n° 39 - Unindustria Reggio Emilia

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n° 39 - Unindustria Reggio Emilia
POSTE ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, DCB REGGIO EMILIA
OTTOBRE 2011
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Vision
il punto di vista degli industriali reggiani
Assemlea Generale 2011
L’obbligo di crescere
Gli scenari di medio termine per l’industria reggiana
INDUSTRIE CON LE IDEE
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Ricambio
generazionale
Scuola di Dottorato
in Ingegneria
Premio
Meccatronica
Club
Digitale
Imprese Reggiane
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Imprese Reggiane
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n° 39
OTTOBRE 2011
Rivista trimestrale
di Industriali Reggio Emilia
Vision
il punto di vista degli industriali reggiani
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L’OPINIONE • Stefano Landi
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IMPRESE REGGIANE
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ARTICOLO DI COPERTINA - Assemblea Generale 2011
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INDUSTRIE CON LE IDEE • Massimo Sesena
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L’OBBLIGO DI CRESCERE • Federica Galli
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GLI SCENARI DI MEDIO TERMINE PER L’INDUSTRIA REGGIANA
• Giuseppe Schirone
Direttore Responsabile
Giulio Paterlini
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CONVIVENZA GENERAZIONALE
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LA CONVIVENZA TRA GENERAZIONI • Paolo Morosetti
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DOTTORATO DI RICERCA
Editore
Assoservizi Srl
Via Toschi 32 – 42100 Reggio Emilia
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SCUOLA DI DOTTORATO IN INGEGNERIA DELL’INNOVAZIONE
Stampa Tecnograf spa
Stampato e diffuso in 7.500 copie
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DAL SISTEMA
Pubblicità
Pubblì - Concessionaria Editoriale srl
C.so Vittorio Emanuele 113 • Modena
Tel. 059 212194
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HEALTH ROBOTICS VINCE LA V EDIZIONE DEL PREMIO MECCATRONICA
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LE AZIENDE FINALISTE DEL PREMIO MECCATRONICA
Gli articoli presentati possono non rispecchiare le posizioni
dell’Associazione Industriali di Reggio Emilia
che comunque li ritiene un contributo
sul piano dell’informazione e dell’opinione.
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CLUB DIGITALE
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INTERVISTA A LUCA TORRI
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PREMIO INNOVAZIONE SOSTENIBILE
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VOLONTARIATO
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ASCMAD-PRORA
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ASSINDUSTRIA NOTIZIE
Redazione
Assoservizi srl
Progetto grafico / Art director
Gianandrea Simonetti
Hammer Communication srl
Industriali Reggio Emilia
Via Toschi 30/A - 42121 Reggio Emilia
• Cesare Fantuzzi
tel. 0522 409711• Fax 0522 409793
www.assindustria.re.it
REAGIRE ADESSO!
L’entità del nostro deficit nazionale non è il prodotto di qualche gravissimo errore politico o contabile, ma, al contrario, è il risultato di una sistematica rapina perpetuata – nel lungo periodo e “inconsapevolmente” – da ciascuna
delle mille categorie economiche e sociali, da una politica che per decenni
ha intermediato interessi e da soggetti di società civile che, nella sostanza,
hanno avvallato questo stato di cose. Se da una parte abbiamo uno dei maggiori debiti pubblici del mondo, dall’altra abbiamo uno tra i più elevati livelli di
risparmio e di patrimonializzazione tra le famiglie dell’intero occidente. Ciò
significa, con un paradosso solo apparente, che siamo un Paese povero con
cittadini “ricchi”. L’enorme consumo di risorse pubbliche e le colossali diseconomie praticate negli ultimi decenni hanno permesso – in maniera perversa ma “socialmente efficace” – un’ampia distribuzione di ricchezza, la cui
reale entità risulta sconosciuta per via di un’economia sommersa che pare
superi il 30% del Pil. Tutto ciò ha consentito – nella sostanza – una buona
qualità della vita al Nord come al Sud, occupazione, accesso ai consumi di
ogni tipo di bene o servizio, un’istruzione diventata di massa e, soprattutto, il
consolidarsi dell’idea che questo stato di cose sarebbe durato nel tempo.
l’opinione
Dunque, oggi, il tema centrale per il futuro del Paese non è costituito dall’individuazione delle cose da fare – per altro ben note – né dalla scelta dello
schieramento politico chiamato a realizzarle. Semmai, il nodo da sciogliere,
Stefano Landi
Presidente
Industriali Reggio Emilia
è la risposta alla seguente domanda: esiste qualcuno che ha il coraggio, la
forza d’animo e politica per dire agli Italiani che la loro vita è obbligatoriamente destinata a cambiare in peggio? Di più, dobbiamo severamente interrogarci se questa via – obbligata – sia concretamente praticabile. Per salvarsi, il nostro Paese non può più contare solo sul proprio formidabile e competitivo sistema produttivo (in Europa secondo solo alla Germania e tra i primi al mondo), ma deve mettere in conto una vera e propria transizione. Un
processo, lento e doloroso, destinato a cambiare radicalmente la società
italiana e i cui risultati, sotto forma di nuovi assetti economici e sociali, saranno visibili solo tra dieci, quindici o vent’anni. Ci riusciremo? Lo spero e, tuttavia, non posso fare a meno di ricordare che il crollo del muro di Berlino, l’implosione dell’Unione sovietica, la ricostruzione del dopoguerra, stanno lì a
ricordarci che una transizione, economica, sociale e politica, si avvia solo
come reazione ad eventi eccezionali. Dunque, l’ottimismo si stempera.
Poiché non credo né alla generosità e allo spirito civico di chi dovrebbe rinunciare a qualcosa ritenuto un diritto acquisito, né alla redenzione di una
politica debole e trasformista, siamo condannati ad aspettare che il peggio ci
travolga. A quel punto gli italiani sapranno dare il meglio di sè. Peccato perché se così accadesse finiremo tutti per pagare molto di più. Non abbiamo
alternative: dobbiamo reagire adesso!
Imprese Reggiane
Nasce per esimere il cliente da ogni tipo di problematiche
tecnico ed operative L'Agenzia di Ristrutturazione di Tarasconi Lauro & C. Snc. L'Agenzia di Ristrutturazione diventa quindi ‘il’ coordinatore delle scelte in quanto gestisce il
progetto, controlla i costi, le tempistiche e l'esecuzione a
regola d'arte fino alla fine delle opere. I soci della Tarasconi Lauro & C Snc, attivi in cantiere personalmente, mettono a disposizione la propria esperienza lavorativa che nasce nei primi anni '60, affiancando i propri clienti nello sviluppo di ogni fase lavorativa. Un team di ingegneri, architetti, geometri, consulenti energetici, consulenti acustici,
consulenti della sicurezza, consulenti amministrativi e arredatori saranno a disposizione per rendere interessante
e soddisfacente ogni ristrutturazione.
NUOVAMACUT AUTOMAZIONE
Imprese
Reggiane
WALVOIL E LOMBARDINI
E’ stata presentata il 13 luglio scorso la domanda di finanziamento del progetto congiunto di Walvoil e Lombardini ‘Reggio Emilia: qualità al tempo’, dedicato alla
conciliazione dei tempi di lavoro e di cura della famiglia
rivolto ai dipendenti di entrambe le aziende, in particolar
modo a chi ha figli piccoli e/o diverse problematiche familiari da gestire.
Il progetto territoriale, unico a Reggio Emilia e che può
contare su un percorso di analisi dei fabbisogni iniziato
nel 2009, ha ricevuto il sostegno di Comune e Provincia, che l’11 luglio scorso in Sala Tricolore hanno firmato un accordo quadro con tutte le parti sociali, economiche e sindacali coinvolte. Il progetto, se approvato, prevederà l’attivazione di servizi gestiti in convenzione
esterna con strutture qualificate per la cura dei figli
(centri/campi estivi); servizi informatizzati salva tempo,
con terminali pc in azienda e gestiti attraverso reti informatiche pubbliche e private; servizi sperimentali salva
tempo (fattorino aziendale) per disbrigo di pratiche varie; un servizio navetta per trasporto azienda- strutture
di servizio all'infanzia; un sistema di voucher per l’erogazione di servizi personalizzati riguardanti la cura dei figli,
in particolare per l’estensione-flessibilità degli orari di
apertura di asili e scuole frequentate dai figli dei dipendenti di Walvoil e di Lombardini. Trascorsi 24 mesi dall’attivazione del progetto, entrambe le aziende potranno
considerare questa fase di sperimentazione come la base dalla quale partire per ripensare nuove modalità di
organizzazione del lavoro e di gestione del personale, in
particolare femminile.
Nuovamacut Automazione (Gruppo TeamSystem), società leader nell’ambito delle tecnologie a supporto dei
processi aziendali nonché riferimento nazionale per Dassault SolidWorks come centro di assistenza, sviluppo,
consulenza e formazione certificata, annuncia la nascita
di EPDM Suite. EPDM Suite è un insieme di applicazioni
sviluppate interamente dal reparto di ricerca e sviluppo
di Nuovamacut e nasce con l’obiettivo di espandere il
campo di utilizzo di SolidWorks Enterprise PDM e di
semplificare alcuni aspetti tipici legati all’implementazione e alla configurazione di EPDM, evidenziati dai clienti.
Tra le principali funzionalità di EPDM suite sviluppate
dalla software house italiana, si segnalano l’Importazione
dati da sorgenti remote, codifica, navigazione tabelle di
sorgenti remote, navigazione strutture ad albero su sorgenti remote. “Siamo molto soddisfatti di questa suite di
soluzioni che abbiamo sviluppato per poter meglio rispondere alle esigenze del mercato. Infatti il confronto
quotidiano con i nostri clienti, condividerne le problematiche e le criticità all’interno dell’azienda e il pieno coinvolgimento nei loro processi, è un modo prezioso per
poter meglio comprendere le loro necessità ed essere
così in grado di costruire e fornire soluzioni che le rendano più produttive e più competitive” ha commentato
Sauro Lamberti, direttore commerciale di Nuovamacut.
SITE SISTEMI
Site Sistemi, azienda con sede a Mancasale da anni nel
mercato delle telecomunicazioni e dell’ICT, ha realizzato
Integra WiMAX, una tecnologia che fornisce accesso ad
internet a banda larga senza fili tramite un collegamento
via radio. Attualmente le imprese di Reggio Emilia sono
collegate alla centrale telefonica pubblica che, ormai satura, non consente ai tradizionali cavi in rame di portare
collegamenti veloci a prezzi competitivi. Integra WiMAX
rappresenta in questo contesto un’importante alternativa. Site Sistemi ha installato presso la propria sede una
stazione base Alvarion in tecnologia WiMAX banda libera 802.16E, posizionata su un traliccio alto 26,5 mt, che
consentirà di estendere il servizio ad un raggio di azione
fino a 15 Km di distanza. Verrà inoltre allestito un centro
di controllo e data center per garantire continuità di servizio in qualunque condizione e gli utenti potranno usufruire del servizio grazie ad un’antenna installata presso
le loro sedi e collegata alla stazione base. La tecnologia
WiMAX permette l’accesso ad Internet, ai suoi contenuti
e ai suoi servizi in modo estremamente competitivo e
vantaggioso sia in termini di costi che di prestazioni; fornisce infatti connessioni alla rete ad alta velocità (sia in
upload che in download) con profili di banda minima garantita elevati ma soprattutto effettivi, paragonabili a
quelli di una HDSL ma ad un costo nettamente inferiore.
VP ITALY
VP ITALY conferma il proprio trend di crescita nei mercati di Europa e USA. L’esercizio 2010 appena terminato ha visto un incremento delle vendite pari al 21,1% e
l’azienda ha in programma per il biennio 2011/2012 un
ambizioso piano di investimenti in nuovi impianti e macchinari con l’obiettivo di consolidare quanto conseguito
e contemporaneamente sostenere il piano di crescita
previsto per i futuri esercizi. VP ITALY opera prevalentemente nel settore motociclistico con clientela OE ed aftermarket, produce pistoni fusi a gravità e forgiati a caldo a marchio Vertex Pistons ed è importatore per l’Europa di alberi motore e bielle a marchio Hot Rods, cilindri
per motori endotermici realizzati in alluminio con rivestimento in nichel/silicio a marchio Cylinder Works, alberi
a camme a marchio Hot Cams e tenute/cuscinetti speciali a marchio Pivot Works.
NEVICOLOR
Un corso intensivo di lingua italiana per agevolare lo
svolgimento delle mansioni lavorative. Questo lo scopo
dell'iniziativa organizzata dall’azienda Nevicolor di Luzzara che ha offerto a dodici dipendenti di origine straniera
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Imprese Reggiane
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TARASCONI LAURO & C.
BERTAZZONI
Bertazzoni per il secondo anno viene riconosciuta da “Il
Mondo”, settimanale economico del Corriere della Sera,
tra “le 30 perle dell’economia Italiana”. L’indagine, basata su un campione nazionale di oltre 11 mila medie
aziende con un fatturato tra 20 e 150 milioni annui, ha
selezionato le prime trenta che brillano per crescita di
fatturato e redditività. L’azienda Bertazzoni, fondata nel
1882 e guidata da cinque generazioni dalla omonima
famiglia, è il più longevo fabbricante specialista di elettrodomestici per la cottura in Italia. Già dai primi anni
2000 Bertazzoni ha adottato il sistema di fabbricazione
Lean (Toyota Production System) consolidando performance eccezionali su qualità, produttività e tempi di
consegna. Ultimo risultato di questa brillante strategia,
è il lancio di una nuova linea di elettrodomestici da incasso estremamente innovativi sul mercato Nord Americano dove l’azienda presidia una quota di mercato importante nella categoria del lusso.
ARTONI TRASPORTI
Artoni, azienda leader nel settore dei Trasporti e della
Logistica integrata, ha realizzato all’interno del proprio
polo logistico di Codogno (LO) un innovativo impianto
per la gestione delle attività di kitting basato su tecnologia “Pick By Light”. Il nuovo sistema è stato introdotto
da Artoni per soddisfare le esigenze dei clienti del settore Automotive Supplier per i quali gestisce attività di
logistica e distribuzione prodotti. Con il “Pick By Light”
Artoni intende offrire ai clienti un servizio a valore aggiunto, altamente personalizzato, che si adatta alle singole esigenze logistiche: il processo di allestimento del
kit, ingegnerizzato seguendo le metodologie della lean,
prevede che l’operatore di magazzino sia guidato in tutte le attività di prelievo attraverso la sequenziale accensione di un indicatore luminoso munito di display ed un
tasto di accettazione. La sequenza e le quantità di componenti da prelevare, segnalate dal sistema, variano in
funzione dei lotti di kit che il cliente comunica ad Artoni
attraverso l’integrazione dei protocolli di comunicazione
per lo scambio dati EDI.
EMAK
Il Consiglio di Amministrazione di Emak ha approvato all'unanimità l'operazione che prevede l’acquisizione, dalla
controllante Gruppo Yama, del 100% del Gruppo Comet, del Gruppo Tecomec, di Sabart e di Raico, per un
prezzo complessivo pari a 82,7 milioni di euro, da finanziarsi per la maggior parte attraverso un aumento di capitale pari ad un importo massimo di 58 milioni di euro, offerto in opzione agli azionisti. L’operazione si inquadra
nella strategia di crescita del gruppo Emak, dando vita
ad un polo industriale che integra importanti realtà leader
nell’ambito delle macchine, degli accessori e della componentistica per i settori giardinaggio, forestale, agricoltura e industria. Il progetto consentirà un significativo aumento della dimensione del Gruppo, fattore chiave di
successo per competere nei mercati internazionali; l’ampliamento dell’offerta di prodotti e servizi nel settore
macchine, accessori e componentistica per giardinaggio, forestale, agricoltura e industria con elevato posizionamento competitivo in alcuni segmenti specifici; significativi benefici derivanti da opportunità di cross-selling
sulla rete e sulla clientela, facendo leva sulla copertura
distributiva del gruppo integrato sui mercati internazionali. A questi si aggiungono poi l’opportunità di integrare le
risorse tecnologiche, produttive e manageriali delle rispettive aziende, con un impatto positivo sull’efficienza
operativa, ed una maggiore flessibilità finanziaria a livello
di gruppo a supporto dei progetti di crescita sia organica che per linee esterne in segmenti caratterizzati da elevata attrattività del business e redditività.
G3
G3 ha lanciato sul mercato un nuovo prodotto: la railing
roof bar. Si tratta di un sistema di portaggio per automobili adatto a tutti i veicoli che dispongono di barre railing (o longitudinali) sul tettuccio. Il nuovo prodotto marchiato G3 punta tutto su stile e design completamente
made in Italy oltre che sui tempi di installazione del prodotto: il più rapido e semplice in commercio. L’unico
che si monta in una manciata di minuti senza l’uso di
utensili. Il nuovo prodotto consente all’azienda di Montecavolo di completare così la propria gamma e di affacciarsi su un mercato in cui ad oggi non era ancora presente.
WARRANT GROUP
Dall’esperienza di Warrant Group, società specializzata
in consulenza finanziaria, internazionalizzazione, trasferi-
mento tecnologico e risorse umane, è nata Warrant Online, un nuovo interlocutore nel campo della consulenza
finanziaria online. In un panorama economico che richiede alle imprese che vogliano accedere alle risorse bancarie e non, la capacità di comunicare le attività e i progetti su cui si vuole investire, Warrant Online permette
di acquisire diverse competenze finanziarie: dall’analisi
di bilancio all’elaborazione del rating aziendale, dal business plan alla valutazione d’azienda o del singolo investimento, al reperimento di contributi attraverso gli strumenti della finanza agevolata. Grazie a una piattaforma
tecnologica all’avanguardia con interfaccia utente estremamente semplice, veloce e intuitiva, Warrant Online è
in grado di offrire ai propri clienti una consulenza altamente qualificata a costi contenuti e in tempi estremamente rapidi. Senza rinunciare all’alto valore aggiunto
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Imprese Reggiane
Imprese Reggiane
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la possibilità di migliorare il loro italiano, concedendo
quaranta ore di formazione completamente retribuite come ore straordinarie. Un'iniziativa organizzata con il sostegno di "Fondimpresa", in collaborazione con CIS,
Scuola per la gestione d’impresa. "Se i lavoratori sviluppano meglio la loro comprensione e padronanza linguistica – ha aggiunto Alessandro Negri, direttore dell'azienda - è chiaro che saranno in grado di gestire con
più responsabilità tutte le regole e gli adempimenti necessari relativi alla salute e alla prevenzione di incidenti
e infortuni". L'azienda ha infatti investito tempo e risorse
con l'obiettivo di elevare la qualità della vita al suo interno: ha già ottenuto la certificazione ISO I4001 (relativa
alla qualità del lavoro e dell'ambiente), e con questo
nuovo progetto confida di ottenere anche la certificazione sulla sicurezza, OHSAS 18001. Se vi riuscisse, sarebbe la prima azienda tra le piccole e medie industrie
della bassa reggiana a possederle entrambe.
BREVINI
Nel 2011 la holding industriale Brevini Group crescerà
fino a 430 milioni di fatturato consolidato, realizzato soprattutto all’estero. La controllata Brevini Power Transmission prevede di fatturare 315 milioni di euro, che
segnano un aumento del 22% rispetto ai 257 milioni del
2010. “Siamo di fronte a segnali ancora discontinui –
spiega il presidente Renato Brevini – ma i primi sei mesi
del 2011 hanno dato risultati migliori rispetto al budget.
Abbiamo ottenuto commesse per la costruzione di infrastrutture in Cina, per impianti minerari in Brasile e per
installazioni marine in Olanda.” La holding industriale
Brevini rafforza inoltre gli investimenti nelle energie rinnovabili e annuncia l’entrata in funzione di una gigantesca unità di collaudo da 6,4 MW per testare le trasmissioni meccaniche dei generatori eolici, nello stabilimento Brevini Wind in Germania.
GEAR.IT
GEAR.it, sempre focalizzata nello sviluppo di applicazioni e soluzioni innovative su terminali mobili e telefonici, è
tra le aziende qualificate da Movincom, il Consorzio nazionale di esercenti interessati a sviluppare il canale di
vendita mobile attraverso il sistema di acquisto e pagamento in mobilità chiamato bemoov. L’azienda propone
infatti ai consorziati le proprie piattaforme di mobile
ticketing e di mobile couponing, offrendo così la possibilità di effettuare acquisti dal proprio telefono cellulare
o tablet in completa libertà e sicurezza.
BEMA
BEMA, specializzata nella produzione di sistemi robotizzati per fasciatura pallet con film estensibile per i settori
beverage, food e tissue, ha introdotto importanti novità
relativamente alla gamma di avvolgitori Silkworm, pro-
dotti altamente tecnologici grazie ai quali è diventata una
realtà affermata sul mercato internazionale. I sistemi
Silkworm (LS, per linee produttive a media cadenza, e
turbo, dotato di robot antropomorfo per linee ad alta cadenza, con output da 70 a 160 Euro-pallet/ora e da 80 a
190 Demi-pallet/ora) sono dotati di una testa di fasciatura che garantisce elevate performance in termini di qualità e un’altissima velocità produttiva. Al fine di raddoppiare l’autonomia operativa, tutti i modelli della gamma
possono essere dotati di cambio automatico della testa
di fasciatura ed equipaggiati con bobine di 60 kg.
SERIGRAFIA 76
Serigrafia76 compie 35 anni. La storica azienda di Montecchio Emilia, leader nella stampa di decorazioni adesive per le grandi industrie, a settembre ha festeggiato il
suo anniversario aprendo le porte della storica sede a
dipendenti, clienti, fornitori e partner. Un evento importante che è stata anche l’occasione per apprendere
strategie di business vincenti attraverso il parere di
esperti del campo. Quello di Serigrafia 76 è un successo determinato da un lato dalla capacità di andare incontro alle esigenze dei propri interlocutori aprendosi a
nuovi mercati ed esportando i propri prodotti verso l’estero, dall’altro dall’attenzione rivolta a chi lavora al suo
interno. L’azienda crede infatti nella forza e nella qualità
del lavoro femminile: su trenta dipendenti, ventisei sono
donne. E proprio nella consapevolezza delle esigenze di
chi assolve al duplice ruolo di proprie mamma e lavoratrice, l’azienda ha messo a disposizione una babysitter a
domicilio che limita i casi di assenteismo indiretto, evitando così ritardi nella produzione.
DUMAS – INT. EX.
Il lancio nella primavera scorsa del nuovo assetto societario di Dumas, da cui è nata l’attuale ragione sociale
INT. EX srl, ha coinciso con nuovi importanti investimenti. Nell’intento di allestire spazi espositivi con soluzioni
progettuali sempre più in linea con le aspettative del
cliente, INT. EX. ha dotato il proprio reparto creativo di
nuove postazioni di lavoro hardware e software equipaggiate con applicativi molto versatili. Grazie alla nuova tecnologia, i progettisti INT. EX. possono contare
non solo su uno strumento molto flessibile che stimola
la loro inventiva, ma anche su un mezzo potente grazie
al quale è possibile ottimizzare gli spazi espositivi in modo più razionale realizzando progetti di più facile lettura.
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Imprese Reggiane
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del contatto umano: l’erogazione del servizio finale di
analisi del report, infatti, avverrà tramite condivisione tra
utente e consulente in web conference call. Infine, la validazione del processo elaborativo e di analisi della piattaforma di Warrant Online, oltre che dei meccanismi di
interfaccia con l’utente da parte del Dipartimento di
Scienze e Metodi dell’Ingegneria dell’Università di Modena e Reggio Emilia, garantisce sia l’assoluta affidabilità e sicurezza del sistema che l’alta qualità delle pratiche stesse.
