il geometra bresciano - Collegio Geometri di Parma

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il geometra bresciano - Collegio Geometri di Parma
IL GEOMETRA
BRESCIANO
Rivista bimestrale
d'informazione
del Collegio Geometri
della provincia di Brescia
Il quadro della pittrice
prof. Livia Cavicchi, esposto nella sede del Collegio
Geometri di Brescia, sintetizza con efficacia la
multiforme attività del geometra nei secoli.
Direttore responsabile
Bruno Bossini
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Carla Comincini
Redazione
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Laura Cinelli, Alessandro Colonna,
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Stefano Fracascio, Francesco Ganda,
Francesco Lonati, Guido Maffioletti,
Franco Manfredini, Giuseppe Mori,
Fulvio Negri, Lorenzo Negrini, Patrizia Pinciroli,
Giovanni Platto, Valeria Sonvico,
Marco Tognolatti, Giuseppe Zipponi,
Simonetta Vescovi
Hanno collaborato a questo numero
Sandro Bani, Beppe Battaglia, Francesco Cuzzetti,
Gina Ducoli, Alfredo Gaspari, Antonio Gnecchi,
Silvio Maruffi, Pietro Miglioli, Vittorio Nichilo,
Franco Robecchi
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N. 3 - 2011 maggio-giugno
Pubblicazione iscritta al n. 9/75 del registro Giornali
e periodici del Tribunale di Brescia il 14-10-1975
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D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n°46)
art. 1, comma 1, DCB Brescia
Sommario
EDITORIALE - La Magistratura detta le
competenze dei geometri e lo Stato che
fa?
2
INTERVISTA - Micro-generazione di energia: una risorsa a portata di mano
anche per la singola famiglia
4
DAL CONSIGLIO NAZIONALE - Comunicazione agli iscritti del Presidente CNG Savoldi in tema di competenze
10
“La mediazione delle contese” (parte
sconda)
12
DALLA CASSA - Cassa: modifiche allo Statuto
per riequilibrare il rapporto contributi versati/pensioni
14
DAL COLLEGIO DI BRESCIA - Cena sociale
con premiazioni per i geometri bresciani
con 40-50-60 anni di professione
16
Cena sociale 2011: il saluto del Presidente Giovanni Platto ai colleghi e alle
autorità
28
Responsabilità nell’installazione di apparecchi di riscaldamento a legna e di
canne fumarie
42
Le Associazioni di geometri: una realtà
sempre più frequente per migliorare e
crescere
56
Il Collegio di Brescia per la cultura: “La
materia e lo spirito”
58
LEGALE - Chi è obbligato a verificare se l’immobile affittato è idoneo all’uso
32
LEGISLAZIONE - “Decreto per lo sviluppo”: aspetti di diretto interesse per
lavori pubblici e urbanistica
34
liari
60
AGRICOLTURA & FORESTE - Il contributo
dell’agricoltura nella difesa della biodiversità
64
DAL COLLEGIO DI LODI - Stima comparativa
degli immobili (parte terza)
66
DAL COLLEGIO DI SONDRIO - Premiati a
Sondrio gli iscritti all’Albo da oltre trentacinque a cinquant’anni di professione
68
DAL COLLEGIO DI MANTOVA - La cerimonia di premiazione dei geometri del
Collegio di Mantova
76
GEOLOGIA - Descrizione del rilievo geomorfologico di un versante roccioso instabile
78
CONDOMINIO - Condominio, novità in arrivo (parte seconda)
82
Parti esclusive e danni
86
CULTURA - La Leonessa e il tricolore: Brescia durante il Risorgimento - 3
88
Strade bresciane da brivido
92
ETICA PROFESSIONALE - Il mercato fasullo
98
TEMPO LIBERO - Auspicando la partecipazione di nuovi atleti, concluso il torneo
di tennis per geometri
100
Tiro al piattello per geometri al “Conca
Verde” di Lonato
102
Novità di legge
104
La parola agli esperti
106
Aggiornamento Albo
110
SCUOLA - Fra educazione ed istruzione 46
Cosa pensano gli studenti del Tartaglia
della loro futura previdenza
50
Borse di studio al “Tartaglia” con il contributo del Collegio geometri di Brescia 54
Associato alI’USPI
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di riproduzione degli articoli e delle illustrazioni citando la fonte. Gli articoli
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l’invio al Tribunale delle perizie immobi-
ILILGEOMETRA
GEOMETRABRESCIANO
BRESCIANO2011/3
2011/3-- 1
EDITORIALE
Bruno Bossini
A
i non addetti potrà
sembrare un paradosso quello che
sto per dire sul tema delle
competenze, ma i geometri
purtroppo sanno che èla
pura e semplice verità: le regole che definiscono ciò che
possono o non possono fare
sul fronte della progettazione, della direzione lavori
e delle costruzioni con o
senza cemento armato, non
sono ormai più quelle previste della legge del loro Ordinamento professionale
del 1929 che, seppur obsoleta, continua ad essere vigente, ma quelle che via via
vengono “dettate” dalle
sentenza della Magistratura.
E lo Stato in questa incertezza normativa cosa fa? Praticamente nulla, preso
com’è dal tentativo di giungere ad una liberalizzazione
delle professioni che né i governi di sinistra né quelli di
desta sono sinora riusciti ad
attuare, anche per gli evidenti contrastanti interessi
delle categorie professionali concorrenti, non facilmente superabili in una normativa comune.
Tocca quindi alla Magistratura supplire a questa inadempienza legislativa attraverso le argomentazioni
delle sue sentenze che
“fanno giurisprudenza”, ma
che ben sappiamo si esprimono solo su singoli ricorsi,
ma non possono esprimere
norme generali di comportamento.
Anche i Sindaci, le autorità
demandate ai provvedimenti in tema di competenze, ci mettono del “loro”;
quando emettono provve2 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
La Magistratura detta
le competenze dei geometri
e lo Stato che fa?
dimenti basati più su detti
pareri della magistratura
(con i quali peraltro si mettono per così dire al “sicuro”)
piuttosto che sul buon senso
e sul corretto esame dei singoli progetti, del loro impatto volumetrico e della
loro complessità strutturale.
Per i geometri le incertezze
continuano ad aumentare,
mentre il contenzioso cresce
sempre più e la giustizia civile si trova ad essere
sempre più “impantanata”,
le necessità del mercato e le
strategie da mettere in atto
per superare la crisi tuttora
irrisolta richiederebbero invece anzitutto rapidità e
snellezza procedurale delle
controversie giudiziali.
M
a tornando al
problema delle
competenze e
all’innegabile immobilismo
dello Stato su un tema così
importante, conviene soffermarsi su alcuni aspetti del
problema dei quali il legislatore pare non tenere alcun
conto:
– la legge ormai superata del
1929 che ha fissato le regole della nostra professione, che i geometri legittimamente chiedono da
tempo di modificare e di
reimpostare su criteri di
moderna operatività, era
stata approvata in un contesto storico ben preciso.
Eravamo infatti nell’Italia
fascista, caratterizzata
negli ambiti extra urbani da
un’edilizia di tipo essenzialmente rurale; il geometra, che era ancora di
fatto un agrimensore, si curava e interveniva in ge-
nere su contesti edilizi economico rurali con realizzazioni di semplice tipologia strutturale anche con
l’utilizzo di alcuni manufatti in cemento armato.
– Da quel tempo ad oggi
sono passati oltre ottant’anni durante i quali la
tecnica costruttiva si è enormemente evoluta; parallelamente ad essa la
scienza delle costruzioni
ha fatto passi in avanti allora inimmaginabili e i geometri, soprattutto nel dopoguerra sino agli anni ‘65’70, hanno avuto la possibilità di presentare le loro
credenziali professionali”
anche progettando complessi edilizi di grossa entità, realizzati, quasi sempre in collaborazione con
tecnici laureati, ai quali veniva di fatto demandata la
“gestione” delle opere in
cemento armato, sia in fase
di progetto, sia nella direzione dei lavori.
– La scuola dei geometri in
questa evoluzione tecnicoprofessionale dell’edilizia
ha cercato di mantenersi
sempre al passo con i
tempi, ponendo nei suoi
programmi di studio una sistematica attenzione allo
sviluppo della moderna
tecnologia dei materiali e
della loro applicazione
cantieristica unitamente
all’elaborazione dei concetti di una progettazione
sempre più informatizzata.
Ora la Cassazione n. 6402 del
21 marzo 2011 sostiene – e la
nostra categoria si ribella
fortemente a questa tesi –
che sarebbe illegittimo perfino l’elaborato progettuale
redatto da un geometra pur
sottoscritto da un laureato e
del fatto incontestabile che
il calcolo e la direzione lavori
dei cementi armati siano affidati a quest’ultimo. Ci
sembra, in tutta onestà, una
posizione oltre che di scarso
buon senso, pretestualmente “giocata”, sull’equivoco di una normativa sulle
competenze da tutti riconosciuta superata, inattuale e
che il Parlamento non
“riesce” o non “vuole” rivedere neppure con provvisori
provvedimenti, in attesa
della tanto auspicata riforma
della professione. Quella
riforma che dovrà riconoscere l’insostituibile presenza della nostra professione nel mercato, anche nel
rispetto del lavoro delle decine di migliaia di geometri
che da diversi lustri di attività progettuale e cantieristica si sono guadagnati sul
campo.
Cosa resta da fare per la nostra categoria non è facile
dirlo. Certamente, come
suggerisce il Consiglio Nazionale (vedi comunicazione del Presidente agli iscritti a pag. ?????) su una
materia così delicata come
quella delle competenze «è
necessario difenderci con
ogni azione giudiziaria» pur
con tutte le cautele che, con
l’aiuto dei Collegi, l’iscritto
dovrebbero mettere in atto
per evitare i possibili contenziosi legali “pericolosi”
per la categoria. Ma la voglia
di “ribellione” degli iscritti a
questo stato di cose è
sempre più tangibile. Essi richiedono ai nostri massimi
ordinamenti risposte esau-
EDITORIALE
rienti che si concretizzino
anche in concreti suggerimenti per gli organi legislativi su quei correttivi normativi atti a superare l’attuale
impasse normativo; indicazioni che possono anche essere prese da pronunciamenti di sentenze favorevoli
o da leggi locali. Ci riferiamo
per esempio alla sentenza
dell’ultimo TAR Catania del
10 marzo 2011 e alla nuova
Legge Regionale Siciliana in
corso di pubblicazione di cui
diamo (di fianco) il resoconto
stenografico dell’articolo 11,
che contengono alcuni concetti, a mio parere, equilibrati e condivisibili da riprendere e indicare al ministero di Grazia e Giustizia
nell’ottica di una possibile
anticipata risoluzione del
problema delle nostre competenze in attesa della sopracitata riforma.
