L`innovativa Canon ImagePRESS
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L`innovativa Canon ImagePRESS
Anno I - n° 8 PRIMA VULNERABILITÀ PER MICROSOFT VISTA www.gruppovenco.it Venerdì 12 gennaio 2007 L’innovativa Canon ImagePRESS , Già disponibile il codice proof-of-concept. Rischi comunque limitati: l'attacker deve già avere le credenziali di accesso al PC. , Pur non essendo disponibile ancora al grande pubblico, Vista è già a rischio sicurezza. E' stata infati rilevata una vulnerabilità che, se sfruttata, potrebbe portare all'infezione del sistema semplicemente visitando un sito creato per far leva sul bug. Quest'ultimo porterebbe a una corruzione della memoria nel gestire alcune richieste da parte di Firefox e Internet Explorer. Microsoft sta investigando il problema e ha ammesso la presenza di un codice proof-of-concept in grado di sfruttare la vulnerabilità. La casa di Redmond ha altresì affermato di non essere a conoscenza di malware realizzati sfruttando il bug. Del resto gli analisti di sicurezza ritengono che il rischio di contagio sia tuttora basso. Il cracker infatti deve avere già le credenziali di accesso al sistema per poter procedere con l'attacco. Va sottolineato che, una volta avuto accesso al sistema, sfruttando la vulnerabilità l'attacker potrebbe gestire la macchina con i privilegi di amministratore, con tutti i rischi che questo status comporta per la sicurezza dei dati. Ricordiamo che Windows Vista è già disponibile per il mondo business e verrà commercializzato al grande pubblico a partire dal 30 gennaio 2007. , , , Canon ImagePRESS C1 introduce una nuova prospettiva nel panorama della stampa digitale a colori. La tecnologia di nuova generazione garantisce un'eccezionale qualità delle immagini e stabilità di output per la stampa digitale a colori, paragonabili alla stampa offset, definendo nuovi standard di prestazioni e di qualità delle immagini per la stampa professionale ed il proofing. Canon ImagePRESS C1 rappresenta l'eccellenza nel mercato della stampa a colori e del proofing. , , La velocità di 14 pagine al minuto a colori alla risoluzione di 1200 dpi, con 256 gradazioni, assicurano una qualità delle immagini eccezionale. I formati di carta supportati per la stampa ed il proofing sono molteplici (fino a 13" x 19"), così come i tipi di supporto che includono un'ampia gamma di carte patinate e non. , , , , Il pannello LCD touch-screen che facilita la lettura delle impostazioni. La calibrazione e i sistemi di controllo automatici garantiscono un'eccezionale corrispondenza e stabilità dei colori. Il sistema di fusione privo di olio assicura una qualità di stampa paragonabile a quella in offset. I nuovi V-Toner, E-Drum e T-Developer garantiscono una regolare stabilità di output e una costante ed elevata qualità delle immagini. MEAP (Multifunctional Embedded Application Platform) è una piattaforma esclusiva progettata per garantire un alto livello di personalizzazione e controllo. Con MEAP, Canon adotta un approccio totalmente nuovo, proponendo una piattaforma APERTA che consente soluzioni estremamente flessibili ed adattabili. Documenti a formato multiplo possono essere facilmente gestiti grazie all'Alimentatore automatico di originali in fronte/retro. Il Paper Deck Lite consente inoltre di aumentare notevolmente la capacità carta della macchina. Opzioni di finitura professionali completano il profilo di questo innovativo sistema di stampa digitale a colori. L'eccezionale qualità delle immagini e la varietà di supporti carta gestiti rendono la Canon ImagePRESS C1 un sistema di stampa adatto per ogni tipo di attività: dalla stampa proofing, alla stampa commerciale, dal print on demand fino alla stampa dei dati variabili aprendo così nuove opportunità di business. ALL’INTERNO GARTNER: SGUARDO AL 2007 E OLTRE Oracle CRM On Demand L’Italia oscurerà molti siti Già craccati gli HD DVD Wireless: il WiMax italiano In chiusura d'anno, come consuetudine, Gartner rilascia non solo i primi dati previsionali per i singoli comparti del mercato It, ma anche alcune indicazioni di scenario, per comprendere meglio quali saranno i temi che maggiormente condizioneranno i mesi a venire Non si tratta di indicazioni specifiche su specifici mercati o tecnologie, ma uno sguardo di insieme, dal quale cogliere spunti. Per quest'anno, la società di analisi ha condensato il proprio scenario in dieci punti chiave.Vediamoli. 1) Entro il 2009 qualche difficoltà per il mercato degli outsourcer. Qualcuno cesserà di esistere, tutti dovranno fare i conti con contratti meno “importanti” in termini di valore e durata rispetto al passato. 