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l’abbraccio n77 Rivista trimestrale di informazione del CEIS Genova L’Assessore alle politiche sociali Lorena Rambaudi risponde alle domande del CEIS Genova ...........................................................4 Il Convegno annuale del CEIS Genova dedicato alla Famiglia ........................................................... 7 Riflessioni di un giorno di Paolo D’Attilio ........................................................... 8 Tangram Una comunità per minori non accompagnati richiedenti asilo di Anna Rita Sgarban ......................................................... 10 Arrivi e partenze di Massimiliano Guidotti ..........................................................12 16126 Genova • Via Asilo Garbarino, 6/B • Telefono 010.25.46.01 - Fax 010.25.46.002 r.a. N. 77 • 3° Trimestre 2014 • N. 3 del 2014 • Prezzo 1,00 euro Autorizzazione Tribunale di Genova 26/94 • Iscrizione al R.O.C. n° 16776 del 17/04/2008 Poste Italiane S.p.A. sped abb.postale • D.L 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 N° 46) art 1 comma 1, DCB Genova Associazioni e Istituzioni Un’esperienza di integrazione in mare di Katiusha Del Dottore e Chiara Ghirardo ..........................................................13 L’ABBRACCIO Dove possiamo incontrarci a Genova Rivista trimestrale di informazione del Ceis Genova Direttore responsabile Silvano Balestreri Caporedattore Michele Serrano In redazione Aldo Castello Fassolo Trasta Disegni Luciana Rattazzi - Il mare d’inverno Courtesy Franz Prati Via Asilo Garbarino, 6-9/B Salita Cà dei Trenta, 28 16126 Genova 16161 Genova Telefono 010.25.46.01 Fax 010.25.46.002 Hanno collaborato Lorena Rambaudi, Paolo D’Attilio, Anna Rita Sgarban, Massimiliano Guidotti, Katiusha Del Dottore e Chiara Ghirardo Direzione e redazione Via Asilo Garbarino, 6 B 16126 Genova Telefono 010.25.46.01 Fax 010.25.46.002 Impaginazione Xedum srl Stampa Tipografica Derthona srl In servizi: Comunità Accoglienza notturna per tossicodipendenti questa sede sono Comunità “Odissea”, accoglienza per minori stranieri Comunità semiresidenziale e residenziale di “Samarcanda”, i Riabilitativa, Reinserimento Sociale, per Accoglienza, Auto Aiuto Tel. 010.7404474. - Case alloggio “La Tartaruga” e “Tartaruga comunità Levante” psichiatrica Finestra sul residenziale Terapeutica di minori stranieri richiedenti asilo “Tangram”, “La presidio offerti per Porto”, adolescenti Prevenzione, per persone malate di Aids Tel. 010.7411128 collocamento disabili, Accoglienza Profughi - “Castore e Polluce” comunità per persone Adulti, Direzione e uffici. con doppia diagnosi Tel. 010.7403071. Siamo anche in tutta Italia LA NOSTRA FILOSOFIA Autorizzazione Tribunale di Genova 26/94 Sped. abb. postale 50% - Genova Periodico associato USPI Siamo qui perché non c’è alcun rifugio dove nasconderci da noi stessi. Fino a quando una persona non confronta se stessa negli occhi e nei cuori degli altri, scappa. Fino a che non permette loro di condividere i suoi segreti, non ha scampo da questi. Timoroso di essere conosciuto né può conoscere se stesso né gli altri, sarà solo. Dove altro se non nei nostri punti comuni possiamo trovare un tale specchio? Qui insieme una persona Chi siamo Dove siamo può alla fine manifestarsi chiaramente a se Via Asilo Garbarino, 6 B - 9 B 16126 Genova Telefono 010.25.46.01 Fax 010.25.46.002 offrire. Su questo terreno noi possiamo tutti Presidente Enrico Costa Direttore Generale Paolo Merello [email protected] [email protected] www.ceisge.org 2 L’ABBRACCIO stessa non come il gigante dei suoi sogni né il nano delle sue paure, ma come un uomo parte di un tutto con il suo contributo da mettere radici e crescere non più soli come nella morte, ma vivi a noi stessi e agli altri. Aosta Ivrea Torino Varese Vercelli Sanremo Genova Milano Piacenza Parma Cremona Verona Vicenza Trento Bolzano Belluno Treviso Padova Venezia Mantova Reggio Emilia Modena Bologna Ravenna La Spezia Pistoia Prato Firenze Arezzo Jesi Spoleto Muccia Viterbo Anguillara Civitavecchia Roma Alba Adriatica Pescara Anzio Formia Caserta Avellino Bari Gravina Cosenza Catanzaro Messina Reggio Calabria Catania Cagliari Editoriale di Enrico Costa I l ricordo del dolore per i migranti morti soffocati sono i corsi formativi, né l’integrazione; ci sono solo la in fondo ai barconi ormai vicini alla costa è ancora noia e la frustrazione; se va bene qualche lavoretto senza recente, ma tra poco sarà dimenticato e sarebbe troppe regole. Anzi no, mi sbaglio, c’è qualcos’altro: il davvero ipocrita limitarsi a sperare che tragedie del rischio molto concreto di venire reclutati dalla malavita genere non avvengano più. La forza della disperazione organizzata, un giro dal quale è poi difficile uscire, ma continuerà a spingere migliaia di persone verso le nostre che ad un giovane uomo pieno di rabbia e di dolore spiagge e non tutti ce la faranno. Sarebbe vano tentare può facilmente sembrare una soluzione. di impedirlo, ma anche noi persone comuni possiamo Siamo noi quelli che possono fare la differenza, siamo fare qualcosa. Possiamo cominciare a domandarci noi quelli che possono indirizzare le istituzioni verso come contribuire per dare anche a loro la possibilità di scelte eque e che manifestino rispetto per la vita. È un’esistenza degna come quella cui ogni essere umano dalla nostra visione e dal nostro impegno che dipende ambisce. Possiamo cominciare a considerarli esseri tutto. Sapremo vedere la dignità di queste persone e umani. considerarli anche solo alla stregua di buoni vicini, In Liguria, come nel resto d’Italia, le istituzioni e le sapremo desiderare per loro un esistenza ricca e piena organizzazioni del terzo settore danno un primo come quella che augureremmo ad un fratello? In caso rifugio a migliaia di individui, per lo più compresi tra i contrario possiamo continuare a scandalizzarci perché 