Anno XIII° (2011) n.12(dicembre) - AIIG Liguria

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Anno XIII° (2011) n.12(dicembre) - AIIG Liguria
Poste Italiane - Spedizione in abbonamento postale -70% - Aut. CNS/Genova, n. 601/2006
AIIG Liguria
An n o X II I° , N. 12
D i r e t t o r e e d i t o r i a l e G i u s ep p e G a r i b a l d i
Dicembre 2011
Un autunno ‘selvaggio’ tra caldo, freddo, sole e diluvi
I travagli meteo-climatici del trimestre autunnale 2011 in Liguria
Nota di Maurizio Ratti *
canzieri tardivi e con le prime preoccupazioni di chi, invece,
deve pensare agli approvvigionamenti idrici. Ottobre ha preso le
mosse continuando con giornate terse e calde, come se l’estate
dovesse continuare all’infinito. Si è poi avviata un’altalena termica fra i primi freddi, recati dalle incursioni della tramontana
(più ‘efficaci’, come è noto, sui rilievi e nelle valli interne, ma
pure nei tratti di riviera più esposti alle raffiche del vento boreaSi sta rivelando una stagione esagerata, l’autunno in corso. le, vale a dire intorno a Savona e a Genova), e qualche giornata
Premesso che, in meteorologia, le stagioni non coincidono con ancora assai tiepida. In corrispondenza della terza delle suddeta
quelle astronomiche, scandite da equinozi e solstizi, bensì con i te avvezioni di aria più fredda, all’inizio della 3 decade, lo scacchiere
meteorologico
euro-mediterraneo
è
mutato
e si è disposto
trimestri che iniziano il 1° marzo (primavera), il 1° giugno (estate),
in favore di un sensibile
il 1° settembre (autunno) e il
peggioramento delle con1° dicembre (inverno), è evidizioni atmosferiche. Il
dente che l’autunno 2011 si
disastro del 25 ottobre lo
concluderà il 30 novembre e
si può imputare al persisarebbe perciò ancora prestere per ore e ore di un
maturo darne un giudizio
temporale sulle medesidefinitivo.
me zone, una striscia
In attesa di vedere cos’alinterregionale che corre
tro abbia intenzione di ridal mare antistante Leservare alla nostra ‘regiovanto e il tratto più occine’ (che in questo articolo
dentale delle Cinque Tercomprende anche tutto il
re (Monterosso e Vernazbacino interregionale toza) passando per la mesco-ligure del fiume Madia Val di Vara fino all’gra), ce n’è già a sufficienza
Alta Lunigiana. Il termiper fare un bilancio degli
ne tecnico del fenomeno
eventi importanti finora
è “sistema convettivo auoccorsi. La pagella di settorigenerante” e sarebbe
tembre parla di un mese Genova, Via Fereggiano, 4.11.2011 (da Google)
qui lungo spiegarne gemolto caldo e radioso, con
nesi ed evoluzione. La
qualche nubifragio qua e là: difficile che manchino fenomeni conseguenza di piogge così violente la si è vista per molti giordel genere nel trapasso stagionale fra estate e autunno. Posso- ni di seguito leggendo giornali e seguendo la TV: Mulazzo,
no essere molto intensi (si pensi agli eventi del settembre 1992 Aulla, Brugnato, Borghetto di Vara, Ameglia, Monterosso e
e 1993 a Genova e a Savona o del 1998 a Imperia), ma quest’ Vernazza hanno avuto le prime pagine in cronaca nazionale,
anno non hanno ecceduto. Parecchia pioggia, che non ha com- di quelle che nessuno si augurerebbe mai. Le precipitazioni
portato problemi, è scesa, a dire il vero, in Val di Vara fra il 4 e più cospicue si sono abbattute su Brugnato (542 mm, di cui
il 5 settembre. Il concentrarsi delle precipitazioni in rari episo- 483 in 7 ore), Calice al Cornoviglio (455 mm) e Pontremoli
di (il 18-19 e il 25, oltre a quello ricordato in avvio del mese) ha (376 mm), ma pure a Monterosso, al Passo dei Casoni, a Parasenza dubbio inciso nella mente e nei ricordi la stabilità e il na (Mulazzo) e sul crinale appenninico tosco-emiliano nella
carattere estivo di settembre, risultato il più caldo da inizio zona tra il Passo del Cirone, il Lago Santo Parmense e il M.
osservazioni in non pochi osservatori del Nord Italia. A Pontre- Orsaro sono stati registrati apporti dell’ordine dei 300-350
moli, in Lunigiana, si è imposto al precedente primato che ri- mm (fonte: dati Arpal). Ad Aulla, la straordinaria onda di
montava al settembre 1961. Le temperature, fra l’altro, senza piena che ne è scaturita lungo il fiume Magra, ingrossato in
toccare picchi straordinari, si sono attestate su valori elevati modo abnorme dagli affluenti di destra - Vara incluso per
lungo tutto il mese, conferendogli una consistenza calda che l’eccezionale pioggia caduta nella media valle, dove sono avpuò addirittura sfuggire al sentire comune, abituato ad accor- venuti i disastri maggiori e si sono contate il maggior numero
gersi maggiormente di singoli episodi straordinari. Il sole ha di vittime umane - ha travolto ogni cosa con l’impressionante
brillato con molta generosità: per oltre 250 ore sia nella Riviera volume delle proprie acque melmose e torbide, mescolate a
dei Fiori che nell’Alta Lunigiana, ben al di sopra dei normali notevole trasporto solido. La cittadina situata al centro della
Lunigiana ha pianto due vittime e ha subìto l’affronto peggiocanoni settembrini.
re alle attività produttive in territorio toscano, ma danni e
Il primo atto dell’autunno 2011, quindi, si è chiuso meritando disagi non sono mancati neppure negli altri comuni (Zeri,
lodi da parte degli operatori turistici e del popolo dei va- Pontremoli, Mulazzo, Tresana e Podenzana) attraversati dalla
_____________
Magra o dai suoi infuriati affluenti di destra. Gli idrometri
* responsabile dell’osservatorio meteorologico di Pontremoli (MS) posti lungo i corsi d’acqua hanno segnalato livelli oltre quello
A distanza di alcune settimane dai luttuosi eventi che le immagini di queste pagine evocano, possiamo parlare a mente più fredda
di quanto successo nelle due province sorelle del Levante, che hanno subito danni gravissimi a seguito delle forti precipitazioni, e
nella città di Genova. Lo facciamo con questo articolo di Maurizio
Ratti, che dirige l’osservatorio meteorologico di Pontremoli.
Segue a pag. 4
Pagina 2
An n o X II I° , N. 12
A I I G - L I G U R I A V I TA D E L L’ A S S O C I A Z I O N E
TIRATINA
D’ORECCHIE
A quasi 3 mesi dall’inizio dell’anno sociale sono pervenute le quote di
137 soci (corrispondenti a circa il 53% del totale). Più precisamente,
hanno versato la quota 103 soci della sezione imperiese (65% del
totale, soci nuovi compresi), 10 soci di Savona (47%), 19 soci di Genova (40%) e 5 soci della sezione apuano-lunense (15%). Tutti quelli che
non sono compresi … nei numeri riportati sopra (e sono proprio tanti,
circa la metà del totale) sono invitati a mettersi rapidamente in regola,
visto che lo scorso giugno non hanno dato le dimissioni dall’AIIG come prescritto dallo Statuto in vigore: poiché la gran parte dei soci della
sezione ligure aveva l’abitudine di pagare non troppo in ritardo, confidiamo che entro la fine del 2011 le cose si risolvano, facilitando il nostro lavoro di segreteria, quest’anno più gravoso del solito.
