Allegato alla Delibera di Giunta Regionale n. 670 del 7
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Allegato alla Delibera di Giunta Regionale n. 670 del 7
ORGANIZZAZIONE DEI SERVIZI REGIONALI DI TRASPORTO PERINATALE DI EMERGENZA (STAM E STEN) Il sistema di trasferimento in emergenza della gestante con gravidanza a rischio o del neonato che richiedano assistenza di un livello superiore, non erogabile nel punto nascita di ricovero, è stato indicato quale uno degli strumenti irrinunciabili per la migliore assistenza alla nascita. Il sistema mira ad ottenere un collegamento funzionale tra strutture di diverso livello in modo da erogare le cure ostetriche e perinatali appropriate secondo il livello di necessità, rispettando i principi di appropriatezza, di utilizzo ottimale delle risorse e della sicurezza madreneonato. Riferimenti normativi Già il Decreto Ministeriale 24 aprile 2000 “Adozione del progetto obiettivo materno infantile relativo al Piano sanitario nazionale per il triennio 1998-2000” (POMI) indicava: “Il trasporto della gravida e del neonato deve essere considerato una componente essenziale di un piano di regionalizzazione delle cure perinatali. Le Regioni, nell'ambito dei servizi afferenti all'area della Emergenza (D.E.A., servizio 118 ecc.) devono formalizzare il Servizio di Trasporto Assistito Materno (S.T.A M.) ed il Servizio di Trasporto di Emergenza Neonatale (S.T.E.N.). L’indicazione viene ribadita nell’Accordo Stato Regioni 16 dicembre 2010, n. 137: “Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell’appropiatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo” Scopo della presente documento è definire l‟organizzazione del Servizio di Trasporto Assistito Materno (STAM) e d‟Emergenza Neonatale (STEN) in Regione Liguria, in relazione a: responsabilita‟ degli operatori sanitari coinvolti, procedure di attivazione e utilizzo, attrezzature e presidi utilizzati modalita‟ di monitoraggio. Il documento è basato sui protocolli STAM (A) e STEN (B); è inoltre completato dai protocolli, correlati ai precedenti, di: Ipotermia terapeutica per il trattamento dell‟encefalopatia ipossico-ischemica del neonato, procedura che si avvale del servizio di trasporto STEN per centralizzare presso la struttura di 1 rianimazione del IRCCS G. Gaslini neonati a rischio ipossico da tutti i punti nascita regionali (protocollo C); Regolamentazione dei trasferimenti per competenza nell‟ambito del percorso per intensità di cure neonatali (protocollo D); Direttive sui trasporti secondari in elicottero del Dipartimento 118 (protocollo E). Definizioni Lo STAM, servizio di trasporto assistito materno o trasporto in utero è la modalità di trasferimento di una paziente con gravidanza a rischio che necessita di cure a maggior livello di complessità per patologie materne o fetali o entrambe. Dal POMI: “E' indicato il trasferimento della gestante qualora l'U.O. dove essa è accolta non risponda alle caratteristiche indicate per assistere adeguatamente la condizione materno e/o fetale che è presente o presumibilmente potrebbe verificarsi, qualora non sussistano condizioni cliniche che controindichino il trasferimento stesso (metrorragia imponente, travaglio di parto avanzato, ecc.). L‟attuazione del Servizio di Trasporto Assistito Materno è assicurata dalla rete dell‟emergenza-urgenza 118, che viene attivata dalla U.O. ginecologico-ostetrica dove è stata accolta la gravida. Il trasferimento viene operato sotto la responsabilità dell‟U.O. ostetrica che lo richiede verso il centro di II livello ostetrico o verso il II livello neonatale a seconda della patologia emergente prevalente materna o fetale (S.Martino-IST e Istituto Gaslini), previo accordo e in coordinamento con l‟U.O. di destinazione. I criteri di attivazione dello STAM, la gestione dell‟assistenza e delle modalità di trasporto della gravida sono definiti nel protocollo A. Il trasporto “in utero”, quando praticabile, è sicuramente da preferire rispetto al trasporto neonatale. Le evidenze scientifiche dimostrano infatti come mortalità e morbilità dei nati pretermine siano minori nei nati in strutture dotate di terapia intensiva neonatale (TIN) rispetto ai nati in strutture sprovviste di TIN e successivamente trasferiti. Lo STEN provvede al trasferimento del neonato critico all‟interno della rete perinatale regionale. Esso viene attivato quando è necessario: Il trasferimento di neonati da U.O. di I livello a U.O. di livello superiore, ossia ad unità operativa ove siano presenti “Cure Intensive Neonatali”, competenze di tipo chirurgico pediatrico o specialistiche di riferimento (quale esempio di quest‟ultime, v. protocollo C); 2 il trasferimento da struttura di II livello al I livello di neonati in condizioni post-intensive quando non sono disponibili posti letto neonatali per cure intensive nella struttura di II livello (v. protocollo D); l‟attuazione del “back-transport” da U.O. di II livello alla U.O. di I livello del proprio bacino di utenza; in questo caso il servizio viene di norma effettuato a carico della U.O. ricevente, qualora non vi siano condizioni di urgenza (v. protocollo B). Il modello di STEN adottato dalla Regione Liguria prevede un Centro di Coordinamento che è responsabile della gestione dei trasferimenti ed è funzionalmente inserito nel centro di assistenza neonatale di II livello, presso l‟Istituto Gaslini, dove sono disponibili non solo le cure intensive neonatali, ma anche tutte le competenze specialistiche pediatriche; spetta al IRCCS Gaslini identificarne i livelli di responsabilità all‟interno dell‟azienda. Il Centro di Coordinamento assolve ad attività di consulenza telefonica ai centri nascita, di smistamento delle richieste di trasporto alle U.O. riceventi secondo un modello basato sull‟intensità di cura, alla valutazione delle priorità, in caso di chiamate in contemporanea, in relazione alla gravità dei casi clinici ed alle eventuali problematiche che emergono durante il trasferimento; è strettamente collegato alla rete assistenza perinatale con compiti di formazione/aggiornamento teorico e pratico del personale del servizio e di quello delle unità perinatali di I livello, di elaborazione di protocolli diagnostico-assistenziali specifici per il trasporto, di monitoraggio dell‟adeguatezza dei mezzi di trasporto, dei presidi diagnostico-terapeutici e della qualità delle cure erogate durante il trasporto, dei rapporti di collaborazione con i servizi appartenenti al Sistema di Emergenza Sanitaria 118. Il personale dello STEN deve essere individuato fra operatori che abbiano una documentata esperienza formativa e professionale in terapia intensiva neonatale e deve essere funzionalmente integrato a quello dell‟area intensiva; il servizio deve essere coperto attraverso turni di reperibilità. Lo STEN Liguria è stato istituito con delibera Regione Liguria n° 6160 del 28 dicembre 1992, che dotava di finanziamento di scopo l‟Istituto Gaslini, ed è stato attivato il 1° febbraio 1995. Da allora ha realizzato 