SOCIETA` MINERALOGICA ITALIANA Prof. ANOELO BrANCHI
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SOCIETA` MINERALOGICA ITALIANA Prof. ANOELO BrANCHI
SOCIETA' MINERALOGICA ITALIANA Consiglio di Presidenza per il biennio 1964-65 Presidellte O'IOI"ol"io: Prof. Uoo P,u,ICIIl, Pavia Presidente: Pl'Of. STU'A!\O Bo:-,\'!''!'I, Pisa V-ice p'"CSidcl1te: Prof. FIORENZO 1\1Al'.zI, Pllvia C01ISiyliel'i: Dott. EN"RH1A PAI)ILLA, Bergamo TilI!. Tesoriere: GIUSf:I'P~: SCAINI, Milano Dott. Ing. l\'IARCO l\[AGISTRET'fI, Scy"etal'io: PI'Of. GUSTA\'O Vice SCfJ1'ctari(j: Ootl. FAGN,\NI, Milano Milano r'UlGl QUARATFSI D'AcHL\ROI, Pisa Comitato di Redazione dei c Rendiconti» Prof. ANOELO BrANCHI Prof. ETTORE Prof. GUIDO CAROBRI Pro!. ANTONIO SCHERILLO ONORATQ ATTI DEL XXII CONGRESSO Carrara - Forte dei Marmi 1965 XXII CONGREHSO DELLA SOCIETÀ MINERALOGICA 11'ALIANA Carrara· Forte dei Marmi, es lIl"uembre - I· ottobre 1965 Seduta Inaugurale La seduta illllugurllle ha avuto inizio il 28 settembre linI:' ore 10,30 nella. Sala dei Convegni dellll Camera di Commercio di Carmra, con l'intervento delle AutoritlÌ, di Ilumerosi invitati, dci soci. Sono presenti il vice·Sindaco Bernieri, il vice·Prefetto della Provincia Valerio, l'Amministratore delegato della Società c l:Ienraux. Cidonio, il Presidente delhl Camera di Commercio Caleo, il Direttore dcII 'Ente Turistico Del Giudice, l'assessore alle Finanze Dalle "Mura, Impossibilitati ad intervenire alla cerimonia hanno inviato la loro adesione il Presidente Onorario della S.M.l. Panichi, il Ministro della Pubblica Istruzione Gui, il Ministro della Ricerca Scientifica Arnaudì, il Presidente del Consiglio ì'\aziollale delle Ricerche Caglioti, il vicePresidente del Comitato Nazionale per l'Energia Nucleare Salvetti, il Direttore del Servizio Geologico Beneo, il Presidente della Società Geologica Italiana Venzo. 11 vice-Sindaco on. Bernieri por~e il fervido saluto della città di Carrara ai Congressisti ed esprime il compiacimento di tutta la cittadinanza che vede, per la prima l'olta, adunati in Carl'ara i mincralisti italiani e illustri ospiti stranicri. TI prof. Bonatti, Presidente della Società Minel'alogica Italiana, ringrazia il vice-Sindaco pcr le calde parole di saluto e di augurio cd esprime la gratitudine del Consiglio di Presidenza della S.M.I. e di tutti i Soci per l'interessamento e gli aiuti che la cittA di Carrara e di Forte dei Marmi hanno voluto prodigare per l'organizzazione del XXll Congresso della S.M.!. Un particolare ringraziamento al Sinda(.-o di Carrara, al Sindaco di Massa, al Presidente dell'Ente Provinciale VIII ~TTI D~L CO~GRESSO del TuriSIlIO di Carrara, al Presidente dell'Ente Provinciale del Tu· rismo di Lucca, al Presidente dell'Azienda Autonoma Riviera della Yersilia, alla Società Henraux e al Suo amministratore delegato Cayxliere di Gran Croce Erminio Cidonio, alla Camera di Commercio Industria e Agricoltura della Provincia di 1lassa c Carrara che ha. accolto i Congressisti nella sua Sala Convegni per la cerimonia inallgurale... E voglio ~ prosegue il prof. Bonatti .. in questa sala dei .. Convegni della Camera di Commercio ricordare la recentissima scom.. parsa del Suo illustre Presidente Comm. GlIstone Dazzi, che fu già c anche Sindaco di Carrara. Promotore della Mostrll del Marmo, anche .. pN questo Congresso il Comm. Dazzi è stato illuminato collaborac tore e si è prodigato in aiuti e consigli. in questa occasione io ho c avuto l'onore di conoscerLo e di apprf'zzarne le alte doti di mente c e di cuore. A nome della Società Mineralogica Italiana e mio in c particolar.... rinno\'o qui ai familiari, alla Provincia di 1fassa e Car· c rara. alla Camera di Commereio e a tutti i Suoi eoncittadini i scnsi c del nostro cordoglio, del memore rimpianto~. Prima di iniziare la letturR del discorso inaugurali' il prof. BoIlatti. sicuro di interpretare i sentimenti di tutti i Soci, rivolge un pensir]'o affettuoso al PresidclIte Ollonl.l'io pl·of. Ugo Panichi che, pcr motivi di salute, nOlI ha potuto esser prpsente Il questo XXii Congresso. Tutti I!li intervelluti concordano di inviare al prof. Panichi un telegramma augurllie. Quindi il Presidente della S.1\1.1. prende la parola. I)('r s\'olgere il discorso di Ilpertura del Congresso. L'origine dei marmi, le cave. le miniere delle Alpi Apuanl', la storia delle sue industrie ('Strattive sono l'argomento prtSCplto. c L'n illustre poeta, Vittorio Alfipri. ini7.ill un suo sont'Ho con questa. ilH"OCllZiOllt'; c Deh, chE." nOli è tutta Toscana il )Iondo!~. lo mi son chiesto, oltrE." al lingllllggio. quali bellezze Ilaturllii dE."lIa Toscana ab· biano ispirato ili poeta, col qUllle divido la sorte di eSSN nato in Piemonte, queste plll'ol(> così traboccanti di entusiasmo per la regione che lo ospitava (> che orll ci accoglie. A mc piace peww-I'c che questo \'erso si sia rivelato all'llrtista su questi litorali, tra t'azzurra serelliuì del mare Tirreno e III grandiosa maestà delle Alpi Apuane. Qui il tiepido mare e la montagna aspra e dirupa, due tesori naturali dei quali tanto rieca è l'Italia. sono insiemE." prPSCllti e si frontegj.!i1mo moltiplicando fascino e incanto. ,\1'TI DEI., CO:\OflESSO L'Appennino centro-settentrionale, nella regione apUll11ll, abbandona le teorie dei suoj declivi e delle ampie Yllllate, per rompersi in alte e dirupate vette, in aspre paroeti dove candide rocce hanno dato celebrità a questi luoghi dommdo in tante parti del mondo la ricercata bellezza dei Illarmi apualli. ùlfl oltre ai mArmi, sia pure nella più ristretta cerchia dei mineralisti e dei colleziollisti, anche i giacimenti minerari delle Apuanc SOIlO ben conosciuti ovunque. ~è ora, nè in passato vi è stato per queste mineralizzazioni prooouttivitlÌ estrattive tali da allinearle 11 quelle delle grandi zone minerarie sia italiane che estere. Pure le particolarità delle giacitUloe, la rarità dei minerali presenti, la bellezur dei campioni forniti ha fatto sì che i nomi di Val di Castello, di Ripa, del Bottino e molti altri siano ben IlOti ai mineralisti italiani e stranieri. Il XXlIo Congresso della. Societìi i\lineralogiea Italianll trova quindi qui in terra ApUAna, sede degnissima, oltre per il fervido illteressa~ mento di cIIi ci ospita, per l'ampio campo di osservazioni e di discussione offertoci dalle paloticolariti\ mineralogiche e litologiche di <luesti luoghi. lo vorrei, in apertura al Congresso, riuscire a troatteggiflre, sia pur brevemente, le più importanti conoscenl':e attuali suU 'origine dei marmi, i fatti più salienti della storia dell' industria marmifem, i caratteri e le particolarità delle mineralizzazioni apuane. La. gCllesi del marmo apuano accompagna e consegue quella di tutte le formazioni litologiche Apuant'. Fin dalla seconda mptÌl del secolo scorso, da quando cioè le scienze della TelTa acquistarono reale carattere scicntifico, illustri ingegni rivolsero la 101'0 attenziolle ai complessi problemi geo-Iitologici di questa regioneo Così Repctti, Silvi, PilIa, Guidoni, Dieneghini, Cocchi, De Stefani, insieme ad insigni geologi di olt.r'Alpe, seppero portare contributi notevoli alla conoscenza delle Alpi ~.