Dopo gennaio saremo purtroppo costretti ad interrompere
l’invio di “LigGeo” ai soci la cui quota al momento della spedizione del notiziario non risultasse ancora versata.
I MPERIA . UNA
QUESTIONE APERTA
All’assemblea di fine settembre, i soci hanno chiesto al Direttivo di
organizzare escursioni (e viaggi), ma il primo è riuscito per miracolo (col numero minimo di iscritti), il secondo - di cui non si è pubblicato nulla sul giornale perché organizzato immediatamente dopo
la spedizione del fascicolo, ma che è stato opportunamente pubblicizzato - è fallito per l’esiguo numero di iscritti. Qualcuno ha fatto
notare che un’escursione analoga alla nostra, preparata da un ente
commerciale, costava poco più della metà, ma il costo del pullman
per 50 persone è diverso che per 18-20 (dato che il noleggio di bus
grandi e piccoli è quasi eguale). Non è facile trovare una soluzione,
anche perché i soci gradiscono il “taglio” geografico dei nostri viaggi, ma poi in troppo pochi aderiscono. Che fare?
ASSEMBLEA SOCI SEZ. DI GENOVA
All’assemblea, svoltasi il 26 ottobre dalle 16 alle 17,15, hanno
partecipato solo 2 soci (oltre ai responsabili del Direttivo),
segno di un certo letargo della compagine sociale. Il Presidente ha riferito sulle iniziative dello scorso anno, in particolare la
2a Giornata di Studi italo-argentini svoltasi in giugno, le due
conferenze tenute da lui stesso (in maggio) e il ciclo di lezioni
organizzato da M.P. Turbi in collaborazione con CAI e Pro
Natura Genova. La Segretaria ha dato ragguagli sul bilancio
2010-11, in cui la spesa principale è stata il contributo per
l’organizzazione del Convegno.
Successivamente il presidente Bartaletti ha informato dell’intenzione espressa dal Presidente regionale di organizzare a
Savona in primavera un convegno in ricordo di Adalberto
Vallega, iniziativa per cui viene espresso grande apprezzamento, ma che si propone di ampliare rispetto all’ipotesi iniziale del prof. Garibaldi, articolando l’incontro in tre sezioni
(studi epistemologici svolti negli ultimi anni dal compianto
Collega, geografia del mare, manualistica scolastica), fissandone la sede a Genova presso una Facoltà universitaria e posticipandone la data all’autunno, anche per il maggiore impegno organizzativo da prevedersi.
ASSEMBLEA SOCI SEZ. DI SAVONA
All’assemblea annuale del 29 ottobre, svoltasi in via Poggi 14 dalle 18,30 alle 19,15, il Presidente ha riferito sul programma di attività per l’anno sociale 2011-12, comunicando tra
l’altro la proposta del prof. Garibaldi di organizzare a Savona
un convegno per ricordare Adalberto Vallega.
Il Segretario ha comunicato che vi è la disponibilità economica per offrire alle scuole alcune iscrizioni omaggio.
Tra gli interventi dei soci, si segnala l’intervento di Iva Raneri, che propone di organizzare un incontro per i docenti della
provincia dedicato alla geologia della Liguria.
G LI
APPUNTAMENTI DI DICE MBR E
GENOVA
- Martedì 29 novembre, ore 21, presso il Museo di Storia
naturale “G. Doria”, Alessio Schiavi - per il corso “Parchi e
aree notevoli in Liguria” - presenterà il volume “Siamo andati in
Antola. Storia, immagini, ricordi del monte tra Scrivia, Trebbia e
Borbera”.
- Martedì 13 dicembre, ore 21, nella stessa sede, si ripresenterà la
riunione “saltata” l’8 novembre a causa dell’alluvione:
Remo Bernardello presenterà il volume "Felci del monte di Portofino", di cui è autore con Alberto Girani (Direttore Parco di Portofino).
IMPERIA
Sala conferenze Museo dell’Olivo — Oneglia
- Venerdì 2 dicembre, ore 16,00, nella sala conferenze del Museo
dell’Olivo (Oneglia), la prof. Laura Orestano Cipparrone (AIIGGenova) parlerà sul tema “ La Libia: analisi dei recenti avvenimenti.
Intervento umanitario o motivazioni geo-economiche? ”.
- Venerdì 9 dicembre, ore 16,30, nella stessa sede, il dott. Ezio
Grosso (AIIG-Liguria) parlerà su “Theatrum Sabaudiae, immagini di un regno sognato”
- Venerdì 16 dicembre, ore 16,30, nella stessa sede, la lezione
conclusiva sarà tenuta dal prof. Giuseppe Garibaldi (AIIGLiguria), che parlerà su “Variazioni territoriali in Liguria, 1815-2011, e progetti o ipotesi per il futuro”.
IL PROF . PROFUMO A CAPO DEL MIUR
Francesco Profumo, nato a Savona il 3 maggio 1953, laureato in ingegneria elettrotecnica
al Politecnico di Torino, ha dapprima lavorato nella ricerca all’Ansaldo, poi (nel 1984) è
entrato come ricercatore al Politecnico subalpino, dove è dal 1995 professore ordinario.
Dal 2003 preside della 1a Facoltà di ingegneria, nel 2005 è stato eletto rettore. Dall’agosto
2011 è presidente del Consiglio Nazionale
delle Ricerche. Al neo-ministro, nostro conterraneo, rivolgiamo i più cordiali auguri di buon lavoro alla guida del
dicastero della pubblica istruzione, dell’università e della ricerca.
QUALCHE SPERANZA PER LA GEO
La caduta del governo di coalizione PDL-LN presieduto
da Silvio Berlusconi ha portato con sé anche l’allontanamento dal Ministero di viale Trastevere di Mariastella
Gelmini, in quei giorni definita da suoi colleghi piuttosto
malevoli “una delle orfanelle del Cavaliere”.
Dopo gli sconquassi dovuti alla sua “riforma”, che ha
fatto scomparire l’insegnamento della geografia da quasi
tutte le scuole superiori, proveremo ora a metterci in contatto col nuovo ministro, prof. ing. Francesco Profumo,
per vedere se qualcosa si potrà fare per rimediare almeno
in parte al disastro, pur consapevoli del fatto che il nuovo
governo ha davanti una vita dura e travagliata, con problemi gravissimi da risolvere per la salvezza della Nazione, e poco tempo prima delle elezioni del 2013.
Ci auguriamo che il nostro “grido di dolore” - espresso
nel corso del convegno di Civitavecchia, testé concluso possa essere ascoltato, e si riesca ad ottenere qualche risultato positivo, per il bene della gioventù studiosa.
L i g u r i a G e o g ra f i a
Pagina 3
PERCHE’ IN FRANCIA LA GEOGRAFIA MANTIENE UNA CERTA IMPORTANZA
NELL’INSEGNAMENTO SECONDARIO
Sulle tematiche del 2° gruppo, quattro sono le domande: “ValorizLe motivazioni di quanto affermato nel titolo sono parecchie, ma
zare e amministrare i territori” (con le proposte sulla gestione soecco quelle che reputo le principali.