3000 trasporti circa (95% con ambulanza; 4-5% con elicottero o altri mezzi aerei). I criteri di attivazione dello STEN, la gestione dell‟assistenza e delle modalità di trasporto del neonato sono definiti nel protocollo B. 3 Protocollo A SERVIZIO REGIONALE TRASPORTO MATERNO INTEROSPEDALIERO ASSISTITO In questa sezione si fa riferimento esclusivamente al trasporto materno assistito (STAM), ovvero a quella procedura di trasferimento interospedaliero ( hub and spoke) che viene attivata ogni qualvolta si renda necessario il trasferimento del feto in utero da un centro di I livello (spoke) ad uno di livello superiore (hub) per adeguata assistenza (a causa di patologie materne e/o fetali). In Regione Liguria il centro hub è costituito dall‟integrazione funzionale tra IRCCS pediatrico G.Gaslini, con TIN e tutte le competenze specialistiche pediatriche e IRCCS S.Martino-IST , dotato di rianimazione e di tutte le competenze specialistiche dell‟adulto; per spoke si intendono tutte le altre U.O. Ostetriche regionali. Non viene invece trattata la procedura del “riferimento” pianificato di una gravidanza a rischio o patologica verso centri di secondo livello da parte di singoli operatori o servizi territoriali. TIPOLOGIE di STAM Il trasporto materno può avvenire in regime: di emergenza (cioè in continuità di soccorso): ne usufruiscono la gestante e il feto in condizioni critiche che necessitano di trasferimento urgente per necessità diagnostiche e/o terapeutiche non disponibili nell‟ospedale che li hanno accolti; non di emergenza (cioè non in continuità di soccorso): ne usufruiscono la gestante e il feto che, stabilizzati, necessitano di trasferimento in ambiente specialistico per il completamento delle cure. Queste procedure non devono essere attivate di fronte ad un elevato rischio di parto imminente. INDICAZIONI Le situazioni che impongono lo STAM sono: 1. elevato rischio di parto prematuro (considerando anche il sanguinamento da placenta previa) in: gravidanze con epoca gestazionale > 23+0 settimane e fino a 30+6; devono essere discussi di volta in volta con il neonatologo i casi di gravidanza con epoca gestazionale tra 30+6 e 33+6 settimane 2. feto con grave ritardo di crescita (< 1° centile) 3. feto con cardiopatia complessa 4. feto con malformazioni complesse necessitanti correzione chirurgica immediata 4 5. elevato rischio materno (rischio materno dominante rispetto a quello fetale) con necessità di cure alla madre di II° livello o per patologie complesse che necessitino la presenza di particolari competenze specialistiche di II° livello Per quanto attiene ai punti 1-2-3-4 l‟hub è l‟Istituto G.Gaslini Per quanto relativo al punto 5 l‟hub è l‟Ospedale San Martino N.B. La diagnosi di minaccia di parto pretermine si basa sulla valutazione dell’attività contrattile (dolorosa, da travaglio attivo) e sullo stato del collo uterino (cervicometria con cut-off di 18 mm e/o funneling, PAR test positivo). CONTROINDICAZIONI epoca gestazionale <23+0 settimane condizioni materne non stabilizzate condizioni fetali di gravità tale da richiedere un parto immediato condizioni meteorologiche sfavorevoli ORGANIZZAZIONE Il trasferimento può avvenire da un centro di I° livello ad uno di II° livello (rete Hub and Spoke) La decisione di effettuare un trasferimento è assimilabile a qualsiasi altra scelta terapeutica o diagnostica, e, quindi, come tale, necessita di adeguata informazione alla paziente con acquisizione di un formale consenso. Il sanitario che decide il trasferimento della madre con il feto in utero è il medico di servizio in una UO ostetrica. Oltre a riconoscere le patologie emergenti materne e fetali e le conseguenti esigenze di cura, egli deve conoscere capacità e limiti della struttura in cui opera; discute, se necessario sulla base delle condizioni fetali, con il neonatologo dello stesso punto nascita le scelte relative al trasferimento. Ogni qualvolta, il medico ginecologo ritiene essere presenti le indicazioni per trasferire una paziente con feto in utero, deve contattare il centro di riferimento regionale (II livello ostetrico o neonatologico), quello più adeguato alla patologia materna e/o fetale in questione, e coordinarsi con il medico della U.O. ricevente. Nella richiesta vanno descritte le condizioni della gestante ivi incluse quelle sulla stabilizzazione. La richiesta di trasferimento per attivare il mezzo di trasporto va effettuata secondo l‟organizzazione attiva nelle singole Aziende sanitarie. L‟eventuale richiesta di attivazione del trasporto in elicottero deve seguire le direttive in materia del Dipartimento interaziendale 118 (v. protocollo E). 5 La richiesta del trasferimento può rendersi necessaria per pazienti accettati in pronto soccorso e/o in regime di ricovero ospedaliero. Nel caso la paziente sia in carico al P.S. e il ginecologo consulente indichi il trasferimento al II livello assistenziale, il ginecologo stesso deve farsi carico di concordare il trasferimento con il centro ricevente e deve individuare il personale sanitario adeguato all‟assistenza durante il trasporto. Il trasferimento è un atto medico. La gestante, compatibilmente con le sue condizioni cliniche, deve essere informata in modo semplice, personalizzato ed esauriente sulle motivazioni che indicano il trasferimento ad un centro di livello perinatale superiore, sui benefici e sui rischi, sulla destinazione, e sulle modalità di trasporto. Il consenso informato al trasferimento è parte della documentazione sanitaria che segue la gestante. Il ginecologo di servizio della U.O trasferente deve mettere in atto tutte le misure diagnostiche per definire le condizioni materne (visita ostetrica, esami ematochimici, misurazione della P.A., ECG, controllo della diuresi) e fetali (ecografia, cardiotocografia), e terapeutiche per stabilizzare le condizioni cliniche della gestante (tocolisi, controllo della pressione arteriosa, terapia antibiotica) ed usare gli schemi di profilassi (antibiotici e corticosteroidi) secondo le raccomandazioni di assistenza in uso nella UO. Nel caso la gestante sia in carico al Pronto Soccorso (P.S.) e abbia necessità di essere vigilata costantemente, deve restare nel reparto di ostetricia fino al momento del trasferimento. Se l'intervallo fra l'attivazione della procedura e la realizzazione del trasferimento è lungo, è opportuno monitorizzare le condizioni materno-fetali e verificarle al momento del trasferimento, al fine di definire la stabilità clinica e la trasferibilità della madre e del feto. La donna è trasferibile in assenza di elementi che facciano considerare imminente il parto o in assenza di patologie (emorragia in atto, sofferenza fetale acuta) che richiedano l‟espletamento urgente del parto. In questi casi è preferibile richiedere l‟intervento del Servizio di Trasporto di Emergenza Neonatale (STEN), espletare il parto, assistere la madre, prestare le prime cure al neonato e poi affidarlo allo STEN. Il trasferimento della coppia madre-feto deve essere accompagnata