tutti i falsi di pechino 2008 - Laogai Research Foundation Italia

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tutti i falsi di pechino 2008 - Laogai Research Foundation Italia
E bravi Coni, CIO e burattini mercenari della stessa risma, impegnatissimi ad avvallare uno spettacolo a
tutti chiaro dall’assegnazione come artefatto, indecente, nascondendosi dietro bugie di comodo come
sport, competizione, prestazioni atletiche e principi decubertiani melensi e ridicoli.
Partiamo da questa considerazione: le Olimpiadi di Berlino 1936 e quelle di Pechino 2008 cosa hanno in
comune? Semplice: lo stesso regime nazista ad organizzarle, la voglia del potere corrotto e liberticida di
dare spettacolo demagogico di potenza a fine propagandistico soprattutto interno ed una classe politica
vigliacca ed opportunista a capo delle altre nazioni partecipanti. E come sono “pateticamente eroici” gli
atleti che, dopo raccolto un successo e fuori dal rischio di vendette dei giudici, lo dedicano al Tibet, ai
Diritti Umani violati o al Dalai Lama… Certo, meglio che niente, ma la medaglia d’oro dei codardi spetta a
troppi.
TUTTI I FALSI DI
PECHINO 2008
24 Agosto 2008
OILIMPIADI PECHINO 2008: lo spettacolo sportivo più ipocrita dopo le Olimpiadi di BERLINO
1936. Dagli spettatori sugli spalti alla cantante, ai fuochi artificiali, dalle atlete bambine ai giudici
compiacenti ed altro, tutti i “falsi” olimpici dei migliori “falsari” del mondo: i cinesi.
IL PROBLEMA NON E’ STATO IL MANCATO BAICOTTAGGIO, MA L’AVERLE ASSEGNATE AD UN REGIME
DI CUI TUTTI AVEVANO LA CERTEZZA CHE NON AVREBBE TENUTO FEDE A NESSUNA ALLE PROMESSE
DI APERTURA, LIBERTA’ E COSI’ VIA.
Ma veniamo allo spettacolo di alcuni “falsi di regime”, riportandone descrizioni le cui fonti ufficiali sono
ben chiaramente indicate e verificabili sotto il titolo dell’articolo relativo.
Pechino: scenografie da film per inventare falsi hotel e coprire vere bidonville
(www.upnews.it, yahoo!, doga, you tube, rai)
Mancano tre giorni all’inaugurazione del giochi olimpici a Pechino e si scoprono già dei falsi propagandistici
colossali. Il video trasmesso da due Tv giapponesi, lanciato poi in tutto il mondo su You Tube, inquadra un hotel, a
prima vista completo e con persone che si affacciano alle finestre, luci che si accendono e si spengono e così via.
In realtà, come vediamo poco dopo è tutto finto! L’albergo in realtà non esiste, le persone che prima abbiamo
intravisto sono soltanto cartelloni incollati su un fondo ben fatto, ma di carta pesta. Il video prosegue con una visita
ad altri sette hotel in città, anch’essi tutti finti come il primo, per finire poi alle bidonville i cui confini, per non
permetterne le riprese, sono stati delimitati da alti e finti muri in cartongesso o cartapesta. Parte la saga della
buffonate di regime. Chissà cosa accadrà successivamente di falso! Durante una trasmissione di Rai Sport, uno
dei presenti dichiara anche di aver visto vecchi palazzi con facciate in cartapesta rifatte per coprire il degrado
I falsi fuochi d’artificio trasmessi per la cerimonia d’apertura
(corriere della sera, la repubblica)
Milioni di persone hanno seguito in tv la cerimonia di apertura a Pechino delle Olimpiadi 2008. Un evento
altamente spettacolare ed emozionante in cui ha brillato la maestria cinese nei fuochi d’artificio. Uno dei momenti
culminati è stata la “camminata” di 29 impronte di piede impresse nel cielo dentro e fuori dallo stadio, in una
sequenza di 55 secondi. Ebbene, le immagini che abbiamo ammirato dal televisore erano un falso:
impeccabilmente creato attraverso la computer grafica. Impossibile (e rischioso) trovare il giusto angolo per
riprendere dall’elicottero tutte le impronte, meglio ricorrere a una sequenza digitale degna dei maghi degli effetti
speciali di Hollywood. “C’ è voluto un anno di lavoro”, ha dichiarato Gao Xiaolong, a capo del team che ha curato il
video, “per rendere la sequenza filmata indistinguibile da immagini reali”. Hanno studiato i dati ricevuti dal centro
meteorologico per creare il cielo e hanno aggiunto una lieve sfocatura come effetto “smog notturno”. Anche le