20 e i 30 anni. Sono la speranza di chi rimane a casa, ne sono morte alcune decine sul fondo di un gommone, genitori o figli, e conta sulla loro forza per la propria pensando sotto sotto che hanno rischiato troppo. sopravvivenza. È una generazione che affronta lo Dobbiamo vivere tutti insieme su questa terra e non sbaraglio di un viaggio carico di rischi e di incognite possiamo che vincere insieme. per fuggire a situazioni di tragedia, miseria e pericolo. Luglio 2014 Ora che il percorso della loro vita li ha portarti qui accanto a noi, cosa possiamo offrire loro oltre al tetto e alle minime garanzie costituzionali? Riusciremo ad aiutarli a dare significato e dignità alla propria esistenza? Di pari passo con gli sforzi per fornire una prima accoglienza decorosa è importante che la burocrazia si faccia interprete dei principi sociali solidali propugnati dalla nostra costituzione e, con tempi celeri, accerti l’eventuale riconoscimento dello status di rifugiato o di protezione internazionale con la conseguente consegna dei vari tipi di permesso di soggiorno. Senza permesso di soggiorno non c’è dignità, non c’è vita, c’è solo l’attesa. Partono carichi di sogni e di energia con l’obiettivo di costruire un futuro per sé e per la propria famiglia. Partono alla volta di un paese straniero che riescono a mala pena a immaginare, ma che certo devi apparirgli dorato e si ritrovano in un limbo, metà ospiti, metà prigionieri. Costretti all’inazione, per quanti vogliono restare; perché senza permesso non c’è lavoro, non ci Luciana Rattazzi - Il mare d’inverno - Courtesy Franz Prati L’ABBRACCIO 3 L’Assessore alle politiche sociali Lorena Rambaudi risponde alle domande del CEIS Genova Luciana Rattazzi - Il mare d’inverno - Courtesy Franz Prati GENTILE QUESTO di provenienza, per cercare di impostare misure che NUMERO DELLA NOSTRA RIVISTA AL PROBLEMA DEI in qualche modo limitino i flussi verso l’Europa. L’altra PROFUGHI E DEI RIFUGIATI POLITICI PER RICORDARE questione riguarda proprio l’Europa e le regole che LE MOLTE VITTIME DECEDUTE DURANTE IL VIAGGIO abbiamo concordato con il trattato di Dublino. Oggi IN MARE ANCHE RECENTEMENTE. SECONDO IL quel trattato va rivisto, perché ci troviamo di fronte ad SUO PARERE, PRIMA ANCORA DI PARLARE DI uno scenario che è cambiato, con dei flussi che sono ACCOGLIENZA, QUALI POTREBBERO ESSERE LE drammaticamente aumentati quindi quegli accordi STRATEGIE POLITICHE NAZIONALI ED EUROPEE PER risultano inadeguati. L’Italia è geograficamente una PORRE UN ARGINE A QUESTE STRAGI? porta, al di là dei valori di solidarietà che spero la nostra Sul piano internazionale dobbiamo lavorare su tre livelli: nazione possa esprimere, non siamo in grado di integrare innanzitutto la politica estera e il rapporto con i paesi le persone con questi flussi. Per questo motivo abbiamo 4 ASSESSORE, L’ABBRACCIO DEDICHIAMO bisogno che ci sia maggiore libertà di circolazione, cosa cui le persone sono in attesa del riconoscimento dello che oggi ufficialmente non esiste. Questo è il terzo status di rifugiato, senza il quale non è loro consentito aspetto da considerare: bisogna rivedere la tipologia l’accesso ai circuiti SPRAR. Rispetto a questo tema dei permessi. Abbiamo assistito frequentemente a stiamo cercando di dare regole condivise con la disordini, anche con grave disagio per l’ordine pubblico, creazione degli HUB regionali, che siano dei punti di perché alcune di queste persone non si vogliono far snodo, d’identificazione e conoscenza della persona, identificare; la legge infatti prevede che il soggetto propedeutico al loro ingresso nel circuito SPRAR e rimanga nel paese dove l’identificazione è avvenuta. sul territorio. Il modello lo abbiamo chiaro in mente Alcuni di loro, al contrario, hanno altri obiettivi, altri ed è già scritto negli atti. Ci sono importanti accordi legami, persone che li aspettano altrove. Bisogna che Stato-Regioni, l’ultimo approvato il mese scorso, che ci le norme europee ci aiutino e non ci lascino soli ad portano a identificare una filiera dell’accoglienza. Ora affrontare un’emergenza per cui non abbiamo le risorse siamo in quella faticosa fase di trasformare le idee in né la forza sufficiente, sia in termini di accoglienza, sia atto. Passi avanti sono stati fatti, ma c’é ancora molto di integrazione. da fare. Proprio oggi mi sono occupata di accoglienza L’INTERVENTO DELLE REGIONI HA SICURAMENTE MIGLIORATO LA ACCOGLIENZA, SITUAZIONE VUOLE DELLA SPIEGARE AI PRIMA NOSTRI LETTORI QUALE È OGGI L’ITER CHE I SOPRAVVISSUTI AFFRONTANO AL LORO ARRIVO? dei minori, perché è una competenza regionale quella di creare un HUB specifico per i minori. Il tema dei minori è molto delicato e impegna gli enti locali territoriali con maggiore preoccupazione. Sono necessarie strutture adeguate che abbiano, oltre alle altre, anche competenze educative, nello stesso tempo è necessario Dall’emergenza Nord Africa, gestita in primo luogo mantenere i costi a livelli sostenibili. Le comunità per dalle Regioni, abbiamo tratto molti insegnamenti. minori devono offrire un servizio 24 ore su 24 e spesso Abbiamo creato un tavolo di coordinamento a livello quelle che offrono servizi di qualità hanno costi troppo nazionale, mai esistito prima, che coinvolge i Ministeri, alti. Su flussi non programmati cosi’ consistenti sono le Regioni e le autonomie locali e ci incontriamo cifre difficili da coprire. Rispetto a pochi anni fa il regolarmente a Roma presso il Viminale per affrontare miglioramento è evidente, ma c’è ancora molta strada la programmazione dell’accoglienza e dell’integrazione. da fare. Questo è uno strumento di metodo che ha dato grandi risultati. Abbiamo portato la rete SPRAR da NEL CASO DEGLI AVENTI DIRITTO IL PERCORSO 6000 a 20.000 posti, abbiamo avuto conferma di un BUROCRATICO PER IL RICONOSCIMENTO DELLO aspetto già noto, ossia che non si puo’ affidare la prima STATUS accoglienza a enti che