da una relazione che riporti la storia personale ed ostetrica, le condizioni cliniche, gli esami ematochimici, il referto dell‟ecografia ostetrica e della cardiotocografia, e le attività terapeutiche e profilattiche messe in atto. MODALITA’ DI TRASPORTO La modalità di trasporto dipende da vari fattori: distanza tra gli ospedali, condizione orografica e delle strade che devono essere percorse, tempo di trasporto stimato via terra, possibilità di 6 atterraggio vicino agli ospedali, ma soprattutto stato di salute della madre e del feto, unitamente all‟urgenza dell‟intervento. Il trasporto via terra dovrebbe costituire sempre la prima scelta, salvo casi eccezionali nei quali si può ricorrere al trasporto via aria. In caso di trasferimento non in emergenza, quando le condizioni cliniche materne e fetali sono stabili al momento della partenza (assenza di travaglio in atto, assenza di perdite ematiche, pressione arteriosa controllata, tracciato cardiotocografico rassicurante), il ginecologo trasferente valuterà quali figure professionali dovranno assistere la donna durante il trasporto per rilevare la stabilità delle condizioni cliniche. Di norma in questo caso non è prevista l‟utilizzazione dell‟elicottero; tuttavia nell‟eventualità se ne richieda l‟attivazione, in tal caso è il ginecologo ad accompagnare la paziente (il rientro del medico in sede è garantito dai mezzi messi a disposizione del sistema 118). In caso di trasferimento in emergenza, quando le condizioni cliniche materne non sono completamente stabili al momento della partenza (persistenza di attività contrattile in travaglio, ipertensione non controllata, pre-eclampsia grave), la gestante deve essere accompagnata da un medico ginecologo (eventualmente supportato da un anestesista) con strumenti adatti a rilevare la stabilità delle condizioni cliniche (sonicaid, guanti per visita, sfigmomanometro) e farmaci adeguati (tocolitici, ipotensivi, solfato di magnesio, ecc). La gestante durante il trasporto dovrebbe mantenere la posizione di decubito laterale sinistro e avere una vena incannulata. CHECK-LIST PER IL TRASPORTO (a responsabilità del medico inviante) assicurarsi della corretta identificazione della madre e valutare le condizioni materne e fetali contattare il medico che riceverà la paziente per informarlo sulle condizioni della paziente e pianificare il trasporto discutere la situazione con la paziente e la sua famiglia fornendo informazioni sul centro dove sta per essere trasferita acquisire consenso informato determinare il tipo di trasporto più indicato valutare quali figure di accompagnamento si rendano necessarie fornire al personale che accompagnerà la paziente istruzioni relative all‟assistenza nel trasporto fornire tutta la documentazione appropriata compresa la fotocopia della cartella clinica con gli esami, i tracciati cardiotocografici (CTG) e l‟ecografia garantire la disponibilità di un accesso venoso 7 garantire che sia tenuta digiuna la paziente prima e durante il trasporto verificare che tutto l‟equipaggiamento di emergenza sia funzionante (N.B. deve essere disponibile una quantità sufficiente di ossigeno, pari al 50% eccedente il consumo previsto) prima del trasporto valutare e annotare: - segni vitali - BCF - stato delle membrane - presentazione - dilatazione cervicale - contrazioni uterine usare sempre i dispositivi universali di protezione individuale GESTIONE DURANTE IL TRASPORTO posizionare la donna sul lato sinistro per diminuire il rischio di ipotensione supina monitorare regolarmente i segni vitali: la frequenza del monitoraggio (mediante trasduttore ad ultrasuoni, se disponibile) dipende dalle condizioni materno-fetali se necessario fermare l‟ambulanza per monitorare i segni vitali se necessario somministrare ossigeno, soprattutto durante il trasporto via elicottero documentare ogni valutazione e ogni farmaco somministrato all‟arrivo rivalutare i segni vitali e discutere la situazione clinica con il personale che riceve la paziente se, nel corso del trasporto, il parto è imminente o le condizioni materne lo rendono consigliabile, il ginecologo decide se necessario di rivolgersi all‟ospedale più vicino piuttosto che cercare di raggiungere l‟ospedale di riferimento se il parto si verifica in ambulanza occorre: 1. clampare il funicolo ombelicale con due pinze a circa 3-4 cm dall‟ombelico e recidere il funicolo tra le due pinze 2. asciugare il neonato e tenerlo al caldo per prevenire l‟ipotermia 3. se necessario iniziare le manovre rianimatorie 4. valutare il punteggio di Apgar a 1 e 5 minuti 5. dopo il parto e prima del secondamento, somministrare 5 unità di ossitocina i.m. alla madre, annotando l‟ora e la dose 6. valutare i segni vitali materni e assicurarsi che l‟utero sia contratto 7. annotare le procedure adottate per il parto, sesso e punteggio di Apgar 8. raggiungere l‟ospedale di riferimento salvo che non si consideri necessario fermarsi all‟ospedale più vicino 8 MODULO PER IL TRASFERIMENTO IN UTERO U.O. Ostetricia e Ginecologia Ospedale di…………………….. PAZIENTE Cognome…………………………..Nome…………………………..Data di nascita………………….. Ricoverata dal:…………… .Ore: …………. Trasferita ore:…………….. U.M…………………………. Epoca Gestazionale ………………….. MOTIVO DEL TRASFERIMENTO…………………………………………………………………………….. ………………………………………………………………………………………………………………………………… ANAMNESI……………………………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………………………………………….. CONDIZIONI AL MOMENTO DEL TRASFERIMENTO VISITA OSTETRICA:……………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………… P.A…………………… CARDIOTOCOGRAFIA: acclusa non accluso ٱ ٱ ………………………………………………………………………………………………………………………………… ECOGRAFIA: acclusa non acclusa ٱ ٱ ………………………………………………………………………………………………………………………………… INDAGINI DI LABORATORIO. Hb Ht Plt TP TTP Fibrin. Glic. Azot Uric. GOT GPT Bil. acclusi ٱ non acclusi ٱ Proteinemia Proteinuria PCE ND ECG Tampone HIV HBsAG HCV RW 9 TERAPIA IN CORSO Farmaco Via di somministrazione Dosaggio Profilassi RDS Farmaco ............................................... 1° dose data…………… ora…… Allegata fotocopia cartella clinica si 2° dose data…………… ora ………. ٱ no ٱ Mezzo di trasporto: ……………………………………………………………………………………………. Equipe di assistenza durante il trasporto (nome/i operatore/i): …………………………………………………………………………………………………………………………….. Trasferimento effettuato previo accordo telefonico con (indicare MEDICO DEL CENTRO RICEVENTE): Dott……………………………………………………… in data……………………………………. MEDICO TRASFERENTE:………………………………………………Firma………………………… Reperibile al n.° tel…………………………………. CONDIZIONI DURANTE IL TRASPORTO…………………………………………………………….. ………………………………………………………………………………………………………………………………… Ora di arrivo al centro ricevente………………………….. Firma Operatore che ha assistito la paz. durante il trasporto………………………… A CURA DEL CENTRO RICEVENTE In data………….. alle ore………..il dott………………………………………. accompagna la Paziente presso il nostro Reparto. All‟accoglienza viene effettuato il triage e successivo ricovero dal dott………………………………………………. Si consegna al medico accompagnatore copia del triage Firma del medico ……………………………………………………………………….. 