\puaneo :Ma i loro studi verteva!lo, per la. maggior part(', su problemi particolari e localmellte limitati, o, se anche illvestivano questioni di insieme della tettonica apUana, risentrvano della mancftnza di una visione completa e sufficientemente particolareggiata delle formazioni presenti nella regione. Intraprendere e portare a terminE' lo studio completo delle rocce apuane, riCOlloscer·ne le identità. c 1<' differenzt', stabilire i luoghi di affioramento e segn8rlle i contatti, doveva esser opera di chi unì ad x ATTI DEL COS"GRESSO una profonda dottrina nelle seienze geo-Iitologiche, UII particolare attaccamento Il questi monti dirupati che IlSSOOndOIlO, fiaccando il corpo oltrechè la mente, i segreti della loro costituzione. La sintesi completa delle formazioni presenti nella regione apuana, questa opera di grandissimo impegno, fu compiuta da Ull Ciglio stesso di questa telTa, che molto"'scppe Il"mare e onorare: Domenico Zaccagna. 11 rilievo gl'Ologico completo delle Alpi Apuane, in ]7 tavolette al 25.000 e rchtth'o commento, rimane tult 'ol"a opi'ra di grande interesse ed utilitlì elle onora, oltre lo Zaccagl.la, anche l'Ufficio Geologico d'Italia che ne \'olle curare la stampa Il questa sesia di ampio deU8.glio. Mezzo secolo è passato da quando lo Zaccagna eseguiva il suo rilevamento e da allora le scienze geologiche e Iitologiche hanno fatto lungo cammino sulla ,-ia del progresso. Molte concezioni che parevano ormai di sicura applicazione hanno subito radicali mutamenti, soprattutto con l'acquisizione della possibilità, in campo orogeuetico, di am, pissimi mO"imenti laterali con sovMlscorrimento di falde nOli in serie sui sottostanti orizzonti Htologiei. Il rilievo dello Zaccagna si informa invece lilla stratigrll.fill clas· sica di sovrapposizione con eventuAli trasgressioni e COli faglie in fU'ce limitate. Quindi, per ['affennll.losi dri principi fllidistici, l' int.erpl'etllzione dello ZlI.ccagna è stata ri"ista e modificata. La cronologia e l'aJ'l· segnazione dell 'età deUe rocce hall no subito notevoli aggiornamenti, tutt'ora in atto iII quanto molli problemi sono ancora insoluti. PurI' ancor oggi, chi "oglia intraprendere studi o ricerche geologicht>, !ilologiche, minerarie nelle Alpi Apuane, percorre questi monti con Il' tavolette dello Zaceagna alla mano osservando e meditando quanto da lui fu "isto e segnato con curata fedeltà. ••• Per ricostruire in bl'l've sintesi, seguendo i l'isultati conseguiti fino ad oggi dalla scuola Pisana, gli e,'enti Iitogenetici e geodinamici che hanno portato in superficie nella regione Apuana insieme agli orizzonti marmorei anche le parti più profonde della geosinclinale appenninica, possiamo riportarci al tardo Paleozoico, oltre cioè 200 milioni di allni orsono. ATTI DEL COXGRESSO OO\'e ora il Tirreno frange i suoi flutti e dove si innalzAno le impel'vie giogaie di questi monti, si stendeva una vasta regione, ampia. mente erosa in clima semi·arido con gr/lIldi pianure alluvionali e ill queste si installavano, in mutevole avvicendamento, bacini lacustri dove convogHa,'ano le acque che le scarse precipitazioni lasciavano cadere su assolate pianure, Apparati "ulcanici con v,ulcaniti acide of· frivano ad un facile smantellamento i loro prodotti di eruzione. Xel medio Trias, ha inizio la subsidell1.8 e queste terre vengono invase dal mare. Particolaritlt morfologiche del fondo marino e favorevoli condizioni ambientllli portarono successivamente allll formazione (qu('stll è solo un' ipotesi) di una grande barriera di scogliera allineata Nord-Sud, con ampie discontinuità al livello del mare, ma che, comunque, portò alla costituzione di due bacini, ad Ovest. e ad Est, dove le condizioni di sedimentazione furollo simili ma non identiche. ~el mare ad oriente della barriera, sopra le formazioni scistose carbonilere e permiane, con porfiroidi e scisti porfirici, ecco formarsi potenti depositi calcareodolomitici che costituiscono la barrierll di scogliera e innalzano sul fondo del mal·C potenti ammassi di eti\ attribuibile con qualche incel·· tezza al Norico, cioè al Trias superiore. Queste fonuazioni dolomitiche sono ora, a orogellesi a",-enuta, identificabili con i ben noti grezzoni che so,"rastallo il complesso scistoso e i porfidi del Permo-Carbonilero. Anche questo complesso, che rappresenta la parte più profonda delle serie apuane, è ora alllpiamente esposto nel cuore dell 'elissoide. f.J8. valle del Giardino, che incide questa formaziolle, è ZOIHI. particolarmente favorevole alla sua osservazione. Dopo la se<1imentazione dei grezzoni, ilei mare che si estende ad oriente della barriera si ha, nel Lias inferiore, in ambiente di mare aperto, anche se non molto profondo, la deposizione di calcari molto puri in banchi di grande potenza. Sono questi i depositi calcarei che attraverso le Hzioni metamorfiche dell 'orogenesi daranno origine ai marmi che IUl.ILno resa questa regione famOAA in tutto il llIondo. Monte Sagro, Colonnata, Fantiseritti, Bctogli, Monte Altissimo, Arni e tunti altri, sono nomi di luoghi dove l'industria e l'arte del manno condizionano e non da oggi, sia la ,-ila degli abitanti sia i panorami e le pr08pettive di questi monti. Questi preziosi banchi calcarei hanllo avuto quindi la loro prima origint> sul fondo del mare circa 180 milioni di anni orsono. :XII ATTI DEL COXQRESSO Alla deposizione dei calclll'i puri farù seguito la scdimentazione dei materiali che ritroviamo oggi a costituire i calcari selciferi, i cipollini, i diaspri, gli scisti "llrieolori, i calcari nUlIlmulitici. Siamo ormai - nel! 