- Ceis Genova

Transcript

- Ceis Genova
l’abbraccio n77
Rivista trimestrale di informazione del CEIS Genova
L’Assessore alle
politiche sociali
Lorena Rambaudi
risponde alle
domande del CEIS
Genova
...........................................................4
Il Convegno annuale
del CEIS Genova
dedicato alla
Famiglia
........................................................... 7
Riflessioni di un
giorno
di Paolo D’Attilio
........................................................... 8
Tangram
Una comunità
per minori non
accompagnati
richiedenti asilo
di Anna Rita Sgarban
......................................................... 10
Arrivi e partenze
di Massimiliano Guidotti
..........................................................12
16126 Genova • Via Asilo Garbarino, 6/B • Telefono 010.25.46.01 - Fax 010.25.46.002 r.a.
N. 77 • 3° Trimestre 2014 • N. 3 del 2014 • Prezzo 1,00 euro
Autorizzazione Tribunale di Genova 26/94 • Iscrizione al R.O.C. n° 16776 del 17/04/2008
Poste Italiane S.p.A. sped abb.postale • D.L 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 N° 46)
art 1 comma 1, DCB Genova
Associazioni e
Istituzioni
Un’esperienza di
integrazione in
mare
di Katiusha Del Dottore
e Chiara Ghirardo
..........................................................13
L’ABBRACCIO Dove possiamo incontrarci a Genova
Rivista trimestrale di
informazione del
Ceis Genova
Direttore responsabile
Silvano Balestreri
Caporedattore
Michele Serrano
In redazione
Aldo Castello
Fassolo
Trasta
Disegni
Luciana Rattazzi - Il mare d’inverno
Courtesy Franz Prati
Via Asilo Garbarino, 6-9/B
Salita Cà dei Trenta, 28
16126 Genova
16161 Genova
Telefono 010.25.46.01
Fax 010.25.46.002
Hanno collaborato
Lorena Rambaudi, Paolo D’Attilio, Anna
Rita Sgarban, Massimiliano Guidotti,
Katiusha Del Dottore e Chiara Ghirardo
Direzione e redazione
Via Asilo Garbarino, 6 B
16126 Genova
Telefono 010.25.46.01
Fax 010.25.46.002
Impaginazione
Xedum srl
Stampa
Tipografica Derthona srl
In
servizi:
Comunità
Accoglienza notturna per tossicodipendenti
questa
sede
sono
Comunità
“Odissea”, accoglienza per minori stranieri
Comunità semiresidenziale e residenziale di
“Samarcanda”,
i
Riabilitativa,
Reinserimento
Sociale,
per
Accoglienza, Auto Aiuto Tel. 010.7404474.
- Case alloggio “La Tartaruga” e “Tartaruga
comunità
Levante”
psichiatrica
Finestra
sul
residenziale
Terapeutica
di
minori stranieri richiedenti asilo “Tangram”,
“La
presidio
offerti
per
Porto”,
adolescenti
Prevenzione,
per
persone
malate
di
Aids
Tel. 010.7411128
collocamento disabili, Accoglienza Profughi
- “Castore e Polluce” comunità per persone
Adulti, Direzione e uffici.
con doppia diagnosi Tel. 010.7403071.
Siamo anche in tutta Italia
LA NOSTRA FILOSOFIA
Autorizzazione Tribunale di Genova 26/94
Sped. abb. postale 50% - Genova
Periodico associato USPI
Siamo qui perché non c’è alcun rifugio dove
nasconderci da noi stessi. Fino a quando
una persona non confronta se stessa negli
occhi e nei cuori degli altri, scappa. Fino a
che non permette loro di condividere i suoi
segreti, non ha scampo da questi. Timoroso
di essere conosciuto né può conoscere se
stesso né gli altri, sarà solo. Dove altro se non
nei nostri punti comuni possiamo trovare
un tale specchio? Qui insieme una persona
Chi siamo
Dove siamo
può alla fine manifestarsi chiaramente a se
Via Asilo Garbarino, 6 B - 9 B
16126 Genova
Telefono 010.25.46.01
Fax 010.25.46.002
offrire. Su questo terreno noi possiamo tutti
Presidente
Enrico Costa
Direttore Generale
Paolo Merello
[email protected]
[email protected]
www.ceisge.org
2
L’ABBRACCIO
stessa non come il gigante dei suoi sogni né
il nano delle sue paure, ma come un uomo
parte di un tutto con il suo contributo da
mettere radici e crescere non più soli come
nella morte, ma vivi a noi stessi e agli altri.
Aosta
Ivrea
Torino
Varese
Vercelli
Sanremo
Genova
Milano
Piacenza
Parma
Cremona
Verona
Vicenza
Trento
Bolzano
Belluno
Treviso
Padova
Venezia
Mantova
Reggio Emilia
Modena
Bologna
Ravenna
La Spezia
Pistoia
Prato
Firenze
Arezzo
Jesi
Spoleto
Muccia
Viterbo
Anguillara
Civitavecchia
Roma
Alba Adriatica
Pescara
Anzio
Formia
Caserta
Avellino
Bari
Gravina
Cosenza
Catanzaro
Messina
Reggio Calabria
Catania
Cagliari
Editoriale
di Enrico Costa
I
l ricordo del dolore per i migranti morti soffocati
sono i corsi formativi, né l’integrazione; ci sono solo la
in fondo ai barconi ormai vicini alla costa è ancora
noia e la frustrazione; se va bene qualche lavoretto senza
recente, ma tra poco sarà dimenticato e sarebbe
troppe regole. Anzi no, mi sbaglio, c’è qualcos’altro: il
davvero ipocrita limitarsi a sperare che tragedie del
rischio molto concreto di venire reclutati dalla malavita
genere non avvengano più. La forza della disperazione
organizzata, un giro dal quale è poi difficile uscire, ma
continuerà a spingere migliaia di persone verso le nostre
che ad un giovane uomo pieno di rabbia e di dolore
spiagge e non tutti ce la faranno. Sarebbe vano tentare
può facilmente sembrare una soluzione.
di impedirlo, ma anche noi persone comuni possiamo
Siamo noi quelli che possono fare la differenza, siamo
fare qualcosa. Possiamo cominciare a domandarci
noi quelli che possono indirizzare le istituzioni verso
come contribuire per dare anche a loro la possibilità di
scelte eque e che manifestino rispetto per la vita. È
un’esistenza degna come quella cui ogni essere umano
dalla nostra visione e dal nostro impegno che dipende
ambisce. Possiamo cominciare a considerarli esseri
tutto. Sapremo vedere la dignità di queste persone e
umani.
considerarli anche solo alla stregua di buoni vicini,
In Liguria, come nel resto d’Italia, le istituzioni e le
sapremo desiderare per loro un esistenza ricca e piena
organizzazioni del terzo settore danno un primo
come quella che augureremmo ad un fratello? In caso
rifugio a migliaia di individui, per lo più compresi tra i
contrario possiamo continuare a scandalizzarci perché
20 e i 30 anni. Sono la speranza di chi rimane a casa,
ne sono morte alcune decine sul fondo di un gommone,
genitori o figli, e conta sulla loro forza per la propria
pensando sotto sotto che hanno rischiato troppo.
sopravvivenza. È una generazione che affronta lo
Dobbiamo vivere tutti insieme su questa terra e non
sbaraglio di un viaggio carico di rischi e di incognite
possiamo che vincere insieme.
per fuggire a situazioni di tragedia, miseria e pericolo.
