth using surface-wave tomography and non-linear inversion along with petrological and geochemical dataset; fault & earthquake mechanics (studies on specific earthquakes looking at different geometries of faulting and related complexities); local and regional (country-wide) earthquake hazard assessment. Honors and Services 1991: Majeur de Promotion (School major) 1992: Winner of the 1992 Algerian Foreign Ministry - British Embassy PhD fellowship 1994: TRIL – ICTP Fellowship (Training and Research in Italian Laboratory Program) 1999 - 2004: Member of the advisory board for Continuous GPS (Italian Space Agency) 1999 – 2003: European Geophysical Society principal Convenor 1999 – 2001: European Geophysical Society Program Committee member 2001: Member of the Commission of the Italian Ministry of foreign affairs visiting India after the Bhuj earthquake 2000 - 2002: Officer of the European Geophysical Society 2003: Officer of the Asia Oceania Geosciences Society 2003: Advisor of the Algerian Presidency for earthquake risk reduction measures 2004: Member, Review Panel, Global Monitoring for Environment and Security (GMES), European Space Agency 2005: Winner of the Italian national vacancy call for the position of “Primo Ricercatore” at the National Institute for Oceanography and Experimental Geophysics (INOGS) 2005: Member of the Scientific Council of the Algerian Space Agency 2005: Coordinator of the Earth System Physics Diploma Course 2005: Member of the UNESCO-IOC working group on the Indian Ocean Tsunami Early Warning System 2006: Member of the EU commission – Alpine Space Framework Programme (2007 – 2013) 203 2006: Principal Organiser of the Conference “Today’s Alps Tomorrow” at the First Alpine Space Summit – Stresa (19-20 June 2006) - 5 pubblicazioni significative relative ai temi di ricerca del progetto Aoudia, A., Sarao’, A., Bukchin, B. and Suhadolc, P., 2000. The 1976 Friuli (NE Italy) thrust faulting earthquake: A reappraisal 23 years later, Geophysical Research Letters, vol. 27, 573-576. Riva, R., Aoudia A., Vermeersen, L. L. A., Sabadini, R. and Panza, G. F., 2000. Crustal vs asthenospheric relaxation and postseismic deformation for shallow normal faulting earthquakes: The Umbria-Marche (Central Italy) case, Geophysical Journal International, vol 141, 1-5. Aoudia, A., Borghi, A., Riva, R., Barzaghi, R., Ambrosius, B. A. C.; Sabadini, R.; Vermeersen, L. L. A.; Panza, G. F. 2003. Postseismic deformation following the 1997 Umbria-Marche (Italy) moderate normal faulting earthquakes, Geophysical Research Letters, v. 70, 1390-1393. Riva R. A. Borghi, A. Aoudia, B. Barzaghi, R. Sabadini & G.F. Panza. 2007. Viscoelastic relaxation and long-lasting after-slip following the 1997 Umbria-Marche (Central Italy) earthquakes. Geophysical Journal International, 169, 534-546, 2007. Chimera, G., Aoudia, A., Sarao’, A., and Panza, G.F., 2003. Active Tectonics in Central Italy: constraints from surface wave tomography and source moment tensor inversion. Physics of the Earth and Planetary Interior (PEPI), 138: 241-262. 2. Personale dell’UR Nominativo (Cognome e Nome) Borghi Alessandra Della Via Giorgio Aoudia Abdelkrim Qualifica Ente/Istituzione Collaboratrice di INOGS: c/o Politecnico di ricerca Milano Collaboratore di Universita’ di Milano ricerca Research ICTP Scientist Mesi/Persona Mesi/Persona (personale non a carico del progetto) (personale a carico del progetto) I fase II fase 2 2 1 3 2 2 I fase II fase Descrizione del contributo - Versione italiana 3a.1 Stato dell'arte Una comprensione adeguata della pericolosita’ sismica richiede una buona conoscenza del comportamento a breve termine delle faglie sismogenetiche durante la loro fase intersismica. Le tecniche geodetiche assieme ad una modellistica geofisica permettono il monitoraggio e lo studio della deformazione della crosta terrestre e delle sue diverse scale temporali e spaziali. Questo uso integrato della geodesia e della geofisica verra’ messo in opera nella zona sismogenetica del Polino-Castroviallri caratterizzata da un anomalo stato quiescente dell’attivita’ sismica (Cinti et l., 2000). Si fara’ uso delle stazioni GPS Cat-Scan assieme ad una rete locale a torno alla faglia del Polino composta da 10 siti (2003-2007) per monitorare e modellare la componente asismica della deformazione lungo la faglia del Polino. L’importanza di tali studi sta nella comprensione del bilancio nel momento della deformazione che avra’ ricadute dirette sulla quantificazione della pericolosita’ sismica. I spostamenti asismici ridistribuiscono i sforzi nella crosta terrestre dunque possono vincolare il locus dei prossimi eventi sismici. Mappare i spostamenti asismici su i piani di faglie aiuta a meglio vincolare le legge di attrito. 3a.2 Obiettivi Mappare la distribuzione della velocita’ asismica a breve termine, e altre possibili deformazioni transitorie sul piano di faglia; 204 Confrontare le velocita’ a breve termine con quelle ricavate dalla paleosismologia; Monitorare deformazioni transitorie a scala regionale usando dati Cat-Scan CGPS; Confrontare le velocita’ a breve termine con le velocita’ tettoniche ricavate a scala regionale; Risvolto sulla pericolosita’ sismica nella zona del Polino. 3a.3 Attività Attivita’ 1Secondo la disponibilita’ finanziaria e la sicurezza (contro vandali o furti) per spiegamento di 2 o 3 stazioni GPS permanenti al posto dei siti mobili sia sul hanging che foot walls della faglia; altrimenti una misura della rete mobile sara’ eseguita. Attivita’ 2Analisi dati Cat-Scan CGPS usando una procedura innovativa; Attivita’ 3Modellazione dei dati GPS e calcolo della velocita’ asismica nel tempo e nello spazio lungo la faglia del Polino. 3a.4 Metodologia Analisi dati GPS CatScan per deformazioni transitorie Per individuare eventuali discontinuità nelle serie temporali GNSS senza conoscere l’epoca alla quale sono avvenute, si può applicare l’approccio Bayesiano descritto in [de Lacy et al., 2008]. Il metodo proposto dagli autori consiste nel trovare discontinuità in segnali lisci (y0), come quelli modellizzabili con regressioni polinomiali multiple, applicando la teoria bayesiana. Le epoche (τ) alle quali corrisponde una discontinuità possono essere ricavate dalla loro distribuzione marginale a posteriori p(τ | y0) e stimate come i valori con la più alta probabilità a posteriori (MAP). Fissate le epoche corrispondenti ai salti, la loro ampiezza (k) può essere ricavata dalla distribuzione a posteriori p(k| τ, y0). de Lacy M.C., Reguzzoni M., Sansò F. and Venuti G. (2008) - The Bayesian detection of discontinuities in a polynomial regression and its application to the cycle-slip problem – Journal of Geodesy , DOI 10.1007/s00190-007-0203-8 Modellazione della velocita’ asismica si fara’ uso di: 1- una modellazione diretta tramite “Okada elastic half-space” per il calcolo delle velocita’ in superficie dovute ad un spostamento nel tempo sul piano di faglia, e di un inversione usando il metodo “Occam” minimizzando le differenze nelle ampiezze degli spostamenti fra i vari quadri di suddivisione della faglia; il metodo Occam verra’ usato nella sua versione lineare. 3a.5 Cronoprogramma I Fase II Semestre 1 2 1 2 Analisi dati Cat-Scan CGPS X X X - Calcolo della distribuzione della velocita asismica sul piano della faglia del Polino - - X X 4a. Prodotti Velocita’ asismica di scorrimento a breve termine della faglia del Polino Deformazioni transitorie e distribuzione nello spazio e nel tempo della velocita’ di scorrimento Deformazioni transitorie nei dati GPS Cat-Scan 205 5. Interazioni con altri Enti/Istituzioni (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) 6. Possibili interazioni con altri Progetti DPC (indicare quali progetti) (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) Description of Contribution – English version 3b.1 State of the art A key issue in our understanding of the earthquake hazard is the behaviour of an active fault system at plate boundaries during their inter-seismic phase. Geodetic techniques, together with geophysical modelling, make possible monitoring and modelling the deformation of the Earth at different lengths and time scales. Displacements over the fault plane at the local scale, which in turn is embedded at depth within a regional plate boundary scale, are imaged from geodetic data. Such an integrated geophysical and geodetic approach will be brought to bear on the slowly deforming, normal faulting Pollino-Castrovillari quiescent and seismogenic zone (Cinti et al., 2000), within the Africa-Eurasia plate boundary in Southern Italy. We will make use of the CatScan continuous GPS stations along with an existing campaign GPS network made of 10 sites spanning the time period 2003-2007 to monitor and model the short term aseismic creeping behaviour of the Polino-Castrovillari normal fault. There are numerous important reasons for engaging in detailed studies of the aseismic deformation on seismogenic faults. Aseismic slip can have a strong influence on the moment budget of faults which needs to be quantified for accurate seismic hazard estimates. Aseismic slip also redistributes stress in the crust affecting the locations of future earthquakes. Finally, imaging aseismic slip may help constrain fault zones constitutive laws. 3b.2 Goals Image the short-term aseismic slip rates over the Polino-Castrovillari fault along with possible transients; Compare the short-term rates with the paleoseismological rates; Chase transient deformation at the regional scale on the continuous Cat-Scan GPS stations Compare the short –term rates with the tectonic rates at the scale of the plate-boundary; Implications on the earthquake hazard of the Polino area. 3b.3 Activity (with timetable for each phase) Activity 1If funding allows and if necessary security conditions for GPS deployment are met, we will occupy in a continuous fashion, and as long as we can, two or three selected campaign sites, on both fault hanging and foot walls. Otherwise a GPS campaign will be done over the existing network. Activity 2Reduce the nearby Cat-Scan continuous GPS using a sophisticated data reduction procedure (Project start- End First Phase) Activity 3Model the GPS data and retrieve the time-dependent slip rate distribution over the Castrovillari fault: (Second Phase-onwards) 3b.4 Metodology Continuous GPS data reduction for transient deformation: To investigate unknown GNSS time series discontinuities, the Bayesian approach described in [de Lacy et al., 2008] can be applied. The method proposed by the authors consists in finding discontinuities in smooth signal (y0), i.e. in a signal that can be reasonably modelled by a multiple polynomial regression, using the Bayesian theory. The epochs (τ) corresponding to discontinuities 206 can be computed by their marginal posterior distribution p(τ | y0) and obtained as the highest posterior probability. Fixed the jump epochs, their amplitude (k) can be estimated by posterior distribution p(k| τ, y0). de Lacy M.C., Reguzzoni M., Sansò F. and Venuti G. (2008) - The Bayesian detection of discontinuities in a polynomial regression and its application to the cycle-slip problem – Journal of Geodesy , DOI 10.1007/s00190-007-0203-8 Aseismic Slip rate Modelling: The fault slip rate modelling will be based on the forward Okada elastic half-space model, to evaluate surface velocities due to slip velocities on the fault, and on the Occam inversion method, building on the concept of minimization of the roughness or differences in the slip amplitude among the various patches in which the fault will be subdivided; Occam method will be used within its linearized version, due to the elastic properties of the Earth’s crust. 3b.5 Timetable I Phase Semester Reduce the nearby Cat-Scan continuous GPS -X II 1 2 1 -X retrieve the time-dependent slip rate distribution over the Polino-Castrovillari fault 2 X - -X -X 4b. Deliverables Short term (decadal) slip rate of the Castrovillari fault Transient and time-dependent slip rate distribution over the Castrovillari fault plane Transients in the Cat-Scan CGPS 7. Piano finanziario (in Euro) 7.1. I fase Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 1) Spese di personale 0 0,00 2) Spese per missioni 1500 0,00 Categoria di spesa Importo previsto a 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0 5) Spese per servizi 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette(≤10% del totale) Totale 5000 0,00 0 0,00 0 0,00 0 0,00 6500 207 7.2. II fase Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 1) Spese di personale 0 0,00 2) Spese per missioni 1500 0,00 Categoria di spesa Importo previsto a 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0 5) Spese per servizi 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) Totale 2000 0,00 0 0,00 0 0,00 0 0,00 3500 7.3. Totale Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 1) Spese di personale 0 0,00 2) Spese per missioni 3000 0,00 Categoria di spesa Importo previsto a 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0 5) Spese per servizi 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) Totale 7000 0,00 0 0,00 0 0,00 0 0,00 10000 208 Convenzione INGV-DPC 2007-2009 Progetti sismologici Progetto S1 - RU 5.02 - Crescentini Luca (Task A) Titolo Conseguenze dell'utilizzo di stratificazioni crostali standard nell'inversione di dati di deformazione cosismica. 1. Responsabile UR Luca Crescentini, Professore Associato confermato, Dipartimento di Fisica Università di Salerno 1981: Diploma di Laurea in Fisica, Università di Pisa; Diploma di Licenza in Fisica, Scuola Normale Superiore di Pisa. 1987: Dottorato di Ricerca in Fisica, Università di Roma "La Sapienza". Dal 1985 al 1998 è stato ricercatore di Geofisica presso l'Università dell'Aquila; dal 1 novembre 1998 al 31 ottobre 2004 è stato professore associato di Geofisica della Terra Solida presso l'Università di Camerino; dal 1 novembre 2004 è professore associato di Geofisica della Terra Solida presso l'Università di Salerno. In passato ha effettuato ricerche su varie applicazioni, soprattutto geofisiche, dell'ottica classica e quantistica, progettando e realizzando della stazione interferometrica del Gran Sasso, finalizzata a misure di deformazione della crosta terrestre di grande sensibilità (fino a 1 picostrain) in un intervallo di frequenze che si estende da alcuni herz fino al continuo. Ha lavorato in questo progetto sin dai suoi inizi; ne è stato responsabile di unità locale dal 1989 ed è responsabile nazionale dal 1992. Attualmente lavora in varie problematiche relative alle deformazioni del suolo, sia per lo studio dei processi di frattura delle faglie e dei rilassamenti postsismici, che per lo studio dei movimenti del magma in aree vulcaniche. In questo ambito, si è occupato dei maggiori eventi sismici del secolo scorso (Messina 1908, Fucino 1925, Irpinia 1980) e della crisi flegrea del 1982-1984. 1) AMORUSO A, CRESCENTINI L., SCARPA R. (2002). Source parameters of the 1908 Messina Straits, Italy, earthquake, from geodetic and seismic data. JOURNAL OF GEOPHYSICAL RESEARCH. vol. 107, pp. 2080-- ISSN: 0148-0227. doi:10.1029/2001JB000434. 2) AMORUSO A., CRESCENTINI L., C. FIDANI. (2004). Effects of crustal layering on source parameter inversion from coseismic geodetic data. GEOPHYSICAL JOURNAL INTERNATIONAL. vol. 159, pp. 353-364 ISSN: 0956-540X. doi:10.1111/j.1365-246X.2004.02389. 3) AMORUSO A., CRESCENTINI L., R. SCARPA. (2005). Faulting geometry for the complex 1980 Campania-Lucania earthquake from leveling data. GEOPHYSICAL JOURNAL INTERNATIONAL. vol. 162, pp. 156-168 ISSN: 0956-540X. doi:10.1111/j.1365-246X.2005.02652.x. 4) AMORUSO A, CRESCENTINI L., D'ANASTASIO E, AND DE MARTINI P. M. (2005). Clues of postseismic relaxation for the 1915 Fucino earthquake (central Italy) from modeling of leveling data. GEOPHYSICAL RESEARCH LETTERS. vol. 32, pp. L22307-- ISSN: 0094-8276. doi:10.1029/2005GL024139. 5) AMORUSO A, CRESCENTINI L. (2007). Inversion of leveling data: How important is error treatment?. GEOPHYSICAL JOURNAL INTERNATIONAL. ISSN: 0956-540X. doi:10.1111/j.1365246X.2007.03585.x. 209 2. Personale dell’UR Nominativo (Cognome e Nome) Amoruso Antonella Crescentini Luca Qualifica Ricercatore Confermato Prof. Associato Confermato Ente/Istituzione Mesi/Persona Mesi/Persona (personale non a carico del progetto) (personale a carico del progetto) I fase II fase I fase II fase Dip. Fisica Univ. Salerno 2 2 0 0 Dip. Fisica Univ. Salerno 2 2 0 0 Descrizione del contributo - Versione italiana 3a.1 Stato dell'arte (con riferimenti bibliografici essenziali) Negli ultimi anni, un numero sempre maggiore di eventi sismici è stato studiato anche attraverso l'analisi delle deformazioni cosismiche registrate mediante livellazioni, GPS, SAR, ecc. L'analisi dei dati di deformazione cosismica fornisce un quadro complementare a quello dato dall'analisi dei dati sismici: permette di introdurre vincoli su forma e posizione della sorgente e sulla distribuzione dello scorrimento, ed è potenzialmente in grado di rilevare la presenza di aree della faglia che hanno subito scorrimenti troppo lenti per generare onde sismiche registrabili. L'insieme di tali informazioni ha rilevanti conseguenze sulla stima della pericolosità sismica, per esempio in termini di variazioni dello stato di sforzo nelle aree circostanti la sorgente dell'evento sismico. La presenza di eterogeneità nelle caratteristiche del mezzo e della topografia modifica in maniera a volte rilevante il segnale di deformazione. I codici di inversione dei dati di deformazione sono necessariamente basati sulle tecniche Monte Carlo, che rappresentano l'unico metodo efficiente di campionamento dello spazio dei parametri del modello e quindi di stima dei valori più probabili dei parametri ma soprattutto delle loro distribuzioni di probabilità (ad es. Amoruso et al., 2005). Le tecniche Monte Carlo richiedono però il calcolo di un grande numero di modelli diretti e rendono poco adatto l'uso al loro interno dei codici agli elementi finiti (FEM) che, pur permettendo di modellare le deformazioni cosismiche in modo abbastanza realistico tenendo per esempio conto della presenza di eterogeneità 3D o della topografia, richiedono un lungo tempo di calcolo. Varie tecniche semi-analitiche (ad es. Pollitz, 1996; Wang et al., 2003) permettono di calcolare le deformazioni cosismiche in approssimazione di terra stratificata in modo abbastanza rapido da permetterne l'introduzione nei codici di inversione dei dati geodetici. Negli ultimi anni abbiamo sviluppato un codice (ANGELA) in grado di invertire dati di deformazione in una terra stratificata per alcuni tipi di sorgente, di interesse soprattutto in ambiente vulcanico (Amoruso et al., 2007; Amoruso et al., 2008; Crescentini et al., 2008). Amoruso, A., L. Crescentini, A. T. Linde, I. S. Sacks, R. Scarpa, and P. Romano (2007), A horizontal crack in a layered structure satisfies deformation for the 2004-2006 uplift of Campi Flegrei, Geophys. Res. Lett., 34, L22313, doi:10.1029/2007GL031644. Amoruso, A., L. Crescentini and G. Berrino (2008), Inversion of gravity changes in a layered structure evidences magma intrusion during the 1982-1984 Campi Flegrei unrest (under revision) Crescentini, L., A. Amoruso, and M. Carpentieri (2008), ANGELA: a new package for the near-realtime inversion of geodetic data in layered media, in Marzocchi W., Zollo A.(Eds.) "Conception, verification, and application of innovative techniques to study active volcanoes". ISBN: 978-8889972-09-0. (in stampa) Pollitz, F. F. (1996), Coseismic deformation from earthquake faulting on a layered spherical Earth, Geophys. J. Int., 125, 1-14. Wang, R., F. Lorenzo Martin, and F. Roth (2003), Computation of deformation induced by earthquakes in a multi-layered elastic crust - FORTRAN programs EDGRN/EDCMP, Computers & Geosciences, 29, 195-207. 210 3a.2 Obiettivi Lo studio è finalizzato alla quantificazione delle conseguenze dell'utilizzo di modelli stratificati standard nella determinazione delle caratteristiche della sorgente da dati di deformazione cosismica, in situazioni geologiche comuni per l'Appennino. 3a.3 Attività Semestre n.1: introduzione in ANGELA della possibilità di stimare la distribuzione di scorrimento sul piano di faglia in presenza di stratificazione, utilizzando per l'inversione l'algoritmo per problemi ai minimi quadrati con vincoli di Lawson and Hanson (1995), analogamente a quanto fatto in passato per un semispazio omogeneo (Amoruso et al., 2002). Semestre n.2: introduzione in ANGELA di faglie listriche, sia a scorrimento uniforme (con stima di tutti i parametri) sia a scorrimento disomogeneo. Semestri 3 e 4: utilizzo di ANGELA per inversioni "blind" (con stratificazioni standard) di dati sintetici di deformazione ottenuti in situazioni realistiche di eterogeneità elastiche mediante l'uso di tecniche FEM (in collaborazione con A. Megna, INGV). 3a.4 Metodologia ANGELA utilizza diversi metodi di ottimizzazione della funzione di costo (Adaptive Simulated Annealing, Neighbourhood Algorithm) e di stima della distribuzione di probabilità dei parametri del modello (bootstrapping, NA-Bayes). Nel calcolo dei modelli diretti, utilizza le funzioni di Green di quattro sorgenti puntiformi fondamentali in un semispazio stratificato (Wang et al. 2006). Le funzioni di Green dipendono solo dal tipo di stratificazione utilizzata e quindi possono essere generate indipendentemente dai dati sperimentali e prima della loro inversione. Le caratteristiche della stratificazione sono date a priori, sulla base della tomografia sismica e di analisi geologiche. In ANGELA è possibile tenere conto sia degli errori non correlati dei dati sperimentali che degli errori correlati, particolarmente importanti nel caso di misure di livellazione (ad es. Amoruso & Crescentini, 2007) e di immagini SAR (ad es. Fukushima et al., 2005). La matrice di covarianza risultante è diagonalizzata mediante una matrice di rotazione, che a sua volta trasforma i dati in una forma indipendente. Gli autovalori della matrice di covarianza forniscono le incertezze dei dati indipendenti trasformati. Questo procedimento puo' essere utilizzato anche in caso di minimizzazioni con norme diverse da L2 (Amoruso & Crescentini, 2007). 3a.5 Cronoprogramma I Fase Semestre Introduzione in ANGELA della possibilità di stimare la distribuzione di scorrimento sul piano di faglia in presenza di stratificazione Introduzione nel codice prodotto in I.1 della possibilità di inversione per faglie listriche, sia a scorrimento uniforme che disomogeneo Inversioni "blind" di dati sintetici di deformazione ottenuti tenendo conto delle caratteristiche geologiche tipiche dell'ambiente appenninico, utilizzando stratificazioni standard II 1 2 1 2 X - - - - X - - - - X X 4a. Prodotti Relazione tecnica (di diretto interesse per DPC) corredata da tabelle e grafici, relativa alle inversioni "blind" di dati sintetici di deformazione ottenuti tenendo conto delle caratteristiche geologiche tipiche dell'ambiente appenninico, utilizzando stratificazioni standard. Per ogni test, saranno riportate le caratteristiche delle eterogeneità elastiche e della sorgente utilizzate per la 211 generazione dei dati sintetici, la stratificazione utilizzata per le inversioni e le distribuzioni di probabilità dei parametri della sorgente ottenute dalle inversioni stesse. Si evidenzieranno le principali discrepanze. 5. Interazioni con altri Enti/Istituzioni (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) RU 5.03 (A. Megna): generazione dei dati sintetici con modellazione agli elementi finiti 6. Possibili interazioni con altri Progetti DPC (indicare quali progetti) (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) Description of Contribution – English version 3b.1 State of the art (including references when necessary) During last years, more and more seismic events have been studied also by analyzing coseismic deformation data from levellings, GPS, SAR, etc. Coseismic deformation data give complementary information with respect to seismic data. Their analysis allows to constrain the source shape, position, and slip distribution, and is potentially able to enlighten the existence of fault patches undergoing slow slips. The overall information is of great importance for the seismic hazard assessment, e. g. as regards stress variation in areas surrounding the seismic source. The presence of heterogeneities in the elastic properties of the medium as well as of topography can modify surface deformation, sometimes heavily. Deformation data inversion codes are necessarily based on Monte Carlo techniques, which are the only efficient tool for sampling the model parameter space and consequently assessing the most probable parameter values, and (what is much more important) the parameter probability density function (e. g. Amoruso et al., 2005). Monte Carlo techniques require computing a huge number of forward models; consequently the use of Finite Element Modelling (FEM) should be avoided because of its long computing time, even if FEM allows taking into account realistic features like 3D heterogeneities and topography. A few semi-analytic techniques (e. g. Pollitz, 1996; Wang et al., 2003) allow computing coseismic deformations in a layered medium. They are sufficiently fast to be included into inversion codes of geodetic data. We have recently developed a numerical code (ANGELA) able to invert deformation data in a layered medium for different sources, mainly of interest when studying active volcanic areas (Amoruso et al., 2007; Amoruso et al., 2008; Crescentini et al., 2008). Amoruso, A., L. Crescentini, A. T. Linde, I. S. Sacks, R. Scarpa, and P. Romano (2007), A horizontal crack in a layered structure satisfies deformation for the 2004-2006 uplift of Campi Flegrei, Geophys. Res. Lett., 34, L22313, doi:10.1029/2007GL031644. Amoruso, A., L. Crescentini and G. Berrino (2008), Inversion of gravity changes in a layered structure evidences magma intrusion during the 1982-1984 Campi Flegrei unrest (under revision) Crescentini, L., A. Amoruso, and M. Carpentieri (2008), ANGELA: a new package for the near-realtime inversion of geodetic data in layered media, in Marzocchi W., Zollo A.(Eds.) "Conception, verification, and application of innovative techniques to study active volcanoes". ISBN: 978-8889972-09-0. (in stampa) Pollitz, F. F. (1996), Coseismic deformation from earthquake faulting on a layered spherical Earth, Geophys. J. Int., 125, 1-14. Wang, R., F. Lorenzo Martin, and F. Roth (2003), Computation of deformation induced by earthquakes in a multi-layered elastic crust - FORTRAN programs EDGRN/EDCMP, Computers & Geosciences, 29, 195-207. 3b.2 Goals We aim to quantify the effects of using standard layerings when assessing source features from coseismic deformation data, in geological environments typical of the Apennines. 212 3b.3 Activity (with timetable for each phase) 1st Semester: ANGELA improvement, by adding the capability to invert data for the slip distribution on the source fault in a layered medium, using the algorithm for the least squares problem with linear inequality constraints of Lawson and Hanson (1995). 2nd Semester: further ANGELA improvement, by adding the capability to deal with listric faults, both uniform- and nonuniform-slipping. 3rd and 4th Semesters: blind tests using ANGELA and standard layerings to invert synthetic coseismic deformation data computed taking into account realistic features by means of FEM (in cooperation with A. Megna, INGV) 3b.4 Metodology The cost function is optimized in ANGELA by using Adaptive Simulated Annealing or Neighbourhood Algorithm. Parameter probability density functions are estimated by using bootstrapping or NA-Bayes. Forward models are computed using the Green functions for four fundamental point sources in a layered medium (Wang et al. 2006). Green functions depend on layering only and are generated independently of experimental data before performing inversions. Layering is given a priori, from seismic tomography and geology. It is possible to take into account both uncorrelated and correlated errors, which are particularly important in case of levelings (e. g. Amoruso & Crescentini, 2007) and SAR images (e. g. Fukushima et al., 2005). The data covariance matrix is reduced to diagonal form by means of a rotation matrix, which transforms data to independent form. The eigenvalues of the covariance matrix give uncertainties of rotated independent data. This procedure can be used also for norms other than L2 (Amoruso & Crescentini, 2007). 3b.5 Timetable I Phase 1 Semester Addition (to the ANGELA code) of the capability to invert geodetic data in a layered medium for the slip distribution on planar faults Addition (to the code from I.1) of the capability to deal with listric faults, both uniform- and nonuniform-slipping. Blind inversions (using standard layerings) of synthetics computed taking into account realistic features typical of the Apennines. II 2 1 2 X - - - - X - - - - X X 4b. Deliverables Technical report on the blind inversions (using standard layerings) of synthetics computed taking into account realistic features typical of the Apennines. For each test, the report will contain tables and plots showing features of the elastic heterogeneities and the source used to generate synthetics, layering used for the inversions and the probability density function of source parameters as obtained from the inversions. Main discrepancies will be stressed. 213 7. Piano finanziario (in Euro) 7.1. I fase Importo previsto a Categoria di spesa Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 1) Spese di personale 500 0,00 2) Spese per missioni 2500 0,00 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0 5) Spese per servizi 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) Totale 0 0,00 0 0,00 1500 0,00 500 0,00 5000 7.2. II fase Importo previsto a Categoria di spesa Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 500 2) Spese per missioni 3000 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 0 0 5) Spese per servizi 0 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 1000 500 Totale 5000 7.3. Totale Importo previsto a Categoria di spesa Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 1000 2) Spese per missioni 5500 3) Costi Amministrativi Coordinatori di Progetto) (solo per 0 214 Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0 5) Spese per servizi 0 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 2500 1000 Totale 10000 215 Convenzione INGV-DPC 2007-2009 Progetti sismologici Progetto S1 - RU 6.01 - Barbano M. Serafina (Task D) Titolo Studio dei depositi di tsunami a terra (off-fault paleoseismology) e a mare (Marine Paleoseismology), ai fini di studi di pericolosità in Sicilia Orientale e Calabria Meridionale. 1. Responsabile UR Maria Serafina Barbano, Professore Associato; Dipartimento di Scienze Geologiche, Università di Catania; Corso Italia 55, 95129 Catania; email: [email protected]; tel: 095-7195729; fax: 0957195712. Prof. Ass. Gruppo GEO/10-Geofisica della Terra Solida, Facoltà di Scienze Mat. Fis. Nat., insegna Fisica della Terra Solida, Geofisica Marina e Geotermia. Fa parte del collegio docenti del dottorato in "Evoluzione geologica di orogeni di tipo mediterraneo”. L'attività scientifica principale è indirizzata in ricerche volte alla definizione della pericolosità sismica del territorio nazionale e soprattutto di quello siciliano. Si occupa di: Analisi di sequenze sismiche e studio di terremoti forti per la definizione di zone e strutture sismogeniche (Italia nord-orientale, Italia meridionale, Sicilia). Quantificazione di terremoti storici e compilazione di cataloghi. Definizione di storie sismiche al sito, pericolosità e scenari sismici. Individuazione di faglie attive dell’Etna, studio del loro comportamento e delle relazioni con la struttura del vulcano. Correlazioni statistiche tra sismicità e processi eruttivi. Sismotettonica e sismogenesi. Paleosismologia off-fault. È stata responsabile scientifico di vari progetti e partecipato a gruppi di ricerca nazionali e internazionali. La sua attività è documentata da più di 70 pubblicazioni, parecchie delle quali su riviste internazionali. Barbano M.S., D. Pantosti, P.M. De Martini, A. Smedile, F. Gerardi and C. Pirrotta, 2007. Historical, archaeological and geological records of strong earthquakes at Capo Peloro (southern Italy), XXVI Convegno GNGTS. Extended Abstract Volume, pp. 211-215. De Martini P. M., Pantosti D., Barbano M., Gerardi F., Smedile A., Azzaro R., Del Carlo P., 2006. Joint contribution of historical and geological data for tsunami hazard assessment in Gargano and eastern Sicily (Italy). 100th Anniversary Earthquake Conf. Comm. the 1906 San Francisco earthquake. April 18-22, San Francisco, CA. Gerardi F., Barbano M.S., De Martini P.M., Pantosti D., 2008. Discrimination of the nature of tsunami sources (earthquake vs. landslide) on the basis of historical data in eastern Sicily and southern Calabria. BSSA, in stampa Pantosti D., Barbano M.S., Smedile A., De Martini P.M., Tigano G., 2008. Geological Evidence of Paleotsunamis at Torre degli Inglesi (northeast Sicily). Geophysical Research Letters, doi:10.1029/2007GL032935, in press Smedile A., De Martini P.M., Barbano M.S., Gerardi F., Pantosti D., Pirrotta C., Cosentino M., Del Carlo P., Guarnieri P., 2007. Identification of paleotsunami deposits in the Augusta Bay area (eastern Sicily, Italy): paleoseismological implication. XXVI Convegno GNGTS. Extended Abstract Volume, pp. 207-211. 216 2. Personale dell'UR Nominativo (Cognome e Nome) Qualifica Barbano M. Serafina Professore associato Cosentino Mario Ricercatore Zanini Angela Ricercatore Pirrotta Claudia Borsista dottorato Gerardi Flavia Borsista Bourgeois Joanne Associate professor Guarnieri Pierpaolo Dottore di Ricerca Ente/Istituzione Dip.to Scienze Geologiche - Univ. Catania Dip.to Scienze Geologiche - Univ. Catania Dip.to Scienze Geologiche - Univ. Catania Dip.to Scienze Geologiche - Univ. Catania Dip.to Scienze Geologiche - Univ. Catania Dep. Earth and Space Sciences - Univ. Washington Collaboratore Esterno Mesi/Persona Mesi/Persona (personale non a carico del progetto) (personale a carico del progetto) I fase II fase 4 4 4 0 3 3 3 3 I fase II fase 12 1 1 1 1 Descrizione del contributo - Versione italiana 3a.1 Stato dell'arte. Questo progetto nasce da un’idea condivisa da De Martini P.M., INGV-Roma; Prof. Barbano M.S., Università di Catania; Dott. Polonia A., ISMAR-CNR Bologna; Prof. Tinti S., Università di Bologna; Prof. Mastronuzzi G., Università di Bari. La proposta di ricerca intende affrontare in particolare i punti relativi a: “Studio dei depositi di Tsunami”, “Sismologia storica e macrosismica inclusi i maremoti”. Lo studio delle tracce sedimentarie e morfologiche lasciate da paleotsunami e tsunami storici lungo le coste è un elemento fondamentale per la definizione del tasso di ricorrenza dei grandi eventi nel medio-lungo periodo e quindi per fornire stime più accurate della pericolosità associata ai maremoti. La ricerca in questo campo si avvale necessariamente sia dell’apporto della geologia, della sismologia storica che di esperti di idrodinamica. L’esperienza maturata dai proponenti negli ultimi anni, anche nell’ambito della Convenzione 200406 INGV-DPC Progetto S2 (http://legacy.ingv.it/progettiSV/Progetti/ Sismologici/S2.htm) ha permesso di individuare 4 aree di grande potenziale per lo studio diretto dei maremoti storici (AD 1908, 1905, 1836, 1783, 1693, 1169, 365) e preistorici che hanno interessato le coste della Sicilia orientale e della Calabria meridionale. Per lo “Studio dei depositi di Tsunami”, oltre all’approccio classico, che prevede indagini geomorfologiche, carotaggi a mano ed a motore, studi sedimentologici-stratigrafici, macro e micropaleontologici (De Martini et al., 2003; Mastronuzzi & Sansò, 2004; Pantosti et al., 2008), sono state sviluppate ed in parte testate tecniche sperimentali d’individuazione e caratterizzazione dei depositi di tsunami anche grazie all’integrazione di dati in-land e off-shore. L’ambiente marino, più conservativo di quello litorale, presenta il vantaggio di un record sedimentario generalmente più continuo e potenzialmente più rappresentativo degli eventi anomali come terremoti e tsunami. Il recente progresso delle tecnologie geofisiche nello studio dell’ambiente sommerso ha permesso di ottenere risultati promettenti per la nuova disciplina della Marine Paleoseismology (Polonia et al., 2004). 217 Per la “Sismologia storica e macrosismica inclusi i maremoti” è già disponibile un database sugli tsunami del 1169, 1693, 1783 e 1908. Questi dati storici sono già stati utilizzati sia per indirizzare la ricerca dei depositi di tsunami sia per discriminare le sorgenti tsunamigeniche (Gerardi et al., 2008). Il data base sarà implementato con l’inserimento delle informazioni sugli tsunami storici calabresi. In conclusione, l’idea di base è quella di estendere indietro nel tempo la raccolta delle informazioni storiche sulla ricorrenza degli tsunami tramite un approccio combinato di tipo geofisico-geologico. I risultati sinora conseguiti ci suggeriscono di restringere le aree d’investigazione e di dettagliare maggiormente gli studi volti all’individuazione ed alla caratterizzazione dei suddetti depositi. 3a.2 Obiettivi Questo progetto nasce da un’idea condivisa da dott.De Martini P.M., INGV-Roma; Prof. Barbano M.S., Università di Catania; Dott. Polonia A., ISMAR-CNR Bologna; Prof. Tinti S., Università di Bologna; Prof. Mastronuzzi G., Università di Bari. In generale, noi proponiamo di costruire un database georeferenziato di informazioni storiche e geologiche che includa stime dei massimi run-up, massima distanza di penetrazione, ricorrenza degli tsunami, dettagliata batimetria in prossimità delle coste per ogni area selezionata al fine di fornire un sostanziale contributo alle stime di pericolosità locale e alla modellazione di maremoti. In dettaglio: a) riconoscimento e caratterizzazione dei depositi di maremoto e loro datazione al fine di valutare i tempi di ricorrenza degli eventi sito per sito (sia in-land che off-shore); b) ricostruzione della distribuzione delle tsunamiti, al fine di individuare le aree di massima ingressione delle onde di maremoto; c) implementazione del database del Catalogo degli Tsunami Italiani (Tinti et al., 2007). Aree di studio proposte: - Sicilia orientale, area di Priolo-Augusta, dove una importante quantità di dati è stata ottenuta nel biennio passato sia su eventi storici (maremoti del 1693 e del 1169) che preistorici (tre possibili eventi nell’intervallo 2500 BC-100 BC). Si fa notare inoltre che, ai fini di Protezione Civile il Golfo di Augusta è un importante sito industriale e militare. - Sicilia orientale, area di Portopalo-Marzamemi, dove durante una prima campagna di studio sono state collezionate interessanti informazioni da approfondire anche alla luce di recenti lavori di modellazione numerica di sorgenti tsunamigeniche della zona di subduzione ellenica occidentale (Lorito et al., 2008a). - Calabria meridionale, aree di S. Eufemia e di Gioia Tauro, dove sono potenzialmente riconoscibili depositi legati a tsunami generati dalle importanti strutture sismogenetiche locali (eventi del 1905 e 1783) così come dagli eventi che caratterizzano l’attività e l’evoluzione delle Isole Eolie (EMERGEO-Team report, 2003). - Calabria meridionale, aree dello Stretto di Messina e Piana di Sibari, dove si prevede di studiare gli eventi del 1908, 1836, 365. 3a.3 Attività L’Unità di Ricerca dell’Università di Catania si occuperà prevalentemente di: A1) Ricerca storica: analisi delle fonti storiche dei cataloghi disponibili e ricerca di nuove fonti primarie per la raccolta di informazioni dettagliate sugli tsunami del 1836 e 1905 e l’implementazione dei dati degli tsunami del 1169, 1693, 1783 e 1908. A2) Studio geomorfologico di dettaglio con elaborazione di modelli digitali del terreno per l’individuazione dei siti più favorevoli all’attuazione di carotaggi esplorativi. A3) Esecuzione di carotaggi a mano e a motore sino ad una profondità massima di circa 7-8 metri. Scavo di trincee esplorative per meglio definire la geometria delle tsunamiti. A5) Elaborazione mappe con distanze di ingressione, run-up, etc.; Stime dei tempi di ricorrenza tsunami 3a.4 Metodologia Analisi delle fonti storiche dei cataloghi disponibili e ricerca di nuove fonti primarie. 218 Indagini geomorfologiche, carotaggi a mano ed a motore, scavo di trincee esplorative, studi sedimentologici-stratigrafici, macro e micro-paleontologici. References De Martini P.M., P. Burrato, D. Pantosti, A. Maramai, L. Graziani and H. Abramson (2003). Identification of tsunami deposits and liquefaction features in the Gargano area (Italy): paleoseismological implication, Annals of Geophysics, 46 (5) 883-902. EMERGEO TEAM, A. Maramai and L. Graziani (2003): Relazione sintetica sull’attività del gruppo Emergeo durante l’emergenza Tsunami delle Isole Eolie, Full Technical Report available at: http://legacy.ingv.it/%7ezwwemergeo/ Gerardi F., M.S. Barbano, P.M. De Martini, D. Pantosti, 2008. Discrimination of the nature of tsunami sources (earthquake vs. landslide) on the basis of historical data in eastern Sicily and southern Calabria. BSSA, in stampa Mastronuzzi G., Sanso’ P. (2004). Large Boulder Accumulations by Extreme Waves along the Adriatic Coast of southern Apulia (Italy). Quaternary International,120, 173-184. Pantosti D., M.S. Barbano, A. Smedile, P.M. De Martini, G. Tigano (2008), Geological Evidence of Paleotsunamis at Torre degli Inglesi (northeast Sicily), Geophysical Research Letters, in stampa. Polonia A., Gasperini L., Amorosi A., Bonatti E., Bortoluzzi G., Çagatay N., Capotondi L., Cormier M.-H., Gorur N., McHugh C., Seeber L., 2004. Holocene slip rate of the North Anatolia Fault in the Marmara Sea. /Earth and Planetary Science Letters/, v. 227, n.3/4, p. 411-426. Tinti S., Maramai A., Graziani L. (2007). The Italian Tsunami Catalogue (ITC), Version 2. Available on-line at: http://www.ingv.it/servizi-e-risorse/BD/catalogo-tsunami/catalogo-degli-tsunami-italiani. 3a.5 Cronoprogramma I Fase II Semestre 1 2 1 2 Attività 1 X X - - Attività 2 X X - - Attività 3 X X X X X X Attività 5 Title Combined in-land (off-fault paleoseismology) and off-shore (Marine Paleoseismology) tsunami deposits studies, for hazard assessment in Eastern Sicily and Southern Calabria 4a. Prodotti DPC: Aggiornamento del database del Catalogo degli Tsunami Italiani (Tinti et al., 2007) DPC: Tabelle dei massimi run-up, massima distanza di penetrazione, ricorrenza degli tsunami (in collaborazione con UR De Martini, UR Mastronuzzi) DPC: Tabella degli tsunami storici studiati (in collaborazione con UR Barbano) DPC: Tabella dei paleotsunami (in collaborazione con UR De Martini, UR Tinti) Logs dei carotaggi e delle trincee esplorative (in collaborazione con UR De Martini, UR Mastronuzzi) 219 5. Interazioni con altri Enti/Istituzioni INGV Roma: Campagne di sondaggi, gestione database, elaborazione log ISMAR Bologna: Trattamento dati chirp, elaborazione log, analisi di laboratorio 6. Possibili interazioni con altri Progetti DPC (indicare quali progetti) Description of Contribution – English version 3b1 State of the art This project is based on a common idea developed by De Martini P.M., INGV-Roma; Prof. Barbano M.S., Università di Catania; Dott. Polonia A., ISMAR-CNR Bologna; Prof. Tinti S., Università di Bologna; Prof. Mastronuzzi G., Università di Bari. The proposed research is focused in particular on “Tsunami deposits study”, “Historical seismology and macroseismicity, included tsunamis”. The study of sedimentary and morphological prints left by paleo- and historical tsunamis along the coast is a fundamental ingredient for the medium- long-term definition of large events recurrence rate and thus to estimate better the tsunami hazard. The research within this field necessarily needs the contribution of geology, historical seismology as well as hydrodynamics experts. The experience developed by the UR researchers in the past years, also within Project S2, part of the 2004-06 INGV-DPC Agreement (http://legacy.ingv.it/progettiSV/Progetti/Sismologici/S2.htm) allowed the definition of 4 areas with a significant potential in terms of direct study of historical (AD 1908, 1905, 1836, 1783, 1693, 1169, 365) and paleo-tsunamis that affected the coasts of Eastern Sicily and Southern Calabria. On the “Tsunami deposits study”, apart from the standard approach which results in geomorphological investigation, hand and engine coring, sedimentologic/stratigraphic and macro- micropaleontologic studies (De Martini et al., 2003; Mastronuzzi & Sansò, 2004; Pantosti et al., 2008), new experimental techniques for the identification and characterization of tsunami deposits have been developed and tested also thanks to the integration of in-land and off-shore data. The marine environment, more preservative with respect to the littoral one, presents the advantage of a sedimentary record generally more continuous and potentially more sensible to anomalous events like earthquakes and tsunamis. The recent progresses of the geophysical technologies for the study of the oceans allowed obtaining promising results in the new discipline of Marine Paleoseismology (Polonia e al., 2004). About the “Historical seismology and macroseismicity, included tsunamis”, a database on the 1169, 1693, 1783, 1908 tsunamis is already available. These historical data were used both to guide in the field the tsunami deposits identification and to discriminate the tsunami sources (Gerardi et al., 2008). The database will be implemented with new data on the Calabrian historical tsunamis. In conclusion, the basic idea is to extend back in time the historical information on tsunami recurrence by means of a combined geophysical-geological approach. The results obtained up to now tend to suggest reducing the study areas and to detail better the research focused on the identification and characterization of the tsunami deposits. 3b.2 Goals This project is based on a common idea developed by De Martini P.M., INGV-Roma; Prof. Barbano M.S., Università di Catania; Dott. Polonia A., ISMAR-CNR Bologna; Prof. Tinti S., Università di Bologna; Prof. Mastronuzzi G., Università di Bari. Overall, we propose to build an historical and geological tsunami geo-referenced database, including maximum run-up estimate, maximum in-land inundation distance, tsunami recurrence, and possibly detailed near-shore bathymetry for each selected area in order to furnish a significant contribution to the estimate of the local hazard assessment and to the tsunami wave modeling. In detail: a)Tsunami deposit identification, characterization and dating in order to estimate the inundation recurrence time site by site. 220 b) Tsunami deposit in-land distribution, in order to identify the tsunami waves maximum inundation distance. c) Upgrading the Catalogo degli Tsunami Italiani (Tinti et al., 2007). Study areas Eastern Sicily, Priolo-Augusta area, where an important amount of data was collected in the past two years both on historical events (1693 and 1169 tsunamis) and on pre-historic events (three possible inundations in the 2500 BC – 100 BC time interval). It is noteworthy to mention that for civil protection purposes, the Augusta Gulf is an important industrialized and navy site. Eastern Sicily, Portopalo-Marzamemi area, where during a preliminary campaign interesting and promising data were collected in-land and in our opinion it should be investigated more in detail taking into account recent works on numerical modeling of western Greek subduction tsunamigenic sources (Lorito et al., 2008a). Southern Calabria, S. Eufemia and Gioia Tauro areas, where it should be possible to identify the tsunami deposits related to the activity of important local seismogenic sources (1905 and 1783 events) as well as those linked to the activity and evolution of the Eolian Islands (EMERGEO-Team report, 2003). Southern Calabria, Messina Straits and Sibari Plain, where we plan to study the tsunami deposits related to the 1908, 1836 and 365 tsunamigenic earthquakes. 3b.3 Activity The UR of the University of Catania si occuperà prevalentemente di A1) “Historical seismology and macroseismicity, included tsunamis” (Sicily-Calabria): analysis of the records available from the historical catalogues and search for new contemporary sources to collect detailed data on the 1836 and 1905 tsunamis and to upgrade the information available on the 1169, 1693, 1783 and 1908 events. A2) (Sicily-Calabria): Detailed geomorphologic investigation, including EDM models to select best sites suitable for exploratory cores in southern Calabria . A3) (Sicily-Calabria): Hand and engine exploratory coring, down to maximum depth of 7-8 m. Excavation of exploratory trenches to define better the tsunami deposits geometry. A5) (Sicily-Calabria):Elaboration of inundation, run-up maps, etc; Tsunami occurrence time estimate 3b.4 Methodology Analysis of the records available from the historical catalogues and search for new contemporary sources. Geomorphological investigation, hand and engine coring, exploratory trenches, sedimentologic/stratigraphic and macro- micropaleontologic studies. 