Z.MUHOLI_What?_C.S. x galleria

Transcript

Z.MUHOLI_What?_C.S. x galleria
e x t r a s p a z i o
via San Francesco di Sales 16/a
I - 00165 Roma
tel / fax +39 06 68210655
[email protected]
www.extraspazio.it
martedì - sabato 15.30 – 19.30
z a n e l e
m u h o l i
what don’t you see when you look at me?
a
cura
di
rosa
de
salvo
26 febbraio - 12 marzo 2011
inaugurazione: sabato 26 febbraio ore 19
La galleria e x t r a s p a z i o presenta dal 26 febbraio 2011 la mostra What don’t you see
when you look at me? dell’artista sudafricana Zanele Muholi (Umlazi, Durban 1972), a cura di
Rosa De Salvo.
Il tema centrale del lavoro di Zanele Muholi è la rappresentazione del corpo femminile di
colore. Una rappresentazione estremamente intima in rottura con l’immaginario tipico della
fotografia documentaria e con le narrazioni stereotipate.
Id Crisis, Aftermath e Dada, tre fotografie della serie Only half the picture, hanno destato
scalpore in Sudafrica poiché questo tipo di raffigurazione della donna non ha precedenti nel
paese.
Si tratta di una sorta di denuncia visiva, che nasce dall’esigenza di voler raccontare e
documentare la vita di donne lesbiche e di colore nelle comunità che la Muholi ha
frequentato. Un voler dar voce a chi, normalmente, è vittima di emarginazione, forzata
all’isolamento. Muholi evidenzia con il suo lavoro, concentrandosi sul tema dell’identità
sessuale, le difficoltà che ogni soggetto riscontra in generale nella costruzione della propria
identità.
L’omofobia rimane anche in Sudafrica uno dei problemi più drammatici; quasi
quotidianamente avvengono violenze su persone, donne ma non solo, colpevoli di aver fatto
una scelta sessuale diversa. Il pretesto dichiarato e grottesco è quello di dar loro una lezione, di
riportarle sulla strada giusta.
Per il video What…? invece, Zanele Muholi prende spunto dal saggio When Place Becomes
Race di Sherene Razack, nel quale viene esaminata l’importanza del rapporto spazio / identità,
e la persistente problematicità con la quale il corpo di una donna di colore viene percepito in
un contesto occidentalizzato, europeizzato e globalizzato come per esempio nel ‘cubo
bianco’ di una galleria d’arte.
L’artista usa il proprio corpo come mezzo di espressione, recita la poesia I ache for you (sto
male per te) di Yvonne Onakeme EtagheneI, gioca con oggetti simbolici come piume,
copertoni di gomma e salsicce, sostenendo dallo schermo il nostro sguardo in modo
provocatorio: “siete sicuri che non si annidi anche in voi un residuo di pregiudizio sul corpo nero
come ipersessuato, eterosessuale, magari infetto e fonte di contagio?”
Zanele Muholi nasce nel 1972 a Umlazi, Durban e vive a Città del Capo. Ha frequentato un corso
avanzato di Fotografia presso la Photo Market Workshop a Newtown e ha esordito con la sua prima
mostra personale presso l'Art Gallery di Johannesburg nel 2004. Ha lavorato come responsabile delle
relazioni esterne a Gauteng, in una comunità di donne di colore lesbiche e come reporter per Behind
the Mask, una rivista che affronta tematiche omosessuali e lesbiche. Ha ricevuto riconoscimenti e premi
(nel 2009, il Jean-Paul Blachere Award e il Casa Africa Award conferiti durante Les Rencontres de
Bamako, Biennial of African Photography), per il suo contributo allo studio della sessualità in Africa.
Il suo lavoro è stato esposto al Centre for Contemporary Art di Lagos, Nigeria; alla Kunsthalle di Vienna; al
Museum voor Moderne Kunst Arnhem, Olanda; al Museion, Bolzano, alla Biennale dell’Avana, alla
Biennale di Bamako; al Fowler Museum, Los Angeles; al Palazzo delle Papesse, Siena.
la mostra fa parte di Play – Giochi di ruolo, una serie di eventi curati dal collettivo C16 del
Master per Curatore Museale e di Eventi Performativi dello IED – Istituto Europeo di Design.
la galleria è aperta dal martedì al sabato dalle ore 15.30 alle ore 19.30 e su appuntamento.