Liberazione di Lucca. Anniversario, 5 settembre 2008

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Liberazione di Lucca. Anniversario, 5 settembre 2008
Liberazione di Lucca. Anniversario, 5 settembre 2008
Celebriamo oggi l’anniversario della Liberazione di Lucca dall’occupazione nazifascista.
Una data importante per la storia della nostra terra alla quale un anno di occupazione non aveva risparmiato niente:
rastrellamenti, torture, assassini, stragi, eccidi.
Questa 64° ricorrenza, avviene a poche ore dalla scomparsa dell’amico Carlo Gabrielli Rosi, che fu attivo membro della
Resistenza e che, la memoria di quei giorni, ha contribuito a tramandare.
A lui va oggi il mio primo pensiero.
Anche a lui – al partigiano, all’uomo innamorato della libertà e impegnato in un prezioso lavoro per salvare le testimonianze
e i ricordi legati a quegli anni della Seconda guerra mondiale, all’archivista, al membro del comitato scientifico dell’Istituto
Storico Lucchese, al Grande Ufficiale al Merito della Repubblica – ritengo giusto e doveroso dedicare le celebrazioni di
questo anniversario.
Rosi, penso anche agli interventi di queste ultime settimane per sollecitare un adeguato ricordo di Manrico Ducceschi, il
comandante “Pippo” a cui fu vicino, è stato sempre una presenza attiva e viva e vivificante nel dibattito politico-culturale della
città.
Raccogliamo volentieri quindi anche questo suo ultimo stimolo.
Come Provincia, nel portare avanti il multiforme lavoro in cui già siamo impegnati per recuperare e difendere la memoria
della Resistenza sul nostro territorio – con gli altri enti locali, con l’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea,
con gli itinerari didattici, con gli incontri promossi nelle scuole e a palazzo Ducale, con la Regione – , ci adopereremo per
diffondere e far meglio conoscere anche la figura di Manrico Ducceschi, convinti che la memoria della Resistenza, di
qualsiasi orientamento politico sia stata espressione, rappresenti un valore che unisce, e memori anche delle parole usate
da Piero Calamandrei per ricordare ai giovani le radici della nostra Costituzione: “Se voi volete andare in pellegrinaggio nel
luogo dove è nata la nostra costituzione andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono
imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o
giovani, col pensiero perché lì è nata la nostra costituzione”.
Questo anniversario ci permette di rinnovare e riaffermare il nostro credo nei valori dell’antifascismo, della libertà, della
giustizia e della solidarietà.
Valori che grazie al coraggio e al sacrificio di tanti uomini e tante donne continuarono a pulsare in questa città anche nei
mesi difficili dell’occupazione; anzi si affermarono con ancora maggior forza, e grazie ai quali, con l’arrivo delle truppe
americane in quel mattino di 64° anni fa, il cammino della libertà e della democrazia poté riprendere con forza e dignità
anche qui a Lucca.
La nostra coscienza civile e la nostra storia democratica sono impastate con il sangue e la sofferenza di quei giorni.
Ma anche con gli ideali, col coraggio e col senso di umanità che tanti lucchesi dimostrarono in quelle circostanze
drammatiche.
La grande voglia di ricominciare dovette fare i conti con una dimensione quotidiana dell’esistenza fatta anche di tante
preoccupazioni, di timore per i parenti lontani, di dolore per i morti, di miseria.
Anche perché, è doveroso ricordarlo, la liberazione della nostra città avvenne pochi giorni dopo il verificarsi di alcuni dei fatti
più tragici e emblematici fra quelli che insanguinarono la nostra provincia nel corso della guerra per la libertà: la fucilazione di
Don Aldo Mei, l’eccidio di Sant’Anna di Stazzema, i morti del gruppo Valanga, l’irruzione alla Certosa di Farneta.
Credo che i contenuti morali e politici della nostra futura identità collettiva cittadina siano stati di fatto indelebilmente fissati
proprio in quei giorni.