D
ice sostanzialmente il Giudice
di Catania che «in
caso di modesta costruzione
pur con opere in cemento armato e anche in zona sismica» ove sia dimostrato
che il progetto architettonico del geometra sia sottoscritto “per presa visione”
da un tecnico laureato, dal
quale risulti chiaramente
che le tavole di calcolo (il cosiddetto progetto strutturale) siano stati redatti da un
ingegnere e che nella progettazione a due mani l’apporto del laureato risulti
prevalente sul piano quantitativo e tecnico, mentre
quello del geometra sia essenzialmente orientato a
definire l’aspetto esteriore e
Resoconto stenografico della 262a seduta
dell’Assemblea Regione Siciliana
XV Legislatura
Mercoledì 15 giugno 2011
“Articolo 11”
Opere edilizie di modeste dimensioni
1. Per le finalità di cui agli articoli 64, 93 e 94 del Dpr 6 giugno
2001, n. 380, nonché dell’articolo 2, commi 1 e 2, della legge 5
novembre 1971, n. 1086, nella Regione sono opere di modeste
dimensioni, rilevanti ai sensi dell’articolo 16, primo comma, lettere
l) ed m) del R.D. 11 febbraio 1929, n. 274, quelle di cui all’articolo
1 della stessa legge n. 1085/1971, che presentino congiuntamente
tutti i seguenti requisiti:
a) volumetria non superiore a 1.500 metri cubi;
b) non più di due elevazioni fuori terra, oltre piano scantinato o seminterrato;
c) edificazione con modalità costruttive standardizzate e
forme geometriche tradizionali;
d) calcoli strutturali in cemento armato firmati da tecnico
laureato.
architettonico dell’edificio
fatto salvo che i problemi
della sicurezza e statica dell’edificio siano appunto garantiti dall’intervento progettuale del laureato, ebbene in questa fattispecie
progettuale (che di fatto
possiamo considerare a
firma congiunta), tale progetto può ritenersi di competenza del geometra.
La recentissima nuova legge
Regionale Siciliana in materia di edilizia dà, invece,
una precisa indicazione dei
requisiti che un fabbricato
deve avere per essere considerato “modesta costru-
zione”.
La categoria dei geometri
non chiede la luna e quindi
può benissimo accettare
questi principi che, oltre a
salvaguardare i suoi diritti
l’aiutano a rafforzare il rapporto di fiducia instaurato
con il committente che sta
alla base di ogni e qualunque nostro contratto professionale e che continua
(checché se ne dica) ad alimentare il mercato dell’edilizia in ambito periferico.
Un incarico quindi “congiunto” con un laureato, normato per legge e sottoscritto
per accettazione dal com-
mittente, può essere una
buona e definitiva soluzione
per la categoria.
Occorre (e dell’impegno se
ne farà certamente carico il
Consiglio Nazionale) che gli
organi legiferanti, anche con
una semplice circolare ministeriale esplicativa finalmente precisino, una volta
per sempre, cosa si debba
intendere per incarico congiunto e quali debbano essere i limiti volumetrici e le
tipologie strutturali della
tanto discussa “modesta costruzione”, che possano
rientrare nella competenza
del geometra, partendo appunto dagli esempi e dai
pronunciamenti sopra citati.
In una corretta collaborazione con un laureato di “ fiducia” e nell’assunzione dei
rispettivi impegni circa le diverse competenze, al committente sarà garantita oltre
che la regolarità esecutiva
del lavoro appaltato anche
la sua esecuzione a regola
d’arte.
Questo e non altro vogliono
i geometri: si cominci a partire dalla definizione dei limiti delle loro competenze.
Non pare così arduo per il
legislatore poterlo garantire
a breve, anche nell’ottica di
un abbattimento del contenzioso legale tuttora imperante in materia che, non
dimentichiamo, trae quasi
sempre origine dalla pretesa di “qualcuno” di non pagare quanto dovuto e tacitamente accettato. Non vi
pare?
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3- 3
INTERVISTA
Micro-generazione di energia:
una risorsa a portata di mano
anche per la singola famiglia
Il referendum che recentemente ha cancellato il piano energetico
nazionale fondato sullo sfruttamento dell’atomo ha messo ancor di
più in primo piano da una parte la necessità per il nostro Paese di
promuovere con sempre maggiore convinzione il risparmio
energetico e dall’altra l’immediata adozione di politiche e di
investimenti per l’utilizzo di tutte le fonti energetiche disponibili,
soprattutto quelle non legate al petrolio e ai suoi derivati.
E se sul risparmio d’energia anche su queste pagine non sono
mancati nei mesi e negli anni scorsi gli interventi e gli
approfondimenti (il Collegio di Brescia è stato tra i primissimi a
“importare” l’esperienza altoatesina di Casaclima e ad organizzare
specifici corsi sull’argomento) meno siamo riusciti a fare per la
conoscenza dei sistemi di produzione di energia da fonti alternative,
soprattutto su scala ridotta.
Cominciamo a farlo oggi con quest’intervista che il nostro direttore
ha realizzato con l’ingegner Marino Tessadori, bresciano, contitolare
dello studio Sti di Concesio che svolge specificatamente attività di
termoidraulica, con una non comune esperienza sulla cosiddetta
micro-generazione di energia, una risorsa significativa ma ancora
poco nota.
Ingegnere, molti geometri bresciani
ti conoscono e da anni si affidano a te
quando hanno a che fare con complesse questioni di termoidraulica,
ma non tutti sanno che la tua esperienza viene da lontano…
«Sì, in verità di questioni energetiche e in particolare
idro-elettriche mi sono occupato fin dal giorno successivo alla laurea. Nei primi
anni della professione ho infatti lavorato in una società
milanese di progettazione e
realizzazione di centrali
idro-elettriche un po’ in
tutto il mondo. Negli anni
Ottanta ad esempio ho partecipato al grande progetto
della centrale di Edolo, ma
altre realizzazioni ho seguito
4 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
in Europa e in Asia. Poi ho
pensato di mettere a frutto
quest’esperienza aprendo
uno studio professionale
che affrontasse ovviamente
tutte le questioni termo-idrauliche, ma che in questi
ultimi anni si è andato specializzando anche nella produzione di energia elettrica
da fonti alternative, meglio
nella cosiddetta micro-generazione, ovvero quegli impianti di non grandi dimensioni ma comunque di buona resa energetica, adatti ad
imprese, piccole comunità e
persino singole famiglie».
Il punto di partenza normativo in
questo campo, correggimi ingegnere
se sbaglio, è il cosiddetto decreto Romani del maggio di quest’anno.
Cosa dice in buona sostanza questa
legge?
«Senza entrare nell’articolato e guardando invece alle
norme che ci interessano, il
decreto Romani, sempre
con l’obiettivo di promuovere la produzione di energia da fonti alternative,
ha modificato in profondità
il quadro delle tariffe e degli
incentivi, in particolare per
quel che riguarda il fotovoltaico, cambiando pure alcuni criteri nell’accettazione
delle domande che nei mesi
precedenti si erano rivelati
poco efficienti (ora ad esempio l’incentivo si ha con
l’impianto realizzato e funzionante mentre non basta
aver posato a terra i pannelli
e magari non averli neppure
collegati)».
Si è letto che il decreto è intervenuto
a correggere storture evidenti ed a limitare la speculazione…
«Questo la legge non lo dice,
ma certo si è ridotto in maniera significativa l’incentivo – anche del 20/25% – e
la riduzione procede in maniera graduale ma assai rapida e ciò per evitare che il
boom del fotovoltaico non
finisse per tradursi in un aggravio insostenibile per la
bolletta degli italiani. Non
va infatti dimenticato che
tutte i sistemi di incentivazione della produzione alternativa di energia elettrica
sono finanziati da una Cassa
energetica specifica che è alimentata da voci altrettanto
specifiche inserite nelle bollette di tutti gli italiani e che,
dall’entrata in vigore ormai
qualche anno fa del Decreto
Bersani deve essere in pareggio. Se dunque tanto si
spende per favorire il fotovoltaico, altrettanto deve
essere incamerato con le
bollette».
Dopo il decreto Romani c’è dunque
da aspettarsi un rallentamento nella
corsa al fotovoltaico?
«È assai probabile. D’altra
parte il costo di produzione
del fotovoltaico è molto pesante e non è economicamente sostenibile senza un
incentivo; il decreto Romani
riduce quest’incentivo praticamente di mese in mese
per tutto il 2011 e dunque
potremmo anche assistere
INTERVISTA
L’ing. Marino Tessadori
ad una corsa a garantirsi il
miglior incentivo possibile,
ma certamente nel lungo periodo il numero di nuovi impianti è destinato a diminuire».
Proviamo però a far due conti,
quanto ancora è conveniente installare alcuni pannelli solari sul tetto di
casa?
«Il sistema è complesso ed
entrano in gioco decine di
variabili legate al singolo impianto. In termini generali, e
sempre tenendo conto che
l’incentivo decresce ogni
mese (pertanto ciò che vale
per un impianto realizzato
entro luglio 2011non vale automaticamente per quello
realizzato a gennaio 2012),
possiamo dire che se fino a
ieri il rendimento dell’investimento in fotovoltaico rendeva l’8-9% annuo – quindi
assai più d’ogni altro investimento finanziario di questi
anni, rendendo conveniente
persino l’indebitamento
con questo scopo – e ripagava l’esborso iniziale in
capo ad una decina d’anni
consentendo guadagni “puliti” da oneri finanziari per gli
altri 10 anni di vita media
dell’impianto, oggi siamo attorno ad un rendimento del
3-4% , lo spread sul costo del
denaro si è pertanto ridotto,
per l’ammortamento servono 12-14 anni e dunque il
guadagno “pulito” si riduce a
6 anni. Che non sono comunque pochi».
Parlavi di variabili legate al singolo
impianto, vogliamo provare a dirne
qualcuna?
«La maggiore è contenuta
negli stessi decreti che par-
lano degli incentivi, che privilegiano i piccoli impianti e
quelli posti sui tetti degli edifici, rispetto a quelli in
campo aperto; e ciò per evitare uno spreco di territorio
e sostenere invece l’uso di
spazi inutilizzati quali appunto i tetti. Molto poi dipende dal consumo elettrico di ciascuno».
Ma è vero che più si consuma e più
si guadagna?
«Per certi versi sì, ma è
questa una formula semplicistica. Per capire bene i termini dell’equazione che ognuno può fare per capire la
convenienza o meno dell’installazione d’un impianto fotovoltaico occorre infatti rifarsi al contratto che ogni utente dotato di impianto fotovoltaico stipula con Enel.