10 CONSENSO INFORMATO PER IL TRASFERIMENTO DALL‟U.O ………………………… ALLA U.O. DI OSTETRICIA E GINECOLOGIA …………………………………… GENOVA Io sottoscritta Cognome……………………………………. Nome………………………………….. Nata il………………………………………... a……………………………………….. Dichiaro di essere stata informata della situazione clinica della mia gravidanza caratterizzata da: …………………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………………… …………………………………….. acconsento al trasferimento che mi è stato proposto NON acconsento al trasferimento La mia firma attesta che: Ho capito quali sono i problemi venutisi a creare a carico della mia gravidanza Ho avuto tutte le informazioni che desideravo ed ampia opportunità di fare domande su questioni specifiche Data Firma 11 Protocollo B SERVIZIO REGIONALE DI TRASPORTO DI EMERGENZA NEONATALE (STEN) Ambiti di applicazione IL IRCCS G. Gaslini è il solo centro di II livello di Cure Intensive al neonato della Regione Liguria: ad esso è quindi affidato il Servizio di Trasporto di Emergenza Neonatale (STEN) regionale. Il servizio è attivabile 24/24 h su richiesta dei centri nascita periferici per il trasferimento dei neonati critici ed utilizza il personale medico ed infermieristico di U.O. di terapia intensiva. Mezzi e Attrezzature dello STEN Il servizio utilizza 1 ambulanza dedicata; può inoltre usufruire secondo necessità dei mezzi terrestri e aerei nella disponibilità del Sistema regionale di emergenza-Dipartimento 118. Il servizio dispone di: N. 2 incubatori da terapia intensiva (V 850 TR ATOM) provvisti di ventilatore meccanico, di monitor cardiorespiratorio, sistema di aspirazione e pompa a infusione; N. 1 pulsiossimetro; N. 1 emogasanalizzatore portatile; N. 1 defibrillatore; Materiale per intubazione e accesso venoso; Set per ventilatore e NCPAP; Farmaci Ammissibilità al trasferimento Il trasferimento si ritiene ammissibile ogni qualvolta le condizioni cliniche del neonato non siano compatibili con il livello di cura erogato dalla struttura ospitante il paziente stesso: Neonati con grave patologia respiratoria, che necessitano di assistenza respiratoria intensiva (ventilazione meccanica, Nasal CPAP) Neonati con basso peso alla nascita (<1500 g) e/o età gestazionale <32 settimane (la nascita di questi neonati in Centri Ostetrici di I livello dovrebbe rappresentare una eccezione) Neonati con patologia chirurgica con necessità di cure intensive Neonati con evidente compromissione delle funzioni vitali e che richiedono interventi diagnostici e terapeutici invasivi e/o particolarmente complessi. Il Servizio di Trasporto di Emergenza Neonatale (STEN) data la disponibilità di mezzi in dotazione rende comunque sempre disponibile il trasferimento ogni qualvolta questo sia necessario. 12 Procedura per ricovero di pazienti La procedura prevede due modalità attuative a seconda che sia stata accertata disponibilità di posti letto presso l‟Istituto G. Gaslini ovvero che, in caso di indisponibilità, si proceda al ricovero per competenza (attraverso la modalità di cui al successivo punto b.). a. Ricovero presso l‟Istituto Giannina Gaslini (U.O. di Patologia Rianimazione, U.O. Neurochirurgia) Neonatale-Terapia intensiva neonatale, di cardiochirurgia, U.O. di chirurgia, U.O. U.O. di di La richiesta di trasporto avviene tramite telefonata al Centro di Coordinamento del servizio presso l‟Istituto Gaslini da parte del medico dell‟U.O del punto nascita richiedente il trasferimento, che avrà già verificato attraverso la pagina web del Servizio 118 regionale la disponibilità di posti letto . Il Centro di coordinamento annota su apposito registro la data e l‟ora della richiesta, il medico richiedente il trasporto, il nominativo del paziente, i dati anagrafici, il motivo del trasferimento, la destinazione ed il centro trasferente. Il medico del Centro, verificata l‟urgenza del trasferimento, decide il mezzo di trasporto più idoneo (ambulanza o elicottero) e informa il medico responsabile del trasporto e l‟infermiere del turno che verrà distaccato per il trasporto. L‟ambulanza viene attivata tramite telefonata. La procedura per l‟attivazione dell‟elicottero segue le direttive specifiche in materia del Dipartimento interaziendale 118 (vedi protocollo E). Il tempo di attivazione del trasporto deve essere il più breve possibile. Il materiale cartaceo relativo al trasporto consiste in: 1. foglio di accompagnamento del paziente redatto in parte dal medico del centro trasferente ed in parte dal medico e dall‟infermiera del trasporto. 2. consenso al trasporto del paziente firmato dal medico trasferente, dal medico trasportatore e dai genitori, comprensivo della nota informativa sulla possibilità che il paziente venga nuovamente trasferito alla U.O di partenza quando le condizioni cliniche lo consentano. b. Ricovero presso U.O. di neonatologia di un altro ospedale Nel caso di mancanza di posti letto presso l‟Istituto G. Gaslini è compito del Centro di coordinamento del Servizio di Trasporto identificare la sede di ricovero ed eseguire il trasporto del paziente. I criteri di selezione della struttura di appoggio tengono prioritariamente conto: • delle condizioni cliniche del paziente 13 dell‟area geografica di residenza del nucleo familiare della disponibilità di posti letto nell‟area metropolitana in relazione alla tipologia della struttura ricevente e alle problematiche cliniche del paziente Nel caso le condizioni cliniche del paziente rendano indispensabile il ricovero presso il centro di II livello, dovrà essere messa in atto la procedura (protocollo D) che consenta di verificare se tra i ricoverati presso il II livello vi siano pazienti elegibili per trasferimento presso U.O. di I livello. • • Responsabilità della procedure Il medico che effettua il trasporto è responsabile degli aspetti assistenziali, organizzativi ed amministrativo-burocratici del trasporto stesso; in particolare è responsabile dell‟assistenza clinica al neonato dal momento in cui viene preso in carico presso l‟ospedale di partenza e del trasferimento delle informazioni relative al neonato all‟arrivo in reparto. Criteri per il back transport dal II livello (dalle U.O. Patologia Neonatale – Terapia Intensiva Neonatale e U.O. Anestesia e Rianimazione Neonatale e Pediatrica) I neonati che non necessitano più di assistenza intensiva o semiintensiva presso le U.U.O.O. dell‟Istituto G. Gaslini deputate al trattamento di patologie neonatali, possono essere trasferiti in totale sicurezza al centro di provenienza per assecondare le esigenze del nucleo familiare, avvicinare il bambino al domicilio ed evitare l‟impropria occupazione di letti intensivi e semi-intensivi neonatali. Il trasferimento è possibile per i neonati stabilizzati clinicamente, senza supporto respiratorio addizionale, che non necessitano di approcci diagnostici e terapeutici invasivi e che non abbiano ancora raggiunto un peso adeguato per la dimissione. Il trasferimento del neonato è subordinato alla verifica da parte del centro trasferente delle disponibilità di posti letto e dell‟idoneità della struttura in rapporto alle necessità cliniche e assistenziali del paziente. Il trasferimento viene di norma effettuato da parte del centro ricevente il neonato. In caso di indisponibilità di posti letto intensivi o semi-intensivi presso l‟Istituto Gaslini si procede al trasferimento di neonati che non richiedano standard di cura propri del II livello neonatologico presso le U.U.O.O. di Patologia Neonatale dell‟area metropolitana a cura del Servizio STEN; quando la nascita è avvenuta presso altra struttura, si promuove il trasferimento alla struttura del punto nascita di partenza del neonato, purchè idonea alle sue necessità assistenziali e purchè in grado di organizzare il trasferimento in tempi adeguati alle necessità di “decompressione” del II livello(v. protocollo D). 