Luglio 2014
Ora che il percorso della loro vita li ha portarti qui
accanto a noi, cosa possiamo offrire loro oltre al tetto
e alle minime garanzie costituzionali? Riusciremo
ad aiutarli a dare significato e dignità alla propria
esistenza?
Di pari passo con gli sforzi per fornire una prima
accoglienza decorosa è importante che la burocrazia si
faccia interprete dei principi sociali solidali propugnati
dalla nostra costituzione e, con tempi celeri, accerti
l’eventuale riconoscimento dello status di rifugiato
o di protezione internazionale con la conseguente
consegna dei vari tipi di permesso di soggiorno. Senza
permesso di soggiorno non c’è dignità, non c’è vita, c’è
solo l’attesa.
Partono carichi di sogni e di energia con l’obiettivo
di costruire un futuro per sé e per la propria famiglia.
Partono alla volta di un paese straniero che riescono a
mala pena a immaginare, ma che certo devi apparirgli
dorato e si ritrovano in un limbo, metà ospiti, metà
prigionieri. Costretti all’inazione, per quanti vogliono
restare; perché senza permesso non c’è lavoro, non ci
Luciana Rattazzi - Il mare d’inverno - Courtesy Franz Prati
L’ABBRACCIO
3
L’Assessore alle politiche sociali
Lorena Rambaudi risponde alle
domande del CEIS Genova
Luciana Rattazzi - Il mare d’inverno - Courtesy Franz Prati
GENTILE
QUESTO
di provenienza, per cercare di impostare misure che
NUMERO DELLA NOSTRA RIVISTA AL PROBLEMA DEI
in qualche modo limitino i flussi verso l’Europa. L’altra
PROFUGHI E DEI RIFUGIATI POLITICI PER RICORDARE
questione riguarda proprio l’Europa e le regole che
LE MOLTE VITTIME DECEDUTE DURANTE IL VIAGGIO
abbiamo concordato con il trattato di Dublino. Oggi
IN MARE ANCHE RECENTEMENTE. SECONDO IL
quel trattato va rivisto, perché ci troviamo di fronte ad
SUO PARERE, PRIMA ANCORA DI PARLARE DI
uno scenario che è cambiato, con dei flussi che sono
ACCOGLIENZA, QUALI POTREBBERO ESSERE LE
drammaticamente aumentati quindi quegli accordi
STRATEGIE POLITICHE NAZIONALI ED EUROPEE PER
risultano inadeguati. L’Italia è geograficamente una
PORRE UN ARGINE A QUESTE STRAGI?
porta, al di là dei valori di solidarietà che spero la nostra
Sul piano internazionale dobbiamo lavorare su tre livelli:
nazione possa esprimere, non siamo in grado di integrare
innanzitutto la politica estera e il rapporto con i paesi
le persone con questi flussi. Per questo motivo abbiamo
4
ASSESSORE,
L’ABBRACCIO
DEDICHIAMO
bisogno che ci sia maggiore libertà di circolazione, cosa
cui le persone sono in attesa del riconoscimento dello
che oggi ufficialmente non esiste. Questo è il terzo
status di rifugiato, senza il quale non è loro consentito
aspetto da considerare: bisogna rivedere la tipologia
l’accesso ai circuiti SPRAR. Rispetto a questo tema
dei permessi. Abbiamo assistito frequentemente a
stiamo cercando di dare regole condivise con la
disordini, anche con grave disagio per l’ordine pubblico,
creazione degli HUB regionali, che siano dei punti di
perché alcune di queste persone non si vogliono far
snodo, d’identificazione e conoscenza della persona,
identificare; la legge infatti prevede che il soggetto
propedeutico al loro ingresso nel circuito SPRAR e
rimanga nel paese dove l’identificazione è avvenuta.
sul territorio. Il modello lo abbiamo chiaro in mente
Alcuni di loro, al contrario, hanno altri obiettivi, altri
ed è già scritto negli atti. Ci sono importanti accordi
legami, persone che li aspettano altrove. Bisogna che
Stato-Regioni, l’ultimo approvato il mese scorso, che ci
le norme europee ci aiutino e non ci lascino soli ad
portano a identificare una filiera dell’accoglienza. Ora
affrontare un’emergenza per cui non abbiamo le risorse
siamo in quella faticosa fase di trasformare le idee in
né la forza sufficiente, sia in termini di accoglienza, sia
atto. Passi avanti sono stati fatti, ma c’é ancora molto
di integrazione.
da fare. Proprio oggi mi sono occupata di accoglienza
L’INTERVENTO DELLE REGIONI HA SICURAMENTE
MIGLIORATO
LA
ACCOGLIENZA,
SITUAZIONE
VUOLE
DELLA
SPIEGARE
AI
PRIMA
NOSTRI
LETTORI QUALE È OGGI L’ITER CHE I SOPRAVVISSUTI
AFFRONTANO AL LORO ARRIVO?
dei minori, perché è una competenza regionale quella di
creare un HUB specifico per i minori. Il tema dei minori
è molto delicato e impegna gli enti locali territoriali
con
maggiore
preoccupazione.
Sono
necessarie
strutture adeguate che abbiano, oltre alle altre, anche
competenze educative, nello stesso tempo è necessario
Dall’emergenza Nord Africa, gestita in primo luogo
mantenere i costi a livelli sostenibili. Le comunità per
dalle Regioni, abbiamo tratto molti insegnamenti.
minori devono offrire un servizio 24 ore su 24 e spesso
Abbiamo creato un tavolo di coordinamento a livello
quelle che offrono servizi di qualità hanno costi troppo
nazionale, mai esistito prima, che coinvolge i Ministeri,
alti. Su flussi non programmati cosi’ consistenti sono
le Regioni e le autonomie locali e ci incontriamo
cifre difficili da coprire. Rispetto a pochi anni fa il
regolarmente a Roma presso il Viminale per affrontare
miglioramento è evidente, ma c’è ancora molta strada
la programmazione dell’accoglienza e dell’integrazione.
da fare.