3b.5 Timetable I Phase II Semester 1 2 1 2 Activity 1 X X - - Activity 2 X X - - Activity 3 X X X X X X Activity 5 221 4b. Deliverables DPC: Upgrading the Catalogo degli Tsunami Italiani (Tinti et al., 2007) DPC: Tables: maximum run-up, maximum inundation distance, tsunami recurrence (SicilyCalabria). DPC: Studied historical tsunami table (Sicily-Calabria). DPC: Paleo-tsunamis table (Sicily-Calabria). Core and trench logs (Sicily-Calabria) 7. Piano finanziario (in Euro) 7.1. I fase Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 0000,00 2) Spese per missioni 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 3000 0,00 18000 0,00 5) Spese per servizi 0,00 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) Totale 2000 0,00 900 0,00 23900 7.2. II fase Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 0,00 2) Spese per missioni 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 5) Spese per servizi 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette(≤10% del totale) Totale 3000 0,00 2000 0,00 3000 0,00 3000 0,00 1100 0,00 12100 222 7.3. Totale Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 0,00 2) Spese per missioni 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 5) Spese per servizi 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) Totale 6000 0,00 20000 0,00 3000 0,00 5000 0,00 2000 0,00 36000 223 Convenzione INGV-DPC 2007-2009 Progetti sismologici Progetto S1 - RU 6.03 - Mastronuzzi Giuseppe (Task D) Titolo Studio dei depositi di tsunami a terra (off-fault paleoseismology) e a mare (Marine Paleoseismology), ai fini di studi di pericolosità in Sicilia Orientale e Calabria Meridionale 1. Responsabile UR Giuseppe Mastronuzzi, Professore Associato, Dipartimento di Geologia e Geofisica, Università degli Studi, Bari. È docente di Geografia Fisica e di Geomorfologia applicata e GIS. Ha condotto studi, anche come parte dell’equipaggio scientifico di navi oceanografiche, oltre che in Italia, in Canada, Francia, Antille Olandesi, Grecia ed Albania. Si occupa di evoluzione e dinamica dello spazio costiero con particolare attenzione per le dinamiche indotte in ambiente costiero dalle variazioni del livello del mare. In collaborazione con ricercatori di Enti di ricerca e di Università italiane si occupa dell’impiego dei markers morfologici di stazionamento del livello del mare per ricostruire la storia tettonica della fascia costiera nel Pleistocene medio-superiore e nell’Olocene. Tema delle ricerche più recenti sono le variazioni relative del livello del mare dovute a movimenti cosismici e i maremoti. Attraverso ricerche sul terreno si sono potute conoscere situazioni morfodinamiche differenti tanto rispetto alle dinamiche endogene che rispetto a quelle esogene. Queste ricerche sono mirate a definire le modalità di manifestazione dei fenomeni - quali tempi di ritorno e caratteristiche dimensionali -, e i parametri di pericolosità e vulnerabilità che concorrono a definire il rischio in ambiente costiero rispetto a fenomeni di inondazione. A tal fine, è stata messa a punto una metodologia per discriminare gli effetti di ondazioni eccezionali da mareggiata rispetto a quelle da tsunami sulla base del rilievo geomorfologico e per stimare l’inondazione su base di dati morfologici. Per definire i tempi di ritorno ha approfondito studi teorici e sperimentali per la validazione di datazioni 14C ed OSL. In quest’ultimo decennio è stato delegato italiano in progetti IGCP di UNESCO – IUGS, è stato coordinatore di un Gruppo di Lavoro nazionale sulla morfologia costiera, ha organizzato il Congresso finale di IGCP 437 ad Ostuni (Puglia) e il Congresso STREMAH 2007 a Praga (Repubblica Ceca). È co-organizzatore del 2nd International Tsunami Field Symposium (Ostuni (Puglia) – Lefkada (Grecia) 22/28.09. 2008). Sistematicamente è chiamato a svolgere attività di refe raggio per riviste nazionali ed internazionali. Mastronuzzi G., Sanso’ P. (2004). Large Boulder Accumulations by Extreme Waves along the Adriatic Coast of southern Apulia (Italy). Quaternary International,120, 173-184. Gravina A., Mastronuzzi G., Sansò P. (2005). Historical and prehistorical evolution of the Fortore River coastal plain and the Lesina Lake area (southern Italy). Mediterraneé, 1-2, 107-117. Mastronuzzi G., Sansò S. (2006). Coastal geomorphology and tsunami vulnerability. The case study of Apulia region (Italy). Geografia Fisica e Dinamica Quaternaria, 29 (2), 83-91. Mastronuzzi G., Pignatelli C., Sansò P. (2006). Boulder Fields: A Valuable Morphological Indicator of Paleotsunami in the Mediterranean Sea. Zeitschrift für Geomorphologie, NF Suppl.-Bd. 146: 173-194. Mastronuzzi G., Pignatelli C., Sansò P., Selleri G. (2007). Boulder accumulations produced by the 20th February 1743 tsunami along the coast of southeastern Salento (Apulia region, Italy). Marine Geology, 242, 191-205. 224 2. Personale dell’UR Nominativo (Cognome e Nome) Qualifica Mastronuzzi Giuseppe Professore Associato Pignatelli Cosimo Assegnista Sansò Paolo Prof. Associato Cacciapaglia Giuseppe Tecnico Iurilli Vincenzo Tecnico Ente/Istituzione Dipartimento di Geologia e Geofisica, Università di Bari Dipartimento di Geologia e Geofisica, Università di Bari Dipartimento di Scienza dei Materiali, Università di Lecce Dipartimento di Geologia e Geofisica, Università di Bari Dipartimento di Geologia e Geofisica, Università di Bari Mesi/Persona Mesi/Persona (personale non a carico del progetto) (personale a carico del progetto) I fase II fase 3 3 3 3 2 2 2 2 2 2 I fase II fase Descrizione del contributo - Versione italiana 3a.1 Stato dell'arte (con riferimenti bibliografici essenziali) La proposta di ricerca intende affrontare in particolare i punti relativi a: “Studio dei depositi di Tsunami”, “Sismologia storica e macrosismica inclusi i maremoti”. Lo studio delle tracce sedimentarie e morfologiche lasciate da paleotsunami e tsunami storici lungo le coste è un elemento fondamentale per la definizione del tasso di ricorrenza dei grandi eventi nel medio-lungo periodo e quindi per fornire stime più accurate della pericolosità associata ai maremoti. La ricerca in questo campo si avvale necessariamente sia dell’apporto della geologia, della sismologia storica che di esperti di idrodinamica. L’esperienza maturata dai proponenti negli ultimi anni, anche nell’ambito della Convenzione 200406 INGV-DPC ProgettoS2 (http://legacy.ingv.it/progettiSV/Progetti/Sismologici/S2.htm) ha permesso di individuare 4 aree di grande potenziale per lo studio diretto dei maremoti storici (AD 1908, 1905, 1836, 1783, 1693, 1169, 365) e preistorici che hanno interessato le coste della Sicilia orientale e della Calabria meridionale. Per lo “Studio dei depositi di Tsunami”, oltre all’approccio classico, che prevede indagini geomorfologiche, carotaggi a mano ed a motore, studi sedimentologici-stratigrafici, macro e micropaleontologici (De Martini et al., 2003; Mastronuzzi & Sansò, 2004; Pantosti et al., 2008), sono state sviluppate ed in parte testate tecniche sperimentali d’individuazione e caratterizzazione dei depositi di tsunami anche grazie all’integrazione di dati in-land e off-shore. L’ambiente marino, più conservativo di quello litorale, presenta il vantaggio di un record sedimentario generalmente più continuo e potenzialmente più rappresentativo degli eventi anomali come terremoti e tsunami. Il recente progresso delle tecnologie geofisiche nello studio dell’ambiente sommerso ha permesso di ottenere risultati promettenti per la nuova disciplina della Marine Paleoseismology (Polonia et al., 2004). Per la “Sismologia storica e macrosismica inclusi i maremoti” è già disponibile un database sugli tsunami del 1169, 1693, 1783 e 1908. Questi dati storici sono già stati utilizzati sia per indirizzare la ricerca dei depositi di tsunami sia per discriminare le sorgenti tsunamigeniche (Gerardi et al., 2008). Il data base sarà implementato con l’inserimento delle informazioni sugli tsunami storici calabresi. In conclusione, l’idea di base è quella di estendere indietro nel tempo la raccolta delle informazioni storiche sulla ricorrenza degli tsunami tramite un approccio combinato di tipo geofisico-geologico. I risultati sinora conseguiti ci suggeriscono di restringere le aree d’investigazione e di dettagliare maggiormente gli studi volti all’individuazione ed alla caratterizzazione dei suddetti depositi. 225 3a.2 Obiettivi In generale, noi proponiamo di costruire un database georeferenziato di informazioni storiche e geologiche che includa stime dei massimi run-up, massima distanza di penetrazione, ricorrenza degli tsunami, dettagliata batimetria in prossimità delle coste per ogni area selezionata al fine di fornire un sostanziale contributo alle stime di pericolosità locale e alla modellazione di maremoti. In dettaglio: a) riconoscimento e caratterizzazione dei depositi di maremoto e loro datazione al fine di valutare i tempi di ricorrenza degli eventi sito per sito (sia in-land che off-shore); b) ricostruzione della distribuzione delle tsunamiti, al fine di individuare le aree di massima ingressione delle onde di maremoto; c) implementazione del database del Catalogo degli Tsunami Italiani (Tinti et al., 2007). Aree di studio proposte: - Calabria meridionale, aree di S. Eufemia e di Gioia Tauro, dove sono potenzialmente riconoscibili depositi legati a tsunami generati dalle importanti strutture sismogenetiche locali (eventi del 1905 e 1783) così come dagli eventi che caratterizzano l’attività e l’evoluzione delle Isole Eolie (EMERGEO-Team report, 2003). - Calabria meridionale, aree dello Stretto di Messina e Piana di Sibari, dove si prevede di studiare gli eventi del 1908, 1836, 365. 3a.3 Attività L’Unita di Ricerca si propone di contribuire al progetto eseguendo: A1) Rilievo geomorfologico e morfobatimetrico delle aree di rinvenimento di accumuli di blocchi o materiali fuori sequenza con elaborazione di modelli digitali del terreno per l’individuazione dei siti idonei all’attuazione di carotaggi esplorativi. A2) Carotaggi a mano e/o a motore sino ad una profondità massima di circa 7-8 metri. Realizzazione di trincee esplorative per meglio definire la geometria delle tsunamiti e per individuare i depositi da sottoporre a datazione; A3) Analisi di laboratorio: Sedimentologiche, paleontologiche, Datazioni C14, OSL; A4) Elaborazione modelli morfodinamici ed idrodinamici.Elaborazione mappe con distanza di ingressione, run-up, etc, e stima dei tempi di ricorrenza tsunami. 3a.4 Metodologia La metodologia da seguire prevede che si proceda ad effettuare: rilievo topografico, geomorfologico e morfobatimetrico con ausilio di tecniche Laser scanner, multibeam e immersioni; carotaggi a mano e/o a motore; scavo di trincee esplorative; studi sedimentologici-stratigrafici; macro e micro-paleontologici; datazioni OSL e 14C. References De Martini P.M., P. Burrato, D. Pantosti, A. Maramai, L. Graziani and H. Abramson (2003). Identification of tsunami deposits and liquefaction features in the Gargano area (Italy): paleoseismological implication, Annals of Geophysics, 46 (5) 883-902. EMERGEO TEAM, A. Maramai and L. Graziani (2003): Relazione sintetica sull’attività del gruppo Emergeo durante l’emergenza Tsunami delle Isole Eolie, Full Technical Report available at: http://legacy.ingv.it/emergeo/ Gerardi F., M.S. Barbano, P.M. De Martini, D. Pantosti, 2008. Discrimination of the nature of tsunami sources (earthquake vs. landslide) on the basis of historical data in eastern Sicily and southern Calabria. BSSA, in stampa Lorito, S., M.M. Tiberti, R. Basili, A. Piatanesi and G. Valensise (2008a), Earthquake-generated tsunamis in the Mediterranean Sea: Scenarios of potential threats to Southern Italy, J. Geophys. Res., 113, B01301, doi:10.1029/2007JB004943. Lorito, S., A. Piatanesi and A. Lomax (2008b): Rupture process of the April 18, 1906 California earthquake from near-field tsunami waveform inversion, Bull. Seismol. Soc. Am., 98(2), in press. Mastronuzzi G., Sanso’ P. (2004). Large Boulder Accumulations by Extreme Waves along the Adriatic Coast of southern Apulia (Italy). Quaternary International,120, 173-184. 226 Pantosti D., M.S. Barbano, A. Smedile, P.M. De Martini, G. Tigano (2008), Geological Evidence of Paleotsunamis at Torre degli Inglesi (northeast Sicily), Geophysical Research Letters, in stampa. Piatanesi, A. and S. Lorito (2007): Rupture process of the 2004 Sumatra-Andaman earthquake from tsunami waveform inversion, Bull. Seismol. Soc. Am., 97(1), 223-231, doi :101785/0120050627. Piatanesi A. and Tinti S., (2002): Numerical modeling of the September 8, 1905 Calabrian (southern Italy) tsunami, Geophys. J. Int., 150, 271-284. Polonia A., Gasperini L., Amorosi A., Bonatti E., Bortoluzzi G., Çagatay N., Capotondi L., Cormier M.-H., Gorur N., McHugh C., Seeber L., 2004. Holocene slip rate of the North Anatolia Fault in the Marmara Sea. /Earth and Planetary Science Letters/, v. 227, n.3/4, p. 411-426. Tinti S., Piatanesi A. and Maramai A. (1997): Numerical simulations of the 1627 Gargano tsunami (Southern Italy) to locate the earthquake source, Perspective on Tsunami Hazard Reduction: Observation, theory and planning, G.T. Hebenstreit (Ed.), Kluwer Academic Publishers, Dordrecht, The Netherlands, 115-131. Tinti S., Maramai A., Graziani L. (2007). The Italian Tsunami Catalogue (ITC), Version 2. Available on-line at: http://www.ingv.it/servizi-e-risorse/BD/catalogo-tsunami/catalogo-degli-tsunami-italiani 3a.5 Cronoprogramma I Fase II Semestre 1 2 1 2 Attività 1 -X -X - - Attività 2 - -X -X - Attività 3 - -X -X -X Attività 4 - - -X -X Title Combined in-land (off-fault paleoseismology) and off-shore (Marine Paleoseismology) tsunami deposits studies, for hazard assessment in Eastern Sicily and Southern Calabria 4a. Prodotti (elencare i prodotti attesi evidenziando quelli di diretto interesse per DPC) DPC: Aggiornamento del database del Catalogo degli Tsunami Italiani (Tinti et al., 2007). DPC: Tabella dei massimi run-up, massima distanza di penetrazione, direzione dei flussi, ricorrenza (in collaborazione con UR Barbano, UR De Martini). DPC: Tabella della successione dei paleotsunami (in collaborazione con UR Barbano, UR De Martini). Logs dei carotaggi e delle trincee esplorative (in collaborazione con UR Barbano, UR De Martini). 5. Interazioni con altri Enti/Istituzioni Questo progetto nasce da un’idea condivisa da: Dott. De Martini P.M., INGV-Roma; Prof. Barbano M.S., Università di Catania; Dott. Polonia A., ISMAR-CNR Bologna; Prof. Tinti S., Università di Bologna; Prof. Mastronuzzi G., Università di Bari. 227 6. Possibili interazioni con altri Progetti DPC (indicare quali progetti) (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) Description of Contribution – English version 3b.1 State of the art (including references when necessary) The proposed research is focused in particular on “Tsunami deposits study”, “Historical seismology and macroseismicity, included tsunamis”. The study of sedimentary and morphological prints left by paleo- and historical tsunamis along the coast is a fundamental ingredient for the medium- long-term definition of large events recurrence rate and thus to estimate better the tsunami hazard. The research within this field necessarily needs the contribution of geology, historical seismology as well as hydrodynamics experts. The experience developed by the UR researchers in the past years, also within Project S2, part of the 2004-06 INGV-DPC Agreement (http://legacy.ingv.it/progettiSV/Progetti/Sismologici/S2.htm) allowed the definition of 4 areas with a significant potential in terms of direct study of historical (AD 1908, 1905, 1836, 1783, 1693, 1169, 365) and paleo-tsunamis that affected the coasts of Eastern Sicily and Southern Calabria. On the “Tsunami deposits study”, apart from the standard approach which results in geomorphological investigation, hand and engine coring, sedimentological/stratigraphical and macro- /micro-paleontological studies (De Martini et al., 2003; Mastronuzzi & Sansò, 2004; Pantosti et al., 2008), new experimental techniques for the identification and characterization of tsunami deposits have been developed and tested also thanks to the integration of in-land and offshore data. The marine environment, more preservative with respect to the littoral one, presents the advantage of a sedimentary record generally more continuous and potentially more sensible to anomalous events like earthquakes and tsunamis. The recent progresses of the geophysical technologies for the study of the oceans allowed obtaining promising results in the new discipline of Marine Paleoseismology (Polonia e al., 2004). About the “Historical seismology and macroseismicity, included tsunamis”, a database on the 1169, 1693, 1783, 1908 tsunamis is already available. These historical data were used both to guide in the field the tsunami deposits identification and to discriminate the tsunami sources (Gerardi et al., 2008). The database will be implemented with new data on the calabrian historical tsunamis. In conclusion, the basic idea is to extend back in time the historical information on tsunami recurrence by means of a combined geophysical-geological approach. The results obtained up to now tend to suggest reducing the study areas and to detail better the research focused on the identification and characterization of the tsunami deposits. 3b.2 Goals Overall, we propose to build an historical and geological tsunami data geo-referenced database, including maximum run-up estimate, maximum in-land inundation distance, tsunami recurrence, and possibly detailed near-shore bathymetry for each selected area in order to furnish a significant contribution to the estimate of the local hazard assessment and to the tsunami wave modeling. In detail: a) Tsunami deposits identification, characterization and dating in order to estimate the inundation recurrence time site by site. b) Tsunami deposits in-land distribution, in order to identify the tsunami waves maximum inundation distance. c) Upgrading the Catalogo degli Tsunami Italiani (Tinti et al., 2007). Study areas Southern Calabria, S. Eufemia and Gioia Tauro areas, where it should be possible to identify the tsunami deposits related to the activity of important local seismogenic sources (1905 and 1783 228 events) as well as those linked to the activity and evolution of the Eolian Islands (EMERGEO-Team report, 2003). Southern Calabria, Messina Straits and Sibari Plain, where we plan to study the tsunami deposits related to the 1908, 1836 and 365 tsunamigenic earthquakes. 3b.3 Activity (with timetable for each phase) The Research Unit will perform: A1): Southern Calabria: geomorphological and morpho-bathymetric surveys of areas characterized by presence of out-of-size and out-of-place landforms aimed to individuate by mean of EDM models the useful areas for coring; A2) Southern Calabria: hand and engine coring up to 7-8 m deep below land surface and excavation of trenches to define better the tsunami deposits geometry; age determinations of samples; A3) Southern Calabria: laboratory analyses: Sedimentary, Palaeontological, C14-OSL dating; A4) Southern Calabria: elaboration of morpho-dynamic model, flood direction, elaboration of inundation, run-up maps, etc; Tsunami occurrence time estimate. 3b.4 Methodology Topographic, geomorphological and morpho-bathymetric field surveys will be performed using Laser Scanner, Multibeam and/or scuba diving methodology. The available data will be used: ì - to characterise the impacting waves; ìì – to reconstruct the morpho- dynamic and hydrodynamic models; ììì – to individuate the flood direction and maximum flooding. Hand and engine coring, and exploratory trenches will be aimed: ì - to define the geometry of tsunami sedimentary bodies; ìì - to perform sedimentological/stratigraphical studies; ììì - to collect samples useful for micro- and macro- paleontological analyses; ìv – to perform OSL and 14C age determinations; v – to reconstruct the tsunami sequence. 3b.5 Timetable I Phase II Semester 1 2 1 2 Activity 1 -X -X - - Activity 2 - -X -X - Activity 3 - -X -X -X Activity 4 - - -X -X 4b. Deliverables DPC: Upgrading the Catalogo degli Tsunami Italiani (Tinti et al., 2007). DPC: Tables: maximum run-up, maximum inundation distance, tsunami recurrence (Calabria). DPC: Studied historical tsunami table (Calabria). DPC: Paleo-tsunamis table (Calabria). Core and trench logs (Calabria). 229 7. Piano finanziario (in Euro) 7.1. I fase Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 1) Spese di personale - - 2) Spese per missioni 2000 Categoria di spesa 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 5) Spese per servizi 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) - - - - - - - - - Totale 2000 10110 Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento B Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 1) Spese di personale - - 2) Spese per missioni - 2000 - - - - - - - - - - 7.2. II fase Categoria di spesa 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 5) Spese per servizi 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette(≤10% del totale) Totale 00-2000 2000 1000 Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 1) Spese di personale - - 2) Spese per missioni - 4000 - - 7.3. Totale Categoria di spesa 3) Costi Amministrativi Coordinatori di Progetto) (solo per 230 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali - - 5) Spese per servizi - - - - - - 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) Totale 4000 231 Convenzione INGV-DPC 2007-2009 Progetti sismologici Progetto S1 - RU 6.05 - Tinti Stefano (Task D) Progetto S1 Titolo Studio dei depositi di tsunami a terra (off-fault paleoseismology) e a mare (Marine Paleoseismology), ai fini di studi di pericolosità in Sicilia Orientale e Calabria Meridionale. 1. Responsabile UR Stefano Tinti Professore Straordinario Dipartimento di Fisica, Settore Geofisica, Università di Bologna Breve CV Il Professor Stefano Tinti è autore di oltre 180 pubblicazioni, di cui quasi 130 su riviste scientifiche, libri o contributi a diffusione internazionale. E' stato responsabile di numerosi progetti di ricerca e coordinatore di progetti internazionali finanziati dalla UE (GITEC, GITEC-TWO). Ha partecipato al progetto europeo 3HAZ-Corinth (2004-2007) relativo ad uno studio di hazard multidisciplinare nel Golfo di Corinto. E'attualmente coordinatore del progetto europeo TRANSFER (2006-2008) a cui partecipano 27 partner europei, mirante alla mitigazione del rischio-maremoto nella zona EuroMediterranea. E' presidente dell'ICG/NEAMTWS, organismo intergovernativo dell'IOC-UNESCO per l'installazione del sistema d'allarme maremoti nella zona Euro-Mediterranea. A partire dal 1972 ha sviluppato i seguenti argomenti di geofisica: 1) maremoti generati da terremoti, da eruzioni vulcaniche e frane con sviluppo della relativa modellistica per propagazione e impatto, e dinamica delle frane; 2) spostamenti cosismici, deformazioni e sforzi con modelli agli elementi finiti; 3) sismicità, cataloghi di terremoti e di maremoti, serie storiche; 4) modellistica di frane a diversa reologia. 5 pubblicazioni significative relative ai temi di ricerca del progetto 1. MARAMAI A., GRAZIANI L., TINTI S. (2007). Investigation on tsunami effects in the central Adriatic Sea during the last century – a contribution. Natural Hazards and Earth System Sciences, 7, 15 – 19. 2. GRAZIANI L., MARAMAI A., TINTI S. (2006). A revision of the 1783-1784 Calabrian (southern Italy) tsunamis. Natural Hazards and Earth System Sciences, 6, 1053 – 1060. 3. GUTSCHER M.-A., ROGER J., BAPTISTA M.-A., MIRANDA J.M., TINTI S. (2006). The source of the 1693 Catania earthquake and tsunami (Southern Italy): New evidence from tsunami modeling of a locked subduction fault plane. Goephysical Research Letters, 33, L0830933, doi:10.1029/2005GL025442. 4. TINTI S., MARAMAI A., ARMIGLIATO A., GRAZIANI L., MANUCCI A., PAGNONI G., ZANIBONI F. (2006). Observations of physical effects from tsunamis of December 30, 2002 at Stromboli volcano. Bulletin of Volcanology, 68, 450 – 461. Tinti S., Maramai A., Graziani L. (2004) The new catalogue of the Italian tsunamis, Natural Hazards, 33, 439-465. 232 2. Personale dell’UR Nominativo (Cognome e Nome) Qualifica Ente/Istituzione Mesi/Persona MesiPersona (personale non a carico del progetto) (personale a carico del progetto) I fase II fase 1 1 Università di Bologna 3 1 Assegnista Università di Bologna 3 1 Manucci Anna Assegnista Università di Bologna 4 2 Da determinare Borsista Università di Bologna Alberto Armigliato CoCoCo Università di Bologna 0 0 Filippo Zaniboni CoCoCo Università di Bologna 0 0 Dottorando Università di Bologna 0 0 Paolo Pontrelli CoCoCo Università di Bologna 0 0 Lidia Bressan Dottorando Università di Bologna 0 0 Professore Straordinario Università di Bologna Pagnoni Gianluca Assegnista Tonini Roberto Tinti Stefano Sara Gallazzi I fase II fase 3 3 Descrizione del contributo - Versione italiana 3a.1 Stato dell'arte La proposta di ricerca intende affrontare in particolare i punti relativi a: “Studio dei depositi di Tsunami”, “Sismologia storica e macrosismica inclusi i maremoti” Lo studio delle tracce sedimentarie e morfologiche lasciate da paleotsunami e tsunami storici lungo le coste è un elemento fondamentale per la definizione del tasso di ricorrenza dei grandi eventi nel medio-lungo periodo e quindi per fornire stime più accurate della pericolosità associata ai maremoti. La ricerca in questo campo si avvale necessariamente sia dell’apporto della geologia, della sismologia storica che di esperti di idrodinamica. L’esperienza maturata dai proponenti negli ultimi anni, anche nell’ambito della Convenzione 200406 INGV-DPC Progetto S2 (http://legacy.ingv.it/progettiSV/Progetti/Sismologici/S2.htm) ha permesso di individuare 4 aree di grande potenziale per lo studio diretto dei maremoti storici (AD 1908, 1905, 1836, 1783, 1693, 1169, 365) e preistorici che hanno interessato le coste della Sicilia orientale e della Calabria meridionale. Per lo “Studio dei depositi di Tsunami”, oltre all’approccio classico, che prevede indagini geomorfologiche, carotaggi a mano ed a motore, studi sedimentologici-stratigrafici, macro e micropaleontologici (De Martini et al., 2003; Mastronuzzi & Sansò, 2004; Pantosti et al., 2008), sono state sviluppate ed in parte testate tecniche sperimentali d’individuazione e caratterizzazione dei depositi di tsunami anche grazie all’integrazione di dati in-land e off-shore. L’ambiente marino, più conservativo di quello litorale, presenta il vantaggio di un record sedimentario generalmente più continuo e potenzialmente più rappresentativo degli eventi anomali come terremoti e tsunami. Il recente progresso delle tecnologie geofisiche nello studio dell’ambiente sommerso ha permesso di ottenere risultati promettenti per la nuova disciplina della Marine Paleoseismology (Polonia et al., 2004). Per la “Sismologia storica e macrosismica inclusi i maremoti” è già disponibile un database sugli tsunami del 1169, 1693, 1783 e 1908 e può essere arricchito con nuovi dati (v. ad es. Graziani et al., 2006). Questi dati storici sono già stati utilizzati sia per indirizzare la ricerca dei depositi di tsunami sia per discriminare le sorgenti tsunamigeniche (Gerardi et al., 2008). Il data base sarà implementato con l’inserimento delle informazioni sugli tsunami storici calabresi. In conclusione, l’idea di base è quella di estendere indietro nel tempo la raccolta delle informazioni storiche sulla ricorrenza degli tsunami tramite un approccio combinato di tipo geofisico-geologico. I 233 risultati sinora conseguiti ci suggeriscono di restringere le aree d’investigazione e di dettagliare maggiormente gli studi volti all’individuazione ed alla caratterizzazione dei suddetti depositi. 3a.2 Obiettivi Questo progetto nasce da un’idea condivisa da De Martini P.M., INGV-Roma; Prof. Barbano M.S., Università di Catania; Dott. Polonia A., ISMAR-CNR Bologna; Prof. Tinti S., Università di Bologna; Prof. Mastronuzzi G., Università di Bari. In generale, noi proponiamo di costruire un database georeferenziato di informazioni storiche e geologiche che includa stime dei massimi run-up, massima distanza di penetrazione, ricorrenza degli tsunami, dettagliata batimetria in prossimità delle coste per ogni area selezionata al fine di fornire un sostanziale contributo alle stime di pericolosità locale e alla modellazione di maremoti. In dettaglio: a) riconoscimento e caratterizzazione dei depositi di maremoto e loro datazione al fine di valutare i tempi di ricorrenza degli eventi sito per sito (sia in-land che off-shore); b) ricostruzione della distribuzione delle tsunamiti, al fine di individuare le aree di massima ingressione delle onde di maremoto; c) implementazione del database del Catalogo degli Tsunami Italiani (Tinti et al., 2007). Aree di studio proposte: Sicilia orientale, area di Priolo-Augusta, dove una importante quantità di dati è stata ottenuta nel biennio passato sia su eventi storici (maremoti del 1693 e del 1169) che preistorici (tre possibili eventi nell’intervallo 2500 BC-100 BC). Si fa notare inoltre che, ai fini di Protezione Civile il Golfo di Augusta è un importante sito industriale e militare. Sicilia orientale, area di Portopalo-Marzamemi, dove durante una prima campagna di studio sono state collezionate interessanti informazioni da approfondire anche alla luce di recenti lavori di modellazione numerica di sorgenti tsunamigeniche della zona di subduzione ellenica occidentale (Lorito et al., 2008a). Calabria meridionale, aree di S. Eufemia e di Gioia Tauro, dove sono potenzialmente riconoscibili depositi legati a tsunami generati dalle importanti strutture sismogenetiche locali (eventi del 1905 e 1783) così come dagli eventi che caratterizzano l’attività e l’evoluzione delle Isole Eolie (EMERGEO-Team report, 2003). Calabria meridionale, aree dello Stretto di Messina e Piana di Sibari, dove si prevede di studiare gli eventi del 1908, 1836, 365. 3a.3 Attività A1) Ricerca storica: analisi delle fonti storiche dei cataloghi disponibili e ricerca di nuove fonti primarie per la raccolta di informazioni dettagliate sugli tsunami del 1836 e 1905 e l’implementazione dei dati degli tsunami del 1169, 1693, 1783 e 1908. 3a.4 Metodologia Analisi delle fonti storiche dei cataloghi disponibili e ricerca di nuove fonti primarie. Bibliografia De Martini P.M., P. Burrato, D. Pantosti, A. Maramai, L. Graziani and H. Abramson (2003). Identification of tsunami deposits and liquefaction features in the Gargano area (Italy): paleoseismological implication, Annals of Geophysics, 46 (5) 883-902. EMERGEO TEAM, A. Maramai and L. Graziani (2003): Relazione sintetica sull’attività del gruppo Emergeo durante l’emergenza Tsunami delle Isole Eolie, Full Technical Report available at: http://legacy.ingv.it/emergeo/ Gerardi F., M.S. Barbano, P.M. De Martini, D. Pantosti, 2008. Discrimination of the nature of tsunami sources (earthquake vs. landslide) on the basis of historical data in eastern Sicily and southern Calabria. BSSA, in stampa Graziani L., Maramai A., Tinti S. 2006. A revision of the 1783-1784 Calabrian (southern Italy) tsunamis. Natural Hazards and Earth System Sciences, 6, 1053 – 1060. Mastronuzzi G., Sanso’ P., 2004. Large Boulder Accumulations by Extreme Waves along the Adriatic Coast of southern Apulia (Italy). Quaternary International,120, 173-184. 234 Pantosti D., M.S. Barbano, A. Smedile, P.M. De Martini, G. Tigano (2008), Geological Evidence of Paleotsunamis at Torre degli Inglesi (northeast Sicily), Geophysical Research Letters, in stampa. Polonia A., Gasperini L., Amorosi A., Bonatti E., Bortoluzzi G., Çagatay N., Capotondi L., Cormier M.-H., Gorur N., McHugh C., Seeber L., 2004. Holocene slip rate of the North Anatolia Fault in the Marmara Sea. /Earth and Planetary Science Letters/, v. 227, n.3/4, p. 411-426. Tinti S., Maramai A., Graziani L. (2007). The Italian Tsunami Catalogue (ITC), Version 2. Available on-line at: http://www.ingv.it/servizi-e-risorse/BD/catalogo-tsunami/catalogo-degli-tsunami-italiani 3a.5 Cronoprogramma I Fase II Semestre 1 2 1 2 Attività 1 X X X X Title Combined in-land (off-fault paleoseismology) and off-shore (Marine Paleoseismology) tsunami deposits studies, for hazard assessment in Eastern Sicily and Southern Calabria 4a. Prodotti (elencare i prodotti attesi evidenziando quelli di diretto interesse per DPC) DPC: Aggiornamento del database del Catalogo degli Tsunami Italiani (Tinti et al., 2007) DPC: Tabelle dei massimi run-up, massima distanza di penetrazione, ricorrenza degli tsunami Sicilia e Calabria (in collaborazione con UR Barbano, UR Mastronuzzi) DPC: Tabella degli tsunami storici studiati (Sicilia-Calabria) (in collaborazione con UR Barbano, UR Tinti) DPC: Tabella dei paleotsunami studiati (Sicilia-Calabria) (in collaborazione con UR Barbano, UR Mastronuzzi) Logs dei carotaggi e delle trincee esplorative (Sicilia-Calabria) (in collaborazione con UR Barbano, UR Mastronuzzi) 5. Interazioni con altri Enti/Istituzioni (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) Istituto per L’Ambiente Marino e Costiero – IAMC-CNR-Napoli - Dott. Marina Iorio, per la determinazione delle proprietà fisiche dei campioni prelevati tramite carotaggi. Laboratorio di Micropaleontologia – Università di Roma 3- Prof. Elsa Gliozzi, per lo studio e la preparazione di campioni prelevati tramite carotaggi. 6. Possibili interazioni con altri Progetti DPC (indicare quali progetti) (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) Description of Contribution – English version 3b.1 State of the art (including references when necessary) The proposed research is focused in particular on “Tsunami deposits study”, “Historical seismology and macroseismicity, included tsunamis”. The study of sedimentary and morphological prints left by paleo- and historical tsunamis along the coast is a fundamental ingredient for the medium- long-term definition of large events recurrence 235 rate and thus to estimate better the tsunami hazard. The research within this field necessarily needs the contribution of geology, historical seismology as well as hydrodynamics experts. The experience developed by the UR researchers in the past years, also within Project S2, part of the 2004-06 INGV-DPC Agreement (http://legacy.ingv.it/progettiSV/Progetti/Sismologici/S2.htm) allowed the definition of 4 areas with a significant potential in terms of direct study of historical (AD 1908, 1905, 1836, 1783, 1693, 1169, 365) and paleo-tsunamis that affected the coasts of Eastern Sicily and Southern Calabria. On the “Tsunami deposits study”, apart from the standard approach which results in geomorphological investigation, hand and engine coring, sedimentologic/stratigraphic and macromicropaleontologic studies (De Martini et al., 2003; Mastronuzzi & Sansò, 2004; Pantosti et al., 2008), new experimental techniques for the identification and characterization of tsunami deposits have been developed and tested also thanks to the integration of in-land and off-shore data. The marine environment, more preservative with respect to the littoral one, presents the advantage of a sedimentary record generally more continuous and potentially more sensible to anomalous events like earthquakes and tsunamis. The recent progresses of the geophysical technologies for the study of the oceans allowed obtaining promising results in the new discipline of Marine Paleoseismology (Polonia e al., 2004). About the “Historical seismology and macroseismicity, included tsunamis”, a database on the 1169, 1693, 1783, 1908 tsunamis is already available and can be enhanced with new findings (see e.g. Graziani et al. 2006). These historical data were used both to guide in the field the tsunami deposits identification and to discriminate the tsunami sources (Gerardi et al., 2008). The database will be implemented with new data on the Calabrian historical tsunamis. In conclusion, the basic idea is to extend back in time the historical information on tsunami recurrence by means of a combined geophysical-geological approach. The results obtained up to now tend to suggest reducing the study areas and to detail better the research focused on the identification and characterization of the tsunami deposits. 3b.2 Goals This project is based on a common idea developed by De Martini P.M., INGV-Roma; Prof. Barbano M.S., Università di Catania; Dott. Polonia A., ISMAR-CNR Bologna; Prof. Tinti S., Università di Bologna; Prof. Mastronuzzi G., Università di Bari. Overall, we propose to build an historical and geological tsunami data geo-referenced database, including maximum run-up estimate, maximum in-land inundation distance, tsunami recurrence, and possibly detailed near-shore bathymetry for each selected area in order to furnish a significant contribution to the estimate of the local hazard assessment and to the tsunami wave modeling. In detail: a) Tsunami deposits identification, characterization and dating in order to estimate the inundation recurrence time site by site. b) Tsunami deposits in-land distribution, in order to identify the tsunami waves maximum inundation distance. c) Upgrading the Catalogo degli Tsunami Italiani (Tinti et al., 2007). Study areas Eastern Sicily, Priolo-Augusta area, where an important amount of data was collected in the past two years both on historical events (1693 and 1169 tsunamis) and on pre-historic events (three possible inundations in the 2500 BC – 100 BC time interval). It is noteworthy to mention that for civil protection purposes, the Augusta Gulf is an important industrialized and navy site. Eastern Sicily, Portopalo-Marzamemi area, where during a preliminary campaign interesting and promising data were collected in-land and in our opinion it should be investigated more in detail taking into account recent works on numerical modeling of western Greek subduction tsunamigenic sources (Lorito et al., 2008a). Southern Calabria, S. Eufemia and Gioia Tauro areas, where it should be possible to identify the tsunami deposits related to the activity of important local seismogenic sources (1905 and 1783 events) as well as those linked to the activity and evolution of the Eolian Islands (EMERGEO-Team report, 2003). Southern Calabria, Messina Straits and Sibari Plain, where we plan to study the tsunami deposits related to the 1908, 1836 and 365 tsunamigenic earthquakes. 236 3b.3 Activity (with timetable for each phase) A1) “Historical seismology and macroseismicity, included tsunamis”: (Sicily-Calabria): analysis of the records available from the historical catalogues and search for new contemporary sources to collect detailed data on the 1836 and 1905 tsunamis and to upgrade the information available on the 1169, 1693, 1783 and 1908 events. 3b.4 Methodology Analysis of the records available from the historical catalogues and search for new contemporary sources. 3b.5 Timetable I Phase II Semester 1 2 1 2 Activity 1 X X X X 4b. Deliverables DPC: Upgrading the Catalogo degli Tsunami Italiani (Tinti et al., 2007) DPC: Tables: maximum run-up, maximum inundation distance, tsunami recurrence (SicilyCalabria) (in cooperation with RU Barbano and RU Mastronuzzi) DPC: Studied historical tsunami table (Sicily-Calabria) (in cooperation with RU Barbano and RU Tinti) DPC: Paleo-tsunamis table (Sicily-Calabria) (in cooperation with RU Barbano and RU Mastronuzzi, UR Tinti) Core and trench logs (Sicily-Calabria) (in cooperation with RU Barbano and RU Mastronuzzi) 7. Piano finanziario (in Euro) 7.1. I fase Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 1) Spese di personale 700 1819010,00 2) Spese per missioni 2000 0,00 0 -- 3300 0,00 300 0,00 0 0,0--0 700 0,00 7000 0,00 Categoria di spesa Importo previsto a 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 5) Spese per servizi 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) Totale 0002220,00 237 7.2. II fase Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 1) Spese di personale 700 0,00 2) Spese per missioni 2000 0,003 Categoria di spesa Importo previsto a 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0 5) Spese per servizi 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 3300 0,00 300 0,00 0 0,00 700 0,00 Totale 0,00 7000 0,00 Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 1) Spese di personale 1400 0,00 2) Spese per missioni 4000 0,00 7.3. Totale 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0 5) Spese per servizi 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) Totale 6600 0,00 600 0,00 0,00 0,00 238 1400 0,00 14000 0,00 Convenzione INGV-DPC 2007-2009 Progetti sismologici Progetto S1 - AU A - Piatanesi Alessio Titolo Administration of RU 1.03 (D’Agostino), RU 3.06 (Mariucci), RU 3.09 (Pucci), RU 6.02 (De Martini) and RU 6.04 (Piatanesi) 1. Responsabile AU - Alessio Piatanesi, Ricercatore, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Sismologia e Tettonofisica, Via di Vigna Murata, 605, 00143, Roma, Italy. - Alessio Piatanesi is Research Scientist at INGV. Graduated in Physics at University of Bologna and PhD in Geophysics at Institut de Physique du Globe de Paris. His main interests are earthquake and tsunami mechanics. He has several years experience in tsunami research, including tsunami generation by earthquakes and landslides, tsunami propagation and impact, development and application of numerical models and tsunami data inversion. He also worked in forward and inverse modelling of geodetic and strong motion data for seismic source determination. He was involved in EU projects on tsunamis (GITEC, GITEC-TWO, TRANSFER). He was Editor of a special volume on tsunamis published in Journal of Physics and Chemistry of the Earth (1999) and convenor of a session on tsunamis for the XXIII General Assembly of the European Geophysical Society (1998). He was referee of many papers published on international journals (including J. Geophys. Res., Geophys. Res. Lett.,Geophys. J. Int., Bull. Seismol. Soc. Am.). He is co-author of about 30 papers in international journals. - Lorito, S., F. Romano, A. Piatanesi and E. Boschi (2008a): Source process of the September 12, 2007 MW 8.4 Southern Sumatra earthquake from tsunami tide gauge record inversion, Geophys. Res. Lett., 35, L02310, doi:10.1029/2007GL032661. - Lorito, S., A. Piatanesi and A. Lomax (2008b): Rupture process of the April 18, 1096 California earthquake from near-field tsunami waveform inversion, Bull. Seismol. Soc. Am., 98(2), in press. - Piatanesi, A. and S. Lorito (2007) : Rupture process of the 2004 Sumatra-Andaman earthquake from tsunami waveform inversion, Bull. Seismol. Soc. Am., 97(1), 223-231, doi:101785/0120050627. - Piatanesi A. and Tinti S. (1998): A revision of the 1693 eastern Sicily earthquake and tsunami, J. Geophys. Res., 103, B2, 2749-2758. - Piatanesi A. and Tinti S., (2002): Numerical modeling of the September 8, 1905 Calabrian (southern Italy) tsunami, Geophys. J. Int., 150, 271-284. 2. Goals The purpose of this AU is to administer RU 1.03 (D’Agostino), RU 3.06 (Mariucci), RU 3.09 (Pucci), RU 6.02 (De Martini) and RU 6.04 (Piatanesi). The goals, methodology, activity, products, and economical tables are found in the related RU forms. In the following tables a synthesis of the financial plan including all the RU is presented. 239 7. Piano finanziario (in Euro) 7.1. I fase Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 4650 2) Spese per missioni 11200 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 0 11000 5) Spese per servizi 0 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 15000 4650 Totale 46500 7.2. II fase Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 6650 2) Spese per missioni 14600 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 0 38600 5) Spese per servizi 0 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 0 6650 Totale 66500 7.3. Totale Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 11300 2) Spese per missioni 25800 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0 49600 5) Spese per servizi 0 240 Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 15000 11300 Totale 113000 241 Convenzione INGV-DPC 2007-2009 Progetti sismologici Progetto S1 - RU 1.03 - D'Agostino Nicola (Task A; AU A) Progetto S1 Titolo: Strain-rate and block modeling of dense GPS velocity fields 1. Responsabile RU 1.03 Nicola D’Agostino Ricercatore II livello, Sezione Sismologia Tettonofisica Roma1 Istituto Nazionale Geofisica Vulcanologia [email protected] tel ++39 06 51860537 nato a Roma il 15 marzo 1964 1992 – Laurea in Scienze Geologiche, Università di Roma La Sapienza (voto 110/110). 1998 – Dottorato di Ricerca in Scienze della Terra (X ciclo), Università degli Studi La Sapienza. Attuale posizione: Ricercatore di II livello presso Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, sezione di Roma1 Sismologia e Tettonofisica dal 2004/02/01. 1998 - Post-Doc, Bullard Laboratories, University of Cambridge 2001 – Fullbright visitors, NASA Jet Propulsion Laboratory, Pasadena. Interessi scientifici: Studio del campo di deformazione attiva dell’area mediterranea con metodi geodetici. Accumulo di deformazione sulle strutture sismogenetiche dell’area italiana. Meccanismi di deformazione della litosfera continentale. Analisi dati GPS da reti permanenti e discrete. Responsabilità di coordinamento all’interno dell’INGV: Referente della Sezione Roma per TTC6 (Rete Nazionale GPS). Referente Obiettivo Specifico 3.2 (Tettonica Attiva). Responsabile sviluppo rete GPS di monitoraggio della faglia Alto-Tiberina nell’ambito del progetto AIRPLANE (M. Cocco, A. Amato). D'Agostino, N., R. Giuliani, M. Mattone, and L. Bonci (2001), Active Crustal Extension in the Central Apennines (Italy) Inferred from GPS Measurements in the Interval 1994-1999, Geophys. Res. Lett., 28(10), 2121-2124. D’Agostino N., G. Selvaggi (2004), Crustal motion along the Eurasia-Nubia plate boundary in the Calabrian Arc and Sicily and active extension in the Messina Straits from GPS measurements, J. Geophys. Res., 109, B11402, doi:10.1029/2004JB002998. D'Agostino N., D. Cheloni, S. Mantenuto, G. Selvaggi, A. Michelini, D. Zuliani (2005), Strain accumulation in the southern Alps (NE Italy) and deformation at the northeastern boundary of Adria observed by CGPS measurements, Geophys. Res. Lett., 32, L19306, doi:10.1029/2005GL024266. Giuliani, R., Anzidei, M., Bonci, L., Calcaterra, S., D'Agostino, N., Mattone, M., Pietrantonio, G., Riguzzi, F., Selvaggi, G. Co-seismic displacements associated to the Molise (Southern Italy) earthquake sequence of October–November 2002 inferred from GPS measurements, Tectonophysics 432 (2007) 21–35. Hunstad, I., G. Selvaggi, N. D'Agostino, P. England, P. Clarke, and M. Pierozzi, 2003, Geodetic strain in peninsular Italy between 1875 and 2001, Geophys. Res. Lett., 30(4), 1181, doi:10.1029/2002GL016447. 242 2. Personale della RU Nominativo (Cognome e Nome) Qualifica Ente/Istituzione Giorni/Persona Giorni/Persona (personale non a carico del progetto) (personale a carico del progetto) I fase II fase INGV 4841 44 Ricercatore INGV 4 4 Avallone Antonio Ricercatore INGV 2 2 D’Anastasio Elisabetta Ricercatore INGV 2 2 Borsista INGV 1 1 Devoti Roberto Primo Tecnologo INGV 0 0 Pietrantonio Grazia Ricercatore INGV 0 0 Cheloni Daniele Borsista INGV 0 0 Mantenuto Sergio Borsista INGV 0 0 Giuliani Roberta Ricercatore DPC 0 0 Calcaterra Stefano Ricercatore APAT 0 0 D’Agostino Nicola Primo Ricercatore Serpelloni Enrico Cavaliere Adriano I fase II fase Descrizione del contributo - Versione italiana 3a.1 Stato dell'arte (con riferimenti bibliografici essenziali) Il rapido progresso avvenuto nelle tecniche di geodesia spaziale, e nel GPS in particolare, forniscono ai ricercatori una grande quantità di dati sui movimenti crostali a scale spaziali variabili dalla cinematica delle maggiori placche (~103 km) all’accumulo di deformazione elastica sulle singole strutture sismogenetiche (~100 kms). Questi dati stanno quindi determinando un rapido aumento delle conoscenze sui processi geodinamici a scale variabili dalla deformazione cosismica alle modalità di deformazione della crosta continentale. Lo sforzo tecnologico dell’INGV per sviluppare una rete GPS per la geodinamica (RING, http://ring.gm.ingv.it) e la raccolta dei dati delle reti GPS regionali, ha aumentato in maniera significativa la base dei dati con cui vincolare la cinematica crostale nella zona italiana. Il campo di velocità GPS fornisce un’istantanea della deformazione crostale che convertita in tassi di accumulo di deformazione, fornisce una stima del potenziale rilascio sismico futuro. La densificazione della rete GPS con progetti specifici di acquisizione su particolari strutture sismogeniche (vedi progetto S5 DPC) permetterà studi di dettaglio relativi alle caratteristiche di accumulo di deformazione intersismica sulle faglie (es. D’Agostino et al., 2005) fornendo contributi importanti per la comprensione del ciclo sismico ed il rilascio della deformazione accumulata, ed un miglioramento delle stime di pericolosità. In questo progetto proponiamo l’applicazione di due diversi approcci modellistici per l’analisi e l’interpretazione della deformazione a partire da campi di velocità GPS per il territorio italiano ed aree circostanti. Applicheremo due diversi approcci che, a partire da campi di velocità GPS, si pongono come obiettivo lo studio della deformazione crostale. Questi approcci complementari forniranno un contributo alla comprensione dei processi deformativi in termini di tassi di slip su faglie a lungo termine ed in termini di valutazione del campo del tensore di strain rate. Il primo approccio si basa sulla meccanica dei continui nell’assunzione di una deformazione continua della litosfera (Haines and Holt, 1993; Kreemer and Hammond, 2007). Nel secondo approccio la litosfera viene considerata come un insieme di blocchi separati da discontinuità costituite da faglie ed i dati geodetici vengono utilizzati per invertire i poli dei rotazione dei blocchi ed i tassi di slip 243 sulle faglie che meglio riproducono le osservazioni (Reilinger et al., 2006; Meade and Hager, 2005). Questi due approcci rappresentano gli “end-members” con cui viene descritta la deformazione continentale, ed il confronto tra i risultati ottenuti dalla loro applicazione sullo stesso set di velocità GPS fornirà un importante contributo per la comprensione della cinematica della regione Italiana. 3a.2 Obiettivi Gli obiettivi del progetto possono essere riassunti come segue: - Raccolta e processamento omogeneo di tutti i dati GPS disponibili da stazioni permanenti e da reti episodiche con software GAMIT e GIPSY. - Elaborazione di mappe del tensore di strain rate. Il tensore di strain-rate verrà inoltre convertito in tasso di accumulo di deformazione geodetica per la valutazione del potenziale sismico. - Calcolo dei tassi di slip-rate e spessore strato elastico (locking-depth) per le faglie ai margini dei blocchi crostali, e poli di rotazione dei blocchi crostali utilizzati. - Confronto tra le stime geodetiche di strain rate e fault-slip rate con risultati di analisisi sismologiche e paleosismologiche. 3a.3 Attività Questa Unità di ricerca (UR) sarà divisa in due attività: A. Questa attività svilupperà un campo di velocità attraverso l’utilizzo del software GIPSY e applicherà le metodologie per il calcolo del campo di strain rate (strain rate modeling). Il campo di strain rate sarà convertito in tasso di momento geodetico usando la formula di Kostrov(1974), fornendo una stima del campo di deformazione crostale potenzialmente rilasciabile in maniera sismica in futuro. Le attività di A sono così suddivise: A1. Elaborazione delle soluzioni goirnaliere e analisi delle serie temporali con GIPSY. A2. Creazione della griglia ed analisi dello strain. A3. Calcolo momento geodetico e confronto con la deformazione sismica e geologica. B. Questa attività elaborerà un campo di velocità con il sofware GAMIT e applicherà le metodologie per la stima degli slip-rate e dei poli di rotazione dei blocchi riconosciuti nell’area di interesse (block modeling), attraverso test-statistici per testare le eventuali configurazioni e studi locali su trade-off tra slip-rate e locking-depth e inversione ottimale dei parametri geometrici e cinematici per le aree in cui il numero di stazioni GPS attraverso le zone di faglia sia tale da permettere questo tipo di analisi. Le attività di B saranno così suddivise: B1. Elaborazione delle soluzioni giornaliere ed analisi delle serie temporali con GAMIT. Popolamento del data-base e del “tool” GIS con i dati geofisici necessari per la definizione della geometria del modello e delle faglie. B2. Configurazione di diverse geometrie delle placche alla scala del Mediterraneo centrale ed esecuzione di test statistici per la definizione della geometria ottimale. Stima dei poli di rotazione e slip-rate regionali come prodotto intermedio B3. Stima dei poli di rotazione dei blocchi e degli slip-rate delle faglie, creazione delle tabelle e dei file di output. B4. Analisi locali su particolari segmenti dove il numero di dati GPS consente di testare diverse configurazioni geometriche e di verificare l’effetto delle strutture limitrofe e creazione di un data-base dei risultati organizzato delle uscite dei modelli. 