Un primo elemento è l’in-
centivo: è stabilito dalla
legge, viene definito sulla
base del momento dell’installazione, è ventennale ed
è indipendente dal consumo. Questo è un elemento certo, fisso, che si può
subito inserire nella nostra
equazione. Gli altri elementi
riguardano invece l’energia
che viene prodotta, e che
noi formalmente cediamo
totalmente alla rete, e quella che noi prendiamo dalla
rete stessa per il nostro consumo. Ebbene il guadagno
maggiore o minore dipende
dalla differenza tra l’energia
che cediamo e quella che invece preleviamo dalla rete,
giacché ha due prezzi diversi. L’energia che cediamo, a seconda dei contratti, viene “pagata” pochissimo dall’Enel, mentre quella che preleviamo costa cara.
Ecco allora che diviene vantaggioso il cosiddetto “conto
energia”, poiché nella differenza tra energia venduta ed
energia acquistata viene valorizzata la quota scambiata
ed in pratica scomputata dai
nostri consumi. In buona sostanza il mio chilowattora
(kWh) viene valorizzato
maggiormente dall’Enel se,
in ultima analisi, sono ancora io a consumarlo (poiché
avrò una bolletta molto più
leggera) mentre ottiene
pochi centesimi se viene
semplicemente ceduto alla
rete».
Ma l’Enel ed il Paese hanno bisogno
di quest’energia che ciascuno può
produrre a casa sua? O meglio, è economicamente vantaggioso far produrre energia a singole aziende o addirittura a singole famiglie?
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3- 5
INTERVISTA
L’ing. Marino Tessadori intervistato
dal direttore Bruno Bossini nella
sede del Collegio
«Il nostro Paese ha bisogno
di quest’energia e deve
sfruttare tutte le possibilità
alternative al petrolio di cui
dispone, sia in piccoli che in
grandi impianti, non foss’altro per l’impegno che ab-
biamo preso a livello europeo di ridurre drasticamente ed in tempi brevi la
nostra dipendenza dal petrolio. Il limite semmai è
d’altro tipo, ovvero eminentemente tecnico e attiene
alla stabilizzazione del
flusso di energia nella rete».
Anche a questo proposito, possiamo
provare a spiegarlo, magari con
qualche libertà sulla precisione tecnica che ci consenta di farci capire
anche dai non esperti?
«In pratica occorre dire che
6 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
la rete elettrica italiana non
è adatta a supportare su
larga scala la cosiddetta
micro-generazione ovvero
quella fino a 10 kWh».
Perché è inadatta? E soprattutto si
può porre rimedio a questa carenza
strutturale?
«È inadatta perché, passatemi i termini, occorre un
grande generatore di corrente per stabilizzare l’apporto alla rete di tanti piccoli
generatori e l’Italia ha una
rete di medi generatori
senza grandi generatori
come sono altrove, penso a
Germania e Francia, le centrali nucleari, ovvero strutture con grande potenza installata e via via potenze inferiori sempre garantite ai
diversi livelli. In Italia la proliferazione della micro-generazione potrebbe creare
rapidamente una situazione
difficilmente sostenibile
con una potenza generata in
maniera diffusa in un’area e-
quivalente a quella immessa nella rete da un grande
generatore italiano. Col risultato che la rete perderebbe stabilità e finirebbe
per fornire anche ad utilizzatori primari un’energia di
qualità scadente».
Come ovviare a questo problema?
«Ci vorrebbe un piano di investimenti in grandi e medie
centrali che non è neppure
all’orizzonte, mentre dove la
micro-generazione si è un
po’ sviluppata, ad esempio
con l’eolico in Sicilia, i problemi di stabilizzazione
sono apparsi subito evidenti. Va detto però che nel
resto d’Italia questo livello
di saturazione dello spazio
utile per la micro-generazione è tutt’altro che esaurito».
Ecco così al punto forse di maggior
interesse della nostra conversazione:
del fotovoltaico abbiamo già detto
molto, mentre degli altri sistemi di
micro-generazione, idroelettrica o
eolica, non abbiamo detto nulla. Ci
sono possibilità? E, soprattutto
quanto costano?
«Per completare il discorso
sul fotovoltaico resta solo da
dire che il suo costo di installazione è attorno ai tremila/quattromila euro per
ogni kWh di potenza installata, che la durata degli impianti si aggira sui 20 anni e
che un kWh di potenza installata produce circa 1.000
kWh in un anno. E ancora che
una famiglia media consuma
circa 3000-3500 kWh in un
anno. Il grande vantaggio
del fotovoltaico è infine la
modularità, nel senso che ognuno può installare la potenza che ritiene senza che
ciò modifichi il costo dell’impianto per kWh».
E gli altri sistemi? l’eolico? l’idroelettrico?
«Innanzitutto gli altri sistemi
abbisognano di condizioni
ambientali favorevoli. Ovvero servono zone particolari nelle quali l’acqua scorre
ed il vento c’è costantemente per tutto l’anno.
Guardando alla nostra provincia e sempre pensando
alla micro-generazione per
INTERVISTA
l’eolico ad esempio appaiono assai interessanti le
aree pre-alpine, diciamo la
parte più alta delle tre valli,
e quelle gardesane. Anche
se ho visto recentemente un
micro-impianto persino a
Brescia, in città».
Condizioni favorevoli a parte, l’eolico
quanto costa e quanto produce? e la
microgenerazione a gas?
«Se ragioniamo su un microgeneratore eolico, diciamo
di potenza minima di 1-2
kWh parliamo di circa 2.000
euro per kWh installato e la
produzione è ovviamente
differente a seconda della
posizione. L’idea infatti è
che il vento ci sia tutto l’anno
come può capitare sul Garda
o in Valtrompia oltre Gardone e in Valsabbia oltre Vobarno; in queste zone potrebbero essere installate
macchine con pale che occupano una circonferenza con
un diametro sui due metri. E
per quanto riguarda la microgenerazione a gas metano in verità il mercato italiano non pare interessato a
questo genere di prodotti
che sono invece diffusissimi
ad esempio in Olanda ed in
Germania. Per i micro generatori domestici, anche per
una diversa organizzazione
degli impianti di riscaldamento delle case, garantiscono acqua calda ed energia elettrica con rese fino
a 10 kWh termici, impianti
che di fatto sostituiscono la
caldaia. Siamo così di fronte
in verità ad un vero e proprio
impianto di cogenerazione
che costa però sui 15/20 mila
euro, quindi assai più d’una
caldaia che ne costa 3 o 4
mila. Ecco perché anche in
questo caso il discorso sul
rapporto costi benefici, va
fatto sul singolo impianto e
le singole esigenze della famiglia, la possibilità di cogenerazione e lo sfruttamento
spetto».
Puoi spiegarci un po’ meglio questa
tecnologia?
«La produzione di energia
idro-elettrica può avvenire
oggi sostanzialmente in due
tentano di dislivelli assai limitati. È di questo tipo ad esempio la centrale recentemente inaugurata dal Consorzio del Medio Chiese
che, attraverso una società
controllata al 70% gestisce
effettivo».
modi. C’è una prima opportunità, normalmente definita “per salto”, dove si sfrutta anche con piccole portate
un alto dislivello nella caduta d’acqua; il corollario
tecnico di questa scelta è un
rotante legato ad un motore
in grado di produrre energia
elettrica. Più recentemente
però si sono sviluppate una
serie di tecnologie che sfruttano la cosiddetta centrale
ad “acqua fluente” e che
hanno bisogno spesso di
portate elevate, ma si accon-
centrali idroelettriche di
nuova concezione tra i 200
ed i 400 kWh. E con queste
grandezze di produzione il
costo di installazione a kWh
è davvero limitato, visto che
stiamo parlando di 1.5002.000 euro per kWh. È da valutare caso per caso in funzione delle opere edili che
in questo hanno un peso
consistente. È chiaro però
che si tratta di impianti che
faticano ad essere dimensionati sul bisogno di una famiglia o di un condominio,
E se invece guardiamo all’idroelettrico?
«Questo è un settore assai
più promettente e sul quale
anche nel Bresciano si stanno tentando esperienze
molto interessanti. Proprio
poche settimane fa il Consorzio irriguo del Medio
Chiese ha inaugurato una
centrale assai moderna, persino didattica, sfruttando la
forza dell’acqua fluente ed
ottenendo rese di tutto ri-
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3- 7
INTERVISTA
qui parliamo almeno di aziende o di comunità ed istituzioni».
L’idroelettrico a misura famigliare
dunque non esiste?
«No, non si può escludere,
perché in verità ci sono tecnologie facili che non si basano più sul classico rotante
che sfrutta l’acqua in caduta,
ma utilizzano una sorta di
grande vite che abbisogna
di portate significative, ma
non d’una grande caduta, e
che si adattano anche ad un
semplice fosso. Impianti che
riescono comunque a produrre 10-20 kWh con un in-
8 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
vestimento inferiore ai 2.000
euro per kWh. Certo da noi,
oltre al costo puro dell’impianto, che non è comunque
insignificante, occorre mettere in conto anche i costi e i
tempi della burocrazia, ma
questa non è certo la sede
per parlarne».
Provando a tirare le somme par di
capire che per quanto attiene ai sistemi di micro-generazione energetica alternativi al petrolio, ovvero
quelli adatti ad una famiglia o ad un
condominio, le tecnologie ci sono,
sono anche a costi abbordabili, ma
mancano spesso le condizioni generali per introdurli.
«In linea generale, almeno
per ora, è così. Aggiungerei
solamente che nella valutazione del rapporto costi/benefici, almeno la comunità,
se non il singolo, dovrebbe
tener sempre conto sia del
risparmio nella produzione
di Co2 che le energie alternative garantiscono, sia, per
onestà intellettuale, il consumo di energia grigia che
ogni impianto porta con sé,
ovvero ad esempio, quanta
energia occorre consumare
per realizzare un impianto
fotovoltaico, un consumo
che deve entrare nella valutazione complessiva degli
impianti. Un ragionamento
quest’ultimo che ci porta ancora una volta a sottolineare
non solo l’importanza d’una
produzione energetica da
fonti alternative, ma soprattutto la necessità d’un risparmio complessivo di energia, ovvero della necessità che chiunque ponga
mano alla progettazione di
un edificio abbia il risparmio
energetico come una stella inoppugnabile».
❑
DAL CONSIGLIO NAZIONALE
Comunicazione agli iscritti
del Presidente CNG Savoldi
in tema di competenze
E
gregio Collega,
come certamente
saprai, una serie di
sentenze nei vari giudizi rischiano di mettere seriamente in difficoltà la categoria nel settore della progettazione edilizia e della
direzione lavori per la semplice presenza, nella costruzione, del cemento armato
ancorché calcolato da tecnico laureato.
Le vicende che ci vedono
soccombenti riguardano generalmente azioni giudiziarie avviate anni fa e prevalentemente riguardanti
opposizioni a decreti ingiuntivi per il recupero di onorari relativi a prestazioni
correttamente e compiutamente svolte.