Questo è uno strumento di metodo che ha dato
grandi risultati. Abbiamo portato la rete SPRAR da
NEL CASO DEGLI AVENTI DIRITTO IL PERCORSO
6000 a 20.000 posti, abbiamo avuto conferma di un
BUROCRATICO PER IL RICONOSCIMENTO DELLO
aspetto già noto, ossia che non si puo’ affidare la prima
STATUS
accoglienza a enti che non hanno le competenze per
ADEGUATO
gestirla. L’accoglienza nelle tendopoli, negli alberghi in
RICHIEDENTI?
assenza di un “know how” sociale non ha funzionato.
Esiste
Sono necessarie le competenze delle comunità che
riconoscimento ha ancora un tempo d’istruttoria troppo
già si occupano di rifugiati per gestire questo tipo di
lungo, le persone arrivavano ad attendere anche sette o
emergenze, dunque il nostro obiettivo è stato ampliare
otto mesi per il primo appuntamento. Su nostra richiesta
la rete SPRAR, ossia la rete delle comunità che si
le commissioni territoriali sono state potenziate quindi
occupano di rifugiati adulti e minori, definendo regole
un primo passo è stato fatto, ma non è sufficiente.
omogenee a livello nazionale, valide su tutto il territorio.
Inoltre in questi flussi migratori non è facile distinguere
Un grande obiettivo raggiunto, che poteva avere
tra gli aventi diritto allo status di rifugiato rispetto e chi
un risultato ancora piu’ positivo se i flussi si fossero
appartiene a un flusso spontaneo non programmato
attestati sul livello dello scorso anno. I flussi invece sono
senza le basi per il riconoscimento. È necessario un
molto aumentati, adesso non vorrei dire cifre inesatte,
potenziamento ulteriore delle commissioni territoriali in
ma siamo già a 50.000 presenze dall’inizio dell’anno.
modo che si possa distinguere, in tempi adeguati, tra
Quindi abbiamo messo a segno un obiettivo importante
le due tipologie di persone che avranno poi un diverso
che purtroppo non è stato sufficiente a causa del grande
riconoscimento giuridico.
DI
un
RIFUGIATO
ALLE
reale
POLITICO
ESIGENZE
problema
di
IN
DEI
ITALIA
È
SOGGETTI
tempi,
ottenere
il
aumento dei flussi.
Prima ancora c’è la pronta accoglienza: quel periodo in
SEMPRE
RIGUARDO
A
QUESTO
TEMA,
COSA
L’ABBRACCIO
5
Luciana Rattazzi - Il mare d’inverno - Courtesy Franz Prati
SIGNIFICA PER I CITTADINI ITALIANI E PER I
riusciamo a mettere insieme un sistema efficiente, che
PROFUGHI
in parte è già stato creato se pure è da perfezionare, il
IL
PASSAGGIO
DELLE
COMPETENZE
DALLA PROTEZIONE CIVILE ALLE PREFETTURE?
processo dovrebbe funzionare anche in assenza della
La protezione civile aveva operato di fronte ad uno
dichiarazione di emergenza. È chiaro che le prefetture
stato di dichiarazione di emergenza, ma i soggetti
si basano anche sulla nostra collaborazione, ma questo
attuatori erano identificati dalle Regioni quindi, di fatto,
è quello che vogliamo.
sono state le Regioni ad avere in capo l’emergenza
Nord Africa. Di quell’esperienza è stato recuperato il
metodo di lavoro della cabina di regia regionale. Ora è
il prefetto del comune capoluogo che deve coordinare
e convocare una riunione periodica in cui tutti soggetti
istituzionali, ma anche le associazioni che compongono
LA CARENZA DI STRUTTURE DI PRIMA ACCOGLIENZA
PUO’ ESSERE COLMATA DALLE ASSOCIAZIONI DEL
VOLONTARIATO E DEL TERZO SETTORE? IN CHE
MODO LE REGIONI POSSONO SOSTENERE QUESTE
ASSOCIAZIONI?
programmare
Gli enti disponibili all’accoglienza hanno diritto alle
l’accoglienza sul territorio. Si tratta di uno strumento
quote nazionali che sono definite in ragione di 35
per creare facilità di comunicazione e chiarezza di
euro al giorno per gli adulti e 45 euro per i minori
metodo in capo alle Prefetture in via ordinaria e non
come prima accoglienza. Le risorse, stabilite a livello
di emergenza. Questo limita alcuni poteri e pone alcuni
nazionale, provengono dal Ministero degli Interni e dal
quesiti che abbiamo voluto chiarire con il governo. Per
Ministero del Welfare. Per quanto riguarda gli adulti le
esempio se i Prefetti hanno la facoltà di requisire spazi
risorse vengono trasferite alle prefetture che hanno dei
anche in assenza di una dichiarazione di emergenza.
contratti con gli enti terzo settore, per i minori invece
Ci è stato risposto affermativamente, anche se va
il passaggio attraverso i comuni. Questa differenza è
considerata come estrema ratio. Oggi si ragiona in un
dovuta ad una campagna nazionale promossa dall’Anci.
sistema di ordinarietà in quanto i fenomeni migratori
Il Sindaco che accoglie i minori sul suo territorio infatti,
sono definiti flussi non programmati, ma sappiamo
ne diventa responsabile. In alcuni casi si tratta di una
che si ripetono costantemente; chiamarla emergenza
tutela diretta in altri di un affido ai servizi sociali,
sarebbe anacronistico. La dichiarazione di emergenza
comunque la responsabilità fa capo al Sindaco, quindi il
puo’ certamente sveltire alcune procedure, ma se
coinvolgimento e l’approvazione del comune che deve
la
6
rete
sociale,
L’ABBRACCIO
si
riuniscono
per
farsi carico della procedura amministrativa è necessario.
Abbiamo siglato un accordo Stato, Regioni e Autonomie
Locali, in conferenza unificata, in cui abbiamo dichiarato
la nostra disponibilità a collaborare, solo se ci viene
assicurata la necessaria copertura economica perché
gli enti locali territoriali non hanno risorse sufficienti,
soprattutto dopo i tagli di bilancio degli ultimi anni. Per
il 2014 sono stati stanziati 270 milioni a livello nazionale.