BMR
Tra i fiori all’occhiello dell’impiantistica italiana per la
produzione ceramica emerge BMR, azienda da oltre 40
anni leader nelle tecnologie per il fine linea per la produzione di piastrelle ceramiche, operativa con circa 65 dipendenti dislocati tra la sede di Scandiano (RE) e lo
stabilimento dedicato alla realizzazione di lucidatrici di
Schio (VI).
L’azienda guidata da Paolo Sassi, che genera il 45% del
suo fatturato dal distretto ceramico italiano, ha chiuso il
2010 con un turnover di oltre 20 milioni di euro, +8,7%
rispetto al 2009. Un trend che pare confermarsi anche
nel 2011, con un +27% nei primi 7 mesi. Tra le referenze di BMR vi sono i maggiori gruppi ceramici italiani e
internazionali, soprattutto nei mercati della Russia, del
Brasile e del Far East asiatico. Quest’ultima area, fino
ad oggi a quasi esclusivo appannaggio della concorrenza cinese, sta mostrando un importante trend di crescita, ad ulteriore conferma del primato tecnologico dell’azienda italiana.
CASALI VITICULTORI
Produrre vini sempre più di qualità e privi di difetti, valorizzare nel modo migliore il binomio uva-territorio e massimizzare la soddisfazione dei clienti. È con questi obiettivi che Casali Viticultori, storica cantina di Pratissolo di
Scandiano, ha avviato all’inizio dell’anno una collaborazione con l’enologo toscano Luca D’Attoma, che da
gennaio affianca Iacopo Giannotti. Vero e proprio “guru”
dell’enologia, il consulente è stato scelto per la sua
esperienza sui vini frizzanti e spumanti e per il successo
delle collaborazioni con altre aziende Italiane (Le Macchiole, Duemani, Castelvecchio, Tuarita, ecc.) ed emiliane come Villa di Corlo e Opera02. Oltre a contribuire all’affinamento dell’attuale parco vini, D’Attoma e Gainnotti lavoreranno allo sviluppo di nuovi prodotti basati su
uve autoctone del territorio reggiano.
I primi risultati di questo lavoro si faranno sentire già nei
prodotti della vendemmia 2011, che si preannuncia di
alto livello qualitativo, con un buon bilanciamento tra
acidità e dolcezza.
NETMADE
Netmade, la Rete di Imprese reggiane del settore Gomma Plastica, continua la propria presentazione sul mercato. Dopo il suo debutto alla fiera MecSpe, avvenuta a
Parma in marzo, questa volta Netmade si spinge al di
fuori dei confini nazionali per presentarsi in un mercato
importante ed in espansione come quello tedesco. E’
presente con un proprio stand a FAKUMA, importante
fiera del settore a livello mondiale, a Friedrichshafen,
Germania, dal 18 al 22 ottobre 2011.
CREATTIVITÀ
La volontà di alcuni imprenditori di dare vita ad una lavanderia self-service completamente diversa dalle lavanderie ad oggi presenti sul territorio ha permesso a
Creattività, agenzia di comunicazione, di seguirne l’allestimento, l’arredamento, il lancio e la comunicazione in
modo diversamente creativo. L’agenzia ha creato assieme ai titolari un concept di lavanderia nuovo, trasformandola in un luogo grazie alla riprogettazione e alla cura degli spazi, come l’area bambini e l’area ristoro, o di
attività e servizi, quali la possibilità di navigare in internet
e guardare la televisione. Da questi spunti, Creattività
ha dato visibilità al lancio, la pre-inaugurazione (avvenuta il 31 agosto al mercato di Correggio) e l’inaugurazione del 3 settembre con diversi strumenti: innanzitutto
una campagna teaser che annunciasse la sua apertura,
seguita dalla produzione di depliant illustrativi che presentassero l’attività e le sue particolarità ai cittadini, oltre alla produzione di gadget personalizzati.
ERREVI SYSTEM
Il 2011 si conferma sempre di più come un anno di successi per Errevi System, società reggiana operante in
ambito ICT e specializzata nell'ottimizzazione dei data
center aziendali e nello sviluppo di applicativi web. L’importante incremento di fatturato registrata nel primo semestre 2011 è andata di pari passo con la crescita di
competenze e certificazioni che hanno portato Errevi
System ed essere un partner di riferimento in Emilia Romagna per molti vendor del panorama IT internazionale.
Come suggello di questi risultati, Errevi System è stata
premiata da EMC², azienda leader mondiale nelle soluzioni e tecnologie per la gestione delle informazioni, come “top new partner of the year” in occasione dell’EMEA Partner Conference 2011 tenutasi in Grecia. Erre-
vi System si prepara ora ad affrontare nuove sfide in Lombardia, dove
ha recentemente inaugurato una filiale con sede a Bergamo, e pianifica un autunno ricco di iniziative di
approfondimento gratuite, rivolte a
tutte le aziende che desiderano ottimizzare i propri sistemi informativi e
processi aziendali, per trarre un vantaggio concreto nel loro business.
FOLETTIEPETRILLODESIGN
È la passione per i motori a mettere
in moto la creatività e la competenza dell’agenzia di Reggio Emilia.
Dal 1995, Folettiepetrillodesign
progetta e realizza strumenti di comunicazione innovativi che integrano pubblicità, relazioni pubbliche,
marketing, design, web e nuove
tecnologie. Grazie all’incessante
attività di ricerca e sviluppo, realizzata internamente, l’agenzia propone nuovi strumenti progettati ad
hoc, specialmente per l’industria
meccanica. Nel tempo, il know-how
di Folettiepetrillodesign è stato
scelto da alcune delle più importanti aziende dei settori automotive
e food oltre che da diverse realtà
del terziario. L’agenzia ha lavorato
per: Aprilia, Ducati, Maserati, Grimeca, D.i.d., Nestlé, Alce, Zivan,
NWNeri, A.C.T. (Azienda Consorziale Trasporti) di Reggio Emilia,
Confcommercio di Reggio Emilia,
Comune di Reggio Emilia, Bellamia, White Force Eurovo, Rudolf
Keller.
ISI PLAST
Nel mese di agosto ha preso vita il
nuovo capannone in cui ha sede il
reparto produttivo di Isi Plast Spa.
La nuova struttura, più moderna e
innovativa, è stata costruita sopra a
quella esistente, demolita solo a la-
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Imprese Reggiane
Imprese Reggiane
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Soddisfare le esigenze del cliente è il motore che ha generato costantemente le scelte strategiche di INT. EX.
ed anche in questa occasione l’impegno è quello di fare
un altro passo per anticipare le richieste provenienti da
un mercato in continua evoluzione.
offerti al mercato. “L’Australia è un mercato orientato
verso i marchi di alta gamma e le aspettative dei consumatori verso i prodotti di questo tipo sono elevate”, ha
dichiarato Mario Ribolla, direttore vendite export di Argo
Tractors. “Storicamente, la domanda di prodotti Landini
in Australia è sempre stata importante. Ora, con due importatori esclusivi, ci sarà l’opportunità di distribuire i
trattori Landini in modo nuovo e più efficace". “Le nostre aree geografiche di competenza sono molto differenti, tuttavia le nostre aspettative e gli obiettivi di crescita sono identici” hanno sottolineato Marin Zuvela e
Max Allan, managing directors di Western e D&D Machinery. “Saremo orientati al prodotto e concentrati sullo sviluppo di una rete di rivenditori specializzati capaci
di offrire un sevizio eccellente all’utente finale prima e
dopo l’acquisto dei trattori Landini”.
MEMAR MONTEASSEGNI
a realizzare quello che da tempo era un importante
obiettivo: l’ammodernamento strutturale della propria
azienda. La nuova costruzione è stata realizzata con
tecniche e materiali all’avanguardia che garantiranno ai
dipendenti dell’azienda un luogo di lavoro migliore. Isi
Plast inoltre potrà sfruttare il maggiore spazio ora a disposizione per introdurre macchinari e attrezzature che
snelliranno e velocizzeranno i tempi di produzione garantendo gli elevati standard qualitativi che l’azienda
persegue da sempre.
ARGO TRACTORS
Argo Tractors annuncia un nuovo modello distributivo
per i trattori Landini in Australia.
A partire dall’1 Agosto 2011 la distribuzione dei trattori
Landini è affidata a due importatori: Western Ag Pty Ltd
con sede a Kewdale per la distribuzione dei trattori Landini in Western Australia e D&D Machinery Pty Ltd con
sede a Griffith N.S.W. per la distribuzione dei trattori
Landini nel resto del continente australiano. Questo accordo rappresenta per Western e D&D Machinery un’ottima occasione per diventare il punto di riferimento per
la distribuzione dei trattori Landini sul mercato australiano. I rivenditori Landini in Australia attuali e quelli nuovi
vedranno immediatamente i benefici dei migliori servizi
Memar Monteassegni Spa, leader nazionale nei servizi
per la gestione documentale, è diventata business partner per la distribuzione e la integrazione di ARXivar, il più
moderno e flessibile sistema di gestione delle informazioni aziendali e di work flow management. Memar Monteassegni opera nel mercato dal 1971 e la tradizionale
offerta di servizi di rilevazione, elaborazione e archiviazione si è evoluta ed estesa nell’area della Gestione Elettronica Documentale(GED) e nel Business Process Outsourcing (BPO). Questo consente a Memar Monteassegni di essere uno tra i pochi attori in grado di coprire internamente l’intera filiera e risolvere ogni esigenza relativa alla Gestione Documentale.
La gestione non efficiente della documentazione risulta
essere per le aziende un corposo costo ed una grave
sacca di inefficienza organizzativa. Affidare, attraverso un
sistema di Business Process Outsourcing, la gestione
documentale ad un partner specializzato congiuntamente all’utilizzo di un prodotto innovativo come ARXivar,
non vuol dire solo riduzione dei costi, ma anche attivare
una politica capace di massimizzare l’efficienza interna,
ottimizzare i processi aziendali e valorizzare le risorse
umane. L’introduzione di ARXivar nel folto ventaglio dell’offerta è stato per Memar Monteassegni un particolare
successo. È infatti grazie allo sviluppo e la distribuzione
di nuovi progetti e prodotti IT che Memar Monteassegni
rimane azienda leader nel settore mantenendo da anni
gli standard dettati dalle certificazioni del sistema qualità
e sicurezza aziendale (UNI EN ISO 9001:2008 e ISO
IEC 27001:2005).
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Imprese Reggiane
Imprese Reggiane
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voro ultimato. Il progetto, studiato da tempo nei minimi
dettagli, è partito circa un anno fa quando sono iniziati
i primi lavori in preparazione a questo evento. Nell’ultimo anno si sono susseguiti vari step, con tempistiche
ben calcolate, che hanno preparato la vecchia struttura ad accogliere quella nuova. Isi Plast è riuscita così
Navigare prosegue nel percorso di apertura di negozi
monomarca in Italia ed all’estero. Segna un nuovo passo definendo l’apertura, prevista per ottobre, in un luogo
dotti. Il classico incarto trasparente che ha contraddistinto fino ad oggi la celebre Ciambellina Ilaria, nella variante classica, integrale e con gocce di cioccolato, è
stato sostituito con una confezione moderna nel materiale ma dalla grafica retrò, a testimoniare da un lato la
qualità e la genuinità delle materie prime attentamente
selezionate, dall’altro la tradizione e la caratteristica
bontà del prodotto. Una scelta importante quindi, che
ha voluto premiare con una nuova immagine 50 anni di
storia aziendale.
NETRIBE GROUP
simbolo della moda italiana nel mondo: Milano e precisamente in corso Venezia 8. La location è la cornice
ideale per la prossima apertura del monomarca Navigare, in cui l’azienda coglierà l’occasione per presentare il
rinnovato layout che caratterizzerà tutte le nuove aperture. Un layout che non punta all’eccesso ma che vuole
caratterizzarsi per stile italiano, tradizione e qualità. Elementi che contraddistinguono i prodotti Navigare.
BISCOTTIFICIO ORLANDINI
Il Biscottificio Orlandini, storica azienda alimentare di
Reggio Emilia, ha cambiato il packaging dei propri pro-
Il Gruppo Netribe prosegue nel processo di incremento di segmenti di mercato e consolidamento delle competenze aziendali, acquisendo la maggioranza di Kalimera Srl. Agenzia di comunicazione multimediale e multidisciplinare, attiva dal 1996, Kalimera ha conquistato
nel tempo un importante posizionamento nel settore
della grafica applicata, del video e della corporate ID e
dell’ADV, lavorando per marchi nazionali e internazionali,
sviluppando progetti per aziende quali il gruppo Max
Mara, Coca Cola, Kellog’s, Vodafone, Absolut Vodka,
Breil e Geox. Da Gennaio 2011 l'agenzia si occupa a
360° della comunicazione di Marazzi Group. Anche
quest’anno, come già lo scorso, ha progettato lo spazio
‘Costruire Abitare Pensare’ di Confindustria Ceramica
al CERSAIE di Bologna. Netribe Group porta così a
cinque le aziende controllate: Netribe Srl (Digital Communication & Software Engineering), Kalimera Srl (Strategy & Print and New Media Design), Xanten Srl (System integrator), Dynavision e Acqua Omnia (Microsoft
ERP solution). Kalimera rafforza e qualifica l’offerta di
Netribe Communication, la divisione specializzata in servizi integrati per la digital identity, la web presence e la
gestione dei contenuti, oltre che in soluzioni di ebmarketing e Mobile Application. In questi giorni Netribe è inoltre presente all’interno della mostra “Denaro e bellezza.
I banchieri, Botticelli e il rogo delle vanità”, in programma a Palazzo Strozzi (Firenze, fino al 22 Gennaio 2012),
dove ha progettato e prodotto l’installazione multimediale che accompagna lo spettatore alla scoperta del sistema bancario fiorentino del XV secolo.
SARCIA T. AND T.
Sarcia T. and T., concessionaria Iveco, ha consolidato la
sua ormai storica partnership con Car Server, azienda
player in Italia nel noleggio a lungo termine di autoveico-
li, attraverso la vendita di automezzi industriali allestiti.
Ben 20 veicoli Iveco Ecodaily 60c15, attrezzati con furgone isotermico e completi di gruppo frigorifero, sono
stati consegnati da Sarcia a Gieffe, azienda del gruppo
Car Server. Una mission difficile: grazie alla collaborazione con Sarcia si é riusciti a personalizzare l'Iveco Ecodaily con allestimenti complessi e perfettamente idonei
alla richiesta della ditta utilizzatrice. Un altro successo di
Car Server che con Sarcia e Iveco può vantare, quindi,
anche queste soddisfazioni: la fornitura in un settore delicatissimo come quello della distribuzione alimentare.
SEDOC
Sedoc Digital Group ha sottoscritto un accordo con
SAP – multinazionale europea per la produzione di
software con 76mila clienti nel mondo – per mettere a
disposizione delle piccole e medie aziende Business
One, un gestionale innovativo per automatizzare il ‘governo’ dell’azienda su tutti i fronti, dalla contabilità al ma-
gazzino, dalla produzione all’analisi finanziaria passando
per il monitoraggio del budget. La collaborazione tra
Sedoc e SAP è attiva con successo già da alcuni anni,
concentrandosi principalmente su Business Object, un
software per il controllo di gestione e per il monitoraggio degli andamenti aziendali. Grazie all’accordo sottoscritto, Sedoc Digital Group può oggi proporre ai propri
clienti una delle migliori soluzioni gestionali presenti sul
mercato, specifica per le PMI. “Alle spalle di questo
strumento – spiega Leonardi, presidente SDG – c’è
una multinazionale che investe sul prodotto per migliorarlo costantemente. Scegliere SAP Business One vuol
dire avere la garanzia di poter contare su un prodotto
sempre aggiornato e innovativo, che noi ci impegniamo
a implementare, profilandolo in modo ideale per le imprese che lo sceglieranno“. Sedoc Digital Group vanta,
infatti, una grande esperienza in questo ambito. Le competenze acquisite in oltre 600 installazioni permettono
di affrontare con serenità anche le implementazioni più
sofisticate.
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Imprese Reggiane
Imprese Reggiane
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NAVIGARE
Siti B&T Group di Formigine ha firmato un contratto per
una importante commessa acquisita dalla divisione tile
del gruppo con industrie ceramiche Piemme Spa, azienda di Spezzano di Fiorano con diversi stabilimenti in
provincia di Reggio Emilia. La firma è avvenuta durante
una cerimonia nella sede della Piemme, dei due storici
presidenti delle due aziende in riferimento, Fausto Tarozzi per Siti-B&T e Francesco Zironi per Piemme, un traguardo importante coronato anche dal fatto che entrambe le società festeggeranno a breve il raggiungimento
dei 5O anni di attività. Entrambi i presidenti hanno sottolineato l'importanza della realizzazione del progetto riguardante l'ammodernamento dello stabilimento di Solignano, che si articolerà in due anni (2011 - 2013) e che
sarà il lavoro più importante e rilevante in programma in
questo momento nel distretto ceramico, oltre a rappresentare una solida realtà con possibili prospettive di lavoro. Queste le caratteristiche principali del progetto:
due forni a rulli monocanale dotati di moderni sistemi di
recupero calore che permettono la riduzione del consumo di metano, quattro presse idrauliche e altrettanti es-
pone l'impianto, vale a dire allarmi, conteggio produzione, consumi e fermi macchina.
STUDIO TRE
STUDIO TRE Srl, a estensione del proprio sistema gestione qualità certificato ISO 9001:2008, ha ottenuto
anche la certificazione secondo la norma UNI EN
15038:2006. La UNI EN 15038:2006 è una norma europea specifica per i centri di traduzione che “riguarda il
processo principale di traduzione e tutti gli altri aspetti
correlati coinvolti nell’offerta del servizio, inclusi il controllo di qualità e la rintracciabilità”. Ne specifica i requisiti, con riferimento alle risorse umane e tecniche, alla
gestione della qualità e del progetto, al contesto contrattuale e alle procedure del servizio. La norma indica
inoltre con precisione le competenze e i requisisti professionali di tutti coloro che verranno impiegati nel processo di traduzione, indicati come traduttori, revisori
specialisti, revisori e correttori di bozze. Un centro di
traduzione dotato di certificazione UNI EN-15038:2006
offre garanzie di applicazione della norma stessa, senza
necessità di particolari verifiche da parte del cliente.
TECNOELETTRA
Tecnoelettra Srl, dal 1985 impegnata nella ricerca e sviluppo di soluzioni innovative rivolte a "I beni più preziosi
dell'universo", i settori dell'energia e dell'acqua, ha sviluppato un nuovo controller denominato TE808hybrid.
Questo strumento ha lo scopo di controllare e gestire i
sistemi ad energia rinnovabili come generatori con banco batterie e generatori con banco batterie e pannello
solare. Il controller oltre ad effettuare tutta la gestione
permette di monitorarne i costi ed i consumi.
BELTRAMI REAL ESTATE
siccatoi orizzontali, l'impianto di movimentazione comprendente quindici veicoli LGV a guida laser e l'impianto
di stoccaggio. L'impianto è dedicato alla produzione di
porcellanato smaltato con supporto colorato ed è stato
dimensionato per produrre formati da 300x300 millimetri fino 900xl200. Completa la fornitura Unico, il sistema
di raccolta dati, appositamente personalizzato conformemente alle esigenze di Ceramiche Piemme, che consentirà l'analisi quantitativa di ogni macchina che com-
A seguito della sentenza del Tribunale di Reggio Emilia
che ha risolto positivamente il contenzioso in atto per la
società immobiliare reggiana Beltrami Real Estate, dopo
un anno di attesa, riprenderanno i lavori di manutenzione al tetto dell’immobile di proprietà nel Comune di
Gualtieri, completandolo con la realizzazione di un importante impianto fotovoltaico. L’investimento che Beltrami Real Estate si accinge a realizzare nell’ambito delle energie rinnovabili avrà una dimensione di 1 Mwp ca.
e sarà uno dei più importanti impianti a tetto in tutta Italia. Grazie a questo intervento la società potrà coniuga-
re molteplici esigenze fra loro non
sempre compatibili: ambientali (rimozione dell’eternit e riduzione delle
emissioni nocive in atmosfera), di
politica energetica (minore dipendenza dai combustibili fossili), sociali (maggiore occupazione), edilizie
(riqualificazione urbanistica) e naturalmente aziendali (redditività).
UMANA
La seconda metà del 2011 si apre
in segno positivo per l’agenzia per il
lavoro Umana: nel periodo compreso da gennaio a luglio la società ha
infatti registrato un aumento delle
proprie missioni presso aziende reggiane pari al 44% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
“Fin dall’inizio della nostra attività
abbiamo voluto proporci non come
semplici fornitori, ma come consulenti e partner dei nostri clienti: uno
‘stile Umana’ che, anche in un periodo complesso come quello attuale,
ci sta dando delle soddisfazioni”
comment a la vicepresidente di
Umana Maria Raffaella Caprioglio.
“La maggior parte dei nostri inserimenti a Reggio Emilia si sono svolti
nel settore metalmeccanico, nei servizi alla persona, nella produzione
alimentare e nel commercio retail”.
Umana offre servizi di somministrazione a tempo sia determinato che
indeterminato (staff leasing), outplacement e formazione. E’ presente,
nella nostra provincia, con le filiali di
Reggio Emilia, Reggiolo e Sant’Ilario d’Enza.
10PERCENTO
Continua intensamente l’attività di
Kapitalgreen, la divisione interna
della società 10PE RCE NTO Srl
specializzata nella pianificazione e
razionalizzazione degli investimenti
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Imprese Reggiane
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CERAMICHE PIEMME
classici finanziamenti e mutui pubblici, al fine di permettere alla Pubblica Amministrazione di perseguire i giusti
Progetti di Sviluppo Sociale e Territoriale di cui si è dotata. Kapitalgreen si rivolge pertanto a tutti i fornitori
della Pubblica Amministrazione che intendono pianificare qualsiasi tipo di investimento offrendo soluzioni finanziarie trasparenti, oltre ad una qualificata consulenza nella fase di approccio e partecipazione ai bandi di
gara.
COMER INDUSTRIES
L’analisi delle prestazioni di un nuovo sistema semi-attivo per il controllo delle barre falcianti è l’oggetto del
lavoro preparato da Paolo Codeluppi del Centro Ricerche di Meccatronica di Comer Industries di Reggiolo in collaborazione con i ricercatori C. Bisaglia e
M. Cutini dell’Unità di ricerca per l’ingegneria agraria
del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in
agricoltura.
La memoria è stata selezionata per il convegno dal titolo “Gestione e Controllo dei Sistemi Agrari e Forestali”, a Belgirate (Lago Maggiore) dal 22 al 24 settembre. Lo studio ha analizzato in particolare il sistema
AJC (Active Jump Control) di controllo semi-attivo della posizione della barra di taglio applicato ad una falciacondizionatrice trainata, messo a punto da Comer
Industries. In esso è stato evidenziato che il sistema
meccatronico realizzato può essere installato su falciacondizionatrici di serie, con modifiche limitate per entità e costi, consentendo di migliorare l’adattabilità della barra alle ondulazioni del terreno.
