La centrale idroelettrica El Platanal
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La centrale idroelettrica El Platanal
> Dal cantiere Perù di Mauro Nogarin – Credit foto: Celepsa La centrale idroelettrica El Platanal Negli ultimi cinque anni la domanda di elettricità ha registrato un incremento medio annuale dell’8% e, per il periodo 20082017, le previsioni segnalano che tale indice aumenterà fino all’8,5% dovuto principalmente alla forte attività mineraria e della manifattura. Vediamo le particolarità di un progetto particolarmente interessante A ttualmente l’intera produzione di energia idroelettrica in Perù è composta da 22 centrali che, nel loro complesso, hanno una capacità di 2.927 MW; tuttavia, il suo potenziale stabilito in base a uno studio condotto dallo stesso Ministero dell’Energia è di 45.430 MW inclusi 78 PF | settembre-ottobre 2010 i bacini amazzonici situati in alcune zone in cui è difficoltoso accerde. Con un investimento di 350 milioni di dollari provenienti dalle casse del governo del Perù, la Centrale idroelettrica di El Platanal è la più grande mai costruita negli ultimi 30 anni. Situata nella provincia di Yauyos, nella regione di Lima e nelle vicinanze del bacino del Rio Cañete, questo immenso impianto produrrà 220 MW di energia rinnovabile equivalente al consumo di 200.000 famiglie. Il vicepresidente della Celepsa, Ricardo Rizo Patrón de la Piedra – società che attualmente gestisce la nuova centrale entrata in funzione lo scorso 30 marzo dopo 36 mesi di costruzione e cinque di prova – è la prima tappa di un progetto integrale più ampio che mira allo sfruttamento delle grandi fonti di energia rinnovabile offerto da questo paese. Nel suo complesso le aziende che formano il consorzio del Platanal hanno investito nel paese, negli ultimi 10 anni, 690 milioni di dollari, con l’impegno di stanziarne altri 720 nel corso dei prossimi cinque. La progettazione della Centrale Per la progettazione della Centrale sono stati necessari 10 anni di studi tecnici, tre per la costruzione, tre milioni di ore di manodopera e l’utilizzo di moderne tecnologie. L’esecuzione di quest’opera ha richiesto l’impiego di numerose risorse tecnologiche per poter scavare 300.000 m3 di materiale roccioso ricavati dalla perforazione del tunnel di 12,5 km di lunghezza. Un notevole sforzo anche il lavoro di costruzione della diga da 28 m di altezza, in- zare costi operativi, altrimenti elevati con altri tipi di tecnologie per la produzione di energia elettrica. Altro aspetto di non minore importanza – anche se non riguarda aspetti tecnici e che il Consorzio ha dovuto affrontare con tutte le cautele – è stato l’appoggio alle comunità autoctone locali dei Capillucas attraverso il finanziamento di progetti agricoli, idrobiologici, turistici ed educativi per creare una sinergia sociale tale da compensare l’utilizzo di vari ettari di terreno appartenenti agli abitanti del luogo. Da un punto di vista economico il finanziamento di queste attività autosostenibili ha richiesto un investimento di oltre 3 milioni di dollari. Come funziona Il Rio Cañete nasce dal ghiacciaio situato nella montagna Ticcla, a 4.600 m sul livello del mare e percorre circa 220 km prima di confluire nell’oceano della provincia di Vista panoramica della diga per contenere 1.800 milioni di litri d’acqua Cañete, a 150 km a sud della capitale peruviana. L’intera conformazione naturale di questa parte dell’altipiano peruviano è costituito da una serie di cime innevate e da varie lagune che si sono formate lungo il percorso di questo fiume, ritenute dai geologi una delle riserve idriche più importanti del paese. La centrale del Platanal riceve la fonte idrica principale proprio da queste riserve, che tuttavia, nonostante i continui cambi climatici e, quindi, del livello di precipitazioni annuali, viene stabilizzata da un’altra importante diga costruita anni fa nei pressi della laguna Paucarcocha, a 4.220 m sul livello del mare nella provincia di Yauyos, che funge da elemento stabilizzatore stagionale quando appunto si registrano periodi di alta o bassa piovosità e ha una capacità di 70 milioni di m3. La nuova centrale idroelettrica sfrutta la maggior parte delle acque del Rio Cañete Vista panoramica della sala macchine sotterranea Macchine perforatrici in azione durante lo scavo del tunnel sotterranea dispensabile per contenere 70.000 milioni di litri di acqua a 4.200 m sul livello del mare, e la seconda diga da 25 m di altezza ancorata sopra il letto di un fiume per contenere 1.800 milioni di litri di acqua. Infine, la perforazione di un tunnel a 800 m di profondità per permettere l’accesso alla stazione