3a.4 Metodologia Questa RU applicherà le seguenti metodologie: - Processamento di dati rinex da stazioni GPS permanenti e discrete ed elaborazione di soluzioni giornaliere attraverso i softwares GAMIT e GIPSY. L’uso ed il confronto tra diversi software permetterà il confronto tra diversi approcci e la minimizzazione di possibili errori sistematici. La soluzione finale di velocità sarà espressa in un sistema di riferimento Eurasiatico ottenuto minimizzando le velocità orizzontali di una serie di siti (30-40) sulla porzione stabile della placca eurasiatica. - Modellazione dei campi di velocità con software specifici per ottenere campi continui del tensore di strain-rate e stime degli slip-rate e locking-depths delle faglie. La stima del campo di strain 244 rate sarà effettuata con il software SPARSE sviluppato da J. Haines (Cambridge University) mentre il block-modeling sarà effettuato con il software sviluppato da Brendan Meade (University of Harvard). Bibliografia D'Agostino N., D. Cheloni, S. Mantenuto, G. Selvaggi, A. Michelini, D. Zuliani (2005), Strain accumulation in the southern Alps (NE Italy) and deformation at the northeastern boundary of Adria observed by CGPS measurements, Geophys. Res. Lett., 32, L19306, doi:10.1029/2005GL024266. Haines, A.J. and W.E. Holt, A procedure to obtain the complete horizontal motions within zones of distributed deformation from the inversion of strain rate data, J. Geophys. Res., 98, 12,057-12,082, 1993. Kostrov, V. V. (1974). Seismic moment and energy of earthquakes, and seismic flow of rock, Earth Phys. 1, 23–40. Kreemer, C., and W.C. Hammond, Geodetic constraints on areal changes in the Pacific-North America plate boundary zone: What controls Basin and Range extension?, Geology, 35, 943-946, 2007. McCaffrey, R., Block kinematics of the Pacific - North America plate boundary in the southwestern US from inversion of GPS, seismological, and geologic data, Journal of Geophysical Research 110, B07401, doi:10.1029/2004JB003307, 2005. Meade, B. J. and B. H. Hager, (2005), Block models of crustal motion in southern California constrained by GPS measurements, Journal of Geophysical Research-Solid Earth, 110, B03403, doi:10.1029/2004JB003209. Reilinger R., et al. (2006), GPS constraints on continental deformation in the Africa-Arabia-Eurasia continental collision zone and implications for the dynamics of plate interactions, J. Geophys. Res., 111, B05411, doi:10.1029/2005JB004051. 3a.5 Cronoprogramma I Phase 1 Semester Elaborazione delle soluzioni goirnaliere e analisi delle serie temporali con GIPSY. A1 Elaborazione delle soluzioni giornaliere ed analisi delle serie temporali con GAMIT. Popolamento del database e del “tool” GIS con i dati geofisici necessari per la definizione della geometria del modello e delle faglie. A2 ... II - 2 1 Creazione della griglia ed analisi dello strain Configurazione di diverse geometrie delle placche alla scala del Mediterraneo centrale ed esecuzione di test statistici per la definizione della geometria ottimale. Stima dei poli di rotazione e slip-rate regionali come prodotto intermedio - Creazione della griglia ed analisi dello strain. Stima dei poli di rotazione dei blocchi e degli slip-rate delle faglie, creazione delle tabelle e dei file di output. - 2 Calcolo momento geodetico e confronto con la deformazione sismica e geologica. Analisi locali su particolari segmenti dove il numero di dati GPS consente di testare diverse configurazioni geometriche e di verificare l’effetto delle strutture limitrofe e creazione di un data-base dei risultati organizzato delle uscite dei modelli. - 4a. Prodotti I prodotti forniti da questa RU saranno: - A fornirà i valori del tensore di strain rate e del momento geodetico su griglie regolari ed irregolari concordate con le altre componenti del progetto S1 in formati GIS tali da permettere il confronto con le altre componenti di S1. In particolare fornirà i valori di eps_max, eps_min e 245 az_eps_max del tensore di strain rate ed i valori delle velocità angolari dei blocchi rigidi riconosciuti nella zona di interesse con associate stime di incertezza. - B fornirà geometria dei blocchi e delle faglie, poli di rotazione, assoluti e relativi, di tutti i blocchi crostali che entrano nel modello, slip-rate di tutte le faglie incluse nel modello, in termini di dipslip rate e strike-slip rate in mm/anno ed errori associati ai poli di rotazione ed errori associati agli slip-rate derivati dall’inversione ai minimi quadrati delle osservazioni GPS. 5. Interazioni con altri Enti/Istituzioni Il personale coinvolto in questa UR ha condotto a partire dal 1999 campagne periodiche GPS su due reti discrete in Abruzzo e Molise con personale del SSN-DPC (Resp. Roberta Giuliani) e del Servizio Geofisica dell’APAT. I risultati preliminari delle analisi dei due network sono stati pubblicati e presentati recentemente a congressi italiani ed internazionali. Le analisi e le interpretazioni in questo progetto si avvarrano quindi delle nuove misurazioni previste per il 2008-2009 e delle interazioni e dalla continua collaborazione con il personale citato dei suddetti enti. 6. Possibili interazioni con altri Progetti DPC (indicare quali progetti) (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) Questa UR interagirà e collaborerà con le seguenti componenti del progetto DPC:S1 – Determinazione del potenziale sismogenetico - UR “Misure del campo di deformazione geodetica nell’area italian”. In particolare verranno fornite le soluzioni giornaliere elaborate con i softwares GIPSY e GAMIT per la combinazione destinata alla creazione del campo di velocità GPS proposto in tale UR. - S5 - Test sites per il monitoraggio multidisciplinare di dettaglio – Task 1 Faglia Alto Tiberina. Task2 Messina. Le interazioni con tale UR saranno legate all’utilizzo dei dati della rete GPS ATF e al confronto con i risultati intermedi e finali di tale progetti. Description of Contribution – English version 3b.1 State of the art The rapid advance of space-geodesy techniques, and in particular of the GPS , is providing a large amount of information on crustal motion at scales ranging from plate motion (~103 km) to single-fault strain accumulation (~100 km). These new information are triggering a rapid improvement in the understanding of different processes such as the sudden release of coseismic deformation during earthquakes to the slow deformation of the continents. In the last years a significant technological effort to develop a national GPS networks (RING, http://ring.gm.ingv.it) for geodynamics and to integrate the data from several regional GPS networks, has tremendously increased the density of the resulting velocity field over the Italian territory and surrounding regions. This velocity field now shows a snaphsot of the contemporary crustal deformation which, translated into rates of strain accumulation, will provide an important tool to evaluate the potential seismic activity. The densification of the national GPS networks and specific projects which are targeting detailed monitoring and data acquisition (see project DPC S5 test sites), allows the evaluation of interseismic strain accumulation on specific active fault systems (e.g. D’Agostino et al., 2005). These studies provide important contributions to the understanding of the seismic cycle on seismogenic structures which are likely to release their accumulated deformation in future earthquakes, thus improving our estimates of seismic hazard. In this project we propose two innovative approaches to analyse and interpret the dense GPS velocity field of the Italian territory and surrounding regions. These complementary approaches will increase our undersanding of the contemporary crustal deformation in terms of long-term slip rates on faults and diffuse strain rates. In order to relate the geodetic velocities to crustal deformation 246 rates we will adopt two different approaches. In the first approach (Haines and Holt, 1993; Kreemer and Hammond, 2007) we model the crustal horizontal strain rate field under the assumption that the crust deforms as a continuum. In the second approach (McCaffrey, 2007; Meade and Hager, 2005) we divide the region in fault-bounded blocks and solve for the rotation of the blocks and the magnitude of the style of slip on the bounding faults. One advantage of the continuum strain rate modeling approach is that no knowledge of the location and geometries of blocks and faults is needed, and a smooth estimate of the deformation field is provided. The drawaback of the continuum approach is that many processes including earthquakes, may be constrained to faults. 3b.2 Goals The goals of this project can be summarized as follows: - Collect GPS raw data from various permanent networks and episodic surveys, process the data with GAMIT and GIPSY software and derive dense GPS velocity fields. - Develop maps of continuous strain rate fields. This strain rate fields will be translated in geodetic moment rates to evaluate potential seismic activity. - Estimates of slip-rates on known active faults. Both the strain rate fields and the geodetic estimates of fault slip-rates will be compared to the seismic moment release calculated from earthquakes catalogues and active faults databases. 3b.3 Activity (with timetable for each phase) The UR will be divided in two activities. A. This activity will apply a strain modeling approach to the study of the GPS velocity field and will derive maps of the continuous strain rate fields. The strain rate field will be translated in geodetic moment rates using the Kostrov(1974) formula which, giving an estimate of the accumulation of seismic moment, provide an estimate the budget of crustal deformation to be released in future eartquakes and compared with the historical and instrumental seismic histories. Activities of A are subdivided in this way: A1. Production of daily solutions with GIPSY and time-series analysis. A2. Development of the irregulard grid and strain-rate analysis. A3. Estimates of geodetic moment rate and comparison of deformation rates from seismological and geological data. B. This activity will apply a discrete block-modeling approach which enphasizes the role of discontinuities and faults in the crust. This approach will provide estimates of long-term fault slip rates which will be compared with geological fault slip-rates. Activities of B are subdivided in this way: B1. Production of daily solutions with GAMIT and time-series analysis. Development of GIS interface and data collection for the definition of model fault geometry. B2. Mediterranean scale block model and statistical tests for the defintion of optimal geometry. Estimates of Eulerian poles and fault slip rates as intermediate deliverables. B3. Eulerian poles and fault slip rates estimates and preparation of output deliverables. B4. Detailed analysis on target areas where site densification allows to test different configuration and geometries. Database of model results. 3b.4 Metodology This UR will apply the following methodologies: - Processing of raw rinex files to calculate daily positions of GPS sites. For the reduction of GPS raw data we will use the following softwares: GAMIT (http://www-gpsg.mit.edu/~simon/gtgk/), developed and mantained at MIT (Massachustes Institute of Technology), and GIPSY (https://gipsy-oasis.jpl.nasa.gov/), developed and mantained by the JPL (NASA Jet PropulsionLaboratory). The use of different softwares will allow a comparison between different approaches and the minimization of systematic errors. Daily time series will be analyised to derive linear site velocities and associated realistic uncertainties. Final velocities will be expressed in an Eurasian reference frame obtained by minimizing the horizontal velocities of an homogeneously distributed set (at least 30-40) of GPS sites in the stable part of the Eurasian plate. 247 - Modelling of the velocity fields to derive continuous strain rate fields and long-term fault slip rates (see State of the Art). For the strain-rate modeling we will use the SPARSE softwares developed by John Haines (Cambridge University) and collegues, and the block-modeling software developed by Brendan Meade (Harvard). 3b.5 Timetable I Phase II 1 Semester 2 1 A A1.Production of daily solutions with GIPSY and time-series analysis B B1 Production of daily solutions with GAMIT and time-series analysis. Development of GIS interface and data collection for the definition of model fault geometry B2. Mediterranean scale block model and statistical tests for the defintion of optimal geometry. Estimates of Eulerian poles and fault slip rates as ntermediate deliverables. - - ... A2. Development of the irregulard grid and strain-rate analysis. 2 A2. Development of the irregulard grid and strainrate analysis A3.Estimates of geodetic moment rate and comparison of deformation rates from seismological and geological data B3. Eulerian poles and fault slip rates estimates and preparation of output deliverables B4. Detailed analysis on target areas where site densification allows to test different configuration and geometries. Database of model results. - - 4b. Deliverables This RU will provide maps of strain rate and fault slip-rates with geographic referenced values in vector format which will allow the integration in the project GIS database and the comparison with other products and deliverables of the project. In particular: - A1 will provide values of the Eulerian poles of the major statistically-rigid blocks within the study area, and values of the strain rate tensor (eps_max, eps_min, az_eps_max) for regular and irregular grids in agreement with the others participants of the S1 project. - A2 will provide values of block eulerian poles, fault locking depths and long-term fault slip-rates 7. Piano finanziario (in Euro) 7.1. I fase Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 0,00 2) Spese per missioni 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali - 0,00 5) Spese per servizi 0,00 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 0,00 0,00 248 Totale 0,00 0,00 0,00 Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 2000 0,00 7.2. II fase 1) Spese di personale 2) Spese per missioni 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali - 16000 5) Spese per servizi 0,00 0,00 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 0,00 2000 0,00 Totale 0,00 20000 0,00 Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 2000 0,00 7.3. Totale 1) Spese di personale 2) Spese per missioni 0,00 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali - 16000 5) Spese per servizi 0,00 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) Totale 0,00 0,00 0,00 249 2000 0,00 20000 0,00 Convenzione INGV-DPC 2007-2009 Progetti sismologici Progetto S1 - RU 3.06 - Mariucci M.Teresa (Task C; AU A) Titolo: Aggiornamento del database sul campo di stress attivo in Italia da dati di perforazioni profonde 1. Responsabile UR Maria Teresa Mariucci Ricercatore, INGV – Sezione di Sismologia e Tettonofisica Breve CV Education: Master degree in Geology, University “La Sapienza”, Rome, Italy (1992). Positions held: fellowship holder and consultant, INGV, Rome, Italy (1995-1999); consultant, Enterprise Oil Italiana S.p.A. (1997); Researcher, INGV, Rome, Italy (since 1999); Visiting scientist, Geophysical Institute, University of Karlsruhe, Germany (2000); Member of the Expert Panel within the ENI-INGV Agreement, on geomechanics (since 2004). Scientific activity: Her main research activity focuses on the application and development of methods to study the active stress field. In particular she analyses active stress indicators such as borehole data, but also earthquake focal mechanisms and active faults data. These researches, aimed to characterize and understand the crustal stress in Italy and its relationship with the seismogenic structures, contribute to the "World Stress Map Project”. She worked on tectonic regime estimates from rock strength and borehole breakout occurrence at depth and on stress magnitude evaluation from leak off test data. Relationships between local stress field and tectonic structures were investigated and a technique to find out active faults at depth from breakouts data was set up. She performed the elaboration and analysis of "smoothed" stress maps to get reliable stress orientations in areas where data lack or are poor. She got the “1999 Young Scientists’ Publication Award” for Solid Earth Geophysics from European Geophysical Society. She was involved in the EC project “GeoModAp”, in two GNDT projects (coordinated by Dr. Amato and Dr. Cocco, INGV) and was responsible of UR9 within INGV-DPC V3.1 project (2005-07). Pubblicazioni Pierdominici S., Mariucci M.T., Montone P. and Cesaro M. (2005)- Comparison between active stress and tectonic structures in northern Italy, Lombardia region. Annals of Geophysics, 48, 6, 129-142. Montone P., Mariucci M.T., Pondrelli S. and Amato A. (2004)– An improved stress map for Italy and surrounding regions (central Mediterranean). J. Geophys. Res., 109, B10410, doi:10.1029/2003JB002703. Mariucci M.T. and Müller B. (2003)- The tectonic regime in Italy inferred from borehole breakout data. Tectonophysics, 361, 21-35. Mariucci M.T., Amato A., Gambini R., Giorgioni M. and Montone P. (2002)- Along-depth stress rotations and active faults: an example in a 5-km deep well of Southern Italy. Tectonics, 21 (4), 1021, doi:10.1029/2001TC001338. Mariucci M.T., Amato A. and Montone P. (1999)- Recent tectonic evolution and present stress in the Northern Apennines (Italy). Tectonics, 18 (1), 108-118. 250 2. Personale dell’UR Nominativo (Cognome e Nome) Qualifica Ente/Istituzione Mesi/Persona Giorni/Persona (personale non a carico del progetto) (personale a carico del progetto) I fase II fase Mariucci M.Teresa Ricercatore INGV – Roma 1 2.5 3 Montone Paola Dirigente di Ricerca INGV – Roma 1 2 2 Pierdominici Simona Ricercatore INGV – Roma 1 2 2 I fase II fase Descrizione del contributo - Versione italiana 3a.1 Stato dell'arte Da molti anni ormai in Italia si studiano le informazioni che le perforazioni profonde ci forniscono sul campo di stress attuale (Montone et al., 1992). La conoscenza dettagliata dell’orientazione e grandezza degli sforzi ci permette di valutare quali strutture attive possono muoversi piu’ facilmente. Quindi i dati relativi al campo di stress attivo contribuiscono direttamente alla definizione della pericolosità sismica di un’area. Attualmente il database del campo di stress attivo, aggiornato al 2003, comprende 329 dati derivanti dall’analisi di breakout, 186 da meccanismi focali di terremoti con M>4.0, 20 dall’inversione di dati di sequenze sismiche e 7 dati di faglie attive (Montone et al., 2004). 3a.2 Obiettivi Nell’ambito di questo progetto proponiamo di incrementare la banca dati riguardante le orientazioni degli sforzi sul piano orizzontale, ricavabili dall’analisi di breakout nelle perforazioni profonde. Analizzeremo 65 dati relativi ad altrettanti pozzi, con un incremento di oltre il 20% del dataset, ubicati prevalentemente in Italia meridionale e Sicilia. In particolare le perforazioni sono ubicate: 13 in Sicilia, 5 in Calabria, 6 lungo il margine tirrenico laziale, 19 in catena tra la Campania e la Basilicata, 15 lungo l’avanfossa appenninica tra le Marche e il Golfo di Taranto, 4 nell’off-shore adriatico, 2 nell’off-shore dell’Emilia-Romagna e 1 in Pianura Padana. I pozzi sono profondi da un minimo di 1300m ad un massimo di 5900m. In aree peculiari è previsto un dettaglio analitico maggiore. Una volta terminata l’analisi dei singoli dati verranno costruite le mappe di interpolazione delle orientazioni di Shmin utilizzando diversi parametri (griglie, parametri di smoothing, raggio di ricerca, ecc). Tali mappe permetteranno di avere informazioni sulla direzione dello stress anche in quelle zone non coperte da alcun tipo di dato. I risultati ottenuti potranno essere integrati con dati nuovi provenienti dall’analisi dei meccanismi focali effettuate da altri gruppi di ricerca. Se si riuscirà ad avere un dataset completo, aggiornato almeno al 2008, questo potrà essere utilizzato per la costruzione di modelli crostali integrati, elaborati in collaborazione ad altri gruppi. 3a.3 Attività L’attività dell’UR può essere sinteticamente riassunta in tre parti principali che si susseguono nel tempo. Una prima fase di pianificazione del lavoro comporta l’acquisto e la messa a punto del software necessario, il controllo dei dati a disposizione e l’eventuale richiesta di dati integrativi. Seguirà la fase di analisi vera e propria secondo una progressione per aree omogenee. Infine l’elaborazione della nuova mappa aggiornata di stress attivo e di mappe di interpolazione dei dati per una loro migliore interpretazione. 3a.4 Metodologia L’analisi dei dati di perforazioni profonde con il metodo dei breakout è metodologia ben conosciuta. Si tratta di analizzare i log (cartacei e digitali) acquisiti dallo strumento denominato dipmeter per la definizione della direzione di sforzo minimo sul piano orizzontale. Il confronto di questa analisi con eventuali altri log effettuati in foro a disposizione permette di vincolar meglio e interpretare 251 criticamente i risultati ottenuti. Per l’analisi dei dati digitali è necessario avvalersi di software specifici (es. WellCad, GMI) che permettono l’integrazione dei vari log di pozzo e sono usati sia nel campo della ricerca che in quello commerciale per l’elaborazione di questo tipo di informazioni. Per le altre analisi proposte si possono utilizzare programmi sviluppati nell’ambito della ricerca che si possono adattare alle esigenze specifiche. 3a.5 Cronoprogramma I Fase Semestre Pianificazione (controllo dati, richiesta dati, sistemazione software): tabella e mappa dei dati a disposizione per l’analisi di breakout Analisi dati: tabella con risultati preliminari dell’analisi di breakout Risultati: tabella dei risultati dell’analisi di breakout, elaborazione mappe e interpretazioni II 1 2 1 2 x - - - - x x - - - x x 4a. Prodotti -Tabella con i risultati delle analisi di breakout. -Mappa del campo di stress attivo in Italia aggiornata al 2008. -Mappe di stress interpolate. 5. Interazioni con altri Enti/Istituzioni I dati si stress confluiscono nel database del Word Stress Map Project, attualmente presso il GFZ di Potsdam (Germania), quindi è prevista un’interazione con tale istituto. Nelle mappe di stress sono compresi anche dati derivanti dall’analisi dei meccanismi focali dei terremoti e dati di faglie attive, pertanto è possibile un’interazione con ricercatori che si occupano di tali temi. 6. Possibili interazioni con altri Progetti DPC (indicare quali progetti) Description of Contribution – English version 3b.1 State of the art In Italy, we have been studying information about active stress field from deep wells for many years (Montone et al., 1992). A detailed knowledge of stress orientation and magnitude allows to estimate which structures can move easily. Then data on active stress field directly contribute to define the seismic hazard of a region. Nowadays the active stress field database, updated to 2003, includes 329 breakout data, 186 focal mechanisms of earthquakes with M>4.0, 20 formal inversions of stress axes from seismic sequences and 7 active fault data (Montone et al., 2004). 3b.2 Goals Within this project, we propose to increase the horizontal stress orientation database, that can be inferred from breakout analysis from deep wells. We will analyse 65 well data increasing dataset more than 20%, mainly located in southern Italy and Sicily. In detail the wells are located: 13 in Sicily, 5 in Calabria, 6 along the Latium Tyrrhenian margin, 19 along the belt between Campania 252 and Basilicata, 15 along the apenninic foredeep between Marche and Taranto Gulf, 4 adriatic offshore, 2 Emilia off-shore and 1 in the Po plain. The wells are deep from a minimum depth of 1300m to a maximum of 5900m. In some specific areas more detailed analysis will be performed. At the end of the well data analysis, Shmin orientation smoothed maps will be built using different parameters (grids, search radius, degree of smoothing). These maps will allow to get information on stress orientation also in areas without data. The results will be integrated with new data from focal mechanism analysis performed by other research teams. If a complete dataset, updated at least to 2008, is obtained it will be used to construct integrated crustal models, in collaboration with other groups. 3b.3 Activity The RU activity can be summarized in three main steps. The first one is relative to the software aquisition and set up, the check of the available data and a possible request of supplementary data. Data analysis of single wells will follow. At last, an updated active stress map and smoothed maps of Italy will be elaborated. 3b.4 Metodology The breakout analysis in deep boreholes is well known method. We analyse paper and digital logs from a dipmeter tool to infer the Shmin direction. The comparison between this analysis and other available geophysical logs allow to better constrain and critically interpret the results. To perform the digital data analysis specific softwares (es. WellCad, GMI) are needed. These softwares, used both in research and industry field, allow to integrate different well logs. For the other proposed analysis it is possible to use software already existent sligthly modified for our specific applications. 3b.5 Timetable I Phase II 1 Semester 2 1 2 Planning (data check, data request, software setup): table and map of available data to perform breakout analysis x - - - Data analysis: table with preliminary results of breakout analysis - x x - Results: table with results of breakout analysis, map elaboration and interpretations - - x x 4b. Deliverables -Table with breakout analysis results. -Active stress map of Italy updated to 2008. -Smoothed stress maps of Italy. 7. Piano finanziario (in Euro) 7.1. I fase Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 1) Spese di personale 1300 0,00 2) Spese per missioni 2200 0,00 Categoria di spesa Importo previsto a 253 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0,00 5) Spese per servizi 0,00 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 8200 0,00 1300 0,00 Totale 0,00 13000 0,00 Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 1) Spese di personale 500 0,00 2) Spese per missioni 4000 0,00 7.2. II fase 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0,00 5) Spese per servizi 0,00 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 0,00 500 0,00 Totale 0,00 5000 0,00 Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 1) Spese di personale 1800 0,00 2) Spese per missioni 6200 0,00 7.3. Totale 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0,00 5) Spese per servizi 0,00 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) Totale 0,00 254 8200 0,00 1800 0,00 18000 0,00 Convenzione INGV-DPC 2007-2009 Progetti sismologici Progetto S1 - RU 3.09 - Pucci Stefano (Task C; AU A) Titolo Deformazioni superficiali e profonde 1. Responsabile RU 3.09 Dr. Stefano Pucci Ricercatore INGV Sez. Sismologia e Tettonofisica UF Tettonica Attiva Data e luogo di nascita: 31 Agosto 1968 - Perugia Residenza: 00194 Roma, via dei Duchi di Castro, 3 Campo d'interesse: Geologia dei terremoti, Paleosismologia, Geomorfologia Tettonica, Geologia Strutturale, Cartografia Geologica Educazione: Ph.D. in Geologia del Terremoto al Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Perugia, Italia. Tesi: “The Düzce segment of the North Anatolian Fault Zone (Turkey): Understanding its seismogenic behaviour through earthquake geology, tectonic geomorphology and paleoseismology" Diploma di laurea in Scienze Geologiche, conseguito presso l'Università degli Studi di Perugia. Tesi di Laurea in Geologia Strutturale: "Rilevamento geologico-strutturale ed inquadramento sismo-tettonico dell'area interessata dal sisma di Colfiorito del Settembre 1997" Attività di ricerca: 2006-presente. Ricercatore nell’ambito del progetto finanziato dal Dipartimento della Protezione Civile Italiana nel gruppo di lavoro "Tettonica Attiva e Strutture Sismogenetiche” presso l'INGV. 2005-2006. Ricercatore nell’ambito del progetto della Commissione Europea (contratto n. 004043), denominato “3HAZ-Corinth, Earthquakes, tsunamis and landslides in the Corinth rift, Greece. A multidisciplinary approach for measuring, modelling, and predicting their triggering mode and their effects”, presso l’INGV, Sezione “Sismologia e Tettonofisica”. 2002-2005. Ricercatore nell’ambito del progetto della Commissione Europea EVG1-CT-200200069, denominato “Relief- Large Earthquake Faulting and Implication for Seismic Hazard Assessment in Europe: the Izmit-Duzce earthquake sequence of 1999, Turkey, Mw 7.4, 7.1”, presso l’INGV, Sezione “Sismologia e Tettonofisica”. 2001-2002. Ricercatore nell’ambito del progetto GNDT (Gruppo Nazionale Difesa Terremoti) “Terremoti probabili in Italia tra l’anno 2000 ed il 2030: elementi per la definizione di priorità degli interventi di riduzione del rischio sismico”, presso l’INGV, Sezione “Sismologia e Tettonofisica”. Nov-Dic 2000. Titolare di una borsa di studi presso l’ING, Sezione “Sismologia e Tettonofisica” nell’ambito del progetto CEE n. ENV4-CT97-0528, denominato “FAUST Fault as Seismologists’ Tool”. 1999/2000. Titolare della borsa di studi post-laurea per lo svolgimento di attività di ricerca presso il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Perugia dal titolo “Studio delle strutture sismogeniche nelle zone interessate dal terremoto umbro-marchigiano 1997/98.”, come contributo alla revisione delle zone/strutture sismogenetiche dell'Italia centrale: revisione dei dati geologici di superficie ed interpretazione di linee sismiche a riflessione. Attività dell’Unità di Ricerca dell’Università di Perugia, inserita nei sottoprogetti 5.1.1 (Mappa delle zone sismogenetiche e probabilità degli eventi associati) e 5.1.2 (Inventario delle faglie "attive" e dei terremoti ad esse 255 associabili), commissionata dal Gruppo Nazionale Difesa Terremoti per la valutazione a scala nazionale della pericolosità sismica (Progetto Esecutivo 1998). 1999. Partecipazione, come collaboratore esterno al Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Perugia, ai seguenti progetti di cartografia geologica e relative attività di ricerca: - "Geologia di superficie e del sottosuolo della parte centrale dell’area colpita dall’evento sismico del 26/9/1997". - “Cartografie geologiche e geotematiche delle aree terremotate finalizzate all’individuazione della pericolosità sismica locale”. Pubblicazioni: -Pucci, S., P.M. De Martini, D. Pantosti (2008), Preliminary slip rates of the Duzce segment of the North Anatolian Fault Zone from offsets geomorphic markers, Geomorphology, doi:10.1016/j.geomorph.2007.09.002. -Pantosti, D., S. Pucci, P.M. De Martini, N. Palyvos, G. D’Addezio and C. Zabci (2007), Paleoseismological investigation along the Duzce segment of the North Anatolian Fault Zone (Ms 7.1, Nov. 1999), Journal of Geophysical Research-Solid Earth, 113, B01309, doi:10.1029/2006JB004679. -Pucci, S., D. Pantosti, M. Barchi and N. Palyvos (2007), A Complex seismogenic shear zone: the Düzce segment of the North Anatolian Fault Zone (Turkey), Earth Planetary Science Letters, doi:10.1016/j.epsl.2007.07.038. -Pucci, S., N. Palyvos, C. Zabci, D. Pantosti (2006): Coseismic ruptures and associated tectonic landforms along the Duzce segment of the North Anatolian Fault Zone (Ms 7.1, Nov. 1999), Journal of Geophysical Research-Solid Earth, 111, B06312, doi:10.1029/2004JB003578. -Chiaraluce, L., M.R. Barchi, C. Collettini, F. Mirabella and S. Pucci (2005): Connecting seismically active normal faults with Quaternary geological structures in a complex extensional environment: the Colfiorito 1997 case history (Northern Apennines, Italy), Tectonics, vol. 24, TC1002, doi:10.1029/2004TC001627 -Pucci, S., P. M. De Martini, D. Pantosti, G. Valensise (2003): Geomorphology of the Gubbio Basin (Central Italy): understanding the active tectonics and earthquake potential, Ann. Geophysics, 46 (5), 837-864. 2. Personale del RU Nominativo (Cognome e Nome) Qualifica Ente/Istituzione Mesi/Persona Mesi/Persona (personale non a carico del progetto) (personale a carico del progetto) I fase II fase Istituto Nazionale di Pucci Stefano Ricercatore Geofisica e Vulcanologia 4 (*) 4 (*) - Roma Istituto Nazionale di Dirigente di Pantosti Daniela 1 1 Geofisica e Vulcanologia ricerca - Roma Istituto Nazionale di De Martini Paolo Ricercatore Geofisica e Vulcanologia 1 1 Marco - Roma Dottore di Collaboratore Guarnieri Pierpaolo Ricerca Professionale Istituto Nazionale di Ciaccio Maria Grazia Ricercatore 2 2 Geofisica e Vulcanologia - Roma Barchi Massimiliano Professore Università di Perugia, 1 1 Rinaldo ordinario Dip.to Scienze della Terra Università di Perugia, Pauselli Cristina 2 1 Ricercatore Dip.to Scienze della Terra Università di Perugia, Mirabella Francesco 1 1 Assegnista Dip.to Scienze della Terra *funded on the present INGV-DPC agreement but not requested in this specific project 256 I fase II fase 2 2 Descrizione del contributo - Versione italiana Il personale del Work Package si occuperà di applicare sistematicamente due differenti approcci metodologici volti alla definizione delle caratteristiche geologico-strutturali vincolanti l’attività sismogenetica. Il RU ha due differenti obbiettivi (OBJ), e relative metodologie d’investigazione, volti alla definizione dei due domini di deformazione cosismica, quello superficiale e quello profondo, che, in quanto luoghi di differenti espressioni dell’attività delle faglie, contribuiscono alla costruzione di un esaustivo quadro sismotettonico di un’area. In particolare i due obbiettivi si interesseranno, l’uno della determinazione dei livelli di scollamento e della variazione degli strati sismogenetici nella crosta superiore, l’altro della ricostruzione, datazione e stima delle velocità di deformazioni Pleisto-Oloceniche osservabili dalla superficie crostale. L’applicazione delle relative metodologie d’investigazione avverrà in aree chiave: La Sicilia Occidentale e l'Appennino centrosettentrionale. In quest'ultima zona, in particolare, viene affrontato un approccio innovativo al fine di calibrare il metodo e renderlo applicabile in zone meno note. OBJ 1: Deformazione superficiale 3a.1.1 Stato dell'arte Per quanto la sismicità strumentale e storica sia molto bassa, la Sicilia Occidentale è stata interessata, nel Belice, dalla sequenza sismica del 1968, caratterizzata da sei scosse principali di magnitudo da 5.0 a 5.4 (Anderson & Jackson 1978), che rappresentano i più forti eventi sismici registrati in epoca storica (CPTI Gruppo di Lavoro 1999). Quale sia la sorgente sismogenetica responsabile della sequenza sismica del Belice del 1968 è abbastanza controverso. Monaco et al. (1996) ritengono possibile che la sorgente sismica sia una faglia inversa cieca, ad alto angolo ed immergente verso Nord. Diversamente Michetti et al. (1995) e Tondi et al. (2006), riscontrano evidenze di fagliazione superficiale recente ascrivibili a tettonica trascorrente, caratterizzate da movimenti sia destri che sinistri lungo faglie orientate rispettivamente WNW-ESE e NNE-SSE. In ogni caso, molto scarsi sono gli studi che hanno applicato metodologie appropriate alla definizione della tettonica attiva. La Sicilia Occidentale lamenta la carenza e lascia spazio ad investigazioni sistematiche dei depositi e delle forme del paesaggio Quaternari per la determinazione e la stima delle deformazioni causate da faglie attive, che sono la base per stime del rischio sismico. 3a.2.1 Obiettivi Studio preliminare per l’individuazione di deformazione superficiale indotta dalla tettonica attiva, ed analisi delle sue principali caratteristiche. In particolare si ricercheranno degli indizi di superficie utili per la ricostruzione delle deformazioni Pleisto-Oloceniche, sia regionali che locali, e loro rapporti reciproci. 3a.3.1 Attività 1- Analisi “remote sensing images” e fotointerpretazione 2- Rilevamento geologico e geomorfologico 3- Produzione Cartografia scala 1:50.000 4- Rilevamento geologico strutturale e geomorfologico di dettaglio 5- Produzione Cartografia scala 1:10.000 o 1:5.000 6- Datazioni 7- Analisi geomorfologiche quantitative 8- Integrazione dati e risultati raccolti 3a.4.1 Metodologia Integrazione ed analisi di dati di geologia strutturale, geomorfologia tettonica, geologia del quaternario, geomorfologia quantitativa, geocronologia. Investigazioni di dettaglio saranno affrontate in quelle aree per le quali saranno applicabili, con buone probabilità di successo, tecniche di datazione assoluta per la determinazione dei parametri di deformazione. Base di tale studio preliminare dovrà essere la produzione di una cartografia in 257 scala 1:50.000 dell'area di studio, focalizzata al riconoscimento ed alla mappatura dei depositi continentali recenti, conseguita con tecniche di rilevamento geologico, di analisi strutturale e remote sensing analysis, seguita da produzione di cartografia di dettaglio (in scala 1:10.000 o 1:5.000) per le aree di particolare interesse. Conseguentemente potranno essere investigati: 1) architettura delle zone di faglia, per la ricostruzione dei campi di deformazione più recenti; 2) depositi continentali Pleisto-Olocenici, per la determinazione dei principali processi morfogenici, che hanno interessato l’area controllando ambienti di sedimentazione ed erosione; 3) interazione paleo-paesaggi/sistemi di faglia e terrazzi marini, per l’individuazione di possibili movimenti tettonici di lungo e breve termine, sia regionali che locali, attraverso la ricostruzione e la datazione di markers geomorfologici; 4) evoluzione dei sistemi di drenaggio e dei bacini idrografici, per l’individuazione di possibili movimenti tettonici di breve termine, applicando anche tecniche di analisi geostatistica. La necessità di determinazione dei parametri di deformazione superficiale recente, qualora se ne riscontrasse ed ove possibile, implicherà l’impiego di tecniche di datazione assoluta sia convenzionale (es. Radiocarbonio, paleomagnetismo) che non (es. OSL, intensità paleomagnetiche, elementi cosmogenici), così come tecniche di ricostruzione dei paleostress (es. anisotropia della suscettivita` magnetica -AMS). L’intera gestione dei dati di base, dei dati raccolti durante i rilevamenti di campagna e di quelli derivati da successive analisi sarà condotta con l’ausilio di un Sistema Geografico Informatizzato (GIS) OBJ 2 Deformazione profonda 3a.1.2 Stato dell'arte L'esplorazione della crosta terrestre è stata affrontata negli ultimi anni in Italia grazie al progetto CROP (CROsta Profonda nato nel 1986) mediante la tecnica della sismica a riflessione. I transetti esplorati hanno fornito un enorme contributo alla conoscenza delle strutture crostali e di conseguenza alla comprensione di alcune importanti strutture sismogenetiche dell'area Italiana (Scrocca et al., 2003). Parallelamente, le reti di monitoraggio sismico sono notevolmente cresciute sia come numero di stazioni installate che come tecnologia consentendo di ottenere una grande quantità di dati relativi alla distribuzione della sismicità strumentale (Chiarabba et al., 2005). In molti studi si è seguito un approccio multidisciplinare per tentare di approfondire le conoscenze sulla sismotettonica del nostro paese: dati geologici e geofisici hanno dato il loro contributo per vincolare nel miglior modo possibile le sorgenti sismiche e le caratteristiche reologiche delle rocce interessate (Barchi et al.,1998; Barchi, 2002; Mirabella et al., 2004; Ciaccio et al., 2005; Mirabella et al., 2008). 3a.2.2 Obiettivi L'obiettivo principale è quello di verificare le relazioni geometriche e meccaniche tra i principali livelli di scollamento della catena appenninica e i cut-offs della sismicita' attraverso l’integrazione di dati sismici a riflessione, gravimetrici e sismologici. L'identificazione di importanti limiti litologico/strutturali all'interno della crosta superiore permette la migliore definizione della profondità e quindi dello spessore dello strato sismogenetico all'interno dello strato fragile della crosta. Studi sismologici recenti hanno mostrato come lo spessore dello strato sismogenetico sia variabile al di sotto del sistema appenninico: il nostro intento è quello di analizzare e correlare la distribuzione della sismicità, lo spessore dello strato sismogenetico e la conseguente variazione regionale del cut-off della sismicità con le eterogeneità litologiche crostali. Proponiamo quindi, l'identificazione dei limiti litologico/strutturali, l'analisi del cut-off della sismicità e lo studio della distribuzione delle anomalie di Bouguer (ulteriori indicatori della proprietà reologiche della crosta) per contribuire alla definizione del limite tra rocce a comportamento fragile e duttile (B/D transition) e all'analisi della sua variazione orizzontale e verticale. 3a.3.2 Attività 1 - Introduzione dei dati digitali dei profili di sismica a riflessione (due sezioni regionali corrispondenti alla parte centrale dei transetti CROP03 -Appennino umbro-marchigiano- e 258 CROP11 -Appennino laziale-abruzzese-) nel software Landmark che permette una visualizzazione ed analisi innovativa rispetto ai precedenti metodi di interpretazione e quindi una migliore ricostruzione degli andamenti in profondità degli orizzonti sismici così individuati. 2 - Creazione di mappe relative alla distribuzione della sismicità e proiezione lungo i profili con analisi dei meccanismi focali dei principali eventi registrati nell'area; integrazione, lungo le sezioni, dei dati provenienti dall'analisi delle anomalie di Bouguer. 3 - Confronto tra i dati fin qui analizzati, interpretazioni finali e stesura delle relazioni conclusive. 3a.4.2 Metodologia Per ricostruire la geologia del sottosuolo ci proponiamo di mettere a confronto dati provenienti principalmente dall'interpretazione di profili sismici a riflessione di importanza regionale (CROP03, CROP11), conoscenze di geologia di superficie ricavate dalla letteratura e distribuzione della sismicità (proiezione in mappa e in profondità delle coordinate epicentrali ed ipocentrali, analisi dei meccanismi focali e distribuzione degli assi P e T). I profili di sismica a riflessione verranno inseriti in forma digitale all'interno di un software (Seiswork®2D - http://www.halliburton.com) che permetterà un'ulteriore e più dettagliata interpretazione dei principali orizzonti sismici (in tempo e profondità) che verranno, nell'ultima fase, confrontati con la distribuzione delle anomalie di Bouguer. *Anderson, H. & Jackson, J. 1978. Active tectonics of the Adriatic Region. Geoph. J. Royal Astr. Soc., 91, 613-637. *CPTI Gruppo di Lavoro 1999. Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani. ING, GNDT, SGA, SSN, Bologna. *Michetti, A. M., Brunamonte, F., & Serva, L. (1995). Paleoseismological evidence in the epicentral area of the january 1968 earthquakes, belice, southwestern sicily; perspectives in paleoseismology. Special Publication - Association of Engineering Geologists, 6, 127-139. *Monaco, C., Mazzoli, S., & Tortorici, L. (1996). Active thrust tectonics in western sicily (southern italy); the 1968 belice earthquake sequence. Terra Nova, 8(4), 372-381. *Tondi, E., Zampieri, D., Giunta, G., Renda, P., Alessandroni, M., & Unti, M. et al. (2006). Active faults and inferred seismic sources in the san vito lo capo peninsula, northwestern sicily, italy; tectonics of the western mediterranean and north africa. Geological Society Special Publications, 262, 365-377. *Barchi M., Minelli G. & Pialli G. (1998) The CROP 03 profile: a synthesis of results on deep structures of the northern Apennines. Mem. Soc. Geol. It., 52, 383-400; *Barchi M. (2002) - Lithological and structural controls on the seismogenesis of the Umbria Region: observations from seismic reflection profiles. - Atti del Convegno "Evoluzione geologica e geodinamica dell'Appennino", in memoria di Giampaolo Pialli, Boll. Soc. Geol. It., Vol. Spec.1/2002, 855-864. *Chiarabba C., Jovane L and Di Stefano R. (2005) A new view of Italian seismicity using 20 years of instrumental recordings. Tectonophysics, 395, 251- 268; *Ciaccio M. G., M. R. Barchi, C. Chiarabba, F. Mirabella (2005) Seismological, geological and geophysical constraints for the Gualdo Tadino fault, Umbria-Marche Apennines (Central Italy). Tectonophysics. - 233-247. *Mirabella F., Ciaccio M.G., Barchi M. and Merlini S. (2004) The Gubbio fault (Central Italy): geometry, displacement distribution and tectonic evolution. Journal of Structural Geology, 26, 2233-2249. *Mirabella, F., M. Barchi, A. Lupattelli, E. Stucchi, and M. G. Ciaccio (2008), Insights on the seismogenic layer thickness from the upper crust structure of the Umbria-Marche Apennines (central Italy), Tectonics, doi:10.1029/2007TC002134, in press. *Scrocca D., Doglioni C., Innocenti F., Manetti P., Mazzotti A., Bertelli L., Burbi L., D'Offizi S. (Eds.): CROP Atlas: seismic reflection profiles of the Italian crust (2003) Memorie Descrittive Carta Geologica Italiana, vol. LXII. 259 3a.5 Cronoprogramma OBJ 1 I Fase II Semestre 1 2 1 2 Attività 1 X - - - Attività 2 X X - - Attività 3 - X - - Attività 4 - X X - Attività 5 - - X - Attività 6 - - X - Attività 7 - - - X Attività 8 - - - X OBJ 2 I Fase II Semestre 1 2 1 2 Attività 1 X X - - Attività 2 - X X - Attività 3 X 4a. Prodotti 1) Carta geologica-geomorfologica (scala 1:50.000) (Sicilia occidentale) 2) Carta dei depositi quaternari (scala 1:10.000 o 1:5.000) (Sicilia occidentale) 3) Carta strutturale (scala 1:10.000 o 1:5.000) (Sicilia occidentale) 4) Profili geo-strutturali e morfologici (scala 1:10.000 o 1:5.000) (Sicilia occidentale) 5) Carte tematiche geo-statistiche (versante, evoluzione del drenaggio, analisi bacini idrologici, analisi morfometriche) (Sicilia occidentale) 6) Carta della ricostruzione palinspastica dei paleo-paesaggi Pleistocenici ed Olocenici (scala 1:10.000 o 1:5.000) (Sicilia occidentale) 7) Modello schematico concettuale della stima delle deformazioni Quaternarie (Sicilia occidentale) 8) Grafici dei valori e dei tassi di deformazione e loro distribuzione (Sicilia occidentale) 260 9) Ricostruzione dei principali orizzonti sismici presenti nella parte centrale dei profili regionali di sismica a riflessione CROP03 -Appennino Umbro-Marchigiano- e CROP11 -Appennno LazialeAbruzzese10) Mappa di sismicità e delle anomalie di Bouguer presenti nell'area compresa tra i due profili sismici (CROP03 e CROP11) 11) Profondità (variazioni orizzontali e verticali) della trasizione fragile/duttile (B/D transition) nell'area inclusa tra i due transetti sismici CROP03 e CROP11 5. Interazioni con altri Enti/Istituzioni (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) 6. Possibili interazioni con altri Progetti DPC (indicare quali progetti) (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) Description of Contribution – English version The activity of the Research Unit (RU) will systematically apply two different methodological approaches for the definition of the geological-structural characteristics that have influences and are expression of the seismic source activity. The RU is composed of two different objectives (OBJ) whose methodologies of investigation explore the two domains of coseismic deformation, the surface and the depth, which, locus of different expression of fault activity, contribute to depict a comprehensive seismotectonic model of the study area. In particular, the two objectives will deal, on one hand of the determination of the detachment horizons and of the variation of the seismogenic thickness of the upper crust, on the other hand of the reconstruction, dating and evaluation the Pleisto-Holocene deformational velocity detectable at the surface. The respective methodologies will be applied in two different key areas: Western Sicily and Northern Apennines. In particular, in the latter area, the innovative approach will focus on the calibration of the methodology in order to make it applicable for less known areas. OBJ 1 State of the art Despite the on land instrumental and historical seismicity is very low, the western Sicily experienced the 1968 Belice earthquake sequence, characterized by six main shocks with magnitude of 5-5.4 (Anderson & Jackson 1978), that represents the strongest seismic event recorded in historical times (CPTI Gruppo di Lavoro 1999). There is some controversy about the seismogenic structure responsible for the 1968 Belice seismic sequence. Monaco et al. (1996) discussed the possibility that the seismic source might be a blind steeply north-dipping reverse fault, whereas Michetti et al. (1995) and Tondi et al. (2006), recognized surface faulting evidence interpreted in terms of strike-slip tectonics associated with right-lateral and left-lateral faults, WNWESE and NNE-SSE striking, respectively. However, very few are the studies that apply appropriate methodologies for active tectonics analysis. Western Sicily leaves room and claims for systematic investigation of Quaternary deposits to assess and estimate fault-related deformation as basis for SHA. Goals Preliminary study for the characterization of the surface deformation induced by active tectonics, and analysis if its main parameters. In particular surface evidences suitable for the reconstruction of the Pleisto-Holocene deformation, both regional and local and their relationships, will be examinated. The main goal is to verify the geometrical and mechanical relationships between the main decollement levels of the apenninic chain and the cut-off of the seismicity. 