non hanno le competenze per ADEGUATO gestirla. L’accoglienza nelle tendopoli, negli alberghi in RICHIEDENTI? assenza di un “know how” sociale non ha funzionato. Esiste Sono necessarie le competenze delle comunità che riconoscimento ha ancora un tempo d’istruttoria troppo già si occupano di rifugiati per gestire questo tipo di lungo, le persone arrivavano ad attendere anche sette o emergenze, dunque il nostro obiettivo è stato ampliare otto mesi per il primo appuntamento. Su nostra richiesta la rete SPRAR, ossia la rete delle comunità che si le commissioni territoriali sono state potenziate quindi occupano di rifugiati adulti e minori, definendo regole un primo passo è stato fatto, ma non è sufficiente. omogenee a livello nazionale, valide su tutto il territorio. Inoltre in questi flussi migratori non è facile distinguere Un grande obiettivo raggiunto, che poteva avere tra gli aventi diritto allo status di rifugiato rispetto e chi un risultato ancora piu’ positivo se i flussi si fossero appartiene a un flusso spontaneo non programmato attestati sul livello dello scorso anno. I flussi invece sono senza le basi per il riconoscimento. È necessario un molto aumentati, adesso non vorrei dire cifre inesatte, potenziamento ulteriore delle commissioni territoriali in ma siamo già a 50.000 presenze dall’inizio dell’anno. modo che si possa distinguere, in tempi adeguati, tra Quindi abbiamo messo a segno un obiettivo importante le due tipologie di persone che avranno poi un diverso che purtroppo non è stato sufficiente a causa del grande riconoscimento giuridico. DI un RIFUGIATO ALLE reale POLITICO ESIGENZE problema di IN DEI ITALIA È SOGGETTI tempi, ottenere il aumento dei flussi. Prima ancora c’è la pronta accoglienza: quel periodo in SEMPRE RIGUARDO A QUESTO TEMA, COSA L’ABBRACCIO 5 Luciana Rattazzi - Il mare d’inverno - Courtesy Franz Prati SIGNIFICA PER I CITTADINI ITALIANI E PER I riusciamo a mettere insieme un sistema efficiente, che PROFUGHI in parte è già stato creato se pure è da perfezionare, il IL PASSAGGIO DELLE COMPETENZE DALLA PROTEZIONE CIVILE ALLE PREFETTURE? processo dovrebbe funzionare anche in assenza della La protezione civile aveva operato di fronte ad uno dichiarazione di emergenza. È chiaro che le prefetture stato di dichiarazione di emergenza, ma i soggetti si basano anche sulla nostra collaborazione, ma questo attuatori erano identificati dalle Regioni quindi, di fatto, è quello che vogliamo. sono state le Regioni ad avere in capo l’emergenza Nord Africa. Di quell’esperienza è stato recuperato il metodo di lavoro della cabina di regia regionale. Ora è il prefetto del comune capoluogo che deve coordinare e convocare una riunione periodica in cui tutti soggetti istituzionali, ma anche le associazioni che compongono LA CARENZA DI STRUTTURE DI PRIMA ACCOGLIENZA PUO’ ESSERE COLMATA DALLE ASSOCIAZIONI DEL VOLONTARIATO E DEL TERZO SETTORE? IN CHE MODO LE REGIONI POSSONO SOSTENERE QUESTE ASSOCIAZIONI? programmare Gli enti disponibili all’accoglienza hanno diritto alle l’accoglienza sul territorio. Si tratta di uno strumento quote nazionali che sono definite in ragione di 35 per creare facilità di comunicazione e chiarezza di euro al giorno per gli adulti e 45 euro per i minori metodo in capo alle Prefetture in via ordinaria e non come prima accoglienza. Le risorse, stabilite a livello di emergenza. Questo limita alcuni poteri e pone alcuni nazionale, provengono dal Ministero degli Interni e dal quesiti che abbiamo voluto chiarire con il governo. Per Ministero del Welfare. Per quanto riguarda gli adulti le esempio se i Prefetti hanno la facoltà di requisire spazi risorse vengono trasferite alle prefetture che hanno dei anche in assenza di una dichiarazione di emergenza. contratti con gli enti terzo settore, per i minori invece Ci è stato risposto affermativamente, anche se va il passaggio attraverso i comuni. Questa differenza è considerata come estrema ratio. Oggi si ragiona in un dovuta ad una campagna nazionale promossa dall’Anci. sistema di ordinarietà in quanto i fenomeni migratori Il Sindaco che accoglie i minori sul suo territorio infatti, sono definiti flussi non programmati, ma sappiamo ne diventa responsabile. In alcuni casi si tratta di una che si ripetono costantemente; chiamarla emergenza tutela diretta in altri di un affido ai servizi sociali, sarebbe anacronistico. La dichiarazione di emergenza comunque la responsabilità fa capo al Sindaco, quindi il puo’ certamente sveltire alcune procedure, ma se coinvolgimento e l’approvazione del comune che deve la 6 rete sociale, L’ABBRACCIO si riuniscono per farsi carico della procedura amministrativa è necessario. Abbiamo siglato un accordo Stato, Regioni e Autonomie Locali, in conferenza unificata, in cui abbiamo dichiarato la nostra disponibilità a collaborare, solo se ci viene assicurata la necessaria copertura economica perché gli enti locali territoriali non hanno risorse sufficienti, soprattutto dopo i tagli di bilancio degli ultimi anni. Per il 2014 sono stati stanziati 270 milioni a livello nazionale. RECENTEMENTE LEI HA DICHIARATO: <<CHI CONTINUA A ESSERE OSTILE NEI CONFRONTI DEGLI IMMIGRATI NON HA ANCORA CAPITO, AL DI LÀ DEI VALORI UMANI E SOLIDALI CHE OGNUNO DI NOI PUÒ AVERE OPPURE NO, CHE SENZA FLUSSI MIGRATORI L’ITALIA È DECLINO, LA DESTINATA CONSIDERATA VECCHIAIA DELLA INESORABILMENTE LA BASSA AL NATALITÀ, POPOLAZIONE E LO SBILANCIAMENTO TRA POPOLAZIONE PRODUTTIVA ED IMPRODUTTIVA>>. DAL SUO PUNTO DI VISTA QUALI SONO LE AZIONI CHE LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ATTUA O POTREBBE ATTUARE PER SENSIBILIZZARE IL COMUNE SENTIRE DEI CITTADINI A QUESTO PROPOSITO? Si tratta di un aspetto culturale molto problematico. Famiglia del disagio, famiglia della speranza Interverranno: • Onorevole Franca Biondelli Sottosegretario Delega alla Famiglia • Lorena Rambaudi, Assessore alle politiche sociali – Regione