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“I piani di assistenza infermieristica: come rispondere in maniera efficace ai
bisogni della persona”
PRIMA SESSIONE : Progettare l’assistenza infermieristica (09.00 – 13.20)
 metodologia: lezioni magistrali B
08:30 Registrazione dei presenti
08:45 Saluto delle autorità
Introduzione e presentazione del corso
Moderatori: Dott.ssa M. Galizio, Dott.ssa Gravina
09:00 Il processo assistenziale – B
Relatore G. Fiorito, sostituto E. Cardoni
10.00 I modelli di accertamento secondo Gordon – Carpenito: esempi di strutturazione di uno
strumento per la pianificazione - B
Relatore N. Mosca, sostituto E. Zampieri
11:00 Coffee break
11.20 La tassonomia NANDA per la formulazione della diagnosi infermieristica– B
Relatore S. Marinangeli , sostituto B. Romelli
 metodologia: confronto/dibattito tra pubblico ed esperto/guidato da un conduttore
(“L’esperto risponde”) D
12:20 Il gioco delle carte: la metodologia per la costruzione di un piano assistenziale - D
Relatore L. Perrone, relatore E. Zampieri
13:20 Lunch
SECONDA SESSIONE : I piani assistenziali in medicina (14.20 – 18.20)
14:20 Piano assistenziale della persona affetta da tumore al seno - B
Relatore S. Amorosi, sostituto P. Cotugno
15:20 Piano assistenziale della persona con emorragia del tratto digestivo – B
Relatore G. Antonia, sostituto A. Giaquinto
Piano assistenziale della persona affetta da malattia infiammatoria cronica dell’intestino – B
Relatore L. Sabatino, sostituto A. Mastroddi
16:20 Piano assistenziale della persona portatrice di cannula tracheostomica, con insufficienza
respiratoria acuta, in stato di isolamento con rischio infettivo a trasmissione aerea o
tramite droplet – B
Relatore I. Bernardini, sostituto L. Moscatelli
17:20 Piano assistenziale della persona con diagnosi di HIV: complicanze della terapia HAART- B
Relatore G. D’Anna, sostituto L. Ceccarelli
18:20 Compilazione questionario
18:50 Chiusura lavori
Abstract “Piano assistenziale della persona con emorragia del tratto digestivo”.
Il paziente con emorragia digestiva è da considerarsi un paziente critico a tutti gli effetti e quindi
non va affidato a personale sanitario senza una adeguata preparazione specifica, dato che le
condizioni cliniche possono rapidamente peggiorare (precipitare).
Il paziente emorragico che giunge in un servizio di endoscopia digestiva d’urgenza può provenire sia da
un reparto (U.O.C.) interno, sia dal P.S. (esterno), per questo motivo il percorso assistenziale coinvolge
diverse figure specialistiche infermieristiche.
Da qui nasce l’esigenza di delineare due diversi piani di assistenza
- uno più generico, che abbiamo definito come piano di assistenza A
- l’altro più specifico, che chiameremo piano di assistenza B-.
Resta inteso che entrambi riguardano l’intero iter diagnostico terapeutico del paziente che va
dall’insorgenza dell’evento alla sua risoluzione.
Essendo la disciplina infermieristica fondata su modelli teorici di riferimento, per la realizzazione di
questo piano di assistenza si è deciso di adottare il Modello Teorico di Dothea Orem.
La Orem evidenzia il ruolo infermieristico nella nostra società in rapporto alla capacità
dell’individuo di autogestire la sua salute, e quindi limita l’intervento infermisristico a particolari
situazioni di bisogno.
La risposta a un bisogno specifico di aiuto è l’azione compensatoria di assistenza, che intrapresa dal
professionista infermiere richiede :
 CONOSCENZE SPECIFICHE DI ASSISTENZA
 COMPETENZA TECNICA ESCLUSIVA
 INDIRIZZO DEONTOLOGICO
Queste specifiche azioni compensatorie mirano a mantenere la vita, la salute e il benessere del
soggetto, oppure ad ottenere il massimo recupero possibile della sua autonomia compromessa dallo
stato di malattia.
Le azioni possono essere singole costituire un sistema di atti fisici, verbali o mentali, in cui
l’infermiere usa le proprie abilità per progettare e erogare assistenza al fine di raggiungere un
obiettivo specifico.
Nel caso di questo rapporto di assistenza l’infermiere può adottare i seguenti metodi :