261 Activity 1- Remote sensing images analysis and aerial-photo interpretation of the Belice area (Western Sicily) 2- Geological and geomorphological field survey for determination of key areas of the Belice region (Western Sicily) 3- Map production (scale 1:50.000) of the Belice area (Western Sicily) 4- Detailed geological, structural and geomorphological field survey of key areas of the Belice region (Western Sicily) for geomorphic markers reconstruction 5- Detailed map production (scale 1:10.000 or 1:5.000) of key areas of the Belice region (Western Sicily) 6- Dating for evaluation of the Pleisto-Holocene deformational rates of the Belice region (Western Sicily) 7- Quantitative geomorphological analysis of digital elevation models of the key areas of the Belice region (Western Sicily) 8- Integration of the collected surface data and results of the Belice region (Western Sicily) Metodology Dataset analysis and collection will be conducted by integration of structural geology, tectonic geomorphology, Quaternary geology, quantitative geomorphology, geochronology. Detailed investigations will be performed in key areas where dating methods would be useful to estimate deformational parameters. As basis for such preliminary study, a 1:50.000-scale map of the area will be carried out by means of conventional field survey, structural analysis and remote sensing analysis, giving particular emphasis on the recognition of recent continental deposits. Consequently, 1:10.000- or 1:5.000-scale map of the key areas will be provided. Such mapping will be propedeutic for the investigation of: 1) fault zone architecture, for the reconstruction of the most recent strain field; 2) Pleisto-Holocene continental deposits, for the determination of the main morphogenic processes, that controlled the sedimentary and erosional environments of the area; 3) interaction paleo-landscape/fault system, marine terraces, for the description of possible longand short-term tectonic motions, both regional and local, through the reconstruction and dating of deformed geomorphological markers; 4) drainage system and hydrographic basin evolution, for the assessment of short-term tectonic movements, by means of geostatistical analysis methodologies. The necessary determination of the surface strain parameters, whenever detected and possible, will imply applications of absolute dating methodologies, both conventional (eg. Radiocarbon, paleomagnetism) and not standard (eg. OSL, paleomagnetic intensity, cosmogenic elements), as well as methodologies for the paleostress reconstruction (eg. anisotropy magnetic susceptivity AMS). The whole data base collected during the present work will be managed by means of a Geographic Information System (GIS). OBJ 2 State of the art The identification of the important lithological/structural boundaries within the upper crust allow to improve the definition of the depth and thickness of the seismogenic layer in the brittle part of the crust. The exploration of the Earth's crust have been handled, in the last years, by the CROP project (CROsta Profonda born in the 1968) and the seismic reflection technique. The transects explored provided a big contribution to the knowledge of the crustal structures and consequently to the comprehension of some important seismogenic structures of the Italian region (Scrocca et al., 2003). At the same time, the earthquake monitoring networks are considerably developed both for the station's number installed and for technology allowing to obtain a large quantity of data concerning the distribution of the instrumental seismicity Chiarabba et al., 2005). A lot of studies followed the multi-disciplinary approach to try to deepen the knowledge of the seismotectonic of Italy: geological and geophysical data have given their contribute to better constrain the seismic sources and the rheological characteristics of the involved rocks (Barchi et al.,1998; Barchi, 2002; Mirabella et al., 2004; Ciaccio et al., 2005; Mirabella et al., 2008). 262 Goals The main goal is to verify the geometrical and mechanical relationships between the main decollement levels of the apenninic chain and the seismicity cut-off. The identification of the important lithological/structural boundaries within the upper crust allow to improve the definition of the depth and thickness of the seismogenic layer in the brittle part of the crust. New seismological studies showed that the seismogenic layer is complex and variable under the apenninic system: our purpose is to analyze and correlate the distribution of seismicity, the thickness of the seismogenic layer and the resulting regional variation of the seismicity cut-off with the crustal lithological heterogeneity. Therefore, we propose to identify the lithological/structural boundaries and the analysis of the seismicity cut-off and the study of the distribution of the Bouguer anomalies (further indicator of the crustal rheological properties) to contribute to definition of the boundary between brittle and ductile behaviour (B/D transition) in the crust and the analysis of its horizontal and vertical variation. Activities 1 – Loading of digital data of the seismic reflection profiles (two regional sections corresponding to the central part of the CROP03 -Umbria-Marche Apennines- and CROP11 -Lazio-Abruzzo Apennines-) in the Landmark software because it allows an innovative visualization and analysis in respect to the former interpretation's methods, and a better reconstruction of the seismic horizons in depth. 2 – Plotting of the seismicity distribution in map and depth and analysis of focal mechanisms of the main events recorded in the Central and Northern Apennines. Integration along the section of data coming from the analysis of Bouguer anomalies. 3 – Comparison between analyzed data of the Central and Northern Apennines, final interpretations and writing of final conclusions. Metodology To reconstruct the subsurface geology we propose to compare data acquired mainly from the interpretation of the regional seismic reflection profiles (CROP03, CROP11), knowledges of the surface geology data coming from the literature and distribution of seismicity (projection in map and depth of the epicentral and hypocentral coordinates, analysis of focal mechanisms and distribution of P and T axes). The seismic reflection profiles will be loaded in the Seiswork®2D software (http://www.halliburton.com) for a better interpretation of the main seismic horizons (in time and depth): in the last phase, they will be compared with the distribution of Bouguer anomalies. *Anderson, H. & Jackson, J. 1978. Active tectonics of the Adriatic Region. Geoph. J. Royal Astr. Soc., 91, 613-637. *CPTI Gruppo di Lavoro 1999. Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani. ING, GNDT, SGA, SSN, Bologna. *Michetti, A. M., Brunamonte, F., & Serva, L. (1995). Paleoseismological evidence in the epicentral area of the january 1968 earthquakes, belice, southwestern sicily; perspectives in paleoseismology. Special Publication - Association of Engineering Geologists, 6, 127-139. *Monaco, C., Mazzoli, S., & Tortorici, L. (1996). Active thrust tectonics in western sicily (southern italy); the 1968 belice earthquake sequence. Terra Nova, 8(4), 372-381. *Tondi, E., Zampieri, D., Giunta, G., Renda, P., Alessandroni, M., & Unti, M. et al. (2006). Active faults and inferred seismic sources in the san vito lo capo peninsula, northwestern sicily, italy; tectonics of the western mediterranean and north africa. Geological Society Special Publications, 262, 365-377. *Barchi M., Minelli G. & Pialli G. (1998) The CROP 03 profile: a synthesis of results on deep structures of the northern Apennines. Mem. Soc. Geol. It., 52, 383-400; *Barchi M. (2002) - Lithological and structural controls on the seismogenesis of the Umbria Region: observations from seismic reflection profiles. - Atti del Convegno "Evoluzione geologica e geodinamica dell'Appennino", in memoria di Giampaolo Pialli, Boll. Soc. Geol. It., Vol. Spec.1/2002, 855-864. *Chiarabba C., Jovane L and Di Stefano R. (2005) A new view of Italian seismicity using 20 years of instrumental recordings. Tectonophysics, 395, 251- 268; *Ciaccio M. G., M. R. Barchi, C. Chiarabba, F. Mirabella (2005) Seismological, geological and geophysical constraints for the Gualdo Tadino fault, Umbria-Marche Apennines (Central Italy). Tectonophysics. - 233247. 263 *Mirabella F., Ciaccio M.G., Barchi M. and Merlini S. (2004) The Gubbio fault (Central Italy): geometry, displacement distribution and tectonic evolution. Journal of Structural Geology, 26, 2233-2249. *Mirabella, F., M. Barchi, A. Lupattelli, E. Stucchi, and M. G. Ciaccio (2008), Insights on the seismogenic layer thickness from the upper crust structure of the Umbria-Marche Apennines (central Italy), Tectonics, doi:10.1029/2007TC002134, in press. *Scrocca D., Doglioni C., Innocenti F., Manetti P., Mazzotti A., Bertelli L., Burbi L., D'Offizi S. (Eds.): CROP Atlas: seismic reflection profiles of the Italian crust (2003) Memorie Descrittive Carta Geologica Italiana, vol. LXII. 3b Timetable OBJ 1 I Phase II Semester 1 2 1 2 Activity 1 X - - - Activity 2 X X - - Activity 3 - X - - Activity 4 - X X - Activity 5 - - X - Activity 6 - - X - Activity 7 - - - X Activity 8 - - - X OBJ 2 I Phase II Semester 1 2 1 2 Activity 1 X X - - Activity 2 - X X - Activity 3 - - X 4b. Deliverables 1) Geological-Geomorphological map (scale 1:50.000) (western Sicily) 2) Map of the Quaternary deposits and landforms of the key areas (scale 1:10.000 or 1:5.000) (western Sicily) 3) Structural maps of the key areas (scale 1:10.000 or 1:5.000) (western Sicily) 264 4) Geo-structural and morphological profiles of the key areas (scale 1:10.000 or 1:5.000) (western Sicily) 5) Various geo-statistical thematic maps (slope, drainage evolution, hydrologic sub-basins analysis, morphometric derivatives of digital terrain models, ecc.) (western Sicily) 6) Map of the palinspastic reconstruction of the Pleistocene and Holocene landforms of the key areas (scale 1:10.000 or 1:5.000) (western Sicily) 7) Schematic conceptual model of the estimate of the Quaternary deformations (western Sicily) 8) Graphs of rates and values of the deformation and its distribution (western Sicily) 9) Reconstruction of main seismic horizons on the the central part of the CROP03 -Umbria-Marche Apennines- and CROP11 -Lazio-Abruzzo Apennines- regional seismic reflection profiles 10) Map of seismicity and Bouguer anomalies of the area included between the two regional seismic reflection profiles (CROP03 and CROP11) 11) Depth of the B/D transition in the area included between the two seismic transects (CROP03 and CROP11) 7. Piano finanziario (in Euro) 7.1. I fase Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 1) Spese di personale 1250 0,00 2) Spese per missioni 3000 0,00 7000 0,00 Categoria di spesa Importo previsto a 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 5) Spese per servizi 0,00 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 0,00 1250 0,00 12500 0,00 Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 1) Spese di personale 1250 0,00 2) Spese per missioni 3000 0,00 7000 0,00 Totale 7.2. II fase Categoria di spesa Importo previsto a 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 5) Spese per servizi 0,00 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 0,00 265 7) Spese indirette (≤10% del totale) 1250 0,00 12500 0,00 Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 1) Spese di personale 2500 0,00 2) Spese per missioni 6000 0,00 14000 0,00 Totale 7.3. Totale Categoria di spesa Importo previsto a 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 5) Spese per servizi 0,00 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 0,00 Totale 266 2500 0,00 25000 0,2200 Convenzione INGV-DPC 2007-2009 Progetti sismologici Progetto S1 - RU 6.02 - De Martini Paolo Marco (Task D; AU A) Titolo Studio dei depositi di tsunami a terra (off-fault paleoseismology) e a mare (Marine Paleoseismology), ai fini di studi di pericolosità in Sicilia Orientale e Calabria Meridionale. 1. Responsabile UR Paolo Marco De Martini, Ricercatore, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione di Sismologia e Tettonofisica - Si specializza negli studi di Tettonica Attiva, Geologia del Terremoto e Paleosismologia, con particolare riguardo all'analisi di dettaglio di faglie sismogenetiche lavorando, oltre che in Italia, anche in Iran, Grecia, Turchia, Australia, U.S.A. e Nicaragua. Queste collaborazioni con l'estero gli permettono di estendere a contesti geodinamici molto differenti le tecniche di studio e di elaborazione dei dati geologici e geomorfologici. Si interessa inoltre al possibile utilizzo dei dati di Livellazione Geodetica per lo studio del comportamento pre- co- e post-sismico di singole strutture sismogenetiche, ed anche per la definizione della componente verticale del tasso di deformazione regionale, a breve termine, attraverso la catena Appenninica, in stretta collaborazione con L'Istituto Geografico Militare Italiano. Queste ricerche, mirate alla quantificazione della deformazione sismica, risultano essere utili ai fini delle valutazioni di pericolosita' sismica in Italia. Recentemente sperimenta tecniche alternative per l'identificazione e l'analisi di depositi di Tsunami in Italia ed in Grecia, utilizzabili nelle valutazioni della pericolosita' al sito. Nel corso degli anni si interessa anche all'applicazione di tecniche di campionamento per la datazione assoluta di livelli geologici, specializzandosi in particolare nel campionamento per datazioni al Radiocarbonio e Termoluminescenza. Partecipa a numerosi corsi e scuole di specializzazione, sia in Italia che all'estero. Si occupa dell'organizzazione di sessioni scientifiche in congressi internazionali e partecipa a numerosi progetti nazionali ed internazionali riguardanti la Tettonica Attiva e le valutazioni di Pericolosita' Sismica. Si dedica a varie attività di insegnamento e divulgazione scientifica in italia ed all'estero oltre a svolgere la funzione di revisore scientifico per riviste internazionali. De Martini P.M., P. Burrato, D. Pantosti, A. Maramai, L. Graziani and H. Abramson (2003). Identification of tsunami deposits and liquefaction features in the Gargano area (Italy): paleoseismological implication, Annals of Geophysics, 46 (5) 883-902. De Martini P. M., Pantosti D., Barbano M., Gerardi F., Smedile A., Azzaro R., Del Carlo P., 2006. Joint contribution of historical and geological data for tsunami hazard assessment in Gargano and eastern Sicily (Italy). 100th Anniversary Earthquake Conf. Comm. the 1906 San Francisco earthquake. April 18-22, San Francisco, CA. Barbano M.S., D. Pantosti, P.M. De Martini, A. Smedile, F. Gerardi and C. Pirrotta, 2007. Historical, archaeological and geological records of strong earthquakes at Capo Peloro (southern Italy), XXVI Convegno GNGTS. Extended Abstract Volume, pp. 211-215. De Martini P.M., Barbano M.S., Smedile A., Pantosti D., Del Carlo P., Gerardi F., Guarnieri P., Pirrotta C., Gasperini L., Bellucci L., Polonia A. (2007) - Progetto S 2 - Valutazione del potenziale sismogenetico e probabiltà dei forti terremoti in Italia UR 2.2b - Coordinatore: Paolo Marco De Martini. Rendicontazione Scientifica finale convenzione DPC-INGV 2004-2006. Available at http://legacy.ingv.it/progettiSV/Progetti/Sismologici/S2/Task_2.pdf in English. Smedile A., De Martini P.M., Barbano M.S., Gerardi F., Pantosti D., Pirrotta C., Cosentino M., Del Carlo P., Guarnieri P., 2007. Identification of paleotsunami deposits in the Augusta Bay area 267 (eastern Sicily, Italy): paleoseismological implication. XXVI Convegno GNGTS. Extended Abstract Volume, pp. 207-211. Pantosti D., Barbano M.S., Smedile A., De Martini P.M., Tigano G., 2008. Geological Evidence of Paleotsunamis at Torre degli Inglesi (northeast Sicily). Geophysical Research Letters, doi:10.1029/2007GL032935, in press 2. Personale dell’UR Nominativo (Cognome e Nome) De Martini Marco Paolo Qualifica Ente/Istituzione Mesi/Persona Mesi/Persona (personale non a carico del progetto) (personale a carico del progetto) I fase II fase 3 Ricercatore INGV 3 Smedile Alessandra Assegnista INGV 0 Pantosti Daniela Dirigente di Ricerca INGV 1 1 Del Carlo Paola Ricercatore INGV 1 1 Piatanesi Alessio Ricercatore INGV 0 0 Basili Roberto Ricercatore INGV 0.5 0.5 Tiberti Mara Ricercatore INGV 0 0 Maramai Alessandra Primo Ricercatore INGV 1 1 Graziani Laura Ricercatore INGV 0 0 Lorito Stefano Ricercatore INGV 0 0 Borsista INGV 0 0 Pucci Stefano Ricercatore INGV 2 2 Cavallo Andrea Tecnologo INGV 0 1 Romano Fabrizio I fase II fase 12 Descrizione del contributo - Versione italiana 3a.1 Stato dell'arte Questo progetto nasce da un’idea condivisa da De Martini P.M., INGV-Roma; Prof. Barbano M.S., Università di Catania; Dott. Polonia A., ISMAR-CNR Bologna; Prof. Tinti S., Università di Bologna; Prof. Mastronuzzi G., Università di Bari. La proposta di ricerca intende affrontare in particolare i punti relativi a: “Studio dei depositi di Tsunami”, “Sismologia storica e macrosismica inclusi i maremoti”. Lo studio delle tracce sedimentarie e morfologiche lasciate da paleotsunami e tsunami storici lungo le coste è un elemento fondamentale per la definizione del tasso di ricorrenza dei grandi eventi nel medio-lungo periodo e quindi per fornire stime più accurate della pericolosità associata ai maremoti. La ricerca in questo campo si avvale necessariamente sia dell’apporto della geologia, della sismologia storica che di esperti di idrodinamica. L’esperienza maturata dai proponenti negli ultimi anni, anche nell’ambito della Convenzione 200406 INGV-DPC Progetto S2 (http://legacy.ingv.it/progettiSV/Progetti/Sismologici/S2.htm) ha permesso di individuare 4 aree di grande potenziale per lo studio diretto dei maremoti storici (AD 1908, 1905, 1836, 1783, 1693, 1169, 365) e preistorici che hanno interessato le coste della Sicilia orientale e della Calabria meridionale. Per lo “Studio dei depositi di Tsunami”, oltre all’approccio classico, che prevede indagini geomorfologiche, carotaggi a mano ed a motore, studi sedimentologici-stratigrafici, macro e micro268 paleontologici (De Martini et al., 2003; Mastronuzzi & Sansò, 2004; Pantosti et al., 2008), sono state sviluppate ed in parte testate tecniche sperimentali d’individuazione e caratterizzazione dei depositi di tsunami anche grazie all’integrazione di dati in-land e off-shore. L’ambiente marino, più conservativo di quello litorale, presenta il vantaggio di un record sedimentario generalmente più continuo e potenzialmente più rappresentativo degli eventi anomali come terremoti e tsunami. Il recente progresso delle tecnologie geofisiche nello studio dell’ambiente sommerso ha permesso di ottenere risultati promettenti per la nuova disciplina della Marine Paleoseismology (Polonia et al., 2004). Per la “Sismologia storica e macrosismica inclusi i maremoti” è già disponibile un database sugli tsunami del 1169, 1693, 1783 e 1908. Questi dati storici sono già stati utilizzati sia per indirizzare la ricerca dei depositi di tsunami sia per discriminare le sorgenti tsunamigeniche (Gerardi et al., 2008). Il data base sarà implementato con l’inserimento delle informazioni sugli tsunami storici calabresi. In conclusione, l’idea di base è quella di estendere indietro nel tempo la raccolta delle informazioni storiche sulla ricorrenza degli tsunami tramite un approccio combinato di tipo geofisico-geologico. I risultati sinora conseguiti ci suggeriscono di restringere le aree d’investigazione e di dettagliare maggiormente gli studi volti all’individuazione ed alla caratterizzazione dei suddetti depositi. 3a.2 Obiettivi Questo progetto nasce da un’idea condivisa da De Martini P.M., INGV-Roma; Prof. Barbano M.S., Università di Catania; Dott. Polonia A., ISMAR-CNR Bologna; Prof. Tinti S., Università di Bologna; Prof. Mastronuzzi G., Università di Bari. In generale, noi proponiamo di costruire un database georeferenziato di informazioni storiche e geologiche che includa stime dei massimi run-up, massima distanza di penetrazione, ricorrenza degli tsunami, dettagliata batimetria in prossimità delle coste per ogni area selezionata al fine di fornire un sostanziale contributo alle stime di pericolosità locale e alla modellazione di maremoti. In dettaglio: a) riconoscimento e caratterizzazione dei depositi di maremoto e loro datazione al fine di valutare i tempi di ricorrenza degli eventi sito per sito (sia in-land che off-shore); b) ricostruzione della distribuzione delle tsunamiti, al fine di individuare le aree di massima ingressione delle onde di maremoto; c) implementazione del database del Catalogo degli Tsunami Italiani (Tinti et al., 2007). Aree di studio proposte: Sicilia orientale, area di Priolo-Augusta, dove una importante quantità di dati è stata ottenuta nel biennio passato sia su eventi storici (maremoti del 1693 e del 1169) che preistorici (tre possibili eventi nell’intervallo 2500 BC-100 BC). Si fa notare inoltre che, ai fini di Protezione Civile il Golfo di Augusta è un importante sito industriale e militare. Sicilia orientale, area di Portopalo-Marzamemi, dove durante una prima campagna di studio sono state collezionate interessanti informazioni da approfondire anche alla luce di recenti lavori di modellazione numerica di sorgenti tsunamigeniche della zona di subduzione ellenica occidentale (Lorito et al., 2008a). Calabria meridionale, aree di S. Eufemia e di Gioia Tauro, dove sono potenzialmente riconoscibili depositi legati a tsunami generati dalle importanti strutture sismogenetiche locali (eventi del 1905 e 1783) così come dagli eventi che caratterizzano l’attività e l’evoluzione delle Isole Eolie (EMERGEO-Team report, 2003). Calabria meridionale, aree dello Stretto di Messina e Piana di Sibari, dove si prevede di studiare gli eventi del 1908, 1836, 365. 3a.3 Attività A1) Ricerca storica: analisi delle fonti storiche dei cataloghi disponibili e ricerca di nuove fonti primarie per la raccolta di informazioni dettagliate sugli tsunami del 1836 e 1905 e l’implementazione dei dati degli tsunami del 1169, 1693, 1783 e 1908. A2) Studio geomorfologico di dettaglio con elaborazione di modelli digitali del terreno per l’individuazione dei siti più favorevoli all’attuazione di carotaggi esplorativi. A3) Esecuzione di carotaggi a mano e a motore sino ad una profondità massima di circa 7-8 metri. Scavo di trincee esplorative per meglio definire la geometria delle tsunamiti. 269 A4) Analisi di laboratorio: Sedimentologiche, Suscettività magnetica, RX-XRF, Proprietà fisiche; Mineralogico-petrografiche-morfologiche con utilizzo del FE-SEM e della Microsonda; Datazioni C14, Pb210, Cs137; Magnetostratigrafia; Tefrostratigrafia A5) Elaborazione mappe con distanza di ingressione, run-up, etc, e stima dei tempi di ricorrenza tsunami. 3a.4 Metodologia Analisi delle fonti storiche dei cataloghi disponibili e ricerca di nuove fonti primarie. Indagini geomorfologiche, carotaggi a mano ed a motore, scavo di trincee esplorative, studi sedimentologici-stratigrafici, macro e micro-paleontologici. Analisi di laboratorio. References De Martini P.M., P. Burrato, D. Pantosti, A. Maramai, L. Graziani and H. Abramson (2003). Identification of tsunami deposits and liquefaction features in the Gargano area (Italy): paleoseismological implication, Annals of Geophysics, 46 (5) 883-902. EMERGEO TEAM, A. Maramai and L. Graziani (2003): Relazione sintetica sull’attività del gruppo Emergeo durante l’emergenza Tsunami delle Isole Eolie, Full Technical Report available at: http://legacy.ingv.it/emergeo/ Gerardi F., M.S. Barbano, P.M. De Martini, D. Pantosti, 2008. Discrimination of the nature of tsunami sources (earthquake vs. landslide) on the basis of historical data in eastern Sicily and southern Calabria. BSSA, in stampa Mastronuzzi G., Sanso’ P. (2004). Large Boulder Accumulations by Extreme Waves along the Adriatic Coast of southern Apulia (Italy). Quaternary International,120, 173-184. Pantosti D., M.S. Barbano, A. Smedile, P.M. De Martini, G. Tigano (2008), Geological Evidence of Paleotsunamis at Torre degli Inglesi (northeast Sicily), Geophysical Research Letters, in stampa. Polonia A., Gasperini L., Amorosi A., Bonatti E., Bortoluzzi G., Çagatay N., Capotondi L., Cormier M.-H., Gorur N., McHugh C., Seeber L., 2004. Holocene slip rate of the North Anatolia Fault in the Marmara Sea. /Earth and Planetary Science Letters/, v. 227, n.3/4, p. 411-426. Tinti S., Maramai A., Graziani L. (2007). The Italian Tsunami Catalogue (ITC), Version 2. Available on-line at: http://www.ingv.it/servizi-e-risorse/BD/catalogo-tsunami/catalogo-degli-tsunami-italiani 3a.5 Cronoprogramma I Fase II Semestre 1 2 1 2 Attività 1 -X -X - - Attività 2 -X -X - - Attività 3 -X -X -X -X Attività 4 -X -X -X -X Attività 5 - - - -X Title Combined in-land (off-fault paleoseismology) and off-shore (Marine Paleoseismology) tsunami deposits studies, for hazard assessment in Eastern Sicily and Southern Calabria 4a. Prodotti (elencare i prodotti attesi evidenziando quelli di diretto interesse per DPC) DPC: Aggiornamento del database del Catalogo degli Tsunami Italiani (Tinti et al., 2007) 270 DPC: Tabelle dei massimi run-up, massima distanza di penetrazione, ricorrenza degli tsunami (in collaborazione con UR Barbano, UR Mastronuzzi) DPC: Tabella degli tsunami storici studiati (in collaborazione con UR Barbano, UR Tinti) DPC: Tabella dei paleotsunami (in collaborazione con UR Barbano, UR Mastronuzzi) Logs dei carotaggi e delle trincee esplorative (in collaborazione con UR Barbano, UR Mastronuzzi) 5. Interazioni con altri Enti/Istituzioni Istituto per L’Ambiente Marino e Costiero – IAMC-CNR-Napoli - Dott. Marina Iorio, per la determinazione delle proprietà fisiche dei campioni prelevati tramite carotaggi. Laboratorio di Micropaleontologia – Università di Roma 3- Prof. Elsa Gliozzi, per lo studio e la preparazione di campioni prelevati tramite carotaggi. 6. Possibili interazioni con altri Progetti DPC (indicare quali progetti) (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) Description of Contribution – English version 3b.1 State of the art This project is based on a common idea developed by De Martini P.M., INGV-Roma; Prof. Barbano M.S., Università di Catania; Dott. Polonia A., ISMAR-CNR Bologna; Prof. Tinti S., Università di Bologna; Prof. Mastronuzzi G., Università di Bari. The proposed research is focused in particular on “Tsunami deposits study”, “Historical seismology and macroseismicity, included tsunamis”. The study of sedimentary and morphological prints left by paleo- and historical tsunamis along the coast is a fundamental ingredient for the medium- long-term definition of large events recurrence rate and thus to estimate better the tsunami hazard. The research within this field necessarily needs the contribution of geology, historical seismology as well as hydrodynamics experts. The experience developed by the UR researchers in the past years, also within Project S2, part of the 2004-06 INGV-DPC Agreement (http://legacy.ingv.it/progettiSV/Progetti/Sismologici/S2.htm) allowed the definition of 4 areas with a significant potential in terms of direct study of historical (AD 1908, 1905, 1836, 1783, 1693, 1169, 365) and paleo-tsunamis that affected the coasts of Eastern Sicily and Southern Calabria. On the “Tsunami deposits study”, apart from the standard approach which results in geomorphological investigation, hand and engine coring, sedimentologic/stratigraphic and macromicropaleontologic studies (De Martini et al., 2003; Mastronuzzi & Sansò, 2004; Pantosti et al., 2008), new experimental techniques for the identification and characterization of tsunami deposits have been developed and tested also thanks to the integration of in-land and off-shore data. The marine environment, more preservative with respect to the littoral one, presents the advantage of a sedimentary record generally more continuous and potentially more sensible to anomalous events like earthquakes and tsunamis. The recent progresses of the geophysical technologies for the study of the oceans allowed obtaining promising results in the new discipline of Marine Paleoseismology (Polonia e al., 2004). About the “Historical seismology and macroseismicity, included tsunamis”, a database on the 1169, 1693, 1783, 1908 tsunamis is already available. These historical data were used both to guide in the field the tsunami deposits identification and to discriminate the tsunami sources (Gerardi et al., 2008). The database will be implemented with new data on the calabrian historical tsunamis. In conclusion, the basic idea is to extend back in time the historical information on tsunami recurrence by means of a combined geophysical-geological approach. The results obtained up to now tend to suggest reducing the study areas and to detail better the research focused on the identification and characterization of the tsunami deposits. 271 3b.2 Goals This project is based on a common idea developed by De Martini P.M., INGV-Roma; Prof. Barbano M.S., Università di Catania; Dott. Polonia A., ISMAR-CNR Bologna; Prof. Tinti S., Università di Bologna; Prof. Mastronuzzi G., Università di Bari. Overall, we propose to build an historical and geological tsunami data geo-referenced database, including maximum run-up estimate, maximum in-land inundation distance, tsunami recurrence, and possibly detailed near-shore bathymetry for each selected area in order to furnish a significant contribution to the estimate of the local hazard assessment and to the tsunami wave modeling. In detail: a) Tsunami deposits identification, characterization and dating in order to estimate the inundation recurrence time site by site. b) Tsunami deposits in-land distribution, in order to identify the tsunami waves maximum inundation distance. c) Upgrading the Catalogo degli Tsunami Italiani (Tinti et al., 2007). Study areas Eastern Sicily, Priolo-Augusta area, where an important amount of data was collected in the past two years both on historical events (1693 and 1169 tsunamis) and on pre-historic events (three possible inundations in the 2500 BC – 100 BC time interval). It is noteworthy to mention that for civil protection purposes, the Augusta Gulf is an important industrialized and navy site. Eastern Sicily, Portopalo-Marzamemi area, where during a preliminary campaign interesting and promising data were collected in-land and in our opinion it should be investigated more in detail taking into account recent works on numerical modeling of western Greek subduction tsunamigenic sources (Lorito et al., 2008a). Southern Calabria, S. Eufemia and Gioia Tauro areas, where it should be possible to identify the tsunami deposits related to the activity of important local seismogenic sources (1905 and 1783 events) as well as those linked to the activity and evolution of the Eolian Islands (EMERGEO-Team report, 2003). Southern Calabria, Messina Straits and Sibari Plain, where we plan to study the tsunami deposits related to the 1908, 1836 and 365 tsunamigenic earthquakes. 3b.3 Activity (with timetable for each phase) A1) “Historical seismology and macroseismicity, included tsunamis”: (Sicily-Calabria): analysis of the records available from the historical catalogues and search for new contemporary sources to collect detailed data on the 1836 and 1905 tsunamis and to upgrade the information available on the 1169, 1693, 1783 and 1908 events. A2) (Sicily-Calabria): Detailed geomorphologic investigation, including EDM models to select best sites suitable for exploratory cores. A3) (Sicily-Calabria): Hand and engine exploratory coring, down to maximum depth of 7-8 m. Excavation of exploratory trenches to define better the tsunami deposits geometry. A4) Laboratory analyses: Sedimentary, Magnetic Susceptibility, RX-XRF, Physical Properties, Mineralogy-Petrography-Morphology by means of FE-SEM and Microprobe, C14-Pb210-Cs137 dating, Magneto-stratigraphy, Tefro-stratigraphy. A5) (Sicily-Calabria): Elaboration of inundation, run-up maps, etc; Tsunami occurrence time estimate 3b.4 Metodology Analysis of the records available from the historical catalogues and search for new contemporary sources. Geomorphological investigation, hand and engine coring, exploratory trenches, sedimentologic/stratigraphic and macro- micropaleontologic studies. Laboratory analyses. 272 3b.5 Timetable I Phase II 1 Semester 2 1 2 Activity 1 -X -X - - Activity 2 -X -X - - Activity 3 -X -X -X -X Activity 4 -X -X -X -X Activity 5 - - - -X 4b. Deliverables DPC: Upgrading the Catalogo degli Tsunami Italiani (Tinti et al., 2007) DPC: Tables: maximum run-up, maximum inundation distance, tsunami recurrence (SicilyCalabria). DPC: Studied historical tsunami table (Sicily-Calabria). DPC: Paleo-tsunamis table (Sicily-Calabria). Core and trench logs (Sicily-Calabria) 7. Piano finanziario (in Euro) 7.1. I fase Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 1) Spese di personale 1000 0,00 2) Spese per missioni 4000 0,00 4000 0,00 Categoria di spesa Importo previsto a 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 5) Spese per servizi 0,00 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 0,00 Totale 0 273 1000 0,00 10000 0,00 7.2. II fase Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 1) Spese di personale 2200 0,00 2) Spese per missioni 2000 0,00 15600 0,00 Categoria di spesa Importo previsto a 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 5) Spese per servizi 0,00 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 0,00 2200 0,00 Totale 0,00 22000 0,00 Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 1) Spese di personale 3200 0,00 2) Spese per missioni 6000 0,00 19600 0,00 7.3. Totale 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 5) Spese per servizi 0,00 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) Totale 0,00 0,00 274 3200 0,00 0,32000 0,00 RU 6.04 - PIATANESI ALESSIO (TASK C; AU A) Convenzione INGV-DPC 2007-2009 Progetti sismologici (scheda Unità di Ricerca) Progetto S1 Titolo Seismic source characterisation through tsunami data analysis: application to the Calabria 1905 and Messina 1908 earthquakes 1. Responsabile UR - Alessio Piatanesi, Ricercatore, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Sismologia e Tettonofisica, Via di Vigna Murata, 605, 00143, Roma, Italy. - Alessio Piatanesi is Research Scientist at INGV. Graduated in Physics at University of Bologna and PhD in Geophysics at Institut de Physique du Globe de Paris. His main interests are earthquake and tsunami mechanics. He has several years experience in tsunami research, including tsunami generation by earthquakes and landslides, tsunami propagation and impact, development and application of numerical models and tsunami data inversion. He also worked in forward and inverse modelling of geodetic and strong motion data for seismic source determination. He was involved in EU projects on tsunamis (GITEC, GITEC-TWO, TRANSFER). He was Editor of a special volume on tsunamis published in Journal of Physics and Chemistry of the Earth (1999) and convenor of a session on tsunamis for the XXIII General Assembly of the European Geophysical Society (1998). He was referee of many papers published on international journals (including J. Geophys. Res., Geophys. Res. Lett.,Geophys. J. Int., Bull. Seismol. Soc. Am.). He is co-author of about 30 papers in international journals. - Lorito, S., F. Romano, A. Piatanesi and E. Boschi (2008a): Source process of the September 12, 2007 MW 8.4 Southern Sumatra earthquake from tsunami tide gauge record inversion, Geophys. Res. Lett., 35, L02310, doi:10.1029/2007GL032661. - Lorito, S., A. Piatanesi and A. Lomax (2008b): Rupture process of the April 18, 1096 California earthquake from near-field tsunami waveform inversion, Bull. Seismol. Soc. Am., 98(2), in press. - Piatanesi, A. and S. Lorito (2007): Rupture process of the 2004 Sumatra-Andaman earthquake from tsunami waveform inversion, Bull. Seismol. Soc. Am., 97(1), 223-231, doi:101785/0120050627. - Piatanesi A. and Tinti S. (1998): A revision of the 1693 eastern Sicily earthquake and tsunami, J. Geophys. Res., 103, B2, 2749-2758. - Piatanesi A. and Tinti S., (2002): Numerical modeling of the September 8, 1905 Calabrian (southern Italy) tsunami, Geophys. J. Int., 150, 271-284. 2. Personale dell’UR Nominativo (Cognome e Nome) Qualifica Ente/Istituzione Mesi/Persona Mesi/Persona (personale non a carico del progetto) (personale a carico del progetto) I fase 275 II fase I fase II fase Piatanesi Alessio ricercatore INGV-RM1 2 2 Lorito Stefano ricercatore INGV-RM1 0 0 Romano Fabrizio dottorando INGV-RM1 0 0 3. Descizione del contributo 3a. Versione italiana 3a.1 Stato dell'arte (con riferimenti bibliografici essenziali) E’ noto dalla letteratura che i dati di tsunami sono in grado di vincolare alcuni parametri della sorgente sismica tsunamigenica. In particolare è stato dimostrato che anche osservazioni qualitative relative a tsunami storici italiani (Gargano 1627, Sicilia orientale 1693, Calabria 1905 e Messina 1908), come la polarità del primo arrivo delle onde di tsunami o l’altezza relativa raggiunta lungo i tratti di costa interessati, possono fornire vincoli importanti sulla posizione e sulla geometria della faglia sorgente (Tinti et al., 1997; Piatanesi and Tinti, 1998; Piatanesi et al., 1999; Piatanesi and Tinti, 2002). Quando i dati di tsunami sono quantitativi (altezze di run-up misurate lungo la costa e/o forme d’onda di tsunami registrate da mareografi) è allora possibile vincolare la dimensione del piano di faglia e determinare la distribuzione della dislocazione. Studi di questo tipo sono stati condotti sia su sorgenti di eventi recenti (e.g. Satake, 1989; Piatanesi et al., 1996; Tanioka et al., 2004; Fuji and Satake, 2006; Piatanesi and Lorito, 2007; Lorito et al., 2008b) sia su quelle di eventi meno recenti o storici (Satake and Sommerville, 1992; Johnson and Satake, 1997; Hirata et al., 2003; Lorito et al., 2008a). 3a.2 Obiettivi Si propone di studiare il meccanismo sorgente dei terremoti tsunamigenici della Calabria 1905 e di Messina 1908. Il fatto che questi eventi siano avvenuti agli albori dell’epoca strumentale e che le rispettive faglie siano localizzate in parte o del tutto in mare, ha reso difficoltosa la determinazione dei parametri di sorgente. Questi due terremoti, a causa dell’elevata magnitudo (circa 7) e dell’enorme numero di vittime e danni provocati (soprattutto in seguito all’evento del 1908) rivestono una particolare rilevanza ai fini della determinazione del potenziale sismogenetico e del calcolo della pericolosità sismica. A questo riguardo, una migliore conoscenza delle rispettive sorgenti, in termini di estensione della zona di rottura e di distribuzione dello slip sulla faglia è di fondamentale importanza. 3a.3 Attività - Digitalizzazione dei mareogrammi relativi agli eventi del 1905 e del 1908. - Acquisizione delle carte batimetriche e relativa digitalizzazione. - Acquisizione dati del 1908: altezze di runup misurate lungo la costa siciliana e calabra; dati geodetici della linea di livellazione. - Analisi dell’evento di Messina 1908. - Analisi dell’evento della Calabria 1905. 3a.4 Metodologia Nonostante questi due terremoti siano stati oggetto di numerosi studi, esistono dati strumentali relativi agli tsunami da essi generati non ancora utilizzati: si tratta di forme d’onda di tsunami registrate da alcune stazioni mareografiche collocate nei porti di Palermo, Napoli, Civitavecchia, Ischia e dell’isola di Malta. Si propone di digitalizzare le forme d’onda disponibili che si trovano tutt’ora in formato cartaceo e di utilizzarle nelle procedure di modellazione diretta e inversa messe a punto dai componenti di questa UR per ricavare l’estensione della zona di rottura e la distribuzione dello slip sul piano di faglia. Per il terremoto del 1908, per il quale esistono anche misure dell’altezza di run-up lungo un tratto della costa siciliana e calabra che si affaccia sullo stretto di Messina, nonché dati relativi ad una linea di livellazione geodetica, si propone di implementare una procedura di inversione congiunta dei dati di tsunami e geodetici. 276 3a.5 Cronoprogramma I Fase II Semestre 1 2 Digitalizzazione dei mareogrammi X X Acquisizione carte batimetriche e digitalizzazione X X Acquisizione dati del 1908 X X Analisi dell’evento di Messina 1908 Analisi dell’evento della Calabria 1905 X 1 2 X X X X 3b. English version 3b.1 State of the art (including references when necessary) It is known from the literature that tsunami data are able to constrain some parameters of the tsunamigenic seismic source. In particular, it has been demonstrated that even qualitative observations of some historical Italian tsunamis (Gargano 1627, Sicilia orientale 1693, Calabria 1905 e Messina 1908), such as the polarity of the first arrival or the relative height of the tsunami wave along the coast, can put important constraints on the position and geometry of the seismic fault (Tinti et al., 1997; Piatanesi and Tinti, 1998; Piatanesi et al., 1999; Piatanesi and Tinti, 2002). When the tsunami data are quantitative (run-up heights measured along the coast and/or tsunami waveforms recorded by tide-gauges), then it is possible to constrain both the dimension of the fault plane and the slip distribution. Such approaches have been applied to study the sources of both recent (e.g. Satake, 1989; Piatanesi et al., 1996; Tanioka et al., 2004; Fuji and Satake, 2006; Piatanesi and Lorito, 2007; Lorito et al., 2008b) and historical events (Satake and Sommerville, 1992; Johnson and Satake, 1997; Hirata et al., 2003; Lorito et al., 2008a). 3b.2 Goals We propose to study the source mechanism of Calabria 1905 and Messina 1908 tsunamigenic earthquakes. These events happened at the very beginning of the instrumental period; furthermore, the causative seismic faults are located in the sea or very close to the coast. For these reasons, the determination of the source parameters of the above earthquakes was an hard task. These earthquakes, owing to their high magnitude (about 7) and to the very large deaths toll and damage (especially following the 1908 Messina event), are particularly relevant for the assessment of the seismogenic potential and of the seismic hazard. 3b.3 Activity (with timetable for each phase) - Digitising the tide-gauge records for the 1905 and 1908 events. - Getting and digitising the bathymetric charts . - Getting data for the 1908 event: runup heights along the coast of Sicily and calabria; levelling data. - Analysis of the 1908 event. - Analysis of the 1905 event. 3b.4 Metodology This two earthquakes have been already studied by many authors; nevertheless, there exist instrumental data about the ensuing tsunamis still not used. We are dealing with tsunami 277 waveforms recorded by tide-gauge stations located in the harbours of Palermo, Napoli, Civitavecchia, Ischia and Malta. We propose to digitise the available waveforms, which are still on paper, and to use them in forward and inverse modelling procedures to retrieve the extension of the rupture zone and the slip distribution on the causative fault. As the 1908 earthquake, for which other data exist, such as runup heights along the coast of Sicily and Calabria and levelling data, we propose to implement a technique for the joint inversion of tsunami and geodetic data. References - Fuji, Y. and K. Satake (2006) : Source of the July 2006 West Java tsunami estimaded from tide gauge records, Geophys. Res. Lett., 33, 24, L24317. - Hirata, K., E. Geist, K. Satake, Y. Tanioka and S. Yamaki (2003): Slip distribution of the 1952 Tokachi-Oki earthquake (M 8.1) along the Kuril Trench deduced from tsunami waveform inversion, J. Geophys., Res., 108, B4. - Johonson, J.M. and K. Satake (1997) : Estimation of seismic moment and slip distribution of the April 1, 1946, Aleutian tsunami earthquake, J. Geophys. Res., 102, B6, 11765-11774. - Lorito, S., F. Romano, A. Piatanesi and E. Boschi (2008a): Source process of the September 12, 2007 MW 8.4 Southern Sumatra earthquake from tsunami tide gauge record inversion, Geophys. Res. Lett., 35, doi:10.1029/2007GL032661, in press. - Lorito, S., A. Piatanesi and A. Lomax (2008b): Rupture process of the April 18, 1096 California earthquake from near-field tsunami waveform inversion, Bull. Seismol. Soc. Am., 98(2), in press. - Piatanesi, A. and S. Lorito (2007) : Rupture process of the 2004 Sumatra-Andaman earthquake from tsunami waveform inversion, Bull. Seismol. Soc. Am., 97(1), 223-231, doi :101785/0120050627. - Piatanesi A. and Tinti S. (1998): A revision of the 1693 eastern Sicily earthquake and tsunami, J. Geophys. Res., 103, B2, 2749-2758. - Piatanesi A. and Tinti S., (2002): Numerical modeling of the September 8, 1905 Calabrian (southern Italy) tsunami, Geophys. J. Int., 150, 271-284. - Piatanesi A., Tinti S. and Gavagni I. (1996): The slip distribution of the 1992 Nicaragua earthquake from tsunami run-up data, Geophys. Res. Lett., 23, 37-40. - Piatanesi A., Tinti S. and Bortolucci E. (1999): Finite-element simulations of the 28 December 1908 Messina Straits (southern Italy) tsunami, J. Phys. Chem. Earth, 24, A, 145-150. - Satake, K. (1989): Inversion of tsunami waveforms for the estimation of heterogeneous fault motion of large submarine earthquakes: the 1968 Tokachi-oki and the 1983 Japan Sea earthquakes, J. Geophys. Res., 94, 5627-5636. - Satake, K. and P.G. Sommerville (1992): Location and size of the 1927 Lompoc, California, earthquake from tsunami data, Bull. Seismol. Soc. Am. 82, 4, 1710-1725. - Tanioka, Y., K. Hirata, R. Hino and T. Kanazawa (2004): Slip distribution of the 2003 Tokachi-oki earthquake estimated from tsunami waveform inversion, Earth Planets space, 56, 373-376. - Tinti S., Piatanesi A. and Maramai A. (1997): Numerical simulations of the 1627 Gargano tsunami (Southern Italy) to locate the earthquake source, Perspective on Tsunami Hazard Reduction: Observation, theory and planning, G.T. Hebenstreit (Ed.), Kluwer Academic Publishers, Dordrecht, The Netherlands, 115-131. 3b.5 Timetable I Phase II Semester 1 2 Digitising the tide-gauge records X X Getting and digitising the bathymetric charts X X 278 1 2 Getting data for the 1908 event X Analysis of the 1908 event X X Analysis of the 1905 event X X X X 4a. Prodotti Meccanismo sorgente dei terremoti tsunami genici di Messina 1908 e Calabria 1905 4b. Deliverables Source mechanism of the 1908 Messina and 1905 Calabria tsunamigenic earthquakes 5. Interazioni con altri Enti/Istituzioni (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) 6. Possibili interazioni con altri Progetti DPC (indicare quali progetti) (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) 7. Piano finanziario (in Euro) 7.1. I fase Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 1) Spese di personale 1100 0,00 2) Spese per missioni 2000 0,00 Categoria di spesa Importo previsto a 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0,00 5) Spese per servizi 0,00 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale delle precedenti voci) Totale 6800 0,00 1100 0,00 11000 0,00 Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 700 0,00 7.2. II fase Categoria di spesa Importo previsto a 1) Spese di personale 279 2) Spese per missioni 5600 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 00lll,00000 0,00 5) Spese per servizi 0,00 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale delle precedenti voci) 0,00 700 0,00 7000 0,00 Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 1) Spese di personale 1800 0,00 2) Spese per missioni 7600 0,00 Totale 7.3. Totale Categoria di spesa Importo previsto a 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0,00 5) Spese per servizi 0,00 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale delle precedenti voci) Totale 280 6800 0,00 1800 0,00 18000 0,00 AU B - BASILI ROBERTO Convenzione INGV-DPC 2007-2009 Progetti sismologici (scheda Unità di Ricerca) Progetto S1 Titolo Administration of RU 3.01 (Basili), RU 3.12 (Vannoli), RU 5.03 (Megna) and RU S.04 (De Rubeis) 1. Responsabile AU Roberto Basili, Ricercatore, INGV, Sezione di Sismologia e Tettonofisica, Via di Vigna Murata, 605, Roma, tel. 0651860516, e-mail: [email protected]. Roberto Basili è ricercatore all’INGV dal 1 ottobre 2000, presso la Sezione di Sismologia e Tettonofisica di Roma. Si è laureato in Scienze Geologiche nel 1994 e dottorato in Geologia Strutturale nel 1999. Ha partecipato a diversi progetti nazionali e internazionali tra i quali: “FAUST, FAUlts as a Seismologist’s Tool” (1998-2000; EC); “SAFE, Slow Active Faults in Europe” (20012003; EC); “Terremoti probabili in Italia tra l'anno 2000 e il 2030: elementi per la definizione di priorità degli interventi di riduzione del rischio sismico” (GNDT, Programma Quadro 2000-2002). Ha svolto il ruolo di coordinatore scientifico di una unità di ricerca nel progetto “Studio delle sorgenti sismogenetiche potenzialmente pericolose e degli effetti attesi a seguito di eventi sismici lungo la fascia costiera marchigiana nei tratti Fano - Senigallia e Civitanova Marche - Pedaso” (2003-2005; Regione Marche). Ha coordinato la UR1.1 e svolto il ruolo di responsabile del Task1 nel Progetto S2 “Valutazione del potenziale sismogenetico e probabilità dei forti terremoti in Italia“ (convenzione INGV-DPC 2004-2006). Oltre ad aver svolto ricerche ed essere autore di pubblicazioni sull’identificazione e la caratterizzazione di strutture sismogenetiche, si è dedicato attivamente alla realizzazione di banche dati sismologiche con l’obiettivo specifico di fornire uno strumento per le valutazioni di pericolosità sismica a scala nazionale e locale. Pubblicazioni Basili R., G. Valensise, P. Vannoli, P. Burrato, U. Fracassi, S. Mariano, M.M. Tiberti, E. Boschi (2008). The Database of Individual Seismogenic Sources (DISS), version 3: summarizing 20 years of research on Italy’s earthquake geology, Tectonophysics, doi:10.1016/j.tecto.2007.04.014. Meletti C., F. Galadini, G. Valensise, M Stucchi, R. Basili, S. Barba, G. Vannucci, E. Boschi (2008). A seismic source zone model for the seismic hazard assessment of the Italian territory, Tectonophysics, doi:10.1016/j.tecto.2008.01.003. Lorito S., M. M. Tiberti, R. Basili, A. Piatanesi, G. Valensise (2008). Earthquake-generated tsunamis in the Mediterranean Sea: scenarios of potential threats to Southern Italy, Journal of Geophysical Research, 113, B01301, doi:10.1029/2007JB004943. Basili R., S. Barba (2007). Migration and shortening rates in the northern Apennines, Italy: implications for seismic hazard, Terra Nova, 19, 462-468, doi:10.1111/j.1365-3121.2007.00772.x. Vannoli P., R. Basili, G. Valensise (2004). New geomorphic evidence for anticlinal growth driven by blindthrust faulting along the northern Marche coastal belt (central Italy). Journal of Seismology, 8, 297312. 281 2. Goals The purpose of this AU is to administer RU 3.01 (Basili), RU 3.12 (Vannoli), RU 5.03 (Megna) and RU S.04 (De Rubeis). The goals, methodology, activity, products, and economical tables are found in the related RU forms. In the following tables a synthesis of the financial plan including all the RU is presented. 