Il sistema di ammortizzatori elettroidraulici, gestiti elettronicamente, ha consentito di facilitare la ripresa del
profilo dopo il superamento degli ostacoli smorzando i
rimbalzi ed ha permesso di incrementare la capacità di
lavoro, a parità di capacità di adattamento al profilo
del terreno. Il sistema di controllo semi-attivo su operatrici evolute offre infine la possibilità di elevare le
prestazioni quali-quantitative delle operazioni di falciatura: ridurre i tempi di raccolta, sfruttare il miglior stadio di sviluppo delle colture e avvantaggiarsi di condizioni meteorologiche favorevoli. Il sistema meccatronico AJC di Comer Industries, già premiato come ‘Novità tecnica all’esposizione internazionale della meccanizzazione agricola Eima 2010’, è la prima soluzione in
campo agricolo a controllo retroazionato per la gestione delle irregolarità superficiali degli appezzamenti in
lavorazione.
BLULINK
Importanti eventi per Blulink. Il primo a Pordenone il 6
ottobre dal titolo “D.Lgs. 231/01- Responsabilità amministrativa e penale dell'impresa: sentenze, orientamenti e linee operative” organizzato con la collaborazione di Apindustria di Pordenone, TUV Nord e Rete Impresa. Obiettivo della giornata è una panoramica sull’applicazione dello standard OSHAS 18001:2007 e le
sue interconnessioni con il D.Lgs. 231/01 e contestualmente presentare strumenti per la semplificazione
fluida anche nei Processi…con (la) Qualità”. All’incontro è presente la direzione aziendale di Galtech Spa
che, illustrando la propria esperienza, permetterà di conoscere il modello organizzativo e gli strumenti informatici a supporto dei processi aziendali con particolare attenzione alla gestione fornitori (controllo qualità), gestione problem solving e indicatori di performance che
ha portato l’azienda ad un percorso di costante miglioramento. Iniziano inoltre i preparativi per la seconda
edizione di “Quality for Italy – Italy for Quality” evento
organizzato da Blulink in occasione della Giornata
Mondiale della Qualità che ha l’obiettivo di condividere
idee, pareri e spunti di riflessione. Durante la giornata
si susseguiranno diversi interventi di relatori di Blulink,
Tuv Nord, Gruppo Galgano, ed esponenti del mondo
accademico che cercheranno di offrire una panoramica
sulla situazione del contesto economico e sul ruolo della Qualità.
REDOX
delle cogenze normative. Il 27 ottobre a Reggio Emilia
presso la sede di Industriali Reggio Emilia è inoltre organizzato l’incontro dal titolo: “L’azienda oleodinamica:
Redox Srl opera nel campo della progettazione elettronica, prototipazione e assemblaggio di apparecchiature
elettroniche conto terzi. Grazie alle due linee automatiche per il montaggio dei componenti, è in grado di offrire in tempi rapidi campionature e lotti di produzione di
schede elettroniche, con la possibilità di un collaudo parametrico eseguito con banchi automatici. Dotata di
personale altamente qualificato, Redox dispone di oltre
200 strumentazioni elettroniche sofisticate che consentono di fare continui investimenti nella ricerca e nello
sviluppo e di avere una elevata capacità di risposta e di
personalizzazione alle esigenze dei clienti. L’azienda ha
da poco attivato un nuovo servizio che prevede l’applicazione in ambito professionale della tecnologia Bluetooth. Grazie a questa tecnologia, conosciuta maggiormente nel campo consumer, è in realtà possibile gestire
sensori ed attuatori remoti per oltre un anno, con una
piccola batteria. Le applicazioni innovative che risparmiano l’uso di cablaggi, spaziano dalla agricoltura agli
impieghi industriali, alle applicazioni di sicurezza e di riservatezza sui dati sensibili.
Redox è azienda che dispone di un sistema di certificazione di qualità ISO 9001:2008 ed è qualificata come
laboratorio nell’Albo del Laboratori di Ricerca del Ministero dell’Università e della Ricerca. La mission aziendale è quella di fornire prodotti “chiavi in mano” ai clienti,
gestendo tutte le fasi dei processi di progettazione di
design industriale e di produzione.
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Imprese Reggiane
Imprese Reggiane
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della Pubblica Amministrazione. La consulenza è orientata alla partecipazione a gare pubbliche di opere quali
scuole, impianti sportivi, parcheggi, cimiteri, pubblica illuminazione, etc. finanziate in maniera non convenzionale, cioè a mezzo leasing, project financing o concessione. La struttura si è particolarmente specializzata nel
fornire a tutte le imprese interessate un’attività di consulenza integrata (tecnica, finanziaria, assicurativa, fiscale,
legale) nel settore delle energie rinnovabili, (fotovoltaico,
eolico, biomasse, termico, geotermia, cogenerazione,
ecc.) del risparmio energetico (efficienza energetica, illuminazioni led, ecc.) e della riqualificazione ambientale.
Il team di Kapitalgreen è costituito da professionisti con
significative esperienze multidisciplinari che operano in
stretta sinergia con tutti gli attori del settore. Nel pianificare il finanziamento delle opere pubbliche per conto
delle Pubbliche Amministrazioni, l’obiettivo è quello di
realizzare l’opera, mantenendo il bilancio dell’ente all’interno dei parametri del ‘patto di stabilità’. L’attività di Kapitalgreen è quella di individuare le valide alternative, ai
Articolo di copertina
ASSEMBLEA GENERALE 2011
Articolo di copertina
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Articolo di copertina
di Massimo Sesena
Il 21 giugno scorso il Teatro Municipale “Valli” di Reggio Emilia è stato per un
nuovo anno la cornice dell’Assemblea Generale di Industriali Reggio Emilia,
tradizionale momento di incontro tra gli imprenditori associati e luogo dedicato
al confronto pubblico sui temi di attualità economica e sociale.
Titolo dell’evento di quest’anno è stato “Industrie con le idee”, in riferimento a
quelle filiere di piccole e medie aziende che realizzano trasformazioni, materiali
e immateriali, basandosi sulle idee, la conoscenza e le reti relazionali, da cui dipende la crescita del valore pro-capite prodotto e, con essa, la competitività del
Made in Italy.
La riflessione è stata condotta su questi argomenti, nel tentativo di individuare le
linee evolutive dei principali settori industriali reggiani ed il ruolo del sistema territoriale nella competitività delle imprese, in un contesto in cui la forbice tra la
capacità competitiva delle aziende e quella del Paese si allarga inesorabilmente.
Dopo la relazione di apertura del Presidente di Industriali Reggio Emilia Stefano
Landi, è stata presentata un’anticipazione della ricerca “Scenari di medio termine per l’industria reggiana” realizzata dalla società di consulenza Prometeia.
Alessandra Lanza e Giuseppe Schirone, curatori della ricerca, hanno illustrato alcuni risultati dell’indagine, intervistati dal giornalista Andrea Cabrini, Direttore
di Class CNBS e conduttore dell’evento. Ne è seguito un confronto tra diversi
ospiti, i cui interventi sono stati stimolati e sollecitati da alcune testimonianze video di imprenditori locali.
na fotografia, netta, impietosa, a tratti persino chiusa a qualunque
chiave di lettura ottimistica. Eppoi, una visione, quella sì spalancata sul
mondo che cambia e che può, deve avere la nostra terra come parte
del motore che lo sta facendo mutare. Si potrebbe riassumere così, in
queste due immagini contrastanti, la relazione pronunciata dal Presidente di
Industriali Reggio nel corso dell’Assemblea annuale, del giugno scorso.
Nella fotografia, Landi imprime - senza aggiungere né togliere alcunché - la
forza di chi, da imprenditore e da rappresentante di un pezzo di società,
tocca con mano lo stato di salute del Paese e del territorio in cui gli industriali reggiani sono ad operare.
U
STEFANO LANDI
Presidente
Industriali
Reggio Emilia
LA FOTOGRAFIA
Dopo aver ricordato le quattro direttrici già enunciate nel discorso della prima assemblea da presidente (la visione di un sistema industriale che deve
rimanere il motore dello sviluppo locale; la centralità del capitale umano; il
ruolo delle idee e dell'innovazione; la necessità di pensare lo sviluppo locale
e il nuovo ruolo di Reggio Emilia, a partire da una visione di area vasta), il
Presidente di Industriali Reggio parte dalla constatazione del momento che
Reggio, l'Italia, il mondo stanno vivendo.
“Gli anni che viviamo - ha sottolineato in apertura Landi - richiedono coraggio non solo agli imprenditori ma anche alla nostra comunità e alla politica
che la governa. L’intera società deve mettersi in marcia condividendo con
passione, valori, obiettivi, sacrifici, azioni di solidarietà. Ne abbiamo bisogno” perché in questi ultimi anni “la crisi ha cambiato la mappa planetaria
dell’industria manifatturiera. Dal 2007 al 2010 l’Italia è rimasta schiacciata
tra recessione violenta e ripresa lenta; la nostra economia è passata dal
quinto al settimo posto della classifica mondiale: Corea del Sud e India ci
hanno ormai superati. Ecco cosa accade - ha chiosato il numero uno degli
industriali reggiani - quando non si fanno riforme strutturali capaci di sostenere la produttività, e con essa la competitività”.
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Articolo di copertina
INDUSTRIE
CON
LE IDEE
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Articolo di copertina
ore di Cassa integrazione, che ci ha assegnato un non
invidiabile primato a livello nazionale. Il secondo, è l’aumento della disoccupazione che ha raggiunto il valore
del 5,4%. In poco più di due anni ci siamo allontanati di
due punti dalla piena occupazione e abbiamo cosi visto
crescere apprensione e difficoltà presso un numero significativo di famiglie reggiane”. Entrando ancor più nel
dettaglio, Landi poi sottolinea come “se la perdita di lavoro si è manifestata pressoché interamente nel settore
dei servizi”, per via della riduzione dell’attività economica
questo possiamo affermare che il sistema industriale
reggiano ha tenuto”. Un dato importante, che ha comunque comportato un prezzo da pagare, come sottolinea
subito dopo Landi: “Quella che abbiamo affrontato è, infatti, una stagione senza precedenti, riassunta da due
dati. Il primo, è il raggiungimento del massimo storico di
e della conseguente contrazione dei consumi, l'industria
manifatturiera ha sostanzialmente retto l'urto, grazie agli
ammortizzatori sociali a cui le imprese hanno responsabilmente deciso di fare ricorso.
Invero, superata la fase acuta della crisi, ora le imprese
di casa nostra hanno davanti a se timide prospettive di
ripresa, che si traducono in sfide da raccogliere nel
campo dell'innovazione. Una innovazione che Landi interpreta nella sua accezione più vasta, dall'innovazione
che si traduce in investimenti, all'innovazione che nasce
dal sapere e dalle idee, fino a quella, ritenuta fondamentale, nel campo delle relazioni industriali.
Così, fatalmente si aprono per le imprese di casa nostra
tre fronti, tutti ugualmente impegnativi: quello con le
dustria reggiana è ormai fuori dalla crisi, ma evidenziamo i suoi saldi legami con la ripresa internazionale. Una
prospettiva, quest’ultima, che stiamo affrontando ricorrendo a un credito troppo selettivo. Comprendiamo le
ragioni delle banche, ma siamo molto preoccupati di
fronte al disegno di Basilea 3. Ci sentiamo pertanto di
chiedere agli istituti di credito di evitare l’uso meccanico
e astratto dei modelli di rating, sviluppando, al contrario,
forme di analisi qualitative e, soprattutto, prospettiche.
Per fare questo - secondo il numero uno di Industriali
banche, quello con i sindacati e quello con il territorio e
chi lo governa.
“Il nostro sistema produttivo - ha sottolineato non senza
orgoglio Stefano Landi - ancora una volta, ha dimostrato
la sua solidità fondata su imprese e reti di sub-fornitura
ancorate a grandi filiere globali. Non affermiamo che l’in-
Reggio - è indispensabile che le banche migliorino la loro capacità di comprendere i progetti aziendali. Valutare
la componente qualitativa del credito significa comprendere le scelte e le strategie che determinano il futuro di
ogni impresa. Riferendoci ancora al rapporto con le
banche, non condividiamo la norma del Decreto Svilup-
I TRE FRONTI
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Poi, Landi esamina i dati della situazione locale, di un
territorio, quello reggiano, che prova ad uscire da una
crisi pesantissima.
“Siamo di fronte a dati positivi - ha rimarcato - ma ancora lontani dai volumi del 2008, quando con esportazioni
per 8,4 miliardi toccammo il nostro record storico. Nel
2010 questo dato si è infatti fermato a 7,3 miliardi. All’appello dunque manca ancora un miliardo e ciò significa che siamo tornati ai livelli del 2006. Ma nonostante
QUI REGGIO
non parassitario”. E il presidente butta sul tavolo un
esempio di quelli ingombranti: “Basta guardare - dice ancora una volta alla Germania, un Paese che traina
l’Europa ed esporta prodotti tecnologici e di qualità nei
paesi low cost, che ne hanno sempre più necessità o
desiderio”. Ebbene, per stare al passo della Germania,
secondo Landi “è indispensabile poter contare, tra le altre cose, su relazioni industriali di qualità”. E per arrivare
a questo, sottolinea dal palco del Valli, occorre una radi-
cale riforma del sistema delle relazioni industriali: “Il lavoro in Italia - scandisce - non è più quello cristallizzato
nello Statuto dei lavoratori che fu certamente una pietra
miliare, ma che risale a molti decenni fa”. Tanto più, che
proprio l’ultimo decennio, quello della globalizzazione,
ha posto uno scenario assolutamente nuovo e non contemplato prima.
Da qui l'auspicio del numero uno dell'associazione datoriale di via Toschi: “arrivare, in tempi brevi, a un accordo
nazionale sulla rappresentanza e sull’esigibilità dei contratti. Lo riteniamo importante nell’interesse del sistema
perché oggi, la concorrenza vera non è tra aziende europee e aziende cinesi”.
DIVISIONI E ACCORDI
In un passaggio che risente già di quello che sarebbe
accaduto - di lì a una settimana, a livello nazionale - Landi sottolinea la necessità di un accordo sulle regole.
“Confindustria ritiene e noi condividiamo - sottolinea
Landi - che le regole possano e debbano essere nego-
per interesse di parte, devono proporsi di migliorare le
performance aziendali e, con esse, i riconoscimenti economici correlati ai risultati di maggior produttività, redditività ed efficienza”. E di fronte alla richiesta formulata
dalla Fiom di aprire una trattativa su questi temi, Landi
sottolinea “un dato incontrovertibile: la negoziazione, gli
accordi, le mediazioni, la capacità di occuparsi delle
questioni del lavoro, le nostre aziende l’hanno sempre
avuta e continuano ad averla. L’hanno dimostrato, nei
fatti, tutti i giorni, anche in questo difficile momento.
L’hanno dimostrato nella sede propria e deputata, quella
aziendale, quella della contrattazione di secondo livello.
I Contratti nazionali, invece - sottolinea Landi - non si
conquistano, come è stato urlato, ma si raggiungono
IMPRESA E TERRITORIO
Invero, se un merito ha avuto questa recessione è stato
quello di aver “ricollocato l’impresa al centro della considerazione sociale, riconoscendone il ruolo di primo attore dello sviluppo. In una prospettiva come questa - ha
sottolineato Landi - Industriali Reggio Emilia vede confermata quella sensibilità verso il bene comune che da
ziate, modificate e integrate, se ciò è indispensabile per
accrescere, nel rispetto delle fondamentali tutele dei
collaboratori, la produttività e con essa la competitività
delle imprese. La divisione tra le Organizzazioni sindacali, l’irrompere delle sentenze nelle relazioni tra aziende
e sindacati, il ritorno di un antagonismo fuori dalla storia, sono, nel loro insieme, l’esatto contrario di ciò di cui
le nostre imprese, i nostri collaboratori e la nostra comunità hanno bisogno. Gli accordi, per forza di cose, non
negoziando, ragionando, procedendo attraverso faticose e alla fine fruttuose mediazioni. Ci auguriamo sia finito il tempo dei veti di una parte sola, convinta di poter
imporre anziché negoziare. Allo stesso modo, le azioni
antagoniste e aggressive non determinano vinti o vincitori, ma mortificano la negoziazione, avvelenano i rapporti, rallentano lo sviluppo e scoraggiano le iniziative
economiche. Quando la qualità delle relazioni sindacali
distingue negativamente un territorio: tutti hanno perso”.
anni rappresenta uno dei cardini della propria azione associativa. Alla nostra comunità confermiamo che in numerosi settori sono ormai evidenti solidi segnali di ripresa. Un dato che non ci stupisce: in questi anni - fa sapere Landi - le nostre aziende hanno perseguito l’efficienza in ogni ambito, hanno investito, hanno creato
nuovi prodotti e nuovi servizi. Un processo evolutivo trainato dalle medie imprese leader mondiali nelle produzioni medium tech. Aziende che - sottolinea il presidente
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Articolo di copertina
Articolo di copertina
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po che consentirebbe loro di modificare – unilateralmente – i tassi e le condizioni applicate sui mutui per le
imprese. Si tratta di una disposizione sbagliata che deve essere cambiata".
La seconda sfida degli imprenditori reggiani è forse oggi quella che preoccupa di più. Ovvero quella delle relazioni sindacali, in particolar modo con una parte del sindacato, la Fiom.
Se è vero - sostiene Landi - che “il futuro della comunità
reggiana dipende in maniera rilevante dalle imprese,
dalle loro filiere e dalla produttività del sistema nel suo
complesso”, questo è dovuto a “un mix formato da capitale umano, innovazione, logistica servizi, relazioni industriali e, non certo da ultimo, un ambiente competitivo e
VISIONE DI CITTA'
Se la prima parte della relazione di Landi altro non era
che la fotografia fedele della situazione, la seconda può
stro territorio possiamo affermare che il suo futuro è
strettamente legato a quello dell’area vasta che si snoda lungo l’asse Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna. Un ambito locale la cui impressionante crescita, industriale, economica e demografica, ha determinato una
conurbazione che supera, di fatto, l’architettura istituzionale delle province”. In questo senso, a imprimere un’accelerazione decisa al concetto di area vasta, ci ha pensato proprio l’avvento dell'Alta Velocità, una realtà che,
attraverso il “nodo” nazionale di Bologna e il futuro “nodo” interprovinciale di Reggio Emilia, ha ridefinito la mobilità regionale”. Ed ecco proprio in questo ambito un
primo contributo degli Industriali reggiani: una ricerca
sul tema della Stazione Mediopadana. Una ricerca che
quei dati riusciranno a convincere i “Tav-scettici”, tra
questi non si può certo annoverare il presidente di Industriali Reggio. Guardate - ammonisce Landi dal palco
del Valli - sbaglia chi si ostina a vedere la nuova stazione Tav come una sorta di cattedrale nel deserto, così
come sbaglia chi ritiene che la sua sola presenza possa
garantire un “vantaggio” alla nostra città. Due errori, per
altro diffusi, che evidenziano l’urgenza di comprendere
cosa significa, per il nostro Capoluogo, l’inedita funzione di “nodo” mediopadano. Un destino che possiamo
anche rifiutare, ma che la posizione, le grandi reti della
mobilità e le dinamiche di sviluppo economiche, sociali
e demografiche ci assegnano indipendentemente dalle
nostre intenzioni”.
dirsi tranquillamente la pars construens, la visione di un
tessuto sociale che guarda al futuro, un tessuto sociale
in cui ogni attore è chiamato a fare la propria parte, imprenditori compresi, tenendo fermo un motto, una condizione imprescindibile, quella di “conoscere per deliberare”. E proprio “in tale prospettiva - spiega Landi - abbiamo avviato un nuovo corso associativo il cui fine è
contribuire a trasformare problemi frammentati in possi-
striali reggiani lanciarono la proposta “imprese e territorio alleati per competere”. Una visione che - secondo
Landi - non solo si è rivelata profetica, ma è diventata,
nel tempo, un patrimonio condiviso dall’intero sistema
locale”. Due sono i temi che in questo senso, secondo
Landi, vanno affrontati con la massima serietà e con il
coinvolgimento di tutti. L'innovazione e l’appuntamento
con la Stazione Mediopadana. “Se consideriamo il no-
possa fugare dubbi e perplessità su un’opera che in
questi anni ha generato non poche polemiche: “Ci siamo concentrati su un tema di grande rilievo: l’accessibilità, l’individuazione del bacino di utenza potenziale e
l’impatto che la stazione avrà su di esso. Nel corso dei
prossimi mesi - annuncia Landi - saranno disponibili i risultati che costituiranno la base per un confronto con
gli Enti e con i principali attori economici locali”. E se
Un treno da prendere, quindi, quello che passerà per la
nuova stazione. Ma non da prendere alla leggera, senza
“prepararsi”: “Siamo davanti a una sfida che impone il ripensamento radicale del ruolo della nostra città. A questo riguardo dobbiamo dire le cose come stanno: sono
troppi - secondo Landi - i segnali che indicano una distanza tra l’obiettivo di ripensare il nostro Capoluogo e
il comportamento del sistema locale nel suo complesso.
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bili soluzioni condivise. Ci proponiamo, in altri termini, di
offrire, all’insieme degli attori locali, analisi, idee e proposte. Nei mesi scorsi la nostra Associazione ha avviato, con la collaborazione di Prometeia, una ricerca il cui
fine è l’individuazione delle prospettive a medio-lungo
termine del nostro sistema produttivo. Una grande indagine dedicata al futuro dei principali settori dell’industria
locale. Nel prossimo autunno la presentazione della ricerca nella sua completezza fornirà l’occasione per un
confronto con gli Enti locali, la Camera di Commercio,
le Associazioni e i Sindacati”.
E proprio iniziando a soffermarsi su Reggio Emilia, il
presidente degli imprenditori di via Toschi sottolinea come “sono trascorsi oltre dieci anni da quando gli indu-
di Industriali Reggio - non solo hanno continuato a investire sulla presenza commerciale nei mercati esteri, ma
che hanno progettato di spostare la propria attenzione
dal Vecchio Continente ai diversi Paesi emergenti. A
Reggio Emilia primeggiamo nelle “innovazioni d’uso” rivolte a mercati di nicchia ai quali offriamo flessibilità,
personalizzazione e servizio, declinati a scala globale.
Siamo, più ancora della Germania, un popolo di innovatori capaci di applicare le nuove tecnologie alle produzioni tradizionali.
diopadana. Si ripropone la necessità di quella pianificazione strategica indispensabile per realizzare una visione capace di legare tra loro: cultura, industria, mobilità,
turismo, patrimonio artistico, ambiente, eccellenze alimentari, facendoli diventare, nel loro insieme, un nuovo
motore di sviluppo. Questo è ciò che siamo chiamati a
fare, ricordandoci che nella crescita territoriale, come
nelle imprese e nell’agire umano, la risorsa più scarsa è
costituita sempre dalle idee, mentre abbondano l’inerzia
nei confronti del nuovo e quella paura di rischiare che
mortifica l’intraprendenza”.