2) Nell'area della consulenza, ci sarà un solo operatore globale di provenienza asiatica, confermando la tendenza attuale che vede pochi player di questo settore giocare in ambito internazionale. 3) Nella prima metà del prossimo anno si raggiungerà La carta di indentità elettronica Apple: iPhone è una realtà un picco nel numero del blogger e dei cosiddetti community contributor. Il numero dei blog attivi facilmente raggiungerà quota 100 milioni entro i primi sei mesi del 2007. 4) Entro il 2009 il bilancio di responsabilità sociale assumerà una sempre maggior rilevanza, tanto da superare la cosiddetta regulatory compliance. 5) Entro la fine del prossimo il 75% delle aziende sarà colpita da malware creato con l'obiettivo di causare Danni di tipo finanziario. La tipologia delle minacce è cambiata, ma finora i processi e le tecnologie di sicurezza non sono riuscite a tenere il passo con i nuovi scenari. 6) Windows Vista è destinato ad essere l'ultima major release di Windows. Le prossime generazioni di sistemi operativi saranno più modulari e potranno essere aggiornati in modo incrementale. 7) Entro il 2010 il total cost of ownership dei pc si ridurrà del 50%. Il vero elemento di differenziazione in un mercato orami giunto alla commodization saranno i tool di gestione e di supporto. 8) Entro il 2010 il 60% della popolazione cellulare sarà tracciabile grazie allo sviluppo di servizi “follow me”, che se da un lato mettono in predicato il concetto stesso di privacy, dall'altro rispondono a una serie di richieste non solo da parte dell'industria. 9) Da qui al 2011 qualcosa come 100 miliardi di dollari verranno sprecati in scelte sbagliate nell'ambito delle tecnologie di rete. 10) Entro due anni, il 50% dei data center non avrà alimentazione e raffreddamento suffciente a gestire la presenza di strumentazione di tipo high density. Gruppo Venco - Via Reiss Romoli 148 - 10148 Torino - Tel. +39 011 2747.777 - Fax +39 011 2747.750 - www.gruppovenco.it - [email protected] Anno I - n° 8 ORACLE: CRM ON DEMAND Il Customer Relationship Management (CRM) è un insieme di processi volto a individuare, acquisire e fidelizzare i clienti, vale a dire l'asset principale di un'azienda. Ricerche hanno dimostrato come le aziende che riescono a ottenere un alto livello di soddisfazione e fedeltà della clientela, possono contare su un maggiore numero di contratti ripetuti, su Venerdì 12 gennaio 2007 Offrendo efficaci funzioni di integrazione in tempo reale, il server di integrazione gestito tramite host esterno di Siebel CRM On Demand consente molto più della semplice condivisione dei dati e permette alle aziende di implementare processi aziendali end-toend attraverso le applicazioni. Siebel CRM On Demand offre anche un insieme completo di API per servizi Web, flessibili e basate sugli standard XML/SOAP, per consentire integrazioni personalizzate tra Siebel CRM On Demand e altre applicazioni, favorendo così un'ulteriore riduzione di costi e complessità dei processi di integrazione personalizzati. Web Services OnDemand costi minori per l'acquisizione di nuovi clienti e su un valore più forte del proprio marchio: tutto ciò si traduce in prestazioni finanziarie migliori. Offrendo gli strumenti per gestire e coordinare le interazioni con i clienti, la tecnologia CRM aiuta le aziende a ottimizzare il valore di ogni singola interazione e, di conseguenza, ad aumentare le prestazioni aziendali. Nel mondo attuale i clienti interagiscono con le aziende attraverso diversi canali di comunicazione: il Web, i Call Center, i rappresentanti di zona, le reti di distributori e di partner. Molte aziende sono strutturate inoltre in molteplici divisioni commerciali che interagiscono con gli stessi clienti. La nostra sfida consiste nel far sì che i clienti possano effettuare le loro transazioni con l'azienda in modo semplice e nelle modalità da loro prescelte, vale a dire in ogni momento, in ogni lingua o valuta e attraverso qualsiasi canale di comunicazione. Il cliente deve avere l'impressione di stare interagendo con un'unica azienda che lo riconosce e lo segue in tutte le fasi del processo. L'Integrazione aziendale Siebel CRM On Demand offre il primo server di integrazione applicativa aziendale completamente gestito tramite host esterno. Predisposta per Basato sugli standard del settore, Oracle Web Services OnDemand consente alle aziende di utilizzare strumenti di sviluppo, quali IBM WebSphere, Microsoft .NET e BEA WebLogic, per