14 Protocollo C IPOTERMIA TERAPEUTICA PER IL TRATTAMENTO DELL'ENCEFALOPATIA IPOSSICO-ISCHEMICA DEL NEONATO PREMESSA L‟incidenza di encefalopatia ipossico ischemica e` di circa 2-6/1000 nati vivi, a seconda delle casistiche (Pediatrics 1997;100:1004-14). Le strategie di trattamento sino ad ora applicate al neonato post-anossico sono state prevalentemente di supporto e non mirate al trattamento del processo fisiopatologico in atto. Non e` quindi sorprendente che, nonostante il miglioramento delle cure perinatali, l‟incidenza di paralisi cerebrale infantile riferibile ad asfissia perinatale sia rimasta sostanzialmente non modificata negli ultimi anni (Pediatrics 1997;99:851– 9). E` dimostrato dalla metanalisi di 3 studi randomizzati/controllati che, a partire dall‟insulto anossico, esiste una finestra terapeutica di 6 ore entro la quale, l‟applicazione di ipotermia moderata e` in grado di ridurre del 24% l‟outcome combinato mortalita` o disabilita` grave (number needed to treat: 6) (Arch. Dis. Child. Fetal Neonatal Ed. 2006;91). Le conclusioni di una review Cochrane di 8 studi sull‟ipotermia terapeutica nel neonato post-anossico confermano questi dati (Cochrane Database of Systematic Reviews 2007, Issue 4. Art. No.: CD003311): - “Il trattamento con ipotermia riduce la mortalita`, senza incrementare l‟incidenza di disabilita` grave nei sopravvissuti”. - “I benefici del trattamento con ipotermia in termini di sopravvivenza e riduzione della disabilita` grave sopravanzano i rischi legati ad effetti avversi a breve termine (trombocitopenia, ipotensione)”. Sulla base di queste evidenze sono state emanate nel 2008 alcune raccomandazioni ILCOR (International Liaison Committee on Resuscitation), (Resuscitation, 2008:78, 712): - “Essendo l‟encefalopatia ipossico-ischemica una condizione relativamente rara, e‟ altamente desiderabile la centralizzazione presso centri di riferimento dei pazienti da sottoporre a trattamento con ipotermia”. - “I centri di riferimento devono essere adeguatamente attrezzati e con personale formato per poter offrire il trattamento con ipotermia secondo uno dei protocolli adottati dai maggiori studi randomizzati/controllati attualmente disponibili”. - “In base ai dati relativi all‟ipotermia terapeutica attualmente disponibili, non vi e` alcuna ragione per non offrire un trattamento potenzialmente efficace ai neonati che ne necessitano”. Gia` nel 2008, la comunita` scientifica internazionale era concorde nell‟affermare che: “Considerando l‟elevata probabilita` di un outcome sfavorevole e data l‟assenza di altre terapie efficaci, sembra non etico non sottoporre un neonato con encefalopatia ipossico-ischemica al trattamento con ipotermia” (Pediatrics 2008;121(3):648-9). Ulteriori elementi a favore del trattamento con ipotermia sono stati forniti dal TOBY trial (NEJM, ottobre 2010: migliore outcome neurologico nei pazienti trattati), dal neo.nEURO.network trial (Pediatrics, settembre 2010: riduzione statisticamante significativa dell‟outcome combinato morte o disabilita` grave, con dimostrazione di efficacia anche nei pazienti affetti da encefalopatia grave) e dall'ICE trial (Arch Pediatr Adolesc Med, agosto 2011: riduzione della mortalita` o di disabilita` neurosensoriale grave a due anni di eta`). 15 Le linee guida di rianimazione neonatale emanate nel 2010 dall‟American Heart association affermano che: e` raccomandato il trattamento con ipotermia in neonati di eta` gestazionale 36 settimane affetti da encefalopatia ipossico-ischemica moderata o severa. L‟ipotermia deve essere applicata entro 6 ore dall‟evento anosso-ischemico e mantenuta per 72 ore. Il trattamento ipotermico deve essere eseguito secondo le modalita` indicate dagli studi che ne hanno dimostrato l‟efficacia, sino ad ora pubblicati. L‟impostazione di questo protocollo operativo si basa sulle evidenze sovraesposte. Ambiti di applicazione Centro hub: U.O. Anestesia e Rianimazione, Istituto Giannina Gaslini Genova Responsabile per il trasporto: Centro di coordinamento del Servizio di Trasporto d‟Emergenza Neonatale (STEN). Centri spoke: tutti i punti nascita regionali. Indicazioni al trasferimento presso il centro hub: presenza dei criteri A e/o B (vedi seguito: SELEZIONE DEI PAZIENTI DA SOTTOPORRE A TRATTAMENTO CON IPOTERMIA TERAPEUTICA). Il trasferimento presso l'hub deve avvenire nel piu` breve tempo possibile, al fine di sfruttare la "finestra terapeutica" di 6 ore entro le quali il trattamento ipotermico si e` dimostrato efficace. In casi dubbi contattare il centro hub. SELEZIONE DEI PAZIENTI DA SOTTOPORRE A TRATTAMENTO CON IPOTERMIA TERAPEUTICA: Eta` gestazionale 34 sett ma con peso 1.8 kg. Arrivo entro 5.5 ore dalla nascita (raffreddamenti piu` tardivi possono essere comunque protettivi). L‟arrivo oltre 5.5 ore dalla nascita non costituisce un criterio di esclusione assoluto. Eseguire comunque il trasferimento nel piu` breve tempo possibile. Registrazione aEEG di almeno 20-30 min, ad almeno 30 min di distanza dalla somministrazione di farmaci anticonvulsivanti. La registrazione puo` essere iniziata immediatamente dopo la nascita. Encefalopatia moderata e grave (A + B + C) Almeno uno dei criteri A (asfissia alla nascita): - Ipotermia: Apgar <5 a 10‟ 16 - necessita` di ventilazione continua a 10‟ dalla nascita qualsiasi pH <7 entro 60‟ dalla nascita deficit di basi > -12 mmol/L entro 60‟ dalla nascita Almeno uno dei criteri B: Almeno uno dei criteri C: aEEG: - Letargia, stupor o coma in associazione con almeno uno dei seguenti segni clinici: - ipotonia riflessi anormali (inclusi oculomotori e pupillari) suzione debole o assente crisi convulsive EEG standard: burst suppression margine inferiore < 5 V margine superiore < 10 V convulsioni - burst suppression voltaggio continuo < 25 V convulsioni voltaggio continuo < 10 La distinzione tra encefalopatia moderata o grave avviene attraverso criteri EEG: - - - Encefalopatia moderata (aEEG): margine inferiore < 5 V e margine superiore > 10 V, oppure margine inferiore > 5 V e margine superiore > 10 V e convulsioni. Encefalopatia moderata (EEG standard): voltaggio continuo < 25 V ma > 10 V e/o convulsioni. Encefalopatia