Scarica la traduzione - Associazione Cittadini del Mondo
Transcript
Scarica la traduzione - Associazione Cittadini del Mondo
Quartiere Romanina di Roma, Palazzo occupato da 10 anni da immigrati altrimenti costretti a dormire in strada. La vita in Palazzo non è meglio di quella in strada. In inverno è molto freddo ed in estate caldissimo. 800 persone dall’Eritrea, Sudan, e altri paesi sud sahariani vivono in un ex edificio dell’università. Al terzo piano del palazzo in 3 metri quadrati vive un signore dall’eritrea e con il vicino hanno costruito un una stanza con il cartone. Altri condividono materassi per non dormire sul pavimento. “non avevamo immaginato che la vita qui in Europa sarebbe stata cosi, abbiamo bisogno di aiuto, viviamo in una situazione molto difficile”. Il coinquilino spiega le ragioni per le quali dall’italia non vanno verso il nord Europa. La Germania o altri pesi del nord li rispediscono indietro quando le loro impronte digitali sono salvate in Italia. In Italia devono rimanere 6 mesi nei centri di immigrazione. “non poteva immaginare una vita peggiore qui, in eritrea faceva il militare ed è partito per sfuggire alla guerra, ma qui è in corso una guerra peggiore che porta lentamente a morire.” Commento della delegata tedesca “200 persone su 2 piani con un solo bagno, sporco e puzzolente come non avevo mai visto” un importante e unico aiuto viene dato dalla dottoressa Donatella D’angelo che due volte alla settimana con una organizzazione umanitaria cittadini del mondo aiuta gli immigrati. “Non è possibile vivere qui, i bambini non possono uscire, non conoscono nessuno e neanche possono invitare qualcuno. Non è assolutamente adatto per i bambini.” Tra 30 e 50 bambini vivono in Palazzo. Una famiglia con 2 bimbe una va già a scuola e l’altra di soli 18 mesi. Il padre vive in Italia da 11 anni ma non può permettersi di affittare un appartamento “qui non c’è un lavoro legale io lavoro in nero 2 o 3 volte alla settimana. Io pensavo che in Europa ci fossero delle leggi che tutelassero il lavoro, ma in 11 anni non ho mai trovato un lavoro legale” insieme con la moglie Lisa e la due figlie vivono in una stanza che prima è stato un ufficio dell’edificio universitario. Lisa non esce mai dalla stanza. “Io desideravo un futuro migliore ma dove dovremmo andare con i bambini? Abbiamo già a lungo pensato di andare in un altro paese europeo, ma ci mandano indietro e dopo abbiamo perso anche questo posto. Allora rimango qui e continuo a sperare che i miei bambini abbiano un futuro migliore” L’invitata tedesca è costretta ad uscire per le pessime condizioni all’interno “in Italia non c’è futuro per queste persone, non c’è lavoro, nessuno aiuto dallo stato” molti immigrati in Palazzo sono stati in altri paesi ma poi ritornati in Italia, perché qui non vengono cacciati. Renate Ackermann, delegata del partito dei verdi in baviera, sostiene diversamente “Quando lo stato gli riconosce uno status deve dargli la possibilità di avere una prospettiva, un lavoro e di potersi mantenere e aiutare autonomamente” di Ariel Dumont