RECENTEMENTE
LEI
HA
DICHIARATO:
<<CHI
CONTINUA A ESSERE OSTILE NEI CONFRONTI DEGLI
IMMIGRATI NON HA ANCORA CAPITO, AL DI LÀ DEI
VALORI UMANI E SOLIDALI CHE OGNUNO DI NOI PUÒ
AVERE OPPURE NO, CHE SENZA FLUSSI MIGRATORI
L’ITALIA
È
DECLINO,
LA
DESTINATA
CONSIDERATA
VECCHIAIA
DELLA
INESORABILMENTE
LA
BASSA
AL
NATALITÀ,
POPOLAZIONE
E
LO
SBILANCIAMENTO TRA POPOLAZIONE PRODUTTIVA
ED IMPRODUTTIVA>>. DAL SUO PUNTO DI VISTA
QUALI
SONO
LE
AZIONI
CHE
LA
PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE ATTUA O POTREBBE ATTUARE
PER SENSIBILIZZARE IL COMUNE SENTIRE DEI
CITTADINI A QUESTO PROPOSITO?
Si tratta di un aspetto culturale molto problematico.
Famiglia del disagio,
famiglia della speranza
Interverranno:
• Onorevole Franca Biondelli
Sottosegretario Delega alla Famiglia
• Lorena Rambaudi, Assessore alle
politiche sociali – Regione Liguria
• Emanuela Fracassi, Assessore Politiche
Sociali Comune di Genova
• Donatella Bramanti Professore Associato
di Sociologia dell’infanzia e della
Famiglia Università Cattolica
• Mons. Piero Pigollo, Direttore dell’Uff. per
la famiglia e la vita Diocesi di Genova
• Salah Hussein, IMAM di Genova
• Pier Giorgio Semboloni, Codirettore del
Durante l’emergenza Nord Africa mi sono molto
Centro Genovese di Terapia della
stupita delle dure reazioni oppositive che si sono
Famiglia
manifestate. Penso che ci sia alla base la paura, che
forse in misura diversa esiste in tutti noi, ad affrontare
le cose sconosciute. In questa seconda emergenza
ho già riscontrato un atteggiamento diverso, ma
sono necessari tempi lunghi per affrontare paure
• Maria Mensitieri, Presidente AMALI
Liguria.
All’interno dell’ambiente famigliare,
profondamente radicate. Certo se per i cittadini ci
naturalmente preposto proprio alla cura
fossero maggiori risorse in termini di casa e lavoro
e alla formazione dell’individuo, a volte
questa guerra tra i poveri avrebbe meno ragione di
nascono drammi capaci di rovinare la vita
essere. Da assessore comunale mi sono spesso sentita
dire: <<Voi aiutate loro e noi>>. Con qualche risorsa in
più si stempererebbe il conflitto, invece purtroppo molti
italiani sono in una condiziona di fragilità e disagio e
di molte persone.
Un’azione tempestiva, ancor meglio se
questo non fa che acuire un atteggiamento di rifiuto.
condotta da una mediazione professionale,
Comunque io confermo la mia dichiarazione. Basta
permetterebbe di far emergere questi
osservare gli andamenti demografici previsionali da
drammi in maniera consapevole, ponendo
oggi al 2020 o al 2030 per capire che l’immigrazione,
i giovani immigrati con loro famiglie, rappresenta una
ricchezza per il nostro paese. La Liguria è una regione
le basi concrete per la loro risoluzione.
anziana, in uno stato anziano, in un’Europa anziana,
Venerdì 10 ottobre 2014
dunque la nostra supremazia rischia di avere una fase
ore 8,30 - Sala Quadrivium
di
declino
determinata
anche
dall’impoverimento
anagrafico. Questo è un aspetto che va fatto capire e
conoscere, un dato importante su cui riflettere.
Piazza Santa Marta 2
Genova
L’ABBRACCIO
7
Riflessioni di un giorno
di Paolo D’Attilio, Prefetto Vicario di Genova
S
abato 19 luglio u.s. alle ore 17.00 è giunta, nello
spazio acqueo antistante il porto di Genova, la
motonave ALPINE LOYALTY che alcuni giorni
prima ha raccolto nel canale di Sicilia gli occupanti di
una barca in avaria.
È la prima volta che lo sbarco di migranti avviene in
queste acque, perché proprio a Genova era diretta la
motocisterna. A un miglio e mezzo dalla costa avviene
il trasbordo sulla navebus - ONDA AZZURRA – e,
come un gruppo di turisti, i profughi raggiungono il
padiglione B della Fiera.
Al momento dell’attracco in banchina si notano volti
stanchi ma sereni. Qualche bambino saluta, altri
immortalano questo momento con il telefonino.
Scendono lentamente, uno alla volta. Sono 108 tra
uomini, donne e molti bambini, di diverse etnie:
egiziani, somali, eritrei, malesi, siriani e sudanesi. Grazie
Luciana Rattazzi - Il mare d’inverno - Courtesy Franz Prati
al supporto degli interpreti e dei mediatori vengono
immediatamente individuati i diversi gruppi familiari e le
persone vulnerabili (donne e minori non accompagnati).
Quello che colpisce è la loro tranquillità.
La Prefettura di Genova ha coordinato il piano dello
sbarco e ha organizzato la prima accoglienza. Infatti,
nei giorni precedenti l’arrivo dei migranti, si sono
tenute diverse riunione per assicurare l’accoglienza che
deve essere loro garantita in ossequio alla normativa
nazionale ed a quella europea. Tutto, o almeno
quasi, è stato meticolosamente predisposto. Grazie
alla disponibilità e al contributo preziosissimo delle
associazioni di volontariato, del 118, dell’Asl 3 genovese
sono state montate, all’interno del padiglione, delle
tende nelle quali sono stati allestiti dei micro ambulatori
per lo screening sanitario e delle sale di ascolto dove
Il personale dell’Ufficio immigrazione della Questura
ha allestito, in zona decentrata, uno spazio per le
operazioni di identificazione. Dopo aver vinto i timori da
parte dei profughi a riferire informazioni sulla presenza
di eventuali scafisti, il personale della squadra mobile
è riuscito a sottoporre a fermo giudiziario tre migranti
gravemente indiziati del delitto di favoreggiamento
dell’immigrazione clandestina.