grave (aEEG): margine inferiore < 5 V e margine superiore < 10 V, burst suppression. Encefalopatia grave (EEG standard): burst suppression o voltaggio continuo < 10 V. Effettuare valutazione aEEG se: Almeno uno dei criteri A (asfissia alla nascita): Apgar <5 a 5‟ Necessita` di ventilazione per piu` di 5‟ qualsiasi pH <7.1 entro 60‟ dalla nascita deficit di basi > -10 mmol/L entro 60‟ dalla nascita Almeno uno dei criteri B: - - tono muscolare anomalo convulsioni cliniche postura anomala riflessi anormali (suzione, gasping, Moro) anomalie del respiro (apnee, iperventilazione, etc.) fontanella tesa 17 Ipotermia terapeutica se (presenza del criterio C): aEEG: - margine inferiore < 5 V convulsioni EEG standard: - voltaggio continuo < 25 V ma > 10 V e/o convulsioni 18 Fig. 1: Patterns aEEG: continuous normal voltage (CNV) (A), discontinuous normal voltage (DNV) (B), burst suppression (BS) (C), continuous low voltage (CLV) (D), and flat trace (FT) (E). Fig. 2: Attivita` convulsiva. L‟indicazione al trasferimento prescinde dalla valutazione aEEG. La decisione di trasferire un bambino per un eventuale trattamento con ipotermia deve essere basata sostanzialmente sui criteri di asfissia e clinici. La registrazione aEEG presso i centri Spoke e` volta a velocizzare l‟instaurazione del trattamento ipotermico presso il centro Hub. Non deve in nessun modo ritardare il trasferimento. E` scopo di questa rete regionale evitare che bambini con encefalopatia post-anossica non vengano riconosciuti e trattati. I criteri scelti per il trasferimento posso non essere del tutto specifici, con il rischio di qualche trasferimento improprio presso il centro Hub. Sara` cura del centro Hub promuovere il back transport di tutti i bambini per i quali non si rendano necessari il trattamento con ipotermia e standard assistenziali di II livello. Criteri di esclusione: - Bambini di età superiore a 5.5 ore al momento della valutazione per ipotermia (non assoluto); età gestazionale< 34 settimane e peso < 1.8 Kg; malformazioni congenite maggiori o patologie cromosomiche con prognosi infausta; emorragie pericolose per la vita; 19 - aritmie pericolose per la vita; bambini “terminali”. Se eta` gestazionale < 36 settimane, e` consigliabile il consenso informato e la condivisione del programma terapeutico con i genitori. Criteri di sospensione: - - Segni di asfissia gravissima o morte cerebrale nei primi 2 giorni di vita: assenza di respiro spontaneo con PCO2> 60 mmHg, assenza di riflesso pupillare, EEG isoelettrico. Gravi complicanze associate all‟ipotermia: aritmie gravi, ipotensione incontrollabile, emorragia massiva non spiegabile altrimenti. N.B.: La selezione dei pazienti per ipotermia si basa sulla contemporanea presenza dei criteri A, B e C. La valutazione clinica, tuttavia, presenta bassa sensibilità e specificita`, mentre l’aEEG patologico e` altamente predittivo di encefalopatia. In presenza di elementi oggettivi di sofferenza (criteri A: pH, necessita` di rianimazione in sala parto) e` dirimente sottoporre il paziente ad aEEG, in quanto la valutazione clinica potrebbe essere fuorviante. Questo puo` implicare la necessita` di trasferimento al centro Hub. Condizioni dubbie: Clinica apparentemente negativa ma convulsioni cliniche/elettriche e/o aEEG patologico in paziente con criteri di asfissia alla nascita procedere a ipotermia. Discrepanza tra clinica patologica-presenza di criteri di asfissia e aEEG non patologico escludere artefatti (vedi allegato 3) e procedere, se indicato, ad ipotermia. Si rimanda al protocollo interno del centro hub per le modalita` di trattamento in terapia intensiva. Bibliografia: 1) 2) 3) 4) 5) 6) Gluckman PD, Wyatt JS, Azzopardi D, Ballard R, Edwards AD, Ferriero DM, Polin RA, Robertson CM, Thoresen M, Whitelaw A, Gunn AJ. Selective head cooling with mild systemic hypothermia after neonatal encephalopathy: multicentre randomised trial. Lancet. 2005;365:663–670. Shankaran S, Laptook AR, Ehrenkranz RA, Tyson JE, McDonald SA, Donovan EF, Fanaroff AA, Poole WK, Wright LL, Higgins RD, Finer NN, Carlo WA, Duara S, Oh W, Cotten CM, Stevenson DK, Stoll BJ, Lemons JA, Guillet R, Jobe AH. Whole-body hypothermia for neonates with hypoxic-ischemic encephalopathy. N Engl J Med. 2005;353:1574–1584. Azzopardi DV, Strohm B, Edwards AD, Dyet L, Halliday HL, Juszczak E, Kapellou O, Levene M, Marlow N, Porter E, Thoresen M, Whitelaw A, Brocklehurst P. Moderate hypothermia to treat perinatal asphyxial encephalopathy. N Engl J Med. 2009;361:1349 –1358. Simbruner G, Mittal RA, Rohlmann F, Muche R; neo.nEURO.network Trial Participants. Systemic hypothermia after neonatal encephalopathy: outcomes of neo.nEURO.network RCT. Pediatrics. 2010 Oct;126(4):e771-8. Epub 2010 Sep 20. Eicher DJ, Wagner CL, Katikaneni LP, Hulsey TC, Bass WT, Kaufman DA, Horgan MJ, Languani S, Bhatia JJ, Givelichian LM, Sankaran K, Yager JY. Moderate hypothermia in neonatal encephalopathy: efficacy outcomes. Pediatr Neurol. 2005;32:11–17. Lin ZL, Yu HM, Lin J, Chen SQ, Liang ZQ, Zhang ZY. Mild hypothermia via selective head cooling as neuroprotective therapy in term neonates with perinatal asphyxia: an experience from a single neonatal intensive care unit. J Perinatol. 2006;26:180 –184. 20 Protocollo D Procedura di regolamentazione delle modalità di identificazione e di trasferimento di neonati patologici e/o post-intensivi, secondo i requisiti di appropriatezza per complessità assistenziale Percorso per Intensita’ di Cure Neonatali Regionale La presente regolamentazione trova base e fondamento in un modello organizzativo che tiene conto dei diversi livelli di intensità di cura. Il trasferimento dal II livello assistenziale neonatale (alta intensita’ di cure) al I livello (medio-bassa intensita’ di cure) può richiedersi nell’ambito del Percorso Assistenziale Neonatale Regionale per Intensita’ di Cure, con cui si realizza il migliore utilizzo delle risorse e competenze specialistiche della Rete Neonatale Regionale in funzione della sicurezza e appropriatezza dell’assistenza. Del percorso devono essere resi edotti i genitori del paziente, che al momento dell’ingresso nella struttura neonatologica di II livello devono essere informati della possibilità che, esaurita la fase intensiva di assistenza, il paziente possa essere trasferito ad altra struttura coerente con le esigenze assistenziali del neonato o, se nato presso altra struttura, ritrasferito alla struttura di provenienza, quando ve ne siano le condizioni. Scopi Assicurare l‟appropriatezza dei ricoveri e delle degenze di neonati patologici tra le strutture neonatologiche regionali, ed un uso efficiente della risorse tecnologiche e del personale. Predisporre una pianificazione di decompressione assistenziale dell‟alta intensita‟ di cure verso la media e bassa, per evitare di raggiungere il livello critico di occupazione dei PL identificati nelle strutture dell‟Istituto Gaslini di II livello neonatologico. evitare il trasferimento di neonati patologici a strutture