1.
2.
3.
Un interesse di lunga data, da parte delle autorità, per l’amministrazione del Paese, le esplorazioni e le conquiste coloniali.
Luigi XIV° invitò in Francia la famiglia ligure Cassini (originaria di Perinaldo, IM) per lo studio dell’astronomia ma
anche per creare la prima carta precisa del Regno. Luigi XVI°
ha un suo gabinetto di carte per organizzare in modo razionale
spedizioni navali verso il Pacifico. La Società di Geografia di
Parigi è riconosciuta “di pubblica utilità” già nel 1827, sotto
Carlo X°.
La IIIa Repubblica (1870-1940) analizza la disfatta del Secondo Impero nel 1870 e constata che gli ufficiali francesi sono
meno preparati dei loro omologhi prussiani nella lettura e interpretazione delle carte. (Forse in Messico e nelle colonie
questo strumento non esisteva neppure). Per di più, nell’ambito dell’insegnamento elementare obbligatorio (risalente al
1882), una formazione civica attraverso la storia nazionale e la
conoscenza della Francia è indispensabile per creare una coscienza nazionale e legittimare la futura guerra per riconquistare le province perdute (Alsazia, Mosella).
Già prima del 1914 la Francia ha avuto grandi maestri della
geografia (come Emmanuel De Martonne e Paul Vidal de la
Blache), che hanno saputo creare un legame (con manuali e
carte murali) tra l’università e la scuola secondaria, la ricerca e
l’insegnamento. Alcuni saranno impiegati nel 1919 al tracciato
di nuove frontiere in Europa. Però la ricerca e le pubblicazioni
enciclopediche hanno rivoluzionato le conoscenze: lo testimonia l’opera grandiosa e moderna di Elisée Reclus, di spirito
anarcoide e libertario.
stenibile di un ambiente e sulle potenzialità e i contrasti all’interno
del territorio francese), “La Francia delle città” (con le proposte sui
movimenti di popolazione, l’urbanizzazione e “metropolizzazione”,
sulla riduzione delle fratture sociali e spaziali, sugli spazi rurali tra
l’attrattività urbana e le nuove forme di sviluppo), “Le dinamiche
degli spazi produttivi nella globalizzazione” (con lo studio di un
caso – un territorio dell’innovazione – e poi gli spazi di produzione
agricola in collegamento coi mercati europei e mondiali, e le dinamiche di localizzazione delle attività e globalizzazione), “Mobilità,
flussi e reti di comunicazioni nella globalizzazione” (con lo studio
del caso di Roissy, piattaforma multimodale e “hub” mondiale, e la
connessione ineguale del territorio francese all’Europa e al mondo
mediante reti di trasporto e sistemi digitali).
Il terzo blocco tematico, riguardante l’Unione Europea, a parte
una breve question relativa ai territori oltremare dell’UE (in pratica, solo francesi), tende a rispondere alla domanda “Dallo spazio
europeo ai territori dell’UE”, proponendo di approfondire l’argomento sulle Europe, cioè sulle diversità presenti in una complessiva
unità, sulle disparità e ineguaglianze socio-spaziali, vedendo insomma l’UE come un’unione di stati a geometria variabile.
Il tema 4, infine, si pone la domanda dell’UE di fronte alla globalizzazione (proponendo di approfondire i concetti di UE come attore e polo della globalizzazione, del “Northern Range” cioè di una
facciata marittima mondiale, e della fronte mediterranea, area di
relazioni con Nordafrica e vicino e medio Oriente. Da ultimo, sono
previste alcune lezioni sulla presenza francese nel mondo, sulla
Francia come polo turistico mondiale e su Parigi, città mondiale.
Come si vede, è un programma piuttosto vario,* abbastanza simile a quelli presentati anni fa per la riforma delle nostre scuole superiori di tipo liceale, con alcune differenze sostanziali: che la materia
in Francia ha dignità pari alla storia (anche se non esiste il voto di
geografia separato da quello di storia) e che gli argomenti proposti
possono essere più approfonditi in quanto diretti a studenti più
maturi (non a dei 14-15enni ma a dei 16-17enni, differenza certo
non da poco). Si aggiunga che l’apprendimento del programma può
essere oggetto di controllo da parte dei commissari della maturità,
per cui la posizione della materia è ben diversa di quella che essa
ha in Italia, ormai a carattere residuale (salvo che non sia proprio
scomparsa, come da noi già più volte lamentato e deprecato, relativamente agli istituti professionali e ai tecnici nautici ed aeronautici). E’ pur vero, peraltro, che l’orario settimanale per le due materie
è sceso anche nelle scuole transalpine, dove i colleghi ne lamentano
la marginalizzazione.
Va poi considerata una specificità francese: la presenza di insegnanti
di storia e geografia, anche se la formazione universitaria privilegia
l’una delle due materie in ogni corso di studi. Al concorso per il reclutamento degli insegnanti delle scuole secondarie le due materie sono
alla pari; nell’agrégation (abilitazione per le secondarie superiori,
molto simile a una “libera docenza” italiana) il rapporto è all’incirca 1
a 3. Per molto tempo, la geografia fisica e umana erano strettamente
associate nel corso di formazione, e la specializzazione interveniva
nella Ricerca. Da una quindicina d’anni gli insegnanti di formazione
geografica si fanno rari a livello di reclutamento, e in termini di contenuti i programmi di geografia hanno perso a vantaggio dei docenti di
biologia e scienze della Terra (SVT, Sciences de la vie et de la Terre) i
Giuseppe Garibaldi
temi morfologico e meteorologico; la geografia è molto più economica
e geopolitica, incentrata sui grandi problemi planetari ed europei, men- __________________
tre sono trascurate le questioni nazionali.
*Il programma può essere riassunto in 14 schemi e in 6/7 schizzi, su cui
Attualmente, Storia e Geografia sono ancora in parità nell’insegnamento far lavorare la classe in maniera attiva e con attività di gruppo.
secondario, per quanto riguarda programmi e orari, e negli esami.
Schemi:
1. organizzazione in un territorio vicino al liceo
Jean Sarraméa, Saint-Raphaël, Lycée “Saint-Exupéry” (sezione europea) 2. la regione in cui si trova il liceo
AIIG-Liguria, Sez. Imperia-Sanremo
* * *
Nota della Redazione. Per meglio chiarire quanto scritto dal Collega relativamente ai programmi, vorrei inserire qui, in riassunto, il
nuovo programma della 1a generale (il penultimo anno della scuola secondaria superiore, o lycée), che si articola in 4 blocchi tematici
per un totale di 57-62 ore complessive: 1. comprendere il territorio
circostante (11-12 ore), 2. pianificare e sviluppare il territorio francese (24-26 ore), 3. L’Unione Europea: dinamiche di sviluppo dei
territori (11-12 ore), 4. Francia ed Europa nel mondo (11-12 ore).
Sul primo tema, alla domanda su “approcci al territorio di casa” si
risponde con la ricerca sull’utilizzazione di un’area prossima alla
scuola, con gli attori e le poste in gioco della pianificazione territoriale, e alla domanda su “la regione, territorio di vita dalla sistemazione razionale” si propone come caso di studio quello della regione
in cui è sita la scuola (nel caso specifico, sarà la PACA – Provence,
Alpes, Côte d’Azur) e posizione e ruolo delle regioni in Francia e in
un altro paese europeo.