Liguria • Emanuela Fracassi, Assessore Politiche Sociali Comune di Genova • Donatella Bramanti Professore Associato di Sociologia dell’infanzia e della Famiglia Università Cattolica • Mons. Piero Pigollo, Direttore dell’Uff. per la famiglia e la vita Diocesi di Genova • Salah Hussein, IMAM di Genova • Pier Giorgio Semboloni, Codirettore del Durante l’emergenza Nord Africa mi sono molto Centro Genovese di Terapia della stupita delle dure reazioni oppositive che si sono Famiglia manifestate. Penso che ci sia alla base la paura, che forse in misura diversa esiste in tutti noi, ad affrontare le cose sconosciute. In questa seconda emergenza ho già riscontrato un atteggiamento diverso, ma sono necessari tempi lunghi per affrontare paure • Maria Mensitieri, Presidente AMALI Liguria. All’interno dell’ambiente famigliare, profondamente radicate. Certo se per i cittadini ci naturalmente preposto proprio alla cura fossero maggiori risorse in termini di casa e lavoro e alla formazione dell’individuo, a volte questa guerra tra i poveri avrebbe meno ragione di nascono drammi capaci di rovinare la vita essere. Da assessore comunale mi sono spesso sentita dire: <<Voi aiutate loro e noi>>. Con qualche risorsa in più si stempererebbe il conflitto, invece purtroppo molti italiani sono in una condiziona di fragilità e disagio e di molte persone. Un’azione tempestiva, ancor meglio se questo non fa che acuire un atteggiamento di rifiuto. condotta da una mediazione professionale, Comunque io confermo la mia dichiarazione. Basta permetterebbe di far emergere questi osservare gli andamenti demografici previsionali da drammi in maniera consapevole, ponendo oggi al 2020 o al 2030 per capire che l’immigrazione, i giovani immigrati con loro famiglie, rappresenta una ricchezza per il nostro paese. La Liguria è una regione le basi concrete per la loro risoluzione. anziana, in uno stato anziano, in un’Europa anziana, Venerdì 10 ottobre 2014 dunque la nostra supremazia rischia di avere una fase ore 8,30 - Sala Quadrivium di declino determinata anche dall’impoverimento anagrafico. Questo è un aspetto che va fatto capire e conoscere, un dato importante su cui riflettere. Piazza Santa Marta 2 Genova L’ABBRACCIO 7 Riflessioni di un giorno di Paolo D’Attilio, Prefetto Vicario di Genova S abato 19 luglio u.s. alle ore 17.00 è giunta, nello spazio acqueo antistante il porto di Genova, la motonave ALPINE LOYALTY che alcuni giorni prima ha raccolto nel canale di Sicilia gli occupanti di una barca in avaria. È la prima volta che lo sbarco di migranti avviene in queste acque, perché proprio a Genova era diretta la motocisterna. A un miglio e mezzo dalla costa avviene il trasbordo sulla navebus - ONDA AZZURRA – e, come un gruppo di turisti, i profughi raggiungono il padiglione B della Fiera. Al momento dell’attracco in banchina si notano volti stanchi ma sereni. Qualche bambino saluta, altri immortalano questo momento con il telefonino. Scendono lentamente, uno alla volta. Sono 108 tra uomini, donne e molti bambini, di diverse etnie: egiziani, somali, eritrei, malesi, siriani e sudanesi. Grazie Luciana Rattazzi - Il mare d’inverno - Courtesy Franz Prati al supporto degli interpreti e dei mediatori vengono immediatamente individuati i diversi gruppi familiari e le persone vulnerabili (donne e minori non accompagnati). Quello che colpisce è la loro tranquillità. La Prefettura di Genova ha coordinato il piano dello sbarco e ha organizzato la prima accoglienza. Infatti, nei giorni precedenti l’arrivo dei migranti, si sono tenute diverse riunione per assicurare l’accoglienza che deve essere loro garantita in ossequio alla normativa nazionale ed a quella europea. Tutto, o almeno quasi, è stato meticolosamente predisposto. Grazie alla disponibilità e al contributo preziosissimo delle associazioni di volontariato, del 118, dell’Asl 3 genovese sono state montate, all’interno del padiglione, delle tende nelle quali sono stati allestiti dei micro ambulatori per lo screening sanitario e delle sale di ascolto dove Il personale dell’Ufficio immigrazione della Questura ha allestito, in zona decentrata, uno spazio per le operazioni di identificazione. Dopo aver vinto i timori da parte dei profughi a riferire informazioni sulla presenza di eventuali scafisti, il personale della squadra mobile è riuscito a sottoporre a fermo giudiziario tre migranti gravemente indiziati del delitto di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Pur svolgendosi tutto in estrema serenità, l’imprevisto ed elevato numero di minori non accompagnati, 39 sul totale di 108, ha creato qualche difficoltà in merito al loro collocazione in strutture protette ad alta specializzazione presenti sul territorio. Grazie i mediatori hanno fornito informazioni sulla normativa all’impegno profuso dai rappresentanti del Comune di concernente l’immigrazione, i diritti e i doveri e Genova e alla disponibilità dei gestori delle strutture, condizione degli stranieri in Italia. Le ulteriori visite alla fine, tutti i minori hanno trovato accoglienza in mediche, dopo il primo controllo effettuato a bordo strutture idonee. Passata la mezzanotte tutti e 108 della nave cisterna, hanno consentito di appurare che hanno trovato una sistemazione nei centri individuati tutti i profughi erano in buone condizioni fisiche. È dalle Prefetture liguri. stata realizzata anche una zona per la distribuzione Le particolari situazioni dei paesi del Nord Africa di pasti caldi, bevande e la consegna di indumenti e hanno comportato l’intensificarsi degli sbarchi sulle generi sanitari. coste italiane e ha visto crescere il numero di stranieri 8 L’ABBRACCIO Luciana Rattazzi - Il mare d’inverno - Courtesy Franz Prati da accogliere in modalità diffusa su tutto il territorio Regioni ed Enti locali oggi tutte le istituzioni coinvolte nazionale si sono impegnate ad affrontare la situazione degli e ciò in