OBIETTIVO INNOVAZIONE
Il secondo tasto su cui Landi picchia con insistenza è
quello dell'innovazione, l'innovazione come fattore imprescindibile per la crescita, certo, ma anche come
"prodotto sociale". Landi sottolinea a questo proposito
come "si è ormai affermata l’idea che la conoscenza è, a
differenza del capitale o dei beni materiali, una risorsa
sociale. Oggi, l’imprenditore che vuole innovare si rende
conto che la generazione del valore non sta solo in
quello che faranno lui e quanti dipendono da lui. Diventa
sempre più manifesto il ruolo dei tanti che investono per
portare a compimento, all’interno di una “filiera”, una innovazione che incorpora contributi autonomi, interdipendenti e complementari. In tale prospettiva si può affermare che le innovazioni scaturiscono da una sorta di
“processo produttivo” nel quale l’input è dato dal capitale umano e l’output è costituito dalle nuove idee. A
Reggio Emilia operano diversi soggetti impegnati, direttamente o indirettamente, in questo processo che richiede di essere affinato e valorizzato attraverso azioni e
iniziative mirate”. Sotto la lente finisce l’Università, una
realtà che a Reggio è in questi anni cresciuta. Ma come? “Per prima cosa, è indispensabile perfezionare il
modello di trasferimento tecnologico. L’obiettivo è aumentare non solo i contatti tra aziende e Università, ma
anche la capacità di sostenere la nascita di imprese innovative e l’avvio di spin-off. Dobbiamo migliorare la nostra capacità di ideare e realizzare progetti di ricerca
collaborativa e laboratori dedicati ad applicazioni avanzate non solo per la meccanica, per i nuovi materiali, per
la robotica e per la mobilità, ma anche per l’agroalimentare. L’università - spiega Landi - l’abbiamo voluta e sostenuta non come esito di un decentramento, ma come
progetto di lungo periodo volto a radicare, localmente,
una politica formativa coerente con le esigenze produttive del territorio. Un impegno che richiede un rinnovato
coinvolgimento degli attori locali a sostegno sia delle attività didattiche, sia della ricerca”. Così, al “giro di boa”
del primo decennio di vita dell'ateneo a rete di sedi,
Landi indica gli interventi a cui dare seguito: “la necessità di completare il campus San Lazzaro e di incrementare non solo il numero degli iscritti, ma anche i progetti
condivisi con singole aziende o con Reti di imprese. Infine - sottolinea il presidente - richiamiamo l’attenzione
sul fatto che la realizzazione del Tecnopolo non dovrà
essere solo una operazione immobiliare, ma il radicamento a Reggio Emilia della ricerca e del trasferimento
tecnologico in favore delle imprese e a vantaggio del
territorio. Un ambito - quello del Tecnopolo - nel quale
Reggio Emilia Innovazione può e deve avere un ruolo.
La nostra Associazione è oggi impegnata non solo nel
perseguimento di questi obiettivi, ma anche in un’attività
di analisi e mappatura delle competenze esistenti, realizzata da un’equipe di ricercatori coordinati dal Club
Meccatronica”.
E con l’università viaggia anche la scuola superiore a
cui gli industriali guardano con sempre maggiore attenzione, proprio con l’obiettivo di mantenere e potenziare
la vocazione manifatturiera delle imprese del nostro territorio. La macchina, in questo senso, è già in moto e un
buon esempio è la costituzione e l’avvio nel nostro Capoluogo del nuovo Istituto Tecnico Superiore per la
meccanica-meccatronica. Un’iniziativa - sottolinea Landi
- scaturita dalla collaborazione, anche economica, tra il
pubblico e le imprese con le loro associazioni”. Nel solco di questa idea vi è poi anche “il progetto, nato dalle
intese tra il nostro Gruppo Gomma Materie Plastiche e
l’Istituto Einaudi di Correggio, per la formazione di figure
professionali coerenti con le attuali esigenze delle imprese di quel settore. Allo stesso tempo, è forte la necessità di ridefinire la strategia dei diversi soggetti, pubblici e privati, che si occupano di formazione e i cui programmi didattici vanno adeguati alle esigenze di un sistema produttivo in profonda trasformazione. Dobbiamo
non solo formare di più chi lavora, ma anche attrezzarci
per accompagnare la riqualificazione di quelle risorse
mature che devono essere reinserite all’interno di sistemi produttivi, logiche e tecniche in continua evoluzione.
Infine, siamo impegnati nelle attività di orientamento rivolte ai giovani. Per noi - scandisce Landi - si tratta di
una vera e propria missione sociale" che peraltro sta
dando i primi importanti frutti: “Le iscrizioni agli istituti
tecnici industriali per il prossimo anno scolastico sono
aumentate dell’8%. Continueremo dunque ad impegnarci per far conoscere le trasformazioni di un settore,
la manifattura, e di un luogo, la fabbrica. Sarà questo,
infatti, il vero campo di gioco nel quale si misureranno le
idee che ci permetteranno di competere anche negli anni a venire”.
IL BARATRO
Tuttavia proprio per aver insistito in più punti del suo intervento sulla necessità quasi ineluttabile di sentirsi parte di un mondo sempre più globale, Landi non può esimersi dal dare uno sguardo, anche qui disincantato, sull’Italia. “Scontri tra Istituzioni, crisi del sistema bipolare,
antipolitica, interessi corporativi e illegalità, rischiano di
produrre un’irreversibile crisi nazionale. La continua
esaltazione della contrapposizione - dice Landi - porta
gli italiani a dividersi su tutto: dalla politica energetica a
quella estera; dal federalismo ai contratti di lavoro; dal
futuro della Fiat alle festività nazionali; dalle municipalizzate alla Tav. Non se ne può più! Nello stesso tempo, gli
imprenditori subiscono quella vischiosità fiscale, burocratica e amministrativa che li frena e li frustra nel loro
agire quotidiano. Lo affermo con grande serietà: gli industriali reggiani non hanno le pile scariche, ma hanno
sicuramente le tasche piene di un Paese nel quale faticano a lavorare. Le imprese straniere, se devono sce-
gliere, preferiscono, al nostro Paese, la Slovenia, la Cechia o la Polonia perché lì le condizioni generali sono
migliori”. E non è - sottolinea il presidente degli industriali reggiani - una questione di salari: “La preferenza è
motivata da ben altri fattori. In quei Paesi, infatti, uno
stabilimento si realizza senza dover investire 5 o 10 anni
in uno snervante slalom tra autorizzazioni, pareri e veti,
come è accaduto e accade anche nella nostra provincia. Ma non si tratta solo di questo: conta, e molto, una
giustizia che funziona; le regole certe; l’imposizione fiscale minore e l’elenco potrebbe continuare a lungo.
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Sono passati dodici anni dalla decisione di realizzare la
fermata della Tav e, nonostante il tempo trascorso, ragioniamo in maniera ancora troppo frammentata. In altre
parole, continuiamo a riferirci all’Area Nord, alle ex Reggiane, al centro storico, alla nuova stazione, all’Università, al palazzo dello sport, ai caselli autostradali o a un
centro commerciale, come se si trattasse di singole realizzazioni”. Secondo Landi “manca la consapevolezza
che ciascuno di questi interventi, insieme a molti altri,
deve fare parte di un più grande, ambizioso e condiviso
progetto volto a fare della nostra città una capitale me-
LA CITTADELLA DELLA CONOSCENZA
Quindi, in chiusura, Landi è tornato a puntare i fari su
Reggio e il suo futuro. Lanciando un progetto-visione e,
insieme, una proposta. “Un secolo fa il futuro della nostra comunità dipendeva dalla terra e dalla capacità di lavorare il ferro. Oggi, il nostro futuro dipende dalla capa-
traverso una grande prova di responsabilità nazionale”.
Una prova che per Landi consiste nel raggiungere tre
obiettivi e di farlo in tempi rapidi: “Per sconfiggere 15
anni di crescita quasi impercettibile la politica deve tro-
cità di elaborare idee in grado di soddisfare le attese e le
emozioni di milioni di clienti in tutto il mondo. Reggio
Emilia, pur nella consapevolezza della propria dimensione, deve ambire a diventare un nodo di quella rete mon-
diale in cui si formano e viaggiano le idee. Per questo, la
nostra città dovrebbe realizzare una vera e propria “Cittadella della Conoscenza”. Ci riferiamo a un “luogo” nel
quale concentrare tutto ciò che si occupa di cultura tecnica, formazione, istruzione e trasferimento tecnologico.
Un progetto - secondo Landi - da realizzarsi, negli anni,
sull’asse delle ex Reggiane e del San Lazzaro. Una “Cittadella” facile da raggiungere, organizzata sulla base di
un preciso piano urbanistico che, a regime, dovrà essere
frequentata da migliaia di studenti e centinaia tra docenti
e ricercatori. Una proposta che implica il progressivo trasferimento in questa realtà di scuole, enti, consorzi pub-
blici e privati o, ancora, di imprese del terziario innovativo. Nella convinzione della necessità di unire tutte le
energie disponibili, proponiamo un’ulteriore idea: la costituzione di una Fondazione per la promozione della conoscenza tecnica. Un soggetto che non solo aiuti a
coordinare le diverse iniziative presenti a Reggio Emilia,
ma che elabori progetti, piani e attività in un’ottica integrata e di sistema, impegnandosi, tra le altre cose, nella
regia per la realizzazione della “Cittadella della conoscenza”. Diamo la nostra disponibilità alla costituzione di
questa Fondazione alla quale invitiamo a partecipare, attivamente e finanziariamente, tutti i principali attori locali".
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vare la forza e il coraggio non solo per contenere la spesa corrente ma, anche e soprattutto, per ridefinire dalle
fondamenta la macchina pubblica e i suoi costi. Semplificazioni e liberalizzazioni subito! Infrastrutture subito!
Riforme fiscali subito!”
Non è un’affermazione da anti-italiano sostenere che
per gli operatori internazionali il nostro Paese non è un
luogo nel quale investire. Chi può dare loro torto? Che
si tratti di sicurezza, di impatto ambientale, di norme urbanistiche, di privacy o di Sistri, non ci sono dubbi: l’impresa può attendere e, in ogni caso, deve sempre pagare. Troppe cose si perdono nel porto delle nebbie della
burocrazia. Sulla carta - sottolinea Landi - sono molti i
progetti già approvati dal Governo o dal Parlamento che
dovrebbero migliorare la vita alle imprese. La realtà racconta una storia diversa, fatta di attese e rinvii troppo
spesso incomprensibili. La via per lo sviluppo passa at-
NUOVA GIUNTA
DI INDUSTRIALI REGGIO EMILIA
Alessandro Merli e Fabio Storchi
Col. Giovanni Fichera, Comandante dei Carabinieri
Giuseppe Prezioso, Ugo Barilli, Alessandro Merli
Pietro Ferrari, Presidente Confindustria Modena e Aldo Bonomi, Vice
Presidente Confindustria
Antonella De Miro, Prefetto di Reggio Emilia
Graziano Delrio, Sindaco di Reggio Emilia e Stefano Landi, Presidente
Industriali Reggio Emilia
L’Assemblea Generale del 21 giugno scorso ha provveduto all’elezione dei 32 componenti
che, ai sensi dello Statuto, costituiscono la Giunta di Industriali Reggio Emilia insieme al
Presidente, ai Vice Presidenti, agli imprenditori che hanno ricoperto in passato la carica
di Presidente dell’Associazione, ai Presidenti delle Sezioni di Categoria e dei Gruppi
merceologici, a due membri proposti dal Gruppo Giovani dell’Industria e ai Cavalieri del
Lavoro. A questi si aggiungono gli imprenditori che rappresentano l’Associazione in enti,
organismi o commissioni di varia natura, i Presidenti delle società controllate, gli imprenditori chiamati per cooptazione e invitati dal Presidente.
In base a questi principi, la Giunta di Industriali Reggio Emilia risulta così composta:
Stefania Accorsi, Accorsi; Romano Alfieri, Padana Tubi; Romano Amadei, Immergas;
Giancarlo Armani, Cofire; Anna Maria Artoni, Artoni Trasporti; Luigi Artoni, Artoni Trasporti; Enzo Bartoli, I.C.E.; Fiorenzo Bellelli, Warrant Group; Pietro Bernardelli, Grissin Bon;
Franco Bertani, Bertani; Paolo Bertazzoni, Bertazzoni; Roberto Bertazzoni, Smeg; Sandro
Bordoni, Carpenfer; Gianni Borghi, Lombardini; Renato Brevini, Brevini Power Transmission; Massimo Brunetti, Manifattura Riese; Paolo Bucchi, Comet; Aimone Burani, Emak;
Viterbo Burani, Ceramica ARPA; Milo Campioli, Omso; Giacomo Cantagalli, Arti Grafiche
Reggiane & Lai; Renzo Castagnetti, Tecnograf; Giancarlo Cavazzoni, Cavazzoni; Giulio
Cocco, Arkema Coatings Resins; Ivano Corghi, Walvoil; Ciro Correggi, Dieci; Maurizio Del
Rio, Società Cattolica di Reggio Emilia Costruzioni; Giovannina Landi Domenichini, Landi
Renzo; Contardo Fantini, Frigor Box; Alessandro Fagioli, Fagioli; Lisa Ferrarini, Ferrarini;
Maria Licia Ferrarini, Le Rocce; Giacomo Ferretti, Tecomec; Giovanni Fornaciari, Minizeta
Due; Barbara Franchini, F.M.; Elisabetta Ghidoni Gallinari, Galtech; Savino Gazza, SicemSaga; Mariacristina Gherpelli, Ghepi; Graziano Grasselli, Grasselli; Enrico Grassi, Elettric
80; Ferruccio Grisendi, Edilgrisendi; Marco Guerra, G. Guerra Group; Giorgia Iasoni, Ecologia Soluzione Ambiente; Paolo Lamberti, Tecnografica; Stefano Landi, Landi Renzo;
Massimo Licopodio, Telecom Italia; Alessandro Malavolti, AMA; Franco Manfredini, Casalgrande Padana; Luigi Maramotti, Max Mara; Leandro Mazza, C.O.B.O.; Ugo Medici, Manifatture del Nord; Valerio Morra, Argo Tractors; Claudio Ognibene, Ognibene; Tiziano
Ognibene, F.M.; Giuseppe Padovani, Fast2; Giovanni Pedrazzini, Centroffset; Stefano Peterlini, Novadecor; Giuseppe Prezioso, Imax; Elena Ricotti, Nathura; Luciano Riva, Riva Costruzioni; Silvio Scalabrini, Durocem Italia; Mauro Severi, Corghi; Giovanni Sidoli, Casali
Viticultori; Giuseppe Simonazzi, Meta System; Alessandro Spaggiari, Spal Automotive;
Fernando Spallanzani, Interacciai; Giancarlo Staccia, Ardagh Group; Armando Sternieri,
Energee3; Aimone Storchi, Vimi Fasteners; Fabio Storchi, Comer Group; Cristina Strozzi,
Walvoil; Eva Katharina Zimmer, Voith Turbo; Enrico Zini, Zini & Zambelli Costruzioni.
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di Federica Galli
Quella appena trascorsa sarà ricordata come l’estate della “grande febbre” della
finanza, con Wall Street che è crollata, Standard & Poor’s che per la prima volta
nella storia ha abbassato il rating americano e Piazza Affari che ha risentito dello tsunami della Borsa toccando a metà agosto 2011 la poco edificante quota
del -6%. Le imprese italiane, già provate dalla recessione, devono nuovamente
tirare i remi in barca, raccogliere le (poche) forze rimaste e cercare di superare
l’ennesima “onda anomala” (che poi secondo gli esperti tanto anomala non era).
Cosa fare? Quali sono le linee evolutive dei principali settori industriali italiani e
reggiani? L’Italia è un Paese nel quale possono svilupparsi industrie con le idee?
L’Assemblea Generale di Industriali Reggio Emilia del 21 giugno scorso si è tenuta in un momento di svolta in cui “si impongono scelte fatte con responsabilità e visione”.
Dal teatro Romolo Valli se ne è discusso con Alberto Alesina, economista e docente presso l’Università di Harvard; Aldo Bonomi, Vicepresidente Confindustria, delegato per le Politiche territoriali e i distretti industriali; Pierluigi Celli,
Direttore Generale LUISS e Angelo Tantazzi, Presidente Borsa Italiana spa, nel
corso della tavola rotonda moderata dal direttore di Class CNBC Andrea Cabrini.
Quello che è emerso subito è che lo sviluppo, fatto da uomini, idee e imprese
(come recita il titolo dell'assemblea, “Industrie con le idee”) non può essere rimandato e bisogna fare in fretta. Ma a partire da quali priorità? Le imprese italiane, per essere competitive e sopravvivere, hanno l’obbligo di crescere.
IL VALORE DELLE IDEE
Dopo quello che la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia ha definito il “decennio perduto” (riferendosi ai cinque anni già passati e ai cinque
che ci attendono), l’emergenza delle imprese italiane si può trasformare in
opportunità puntando sulle idee. Angelo Tantazzi, tra i soci fondatori di Prometeia e presidente di Borsa Italiana spa, parla agli imprenditori reggiani
senza facili entusiasmi. Se alle spalle abbiamo cinque anni difficili, davanti
ne avremo altrettanti ugualmente impegnativi. Questo significa che le imprese avranno pochi aiuti, su scala italiana come su scala europea. Le aziende
italiane si dovranno rimboccare le maniche ancora una volta e riuscire a cogliere vantaggi competitivi, energie vitali, al proprio interno (DIY help) o dal
territorio in cui operano. Anche nei prossimi mesi, dunque, in Europa l’economia generale sarà dominata dalla necessità di tenere i conti in ordine;
non arriverà nessuno a risollevare le nostre sorti delle nostre aziende ma tutto dipenderà da noi stessi e dal sistema-Paese.
LE RETI D’IMPRESA
La cosiddetta globalizzazione e la diffusione dell’information technology
hanno favorito l’emergere della competizione dei paesi in via di sviluppo.
Questo ha portato con sé minacce alla posizione competitiva delle imprese
dei paesi sviluppati ma anche opportunità di internazionalizzazione, di innovazione e “nuovi” modelli di business anche in settori tradizionalmente considerati maturi. Le trasformazioni dell’ambiente competitivo hanno creato la
necessità di un “nuovo” adattamento delle organizzazioni e delle imprese in
particolare. Visto che i finanziamenti a pioggia saranno solo un lontano ricordo, per Aldo Bonomi, Vicepresidente di Confindustria, diverrà sempre
più importante puntare sulle reti d’impresa, una delle eredità positive della
crisi, anche se il vero problema è che mancano ancora supporti reali per fare innovazione. Sul fronte internazionalizzazione, un supporto alla proiezione
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L’OBBLIGO
DI
CRESCERE
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IL NODO DIMENSIONALE
Il tema della crescita delle PMI è quanto mai attuale soprattutto nel contesto italiano. È noto che il nostro sistema produttivo si caratterizza per una forte presenza di
piccole medie imprese, molto spesso clusterizzate in distretti industriali e specializzate in settori tradizionalmente considerati maturi. Secondo dati Eurostat le imprese
italiane sono in media del 40% più piccole di quelle dell'area euro. Fra le prime 50 imprese europee per fatturato sono comprese 15 tedesche, 11 francesi, solo 4 italiane. La struttura produttiva del nostro paese appare
statica ed i passaggi da una classe dimensionale a
quella superiore sono rari.
Non va meglio per quanto riguarda la forza lavoro: in Ita-
lia il 94,5% delle imprese ha meno di 9 dipendenti, il
4,9% impiega tra i 10 e i 49 dipendenti, lo 0,5% un numero di dipendenti compreso tra 50 e 249, mentre solo
lo 0,1% delle imprese ha più di 250 dipendenti. La forte
presenza di PMI è, tuttavia, un dato comune ai maggiori
paesi industrializzati. Ciò che differenzia l’Italia è la forte
concentrazione di imprese sotto i 49 dipendenti e in
particolare sotto i 9 (vedi pagina 44). Se poi intendiamo
per medie imprese quelle con un numero di dipendenti
compreso tra 50 e 249, l’incidenza in Italia è meno della
metà rispetto alla media europea e meno di un quarto rispetto alla sola Germania. Stesso discorso sul fronte
capitalizzazione: le nostre imprese hanno in media meno
patrimonio di quelle degli altri paesi avanzati; è scarsa la
diversificazione delle fonti di finanziamento, in gran parte di origine bancaria, ed è elevato il peso dei debiti a
breve scadenza.
L’economista Alberto Alesina, docente ad Harvard, parte da questi dati di fatto per ribadire la necessità di crescere e di farlo in fretta se si vuole rimanere competitivi.
La flessibilità, che in passato ha contribuito a sostenere
con successo la nostra competitività, da sola non basta
più per affrontare la competizione mondiale. Occorrono
più imprese medio-grandi che siano in grado di accedere rapidamente ed efficacemente ai mercati internazio-
CRESCITA, IDEOLOGIA O NECESSITA’?
Esistono certamente valide ragioni per crescere e per rendere la crescita un percorso di profitto per l’azienda. Alcune tra queste
sono il raggiungimento di una scala minima efficiente tale per cui dal punto di vista produttivo si possano ottenere dei benefici di costo traducibili in una migliore profittabilità; l’aumento del potere contrattuale verso clienti e fornitori; la possibilità tramite processi
di internazionalizzazione di allargare il mercato di riferimento; economie di scala, di raggio d’azione, di complementarietà, di integrazione manageriale. Va tuttavia tenuto conto che la crescita è un fenomeno relativo, multidimensionale e complesso e i cui benefici
possono talvolta essere controbilanciati da criticità strategiche e difficoltà manageriali. La crescita è un fenomeno relativo in quanto
la dimensione di un’impresa si può ritenere appropriata solo in relazione alle caratteristiche del settore di riferimento. La crescita è
in secondo luogo un fenomeno multi-dimensionale, influenzato da molti fattori e suscettibile di valutazioni diverse tanto sul significato stesso del termine quanto sul concetto di performance ad essa collegato. La crescita è in terzo luogo un fenomeno complesso
caratterizzato da una pluralità di conseguenze.
Quest’ultimo, tra i temi sollevati, sembra quello di maggiore attualità. La crisi che si è manifestata a partire dal 2008 e in particolare le sue conseguenze sull’economia reale e sul credito, hanno contributo a rendere evidenti alcuni effetti della crescita, non sempre adeguatamente sottolineati. La stretta creditizia ha riportato all’attualità il tema degli equilibri patrimoniali e finanziari e quindi
quello del finanziamento della crescita. Il lungo periodo di tassi relativamente bassi ha incentivato un ricorso eccessivo alla leva finanziaria. Il finanziamento dei percorsi di crescita esclusivamente attraverso mezzi di terzi rischia di scardinare gli equilibri patrimoniali e finanziari dell’impresa e impone un ritorno (quasi) immediato degli investimenti effettuati. Un percorso di crescita sollecita
inoltre l’equilibrio organizzativo dell’impresa. La crescita dimensionale impone un contestuale adattamento dei meccanismi di governance, della struttura organizzativa e dei sistemi operativi. In altre parole l’adattamento verso l’esterno (external fit) va accompagnato da un necessario adattamento interno (internal fit). La crescita dimensionale potrebbe infatti mettere in luce l’inadeguatezza
dell’attuale struttura organizzativa, la mancanza di adeguate competenze manageriali e la necessità di rivedere ruoli e meccanismi
di coordinamento interni e verso l’esterno. Ritenere dunque che crescere sia positivo a priori, comporta rischi per l’impresa in termini di profittabilità. La crescita è pertanto un mezzo (e non un fine) da inserire in una visione strategica più ampia, consapevole
dell’opportunità e/o necessità di aumentare le dimensioni dell’impresa, nell’ottica di ricercare un vantaggio competitivo sostenibile.
nali, sfruttando i guadagni di efficienza offerti dall'innovazione tecnologica.
L’urgenza della crescita è stato insomma il “leit motiv”
dell’estate 2011. Lo ha ribadito Emma Marcegaglia, sostenendo che le PMI sono "il cuore pulsante della nostra economia, del nostro benessere, ma oggi tocchiamo con mano anche gli svantaggi della piccola dimensione, per cui le imprese italiane dovranno crescere dimensionalmente e per farlo possono intrecciare alleanze, unirsi in consorzi, puntare su aggregazioni e fusioni”.