creare integrazioni personalizzate con sistemi finanziari, di gestione degli ordini o applicazioni di e-commerce. Grazie a questi strumenti, gli sviluppatori possono avvalersi di un insieme completo di API XLM/SOAP per accedere in modo sistematico alla logica applicativa e aziendale e ai servizi di dati di Siebel CRM On Demand al fine di recuperare, modificare, creare, eliminare e sincronizzare le informazioni. Web Services OnDemand è disponibile gratuitamente insieme al servizio Siebel CRM On Demand. Vantaggi diWeb Services OnDemand: , Riduzione di costi e complessità dei processi di integrazione personalizzati , , Visione unificata dei dati attraverso l'intera azienda , Comunicazione delle applicazioni mediante standard aperti tramite backbone di protocollo Internet Vantaggi significativi relativamente ai costi di una soluzione gestita tramite host esterno isor.com. GIÀ CRACCATI GLI HD DVD Un hacker afferma di essere riuscito a bypassare il sistema di protezione AACS utilizzato nei film ad alta definizione, e per dimostrarlo ha messo a punto un programmino capace di rippare un film HD DVD su hard disk. Roma - La scorsa settimana un post apparso sui forum di doom9.org ha scosso il mondo dell'hi-tech dal lento fluire natalizio. Un programmatore che si fa chiamare Muslix64 ha infatti annunciato di essere riuscito ad aggirare l'Advanced Access Content System (AACS), il giovane sistema di protezione adottato dai formati DVD di nuova generazione Blu-ray e HD DVD. Nel proprio post il programmatore fornisce i link ad un programma in Java, chiamato BackupHDDVD, e ad un video che mostra il tool all'opera. BackupHDDVD, di cui è disponibile il codice sorgente, viene descritto dal proprio autore come capace di decrittare i film HD DVD protetti con AACS e farne il backup (sprotetto) su hard disk. Il programma è privo di interfaccia grafica e, stando alla scarna documentazione allegata, è ancora afflitto da alcuni problemi di gioventù. l'integrazione con le applicazioni più diffuse, questa funzione permette alle organizzazioni di estendere rapidamente e trasformare l'implementazione Oracle CRM preesistente in un modello ibrido, senza necessità di ricorrere alle tradizionali attività di sviluppo personalizzate, costose e impegnative in termini di tempo, e all'implementazione di sofisticati server di integrazione in sede. Rispetto alla tecnologia CSS adottata nei DVD, AACS utilizza un più sofisticato sistema crittografico e una tecnologia di DRM che permette all'industria di controllare l'uso dei propri contenuti digitali. Nonostante i più robusti lucchetti, Muslix64 afferma di essere riuscito in soli otto giorni ad ottenere le chiavi necessarie per decodificare alcuni film HD DVD, tra i quali Full Metal Jacket e Van Helsing, e mettere a punto il proprio programma di decodifica. Su Wikipedia si legge che BackupHDDVD "sembra usare una metodologia simile a quella di DeCSS", il tool con cui il celebre hacker Jon Lech Johansen riuscì, nel lontano 1999, a forzare le protezioni dei DVDVideo. BackupHDDVD è però in grado di decrittare esclusivamente i film le cui chiavi di decodifica, dette title key, siano state manualmente aggiunte ad un certo file ".cfg". "Il programma in sé non è nulla di speciale: si limita semplicemente ad implementare il protocollo di decrittazione AACS così come descritto nelle specifiche pubbliche", ha spiegato Muslix64 in uno dei file di testo che accompagnano BackupHDDVD. "Il vero trucco sta nel trovare le cosiddette title key". L'hacker non ha spiegato in dettaglio come sia riuscito a procurarsi le chiavi, ma gli indizi fanno pensare che abbia sfruttato una o più debolezza del player da lui utilizzato per riprodurre i film HD DVD. È assai probabile che Muslix64 sia riuscito a leggere le chiavi "in chiaro" direttamente dalla memoria del computer, un'ipotesi per altro confermata dalle parole dello stesso programmatore. "Il progetto di AACS non è poi così male, ma è assai facile che in giro vi sia un player con una implementazione insicura. E tutto ciò che serve per ottenere le chiavi è proprio una cattiva implementazione di AACS", ha affermato Muslix64. A quanto pare, dunque, l'anello più debole della catena è ancora una volta costituito dai player video, che per riprodurre i film protetti devono necessariamente gestire e decodificare le relative chiavi crittografiche. Va però ricordato che la tecnologia AACS prevede anche un meccanismo che consente ai proprietari dei contenuti di revocare le chiavi trafugate o non più valide: una volta revocate, tali