'Eocene cioè Ilell 'era tel'ziaria. A chiusura della "erie di sedimelltazionc che si svolge in ben )80 milioni di anni si deposita quella particolare al'enaria qUl\l'ZQSO feldispatica mieacea nota in tutta la Toscana col Home di macigno..n macigno di questa particolare area di sedimentaziolle subirà però azioni mctamorfiche costituendo quelle formazioni indicate nei rilievi dello Zaccllgna come pseudo-mllcigno. Parallelamcnte a questo lunghissimo lavoro di scdimentazione nel mare Il. ol'iente della barriel'a coralligena, nel bacino occidentale si svolgeva la deposizione con caratteri talvolta assai differl'nti. L'in· gl'essione marina triassica iniziò qui con la. deposizione di potenti conglomerati quarzosi, intercalati con arellarie e materiali più fini che costituiscono la cosiddetta formazione del "eL'rucano. Sopra il verrucallO si formano dolomie e calcari con anidrite che ritrovel'cmo in superficie come calcari cavernosi, quindi calcari marnosi eon fossili ben databili e i calcari puri liassici analoghi a quelli depositatisi più a. oriente, ma destinati dalle vicende orogenetiehe a non assumere carattere marmoreo. Ila serie di sedimental'.ione continua fino ali 'Oligoceue e chiude anch'essa con l'arenaria.-macigno, che qui ritroviamo in superficie senza aver subito azioni metamorfiche a costituire la. «pietra scrella :t. Nelle Alpi Apuane ritroviamo quindi anche la bella «pietra screna:t, dal colore del nostro cielo invernale, che gli artisti del Primo Rinascimento, stanchi del troppo marmo usato sovente ormai solo come ostentazione di ricchezza, così bene utiljzzarono per rinnO"are forme e concetti aI'chitettonici, creare nuovi stili. La sedimeuuu:ione dell 'arenaria macigno è l'ultimo episodio petrogenetico in entrambi i bacini di questo grande ciclo sedimentario, Infatti alla fine dell 'Oligocellc o all' inizio del Miocene ha inizio la fase parossismatica déi grandi movimenti tettOnici. TI pacco di sedimenti deposti più a occidente si scolla dai terrenj permo-carboniferi sni quali riposti. ed tl.vanza da occidente accavallandosi e sovrapponendosi alle formazioni più orientali di analoga costituzione. E' la cosiddetta falda toscana. Questo ampio movimento tettonico si è svolto in fasi sllccessi\'e per tutto il Mioeene, e forse anche nel Pliocene, per ,\T'I'I DEI. CO:\'ORESSO XIII molti milioni di anni. 11 mo\·imento di accavallamento della falda toSC8nll sopra i sedimenti non rimossi dalla loro originaria giacitura, il eosiddetto autoctono, era stato pre<.-eduto e accompagnato dal dilagare, con provenienza da zone allcora più oceidentaJi, delle cosiddette falde liguridi, costituite da formazioni litologiche assai riC<!he in materiali argillosi. Le falde liguridi hanno portato la loro copertura su tutta la Toscana, la Liguria, giungendo fino in Emilia. Ecco quindi, molto concisamente descritte, le tre grandi unità tettoniche che costituiscono l'ossatura dell'Appennino in Toscana e nelle 7.Qlle limitroCe. L'autoctono, con le formazioni mesozoiche prcvalentemente calcaree, III. falda toscana 8ovrapposta ali 'autoctono, che ripete con qualche differCll7,R la serie di sedimentazione dell'autoctono, sopra llllcora le Calde liguridi pr'cwdentemente argillose con le intercala· zioni calCAree dci plliombini, degli alberesi, dell 'llrellllria pietra-forte, delle serpenti ne e delle altre l·occe verdi. L'erosione meteoriea ha modellato questi monti della Tose~lIla; ili alcune zonc la coltre di argilloscisti è lutt~ora il' superficie, in altre affiorano formazioni del macigno della Calda toscana oppure assisi calcaree più profoude. N'ella regione apuana il sollevamento orogenetieo è stato più accentuato. L'erosione, gli scollamellti .tettonici, hanno quindi portato in superficie non solo le parti basali della falda toscana ma anche, in certe zone, tutta la serie dell 'autoctono fino alle parti più basse, permiane, carbonifera e fors'anche l'iii antiche. Si è formata cioè una finestra tettonica. All' interno di un grande ellissoide, delimitato dalla presenza delle parti alte della serie appenninica. aUionUlo gli orizzonti della falda toscana ~ quindi l'autoctono fino al permo-carbollifero. Si ha quindi, data l'analogia tra le serie litologicl1e della falda toscana e quella dell 'autoctono, uLia ripetizione di serie, con terreni più antichi che sovrastano terreni più recenti in apparente successione stratigrafica. La serie più bassa, l'autoctono, per effetto soprattutto delle forti pressioni provocate dalla sovrastante faldll toscana, ha subito forti Ilziolli metamorfichc chcjllvcce Ilon si riscontrano nelln H<'l'ie alloctona. Quindi, sia i calcari puri del Lias sia altd calcari più o 1l1f'1l0 marnosi, depositatisi ooutfml}Qralleamel\t~ e con allalo<,,!'8. costituzione in entrambe le scJ:ie, SOIlO ora presenti nella falda toscana come calcari comuni, ileI sottostallte autoctouo come marmi saccaroidi o ceroidi a oost;tn;" In ,plondldn "atnadn, l v",l ,;p; di bl,noo, l'am"""o",o, Il X>v A'M'I DEL COXGRESSO paOllazzo, i mischi, le brecce, i cipollini e lutte le molte Y8rietà che i giacimenti apuani offrono al lavoro dell 'uomo. Le Alpi Apuane, la più grande finestra tettonica dell'Appennino c{"lItro-settentrionale, nelle cui "alli lo studioso può battere il proprio IIlflrtello sopra rocce che altro\'e giacciono tutt 'ora profondamente sepolte sotto formazioni più reeenti, subirono nel Quaternario, ces· sate le spinte o.·ogenetichc. l' illCessHnle 18vo,'0 di erosione delle acque, dei ghiacci, di tutti gli agenti che presiedono al modellamcnto delle rocce in superficie; si delineano forme e profili sino a costituire le caratteristiche morfo!ogiehe attuali. Sulla TerMl. compaiono i primi insediamenli umani. • •• Ora la regione apualla, con le sue aspre yelle, le vallate dalle acque lucide e fredde, gli ampi litorAli con le finissime arene, attende che l'uomo divenb"8 partecipe di qUllnto di bello e di utile la naturA ha approntato. In effetti le tracce della presenUl dell'uomo nelle Apuane sono molto antiche; i reperti preistorici della Grotta di Equi, della Grotta all'Onda e molte altre, risalgono ili Pllleolitico medio e si continuano con stazioni Neolitiche e Eneolitiche. Nell'età del bronzo e del ferro le popolazioni sono già costituite dai favolosi liguri che donanno estendersi per tutta la regione e formeranno le forti tribù dei JJiguri Apuani. Ben poco sappiamo della vita, degli usi, delle vicende di questo popolo. Mito, leggenda, storia, concordano però nell' indicarei come il loro più peculiare carattere fosse ,. indomito valore a difesa delle proprie libertà. ~arra Lieofonte che l'invitto Ercole, di ritorno dalla Spagna passò per queste terre e dovette lottare con i giganti Albion e Ligur; scnnonehè, senza il provvidenziale intervento di Giove che fece calare ulla nube piena di sassi a difesa dell 'Eroe, molto probabilmente questi tl\'rebbe terminato in terra Cllrrariull la sua carricra di attaccabrighe. Lasciando il mito e passando alla storia, noi vediamo ileI VI" e \7" secolo avanti Cristo l'invadenza degli Etruschi raggiungere effimeri e contrastati insediamenti nella zona eostiera fino alla Magra ma arrestarsi di fronte all' imbocco delle valli, incontrastato