Lo ha detto anche il Governatore della Banca d'Italia
Mario Draghi, per il quale la crescita è un ingrediente
economico necessario almeno quanto la salute dei conti pubblici.
C’è però un dato di fatto, su cui si deve riflettere: come
mai oggi in Italia le piccole reggono e le grandi non ci
sono più? Come mai qualità e innovazione restano un
nostro cavallo di battaglia ma non riusciamo a crescere? Per Alesina in Italia mancano quelle facilitazioni alla
crescita che si trovano in altri Paesi, come ad esempio
una riduzione del carico fiscale. Maggiore crescita significa maggiore produttività e questo permette un’economia di scala. Si innesca quindi un feed-back negativo
autorinforzante dato dal fatto che mancano quei benefici che una maggiore competitività a livello di dimensione
aziendale potrebbe portare. Da qui l’urgenza che la politica faccia in modo che la grande impresa in Italia ridiventi una forma redditizia e competitiva. Ma quello delle
relazioni industriali non è il solo nodo da sciogliere. C'è
un cuneo fiscale eccessivamente elevato, c'è un grossissimo problema di riposizionamento professionale, occorre immaginare ammortizzatori sociali adatti al nuovo
mondo e anche le imprese devono pensare a un percorso per accompagnare questa riqualificazione verso
mansioni a più alto contenuto professionale.
Resta, infine, da capire in quale modo l’industria italiana
debba crescere. Non è detto che la crescita sia un fattore positivo a priori (vedi pagina 42). Si devono analizzare
quote di mercato, capacità d’investimento, competitività.
La crescita dell’impresa italiana, probabilmente, deve ancora trovare la sua formula per sopravvivere alla crisi.
L’URGENZA DELLA FORMAZIONE
Ma come si può crescere se non puntando su innovazione e figure professionali altamente qualificate? Questa, secondo Pierluigi Celli, Direttore Generale Luiss, è
l’altra nota dolente del nostro sistema-Paese. L’Italia, negli ultimi decenni, ha visto una fuga di cervelli senza precedenti e proprio le nostre imprese vivono con difficoltà
il momento del reclutamento di personale qualificato.
Chi può fugge all’estero, alla ricerca di qualifiche e retribuzioni insperate in Italia. Nel 2010 il nostro Paese ha
perso circa 65mila giovani ed il fenomeno non è facilmente recuperabile se le imprese restano sottodimensionate. In Italia manca la percezione reale di quale debba essere un salario d’ingresso di un laureato e, spesso, la meritocrazia è in secondo piano. Non va meglio
sul fronte formazione; il sistema universitario italiano non
attrae più, lo dimostra il mancato scambio con i giovani
da altri Stati. Il motivo? Mancano le stesse condizioni e
aspettative che si trovano altrove. Celli non ha dubbi:
l’università italiana sta vivendo un “difetto di intelligenza
operativa”, non è attrezzata a formare lavoratori e manager. La formula del 3+2 non paga sul fronte professionalizzante; molto spesso è lo stesso personale docente
ad essere maggiormente votato sul fronte della ricerca
piuttosto che su quello concreto del mondo del lavoro.
Per Aldo Bonomi, Vicepresidente Confindustria e delegato per le Politiche territoriali e i distretti industriali, è
l’intero sistema-Italia che non sta funzionando. Se le
PMI stanno vivendo uno dei momenti più difficili (rappresentano il 98,5% del totale), le grandi imprese potrebbero assumere. Serve una forte responsabilità sociale da parte delle industrie per trovare un trait-d’union
tra università e mondo del lavoro.
I NUMERI DELLA METALMECCANICA
REGGIANA
Nel 2010 l’industria metalmeccanica reggiana è cresciuta
del 17%. Il fatturato delle imprese del settore è stato pari a
6.476 milioni di euro. Molto resta però da recuperare per
arrivare ai livelli pre-crisi, quando il fatturato aveva sfiorato i
7.542 milioni e l’export era pari a 5.156 milioni (oggi è di
4.170 milioni, del 19,1% in crescita sul 2009). Sempre positivo il saldo commerciale, pari a 2.636 milioni (era a quota
3.169 milioni prima della crisi).
Se una volta c’erano le grandi scuole d’impresa, oggi
sono le singole associazioni o le singole imprese a promuovere master altamente professionalizzanti.
Ne sono un esempio il Master per manager di rete promosso da Rete Imprese in collaborazione con la Luiss o
ancora l’Alto Stage, presso l’Università degli studi di
Modena e Reggio Emilia, creato per formare 25 manager da inserire in aziende del nostro territorio. Sempre
più, vista la mancanza di fondi ad hoc, saranno le Academy aziendali le vere scuole del futuro. Anche le grandi
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Articolo di copertina
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internazionale del nostro Paese potrebbe venire dall’Expo 2015, se gestito all'altezza del miglior Made in Italy.
E per quanto riguarda le imprese familiari? Come è
emerso anche dal Meeting di Rimini, l’impresa familiare,
di per sé “prudente e più conservativa”, resta per il sistema-Italia una grande risorsa visto che, nelle fortissime turbolenze finanziarie che abbiamo vissuto nell’ultimo decennio, la prudenza è stata premiata dai mercati.
Nonostante questo, deve riuscire ad evolversi e a migliorarsi.
UN PAESE PER VECCHI
Se credevamo che il problema dell’impresa italiana fosse solo economico però ci sbagliavamo; il gap è anche
culturale, di valori, di ipotesi di un progetto, di condivisione, che questo paese aveva e probabilmente non ha
più. Lo scossone arriva dalle parole di Angelo Tantazzi,
Presidente di Borsa Italiana, per il quale il nodo della
crescita è un problema di mancanza di condivisione degli obiettivi della nostra società. Oggi l’Italia starebbe vivendo una “paralisi socio-culturale”, causata dallo scontro quotidiano tra imprese e Stato e dalla mancanza di
ricambio generazionale. L’Osservatorio AIdAF-UnicreditBocconi per la prima volta ha analizzato assetti societari
e bilanci di tutte le imprese familiari italiane con un fatturato superiore ai 50 milioni di euro. Il dato che ne esce
è che queste imprese hanno bisogno di ricambi genera-
molti casi grandi e decise riduzioni ai deficit siano state
seguite da aumenti della crescita e non da recessioni
(politica del “taglia e cresci”, per cui l’economista di
Harvard è stato citato sull’International Herald Tribune).
Se veramente si vuole ritornare ad essere competitivi
c’è molto da riflettere anche su questo aspetto.
RIGORE, CRESCITA ED EQUITA’
Riprendendo poi la Presidente Marcegaglia, Aldo Bonomi richiama le priorità per l’Italia: semplificazione, infrastrutture e riforma fiscale. Lo fa mettendo in luce un
quarto punto: un nuovo rapporto con le banche. Tra
ostacoli alla crescita o problemi da superare, siamo infatti in un anno in cui si teme un altro credit crunch; con
Basilea 3 le banche saranno più avare ed il costo del finanziamento potrebbe ulteriormente crescere. Si deve
andare pertanto nella direzione del rigore, della crescita
e dell’equità. Le prime due condizioni sono necessarie
per recuperare la fiducia dei mercati e abbassare l’one-
I NUMERI DEGLI ADDETTI DELLE IMPRESE REGGIANE
Sul fronte degli addetti, la situazione delle imprese reggiane riflette a grandi linee quella nazionale. Prendendo in esame gli ultimi
dati dell’Ufficio Studi e Statistiche di Industriali Reggio Emilia relativi al 2008, le imprese a Reggio Emilia sono in tutto 48.856 (in
questo ultimo biennio il numero sarà certamente calato causa la crisi). Di queste il 93% (45.631) ha da 1 a 9 addetti, circa il 4%
ne ha da 10 a 19 (1.838); solo il 2% delle imprese reggiane ha da 20 a 49 addetti (936) e, salendo sopra i 50 addetti il numero
delle imprese non raggiunge l’1% (451).
Unità locali
Reggio Emilia
Emilia Romagna
Italia
1-9 addetti
10-19 addetti
20-49 addetti
50 addetti e più
totale
45.621
1.838
936
451
48.856
395.472
16.205
7.209
3.369
422.255
4.637.500
168.376
70.504
31.927
4.908.312
zionali al loro interno, ma soprattutto hanno bisogno di
liquidità per investire. La soluzione familiare molto spesso è quella che funziona meglio. Il vero problema di queste aziende, acuito dal periodo di crisi, è invece la carenza di capitale di rischio.
L’Italia ha iniziato un percorso lungo e difficile ed entro il
2013 dovrà azzerare il deficit della spesa pubblica. C’è
chi identifica questo taglio come un’altra mazzata all’economia ed ai consumi interni; c’è chi, come Alberto
Alesina, dopo avere analizzato le correlazioni tra tagli alla spesa pubblica e crescita economica, sostiene che in
re del rifinanziamento del debito pubblico. L’equità, infine, è indispensabile per convincere famiglie e imprese
dell’utilità dei sacrifici. Promuovere la crescita è questione di vitale importanza, tanto quanto l’anticipo, come
chiede la Bce, del pareggio di bilancio al 2013. Manca
però un ultimo elemento, fondamentale: uno spirito nazionale che consenta un dialogo costruttivo tra Governo, opposizione e sindacati.
IN CERCA DI LEADER
Lo stato di salute del sistema produttivo italiano è sotto
preoccupata osservazione da oltre un decennio. Pur
con le ambiguità tuttora presenti nelle statistiche aggregate, se ne denunciano da tempo la dinamica insoddisfacente della produttività, soprattutto nella componente “total factor”; una crescente difficoltà a competere
con successo nei confronti dei produttori emergenti;
una ridotta capacità di ricerca e sviluppo. Per Alberto
Aldo Bonomi
Alesina dopo la Grande Recessione del 2008-2009
due cose ci si doveva aspettare dai leader dell’Occidente: il riconoscimento della gravità della situazione e
la dimostrazione di volere affrontare i problemi con urgenza e non rimandarli, ovvero un atteggiamento di lungimiranza al di là delle scadenze elettorali. Secondo: la
capacità di ricucire contrasto e interessi di parte per favorire il bene comune. La classe politica dell’Occidente,
al di qua e al di là dell’Atlantico, ha fallito su entrambi i
punti. Nel nostro Paese si parla da anni della necessità
di una sferzata all’economia. Si diceva da tempo che
l’approccio ragionieristico ai conti pubblici, con un aumento di quel balzello o di quel taglio alle spese, non
fosse sufficiente e ci volessero invece riforme per la crescita. In Italia, come in Europa e negli Stati Uniti, è mancata una caratteristica fondamentale: la lungimiranza.
Angelo Tantazzi
Oggi le prospettive del sistema produttivo italiano vanno analizzate in un contesto più ampio, tenendo conto
del fatto che, nel mondo, i termini del produrre e la divisione internazionale del lavoro stanno cambiando di
nuovo, secondo paradigmi che possiamo riassumere
nel termine “nuova globalizzazione”: i processi produttivi
si frammentano in sequenze o “catene” di compiti, molti
Pierluigi Celli
dei quali possono essere delocalizzati all’estero, sicché
le catene del valore divengono globali e il commercio internazionale tende a mutarsi da trade-in-goods in tradeintasks.
Le sorti del nostro sistema produttivo dipenderanno anche dalla capacità delle imprese intermedie di affrancarsi ai grandi committenti e proporre i propri prodotti sul
mercato globale dei beni intermedi; simmetricamente,
dall’abilità delle nostre imprese committenti di allargare
alla scala globale la platea dei potenziali fornitori alla ricerca della combinazione organizzativa ottima. Le imprese italiane hanno mostrato più volte nella storia di
essere capaci di giocare ruoli di primo piano nell’economia internazionale. Siamo ora a un passaggio cruciale,
solo una “politica per la crescita” organica e consapevole può consentirci di superarlo.
Alberto Alesina
45
Articolo di copertina
Articolo di copertina
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imprese del nostro territorio sono orientate in questa direzione.
Articolo di copertina
di Giuseppe Schirone
Prometeia spa
In occasione della Assemblea Generale 2011 di Industriali Reggio Emilia è stata
presentata un’anticipazione della ricerca elaborata da Prometeia Spa. La presentazione integrale dei risultati dell’indagine avverrà a completamento del progetto.
’industria manifatturiera reggiana ha sviluppato, nel 2010, un fatturato
superiore ai 15,5 miliardi di euro, corrispondenti al 40% circa del PIL
provinciale, che è inoltre alimentato da servizi e distribuzione all’ingrosso in buona parte legate a doppio filo al comparto industriale. Con 7,7
miliardi di esportazioni nel 2010 (ovvero quasi il 50% del fatturato), l’industria reggiana si conferma poi come una delle provincie maggiormente export-oriented, anche rispetto agli altri territori italiani a vocazione manifatturiera.
Questi dati descrivono sinteticamente un assetto economico che, per intensità manifatturiera, presenta maggiori analogie con alcuni land tedeschi che
non con altre provincie italiane (solo tre province venete evidenziano un
contributo manifatturiero superiore).
Nonostante l’inizio di un percorso di recupero – lo scorso anno si è infatti
chiuso con un aumento di fatturato dell’ordine del 10% -, l’industria reggiana, al pari del manifatturiero nazionale, si trova ancora oggi alle prese con
una sfida senza precedenti, almeno nella sua storia recente. I cambiamenti
innescati (o più spesso accelerati) in seguito alla crisi 2008-09 continueranno infatti ad esercitare effetti di enorme magnitudo sul tessuto produttivo
provinciale: nelle aziende reggiane questa consapevolezza è ormai ampiamente diffusa e sta portando a ripensare i vari modelli di business (rispetto
ad un passato anche recente) per renderli vincenti anche negli scenari che
si profilano per il prossimo decennio.
In questo contesto, la collaborazione fra Industriali di Reggio-Emilia e Prometeia (primaria società di consulenza) ha affrontato proprio la questione
delle prospettive a medio-lungo termine del manifatturiero reggiano, ponendosi l’obiettivo di delineare alcuni “futuri possibili” per l’industria provinciale
e le sue principali nicchie di specializzazione.
Tra gli “infiniti” scenari che si possono delineare oggi, in un contesto in cui
l’incertezza domina ancora come non mai (non solo con riferimento alle variabili strettamente economiche, ma anche a quelle regolamentari, geo-poli-
L
Alessandra Lanza
Giuseppe Schirone
47
Articolo di copertina
GLI SCENARI
DI MEDIO TERMINE
PER L’INDUSTRIA
REGGIANA
46
Prometeia è il principale gruppo
italiano per la consulenza e la
ricerca economica e finanziaria
attivo sull’intero territorio
nazionale e le principali piazze
internazionali. L’attività è rivolta a
istituzioni finanziarie, investitori
istituzionali, imprese industriali
ed enti pubblici ai quali viene
offerta consulenza in ambito risk
management, wealth
management, financial advisory
e business consulting e sistemi
software altamente specializzati.
quantitativa ci ha consentito di evidenziare lo stato di
salute attuale dell’industria reggiana (facendo ad esem-
pio il punto sulle performance economico-finanziarie,
analizzate a partire dai bilanci di oltre 2600 aziende) e
generare alcuni scenari inerziali. Rispetto a questo approccio, la testimonianza diretta delle imprese reggiane
(raccolte in decine di interviste realizzate con imprese di
tutte le classi dimensionali operanti nei vari settori di
specializzazione) ha agito come fondamentale complemento qualitativo.
Questo approccio, pur non “producendo” un’impossibile stima puntuale di ciò che avverrà di qui al 2020 nel
panorama industriale reggiano, ci ha però consentito di
delineare un insieme di alternative possibili, sulla base
della lettura incrociata di scenari macroeconomici, dati
industriali e segnali deboli che stanno emergendo nel
sistema delle imprese.
In estrema sintesi, i tre scenari ad oggi delineati – che
vengono presentati in Assemblea in forma di “work in
progress” – si differenziano in base alla capacità che
l’industria reggiana nel suo complesso dimostrerà nel
consolidare ulteriormente la propria vocazione all’internazionalizzazione.
I notevoli risultati conseguiti sul fronte delle esportazioni
sopra menzionati, infatti, sono da ascriversi soprattutto
alle vendite sui mercati “vicini”, in quanto solo il 20% circa dell’export reggiano è destinato fuori dai confini europei. L’indagine sul campo ha inoltre evidenziato come,
anche nei mercati europei, alcune opportunità di mercato nelle nicchie di specializzazione distintive dell’industria reggiana non sono colte, in primis per i vincoli connessi – direttamente o indirettamente – alla ridotta dimensione.
Nello scenario di base, la sfida dell’ulteriore scatto sul
fronte dell’internazionalizzazione viene colta solo in parte:
i capofila delle varie filiere reggiane staccano la flotta
(spesso composta dalle piccole e medie imprese delle
catene verticali di sub-fornitura) che tende invece a riproporre strategie e comportamenti organizzativi del recente
passato, con cambiamenti “al margine” in termini di investimenti, innovazione e mercati di riferimento. In uno scenario del genere – stante le numerose leadership di nicchia presenti - permangono comunque buone prospettive di crescita delle vendite (+6% m.a), ma l’incapacità di
espandere i confini geografici delle nicchie renderà molto complicato il recupero di livelli di redditività che – fino
a ieri – avevano garantito alla media delle imprese reggiane una capacità di autofinanziamento degli investimenti nettamente superiore al manifatturiero nazionale.
Nello scenario più virtuoso, invece, le imprese cambiano
nuovamente passo (così come hanno già fatto nei primi
anni 2000, quando hanno iniziato
ad ottenere risultati di export nettamente superiori alla media manifatturiera nazionale) e decidono “senza
riserve” di esplorare i nuovi orizzonti
di mercato: investimenti (capitale,
innovazione, qualità/servizio,
network, ecc.) e crescita dimensionale (non necessariamente attraverso forme di tipo equity, ma in una
delle varie architetture di collaborazione stabile e co-committment fra
PMI) consentono di potenziare la
capacità di differenziazione di prodotto e controllo sul cliente. In questo modo si riescono a cogliere le
opportunità sui mercati esteri (tradizionali e nuovi) in un nuovo framework geografico dove i mercati
extra-europei forniscono un contributo maggiore (30% rispetto al
20% attuale più simile a quello di un
land industriale tedesco); i capofila
trascinano la flotta, organizzazione,
processi e filiere di sub-fornitura
vengono adeguati al nuovo contesto. In questo scenario, i ritmi di sviluppo medi annui attesi sono decisamente superiori, soprattutto in termini di redditività che potrebbe riportarsi su quei livelli (pre-2008)
che hanno storicamente garantito
alle aziende reggiane buone capacità di finanziamento endogeno dello sviluppo.
In un terzo scenario, infine, si ipotizza che l’industria reggiana esprima
una limitata dinamicità che, negli
scenari competitivi futuri, equivale
ad un significativo passo indietro. In
questo futuro possibile, le imprese
non inseguono i nuovi orizzonti; permangono vincoli legati alla dimensione sub-ottimale (in alcune nicchie) ed alle inerzie comportamentali ereditate dal passato: in una prima
fase, questi limiti si traducono soprattutto in “opportunità non colte”,
mentre negli anni finali dell’orizzonte
49
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tiche, ecc.), ci si è concentrati sulla valutazione di alcune traiettorie alternative che possano stimolare approfondimenti e riflessioni sulle possibili conseguenze
future di scelte effettuate (o non effettuate) oggi da imprese, corpi intermedi e stakeholder territoriali.
L’ottica di medio termine che ha caratterizzato questa
attività di analisi del cambiamento ha indotto ad adottare un approccio metodologico misto: da un lato, l’analisi
ma non meno importante, Associazioni di rappresentanza alle quali si guarda come al compagno di viaggio naturale nell’esplorazione dei nuovi orizzonti di mercato.
Anche per quanto riguarda le Istituzioni (locali e nazionali), le aspettative sono orientate ad una rinnovata partnership fattiva e positiva, superando le criticità di questi ultimi anni in cui – all’opposto – il rapporto con le istituzioni
è stato a volte vissuto come “una corsa ad ostacoli”.
La principale richiesta rivolta invece al sistema bancario
ha a che fare con la volontà/capacità di valutare le probabilità di successo di progetti industriali di medio termine, supportando le aziende (che sono comunque
consapevoli di dover essere le prime a fornire segnali
tangibili…) negli ambiziosi piani di investimento che essi
comportano.
La nota di policy più critica che si sta raccogliendo dal
sistema delle imprese riguarda invece le relazioni industriali: su questo fronte il desiderata degli imprenditori è
quello di poter rapidamente ritornare a discutere di scenari, strategie ed interessi comuni.
Bilancio sociale 2010
Per il quinto anno consecutivo, in occasione della Assemblea Generale, Industriali Reggio Emilia ha
presentato il proprio Bilancio Sociale, documento consuntivo sul 2010, attraverso il quale l’Associazione intende dare conto della coerenza tra la missione e l’attività operativa quotidiana, comunicando
con trasparenza le iniziative realizzate e i risultati ottenuti nella costruzione di un dialogo efficace con
i diversi interlocutori.
Per redigere il Bilancio Sociale, come per gli anni precedenti, è stato attuato un processo interno di
coinvolgimento dell’intera struttura attraverso una metodologia di lavoro partecipata: un percorso che,
sotto la supervisione del vertice, è stato seguito da un gruppo interno con i contributi delle diverse
Aree organizzative.
Tale metodologia di lavoro è stata impostata nel rispetto dei principi di redazione del Bilancio Sociale
elaborati da G.B.S. (Gruppo di Studio per il Bilancio Sociale) nel 2001: alcuni di questi sono la rilevanza, la chiarezza, la completezza, l’affidabilità e la verificabilità dei dati e delle informazioni forniti.
Anche per il 2010, l'Associazione ha deciso di investire nella comunicazione e diffusione esclusivamente online del Bilancio Sociale: il documento è infatti liberamente navigabile e scaricabile dal portale associativo (www.assindustria.re.it) ed è a disposizione del pubblico. La volontà di non stampare
copie cartacee del documento risponde a una precisa scelta di ridurre al minimo il consumo di carta
e, di conseguenza, l'impatto ambientale della pubblicazione.
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di previsione, esse comportano un tendenziale azzeramento dell’attuale gap competitivo rispetto ai concorrenti, con conseguente perdita di quote di mercato, anche nei contesti “vicini” ora ottimamente presidiati. Come conseguenza, il peso relativo del manifatturiero reggiano tende a ridursi in quanto le risorse che saprà generare non consentiranno verosimilmente un adeguato
sviluppo degli investimenti.
Nell’opinione prevalente fra le aziende reggiane, la probabilità da associare alla realizzazione dei vari scenari
delineati dipende in modo decisivo (marcando così una
differenza rispetto ad un passato anche recente) dalle
azioni di supporto messe in campo dagli stakeholder
esterni al mondo delle imprese.