Pur svolgendosi tutto in estrema serenità, l’imprevisto
ed elevato numero di minori non accompagnati,
39 sul totale di 108, ha creato qualche difficoltà in
merito al loro collocazione in strutture protette ad
alta specializzazione presenti sul territorio. Grazie
i mediatori hanno fornito informazioni sulla normativa
all’impegno profuso dai rappresentanti del Comune di
concernente l’immigrazione, i diritti e i doveri e
Genova e alla disponibilità dei gestori delle strutture,
condizione degli stranieri in Italia. Le ulteriori visite
alla fine, tutti i minori hanno trovato accoglienza in
mediche, dopo il primo controllo effettuato a bordo
strutture idonee. Passata la mezzanotte tutti e 108
della nave cisterna, hanno consentito di appurare che
hanno trovato una sistemazione nei centri individuati
tutti i profughi erano in buone condizioni fisiche. È
dalle Prefetture liguri.
stata realizzata anche una zona per la distribuzione
Le particolari situazioni dei paesi del Nord Africa
di pasti caldi, bevande e la consegna di indumenti e
hanno comportato l’intensificarsi degli sbarchi sulle
generi sanitari.
coste italiane e ha visto crescere il numero di stranieri
8
L’ABBRACCIO
Luciana Rattazzi - Il mare d’inverno - Courtesy Franz Prati
da accogliere in modalità diffusa su tutto il territorio
Regioni ed Enti locali oggi tutte le istituzioni coinvolte
nazionale
si sono impegnate ad affrontare la situazione degli
e
ciò
in
considerazione
dell’avvenuta
saturazione dei centri governativi e di quelli garantiti
sbarchi impegnandosi a:
da alcuni enti locali. Tale afflusso, a differenza degli
• dare risposte immediate alle esigenze di accoglienza
anni precedenti, non ha registrato flessioni nel periodo
delle persone che sbarcano sulle coste italiane
invernale ed è andato ad aggravarsi con la stagione
• elaborare un piano strutturato che permetta di
estiva. L’operazione Mare Nostrum ha consentito di
ricondurre a gestione ordinaria e programmabile
far giungere in Italia, ad oggi, circa 80 mila profughi.
gli interventi relativi sia agli adulti che ai minori non
Numeri così elevati hanno messo in difficoltà la capacità
accompagnati.
di accoglienza italiana. A fronte dell’eccezionalità degli
arrivi, pertanto, il Ministero dell’Interno ha predisposto
piani di ripartizione di detti cittadini coinvolgendo
direttamente le Prefetture. Anche Genova, nel suo ruolo
di Prefettura capoluogo, è stata coinvolta in questa
ripartizione elaborata a livello centrale. Attraverso i
tavoli di coordinamento regionale - presieduto dal
Solo con la realizzazione di un sistema che consenta
il rapido passaggio da una fase di soccorso a una di
seconda accoglienza ed integrazione sarà possibile
far fronte all’attuale situazione ed evitare che cittadini
stranieri una volta sbarcati e sistemati nelle varie
strutture,
pur
se
meritevoli
di
protezione,
siano
abbandonati a se stessi.
Prefetto - è stato condiviso con Regione ed enti
locali il piano di intervento ministeriale e concertato il
reperimento di ulteriori posti di accoglienza.
Una
gestione
dell’accoglienza
diffusa
tramite
le
Prefetture senza il coinvolgimento dei territori rischia di
creare disagi e tensioni. Con l’intesa siglata tra Governo,
L’ABBRACCIO
9
TANGRAM
Una comunità per minori non accompagnati richiedenti asilo
di Anna Rita Sgarban
Per raccontare Tangram, potremmo partire dai numeri:
viaggio ho raggiunto la Libia, dove sono rimasto un mese
• 2008 - anno di apertura di Tangram;
e da dove mi sono imbarcato per l’Italia. Ho viaggiato
• 63 - i minori accolti fino a oggi;
come clandestino pagando 500 denari a un trafficante.
• 14 – i posti disponibili della struttura;
Nel luglio del 2013 sono arrivato a Lampedusa da li sono
• 10 - le strutture che in Italia si occupavano di
stato portato a Roma e dopo sei mesi sono giunto a
m.n.a.r.a. (minori non accompagnati richiedenti
asilo), fino alla fine del 2013;
• 57 - le strutture che in Italia accolgono m.n.a.r.a. da
gennaio 2014;
• 3 - gli enti che hanno dato vita a Tangram: Consorzio
Genova, dove ho presentato domanda di asilo politico.”
POTREMMO PARTIRE DAI VIAGGI
“Sono partito dall’Afghanistan su un camion con 30
persone e affrontato 8 ore di viaggio per arrivare in
Agorà, CEIS Genova e Arci solidarietà, col supporto
Pakistan. Da li ho proseguito per l’Iran, poi a piedi sono
del Comune di Genova.
salito su una montagna e sono arrivato in Turchia. Col
camion sono andato in Grecia poi in Romania e da li fino
POTREMMO PARTIRE DALLE STORIE
in Belgio, poi in Italia, sempre con un camion ”.
“Sono un ragazzo di diciotto anni, nato e vissuto nella
“Sono partito, ho pagato. Ho attraversato tanti paesi,
città di T. in M. Mio padre lavora in una farmacia del
tanti mesi, ma un viaggio che tu non sai. A piedi, in
governo, ho un fratello e una sorella, la mia mamma è
camion, tante, tante persone. Persone abbandonate, che
morta quando avevo 6 anni. Ho frequentato la scuola
non ce la facevano. Poi sono arrivato in Libia e sono stato
per sette anni e al termine degli studi, a dodici anni,
nascosto per tanto tempo. Poi sono stato in prigione in
sono tornato a casa e ho lavorato come saldatore per
Libia. Ci ho messo 2 anni di viaggio per arrivare.”
sei mesi. Alla fine del 2012 è scoppiata una guerra civile
tra gli estremisti islamici e i governativi. La mia casa non
POTREMMO PARTIRE DAI NOMI
era più un posto sicuro dove vivere. I ribelli per quattro
Sawele, Robbel, Essa, Sohel, Zemikiel, Salman, Solomon,
mesi sono stati tranquilli, ma poi hanno imposto la legge
Razzak, Mahmoud, Awas.
islamica. Hanno imposto alle ragazze di mettere il velo,
ai ragazzi di indossare ampie tuniche oltre ad una lunga
POTREMMO PARTIRE DAI PAESI DI PROVENIENZA
serie di divieti, come uscire la notte o andare al mercato
Afghanistan, Gambia, Pakistan, Bangladesh, Turchia,
durante alcuni orari. La popolazione non ha accettato
Mali, Ghana, Eritrea, Somalia, Guinea, Togo, Nigeria.
tali imposizioni e sono cominciate le ritorsioni. Nel mese
di Dicembre 2012 i ribelli si sono presentati a casa mia,
hanno preso cibo e soldi, mio fratello è scappato. Quel
POTREMMO PARTIRE DALLA TERMINOLOGIA E DALLE
DEFINIZIONI
giorno io dormivo da un amico, il mattino dopo mio
Rifugiato:
padre mi ha chiamato per dirmi di non tornare. Ero già
Il rifugiato è titolare di protezione internazionale. Si
per strada e sono tornato indietro, a casa del mio amico,
tratta di persona che “(...) temendo a ragione di essere
ma i ribelli erano già arrivati e gli avevano tagliato i
perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità,
piedi quindi sono scappato. Ho raggiunto il villaggio
appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per
dove avevo studiato e li ho incontrato quattro maliani,
le sue opinioni politiche, si trova fuori del Paese d’origine
con loro sono andato verso l’Algeria, dato che i francesi
di cui è cittadino e non può o non vuole, a causa di
bombardavano il villaggio. Ho attraversato il confine a
questo timore, avvalersi della protezione di questo
piedi e sono giunto in Algeria. Dopo altri dieci giorni di
Paese (...)”. Questa definizione viene enunciata dall’art.