chiavi non possono più essere utilizzate per decodificare i filmati. Perché il sistema funzioni, però, i lettori devono potersi aggiornare via Internet. Muslix64 sostiene inoltre che l'uso delle title key "rende il sistema di revoca del tutto inutile". ArsTechnica ipotizza in questo articolo che i produttori possano revocare le chiavi anche "a livello di disco", facendo sì che i nuovi film vengano riprodotti solo sui player aggiornati. Tale provvedimento appare tuttavia troppo drastico per essere effettivamente realizzabile. Come riporta BetaNews.com, il lavoro di Muslix64 viene preso molto sul serio dalle stesse aziende che hanno sviluppato AACS, oggi raccolte nella AACS Licensing Authority. Quest'ultima organizzazione starebbe infatti studiando il crack per verificarne le reali potenzialità e, se necessario, prendere provvedimenti. AACS può già essere dichiarato sconfitto? Secondo alcuni esperti del settore è ancora troppo presto per considerare BackupHDDVD come un nuovo DeCSS, soprattutto considerando che le prime generazioni di player ad alta definizione implementano la specifica AACS solo in modo parziale e che, nel frattempo, questa tecnologia è stata ulteriormente affinata. Non è neppure ben chiaro se il metodo pubblicizzato da Muslix64 possa essere applicato a tutti i film HD DVD e, eventualmente, a Blu-ray. Alcuni ricordano come quest'ultimo standard implementi un ulteriore strato di sicurezza, chiamato BD+, che dovrebbe renderlo più resistente - il condizionale è quanto mai d'obbligo - ai tentativi di cracking. (Fonte: Punto Informatico - Anno XI, n. 2678, 04-01-07) Gruppo Venco - Via Reiss Romoli 148 - 10148 Torino - Tel. +39 011 2747.777 - Fax +39 011 2747.750 - www.gruppovenco.it - [email protected] Anno I - n° 8 Venerdì 12 gennaio 2007 ARRIVA LA CARTA DI IDENTITÀ ELETTRONICA L’ITALIA OSCURERÀ MOLTI ALTRI SITI La promessa è del ministro Nicolais. Un refrain già sentito tante volte sin dal 2000. Chi la vorrà dovrà pagare, segnala ADUC, il 400 per cento in più di quanto accade oggi. Dopo il sequestro del traffico degli italiani diretti sui siti delle scommesse ora si punta ad impedire l'accesso a pagine pedo-pornografiche. Molti gli applausi. C'è chi chiede censure più estese e chi, invece, teme per il domani. Roma - Sul sito del suo Ministero il documento più recente relativo alla Carta di Identità Elettronica risale allo scorso giugno, eppure il ministro per l'Innovazione nella Pubblica Amministrazione Luigi Nicolais si dice certo che entro pochi giorni il nuovo documento sarà pronto. Lo ha dichiarato due giorni fa a Reggio Calabria: "Stiamo lavorando per renderla operativa entro l'anno. Costerà di meno, al massimo 20 euro rispetto ai 30 previsti e, soprattutto, non conterrà dati sensibili. Non sarà solo uno strumento di identificazione ma diventerà la chiave di accesso unica a tutti i servizi della Pubblica Amministrazione". Ecco dunque svelato in poche parole il progetto per la "nuova" Carta, di cui si è iniziato a parlare in questo paese nel marzo del 2000, quando l'allora ministro per la Funzione Pubblica Franco Bassanini dichiarò che sarebbe stata a disposizione degli italiani dall'autunno di quell'anno. Con l'eccezione di alcune sperimentazioni locali e l'introduzione di surrogati elettronici in certe realtà della pubblica amministrazione, da quel momento in poi il progetto del nuovo documento è rimbalzato di dichiarazione in dichiarazione dei ministri competenti fino a quando lo scorso dicembre l'allora ministro all'Innovazione Lucio Stanca ammise che il progetto era destinato a saltare. Nicolais però ora ostenta sicurezza. "L'Italia si trova ad un buon punto nel confronto europeo: siamo alla pari e, in alcuni casi, persino in vantaggio rispetto ad altri paesi". A suo dire proprio la Carta di Identità Elettronica è "un buon esempio di innovazione". Al punto che "questo progetto - ha sottolineato - è seguito con molta attenzione dagli inglesi, prova evidente della nostra competitività nel campo dell'innovazione". Va detto però che in UK la mobilitazione popolare contro questo genere di documento si è consolidata al punto da rendere arduo per l'amministrazione di Tony Blair proseguire su questa strada. Una mobilitazione e un dibattito del tutto inesistenti in Italia. Da quanto viene affermato ora dal Ministero, però, la nuova Carta per come è concepita supera con un balzo i maggiori problemi per la privacy dei cittadini. Il Garante per la privacy già nel 2001 metteva in guardia gli italiani contro i possibili rischi dell'inserimento di