In questo senso, le aspettative maggiori riguardano le
azioni di policy che potranno essere messe in campo da
Unione Europea (es. riduzione barriere all’ingresso nei
nuovi mercati), Enti di Ricerca (cui si richiede di fare leva
su alcune positive esperienze pilota nella trasformazione
della ricerca di base in innovazioni marketable), e, ultimo
Convivenza generazionale
di Paolo Morosetti
RICAMBIO GENERAZIONALE
La convivenza ed il passaggio generazionale rappresentano fasi delicate e spesso
inevitabili nella vita delle aziende, soprattutto per le molte piccole e medie imprese italiane che, caratterizzate da forte radicamento territoriale e marcata
connotazione familiare, danno origine a veri e propri “progetti di vita”. Trasferire da una generazione all’altra il know how, le conoscenze e le competenze acquisite in anni di esperienza è indubbiamente un punto di forza del nostro tessuto produttivo, ma, come accade per ogni punto di forza, è fondamentale riconoscerlo e sfruttarlo nel modo più vantaggioso. Le aspettative ed i percorsi di padri
e figli possono infatti arenarsi in aree di disagio o di conflitto, superabili solo con
un’attenta diagnosi del problema e con gli adeguati strumenti umani, economici
e giuridici.
Il Gruppo Giovani Imprenditori ha organizzato due giornate di riflessione su
questi temi, grazie al contributo di Paolo Morosetti, docente di Economia
Aziendale e Gestione Strategica presso l’Università Bocconi di Milano e coordinatore della cattedra AIdAF "Alberto Falck" di Strategia delle Aziende Familiari. Il primo è stato un incontro molto interattivo tra i partecipanti sugli approcci
ed i comportamenti che genitori e figli devono tenere per una successione di
successo, animato anche dalla testimonianza aziendale di Mariacristina Gherpelli, Ghepi Srl. Nel secondo si è affrontato il tema dei Patti di Famiglia, accordi
con valore morale e talvolta legale che consentono di intervenire sul tema della
governance familiare e aziendale, per far convivere più generazioni e creare un
equilibrio tra i soci che lavorano in azienda e coloro che, pur rimanendo soci,
hanno intrapreso altre strade professionali o di vita. Ospite di quest’occasione è
stato Fabio Storchi, Comer Industries Spa, che ha illustrato la propria esperienza e risposto alle domande dei partecipanti.
a più parti si richiama il tema della gestione della convivenza fra generazioni in un’azienda familiare come un fattore cruciale per favorire la continuità e il successo duraturo, soprattutto nel tessuto industriale italiano che per questioni demografiche vede ancora oggi al
comando una generazione molto senior e la presenza in azienda di giovani
con grandi potenzialità.
Ma come impostare il dialogo tra generazioni? Come rendere la convivenza
un’opportunità e non un limite per la stessa vitalità aziendale?
Studi e ricerche hanno affrontato da diverse prospettive la materia proponendo alcuni consigli e buone prassi per le famiglie imprenditoriali che si
apprestano a una riflessione in materia. Alcune di queste meritano di essere richiamate brevemente.
Una buona convivenza richiede prima di tutto una gestione del ricambio generazionale secondo una logica di processo. Ancora troppo frequentemente, il ricambio è considerato e vissuto come un evento: uno scatto fotografico che sancisce con una stretta di mano l’uscita di alcuni e l’entrata dei
nuovi, l’istante in cui la generazione senior lascia il “bastone del comando”
a quella giovane. Oppure un complesso insieme di norme e di disposizioni
che regolano il trasferimento di diritti proprietari. Niente di più sbagliato, come lo studio di numerosi casi di successo testimonia.
La successione è un lungo e irto processo organizzativo, comportamentale
e legale in cui si alternano nel tempo fasi caratteristiche. La prima inizia
quando i figli degli imprenditori sono giovani e compiono le prime scelte formative importanti, come il proseguimento degli studi universitari, che dovrebbero essere animate quantomeno dalla consapevolezza delle alternative
che hanno di fronte a loro, fra cui il lavoro nell’azienda di famiglia. La seconda è quella dell’ingresso e della carriera, da gestire tenendo conto delle esigenze aziendali e delle caratteristiche dell’individuo. A seguire quella di convivenza vera e propria tra le due generazioni che si trovano a lavorare a
stretto contatto nell’ambito del vertice aziendale, condividendo scelte chia-
D
PAOLO
MOROSETTI
Cattedra
AIdAF-Alberto Falck
di Strategia
delle Aziende Familiari
Università Bocconi
53
Convivenza generazionale
LA CONVIVENZA TRA
GENERAZIONI.
COME E QUANDO PUÒ DIVENTARE
UN PUNTO DI FORZA PER
L’AZIENDA FAMILIARE
52
ro ciclo di vita, mai eterno né programmabile. Mentre i figli dovranno apprendere le competenze di base dell’imprenditore e quelle che permetteranno loro di costruirsi e
gestire una squadra di collaboratori di fiducia, con spirito
intraprendente come team, in grado di formulare idee e
compiere azioni sul fronte dello sviluppo e dell’innovazione imprenditoriale: sfide molte concrete per le realtà di
piccola e media dimensione che sulla dinamicità e adattabilità ambientale fondano il loro continuo successo.
Vale la pena ricordare che l’imprenditore ha solitamente
alcuni tratti caratteristici individuabili nel coraggio, nell’autostima, nella tenacia, nell’umiltà, nello spirito al sacrificio e nell’adattabilità al cambiamento. Mentre le attitudini e le capacità che più di altre premiano un orientamento imprenditoriale sono la visione sistemica, oppure
a 360 gradi, l’orientamento allo sviluppo, le capacità relazionale, di gestione del team, di comunicazione, decisionale e di leadership. Se sui tratti della personalità si
può incidere con grande difficoltà, soprattutto in età matura, sulle attitudini e sulle competenze si può sempre
intervenire lavorando sulla persona o sul contesto organizzativo in azienda.
L’atteggiamento di genitori e figli deve maturare nel corso
del tempo, predisponendosi all’idea che il passaggio di
leadership aziendale, a un certo momento, deve formalmente compiersi. Una buona convivenza dipende dall’atteggiamento con cui genitori e figli si apprestano a vivere
questo momento. Ci sono genitori più o meno disponibili
alla delega manageriale, più o meno propensi all’innovazione oppure più o meno orientati a pensare in una logica
di processo o di evento. Sul fronte opposto i figli possono mostrare diversa determinazione nel ricoprire nuovi
ruoli – e dunque responsabilità -, essere più o meno pazienti ovvero disponibili ad attendere prima di subentrare
nella posizione apicale oppure esprimere un mix di competenze aziendali più o meno nuove rispetto a quelle delle
generazione precedente. Un insieme variegato di fattori
che si compongono fra loro plasmando il contesto emotivo e comportamentale nel quale senior e giovani desiderano lavorare insieme, innescando in tal modo potenziali
aree di collaborazione o di conflitto. Un genitore che non
delega, rimanda le decisioni di sviluppo manageriale e imprenditoriale dei figli, ed è poco propenso ad accettare
forme di innovazione entra facilmente in contrasto con un
erede determinato a prendersi le sue responsabilità, impaziente nel dimostrare e portatore di novità. Cosa fare in
questi casi? Bisogna imparare a dialogare, ad ascoltare
oltre che ad affermare il proprio io, a costruire un progetto di collaborazione a due mani e definire dei risultati in-
termedi da raggiungere per creare fiducia fra le parti e legittimare le rispettive evoluzioni di posizione. Non dimenticando di definire, da parte dei genitori in particolare, una
sorta di limite massimo di permanenza con incarichi operativi in azienda. Il pregio di questa scelta è duplice. Si incentiva la responsabilizzazione dei giovani, che non possono beneficiare in eterno di una implicita e affettuosa
protezione, una sorta di manleva psicologica, che può ingenerare insicurezza decisionale. Si disincentiva pure il
continuo differimento del passaggio di mano che può
portare a un lento logorio dell’entusiasmo di coloro che
vogliono e hanno bisogno di una legittimazione chiara di
ruoli, anche nei confronti dell’organizzazione. In questa
prospettiva vale la pena ricordare che il contributo della
generazione senior non si esaurisce mai, ma si modifica
nel tempo perdendo inevitabilmente di operatività ed acquistando un contenuto più strategico. Fin che lo desiderano, i senior devono continuare a ricoprire dei ruoli nella
governance per essere punto di riferimento, di saggezza
e di confronto. Una sponda su cui il nuovo leader può
sempre contare, da cui può trarre conforto nei momenti
difficili e a cui chiedere pareri e spunti di riflessione per
maturare delle scelte critiche. Buone regole di gestione
della famiglia imprenditoriale, come i patti di famiglia, consentono di definire fin dall’inizio del percorso le aspettative
di fondo e i criteri per procedere nelle diverse fasi, fra cui
quella della convivenza. Le famiglie imprenditoriali, soprattutto quelle che sono giunte alla seconda generazione,
possono essere istituti molto articolati ove tra familiari si intrecciano molteplici e controverse relazioni: di parentela
nella famiglia, professionali nell’azienda e patrimoniali in
virtù della condivisione di un patrimonio finanziario e imprenditoriale. Ebbene è proprio in questi casi che si avverte il bisogno di regole, magari pure formalizzate. Regole
che riguardano la struttura e il funzionamento della governance aziendale e familiare: il consiglio di amministrazione,
l’assemblea dei soci, i consigli di famiglia. Regole per normare la trasmissione dei diritti di proprietà: tra vivi e in caso di successione, fermo restando i vincoli della normativa
vigente. Regole di ingresso e di permanenza dei familiari in
azienda: per sostanziare nei fatti il principio di meritocrazia
e di competenza nelle scelte. E regole che riguardano la
successione nei ruoli apicali.
Questo corpus, che richiede un lavoro di comprensione e
di condivisione delle diverse istanze familiari, di costruzione di un consenso diffuso e profondo, porta alla stesura
dei patti di famiglia che, come molti casi aziendali testimoniano, consentono di affrontare la fase di convivenza generazionale con maggiore serenità e minori occasioni di
conflitto.
55
Convivenza generazionale
Convivenza generazionale
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ve. L’ultima è il passaggio di leadership dai genitori ai figli e la loro assunzione completa di responsabilità di governo strategico ed operativo.
Condividere un atteggiamento di processo comporta un
cambiamento di mentalità prima di tutto per i senior, che
si trovano a interpretare con maggiore intensità il ruolo di
educatori, genitori e leader aziendali che costruiscono e
trasmettono un progetto imprenditoriale e un insieme di
valori, anche con l’esempio quotidiano, dando valore tangibile al fare e non solo nel dire cosa bisognerebbe fare.
Un atteggiamento che se ben interiorizzato dovrebbe pure accompagnarsi all’accettazione di alcuni principi di
fondo come il riconoscimento che i figli che giungono in
posizioni di vertice lo devono al merito, alla competenza,
all’aver dimostrato di essere attori attivi e contributivi nella
gestione aziendale ossia capaci di produrre un risultato
concreto e misurabile. Senza dimenticare la conoscenza
dei tratti di originalità della proprietà familiare, le modalità
per trarne vantaggio e quelle per affrontarne le vulnerabilità, anche con una certa dose di franchezza e freddezza.
La questione della pianificazione del passaggio generazionale può naturalmente complicarsi per la presenza di alcuni fattori specifici come: una pluralità di eredi, il grado di interesse e di passione dei figli, il grado di managerializzazione dell’azienda di famiglia e la sua stessa salute economico-finanziaria, la possibilità di farla crescere in dimensione, la complessità e la qualità delle relazioni familiari. Elementi che non devono scoraggiare, bensì spingere le famiglie più responsabili a trattare il tema con anticipo, saggezza e lungimiranza per alimentare la coesione tra familiari e creare le condizioni per il buon governo dell’azienda.
La passione o l’orientamento imprenditoriale sono fattori
che facilitano la convivenza. L’aver assistito a molti dialoghi tra genitori e figli su questioni aziendali e familiari mi
ha portato a maturare una convinzione di fondo: un fattore fluidificante la qualità delle relazioni è l’imprenditorialità. Laddove sia propria dei genitori e dei figli, la convivenza può risultare per certi versi più semplice, fermo restando una dialettica positiva tra le parti. Quando i figli
sono meno imprenditori dei genitori oppure questi non
accettano modelli alternativi al loro, le aree di conflitto e
di tensione affiorano invece con rapidità. Se così fosse
non occorre scoraggiarsi, ma prenderne atto con sollecitudine, anche per non logorare l’armonia familiare e la
stessa gestione aziendale, costruendo alternative di azione per bilanciare un minor talento con un maggiore
orientamento imprenditoriale. Ciò significa che i genitori
devono accettare che il loro modello deve gradualmente
maturare per evitare che dipenda esclusivamente dal lo-
CESARE FANTUZZI
Professore Facoltà
di Ingegneria
Università di Modena
e Reggio Emilia
SCUOLA DI DOTTORATO
IN INGEGNERIA
DELLA INNOVAZIONE
INDUSTRIALE
IL CONSUNTIVO AL TERMINE DEL PRIMO
ANNO DI ATTIVITÀ
L
iscritti, due dei quali con borse di studio offerte dalla
Fondazione Manodori. I progetti di ricerca su cui i dottorandi sono al lavoro sono nel campo della Energetica,
Fluidodinamica e Robotica.
Nel dettaglio i progetti di dottorato in corso di svolgimento sono “Co-Generation Systems based on the
Combustion of Aluminum in Water” (ing. Stefano Mercati), “Robotica Mobile Pervasiva” (ing. Alessio Levratti),
“Definizione di un modello integrato di eco-design per
materiali edili” (ing. Davide Corradini), “The effect of
thermal transients and pressure waves on the development of cavitation and micro-dieseling in hydraulic
fluids”, (ing. Fabrizio Grasselli). I temi e le ricerche che
tali progetti stanno portando avanti sono condivisi con
aziende del territorio reggiano, tra cui possiamo citare la
Emak e la Elettric 80.
L’esperienza maturata nel corso del primo anno ci porta
a dire con convinzione che le attività di ricerca industriale e trasferimento tecnologico debbono essere collegate necessariamente all’accrescimento delle risorse umane. Tutte le ricerche sviluppate dai dottorandi nascono
da colloqui e confronti con la realtà industriale, e da
questa traggono spunti per ricercare le metodologie e
le tecnologie più adatte allo sviluppo del loro progetto.
In base alla nostra esperienza possiamo senz’altro affermare che una attività di ricerca industriale condotta in collaborazione tra Università ed Impresa deve essere basata
sulle risorse umane per poter essere di successo. Le basi
industriali, le motivazioni e i limiti della attività debbono essere studiate avendo in mente le problematiche reali, che
possono essere sviluppate solamente mediante una approfondita analisi del problema concreto industriale. Da
questo punto di partenza, la competenza universitaria si
estrinseca nella individuazione della teoria scientifica e
delle tecnologie più avanzate che sono applicate seguendo un metodo ben preciso, che porta alla definizione dei
passi operativi (ricerca bibliografica e brevettuale, elaborazione di modelli matematici, etc.). Questo percorso deve essere necessariamente sviluppato da risorse umane
fresche e capaci che giorno dopo giorno portano avanti i
passi della ricerca precedentemente definiti, sotto la
stretta supervisione dello staff universitario e con la collaborazione dei tecnici delle imprese coinvolte.
Il dottorato di Ricerca in Ingegneria della Innovazione Industriale, vuole quindi proporre alle imprese reggiane
questo modello di riferimento per la ricerca applicata e
per lo sviluppo della cultura superiore Universitaria. Un
modello in cui il dottorando è allo stesso tempo motore
e beneficiario culturale del progetto di ricerca. Egli apprende le peculiarità dell’ambiente industriale dall’inizio
del progetto, è portata a crescere nell’approccio metodologico all’interno dell’Università, sviluppa contatti internazionali e apprende come gestire un progetto di ricerca comunque complesso .
In riferimento al prossimo anno 2012, la Scuola di Dottorato ha aperto le procedure per la selezione degli studenti. Le manifestazione di interesse sono numerose, e
provengono anche dall’estero, Cina e Oriente in testa.
Anche questo anno la scuola sarà dotata di tre borse di
studio, una delle quali offerta dalla Fondazione Manodori, una vinta su bando nazionale a cui la Scuola ha partecipato e una messa a disposizione dall’Ateneo.
Nell’immediato futuro, inoltre, saranno messe a disposizione delle risorse da parte della Regione Emilia Romagna per le Imprese per cofinanziare assunzioni di neolaureati. Tale progetto, denominato “Alta Formazione”, ha
lo scopo di incentivare la formazione superiore dei neolaureati assunti dalle imprese, ad esempio con l’iscrizione al dottorato di ricerca. Non occorre poi dimenticare
che i progetti di ricerca con Università godono di agevolazioni fornite come credito di imposta per una quota
rilevante del valore del progetto, e quindi l’invito è quello
di sfruttare queste possibilità per attivare progetti di
dottorato su temi specifici proposti dalle aziende.
A distanza di un anno, possiamo quindi affermare che il
progetto della Scuola di Dottorato è definitivamente avviato, le competenze sono assicurate da un collegio dei
docenti che comprende oltre 30 tra docenti e ricercatori di esperienza, le adesioni di giovani di talento non
mancano, e quindi invitiamo le forze imprenditoriali a cogliere questa occasione per supportare in maniera strutturata e basata su risorse umane le necessità di ricerca
e sviluppo che sono essenziali alla produzione di componenti e sistemi innovativi e di alto contenuto tecnologico, vero elemento per fermare i venti di crisi che soffiano di questi tempi.
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Dottorato di ricerca
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a scuola di dottorato in Ingegneria della Innovazione Industriale, attivata nell’ambito
del percorso didattico della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Modena e Reggio
Emilia grazie al sostegno della Fondazione
Manodori che ha offerto tre borse di studio,
è ormai giunta alla conclusione del primo
anno del suo ciclo didattico. Il Dottorato di
Ricerca si pone l’obiettivo di completare
l’offerta didattica dei Corsi di Laurea e di
Laurea Magistrale (di tre e due anni rispettivamente) in
Ingegneria, fornendo agli studenti un profilo curricolare
orientato alla ricerca di base ed industriale. Nei tre anni
di corso gli studenti si applicano alla risoluzione di un
problema ingegneristico che richiede lo sviluppo di un
progetto di ricerca, che lo studente svolge sotto la direzione di un tutor universitario.
L’iter del corso di studio prevede, in genere, un percorso che inizia con uno studio e una raccolta di informazioni sul problema da affrontare (ricerca bibliografia e
brevettuale, partecipazioni a scuole e seminari specialistici, periodi in azienda per familiarizzare con gli aspetti
pratici legati al problema, etc.), per poi proseguire con
una fase di elaborazione di un risultato teorico e quindi
una implementazione su un prototipo (che può essere
un prototipo vero e proprio, oppure un sistema simulato). In genere lo studente trascorre l’ultimo periodo di lavoro (dai quattro agli otto mesi) presso un laboratorio
straniero per consolidare le conoscenze acquisite a
contatto con una importante realtà internazionale. Al termine del dottorato, lo studente affronta la dissertazione
della tesi di fronte ad una commissione di esperti del
settore, e, in caso di superamento dell’esame, acquisisce il titolo di dottore di ricerca.
I corsi e il tipo di didattica (all’interno dei programmi vi
sono corsi professionalizzanti come il “project management”), portano a indirizzare il dottorato ad una carriera
di “manager dell’innovazione” per aziende dinamiche
che si trovano ad assumere persone formate alle responsabilità di sviluppo di progetti di ricerca e di innovazione tecnologica.
Nel primo anno di vita, la Scuola di Dottorato in Ingegneria della Innovazione Industriale ha avuto quattro
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HEALTH ROBOTICS
ITALIAN MECHATRONICS AWARD
La quinta edizione del Premio Italiano della Meccatronica, organizzato
e promosso da Industriali Reggio Emilia in collaborazione con il Club
Meccatronica e con Nòva 24 – Il Sole 24 Ore, è stata assegnata a Health
Robotics. La PMI bolzanina leader mondiale nell’automazione per la preparazione delle terapie infusionali, succede a Prima Industrie (2010), Carlo
Gavazzi Space (2009), System (2008) e a Brembo (2007), vincitori delle
precedenti edizioni del Premio.
La Giuria che ha assegnato il riconoscimento è presieduta da Stefano
Landi, Presidente di Industriali Reggio Emilia, ed è composta da Alberto
Bombassei, Vice Presidente Confindustria e Presidente Brembo Spa, Luca
De Biase, Editorialista Nòva 24, Cesare Fantuzzi, Docente presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Enzo Rullani, Docente
presso la Venice International University, Aimone Storchi, Presidente del
Club Meccatronica e con Auro Palomba, Presidente di Community, come segretario.
VINCE
LA V EDIZIONE
DEL PREMIO ITALIANO
DELLA
MECCATRONICA
L
a Giuria ha individuato in Health Robotics
l’azienda che nel 2011 ha perfettamente
incarnato i valori su cui si basa il Premio
Italiano della Meccatronica. Health Robotics si è infatti distinta per aver adottato
soluzioni meccatroniche che hanno permesso di sviluppare prodotti talmente innovativi da creare una discontinuità positiva nel proprio settore, fornendo un contributo straordinario all’evoluzione tecnologica nel campo della tecnologia medica
ospedaliera.
Secondo la motivazione ufficiale, la Giuria ha voluto premiare Health Robotics:
“Per le innovative soluzioni tecniche sviluppate che le
hanno consentito di divenire leader mondiale nel settore della robotica applicata alle tecnologie farmaceutiche ospedaliere.
In particolare per aver realizzato e diffuso su scala
mondiale il primo sistema robotizzato per la manipolazione dei farmaci antitumorali, ed aver ulteriormente
esteso i propri risultati realizzando una seconda generazione di sistemi robotizzati, così da assicurare i migliori standard di sicurezza e salute per gli operatori e i
pazienti per la totalità delle terapie infusionali”.
Health Robotics fornisce robotica e soluzioni informatiche di alto livello a più di 200 strutture ospedaliere in
sei continenti. Grazie a ingenti investimenti in ricerca e
L’evento rientra tra le iniziative dell’AEF Plugfest - importante sessione di lavoro dedicata all’applicazione dell’elettronica nel comparto meccanico-agricolo a livello internazionale – ed è promosso dal Club Meccatronica,
che si propone come punto d’incontro per tutti coloro
che operano nella meccanica avanzata e nella meccatronica.
Nel corso dell’incontro, aperto con gli interventi del Sindaco di Reggio Emilia, Graziano Delrio, del Presidente
di Industriali Reggio Emilia, Stefano Landi e del Presidente di Unacoma, Massimo Goldoni, si è affrontato il
tema delle principali innovazioni che la tecnologia meccatronica può portare nella vita dell’uomo. Con il coordinamento di Pierangelo Soldavini, Vicecaporedattore di
Nòva 24 – Il Sole 24 ore sono intervenuti Marco Monti,
Vice Presidente Automotive Product Group STMicroe-
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sviluppo (ogni anno oltre il 12% del fatturato), l’azienda
ha inventato il primo robot in grado di mettere a punto i
farmaci per la chemioterapia e successivamente macchine capaci di elaborare numerosi tipi di terapie e soluzioni per la nutrizione parenterale, oltre a software per la
preparazione dei medicinali e per la gestione delle cartelle cliniche digitali. Health Robotics mira a realizzare
una farmacia ospedaliera interamente digitale e rendere
così automatizzate e sicure la preparazione e somministrazione di medicinali e terapie, incrementando la produttività e contenendo i costi.
La cerimonia ufficiale di premiazione è avvenuta martedì
20 settembre presso il Teatro Valli di Reggio Emilia, in
occasione del Seminario internazionale “La Meccatronica a 360°: come cambierà la nostra vita quotidiana grazie alle tecnologie meccatroniche”.