10
L’ABBRACCIO
1A della Convenzione di Ginevra del 1951 e recepita
persecuzioni, sono stati in carcere, hanno imbracciato
nell’ordinamento italiano dalla legge n.722 del 1954.
fucili, hanno vissuto la guerra, hanno subito la carestia.
A casa non possono tornare, sarebbe troppo pericoloso.
Richiedente protezione internazionale
Richiedente protezione internazionale è la persona che,
fuori dal proprio Paese d’origine, presenta in un altro
Stato domanda per il riconoscimento della protezione
internazionale. Il richiedente rimane tale, finché le
autorità competenti (in Italia le Commissioni territoriali
per il riconoscimento della protezione internazionale)
non decidono in merito alla stessa.
Minore
straniero
protezione
non
un
subito, perché sono state scelte migratorie forzate, li
hanno segnati, ma chi è riuscito a superare tutto ciò, ed
è arrivato vivo sulle nostre coste, ha un’altra chance.
POTREMMO PARTIRE DAL PRESENTE
Tangram è un POCP (presidio di ospitalità collettiva
protetto) che può ospitare fino a quattordici minori
accompagnato
internazionale:
Arrivano spaventati, stanchi, sfiniti. I viaggi che hanno
minore
richiedente
non
stranieri
non
accompagnati
richiedenti
protezione
avente
internazionale. L’accoglienza è di tipo residenziale: 24
cittadinanza italiana o di altri stati dell’Unione europea,
ore su 24 per 365 giorni l’anno. I nostri ospiti al momento
che si trova sul territorio dello stato italiano privo di
provengono da: Afghanistan, Gambia, Guinea, Guinea
assistenza e rappresentanza da parte dei genitori o di
Bissau, Mali, Ghana, Senegal e Bangladesh. La loro
altri adulti per lui legalmente responsabili, in base alle
età media è di diciassette anni. Molti sono musulmani
leggi vigenti nell’ordinamento italiano, il quale richiede
osservanti. Molti giungono analfabeti. In molti, benché
all’Italia la protezione che il suo paese d’origine non gli
lo scorso giugno abbiano concluso il percorso scolastico
ha assicurato. Per i minori stranieri non accompagnati
ottenendo la licenza media, continuano a studiare,
si applicano le norme previste in generale dalla legge
perché il tempo per loro scorre veloce e non c’è tempo
italiana in materia di assistenza e protezione dei minori.
da perdere!
Le commissioni territoriali per il riconoscimento della
protezione internazionale
Esaminano
in
modo
decentrato
le
istanze
di
riconoscimento dello “status di rifugiato”. La legge
prevede che la Commissione territoriale provveda
all’audizione del richiedente entro 30 giorni dalla
trasmissione dell’istanza fatta dalla Questura e che la
POTREMMO FINIRE COL FUTURO
Quanti ragazzi ancora accoglieremo? Quali saranno le
loro storie? In che condizioni arriveranno? Questo non
possiamo saperlo, ma sappiamo che Tangram sarà, per
un breve periodo della loro vita, un rifugio sicuro dove
ricominciare a vivere e sperare.
decisione venga poi adottata entro i successivi 3 giorni.
POTREMMO PARTIRE DAL LAVORO SVOLTO IN QUESTI
ANNI
Tangram è tra le prime dieci strutture che in Italia
hanno accolto minori stranieri che scappano dai propri
paesi e che non possono farvi ritorno. È una struttura
rinomata che in questi anni di attività ha dettato buone
prassi a livello nazionale. La rete dei servizi attivata e le
convenzioni in atto ci consente di offrire un’assistenza
sanitaria e scolastica tale da accogliere, curare, istruire
in maniera adeguata i ragazzi.L’equipe è formata
da educatori e educatrici che sanno ben coniugare
l’esperienza, la professionalità, il know-how specifico,
necessario a sostenere i nostri ragazzi nel loro percorso
in Italia.
POTREMMO PARTIRE DAI NOSTRI OSPITI
Sono ragazzini che scappano dal loro paese, lasciando
lì la madre e il padre. Alcuni sono orfani, hanno subito
Luciana Rattazzi - Il mare d’inverno - Courtesy Franz Prati
L’ABBRACCIO
11
Arrivi e partenze
di Massimiliano Guidotti
P
erché non racconti una storia che parli di
sa dirci ancora cosa fa per vivere; Alì ci manda a dire
qualcuno dei vostri ragazzi? Così mi è stato
che ha raggiunto l’Inghilterra dove lavora in un kebab
proposto e io, che amo raccontare, ho accettato
e ha imparato a fare la pizza. Concludo con la lettera
con piacere; poi però, al momento di sceglierne una, mi
che Famory ci ha scritto prima di andarsene. Scelgo
sono accorto che non era possibile. Non era possibile
di riportarla così com’è. Dice molto, anche senza
perché, nella mia mente, transitavano decine di
correzioni.
frammenti di decine di storie: è come stare nella sala
d’aspetto di una stazione ferroviaria e veder passare
“Per tutti voi,
tante persone, provare a intuire qualcosa della loro vita,
della loro storia, semplicemente osservandone i gesti,
non ho niente da offrirvi solo il mio gratitudine per tutto
le parole che non comprendi, gli sguardi, l’aspetto,
ciò che avete fatto per me, per la mia cultura era difficile
immaginarle in altri posti e in contesti diversi, lontani
capire darmi il mangiare, dormire senza fare niente,
da qui molto più di quanto distanze geografiche e
ho trovato una famiglia dentro, la vostra accoglienza,
chilometri possano dire. Mi rendo conto che è sempre
il modo di ascoltarmi, aiutarmi mi ha profondamente
un affacciarsi appena nella vita delle persone rifugiate e
colpito. Vi ringrazio del fondo del cuore e vi porto con
richiedenti asilo, uno stare al limite - e a volte al di fuori
me nel mio cuore per sempre.
- di un altro universo, magari mentre si fuma insieme
Voglio anche dirvi che di una parte sono contento di
tentando di parlare in una lingua che nasce al momento,
affrontare la nuova vita da solo anche è difficile per me
mista di parole inglesi, italiane, francesi e gesti.
lasciarvi perché vi considero la mia seconda famiglia.