regno dei Liguri Apuani. E quando gli Etruschi cC'dettero il passo ATTI DEL CO:-ORESSO xv alle più forti legioni romane, in lunghe durissime guerre e con alterne vicende, per più di 150 anni, il valol'e degli flPUfllli seppe fronteggiflre il nuovo sovcrchiante lJelllico. Solo Ic depo.'tHzioni in Illassa condotte nel .180 H. C, riuscirono a fiaccflrlo. Ora i coloni romani invadono i litorali come agricoltori, risaI· ~"Ono le vslli dove i candidi marmi flttendono la mazza del cavatore e lo scalpello dell'artista che daranno al mondo i fastigi della Roma imperiale, l'on ci sono precise documentazioni della prima utilizzazione dci marmi apualli. Se vi fUrono escavazioni da parte degli Etruschi queste dovettero essel'c sporadiche ed esigue. Sembra accertato che anche l'insediamento etrusco di Querceta che pure durò a lungo, potesse s"erp tra le sue attivitil lo sfruttamento di minerali ma non dei marmi "ersiliesi, Furono certamente i romani che .dettero vita alle escava, zioni su scala industriale e, ai molti marmi orientali che già ornavano e<lirici pubblici e pri,"ati in Roma, si agginnse la candida bellezza delle pictre apuane. Dai tempi di G-iulio Cesare e di Ottaviano Augusto, l'escavazione c il commercio dei marmi apuani fu organizzato su larga. scala sia dal punto di vista tecnico sociale sia con maestranze specia. liZZllte per l'estrazione e la lavorazione. II periodo romallo di maggior floridezza per l'industria marmifera apuana è quello che decorre da Traiano a~larco Aurelio (98.180), J.;e cave più importanti furono quelle di Poggio Dovizio, di Co-101lnata, del Pol\'ll.ccio e de' Fantiscritti. DM. quest'ultima cava si erede provenga il marmo per il portale dci Pll.l1teon. Anche le cave di Canal Grande sono tra le più antiche; Quivi la leggenda vuole vivesse Aronte, il famoso indovino, di cui Dante disse c Ebbe fra i bianchi marmi la spelonca per sua dimora •. )Ja con l'inizio del terzo secolo dopo Cristo. l' industria marmi· fera almana cominciò a decadere, Varii moth'i specifici sono stati Itddotti dagli studiosi come cause di questo decadimento; ma io ri· tengo che questo avvenne in COllcomitll.n1.a col generale impoverimento dell' impero rOnlllno in tutte le sue ll.ttivitÌl. Caduto l' impero di occi· dente non risulta che i Goti utilizzassero le cave lIpuane che pure lWC\'allO eclissato le famOt>issime della Greeia; sembra confermarci ciò le spedizioni di marmo della Greeia che la regina Amalasunta solleeitò Il Giustiniallo, Bisogn{'fà attendere il secolo undicesimo quando i Pi- XVI ATTI DEL COSGRESSO sani, cresciuti in potenza c ricclU'Z1.a, ripresero a ('Strarre i marmi delle Apuane che fontirollO ampio matpriale per la eostrmdone del COIllplesso della Pia7.zR dei )Jiracoli di Pisa e quindi pcr le chiese di )lodena, di Assisi, di Orvieto, di Lucea, di Pistoia. Il mOllastero di San )Iichele in Pisa nel J047 fu costruito con marmo apuano e i carteggi riguardanti questa fornitura sono il più antico documento ufficiale della riattaziolle Jelle Clwe. lA! c Curtem de ::\Iassa • e la c Curtem de Cllrrarae. sorsero in breve temJlo a grande l}()ten1.ll e ricchezza da poU,>rsi eleggere a libero camune, Xel 1J83 Federico Barbarossa COIIsegnlt i\las.'ia e Carrarlt al Vesco\'o di l.Juni e quindi le complesse e tormentllte "icende politiclH' in Itltlia portarono i ccntri IllRrmiferi in dominio dei Pisani, dei ViSCOllti, dei I,ucchesi, dI'i MRIRspina fino a paSSllre nel 1520 alla famiglia de' Crbo. l\"el sec, XVI CRI'I'H.ra accoglie' cd ospita i piil il1u~tl'i IlTt-isti e architetti d' ltalill. Cosl il Balldinelli, l'Ammannati, il LombRI'do, il Gial1 Bolog"llll., lo Stngi, ~'Iatteo Ci\'idali, E di questi il più assiduo e il piil illustre, ~liclU'hHTgelo Buonarroti. T,a prima venutll di Michelangelo in Carrara risalI' al .1504 o al .1505. Don'va procurarsi il marmo IlecessHrio alla costruzione della tomba di Ciulio U, nella nuo"a immenSll chil'S8 voluta da questo Papa. Questa opera dalla quale Michelangelo atlende"a fama e rieche1.zR Iu inn"ce Iwr lui solo fonte di gra\'i llllUU"eZZp, Sei 1517, (>l;.'«"lldo li Carrara per tro"are marmi per la flt<:ciata di S, Lorenzo in Firenze, si trovò implicato in tllii disan'enture, che !wrfino la sua vita fu lIlessa in pericolo. Solleeitato anche dal Papa I~ne X, che a"e"a tre alti prelati ver.oiliesi 1lE'lIa sua cortp, si portò a Serra"E'u.8 dove, dopo \'ariE' ricerehe nOli soddisfacenti 111l1l Cerlil!"iola, alla Capllella E' al Trambiserra, tro"ò il bellissimo marmo statuario del )Iollte Altissimo. La prima colonna di marmo I)('r la chiesa di S. Lor('nzo giunse a Firenze nell'aprile 1521, 1lI11 purtroppo questo bel materiale pron'lliente dalle cave dell'Altissimo lIon fu utilizzato e S. IJorellzo attend(' ancora la sua. faccia hl ma rmOl'ea, Infatti alla mOl'te del pl'imo papa i\'Cedici il htVOl'O della facciata di S. Lorenzo fu sospeso c le cave dellR Cappcllll, di Trlunbisern\ e della Cerftgiola rimasero all'opera di S. illal'ia del F'iore chI.' le sfruttarono ininterrottllmente per vari deel'llIli. Il Gl'andu<:a Cosimo l", appassiollll.to di ricerche millerH.riE', si occupò intensamente delle <:aye e dobbiamo a lui la "asta fama conquistata allora dal mischio di Ani DEL COl\"GRESSO XVII Stazzema. ~la dopo la fine della dinastia i\Jl'dicPIl le cave versiliesi furono pressochè abbandonate, mentre quelle di Carrara continuarono ad essere proficuamente sfruttate per tutto il secolo X'Yl, durante il quale l'esportazione, specialmente in Francia e in Spagna, fu molto attiva, ~el secolo XVII la minor ricchezza e le mutate concezioni artistiche influirono anche sull' industria mannifera, e, nonostante le varie ordinanze in favore del commercio dei marmi promulgate da Carlo I Cybo Malaspina, l'attività 5i ridusse essenzialmente alla fabbrica7.iolle di quadreue della quale presero l'appalto alcuni eommereillnti olandesi. Bisogna giungere al1a seconda metlÌ del secolo XVI Il per vedere risorgere l'industria lllarmifera. l regolamenti ellUlllllti nel 1751 da Mal"ill Tel'csa Cybo M1l.laspillll, che diciotto anni dopo fondava l'Accademia di Belle Arti di Clll'rlll"a, dettero nuovo impulso alle escavazioni. E da allorn. fino ai tempi nostri l'industl'in c il commel'cio dei marmi IUlllllO 1l.vuto ampio sviluppo. Ma soprattutto il progresso della tecnica doveva essere determinante ai fini del rifiOl"ire dell' industria marmifera. Dalla seconda metà del Cinquecento l'impiego della polvere pirica e in seguito di altri esplosi"i, aveva fornito un mezzo rapido ed efficiente per il distacco dei blocchi di marmo daUe cave; ma questa teenica porta"a alla formazionE' di quegli