AGIRE IN VECI DEL PAZIENTE
ORIENTARLO E GUIDARLO
SOSTENERLO SUL PIANO FISICO E PSICOLOGICO
PROMUOVERE LA CREAZIONE DI UN AMBIENTE FAVOREVOLE ALLO
SVILUPPO PERSONALE DELL’ASSISTITO, IN MODO CHE POSSA ESSERE MESSO
IN GRADO DI FAR FRONTE DA SOLO ALLE SITUAZIONI PRESENTI E FUTURE
FORNIRGLI UNA EDUCAZIONE CONTINUA
Inoltre a seconda della maggiore o minore capacità di agire di colui che richiede l’aiuto si potranno
distinguere tre sistemi di assistenza :
1. SISTEMA TOTALMENTE COMPENSATORIO quando il paziente non può o non deve
compiere temporaneamente alcuna azione di cura di sé
2. SISTEMA PARZIALMENTE COMPENSATRIO quando c’è una compartecipazione
paziente/infermiere alla cura di sé, in questo caso la distribuzione delle azioni fra l’uno e
l’altro è variabile e dipende da :
 Le limitazioni fisiche o psichiche del soggetto
 Le conoscenze e le capacità scientifiche e tecniche che si richiedono nei singoli casi
 La preparazione psicologica del paziente ad apprendere le azioni da svolgere.
3. SISTEMA EDUCATIVO E DI SOSTEGNO quando il paziente è in grado di compiere o di
apprendere determinati aspetti della cura di sé ma deve essere orientato e aiutato a
raggiungere l’indipendenza. L’aiuto può consistere nel sostegno, nell’orientamento, nella
promozione di un ambiente adeguato o in un opera di educazione e di insegnamento.
I bisogni presi in considerazione sono :
- Sicurezza e Protezione
- Immagine del corpo disturbata
- Deficit di conoscenza
- Igiene e confort
Abstract “La tassonomia NANDA per la formulazione della diagnosi
infermieristica”.
La tassonomia NANDA è la più diffusa e conosciuta a livello internazionale, è anche quella che
offre la letteratura più vasta, proponendo diagnosi infermieristiche, interventi e criteri di
valutazione. I sistemi di classificazione permettono, inoltre, attraverso la gestione dei dati prodotti
dalla loro applicazione alla realtà operativa, di determinare “il contributo infermieristico alla più
generale assistenza sanitaria, sostenere la didattica, la ricerca e la valutazione organizzativa ed
economica dell’azione infermieristica”. L’adozione di un linguaggio tecnico-scientifico uniforme,
per rappresentare e descrivere i fenomeni legati alla pratica professionale, è un problema attuale
nell’esperienza italiana. Tale prospettiva trova espressione non solo nella necessità di adottare
nuovi strumenti informativi, ma anche nella volontà di affermare a livello operativo l’autonomia e
la responsabilità che l’infermiere si vede riconoscere dall’ordinamento legislativo italiano. Inoltre,
l’adozione di un sistema di classificazione arricchisce il corpo di conoscenze teorico garantendo al
professionista un comune quadro di riferimento nella gestione delle proprie competenze.
Il raggiungimento di un accordo offre all’infermiere una sorta di garanzia concettuale poiché
l’affermazione operativa della tassonomia fornisce un uso e un significato ben definito per ogni
titolo diagnostico ed elude possibili errori interpretativi, facilitando un linguaggio analitico e
sistematico universale.
Nel marzo del 1990 l’Assemblea Generale della NANDA approva la seguente definizione ufficiale
della diagnosi infermieristica: “è un giudizio clinico riguardante le risposte della persona, della
famiglia o della comunità, a problemi di salute, processi vitali attuali o potenziali. La diagnosi
infermieristica costituisce la base sulla quale scegliere gli interventi infermieristici volti a
conseguire degli intenti di cui l’infermiere è responsabile”.
Abstract “Piano assistenziale della persona con diagnosi di HIV: complicanze
della terapia HAART - B
L’evoluzione dei contesti sanitari e la domanda dei cittadini di avere servizi sempre più efficaci ed
efficienti per rispondere ai problemi di salute, ha determinato una crescita della professione
infermieristica grazie all’acquisizione di competenze, tanto da renderla un professionista
fondamentale nei percorsi assistenziali, con un conseguente impegno nell’offrire una figura sempre
più preparata ed esperta sia negli ambiti clinici, formativi e gestionali. L’infermiere si ritrova sempre
più frequentemente in una dimensione assistenziale complessa costituita da molteplici elementi,
quali coinvolgimento emotivo del soggetto, il rispetto delle procedure e dei protocolli il contesto in
cui opera. In questo scenario l’infermiere riveste un ruolo strategico ed è per tale motivo che
occorrerà sempre più sviluppare competenze cliniche e gestionali avanzate; finalità che oggi ci
proponiamo di perseguire. Lo scopo di questa presentazione è, sulla base di un “linguaggio specifico
della disciplina infermieristica”, cercare di assistere il paziente HIV positivo in tutti i suoi bisogni in
una visione della Persona olistica e di conseguenza ottimizzare l’aderenza alla terapia antiretrovirale.
Per “linguaggio specifico della disciplina infermieristica” intendiamo un piano assistenziale fondato
su diagnosi infermieristiche della North American Nursing Diagnosis Association (NANDA), sui
NIC e i NOC. La diagnosi infermieristica oltre ad essere metodo e processo è anche strumento di
pianificazione e come tale rientra nella documentazione infermieristica.
Abbiamo applicato questo strumento ad una problematica estremamente rilevante e complessa in
campo infermieristico/infettivologico nella nostra U.O.C. di Malattie Infettive, approfondendo anche
il problema dell’aderenza al regime terapeutico.
Abstract “Piano assistenziale della persona portatrice di cannula tracheostomica,
con insufficienza respiratoria acuta, in stato di isolamento con rischio infettivo a
trasmissione aerea o tramite droplet.
Assistere un paziente tracheostomizzato richiede la formulazione di un piano di assistenza
personalizzato e multidisciplinare, dato un bisogno assistenziale dichiaratamente espresso e non, al
fine di ottimizzare ogni singolo intervento infermieristico .Assistere un paziente tracheostomizzato
esige un’attenta analisi di ogni singolo momento della vita quotidiana :la cura della persona,il grado
di dipendenza,le relazioni familiari e sociali, l’autostima . Avere una tracheostomia non è soltanto
sinonimo di difficoltà respiratoria, ma può anche significare malnutrizione a causa di evidenti
difficoltà di deglutizione, compromissione della mobilità a causa della dipendenza da ossigeno
controllato da un ventilatore, rischio infezione a causa della tracheostomia e disturbi personalità a
causa di un’alterata percezione di sé. Inoltre un paziente tracheostomizzato in isolamento per motivi
infettivi può arrecare ulteriori difficoltà assistenziali.
Quindi affrontare ognuno dei questi aspetti richiede una professionalità altamente qualificata da
parte di ogni singolo operatore sanitario come garanzia di un risultato certo.
Abstract “Il processo assistenziale”.
Il processo di nursing è una serie di fasi pianificate che si avvale del problem solving per fornire
un'assistenza personalizzata e centrata sulla persona. E' un procedimento ciclico, che fa riferimento
a metodi scientifici.
Le fasi del processo di nursing sono:

raccolta ed analisi dei dati

diagnosi infermieristiche

pianificazione

attuazione

valutazione finale
La raccolta e la classificazione dei dati sono guidate dai concetti fondamentali della disciplina
infermieristica e sono finalizzate ad ottenere informazioni relative al paziente, considerando i fattori
fisici, psicologici, socioculturali ed emotivi che possono influenzare il suo stato di salute.
L’accertamento serve inoltre a indagare il grado di autonomia dell’individuo nel soddisfacimento
del bisogno, al fine di poter esprimere un giudizio infermieristico clinico e pianificare così azioni
che siano di sostegno, guida, compensazione o sostituzione.
La raccolta dati si avvale dell'osservazione, dell'intervista e dell'esame obiettivo.
Per la raccolta dati, l'osservazione produce dati oggettivi.
I dati soggettivi sono quelli riferiti direttamente dall'utente e dalla famiglia.
Altre informazioni utili sono ricavate dalle precedenti cartelle cliniche, da riviste professionali e
testi specializzati; stato della cute, colorito, temperatura corporea, difficoltà nella respirazione, e
quant'altro, sono da tenere in considerazione in questa prima fase del processo di nursing.
Nell'intervista è importante saper fare domande ed ascoltare. Le domande devono essere poste in
modo da avere una risposta più esauriente possibile, per completare il quadro dello stato di salute in
modo esauriente.
Con l'esame obiettivo si raccolgono ulteriori dati oggettivi. In questo caso si deve garantire una
buona privacy dell'utente, eliminando ogni forma di interferenza con l'ambiente esterno..
Fare diagnosi infermieristica vuol dire descrivere le risposte, i segni, i sintomi che indicano un
effettivo o potenziale (rischio) problema di salute e identificare le cure più appropriate per
risolverlo.
La formulazione della diagnosi infermieristica è il logico ampliamento della raccolta dati relativi
all’accertamento, attraverso:

Analisi dei dati

Interpretazione dei dati raccolti

Individuazione del problema

Formulazione degli obiettivi
E' un processo di analisi dei dati ed identificazione dei problemi a cui si ricorre per formulare
giudizi sulle reazioni dell'utente di fronte ai problemi reali o potenziali. I dati raccolti, vengono così
analizzati per verificare la loro accuratezza. In caso di incompletezze, omissioni o delle
incongruenze, bisogna tornare indietro per raccogliere i dati mancanti. Successivamente si
determina se i dati sono nella norma, se lo stato di salute dell'utente si sia alterato rispetto al
passato.
Vengono, quindi, identificati gli ambiti che richiedono l'intervento infermieristico.
Per far questo, si ricorre alle teorie del nursing, ai principi scientifici e all'esperienza maturata.
Ricordiamo che la diagnosi infermieristica è la rilevazione di un problema reale o potenziale, che
richiede un intervento dell'infermiere per essere risolto totalmente o parzialmente. Per elaborare tali
diagnosi, intuito l'ambito in cui ci si trova, si ricorre ai modelli rilasciati dal NANDA
Attuali o reali - Rappresentano una condizione convalidata clinicamente.
Rischio o rischio elevato - Consistono nel giudizio clinico secondo il quale una persona, una
famiglia o una comunità è vulnerabile nei confronti di un certo problema.
Benessere - Consistono in un giudizio clinico riguardante una persona, una famiglia o una comunità
in transizione da un livello specifico di benessere ad un livello superiore. Riguardano quindi le
diagnosi relative alla promozione della salute.
La terza fase del processo di nursing è data dalla pianificazione. Si valuta, a questo livello, la
capacità dell'utente, della famiglia, il personale infermieristico a disposizione, le attrezzature
necessarie, abilità personali, credenze e valori. Il piano sarà elaborato in modo che l'assistenza
garantita sia personalizzata e realistica.
Le priorità possono essere di livello alto, medio e basso. Andranno, chiaramente, soddisfatti i
bisogni primari prima di quelli secondari; alcuni bisogni sono correlati tra loro, e soddisfando l'uno
si riesce a risolvere anche l'altro.
L'infermiere deve essere in grado di educare l'utente e la famiglia su quelle che sono le priorità in
quel momento. L'obiettivo infermieristico è il risultato atteso del piano di assistenza infermieristica,
che mira a prevenire e risolvere quanto possibile un problema diagnosticato al paziente.
Fissati gli obiettivi si pianificano gli interventi infermieristici.
Gli interventi sono per definizione attività specifiche pianificate e realizzate con metodo, per aiutare
l'utente a raggiungere determinati obiettivi. Gli interventi devono riportare cosa deve essere fatto,
quando farlo, con che frequenza, ogni attività che precede e segue l'azione infermieristica, la firma
dell'infermiere. Gli interventi infermieristici si basano su principi scientifici e conoscenze.
L'attuazione del piano di assistenza infermieristico è la quarta fase del processo di nursing. Consiste
nella revisione del piano, nella stesura, attuazione e documentazione dell'assistenza e continuo
aggiornamento dei dati. Per prima cosa ci si accerta che il piano sia sicuro per l'utente, basato su
principi scientifici garantiti, con diagnosi infermieristiche supportate dai dati, priorità ed obiettivi
coerenti con i bisogni identificati dalle diagnosi, obiettivi con riferimenti temporali, azioni
infermieristiche con sequenza logica ed assistenza personalizzata. L'ultima fase dell'esecuzione del
piano è la registrazione degli interventi effettuati sugli utenti. Quello che bisogna considerare è che
deve essere eseguita una continua raccolta dati durante tutta l'esecuzione del piano di assistenza.
L'ultima fase del processo di nursing è la valutazione, in cui ci si accerta del conseguimento degli
obiettivi e si pratica una revisione del piano. Si valuta in che misura è stato conseguito l'obiettivo,