extraregionali, laddove non sussistano esigenze assistenziali speciali. Area di applicazione Tale procedura si applica a tutti i neonati patologici afferenti/afferiti alle U.O. di Rianimazione Neonatale e UO di Patologia Neonatale e Terapia Intensiva dell‟Istituto Gaslini, centro di II livello neonatologico regionale, in stretta collaborazione strutturale ed organizzativa con le unità operative di I° livello della Regione. Nei casi in cui il neonato ha superato la fase intensiva di maggior complessità e si trova in una delle condizioni di cui al punto 2 (pazienti eligibili), può essere trasferito ad una struttura di I livello di area metropolitana, oppure, nel caso sia giunto al II livello per trasferimento da altro punto nascita, alla struttura del punto nascita di partenza, purchè idonea alla necessità assistenziali del neonato. Responsabilità I Direttori delle strutture componenti il II livello assistenziale neonatologico o loro delegati, in coordinamento con il Direttore Sanitario dell' Istituto Gaslini sono responsabili dell'individuazione delle condizioni di criticità e dei pazienti eligibili al trasferimento. 21 I responsabili delle U.O. regionali di I livello di neonatologia provvedono, quando richiesto dalla struttura di II livello, ad organizzare il trasferimento in ricezione del neonato. Modalità Operative 1. Ricognizione dei posti letto disponibili E‟ presente una task force dedicata, all'interno dell'Istituto G.Gaslini, coordinata dalla Direzione Sanitaria e composta da un operatore medico per ognuna delle due strutture costituenti il II livello neonatologico regionale, designati dai Direttori delle due SC, con il compito di eseguire quotidianamente una ricognizione dei posti letto intensivi e/o delle risorse disponibili e di identificare i soggetti eventualmente trasferibili. L'eventuale trasferimento avviene dopo contatto diretto con i referenti identificati delle strutture riceventi. Giornalmente, da parte delle due citate strutture dell'Istituto G.Gaslini viene data comunicazione al Servizio 118 della disponibilità dei posti letto intensivi neonatali. 2. Identificazione dei pazienti eligibili Si identificano le seguenti classi di pazienti in ordine decrescente di priorità: Neonati ricoverati presso l‟Istituto Gaslini di età postnatale pari o superiore alle 32 settimane e/o di peso pari superiore ai 1000 g purchè in autonomia respiratoria, in regime di alimentazione enterale o mista, e per cui non sussistano condizioni conosciute o prevedibili che rendano necessario il ricorso a consulenze specialistiche di II livello. Il servizio è a carico dello STEN per i centri in area metropolitana. Il trasferimento a centri extra metropolitani si realizza quando il centro ricevente è in grado di farsi carico del trasferimento soddisfacendo le esigenze di urgenza poste dalla condizione di indisponibilità posti letto del II livello. Neonati nati presso diversa struttura regionale, per cui sia stata richiesta attivazione dello STEN, purchè di EG pari superiore alle 32 settimane e/o per distress respiratorio medio lieve, gestibile con tecniche di ventilazione non invasiva (nasal CPAP, BiPAP). In tal caso il medico dello STEN può decidere il trasferimento presso struttura diversa dal II livello, previa comunicazione diretta con il responsabile della struttura ricevente (a carico dello STEN). Neonati nati presso l‟Istituto Gaslini, direttamente dalla sala parto, purchè di EG pari o superiore alle 32 settimane, per cui non sussistano condizioni conosciute o prevedibili che rendano necessarie modalità di assistenza intensiva (a carico dello STEN). Indicatore di attività Si definisce il seguente indicatore di processo: N° totale dei neonati trasferiti alle strutture riceventi che ritornano al II livello/totale dei neonati trasferiti Predict pari inferiore a 0,2. La responsabilità del dato è a carico del Centro di II livello. 22 Protocollo E DIRETTIVE DEL DIPARTIMENTO INTERAZIENDALE REGIONALE EMERGENZA 118 SUI TRASPORTI SECONDARI IN ELICOTTERO Premessa I Trasporti Secondari In Elicottero sono definiti nella attuale convenzione regionale con i VVF come trasferimento sanitario urgente a persone già assistite da strutture sanitarie fisse (trasporto interospedaliero). La convenzione prevede inoltre che “L‟intervento dell‟elicottero in sostituzione di altri mezzi di emergenza dovrà realizzarsi unicamente in funzione dell‟estrema urgenza, legata alle condizioni sanitarie e/o ambientali, per cui deve essere portato il primo soccorso alla persona e della rapidità del trasporto ai fini della tutela delle funzioni vitali. In tal senso dovranno essere regolamentate le richieste di trasporto interospedaliero sanitario e urgente a persone già assistite da strutture sanitarie” Una analisi retrospettiva dell‟attività di elisoccorso di questi anni ha dimostrato alcuni casi di inappropriato impiego di questa indispensabile risorsa, con conseguenze negative sia per il singolo paziente sia per il sistema regionale di soccorso sia di costi sproporzionati. Per un corretto impiego dei Trasporti Secondari in Elicottero di pazienti a rischio sono state redatte le seguenti direttive da parte del Dipartimento Interaziendale Regionale Emergenza 118. Indicazione al trasporto Il trasporto urgente con elicottero, di norma, è indicato nelle seguenti situazioni: necessità di trasporto atraumatico per pazienti con lesioni midollari o con lesioni instabili osteo/articolari della colonna, pazienti che necessitino di un rapido inizio delle terapie, non effettuabili presso il locale ospedale, per i quali il trasferimento in ambulanza allungherebbe troppo i tempi; pazienti critici il cui trasporto via terra sarebbe troppo lungo per condizioni di traffico e viabilità (presenza di ingorghi stradali o autostradali, interruzione di strade, grandi distanze da percorrere, ecc) Il trasporto urgente con elicottero, di norma, non è indicato nelle seguenti situazioni: percorrenze inferiori ai 100 Km. In questi casi, il tempo di trasporto via terra è concorrenziale con il mezzo aereo dato che si deve tener conto dei tempi necessari per: l‟attivazione e l‟arrivo del velivolo, la presa in carico del paziente da parte dell‟equipaggio sanitario, il trasferimento dall„ospedale alla elisuperficie di partenza, l‟imbarco del paziente, il volo verso l‟elisuperficie del centro di riferimento, lo sbarco del paziente, il trasferimento all‟ospedale di destinazione; prevedibile/possibile necessità di dover eseguire manovre rianimatore sui pazienti durante il volo: la situazione ambientale all‟interno del velivolo, dovuta al rumore ed alla ristrettezza dell‟abitacolo rendono molto difficoltosa l‟effettuazione di tali manovre; 23 paziente portatore di malattia infettiva trasmissibile: 1) nell‟abitacolo dell‟elicottero non c‟è separazione tra paziente e equipaggio di volo, 2) l‟eventuale fermo della macchina dovuto alla disinfezione priverebbe l‟intero sistema di soccorso ligure di questa risorsa. RICHIESTA DI ELICOTTERO PER TRASPORTI