immensi cumuli di detriti, i ravaneti, che dauneggiHvano le Clwe stesse talvolta in modo irreparabile, Nel 1895, l'introduzione dell'uso del filo elieoidale ridusse al minimo l'impiego delle mine. Nel 1876 era stata inaugurata la ferrovia marmifera che congiunse le l'alli carraresi col porto di )Iarina di Caro rara e la stazione ferroviaria di Carrara-Avenza. Anche (Iuesto mezzo di trasporto è ormai superato, ma a quell'epoca, e I>cr molti decenni ancora, l'uso della ferrovia marmi!era agevolò grandemente le esca· vazioni. Ed ecco alcuni dati di produzione che ben sinteti1.7.ano l'anda· mento dell' industria dei marmi nelle Apuane nel nostro secolo. Nel 1900 furono prodotte circa 250,000 tonncl111te di lllarmo contro le ]50.000 tOIlIlellate del 1850. All' inizio della primA guenl\ mondiale la produzione era salita a più di 400,000 tonllcJ1ate. SCCSR quasi al disotto delle 100.000 tonnellate negli anni della guerra, riprende rapidamente raggiungendo il massimo di mezzo milione di tonnellate ilei 1927. Ma la crisi economica mondiale porta ad ulla notevolissima era· pida recessione, e nel J932 la produzione era scesa a 200.000 tonnellate; in seguito alla guerra, nf'1 1944 solo 50.000 tQllllE'llate rappresentano XVIII ATTI DEL CO~ORESSO tutta la produzione apUllua. ~onostante la ripresa nel dopo guerra, il massimo di mezzo milione di tonnellate del 1927 nOIl è più stato raggiunto. :\lei 1960 la produzione apuana di marlllO in bloechi è stata di 400.000 tonnellate, delle quali i tre quarti provengono dalle valli di Carrara e di Uassa. Vari fattori, tra cui la recente crisi edilizia, llon hanno permesso fino ad oggi notevoli aumenti di produzione. 1\1a anche le cave della Versilia, riaperte nella prima metà del secolo passato, hanno avuto pal,tieolare sviluppo e alla 101"0 ripresa è legato il nome di Marco Borrilli, che fu fervido pioniere dell' industria marmifel'a vcrsiliese, Nel 1821 Alessandl'O Henraux, ex luogotenente di Napoleone, fondò la Società omonima dando nUO\"O impulso alle cave del M.te Altissimo ed altre delia zona. Da allora fino ad oggi la Società Henraux ha incrementato le sue capacità di lavoro f' di prodtl~ zione cosicchè oggi con 53 cave aperte nel bacillo marmifero e con attrezzature di lavoro moderno ed efficienti, costituisce nel settore del marmo un complesso industriale verament.e importante. A chiusura di Questa rapida scorsa alla storia dell' industria marmifera apuana, è interessante ricordare come la condiziolle giuridica. degli agri marmiferi del Comune di Carrara, che compl'endollo il maggior numero delle cave in attiviuì di !llYoro, il sempre disciplinata dltlle cosiddette «Leggi Estensi» che derivano, con successivi emendamenti, dalle nonne emanate da Maria Teresa nel 175l. La legge di unificazione mineraria dello Stato italiano del 1927, ali 'art. 64, disponeva che per le cave di Massa e Carrara Ilegli agri comunali fosse predisposta una speciale disciplina, con appositi regolamenti comunali da approvarsi dal competente Ministero. 1\:1a, dato che il Ministero non ha mai approvato i regolamenti presentati dal Comune, la Corte di CassaziOlle ha stabilito che debbano considerarsi sempre in vigore le «Leggi Estensi ». Mi intendo poco di industria marmifera e niente di legislazione: reprimo quindi il sospetto che qUlllcosa di IlUOYO in questo campo non sarebbe poi troppo inopportuno, ••• Se tra le ricchezze .del suolo Apuano i marmi occupano una posi. zione preminente, dando alla regione lavol'o e benessere, anche i giacimenti minel'ari presenta,no particolare importanza e offrono al mineralista interessanti motivi di indagine e di studio Ilei campi della eristallografia, della mineralogia in genere, della giaeimentologia. ATTI DEL OO:SGRESSO XIX E nel passato, quando le difficoltà degli scambi \'lI.loriz.zava.no in sede locale le risorse minerarie anche se di non grande produttivitÀ, si installarono proficuamente in queste zone attivitlì minerarie e, conse· guentemente, impianti per la la\'orazione dei metalli. La topolloma.· atica apuana ci riporta a queste attivitÀ del passato. CQ6ì i \'ari Forni, le varie Fabbriche, Ferriera, Fornaci, CalcaCf'rro, eec., sono nomi di luoghi dove si lavorava il ferro con metodi a carattere artigianale, ma con prodotti talvolta di alta qualità. E lo sfruttamento di miniere a minerali pregiali quali quelle del Bottino, di Levigliani ed altre furOIlO spesso motivi di contrasti, talvolta anche cruenti, tra i vari principi e reggitori di questi luoghi. Oggi le uniche miniere in attività sono quelle di Val di Castello e di I\·r.te Arsiccio, dove si escavll la baritina ottenendo come sottopro· dotti pirite ed ematite. Più di cento pubblicazioni scientificlH' illustrano le particolarità mineralogiche e i problemi COlmessi con la genesi dei molti e così vari giacimenti minerari apuani. Purtroppo una così abbondante letteraturll scientifica porta data anteriore al ]935. C06icchè se dobbiamo considerare buone ed esaurienti le descrizioni mineralogiche e cristallogrll.fiche a nostra disposizione, meno buoni ed insuUicienti sono i dati sulle composizioni chimiche; in quanto alle ipotesi genetiche già prospettate, queste debbono essere riprf'SC sn basi del tutto nuove, s0prattutto in vista delle moderne conoscenze sulla geologia e sulla tettonica delle Alpi Apuane. Può affermarsi genericamente che le mineralizzazioni, pur essendo di tipo e natura diversa, si riscontrano nella quasi totalità in due orizzonti: nel1 'autoctono, presso il contatto tra seisti e grezzoni, nella falda tosc311a presso il contatto tra scisti triassiei e ealcare cavernoso. Due orizzonti che ripetono quindi analoga as· sociazione Iitologiea con materiali ealcarei sovrastanti rocce scistose siIicate. Per quanto riguarda l'etì'! delle mineralizzazioni questa è tutt'ora imprecisata, ma il loro svilupparsi in due orizzonti litologicamente corrispondenti e del! 