ITALIAN MECHATRONICS AWARD
LE AZIENDE FINALISTE
Health Robotics
Health Robotics - leader mondiale nell’automazione per la preparazione delle terapie infusionali - fornisce robotica e soluzioni informatiche di
alto livello a più di 200 strutture ospedaliere in
sei continenti.
Health Robotics mira a realizzare una farmacia
ospedaliera interamente digitale e rendere così
automatizzate e sicure la preparazione e somministrazione di medicinali e terapie, incrementando la produttività e contenendo i costi.
L'azienda ha inventato e realizzato il primo robot
in grado di mettere a punto i farmaci per la chemioterapia e successivamente macchine capaci
di elaborare numerosi tipi di terapie e soluzioni
per la nutrizione parenterale. Ha inoltre sviluppato software per la preparazione dei medicinali
e per la gestione delle cartelle cliniche digitali.
Health Robotics è una PMI che investe in maniera rilevante in Research and Development (oltre il 12 % del fatturato): possiede numerosi
brevetti e circa la metà dei dipendenti è occupata in attività di ricerca, sviluppo e quality
management.
Werner Rainer, Amministratore Delegato di Health Robotic, Luca Cordero di Montezemolo e Pierangelo Soldavini Vicecapo redattore di Nòva 24
lectronics, per illustrare come i sensori cambieranno la
nostra vita; Rainer Hofmann, Presidente AEF, che ha
spiegato il ruolo dell’elettronica per una nuova generazione di macchine agricole; Gianni Mancini, Responsabile Innovazione Processi Pirelli Tyre, che ha portato l’esperienza della Fabbrica Pirelli di Settimo Torinese. La
cerimonia di conferimento del Premio Italiano Meccatronica è stata aperta da Aimone Storchi, Presidente del
Club Meccatronica, mentre Luca Cordero di Montezemolo, Presidente Ferrari, ha consegnato all’Amministratore Delegato di Health Robotics, Werner Rainer, la
scultura realizzata dal designer Marco Ricci.
L’organizzazione e la comunicazione del Premio sono
state seguite da Community, società di consulenza che
opera in tutti i rami della comunicazione specializzata
nell’area economico–finanziaria.
Nasce nel 2006 come spin-off del Laboratorio di Meccatronica del Politecnico di Torino e conta ad oggi dodici tecnologi
(nel 2009 ha raggiunto un fatturato di un milione di euro). Progetta e prototipa sistemi di attuazione e controllo della potenza, dell’energia e del movimento nel settore dei veicoli e delle fonti rinnovabili. In particolare trazioni ibride/elettriche e sistemi “drive by wire”.
Nel 2009 ha avviato una partnership con la Landi Renzo, il maggior produttore europeo di sistemi auto a gas, su un kit per
rendere ibrida ogni auto. Oggi Actua lavora con altre aziende torinesi dell’auto sul progetto Icona, azienda di design e progettazione di veicoli ibridi con sede a Shanghai, per l’industria cinese.
ACTUA partecipa al MESAP – Centro di Innovazione Meccatronica della Regione Piemonte – nella convinzione che lo sviluppo di strumenti e piattaforme condivise – ad esempio in modalità Open Source – e l'esperienza sviluppata in progetti
cooperativi e precompetitivi siano essenziali per creare e mantenere la capacità di innovazione del territorio.
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Galdabini disegna, costruisce e vende nel mondo intero macchine e sistemi delle sue tre linee di prodotto: raddrizzatrici di
alberi, profili, barre e forme, presse e sistemi automatici per stampaggio della lamiera, strumenti di prova per la determinazione delle caratteristiche meccaniche dei materiali.
Azienda europea fortemente orientata al mercato mondiale, Galdabini si propone oggi come partner in grado di offrire
macchine e impianti che garantiscono prestazioni di altissimo livello. Il costante sviluppo della società ha portato il suo organico a contare su più di 130 tecnici al servizio degli oltre 2000 clienti.
La forte vocazione internazionale è rafforzata oggi dalle due sedi operative in Europa, a Cardano al Campo ed a Felben in
Svizzera; di recente è stata aperta la sede commerciale e di service in Cina, Galdabini Beijing.
Con questo spirito è stato creato il nuovo Technology Centre, un’area dedicata di oltre 600 mq dove la tecnologia sviluppata viene messa a disposizione dei clienti che possono visionare le macchine più all’avanguardia, testare i propri prodotti e
studiare insieme ai ricercatori della Galdabini la soluzione personalizzata alle proprie esigenze.
Jobs è un punto di riferimento mondiale per la realizzazione di prodotti, soluzioni e servizi tecnologica-mente avanzati per
la fresatura ad alte prestazioni. Tale posizione è il frutto di consistenti investimenti in capitale umano nella continua innovazione dei prodotti e nell’organizzazione dei processi industriali.
Jobs impiega circa 200 persone ed esporta verso i paesi più industrializzati l'80% della propria produzione (Germania,
Francia, India, Cina, Russia). Jobs è riconosciuta come azienda di riferimento nella tecnologia delle lavorazioni di fresatura ad alte prestazioni per produzioni aerospaziali/aeronautiche, automobilistiche, meccanica generale ed energia, grazie
all'impiego delle più avanzate tecnologie progettuali, produttive e di controllo qualità.
Nel 2005 ha fondato il consorzio di ricerca Musp, insieme ad altre aziende di meccanica strumentale del piacentino e al
Politecnico di Milano: un laboratorio dove 25 ricercatori lavorano su sensoristica avanzata, metodi di progettazione di
macchine inedite e lavorazione di materiali innovativi.
SCM Group è un gruppo industriale leader nella concezione, produzione e distribuzione di soluzioni tecnologicamente
avanzate per la lavorazione di una vasta gamma di materiali: legno, vetro, plastica, marmo, metallo, compositi. Con marchi
specialisti nei diversi settori di applicazione e centri di eccellenza qualificati nella componentistica industriale, SCM
Group è presente da oltre 50 anni nei 5 continenti.
Oggi SCM Group conta 3.400 addetti, 23 aziende consociate e il 70% di export. Il gruppo sta investendo 30 milioni di euro in
ricerca e sviluppo, tecnologia e know-how. Una cifra importante per ottenere massima efficienza gestionale e offrire al
mercato macchine e sistemi sempre all’avanguardia, performanti e con accorgimenti per sostenere il risparmio energetico e l’impatto ambientale.
Con 350 brevetti registrati, di cui 10 solo nell’ultimo anno, SCM Group è una realtà italiana per cui l’alta tecnologia è sinonimo di successo.
SCM Group ospita dagli anni ’80 il CSR, Consorzio Studi e Ricerche, un laboratorio all’avanguardia che svolge studi nel
settore acustico, delle vibrazioni, della polverosità e fluidodinamica, anche per aziende ed enti esterni al Gruppo.
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INTERVISTA A LUCA TORRI
Torri, iniziamo con una domanda un pò provocatoria: elogiare le magnifiche sorti del digitale oggi va molto di moda, poi però dati e statistiche ci
dicono che nelle imprese e in generale in Italia siamo sotto la media europea per applicazione del digitale ai processi o prodotti.
In effetti di convegni e articoli sul digitale come motore dello sviluppo e traino
della competitività del manifatturiero ve ne sono tanti; non è un male, perché
si tiene desta l’attenzione sul tema. Tuttavia, questa sensibilità, di cui va riconosciuta la buona fede, non trova in seguito uno sbocco concreto perché, a
parere mio, manca qualcuno in grado di riunire e coordinare gli attori coinvolti.
Ci spieghi meglio.
CLUB DIGITALE
Si è svolta lunedì 18 luglio presso la sede di via Toschi l’Assemblea Costituente
del Club Digitale e dell’Icmt/Tecnologia dell’Informazione, della Comunicazione e dei Media.
Emanazione del Gruppo Terziario Innovativo di Industriali Reggio Emilia, il
Club Digitale è nato con l’intento di offrire un luogo d’incontro e confronto dedicato a tutte le tematiche legate alla tecnologia dell’informazione.
L’Assemblea del Club Digitale ha provveduto all’approvazione del Regolamento
interno e all’elezione del Presidente e del Consiglio Direttivo, in carica per il
biennio 2011-2013.
Presidente del Club è stato eletto Luca Torri, 46 anni, titolare della società ELand Srl di Reggio Emilia, dedita alla consulenza per l'organizzazione aziendale e allo sviluppo di software.
Accanto a lui sono risultati eletti quali componenti del Consiglio Direttivo: Massimiliano Del Sante, O.T. Consulting Srl; Doriano Guerrieri, Pico Srl; Giuseppe Maramotti, Memar Monteassegni Spa; Marco Pederzini, Emak Spa;
Francesco Tessoni, Sedoc Srl; Enrico Baldisserri, Credemtel Spa.
A questi si aggiunge anche Armando Sternieri, Presidente del Gruppo Terziario Innovativo, che – in base allo Statuto del Club - in quanto tale viene invitato di diritto a far parte dei lavori del Consiglio Direttivo.
Il Club Digitale vuole essere uno stimolo per dibattere problematiche comuni,
mettere in campo iniziative o creare opportunità su temi di pertinenza del settore dell’information technology, mantenendo sempre aperto il confronto tra le
aziende e le realtà del comparto. Una mission che apre così le porte non solo
agli imprenditori produttori di digitale e alle imprese consumatrici, ma anche a
Università, giovani studenti e ricercatori.
LUCA TORRI
Presidente
Club Digitale
I convegni servono senza dubbio perché favoriscono l’aggiornamento e la
diffusione delle informazioni. Il Club Digitale nasce però anche per dimostrare l’importanza e la necessità del digitale. Non uso a caso questo verbo. Assieme ai tanti colleghi imprenditori incontrati di recente all’Assemblea costitutiva del Club, abbiamo convenuto che facendo toccare con mano ad un’impresa i vantaggi di un processo produttivo gestito con le tecnologie dell’informazione, quand’anche realizzato in laboratorio, ma che faccia capire
bene cosa significhi immettere una tecnologia nel processo produttivo, la
svolta digitale dell’azienda sarà naturale. All’imprenditore diciamo: ti dimostro
che questa innovazione ti fa diventare più competitivo, e ti permette di rivedere quei ricavi che oggi sono limitati da un insieme di fattori, tra i quali l’oggettivo limite produttivo dei macchinari, l’aumento prezzi delle materie prime
etc. C’è parecchio lavoro da fare perché grosso è l’equivoco sull’innovazione
tecnologica. Senza offesa per nessuno, perché è una criticità che riguarda
anche molti di noi produttori di Ict, ma oggi si pensa che essere presenti sul
web con il sito aziendale, scambiarsi centinaia di mail o attivare una conference call su skype certifichino un alto livello digitale in azienda. Ma non è
così. Pensiamo ad esempio all’e-commerce: sulla possibilità di acquistare e
pagare in pochi secondi direttamente dal web un prodotto o un manufatto
siamo al medioevo. Per inciso, con la crescita reale dell’Ict e del digitale ne
beneficia il sistema come competitività, occupazione, ricerca, territorio.
In che senso?
Ogni euro investito in Ict porta un euro e cinquanta di Pil e per gestire bene
questo investimento bisogna integrare la ricerca, i relativi finanziamenti ma
anche il mondo delle aziende, che deve rappresentare le proprie esigenze,
affinché l’innovazione possa diventare concreta per tutti. La ricerca si fa nel
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Presidente, le ricerche costano, le strutture di laboratorio faticano, ad oggi, ad autofinanziarsi e non è tempo
questo di elargizioni a fondo perduto, nemmeno per le
università.
E’ vero, però la Comunità Europea sta promuovendo
percorsi di ricerca e sviluppo attraverso incentivi importanti. Mi riferisco al VII Programma Quadro per la ricerca, e all’ottavo, ancora in fase di delineazione da parte
della Commissione Europea, per la ricerca e lo sviluppo
tecnologico. Guardiamo i numeri: 7 miliardi di euro stanziati, 53 bandi di cui più della metà già aperti. Tra i beneficiari ci sono tutti i soggetti che ruotano attorno al
mondo dell’innovazione e del trasferimento tecnologico:
piccole e grandi imprese, centri di ricerca, università,
docenti e ricercatori.
Per paradosso il rischio è perdersi...
Infatti, il Club vuole fare una campagna di sensibilizzazione massiccia su questa enorme opportunità. Organizzeremo a breve un incontro per illustrare le “avvertenze per l’uso”. Non commettiamo la leggerezza di andare
ognun per sé a presentare il nostro progetto sperando
nello strapuntino comunitario, perché in quel caso i programmi europei ci voleranno sopra le teste. Dovremo individuare i compagni di viaggio (che possono essere
reggiani come tedeschi, polacchi, inglesi) accertarne le
disponibilità, aggregarli, scrivere un progetto analitico e
mirato, rifuggendo da quella che è stata definita la “sindrome del tema libero” e solo dopo candidarci per il finanziamento. Il fulcro di queste operazioni deve essere
la raccolta puntuale delle esigenze e quindi un collegamento strettissimo con il territorio. Sia chiaro che la Comunità Europea terrà alta l’asticella delle erogazioni premiando solo chi avrà un contributo elevato in termini di
competenze.
In questo caso però oltre alla rivoluzione digitale, come
viene chiamata, c’è da lavorare parecchio anche sulla
rivoluzione culturale, non a caso al centro dell’attenzione di Confindustria, per invertire la tendenza autoreferenziale di molte imprese.
All’interno del Club vorremmo favorire momenti di conoscenza per permettere alle imprese di annusarsi, condividere le proprie specificità, verificare sinergie. Se penso all’esperienza del contratto di rete promosso e diffuso da Industriali Reggio Emilia, negli ultimi tempi sono
cambiate molte cose. È vero però che resiste l’abitudine
alla diffidenza, il timore dello sguardo indiscreto del concorrente, ma attraverso alcune best practices su cui
stiamo lavorando, come la matrice delle competenze di
tutte le imprese del Club, verrà più naturale per un’impresa cogliere nell’altro un fattore di integrazione più
che di competizione. Chi non farà così è destinato a restare indietro. Chi avrà il coraggio di venire a fare nuove
conoscenze e a raccontare un po’ di sé e dei propri
gioielli di famiglia ne trarrà, io credo, benefici e vantaggi.
Insomma, per citare Brecht, visto che si è parlato di rivoluzione digitale, “la rivoluzione non si fa seduti”.
Aggiornamento, segmentazione dei servizi, crescita del
comparto sono gli assi del Club neo-costituito e delle attività dei gruppi merceologici all’interno di Industriali
Reggio Emilia. Rimane il tema della rappresentanza.
Come Club Digitale coltiviamo il forte senso istituzionale
e di rappresentanza che caratterizza ogni raggruppamento merceologico o di persone afferente a Industriali
Reggio Emilia; quindi, sempre in raccordo e massima
coerenza con la presidenza Landi, vorremmo porci come
qualificato, attento e credibile interlocutore verso la città
e le istituzioni, ancora una volta il territorio. Credo, ad
esempio, che la Provincia avrebbe parecchio da guadagnare nell’ascoltarci nella fase di istruttoria dei piani for-
mativi e dei finanziamenti ad essi collegati. Chi decide dove e come canalizzare i fondi per la formazione e
l’aggiornamento sull’Ict? Quanto pesa la formazione sulle tecnologie nelle professioni non legate all’Ict? Forse servirebbero qualificate indicazioni su queste tematiche, a vantaggio
non tanto e non solo delle aziende
del comparto, ma dei potenziali occupati in quelle imprese. La competenza specialistica delle persone e la
crescita delle imprese sono gli estremi della stessa asticella che eleva o
abbassa il tasso di ricchezza e sviluppo di una città e di una provincia.
Nel suo discorso di insediamento, il neo eletto Presidente Luca Torri ha esordito con una disamina della
carenza strutturale del comparto digitale del territorio, riconducibile a diversi fattori come la mancanza
di un big player in grado di dare lavoro a decine di
terzisti e sviluppare nuovo know how per sé e per il
proprio indotto, la dimensione delle imprese del
comparto, la scarsa competenza manageriale, i capitali esigui e, non da ultimo, la mancanza di giovani
formati sulle tecnologie. A queste esigenze, ha poi
aggiunto Torri, il Club Digitale vuole dare risposte a
partire dai rapporti con i laboratori universitari e i
centri di ricerca, ma anche attraverso una politica
aggregativa e di sistema tra imprese nell’utilizzo degli imponenti finanziamenti comunitari previsti nei
programmi quadro. Tematiche inevitabilmente riprese anche nel corso dell’incontro pubblico che ha seguito l’Assemblea del Club, in cui è intervenuto Cristiano Radaelli, Vice Presidente di Confindustria Digitale e Presidente Anitec. Radaelli ha riaffermato
l’impegno di Confindustria nazionale sulla sensibilizzazione verso il digitale come motore della competitività e della produttività del sistema economico-industriale italiano e della collettività, sebbene ancora
scarsa sia la percezione nell’opinione pubblica italiana dell’importanza dell’innovazione digitale sulla
qualità della vita di cittadini, famiglie e imprese. Ha
concluso la giornata il qualificato intervento di Luca
Errico, dello staff di Direzione di Adriano Mencarini,
Direttore Innovazione e Digital Design di Indesit
Company, che ha virato su aspetti quali l’impatto
ambientale “green” delle nuove tecnologie e sulla filosofia innovativa del riutilizzo di vecchi oggetti, come l’elettrodomestico, in scala digitale.
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suo luogo per eccellenza, l’università ed i laboratori;
questi non possono che trarre vantaggi nel diventare riferimento di un numero sempre maggiore di aziende e
ampliando al proprio interno i confini della sperimentazione. Le imprese ne ricavano maggiore competitività,
che significa produrre di più, assumere ragionevolmente
più personale, generare ricchezza. Vorrei sottolineare
che non bisogna avere paura dall’automazione dei processi, non provoca tagli di personale ma semmai un aumento. Sappiamo di non poter disporre, a differenza
delle realtà territoriali che ci circondano, di facoltà come
ingegneria informatica; il Club Digitale vuole provare a
supplire anche in questa direzione, agendo in sinergia
con i colleghi imprenditori del Club Meccatronica ad
esempio, avendo ben chiaro che in ogni campo le eccellenze sorgono laddove vi sia un polo universitario, o
un network, dove fare ricerca.
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Il Gruppo Giovani di Industriali Reggio Emilia in occasione del 50° Anniversario della propria fondazione intende premiare l’innovazione sostenibile applicata a processi, prodotti, servizi e in generale a tutte le soluzioni di impresa che
portano benessere sociale, benefici all’ambiente e miglioramenti aziendali.
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le principali categorie premiate:
• innovazione sostenibile sociale
• innovazione sostenibile economica
• innovazione sostenibile ambientale
i passi per partecipare gratuitamente al premio:
• descrivere brevemente il progetto o la soluzione innovativi specificando se
il beneficio ha una natura prevalentemente di tipo economico, sociale o
ambientale;
• inviare il tutto entro il 21 novembre 2011 alla segreteria del Premio Innovazione Sostenibile:
Gruppo Giovani Imprenditori
[email protected]
via Toschi 30/A – 42121 Reggio Emilia
il corso di alta formazione gratuito per le imprese vincitrici di ciascuna categoria di premio.
In un momento di forte incertezza economica e sociale come quello attuale,
è quanto mai importante dare indicazioni alle imprese - in particolare alle
PMI che stanno pagando il prezzo di comportamenti globali irresponsabili sul fatto che la competitività va costruita recuperando responsabilità e capacità innovativa. Purtroppo però, quando si affronta il tema dell’Innovazione, ancor più se declinata in una dimensione sostenibile, c’è il rischio di incorrere in una serie di luoghi comuni riduttivi e inesatti. Ad esempio, l’idea
che l’Innovazione può essere fatta solo in luoghi deputati, come quelli
espressamente dedicati alla ricerca scientifica e tecnica; oppure che siano
necessari, per produrre Innovazione, processi esclusivamente lineari, teorici,
separati dalle esigenze della società circostante.
In realtà il rapporto con il territorio è un presupposto fondamentale della
creatività e dell’Innovazione Sostenibile, intesa come la ricerca della soddisfazione dei bisogni nel rispetto dei limiti ecologici del pianeta, senza compromettere la possibilità delle generazioni future di fare altrettanto, quando
sarà il loro turno. È chiaro quindi come l’Innovazione Sostenibile sia un fenomeno complesso che nasce dalla collettività, dall’interazione tra conoscenze materiali e immateriali di carattere sociale, culturale, economico, scientifico, tecnico, estetico e molto altro ancora.
Credendo fortemente in questi presupposti, nella forza propositiva che i
giovani incarnano e nella necessità di promuovere i comportamenti virtuosi
del nostro sistema produttivo, nel 50° Anniversario della propria costituzione il Gruppo Giovani Imprenditori di Industriali Reggio Emilia bandisce il
Premio Innovazione Sostenibile.
L’obiettivo è quello di valorizzare le iniziative, i processi, i prodotti, i servizi e
in generale le soluzioni aziendali che introducono un miglioramento portando nel contempo benessere sociale, benefici all’ambiente e sviluppo dell’imprenditorialità.
Il Premio è rivolto a tutte le imprese della provincia di Reggio Emilia, che sono chiamate a presentare progetti di innovazione già realizzati o in fase di
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realizzazione attraverso una semplice descrizione dell’iniziativa. Sarà poi una Giuria composta da autorevoli
personalità o istituzioni del territorio che avrà il compito
di valutare le candidature secondo i criteri sanciti dal
bando e di indicare i finalisti ed i vincitori per ciascuna
categoria di Premio. Tre sono infatti le sezioni per cui le
imprese potranno presentare i progetti di Innovazione
Sostenibile: dimensione sociale, dimensione ambientale, dimensione economica.
Nella valutazione di ciascuna candidatura saranno fondamentali la carica innovativa del progetto, la sostenibilità,
intesa come l’equilibrio tra il soddisfacimento delle esigenze presenti e quelle delle future generazioni; l’entità
degli effetti positivi generati sul territorio, e l’efficienza,
ossia la capacità di ottenere le migliori performance possibili nelle relazioni e nei processi aziendali. La giovane
età di chi ha realizzato o promosso il progetto all’interno
dell’azienda sarà considerata una caratteristica preferen-
ziale – ma non esclusiva - nella valutazione del progetto.
Ai vincitori di ciascuna categoria sarà riconosciuta
un’attestazione d’onore e la possibilità per le aziende di
utilizzare il logo del Premio come elemento di distinzione. Alle imprese vincitrici verrà inoltre accreditata un’iscrizione gratuita al corso di alta formazione “Professione CSR” organizzato da ALTIS, Alta Scuola Impresa e
Società dell’Università Cattolica di Milano per l’anno
2012. La premiazione avverrà nel mese di dicembre in
occasione della celebrazione del 50° Anniversario del
Gruppo Giovani di Industriali Reggio Emilia.
Le candidature dovranno essere presentate entro il 21
novembre 2011 alla segreteria del Gruppo Giovani di
Industriali Reggio Emilia (via Toschi 30/A a Reggio Emilia, tel. 0522 409723, fax: 0522 409793, e-mail: [email protected]), cui è possibile richiedere
ogni informazione. Il bando e la documentazione relativa
sono disponibili sul portale www.assindustria.re.it
BPER ANALIZZA LA SODDISFAZIONE E I BISOGNI
DELLA CLIENTELA CORPORATE
In questa fase di turbolenze economiche e finanziarie, le variabili che entrano in gioco nella relazione tra Banca ed i segmenti di Clientela con esigenze molteplici, come il Corporate, evolvono rapidamente ed aumentano ulteriormente di complessità. Conoscere a fondo la propria Clientela attuale e potenziale diventa un “must” per gestire al meglio il rapporto.