scosse alla telecamera sono frutto del videoritocco, per simulare le riprese dall’elicottero. Gli spettatori presenti
hanno invece visto i fuochi artificiali in originale che sono comunque riusciti secondo i piani. Che dire, lo spettacolo
deve continuare! Se queste sono le premesse…
La canzone dell’inaugurazione è un falso per non riprendere la vera cantante troppo brutta
(news.asiacom, corriere della sera, le monde)
Nella tribuna d’onore era schierato tutto il Politburo, la nomenklatura assolutista del regime cinese. Era stato tutto
affidato alla regia di Zhang Yimou l’ostentare agli splendori questa Cina ormai legata alla peggiore delle politiche di
globalizzazione. Tutto è stato progettato da tempo per uno spettacolo mirato completamente per far pavoneggiare
la Cina della sua grandezza reale e purtroppo - ma c’era da aspettarselo - presunta. Ed ecco il clamoroso primo
falso di questa sceneggiata planetaria camuffata dietro un evento sportivo. Alle 8 e 8 dell’8-8-2008 Lin Miaoke,
graziosissima ed ammiccante bambina cinese, tutta di rosso vestita, incanta i novantamila spettatori dello stadio
'Nido d'Uccello' con una canzone patriottica. Fin qui tutto bene se non fosse che poi, tre giorni dopo, Chen Qigang,
il direttore musicale della cerimonia, in un'intervista all'emittente televisiva di Stato obbligata dopo una serie di dure
ed insistenti illazioni sul tema, ha confessato che la piccola era stata scelta per il suo aspetto grazioso e non per la
voce. Nel frattempo le foto di Lin, adoranata dal vestitino rosso, avevano fatto il giro dei quotidiani e dei siti web di
tutto il mondo e il China Daily l'aveva già proclamata star emergente. La voce d'usignolo che ha commosso lo
stadio di Pechino in realtà appartiene a Yang Peiyi, bambina di sette anni, che con la sua faccia paffuta e la
dentatura decisamente non perfetta è stata definita dallo stesso Chen Qigang “non degna di dare la corretta
immagine della Cina”. La dolcissima Lin ha quindi solo mimato, se pur alla perfezione, quella canzoncina di regime
cantata da una brutta bambina cinese.
Pochi spettatori? Arrivano i “volontari del tifo”
(adnkronos/Ign, cnn. www.siportal.it)
Corsa ai ripari degli organizzatori per coprire i buchi sugli spalti. Gli “arruolati”, ovvero oltre 25.000 iscritti al partito
comunista cinese “comandati” alla bisogna, dovranno riempire i posti a sedere rimasti vuoti e sostenere gli atleti in
gara. La scarsa affluenza di pubblico alle gare olimpiche ha costretto gli organizzatori a correre ai ripari,
“arruolando” dei volontari che dovranno riempire i posti a sedere rimasti vuoti e sostenere gli atleti in gara. I
volontari, che indossano normalmente magliette gialle (come ben visibili nella immagini Tv), sono comunque
obbligati a lasciare il posto occupato qualora uno spettatore munito di biglietto reclamasse il suo seggiolino. ''Il loro
compito sarà quello di tifare per gli atleti di entrambe le parti e tenere su il morale'', ha spiegato il segretario
generale del Bocog, Wang Wei, che ha detto di essere deluso perché gli stadi non sono pieni, malgrado tutti i
biglietti a disposizione siano stati venduti. Questo è un effetto frutto dell’incetta dei bagarini, in combutta con molti
degli organizzatori olimpici cinesi, che poi non sono riusciti a rivendere i tagliandi forse per il prezzo. Inoltre ''molta
gente rinuncia a seguire gli eventi preliminari, ma questa non è una sorpresa”, ha concluso Wang, senza però
spiegare il perché di questa affermazione. Una delle gare in cui i “volontari del tifo” si sono distinti maggiormente è
stata la prova di ciclismo su strada femminile, dove si sono visti all'azione gruppi di tifosi, vestiti tutti nello stesso
modo, tifare per tutte le atlete impegnate sotto una pioggia battente. Lungo il percorso c’erano solo loro. I gruppi di
“volontari” stazionano su decine di bus sempre in movimento per non dare nell’occhio, e vengono inviati
velocemente in questo o quell’impianto, a seconda dei buchi vuoti prima dell’inizio delle riprese televisive.