Il Consiglio Nazionale sta
tentando ogni possibile
strada legislativa per ottenere un necessario aggiornamento del Regolamento
Professionale che risale al
1929 e la cui applicazione ed
interpretazione restrittiva
sta alla base delle sfavorevoli sentenze della Magistratura. Non ultima la sentenza di Cassazione n. 6402
del 2011 relativa ad una
causa avviata nel 1993.
Nel frattempo dobbiamo
necessariamente difenderci
in ogni sede giudiziaria per
affermare il principio che nel
nostro regolamento all’art.
16 lettera m) la dizione “progetto, direzione e vigilanza
di modeste costruzioni civili” non fa alcuna esclusione
aprioristica dell’uso del cemento armato. Né la sola
presenza della più semplice
struttura in cemento armato
costituisce elemento suffi10 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
ciente per classificare la costruzione tra quelle “non
modeste”.
È tuttavia utile segnalare ai
colleghi l’inopportunità e la
pericolosità per loro stessi e
per l’intera categoria di avviare azioni legali, per il recupero di onorari, che possano dare occasione alla
controparte o direttamente
al giudice di eccepire la questione delle competenze
per la presenza del cemento
armato.
Il rischio di vedersi annuallato il contratto professionale con la conseguenza del
“nulla è dovuto” (con la restituzione delle anticipazioni eventualmente ricevute), visto l’atteggiamento
della Magistratura, risulta
assai elevato. Ciò impone
che ogni azione legale,
prima di essere avviata,
venga preliminarmente segnalata al Collegio provinciale che attentamente, e
caso per caso, ne valuterà
l’opportunità anche in funzione dell’interesse generale della categoria. Il Collegio stesso potrà attivarsi
per ricercare un’auspicabile
composizione tra le parti.
È inoltre opportuno abituarsi a redigere specifiche e
fatture, separate per le tipologia di prestazioni incontestate e non strettamente
rientranti nelle “progettazioni” edilizie (rilievi, operazioni di contabilità, operazioni catastali, sicurezza,
ecc.). Ciò per poter richiedere decreti ingiuntivi opponibili solo per eventuali
motivi di merito e, tra l’altro,
per agevolare la corretta
compilazione degli studi di
settore.
Il Consiglio Nazionale assicura tutti gli iscritti dell’impegno costante e pressoché
quotidianamente profuso
per la tutela della fondamentale attività di progettazione edilizia, accompagnato dalla ferma volontà di
definire, anche con appropriati accordi con altre categorie, il significato qualitativo e quantitativo di “modesta costruzione”.
Cordiali saluti
Fausto Savoldi
Presidente
Consiglio Nazionale Geometri
e Geometri Laureati
DAL CONSIGLIO NAZIONALE
“La mediazione
delle controversie”
Parte seconda
1.2.3. - Come ha inizio
una mediazione
Le parti possono arrivare a
una mediazione:
1) per aver introdotto una
clausola di mediazione all’interno di un contratto (le
parti possono introdurre
all’interno dei contratti,
regolamenti condominiali, scritture private,
contratti di locazione,
compromessi di vendita,
una apposita clausola di
mediazione [mod. 007]
nella quale hanno manifestato la loro volontà di tentare la soluzione di un’eventuale controversia utilizzando una procedura di
mediazione);
2) per averlo deciso congiuntamente a controversia insorta (le parti possono, a controversia insorta, presentare una domanda congiunta di mediazione [mod. 003] per
tentare di risolvere la questione di fronte ad un mediatore);
3) per attivazione della procedura di una delle parti
(una delle parti coinvolte
in una lite può attivare una
procedura di mediazione
[mod. 001] presso un organismo di mediazione e affidargli il compito di prendere contatto con l’altra
parte, invitandola a partecipare alla procedura);
4) per suggerimento dei
propri consulenti;
5) per imposizione di legge
(obbligatorietà D.Lgs.
28/2010);
6) in causa, sotto proposta
del Giudice.
1.2.4. - Caratteristiche
della mediazione
• Non avversariale
La mediazione, a differenza
della strategia giuridicoprocessuale (parte vincente
- parte perdente), si concentra sugli interessi e sulle
necessità delle parti, implica uno sguardo verso il futuro, una cooperazione attiva delle parti per raggiungere un accordo di reciproca
soddisfazione (parte vincente - parte vincente) che
le parti cercheranno assieme aiutate dal mediatore.
La soluzione deve basarsi
sugli interessi delle parti,
non sulle posizioni.
• Volontaria (ad esclusione di quelle
obbligatorie previste dal D.Lgs.
28/2010)
Le parti, uniche e vere protagoniste della mediazione,
sono libere di decidere se
tentare la mediazione o se
rifiutare questa opportunità
che viene loro data.
Le parti decidono liberamente di partecipare all’incontro e possono abbandonare in qualsiasi momento la
procedura.
Decidono se e di cosa parlare e quali notizie e informazioni fornire e possono
chiedere chiarimenti e sospensioni.
Se raggiungono l’accordo,
questo viene delineato
dalle stesse e possono firmarlo solo se lo considerano
conveniente per i loro interessi.
• Obbligatoria
Chi intende portare in giu-
12 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
dizio un’azione relativa ad
una controversia in materia
di condominio, diritti reali,
successioni ereditarie, patti
di famiglia, locazione, comodato, affitto di aziende, risarcimento del danno derivante dalla circolazione di
veicoli e natanti, da responsabilità medica e da diffamazione con il mezzo della
stampa o con altro mezzo di
pubblicità, contratti assicurativi, bancari e finanziari, è
tenuto preliminarmente a esperire il procedimento di
mediazione ai sensi del decreto citato.
Considerato quanto sopra,
l’esperimento del procedimento di mediazione è condizione di procedibilità
della domanda giudiziale.
• Autocompositiva
Le parti hanno la stessa opportunità di esprimere la
loro visione del disaccordo e
di ascoltarsi; solo loro decidono di portare avanti l’accordo e di formalizzarlo a
loro piacimento.
La mediazione consente
alle parti di controllare il
procedimento e di decidere
se e come chiuderlo.
Le parti, inoltre, possono
scegliere, utilizzando la mediazione, di continuare il
dialogo tra di loro interrotto.
• Flessibile
La mediazione è caratterizzata da una straordinaria
flessibilità, infatti si può adattare alle diverse tipologie di controversie in base
alla volontà delle parti e soprattutto alla capacità comunicativa e creativa del mediatore.
La flessibilità non verte solo
sul tipo di approccio che il
mediatore vuole dare alle
diverse fasi della procedura
(sessioni private per prima,
una congiuta in mezzo alla
due sessioni private, ecc.),
ma dal tipo di informazioni
che le parti si scambiano attraverso il mediatore, lavoratore instancabile in tecniche di simultanea verifica
del verbale, del paraverbale
e del linguaggio del corpo.
• Autonoma
L’aver partecipato ad una
procedura di mediazione
non pregiudica alcuna iniziativa futura delle parti e in
caso di mancato accordo non
vi sono formalità da espletare.
Nel caso si concluda la mediazione, l’accordo che verrà
siglato avrà valore di contratto (nella mediazione facoltativa) e le parti si impegneranno a dare esecuzione
al medesimo nei termini da
loro stabiliti.
• Semplice e informale
Per avviare la procedura è
sufficiente compilare un modulo e trasmetterlo alla segreteria dell’organismo di
mediazione, il quale prenderà contatto con l’altra
parte e curerà tutti gli aspetti
organizzativi.
Nel caso in cui la controparte
non accetti, ne verrà data comunicazione scritta alla
parte che ha attivato la mediazione.
Nel caso in cui la controparte
accetti l’invito, si terrà una
procedura di mediazione
alla quale è possibile partecipare accompagnati dai
DAL CONSIGLIO NAZIONALE
consulenti tecnici o legali.
• Amichevole
Il clima della mediazione
deve essere favorevole alla
proposizione di idee e soluzioni, deve levare alle persone l’imbarazzo e deve diminuire la tensione tra le
parti.
• Cooperativa
Le parti in mediazione utilizzano i principi della “negoziazione collaborativa” e attaccheranno il problema e
non se stesse; ottenendo
così un doppio risultato: la
soluzione ai loro problemi e
rafforzeranno le loro relazioni.
Questa caratteristica è
molto importante per la risoluzione dei conflitti fra persone che devono continuare
a mantenere un rapporto nel
tempo.
• Creativa
La procedura è controllata,
regolata e stabilita dal mediatore che è professionista
terzo istruito anche in tecniche di creatività.
Il mediatore è imparziale, si
astiene da suggerimenti e
apprezzamenti e non fornisce consulenza alle parti
ma le facilita nella produzione di idee in modo di “allargare la torta” del negoziato.
• Riservata e confidenziale
Solo garantendo la riservatezza e la confidenzialità le
parti possono lavorare in un
contesto protetto che faciliti
la risoluzione delle questioni tra di loro.
Questo elemento è assolu-
tamente essenziale per le
parti e non solo; è l’aspetto
primario e caratteristico
della mediazione, anche
perché il mediatore e le
parti non lavoreranno sempre in contraddittorio, così
come il CTU e l’arbitro sono
obbligati a fare durante le operazioni peritali o durante
la procedura arbitrale.
È nelle sessioni private (il
cuore della mediazione) che
si gioca la partita.
Le parti si sentono libere di
poter comunicare al mediatore le debolezze ed i dubbi
delle loro posizioni.
Solo sul presupposto di confidenzialità e riservatezza il
mediatore potrà assicurarsi
la trasparenza e la disponibilità delle parti.
Le parti che intervengono in
mediazione si impegnano a
mantenere riservate e a non
divulgare le informazioni relative al caso oggetto di procedura.
Sulle informazioni confidenziali emerse durante le sessioni private viene mantenuta la più stretta riservatezza da parte del mediatore e da tutte le parti intervenute.
Le parti (e gli assistenti tecnici e legali) si impegnano
altresì a non chiamare mai il
mediatore a testimoniare su
quanto discusso durante le
fasi della mediazione.
Per assicurare tutto ciò, si
deve firmare prima dell’inizio della procedura un
“Accordo di riservatezza”
[mod. 006].
• Economica
Oltre ai limitati diritti di segreteria si paga l’onorario
del mediatore, che ha un
costo proporzionale al valore della controversia.
• Rapida
La procedura è veloce: sono
necessari al massimo quattro mesi dalla presentazione
della domanda alla chiusura
di una procedura di mediazione.
Il tentativo di mediazione
può consentire una risoluzione della controversia in
un’unica seduta.
• Efficace
Nella mediazione facoltativa: in caso di esito positivo
l’incontro di mediazione si
conclude con un accordo che
ha valore di contratto tra le
parti e che sarà rispettato
poiché frutto di un’intesa voluta congiuntamente e giudicata soddisfacente per entrambi.