SECONDARI La richiesta deve essere perfezionata dal medico richiedente tramite l‟invio a mezzo fax del modulo previsto. In ogni caso prima della partenza del velivolo. Nella richiesta deve essere specificata la diagnosi, le condizioni del paziente ed i motivi per i quali si ritiene necessario il trasporto con elicottero o di impossibilità di utilizzo del mezzo terrestre. Il medico richiedente che richiede il Trasporto Secondario In Elicottero è responsabile che siano stati presi i provvedimenti necessari e valutate le controindicazioni, a seconda del caso, per la sicurezza e tutela del paziente durante il volo. Nella tabella 1 sono elencati i principali provvedimenti e controindicazioni TABELLA 1: PROVVEDIMENTI E CONTROINDICAZIONI PER IL TRASPORTO SECONDARIO IN ELICOTTERO Provvedimenti o Incannulamento di una o più vie venose valide. o Intubazione tracheale nel paziente soporoso o in coma, oppure quando si può prevedere un peggioramento del quadro neurologico o respiratorio; quando vi sia la necessità di ricorrere a pesante sedazione e comunque in tutti i casi di non completo controllo della pervietà delle vie aeree, anche potenziale. o Completa ed adeguata immobilizzazione dei segmenti fratturati nei pazienti traumatizzati (arti, colonna). o Posizionamento del sondino nasogastrico e svuotamento dello stomaco. o Posizionamento del catetere vescicale nel politrauma, nel coma e nell'ustionato. o Posizionamento del drenaggio pleurico se presente pneumotorace. L'eventuale presenza di un PNX deve essere valutata con particolare attenzione nei neonati. o Sedazione del paziente agitato previa valutazione neurologica. Controindicazioni o Eventuale PNX non trattato (controindicazione assoluta al trasporto in elicottero). o Esclusione di pneumoencefalo (controindicazione assoluta). o Sospetto di embolia gassosa (controindicazione relativa da valutare nel contesto clinico). N.B. la mancata o parziale applicazione di questi provvedimenti potrebbe comportare un ritardo del trasferimento del paziente e/o allungare i tempi di impegno dell‟elicottero. 24 VALUTAZIONE DELLA RICHIESTA E INDICAZIONI AL TRASPORTO Le valutazioni operative e tecniche in ordine alla fattibilità delle missioni competono al Capo Nucleo Elicotteri dei VVF, in sua assenza al Responsabile Operativo, fermo restando l‟esclusiva competenza del pilota, responsabile in ordine ad ogni valutazione inerente il volo. E' opportuno ricordare che è facoltà del medico dell'equipaggio di volo rifiutare il trasporto motivando la decisione per iscritto. In questo caso la documentazione relativa va trasmessa via fax alla Centrale Operativa locale. Copia della stessa va allegata alla scheda medica di bordo e conservata in archivio. AUTORIZZAZIONE Il medico della CO autorizza l‟utilizzo dell‟elicottero sulla base delle indicazioni precedentemente definite dopo aver accertato che il medico richiedente ha preso tutti i provvedimenti di cui alla TABELLA 1 MODALITÀ ORGANIZZATIVE La ricerca dell'ospedale di destinazione e del posto letto deve essere effettuata dal Medico dell'Ospedale richiedente, con il supporto logistico e informativo della competente Centrale Operativa del 118. L‟attivazione dell‟elicottero per un intervento sanitario è autorizzata unicamente dal Servizio 118 competente. Per motivi logistico-organizzativi, nonché per motivi medico-legali e di gestione clinica, le staffette (intese come consegna del paziente tra più équipes sanitarie), salvo cause di forza maggiore, sono da evitarsi. Il paziente sarà preso in consegna dal personale sanitario dell‟elicottero nel reparto d‟invio e sarà trasportato, dallo stesso personale, direttamente nel reparto accettante. Il Servizio 118 territorialmente competente per l‟ospedale di destinazione, in collegamento con il Servizio 118 che ha disposto l‟invio, è responsabile di tutta la gestione e organizzazione per l‟arrivo dell‟elicottero e per il trasporto, assistito o no, dall‟elisuperficie di arrivo all‟ospedale di competenza. Nessuna richiesta di trasporto secondario deve essere accettata dal personale della base, che deve ricondurre le richieste alla Centrale 118. RICHIESTE DI ELICOTTERO SOPRAGGIUNTE CONTEMPORANEAMENTE La priorità nella effettuazione della missione di soccorso, nella eventualità che, nell‟ambito di competenza territoriale di un Servizio 118 si rendano necessari più interventi con l‟elicottero, è decisa dal medico della locale C.O. Di questa situazione viene immediatamente informata la CO del 118 di Genova La priorità nella effettuazione della missione di soccorso nella eventualità che, nell‟ambito di competenza territoriale di più Servizi 118 regionali si rendano necessari più interventi con l‟elicottero, è decisa dal medico della CO di Genova sentiti i medici delle locali CO. 25 RICHIESTE DI TRASPORTO FUORI REGIONE Le richieste di trasporto fuori Regione richiedono una attenta valutazione: possono essere effettuati quando, su dichiarazione del medico che ha in carico il paziente, si rende necessario praticare prestazioni specialistico diagnostiche e/o terapeutiche urgenti non attuabili negli ospedali della regione Liguria, previo contatto con i centri regionali alternativi. Se sussistono i requisiti per il trasferimento fuori Regione, si può procedere alla richiesta di trasporto, previa l'autorizzazione della Direzione Sanitaria dell‟Azienda Sanitaria dell‟ospedale di partenza e del Responsabile Operativo dell‟Elinucleo dei VVF Se il trasporto riveste carattere d'urgenza quoad vitam o quoad valitudinem la richiesta va accettata anche se l'ospedale di destinazione non è in Regione, purché sia possibile raggiungerlo in tempi inferiori di quello regionalmente alternativo. CASI PARTICOLARI DI TRASPORTO TRASPORTO DI PAZIENTI COLLEGATI A CONTRO PULSATORE AORTICO (IABP) (vedi direttiva del 11.01.2010, prot. 14/CD) Il medico della CO 118 a fronte di richieste di trasporto secondario di pazienti a mezzo elicottero collegati a contro pulsatore aortico ( IABP ) deve verificare: o la possibilità di alimentazione alternativa con una batteria esterna di scorta. o che il centro inviante il paziente assicuri l'assistenza da parte di personale sanitario del reparto, in grado di fornire una idonea assistenza al funzionamento del contropulsatore durante le fasi di imbarco, sbarco e trasporto del paziente. TRASPORTO DI NEONATI CON CULLA TERMICA Gestiti direttamente dal Servizio Trasporto di Emergenza Neonatale (STEN) affidato all‟Istituto G. Gaslini. TRASPORTO DI DONNA GRAVIDA Un ospedale periferico può richiedere il trasporto in elicottero di una paziente gravida che presenta una patologia tale da prevederne il ricovero in un Centro di II livello assistenziale ostetrico e/o neonatale. E' sempre preferibile trasportare la madre prima del parto piuttosto di ricorrere poi al trasferimento del neonato. TRASPORTO SANGUE E FARMACI "SALVAVITA": Solo se è appurata la reale necessità di una riduzione dei tempi di trasporto e l'assoluta impossibilità della sua esecuzione con mezzi alternativi. 26