ed il comportamento che l''utente manifesta. La revisione precede la ripetizione delle varie fasi del
processo di nursing, sia se gli obiettivi sono stati conseguiti, sia se non sono stati raggiunti. Questo
fa capire che il processo di nursing è qualcosa di sequenziale, ma anche di ciclico.
Abstract “Piano assistenziale della persona affetta da malattia infiammatoria
cronica dell’intestino”.
L’assistenza Infermieristica per le M.I.C.I. richiede piu’ che in altri campi l’applicazione di
appropriati piani assistenziali data la complessita’ e la gravita’ dei sintomi e del decorso della
malattia.
Obbiettivo della relazione è stato quello di standardizzare gli interventi infermieristici e
contemporaneamente offrire una assistenza personalizzata ad ogni individuo.
Dopo una attenta revisione della letteratura e tenendo conto della nostra esperienza clinica abbiamo
realizzato alcuni esempi di piani di assistenza relativi alle malattie croniche intestinali.
Abstract “Piano assistenziale della persona affetta da tumore al seno”.
L’importanza della pianificazione infermieristica nasce dall’esigenza del gruppo di prestare
un’assistenza sempre più appropriata e personalizzata alla paziente con un cancro al seno in
trattamento chemioterapico ricercando e lavorando sui problemi rilevati nell’ambito dell’esperienza
lavorativa.
L’elaborato è stato creato seguendo le seguenti fasi:
1.
Analisi della casistica
2.
Revisione della letteratura esistente
3.
Elaborazione di un questionario e somministrazione dello stesso
4.
Elaborazione dei dati
5.
Pianificazione dell’assistenza
Il piano di assistenza troverà applicazione in tutte quelle U.U.O.O. dove sarà necessario assistere la
paziente affetta da K mammella in trattamento chemioterapico.
L’analisi della casistica è stata effettuata attraverso i dati del SIO, dai quali è emerso che le pazienti
trattate nell’anno 2010 sono state 68.
Dall’elaborazione dati del questionario si è evidenziato che le maggiori problematiche che
accomunano le pazienti sono: ansia, alopecia, fatigue. Le diagnosi infermieristiche infatti hanno
utilizzato questi argomenti.
Il gruppo di lavoro Smile ha interiorizzato l’importanza di essere professionalmente il tassello
fondamentale di quel puzzle che è il processo assistenziale.
Abstract “I modelli di accertamento secondo Gordon – Carpenito : esempi di
strutturazione di uno strumento per la pianificazione”.
La riflessione infermieristica ha uno dei suoi punti fermi nell’approccio olistico e sistemico alla
Persona. Secondo tale prospettiva, i Modelli Funzionali della Salute di Gordon, offrono un metodo
che favorisce l’approccio olistico e la comprensione dell’uomo nella sua totalità.
L’uomo per Gordon (1990), rappresenta una sorta di sistema aperto in costante interazione con
l’esterno che , a sua volta esercita un’importante influenza su di lui e sulla sua salute. Il modello
propone agli infermieri di indagare sui normali modelli comportamentali che contribuiscono a
determinare lo stato di salute, la qualità della vita e la realizzazione del potenziale umano per
poterne valutare l’appropriatezza o l’inadeguatezza.
Il modello assistenziale diventa così guida della raccolta iniziale dei dati. L’infermiere raccoglie
delle informazioni per tutto il periodo di degenza del paziente, poiché la pianificazione deve essere
continuamente aggiornata. I dati raccolti possono essere classificati in
due categorie: dati
soggettivi, quelli di cui l’individuo ci mette al corrente, e i dati oggettivi, quelli desunti
dall’osservatore.
Lynda Juall Carpenito propone il modello teorico “ Bifocale”, in cui fornisce un chiarimento
importante, l’infermiere si occupa non solo di diagnosi infermieristiche ma anche di problemi
collaborativi. [ ] … “considerati congiuntamente, le diagnosi infermieristiche e i problemi
collaborativi, comprendono la gamma di risposte che l’infermiere è abilitato a trattare, definendo
così la natura unica dell’assistenza infermieristica”(1983).