7. Piano finanziario (in Euro) 7.1. I fase Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 6700 2) Spese per missioni 15300 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 22700 5) Spese per servizi 1500 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 14100 Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 0 6700 Totale 67000 7.2. II fase Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 5300 2) Spese per missioni 17000 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 17300 5) Spese per servizi 2000 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 6100 0 5300 Totale 53000 282 Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 7.3. Totale Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 12000 2) Spese per missioni 32300 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 40000 5) Spese per servizi 3500 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 20200 0 12000 Totale 120000 283 Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b Convenzione INGV-DPC 2007-2009 Progetti sismologici Progetto S1 - RU 3.01 - Basili Roberto (Task C; AU B) Titolo Vincoli geologici e strumentali (InSAR) regionali per la stima della deformazione tettonica e delle incertezze associate: implicazioni sulle stime di pericolosità sismica. Regional geological and instrumental (InSAR) constraints to tectonic deformation and their associated uncertainties: implications in seismic hazard estimates. 1. Responsabile UR Roberto Basili, Ricercatore, INGV, Sezione di Sismologia e Tettonofisica, Via di Vigna Murata, 605, Roma, tel. 0651860516, e-mail: [email protected]. Roberto Basili è ricercatore all’INGV dal 1 ottobre 2000, presso la Sezione di Sismologia e Tettonofisica di Roma. Si è laureato in Scienze Geologiche nel 1994 e dottorato in Geologia Strutturale nel 1999. Ha partecipato a diversi progetti nazionali e internazionali tra i quali: “FAUST, FAUlts as a Seismologist’s Tool” (1998-2000; EC); “SAFE, Slow Active Faults in Europe” (20012003; EC); “Terremoti probabili in Italia tra l'anno 2000 e il 2030: elementi per la definizione di priorità degli interventi di riduzione del rischio sismico” (GNDT, Programma Quadro 2000-2002). Ha svolto il ruolo di coordinatore scientifico di una unità di ricerca nel progetto “Studio delle sorgenti sismogenetiche potenzialmente pericolose e degli effetti attesi a seguito di eventi sismici lungo la fascia costiera marchigiana nei tratti Fano - Senigallia e Civitanova Marche - Pedaso” (2003-2005; Regione Marche). Ha coordinato la UR1.1 e svolto il ruolo di responsabile del Task1 nel Progetto S2 “Valutazione del potenziale sismogenetico e probabilità dei forti terremoti in Italia“ (convenzione INGV-DPC 2004-2006). Oltre ad aver svolto ricerche ed essere autore di pubblicazioni sull’identificazione e la caratterizzazione di strutture sismogenetiche, si è dedicato attivamente alla realizzazione di banche dati sismologiche con l’obiettivo specifico di fornire uno strumento per le valutazioni di pericolosità sismica a scala nazionale e locale. Pubblicazioni Basili R., G. Valensise, P. Vannoli, P. Burrato, U. Fracassi, S. Mariano, M.M. Tiberti, E. Boschi (2008). The Database of Individual Seismogenic Sources (DISS), version 3: summarizing 20 years of research on Italy’s earthquake geology, Tectonophysics, doi:10.1016/j.tecto.2007.04.014. Meletti C., F. Galadini, G. Valensise, M Stucchi, R. Basili, S. Barba, G. Vannucci, E. Boschi (2008). A seismic source zone model for the seismic hazard assessment of the Italian territory, Tectonophysics, doi:10.1016/j.tecto.2008.01.003. Lorito S., M. M. Tiberti, R. Basili, A. Piatanesi, G. Valensise (2008). Earthquake-generated tsunamis in the Mediterranean Sea: scenarios of potential threats to Southern Italy, Journal of Geophysical Research, 113, B01301, doi:10.1029/2007JB004943. Basili R., S. Barba (2007). Migration and shortening rates in the northern Apennines, Italy: implications for seismic hazard, Terra Nova, 19, 462-468, doi:10.1111/j.1365-3121.2007.00772.x. Vannoli P., R. Basili, G. Valensise (2004). New geomorphic evidence for anticlinal growth driven by blindthrust faulting along the northern Marche coastal belt (central Italy). Journal of Seismology, 8, 297312. 284 2. Personale dell’UR Nominativo (Cognome e Nome) Qualifica Akinci Aybige primo ricercatore Balestra Francesca Ente/Istituzione Mesi/Persona Mesi/Persona (personale non a carico del progetto) (personale a carico del progetto) I fase II fase INGV-RM1 1 1 dottoranda INGV-RM1 0 0 Barba Salvatore primo ricercatore INGV-RM1 1 1 Basili Roberto (resp.) ricercatore INGV-RM1 4 4 Burrato Pierfrancesco ricercatore INGV-RM1 1.5 1 Carafa Michele dottorando INGV-RM1 0 0 Centorame Valentina laureanda Università di Chieti 0 0 Fracassi Umberto ricercatore INGV-RM1/AIRPLANE 0 0 post-doc Università di Ljubljana, Slovenia 0 0 Megna Antonella ricercatore INGV-RM1 1 1 Scognamiglio Laura ricercatore INGV-CNT/NERIES 0 0 Stramondo Salvatore ricercatore INGV-CNT 1 1 Tiberti Mara Monica ricercatore INGV-RM1/FIRB 0 0 Tolomei Cristiano ricercatore INGV-CNT 1 1 Valensise Gianluca dirigente di ricerca INGV-RM1 1 1 Vannoli Paola ricercatore INGV-RM1 1 1 Kastelic Vanja I fase II fase Descrizione del contributo - Versione italiana 3a.1 Stato dell'arte I modelli di accadimento dei terremoti utilizzati nelle stime di probabilità stanno progressivamente incorporando i dati sulle faglie attive e sulle velocità dei processi tettonici. Nel corso del Progetto S2, INGV-DPC (2005-2007), la versione 3 del Database of Individual Seismogenic Sources (DISS), che contiene una gran quantità di dati geologici e tettonici omogeneamente organizzati (DISS Working Group, 2007; Basili et al., 2008) è stato utilizzato sistematicamente nelle analisi di probabilità. Per un dato insieme di sorgenti sismogenetiche, tettonicamente coerente, le stime di pericolosità sono maggiormente sensibili alle incertezze sullo slip rate e lo strain rate. In Italia, con un numero di faglie individuali superiore a cento e un assetto tettonico spesso fuorviante, non è pensabile di migliorare l’accuratezza sulle stime di slip rate una faglia alla volta. Le osservazioni geologiche a scala regionale invece possono aiutare a vincolare i ratei di deformazione tettonica su faglie o sistemi di faglie e migliorare l’utilizzo di dati paleosismologici puntuali. I recenti sviluppi nell’analisi multitemporale di dati InSAR (e.g. Permanent Scatterers, Ferretti et al. 2000; SBAS, Berardino et al., 2002; IPTA, Werner et al., 2003) offrono inoltre una nuova opportunità, complementare ai dati GPS, per fornire stime accurate dei movimenti del suolo di breve termine. 285 3a.2 Obiettivi Questa UR propone di affrontare vari aspetti delle stime di pericolosità – dalla raccolta dati ai calcoli di probabilità. Sebbene lo scopo principlae è quello di migliorare la conoscenza sulla deformazione tettonica a scala nazionale, saranno effettuate anche analisi mirate in aree chiave. Segue una lista dettagliata degli obiettivi. Revisione e miglioramento delle stime di slip rate delle sorgenti sismogenetiche nel DISS, considerando la finestra temporale nella quale ricadono e l’età di attivatà delle faglie o dei sistemi di faglia coinvolti; determinare le incertezze associate. Cercare strategie per l’uso di osservazioni geologiche a scala regionale per vincolare i tassi di spostamento minimi e massimi dei sistemi di faglia. Stima dell’entità dei movimenti vertical di lungo termine nella Penisola di Crotone (Calabria nordorientale) come contributo a vincolare il tasso di spostamento delle sue principlai strutture sismogenetiche. Analysis interferometrica multitemporale della Calabria nordorientale allo scopo di misurare il tassi di sollevamento/subsidenza di breve termine a scala locale e regionale. Analizzare e caratterizzare, in sinergia con progetti in corso a scala Europea e con particolare riguardo agli slip rate, le sorgenti sismogenetiche di Croatia, Montenegro, Albania, e Grecia settentrionale, alcune delle quali sono potenzialmente pericolose per l’Italia sudorientale (specialmente la Puglia) ma non sono state incluse in precedenti analisi di pericolosità. Effettuare un test di validazione delle sorgenti sismogenetiche del DISS attraverso l’analisi di coerenza tettonica e di bilanciamento del momento sismico. Calcolare le incertezze sulla probabilità di accadimento di terremoti con Mw>5.5 per le sorgenti individuali incluse nel DISS per diversi periodi (30, 50 e 100 anni); applicare valori di strain rate alle faglie per le stime di probabilità; verificare l’influenza delle incertezze sulle sorgenti nelle probabilità di accadimento individuando i parametri del DISS più incerti e a cui sono più sensibili i calcoli di probabilità; illustrare gli effetti sui modelli di accadimento dipendenti e non dipendenti dal tempo delle incertezze sugli slip rate, magnitudo massime, e tempi di ricorrenza. 3a.3 Attività (con cronoprogramma per ogni fase) A1) Slip rate delle sorgenti sismogenetiche italiane Revisione critica dei metodi utilizzati nella stima degli slip rate geologici; preparazione di tabelle di dati derivate dal DISS e dalla letteratura scientifica rigauardanti gli slip rate e le età di attivazione/riattivazione delle faglie. A2) Studi mirati in aree chiave A2.1) Penisola di Crotone A2.1.1) Analisi di foto aeree a diverse scale (già in possesso dell’INGV) per mappare terrazzi ed elementi morfologici significativi. Rilevamento di terreno, cartografia geologica e campionamento di depositi terrazzati; analisi geocronologica. A2.1.2) Acquisizione e trattamento di immagini SAR, ERS1-2 o Envisat, del periodo 1992-2007. Per l’estrazione della componente verticale degli spostamenti del suolo i dati SAR saranno acquisiti lungo le orbite ascendenti e discendenti. L’applicazione della tecnica A-InSAR necessita di almeno 5-6 immagini per anno. Ogni frame di 100x100 km verrà presumibilmente coperto da 7580 immagini. A2.1.3) Confronto dei risultati ottenuti nelle due precedenti attività e loro interpretazione in termini di processi tettonici attivi. A2.2) Dinaridi-Albanidi-Ellenidi Revisione critica di mappe e carte geologiche pubblicate, analisi della sismicità e delle soluzioni MT di terremoti recenti, reinterpretazione di profili sismici a riflessione ove disponibili, possibili rilevamenti di terreno. 286 A3) Coerenza tettonica e bilanciamento del momento sismico Calcolo delle deviazioni dei vettori di slip utilizzando diversi dataset (faglie, meccanismi focali) e determinazione dei tassi di rilascio di momento sismico su base geologica e su base storica. A4) Incertezze sulla probabilità di accadimento dei terremoti Selezione dei dataset di input: slip rate geologici e derivati da stime di strain; calcolo delle distribuzioni di probabilità per diverse assunzioni del modello di base; stima delle incertezze. 3a.4 Metodologia Questa UR è composta da un gruppo di ricercatori multidisciplinare. Metodi e approcci perciò variano a seconda del tipo di attività pianificato. Ogni specialistà trarrà beneficio dalle controdeduzioni degli altri per il conseguimento degli obiettivi. Slip rate delle sorgenti sismogenetiche italiane Questo studio si avvarrà dell’abbondanza delle informazioni contenute nelle pubblicazioni scientifiche per revisionare criticamente i metodi di stima degli slip rate, mettendo in evidenza i loro punti di forza e i punti deboli, e determinare le loro incertezze. Inoltre, sempre su base bibliografica si cercherà di evidenziare i vincoli geologici, a scala regionale, ai tassi di deformazione tettonica. In casi particolari, identificati nel corso del progetto, queste analisi potranno essere integrate da dati originali di terreno. Approfondimenti in aree chiave 1) Penisola di Crotone Per questo studio pilota sulla Penisola di Crotone si cercherà di confrontare i tassi di lungo termine (Pleistocene superiore-Olocene; 10-100 ka) e breve termine (10 a) dei movimenti tettonici verticali analizzando congiuntamente dati geologici e InSAR multitemporale. I dati geologici verranno raccolti tramite analisi di fotografie aeree e rilevamenti di terreno su terrazzi costieri e alluvionali. Datazioni dei depositi si avvarranno di tecniche del radiocarbonio e OSL. Per ottnere i tassi dei movimenti veritcali i terrazzi saranno correlati con le fasi di oscillazione del livello marino. La tecnica di analisi InSAR multitemporale (Berardino et al., 2002) si baserà sul processamento congiunto di un gran numero di interferogrammi differenziali a piccola baseline. Questi ultimi saranno combinati sulla base di un criterio a norma minima applicato alla velocità di deformazione e l’applicazione della decomposizione a valori singolari (SVD). Questa tecnica è in grado di generare mappe di velocità con una grande densità di punti coerenti (e.g. Stramondo et al., 2007) e fornire le serie temporali per ognuna di esse. 2) Dinaridi-Albanidi-Ellenidi Questo studio integrerà dati geologici e sismologici per meglio caratterizzare la geometria, la cinematica e i tassi di deformazione dei sistemi di sovrascorrimento situati lungo la costa orientale del Mar Adriatico. Si propone di reinterpretare sezioni geologiche basate su dati di sismica a riflessione e analizzare le soluzioni MT basate su dati sismici a banda larga dei maggiori terremoti recenti (post-2004). Coerenza tettonica e bilanciamento del momento sismico La coerenza cinematica delle sorgenti sismogenetiche sarà valutata tramite test statistici della compatibilità geometrica dei vettori di slip sulle giunzioni di faglia singole e multiple (e.g. Gabrielov et al., 1996) e le deviazioni angolari tra i versori di slip e gli indicatori del campo di stress (e.g. assi P e T dei meccanismi focali). La completezza delle sorgenti sismogenetiche sarà stimata tramite il bilanciamento del tasso di momento sismico geologico e storico all’interno di macroregioni tettonicamente coerenti. Verrà inoltre stimata l’incertezza intrinseca nel bilanciamento tra area e slip rate. Queste analisi formeranno il test di validazione del modello delle sorgenti sismogenetiche. 287 Incertezze sulla probabilità di accadimento dei teremoti In questo studio si modellerà il potenziale sismico di lungo termine delle faglie sotto l’assunzione di comportamento “caratteristico” per le sorgenti individuali del DISS (altri modelli di comportamento verranno analizzati in altre UR). Determineremo quanto l’applicazione di slip rate derivati da modelli di strain possono diminuire la variabilità della probabilità di accadimento rispetto a quelle ottenute da dati geologici e storici. Le distribuzioni di probabilità per i tassi di slip e strain si otterrano con il metodo della probabilità posteriore bayesiana. Un approccio simile sarà inoltre usato per gli intervalli di accadimento (Akinci et al., 2008). Le incertezze sulla probabillità di accadimento in 30, 50 e 100 anni saranno stimate utilizzando una procedura di tipo Monte Carlo per i casi dipendente e indipendente dal tempo variando o definendo la distribuzione statistica della periodicità. Bibliografia Akinci, A., D. Perkins, A.M. Lombardi and R. Basili, (2008). Uncertainties in probability of occurrence of strong earthquakes for fault sources in the Central Apennines, Italy. (Submitted to JOSE). Basili R., G. Valensise, P. Vannoli, P. Burrato, U. Fracassi, S. Mariano, M.M. Tiberti, E. Boschi (2008), The Database of Individual Seismogenic Sources (DISS), version 3: summarizing 20 years of research on Italy’s earthquake geology, Tectonophysics, doi:10.1016/j.tecto.2007.04.014. Berardino P., G. Fornaro, R. Lanari, and E. Sansosti (2002). A new Algorithm for Surface Deformation Monitoring based on Small Baseline Differential SAR Interferograms. IEEE Trans on Geosci. and Remote Sensing, 40, 2375-2383. DISS Working Group (2007). Database of Individual Seismogenic Sources (DISS), Version 3.0.4: A compilation of potential sources for earthquakes larger than M 5.5 in Italy and surrounding areas. http://www.ingv.it/DISS/. Ferretti A., Prati C. and Rocca F.; 2000: Non-linear subsidence rate estimation using permanent scatterers in differential SAR Interferometry. IEEE Trans. Geosci. Remote Sensing, 38, 5. Gabrielov A., V. Keilis-Borok, and D.D. Jackson (1996). Geometric incompatibility in a fault system. Proc. Natl. Acad. Sci., 93, 3838-3842. Stramondo S., M. Saroli, C. Tolomei, M. Moro, F. Doumaz, A. Pesci, F. Loddo, P. Baldi, E. Boschi (2007). Surface movements in Bologna (Po Plain — Italy) detected by multitemporal DInSAR. Remote Sensing of Environment, 110, 304-316. Werner C., Wegmuller U., Strozzi T. and Wiesmann A.; 2003: Interferometric point target analysis for deformation mapping. Proceedings of IGARSS '03, vol. 7. (pp. 4362−4364). 3a.5 Cronoprogramma I Fase II Semestre 1 2 1 2 Attività 1 X X X X Attività 2.1.1 X X X Attività 2.1.2 X X X Attività 2.1.3 X Attività 2.2 Attività 3 288 X X X Attività 4 X X X X 4a. Prodotti (i prodotti di diretto interesse per DPC sono sottolineati) Rapporto tecnico sui risultati ottenuti nell’area della Penisola di Crotone sulla base dei dati geologici e InSAR. Dati geologici: mappa dei terrazzi costieri e fluviali; mappa dei movimenti verticali di lungo termine (100 ka). InSAR: mappa delle velocità al suolo misurata dalle orbite ascendenti e discendenti; mappa della componente verticale della velocità al suolo; mappa della componente Est-Ovest della velocità al suolo. Database GIS a scala nazionale, con 1) i dati di slip rate relativi alle sorgenti sismogenetiche del DISS; 2) le sorgenti sismogenetiche nelle aree chiave (contribuendo al popolamento del DISS); 3) la probabilità di accadimento di terremoti generati da faglie individuali e dell’incertezza associata; 4) i risultati delle procedure di validazione tettonica del modello di sorgente sismogenetica. 5. Interazioni con altri Enti/Istituzioni Lo studio delle sorgenti sismogenetiche situate sul lato orientale del Mar Adiatico, per quanto riguarda in particolare l’analisi di sezioni geologico-strutturali, verrà svolto in collaborazione con il Dott. D. Scrocca dell’Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria (IGAG), Sezione “La Sapienza” di Roma, del CNR. 6. Possibili interazioni con altri Progetti DPC Progetto S3: scambio dati relativi alla mappatura di sorgenti sismiche tsunamigeniche. Description of Contribution – English version 3b.1 State of the art Models of earthquake occurrence used in assessing earthquake probabilities are progressively incorporating data on active faults and tectonic rates. During the INGV-DPC Project S2 (20052007), version 3 of the Database of Individual Seismogenic Sources (DISS), a large dataset of homogenously organized geologic and tectonic data (DISS Working Group, 2007; Basili et al., 2008) was systematically used in probabilistic analyses. For a given set of tectonically consistent seismogenic sources, hazard estimates are most sensitive to uncertainties in slip and strain rates. In Italy, with more than 100 individual faults and an often deceptive geologic setting, slip rate accuracy cannot be expected to improve on a fault by fault basis. Regional geological data instead, can help constrain tectonic deformation rates across faults or fault systems and make better use of scattered point data from paleoseismology. Recent developments in the analysis of multitemporal InSAR data (e.g. Permanent Scatterers, Ferretti et al. 2000; SBAS, Berardino et al., 2002; IPTA, Werner et al., 2003) offer unprecedented opportunities to complement GPS data in estimating accurate short-term rates of ground movements. 3b.2 Goals This RU proposes to explore various aspects of seismic hazard evaluation - from data collection to probability calculations. Although the main objective is to improve nation-wide knowledge of tectonic deformation, purposeful analyses in key areas will also be carried out. Detailed list of objectives follow. Revise and improve slip rate estimates of seismogenic sources included in DISS determining the time window for which they apply and the time span of activity of the relevant faults 289 or fault systems; address slip rate uncertainties. Seek strategies to use regional geological observations to constrain min/max displacement rates of fault systems. Estimate long-term vertical movements in the Crotone Peninsula (NE Calabria) to help constrain the displacement rate of its large seismogenic structures. Provide a multitemporal interferometric analysis of northeastern Calabria to measure shortterm uplift or subsidence rates at local/regional scale. Explore and characterize seismogenic sources of Croatia, Montenegro, Albania, and Northern Greece, in conjunction with other ongoing research efforts at European scale and with special focus on slip rates. Some of these sources may pose significant hazard to southeastern Italy (especially Apulia) but were not included in previous SHA efforts. Perform a validation test of the seismogenic sources included in DISS by addressing their tectonic consistency and seismic moment balance. Calculate the uncertainties on the probability of occurrence of earthquakes Mw>5.5 for the individual sources included in DISS for different periods (30, 50, and 100 years); apply strain rate values directly to the faults for estimating the occurrence probability; check the influence of uncertainties of source characterization on earthquake probabilities and provide feedback for the most sensitive and uncertain parameters in calculations using DISS; show the effect of timedependent and -independent occurrence models together with uncertainty of slip rates, maximum magnitudes, and recurrence intervals. 3b.3 Activity (with timetable for each phase) A1) Slip rates of Italian seismogenic sources Critical review of methods used to estimate geological slip rates; preparation of data tables derived from DISS and the scientific literature concerning slip rates and age of fault activation/reactivation. A2) In-depth studies in key areas A2.1) Crotone Peninsula A2.1.1) Analysis of aerial photos at different scales (already acquired by INGV) to map terraces and significant geomorphic features. Field reconnaissance, geological mapping and sampling of terrace deposits, geochronological analysis. A2.1.2) Acquisition and treatment of SAR images, either ERS1-2 or Envisat, to fully cover the 1992-2007 time span. To extract the vertical component of the surface displacement SAR data will be acquired along ascending and descending pass. The application of A-InSAR technique needs 5-6 images each year at least. Each frame 100x100 km wide will be presumably covered by 75-80 images. A2.1.3) Comparison of results obtained in the previous two activities and their interpretation in terms of active tectonic processes. A2.2) Dinarides-Albanides-Hellenides Critical review of published geological sections and maps, analysis of seismicity and MT solutions of recent earthquakes, reinterpretation of seismic reflection profiles where available, possible field reconnaissance. A3) Tectonic consistency and seismic moment balance of seismogenic sources Calculations of slip vectors deviations using different dataset (faults, focal mechanisms) and determination of geologic and historical seismic moment rates. A4) Uncertainties on probabilities of earthquake occurrence Selection of different sets of input data: geological and strain-derived slip rates; calculations of probability distributions under different model assumptions; estimation of uncertainties. 290 3b.4 Methodology This RU is formed by a multidisciplinary group of scientists. Methods and approaches thus vary depending on the planned activity. Each different specialist will benefits from purposeful and timely feedbacks of others. Slip rates of Italian seismogenic sources This study will exploit the wealth of information available in the scientific literature to critically review slip rate determination methods, address their strengths and weaknesses, and better assess slip rate uncertainties. In addition, previous studies will be used to seek regional geological constraints to tectonic rates of deformation. Selected cases of interest, identified during the course of the project, will be complemented with original field work. In-depth studies in two key areas 1) Crotone Peninsula For the pilot study of the Crotone Peninsula we will compare long-term (Late PleistoceneHolocene; 10-100 ky) and short-term (10 y) rates of vertical tectonic movements by jointly analyzing geologic and multitemporal InSAR data. Geologic data will be collected through aerial-photo analysis and field reconnaissance of raised coastal and alluvial terraces. Dating of terrace deposits will rely on radiocarbon and OSL techniques. To obtain vertical rates of tectonic movements, terraces will be correlated with sealevel stands. The multitemporal InSAR technique (Berardino et al., 2002) will be based on the combined processing of a large number of differential interferograms at small baseline. These latter are combined with a minimum-norm criterion applied to the deformation velocity and based on the application of a singular value decomposition (SVD). This technique leads to the generation of highly dense velocity maps of coherent points (e.g. Stramondo et al., 2007) and provides a time series for each of them. 2) Dinarides-Albanides-Hellenides This study will integrate geological data and seismicity data to better characterize geometry, kinematics, and rate of deformation of the thrust system running along the eastern coast of the Adriatic Sea. Reinterpretation of geological cross sections based on seismic reflection profiles and analysis of MT solutions based on broad-band seismic data of recent (post-2004) major earthquakes will be carried out. Tectonic consistency and seismic moment balance The kinematic consistency of seismogenic sources will be evaluated by statistically testing the geometrical compatibility of slip rate vectors at single and multiple fault junctions (e.g. Gabrielov et al., 1996) and the angular deviations between slip unit vectors and stress field indicators (e.g. P and T axes of focal mechanisms). The completeness of seismogenic sources will be estimated by balancing geological and historical seismic moment rate within tectonically consistent macroregions. The uncertainty arising from the trade off between fault area and slip rate will also be evaluated. These procedures will form the validation test of the seismogenic source model. Uncertainties on probabilities of earthquake occurrence In this study, the long-term seismic potential of faults will be modeled under the assumption of “characteristic” behavior for the individual sources included in DISS (other behavior models will be analyzed by other RUs). We will determine the extent to which the application of strain-derived slip rates decreases the variability of fault occurrence probabilities obtained from geologic slip rates and historical earthquakes. Probabilistic distributions for slip and strain rates will be obtained through a Bayesian posterior slip rate distribution. A similar approach will also be used for the occurrence intervals as defined by Akinci et al. (2008). Uncertainties of the 30, 50 and 100 years probability of occurrence will be estimated using a Monte Carlo procedure for the time-independent 291 and the time-dependent cases by varying or defining a statistical distribution for the periodicity parameter. References Akinci, A., D. Perkins, A.M. Lombardi and R. Basili, (2008). Uncertainties in probability of occurrence of strong earthquakes for fault sources in the Central Apennines, Italy. (Submitted to JOSE). Basili R., G. Valensise, P. Vannoli, P. Burrato, U. Fracassi, S. Mariano, M.M. Tiberti, E. Boschi (2008), The Database of Individual Seismogenic Sources (DISS), version 3: summarizing 20 years of research on Italy’s earthquake geology, Tectonophysics, doi:10.1016/j.tecto.2007.04.014. Berardino P., G. Fornaro, R. Lanari, and E. Sansosti (2002). A new Algorithm for Surface Deformation Monitoring based on Small Baseline Differential SAR Interferograms. IEEE Trans on Geosci. and Remote Sensing, 40, 2375-2383. DISS Working Group (2007). Database of Individual Seismogenic Sources (DISS), Version 3.0.4: A compilation of potential sources for earthquakes larger than M 5.5 in Italy and surrounding areas. http://www.ingv.it/DISS/. Ferretti A., Prati C. and Rocca F.; 2000: Non-linear subsidence rate estimation using permanent scatterers in differential SAR Interferometry. IEEE Trans. Geosci. Remote Sensing, 38, 5. Gabrielov A., V. Keilis-Borok, and D.D. Jackson (1996). Geometric incompatibility in a fault system. Proc. Natl. Acad. Sci., 93, 3838-3842. Stramondo S., M. Saroli, C. Tolomei, M. Moro, F. Doumaz, A. Pesci, F. Loddo, P. Baldi, E. Boschi (2007). Surface movements in Bologna (Po Plain — Italy) detected by multitemporal DInSAR. Remote Sensing of Environment, 110, 304-316. Werner C., Wegmuller U., Strozzi T. and Wiesmann A.; 2003: Interferometric point target analysis for deformation mapping. Proceedings of IGARSS '03, vol. 7. (pp. 4362−4364). 3b.5 Timetable I Phase II Semester 1 2 1 2 Activity 1 X X X X Activity 2.1.1 X X X Activity 2.1.2 X X X Activity 2.1.3 X Activity 2.2 X Activity 3 X Activity 4 X X X X X 4b. Deliverables (deliverables of direct interest for DPC are underlined) Technical report illustrating the results obtained in the Crotone Peninsula based on geological and InSAR data. Geological: map of coastal and fluvial terraces; map of long-term (100 ky) vertical movements. InSAR: ground velocity maps measured along both ascending and descending satellite orbits; vertical component of the ground velocity; East-West ground velocity map. GIS database, at national scale, with 1) slip rate data on seismogenic sources included in DISS; 292 2) seismogenic sources in the studied key areas (contributing to populate DISS); 3) probability of occurrence for earthquakes generated by individual faults and the associated uncertainties; 4) results of tectonic validation for the seismogenic source model (DISS). 7. Piano finanziario (in Euro) 7.1. I fase Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 1) Spese di personale 2300 0,00 2) Spese per missioni 7000 0,00 Categoria di spesa Importo previsto a 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0 5) Spese per servizi 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 6000 0,00 0 0,00 5400 0,00 2300 0,00 Totale 0,00 23000 0,00 Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 1) Spese di personale 2700 0,00 2) Spese per missioni 6000 0,00 7.2. II fase 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0 5) Spese per servizi 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) Totale 0,00 293 14000 0,00 0 0,00 1600 0,00 2700 0,00 27000 0,00 7.3. Totale Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 1) Spese di personale 5000 0,00 2) Spese per missioni 13000 0,00 Categoria di spesa Importo previsto a 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0 5) Spese per servizi 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) Totale 0,00 294 20000 0,00 0 0,00 7000 0,00 5000 0,00 50000 0,00 Convenzione INGV-DPC 2007-2009 Progetti sismologici Progetto S1 - RU 3.12 - Vannoli Paola (Task C; AU B) Progetto S1 Titolo Aggiornamento DISS 1. Responsabile RU 3.12 Paola Vannoli, ricercatrice, INGV. Nasce a Roma il 25 ottobre 1967. Consegue presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” la laurea in Scienze Geologiche nel 1994 e il dottorato di ricerca in Scienze della Terra nel 2000. Tra il 1994 ed il 2000 è consulente esterna del Laboratorio di Fotogeologia dell’Università “La Sapienza” e svolge la libera professione, realizzando cartografia tematica su GIS tramite fotointerpretazione e rilievi di campagna. Dal gennaio 2001 collabora con l’INGV usufruendo di assegni di ricerca e, dal luglio 2004, è assunta con contratto di lavoro a tempo determinato. La sua attività di ricerca è rivolta alla tettonica attiva, in particolare all’individuazione e caratterizzazione di sorgenti sismogenetiche ed allo studio dell’interazione tra processi tettonici e geomorfologici. Ha svolto ricerche in diversi ambiti, quali: a) Progetto DPC 2000-04 Terremoti probabili in Italia tra l’anno 2000 ed il 2030… (resp. dott. A. Amato); b) Progetto E.C.-SAFE-Slow Active Faults in Europe…(coord. prof. M. Sebrier); c) conv. INGV-Regione Marche (coord. dott. G. Valensise); d) Progetto DPC 2004-06 Valutazione del potenziale sismogenetico… (resp. dott. G. Valensise); e) Programma PROSIS, Progetto di ricerca e sviluppo per la sismologia e l’ingegneria sismica, finanziato dal MIUR (resp. dott. A. Rovelli). All’interno dell’INGV, effettua i turni di sorveglianza sismica, svolge attività didattica e partecipa alle attività del gruppo EmerGeo. Dal 2001 lavora continuativamente alla gestione, al potenziamento, allo sviluppo ed alla diffusione del Database of Individual Seismogenic Sources (DISS), ed è tra gli autori principali della versione corrente. DISS Working Group, 2007. Database of Individual Seismogenic Sources (DISS), Version 3.0.4: A compilation of potential sources for earthquakes larger than M 5.5 in Italy and surrounding areas. http://www.ingv.it/DISS/. Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Basili, R. G. Valensise, P. Vannoli, P. Burrato, U. Fracassi, S. Mariano, M. M. Tiberti e E. Boschi, 2008. The Database of Individual Seismogenic Sources (DISS), version 3: summarizing 20 years of research on Italy’s earthquake geology, Tectonophysics (TECTO124102, in stampa). Burrato, P., M. E. Poli, P. Vannoli, A. Zanferrari, R. Basili e F. Galadini, 2007. Sources of Mw 5+ earthquakes in northeastern Italy and western Slovenia: an updated view based on geological and seismological evidence, Tectonophysics (TECTO124103, in stampa). Basili, R. P. Burrato, S. Mariano, F. Mirabella, A. Ravaglia, G. Valensise G. e P. Vannoli, 2007. Identificazione e caratterizzazione delle sorgenti sismogenetiche. In: Scenari di pericolosità sismica della fascia costiera marchigiana. La microzonazione sismica di Senigallia. A cura di M. Mucciarelli e P. Tiberi., Regione Marche e INGV, 316 pp. Vannoli, P., R. Basili e G. Valensise, 2004. New geomorphic evidence for anticlinal growth driven by blindthrust faulting along the northern Marche coastal belt (central Italy). Journal of Seismology, 8, 297-312. 295 2. Personale della RU Nominativo (Cognome e Nome) Ente/ Istituzione Qualifica Mesi/Persona Mesi/Persona (personale non a carico del progetto) (personale a carico del progetto) I fase II fase I fase II fase Basili Roberto Ricercatore INGV-RM1 1 1 - - Burrato Pierfrancesco Ricercatore INGV-RM1 1 1 - - CTER INGV-A.C. 2 2 - - Fracassi Umberto Ricercatore INGV-RM1 0 0 - - Tiberti Mara Monica Ricercatrice INGV-RM1 0 0 - - Valensise Gianluca Dirigente di ricerca INGV-RM1 2 2 - - INGV-RM1 3 4 - - De Santis Anna ex Art. 23 ex Art. 23 Ricercatrice Vannoli Paola art. 1, commi 519 e 520, legge 27/12/2006, n. 296 Descrizione del contributo - Versione italiana 3a.1 Stato dell'arte Il Database of Individual Seismogenic Sources (DISS) è stato concepito alla fine degli anni ’90 da un gruppo di ricercatori dell’INGV; la sua struttura, il suo software originale e tutti i suoi contenuti informativi sono stati elaborati da ricercatori dell’INGV. Il Database contiene una gran quantità di materiale pubblicato e originale relativo alle principali sorgenti sismogenetiche italiane e di aree limitrofe. L’estensione sistematica alle sorgenti del bacino del Mediterraneo centrale è finalizzata ad ottenere più accurate valutazioni delle pericolosità sismica e da maremoto per il territorio italiano. Il DISS è stato esplicitamente concepito come work in progress e come tale è appositamente predisposto a continui ed auspicabili aggiornamenti e al conseguente rilascio di nuove versioni. L’attuale versione è stata sviluppata nell’ambito del Progetto S2, Valutazione del potenziale sismogenetico e probabilità dei forti terremoti in Italia, convenzione INGV-DPC 2004-2006, ed è disponibile online al sito http://www.ingv.it/DISS. La seguente tabella illustra l’evoluzione della struttura e del principale contenuto informativo del Database, dalla sua prima implementazione su GIS sino ad oggi: CAIFA Data Nome Luglio 1999 Catalogue of Active Italian FAults DISS 1.0 DISS 2.0 Prototipo DISS 3.0 DISS 3.0.0 DISS 3.0.1 DISS 3.0.2 DISS 3.0.3 DISS 3.0.4 Luglio 2000 Database of Potential Sources for Earthquakes Larger than M 5.5 in Italy Luglio 2001 Database of Potential Sources for Earthquakes Larger than M 5.5 in Italy Progetto EC FAUST, FAUlts as a Seismologist s' Tool Settembre 2004 Gennaio 2005 Novembre 2005 Settembre 2006 Luglio 2007 Ottobre 2007 Database of Italy’s Seismogenic Sources Database of Italy’s Seismogeni c Sources Database of Italy’s Seismogeni c Sources Database of Individual Seismogenic Sources Database of Individual Seismogenic Sources Database of Individual Seismogenic Sources Progetto EC “Scenario” Contributi esterni Modalità di diffusione Standalone Standalone Note e/o Principali migliorie Sorgenti 25 54 Standalone DPC 2000-04 Terremoti probabili in Italia tra l’anno 2000… Standalone Distribuiti oltre 1000 CD-ROM. Pubblicato manuale su Annals of Geophysics. 60 Migliorata rappresentazion e faglia. Introdotti Qualifiers & Explanatory Notes. 100 Progetto EC SAFE – Slow Active Faults in Europe. Standalone Web Standalone Web Introdotte Sorgenti areali. 100 296 107 Standalone Web Google Earth Introdotte sorgenti nel bacino del Mediterraneo 115 Standalone Web Google Earth 115 DPC 2004-06 S2 Valutazione del potenziale sismogenet… Standalone Web Google Earth 119 individuali Sorgenti areali Dati bibliografici - - - - 43 67 81 86 92 ~500 715 1256 1720 1720 1944 2063 2063 2235 3a.2 Obiettivi L’obiettivo di questa RU è di aggiornare e migliorare il contenuto informativo e le funzionalità del DISS. Nell’ambito del Progetto S1, il DISS potrà svolgere le seguenti funzioni: 1. fornire una visione sinottica (e contemporaneamente ricca di informazioni puntuali) della sismogenesi dell’Italia e del bacino del Mediterraneo centrale; 2. permettere un rapido interscambio di dati tra i diversi gruppi di ricerca afferenti al Progetto, favorendo l’interazione e la collaborazione in tempo reale; 3. fungere da collettore delle ricerche svolte da altre UR nell’ambito del Progetto S1 o di altri Progetti; 4. fornire una base di dati omogenea, a scala nazionale, per la quantificazione della deformazione tettonica e del potenziale sismogenetico. 3a.3 Attività Le attività di questa RU saranno rivolte all’aggiornamento scientifico (a) ed allo sviluppo tecnologico (b). a. Aggiornamento scientifico L’aggiornamento scientifico sarà volto all’identificazione di nuove sorgenti sismogenetiche individuali ed areali e alla migliore caratterizzazione di quelle precedentemente identificate. L’iniziale attività di questa RU consisterà nel completare i dati descrittivi delle sorgenti sismogenetiche già presenti nel Database. Nel primo anno di Progetto la RU provvederà ad una riorganizzazione delle modalità di presentazione della documentazione testuale e iconografica ed al suo completamento. In particolare verrà completata la redazione di tutti i testi di supporto alle sorgenti individuali ed areali, ed incrementata la documentazione iconografica (figure e mappe originali o tratte dalla letteratura scientifica) che aiuterà la comprensione della sorgente stessa. Nel secondo semestre del primo anno verrà introdotto un nuovo layer informativo contenente faglie e/o indizi di fagliazione attiva che altri autori considerano potenziali sorgenti sismogenetiche; tale materiale sarà adeguatamente corredato da sintesi di articoli scientifici, commenti e figure. Durante i due anni di Progetto, la RU recepirà e collegherà alle sorgenti tutti i nuovi riferimenti bibliografici significativi. b. Sviluppo tecnologico Lo sviluppo tecnologico si protrarrà nel corso dei due anni del Progetto e sarà finalizzato a migliorare le interfacce di consultazione del DISS online. Sia la consultazione dei dati online che la navigazione verranno rese più agevoli attraverso una riorganizzazione delle informazioni di corredo alle sorgenti sismogenetiche e dei layers all’apertura del Database, e provvedendo a sostituire i layers poco leggibili. Verranno inoltre prodotti ed inseriti sul sito web nuovi tematismi che saranno di supporto alle sorgenti (p.e. elementi geologici significativi) e/o che agevoleranno la lettura delle informazioni in esse contenute (p.e. diverse rappresentazioni delle sorgenti). Verranno aggiornate le procedure di upload della versione online e verrà migliorato il software di sviluppo sulla piattaforma standalone. Verrà inoltre aggiornato e migliorato il portale web in cui viene illustrata la documentazione generale del DISS e da cui è possibile scaricare tutti i dati presenti nei vari formati GIS per uso standalone. 3a.4 Metodologia La migliore comprensione delle strutture sismogenetiche italiane potrà essere raggiunta attraverso l’analisi di nuovi dati geologici, paleosismologici, geodetici, di vincoli cinematici e geodinamici, oppure attraverso la sperimentazione e la messa a punto di nuove tecniche di indagine. Il DISS 297 recepirà l’aumento delle conoscenze sulla sismogenesi italiana che sarà auspicabilmente apportato alla comunità scientifica dalle molteplici attività svolte nell’ambito di questo Progetto e da attività esterne. Le principali attività di questa RU saranno svolte dal personale INGV sopra elencato, ma, per poter adeguatamente raggiungere lo sviluppo tecnologico previsto, sarà indispensabile avvalersi delle competenze di tecnici informatici esperti. Le precedenti versioni di DISS su web sono state curate dall’IMteam, una società di informatica di Bergamo, che si continuerà ad occupare dello sviluppo del Database. 3a.5 Cronoprogramma I Fase II Semestre 1 2 1 2 Completamento materiale di supporto alle sorgenti presenti X X - - Incremento bibliografia X X X X Inserimento nuove sorgenti - - - X Inserimento layer “faglie/aree dibattute” - X - X Miglioramento/potenziamento interfaccia web X X X X Creazione e inserimento nuovi tematismi sul sito online - X - X Interazione tra UR del Progetto X X X X 4a. Prodotti Il principale prodotto di questo RU sarà il rilascio della nuova versione del DISS contenente gli aggiornamenti scientifici e tecnologici previsti dal Progetto. Il rilascio di tale versione avverrà successivamente alla consegna del rapporto scientifico finale, sarà infatti necessario prevedere un periodo di tempo per poter analizzare, validare e recepire nel DISS i dati forniti dalle UR. Le nuove tabelle relative alle sorgenti sismogenetiche individuali e areali continueranno ad essere disponibili e scaricabili dal sito internet nei più comuni formati GIS 5. Interazioni con altri Enti/Istituzioni 6. Possibili interazioni con altri Progetti DPC Questa RU favorirà l’interazione tra le diverse UR di tutto il Progetto S1, promuovendo un interscambio in tempo reale dei diversi dati e fornendo tutto il supporto necessario. È attualmente disponibile la versione 3.0.4 del DISS. Le sorgenti sismogenetiche, individuali ed areali, possono essere scaricate dal sito Internet e utilizzate per le svariate elaborazioni e applicazioni previste dai cinque Progetti Sismologici della Convenzione 2007-09. 298 Description of Contribution – English version 3b.1 State of the art The Database of Individual Seismogenic Sources (DISS) was conceived in the late ‘90s by a group of scientists at INGV. Its structure, its original software and all associated texts and elaborations were prepared by INGV researchers. DISS includes a large amount of original and published material concerning the main seismogenic sources of Italy and surroundings areas. The sources of the Circum Mediterranean area allow a more detailed assessment of seismic and tsunami hazard in Italy. DISS was designed as a “work in progress” database, and as such it is open to additions and to further releases. The current version was developed in the INGV-DPC 2004-2006 S2 Project, Assessing the seismogenic potential and the probability of strong earthquakes in Italy, available at the website http://www.ingv.it/DISS. The following table shows the improvements of the structure and of the data of DISS, from its first implementation on GIS to today: CAIFA Date released Name July 1999 Catalogue of Active Italian FAults DISS 1.0 DISS 2.0 DISS 3.0 Prototype DISS 3.0.0 DISS 3.0.1 DISS 3.0.2 DISS 3.0.3 DISS 3.0.4 July 2000 Database of Potential Sources for Earthquakes Larger than M 5.5 in Italy July 2001 Database of Potential Sources for Earthquakes Larger than M 5.5 in Italy EC Project FAUST, FAUlts as a Seismologist s' Tool Standalone September 2004 January 2005 November 2005 September 2006 July 2007 October 2007 Database of Italy’s Seismogenic Sources Database of Italy’s Seismogeni c Sources Database of Italy’s Seismogeni c Sources Database of Individual Seismogenic Sources Database of Individual Seismogenic Sources Database of Individual Seismogenic Sources Standalone Standalone Web EC Project SAFE – Slow Active Faults in Europe. Standalone Web Over 1,000 DISS distributed through CDROM. Manual published on Annals of Geophysics. Improvements on representation of seismogenic sources. Qualifiers & Explanatory Notes assigned. “Seismogeni c areas” introduced. EC Project “Scenario” Project Standalone Standalone DPC-INGV Seismological Project 2000-04 Access mode Notes e/o significant improvement Individual sources Seismogenic areas References data DPC-INGV Seismological Project 2004-06 Standalone Web Google Earth Sources in the Mediterranean Sea added. Standalone Web Google Earth Standalone Web Google Earth 25 54 60 100 100 107 115 115 - - - - 43 67 81 86 119 92 ~500 715 1256 1720 1720 1944 2063 2063 2235 3b.2 Goals The goal of this RU is to increase and update the content of DISS and to improve its functionality and structure. Within the framework of the S1 Project, DISS will: 1. be used to supply a synoptic view of seismogenesis in the central Mediterranean area; 2. be used as a tool to exchange quickly and easily data among different RUs; 3. gather all results from the S1 RUs and other Projects; 4. provide with a homogeneous database to quantify the tectonic strain and the seismogenic potential at the national scale. 3b.3 Activity The activities of this RU will be devoted to the (a) scientific update and (b) technological development of DISS. a. Scientific update This task will focus on the identification and characterization of new Individual Seismogenic Sources and Seismogenic Areas, and will implement background information of the already existing sources. At the end of the first year a new layer containing information about debated 299 seismogenic faults and areas will be included, i.e. concerning tectonic structures believed by some authors to be seismogenic and not yet included in DISS. This layer will contain the usual critical review of the available bibliographic data. During the first year of the Project the iconographic and textual background of each source will be completed (i.e., concerning Individual Sources and Seismogenic Areas). All new significant bibliographic data that can augment information about sources in DISS will be included during the two years of the Project. b. Technological development The technological development will affect the two online DISS interfaces, during the two years of the Project. Both data access and database navigation will be made easier via the restructuring of auxiliary information associated with sources, a new organization of current layers and the replacement of the poorly readable ones. This RU will produce further suitable thematic maps to be made available online (e.g. geological maps, etc..). This RU will also update the upload procedure of the online version, and will improve the software running the standalone platform. Finally, this RU will update and improve the web portal that hosts the general documentation concerning DISS and from which one can download the data under various common GIS formats. 3b.4 Methodology DISS will gather the knowledge increase concerning seismogenesis processes in Italy that can be expected from the various activities to be held within the S1 Project and from the literature. The main tasks of this RU will be carried out by the above mentioned INGV personnel. However, to perform the necessary planned technological developments, the RU will be supported by IMteam, a IT company based in Bergamo, that has already worked for the development of DISS in the past. 3b.5 Timetable I Phase II Semester 1 2 1 2 Support data (images and texts) of the v. 3.0.4 sources X X - - Literature data X X X X New seismogenic sources - - - X “Debated seismogenic areas/faults” layer - X - X Web interface improvements X X X X New thematic maps online - X - X Give support to use DISS within the RUs of the Project X X X X . 4b. Deliverables The main outcome of this RU will be a new version of DISS containing the scientific and technological updates stemming from the Project. Data produced by the numerous RUs involved in 300 S1 will be analyzed and formatted immediately after the end of the Project to become part of the new DISS release. The new tables of seismogenic sources will be available for download from the website in the most common GIS formats. 7. Piano finanziario (in Euro) 7.1. I fase Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 1500 2) Spese per missioni 2000 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 0 10000 5) Spese per servizi 0 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 0 1500 Totale 15000 7.2. II fase Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 500 2) Spese per missioni 3000 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0 0 5) Spese per servizi 0 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) Totale 1000 500 0,00 301 5000 Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 7.3. Totale Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 2000 2) Spese per missioni 5000 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0 10000 5) Spese per servizi 0 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) Totale 1000 2000 0,00 302 ,20000 Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b Convenzione INGV-DPC 2007-2009 Progetti sismologici Progetto S1 - RU 5.03 - Megna Antonella (Task A; AU B) Titolo Caratterizzazione geofisica e modellazione numerica delle strutture sismogenetiche 1. Responsabile RU Antonella Megna, ricercatrice INGV, Sezione di Sismologia e Tettonofisica, Via di Vigna Murata, 605, Roma, tel. 0651860516, e-mail: [email protected]. Antonella Megna è ricercatrice all’INGV dal 1 luglio 1999, attualmente fa parte della Sezione di Sismologia e Tettonofisica di Roma. Si è laureata in Fisica nel 1994 ed ha conseguito il dottorato in Scienze della Terra nel 2007. In questi anni ha partecipato a progetti nazionali e internazionali di interesse da parte dell’INGV, tra i quali i diversi progetti stipulati dalla convenzione INGV-DPC e “CAT/SCAN” (Calabria-Apennine-Tyrrhenian/Subduction-Collision-Accretion Network), una collaborazione tra il Lamont Doherty Earth Observatory (LDEO) della Columbia University e l'INGV. Negli ultimi anni la sua attività di ricerca si è focalizzata sullo studio di modelli crostali agli elementi finiti per l’Appennino Centrale, considerando sia le eterogeneità verticali che laterali, con l’intento di valutare come le variazioni dei parametri elastici in profondità possono indurre variazioni anche consistenti nel pattern dello spostamento. Pubblicazioni Megna A., S. Barba, S. Santini, M. Dragoni, 2008 – Effect of geological complexities on coseismic displacement: hints from 2D numerical modelling, Terra Nova, in stampa. Megna A., 2007 - Distribuzione ed evoluzione dello spostamento in sistemi di faglie: applicazione a dislocazioni di faglia normale in un mezzo bidimensionale eterogeneo nell’Appennino CentroSettentrionale, PhD, pp. 106. Megna A., S. Barba, S. Santini, 2005 – Normal-fault stress and displacement through finite-element analysis, Annals of Geophysics, 48, 1009-1016. Borraccini F., Di Bucci D., De Donatis M., Megna A., Nesci O., Santini S., Savelli D., Tramontana M., 2004, Quaternary tectonics of the northern marche region and implications for active deformation in the outer northern Apennines, Studi Geologici Camerti, Special Issue, 39-44, 2002 workshop COASTACTION 625. Megna, A., S. Santini, F. Vetrano, S. Barba (2000)- Space-time variations of the Umbria-Marche region instrumental seismicity, Annali di Geofisica, 43, 921-937. 