sotterranea dove poi sono stati installati i macchinari, come i trasformatori di potenza da 150 t di peso e le turbine Pelton, considerate tra le più grandi attualmente installate all’interno del paese andino. Per sfruttare una risorsa energetica naturale una mega opera come questa richiede un investimento e uno sforzo tecnico molto costosi inizialmente. Nel corso dei prossimi decenni, però, si potranno ammortiz- Serie di vasche per il deposito di sabbie e altri detriti inorganici PF | settembre-ottobre 2010 79 > Dal cantiere per generare i 220 MW di potenza, catturando il flusso idrico a quota 1.550 m sul livello del mare per espellerli a quota 900 m sul livello del mare, dopo averli incanalati nel tunnel di adduzione di 12,5 km di lunghezza. Le opere civili che permettono la cattura delle acque si trovano nella località di Capillucas, nella provincia di Yauyos, dove si trova la diga da 35,8 m di altezza, con un volume di 0,8 milioni di m3. Il sistema di chiuse permette di regolare il flusso in diverse fasce orarie della giornata, che sono in grado di produrre energia elettrica in base alla domanda giornaliera, per poi immetterla nel sistema della rete elettrica nazionale (SEIN). Tale diga è collegata a cinque bacini che compiono la funzione di deposito delle sabbie contenute nelle acque, che a sua volta le scarica a una camera di carico prima del condotto sotterraneo. La sala macchine, interamente scavata nella roccia, dove si trovano le due turbine Pelton, sono state collegate ad altrettanti trasformatori di elevata potenza in grado di raggiungere la tensione massima di 220.000 V. L’accesso a questa stazione avviene attraverso un tunnel secondario di 790 m di lunghezza e dotato di tutte le misure di sicurezza in base alle leggi di infortunistica in vigore in questo paese. L’acqua che fuoriesce dalle turbine percorre un tunnel di 884 m prima di essere scaricata in un bacino di restituzione che ha una capacità di 540.000 m3. Vista ravvicinata della sala macchine sotterranea 80 PF | settembre-ottobre 2010 Diga provvista di sistema di chiuse situata a 4.200 m sul livello del mare La centrale idroelettrica di El Platanal Tunnel di adduzione 12,5 km Portata massima 38 m3/s Dislivello netto Potenza alternatori Linea di trasmissione 488 m 83,4 MVA 50 km/220 kV Il tunnel Il tunnel di adduzione, che appunto ha una lunghezza di 12,5 km e una larghezza di 5 m, è la colonna vertebrale dell’intero impianto del Platanal, conduce le acque dalla località di Capillucas a quella di San Juanito, dove si trovano le due turbine Pelton da sei iniettori ognuna delle quali è in grado di generare 110 MW. Per la costruzione del tunnel il lavoro di scavo è stato organizzato su quattro fronti mediante il metodo di perforazione e detonazione, riducendo in tal modo i rischi e i tempi di realizzazione di quest’opera. Il lavoro di perforazione è stato condotto da quattro Jumbo Sandvik, con i modelli DT 8 e T11. La perforatrice T11 è stata scelta per la velocità e precisione con la quale opera in sezioni da 11 a 18,2 m. La serie T è costituita da componenti modulari e può disporre di vari tipi di strumenti e automatismi che si adattano a seconda del lavoro che devono compiere ed essere quindi il più efficaci possibile nella perforazione di tunnel a sezione variabile. La console di controllo TCAD (Tamrock Computer Aided Drilling) migliora le prestazioni, facendo risparmiare contemporaneamente sia i costi operativi, sia il tempo di perforazione. Tutte le perforatrici Sandvik sono state dotate di un equipaggiamento per la roccia con braccia da 4,3 m di lunghezza e una testa da 50 mm di diametro. In questo caso, per ogni detonazione si eseguono da 130 a 140 perforazioni, per ottenere un avanzamento orizzontale di 2,85 m da cui si ottiene un volume di roccia pari a circa 260 m3. In totale, Vista longitudinale del tunnel di adduzione le 135 perforazioni vengono eseguite in meno di tre ore e mezza. L’operazione di detonazione e ventilazione variava da 40 a 60 minuti, mentre il carico dei frammenti di roccia non superava le due ore, nonostante la presenza del tu- Fase di ispezione dopo il rivestimento interno bo di areazione installato nella parte superiore del tunnel. Il rivestimento interno del tunnel è stato eseguito con cemento ad alta resistenza idrica attraverso la tecnica dello shotcrete, mentre per l’ispezione finale per verificare la fase di asciuga- tura e la presenza di eventuali fessure è stata eseguita con l’aiuto di piattaforme aeree Caterpillar TH 63 4WD dotate di un potente braccio telescopico a tre elementi provvisto di una cesta nella parte finale dello stesso. PF | settembre-ottobre 2010 81