BPER ha dato avvio ad un proprio modello di rilevazione della soddisfazione anche per la clientela Corporate dopo aver approfonditamente indagato nel 2010 quella dei privati e delle piccole imprese.
L’indagine consentirà alla Banca di mettere a fuoco le aree di miglioramento sui diversi elementi relazionali e di servizio. I
dati delle interviste saranno analizzati e tradotti in piani di azioni di miglioramento volti ad eliminare le eventuali cause di in-
ESEMPI DI SOSTENIBILITÀ
soddisfazione e ad intervenire sugli elementi rilevanti per la clientela.
Nello scorso settembre BPER ha realizzato una vasta attività di ascolto su un campione del proprio segmento Corporate,
costituito da circa 17.000 aziende, di cui oltre 1.800 nella provincia di Reggio Emilia, con l 'obiettivo di realizzare un presidio permanente che si affianchi a quello quotidianamente garantito dal personale delle dipendenze.
L’indagine, che rientra in un più ampio progetto che indaga la soddisfazione dei clienti Corporate di BPER, si compone di due
fasi: la prima, “fase qualitativa”, è stata realizzata tra la fine di giugno ed i primi giorni di luglio, con l’obiettivo di analizzare i
principali elementi costitutivi del giudizio, della soddisfazione e delle aspettative della clientela Corporate di BPER, attraverso 18 interviste face-to-face e cinque Focus Group con imprese clienti, tra questi quattro clienti reggiani. La seconda, “fase
estensiva”, effettuata nel mese di settembre, ha visto la realizzazione di un questionario telefonico o via posta elettronica,
appositamente strutturato, somministrato ad un campione di clienti Corporate di 9.500 aziende, al fine di ottenere 1.200
interviste telefoniche valide. L’analisi dei dati raccolti consentirà di valutare il grado di soddisfazione della clientela del segmento ma anche l’individuazione dei bisogni in parte o del tutto non soddisfatti. Le indagini rappresenteranno la base per la
costruzione di uno strumento operativo che consentirà di verificare quali sono le aspettative delle aziende corporate clienti,
offrendo al contempo l'opportunità di confrontarsi con gli altri competitors, attraverso specifiche interviste ad aziende Corporate attualmente non clienti.
“Gli obiettivi dell’indagine sono molteplici e non mirati solo a misurare se e quanto siamo bravi” spiega Pierpio Cerfogli, direttore commerciale di BPER. “Vogliamo si verificare lo stato di salute della relazione Banca/Cliente sia nelle sue componenti funzionali (prodotti, servizi), sia relazionali (rapporto con il personale di Filiale) ed emotive (Brand Commitment), individuando gli attuali punti di forza e di debolezza. Ma vogliamo anche effettuare una ricognizione delle esigenze attuali e potenziali del segmento Corporate in un’ottica di fidelizzazione e, soprattutto, sviluppare un sistema di profilazione dei clienti
attuali e potenziali di BPER che ci consenta di definire la nostra offerta in funzione dei benefici attesi e della loro importanza
percepita.”
La ricerca e la costruzione del modello, realizzate in collaborazione con la società di ricerche di mercato GPF, viene sviluppata inizialmente per la Capogruppo e successivamente sarà estesa alle altre banche del Gruppo BPER.
“la nostra scienza
non è altro che la
ricerca di un sorriso”
“C’è vero progresso solo quando i vantaggi
di una nuova tecnologia sono per tutti”
Da sinistra: Dr.ssa Lotti, Dr. Fornaciari,
Dr. Trenti (Direttore Generale ASMN), Dr. Bedogni, Dr. Sassatelli
A.S.C.M.A.D.-PRO.RA. Onlus
Sede presso Arcispedale Santa Maria Nuova,
Viale Risorgimento, 80 - Reggio Emilia
Tel. 349/7724670 • Fax. 0522/295941
Mail: [email protected] - Sito Internet: www.ascmad-prora.it
ASCMAD–PRORA onlus (Ass. per lo Studio e la Cura
delle Malattie dell’Apparato Digerente – Progetti Radioterapia) è una storica associazione di volontariato della
nostra città, fondata più di venticinque anni fa dal dottor
Giuliano Bedogni. Nel corso degli anni, grazie alla collaborazione di straordinari volontari, medici, ma soprattutto cittadini e cittadine reggiani, che hanno promosso iniziative in tutta la provincia, ha raccolto più di 4 milioni di
euro che hanno consentito l’acquisto di numerose apparecchiature per la Gastroenterologia-Endoscopia Digestiva, per la Medicina III, la Radioterapia Oncologica
e per tanti altri reparti dell’Arcispedale S. Maria Nuova.
Grazie a questo impegno, l’Arcispedale si è dotato di
strumenti fra i più sofisticati in Italia e di personale medico e tecnico costantemente aggiornato sull’utilizzo delle
nuove tecnologie, divenendo così uno dei centri di riferimento per i trattamenti più complessi e ottenendo, recentemente, la prestigiosa qualifica di IRCSS (Istituto
di Ricovero e Cura a carattere scientifico).
Attualmente l’Associazione è rappresentata dal Presidente, dr. Giovanni Fornaciari, Direttore della Medicina
III, e dai due Vice-Presidenti, la dottoressa Cinzia Iotti,
Direttore della Radioterapia e il dottor Romano Sassatelli, Dirigente della Gastroenterologia-Endoscopia Digestiva e responsabile del progetto “Screening del tumore del colon retto”. Il dott. Giuliano Bedogni ricopre
infine la carica di Presidente Onorario dell’Associazione.
Nell’ambito del consiglio direttivo sono presenti rappresentanti del mondo delle cooperative, degli imprenditori
e del volontariato, cittadini reggiani pronti ad impegnarsi
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Volontariato
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nel conseguimento degli obiettivi tracciati dall’Associazione in questi anni. Proprio attraverso l’impegno dei
suoi consiglieri e soci, Ascmad-Prora ha raccolto un
grande numero di sostenitori tra i cittadini reggiani e
non solo i sostenitori che, con il loro contributo e la loro
partecipazione alle iniziative di solidarietà, aiutano ogni
giorno l’Associazione nel percorso di miglioramento della sanità reggiana.
Le importanti finalità che l’Associazione si prefigge per il
prossimo futuro si rivolgono alla Radioterapia Oncologica: ASCMAD-PRORA contribuirà infatti all’acquisizione,
prevista per fine 2012, di una macchina di nuova generazione per il trattamento radioterapico dei tumori, in sostituzione di uno degli acceleratori di cui è dotata la
struttura. Tale apparecchiatura consentirà di intensificare il trattamento sul tumore, di somministrare la terapia
radiante con estrema precisione e di gestire problemi
complessi quali le variazioni di forma/volume/risposta
del tumore stesso e il movimento d’organo. Tradotto in
termini clinici, ciò significherà aumentare la probabilità
di cura, ridurre la tossicità da trattamento e migliorare la
qualità di vita. Inoltre, si potrà disporre di un’arma molto
efficace anche per i casi di malattia metastatica o recidivata in zone già irradiate. Pertanto, anche i pazienti con
malattia troppo avanzata per essere guaribile potranno
comunque beneficiare di un allungamento della sopravvivenza e di una buona qualità di vita. Con la nuova
macchina sarà inoltre possibile eseguire trattamenti più
veloci in modo da consentire al paziente di completare
la terapia in un tempo più breve e con un minor numero
di accessi al reparto. Questo sarà di beneficio sia per il
paziente stesso, che potrà ritornare più precocemente
alle proprie attività, sia per il reparto, che potrà contenere la lista d’attesa e dare risposte tempestive a chi ne
ha bisogno. Acquistare una macchina di ultima generazione consentirà alla cittadinanza di poter sempre contare su quanto di meglio si possa avere in radioterapia.
La Radioterapia di Reggio Emilia è da anni in “pole position” per quanto riguarda i trattamenti definiti “complessi”. Infatti, nel 2001 è stata il primo centro in Italia e
fra primi in Europa ad applicare una tecnica ad elevata
complessità definita radioterapia ad intensità modulata
(IMRT). La competenza sviluppata ha fatto sì che per tali terapie afferiscano all’ospedale di Reggio pazienti provenienti da tutta Italia (nel 2010, su un totale di 1484,
117 erano pazienti di provenienza extraregionale e 218
extraprovinciale).
Durante lo scorso decennio l’attività della Gastroenterologia-Endoscopia Digestiva è significativamente aumen-
to e fatta propria. Il messaggio che ASCMAD-PRORAonlus vuole inviare ai propri amici e sostenitori, e a
quanti si avvicinano occasionalmente all’Associazione, è
semplice ed audace nello stesso tempo: solo dal contributo e dall’impegno di tanti volenterosi e da una completa diffusione della etichetta di solidarietà che è sempre stata l’egida di ASCMAD-PRORA potrà prendere
vita un reale progetto di volontariato che porti a realizzare gli obiettivi impegnativi che si pone.
COME CONTRIBUIRE
DONAZIONI ASCMAD-PRORA per ENDOSCOPIA DIGESTIVA – MED III
COD. IBAN: IT47 O 05188 12807 000000100600
B.P.V.-B.S.G.S.P. DI REGGIO EMILIA AGENZIA G -SPORTELLO OSPEDALE
DONAZIONI per il SERVIZIO DI RADIOTERAPIA ONCOLOGICA – PROGETTO ACCELERATORE
COD. IBAN: IT23 S 02008 12828 000100236064
UNICREDIT BANCA, AGENZIA RISO
ASCMAD-PRORA ha personalità giuridica.
È regolarmente iscritta al Registro Provinciale del Volontariato
ed è pertanto ONLUS a tutti gli effetti di legge.Tutte le donazioni elargite sono deducibili dal reddito a norma di legge. A
seguito di ogni donazione, rilasciando i propri dati anagrafici
e la residenza, la segreteria dell'Associazione provvederà a
recapitare a domicilio regolare ricevuta per lo scarico fiscale.
Il Consiglio Direttivo in carica:
PRESIDENTE
Dott. Giovanni Fornaciari
Direttore dell’U.O.
di Medicina III-Gastroenterologia
dell’Az. Ospedaliera S. Maria Nuova
VICE PRESIDENTE
Dr.ssa Cinzia Iotti
Direttore del Servizio
di Radioterapia Oncologica
dell'Az. Ospedaliera S. Maria Nuova
VICE PRESIDENTE
Dott. Romano Sassatelli
Direttore della S.C.
di Gastroenterologia-Endoscopia Digestiva
dell’Az. Ospedaliera S. Maria Nuova
PRESIDENTE ONORARIO
Dott. Giuliano Bedogni
CONSIGLIERI
Achille Corradini Dirigente d’Azienda
Adriana Fontanesi Volontaria
Antonio Frignani Volontario
Gianni Furlani Volontario
Villi Incerti Dirigente d’Azienda
Elsa Morini Volontaria
Giulio Cesare Naldi Volontario
Giuseppe Rota Volontario
Maria Paola Ruggieri Dirigente Medico
Marina Spaggiari Addetta Soc. Finanziaria
REVISORI DEI CONTI
Massimo Giaroli, Adler Landini, Anna Salsi
RESPONSABILE DI SEGRETERIA
Valentina Bedogni
L’Associazione ASCMAD PRORA ringrazia l’Associazione Nazionale dei Centri Sociali ANCESCAO ed in particolare il Presidente del consiglio provinciale Giancarlo Bonetti, per la collaborazione nella realizzazione di alcune
iniziative locali rivolte alla raccolta fondi per l’acquisto di
attrezzature altamente tecnologiche e specialistiche. ASCMAD PRORA vanta ad oggi oltre 600 soci sostenitori e
punta a raggiungere quota mille entra la fine dell’anno.
ACHILLE
CORRADINI
Consigliere
di Ascmad Prora
e Responsabile
soci sostenitori
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Volontariato
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tata dal punto di vista quantitativo e qualitativo, sia per
la documentata efficacia delle metodiche endoscopiche
che per l’introduzione di tecniche innovative sempre meno invasive e più rispettose e sicure per il paziente.
Alcune di queste nuove metodiche hanno addirittura modificato l’epidemiologia delle malattie gastroenterologiche. La scoperta del ruolo dell’infezione da Helicobacter
Pilori nella gastrite e nell’ulcera e l’efficacia del suo trattamento nel dare beneficio duraturo a pazienti che prima
erano letteralmente schiavi dei farmaci antisecretivi ha
avuto un impatto determinante sulla salute di migliaia di
persone nella nostra Provincia. La diagnostica con Urea
Breath Test è stata in questo determinante. La diagnosi
e la palliazione del cancro del pancreas, possibili con
tecniche quali l’Ecoendoscopia e l’ERCP hanno rappresentato un importante avanzamento nella cura di questi
pazienti, spesso fragili e con poche possibilità di guarigione definitiva. Con queste metodiche abbiamo ottenuto diagnosi sempre più accurate ed una palliazione corretta per una adeguata qualità di vita. Infine, il Programma di Screening per la prevenzione e la diagnosi precoce dei tumori del colon-retto ha ottenuto risultati in termini di adesione, di diagnosi precoce e di tumori prevenuti
attraverso la polipectomia, ai vertici nazionali.
Tutti questi traguardi sono stati raggiunti anche attraverso il contributo di ASCMAD-PRORA che, fin dalla sua
nascita, ha sostenuto la Gastroenterologia-Endoscopia
Digestiva consentendo e mantenendo quell’alto livello
tecnologico che è cruciale per raggiungere obiettivi così
ambiziosi.
In vista del prossimo ingresso all’interno del CORE la
Gastroenterologia affronta nuove sfide, che vanno dalla
Ecoendoscopia con Mezzi di Contrasto (molto utile per
la corretta stadiazione dei tumori), all’Endoscopia
Confocale (capace di ottenere addirittura una Istologia
“in vivo”, con immagini endoscopiche simili a quelle ottenibili con un microscopio) per una visione più precisa e
dettagliata delle eventuali anomalie e lesioni nel corso
dell’esame. Attraverso le donazioni ad ASCMAD-PRORA si auspica di concretizzare ciò che affermava Henry
Ford, perché il vero valore delle tecnologie sta, anche e
soprattutto, nella loro disponibilità per tutti.
In questo modo, infine, ASCMAD-PRORA sosterrà ulteriormente la piena realizzazione di quegli obiettivi scientifici e di cura che l’IRCSS - S. Maria Nuova si pone.
In un momento di crisi economica che, purtroppo, si
protrae nel nostro Paese, la possibilità di continuare a
raccogliere fondi mediante iniziative di volontariato è sicuramente una sfida che il consiglio direttivo ha raccol-
Assindustria notizie
Assindustria notizie
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Assindustria
notizie
LA PIATTAFORMA
AGROALIMENTARE
DEL TECNOPOLO REGGIANO
E’ stata presentata alle imprese del
settore agroalimentare l’offerta regionale di ricerca industriale dedicata al
distretto mediante un incontro organizzato nella sede di via Toschi. Dopo
il saluto di apertura di Renato Brevini,
Vicepresidente di Industriali Reggio
Emilia con delega a Innovazione, Ricerca e Qualità, sono intervenuti Enzo
Bertoldi, referente Aster per la piattaforma agroalimentare, Maria Elisabetta Guerzoni, Direttore del laboratorio CIRI, Andrea Antonelli, Direttore
laboratorio Biogest-Siteia, Paola Vecchia, Responsabile agroalimentare
CRPA Lab. Nello specifico, gli ospiti
hanno descritto le caratteristiche della Piattaforma regionale Agroalimentare con particolare riferimento ai laboratori di ricerca per le imprese che
saranno presenti nel futuro Tecnopolo
di Reggio Emilia. Dal dibattito fra gli
imprenditori presenti è emerso con
chiarezza come l’ingente patrimonio e
l’alto livello di eccellenza in termini di
offerta di ricerca che la Regione offre
al distretto alimentare reggiano possano costituire concretamente una
strada di sviluppo e di crescita per il
settore e per le imprese.
ACCORDO DI
SEMPLIFICAZIONE PER
AGEVOLARE LE IMPRESE
SUI MERCATI
INTERNAZIONALI
Industriali Reggio Emilia e la Direzione Interregionale delle Dogane per
l’Emilia Romagna hanno siglato un
protocollo d’intesa per assicurare
un grado più elevato di interazione
operativa, nel rispetto dei reciproci
ruoli, al fine di incentivare la crescita
competitiva del sistema economico
locale. Il protocollo d’intesa è finalizzato a realizzare strumenti e modalità di dialogo sempre più efficaci e
moderni, nell’ambito del sistema di
relazioni che l’Agenzia delle Dogane
ha instaurato con il mondo imprenditoriale. Da questo accordo è nato
un primo workshop dedicato alle ultime novità in materia di A.E.O.
(Operatore Economico Autorizzato)
e Certificazione di origine, due temi
di estremo interesse, in particolare
in un contesto economico come
quello attuale dove i rapporti inter-
nazionali ed il commercio con l’estero rappresentano una leva importante per la crescita aziendale. Con il
coordinamento di Taddeo Palacchino, Direttore dell’Ufficio Dogane di
Reggio Emilia, sono intervenuti, Domenica Di Giulio e Stefano Sandri,
della Direzione Interregionale delle
Dogane per l’Emilia Romagna, Marcello Laganà e Monica Zini, dell’Ufficio Dogane di Reggio Emilia. Ampio
spazio è stato dedicato alle domande dei presenti, a cui i funzionari
delle Dogane hanno risposto direttamente ed in modo concreto per
ovviare ogni dubbio o incomprensione. Dall’incontro è emersa a più riprese la necessità di una profonda
semplificazione della modulistica e
delle pratiche doganali che non potrà prescindere dalla presentazione
di una serie di autocertificazioni. Ciò
comporterà senza dubbio una maggiore responsabilità ed una più
profonda conoscenza della materia
doganale da parte delle imprese.
NASCE IL SERVIZIO
IQC – INFORMAZIONI
QUALITATIVE PER LA
CRESCITA
L’Associazione incrementa il proprio
impegno per agevolare le piccole e
medie imprese in materia di accesso
del credito. Dopo l’avvio del servizio
Desk del Credito, attivato lo scorso
anno e diretto a sostenere le imprese nel rapporto con le banche attraverso la realizzazione di un check up
completo dell’attività aziendale e la
redazione dei relativi documenti economico-finanziari, la Confindustria
reggiana ha firmato un triplice accordo con Banca Popolare dell’Emilia
Romagna, Cariparma e Credem denominato “IQC, Informazioni Qualitative per la Crescita”. Secondo questa intesa, grazie alla consulenza di
esperti qualificati selezionati, le
aziende associate possono ottenere
gratuitamente la redazione del “Fascicolo Informativo IQC”, un documento da presentare alle banche nel
momento di richiesta di finanziamento, in cui vengono descritti il business aziendale, l’organizzazione interna, le prospettive di crescita e i
dati economico-finanziari a 12 mesi.
Vale a dire informazioni non solo
quantitative ma soprattutto qualitative ed accurate. Le imprese potranno
inoltre usufruire di un “servizio diagnostico di valutazione”, che simuli
gli impatti dell’operazione di nuova finanza richiesta sui dati economici
aziendali. Duplici sono i vantaggi del
progetto per le imprese, in particolare le piccole. In primo luogo esse
avranno la possibilità di valorizzare
maggiormente i propri progetti aziendali al fine di migliorarne la valutazione presso gli istituti di credito e facilitare l’ottenimento dei finanziamenti
necessari al loro sviluppo. Inoltre,
potranno accedere ad un canale
preferenziale presso le banche firmatarie dell’accordo per avere nuova finanza in tempi ridotti e a condizioni
economiche di assoluto favore, grazie alle convenzioni siglate dall’Associazione con gli istituti stessi.
PRESENTATA LA RICERCA
SULLO STATO DI SALUTE
ECONOMICO-FINANZIARIO
DELLE IMPRESE REGGIANE
Industriali Reggio Emilia ha realizzato
una ricerca che, attraverso lo strumento dell’analisi di bilancio, si propone di analizzare la situazione economica, patrimoniale e finanziaria
delle imprese locali nel triennio
2007-2009 e di metterla a confronto
con le dinamiche regionali e nazionali. I risultati di questo progetto, realizzato grazie al contributo della Camera di Commercio e intitolato “Lo stato di salute economico-finanziario
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Assindustria notizie
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PRESENTATO
IL BANDO SPINNER 2013
Industriali Reggio Emilia, in collaborazione con il Club Risorse Umane,
ha organizzato un seminario per presentare alle aziende associate il
Bando della Regione Emilia Romagna “Spinner 2013” relativo ad agevolazioni per idee imprenditoriali innovative. Il bando prevede la possibilità di ricevere borse studio per lo
sviluppo di tre possibili tipi di progetto: progetti di ricerca industriale, sviluppo e trasferimento tecnologico a
favore di imprese interessate ad
ospitare giovani ricercatori; percorsi
di innovazione organizzativa e manageriale a favore di piccole e medie
imprese; progetti per sviluppare idee
imprenditoriali innovative. Si tratta di
una buona opportunità per le aziende che in questo modo possono
ospitare presso la propria sede un
beneficiario delle borse di studio e
delle agevolazioni Spinner per realizzare un progetto insieme al candidato ed in collaborazione con l’Università e i Centri di Ricerca. Sono intervenuti nell’occasione Giulia Pignedoli, Responsabile Spinner Area territoriale Modena e Reggio Emilia, e Eugenio Dragoni, Preside della Facoltà
di Ingegneria di Reggio Emilia, insieme a testimonianze di aziende e docenti universitari coinvolti in precedenti progetti Spinner.
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delle imprese della provincia di Reggio Emilia”, sono stati presentati in
occasione di un convegno organizzato presso l’aula magna della Camera di Commercio di Reggio Emilia, in cui sono intervenuti il Presidente di Industriali Reggio Emilia Stefano Landi e Giovanni Teneggi, Consigliere CCIAA di Reggio Emilia. I risultati della ricerca sono stati illustrati da Riccardo Silvi, Docente di Economia aziendale all’Università di Bologna, mentre Guido Caselli, Direttore Ufficio studi e ricerche di Unioncamere Emilia-Romagna, ha portato
alcune considerazioni sui possibili
modelli di sviluppo per il ‘dopo crisi’.
LA CRISI DEL CREDITO:
QUALI SCENARI SI
PROSPETTANO PER LE
IMPRESE?
Si è svolto presso la sede di via Toschi il quinto focus group del ciclo di
incontri operativi dedicati ai referenti
amministrativi e finanziari delle aziende associate. Con il titolo “La crisi
del credito: quali scenari si prospettano per le imprese?”, l’incontro ha
voluto chiarire gli scenari che si stanno delineando sul versante del credito ed il loro impatto sul sistema imprenditoriale. Realizzata con la collaborazione di Mondaini & Partners
(società che opera con l’Associazione nell’ambito del progetto Desk del
Credito) e del Dipartimento di economia dell’Università di Modena e Reggio Emilia, l’iniziativa ha l’obiettivo di
agevolare attraverso un nuovo format
di comunicazione il confronto fra “addetti ai lavori” su temi specifici e trasversali a più settori economici inerenti il credito e la finanza. Il contesto
informale del focus group è infatti appositamente studiato per facilitare lo
scambio di informazioni, esperienze,
domande e chiarimenti fra gli esperti
ed i partecipanti all’incontro.