'autoctono e della falda, ci fanno pensare che i fenomeni mctallog~netici siano posteriori alla fase orogenetica di sovrapposizione dei due complessi cile è sicuramente post-oligocenica cd è eomprensiva forse di buona parte del Mioccne. Può prospettarsi quindi per la messa in posto dci giacimenti metalliferi delle Alpi Apuane un'età tarda mioceniea che sarebbe inoltre in buon aecordo con le più \'aste manifestazioni delle isole dell'Arcipelago Toscano e della lIfaremm8. xx ATTI DEL COXGRESSO Dei numerosi giacimenti dì ferro, nessuno dei quali oUre gli ingenti quautitativi di minerale necessari per una conveniente installazione di moderni impianti, citerò soltanto i più importanti. A Monte Arsiccio sul fianco sinistro della Val di Castello, abbiamo magnetite e limonitc concrezionata nel calcare ca.vernoso siliciz1..ato; in profondità compare la pirite. Alla Tambura il giacimento del ~lacchione consiste in vellc di ematite nei calcari dolomitici, a.l passo della Tambura un filone metallifero si trova incluso negli scisti ed è costituito da ematite scistosa più o meno intramezzata da minerali cloritiei. Ricordo aneorll tra i molti altri il giacimento del Canale di Murli a un chilometro a N'E del Jlaese di Strettoia, costituito da una lente di Iimonite tra lo scisto e una quarzite in vicinall1.8 del contatto col calcare C8.Yernoso triassico. Passando a mincralizzazioni di altro tipo, voglio per primo rIcordare il Bottino, il più famoso dei I!iacimenti Itpuani, quello che fu tanto caro ai Granduchi di Toscana. La mi.niera del Bottino, nella \'al\at8 di Seravezza, fa parte di un sistema di filoni che interessa un 'ampia zona compresa tra Seravezza, Pietrasanta, Val di Castello, Monte Gabberi e Ponte Stazzemese. Questi filoni hanllO direzione approssimata :NO-SE e sono attrllYersati da filoni più recenti (i cosiddetti incrociatori) con direzione :NE-SO. In questi filoni incrociatori la minera.lizzazione a solfuri è assai scarsa; è abbondante invcce la bllritina che, come ho giÌl detto, è tutt 'ora scavata a Val di Castello e a Monte Arsiccio. AI Bottino si trovano resti di lavorazioni minerarie romane e forse pre-romane. l''u attiva anche durante epoche medioevali e divenne ne! 1542 proprietà dei fiorentini_ Cosimo ,,, ne curò la riattivazione degli sca\'i che furono continuati fino al 1580. Nel secolo passato la Compagnia del Bottino riprese le IlIvorazioni ehe durarono fino al 1883; nel 1918 la Società Anonima dell'Argentiera riunì sotto un'Wlica impresa tutte le minicl'e esistenti tra la Vezza e Valle di Castello e riattivò le escavazioni del Bottino. Nel 1930 però cessò praticamente ogni attività produttiva. 1\:fa, se le fortune minerarie di questa miniera non fUrono ai tempi nostri molto brillanti, le collezioni dei 1Iusei italiani ed esteri tro,-aroDO iII questo giacimento campioni rari e di rara perfezione. Le cristalliu.ll.zioni di galena delle geodi del Bottino, quelle di blenda, di tetraedrite. i bei campioni di minerali rari come la jllmesonite, la mene- ATTI DFJ,. COXGRESSO ghinite, la geocronite, sono l>ezzi preziosissimi che hallllo l>ermesso importanti studi cristallogra.fici e che abbelliscono le collezioni di tutto il mondo, f.m galena del Bottiuo contiene in argento lo 0,7 per cento, valore molto al disopra della media, Ai tempi dei :'.ledici l'argento del Bottino affluil'a a Firl'n7.e nei forzieri grallducali. A Palazzo Pitti si consena un ,-aso d'argl'nto cesellato da Benl'euuto Cellini che ebbe il metallo da Cosimo l" come pro,"ellil'nte dalle miniere del Bottino cbe il Granduca fl-equentemellte l'isital'a, Ricordo che il palazzo comunale di Seral'ezza, edif.icato su disegni di Bartolommeo Ammannati nel ]555, fu fatto costruire dal Granduca Cosimo come luogo <li riposo in occasione delle sue escursioni alle cave e alle miniere, Un'altra importante milliera, oggi inattiva, ma che in pltssato ha Ilvuto periodi di intensa operositH. estrattiva è quella di Levigliani, Situata sul fianco sinistro della dirupata vlllle dc,l Cllllllle delle Volie sviluppa la sua mineraliz7-8zione a cinabro Ilei terreni scistosi della serie autoctona al disotto dei grezzoni. lJevigliani è forse la min.iera di mercurio più antica di tutta la Toscana. Se ne parla in un atto del Comune di Pisa del J]53; in effctti però il suo sfruttll.lllf'uto a\"I""8 lo scopo non di ottenere il mercurio, bensì il cinabro da usarsi come pregiato materiale <:olorante. Jnfatti a Le,"iglialli si ritrova, sia pure in piccole quantità, cinabro purissimo dal yi,"ac@ colon>, Il cinabro di IJeviglialli è associato a quarzo, siderite e metacinabro" Quest'ultimo minerale fu descritto da Antonio D'Achiardi come glladalcazarite, data la Sllll cristallizzazione cubica e il colore n('ro ferro, carlltteri che il Del Cast('110 a'-e'"a descritti l>er 011 solfuro di m('réurio tronlto in Messico ricco di sel(,Dio. In l'fretti la guadalcazarit(' di D'Achiardi dI'l'e esser riportata al metaciuabro, nonostante ch(' Manasse l'abbia sucteSsivllmente descritta come varietà ferrifera sotto il uome di leYiglianite, Una particolarità del giacimento di Le"iglilllli è la l'elativa riechezza in mercurio Illltivo, che, disseminato comunemcntc come minutissime o addirittura microscopiche goccioline, tllivoltn si ritrova, sia pur l'lll"amentt', adunato in SIlCc!W di una CE'l"ta grandezzll. l\arra il Targiolli-Tozzetti che una "olta «scoppinndo ulla mina ne colò tanto che seguit.ò a colare pel' qUllsi sei minuti e i minatori llon "\"endo vasi 1)t'1" raccoglierlo nc IlmnH'U.8rono anche dm' cappelJi •. Anche questa minif'rR fu particolltrmcnti' curRta dRl Gnl.llduca di 1'oscaull" Cosimo [TI, volendo stampare in nero e rosso libri ecclesiastici nella propria stamperia, inearicò Gius?pp(' Antonio Torricelli di XXIt AT~I DEL COKGH&~SO prospettare la llllniera temporaneamente iuattiva. Gli fu portato cinabl'o di così vivo colore che il Granduca ordinò subito la riapet'tura della min.iera concedendola in privativa allc Stamperie Granducali. Assai più recente e quindi scnza lustro di antica storia, [a miniera mercur'ifera di Ripa che però è ass,unta ben presto a gl'ande fama PCl' le splendidc cristallizzazioni di cinabro, Scoperta casualmente da un eontadino nel 1838, sviluppa la sua mineralizzazione lll'gii scisti triassici della falda toscana. Il giacimento fu attivamente coltivato per soli cinque anni e fornì vent.i tonnellate di ottimo cinabro, talvolta in cristalli eccezionalmente ticchi di forme, Sopl'a uno di questi campioni, che il ]''fuseo di Pisa cOII"crva come uno dei suoi pezzi migliori, Antonio D'Achiardi riscontrò anche morfologicamente l'enantiomorfismo del cinabro fiuo allora determinato solo coJ] metodi ottici, Altre miniere a solfuri, che ilei passato furono sfruttate, sono quelle del Fdgido, Gallena, l\Iulini di S . .Anna, Callaie dell 'Angina ed altre. • •• Giunto alta 26- cartella mi accorgo come sia stato imprudente il mio espresso propo"ito di sintetizziu'e qui, purc in fOI·ma conci"a, quanto di intercssante la regione apuana coi slloi marmi, i suoi minerali, la slIa industl'ia, la sua "toria recente e remota di cave e miniere, offre al nostl'O desidel'io di appl'endere e di saperc. Ile molte notizie raccolte ma non trascritte, i molti dati minemlogici e petl'ografici, pur di grande interesse, rivisti e annotati ma Ilon dctti per non sottrarre ai nostri lavori tempo prezioso, mi