dati sensibili e biometrici nel documento digitale. L'assenza di dati sensibili nella nuova Card potrà forse limitarne l'utilità rispetto al progetto originario, ma potrebbe andare incontro all'esigenza di sicurezza e controllo dei propri dati espressa da quei pochi che fin qui si sono interessati alle conseguenze dell'introduzione di un documento di questo tipo. Rimane però del tutto aperta la questione dei costi della Carta. Lo sottolinea ADUC che in una nota ricorda come oggi una carta di identità costi al cittadino poco più di 5 euro contro i 20 che richiederà il nuovo documento elettronico. ADUC ne parla come di un affare, non a vantaggio del cittadino però: "A noi era stato insegnato che la tecnologia, in particolare l'informatica, ci avrebbe semplificato la vita in moti aspetti, tra cui i costi ridotti, e non di poco. Ma quando c'è di mezzo la pubblica amministrazione, il mondo gira al contrario". Occorrerà attendere il varo definitivo del nuovo documento per comprendere fino in fondo non solo le ragioni di un aumento così elevato del costo del documento, ma anche quali siano i nuovi servizi a cui consentirà di avere accesso. (Fonte:Punto Informatico - A. XI n. 2667 07-12-06) Roma - In rete non si parla d'altro: il ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni ha posto il proprio autografo sotto il testo di un decreto concepito come un giro di vite contro lo sfruttamento in Internet della pornografia infantile. La maggiore novità del testo, che avvicina il nostro paese a procedure che in Europa erano fin qui state varate solo nel Regno Unito, sta nell'obbligare i provider a dotarsi di nuovi sistemi di filtraggio della navigazione su Internet. Il nuovo decreto, spiega il ministero TLC, obbliga gli ISP a bloccare l'accesso ai siti del pedoporno entro 6 ore dalle segnalazioni che giungeranno ai provider secondo una procedura che sarà attivata dal Ministero. Il decreto, nato anche con il contributo del ministero all'Innovazione nella PA entrerà in vigore ai primi di marzo: da qui ad allora i provider dovranno studiare e realizzare i sistemi tecnici da adottare per garantire il filtering. “I siti segnalati dal Centro - si legge nella bozza del decreto (riprodotta in seconda pagina) possono essere inibiti al livello minimo di nome a dominio ovvero a livello di indirizzo IP ove segnalato in via esclusiva". I filtri dovranno essere tali da: - garantire l'impossibilità di accedere e di apportare modifiche non autorizzate all'elenco dei siti inibiti; - permettere l'inibizione dei siti segnalati indipendentemente dalla codifica dei caratteri utilizzata". Secondo Gentiloni "il decreto rafforza la lotta contro i contenuti pedopornografici e lo sfruttamento dei minori attraverso Internet". "La rete - ha dichiarato - è una straordinaria fonte di informazione ed un motore dell'innovazione. Per difendere la libertà contro ogni tentazione di censura preventiva e generalizzata, peraltro impraticabile, occorre colpire in modo certo ed efficace chi ne fa una uso criminoso contro i bambini". A stabilire su quali siti i mouse degli italiani non potranno scorazzare sarà il Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia, organismo coordinato dalla Polizia Postale e già previsto dalla legge anti-pedoporno del 1998. Il Centro manterrà aggiornata la lista dei siti vietati e la trasmetterà, secondo determinate procedure, ai responsabili incaricati presso i singoli provider. Ogni sei mesi verrà effettuata una verifica dello stato della censura per valutare i risultati ottenuti. L'annuncio del decreto, ripreso da decine di spazi di informazione, ha raccolto un applauso pressoché unanime nel mondo della politica e dell'associazionismo pro-infanzia. Il ministro alla Famiglia Rosi Bindi ha sottolineato che il decreto è essenziale e si aggiunge al disegno di legge sul reato di adescamento di minorenne via Internet Save the Children parla di decreto "molto rilevante" in quanto "l'oscuramento del sito impedisce che le immagini, testimonianza e documento dell'abuso e delle violenze compiuti su decine di migliaia di bambini e bambini, circolino più volte, reiterando e riproducendo la violenza e l'abuso già inflitti a quei minori". Secondo la celebre organizzazione non basta però colpire soltanto i siti web in quanto vanno pensate nuove norme e nuovi controlli anche per "altri canali di diffusione del materiale pedopornografico: per esempio le chat, il filesharing o altre forme emergenti di social networking, e i blog". Il presidente dell'Osservatorio sui diritti dei Minori