3. gestione sostenibile di un ambiente
4. movimenti di popolazione, urbanizzazione, “metropolizzazione”
5. organizzare le città
6. il territorio dell’innovazione
7. spazi di produzione agricola
8. dinamiche di localizzazione delle attività e globalizzazione
9. Roissy
10. disparità e ineguaglianze socio-spaziali nell’UE
11. sviluppo di un territorio oltremare
12. l’UE attore e maggior polo di globalizzazione
13. il “Northern Range” (i porti della facciata europea del M. del Nord)
14. Parigi città mondiale
Schizzi di organizzazione spaziale:
1. regione in cui si trova il liceo
2. gestione sostenibile di un ambiente
3. potenzialità e contrasti del territorio francese
4. movimento di popolazione, urbanizzazione, “metropolizzazione”
5. organizzazione delle reti di trasporto in Francia e loro connessioni
con l’Europa e il mondo
6. disparità e ineguaglianze socio-spaziali nell’UE
7. il “Northern Range”
Pagina 4
A n n o X I I I° , n. 1 2
Un autunno ‘selvaggio’ tra caldo, freddo, sole e diluvi
(Segue da pag. 1)
di guardia, in qualche caso i massimi storici sono stati supe- situazione potesse precipitare. Sono scesi dal cielo altri
rati. L’idrometro di Calamazza (nel tratto fra Aulla e San- 135,2 mm che hanno poi portato il totale della prima deto Stefano di Magra) è stato praticamente distrutto dalla cade di novembre a ben 584,6 mm (176 mm è il totale mepotenza del fiume, che in quel punto si calcola abbia su- dio atteso in un intero, normale novembre genovese). A
perato i 9 m di altezza sullo zero idrometrico e raggiunto differenza del parossismo un po’ più circoscritto del 25
una portata senza
ottobre (che ha recato,
precedenti noti. I
comunque, 92,6 mm
Dati riassuntivi di Settembre e Ottobre 2011
giorni successivi soanche a Imperia), gli
no stati luttuosi, peeventi alluvionali del 4Precipitazioni in mm Temperatura media in °C
santi, in mezzo a tan8 novembre si sono estazioni
settembre
ottobre
settembre
ottobre
ta rovina, e solo l’acstesi a molte regioni da
Imperia
15,6 (61) 105,6 (111) 23,1 (21,3) 18,0 (17,3)
correre di tanti vonord a sud, con vittime,
lontari e l’organizzaoltre che in Liguria,
Genova
49,0 (122) 45,8 (197) 22,9 (21,0) 16,8 (17,0)
zione generosa e punpure in Toscana (una,
Pontremoli 171,4 (142) 527,0 (226) 20,1 (17,2) 13,1 (13,1)
tuale della protezione
all’Isola d’Elba), Basili(tra parentesi, i valori normali calcolati dalle rispettive serie storiche di dati)
civile ha scaldato il
cata (2) e Campania (1)
cuore alle popolazioe piogge intense sul Pieni locali così duramente colpite. Una provvidenziale monte che hanno innalzato il livello del Po e dei suoi aftregua del maltempo ha permesso di lavorare per alcu- fluenti alpini e appenninici.
ni giorni senza l’incubo di altri disastri, ma ai primi di
Dopo tanto travaglio atmosferico, l’arrivo dell’ “estatinovembre i sistemi nuvolosi gravidi d’acqua si sono na” di San Martino non poteva che essere accolto come
riorganizzati all’orizzonte, pronti a sferrare un’ altra l’uscita da un tunnel che, nonostante le frequenti belle
offensiva sulle medesime zone. Nonostante gli avvisi e giornate che ci ha donato l’autunno 2011, si era imbocil generale stato di allerta vivo in tutti per le vicende cato il 20 ottobre (nubifragio di Roma) e di cui si è vista
occorse soltanto dieci giorni prima, un nubifragio della la fine solo dopo gli ultimi grossi acquazzoni che hanno
stessa specie di quello accanitosi tra le province della subissato alcune aree della Sicilia il 10 novembre. E’
ancora presto per dire se il clima sia cambiato
davvero e se sia tutta o in parte sua la “colpa”
di quanto accade: bisogna continuare a misurare, e a farlo con rigore. Eventi calamitosi
come quelli a cui si è dovuto assistere in Liguria e nella Lunigiana toscana capitavano anche
secoli fa, ma certamente il loro impatto sul
territorio era diverso. I tempi di ritorno possono essere plurisecolari, inutile giustificarsi con
un “mai visto nulla di simile” o “chi si aspettava che il fiume potesse arrivare qui”. Certo, si
può sperare che il prosieguo della stagione sia
più clemente, ma occorre senza dubbio fare
massiccia opera di prevenzione, di informazione, saper realizzare arginature con criterio,
tenere puliti i corsi d’acqua e smetterla di andare
a costruire in aree in cui, fosse pure ogni 100
anni e 10 mesi, l’acqua torna ‘ai suoi paesi’.
Maurizio Ratti
Monterosso, 25.10.2011 (da Google)
Spezia e di Massa-Carrara, con massimi di
piovosità oraria spaventosi sui rilievi collinari a NE della città, ha strappato a Genova
altre sei vittime. Lo spettacolo delle vie percorse da fiumane impetuose di acqua torbida
e carica di detriti si è rinnovato come in un
incubo, evocando le strofe e la melodia di
Dolcenera, la canzone di De André che parla
di alluvioni sotto la Lanterna, quando l’acqua
“spacca il monte” e “affonda terra e ponte”.
Le cifre dànno ragione di un’altra pioggia
esagerata, che sarebbe più corretto definire
“monsonica”: fino a più di 500 mm tra Quezzi
e Vicomorasso (con max orario intorno ai
175-180 mm, un record nazionale), venuti giù
in poche ore. La stazione dell’Università sita
nel quartiere di Albaro ha rilevato un dato
notevole: 395,4 mm (furono, per rimanere a
stazioni in ambito urbano, 389,2 mm in Via
Balbi nell’ottobre 1970). L’8 novembre, sul
finir della notte e al primo mattino, si è ripetuto un altro nubifragio e si è temuto che la
Si ringrazia l’Osservatorio municipale di Imperia per la
fornitura dei dati.
Il f. Magra a Pontremoli, 25.10.2011, 15h15 (foto M. Ratti)
L i g u r i a G e o g ra f i a
Pagina 5
Cristoforo Colombo, Bartolomeo Fieschi e il “ritrovamento” della caravella Vizcaína
Nota di Graziella Galliano
Come ormai per tradizione, in ottobre a Genova l’impresa di Colombo meo curata da Enrico Martello (databile 1490) che rappresenta un’inesiviene ricordata in diversi modi. Quest’anno ha avuto una certa eco il ritro- stente quarta penisola ad est dell’ecumene (dopo l’arabica, l’indiana e
vamento del relitto di una caravella avvenuto nel 2000 al largo delle coste l’Indocina). Superata tale penisola, Colombo riteneva di raggiungere le
di Panamà, che dopo una ormai decennale serie di studi viene da alcuni Indie. Inizia ad esplorare e quindi a scoprire le coste dell’America centraritenuta la caravella comandata da Bartolomeo Fieschi nel quarto e ultimo le alla ricerca dell’oro fino al 6 gennaio del 1503. La sua salute è sempre
viaggio di scoperta, fatta volutamente affondare da Colombo perché non più cagionevole, ma egli si rivela sempre un grande marinaio proprio nel
più utilizzabile. L’occasione ci è grata per ricordare il fondamentale con- corso di questo viaggio, caratterizzato da una serie numerosa di difficoltà
tributo dato dal Fieschi all’impresa, un personaggio poco menzionato nel- per le tempeste, gli uragani e gli improvvisi cambiamenti dei venti.
la storiografia colombiana.