considerazione dell’avvenuta saturazione dei centri governativi e di quelli garantiti sbarchi impegnandosi a: da alcuni enti locali. Tale afflusso, a differenza degli • dare risposte immediate alle esigenze di accoglienza anni precedenti, non ha registrato flessioni nel periodo delle persone che sbarcano sulle coste italiane invernale ed è andato ad aggravarsi con la stagione • elaborare un piano strutturato che permetta di estiva. L’operazione Mare Nostrum ha consentito di ricondurre a gestione ordinaria e programmabile far giungere in Italia, ad oggi, circa 80 mila profughi. gli interventi relativi sia agli adulti che ai minori non Numeri così elevati hanno messo in difficoltà la capacità accompagnati. di accoglienza italiana. A fronte dell’eccezionalità degli arrivi, pertanto, il Ministero dell’Interno ha predisposto piani di ripartizione di detti cittadini coinvolgendo direttamente le Prefetture. Anche Genova, nel suo ruolo di Prefettura capoluogo, è stata coinvolta in questa ripartizione elaborata a livello centrale. Attraverso i tavoli di coordinamento regionale - presieduto dal Solo con la realizzazione di un sistema che consenta il rapido passaggio da una fase di soccorso a una di seconda accoglienza ed integrazione sarà possibile far fronte all’attuale situazione ed evitare che cittadini stranieri una volta sbarcati e sistemati nelle varie strutture, pur se meritevoli di protezione, siano abbandonati a se stessi. Prefetto - è stato condiviso con Regione ed enti locali il piano di intervento ministeriale e concertato il reperimento di ulteriori posti di accoglienza. Una gestione dell’accoglienza diffusa tramite le Prefetture senza il coinvolgimento dei territori rischia di creare disagi e tensioni. Con l’intesa siglata tra Governo, L’ABBRACCIO 9 TANGRAM Una comunità per minori non accompagnati richiedenti asilo di Anna Rita Sgarban Per raccontare Tangram, potremmo partire dai numeri: viaggio ho raggiunto la Libia, dove sono rimasto un mese • 2008 - anno di apertura di Tangram; e da dove mi sono imbarcato per l’Italia. Ho viaggiato • 63 - i minori accolti fino a oggi; come clandestino pagando 500 denari a un trafficante. • 14 – i posti disponibili della struttura; Nel luglio del 2013 sono arrivato a Lampedusa da li sono • 10 - le strutture che in Italia si occupavano di stato portato a Roma e dopo sei mesi sono giunto a m.n.a.r.a. (minori non accompagnati richiedenti asilo), fino alla fine del 2013; • 57 - le strutture che in Italia accolgono m.n.a.r.a. da gennaio 2014; • 3 - gli enti che hanno dato vita a Tangram: Consorzio Genova, dove ho presentato domanda di asilo politico.” POTREMMO PARTIRE DAI VIAGGI “Sono partito dall’Afghanistan su un camion con 30 persone e affrontato 8 ore di viaggio per arrivare in Agorà, CEIS Genova e Arci solidarietà, col supporto Pakistan. Da li ho proseguito per l’Iran, poi a piedi sono del Comune di Genova. salito su una montagna e sono arrivato in Turchia. Col camion sono andato in Grecia poi in Romania e da li fino POTREMMO PARTIRE DALLE STORIE in Belgio, poi in Italia, sempre con un camion ”. “Sono un ragazzo di diciotto anni, nato e vissuto nella “Sono partito, ho pagato. Ho attraversato tanti paesi, città di T. in M. Mio padre lavora in una farmacia del tanti mesi, ma un viaggio che tu non sai. A piedi, in governo, ho un fratello e una sorella, la mia mamma è camion, tante, tante persone. Persone abbandonate, che morta quando avevo 6 anni. Ho frequentato la scuola non ce la facevano. Poi sono arrivato in Libia e sono stato per sette anni e al termine degli studi, a dodici anni, nascosto per tanto tempo. Poi sono stato in prigione in sono tornato a casa e ho lavorato come saldatore per Libia. Ci ho messo 2 anni di viaggio per arrivare.” sei mesi. Alla fine del 2012 è scoppiata una guerra civile tra gli estremisti islamici e i governativi. La mia casa non POTREMMO PARTIRE DAI NOMI era più un posto sicuro dove vivere. I ribelli per quattro Sawele, Robbel, Essa, Sohel, Zemikiel, Salman, Solomon, mesi sono stati tranquilli, ma poi hanno imposto la legge Razzak, Mahmoud, Awas. islamica. Hanno imposto alle ragazze di mettere il velo, ai ragazzi di indossare ampie tuniche oltre ad una lunga POTREMMO PARTIRE DAI PAESI DI PROVENIENZA serie di divieti, come uscire la notte o andare al mercato Afghanistan, Gambia, Pakistan, Bangladesh, Turchia, durante alcuni orari. La popolazione non ha accettato Mali, Ghana, Eritrea, Somalia, Guinea, Togo, Nigeria. tali imposizioni e sono cominciate le ritorsioni. Nel mese di Dicembre 2012 i ribelli si sono presentati a casa mia, hanno preso cibo e soldi, mio fratello è scappato. Quel POTREMMO PARTIRE DALLA TERMINOLOGIA E DALLE DEFINIZIONI giorno io dormivo da un amico, il mattino dopo mio Rifugiato: padre mi ha chiamato per dirmi di non tornare. Ero già Il rifugiato è titolare di protezione internazionale. Si per strada e sono tornato indietro, a casa del mio amico, tratta di persona che “(...) temendo a ragione di essere ma i ribelli erano già arrivati e gli avevano tagliato i perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, piedi quindi sono scappato. Ho raggiunto il villaggio appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per dove avevo studiato e li ho incontrato quattro maliani, le sue opinioni politiche, si trova fuori del Paese d’origine con loro sono andato verso l’Algeria, dato che i francesi di cui è cittadino e non può o non vuole, a causa di bombardavano il villaggio. Ho attraversato il confine a questo timore, avvalersi della protezione di questo piedi e sono giunto in Algeria. Dopo altri dieci giorni di Paese (...)”