Antonio Marziale parla di decreto che "si contraddistingue in positivo" nella UE e che dovrebbe spingere gli europarlamentari italiani ad alimentare un "tavolo di lavoro" sovranazionale sul problema del pedoporno ("Non è più possibile ragionare in termini nazionalistici, soprattutto se i fenomeni veicolano attraverso il villaggio globale mediatico"). Sulla stessa linea Luigi Camilloni, presidente dell'Osservatorio sociale, secondo cui ci vorrebbero leggi internazionali ad hoc che prevedano "forti sanzioni penali e pecuniarie per i provider che trasmettono immagini pedopornografiche". Secondo Maria Rita Munizzi del Moige il decreto "è un passo importante" anche se "non si può credere che da solo rappresenti la soluzione a tutto". Secondo il Moige occorre sensibilizzare e informare sul fenomeno in particolare i minori. Il celebre parroco don Fortunato di Noto assieme al giornalista Mario Campanella, in una nota applaudono al decreto ma segnalano come non basti attivarsi a livello italiano perché "bisogna agire in sede ONU, sensibilizzando i paesi che hanno aderito alla convenzione di Ginevra sui diritti dell'Infanzia e chiedere loro comportamenti simili in difesa dei bambini vittime di questo orrendo crimine". Secondo Anna Serafini, presidente diessino della Commissione bicamerale per l'Infanzia, il decreto valorizza "due risorse decisive per contrastare i crimini della pedopornografia: la Polizia Postale e gli Internet Provider. Dalla loro assidua e continua azione di coordinamento, finalmente bambini e ragazzi potranno essere tutelati in modo efficace". Applaude al decreto Gentiloni anche il capogruppo UDC alla Camera dei Deputati, Luca Volonté, secondo cui il decreto va nella giusta direzione: "Se il decreto va in questa direzione, alla Camera avremo buone ragioni per accelerare l'iter e migliorare il provvedimento". Tutto bene dunque? Non la pensa così chi in queste ore sottolinea gli ostacoli tecnici legati ad una simile forma di censura, ambiguità segnalate proprio dai provider. Secondo Paolo Nuti, vicepresidente di AIIP, "il blocco di un indirizzo IP potrà comportare non solo l'oscuramento del sito incriminato, ma anche di migliaia di altri siti collegati che con la pedopornografia non hanno nulla a che vedere. Altri problemi potrebbero sorgere con gli indirizzi IP dinamici, che vengono cioè attribuiti in un certo momento a un sito e qualche ora dopo ad un altro, assolutamente incolpevole". Il timore di molti è che i meritori obiettivi della legge cozzino con il funzionamento della rete, cosa tutt'altro che rara per molte delle più recenti normative approvate in Italia in tema di Internet. Altri, tra cui lo stesso Nuti, si interrogano sulla possibilità che da una censura contro il pedoporno, il nuovo sistema di filtering possa finire per essere esteso anche ad altri settori "sgraditi" delle attività online. (Fonte: Punto Informatico - Anno XI, n. 2678, 04-01-07) Gruppo Venco - Via Reiss Romoli 148 - 10148 Torino - Tel. +39 011 2747.777 - Fax +39 011 2747.750 - www.gruppovenco.it - [email protected] Anno I - n° 8 Venerdì 12 gennaio 2007 WIRELESS: IL WIMAX ITALIANO APPLE: IPHONE È UNA REALTÀ La promessa è del ministro Nicolais. Un refrain già sentito tante volte sin dal 2000. Chi la vorrà dovrà pagare, segnala ADUC, il 400 per cento in più di quanto accade oggi. La Mela ha svelato al MacWorld l'attesissimo dispositivo che incarna le caratteristiche che hanno reso celebre iPod con quelle di uno smartphone particolarmente innovativo. Come ciliegina, il touch-screen. Roma - Sotto l'albero di Natale è stato posto il pacchetto preparato dalla Difesa e dal ministero delle Comunicazioni, ovvero la sospirata intesa sul WiMax, quel documento che definisce finalmente la questione frequenze e che dovrebbe portare all'effettiva introduzione del WiMax in Italia. Un qualche ottimismoè giustificato? Sì, dicono in molti. Arrivato in ritardo rispetto alle speranze di tanti osservatori, l'accordo ha comunque un significato fondamentale per il WiMax italiano, ed è un frutto concreto del tavolo di lavoro avviato dai due dicasteri: "Con questa intesa - spiega una nota - a partire da giugno 2007 verranno resi disponibili più lotti di frequenze (nella banda Wi-Max 3.4÷3.6 GHz) per iniziali complessivi 35+35 MHz, ripartibili anche su più macroaree nazionali. L'intesa costituisce la prima fase di un progetto complessivo concordato tra le due Amministrazioni, che condurrà in un quinquennio a triplicare la suddetta prima assegnazione di frequenze per il WiMax". Il comunicato