Mini atlete sotto i 16 anni
(asianveritas, save the children, rai, la repubblica)
Non è la prima volta che il Cio chiede di verificare l'età delle atlete cinesi: la prima richiesta era stata inoltrata
lo scorso maggio,l quindi i sospetti erano già ben evidenti. Ginnastica e tuffi, per ora. Sono queste le discipline
dove sono fortissimi i sospetti (se non siamo già alle certezze, come affermato da Juri Chechi in diretta Rai Tv il 23
Agosto) dell’utilizzo di bambine sotto i 16 anni, età minima per partecipare alle Olimpiadi. Molti giornalisti hanno già
sollevato il caso di atlete come di atlete come He Kexin e Jiang Yuyuan, soprattutto dopo che un cronista
svedese, ha dichiarato alle autorità sportive di avere visto due diversi documenti di identità (uno dei quali riferiti ad
una gara precedente) riguardanti i dati anagrafici di una delle due ginnaste. Il CIO, dopo queste dettagliate
denuncie, ha deciso in maniera assolutamente atipica e foriera di polemiche, di aprire si un’inchiesta, ma di affidare
il responso inappellabile delle indagini ai soli giudici cinesi. E’ ovvio, a questo punto, pronosticare con forti
probabilità di successo un verdetto di non colpevolezza. Le atlete, parliamoci chiaro, è quindi “già certo” da ora che
risulteranno con una età maggiore ai 16 anni.
Giudici sportivi mai così di parte
(nonsolocina, bbc, france2, adnkronos)
Si sono concluse le Olimpiadi forse con i giudici più condizionati dopo quelli chiamati ad esprimersi alla
manifestazione gemella di Berlino 1936. A Pechino, per ben 11 (undici) volte, decisioni post gara dei giudici sportivi
hanno permesso alla Cina di prendere medaglie o entrare in finali dalle quali erano state eluse. Le decisioni hanno
riguardato più o meno tutte le discipline. Ne ha fatto le spese anche l’Italia, “squalificata” nella staffetta 4x100 dove
era arrivata quarta, per fare entrate la squadra cinese in finale.
Veri o falsi, chi ha visto i pupazzetti Fuwa? Il regime cinese, in questo caso, blocca i falsi!
(il sole 24 ore, times, herald tribune)
Le Fuwa, i cinque pupazzetti simbolo delle Olimpiadi pechinesi non si fanno vedere molto in giro e, praticamente,
nessuno sa nemmeno cosa siano. Fuori dalla Cina, in Italia, non ne abbiamo viste nemmeno di false. Ostentano
indifferenza e ignoranza anche i cinesi che sono in Italia, e si chiedono a loro volta cosa siano le Fuwa. Ma qui, a
Pechino, la dimostrazione della potere cinese sul controllo dei falsi ci offre uno spunto strabiliante, nonché ci lascia
irrisolta la questione del perché non blocchino invece gli altri falsi. La risposta è semplice: non vogliono. Dal
merchandising ufficiale legato ai simboli e alle mascotte olimpiche il Bocog, il comitato organizzatore cinese delle
Olimpiadi di Pechino pensa di ricavare qualcosa come 600 milioni di preziosissimi dollari americani. Ed ecco il
miracolo. Per queste Olimpiadi in Cina, Paese che tra le tante leadership ha anche quella dei prodotti falsi, la
circolazione di gadget falsi è stata praticamente inesistente. Sono moltissime le testimonianze di veri e propri
pestaggi della polizia nei confronti dei pochissimi autoctoni che hanno osato contraffare un prodotto controllato dal
Politburo del Partito. Ecco perché nemmeno nelle Chinatown - e la cosa ha un che di sorprendente - è possibile
trovare i simboli taroccati della manifestazione che più di ogni altra ha contribuito ad accendere i riflettori di mezzo
mondo sulla Cina, riflettori che hanno illuminato solo quanto di ripulito per l’occasione.
Cina: piccoli atleti-bambini addestrati da anni come soldati.