I riferimenti che costituiscono i valori fondanti della nostra convivenza
– la fedeltà ai valori della democrazia,
dell’antifascismo, della libertà, della giustizia e della solidarietà – sono per noi scaturiti sulla base del dolore e della speranza
che la nostra terra visse proprio in quei mesi della guerra di liberazione.
Una religione civile che ci tiene insieme come uomini e come cittadini, una eredità culturale e morale che è necessario
coltivare diffusamente, ogni giorno, in ogni ambiente e in ogni circostanza.
Quell’esempio e quella lezione arrivano, attraverso la Liberazione nazionale, la scelta della Repubblica e il varo della
Costituzione, fino ad oggi, in un cammino che, se pur irto di difficoltà e di contraddizioni, è stato un cammino di crescita e di
sviluppo, di democrazia e di libertà.
Dobbiamo allora essere grati agli uomini e alle donne che hanno consentito tutto questo. Siamo ciò che siamo, abbiamo
potuto usufruire di occasioni e opportunità, soprattutto grazie al loro esempio.
Anche a Lucca la Resistenza si espresse in molti modi.
Vi fu una Resistenza politica armata; vi fu una “resistenza civile”, “non violenta” che coinvolse molti cittadini e che ebbe fra i
suoi esponenti, tanti sacerdoti e tanti religiosi che testimoniarono, spesso a prezzo della vita, la loro fedeltà ai valori
evangelici dell’amore, della solidarietà e della fratellanza; vi fu anche una resistenza militare.
Siamo la provincia italiana dove la resistenza religiosa ha pagato il più alto tributo.
Quest’anno nel commemorare il giorno della Liberazione, ricordiamo anche il tributo pagato alla riconquista della libertà nella
nostra città da parte di uomini in divisa.
E insieme a Elio Bortolotti, partigiano e cultore della storia della Resistenza, consegniamo la Medaglia alla Memoria a due
Carabinieri che persero la vita in quei giorni per essersi resi protagonisti di atti di grande altruismo e coraggio, testimonianza
del loro altissimo senso del dovere e della responsabilità.
Si tratta del maresciallo Domenico Botìndari e del brigadiere Salvatore Uda.
Un eroismo, il loro, che rappresenta la più radicale negazione dell’ideologia nazista e l’espressione di una sensibilità umana
e di un senso di altruismo che nobilita la nostra terra.
Nel festeggiare la Liberazione di Lucca anche questa è l’alta lezione umana e morale che oggi richiamiamo .
Una pagina che non dobbiamo trasmettere solo, come spesso si dice, alle giovani generazioni, ma a tutti noi, a qualsiasi
cittadino che, troppo spesso, sente venir meno la tensione civile, l’amore per la comunità, la consapevolezza della necessità
di battersi per la difesa del bene pubblico.
Un ultimo pensiero.
L’anno passato nel celebrare questa ricorrenza la città di Lucca ha conferito la cittadinanza onoraria alla memoria al capitano
Charles Francis Gandy e al colonnello Raymond Sherman, rispettivamente ufficiale e comandante del 370° Combat Team
della 92° Divisione (di Fanteria) Buffalo.
Una divisione, come sapete, composta da soldati di colore che, creata inizialmente fra diffidenze e pregiudizi per svolgere
funzioni ausiliarie, fu poi ampiamente utilizzata in battaglia,comportandosi con onore e offrendo un grande contributo alla
Liberazione del nostro Paese.
Oggi un cittadino americano di colore è candidato alla presidenza degli Stati Uniti d’America.
In tutto ciò vi trovo un ponte ideale. Mi piace pensare che, anche in questo senso, vi sia una ininterrotta continuità fra il vento
della libertà che la mattina del 5 settembre di 64 anni soffiò fra le strade di Lucca, e quello che lungo gli stessi anni ha
consentito ad un politico di colore di diventare candidato alla presidenza degli Stati Uniti d’America.
E’ il segno anche questo che “la storia era dalla nostra parte”.