La Vizcaína viene persa di vista il 13 dicembre nei dintorni di Portobelo
All’inizio del quarto viaggio, i compiti di Colombo erano stati ridimen- e tre giorni dopo è ritrovata lungo la costa de los Contrastes delimitata da
sionati, perché titoli e onori gli erano stati confermati dopo il processo Veragua. Il 7 gennaio Colombo invia Méndez con una scialuppa alla foce
subito al rientro in catene dal terzo viaggio, ma non aveva più i poteri di del rio Belén, dove incontra alcuni indiani ed effettua scambi con oggetti
governatore delle terre scoperte. Trattandosi di un viaggio, come il primo, d’oro; due giorni dopo vi entrano la Bermuda e la Vizcaína e il giorno
di scoperta e di esplorazione, le navi dovevano essere poche, infatti furono seguente, con l’alta marea anche le altre due navi.
solo 4 e Colombo aveva pensato a vascelli costruiti in maniera nuova per
Il 24 gennaio un temporale rovescia sulla Cordigliera montuosa una
vincere meglio i venti e le correnti.
enorme quantità d’acqua che fa straripare il fiume: la Bermuda viene
Dal documento firmato da Diego de Porres, conservato nell’Archivo gettata contro la Gallega quasi frantumandosi e anche le altre due navi
General de Simancas, risulta che la nave Capitana era un vascello di 70 subiscono gravi danni, che i marinai riescono tuttavia a riparare. Il 15
tonnellate di stazza. A causa delle malattie, Colombo non poté assumerne febbraio Colombo compra la Vizcaína per 40 mila maravedi dal maestro
il comando, che venne affidato al fedelissimo Diego Tristan (con stipendio Juan Pérez.
di 48 mila maravedi all’anno).* Sulla seconda caravella, la Santiago de
Il 16 aprile 1503 Colombo lascia Belén per raggiungere Hispaniola
Palos soprannominata dal nome del suo proprietario Francisco Bermudez, (l’attuale Haiti-Rep. Dominicana), abbandonando la Gallega che era stata
Bermuda, era imbarcato Bartolomeo Colombo, l’Adelantado, fungendone invasa dalle teredini e la cui carcassa sarà ritrovata 6 anni dopo. Anche le
virtualmente da capitano
tre caravelle avevano le
senza stipendio, mentre
chiglie ridotte a setacci, i
Francisco de Porras era il
marinai non erano sufficomandante titolare (44
cienti a rimettere in mare
mila maravedi) ed era acl’acqua che entrava negli
compagnato dal fratello
scafi. Il 25 aprile naviganDiego, rappresentante deldo verso Portobelo Colomla Corona spagnola (35
bo abbandona anche la
mila). Questi fratelli PorVizcaína per la molta acras, che saranno gli autori
qua che aveva imbarcato.
dell’ammutinamento nella
Il I° maggio Colombo
baia di Santa Gloria in
lascia il continente in direGiamaica, erano stati imzione di Hispaniola, ma le
posti a Colombo da Ancondizioni della caravella
tonio de Morales, tesorieBermuda gli consentono
re del regno di Castiglia.
solo di approdare a GiaSulla Santiago viaggiavamaica verso la fine di giuno Diego Méndez de Segno. Colombo proibisce ai
gura (12 mila) in qualità
suoi uomini di allontanarsi
di “escribano mayor” e
dalla spiaggia di Santa Glodue Genovesi.
ria, destando ovvie reazioLa terza nave, la Galleni, e incarica Diego Ménga, aveva per capitano
dez di cercare viveri per la
Pedro de Terreros, che
sopravvivenza. Questi parPlanisfero di Enrico Martello (1489), dal sito www.marcocapurro.org
aveva partecipato a tutti i
te con un marinaio e sei
viaggi di Colombo, e Juan Pintero, comandante in seconda che era stato indigeni, ma mentre si ferma per una bonaccia al capo orientale viene
nostromo sulla Pinta nel primo viaggio.
assalito dagli indios e, mentre questi si giocano con una partita di palla
La Vizcaína, la minore della flotta, 50 tonnellate di stazza, costava per il l’onore di scannarlo, riesce a fuggire. Ritorna alle navi arenate e al monolo 7 mila maravedi al mese, era comandata da Bartolomeo Fieschi di mento della nuova partenza Bartolomeo Fieschi si dichiara pronto ad
nobile famiglia genovese e il suo proprietario Juan Pérez la vendette a accompagnarlo sopra un altro canotto sino a Hispaniola e quindi tornare
Colombo nel corso del viaggio. Portava un nostromo e 8 marinai, un cap- indietro per non allarmare i compagni rimasti; pure il fratello di Colompellano (12 mila), come hidalgo il nobile genovese Juan Pasan, 11 mozzi bo, Bartolomeo, si offre di accompagnarlo con 70 uomini per via di terra
fino al capo. Questa volta Méndez raggiunge Hispaniola dove il governadi cui 2 genovesi.
L’equipaggio era formato da 135 persone iscritte nel ruolo-paga, in gran tore Ovando sta combattendo contro gli indigeni e solo l’anno dopo potrà
parte originari di Palos e della regione di Huelva, in cui viveva Colombo. comperare una nave carica di viveri e inviarla in soccorso a Colombo, per
La presenza dei Genovesi dimostra che i legami con la madrepatria sono il rientro definitivo in Spagna.
Come su indicato, sull’identificazione del relitto le opinioni sono alsempre stati ben radicati e non marginali come invece si legge in letteratura. La presenza di un nero sulla nave capitana e di un altro sulla Viscaína, quanto discordi, perché le relazioni delle campagne archeologiche da un
come mozzo (dove guadagna 8 mila maravedi, come gli Spagnoli, i Geno- lato mettono in evidenza una serie di fattori positivi, dall’altro alcune
vesi e i Fiamminghi del suo grado) comprova che al quarto viaggio (che indagini scientifiche non consentono ancora una precisa datazione
iniziò nella primavera del 1502) la schiavitù dei neri non era ancora inco- (www.magellano.org, Andrea MOIA, La caravella scomparsa).
In occasione delle recenti celebrazioni colombiane, il 14 ottobre u.s. un
minciata nelle Indie Occidentali e questa colpa non va assolutamente
attribuita a Colombo (P. E. TAVIANI, Cristoforo Colombo, Roma, Società interessante documentario sul viaggio e sul ritrovamento del relitto è stato
presentato al convegno organizzato presso la Biblioteca Berio (promosso
Geografica Italiana, 2003, 3 voll.).