Nella mediazione valutativa: qualora si raggiunga
l’accordo amichevole tra le
parti il mediatore forma processo verbale al quale dovrà
essere allegato il testo dell’accordo raggiunto.
Questo verrà depositato
presso la segreteria dell’Organismo e ne verrà rilasciata
copia alle parti che ne facciano espressa richiesta.
Qualora l’accordo stipulato
non sia in contrasto all’ordine pubblico o a norme imperative, potrà essere omologato con decreto del presidente del tribunale nel cui
circondario ha sede l’Organismo, su istanza di una
parte e comunque previo accertamento della regolarità
formale del documento.
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3- 13
DALLA CASSA
Simonetta Vescovi
L’
ultimo comitato
dei Delegati del
30-31 maggio e
10giugno ultimi scorsi, come
era immaginabile ha dovuto
registrare e commentare le
grosse difficoltà che tutti i
colleghi d’Italia stanno vivendo addebitabili primariamente alla crisi economica che pesantemente sta
toccando molti settori della
nostra attività e, in secondo
luogo, ad una normativa che
tenderebbe a ridurre quasi a
nulla le nostre possibilità in
termini di competenza progettuale.
Questo stato di cose potrebbe determinare per il
prossimo futuro una possibile diminuzione di reddito
per la nostra categoria che
potrebbe a lungo incidere
sulla sostenibilità della
14 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
Cassa: modifiche allo Statuto
per riequilibrare il rapporto
contributi versati/pensioni
Cassa che, come sappiamo,
regge i suoi proventi sul prelievo dai redditi professionali.
Ed è per porre rimedio a
questo stato di incertezza
che il Consiglio della Cassa
ha posto in approvazione al
comitato i già preannunciati
correttivi di statuto volti a
garantire gli iscritti più giovani sulla capacità della loro
Cassa di assicurare loro una
pensione adeguata.
Il Comitato approvandola ha
inteso dare un segno forte
che garantisca alla Cassa di
“traghettare” in questo momento così delicato verso
tempi migliori e nel contempo provvedere ad un allineamento della nostra tassazione previdenziale con la
media delle tassazioni previdenziali europee.
Dopo lunghe discussioni
sono emersi vari punti di
vista e sviscerando tutte le
problematiche che certe decisioni avrebbero portato ai
nostri iscritti, si è optato per
apportare delle modifiche
allo Statuto e ai Regolamenti, alcune delle quali
comportano aumenti contributivi a partire dal 2015.
Si deve precisare che attualmente i contributi minimi
che vengono versati da ogni
contribuente sono inferiori a
quanto, a fine periodo, la
Cassa renderà sotto forma di
pensione al singolo contribuente, pertanto era doveroso adeguare questo divario.
In breve le modifiche apportate:
– Statuto art. 2 comma 2 –
Scopo - tra gli scopi della
Cassa si è deciso di aggiungere anche le iniziative finalizzate alla formazione professionale in favore degli iscritti, questo
permetterà di migliorare
l’offerta professionale per
rendere il geometra maggiormente informato ed
preparato a questa continua evoluzione del mercato;
– Statuto art. 16 comma 1 –
Collegio dei Sindaci –
verrà ridotto il numero dei
componenti da sette a sei,
in quanto il sindaco designato dal Ministro del Lavoro assumerà anche le
funzioni di Presidente del
Consiglio Sindacale, che
risulterà così composto:
• N. 1 sindaco designato
dal Ministro del Lavoro Presidente;
DALLA CASSA
• N. 1 sindaco designato
dal Ministro dell’Economia;
- N. 1 sindaco designato
dal Ministro della Giustizia;
• N. 3 sindaco di categoria.
– Regolamento sulla Contribuzione art. 1 commi 1 e 2
ed art 2 comma 5 - Contributo soggettivo - si è previsto l’aumento del contributo soggettivo di un
punto percentuale dall’anno 2015 sino all’anno
2017, pertanto nel 2015 la
percentuale da applicare
al reddito professionale
sarà del 13% arrivando al
2017 con una percentuale
del 15%. Si prevede anche
l’aumento progressivo del
minimo contributivo che
nel 2015 sarà di euro 2. 750,
00 sino al massimo nel
2017 di euro 3.250,00;
– Regolamento sulla Contribuzione art 2 comma 5 –
Contributo Ingetrativo- si
prevede l’aumento del
contributo integrativo dal
2015 di un punto percentuale portandolo così al
5%, si prevede inoltre un
aumento del contributo
integrativo minimo nel
2015 di euro 1.375,00 sino
ad un massimo nel 2017 di
euro 1.650,00;
– Regolamento per l’Attuazione delle Attività di Previdenza ed Assistenza a favore degli iscritti e dei loro
familiari art. 2 comma2 –
Pensione di vecchiaia –
ora il calcolo della pensione di vecchiaia viene
effettato sui più elevati 25
anni di reddito professionale relativi agli ultimi 30
anni solari di attività, la
modifica al regolamento
prevederà che dal 2015 il
calcolo verrà effettuato sui
migliori 30 anni degli ultimi 35 anni. Per le donne,
a tutela e a sostegno della
maternità, vi sarà una riduzione di due annualità per
ogni figlio, con un massimo di riduzione di cinque anni, sempre considerati sull’arco contributivo dei 35 anni;
- Regolamento sulla Contribuzione art 6 comma 5 –
Comunicazioni obbligatorie alla Cassa – possibilità di convenzionamento
con l’Agenzia delle Entrate per il controllo
presso le pubbliche amministrazioni degli atti
professionali;
Sul tema invece delle iniziative da prendere a favore
della categoria sul tema del
lavoro professionale, i delegati lombardi hanno invitato
il Consiglio della Cassa ha
verificare la possibilità concreta di poter intervenire in
futuro non solo e soltanto
sull’aumento della contribuzione bensì sull’aumento
della redditività ponendo in
atto tutte quelle iniziative
per aiutare l’iscritto ad aggredire il mercato e assicurarsi gli incarichi.
In particolare il geom. Dario
Piotti, delegato del Collegio
di Brescia, ha suggerito la
possibilità che la Cassa e il
Consiglio Nazionale in concerto tra di loro riescano ad
organizzare, nell’ambito dei
singoli Collegi, quelle strutture operative a supporto
degli iscritti che dovrebbero, se ben organizzate, (a
Brescia il Sindacato dei liberi professionisti in ap-
poggio al Consiglio si sta attivando in tal senso):
– incentivare il lavoro della
categoria attraverso corsi
di specializzazione riguardanti specifiche attività
professionali richieste dal
mercato;
– garantire l’iscritto, per
mezzo di un’apposita rete
di collaborazione;
– offrire, tramite una struttura legale, l’assistenza
necessaria agli iscritti sia
riguardo ai temi professionali, sia a quelli della difesa dei loro onorari;
– ricercare, soprattutto per i
giovani geometri, sbocchi
professionali non ancora
sperimentati, favorire ed
incentivare l’attività di
coordinamento in un contesto interdisciplinare.
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3- 15
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
Bruno Bossini
D
oveva essere una
grande festa per i
geometri che hanno raggiunto il traguardo dei
40-50-60 anni di iscrizione
all’Albo, e così è stato.
La giornata delle medaglie è
una di quelle ricorrenze
molto care a tutti i geometri
bresciani, e ancor più a quei
fortunati colleghi che, se pur
per pochi minuti, si trovano
al centro dell’attenzione dei
convitati, attorniati dai famigliari, mogli, figli e nipoti nel
momento della loro chiamata al tavolo della Presidenza per ricevere il meritato attestato.
È un ritrovo conviviale che
Cena sociale con premiazioni
per i geometri bresciani con
40-50-60 anni di professione
diventa anche momento importante della loro vita, considerato lo stretto rapporto
tra il lavoro professionale e
gli affetti famigliari. Quando
li si vede attraversare la sala
al centro dell’attenzione dei
presenti molto spesso li si
nota con un’espressione che
esprime l’orgoglio del loro
passato e del loro presente
professionale.
Numerose, come di consueto, le autorità presenti
da ricordare: l’Assessore all’urbanistica del Comune di
Brescia dott.essa Paola Vilardi, quello alla Cultura
della Provincia, Aristide
Peli, il Consigliere regionale
Geometri premiati per i 40 anni
di iscrizione all’Albo
Franco Aime
Vito Angeli
Livio Arpini
Marco Baruzzi
Francesco Pietro Bazzoli
Loris Belleri
Sergio Belotti
Roberto Bertin
Vincenzo Bettinzana
Silvano Bonicelli
Marcello Bortot
Manfredi Bulferi
Giancarlo Butturini
Adriano Valentino Capponi
Tiziano Carpi
Ugo Colosio
Mario Comincini
Ezio Cominotti
Giambattista Corsini
Dante Costa
Ezio Fabbri
Pietro Fanetti
Mauro Fiora
Luigi Folli
Giovanni Frosi
16 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
Domenico Girelli
Luigi Girelli
Gianbattista Guerini
Attilio Lucini
Giovanni Mattanza
Mario Mori
Giampietro Olivari
Pasquino Palini
Angelo Papa
Marino Parzanini
Francesco Pastori
Giovanni Pedersoli
Giangiuseppe Pedrini
Giacomo Regalini
Luciano Romano
Emanuele Ronchi
Angelo Scire Gramigna
Gaetano Sebastiani
Francesco Spinelli
Flavio Strano
Giancarlo Tiboni
Natalino Turati
Ugo Valetti
Santino Veggio
Giovanni Vezzoli
Emilio Zeccoli
ing. Mauro Parolini, il vice
comandante dei VVFF Pier
Nicola Dadone, l’ex rettore
dell’Università Statale di
Brescia prof. Augusto Preti, il
nuovo Preside dell’Istituto
Tecnico N. Tartaglia prof.
Paolo Taddei e il dott. Fulvio
Negri che lo ha preceduto
nella medesima carica negli
ultimi dieci anni e ora consulente del Collegio per i problemi della scuola. Tanti i dirigenti di categoria, quasi
tutti i Presidenti dei Collegi
lombardi, il Presidente della
Cassa Nazionale Geometri
Fausto Amadasi, il Vice Presidente del Consiglio Nazionale Pierpaolo Bonfanti in
rappresentanza del Presidente Fausto Savoldi, all’ultimo impossibilitato a venire da Roma per presenziare alla festa dei suoi geometri bresciani. Consistente, ovviamente, il numero dei nostri dirigenti capitanati dal Presidente Giovanni Platto, da Dario Piotti
e dal Segretario Armido Bellotti. C’erano anche, e mi
piace ricordarle, le colleghe
Consigliere Laura Cinelli e
Nadia Bettari, (mi scuso se
ne ho dimenticate altre), ma
soprattutto numerosi colleghi giovani e meno giovani
con o senza mogli, alle quali,
nell’ambito di una perfetta
Geometri premiati per i 50 anni
di iscrizione all’Albo
Ernesto Astori
Giovanguido Egidio Baldini
Gustavo Corsini
Giovanbattista Ercoli
Vitale Moglia
Tobia Poli
Mario Roda
Antonio Taini
Giuseppe Zaila
Geometri premiati per i 60 anni
di iscrizione all’Albo
Zaccaria Gasparotti
Giuseppe Gozza
Borse di studio “Tedoldi Zatti”
Paolo Benedetti
Simone Luna
Mariavittoria Pensa
Daniele Quarantini
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
organizzazione – merito
delle addette alla segreteria
dirette dalla preziosa Luisa
– è stato fatto omaggio di un
bouquet di rose.