. Questa definizione viene enunciata dall’art. 10 L’ABBRACCIO 1A della Convenzione di Ginevra del 1951 e recepita persecuzioni, sono stati in carcere, hanno imbracciato nell’ordinamento italiano dalla legge n.722 del 1954. fucili, hanno vissuto la guerra, hanno subito la carestia. A casa non possono tornare, sarebbe troppo pericoloso. Richiedente protezione internazionale Richiedente protezione internazionale è la persona che, fuori dal proprio Paese d’origine, presenta in un altro Stato domanda per il riconoscimento della protezione internazionale. Il richiedente rimane tale, finché le autorità competenti (in Italia le Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale) non decidono in merito alla stessa. Minore straniero protezione non un subito, perché sono state scelte migratorie forzate, li hanno segnati, ma chi è riuscito a superare tutto ciò, ed è arrivato vivo sulle nostre coste, ha un’altra chance. POTREMMO PARTIRE DAL PRESENTE Tangram è un POCP (presidio di ospitalità collettiva protetto) che può ospitare fino a quattordici minori accompagnato internazionale: Arrivano spaventati, stanchi, sfiniti. I viaggi che hanno minore richiedente non stranieri non accompagnati richiedenti protezione avente internazionale. L’accoglienza è di tipo residenziale: 24 cittadinanza italiana o di altri stati dell’Unione europea, ore su 24 per 365 giorni l’anno. I nostri ospiti al momento che si trova sul territorio dello stato italiano privo di provengono da: Afghanistan, Gambia, Guinea, Guinea assistenza e rappresentanza da parte dei genitori o di Bissau, Mali, Ghana, Senegal e Bangladesh. La loro altri adulti per lui legalmente responsabili, in base alle età media è di diciassette anni. Molti sono musulmani leggi vigenti nell’ordinamento italiano, il quale richiede osservanti. Molti giungono analfabeti. In molti, benché all’Italia la protezione che il suo paese d’origine non gli lo scorso giugno abbiano concluso il percorso scolastico ha assicurato. Per i minori stranieri non accompagnati ottenendo la licenza media, continuano a studiare, si applicano le norme previste in generale dalla legge perché il tempo per loro scorre veloce e non c’è tempo italiana in materia di assistenza e protezione dei minori. da perdere! Le commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale Esaminano in modo decentrato le istanze di riconoscimento dello “status di rifugiato”. La legge prevede che la Commissione territoriale provveda all’audizione del richiedente entro 30 giorni dalla trasmissione dell’istanza fatta dalla Questura e che la POTREMMO FINIRE COL FUTURO Quanti ragazzi ancora accoglieremo? Quali saranno le loro storie? In che condizioni arriveranno? Questo non possiamo saperlo, ma sappiamo che Tangram sarà, per un breve periodo della loro vita, un rifugio sicuro dove ricominciare a vivere e sperare. decisione venga poi adottata entro i successivi 3 giorni. POTREMMO PARTIRE DAL LAVORO SVOLTO IN QUESTI ANNI Tangram è tra le prime dieci strutture che in Italia hanno accolto minori stranieri che scappano dai propri paesi e che non possono farvi ritorno. È una struttura rinomata che in questi anni di attività ha dettato buone prassi a livello nazionale. La rete dei servizi attivata e le convenzioni in atto ci consente di offrire un’assistenza sanitaria e scolastica tale da accogliere, curare, istruire in maniera adeguata i ragazzi.L’equipe è formata da educatori e educatrici che sanno ben coniugare l’esperienza, la professionalità, il know-how specifico, necessario a sostenere i nostri ragazzi nel loro percorso in Italia. POTREMMO PARTIRE DAI NOSTRI OSPITI Sono ragazzini che scappano dal loro paese, lasciando lì la madre e il padre. Alcuni sono orfani, hanno subito Luciana Rattazzi - Il mare d’inverno - Courtesy Franz Prati L’ABBRACCIO 11 Arrivi e partenze di Massimiliano Guidotti P erché non racconti una storia che parli di sa dirci ancora cosa fa per vivere; Alì ci manda a dire qualcuno dei vostri ragazzi? Così mi è stato che ha raggiunto l’Inghilterra dove lavora in un kebab proposto e io, che amo raccontare, ho accettato e ha imparato a fare la pizza. Concludo con la lettera con piacere; poi però, al momento di sceglierne una, mi che Famory ci ha scritto prima di andarsene. Scelgo sono accorto che non era possibile. Non era possibile di riportarla così com’è. Dice molto, anche senza perché, nella mia mente, transitavano decine di correzioni. frammenti di decine di storie: è come stare nella sala d’aspetto di una stazione ferroviaria e veder passare “Per tutti voi, tante persone, provare a intuire qualcosa della loro vita, della loro storia, semplicemente osservandone i gesti, non ho niente da offrirvi solo il mio gratitudine per tutto le parole che non comprendi, gli sguardi, l’aspetto, ciò che avete fatto per me, per la mia cultura era difficile immaginarle in altri posti e in contesti diversi, lontani capire darmi il mangiare, dormire senza fare niente, da qui molto più di quanto distanze geografiche e ho trovato una famiglia dentro, la vostra accoglienza, chilometri possano dire. Mi rendo conto che è sempre il modo di ascoltarmi, aiutarmi mi ha profondamente un affacciarsi appena nella vita delle persone rifugiate e colpito. Vi ringrazio del fondo del cuore e vi porto con richiedenti asilo, uno stare al limite - e a volte al di fuori me nel mio cuore per sempre. - di un altro universo, magari mentre si fuma insieme Voglio anche dirvi che di una parte sono contento di tentando di parlare in una lingua che nasce al momento, affrontare la nuova vita da solo anche è difficile per me mista di parole inglesi, italiane, francesi e gesti. lasciarvi perché vi considero la mia seconda famiglia. Eppure, malgrado ciò, passano ugualmente sensazioni, Vi auguro una vita piena di felicità e soprattutto la salute impressioni, ugualmente si riesce a dire, a sentire e così, e spero che il vostro centro rimane sempre aperto per anche se la bocca di Ibrahim riesce solo ad aprirsi in aiutare le persone come noi.” un sorriso di ragazzino e non parla, sono densi e felici Famory, ugandese i suoi occhi quando, dopo giorni di tentativi, riesce a prendere la linea e a telefonare a casa, sono