Eppure, malgrado ciò, passano ugualmente sensazioni,
Vi auguro una vita piena di felicità e soprattutto la salute
impressioni, ugualmente si riesce a dire, a sentire e così,
e spero che il vostro centro rimane sempre aperto per
anche se la bocca di Ibrahim riesce solo ad aprirsi in
aiutare le persone come noi.”
un sorriso di ragazzino e non parla, sono densi e felici
Famory, ugandese
i suoi occhi quando, dopo giorni di tentativi, riesce
a prendere la linea e a telefonare a casa, sono liete
le sue mani che stringono la mia per condividere la
abituato al via vai di persone e, anche quando qualche
Auxilium per rifugiati
e richiedenti asilo
volto lascia un solco più profondo, non penso mai di
Attraverso
felicità di aver tranquillizzato i parenti. Chissà perché
Ismail, al momento di partire, ti abbraccia forte al
limite della commozione, non me l’aspettavo; sono
aver fatto altrettanto. Sono contento di sorprendermi
qualche volta eppure, sono convinto di aver sempre
e solo fatto il mio lavoro, né più né meno. Sono tante
le storie, troppe per poterne scegliere una e nessuna
ha una fine; ne osserviamo un frammento, una tappa
e non sappiamo come finirà. A volte, per ragioni che
non possiamo capire fino in fondo, qualcuno va via
sbattendo la porta, sentendosi tradito e abbandonato
e forse, come noi, non compreso. Talvolta, invece, si
stabilisce un legame che resiste alla distanza: qualcuno
ci telefona dalla Francia per salutare anche se non
12
L’ABBRACCIO
l’Area
Persone
Straniere, la Fondazione Auxilium
mette a disposizione 78 posti per
persone rifugiate e richiedenti
asilo all’interno dello Sprar, più
altri 10 posti per profughi appena
giunti
sul
territorio
nazionale.
Associazioni e Istituzioni
Un’esperienza di integrazione in mare
di Katiusha Del Dottore e Chiara Ghirardo
Luciana Rattazzi - Il mare d’inverno - Courtesy Franz Prati
Q
uesta
è
un’esperienza
che
nasce
promuove iniziative di prevenzione del disagio e tutela
dall’integrazione tra il mondo associativo – le
della salute mentale utilizzando attività ludico-sportive,
istituzioni pubbliche – il privato. Sono coinvolte
riabilitative, con particolare riferimento al campo della
in questo Progetto di vela solidale: l’Associazione
nautica. Non Solo Vela ha finanziato il progetto.
“Non Solo Vela” di cui è Presidente Lorenzo Costa,
l’ASL 3 Genovese con la Dr.ssa Cristina Venturino
L’uso della barca a vela per le categorie psico-
psicoterapeuta, il Municipio di Genova con l’educatore
sociologiche del disagio ha già una lunga storia, che
Giovanni Massone, entrambi in modalità volontaria e
va al di là del contesto psichiatrico. Perché la barca a
infine il CEIS Genova che ha messo a disposizione gli
vela? Perché è un setting/luogo educativo riabilitativo
operatori, una infermiera, un volontario e i pazienti.
che contiene molti elementi atti a suscitare processi di
Non Solo Vela è una associazione di volontariato che
crescita e cambiamento.
L’ABBRACCIO
13
È contenitivo: la barca è uno spazio ristretto, dove
la barca è un microcosmo in cui tutti sono esposti
si è tenuti insieme dalla lontananza da terra e dalla
al controllo di tutti; questo ne fa uno strumento di
necessità di stare in un piccolo gruppo centrato sul
notevole interesse euristico, sperimentale e terapeutico.
fare e sul raggiungimento di un obiettivo. È un luogo
La barca rappresenta una sorta di officina, un luogo,
dove si creano dei legami, dove è necessario cooperare,
dove osservare le modalità relazionali dei pazienti
assumere dei ruoli condivisi e seguire delle regole
e degli operatori, un laboratorio dove stimolare i
comuni. È aperto all’esterno: il contatto o meglio
vari soggetti a una presa di coscienza, il tentativo di
l’immersione nell’ambiente marino e atmosferico è
offrire “in vivo” alcune opportunità di trasformazione
una esperienza molto forte. La barca come oggetto in
e cambiamento. La barca naviga se si crea un team in
movimento, comporta l’apprendimento di competenze
grado di sviluppare le proprie potenzialità individuali,
e abilità che hanno un riscontro immediato sul
l’auto-responsabilizzazione,
mondo esterno. In sintesi lo stare in barca ci è parsa
cooperazione come modalità di rapporto con agli altri.
un’occasione di grande intensità per sentire noi stessi
Sviluppare queste tre dimensioni nei pazienti è un
come parte di un ambiente fisico e umano, per creare
obiettivo
legami, recuperare capacità di stare insieme su una
psichiatrica;
stessa barca.
quelle maggiormente legate alla possibilità di creare
centrale
nel
queste
l’indipendenza
campo
tre
della
dimensioni
e
la
riabilitazione
dell’IO
sono
l’apprendimento
collegamenti, inserirsi, crescere all’interno di una vita
delle manovre tecniche, come indossare una stessa
sociale soddisfacente e sono quelle maggiormente in
divisa e ricoprire ruoli funzionali al raggiungimento
gioco in ogni percorso di evoluzione individuale-sociale.
di uno scopo condiviso. La barca a vela e il mare
Il
possono
caratterizzato da:
Da
questo
insieme
può
rappresentare
partire
l’avventura,
che
diventa
setting
educativo/riabilitativo
della
barca
è
elemento centrale per sviluppare processi di crescita
e
cambiamenti.