diffuso dai ministeri spiega inoltre: "L'intesa raggiunta tra i due dicasteri, prevede anche l'espletamento dei servizi di cui è responsabile il Ministero della Difesa con particolare riguardo alle problematiche della sicurezza nazionale e degli assetti di telecomunicazioni interforze ed interpolizia. Il Ministero della Difesa provvederà infatti contestualmente a riallocare i propri sistemi radar fissi e mobili e gli assetti di telecomunicazione. Gli investimenti necessari (alla riallocazione, ndr) deriveranno in parte da appositi capitoli del bilancio dello Stato ed eventualmente anche dal mercato WiMax". La Difesa si impegna quindi a cedere le frequenze in oggetto alle Comunicazioni, ma tale cessione non sarà a titolo gratuito. L'accordo contempla quindi anche questo aspetto, di cui non sono stati forniti i dettagli. Fino ad alcune settimane fa si parlava però di una cifra, richiesta dal ministero della Difesa, pari a 400 milioni di euro. L'annuncio delle istituzioni non è passato inosservato da coloro che vedono, nel WiMax, una soluzione al digital divide (comportato dalla non capillarità della connettività in banda larga) e una possibilità per dare al mercato maggiore competitività. Adiconsum osserva che questa tecnologia "deve diventare lo strumento iniziale per la realizzazione dell'obiettivo della Banda larga Servizio universale, a tutti e a costi equi". “L'accordo interministeriale che rende la tecnologia WiMax una realtà anche in Italia è motivo di grande soddisfazione per tutti i consumatori - afferma Paolo Landi, segretario generale Adiconsum - Però chi, per pure ragioni di business, sottraendosi ai doveri che una situazione di monopolio de facto comportava, si è sino ad oggi rifiutato di portare a compimento la copertura del territorio, non deve vedere premiata una politica sorda alle esigenze dei cittadini". L'associazione si fa portavoce di due precise richieste: - "che la gestione dei servizi di connessione sia affidata dagli enti locali a chi può garantire infrastrutture e servizi che realizzino l'obiettivo di una banda larga 'equa e solidalè a chi sino ad oggi, è rimasto escluso da questa rivoluzione tecnologica e culturale"; - "che la Commissione interministeriale sulla Banda larga, appena costituita, si impegni nei prossimi mesi, con il contributo attivo delle associazioni dei consumatori, a controllare puntualmente tutti i passi che portino alla realizzazione dell'obbiettivo 'Banda larga Servizio universalè". (Fonte:Punto Informatico - Anno XI, n. 2667, 07-12-06) San Francisco (USA) Dopo mesi e mesi di voci, indiscrezioni e pettegolezzi, Apple ha finalmente svelato il suo primo dispositivo con funzionalità di telefonia mobile. Se il suo nome, iPhone, è già celebre, le sue caratteristiche appaiono assai meno scontate. Il nuovo gingillo, presentato ieri sera al MacWord Expo da Steve Jobs, CEO di Apple, non è un semplice ibrido tra un iPod e uno smartphone, come molti si aspettavano, ma la sintesi di almeno tre dispositivi differenti: un iPod widescreen con schermo sensibile al tocco, uno smartphone multimediale con fotocamera, e un Internet communicator. "iPhone è un prodotto rivoluzionario e magico che è letteralmente cinque anni avanti rispetto a qualsiasi altro telefono cellulare", ha proclamato Jobs durante il proprio keynote. "Siamo tutti nati con il miglior puntatore - le nostre dita - e iPhone le utilizza per creare l'interfaccia utente più rivoluzionaria dai tempi del mouse". Dell'iPod widescreen si vociferava da tempo, ma pochi si aspettavano che Apple l'avrebbe "fuso" con un telefono cellulare e condito con uno schermo touch-screen da 3,5 pollici. Schermo che, grazie ad un sensore di movimento, può essere utilizzato indifferentemente, e in modo del tutto automatico, sia in modalità orizzontale (wide o panoramica) che verticale: la prima, come si può intuire, è particolarmente adatta per la riproduzione del video. Altri due sensori permettono all'iPhone di spegnere automaticamente lo schermo quando si accosta il telefono all'orecchio e di regolare la luminosità del display in base all'intensità della luce ambientale. Il dispositivo, che ha uno spessore inferiore ai 12 millimetri, è dominato frontalmente dall'ampio display LCD (con 160 pixel per pollice di risoluzione), mentre in basso si trova un piccolo joypad. Grazie al touch-screen, iPhone può fare a meno di bottoni (ce n'è solo uno, Home) e stilo. L'interfaccia del dispositivo, che utilizza icone grandi e ben definite, può essere controllata attraverso la pressione di una o più