Questi, a partire dal 16 ottobre 1502 decide di abbandonare la ricerca dal Centro Studi e Ricerche del Ducato di Milano, Gruppo di Genova) e
dello stretto nei pressi dell’istmo di Panama, frutto di conoscenze geogra- un modello della Vizcaína è esposto nel bookshop Musei di Strada Nuofiche risalenti probabilmente all’edizione del planisfero di Claudio Tolo- va (Via Garibaldi 9r, Genova) ad opera di Corrado de CEGLIA (In
nomine Dei et Regum, Genova, Liberodiscrivere, 2011, n. 20 Collana
*Al comandante in seconda e al primo pilota lo stipendio era di 24 mila, al nostro- “Koine’”).
mo 18 mila, ai 14 marinai mille maravedi al mese ciascuno, ai venti mozzi e ai
quattro hidalghi (fra i quali un genovese) 8 mila all’anno, al medico 24 mila, al
bottaio 18 mila, 2 cannonieri e 2 trombettieri 12 mila ciascuno.
Graziella Galliano, Università di Genova
AIIG-Liguria (sez. di Genova)
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A n n o X I I I° , n. 1 2
Rispettiamo il nostro territorio così bello e fragile !
All’intervento del meteorologo (riportato alle pp. 1 e 4) può forse
seguire qualche riflessione e considerazione generale sui fenomeni
che sono avvenuti in ottobre-novembre. Pur se ci troviamo in aree
tra le più piovose d’Italia, si può dire che si sia trattato per l’estremo Levante di fenomeni eccezionali, solo un po’ meno per Genova,
ma la presenza di terreni particolarmente insicuri - come risulta
dalle molte ricerche svolte lungo l’arco di più di un secolo, da quelle di Roberto Almagià sulle aree franose dell’Appennino (1907) a
quelle di Paolo Roberto Federici sui centri abitati instabili della
Liguria (2001-07) - rendeva i rischi tutt’altro che trascurabili.
Dunque, come scrive il collega Cristiano Giorda sul sito dell’
AIIG, i geografi lo avevano detto: da più di cento anni. Ma, se è
vero che la geografia del rischio idrogeologico (che è anche una
geografia del rischio causato dall’imprudenza dei comportamenti
umani nel costruire e nel tentare di controllare le acque) vanta in
Italia una lunga tradizione di studi, ci si accorge con sgomento che
tra le conoscenze degli studiosi (chiamati dalle autorità politicoamministrative a studiare fenomeni rilevanti per le possibili conseguenze sull’uomo, sull’ambiente e l’economia) e i comportamenti degli amministratori e dei cittadini in genere c’è un incredibile
distacco. Come se, dopo un evento alluvionale o una frana o un
terremoto, sia quasi un obbligo dare incarico ai tecnici di ricercarne le cause e trovare i possibili rimedi, ma appena i risultati sono
pronti sia ormai totale il disinteresse dei responsabili e della stessa
popolazione. Poiché il principale tra i rimedi spesso consiste nella
regolare manutenzione dei terreni e dei corsi d’acqua, e nell’evitare di ingombrare i greti e le zone circostanti, la cosa appare talmente ovvia da non meritare interesse, salvo poi - visto che la manutenzione non si fa con regolarità - ritrovarsi nella situazione di
pericolo o nell’evento calamitoso a distanza di qualche decennio. E
oggi le pur piccole modificazioni del clima accrescono la frequenza
di tali eventi, dando all’uomo un forte senso di insicurezza. Tale
insicurezza è poi aumentata dall’assenza di precise e semplici norme
di comportamento, da far conoscere a tutti i cittadini in caso di previsto maltempo (la cosiddetta “allerta 2”), non solo per salvaguardare la
loro incolumità ma pure - e non sembri cosa di poco conto, alla luce di
quanto s’è visto - per allontanare dalle zone a rischio gli autoveicoli, i
cassonetti dei rifiuti e altri oggetti ingombranti.
Purtroppo le nostre aree costiere sono da tempo fortemente urbanizzate, e spesso non fa differenza se si tratti di piccoli centri
abitati o di grandi città. E qui - è il Ministero dell’Ambiente che lo
ammette, in uno scritto del 2003 riportato nel già citato intervento
di C. Giorda - «una gran parte dell’espansione urbana e periurbana
e della realizzazione delle infrastrutture urbane e territoriali, soprattutto nella seconda metà del XX° secolo, è stata attuata senza porre
la necessaria attenzione ai caratteri del territorio e dell’ ambiente
nella loro complessità e nella loro specificità. In particolare, non
sono pochi gli interventi (infrastrutture, espansioni urbane, attività
produttive), realizzati in aree soggette a rischio idrogeologico anche
elevato. Spesso le espansioni sono avvenute con una programmazione insufficiente, a volte addirittura assente, e anche le infrastrutture
di base finalizzate a garantire nel tempo il rispetto dell’integrità fisica del territorio (reti fognarie e depuratori, sistemi di messa a regime delle acque meteoriche, di approvvigionamento idrico, di smaltimento e trattamento dei rifiuti, di organizzazione delle aree verdi)
risultano il più delle volte inadeguate sia quantitativamente che qualitativamente».
effetti di rigurgito a monte. Tali effetti si ripercuotono fino alla
confluenza del rio Fereggiano e sono amplificati dalla presenza
di ulteriori manufatti di attraversamento e/o strutture interferenti con l’alveo. Conseguenza dell’attuale configurazione geometrica, assai lontana da quella naturale, è un’elevata suscettibilità al rischio di inondazione che, a causa dell’elevata densità
del tessuto urbano circostante, delinea una situazione di vera e
propria emergenza idraulica». Si ha l’impressione di leggere
in anticipo la cronaca di quanto si è puntualmente verificato
nelle scorse settimane: evidentemente, però, la percezione
dell’incombente pericolo non è arrivata nemmeno a spingere
le “autorità” ad informare del rischio gli abitanti delle zone in
questione, che poi spesso sono vittime dell’ effetto “Pierino e
il lupo” e non si allarmano più dopo le prime volte, in cui
all’allerta non segue fortunatamente nulla di grave.
Agli amministratori pubblici piacciono - si sa - i grandi eventi, le inaugurazioni di importanti opere pubbliche, ma in
mancanza di quella che poteva esserlo - il grande scolmatore
lungo circa 6 km che avrebbe dovuto scaricare in mare circa
400 m3/sec di acqua del Bisagno, iniziato anni fa e poi abbandonato - si sarebbe potuto sicuramente fare qualche cosa
in più, oltre alla semplice pulizia, nei corsi d’acqua e lungo i
versanti collinari, soprattutto imponendo ai privati quanto
loro compete (pare proprio nel caso del rio Fereggiano). Ma
appare vergognosa, a fronte dei danni arrecati dal nubifragio
e da quelli precedenti, l’incapacità delle autorità di portare
avanti l’unica opera veramente utile: i fondi mancano sempre
per le opere più importanti (soprattutto se poco “visibili”
come uno scolmatore), si trovano invece per tanti interventi
futili (il cui costo, sommato, non è sempre così modesto come
si vuole far credere).
Quanto al nubifragio in Lunigiana, ad Aulla si dà la colpa
un po’ alla diga sul Teglia (un affluente del Magra), pare aperta all’ultimo momento, un po’ alla mancata pulizia dell’alveo non solo dalle sterpaglie e dai detriti naturali (cosa che gli
ambientalisti non vogliono) ma anche dalle ghiaie ad uso
edilizio, che ne potrebbero abbassare il livello. Meno chiare le
cause di quanto avvenuto nella val di Vara (a Borghetto e
Brugnato in particolare), al di là dell’enorme quantitativo di
pioggia caduto in tempi limitati, ma certo anche là ci sarebbe
da pensare che i greti fluviali – soprattutto quando si tratta di
corsi d’acqua così modesti da non fare paura – non abbiano
avuto le necessarie cure.