portano il rammarico d'a\'er solo in parte l'aggiunto il mio scopo. Comunque nei pros~imi giorni noi visiteremo insieme luoghi dove l'industria marmifera è in pieno sviluppo, seguiremo I>crcorsi chc Vi mostre l'un no quanto di bello e di utile le Alpi Apuane accolgono nelle valli, sui monti. Più delle mic parole la Illl.tura stessa Vi sapnì. dire quale fascino emalli da questi luoghi singolari che offrono a1le scienze mineralogiche una ben ampia Illcssr di conoscenze ormai acquisite, un ben VllstO campo per "tudi futuri, per più compiute indagini. Diclliaro apcrto il Tw.liana ». xxrr Congresso della Societiì. Mineralogica ATTI DEL COSGRESSO XJtIII Si procede quindi ali 'assegnazione del premio c: Paniehi. per giovani studiosi di Scienze Mineralogiche e del premio c: Minguzzi» per giovllui studiosi di GeochimiCll. La Commissione per il premio c: Pallichi» composta dai proff. Bianchi (come rappresentante del prof. Pallichi), Carobbi e Onorato ha concordato unanime nel giudicare meritevole del premio il dottor Sergio Lorenzoni. La Commissione per il premio c: Minguzzi. composta dai proff. Carobbi, Onorato e Fornaseri ha concordato unanime nel giudicare meritevoli dci premio El pad merito la dotto Nara Corll.dossi e il dottor AdriallO Taddcucci. n Presidente procede alla consegna dei premi congratulandosi vi_ ",'amente coi vincitori. Assemblea Generale della S.M.!. HiuniOIlC di martedì 28 settembre orc 17,30 tenuta nella Sala dei COllvegni della Camera di Commercio di Carrara. Ordine del giorno 1) Comunieazioni del Presidente. 2) Nomiua degli scrutatori I)('r le elezioni del IIUO"O Consiglio di Presidenza. 3) Simposio sulla DTA-Aberdeell 1965. 4) Relazioni tra S.M. L e ULA. 5) Risultati delle elezioni nUOvo Consiglio. 6) Varie e eventuali. ti Presidente apre la seduta dando lettura del telegramma inviato al Presidente onorario prof. Panichi a lIome di tutti i Soci. Si proeede quindi alla nomina degli scrutatori per lo sjX>glio dei voti per le elezioni del nuovo Consiglio di Presidenza. Vengono eletti i soci Bernardilli, Galli e Pellizzer. n Segretario Fagoani cooSt'gna agli scrutatori il pacco delle schede sigillate. Il Presidente ricorda ali'Assemblea che recentemente si è nolta ad Aberd{'C1l (Scozia) una Conferenza Internazionale sull 'Analisi Ter- XXIV ATTI DEL COSGRESSO mica. Prega il socio Graziani, che ha partecipgto a1la Conferenr.a, di voler riferire in proposito all'Assemblea. n socio Graziani espone quindi i più importanti argomenti discussi sotto la Presidell7.A del prof. Mal'· kenzic. Le sezioni in cui la Conferenza si articolava comprendevano varii settori di interesse sia minernlogico sia fisico c chimico. Unn importante esposizione delle apparecchiature più moderne erallO annesse aDa suddetta Conferell7.a e il relatore riferisce sugli ultimi perfezionamenti raggiunti dalle tecniche delle analisi termiche. II Presidente ringrazia il socio Graziani per l'interessante relazione, e il socio Gallitelli prende la parola per sottolineare l'importanza dei nUO"i risul. tati raggiunti utilizzando le tecnichc DTA, specialnll'llte per quanto ri. guarda lo studio delle miche. 1niziando la discussione sulle relazioni S.M.L-I.M.A. il Presidente comunica che ali 'ultimo Congresilo LM.A. svoltosi li Kuova Delhi nel dicembre 1964 ha preso parte una larga rappresentanza italiana. Fa presente che la S.M.1. ha diritto a tre voti nel Council dell'ULA. e che quindi per il prossimo Cougresso I.)LA. dovranno essere nominati tre rappresentanti. Informa inoltre che nell'ambito della Commissione per i Iluo"i minerali e la nomenclatura mineralogica, sono stati creati, durante il Congresso di Xuova Delhi, due sottocomitati, il primo per la 1l01lJ('lIclatura degli anfiboli, il secondo per quello dI'i piroclori. Se· gnala, che St'lIlpre Il ~uova Delhi, è stato deciso di invitare le Società »del'('nti nll'L.i\1.A. Il non acccttarc Ilei 101'0 boile.tlini e giornali, lavori che propongano nuovi nomi di minerali che non siano stati pre· n'ntivalllente approvati dalla Commis.'iione competente. Il socio Séhiavinato chiede la pilrola e dichiara di ritenere utile che i soci della S.)l.I. siano periodicamente informati, attraverso i Rendiconti o con altra forma opportuna, circa i rapporti tra la S.~LJ. e le associazioni intt'rnazionali. In particolare ritiene necessario che sia rl'l>O noto il Ilumero dei rappresentanti della S.M. I. in seno allt' Conllllis.'iioni internazionali, COIllC e (Itlflndo questi rapprl'SentRllti SOIlO eletti (> <InalI' llttivillì svolgono lwll 'ambito delle singole Commissioni. Tali notizie oltre ad assicurare una maggior partecipazione di tutti i Soci alla vita della S.M.1. dovrpbbero facilitar.' nuche un regolare avvicendamento negli oneri che i singoli rappresentanti si assumono. Il socio Onorato chiede che in occasione dei Congressi T.M.A. ycnga nomiunta tempestivamente una Commissione che prenda accordi ATTI DEL COXGRESSO xxv preventivi sulle votazioni adunandosi l)l'ima del Congresso. Il socio Onorato informa inoltre di aver presentllto al C.N.H. un 'ampia rela;done sui lavori dcll 'ultimo Congl'esso L\l.A. 11 Presidente rileva che sarebbe opportuno che sui Rendiconti della S.1\1.1. "enissero riportate le più important.i acquisizioni rllggiunte nei Congressi LM.A, pur non nascondendosi le difficoltà di una oculata selezione degli argomellti e di Ulla equilibnlta estensione delle stesure. Il socio Carobbi a questo proposito propone che gli argomenti LM.A. siano riportati in un opu· scolo Il parte da insel'ire nei Uendiconti. Prende quindi la parola il socio Bianchi per prospettare quali direttive il C,N,H. si propone assumere per quanto riguarda le partecipazioni sovvenzionate ai Congressi estcri ili genel'e e quindi a quelli deIlTi\i.A. E' Ilccessario designare tempestinllncnte i rappresclltanti ai Congressi Jntel'llazionali; questi siano ben qualificati e per le comunicazioni che intendono presentare e come facenti parte di CommissiOlli Internazionali. Jl socio Gottardi ritiene che i soci della S,M. l. debbano y('nil'e a conoscenza dcgli argomenti trattati Ilci Congressi Internaziouali, argomenti che dovrebbero esscrc riportati sui Rendiconti. Il Presidente rile"a che soprattutto debbano essere ripol'tate sui Relldiconti le questioni normative. 