liete le sue mani che stringono la mia per condividere la abituato al via vai di persone e, anche quando qualche Auxilium per rifugiati e richiedenti asilo volto lascia un solco più profondo, non penso mai di Attraverso felicità di aver tranquillizzato i parenti. Chissà perché Ismail, al momento di partire, ti abbraccia forte al limite della commozione, non me l’aspettavo; sono aver fatto altrettanto. Sono contento di sorprendermi qualche volta eppure, sono convinto di aver sempre e solo fatto il mio lavoro, né più né meno. Sono tante le storie, troppe per poterne scegliere una e nessuna ha una fine; ne osserviamo un frammento, una tappa e non sappiamo come finirà. A volte, per ragioni che non possiamo capire fino in fondo, qualcuno va via sbattendo la porta, sentendosi tradito e abbandonato e forse, come noi, non compreso. Talvolta, invece, si stabilisce un legame che resiste alla distanza: qualcuno ci telefona dalla Francia per salutare anche se non 12 L’ABBRACCIO l’Area Persone Straniere, la Fondazione Auxilium mette a disposizione 78 posti per persone rifugiate e richiedenti asilo all’interno dello Sprar, più altri 10 posti per profughi appena giunti sul territorio nazionale. Associazioni e Istituzioni Un’esperienza di integrazione in mare di Katiusha Del Dottore e Chiara Ghirardo Luciana Rattazzi - Il mare d’inverno - Courtesy Franz Prati Q uesta è un’esperienza che nasce promuove iniziative di prevenzione del disagio e tutela dall’integrazione tra il mondo associativo – le della salute mentale utilizzando attività ludico-sportive, istituzioni pubbliche – il privato. Sono coinvolte riabilitative, con particolare riferimento al campo della in questo Progetto di vela solidale: l’Associazione nautica. Non Solo Vela ha finanziato il progetto. “Non Solo Vela” di cui è Presidente Lorenzo Costa, l’ASL 3 Genovese con la Dr.ssa Cristina Venturino L’uso della barca a vela per le categorie psico- psicoterapeuta, il Municipio di Genova con l’educatore sociologiche del disagio ha già una lunga storia, che Giovanni Massone, entrambi in modalità volontaria e va al di là del contesto psichiatrico. Perché la barca a infine il CEIS Genova che ha messo a disposizione gli vela? Perché è un setting/luogo educativo riabilitativo operatori, una infermiera, un volontario e i pazienti. che contiene molti elementi atti a suscitare processi di Non Solo Vela è una associazione di volontariato che crescita e cambiamento. L’ABBRACCIO 13 È contenitivo: la barca è uno spazio ristretto, dove la barca è un microcosmo in cui tutti sono esposti si è tenuti insieme dalla lontananza da terra e dalla al controllo di tutti; questo ne fa uno strumento di necessità di stare in un piccolo gruppo centrato sul notevole interesse euristico, sperimentale e terapeutico. fare e sul raggiungimento di un obiettivo. È un luogo La barca rappresenta una sorta di officina, un luogo, dove si creano dei legami, dove è necessario cooperare, dove osservare le modalità relazionali dei pazienti assumere dei ruoli condivisi e seguire delle regole e degli operatori, un laboratorio dove stimolare i comuni. È aperto all’esterno: il contatto o meglio vari soggetti a una presa di coscienza, il tentativo di l’immersione nell’ambiente marino e atmosferico è offrire “in vivo” alcune opportunità di trasformazione una esperienza molto forte. La barca come oggetto in e cambiamento. La barca naviga se si crea un team in movimento, comporta l’apprendimento di competenze grado di sviluppare le proprie potenzialità individuali, e abilità che hanno un riscontro immediato sul l’auto-responsabilizzazione, mondo esterno. In sintesi lo stare in barca ci è parsa cooperazione come modalità di rapporto con agli altri. un’occasione di grande intensità per sentire noi stessi Sviluppare queste tre dimensioni nei pazienti è un come parte di un ambiente fisico e umano, per creare obiettivo legami, recuperare capacità di stare insieme su una psichiatrica; stessa barca. quelle maggiormente legate alla possibilità di creare centrale nel queste l’indipendenza campo tre della dimensioni e la riabilitazione dell’IO sono l’apprendimento collegamenti, inserirsi, crescere all’interno di una vita delle manovre tecniche, come indossare una stessa sociale soddisfacente e sono quelle maggiormente in divisa e ricoprire ruoli funzionali al raggiungimento gioco in ogni percorso di evoluzione individuale-sociale. di uno scopo condiviso. La barca a vela e il mare Il possono caratterizzato da: Da questo insieme può rappresentare partire l’avventura, che diventa setting educativo/riabilitativo della barca è elemento centrale per sviluppare processi di crescita e cambiamenti. A bordo di un’imbarcazione lo - lontananza dagli stimoli consumistici scambio sociale è vissuto in maniera più intensa, si - impossibilità di fuga sino al rientro a terra ha la possibilità di sperimentare in tempi brevi nuovi - ristrettezza dello spazio modi di essere con se stessi e con gli altri. La barca, - interdipendenza delle responsabilità per le sue caratteristiche strutturali, diviene una vera - inevitabilità della comunicazione e propria “cassa armonica” delle dinamiche relazionali - l’essere sul e nel mare del gruppo-equipaggio, amplificandone sia l’intensità L’equipaggio di una barca a vela è la metafora di un sia la visibilità. sugli piccolo gruppo centrato su un obiettivo per raggiungere operatori sono legate all’arricchimento generato da una il quale occorre porre estrema attenzione ai processi reciproca e genuina conoscenza tra pazienti e operatori interni al gruppo e ai mutamenti dell’ambiente esterno. e le figure dei tecnici-velisti. Proprio questi ultimi, che Fondamentale sono sconosciuti al paziente e quindi non inquadrabili l’ambiente esterno come punto di partenza e come in un ruolo di medicalizzazione, si sono rivelate luogo in cui i parametri presenti saranno quelli molto importanti per permettere