A
bordo
di
un’imbarcazione
lo
- lontananza dagli stimoli consumistici
scambio sociale è vissuto in maniera più intensa, si
- impossibilità di fuga sino al rientro a terra
ha la possibilità di sperimentare in tempi brevi nuovi
- ristrettezza dello spazio
modi di essere con se stessi e con gli altri. La barca,
- interdipendenza delle responsabilità
per le sue caratteristiche strutturali, diviene una vera
- inevitabilità della comunicazione
e propria “cassa armonica” delle dinamiche relazionali
- l’essere sul e nel mare
del gruppo-equipaggio, amplificandone sia l’intensità
L’equipaggio di una barca a vela è la metafora di un
sia la visibilità.
sugli
piccolo gruppo centrato su un obiettivo per raggiungere
operatori sono legate all’arricchimento generato da una
il quale occorre porre estrema attenzione ai processi
reciproca e genuina conoscenza tra pazienti e operatori
interni al gruppo e ai mutamenti dell’ambiente esterno.
e le figure dei tecnici-velisti. Proprio questi ultimi, che
Fondamentale
sono sconosciuti al paziente e quindi non inquadrabili
l’ambiente esterno come punto di partenza e come
in un ruolo di medicalizzazione, si sono rivelate
luogo in cui i parametri presenti saranno quelli
molto importanti per permettere e favorire la libera
utilizzabili per veleggiare: si crea uno stretto legame
espressione di parti più sane dei pazienti, producendo
tra
una sorta di affrancamento dagli insidiosi meccanismi di
pratico (operativo) e osservazione dell’ambiente, che
stigmatizzazione che avvengono nella sclerotizzazione
permettono di intuire la grande potenzialità educativo-
dei ruoli e delle competenze professionali all’interno
terapeutica della vela.
dei luoghi di cura e riabilitazione. Le abbiamo definite
In barca bisognerà elaborare le dimensioni interne
figure cerniera.
soggettive (intenzioni, necessità, bisogni, obiettivi),
Le
La
ripercussioni
possibilità
di
dell’esperienza
sperimentarsi
lavorativa
all’interno
di
un
pensiero
esterne
appare
la
funzione
teorico-cognitivo,
oggettive
(condizioni
di
osservare
comportamento
della
barca
e
canovaccio relazionale meno rigido ha favorito una
dell’equipaggio) e quelle più generali delle condizioni
enorme quantità di stimoli per lavorare sulla coesione
meteo che limitano e condizionano le possibilità
del gruppo e sul lavoro in gruppo con evidenti
di navigare sul registro della sicurezza-incolumità.
ripercussioni sulla psicologia individuale.
Stimolare i pazienti a elaborare strategie operative,
La vita di bordo è molto diversa da quella a terra,
che tengano conto degli elementi appena menzionati
14
L’ABBRACCIO
per confluire in un’azione di buon esito, è un modo di
che stimola autonomia e responsabilità verso se stessi
offrire loro strumenti pratici con un notevole potenziale
e verso gli altri, che spinge a un maggior contatto con
evolutivo. Nel microcosmo della barca si lavora alla
paure ed incertezze, che genera maggiore tolleranza
costruzione di un gruppo che usufruirà di una “cornice”
alle frustrazioni e sviluppa capacità di cooperazione,
terapeutica
alternano
partecipazione e socializzazione. Fondamentale è stata
momenti strutturati caratterizzati da specifici interventi
l’integrazione tra le diverse figure presenti: i tecnici
ad altri più informali in cui prevalgono l’accoglienza e
conduttori del corso, gli operatori come mediatori e
l’incontro, allo scopo di avvicinare il paziente e ridurre
facilitatori delle relazioni tra docenti e allievi/pazienti e
gli spunti negatori o di attacco, confidando nella fiducia
i volontari come risorsa di sostegno. Il ruolo di tecnico,
e nel calore del rapporto interpersonale ed oggettuale.
altro rispetto alle vicende psichiatriche dei pazienti, si è
Nel gruppo sono favorite le funzioni terapeutiche
rivelato fondante sia sotto il profilo educativo/imitativo
dell’informazione,
(setting)
variabile,
dove
dell’auto-aiuto,
si
dell’universalità,
della trasmissione di competenze, sia per la possibilità
dell’apprendimento interpersonale lavorando sull’esame
di cimentarsi in un rapporto nuovo, non irrigidito negli
di realtà e sulla riattivazione di parti sane dell’IO.
inevitabili stereotipi del rapporto operatore/paziente.
Sono facilitati inoltre sia l’attivazione sia lo sviluppo
Insieme, tecnici, operatori e volontari, si è cercato di
di momenti risocializzanti, l’infusione di speranza, il
creare uno spazio in cui fosse presente una dimensione
comportamento imitativo con l’intento di supportare le
transizionale di piacere e di vita. La diversificazione
parti malate con “protesi sociali” che permetteranno un
dei ruoli e delle competenze ha aiutato a inserire
rientro nel mondo degli scambi interpersonali e sociali
quest’esperienza nella dimensione viva del reale,
in un quadro di miglioramento della qualità della vita.
sempre presente nel confronto con modelli di vita
Nel microcosmo della barca è possibile creare un clima
diversi rispetto a quelli dei pazienti.
Luciana Rattazzi - Il mare d’inverno - Courtesy Franz Prati
L’ABBRACCIO
15
Luciana Rattazzi
Luciana Rattazzi è nata a Genova. Dai primi anni
con i polpastrelli, come un chitarrista, per estrarre,
ottanta trasferisce la propria attività di progettista e
muovendoli in cerchio sulla carta, sentimenti in
di esperta di tecniche grafiche a Roma, dove apre uno
contrasto e potenti evocazioni. Linea orizzontale e
studio di architettura con Franz Prati. Dal 1987 al 1999
tempesta perfetta, visione dell’Aperto e ‘teoria della
insegna presso l’Istituto Europeo di Design di Roma,
nube’, queste opere toccano il lucore del nascosto con
diretto da Francesco Moschini. Suoi disegni e progetti
realismo fantastico, e evocano in silenzio la situazione
sono stati pubblicati su numerose riviste nazionali ed
degli umani sotto il cielo e proprio dentro il mare.
internazionali ed esposti in diverse mostre. Affianca
alla normale attività di studio una personale ricerca
sul disegno di paesaggio e sulle possibilità espressive
dei materiali primari della rappresentazione, carboni
e polvere di fusaggine, su tela e stampa. Nel 2006
espone le sue opere in una personale allo “Spazio
della Volta” a Genova.
Sono stazioni del dramma cosmico, figure felici, e
consolanti, di tutto ciò che è plumbeo, capaci di
rendere concreto l’astratto di inospitali barriere, fatte
di poca luce e di molta acqua, dove non c’è nulla se
non lo spazio e il tempo, qualche creatura degli abissi,
e i relitti a venire.
Un caso pittorico della natura, uno dei più difficili per
Non sono propriamente disegni, queste opere di
Luciana Rattazzi, perché in esse non si rinvengono
linee, né pitture, sono artifici molto espressivi che
controllano la texture della carta con polveri bianche
e nere e riproducono, in chi li osservi, lo spirito
i pittori e per i poeti, viene prodigiosamente tracciato
da un severo quasi-nulla che si apre ai possibili della
visione ed affronta i temi più grandi: il volume del
cielo, le brume e i pulviscoli, le forme cosmiche della
schiuma della luce…
gigante del mare, sospeso e dubitoso. Senza matita
e senza pennello, lei lavora con le dita, o meglio,
www.gruppoboero.it
www.gruppoboero.it
da un testo di Guglielmo Bilancioni