11 socio Scl1iavinato si associa a quanto detto da Gottardi e fa voti che per il futum i rappresentanti italiani ai Congressi esteri si presentino meglio organizzati di quanto non sia avvenuto per il Congl'esso di )l'uova Delhi. Non essendo ancora ultimato lo spoglio delle schcde da parte degli scrutatOl'i il Pl"esidente passa ali 'ultimo comma dI'li 'ordinc del giorno c .informa l'Assemblea di aver ricevuto dal Presidente dcII 'Unione Zoologica Italialla copia del voto formulato c ilwiato al i\linistro della Pubblica rstruzionc da detta Associll.l':ione, conccrnente gli insegnamenti Ilatllralistici nelle scuole secondarie. Si dà lettura del contenuto del suddetto voto e il Presidente invita l'Assemblea a esprimcre il proprio parere, Di particolal"c importanza i punti riguardanti le ore di insegnamento dedicate alle Scienze Naturali nelle Scuole Medie e l'opportunità che detti corsi siano compresi tra quelli obbligatori e vengallQ affidati solo ai laureati in Scienl':e Naturali. TI socio Onorato illust.ra ampiamente questi punti e propone chc la S,M.1. formuli un voto di adesione a quanto espres.,>o dalla U.Z.r. inviando al l\Iinistro della Pnbblica Istl'lIzione analogo llH'morill.lf', [/Assemblea approva unanillH' dando mandato al PresidNlte di concretare quanto discusso. XXVI ATTI f)EL COXGR(,;$SO Alle ore 18,45 non essendo ancora ultimato lo spoglio delle schede da parte degli scrutatori, il Presidente propone, e l'Assemblea accoglie, che i risultati delle elezioni del nuo,·o Consiglio di Presidenza, wngano promulgati nella I I riunione di giovedì 30 settembre. Alle ore 18,50 la seduta è toltll. Assemblea Generale della S.M.I. Riunione di giovedì 30 scttembre ore 18 tenutll nell 'aula dell' Isti· tuto c Dante Alighieri * in Forte dei )rarmi. Ordine del giorno l) Comunicazioni del Presidente. 2) Relazione del Tesoriere sul bilancio chiuso al 31 agosto 1965. 3) Relazione dei Revisori dei conti. 4) Approvazione del bilancio. 5) Xuovi Soci 1965. 6) Congresso 1966. 7) Varie ed cvcntuali. Dietro invito del Presidente il prof. Pelljzzer, a !lome dei tre scrutatori, comunica i risultati delle elezioni del Consiglio di Presidenza per il biennio 1966-1967. Referendum valido: 248 schede pervenute su 417 soci iscritti. schede valide 248, schede bianche 2, schede nulle O. Presidente: prof. Paolo Gallitelli voti 235 188 Carlo Lauro Vice· Presidente : prof. 227 Consigliere: dotLsa Bnriea Padil1a 221 COllsigl iCI·c: mg. Giuseppe Seaini 230 Tesoriere: ing. Marco !llagistretti 229 Segrctario: prof. Gustavo .l"agnani 2":U Re,·isori dei Conti: dotto Gcrmano Rigault pro[. Gio"sllni Cocco 223 2"20 Revisore supplente : prof. Gio,·snni lsetti • • • • • • • • ATTI DEL CO~GRBSSO XXVI( Oltre ad alcuni sporadici voti assegnati a persone diverse per le varie cariche risultano scrutinati 22 voti al prof. Glauco Gottardi per la \'ice-prcsidenza. Viene proclamato nuovo Presidente della Società Mineralogica Italiana ii prof. Paolo GalliteUi al quale il prof. Bouatti porge "i"issimi rallegramenti e cordiali espressioni di augu-rio-di b.uon lavoro. Il prof. GaIlitelli a sua volta ringrazia il prof. Bonatti pér l'opera svolta nel biennio e tutti i Soci pcr la fiducia in lui riposta. Ricorda ali 'Asscmblea come egli fosse, nel lontano 1940, tra coloro che fondamlJo la Socictà Millendogica Italiana e come quindi egli si senta legato alla S.M. T. da \'incoli affettivi particolari. Ispirandosi a questi, egli si accinge ad assumere la Presidenza con l'intento di com· piere un proficuo lavoro senza risparmio di forze e chiedcndo in pieno il prezioso aiuto dei suoi collaboratOl'i diretti. Le parole del prof. Gallitclli sono vivamente applaudite da tutti i Soci. Il Presidentc comunica ali 'Assemblea che il soeio prof. Lauro, ri· sultato eletto "ice-presidentc, gli aveva comunicato il suo intendimento di non assumere alcuna carica nel Consiglio di Prcsidenza per il bienIlio 1966-67. Esprime la speranza che il prof. Lauro, sulla base del· l'espressa designazione dei Soci, voglia recedere da questa sua decisione, ma ritiene doveroso ehe l'Assemblea prenda in considerazione l'eventnalitlì che la carica di vice-presidente debba, con l'inizio del nuovo anno, considerarsi vacante. L'Assemblea, attraverso gli interventi di alcuni Soci cd alla generale discussione, esprime il parere che, nella deprecata eventualità che la carica di vice-presidcnte debba col prossimo auno considerarsi vacante, divenga operante l'Art. 6 dello Statnto che, al 5" comma, delega il Consiglio di Presidenza stesso a provvedere aH 'elezione, tra i Soci, del nuovo membro. Il Presidente dà {Iuindi lettura di un telegramma del Tesoriere della S.M. I., ing. ~Iagistretti, che comunica di non poter intervenire all'Adunanza per cause di for7-l:l. maggiore. Viene incaricato il dottor Quaratesi D'Achiardi vice-Segretario della S.:M.I., a dare lettura del bilancio che è stato compilato fino al 31 agosto 1965. AI termine del resoconto finanziario, i Revisori dei Conti procedono alla Icttura delle loro relazioni invitando i Soci ad approvare il bilancio. I Soci aH 'unanimità approvano il bilancio. Si procede quindi alla nomina di 25 nuovi Soci e precisamente: Dr. Alfredo Bezzi, Genova; Dr. Giovanni Pelice Cacciandra, Mi. lana; Dr. Alessandro Catani, FiJ'enze; DI'. Egizio Corazza, Firenze; Dr. Marco Dal Monte, Bologna; Prof. De Bethullc, T.Jouvain (Belgio); XX VIII ATTI DEL CO~GR~SSO Dr. Antonio Della Giusta, Genova; Dr, Luca Fanfani, Firenze; Dr. Odino Grubessi, Roma; Dr. Giovanni Guasparri, Siena; Dr. Luigi La Volpe, Bari; Dr. Sergio l\fartinat, Pinerolo (Torino); Dr. Pier Paolo 1\Iattias, Roma; Dr. Homano ?l!ezzetti, Bologna; Dr, Paolo Omenetto, Padova; Dr. Giuseppe Piccarreta, Corato (Bari); Dr. Filomena Qua~ gliarel1a, Bari; Dr. Giorgio Bivalenti, 1\lodena; Dr. l"rancesco Paolo Sassi, Padova; DI'. Picra Pederiea Spadea, Catania; Sig, Emilio Tallac11ini, }\liJano; Dr. Alessandro 'ruri, Pirenzc; Dr, Marco Zerbi, Piacenzll; Dr. Giorgio Zirpoli, Padova; Dr. Tito Zulian, l~adova. L'Assemblea approva ali 'unanim;itiì l'ammissione dei 25 nUOVI soci proposti da Soci anziani della S.M.T. A proposito dci nuovi Soci il Presidente fa presente all'Assemblea come fattore importantissimo per la buona organizzazione di un Congresso sia la conoscenza tempestiva del llumel'O dei pllrtecipanti. E' quindi Oppol'tuno che i ]ll'csentatori di nuovi Soci, all'atto dell' invio della loro cartolina di adesione, segnalino il numero c i nomi dci nllovi Soci che parteciperanno al Congre!\so. Il prof. Bonatti, a elliusura della Assemblea, invita il Presidente eletto per il biennio 1966·67 a discutere con i Soci in merito allo svolgimento del prossimo XXTfT Congresso. Il prof Gallit€lli fa presente ehe riterrebbe molto interessante poter tenere il Congl'esso nel settembre 1966, nella zona alpilla della Val di Fassa. I Soci accolgono con molto favore la proposta del neo-Presidente. COIl un rinllovato applauso al prof. Gallitelli, alle ore 20 l'Assemblea clliude la seduta.