e favorire la libera utilizzabili per veleggiare: si crea uno stretto legame espressione di parti più sane dei pazienti, producendo tra una sorta di affrancamento dagli insidiosi meccanismi di pratico (operativo) e osservazione dell’ambiente, che stigmatizzazione che avvengono nella sclerotizzazione permettono di intuire la grande potenzialità educativo- dei ruoli e delle competenze professionali all’interno terapeutica della vela. dei luoghi di cura e riabilitazione. Le abbiamo definite In barca bisognerà elaborare le dimensioni interne figure cerniera. soggettive (intenzioni, necessità, bisogni, obiettivi), Le La ripercussioni possibilità di dell’esperienza sperimentarsi lavorativa all’interno di un pensiero esterne appare la funzione teorico-cognitivo, oggettive (condizioni di osservare comportamento della barca e canovaccio relazionale meno rigido ha favorito una dell’equipaggio) e quelle più generali delle condizioni enorme quantità di stimoli per lavorare sulla coesione meteo che limitano e condizionano le possibilità del gruppo e sul lavoro in gruppo con evidenti di navigare sul registro della sicurezza-incolumità. ripercussioni sulla psicologia individuale. Stimolare i pazienti a elaborare strategie operative, La vita di bordo è molto diversa da quella a terra, che tengano conto degli elementi appena menzionati 14 L’ABBRACCIO per confluire in un’azione di buon esito, è un modo di che stimola autonomia e responsabilità verso se stessi offrire loro strumenti pratici con un notevole potenziale e verso gli altri, che spinge a un maggior contatto con evolutivo. Nel microcosmo della barca si lavora alla paure ed incertezze, che genera maggiore tolleranza costruzione di un gruppo che usufruirà di una “cornice” alle frustrazioni e sviluppa capacità di cooperazione, terapeutica alternano partecipazione e socializzazione. Fondamentale è stata momenti strutturati caratterizzati da specifici interventi l’integrazione tra le diverse figure presenti: i tecnici ad altri più informali in cui prevalgono l’accoglienza e conduttori del corso, gli operatori come mediatori e l’incontro, allo scopo di avvicinare il paziente e ridurre facilitatori delle relazioni tra docenti e allievi/pazienti e gli spunti negatori o di attacco, confidando nella fiducia i volontari come risorsa di sostegno. Il ruolo di tecnico, e nel calore del rapporto interpersonale ed oggettuale. altro rispetto alle vicende psichiatriche dei pazienti, si è Nel gruppo sono favorite le funzioni terapeutiche rivelato fondante sia sotto il profilo educativo/imitativo dell’informazione, (setting) variabile, dove dell’auto-aiuto, si dell’universalità, della trasmissione di competenze, sia per la possibilità dell’apprendimento interpersonale lavorando sull’esame di cimentarsi in un rapporto nuovo, non irrigidito negli di realtà e sulla riattivazione di parti sane dell’IO. inevitabili stereotipi del rapporto operatore/paziente. Sono facilitati inoltre sia l’attivazione sia lo sviluppo Insieme, tecnici, operatori e volontari, si è cercato di di momenti risocializzanti, l’infusione di speranza, il creare uno spazio in cui fosse presente una dimensione comportamento imitativo con l’intento di supportare le transizionale di piacere e di vita. La diversificazione parti malate con “protesi sociali” che permetteranno un dei ruoli e delle competenze ha aiutato a inserire rientro nel mondo degli scambi interpersonali e sociali quest’esperienza nella dimensione viva del reale, in un quadro di miglioramento della qualità della vita. sempre presente nel confronto con modelli di vita Nel microcosmo della barca è possibile creare un clima diversi rispetto a quelli dei pazienti. Luciana Rattazzi - Il mare d’inverno - Courtesy Franz Prati L’ABBRACCIO 15 Luciana Rattazzi Luciana Rattazzi è nata a Genova. Dai primi anni con i polpastrelli, come un chitarrista, per estrarre, ottanta trasferisce la propria attività di progettista e muovendoli in cerchio sulla carta, sentimenti in di esperta di tecniche grafiche a Roma, dove apre uno contrasto e potenti evocazioni. Linea orizzontale e studio di architettura con Franz Prati. Dal 1987 al 1999 tempesta perfetta, visione dell’Aperto e ‘teoria della insegna presso l’Istituto Europeo di Design di Roma, nube’, queste opere toccano il lucore del nascosto con diretto da Francesco Moschini. Suoi disegni e progetti realismo fantastico, e evocano in silenzio la situazione sono stati pubblicati su numerose riviste nazionali ed degli umani sotto il cielo e proprio dentro il mare. internazionali ed esposti in diverse mostre. Affianca alla normale attività di studio una personale ricerca sul disegno di paesaggio e sulle possibilità espressive dei materiali primari della rappresentazione, carboni e polvere di fusaggine, su tela e stampa. Nel 2006 espone le sue opere in una personale allo “Spazio della Volta” a Genova. Sono stazioni del dramma cosmico, figure felici, e consolanti, di tutto ciò che è plumbeo, capaci di rendere concreto l’astratto di inospitali barriere, fatte di poca luce e di molta acqua, dove non c’è nulla se non lo spazio e il tempo, qualche creatura degli abissi, e i relitti a venire. Un caso pittorico della natura, uno dei più difficili per Non sono propriamente disegni, queste opere di Luciana Rattazzi, perché in esse non si rinvengono linee, né pitture, sono artifici molto espressivi che controllano la texture della carta con polveri bianche e nere e riproducono, in chi li osservi, lo spirito i pittori e per i poeti, viene prodigiosamente tracciato da un severo quasi-nulla che si apre ai possibili della visione ed affronta i temi più grandi: il volume del cielo, le brume e i pulviscoli, le forme cosmiche della schiuma della luce… gigante del mare, sospeso e dubitoso. Senza matita e senza pennello, lei lavora con le dita, o meglio, www.gruppoboero.it www.gruppoboero.it da un testo di Guglielmo Bilancioni