(www.aiutidellaluce.org, famiglia cristiana, stern)
Si legge ancora, ed è il linea dal 2003 sul sito www.aiutidellaluce.org (una Onlus che si dedica ai bambini), un
articolo di Cecilia Saltini, pubblicato su Famiglia Cristiana anni or sono. Recitava già all’epoca l’articolo: “Sede delle
olimpiadi del 2008, la Cina prepara i suoi giovanissimi atleti. Come mostra il settimanale tedesco Stern, i metodi
utilizzati sono di stampo più militare che sportivo e non aiutano certo il paese orientale a cancellare le accuse di
mancato rispetto dei diritti umani rivolte al governo di Pechino. Il preparatore olimpico Yang, specializzato in
ginnastica ritmica, anelli e parallele, non esita per esempio a prendere le gambe di un bimbo di sei anni, sdraiato a
terra e fermato da un piede dell'allenatore stesso, e ruotarle verso le orecchie finché il dolore diventa
insopportabile. A quel punto gli ordina di cantare il ritornello "Gli uomini d'acciaio non piangono. Vogliamo essere
eroi, vincitori e vincere la medaglia d'oro". Nel sollevamento pesi la tredicenne Mo Xiaohuo, alta un metro e 55 per
79 Kg, solleva 110 Kg e, stremata, alla domanda se diverte essere la donna più forte del mondo, risponde: "Lo
faccio per la patria", mentre il suo allenatore ripete che la Cina è contro il doping e la giovane sollevatrice è soltanto
un talento naturale. E chi sbaglia? Ne sa qualcosa un piccolo ginnasta, che al secondo salto sbagliato è stato
praticamente calpestato dall'allenatore. Per la Patria.”
24 Agosto 2008: si chiudono le Olimpiadi dei falsi.
(il giornale, ansa, freetibet,spittal zeitung )
Lasciamo pure perdere il Tibet, sul quale si discute ormai solo per stabilire l’esatto numero dei morti; per il resto, in
questi ultimi mesi, tutti i rapporti hanno testimoniato come siano peggiorate, nell’ordine, la persecuzione degli
attivisti per i diritti umani, la detenzione senza processo, la censura e nondimeno l’applicazione della pena di
morte. Le autorità cinesi, ultimamente, hanno imprigionato chiunque potesse minacciare l’immagine di stabilità e
armonia che la loro efficientissima organizzazione ha cercato di presentare. Non si sono contate le persecuzioni a
giornalisti e attivisti, mentre diversi scrittori sono stati condannati per «incitamento alla sovversione» perchè
avevano rilasciato delle interviste alla stampa estera. Sono state estese, prima e durante il periodo olimpico,
alcune forme di detenzione amministrativa come la «rieducazione attraverso il lavoro» e una generica
«riabilitazione forzata dalla droga».
(continua nella pagine successiva)
La polizia seguita a godere di un potere assoluto e può imporre pene anche senza un’accusa e senza un processo.
Il Circolo della stampa estera ha segnalato 260 casi di interferenze delle autorità, mentre va da sè che ai giornalisti
cinesi sia stato impedito, come sempre, di scrivere su argomenti giudicati sensibili. La pena di morte era e resta
prevista per 68 reati (anche se le autorità negano) e in ogni caso annovera più esecuzioni che in tutte le altre
nazioni del mondo messe insieme, ma i dati non sono precisi perchè in Cina sono considerati segreto di Stato. Il
resto è per così dire noto: gli organi espiatati e rivenduti senza il consenso dei familiari, le torture, i religiosi
ammazzati, i dissidenti imbottiti di psicofarmaci, insomma tutte le specialità non olimpiche che da domani
continueranno come sempre. Mentre gli atleti, domani, torneranno a casa assieme a una missione che era più
grande di loro perchè gli era stata scaraventata addosso da una classe politica a dir poco codarda, ormai arresa a
questioni di piccolo cabotaggio o, quando va bene, rassegnata che lo sviluppo di parte del mondo resti autoritario e
pianificato dall’alto, svincolato da ogni consenso democratico. Torna a casa anche la velleità di volerci propinare
l’ormai scoperta, sonora, croccante, spettacolare balla secondo la quale sviluppo e democrazia camminerebbero a
braccetto. Non è vero. Non lo è mai stato. Dal nazismo in poi. Da Berlino 1936 a Pechino 2008.
…e quanto altro non emergerà mai!
Sapete com’è, una squalifica postuma o una “sanzione”
delle “autorità sportive” internazionali o caserecce, sempre
così sensibili al loro prezzolato potere ed alla loro
superiorità, tappa talmente tante bocche e coscienze…
Ed ora, a luci spente, senza scocciatori stranieri, partiranno
le rese dei conti interne alla Cina e le relative “purghe”, di
cui ne faranno le spese i Diritti Umani, tutte le minoranze e
le etnie scomode.
E la libertà.
Che bello lo sport… bravi…