dita: a differenza dei tradizionali dispositivi con schemo touch-screen, l'iPhone riesce infatti a gestire la pressione multipla di più dita, così da rendere possibile, per mezzo delle cosidette gestures, una grande varietà di azioni. L'iPhone non offre una funzionalità di riconoscimento della scrittura, del resto inusuale su uno smartphone, ma opta invece per una più classica tastiera QWERTY virtuale dotata di un sistema di scrittura predittivo, tipo T9. Come telefono cellulare e Internet communicator, iPhone è in grado di supportare le reti mobili GSM+EDGE e le tecnologie wireless Wi-Fi e Bluetooth, e di fornire un browser web completo, derivato da Safari. Manca invece il supporto alle reti mobili 3G, quali UMTS, una lacuna abbastanza vistosa per uno smartphone dell'ultima generazione. Jobs ha però promesso che il 3G arriverà con il primo aggiornamento del dispositivo. Presente invece l'ormai immancabile fotocamera, il cui sensore ha una risoluzione di 2 megapixel. Come iPod, iPhone è in grado di riprodurre musica e video a pieno schermo e di gestire playlist e cover. L'apparecchio è dotato di una presa cuffia standard. Dal lato del software, l'iPhone fornisce tutte le funzionalità standard, come agenda, rubrica, e-mail (POP e IMAP), Web, e galleria multimediale, e in buona parte dei casi vi aggiunge funzionalità avanzate o inedite: gli SMS, ad esempio, vengono archiviati in modo sequenziale, in modo simile al log di una chat, mentre la funzione VisualVoice consente di gestire i messaggi vocali in modo simile a quanto si fa con i messaggi tradizionali. Il sistema può sincronizzare con un Mac, un PC o un servizio Internet come Yahoo! musica, video, foto, contatti, appuntamenti, note, segnalibri e messaggi. Il sistema operativo è una versione ai minimi termini di Mac OS X, il che significa che l'ambiente è pienamente multitasking: si può scaricare la posta mentre si riceve una telefonata o navigare sul web mentre si fa girare un gioco in background. Apple afferma che l'uso del kernel di Mac OS X permette anche di far girare sul dispositivo "applicazioni vere e proprie", e un esempio è l'implementazione quasi integrale di iTunes. Apple venderà iPhone in due versioni: una dotata di 4 GB di memoria, con prezzo di 499 dollari, ed una dotata di 8 GB di memoria, dal costo di 599 dollari. Va però tenuto conto che questi prezzi si riferiscono ad un bundle che in USA comprenderà anche 2 anni di abbonamento con l'operatore telefonico Cingular. L'iPod-fonino arriverà a giugno in America, in autunno in Europa e nel 2008 in Asia. Ieri l'annuncio di iPhone ha contribuito a far impennare il titolo di Apple di oltre il 5%. A proposito del nome iPhone, va notato come questo sia lo stesso utilizzato da Linksys per il suo recente smartphone musicale. Scontro legale in vista? Al CES Jobs ha presentato anche il tanto anticipato iTV, ora ribattezzato AppleTV (dove la parola "Apple" è identificata dal famoso logo della mela morsicata). Si tratta di un media extender che permette di inviare video, audio e foto al televisore, via wireless o cavo. Il dispositivo, che ruota attorno ad un processore Intel, è dotato di un hard disk interno da 40 GB, uscita 720p video component e HDMI, due porte USB 2.0, un modulo Wi-Fi 802.11 b/g (con supporto a 802.11n) e un adattatore Ethernet. AppleTV carica video e musica sincronizzandosi con un computer, PC o Mac, su cui è installato iTunes, e si controlla attraverso il telecomando tuttofare Apple Remote (incluso). È possibile collegare al dispositivo fino a 5 diversi computer, ma solo uno può fungere da repository per i file multimediali. AppleTV è anche in grado di fare lo streaming di contenuti prelevati direttamente da Internet, contenuti che vengono contemporaneamente salvati su hard disk. "Apple TV è come un DVD player del 21mo secolo - lo potete connettere al vostro sistema di entertainment proprio come un DVD player, ma riproduce i contenuti digitali che comprate da Internet, invece che dai DVD che si acquistano in un negozio fisico", ha affermato Steve Jobs, CEO di Apple. "Apple TV riproduce gli stessi contenuti iTunes che gli utenti ascoltano sugli iPod, così possono guardare parte di un film nel proprio salotto per poi finire di vederlo più tardi sul proprio iPod". Il dispositivo sarà disponibile in Italia dal prossimo mese al prezzo di 299 euro. (Fonte: Punto Informatico - Anno XI, n. 2682, 10-12-07) Gruppo Venco - Via Reiss Romoli 148 - 10148 Torino - Tel. +39 011 2747.777 - Fax +39 011 2747.750 - www.gruppovenco.it - [email protected]