Tutti i convenuti, iscritti, ospiti, dirigenti, premiati, amici, prima e dopo la sontuosa cena raggruppati a
crocchi negli spazi verdi che
“Corte Francesco” offre nell’ampiezza dei suoi spazi,
tutti predisposti a conoscersi o a ritrovarsi, anche
dopo decenni. A me è capitato di incontrare due compagni di scuola della III geometri al Tartaglia nel lontano
1963, con i quali abbiamo ricordato con cordialità la professoressa Trombetta di italiano e molti amici che frequentavamo giornalmente
sui banchi del nostro prestigioso Istituto per geometri.
Quest’anno, per i loro cinquant’anni di professione, è
stato premiato anche il collega Vitale Moglia, tuttora
consultore della Valle Camonica, ed Ernesto Astori,
ex Consigliere, che non ha
mancato, ringraziando la categoria, di ricordare il contributo dato da suo padre (lui è
un figlio d’arte) alla professione oltre che al Collegio di
Brescia.
I più anziani fra i premiati,
Zaccaria Gasparotti e Giuseppe Gozza (sessant’anni
d’Albo), non erano presenti
per motivi di salute, ma proprio per questo motivo non
è mancato loro un lungo applauso e l’abbraccio ideale
di tutti i geometri bresciani.
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3- 17
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
18 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3- 19
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
20 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3- 21
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
22 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3- 25
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
26 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3- 27
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
Cena sociale 2011: il saluto
del Presidente Giovanni Platto
ai colleghi e alle autorità
«U
n cordiale saluto ed un
benvenuto a
tutti i presenti ed in modo
particolare a quei colleghi
che questa sera abbiamo il
piacere di premiare per il
loro attaccamento alla nostra categoria.
Il mio intervento verterà esclusivamente su una nota
di festa in onore dei nostri
colleghi premiati.
Abbiamo l’onore e la soddisfazione di avere con noi
personalità politiche, personalità accademiche, dirigenti scolastici e docenti di
Istituti tecnici per geometri.
L’occasione mi stimola però
a fare alcune considerazioni.
La nostra categoria ha desiderio ed esigenza di cultura
e di maggior professionalità.
La cultura di categoria ci
viene attualmente data dai
nostri Istituti tecnici con
buoni risultati, ma non
basta; dobbiamo attingere
cultura a livelli universitari a
compimento di cicli di studi
che ci permettano di affrontare con successo la pratica
professionale e quindi lo
svolgimento della nostra
polivalente professione con
specializzazioni nei vari settori in grado di svolgere con
positivi risultati anche lavori
interdisciplinari con altre categorie professionali.
La cultura ci viene dalla
scuola, con l’appoggio anche
delle strutture universitarie;
la formazione e la professionalità la gestiamo noi sia in
campo pratico che economico senza gravare sulle istituzioni pubbliche.
Alla politica vorremmo chiedere quell’attenzione e con28 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
siderazione che la categoria
dei geometri si aspetta e si
merita anche se ben altri
problemi sono apparsi all’orizzonte nazionale ed internazionale.
La crisi finanziaria-economica ha chiuso un’epoca gestita con l’illusione che tutto
funzionasse automaticamente nel benessere basato
principalmente sulla carta
moneta e che il futuro fosse
la prosecuzione del passato;
purtroppo non è così.
Ci siamo cullati anche noi
nell’illusione che indietro
non si potesse andare, ma la
realtà si è subito evidenziata
con grosse difficoltà anche
per la nostra categoria.
Difficoltà di incarichi professionali che hanno acuito
maggiormente le contrapposizioni tra le categorie
tecniche e che hanno impoverito le entrate finanziarie
nei rispettivi studi professionali.
La speranza è sempre l’ultima a morire.
Dopo il buio della notte arriva sempre la luce del
giorno col ritorno di belle
giornate di sole.
Non esiste in Italia località in
cui manchi la presenza del
geometra e si tratta di una
presenza attiva e competente nell’economia del
paese e bene apprezzata da
tutti i soggetti pubblici e privati.
Le professioni ordinistiche
sono la spina dorsale dell’economia di un paese e la nostra categoria ne è una componente essenziale.
La scuola darà maggior cultura e sulla cultura verrà innestata la qualità e nella
qualità verrà inserita la specificità che per la nostra categoria è la polivalenza e
nella polivalenza dovrà emergere la specializzazione.
Componenti professionali
che la categoria dei geometri si sta dando con
grande impegno sia a livello
nazionale, regionale, provinciale e dei singoli iscritti
all’Albo.
Al Consiglio Nazionale vada
il nostro ringraziamento per
la determinazione costante
a difesa della nostra categoria.
È finita un’epoca.
È finito il tempo delle incomprensioni su competenze professionali; alle
contrapposizioni bisogna
sostituire le collaborazioni
interdisciplinari che emergono in ogni lavoro tecnico
professionale.
Con le collaborazioni interdisciplinari abbiamo tutti da
guadagnare, ottenendo
oltre a maggiori risultati economici, il miglior risultato da
offrire ai nostri clienti.
Ai nostri colleghi ed amici
premiati che hanno sostenuto con grande impegno e
professionalità la nostra categoria, vada il grazie di tutti
i geometri.
A loro chiediamo di essere
maestri dei nostri praticanti
e giovani iscritti stimolando
in loro l’orgoglio di essere
tecnici apprezzati del territorio e fare emergere in loro
quel talento che esiste in
ciascuno di noi.
L’apporto della nostra deon-
tologica esperienza professionale in collaborazione
con l’apporto della scuola,
tende al principale triplice
obiettivo di essere, sapere e
saper fare: tre cose inscindibili per affrontare il mondo
del lavoro.
La crescita economica si ha
solo con una formazione di
alto livello che stiamo cercando di proporre ai nostri
ragazzi.
All’interno del meccanismo
economico devono emergere l’innovazione, la competizione e la selezione.
Ciò comporta il sacrificio di
un eccessivo individualismo
a favore di un lavoro di
squadra, mantenendo l’identità culturale delle proprie tradizioni e delle proprie radici.
Un ringraziamento particolare per la loro presenza al
Sindaco di Montichiari
dott.ssa Elena Zanola che ci
ospita nella sua bella città; al
prof. Augusto Preti, magnifico rettore emerito dell’Università statale degli Studi di
Brescia, all’avv. Paola Vi-
lardi, assessore alle Politiche del territorio del Comune di Brescia, all’assessore provinciale alla Cultura
Aristide Peli, che si stanno
dimostrando amici della nostra categoria; al consigliere
regionale ing. Parolini; ai
rappresentanti degli Ordini
degli architetti, ingegneri,
dottori agronomi e Collegio
costruttori di Brescia, al Comandante dei Vigili del
Fuoco di Brescia, ai Presidenti e Segretari dei Collegi
geometri lombardi, ai Delegati lombardi della Cassa
geometri, al Presidente
della stessa Cassa Nazionale Geometri, geom.
Fausto Amadasi, al Presidente del Consiglio Nazionale Geometri, geom.
Fausto Savoldi, nostro iscritto molto impegnato, che
ci ha inviato una lettera di
saluto ed a tutti i presenti
che hanno accettato il nostro
invito.
Un ringraziamento particolare va riservato ai nostri famigliari perché dalla loro pazienza e comprensione abbiamo l’incoraggiamento
per dedicarci alla nostra categoria professionale».
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3- 29
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
30 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3- 31
LEGALE
Avv. Francesco Cuzzetti
M
i imbatto nella
sentenza della
Cassazione sez.
III, 3 dicembre 2010 n. 1735,
che tratta di una disputa tra
locatore e conduttore di un
capannone da adibire ad officina meccanica, in ordine
all’obbligo di garantirne la
regolarità sotto il profilo urbanistico ed edilizio secondo la sua specifica destinazione d’uso, e mi pare
possa interessare, non tanto
la vicenda particolare, ma
l’esposizione delle ragioni
d’ordine generale che la
sentenza espone chiaramente a sostegno del suo
32 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
Chi è obbligato a verificare
se l’immobile affittato
è idoneo all’uso?
giudizio, tanto che qui voglio riproporle.
Essa ricorda anzitutto che,
per costante giurisprudenza, nella locazione di un
immobile ad uso non abitativo, grava sul conduttore
l’onere di verificare che l’immobile sia tecnicamente adeguato allo scopo per il
quale s’intende adibirlo e
sia altresì idoneo per il rilascio delle autorizzazioni amministrative necessarie al
suo utilizzo.
Ne consegue che, in via di
principio, non è obbligo del
locatore conseguire tali autorizzazioni e che, anche se il
loro diniego dipende dall’inidoneità dal bene locato,
non si può pretendere la risoluzione del contratto per
suo inadempimento.
Il locatore potrà essere responsabile in ordine all’inidoneità dell’immobile ed al
mancato rilascio delle autorizzazioni necessarie per
l’attività cui deve essere adibito, solo in presenza di una
specifica pattuizione contrattuale, non essendo sufficiente l’enunciazione nel
contratto che il bene andrà
adibito ad un certo uso e l’attestazione del riconoscimento dell’idoneità dell’im-
mobile da parte del conduttore, per sostenerne la risolubilità.
In sostanza solo se venga
posta come condizione specifica a carico del locatore,
sia l’obbligo di apportare all’immobile le modifiche necessarie per consentire lo
svolgimento dell’attività
prevista, sia il fatto che presenti le condizioni affinché
esso abbia le caratteristiche
necessarie per il rilascio
delle autorizzazioni amministrative, egli sarà responsabile dell’inadempimento
con tutte le conseguenze del
caso.
❑
LEGISLAZIONE
Antonio Gnecchi
“Decreto per lo sviluppo”:
aspetti di diretto interesse
per lavori pubblici e urbanistica
I
l decreto legge licenziato il 5 maggio 2011 è stato pubblicato il 13 maggio e potrà subire modifiche in occasione della conversione in legge, che dovrà avvenire
entro il 12 luglio 2011.
Nel decreto vi sono molti aspetti di diretto interesse per il
settore dei lavori pubblici e dell’urbanistica.