2. Personale della RU Nominativo (Cognome e Nome) Qualifica Ente/Istituzione Mesi/Persona Mesi/Persona (personale non a carico del progetto) (personale a carico del progetto) I fase II fase Balestra Francesca assegnista INGV-RM1 0 0 Barba Salvatore primo ricercatore INGV-RM1 4 4 Basili Roberto ricercatore INGV-RM1 1 1 303 I fase II fase Bellani Stefano ricercatore CNR-IGG 2 1 borsista INGV-RM1 6 (*) 6 (*) Finocchio Debora laureanda Università di Chieti 0 0 Megna Antonella ricercatore INGV-RM1 6 6 Riguzzi Federica primo ricercatore INGV-CNT 0.5 0.5 Carafa Michele M. C. Descrizione del contributo - Versione italiana 3a.1 Stato dell'arte Lo slip-rate e lo strain-rate sono quantità fondamentali nel calcolo dei ratei di occorrenza dei terremoti; la loro conoscenza alla scala dei pochi km è necessaria per una stima dell’hazard sismico. Tali quantità dipendono dalle proprietà fisiche del materiale soggetto a deformazione. In Italia, la variabilità su piccola scala delle condizioni geologiche, l’elevata deformabilità crostale, e la presenza di molte faglie attive cieche ha reso sinora difficili da conoscere sperimentalmente lo sliprate e lo strain-rate con una risoluzione spaziale utile per le stime di pericolosità sismica. Le misure dirette di slip-rate, infatti, sono state effettuate su pochissime faglie affioranti con metodi paleosismologici. Tali misure non sono sufficienti per una stima di hazard a scala nazionale. Nel progetto S2 “Valutazione del potenziale sismogenetico e probabilità dei forti terremoti in Italia” (2005-2007) l’unità di modellazione numerica UR 3.1 ha prodotto come risultati a scala nazionale lo strain rate e lo slip rate delle faglie integrando dati di diversa origine: velocità derivate da GPS, orientazioni degli assi dello sforzo e regime tettonico. I risultati di slip-rate e strain-rate sono stati trasformati in tassi di occorrenza dei terremoti tramite una Gutemberg-Richter troncata (Ward, 2007) in modo da essere confrontati con gli analoghi output dei modelli geodetici e geologici (INGV-DPC Seismological projects – Final report of Project S2 –Appendix A, link del rapporto). A differenza degli altri metodi, la modellazione numerica ha il vantaggio di poter essere vincolata da osservazioni geofisiche anche sostanzialmente differenti; essa permette pertanto di individuare il comportamento più probabile anche di aree coperte da informazioni parziali. È possibile migliorare i risultati sinora ottenuti con una più accurata definizione della struttura litosferica e studiando l’effetto di alcuni parametri (e.g. attrito di faglia, trazioni basali). 3a.2 Obiettivi L’obiettivo di questa RU è di diminuire l’incertezza sia dello strain rate che dello slip rate precedentemente calcolati sull’intera area nazionale al fine di ottenere risultati più accurati in termini di tassi di occorrenza dei terremoti. Per far questo, saranno utilizzate al meglio le informazioni di struttura della crosta e della litosfera e i nuovi dataset prodotti da altre RU nel presente progetto. Per conseguire questo obiettivo si intende seguire due direzioni, sia a scala nazionale (a, b) che di dettaglio (c): (a) ridurre ulteriormente il misfit tra le quantità calcolate (velocità, assi di sforzo, cinematica delle faglie) e le osservazioni relative ai dataset precedentemente utilizzati (GPS, borehole breakouts, meccanismi focali, regime tettonico), migliorando la definizione della geometria del modello e studiando con maggiore accuratezza l’effetto di alcuni parametri, quali ad esempio l’attrito di faglia; (b) calibrare i modelli sulla base di nuovi e differenti dataset (velocità verticali, pattern di sismicità, slip rate); (c) sviluppare modelli 3D di dettaglio per le zone in cui le assunzioni sinora utilizzate non abbiano permesso di raggiungere un sufficiente grado di realismo nei risultati, cioè per le aree che presentino dei misfit regionali sistematici nel modello su scala nazionale; in questi casi potrà essere necessario considerare grandezze dipendenti anche dalla profondità (e.g. litologia, attrito, scollamenti). 304 L’incertezza dei risultati è tanto minore quanto più è alto il numero e la qualità dei dati osservati in ciascuna area mentre le analisi statistiche (deviazioni standard sui migliori modelli e test di sensibilità) garantiscono il grado di “stabilità” del metodo utilizzato e dei risultati da esso provenienti. 3a.3 Attività 1. Implementazione dei dataset di confronto. 2. Analisi dei residui dei modelli esistenti rispetto ai dataset disponibili. 3. Modellazione a scala nazionale - 1° fase: riduzione dei residui regionali e analisi dei parametri. 4. Modellazione a scala nazionale - 2° fase: calibrazione del modello con i nuovi dataset prodotti all’interno del progetto attuale e ricostruzione del modello sulle nuove informazioni strutturali e reologiche. 5. Modellazione regionale. 6. Analisi dei risultati tramite norme L1 e L2 per la scelta dei migliori modelli. 7. Calcolo dell’errore sul risultato e compilazione dei prodotti attesi. 8. Raccolta dati di misurazioni di temperatura e determinazione del gradiente geotermico profondo (0 – 8 km). 9. Filtraggio regionale del flusso di calore e mappa aggiornata del flusso di calore. 3a.4 Metodologia Utilizzeremo i codici agli elementi finiti SHELLS (Bird, 1999) e MARC (MSC.Software, 2006), il primo per sviluppare modelli tridimensionali alla scala del Mediterraneo Centrale, il secondo per sviluppare modelli di maggiore dettaglio. SHELLS adotta l’approssimazione “thin shell”; esso permette di risolvere le equazioni dello stress e della conservazione della massa con determinate reologie, densità e condizioni al contorno ottenendo come risultati le velocità in condizioni anelastiche, quindi tettonica di lungo termine, lo stress e loro direzione. Il metodo iterativo su cui si basa SHELLS prevede alcune assunzioni e approssimazioni: deformazione anelastica; proprietà termiche costanti e conduzione verticale del calore; stress litostatico verticale; integrazione verticale dello stress; litosfera continentale a due strati. Di notevole importanza è, quindi, lo studio del flusso di calore, sia per individuare il comportamento reologico della litosfera che per una corretta definizione dello strato sismogenetico. A questo fine è fondamentale un aggiornamento della mappa del flusso di calore tramite una raccolta dati delle misurazioni di temperature e una successiva interpolazione su base regionale. I modelli possono essere confrontati con misurazioni dirette di stress in situ, velocità GPS (dopo la correzione elastica), regime tettonico, velocità verticali e sismicità dell’area. Sia per le velocità verticali che per la sismicità il metodo è in corso di sviluppo e in fase preliminare di test. Tali dataset, prima di essere integrati nella modellazione, vanno analizzati per stabilirne i residui. A seconda delle nuove informazioni disponibili, è possibile che la modellazione sia ricalibrata all’inizio del secondo anno di progetto, sia costruendo una nuova griglia sia integrando nel modello i nuovi dataset disponibili nel progetto, inclusi i dataset di cui esista almeno una versione preliminare. Nelle zone in cui sia necessario raggiungere un grado di realismo più elevato rispetto a quello consentito dal programma agli elementi finiti SHELLS potranno essere realizzati modelli di maggiore dettaglio utilizzando il software agli elementi finiti MARC. In questi casi, sarà possibile integrare nel modello una struttura crostale più raffinata, un flusso di calore non stazionario, una reologia non uniforme, e la presenza di scollamenti, tutto in funzione delle informazioni effettivamente disponibili per l’area. L’analisi dell’errore (in norma L1 o L2, dipendente dai dati) permetterà alla fine del progetto di stabilire quali siano i migliori modelli, cioè quali modelli minimizzeranno le deviazioni fra i dati calcolati dalla modellazione e gli osservabili. Bird, P. [1999] Thin-plate and thin-shell finite element programs for forward dynamic modeling of plate deformation and faulting, Computers & Geosciences, 25(4), 383-394. MSC.Software Corporation Home Page, 2006. MSC.Software Corporation- 40 Years of Virtual Product Development Expertise. 21 Jul. 2006 <http://www.mscsoftware.com/>. 305 Ward S. N. (2007). Methods for evaluating earthquake potential and likelihood in and around California. Seism. Res. Lett., 78, 121-133. 3a.5 Cronoprogramma I Fase II 1 2 1 2 Implementazione dei dataset di confronto X - - - Analisi dei residui dei modelli esistenti rispetto ai dataset disponibili X - - - Modellazione a scala nazionale - 1° fase X X - - Modellazione a scala nazionale - 2° fase - - X X Modellazione regionale - X X X Analisi dei risultati tramite norme L1 e L2 per la scelta dei migliori modelli - - - X - - - X x X - - - x Semestre Calcolo dell’errore sul risultato e compilazione dei prodotti attesi Raccolta dati di misurazioni di temperatura e determinazione del gradiente geotermico profondo (0 – 8 km). Filtraggio regionale del flusso di calore e mappa aggiornata del flusso di calore x 4a. Prodotti Mappa flusso di calore Campo di velocità orizzontali derivato dai modelli. Campo di stress a scala nazionale derivato dai modelli. Mappa dello strain rate derivato dai modelli. Slip rate e cinematica predetta dai modelli (a) sui nodi delle faglie inserite nel modello e (b) medi per le sorgenti sismogenetiche del DISS. Incertezze su tutte le quantità calcolate. 5. Interazioni con altri Enti/Istituzioni (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) CNR/IGG, reanalisi dei dati di temperatura dai pozzi esistenti e compilazione del dataset aggiornato di temperatura e flusso di calore 6. Possibili interazioni con altri Progetti DPC (indicare quali progetti) (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) S2- utilizzo dello strain rate e lo slip rate derivato dai modelli nelle stime di hazard. 306 Description of Contribution – English version 3b.1 State of the art Slip and strain rates are fundamental quantities to study earthquake occurrence; their knowledge at the scale of few kilometers is important for the seismic hazard studies. These quantities depend on the physical properties of the material being deformed. In Italy, the high variability of the geological setting, and the highly deformable crust, together with the many blind faults prevented slip and strain rates being determined experimentally at a useful spatial resolution for a realistic seismic hazard estimation. Direct paleoseismological slip rate measurements are available only for a limited number of exposed faults. These measurements are not enough for nation-wide hazard estimations. The numerical modeling UR 3.1 of the DPC project S2 ‘‘Valutazione del potenziale sismogenetico e probabilità dei forti terremoti in Italia” (2004-2006) produced maps of strain and slip rates integrating different geophysical observations such as GPS measurements, stress axes orientations, and the tectonic regime. Slip and strain rates results were used to estimate earthquake occurrence through a truncated Gutemberg-Richter (Ward, 2007) to be compared with analogous outputs from geological and geodetic models (INGV-DPC Seismological projects – Final report of Project S2 –Appendix A). The main distinctive advantage of numerical modeling is the opportunity of using different geophysical datasets as constraints and of estimating the most likely behavior of area with limited geophysical observations. Significant improvements in modeling can be expected by including a more accurate characterization of the lithosphere and by investigating the effects of a few parameters (e.g. fault friction, shear tractions). 3b.2 Goals The goal of this RU is to reduce the uncertainty associated with strain and slip rates previously calculated for the whole Italian territory to obtain more accurate rates of earthquake occurrence. To this end, we will take advantage from results of other RUs of this project. We will work at both national (a, b) and local (c) scales: a) further reducing the misfit between model output (velocities, stress axes, fault kinematics) and observations included in the used datasets (GPS, borehole breakouts, focal mechanisms, seismic catalogue) by improving the model geometry and analyzing the effect of some parameters such as fault friction; b) calibrating models on the basis of new and different datasets (vertical velocity, seismicity pattern, slip rate); c) building detailed 3D models for areas where the adopted assumptions are insufficient to obtain realistic results, i.e. in areas with systematic regional misfit in the nation-scale model; in these areas, it could be useful to consider quantities that vary with depth (e.g. lithology, friction, detachments). A higher number of good quality observations in each area lower the uncertainty of results whereas statistics analyses (such us standard deviations or sensitivity tests) increase confidence in the “stability” of the used method and its outcomes. 3b.3 Activity (with timetable for each phase) 1. Implementation of datasets for comparison. 2. Analysis of model residuals with respect to available comparison datasets. 3. Modeling at national scale - 1st phase: decrease regional misfits and analyze parameters. 4. Modeling at national scale - 2nd phase: model calibration with new data from this project and rebuilding of the model with the new structural and rheological information. 5. Modeling at local scale 6. Analysis of results through L1 and L2 norms to select the best models. 7. Calculation of errors on results and preparation of deliverables. 8. Collecting deep temperatures data and computing geothermal gradient. 9. Filtering heat flow data at regional scale and updating heat flow map. 307 3b.4 Metodology We will use the finite-element codes SHELLS (Bird, 1999) and MARC (MSC.Software, 2006); the first code to model the geodynamics of the Central Mediterranean, the second to build detailed models at local scale. SHELLS adopts the thin-shell approximation while solving the stress and the mass conservation equations with specified rheologies, densities, and boundary conditions. Results are anelastic velocities, thus of long term tectonics, stress, and their orientations. Approximations used in SHELLS are: anelastic deformation; constant thermal properties and vertical heating conduction; lithostatic vertical stress; vertical integration of stress; two-layer continental lithosphere. Therefore the knowledge of the deep temperatures and the surface heat flow is required to determine the rheological behaviour and to compute the thickness of the seismogenic layer. After collecting deep temperatures and heat flow data from existing well data in collaboration with National Research Council if Italy (CNR/IGG) we will interpolate them to obtain an updated map of the heat flow for the whole area. Models can be compared with borehole breakout stress orientations, GPS velocities (after elastic correction), tectonic regime, vertical velocities and seismicity of the area. As for vertical velocities and seismicity the method is still under development and testing. Datasets used for comparison will be analyzed to address residuals. Depending on possible new information that may become available after the first year of the project, recalibration of the model may become necessary and a new mesh to be built thereby incorporating the new datasets with at least one preliminary version. In areas where more realistic modeling would be needed, with respect to that of SHELLS, we will build more detailed models using MARC. In these cases, the model can incorporate a more detailed crustal structure, non-stationary heat flow, non-uniform rheology, and the presence of detachments, depending on the availability of information in the area. By the end of the project, the error analysis (L1 or L2 norm, depending on data) will allow us to select the best models, that is to say the models that minimize deviations between data computed by the modeling and observations. Bird, P. [1999] Thin-plate and thin-shell finite element programs for forward dynamic modeling of plate deformation and faulting, Computers & Geosciences, 25(4), 383-394. MSC.Software Corporation Home Page, 2006. MSC.Software Corporation- 40 Years of Virtual Product Development Expertise. 21 Jul. 2006 <http://www.mscsoftware.com/>. Ward S. N. (2007). Methods for evaluating earthquake potential and likelihood in and around California. Seism. Res. Lett., 78, 121-133. 3b.5 Timetable I Phase II Semester 1 2 1 2 datasets update and new datasets for the construction of numerical models X - - - residuals analysis of numerical deformation models with respect to available datasets X - - - X X - - - - X X numerical strain modeling at local scale - X X X results analysis by L1 and L2 norms to select the best deformation models - - - X determination of the error associated to numerical strain model for all the computed quantities - - - X numerical deformation modeling at national scale: decrease regional misfits and analyze parameters numerical deformation modeling at national scale: model calibration with new data, structural and rheological information 308 Collecting deep temperatures data and computing geothermal gradient X X - Filtering of heat flow data at regional scale and updating heat flow map. - - X X 4b. Deliverables Heat flow map Model-derived horizontal velocities. Model-derived stress map at national scale. Model-derived strain-rate map. Model-predicted slip rate and fault kinematics relative to (a) modeled faults and (b) DISS seismogenic sources. Uncertainties of all computed quantities. 7. Piano finanziario (in Euro) 7.1. I fase Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 2350 2) Spese per missioni 5300 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 6000 5) Spese per servizi 1500 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 6000 2350 Totale 0,23500 309 Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 7.2. II fase Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 1650 2) Spese per missioni 7000 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 3000 5) Spese per servizi 2000 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 00 1200 1650 Totale 0,00 16500 7.3. Totale Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 4000 2) Spese per missioni 12300 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 5) Spese per servizi 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) Totale 310 Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 9000 00 3500 00 7200 ,00 4000 0,00 40000 ,00 Convenzione INGV-DPC 2007-2009 Progetti sismologici Progetto S1 - RU S.04 - De Rubeis Valerio (Task B; AU B) Titolo Caratterizzazione statistica spazio-temporale della sismicità in Italia Space-time statistical characterization of seismicity in Italy Responsabile UR Valerio De Rubeis – primo ricercatore, INGV BORN: Feb. 11, 1960, Rome, Italy. E-mail: [email protected] Education: Laurea in Geological Sciences, University of Rome La Sapienza (1988). Positions held: Geochemical data analyser at RIMIN, ENI Group, Italy (1989-1990). Research fellow at Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, INGV, Italy (1990-1992). Research scientist at INGV (1992-2003). Senior research scientist at INGV (2003-present). Scientific Contributions: Analysis of macroseismic data: development of statistical methods and their application; Seismotectonics: assessing statistical relations between seismicity and geological-geophysical settings in Italy; Scale invariance in Seismology: quantification of fractal behaviour of seismicity in space and time, development of a method for seismic signal detection involving fractal analysis. Selected Bibliograpy: Tosi P., De Rubeis V., Loreto V. and Pietronero L. (2008), Space-time correlation of earthquakes, Geophys. J. Int., in printing. De Rubeis V., Tosi P., Gasparini C. and Solipaca A. (2005), Application of Kriging Technique to Seismic Intensity Data, Bull. Seism. Soc. Am., 95, 540-548. Tosi P., De Rubeis V., Tertulliani A. and Gasparini C. (2000), Spatial patterns of earthquake sounds and seismic source geometry, Geophys. Res. Lett., 27, 2749-2752. De Rubeis V., Hallgass R., Loreto V., Paladin G., Pietronero L. and Tosi P. (1996) A Self-affine Asperity Model (SAM) for earthquakes, Physical Review Letters, 76, 2599-2602. De Rubeis V., Gasparini C. and Tosi P. (1992) Determination of the macroseismic field by means of trend and multivariate analysis of questionnaire data, Bull. Seism. Soc. Am. 82, 1206-1222. 2. Personale dell’UR Nominativo (Cognome e Nome) Qualifica De Rubeis Valerio Primo ric. Tosi Patrizia Primo ric. Ente/Istituzione Mesi/Persona Mesi/Persona (personale non a carico del progetto) (personale a carico del progetto) I fase II fase INGV 2 2 INGV 2 2 311 I fase II fase Descrizione del contributo - Versione italiana 3a.1 Stato dell'arte A seguito di un terremoto, la redistribuzione dello stress dovuta dalla sequenza sismica provoca una redistribuzione dello stress nel mezzo. Tale interpretazione richiede una più attenta analisi per determinati aspetti tra cui il triggering dei terremoti. Il triggering a corta distanza (dell’ordine delle dimensioni della sorgente) può essere giustificato dalle variazioni di stress prodotte dall’evento principale. Il triggering a lunga distanza costituisce un argomento controverso sia dal punto di vista statistico che fisico. Alcuni autori hanno prodotto evidenze sperimentali dell’influenza a lunga distanza (Hill et al., 1993), sia per aree geotermiche (Husen et al., 2004), ma anche per regioni non vulcaniche (Brodsky et al., 2000). Godano et al. (1999) hanno mostrato, dal punto di vista statistico, che un catalogo sismico declusterizzato per assumere un comportamento Poissoniano deve avere rimossi eventi non solo a corta distanza, ma anche a distanze maggiori nel tempo immediatamente successivo al main-shock. Altri autori hanno considerato spiegazioni fisiche come modifiche dello stress di Coulomb (King et al., 1994; Stein et al., 1994; Stein, 1999, Melini et al., 2002; Marzocchi et al., 2003), e trasferimenti di stress multipli (Ziv, 2006). Una classe di modelli statistici è rappresentata dall’applicazione degli automi cellulari alla crosta (Bak and Tang, 1989). Molti autori hanno cercato influenze spazio temporali per aree specifiche e su cataloghi del mondo. Per distanze fino a 100 km si trovano relazioni (e.g., Gasperini and Mulargia, 1989; Reasenberg, 1999). Lomnitz (1996) per i terremoti più forti dello scorso secolo ha evidenziato interazioni a grande distanza. Huc and Main (2003) e Marsan and Bean (2003) hanno analizzato la diffusione di stress a livello globale. Hanno evidenziato che la distanza di trigger media incrementa nel tempo (dal main-shock) in modo subdiffusivo. Marsan et al. (2000) ha trattato le relazioni di invarianza di scala spazio-temporale per tre differenti cataloghi. Ne risulta che spazio e tempo vanno considerati insieme con la correlazione spaziale che evolve nel tempo. Ciò implica una migrazione degli aftershock dalla sorgente, modellata da una power law con esponente tipico di una subdiffusione. Riguardo agli effetti sulla superficie, noi gestiamo la procedura basata sul web per registrare gli effetti sulle persone e le cose dovuti agli eventi sismici da circa l’anno 2000. Ciò ha prodotto la registrazione di una grande quantità di dati negli anni (in costante aumento). E’ quindi possibile caratterizzare l’attenuazione degli effetti macrosismici in funzione della regione sismogenetica e dell’assetto tettonico. 3a.2 Obiettivi Non ostante il grande interesse dell’argomento e la ricchezza di interpretazioni prodotte in letteratura, ci sono a tutt’oggi molti problemi aperti. L’influenza a grande distanza va considerata come normale o è legata a particolari condizioni (presenza di fluidi) ? C’è un limite all’area di influenza di un evento, come varia? Dipende dalla magnitudo e dal tempo trascorso dall’evento principale? E’ corretta la tradizionale suddivisione della sismicità in main-after-shocks e sismicità di fondo? E’ necessaria la corretta interpretazione del fenomeno sismico considerando in modo simultaneo e combinato l’aspetto spaziale e temporale. Ci proponiamo di quantificare questo aspetto per meglio descrivere i range spazio-tempo per trovare dei vincoli utili alla modellazione del fenomeno. I dati macrosismici,provenienti da questionari basati sul web, daranno informazioni utili alla caratterizzazione dell’attenuazione del danno in funzione della magnitudo del terremoto, della distanza e della struttura geologica e tettonica dell’area. Ci proponiamo di definire aree di comportamento omogeneo nel territorio. 3a.3 Attività In questo progetto applicheremo un nuovo metodo statistico di analisi (Tosi et al., 2008), adatto ai point processes, e basato sulla correlazione spazio-temporale degli eventi. Analogamente agli altri autori, non suddivideremo a priori la sismicita’ in main e after-shocks. La sismicità verrà considerata come cataloghi sismici, sia a scala regionale che locale. Ogni catalogo sarà verificato statisticamente per definirne i limiti di completezza. Le correlazioni spaziotemporali saranno stimate. Per gli eventi maggiori saranno analizzate le sequenze per definirne 312 l’evoluzione spazio temporale. I range di influenza saranno delineati per una quantificazione spazio-tempo del trasferimento di stress. Analisi statistiche spaziali e multivariate saranno sviluppate e applicate ai dati di intensità macrosismica. Tutti i risultati saranno confrontati con gli assetti sismotettonici per fornire quantificazioni utili alla modellazione. 3a.4 Metodologia Si definisce come integrale di correlazione combinato nello spazio e nel tempo la seguente: Cc (r,τ ) = (( N −1 N 2 ∑ ∑ Θ r − xi − x j N ( N − 1) i=1 j=i+1 ) ⋅ Θ (τ − t − t )) i j . Questa generalizzazione dell’integrale di correlazione si può applicare a qualsiasi fenomeno descritto da un insieme di dimensioni non comparabili. L’applicazione alla sismicità implica a un’analisi simultanea a quattro dimensioni (tre spaziali e una temporale) calcolandone le interdistanze tra tutte le coppie possibili. Si definiscono quindi le correlazioni combinate nello spazio e nel tempo rispettivamente (e le loro local slope) come: dt (r,τ ) = ( ), D (τ ) = lim d (r,τ ) ∂ log Cc r,τ ∂ log τ e come ds (r,τ ) = t τ →0 t ( ), D (r) = lim d (r,τ ) ∂ log Cc r,τ ∂ log r s r→0 s d d Nell’ipotesi di eventi distribuiti random e senza connessioni tra spazio e tempo, t e s saranno costanti nei loro range di definizione r e τ , pari ai valori dimensionali del loro embedding space. Verrà usato il catalogo del bollettino INGV, anni 1983-presente. Il kriging e la modellazione del semivariogramma sono stati applicati ai dati di intensità macrosismica. L’attenuazione può essere valutata in modo più accurato per la separazione dei componenti del segnale (rumore, corte e grandi distanze). Il semivariogramma sperimentale (e.s.) si definisce come: ∑ ∑ γ (l) = n fi i=1 j=1 ⎡ I ( X i ) − I ( X j )⎤ ⎣ ⎦ 2 2∑ i=1 f i n X f dove I è l’intensità macrosismica al punto X , l è la distanza tra i punti X i e j , i è il numero di punti a distanza l da relazione power-law, X i e n è il numero totale dei punti. Se e.s. è approssimabile con una γ (l) = kl α i dati sono invarianti di scala nel range di distanza D= E− lmax con la dimensione frattale D legata ad α α 2 , dove E = 3 è la dimensione dello spazio che contiene il fenomeno. La stima dell’intensità derivante dal kriging Iö ad uno specifico punto nello spazio è data da essenzialmente dalla media dei dati disponibili nell’intorno: n Iö = ∑Wi I i i=1 I W dove i è il peso del kriging assegnato al punto originale di intensità i e n è il numero dei dati W originali ad una certa distanza dal punto Iö. i derivano dal semivariogramma, risolvendo la ⎡ A⎤ ⋅ ⎡W ⎤ = ⎡ B ⎤ seguente equazione matriciale ⎣ ⎦ ⎣ ⎦ ⎣ ⎦ , A e B derivano dal semivariogramma. 313 La stima del valore dal block kriging Iöb è la media di tutti i m punti di kriging valutati nel blocco, 1 m Iöb = ∑ Iök m k =1 n Gli errori della stima sono, rispettivamente per il kriging ordinario e block: sb2 = m n s 2 = ∑Wi ⎡⎣ I i − Iö⎤⎦ i=1 2 e m 2 2 1 1 Wki ⎡⎣ I i − Iök ⎤⎦ + ∑ ⎡⎣ Iöb − Iök ⎤⎦ ∑ ∑ m k =1 i=1 m k =1 . 3a.5 Cronoprogramma I Fase Semestre 1 Attività 1 Definizione cataloghi sismici Attività 2 Definizione dati macrosismici ... II 2 1 2 Analisi cataloghi sismici Analisi spazio temporale delle sequenze Comparazione dei risultati con i partner del progetto Analisi dati macrosismici - - Definizione di aree con anomalie dell’attenuazione macrosismica - Scrittura reports - 4a. Prodotti report e dati su: Definizione delle sequenze principali: range spazio-temporali. Time period 1983-present. Caratterizzazione spazio temporale della sismicità della regione italiana. Caratterizzazione dell’attenuazione macrosismica: definizione di aree anomale. 5. Interazioni con altri Enti/Istituzioni - 6. Possibili interazioni con altri Progetti DPC (indicare quali progetti) - Description of Contribution – English version 3b.1 State of the art Following a seismic event, stress is likely redistributed because a sequence occurrence brings the medium to a new dynamic equilibrium. This interpretation requires clarification of several issues; one of them is the triggering of earthquakes. Short-range triggering (at a distance of the order of seismic-source dimension) may be sufficiently justified by stress changes induced by the mainshock. Long-range triggering is a more controversial topic, with arguments of both physical and statistical nature. Experimentally, some authors have recognized long-range triggering in real data 314 (Hill et al., 1993), most cases come from geothermal sites (Husen et al., 2004), but there are even examples in non-volcanic areas (Brodsky et al., 2000). Godano et al. (1999) have shown, through a statistical approach, that for a seismic de-clustered catalogue to reach a complete Poissonian behavior it is not sufficient to remove only seismic events close in space after a main event, but it is necessary to exclude long-distance short-time seismic activity too. Others have proposed physical explanations, including Coulomb-stress modifications (King et al., 1994; Stein et al., 1994; Stein, 1999, Melini et al., 2002; Marzocchi et al., 2003) and multiple stress transfer (Ziv, 2006). Statistically, an interesting class of models has been proposed invoking, for example, a cellularautomata-like behavior of the crust, considered in a critical state (Bak and Tang, 1989). Several authors have attempted to find space-time influence ranges after big main shocks in specific regions and in worldwide catalogues. Influence regions of the order of 100 km from main shocks are likely to occur (e.g., Gasperini and Mulargia, 1989; Reasenberg, 1999). Interestingly, for the largest earthquake of last century, Lomnitz (1996) found very long-range correlation and a gap around 300 km partly explained with a directional effect due to source geometry. Huc and Main (2003) and Marsan and Bean (2003) addressed the issue of stress diffusion at global level. They found that the mean triggering distance increases with time very slowly when compared with a normal diffusion process. Marsan et al. (2000) investigated space-time relations of scale-invariance of seismicity in three seismic catalogues differing in space and time ranges. They pointed out that space and time should not be considered separately, but rather the spatial correlation structure is evolving in time. This implies migration of aftershocks away from the main shock. It takes the form of a power-law growth with a small diffusion exponent indicating a sub-diffusive process. Regarding effects on surface, we manage the online procedure to collect information on effects felt by people during a seismic event since 2000. This web based tool is able to collect a huge amount of data over the years. It is possible to characterize areas of damages attenuation in function of the seismogenic region and tectonic setting. 3b.2 Goals Despite the wide interest and the richness of interpretations stimulated by these topics, there are still open issues. Should long-range triggering be considered to be a normal process, or rather it is a rare occurrence limited to particular conditions (as for example the presence of fluids)? Is there a limit of the influence area of an event? Does it depend on the magnitude and elapsed time? Is the traditional division of seismicity into main, after and background real or only necessary for a better comprehension of the phenomenon? To address these questions it is important to consider the spatial and temporal aspects of the seismic process simultaneously, in a combined way. We aim to quantify the space-time range influence of seismic events in order to give more precise constrains to physical modeling. Macroseismic data, as collected through www based methods, will give information on the characterization of damage attenuation in function of epicentral magnitude, distance and tectonic setting of the area. We aim to define areas with homogeneous behavior in the region. 3b.3 Activity In this project we apply a novel method of analysis (Tosi et al., 2008), suitable to point processes and based on space-time correlations among earthquakes. Like the previously cited authors, we do not separate seismicity into main and aftershocks. Seismicity will be collected as seismic catalogues, both at regional scale that at local one. Each catalogue will be statistically tested in order to set its limits of completeness. Space-time correlation will be estimated for each catalogue. For most important events the sequences will be statistically characterized, in order to define their space-time evolution. Influence ranges will be delineated with quantification in space and time of the stress transfer. Spatial and multivariate statistical analysis will be developed and applied to macroseismic intensity data. All results will be compared with tectonic setting of the region to find quantitative constrains to modeling. 3b.4 Metodology We define the space-time combined correlation integral as: 315 (( N −1 N 2 ∑ ∑ Θ r − xi − x j N (N − 1) i=1 j=i+1 Cc (r,τ ) = ) ⋅ Θ (τ − t − t )) i j . This generalization of the correlation integral can be applied to every phenomenon described by a set of dimensions with not comparable measurement units. The application to seismicity calls for a simultaneous analysis of four coordinates: three spatial and one temporal. As a consequence it will be possible to calculate inter-distances among events in both space and time units. We define the time correlation dimension dt (r,τ ) = ( ), D (τ ) = lim d (r,τ ) ∂ log Cc r,τ ∂ log τ t and the space correlation dimension ds (r,τ ) = Dt and its local slope dt as: τ →0 t , Ds with its local slope ( ), D (r) = lim d (r,τ ) ds as: ∂ logCc r,τ ∂ log r s r →0 s . Under the hypothesis of events distributed randomly and without any connection between space and time, both t and s would be constant for all r and τ , equal to the respective embedding dimension values. Kriging in connection with semivariogram modeling has been developed for macroseismic intensity analysis. Attenuation can be evaluated with better accuracy due to separation of error content. The experimental semivariogram (e.s.) is defined as: d ∑ ∑ γ (l) = d n fi i =1 j =1 ⎡ I ( X i ) − I ( X j )⎤ ⎣ ⎦ 2 2∑ i = 1 f i n where I is the macroseismic intensity at the point X , l is the distance between the points f X l from data are scale invariant inside the distance range lmax Xi and j , i is the number of points at distance e.s. can be well fitted with a power-law relation, X i and n is the total number of points. If γ (l) = kl α D= E− with fractal dimension D related to α α 2 , where E = 3 is the embedding dimension. The interpolated kriging estimate Iö at a specific spatial location is essentially a weighted average as of known neighbouring observations: n Iö = ∑Wi I i i =1 Wi is the kriging weight assigned to an original intensity point I i and n is the number of W data points inside a certain spatial distance from the location of Iö. i are derived from the ⎡⎣ A ⎤⎦ ⋅ ⎡⎣W ⎤⎦ = ⎡⎣ B ⎤⎦ where semivariogram, resolving the following matrix equation semivariogram. The interpolated kriging block estimate block, Iöb , A and B derive from the is the average of all m kriging-point estimates within the 1 m Iöb = ∑ Iök m k =1 316 n s 2 = ∑Wi ⎡⎣ I i − Iö⎤⎦ Estimation errors are, respectively for ordinary and block kriging: sb2 = m n m i =1 2 and 1 1 ∑ ∑W ⎡ I − Iö ⎤ + ∑ ⎡ Iö − Iö ⎤ m k =1 i=1 ki ⎣ i k ⎦ m k =1 ⎣ b k ⎦ . 2 2 3b.5 Timetable I Phase II 1 Semester 2 1 2 Activity 1 Definition seismic catalogues Analysis seismic catalogues Space-time analysis of sequences Comparison results with other project’s partners Activity 2 Definition macroseismic data Analysis macroseismic data Anomalous attenuation macroseismic areas definition Writing reports - - - - ... 4b. Deliverables Report and data files su: Definition of main sequences: space/time ranges. Time period 1983-present Spatio-temporal characterization of italian seismicity: definition of correlation and clustering ranges Definition of anomalous macroseismic attenuation zones 7. Piano finanziario (in Euro) 7.1. I fase Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 550 2) Spese per missioni 1000 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0 700 5) Spese per servizi 0 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 2700 550 Totale 5500 317 Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 7.2. II fase Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 450 2) Spese per missioni 1000 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 0 300 5) Spese per servizi 0 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 2300 450 Totale 4500 7.3. Totale Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 1000 2) Spese per missioni 2000 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0 1000 5) Spese per servizi 0 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 5000 1000 Totale 10000 318 Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b Convenzione INGV-DPC 2007-2009 Progetti sismologici Progetto S1 - AU C - Chiarabba Claudio Titolo: Administration of RU 2.01 (Chiarabba), RU 3.14 (Solarino) and RU 4.02 (Palombo) 1. Responsabile AU Claudio Chiarabba, Dirigente di Ricerca, INGV Curriculum vitae Luogo e data di nascita: Roma, 20 Marzo 1966 Titolo di Studio: Dottorato di Ricerca in Scienze della Terra presso l’Università di Roma La Sapienza, PhD in Earth Science, Rome University ''La Sapienza'' Interessi di Ricerca: - Geofisica e Sismologia di zone vulcaniche e geotermiche - Sismogenesi e sismotettonica del Mediterraneo - Geodinamica del Mediterraneo - Tomografia sismica - Strumentazione sismica, acquisizione ed elaborazione di dati digitali. Esperienza di lavoro: Dal Marzo 2000: Dirigente di Ricerca presso l’Istituto Nazionale di Geofisica (ora INGV) Da Ottobre 1998 a Febbraio 2000: Primo Ricercatore presso l’ING (ora INGV) Dal Maggio 1992 al 1998: Ricercatore a contratto presso l’ING (ora INGV) Pubblicazioni significative: Di Stefano R., C. Chiarabba, F. Lucente, and A. Amato,Crustal and uppermost mantle structure in Italy from the inversion of P-wave travel times: Geodynamic implications, Geophysical Journal Int., 139. 483-498, 1999. Chiarabba C., Jovane L., Di Stefano R., A new look to the Italian seismicity: seismotectonic inference, Tectonophysics, 395, 251-268, 2005. Di Stefano, R., E. Kissling, F. Alderson, P. Baccheschi, C. Chiarabba, Automatic seismic phase picking and consistent observation error assessment: application to Italian Seismicity, Geophys. J. Int, 165(1), 121-134, 2006. Bagh, S., L. Chiaraluce, P. De Gori, M. Moretti, A. Govoni, C. Chiarabba, P. Di Bartolomeo, M. Romanelli (2007) Background seismicity in the Central Apennines of Italy:The Abruzzo region case study, Tectonophysics, doi:10.1016/j.tecto.2007.08.009. Chiarabba C., De Gori P., F. Speranza, The Southern Tyrrhenian Subduction Zone: Deep geometry, magmatism and Plio-Pleistocene evolution, Earth and Planet. Sci. Lett., in press. 2. Goals The purpose of this AU is to administer RU 2.01 (Chiarabba), RU 3.14 (Solarino) and RU 4.02 (Palombo). The goals, methodology, activity, products, and economical tables are found in the related RU forms. In the following tables a synthesis of the financial plan including all the RU is presented. 319 7. Piano finanziario (in Euro) 7.1. I fase Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 2100 2) Spese per missioni 8700 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 5100 5) Spese per servizi 500 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 2500 Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 0 2100 Totale 21000 7.2. II fase Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 2000 2) Spese per missioni 11000 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 4500 5) Spese per servizi 500 0 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 0 2000 Totale 20000 320 Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 7.3. Totale Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 4100 2) Spese per missioni 19700 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 9600 5) Spese per servizi 1000 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 2500 0 4100 Totale 41000 321 Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b Convenzione INGV-DPC 2007-2009 Progetti sismologici Progetto S1 - RU 2.01 - Chiarabba Claudio (Task B; AU C) Titolo: Aggiornamento del catalogo sismico italiano (2003-2007): Catalogo della Sismicità Italiana CSI versione 2.0 1. Responsabile UR Claudio Chiarabba, Dirigente di Ricerca, INGV Curriculum vitae Luogo e data di nascita: Roma, 20 Marzo 1966 Titolo di Studio: Dottorato di Ricerca in Scienze della Terra presso l’Università di Roma La Sapienza, PhD in Earth Science, Rome University ''La Sapienza'' Interessi di Ricerca: - Geofisica e Sismologia di zone vulcaniche e geotermiche - Sismogenesi e sismotettonica del Mediterraneo - Geodinamica del Mediterraneo - Tomografia sismica - Strumentazione sismica, acquisizione ed elaborazione di dati digitali. Esperienza di lavoro: Dal Marzo 2000: Dirigente di Ricerca presso l’Istituto Nazionale di Geofisica (ora INGV) Da Ottobre 1998 a Febbraio 2000: Primo Ricercatore presso l’ING (ora INGV) Dal Maggio 1992 al 1998: Ricercatore a contratto presso l’ING (ora INGV) Pubblicazioni significative: Di Stefano R., C. Chiarabba, F. Lucente, and A. Amato,Crustal and uppermost mantle structure in Italy from the inversion of P-wave travel times: Geodynamic implications, Geophysical Journal Int., 139. 483-498, 1999. Chiarabba C., Jovane L., Di Stefano R., A new look to the Italian seismicity: seismotectonic inference, Tectonophysics, 395, 251-268, 2005. Di Stefano, R., E. Kissling, F. Alderson, P. Baccheschi, C. Chiarabba, Automatic seismic phase picking and consistent observation error assessment: application to Italian Seismicity, Geophys. J. Int, 165(1), 121-134, 2006. Bagh, S., L. Chiaraluce, P. De Gori, M. Moretti, A. Govoni, C. Chiarabba, P. Di Bartolomeo, M. Romanelli (2007) Background seismicity in the Central Apennines of Italy:The Abruzzo region case study, Tectonophysics, doi:10.1016/j.tecto.2007.08.009. Chiarabba C., De Gori P., F. Speranza, The Southern Tyrrhenian Subduction Zone: Deep geometry, magmatism and Plio-Pleistocene evolution, Earth and Planet. Sci. Lett., in press. 2. Personale dell’UR Nominativo (Cognome e Nome) Chiarabba Claudio Qualifica Dir. Ric Ente/Istituzione INGV 322 Mesi/Persona Mesi/Persona (personale non a carico del progetto) (personale a carico del progetto) I fase II fase 2 2 I fase II fase Castello Barbara Ric INGV 5 5 Di Stefano Raffaele Ric INGV 3 3 De Gori Pasquale Ric INGV 2 2 Chiaraluce Lauro Ric INGV 1 3 Lombardi Anna Maria Ric. INGV 0 0 Catalli Flaminia Ass. di ric. INGV 0 0 Sgroi Tiziana Ass. di ric. INGV 1 1 Descrizione del contributo - Versione italiana La necessità di creare dei cataloghi di sismicità strumentale per il periodo post-80 nasce già nell’ ambito dei progetti GNDT (Progetto esecutivo 1998, PE1998 e Programma Quadro 2000-2002-Terremoti probabili in Italia tra l’anno 2000 e il 2030). Essi costituiscono i dati di base fondamentali usati in tutte le stime di pericolosità e in tutte le valutazioni sull’andamento delle sequenze sismiche e i fenomeni di occorrenza. Il Catalogo Strumentale dei Terremoti Italiani CSTI (PE1998) era la realizzazione di un catalogo degli eventi sismici registrati sul territorio nazionale compresi tra il 1981 e il 1996. Tramite questo progetto si è arrivati al coordinamento dei gestori delle reti sismometriche più importanti in Italia e quindi all’integrazione dei dati afferenti da tutte le stazioni sismiche operanti sul territorio. Obiettivo importante nell’ambito del catalogo era anche la rivalutazione della magnitudo per i terremoti italiani. Il gruppo di lavoro per il Catalogo della Sismicità Italiana CSI, nel progetto successivo, ha implementato il data-set fino al 2002 sviluppando delle procedure per il processamento e post-processamento dei dati provenienti da tutte le reti sismiche, ai fini di nuove associazioni e localizzazioni. Ha inoltre acquisito il dataset delle Magnitudo Locali calcolate dal Med-Net data-center dal 1996 al 2002 come dato di base centrale per la stima della magnitudo per i terremoti italiani e la rivalutazione della magnitudo da durata ai fini dell’omogeneità del catalogo. Attualmente il Catalogo della Sismicità Italiana CSI è aggiornato alla versione 1.1. Questa versione contiene le localizzazioni ottenute dall’integrazione dei dati di arrivo delle fasi delle reti sismiche permanenti in Italia (rete nazionale, reti regionali e locali) per gli anni 1981-2002 (Chiarabba et al. 2005). Le magnitudo del catalogo includono ML calcolate da registrazioni Wood-Anderson sintetici di stazioni della rete MedNet e magnitudo calcolate dalla durata del segnale attraverso regressione ML-durata calibrata sul data-set di ML e stima di correzioni alle stazioni. (Castello et al. 2007). Per i terremoti profondi (h > 35 km) più forti, sono attribuite Mw o Mb da cataloghi internazionali (ISC, NEIC). L’aggiornamento del catalogo CSI al 2007 prevede come dati di partenza i bollettini dei vari istituti gestori delle reti anni 2003-2006 , le ML calcolate in collaborazione con il MedNet data-centre, le ML calcolate dai dati della Rete Sismica Nazionale, Mw o Mb provenienti dai cataloghi e bollettini internazionali di sismicità. Il metodo attualmente prevede per la localizzazione degli eventi alcuni step: 1) conversione dei bollettini dei vari istituti nel formato unico PHS del programma Hypoellipse 2) associazione delle fasi 3) localizzazione con procedure ottimizzate 4) post- processamento degli ultimi due step per trovare errori di associazione La stima della magnitudo è mirata ad ottenere il miglior grado di omogeneità all’interno del catalogo. A questo scopo il data-set di partenza costituito da un numero elevato di ML MedNet (~5000 terremoti 19962002) ha permesso di calibrare una nuova regressione ML-durata per i dati del bollettino della Rete Sismica Nazionale. Pertanto attualmente il metodo prevede: 1) ulteriore estrazioni dati ML-MedNet tramite procedure automatiche di calcolo di ML e successivo controllo qualità del dato per gli anni 2003-2005 2) estrazione ML-Rete Sismica Nazionale dal Bollettino Sismico INGV per gli anni 2005-2007 ed eventuale procedure di calcolo sui dati del 2003-2005 tramite recupero delle forme d’onda 3) aggiornamento delle stime di correzione alle stazioni della RSN per l’applicazione della regressione MLdurata 4) applicazione delle procedura di calcolo delle magnitudo da durata, tramite regressione, agli eventi crostali della Rete Sismica Nazionale di cui non si ha una stima di ML calcolata 5) estrazione Mb o Mw per i terremoti profondi dai cataloghi internazionali 6) controlli incrociati con bollettini internazionali per verificare completezza M > 3.5 323 Castello B. , Olivieri M. , Selvaggi G.. (2007) "Local and duration magnitude determination for the Italian earthquake catalogue (1981-2002)". Bulletin of the Seismological Society of America, Vol. 97, No. 1B, pp. 128-139,February2007. Chiarabba C., Jovane L, and Di Stefano R. (2005) "A new view of Italian seismicity using 20 years of instrumental recordings", Tectonophysics, Vol 395/3-4 pp 251-268. 3a.2 Obiettivi - Aggiornamento del Catalogo della Sismicità Italiana CSI alla versione 2.0 (1981-2007) - Procedure di conversione dei vari formati arrivi di fase, associazione, localizzazione e post-processamento - Aggiornamento data-set correzioni di stazione per il calcolo Ml da durata alla configurazione attuale della Rete Sismica Nazionale - Completamento del data-set di ML calcolate da stazioni Broad Band (1996-2007) per i terremoti italiani 3a.3 Attività 1) Acquisizione dati - acquisizione tempi di arrivo delle fasi alle stazioni delle reti permanenti regionali tramite mail o sito web (preferibile) - acquisizione dati ML-Mednet, ML-ReteSismicaNazionale 2) Procedure di associazione e localizzazioni: - ottimizzazione delle procedure processamento dati - ottimizzazione modelli di velocità 1D e localizzazioni 3) Calcolo della magnitudo -verifica applicabilità della regressione ML-durata e della stima di correzione alle nuove stazioni della RSN -applicazione procedure per il calcolo della magnitudo da regressione Ml-durata -controlli incrociati ed estrazioni da cataloghi e bollettini internazionali per i terremoti profondi 4) Verifiche completezza del catalogo 3a.4 Metodologia Sostanzialmente verranno utilizzati gli stessi metodi e passaggi descritti in precedenza (3a.1). Verranno inoltre sviluppati e usati modelli di velocità 1D e residui di stazione regionali per migliorare le localizzazioni dei terremoti e integrati dati di stazioni temporanee. Un ulteriore miglioramento verrà verificato attraverso l’uso di modelli di velocità 3D a scala nazionale, una volta sperimentato la fattibilità in termini di tempi e costi di ray-tracing tridimensionali. Per il calcolo delle magnitudo verrà valutato inoltre il grado di incertezza associato alla stima di magnitudo. 