Più complesse le cause del disastro avvenuto a Monterosso
e a Vernazza, visto che qui non si può dar la colpa a costruzioni recenti (la zona è vincolata essendo nel perimetro del parco nazionale delle Cinque Terre): certamente contano i terreni da anni in abbandono (anche la famosa viticoltura è in
forte contrazione, come già accennavo nel volume sul Levante ligure, e come risulta dai primi risultati del censimento
agricolo 2010, che segnala nell’intera provincia della Spezia
un calo del 55% del vigneto rispetto al 2000!), e la mancata
cura dei muri a secco, tanto celebrati in riferimento alla loro
lunghezza (paragonata a quella della Muraglia cinese) quanto
lasciati in abbandono nelle aree non più coltivate.
Già il numero di “LigGeo” del dicembre 2010 si apriva con i
nubifragi di Sestri Ponente e di Massa, ora parliamo di aree
vicine ancor più martoriate. E’ triste ogni anno piangere la
morte di nostri concittadini e lamentare enormi danni materiali, ma se vogliamo evitarlo occorre riflettere sull’estrema
fragilità del nostro territorio e cominciare finalmente a trattarlo meglio: non è facile elencare quanto male facciamo all’
ambiente, cioè - in definitiva - a noi stessi, solo per pigrizia e
sciatteria (quando non per colpevole menefreghismo), ma
basta guardarsi intorno e iniziare a considerare il territorio
che ci circonda come un bene prezioso di ciascuno di noi.
Nel Piano di bacino relativo al torrente Bisagno, redatto a cura
della Provincia di Genova, si chiarisce che «la parte della zona
valliva del bacino compresa tra Prato e la Foce [cioè gli ultimi 10
km di corso] presenta un intenso sviluppo dell'urbanizzato, risultato di un’antropizzazione disordinata delle aree di pertinenza
fluviale», il che vuol dire che - tra strade, edifici, cortili - gli spazi
impermeabilizzati sono ormai troppi. E la portata di massima piena (calcolata su un periodo di 200 anni) è tale che non vi è possibilità di smaltimento dell’acqua anche perché negli Anni 30 del
Novecento la parte inferiore del torrente è stata ricoperta e oggi vi
Il rispetto per l’ambiente nasce in famiglia e si consolida a
passa sopra una strada (è il Viale Brigate Partigiane). Nel citato
Piano di bacino si precisa poi che «l’elevato rischio di esondazione scuola, ma non bisogna mai dimenticarsene.
per superamento della capacità di smaltimento comporta pericolosi
Giuseppe Garibaldi
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Liguria Geografia
NOTIZIE IN BREVE NOTIZIE IN BREVE
A NUCETTO (CN) UN NUOVO MUSEO FERROVIARIO
Nell’ambito dei festeggiamenti per il 150° dello Stato Italiano,
il 9 ottobre è stato inaugurato a Nucetto il Museo della ferrovia
Ceva-Ormea; in effetti si tratta di un mini museo che però potrà
servire anche come sala per mostre e manifestazioni (per le
visite, contattare gli uffici comunali tel. 0174 74112). (R.P.)
GENOVA E NIZZA PIU’ VICINE ?
NOTIZIE IN
lo scorso, con l’ammissione delle violenze compiute dal fascismo
italiano, che «perseguitò le minoranze e si avventò con le armi
contro i vicini croati» e il riconoscimento della «folle vendetta
delle autorità postbelliche della ex Jugoslavia». Come scriveva
Marzio Breda (sul Corriere della Sera del 5 sett.), le due comunità sono state troppo a lungo prigioniere di strumentalizzazioni e
risentimenti, e anche il contenzioso sui beni degli esuli dalla
Venezia Giulia e dalla Dalmazia non era facile da risolvere. Che
le questioni in campo fossero complesse (rese tali soprattutto da
motivi psicologici, ma anche per un forte senso nazionale degli
Sloveni quanto dei Croati, e da ultimo per una certa rigidezza
nelle associazioni di esuli) lo dimostra anche il fatto che già nel
2001 gli allora presidenti Carlo Azeglio Ciampi e Stjepan Mesić si
erano incontrati a Zagabria, e dieci anni non sono bastati a dir la
parola fine al problema, ma ora che la Croazia sta per entrare
nell’UE occorre che tutto si avvii a soluzione, anche perché i rapporti commerciali tra i due Paesi sono ottimi (l’Italia è il primo
cliente e il primo fornitore della Croazia). (G.G.)
Mesi fa, in occasione di un convegno a Ventimiglia, era
stata fatta la proposta di attestare a Taggia il capolinea dell’unico TGV Ventimiglia-Parigi (andata 08,38-15,27; ritorno
11,46-18,21). Ora si apprende che il sindaco di Nizza è riuscito a far inserire anche la tratta tra la sua città e Ventimiglia
nel progetto di linea veloce Marsiglia-Nizza (da realizzarsi,
purtroppo, in tempi lunghi). Ma è dal lato ligure che da tempo si dorme: non si sa quando sarà terminato il nuovo tronco a doppio binario San Lorenzo al Mare-Andora (quasi 19
km, di cui 16 in galleria), la cui attivazione era prevista per la
PORTI E SERVIZI CROCIERISTICI
fine del 2009. Italferr parla ora della fine del 2012, ma c’è da
dubitarne. Manca poi l’impegno per l’ultimo tratto di linea,
In occasione del forum “Italian Cruise Day 2011” tenutosi all’ida Andora a Finale, che completerebbe il raddoppio, con- nizio di novembre a Venezia, è stato reso noto che Civitavecchia
sentendo così un miglior utilizzo della Genova-Ventimiglia, sta per divenire il porto col maggior traffico crocieristico di tutta
dove oggi il traffico merci è quasi nullo. (G.G.)
Europa, superando Barcellona. Tra i porti italiani, seguono per
movimento di passeggeri di navi da crociera Venezia e Napoli;
IN CRESCITA LA RETE FERROVIARIA ALGERINA
con oltre 500.000 passeggeri sono Genova, Livorno, Savona e
La rete ferroviaria algerina, che nel 2009 aveva un’esten- Bari (i 7 porti citati assorbono i quattro quinti del traffico italiasione di 4.723 km (di cui poco più del 10% elettrificata), sta no). Le navi maggiori (circa una cinquantina superano le 100
per essere ampliata – dopo un lungo periodo di stasi durato mila t.s.l., di cui 9 sono italiane) possono peraltro attraccare
quasi l’intero ultimo cinquantennio – con alcuni tronchi di senza difficoltà in altri scali (Palermo, Messina, Catania, Caglianotevole importanza, che si staccano dalla linea Algeri- ri, Olbia, Ravenna, la Spezia e Trieste). Anche se il comparto
Orano: in particolare, da Relizane (o Ghelizane) partirà una crocieristico è una voce modesta dell’attività turistica nazionale,
linea per Saïda, da cui un tronco si dirigerà ad est verso Tis- è importante notare il suo recente sviluppo.