Prendendo in esame solo quelli che riguardano l’edilizia e
l’urbanistica, possiamo riassumere quelle che sono le principali innovazioni introdotte:
1- modifica del procedimento per il rilascio del permesso di
costruire, in assenza di vincoli
2- modifica del procedimento per il rilascio del permesso di
costruire in presenza di vincoli
3- regolarizzazione automatica di talune modeste difformità
dal permesso di costruire
4- conferma dell’applicazione della Scia in edilizia per gli
interventi precedentemente ammessi con Dia
5- obbligo di trascrizione dei diritti edificatori oggetto di trasferimento
6- semplificazione nei procedimenti di rilascio permesso di
costruire in tema di acustica
7- pubblicazione sui siti informatici del comune degli atti costituenti il PRG o il PGT
8- Piani attuativi soggetti a Vas e loro competenze
9- nuovo Piano Casa
10- opere di urbanizzazione a scomputo
11- autorizzazione paesaggistica in presenza di coordinamento tra PRG o PGT e Piano paesistico regionale
12- esclusione dalla disciplina Parte I del Codice dei beni
culturali per le cose immobili la cui esecuzione non risalga
ad oltre 70 anni
Il Decreto Sviluppo contiene, tra l’altro, due principali novità in materia fiscale, quali sono:
1- la riapertura dei termini per la rivalutazione dei terreni edificabili agricoli
2- l’agevolazione IRPEF del 36% per i lavori di ristrutturazione residenziale.
Riprendendo, uno ad uno, i sopra indicati argomenti, si riportano le principali informazioni che si ritengono utili
prima di un commento più completo ed approfondito.
34 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
1- Rilascio del permesso di costruire secondo l’articolo 20
del Dpr 6 giugno 2001, n. 380.
articolo 5, comma 2, lettera a), punto 3)
PROCEDIMENTO DI RILASCIO PERMESSO DI COSTRUIRE
(in assenza di vincoli)
Art. 20 Dpr 6 giugno 2001, n. 380
Articolo 20 Dpr. n. 380/2001
60 giorni
Comuni<
100.000 ab.
120 giorni
Comuni >
100.000 ab.
Articolo. 22, co. 7
(in luogo della Dia)
75 giorni
(comma 11)
+ 30 giorni
(adozione provvedimento)
totale
90 giorni
totale
150 giorni
Nello specifico:
1- entro 10 giorni → comunicazione del responsabile del
procedimento (comma 2)
2- entro 30 giorni → richiesta integrazioni, per comuni <
100.000 abitanti (comma 5)
entro 60 giorni → richiesta integrazioni, per comuni >
100.000 abitanti (comma 7)
nuovo termine → riparte dalla data di presentazione
della documentazione integrativa (60 gg – i giorni intercorsi per presentare i documenti, per comuni < 100.000 abitanti (comma 5)
nuovo termine → riparte dalla data di presentazione
della documentazione integrativa (129 gg – i giorni intercorsi per presentare i documenti, per comuni > 100.000 abitanti (5 comma)
3- entro 60 giorni → richiesta modifiche di modesta entità
(per comuni < 100.000 abitanti)
↓
stabilito un termine → entro 15 giorni è necessario aderire
nuovo termine → rimane sospeso fino all’esito della richiesta di modifiche (comma 4)
entro 120 giorni → richiesta modifiche di modesta entità
LEGISLAZIONE
(per comuni > 100.000 abitanti)
↓
stabilito un termine → entro 15 giorni è necessario aderire
nuovo termine → rimane sospeso fino all’esito della richiesta di modifiche (comma 4)
4- entro 60 giorni → provvedimento finale (comma 3)
(per comuni < 100.000 abitanti)
↓
istruttoria – pareri – atti di assenso – valutazione di
conformità del progetto alla normativa vigente
proposta motivata di provvedimento, accompagnata
dalla relazione con qualificazione tecnico giuridica
dell’intervento
– rilascio del permesso di costruire
– diniego del permesso di costruire
entro 120 giorni Æ provvedimento finale (comma 3)
(per comuni >100.000 abitanti)
↓
istruttoria – pareri – atti di assenso – valutazione di
conformità del progetto alla normativa vigente
proposta motivata di provvedimento, accompagnata
dalla relazione con qualificazione tecnico giuridica
dell’intervento
– rilascio del permesso di costruire
– diniego del permesso di costruire
5- entro successivi 30 giorni → provvedimento finale: rilascio del permesso di costruire (comma 6)
(sia per comuni < 100.000 abitanti, sia per comuni >
100.000 abitanti)
6- entro successivi 40 giorni → provvedimento finale: diniego definitivo del permesso di costruire,
quando il responsabile abbia inviato il preavviso di diniego ex art. 10-bis legge n. 241/90 (comma 6)
(sia per comuni < 100.000 abitanti, sia per comuni >
100.000 abitanti)
7- dopo 90 giorni → silenzio assenso (comma 8)
(per comuni < 100.000 abitanti)
dopo 150 giorni → silenzio assenso (comma 8)
(per comuni > 100.000 abitanti)
N.B. sono fatte salve le disposizioni contenute nelle leggi regionali che prevedano misure di ulteriore semplificazione e ulteriori riduzioni di termini precedimentali. (comma 12)
2- Rilascio del permesso di costruire secondo l’articolo
20 del dPR 6 giugno 2001, n. 380
articolo 5, comma 2, lettera a), punto 3)
PERMESSO DI COSTRUIRE (in presenza di vincoli)
con delega al comune
(popolazione
< 100.000
abitanti)
senza delega al comune
popolazione
< 100.000
abitanti)
termine: entro 90 giorni
↓
1^ ipotesi → decorre dalla
data del relativo atto
di assenso (autorizzazione
paesistica)
termine: entro 90 giorni
↓
1^ ipotesi → autorizzazione
prodotta dall’interessato:
entro 90 giorni dalla data
di presentazione
dell’istanza
2^ ipotesi → diniego
dell’autorizzazione
paesistica
↓
termine: dopo 90 gg
→ silenzio/rifiuto
2^ ipotesi → autorizzazione
non prodotta
dall’interessato:
↓
conferenza di servizi →
termine: decorre dall’esito
della conferenza:
– favorevole (90 giorni)
sfavorevole: (dopo 90 gg)
→ silenzio/rifiuto
N.B. Per i comuni con popolazione > 100.000 abitanti, i termini previsti dal
comma 6, sono di 120 giorni per l’adozione del provvedimento conclusivo
,sempre secondo lo schema sopra riportato.
Per gli interventi edilizi minori per i quali è prevista la procedura semplificata introdotta del Dpr 9 luglio 2010, n. 139
↓
riduzione dei termini secondo tali disposizioni
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3- 35
LEGISLAZIONE
3- Regolarizzazione automatica di talune modeste difformità dal permesso di costruire
articolo 5, comma 2, lettera a), punto 5)
Non c’è parziale difformità per violazioni di:
– altezza
– distacchi
– distanze
– cubatura
– superficie coperta
nella misura inferiore al 2% delle misure progettuali per singola unità immobiliare.
Il decreto legge introduce una sorta di regolarizzazione automatica, sotto il profilo della normativa urbanistica edilizia,
delle lievi difformità verificatesi nella fase costruttiva rispetto al progetto originariamente assentito.
In tal caso non si applicano le sanzioni previste dall’articolo
34 per violazioni in parziale difformità dal titolo abilitativo.
4- SCIA (Segnalazione Certificata Inizio Attività)
articolo 5, comma 2, lettera b) e lettera c)
Il Decreto Sviluppo, modificando e interpretando l’articolo
19 della legge n.241/1990, fornisce diversi chiarimenti in
tema di SCIA (segnalazione certificata di inizio attività) ai fini
della sua applicabilità in ambito edilizio.
La SCIA sostituisce la DIA (denuncia di inizio attività) in edilizia, con esclusione dei casi in cui, in base alla normativa
statale o regionale, la denuncia sia alternativa o sostitutiva
del permesso di costruire (cd. SUPERDIA)
Il citato articolo 19 aggiunge le attività connesse all’edilizia
in zone sismiche, modificando il primo periodo del comma
1.
Nel caso di immobili vincolati, la SCIA opera una volta acquisito l’assenso dell’ente competente alla relativa tutela.
In questo caso, a mio parere, la dove fosse presentata la
SCIA per interventi in zona a vincolo, la stessa rimane inefficace fino alla presentazione dell’autorizzazione rilasciata
dall’autorità competente.
Per la SCIA in edilizia, il termine a disposizione dell’amministrazione comunale per adottare provvedimenti di divieto dell’attività e di rimozione degli effetti dannosi viene
ridotto da sessanta a trenta giorni.
Questo significa, diversamente da quanto introdotto dalla
legge 30 luglio 2010, n. 122, di conversione del DL n. 78/2011,
che la SCIA consente di iniziare subito l’attività di trasformazione edilizia, ma che l’azione di inibizione da parte dell’amministrazione comunale non può avvenire nei successivi sessanta giorni, bensì nei successivi trenta giorni dalla
36 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
sua presentazione, come avviene per la DIA.
La Scia può essere presentata mezzo posta con raccomandata con avviso di ricevimento che equivale alla ricezione
della stessa.
Vigilanza e sanzioni → quelle previste dal Dpr n. 380/2001 e
dalle leggi regionali
5- Trasferimento diritti edificatori
Trasferimento dei diritti edificatori (articolo 5, commi 3 e 4,
decreto legge n. 70/2011)
Articolo 2643, comma 1, del Codice Civile → trascrizione
degli atti
↓
Obbligo di trascrizione. È stato aggiunto all’elenco degli atti
soggetti a trascrizione anche il trasferimento dei diritti edificatori, al fine di equipararli ai diritti reali che consentano
la libera circolazione degli stessi a seguito della loro introduzione nelle normative regionali e nei conseguenti strumenti di pianificazione territoriale (PRG o PGT), nonché
nelle convenzioni urbanistiche ad esser relative.
6- Acustica (articolo 5, comma 5, D.L. n. 70 del 2011).
Alle norme in materia di acustica in edilizia di cui alla legge
n. 447 del 1995 è stata aggiunta una disposizione inerente il
procedimento per il rilascio del permesso di costruire secondo la quale, nei comuni che hanno provveduto al coordinamento dei propri strumenti urbanistici con la classificazione del territorio comunale in materia acustica, è consentito presentare l’autocertificazione di un tecnico abilitato
che attesti il rispetto dei requisiti di protezione acustica in
relazione alla zonizzazione acustica di riferimento.
7- Pubblicazione atti del PRG o PGT (e loro varianti) – art.
5, comma 6 3 comma 7
È fatto obbligo ai comuni di pubblicare sui propri siti informatici tutti gli atti gli allegati tecnici allegati alle delibere di
adozione o approvazione degli strumenti urbanistici,
nonché delle loro varianti.