3a.5 Cronoprogramma I Fase II Semestre 1 2 1 2 Attività 1 100 %- - - - Attività 2 30%- 80 %- - 100%- Attività 3 30%- 60 %- 90% 100%- 20 %- 40% 100%- Attività 4 4a. Prodotti (elencare i prodotti attesi evidenziando quelli di diretto interesse per DPC) 1) Data-base del catalogo CSI 2.0 omogeneo rispetto alla struttura precedente.e relativi metadati 2) Creazione geodatabase in ArcGIS: aggiornamento Carta della Sismicità in Italia 3) ArcGIS-Geodatabase con applicazioni in ArcReader per il rilascio del catalogo: cd-rom 4) Annals of geophysics: articolo + cd-rom 324 5) Nuovo sito web del CSI D1. 6 mesi: prima versione ottenuta per il periodo 2002-2007 con procedure omogenee di localizzazione e calcolo magnitudo, da verificare all’interno del progetto D2. 24 mesi: Catalogo sismico definitivo per il periodo 2002-2007: localizzazioni ipocentrali con modelli di velocità regionali, magnitudo controllate 5. Interazioni con altri Enti/Istituzioni (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) 6. Possibili interazioni con altri Progetti DPC (indicare quali progetti) (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) S4-Banca dati accelerometrica. La qualificazione sismologica dei nuovi eventi inseriti nel data-base (2005-2007) prevede l’individuazione dei parametri di localizzazione, magnitudo, sorgente associati alle registrazioni accelerometriche. Nel precedente progetto DPC - Banca dati accelerometrica (1972-2004) già il CSI1.1 e la versione preliminare CSI2.0 sono stati fonte primaria per l’individuazione dei suddetti parametri. S5-Test sites per il monitoraggio multidisciplinare di dettaglio Il catalogo CSI2.0 costituisce uno dei data-set di input per studi sul processo di genesi dei terremoti in Italia e i loro tassi di occorrenza e base di confronto per studi di dettaglio di questi processi. Inoltre siccome il catalogo CSI2.0 prevederà lo sviluppo di procedure di associazione di dati di reti temporanee, nel futuro l’integrazione nel catalogo dei dati maturati in S5 sarà realizzabile. Description of Contribution – English version The compilation of the Italian earthquake catalogue from early eighties up to nowadays is one objective achieved in previous projects funded by the Italian Civil Protection (GNDT-Executive project, 1998 and GNDT-Framework Program 2000-2002). Earthquake catalogues are the basic tools that furnish parametric data for seismic hazard evaluation, studies on evolution of seismic sequences and earthquake occurrence. The working group of the Italian earthquake catalogue CSTI (1981-1996) obtained the coordination of most important institutions managing permanent seismic networks operating on Italian territory. Since this first catalogue, it is possible to include P- and S-wave arrival times from national and regional seismic stations networks to be used for earthquake location all over Italy. The aim of CSTI working group was also to revaluate the Italian earthquakes magnitude. Successively, the Italian Seismic Catalogue CSI working group updated the phase arrivals data-set up to 2002 and created new procedures to associate the huge phase-arrivals data-set coming from independent permanent seismic networks. They also optimised a 1-D velocity model and parameters for earthquake location. Besides the aim of the CSI working group was to collect the whole ML data-set of Italian earthquakes computed from Mediterranean Very Broadband Seismographic Network (MedNet) data-centre from 1996 up to 2002. They used these data as input for a new calibration of ML-signal duration regression available for National Seismic Network seismic bulletin. At present, the most updated version of the Italian Seismic Catalogue (CSI) includes earthquakes up to 2002. This last version of the catalogue contains earthquake location from P-and S-wave phase arrivals obtained using all station readings of permanent networks in Italy, as the National Seismic Network and other regional-local networks (Chiarabba et al. 2005). Local magnitude is computed from synthetic WoodAnderson recordings of MedNet seismic stations. Otherwise duration magnitudes is estimated from seismicsignal durations, from linear regression between local magnitude calculated from MedNet and the corresponding seismic-signal durations at the National Seismic Network (RSN) with a station correction factor (Castello et al. 2007). For strongest deep earthquakes (z > 35 km) Mb or Mw from international catalogues (ISC, NEIC) are used. In this project, we will update the CSI up to 2007 by using in order: seismic bulletins sent to INGV from all institutions managing seismic networks during the period 2003-2007, ML computed in collaboration with the 325 MedNet data-centre, ML computed from the National Seismic Network recordings, Mw and Mb from International catalogues for strongest deep earthquakes. The methodology to locate earthquakes is at the present composed by different steps: 1) procedure to convert different file formats to PHS as input file of Hypoellipse program 2) procedure to associate phase arrivals from seismic stations 3) procedure to optimize location by using Hypoellipse program 4) procedures of post-processing to control the last two steps In order to compile the most homogeneous magnitude catalogue the CSI working group used the huge dataset of ML MedNet (~ 5000 earthquakes from 1996 up to 2002) and revaluated the ML-signal duration regression at National Seismic Network bulletin. The methodology follows these steps: 1) automatic procedures to compute ML from the whole MedNet data set (routinely used for regional earthquakes) and post-processing procedure for quality control (period 2003-2005) 2) extraction of ML from the Seismic Bulletin (routinely computed at INGV since 2005) and new computation of ML from RSN stations (2003-2005) 3) upgrade of station corrections data-set for the new stations in order to apply ML-seismic duration regression to crustal earthquakes (period 2003-2005) 4) extraction of Mb and Mw for strongest deep earthquakes from International catalogues 5) cross-checking with International catalogues to verify M > 3.5 completeness Castello B., Olivieri M , Selvaggi G.. (2007) "Local and duration magnitude determination for the Italian earthquake catalogue (1981-2002)". Bulletin of the Seismological Society of America, Vol. 97, No. 1B, pp. 128-139, February 2007. Chiarabba C., Jovane L, and Di Stefano R. (2005) "A new view of Italian seismicity using 20 years of instrumental recordings", Tectonophysics, Vol 395/3-4 pp 251-268. 3b.2 Goal -Update the Italian Seismic Catalogue CSI up to 2007 (version 2.0) -Procedures: different phase format conversion, phase association, location and post–processing controls -Update station corrections for National seismic network (RSN) -Complete data-set of ML computed on Broad Band stations for Italian earthquakes (1996-2007) 3b.3 Activity (with timetable for each phase) 1) Data acquisition 2) Association and location procedures 3) Magnitude computation 4) Completeness of catalogue checking 3b.4 Methodology The methodology we want to use is that described in 3a.1. Furthermore we will produce regional 1-D velocity model and station residuals, to improve earthquake location. Also data from seismic temporary station will be included. A further improvement will be the development of 3-D national velocity model as if possible in terms of time cost of ray-tracing 3-D. Uncertainties of magnitude estimates will be also included. 3b.5 Timetable I Phase II Semester 1 Activity 1 100% - - - Activity 2 20% 80% - 100% Activity 3 30% 60% 90% 100% 20% 40% 100% Activity 4 326 2 1 2 4b. Deliverables D1. 6 months: preliminar version of 2002-2007 catalogue, with localization and magnitude procedures. This result have to be verified within the project. D2. 24 months: final version of seismic catalogue. 7. Piano finanziario (in Euro) 7.1. I fase Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 1000 2) Spese per missioni 3500 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 0 2500 5) Spese per servizi 0 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 2000 1000 Totale 10000 7.2. II fase Categoria di spesa Importo previsto a 1) Spese di personale 2) Spese per missioni 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 2000 Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 800 0,00 4400 0,00 0 3000 2000 5) Spese per servizi 0 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 0 800 Totale 0,00 327 8000 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 7.3. Totale Categoria di spesa Importo previsto a 1) Spese di personale 2) Spese per missioni 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 2000 Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 1800 0,00 7900 0,00 0 3000 5) Spese per servizi 4500 0 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 2000 1800 Totale 0,500000 328 18000 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 Convenzione INGV-DPC 2007-2009 Progetti sismologici Progetto S1 - RU 3.14 - Solarino Stefano (Task C; AU C) Titolo Definizione delle caratteristiche delle strutture sismogenetiche in Mar Ligure 1. Responsabile RU Stefano Solarino, Primo Ricercatore INGV. - Breve CV Il dott. Stefano Solarino ha conseguito la laurea in Scienze Geologiche nel 1989 ed il titolo di Dottore di Ricerca in Geofisica nel 1994. E’ stato visiting scientist (in vari periodi dal 1995 al 1997) presso il United States Geological Survey di Menlo Park, California per completare uno studio sulla attività sismica recente e sulle relazioni con i terremoti storici della Long Valley Caldera. È stato ricercatore presso il Politecnico Federale di Zurigo dal 1998 al 1999. Ha ricoperto il ruolo di ricercatore presso l’Università di Genova dal Novembre 2001 al Marzo 2004, periodo nel quale è stato titolare dei corsi Sismologia e Sismologia applicata. Dal Marzo 2004 è Primo Ricercatore presso il Centro Nazionale Terremoti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. E’ autore di 37 pubblicazioni su riviste nazionali ed internazionali. Ha partecipato, anche in qualità di responsabile per la strumentazione, a numerose campagne di acquisizione sismica in terra o in mare. È stato tutore di numerose tesi di laurea e dottorato. Una delle tesi per le quali ha svolto la funzione di tutore ha vinto nel 2002 il premio intitolato alla memoria di Giampaolo Pialli. Svolge attività di divulgazione scientifica, nell’ambito della quale ha organizzato due mostre tematiche e ha partecipato a due edizioni di “Vedere la Scienza”. E’ stato responsabile della UR 18 nel progetto S2 DPC 2004-2006. - 5 pubblicazioni significative relative ai temi di ricerca del progetto Solarino S., Eva C. (in press) “T waves in Western Mediterranean Sea after May 21, 2003 Algerian earthquake”. Annals of Geophysics. Cassinis R. and Solarino S. (2006). "Seismicity and crustal structure in the italian region; a new review using a synthesis of DSS results and updated catalogues of earthquakes ". Bollettino di Geofisica Teorica ed Applicata, 47, 3, 481-496 Cevasco A., Eva C., Solarino S., Spallarossa D. (2003) " Stime di amplificazione locale da misure di microtremore sismico nella bassa Val Roja (Liguria Occidentale) " Italian Journal of Engineering Geology and Environment. 1, 1-12 Eva E., Solarino S., Spallarossa D. (2001). "Seismicity and crustal structure beneath the western Ligurian Sea derived from local earthquake tomography". Tectonophysics, 339, 495-510 Eva C., Augliera P., Eva E., Solarino S., Spallarossa D. (2000). "Sintesi delle conoscenze sulla sismotettonica della Liguria Occidentale ed influenza sui parametri di hazard". In : Le ricerche del GNDT nel campo della pericolosita’ sismica (1996-1999) 329 2. Personale dell’UR Nominativo (Cognome e Nome) Qualifica Solarino Stefano Primo ricercatore Eva Elena Scafidi Davide Ente/Istituzione Mesi/Persona Mesi/Persona (personale non a carico del progetto) (personale a carico del progetto) I fase II fase INGV - CNT 4 4 Ricercatrice INGV - CNT 4 4 Assegnista DipTeRis UNIGE 2 2 Pavan Mauro Tecnico liv. D DipTeRis UNIGE 2 2 Zunino Enzo Tecnico liv. D DipTeRis UNIGE 2 2 I fase II fase Descrizione del contributo - Versione italiana 3a.1 Stato dell'arte Il Mar Ligure è un bacino di recente oceanizzazione le cui caratteristiche tettoniche sono una Moho molto superficiale, un margine molto ripido e inciso da numerosi canyon sottomarini e la presenza di un sistema di faglie normali parallele alla costa (Eva et al., 1993). Sia la sismicità storica che quella strumentale mostrano che gli epicentri sono soprattutto concentrati nel settore occidentale e localizzati al piede del margine continentale. La più recente classificazione sismica ha inserito 31 comuni dell’area dell’imperiese in classe 2 (S=9). Tra i terremoti più importanti occorre certamente citare il terremoto di magnitudo 6.2-6.4 del 23 Febbraio 1887 che fu seguito da un maremoto di intensità Ambraseys 3, parzialmente documentato anche da dati mareografici (Eva e Rabinovich, 1997). Tuttavia anche l’attività recente è stata caratterizzata da eventi sismici di una certa rilevanza (sisma del 19 Luglio 1963, M=6.0), e studi preliminari sull’area hanno confermato la potenzialità della stessa. La struttura del Mar Ligure si presta infatti sia ad attività sismica tettonica che indotta a causa della particolare struttura a canyon della piattaforma continentale. Purtroppo gli studi sulla sismicità del Mar Ligure sono ostacolati dalla difficoltà tecnica ed economica di installare stazioni sismiche di fondo marino (Ocean Bottom Seismometers) e dalla scarsità di dati registrati dalle stazioni operanti in Corsica. Di fatto viene così a mancare uno degli elementi necessari per la affidabilità di una localizzazione, ovvero la omogenea copertura azimutale. Per ovviare a tale mancanza, è stata proposta una campagna di acquisizione dati di sismica attiva e passiva condotta all’interno di una collaborazione Italia-Francia. L’acquisizione dei dati sarà effettuata sia a terra che a mare e per un periodo rispettivamente di 10 giorni per la campagna di sismica a rifrazione e 6 mesi per quella di sismica passiva. Eva C., Rabinovich A.B., 1997. The February 23, 1887 tsunami recorded on the Ligurian coast, Western Mediterranean. Geophys. Res. Lett. , 24 : 2211-2214 Eva E., Chaumillon J., Deverchere J., 1993. Thickness of post-messinian sediments along the western ligurian margin. Atti del 12° Convegno Nazionale GNGTS, 549-558 330 3a.2 Obiettivi Le finalità principali dell’attività sono volte alla maggiore e più dettagliata conoscenza del Mar Ligure ma anche delle caratteristiche dei fuochi sismici nelle aree di confine, che spesso a causa di problemi nello scambio di dati risultano alquanto mal vincolati. In particolare sono obiettivi principali del progetto: - il modello mono-dimensionale di propagazione delle velocità P e S nel Mar Ligure occidentale (correttamente calibrato per rispondere ai vincoli imposti dalla conoscenza a priori dei tempi e del punto origine degli eventi sismici) - la determinazione della posizione degli eventi sismici che si verificheranno nel periodo di registrazione tramite l’utilizzo di tecniche di localizzazione di precisione (NONLINLOC e HypoDD), sia in mare che nelle zone di confine - il modello tomografico tridimensionale dell’area interessata dal progetto - il calcolo dei meccanismi focali degli eventi registrati tramite la tecnica dei primi arrivi - l’individuazione di possibili sorgenti tsunamogeniche 3a.3 Attività L’attività prevede la registrazione di dati di sismica passiva ed attiva in una area di circa 100 x 100 chilometri centrata sul confine tra la Francia e l’Italia. L’energizzazione delle parte attiva verrà svolta tramite scoppi di airgun lungo profili paralleli e perpendicolari alla costa, mentre la registrazione avverrà tramite OBS installati lungo il tragitto della nave e tramite stazioni (permanenti e mobili) installate nell’area di cui sopra. Al termine della fase attiva, una parte delle stazioni (sia a mare che in terra) proseguirà la registrazione per altri 6 mesi allo scopo di determinare le caratteristiche della sismicità passiva dell’area. Una volta ottenuto il database complessivo (registrazioni a mare ed in terra per l’intero periodo eventualmente completato con le registrazioni della rete nazionale e delle stazioni locali), sarà intrapresa l’attività di ricerca descritta al punto precedente. 3a.4 Metodologia Verranno applicate tecniche di inversione tomografica su terremoti locali, tecniche avanzate di localizzazione (NonLinLoc e Hypo-DD), tecniche di calcolo di meccanismi focali, tecniche di raytracing. 3a.5 Cronoprogramma I Fase II Semestre 1 2 1 2 Installazione di sismometri di fondo in mare e stazioni sismiche in terra X X - - Creazione del database - X X - Applicazione delle tecniche tomografiche, calcolo delle localizzazioni di precisione - - X - X X Calcolo di meccanismi focali ed individuazione del regime di stress 331 4a. Prodotti Mappa delle localizzazioni, modelli mono e tri-dimensionali, elenco di meccanismi focali 5. Interazioni con altri Enti/Istituzioni Come già accennato, al progetto partecipano Istituti di ricerca ed Università italiane e francesi. Nel dettaglio, sono coinvolti: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia Università degli Studi di Genova Géosciences Azur - CNRS Université Pierre & Marie Curie Observatoire Océanologique de Villefranche Géosciences Azur, CNRS/UNS/IRD/UPMC, Sophia Antipolis 6. Possibili interazioni con altri Progetti DPC (indicare quali progetti) (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) Description of Contribution – English version 3b.1 State of the art The main tectonic characteristics of the recent oceanic basin of the Ligurian Sea are a very shallow Moho, a very steep margin incised by numerous canyons and the presence of a normal fault system parallel to the coast (Eva et al., 1993). Both instrumental and recent seismicity show earthquake locations concentrated in the western side and close to the continental margin. The most important earthquake in the area occurred on February 23rd, 1887 : the magnitude for this event was estimated to be 6.2-6.4 and was then followed by a tsunami the effects for which were also recorded by tide gauges (Eva e Rabinovich, 1997). However, a few recent events (July 19th, 1963, M= 6.0) are noteworthy. The seismic potential of the Ligurian Sea is nowadays well accepted, and it is due to both tectonic and induced activity, the latter linked to the presence of the many canyons which may contribute to slumps and landslides. Unfortunately the exact position of the events is not known with precision due to the lack of Ocean Bottom Seismometers and data recorded in Corsica, where only a few seismic stations operate. The location of seismic events if thus biased towards the Ligurian coast. To partly overcome these shortage, an experiment to collect data on land and sea is proposed within a cooperation project between Italy and France. The experiment, that will consist in either an active, refraction seismology part and a passive part will last about 6 months. Data will be recorded by more than 30 stations, the half of which located in the sea. Eva C., Rabinovich A.B., 1997. The February 23, 1887 tsunami recorded on the Ligurian coast, Western Mediterranean. Geophys. Res. Lett. , 24 : 2211-2214 Eva E., Chaumillon J., Deverchere J., 1993. Thickness of post-messinian sediments along the western ligurian margin. Atti del 12° Convegno Nazionale GNGTS, 549-558 3b.2 Goals The main goals are a better and more detailed knowledge of the seismogenic structures of the Ligurian Sea but some attention will also be devoted to seismic events occurring in between Italy and france. In particular, the main expected results are: - a one dimensional model of the P and S velocity propagation of the western Ligurian Sea, properly constrained with the active data (time breaks and location of the shot) - the location of seismic events occurring during the experiment by using precise location techniques (Hypo-DD and LonLinLoc - a three dimensional, tomographic model of the area of study - the computation of focal mechanisms with the first onset 332 - the recognition of (possibly) tsunamogenic structures 3b.3 Activity (with timetable for each phase) The first semester of the first year of activity will be devoted to the installation of seismic stations and the recording of data. The second semester will instead be used to merge the comprehensive database (italian and french data, active and passive parts, including national and local networks). The second year will be devoted to the research activity. 3b.4 Methodology The main methodologies applied will be : inversion of one and three dimensional databases, ray tracing, precise location techniques, computation of focal mechanisms. 3b.5 Timetable I Phase II Semester 1 2 1 2 Installation of OBS in the Ligurian Sea and seismic stations onshore X X - - Merging of Italian and French OBS data with national and local networks - X X - One dimensional and three dimensional models, precise earthquake locations Computation of fault plane solutions and stress regime X - - X X 4b. Deliverables Table of earthquake data (phase readings) recorded during the OBS and land campaign in the Ligurian Sea Table of earthquake locations recorded during the OBS campaign in the Ligurian Sea (in collaboration with RU 2.01 1-D and 3-D tomographic models of Ligurian Sea (in collaboration with RU 2.02) Table of fault plane solutions 7. Piano finanziario (in Euro) 7.1. I fase Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 400 2) Spese per missioni 3200 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0 0 333 Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 5) Spese per servizi 0 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 0 400 Totale 0,00 4000 Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 7.2. II fase 1) Spese di personale 400 2) Spese per missioni 3200 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 0 0 5) Spese per servizi 0 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 0 400 Totale 4000 7.3. Totale Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 800 2) Spese per missioni 6400 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 5) Spese per servizi 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 800 Totale 8000 334 Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b Convenzione INGV-DPC 2007-2009 Progetti sismologici Progetto S1 - RU 4.02 - Palombo Barbara (Task B; AU C) Titolo Parametri di sorgente di terremoti storici italiani significativi elaborati dal Progetto SISMOS 1. Responsabile RU 4.02 Barbara Palombo, Ricercatore INGV Curriculum vitae et studiorum Luogo e data di nascita: Bologna, 18 Febbraio 1962. Residenza e domicilio: Via dei Minatori n.10, 00143 Roma (RM), tel. +39 065015598. Stato civile: nubile. Cittadinanza: italiana. Diploma di laurea in Fisica. Dal 1990 svolge attivita’ di ricerca presso INGV e dal 1999 svolge servizio a tempo indeterminato con la qualifica di Ricercatrice (III livello), nell’ambito del progetto “SISMOS, dove attualmente coordina le attivita’ di ricerca. Partecipa al Servizio di Sorveglianza Sismica da marzo 2001. E’ stata Responsabile del centro elaborazione dati dell’unità funzionale SISMOS dal 2001 al 2004. Ha svolto Attività di Docenza nell’ambito del Corso di Formazione per O.T.P. del Progetto SISMOS presso Finsiel, 4-5 giugno 2001. Partecipa dal 2002 al progetto triennale: “Terremoti storici importanti in Italia: recupero, riproduzione ed analisi di documenti e sismogrammi”. Contribuisce alla realizzazione del programma TESEO2 per la vettorializzazione di sismogrammi storici con reti neurali. Ha collaborato nei progetti Tromos ed Euroseismos Partecipa al progetto INGV-DPC S4 nel 2006- 2007. Pubblicazioni su riviste internazionali Batllo’ J., Stich D., Palombo B., Macia R., Morales J. (2008). The 1951 , Mw 5.2 and 5.3, Jaen (S-Spain) earthquake doublet revisited. n. 2007038 BSSA. Pino, N. A., B. Palombo, G. Ventura, B. Perniola, and G. Ferrari (2008), Waveform modeling of historical seismograms of the 1930 Irpinia earthquake provides insight on 'blind' faulting in Southern Apennines (Italy), J. Geophys. Res., doi:10.1029/2007JB005211. Giardini D., Palombo B., Pino N.A. (1995). Long-period modelling of MedNet waveforms for the december 13, 1990 eastern Sicily earthquake. Annali di Geofisica, 38, n.2, 267-282. Giardini D., Malagnini L., Palombo B., Boschi E. (1994). Broad-band moment tensor inversion from single station, regional surface waves: the 1990, NW-Iran earthquake sequence. Annali di Geofisica, 37, n.6, 1645-1657. Giardini D., Boschi E., Palombo B. (1993). Moment tensor inversion from MedNet data (2) regional earthquakes of the Mediterranean. Su Geophysical Research Letters, vol. 20, n. 4, 273-276 335 2. Personale della RU Nominativo (Cognome e Nome) Qualifica Ente/Istituzione Mesi/Persona (personale non a carico del progetto) Mesi/Persona (personale a carico del progetto) I fase II fase I fase II fase Bernardi Fabrizio Ricercatore INGV 0 0 - - Ferrari Graziano Dirigente di Ricerca INGV 1 1 - - Hunstad Ingrid Ricercatore INGV 3 3 - - Palombo Barbara Ricercatore INGV 3 4 - - Descrizione del contributo - Versione italiana 3a.1 Stato dell'arte Lo studio dei più forti terremoti ha permesso di chiarire le proprietà fondamentali della sorgente sismica e del processo di propagazione delle onde sismiche. Tuttavia, a causa dei lunghi tempi di ricorrenza, i forti terremoti italiani registrati in forma digitale comprendono soltanto una piccola frazione della totalità dei terremoti registrati da strumenti sismici. Durante gli ultimi 20 anni la disponibilità di sistemi di registrazione digitali ha cambiato radicalmente i metodi di analisi dei dati sismici. Grazie all’utilizzo di sofisticate tecnologie di riproduzione digitale e di software specifici per la vettorializzazione e conversione in formati di uso corrente (esempio SAC) delle forme d’onda analogiche cartacee, è oggi possibile lo studio dei maggiori terremoti storici del XX secolo con le stesse tecniche applicate ai dati digitali. Tali tecniche si avvalgono di combinazioni di hardware, software ed esperienze che a livello internazionale sono disponibili solo presso SISMOS, dove sono attive da oltre 8 anni la raccolta e la scansione digitale sistematica di sismogrammi dei maggiori terremoti italiani ed euro-mediterranei. Bibliografia: DISS Working Group (2006), Database of Individual Seismogenic Sources (DISS), Version 3.0.2: A compilation of potential sources for earthquakes larger than M 5.5 in Italy and surrounding areas, http://www.ingv.it/DISS/. Ferrari, G., and N.A. Pino (2003), Euroseismos 2002-2003, A project for saving and studying historical seismograms in the euro-mediterranean area, Geophys. Res. Abs., 5, 05274. Lomax, A. (2005), A reanalysis of the hypocentral location and related observations for the great 1906 California earthquake, Bull. Seismol. Soc. Am., 95, 861-877, doi:10.1785/0120040141. Ritter, J.R.R. (2002), On the recording characteristics of the original Wiechert seismographs at Göttingen (Germany), J. of Sesimol., 6, 477-486. Snoke, J.A., (2003), FOCMEC: FOcal MEChanism determinations, in International Handbook of Earthquake and Engineering Seismology, edited by W.H.K. Lee et al., Chapter 85.12, Academic Press, San Diego. 3a.2 Obiettivi L’obiettivo dell'attività di ricerca del progetto SISMOS è quello di estrarre la massima informazione contenuta nei dati strumentali storici per poter meglio studiare importanti terremoti del XX secolo. Nella selezione degli eventi si terrà conto del numero e della qualità delle registrazioni disponibili nel database di SISMOS. Verranno determinati i principali parametri degli eventi: localizzazione, magnitudo (Ms e Mw) e meccanismo focale. S’intende prestare particolare attenzione anche alla stima della dimensione della frattura, compatibilmente con la qualità delle registrazioni storiche disponibili nell’arco di durata del progetto. Questo approccio permetterà di integrare e migliorare la conoscenza della sismogenesi delle aree considerate, soprattutto dove la sola sismicità contemporanea non consente di evidenziare strutture tettonicamente attive, e di studiare lo stile di deformazione e le proprietà di rilascio sismico delle aree in studio. Lo studio si focalizzerà su alcuni degli eventi più significativi della storia sismica italiana, con 336 particolare riguardo alla fascia Adriatica, alla Calabria e al Lazio Centrale (terremoto di Anzio del 22 ottobre 1919). 3a.3 Attività Attività 1 – Selezione terremoti da studiare Attività 2 – Recupero sismogrammi e parametri strumentali Attività 3 – Vettorializzazione Attività 4 – Analisi dati e modellazione 3a.4 Metodologia Dai sismogrammi registrati su supporto cartaceo si ottengono con appositi software e attrezzature e immagini raster digitali che verranno successivamente vettorializzate (software Teseo2, http://sismos.rm.ingv.it/teseo/) e trasformate in formato di uso corrente (es. formato SAC). Viene poi effettuata la localizzazione di ogni evento selezionato utilizzando il programma NonLinLoc (Lomax 2005); stimata la magnitudo MS e la magnitudo momento considerando l’ampiezza spettrale dello spostamento dedotto dalla correzione delle registrazioni disponibili (Brune 1970, 1971); calcolato il meccanismo focale con le polarità a disposizione (FOCMEC, Snoke 2003). 3a.5 Cronoprogramma Fase I Semestre 1 Attività 1 X Attività 2 X II 2 1 2 X X Attività 3 X X X Attività 4 X X X 4a. Prodotti Verranno fornite con cadenza semestrale tabelle dei principali parametri calcolati (localizzazione, magnitudo, meccanismo focale, ratei di deformazione sismica e geodetica), accompagnate da una breve relazione sulla affidabilità delle stime, in relazione alla quantità e alla qualità dei dati disponibili. Saranno inoltre indicate le prospettive di miglioramento dei risultati attese nelle successive fasi del progetto. 5. Interazioni con altri Enti/Istituzioni Da definire 6. Possibili interazioni con altri Progetti DPC (indicare quali progetti) Da definire 337 Description of Contribution – English version 3b.1 State of the art The study of large earthquakes have shed light on fundamental properties of the earthquakes source and of the wave propagation process. Due to their long occurrence time, however, strong earthquakes recorded in digital form comprise only a small fraction of the bulk recorded by seismic instruments. During the past 20 years the availability of digital recording systems of seismological data has changed radically the methods of analysis of numerical seismology. Thanks to highly sophisticated digitizing technologies, of specific software for seismogram vectorization and conversion in binary format (ex. SAC format) of paper record seismograms is nowadays possible the study of the largest historical earthquakes of the twentieth century with the same techniques applied to digital data. These techniques use different hardware, software and knowledge only available among the international scientific community in the SISMOS Center, where in the last eight years have been retrieved and digitizing the analog recordings of major historical Italian and euromediterranean earthquakes. Bibliografia: DISS Working Group (2006), Database of Individual Seismogenic Sources (DISS), Version 3.0.2: A compilation of potential sources for earthquakes larger than M 5.5 in Italy and surrounding areas, http://www.ingv.it/DISS/. Ferrari, G., and N.A. Pino (2003), Euroseismos 2002-2003, A project for saving and studying historical seismograms in the euro-mediterranean area, Geophys. Res. Abs., 5, 05274. Lomax, A. (2005), A reanalysis of the hypocentral location and related observations for the great 1906 California earthquake, Bull. Seismol. Soc. Am., 95, 861-877, doi:10.1785/0120040141. Ritter, J.R.R. (2002), On the recording characteristics of the original Wiechert seismographs at Göttingen (Germany), J. of Seimol., 6, 477-486. Snoke, J.A., (2003), FOCMEC: FOcal MEChanism determinations, in International Handbook of Earthquake and Engineering Seismology, edited by W.H.K. Lee et al., Chapter 85.12, Academic Press, San Diego 3b.2 Goals SISMOS main research aim is to exploit the information contained in the historical seismograms to study important earthquakes of twentieth century. During the phase of event selection will be considered the quantity and the quality of the available recordings in the SISMOS database. The main source parameters will be estimated: localization, magnitude (Ms and Mw) and focal mechanism. The attention will be focused on the estimate of the length of the fault, concerning the quality of the historical recordings available within the duration of the project. This approach will allow a better understanding of the knowledge of the seismogenesis of the considered areas, particularly where the contemporaneous seismicity is not able to show tectonically active structures and to study the style of deformation and the properties of moment rate of the studied area. The study will focus on the more remarkable events of the Italian seismic history, with particular attention on the Adriatic coast, Calabria and Central Latium (Anzio earthquake, October 22th 1919). 3b.3 Activity Activity 1 – Selection of earthquakes to be studied Activity 2 – Retrieving of paper recordings and instrumental parameter Activity 3 –Seismograms vectorialization Activity 4 – Data analysis and modeling. 3b.4 Metodology From analog recordings raster images can be obtained through the use of specific software and scanner with special resolution. These images will eventually vectorialized (software Teseo2,http://sismos.rm.ingv.it/teseo/) and converted in binary format (SAC). For each selected events the localization will be calculated with the program NonLinLoc (Lomax 2005), the magnitude Ms will be estimated, for the Mw estimate will be considered the displacement amplitude spectra (Brune 1970, 1971); the focal mechanism will be calculated with the available polarities for both the instruments and the seismograms (FOCMEC, Snoke 2003). 338 3b.5 Timetable Phase I Semester 1 Activity 1 X Activity 2 X II 2 1 2 X X Activity 3 X X X Activity 4 X X X 4b. Deliverables Tables of the main estimated seismic parameters will be delivered every six months (location, magnitude, focal mechanism, seismic and geodetic deformation rates), with a short report on the parameters reliability dependent on the quantity and quality of the available data. The expected perspectives of improvement of the results in the subsequent phases of the project will be indicated. 7. Piano finanziario (in Euro) 7.1. I fase Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 700 2) Spese per missioni 2000 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 2600 5) Spese per servizi 500 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 500 0 700 Totale 7000 339 Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 7.2. II fase Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 800 2) Spese per missioni 3400 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 2500 5) Spese per servizi 500 Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 0 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 0 800 Totale 8000 7.3. Totale Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 1500 2) Spese per missioni 5400 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 5100 5) Spese per servizi 1000 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 500 0 1500 Totale 15000 340 Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b Convenzione INGV-DPC 2007-2009 Progetti sismologici Progetto S1 - RU S.01 - Gasperini Paolo (Task B) Titolo Studio delle proprieta’ statistiche di occorrenza dei terremoti in Italia 1. Responsabile UR Paolo Gasperini, Professore straordinario, Dipartimento di Fisica, Universita’ di Bologna. Nato il 2/9/1954. Laureato in Fisica all’Universita’ di Bologna. Nel 1982 entra in servizio come Collaboratore Tecnico Professionale e successivamente come Ricercatore dell’Istituto Nazionale di Geofisica. Dal 1992 e’ professore associato di Geofisica della Terra solida, prima all’Universita’ di Firenze, quindi dal 1995, all’Universita’ di Bologna. Dal 2007 e’ professore straordinario della stessa materia presso l’Universita’ di Bologna. E’ stato titolare dei corsi di insegnamento universitari di Fisica Terrestre, Sismologia, Geofisica Marina, Sismologia Sperimentale e Geofisica Computazionale. E’ membro del Collegio dei docenti del Corso di Dottorato in Geofisica presso l’Universita’ di Bologna. E’ stato responsabile di numerose unita’ di ricerca in progetti MIUR 60%, 40%, Prin/Cofin, ASI e CNR. E’ stato Coordinatore di sottoprogetto del Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti (GNDT) per i Progetti Esecutivi 97 e 98. E’ stato proponente e Coordinatore di un progetto finanziato per complessivi 3 anni nell’ambito del Programma Quadro 2000-2002 del GNDT. E’ autore di oltre 130 articoli scientifici che hanno ricevuto complessivamente oltre 700 citazioni (indice H=15). Pubblicazioni piu’ significative per il progetto: Gasperini P., Bernardini F., Valensise G. and Boschi E. (1999). Defining seismogenic sources from historical felt reports, Bull. Seism Soc. Am., 89, 94-110. Gasperini P, Local magnitude revaluation for the Italian recent earthquakes (1981-1996) (2002). J. Seism., 6:, 503-524. Vannucci G. e Gasperini P., A database of revised fault plane solutions for Italy and surrounding regions (2003). Computers and Geosciences, 29/7, 903-909. Gasperini P. e Lolli B. (2006). Correlation between the parameters of the aftershock rate equation: implications for the forecasting of future sequences. Phys. Earth Plan. Int., 156/1-2, 41-58, 2006. Pasolini C., D. Albarello, P. Gasperini, V. D’Amico, B. Lolli, (2008). The attenuation of seismic intensity in Italy part II: modeling and validation, Bull. Seism Soc. Am., in stampa. 2. Personale dell’UR Nominativo (Cognome e Nome) Gasperini Paolo Qualifica Prof. Straord. Lolli Barbara Assegnista Vannucci Gianfranco Ricercatore Ente/Istituzione Dip. Fisica, Univ. Bologna Dip. Fisica, Univ. Bologna INGV Bologna 341 Mesi/Persona Mesii/Persona (personale non a carico del progetto) (personale a carico del progetto) I fase II fase 5 5 7 7 1 1 I fase II fase Tripone Daniele Dottorando INGV Bollogna 1 1 Dal Forno Giulio Assegnista Dip. Fisica Univ. Bologna 1 1 Descrizione del contributo - Versione italiana 3a.1 Stato dell'arte L’occorrenza dei terremoti e’ descrivibile come un processo stocastico alimentato dai moti tettonici in cui ogni evento altera lo stato del sistema ed in cui lo stato iniziale e’ sconosciuto. Su base sperimentale la distribuzione dei terremoti nel tempo e nell’energia viene riconosciuta seguire leggi di scala quali le leggi di Omori e Gutenberg-Richter. Queste evidenze suggeriscono che i terremoti rappresentino un esempio di fenomeno criticamente auto-organizzato (SOC) che si evolve spontaneamente in un processo globalmente stazionario ma localmente caratterizzato da dinamiche non lineari (Main, 1996). I modelli teorici oggi disponibili (Dieterich, 1994) permettono riprodurre approssimativamente alcune delle proprieta’ osservate ma non sono in grado di fornire una descrizione complessiva del processo di occorrenza. Di conseguenza lo strumento piu’ adeguato per giungere ad una previsione della sismicita’ e’ rappresentato dall’analisi delle proprieta’ statistiche degli eventi passati, nell’ipotesi che esse siano sostanzialmente costanti nel tempo e quindi applicabili anche agli eventi futuri. La base di riferimento per ogni analisi statistica e’ il catalogo parametrico dei terremoti. Tradizionalmente esso e’ costituito dall’elenco cronologico delle localizzazioni ipocentrali, dei tempi origine e delle magnitudo, ma in alcune casi (soprattutto in USA e in Giappone) esso include anche informazioni sul meccanismo focale. In Italia il catalogo e’ particolarmente ricco ed esteso per quanto riguarda i dati storici ma presenta, rispetto ad altri paesi sismici sviluppati, gravi lacune per quanto riguarda i dati strumentali. La raccolta sistematica di questi dati data sostanzialmente dall’istituzione della Rete sismica Nazionale Centralizzata dell’ING a meta’ degli anni ’80. Nel periodo precedente infatti tali informazioni venivano raccolte sporadicamente e solo per gli eventi maggiori ed inoltre per alcuni periodi esse sono state sostanzialmente smarrite o comunque non sono ora disponibili per analisi computerizzate. A questo proposito potrebbe essere molto rilevante il ruolo del Progetto Sismos dell’INGV per il recupero e la catalogazione sistematica di tali informazioni anche se fino ad ora esso non ha fornito i risultati sperati. Per i dati storici non strumentali e’ attualmente avviato un processo di periodico aggiornamento e revisione del catalogo (CPTI Working Group, 1999; 2004) che si basa sulla grande mole di informazioni documentali (ancora solo parzialmente sfruttate) che sono disponibili per l’italia grazie alla relativa continuita’ di un presidio culturale nel nostro paese negli ultimi due millenni. Tale processo utilizza anche metodi di elaborazione dei dati macrosismici particolarmente avanzati per quanto riguarda la determinazione dei parametri dei terremoti storici (Gasperini, 1999). Per i dati strumentali, nonostante alcune iniziative recenti (CSTI Working Group, 2001; 2004; Castello et al., 2005), non si dispone ancora di un dataset soddisfacente nemmeno per il periodo post 1980. I principali difetti riguardano la disomogeneita’ delle procedure utilizzate per la localizzazione e soprattutto per il calcolo delle magnitudo nei diversi periodi. L’analisi statistica delle serie sismiche oggi si avvale di metodi di massima verosimiglianza per la stima della completezza dei dati e dei parametri dei modelli e di criteri di informazione (Akaike, 1974; Schwarz, 1978), per la valutazione dell’adattamento ai dati. Tali metodi sono strettamente collegati tra loro e sono facilmente utilizzabili oggi grazie alla potenza dei computer. In particolare i metodi di informazione rappresentano la realizzazione quantitativa del celebre rasoio di Occam secondo il quale la semplicita’ deve essere un criterio fondamentale nella scelta di un modello di rappresentazione della natura. Le valutazioni gia’ disponibili in letteratura sembrano indicare che i modelli ad hazard decrescente (clustering) o costante (random) nel tempo sono una realta’ verificabile sia a breve che a lungo termine, mentre i modelli ad hazard crescente (terremoto caratteristico, time- e slip-predictable) sono molto raramente osservati nonostante essi siano stati talvolta adottati in alcune stime di hazard probabilistico (Pace et al. 2006). Una particolare e ben nota proprieta’ di occorrenza (clustering a breve termine), immediatamente applicabile alle stime di hazard e’ quella che caratterizza le repliche dei forti terremoti. In California meridionale la probabilita’ di repliche viene 342 correntemente stimata e rappresentata su mappe disponibili sul web (Gestemberger et al., 2007) sulla base essenzialmente del semplice modello di Omori . L’applicazione all’Italia di tale metodologia all’Italia potrebbe utilizzare alcuni recenti studi sull’argomento (Lolli e Gasperini, 2003; 2006; Gasperini e Lolli, 2006) ed altri tuttora in corso, volti a definire in particolare l’applicabilita’ di modelli di occorrenza alternativi e la definizione della produttivita’ e della durata delle sequenze di repliche nel nostro paese. Bibliografia Akaike, H. (1974). A new look at the statistical model identification. IEEE Trans. On Automatic Control AC, 19, 716-723. Castello, B., G., Selvaggi, C., Chiarabba, and A., Amato (2005). Catalogo della sismicità italiana – CSI 1.0 (1981-2002). Available at: http://www.ingv.it/CSI/. CPTI Working Group (1999). Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani (CPTI), Ed. Compositori, Bologna (Italy), pp. 88, also available from: http://emidius.mi.ingv.it/CPTI/home.html. CPTI Working Group (2004). Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani (CPTI04), INGV, Milan, available at http://emidius.mi.ingv.it/CPTI04/. CSTI Working Group (2001). Catalogo strumentale dei terremoti Italiani dal 1981 al 1996, Version 1.0, available at: http://ibogfs.df.unibo.it/user2/paolo/www/gndt/Versione1_0/Leggimi.htm. CSTI Working Group (2004). Catalogo strumentale dei terremoti Italiani dal 1981 al 1996, Version 1.1, available at: http://ibogfs.df.unibo.it/user2/paolo/www/gndt/Versione1_1/Leggimi.htm. Dieterich, J. (1994). A constitutive law for rate of earthquake production and its application to earthquake clustering, J Geophys. Res., 99, 2601-2618. Gasperini, P., F. Bernardini, G. Valensise, and E. Boschi (1999). Defining seismogenic sources from historical earthquake felt reports, Bull. Seism. Soc. Am., 89, 94-110. Gasperini P. and B. Lolli (2006). Correlation between the parameters of the aftershock rate equation: Implications for the forecasting of future sequences, Phys. Earth Plan. Int., 156, 41-58. Gerstenberger, M.C., L.M., Jones and S., Wiemer (2007). Short-term Aftershock Probabilities: Case Studies in California, Seism. Res. Lett., 70, 66-77 Lolli B. and Gasperini P., (2003). Aftershocks hazard in Italy Part I: Estimation of time-magnitude distribution model parameters and computation of probabilities of occurrence. J. Seismol., 7, 235257. Lolli B., and P., Gasperini, (2006). Comparing different models of aftershock rate decay: The role of catalog incompleteness in the first times after mainshock, Tectonophysics, 423, 43–59. Main I, (1996). Statistical physics, seismogenesis, and seismic hazard, Rev. Geophys, 34, 433462. Pace B., L., Per uzza, G. La vecchia and P. Boncio (2006). Layered Seismogenic Source Model and Probabilistic Seismic-Hazard Analyses in Central Italy, Bull Seism. Soc. Am., 96, 107-132. Schwarz, G. (1978). Estimating the dimension of a model. Annals of Statistics, 6, 461-464. 3a.2 Obiettivi Catalogo strumentale Italiano, dal 1900 a oggi, il piu’ possibile omogeneo e completo ed integrato con informazioni sul meccanismi focali. Valutazione della completezza del catalogo Italiano (sia storico che strumentale) per diversi intervalli temporali, aree geografiche e soglie di magnitudo . Valutazione dell’applicabilita’ all’Italia dei diversi modelli di occorrenza proposti in letteratura. Valutazione della produttivita’ e della durata delle sequenze sismiche in Italia in relazione a vari modelli di occorrenza. 3a.3 Attività 1 Aggiornamento ed omogeneizzazione del catalogo strumentale. 2 Valutazione statistica di modelli di occorrenza/ricorrenza. 3 Stima della produttività sismica e della durata delle sequenze sismiche. 343 3a.4 Metodologia Attivita’ 1 Recupero e ricalibrazione delle stime di magnitudo non utilizzate da CSTI dagli archivi ING. Recupero di stime di magnitudo pre 1981 da bollettini e sismogrammi Sismos. Calibrazione della magnitudo locale attraverso leggi di attenuazione regionalizzate Omogeneizzazione del Bollettino INGV 2003-15/4/2005. Calcolo di relazioni empiriche tra magnitudo momento ed altre stime di magnitudo attraverso metodi diversi (regressioni ortogonali, chi-quadro ecc.) Calibrazione complessiva della magnitudo momento per l’intero catalogo. Analisi statistica della completezza attraverso la modellazione dell’intero range di magnitudo (metodo EMR modificato). Integrazione tra catalogo strumentale e database dei meccanismi focali del Mediterraneo (EMMA). Integrazione del catalogo sismico del 1900 con localizzazioni e stime di magnitudo strumentali attendibili. Attivita’ 2 Valutazione statistica di modelli di occorrenza/ricorrenza sismica in area italiana (Terremoto caratteristico, Time- e Slip-predictable, Brownian Passage Time, Strain acceleration etc. ). Attivita’ 3 Sviluppo ed applicazione di metodi di massima verosimiglianza per la stima di modelli di occorrenza delle repliche empirici (Omori, ETAS, Stretched Exponential, Band Limited Power Law) e fisici (Dieterich) e valutazione della relativa efficienza attraverso criteri di informazione. Sviluppo software per la rappresentazione in tempo quasi reale delle probabilita’ di occorrenza delle repliche sismiche. 3a.5 Cronoprogramma I Fase II Semestre 1 2 1 2 Attività 1 X X - - Attività 2 - X X Attività 3 X X X X 4a. Prodotti Catalogo strumentale omogeneo dal 1980 a oggi e possibilmente esteso a tutto il 1900. Soglie di completezza dei cataloghi strumentale e storico per diversi intervalli temporali. Validazione di modelli di occorrenza sismica per il catalogo italiano. Codice di calcolo per la stima delle probabilita’ di occorrenza delle repliche in tempo quasi reale. 