semsilt e un altro ad ovest verso Tiaret, per un totale di 338
km. Altri programmi sono in corso e in studio, per ammoTRENO E FERROVIA TRA ROMA E MILANO
dernare una rete lasciata per troppo tempo in abbandono (e
Una conseguenza della concorrenza tra treni ad alta velocità e
ultimamente utilizzata solo per 1.500 km), rispetto alla via- aerei sulla Roma-Milano fa sì che la principale direttrice interna
bilità stradale. Va precisato che le ferrovie algerine sono di Alitalia stia ora diventando la Roma-Catania, dove l’aeroplano
presenti solo nella parte nord, l’unica ad avere carattere ecu- non avrà mai la concorrenza del treno (ora che del ponte sullo
menico, che ha una superficie sui 400.000 km2, e l’unico Stretto si tende a non parlare più). Già adesso si viaggia in treno
collegamento verso il deserto – che in passato arrivava fino da Roma a Milano in 3 ore (in 3,30 con alcune fermate intermead Abadla – oggi si ferma a Béchar. Le dichiarazioni del die), il che significa un tempo inferiore a quello effettivo dell’aeministro algerino dei trasporti - riportate dal locale quoti- reo (in cui al tempo del volo - 1h10m - vanno aggiunti i trasferidiano Liberté - che la rete dovrà raggiungere i 10.000 km menti città-aeroporto e i tempi del check-in), e nel 2015 i tempi
nel 2014 appaiono peraltro propagandistiche. (G.G.)
in treno si accorceranno ancora (2h20m) per miglioramenti alle
LA CROAZIA NELL’UE DAL 2012
Il 3 settembre scorso, nell’anfiteatro romano di Pola/Pula
(Croazia), i presidenti della Repubblica italiana Giorgio Napolitano e della Repubblica croata Ivo Josipović hanno pronunciato davanti a 6.000 persone una dichiarazione di reciproco perdono per tutto «il male che ci siamo fatti» nel seco-
infrastrutture a Bologna e Firenze e per l’entrata in servizio di
nuovi treni da 360 km/h. In realtà, l’alta velocità opera da Torino a Salerno, su una tratta lunga quasi un migliaio di km, con
evidenti miglioramenti negli spostamenti terrestri. Un aspetto
dolente è quello delle tariffe, piuttosto “salate” in treno (anche se
meno rispetto agli analoghi servizi esteri), molto più a buon mercato sugli aerei “low cost” che operano su molte rotte interne.
ISCRIZIONI 2011-12 (dal 1° settembre 2011 al 31 agosto 2012)
Ecco le quote per il nuovo anno sociale, da versare alla posta (conto corrente 20875167,
intestato ad AIIG-Sez. Liguria) oppure accreditarci mediante bonifico bancario (IBAN:
IT 39 T 07601 01400 000020875167), o pagare direttamente a mani dei Segretari provinciali:
}
- Soci effettivi 30 con diritto al notiziario “Liguria Geografia” e alla rivista nazionale
- Soci juniores 15 “Ambiente Società Territorio - Geografia nelle scuole”)
I soci familiari che desiderano ricevere personalmente copia del
- Soci familiari 15 { notiziario regionale dovranno versare in tutto 20 .
- Abbonamento a“LigGeo” 10 di rimborso spese (solo per Soci di altre Sezioni regionali che desiderano riceve a casa l’edizione cartacea)
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LIGURIA
GEOGRAFIA
Mensile della Sezione ligure
dell’Associazione italiana
insegnanti di geografia
Anno XIII°, n. 12, Dicembre 2011
(chiuso il 23 novembre 2011)
Direttore responsabile: Silvano Corradi
Periodico fotocopiato in proprio
Registrato presso il Tribunale di Imperia
il 10.11.2006, n. 660/06 cron., n. 3/06 periodici
Redazione: Sezione regionale AIIG
Via M. Fossati 45 - 18017 Cipressa (IM)
Fax 0183 999877 - E-mail: [email protected]
Sito Internet: www.aiig.altervista.org
Codice fiscale 91029590089
*
* *
Consiglio della Sezione Liguria
(per il quadriennio 2007 - 2010)
Giuseppe Garibaldi, presidente
Graziella Galliano, vice-presidente
Maria Paola Curto, segretaria
Luca Ramone, tesoriere
Renata Allegri Fabrizio Bartaletti
Maria Pia Turbi Anna Lia Franzoni
Elvio Lavagna Andrea Meloni (Gruppo giovani)
Presidente regionale - tel. (0039) 0183 98389
E-mail Segreteria regionale
[email protected]
* * *
Sedi delle Sezioni provinciali:
GENOVA
Dipartimento DISAM dell’Università,
Via Balbi, 2 - 16126 Genova
Presidente Fabrizio Bartaletti
tel. 010 20951439 e-mail: [email protected]
Segretaria Antonella Primi
tel. 010 20953603 e-mail: [email protected]
Sedi riunioni: Aula magna Dipartim. DISAM
e DISTUM e Istituto Nautico (Porto Antico)
IMPERIA - SANREMO
Via M. Fossati, 45 - 18017 Cipressa (IM)
Presidente Giuseppe Garibaldi
tel. 0183 98389 e-mail: [email protected]
Segretaria Ottavia Lagorio
tel. 0183 299181 e-mail: [email protected]
Sedi riunioni ad Imperia: Centro culturale
polivalente e Sala riunioni Museo dell’Olivo
LA SPEZIA - MASSA CARRARA
Liceo scientifico G. Marconi,
Via XX Settembre 140 - 54033 Carrara (MS)
Presidente Anna Lia Franzoni
tel. 0585 857786 e-mail: [email protected]
Segretaria Maria Cristina Cattolico
tel. 0585 856497 e-mail: [email protected]
Sedi riunioni: Carrara, Liceo Marconi
La Spezia, Istituto Professionale Einaudi
SAVONA
Via dello Sperone, 3/7 - 17100 Savona
Presidente Elvio Lavagna
tel. 019 851743 e-mail: [email protected]
Segretario Paolo Bubici, tel. 340 0383947 e
019 7700081 e-mail: [email protected]
Sede riunioni: Istituto tecnico P. Boselli
Via San Giovanni Bosco 6 - Savona
Cipressa,
Cipressa, corbezzolo
corbezzolo aa dicembre
dicembre
A tutti i nostri Consoci e agli altri lettori
noi del Consiglio regionale, insieme al webmaster,
porgiamo i migliori auguri per le festività di fine d’anno
e per un 2012 quanto più possibile sereno.
* * *
Quota annuale di adesione all’AIIG
Soci effettivi 30 - Juniores (studenti) 15
Familiari 15 (col notiziario 20)
Per invii all’estero supplemento di 15
Abbonamento a LigGeo (per soci esterni): 10
da consegnare ai segretari provinciali o versare
sul c. c. postale n. 20875167 o con bonifico
bancario (IT 39 T 07601 01400 000020875167),
intestato a: AIIG - Sezione Liguria
Giuseppe Garibaldi
Graziella Galliano
Maria Pia Turbi
Maria Paola Curto
Giulio Cerruti
Ogni autore è responsabile di quanto
affermato nel suo intervento scritto
© AIIG - Sezione Liguria
Fabrizio Bartaletti
Luca Ramone
Andrea Meloni
Anna Lia Franzoni
Elvio Lavagna
Renata Allegri