5. Interazioni con altri Enti/Istituzioni Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione di Bologna (con il Dr. Gianfranco Vannucci) 344 6. Possibili interazioni con altri Progetti DPC (indicare quali progetti) Progetto S2 (validazione di modelli di occorrenza sismica sulla base del catalogo strumentale rivalutato) Progetto S4 (parametri ipocentrali e magnitudo degli eventi con registrazioni accelerometriche) Description of Contribution – English version 3b.1 State of the art The occurrence of earthquakes can be described as a stochastic process induced by tectonics where each event modifies the state of the system and the initial state is unknown. Basing on empirical evidences, the distribution of earthquakes with time and energy was recognized to follow the scaling laws of Omori and Gutenberg-Richter respectively. This suggests that earthquakes represent an example of Self-Organized Critical (SOC) phenomenon, spontaneously evolving to a globally stationary process that is locally characterized by non linear dynamics (Main, 1996). Theoretical models presently available (Dieterich, 1994) allow to reproducing approximately some of the observed properties but are not able to give a complete description of the process. Hence, the most appropriate method to forecast the behavior of seismic activity is the analysis of the statistical properties of past events, under the hypothesis that such properties are substantially constant in time and then suitable to be applied to future events. The reference basis for any statistical analysis is the parametric catalog of earthquakes. Usually it consists of the chronological list of hypocentral locations, origin times and magnitudes, but in some cases (especially in USA and Japan), it also includes the focal mechanisms. In Italy, the catalog is particularly rich and extended for the historical data but shows some severe defects for what concerns the instrumental data, when compared with catalogs of other developed countries. In fact, the systematic collection of instrumental information in Italy dates back to the installation, at the ING, of the National Centralized Seismic Network in the middle of eighties. Previously, such information was collected sporadically and only for stronger events. Moreover in some time periods the data were lost or, anyway, they are presently unavailable for computer analyses. For such data it could be very important the role played by the Sismos Project of INGV for the recovery and the cataloguing of historical seismograms and bulletins, although Sismos did not obtained significant results until now. Concerning the non instrumental data, a periodical process of revision and upgrading is ongoing presently (CPTI Working Group, 1999; 2004). It is based on the huge amount of documentary information (only partially exploited until now), which is available for Italy due to the relative continuity of cultural presence in the last two millennia in our country. Such process also takes advantage of objective methods for the processing of macroseismic data to determine the parameters of historical earthquakes (Gasperini et al., 1999). For the instrumental data, notwithstanding some recent initiatives (CSTI Working Group, 2001; 2004; Castello et al., 2005), we do not have at our disposal a satisfying dataset, neither for the period after 1980. The main defects concern the unhomogeneity of the procedures used to locate earthquakes and particularly to compute their magnitudes in the different periods. Statistical analysis of seismic series, now mainly employs maximum likelihood methods to evaluating the completeness of datasets and estimating model parameters as well as information criteria (Akaike, 1974; Schwarz, 1978) to evaluating the goodness of fit. Such methods are strictly linked among each other and can now easily applied even to large datasets due to the power of modern computers. In particular the information criteria represent the quantitative implementation of the Occam rasor, according to which the simplicity must be a fundamental criterion in choosing a model to representing the Nature. The studies available in the literature seems to indicate that occurrence models with decreasing (clustering) or constant (random) hazard with time are common and can be found both at short and long time scale. On the contrary occurrence models with increasing hazard (characteristic earthquake, time- and slip-predictable) are rarely observed although they are used in some probabilistic hazard estimates (Pace et al., 2006). A particular kind of occurrence (short term clustering), which can be immediately applicable to hazard estimates is that one followed by the aftershocks of strong earthquakes. In Southern California the probability of aftershocks is commonly estimated and displaced in near real-time maps (Gestenberger et al., 2007) on the basis 345 of the simple Omori model. The application to Italy of such methodology could take advantage of some recently published studies (Lolli e Gasperini, 2003; 2006; Gasperini e Lolli, 2006) as well as of other investigations, currently in progress, aimed to verifying the applicability of alternative occurrence models (e.g. stretched exponential, band limited power law) as well as to defining the productivity and the duration of the aftershock sequences in our country. References Akaike, H. (1974). A new look at the statistical model identification. IEEE Trans. On Automatic Control AC, 19, 716-723. Castello, B., G., Selvaggi, C., Chiarabba, and A., Amato (2005). Catalogo della sismicità italiana – CSI 1.0 (1981-2002). Available at: http://www.ingv.it/CSI/. CPTI Working Group (1999). Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani (CPTI), Ed. Compositori, Bologna (Italy), pp. 88, also available from: http://emidius.mi.ingv.it/CPTI/home.html. CPTI Working Group (2004). Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani (CPTI04), INGV, Milan, available at http://emidius.mi.ingv.it/CPTI04/. CSTI Working Group (2001). Catalogo strumentale dei terremoti Italiani dal 1981 al 1996, Version 1.0, available at: http://ibogfs.df.unibo.it/user2/paolo/www/gndt/Versione1_0/Leggimi.htm. CSTI Working Group (2004). Catalogo strumentale dei terremoti Italiani dal 1981 al 1996, Version 1.1, available at: http://ibogfs.df.unibo.it/user2/paolo/www/gndt/Versione1_1/Leggimi.htm. Dieterich, J. (1994). A constitutive law for rate of earthquake production and its application to earthquake clustering, J Geophys. Res., 99, 2601-2618. Gasperini, P., F. Bernardini, G. Valensise, and E. Boschi (1999). Defining seismogenic sources from historical earthquake felt reports, Bull. Seism. Soc. Am., 89, 94-110. Gasperini P. and B. Lolli (2006). Correlation between the parameters of the aftershock rate equation: Implications for the forecasting of future sequences, Phys. Earth Plan. Int., 156, 41-58. Gerstenberger, M.C., L.M., Jones and S., Wiemer (2007). Short-term Aftershock Probabilities: Case Studies in California, Seism. Res. Lett., 70, 66-77 Lolli B. and Gasperini P., (2003). Aftershocks hazard in Italy Part I: Estimation of time-magnitude distribution model parameters and computation of probabilities of occurrence. J. Seismol., 7, 235257. Lolli B., and P., Gasperini, (2006). Comparing different models of aftershock rate decay: The role of catalog incompleteness in the first times after mainshock, Tectonophysics, 423, 43–59. Main I, (1996). Statistical physics, seismogenesis, and seismic hazard, Rev. Geophys, 34, 433462. Pace B., L., Per uzza, G. La vecchia and P. Boncio (2006). Layered Seismogenic Source Model and Probabilistic Seismic-Hazard Analyses in Central Italy, Bull Seism. Soc. Am., 96, 107-132. Schwarz, G. (1978). Estimating the dimension of a model. Annals of Statistics, 6, 461-464. 3b.2 Goals Instrumental catalog of Italy, from 1900 to present, as most homogeneous and complete as possible and integrated with available information on focal mechanisms. Evaluation of the completeness of the Italian catalog (both historical and instrumental) for different time periods, geographical areas and magnitude thresholds. Evaluation of the applicability of occurrence models proposed in the literature to Italy. Evaluation of the productivity and the duration of seismic sequences in Italy with relation to different occurrence models. 3b.3 Activity (with timetable for each phase) 1 Upgrading and homogeneization of the instrumental catalog of Italy 2 Statistical evaluation of occurrence/recurrence models 3 Estimate of the seismic productivity and duration of seismic sequences 346 3b.4 Metodology Activity 1 Recovery from INGV archives and recalibration of magnitude estimates not used by the CSTI catalog Recovery from bulletins and seismograms (catalogued by Sismos) of magnitudes for earthquakes occurred before 1981. Calibration of local magnitude by regionalized attenuation laws. Homogeneization of the INGV Bulletin from 2003 to 4/15/2005. Computation of empirical relationships between moment magnitude and other magnitude estimates by different methods (orthogonal or chi-square regressions etc.). General calibration of moment magnitude for the entire catalog. Statistical analysis of completeness by the modeling of the Entire Magnitude Range (modified EMR method). Integration between the instrumental catalog and the database of Earthquake Mechanisms of the Mediterranean Area (EMMA). Integration of the seismic catalog of the XX century with reliable instrumental localizations and magnitude. Activity 2 Statistical evaluation of seismic occurrence/recurrence models (Characteristic earthquake, Timeand Slip-predictable, Brownian Passage Time, Strain acceleration, etc.). Activity 3 Development and application of maximum likelihood methods to the estimate of aftershocks occurrence models (Omori, ETAS, Stretched Exponential, Band Limited Power Law) and evaluation of their efficiency by information criteria. Development of software for the representation of the probability of occurrence of aftershocks in near real-time. 3b.5 Timetable I Phase II Semester 1 2 Activity 1 X X Activity 2 Activity 2 - X X 1 - 2 - X X X X 4b. Deliverables Homogenized instrumental catalog from 1980 to present (and possibly extended to the entire XX century). Completeness threshold of instrumental and historical catalog for different time intervals. Validation of models of seismic occurrence for the Italian catalog. Computing code for the estimate of the probability of occurrence of aftershocks in near real-time. 347 7. Piano finanziario (in Euro) 7.1. I fase Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 1500 2) Spese per missioni 4000 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 2000 5) Spese per servizi 2000 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 4000 Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 0 1500 Totale 15000 7.2. II fase Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 1500 2) Spese per missioni 3000 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 7000 5) Spese per servizi 1000 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 1000 0 1500 Totale 15000 348 Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 7.3. Totale Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 3000 2) Spese per missioni 7000 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 9000 5) Spese per servizi 3000 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 5000 0 3000 Totale 30000 349 Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b Convenzione INGV-DPC 2007-2009 Progetti sismologici Progetto S1 - RU S.02 - Rotondi Renata (Task B) Titolo Sviluppo e confronto di modelli stocastici per la stima della probabilità di occorrenza di forti terremoti in Italia 1. Responsabile UR Renata Rotondi, Primo Ricercatore, C.N.R. – Istituto di Matematica Applicata e Tecnologie Informatiche, sez. Milano, Via Bassini 15, 20133 Milano, [email protected], tel. 0223699528, fax: 0223699538 Curriculum Vitae Dal 1995 è primo ricercatore presso l'Istituto di Matematica Applicata e Tecnologie Informatiche del CNR. Laureata a pieni voti in matematica, divide i suoi interessi di ricerca tra la statistica matematica, seguendo in particolare l'approccio bayesiano, e l'analisi di modelli stocastici per la loro applicazione in particolare in ambito geofisico. Il suo interesse per tutti gli elementi che contribuiscono alla valutazione della pericolosità sismica è testimoniato dalla lunga collaborazione a gruppi di ricerca nazionali e internazionali sull'argomento. Nel 1990 partecipa al Progetto di Azione Integrata Spagna - Italia nel cui contesto propone un modo per trattare l'incertezza nell'assegnazione dell'intensità macrosismica e introduce il processo di Poisson composto nel calcolo della pericolosità. Dal 1991 al 1998 è responsabile di UR in vari progetti del GNDT e dal 1997 al 2000 partecipa al progetto ASPELEA (Assessment of Seismic Potential in European Large Earthquake Areas) finanziato dalla Comunità Europea. Nell'ambito del Programma Quadro 2000-2002 del GNDT ha partecipato al progetto coordinato dal Dott. Amato "Terremoti probabili in Italia tra l'anno 2000 e l'anno 2030: elementi per la definizione di priorità degli interventi di riduzione del rischio sismico". Nell’ambito della Convenzione 2004-2006 tra DPC e INGV ha coordinato unità di ricerca nei progetti S1 e S2. Alla luce di queste esperienze il suo interesse principale è ora rivolto alla formulazione di nuovi modelli probabilistici non stazionari per sequenze di forti terremoti e all'esame delle problematiche relative alla loro inferenza in ambito dinamico. Per i suoi interessi interdisciplinari collabora come referee a riviste sia di statistica matematica: Ann. the Institute of Statistical Mathematics, J. American Statistical Association, J. Computational and Graphical Statistics, J. Statistical Planning and Inference, Tecnometrics, sia di geofisica: Ann. Geophysics, J. Seismology, Natural Hazard, Nonlinear Processes in Geophysics, Pure and Applied Geophysics, Tectonophysics. - Rotondi R. (2007); Scientific report of Task 4, S2 Project: Assessing the seismogenic potential and the probability of strong earthquakes in Italy, Resp. Slejko D. e Valensise G., disponibile su http://www.earth-prints.org/handle/2122/3090 Rotondi R. e Varini E. (2007); Bayesian inference of stress release models applied to some Italian seismogenic zones, GJI, 169, 1, 301-314. Rotondi R. e Varini, E. (2006); Bayesian analysis of marked stress release models for timedependent hazard assessment in the western Gulf of Corinth", Tectonophysics, 423, 107-113. Rotondi R. e Varini E. (2003); Bayesian analysis of a marked point process: Application in seismic hazard assessment, Statistical Methods & Applications, 12, 79-92, 350 http://dx.doi.org/10.1007/BF02511585 Agostinelli C. e Rotondi R. (2003); Using Bayesian belief networks to analyse the stochastic dependence between interevent time and size of earthquakes, J. Seismology, 7, 3, 281-299. 2. Personale dell’UR Nominativo (Cognome e Nome) Rotondi Renata Barba Salvatore Qualifica Primo ricercatore Primo ricercatore Ente/Istituzione Mesi/Persona (personale a carico del progetto) I fase II fase 5 5 I.N.G.V. 0.5 0.5 0.5 0.5 2 2 C.N.R. – I.M.A.T.I. Basili Roberto Ricercatore I.N.G.V. Betrò Bruno Dirigente di ricerca C.N.R. – I.M.A.T.I. Da determinare Mesi/Persona (personale non a carico del progetto) pers. a contratto I fase II fase 12 12 Descrizione del contributo - Versione italiana 3a.1 Stato dell'arte I modelli competitivi nella stima della pericolosità sismica sul medio-lungo termine appartengono sostanzialmente a due classi: quella dei modelli basati sull’evidenza empirica e quella dei modelli basati su teorie, o per meglio dire, congetture fisiche, poiché non si tratta di affermazioni rigorosamente dimostrabili essendo spesso coinvolte grandezze non direttamente osservabili come, ad esempio, lo stress. Tra i primi annoveriamo i modelli descrittivi: ETAS (Epidemic Type Aftershock-Sequence), legge di Omori, e in generale quelli che dall’esame di sequenze di eventi inferiscono sull’esistenza di fenomeni di clustering spazio-temporale. Nati per descrivere sequenze di scosse secondarie questi modelli sono poi stati estesi allo studio dell’attività sismica in generale di una regione. Sono caratterizzati da una funzione hazard decrescente a tratti, cioè l’hazard aumenta rapidamente quando avviene un terremoto e diminuisce col passare del tempo, in altre parole più tempo è trascorso dall’ultimo evento e minore è la probabilità che ne accada un altro. Nell’ambito delle teorie fisiche quella del rimbalzo elastico proposta da Reid ha dato vita alla classe di modelli di tipo self-correcting che vanno sotto il nome di modelli di rilascio di sforzo (SR) e che, come casi particolari, includono anche i modelli time- e slip-predictable. Contrariamente ai precedenti questi modelli sono caratterizzati da una funzione hazard crescente a tratti, cioè la probabilità di occorrenza cresce al trascorrere del tempo dall’ultimo evento e diminuisce bruscamente quando avviene un terremoto. La versione denominata linked del modello di rilascio di sforzo prende in esame la possibilità di interazione tra faglie o strutture sismogeniche. In questa ottica Borovkov and Bebbington (2003) hanno proposto un modello di trasferimento di stress fra due nodi modificando la struttura del modello di rilascio di sforzo così da modellare sequenze di aftershocks e quindi ottenere una funzione hazard decrescente il cui valore atteso, si dimostra, approssima il tasso di decadimento degli aftershocks derivato dalla legge costitutiva di Dieterich. A parte questo caso particolare le due classi di modelli suddette rimangono essenzialmente contrapposte per quanto riguarda l’andamento dell’hazard; l’analisi di diversi insiemi di dati non ha fornito chiara evidenza in favore di una classe rispetto all’altra. Questo fa pensare che ognuno di 351 loro rappresenti una sfaccettatura del fenomeno, e che il nostro grado di conoscenza trarrebbe beneficio dalla loro integrazione. Bibliografia - Bebbington, M. e Harte, D.S. (2003) The linked stress release model for spatio-temporal seismicity: formulations, procedures and applications, GJI, 154, 3, 925-946. - Borovkov, K. e Bebbington, M.S. (2003) A stochastic two-node stress transfer model reproducing Omori’s law, Pure and Applied Geophysics, 160, 1429-1445. - Ogata, Y. (1999) Seismicity analysis through point-process modeling: a review, In Seismicity Patterns, Their Statistical Significance and Physical Meaning (eds. M. Wyss, K. Shimazaki and A. Ito) (Birkhäuser, Basel), Pure and Applied Geophysics, 155, 471-507. - Wang, A.L., Vere-Jones, D. e Zheng, X. (1991) Simulation and estimation procedures for stress release models. In: Stochastic Processes and Their Applications, Vol. 370, pp 11-27, eds Beckmann, M.J., Gopalan, M.N., Subramanian, R., Springer Lecture Notes in Economics and Mathematical Systems. - Zheng, X. e Vere-Jones D. (1991) Applications of stress release models to historical earthquakes from North China, Pure and Applied Geophysics, 135, 559-576. 3a.2 Obiettivi Intendiamo arricchire modelli stocastici di tipo self-correcting, fondati su conoscenze fisiche, con nuovi risultati raggiunti dalle ricerche in campo geofisico e dal potenziamento dei mezzi di misurazione, ad esempio, di spostamenti GPS. La significatività di tali modelli sarà valutata confrontando il loro adattamento a particolari insiemi di dati con quello di altri modelli (modelli di rilascio di sforzo e modelli di rinnovo). Studieremo forti terremoti estratti dal catalogo CPTI04 o forniti da esperti; per la suddivisione spaziale considereremo le otto regioni (MR) in cui è stato suddiviso il territorio italiano sulla base di processi tettonici dal progetto S2 nella convenzione DPC-INGV 2004-2006, e le aree sismogeniche (SA) della base dati DISS3 in esse contenute. La validazione dei modelli considerati sarà anche condotta simulando il tempo del prossimo evento e confrontando la previsione “in avanti” con eventuali nuovi dati raccolti o “all’indietro” su opportuni intervalli di tempo assunti come periodi test e quindi esclusi dall’insieme di dati usato per l’aggiornamento dei parametri del modello. Useremo come modello di riferimento il modello stazionario di Poisson caratterizzato da un tasso di sismicità costante nel tempo, che stimeremo in ciascuna delle suddette regioni e/o aree sismogeniche. 3a.3 Attività Sintetizziamo l’attività prevista nei seguenti passi: - acquisizione e organizzazione di dati (esprimere gli eventi associati a ogni regione tettonica in termini di spostamento sismico invece di magnitudo ed eventuale associazione di nuovi eventi alle aree sismogeniche e/o alle regioni (I fase, I semestre); - formulazione e stima di un nuovo modello stocastico per lo spostamento sismico a scala regionale (I fase) e nazionale (II fase); - stima di modelli di rilascio di sforzo a scala regionale (I fase) e nazionale (II fase); - stima della distribuzione del tempo di ricorrenza in ciascuna area sismogenica SA (II fase); - confronto dei vari modelli considerati sulla base di criteri statistici di validazione (II fase); - simulazione della distribuzione di probabilità del tempo di attesa del prossimo evento previsto dai vari modelli nelle regioni MR della suddivisione dell’Italia su base tettonica (II fase); - stima del tasso di sismicità nelle suddette regioni MR e/o aree sismogeniche SA, e valutazione della probabilità di occorrenza in accordo al processo di Poisson (I fase, II semestre). 3a.4 Metodologia Per raggiungere gli obiettivi proposti si seguiranno metodi di statistica bayesiana che consentono di esprimere l’incertezza su ogni variabile stimata attraverso la rispettiva distribuzione di 352 probabilità a posteriori. Da queste distribuzioni estrarremo campioni per stimare i quantili e i principali sintetizzatori di una distribuzione, quali: media, varianza, mediana. Sono anche previsti metodi di simulazione stocastica per la previsione del tempo del prossimo evento in ciascuna regione al variare del modello stocastico considerato. 3a.5 Cronoprogramma I Fase Semestre Analisi di processi di punto self-correcting basati su rilascio di stress e misurazioni di spostamento regionale Stima di tassi sismità per ogni regione tettonica, confronto tra modelli stocastici stazionari e dipendenti dalla storia passata Modelli con un passo di memoria (processi di rinnovo) già implementati nel progetto S2, conv. DPC-INGV 2004-06 ed applicati a nuovi insiemi di dati in questo progetto II 1 2 1 2 X X X X - X - X X X 4a. Prodotti (elencare i prodotti attesi evidenziando quelli di diretto interesse per DPC) - Probabilità di occorrenza in regioni tettoniche MR in accordo al modello di spostamento sismico (tabelle di valori numeri e rappresentazioni grafiche) - Probabilità di occorrenza in regioni tettoniche MR e aree sismogeniche SA con numero sufficiente di dati in accordo al modello di rilascio di sforzo - Probabilità di accadimento istantaneo (hazard rate) e funzione hazard cumulata per futuri intervalli di tempo in aree sismogeniche SA secondo il modello di rinnovo - Simulazione del tempo del prossimo evento con intervalli di credibilità secondo il modello di rilascio di sforzo per regioni MR e aree SA con numero sufficiente di eventi - Probabilità di accadimento per il modello di Poisson in regioni MR e aree SA con numero sufficiente di dati su diversi orizzonti previsivi 5. Interazioni con altri Enti/Istituzioni (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) - INGV, Roma, sez. Sismologia e Tettonofisica – acquisizione dati e discussioni su aspetti del processo sismico - UR statistiche del progetto – confronto dei risultati sulla probabilità di occorrenza di forti terremoti 6. Possibili interazioni con altri Progetti DPC (indicare quali progetti) (elenco e descrizione sintetica delle modalità di interazione) Description of Contribution – English version 3b.1 State of the art The competing models in the seismic hazard estimation in the middle-long term essentially belong to two classes of models: those based on empirical evidence and those based on physical theories, or to say better, on conjectures because they are not strictly demonstrable statements as often not directly observable quantities are involved like, for instance, the stress. Among the formers we count the descriptive models: ETAS (Epidemic Type Aftershock-Sequence), Omori law, 353 and in general those that deduce the existence of spatial-temporal clustering from the exam of sequences of events. Born to describe sequences of secondary shocks, these models were then widened to the study of the general seismic activity of a region. They are characterized by a stepwise decreasing hazard rate function, that is, the hazard abruptly increases when an earthquake occurs and decreases when the time goes by; in other words, the longer the time elapsed since the last event, the less the probability that another event occurs. Among the physical theories the one of the elastic rebound, proposed by Reid, has inspired the class of self-correcting models which are named stress release models. As particular cases they also include the time- and slip-predictable models. Contrary to the above-mentioned ones these models are characterized by a step-wise increasing hazard rate function, that is, the occurrence probability increases when the time elapses from the last event and abruptly jumps down when an earthquake occurs. The version called linked of the stress release model takes into account the possibility of interaction between faults or seismogenic structures. In this framework Borovkov and Bebbington (2003) have proposed a two-node stress transfer model modifying the structure of the stress release model so as to model aftershocks sequences and hence to obtain a decreasing hazard function, the expected value of which, it is proved, approximates the aftershock decay rate derived from Dieterich’s constitutive law. Apart this particular case the above two classes of models remain essentially contrasting as far as the hazard trend is concerned; the analysis of several data sets has not shown clear evidence in favour of one class with respect to the other. This fact leads to think that both the classes describe a real facet of the phenomenon, and that our degree of understanding would benefit from their integration. References - Bebbington, M. and Harte, D.S. (2003) The linked stress release model for spatio-temporal seismicity: formulations, procedures and applications, GJI, 154, 3, 925-946. - Borovkov, K. and Bebbington, M.S. (2003) A stochastic two-node stress transfer model reproducing Omori’s law, Pure and Applied Geophysics, 160, 1429-1445. - Ogata, Y. (1999) Seismicity analysis through point-process modeling: a review, In Seismicity Patterns, Their Statistical Significance and Physical Meaning (eds. M. Wyss, K. Shimazaki and A. Ito) (Birkhäuser, Basel), Pure and Applied Geophysics, 155, 471-507. - Wang, A.L., Vere-Jones, D. and Zheng, X. (1991) Simulation and estimation procedures for stress release models. In: Stochastic Processes and Their Applications, Vol. 370, pp 11-27, eds Beckmann, M.J., Gopalan, M.N., Subramanian, R., Springer Lecture Notes in Economics and Mathematical Systems. - Zheng, X. and Vere-Jones D. (1991) Applications of stress release models to historical earthquakes from North China, Pure and Applied Geophysics, 135, 559-576. 3b.2 Goals We intend to enrich the models based on physical knowledge by means of new results provided by researches in geophysics and by the progress in the measurement tools, for instance, of GPS displacements. The significance of these models will be evaluated by comparing their fitting to specific data sets with that of other models (stress release and renewal models). We will consider strong earthquakes drawn from the catalog CPTI04 or provided by field experts; as for the spatial subdivision of the Italian territory we will consider the eight regions that are one of the deliverables of the project S2, 2004-2006 DPC-ING agreement, identified on the basis of tectonic processes, and the seismogenic areas of DISS3 data base included in those regions. The validation of the models will be also carried out simulating the probability distribution of the time from the next event and comparing the forecast “forward” on possible new recorded data or “backward” on suitable time intervals assumed as test periods and therefore excluded by the data set used in updating parameters. We shall use the stationary Poisson process as reference model characterized by constant occurrence rate; to this end the time-independent seismicity rate of each region MR and/or seismogenic area SA will be estimated. 354 3b.3 Activity (with timetable for each phase) We summarize the activity planned in the following steps: - data acquisition and organization (scheduling a data set of seismic slips for each tectonic region with possible association of further events to the seismogenic areas and/or to the regions (I phase, I semester); - formulation and estimation of a new stochastic model for the seismic slip at regional (I phase) and national scale (II phase); - estimation of stress release models at regional (I phase) and national scale (II phase); - estimation of the probability distribution of the recurrence time for each seismogenic area SA (II phase); - comparison among the various considered models on the basis of statistical validation criteria (II phase); - simulation of the probability distribution of the waiting time of the next event forecast according to the different models for each Italian tectonic region MR (II phase); - estimation of the seismicity rate in the above-mentioned regions MR and/or seismogenic areas SA, and evaluation of the occurrence probability according to the Poisson (I phase, II semester). 3b.4 Methodology To reach the appointed goals we will follow methods of Bayesian statistics which allow us to express the uncertainty on each estimated variable through the corresponding a posteriori probability distribution. From these distributions we will draw samples in order to estimate quantiles and the main summaries of a distribution like: mean, variance, median. Stochastic simulation methods are also in program in order to forecast the time of the next event in each tectonic region varying the stochastic model under study. 3b.5 Timetable I Phase Semester Analysis of self-correcting point processes based on stress release and measurements of regional seismic slip Estimation of seismicity rates of each tectonic region, comparison among stochastic stationary and historydependent processes Models with one-step memory (renewal processes) implemented in the project S2, 2004-06 DPC-INGV agreement, and applied to new data sets in this project II 1 2 1 2 X X X X - X - X - - X X 4b. Deliverables - Occurrence probability in tectonic regions MR according to the seismic slip model (tables with numerical values and graphical representations) - Occurrence probability in tectonic regions MR and areas SA with sufficient data according to the stress release model - Instantaneous occurrence probability (hazard rate) and cumulative hazard function on future time intervals in seismogenic areas SA according to the renewal model - Simulation of the time of the next event with credible intervals according to the stress release model in regions MR and areas SA with sufficient data - Occurrence probability for the Poisson model in regions MR and areas SA with sufficient events on different forecasting horizons 355 7. Piano finanziario (in Euro) 7.1. I fase Categoria di spesa Importo previsto a 1) Spese di personale Finanziato dal Dipartimento b 22000 2) Spese per missioni Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b ,00 0,00 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0,00 5) Spese per servizi 0,00 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) 0,00 0,00 Totale 0,00 0,00 0,00 Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 23000 0,00 7.2. II fase 1) Spese di personale 2) Spese per missioni 0,00 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0,00 5) Spese per servizi 0,00 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) Totale 0,00 0,00 0,00 356 0,00 0,00 7.3. Totale Categoria di spesa Importo previsto a 1) Spese di personale Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 45000 0,00 2) Spese per missioni 8.0000,00 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0,00 5) Spese per servizi 0,00 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) Totale 0,00 0,00 0,00 357 0,00 0,00 Convenzione INGV-DPC 2007-2009 Progetti sismologici Progetto S1 - RU S.03 - Slejko Dario (Task B) Titolo Stima del potenziale sismogenetico delle sorgenti sismiche italiane 1. Responsabile UR - Dario Slejko, dirigente di ricerca, OGS, Trieste - Nato a Trieste l'1 agosto 1949 si è laureato in matematica presso l'Università degli Studi di Trieste. Lavora dal 1972 presso OGS prima con le mansioni di sismologo, poi di primo ricercatore e nel 1993 di dirigente di ricerca. Ha svolto le funzioni di dirigente della sezione Sismologia (19821985) e di direttore del dipartimento Centro di Ricerche Sismologiche (1996-2000). E' stato presidente della sottocommissione Ingegneria Sismica dell'European Seismological Commission (1996-2002), esperto nel progetto Pegasos (2001-2004) e revisore della carta di pericolosità sismica d’Italia secondo l’Ord. 3274 (2003-2004). Dal 1997 è direttore responsabile del Bollettino di Geofisica Teorica ed Applicata. Dal 1998 è direttore del Gruppo Nazionale di Geofisica della Terra Solida. E' autore di oltre 100 pubblicazioni scientifiche. 1) Slejko D., Peruzza L. and Rebez A.; 1998: Seismic hazard maps of Italy. Annali di Geofisica, 41, 183 – 214. 2) Garcia J., Slejko D., Alvarez L., Peruzza L. and Rebez A.; 2003: Seismic hazard maps for Cuba and surrounding areas. Bull. Seismol. Soc. Am., 93, 2563-2590. 3) Rebez A. and Slejko D.; 2004: Introducing epistemic uncertainties into seismic hazard assessment for the broader Vittorio Veneto area (N.E. Italy). Boll. Geof. Teor. Appl., 45, 305-320. 4) Bragato P.L. and Slejko D.; 2005: Empirical ground-motion attenuation relations for the Eastern Alps in the magnitude range 2.5 - 6.3. Bull. Seism. Soc. Am., 95, 252-276. 5) Musson R.M.W., Toro G.R., Coppersmith K.J., Bommer J.J., Deichmann N., Bungum H., Cotton F., Scherbaum F., Slejko D. and Abrahamson N.A.; 2005: Evaluating hazard results for Switzerland and how not to do it: A discussion of “Problems in the application of the SSHAC probability method for assessing earthquake hazards at Swiss nuclear power plants” by J-U Klugel. Engineering Geology, 82, 43-55. 2. Personale dell’UR Nominativo (Cognome e Nome) Slejko Dario Caporali Alessandro Qualifica Direttore di ricerca Professore associato Ente/Istituzione Mesi/Persona Mesi/Persona (personale non a carico del progetto) (personale a carico del progetto) I fase II fase OGS 2 3 Università di Padova 1 1.5 Riggio Anna ricercatore OGS 3 3 Renner Gianfranco ricercatore OGS 0.5 0.5 358 I fase II fase Santulin Marco ricercatore OGS 2 2 Garcia Pelaez Julio ricercatore OGS 0.5 0.5 Petrini Riccardo Professore associato Università di Trieste 2.5 2 Slejko Francesca F. ricercatore Università di Trieste 2 2.5 Descrizione del contributo - Versione italiana 3a.1 Stato dell'arte Approcci diversi possono venir utilizzati nel calcolo della pericolosità sismica in funzione del livello di conoscenza disponibile. Nel passato sono stati utilizzati approcci collegabili al probabilismo storico ed al probabilismo sismotettonico. Questi ultimi hanno utilizzato ampiamente informazioni di tipo tettonico e sismologico, anche alternative fra loro. Solo recentemente si è visto che informazioni sullo stile tettonico e sui tassi di deformazione, ottenuti da osservazioni geodetiche raccolte con continuità, possono vincolare le stime di pericolosità ottenute a partire dai dati sismologici (p.es.: Jenny et al., 2006). L’utilizzo di modelli basati su dati geologici, geodetici o sismologici è stato proposto da Ward (2007): i diversi risultati ottenuti possono essere riuniti in un modello combinato per la stima della pericolosità. Il database delle sorgenti sismogenetiche italiane (DISS) contiene numerose informazioni sulla geometria e cinematica delle faglie riconosciute. Considerando che la catalogazione delle faglie attive non risulta esaustiva, DISS è stato integrato con l’introduzione delle aree sismogenetiche, intese come elementi sismogenetici per i quali le conoscenze attuali non permettono una precisa suddivisione in faglie. Nell’ambito del progetto DPC-INGV 2005-2007 S2, sono già iniziate delle elaborazioni atte a stimare la probabilità di occorrenza di forti terremoti nelle aree sismogenetiche a partire sia dal campo regionale di deformazione, ottenuto dalle osservazioni geodetiche, che dai valori puntuali dello stesso, derivati da modelli geofisici tramite adeguate applicazioni della relazione di Kostrov (1974) e l’applicazione di metodo statistico di partizione delle aree sismogenetiche in ipotetiche faglie (vedi report S2 e Stirling et al., 2007). Sono state, anche, osservate variazioni del chimismo delle acque in alcune sorgenti dell’Italia nord-orientale in corrispondenza di eventi sismici seppure di bassa magnitudo (Slejko et al., 2007), come già osservato da Nishizawa et al. (1998) e da Tsunogai e Wakita (1995) e Rojstaczer et al. (1995) per eventi di elevata magnitudo: risulta interessante valutare possibili loro correlazioni con lo stato di deformazione crostale. Riferimenti bibliografici Jenny S., Goes S., Giardini D. and Kahle H.-G.; 2006: Earthquake recurrence parameters from seismic and geodetic strain rates in the eastern Mediterranean. Geophys. J. Int., 157, 1331-1347. Kostrov V.V.; 1974: Seismic moment and energy of earthquakes, and seismic flow of rock. Izv. Earth Physics English Transl., 1, 13-21. Nishizawa S., Igarashi G. and Sano Y.; 1998: Radon, Cl- and SO42- anomalies in hot spring water associated with the 1995 earthquake swarm off the east coast of the Izu Peninsula, central Japan. Applied Geochemistry, 13, 89-94. Rojstaczer S., Wolf S. and Michel R.; 1995: Permeability enhancement in the shallow crust as a cause of earthquake-induced hydrological changes. Nature, 373, 237-239, Slejko F.F., Petrini R., Carulli G.B., Italiano F. and Ditta M.; 2007: Preliminary geochemical and isotopic data on springs along the Fella-Sava fault zone (NE Italy). Boll. Geof. Teor. Appl., 48, 423434. Stirling M.W., Peruzza L., Slejko D. and Pace B.; 2007: Seismotectonic modelling in northeastern Italy. GNS Science Consultancy Report 2007/84, GNS Science, Wellington, 22 pp. Tsunogai U. and Wahita H.; 1995: Precursory chemical changes in ground water: Kobe earthquake, Japan. Science, 269, 61-63. 359 Ward S.N.; 2007: Methods for evaluating earthquake potential and likelihood in and around California. Seismol. Res. Letters, 78, 121-133. 3a.2 Obiettivi Gli obiettivi dello studio proposto consistono nella calibrazione del potenziale sismico delle sorgenti sismogenetiche a partire da osservazioni geodetiche e nella stima della probabilità di occorrenza di forti terremoti nelle stesse sorgenti. Oltre a questo, si intende individuare correlazioni positive o negative fra lo stato di deformazione della crosta e variazioni nel chimismo dei fluidi nell’Italia nordorientale. 3a.3 Attività Attività 1. Si propone di caratterizzare la sismicità delle sorgenti sismiche italiane (faglie, aree, zone estese) in termini di massima magnitudo e/o magnitudo caratteristica, frequenza di occorrenza, distribuzione delle magnitudo, ecc., da dati sismologici e calibrazioni con dati geodetici al fine di produrre stime di probabilità di occorrenza di forti terremoti. Attività 2. Il tasso di deformazione determinato dalle osservazioni delle stazioni GPS verrà usato per validare i paramentri a e b della legge di Gutenberg e Richter appropriata per ciascuna regione della quale si conosca la geodesia e la sismicità. La stima della massima magnitudo attesa, ipotesi sul tempo di ricorrenza e stime del bloccaggio sismico di ciascuna zona saranno anche il risultato atteso dalla sinergia tra geodesia e sismicità statistica. Attività 3. Il metodo statistico di partizione delle aree sismogenetiche in ipotetiche faglie verrà impiegato per ottenere nel dettaglio stime di probabilità di occorrenza di terremoti caratteristici nelle aree meglio conosciute. Attività 4. Si intende, inoltre, analizzare le variazioni spazio-temporali del chimismo dei fluidi e confrontarle con lo stato di deformazione crostale. A tale scopo, verranno monitorate emissioni gassose di CO2 e Radon in suolo ed alcuni parametri chimico-fisici già definiti come sensibili (T, pH, Eh, conducibilità , SO42-, HCO3-, Cl- e Radon) nelle acque di alcune sorgenti nelle Alpi orientali in prossimità di faglie principali dove sono già state osservate variazioni del chimismo delle acque in corrispondenza di eventi sismici. 3a.4 Metodologia La stima del tasso di deformazione di un’area richiede che detta area sia coperta da almeno 4-5 stazioni permanenti GPS che abbiano operato con continuità per almeno 3 anni, così da disporre di affidabili velocità. Il calcolo viene effettuato confrontando le variazioni relative delle velocità all’interno dell’area considerata, e trasformando il tensore gradiente di velocità nel sistema degli assi principali (autovalori e autovettori). Nel passato progetto S2 è stato fatta una prima elaborazione che non sempre ha soddisfatto i sismologi perché le aree eleggibili per il calcolo del tasso di deformazione GPS non necessariamente coincidevano con le aree sismogenetiche. In questo progetto si cercherà di fare di meglio, grazie all’apporto delle stazioni GPS della rete RING dell’INGV e di altre stazioni che nel frattempo hanno maturato una sufficiente anzianità di funzionamento per fornire affidabili stime delle velocità. Verrà inoltre curata l’interfaccia con la modellistica 3D, che necessita dei dati di tasso di deformazione per la validazione dei parametri di modello. Il confronto fra tasso di deformazione e sismicità osservata, sia a livello regionale che puntuale in corrispondenza di strutture tettoniche note, verrà fatto a partire dalle osservazioni delle stazioni GPS operanti con continuità sul territorio nazionale e i dati del catalogo dei terremoti italiani. Tale confronto offrirà indicazioni sul frazionamento della deformazione accumulata in potenziale sismico e asismico. L’applicazione ragionata della formula di Kostrov permetterà la trasformazione della deformazione in potenziale sismico (momento sismico). Non trattandosi soltanto di uno studio su faglie di geometria ben definita, l’aspetto più intrigante di questa trasformazione risiede nella corretta individuazione dell’area della regione soggetta a deformazione e nelle ipotesi di frazionamento della deformazione stessa fra la componente sismica e quella asismica. Il metodo statistico di partizione delle aree sismogenetiche in ipotetiche faglie (vedi report S2) permette di formulare ipotesi sulla presenza di faglie all’interno delle aree sismogenetiche sulle quali è possibile suddividere la deformazione accumulata e, conseguentemente, stimarne il potenziale sismico. 360 3a.5 Cronoprogramma I Fase II Semestre 1 2 1 Attività 1 x x x Attività 2 x x x x x x x x x x Attività 3 Attività 4 x 2 4a. Prodotti (elencare i prodotti attesi evidenziando quelli di diretto interesse per DPC) 1) Scheda delle sorgenti sismogenetiche contenente la magnitudo massima e/o caratteristica e la probabilità di attivazione con relative stime di attendibilità (quantitativa o qualitativa). 2) Database delle misure geochimiche. 5. Interazioni con altri Enti/Istituzioni Il presente progetto consiste nella collaborazione fra OGS, Università di Padova e Università di Trieste. 6. Possibili interazioni con altri Progetti DPC (indicare quali progetti) Si prevede un’interazione con alcune UR del progetto S2 relativamente alla stima del potenziale sismogenetico delle aree sismogenetiche da utilizzare nei calcoli di pericolosità. Description of Contribution – English version 3b.1 State of the art Different approaches to seismic hazard assessment can be applied according to the seismotectonic information available. They span from the use of seismological data only (historical probabilism), to the integration of seismological and tectonic data (seismotectonic probabilism). More recently, constraints on tectonic style and deformation rates from geodetic and geologic data were introduced in seismic hazard assessment in addition to the traditional seismological constraints derived from earthquake catalogues (e.g.: Jenny et al., 2006). The use of models based either on geologic, or geodetic, or seismological data was proposed by Ward (2007): the separate results can be then assembled in a combined model. The advantage of these approaches is that the contribution of the different pieces of information can be properly balanced and a quantitative estimate of the uncertainties associated to the final results can be assessed. The database of the Italian seismogenic sources (DISS) contains information about the geometry and kinematics of the known faults. The seismogenic areas are seismogenic elements for which the present knowledge does not allow us to subdivide them into actual faults and were introduced into DISS to overcome the lack of the faults not yet identified and catalogued. 361 Some preliminary assessments of the occurrence probability of strong earthquakes in the seismogenic areas were tentatively done in the frame of the DPC-INGV 2005-2007 S2 project. We used the regional strain field, obtained from the geodetic observations, as well as some punctual values of the strain field, derived by geophysical modelling (see the S2 report) and applied the Kostrov (1974) relation and the statistical method to hypothetically identify faults inside seismogenic areas (see the S2 report and Stirling et al., 2007). Chemistry variations in water were observed in relation to low magnitude earthquakes in NE Italy (Slejko et al., 2007), similarly to what found for low and strong events (Nishizawa et al., 1998; Tsunogai and Wakita, 1995; Rojstaczer et al., 1995): it is interesting to investigate on possible relations with the strain state of the crust. References Jenny S., Goes S., Giardini D. and Kahle H.-G.; 2006: Earthquake recurrence parameters from seismic and geodetic strain rates in the eastern Mediterranean. Geophys. J. Int., 157, 1331-1347. Kostrov V.V.; 1974: Seismic moment and energy of earthquakes, and seismic flow of rock. Izv. Earth Physics English Transl., 1, 13-21. Nishizawa S., Igarashi G. and Sano Y.; 1998: Radon, Cl- and SO42- anomalies in hot spring water associated with the 1995 earthquake swarm off the east coast of the Izu Peninsula, central Japan. Applied Geochemistry, 13, 89-94. Rojstaczer S., Wolf S. and Michel R.; 1995: Permeability enhancement in the shallow crust as a cause of earthquake-induced hydrological changes. Nature, 373, 237-239, Slejko F.F., Petrini R., Carulli G.B., Italiano F. and Ditta M.; 2007: Preliminary geochemical and isotopic data on springs along the Fella-Sava fault zone (NE Italy). Boll. Geof. Teor. Appl., 48, 423434. Stirling M.W., Peruzza L., Slejko D. and Pace B.; 2007: Seismotectonic modelling in northeastern Italy. GNS Science Consultancy Report 2007/84, GNS Science, Wellington, 22 pp. Tsunogai U. and Wahita H.; 1995: Precursory chemical changes in ground water: Kobe earthquake, Japan. Science, 269, 61-63. Ward S.N.; 2007: Methods for evaluating earthquake potential and likelihood in and around California. Seismol. Res. Letters, 78, 121-133. 3b.2 Goals The goal of this project is to calibrate the seismic potential of the seismogenic sources on the basis of geodetic observations and to compute the occurrence probability of strong earthquakes in the same sources. Moreover, we will look for positive or negative correlations between the strain state of the crust and chemical variations in the springs located in NE Italy. 3b.3 Activity (with timetable for each phase) Activity 1. We propose to characterize the seismicity of the Italian seismogenic sources (faults, seismogenic areas, wide zones) in terms of maximum and/or characteristic magnitude, occurrence frequency, magnitude distribution etc., from seismological data calibrated on geodetic observations. Some estimates on the occurrence probability for strong earthquakes will be, then, derived. Activity 2. The strain rate, derived from the data recorded by the GPS stations will be used give an upper bound to the a- and b-values of the Gutenberg-Richter law in the regions where seismicity and geodesy are known. Estimates of the maximum expected magnitude, of recurrence times, and of seismic blocking for each zone will be provided by the joint use of seismological and geodetic data. Activity 3. The statistical method to hypothetically identify faults inside seismogenic areas will be applied to assess occurrence probabilities for strong earthquakes in the best known seismogenic areas. Activity 4. Moreover, the space-time variations of the fluid chemistry will be analyzed and compared with the strain state in the crust. CO2 and Radon in soil and some physical-chemical parameters (T, pH, Eh, conductivity , SO42-, HCO3-, Cl- and Radon) in the water of springs located close to the main faults in NE Italy will be monitored. 362 3b.4 Methodology The estimate of the strain rate in a region requests the presence there of 4-5 permanent GPS stations continuously recording for 3 years at least. The computation consists in comparing the relative variations of velocity inside the study region and transforming the velocity gradient tensor into the system of principal axes (autovalues and autovectors). The use of additional stations (e.g.: those of the INGV RING network), with respect to the DPC-INGV 2005-2007 S2 project, will drive to accurate velocity estimates on more detailed areas. A close cooperation will be established with the teams developing geophysical 3D models based on strain data and their results will be used. The comparison between the strain rate and the observed seismicity, in wide regions as well as by known tectonic structures, will be based on data of the permanent GPS stations and of the earthquake catalogue. This analysis will give indications on the partition of the stored strain into seismic and aseismic components. A special attention will be payed to the transformation of the strain rate into moment rate by the application of the Kostrov relation because the examined area does not correspond always to a single fault. The statistical method of partioning seismogenic areas gives indications on the probabilistic distribution of faults inside the seismogenic areas and of the related seismic moment. 3b.5 Timetable I Phase II 1 Semester 2 1 2 Activity 1 x x x Activity 2 x x x x x x x x x x Activity 3 Activity 4 x 4b. Deliverables 1) Form for the seismogenic sources reporting the maximum and/or characteristic magnitude and the occurrence probability with related quantitative or qualitative confidences. 2) Water geo-chemistry database. 7. Piano finanziario (in Euro) 7.1. I fase Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 1000 2) Spese per missioni 7000 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 0,00 0,00 363 5) Spese per servizi 0,00 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) Totale 1000 0,00 1000 0,00 10000 7.2. II fase Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 5400 0,00 1) Spese di personale 2) Spese per missioni 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali 0,00 5) Spese per servizi 0,00 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) Totale 1000 0,00 600 0,00 7000 7.3. Totale Categoria di spesa Importo previsto a Finanziato dal Dipartimento b 1) Spese di personale 1000 2) Spese per missioni 12400 3) Costi Amministrativi (solo per Coordinatori di Progetto) 4) Spese per studi, ricerche e prestazioni professionali Finanziato dall'Ente/Istituzione c = a-b 0,00 0,00 5) Spese per servizi 0,00 6) Spese per materiale tecnico durevole e di uso 7) Spese indirette (≤10% del totale) Totale 2000 0,00 1600 0140892,00 17000 364