Tale obbligo però decorre dopo 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto
8- Piani attuativi / VAS / Competenza (articolo 5, comma 5 e
comma 13)
LEGISLAZIONE
È stata introdotta una “semplificazione” nella procedura di
attuazione dei piani urbanistici da sottoporre a valutazione
ambientale strategica (VAS) e una disposizione per la competenza all’adozione e all’approvazione dei piani attuativi
compatibili al PRG (o PGT) ed in particolare:
a) quando il PA non comporta variante al PRG o al PGT e lo
strumento urbanistico generale, già in sede di VAS, abbia
definito le previsioni urbanistiche di dettaglio di questi ambiti → NO VAS
b) quando il PA comporta variante al PRG o al PGT → la VAS
(e la verifica di assoggettabilità) è limitata agli aspetti non
oggetto di VAS del PRG o del PGT
L’articolo 5, comma 13, dispone altresì che:
1- tutte le norme di cui ai commi precedenti (quindi anche
il comma 8 sui PA, soggetti a VAS), si applicano decorsi 60
giorni dall’entrata in vigore del decreto
2- dopo 60 giorni dall’entrata in vigore del decreto e fino all’entrata in vigore della normativa regionale, si applicano
altresì le due seguenti disposizioni:
a) mutamento di destinazione d’uso in deroga (articolo14,
Dpr n. 380/2001) purché compatibili o complementari
b) Piani attuativi (PA) compatibili con il PRG o PGT sono
adottati e approvati dalla Giunta Comunale.
Problemi applicativi (almeno due):
1- PA comunque denominati o compatibili con PRG o PGT
(PL o PII) approvati dalla Giunta Comunale e non dal Consiglio Comunale, svilito del suo ruolo di assemblea elettiva.
2- PA comunque denominati (PL o PII), devono rifare la VAS,
a meno che il PA specifichi le caratteristiche tecniche ed
edilizie degli interventi. E’ evidente che nessun piano di
programmazione urbanistica può, né deve, scendere a
definire piani volumetrici o a descrivere le caratteristiche
edilizie e tecniche, che sono invece prerogativa proprio
degli strumenti attuativi, con prolungamento dei tempi.
9- Nuovo Piano Casa (articolo 5, commi da 9 a 15) Æ per aree
degradate
Le norme sono applicabili, non solo per le abitazioni, ma
anche per edifici non residenziali, come magazzini, edifici
industriali.
Le regioni: devono approvare proprie leggi (entro 60 giorni
dall’entrata in vigore del decreto legge) per incentivare tali
iniziative, mediante anche la demolizione e la ricostruzione
del patrimonio esistente, prevedendo una volumetria aggiuntiva, la localizzazione di volumetrie in aree diverse, le
modifiche di destinazione d’uso compatibili o complementari e le modifiche della sagoma degli edifici.
Sono esclusi da tali benefici gli edifici abusivi, quelli in
centro storico o in aree a inedificabilità assoluta, mentre
sono compresi gli edifici “sanati”.
Dopo 60 giorni dall’entrata in vigore del decreto e sino all’entrata in vigore delle leggi regionali, è ammesso il rilascio
del permesso di costruire in deroga agli strumenti urbanistici ai sensi dell’articolo 14 T.U. dell’Edilizia anche per il
mutamento delle destinazioni d’uso purché si tratti di destinazioni complementari o compatibili (salvo il rispetto
delle leggi di settore e del D. Lgs. 42/2004).
Dopo 120 giorni dall’entrata in vigore del decreto, queste
premialità, fatta eccezione per gli edifici abusivi, quelli in
centro storico o in aree a inedificabilità assoluta e fatto salvo
il rispetto delle norme di settore e il D. Lgs. 42/04, si applicheranno fino all’approvazione delle specifiche leggi regionali.
Le regioni avranno 4 mesi di tempo per sbarrare la strada
alle norme del decreto, qualora non vogliano che sia applicata sul loro territorio.
Fino all’approvazione delle leggi regionali, la volumetria aggiuntiva da riconoscere agli edifici ammessi a tale beneficio,
è del 20% massimo del volume preesistente, se residenziale, ovvero, del 10% massimo della superficie coperta per
gli edifici adibiti ad uso diverso.
Quattro sono i premi riconosciuti:
1) volume aggiuntivo pari al 20% per gli edifici residenziali,
ovvero al 10% della superficie coperta edificabile ad uso
diverso
2) delocalizzazione delle volumetrie in aree diverse (ma comunque compatibili).
3) cambiamenti di destinazione d’uso compatibili o complementari
4) modifiche della sagoma necessaria per armonizzare architettonicamente gli edifici esistenti
10- Opere di urbanizzazione primaria a scomputo. (articolo 5, comma 2, lettera a), punto 2).
La norma ritiene che l’esecuzione diretta delle OO UU in
ambiti sottoposti a PA, comunque denominati, possa avvenire a favore del titolare del permesso di costruire, in quanto
disapplica l’articolo 122, comma 8, del D. Lgs. n. 163 del
2006.
Secondo tale articolo, per l’affidamento dei LLPP di cui all’articolo 32, comma 1, lettera g) (LL PP di privati, titolari di
permesso di costruire per l’esecuzione diretta OOUU a
scomputo totale o parziale del contributo di costruzione), si
applica la procedura prevista dall’articolo 57, comma 6, per
importi sotto soglia comunitaria, con invito di 5 soggetti con
il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa o del
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3- 39
LEGISLAZIONE
prezzo più basso.
Non essendo stato soppresso l’articolo 122, comma 8, ma
solo disapplicato, rimane inalterata la natura di opera pubblica soggetta alle disposizioni del Codice degli appalti, fissata nell’articolo 32 che il Decreto Legge ha lasciato inalterato.
Ne consegue che, alla luce del nuovo dettato normativo, l’esecuzione delle opere di urbanizzazione primaria, per importi sotto soglia, comporta l’affidamento in più e diverse
forme, secondo l’importo dei lavori, ottenendo l’effetto opposto della volontà del legislatore.
Va sa se che, oltre la soglia di 1.000.000 euro si procede solo
attraverso gli altri sistemi di gara ammessi dal Codice.
11- autorizzazione paesaggistica
Autorizzazione paesaggistica (articolo 4, comma 16, lettera
e) – modifica parte II del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, approvato con d.P.R. n. 42 del 2004).
Art. 146, comma 5, secondo periodo.
Si semplifica il procedimento di approvazione degli interventi edilizi nei comuni che abbiano adeguato gli strumenti
urbanistici alle previsioni dei Piani Paesistici Regionali facendo assumere al parere della Soprintendenza natura obbligatoria non vincolante e, ove non sia reso entro il termine
di 90 giorni dalla ricezione degli atti, si considera reso in
senso favorevole.
12- vincolo sugli immobili culturali.
Semplificazione dei procedimenti amministrativi relativi
alla Parte I del Codice dei Beni Culturali –
D. Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42.
Articolo 4, comma 16, lettera a) -: modifica articolo 10, comma 5
Art. 10, comma 5.
Salvo quanto disposto dagli articoli 64 r 178, non sono soggette alla disciplina del presente Titolo le cose indicate al
comma 1 … la cui esecuzione non risalga ad oltre 50 anni, se
mobili, o ad oltre 70 anni, se immobili, nonché le cose indicate al comma 3, lettera a) ed e), …. la cui esecuzione non
risalga ad oltre 50 anni.
Articolo 4, comma 16, lettera b) – modifica articolo 12, comma 1
Art. 12, comma 1.
Le cose indicate all’articolo 10, comma 1, … la cui esecuzione risalga ad oltre 50 anni, se mobili, o ad oltre 70 anni,
se immobili, sono sottoposte alle disposizioni della presente Parte fino a quando non sia stata effettuata la verifica
di cui al comma 2.
40 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
Di seguito si riportano, pure le principali novità fiscali introdotte dal Decreto Sviluppo.
1- riapertura termini per la rivalutazione dei terreni edificabili agricoli
Riapertura dei termini per la rivalutazione delle aree edificabili e dei terreni. (articolo 7, comma 2, lettere dd) e ee)
Il decreto in parola ha previsto la riapertura dei termini per
la rideterminazione del valore d’acquisto dei terreni edificabili ed agricoli, posseduti alla data del 1 luglio 2011, da
privati non esercenti non esercenti attività commerciale,
mediante la redazione di una perizia giurata di stima ed il
versamento di un’imposta sostitutiva delle imposte sul reddito, pari al 4% dell’intero valore rivalutato delle aree, da effettuarsi entro il 30 giugno 2012.
Per coloro che si sono già avvalsi della facoltà di rivalutare
le suddette aree ed intendano avvalersi nuovamente del
beneficio sono riconosciute alternativamente:
a) la possibilità di detrarre dall’imposta sostitutiva dovuta
per la nuova rivalutazione l’importo relativo all’imposta
sostitutiva già versata
Al fine del controllo della legittimità della detrazione, con
il provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate di approvazione del modello di dichiarazione dei
redditi, saranno individuati i dati da indicare nella dichiarazione stessa.
b) La possibilità di chiedere il rimborso della imposta sostitutiva già pagata, entro 48 mesi (ai sensi dell’articolo 38
del dPR 602/1973), decorrenti dalla data di versamento
dell’intera imposta o della prima rata relativa all’ultima
rideterminazione effettuata.
L’importo del rimborso non può essere comunque superiore all’importo dovuto in base alla nuova rideterminazione del valore effettuata,
c) La possibilità di richiesta di rimborso, con le stesse modalità e termini, anche per i versamenti effettuati entro la
data di entrata in vigore del presente decreto.
In sostanza, viene riconosciuto la facoltà di rimborso
anche per i contribuenti che abbiano, nel passato, operato una seconda rivalutazione dei propri immobili, ma
che non intendano aderire all’attuale rideterminazione.
Anche questi soggetti potranno richiedere il rimborso
dell’imposta sostitutiva già pagata, entro 48 mesi decorrenti dalla data di versamento dell’interra imposta o
della prima rata relativa all’ultima rideterminazione effettuata.
Nei casi in cui, alla data di entrata in vigore del presente
decreto, siano già decorsi 48 mesi dal versamento dell’imposta sostitutiva relativa all’ultima rivalutazione effettuata, la richiesta di rimborso potrà comunque essere
fatta entro il termine di 12 mesi a decorrere dalla medesima data di entrata in vigore del decreto.
LEGISLAZIONE
2- agevolazioni fiscali: detrazione IRPEF del 36% (articolo 7)
Per quanto attiene alla detrazione fiscale del 36% per le
ristrutturazioni residenziali, si segnala l’eliminazione
dell’obbligo di invio della comunicazione preventiva al
Centro Operativo di Pescara.
La comunicazione sarà sostituita, in dichiarazione dei
redditi, dei dati catastali dell’immobile oggetto di recupero e, per interventi effettuati direttamente dal detentore dell’immobile, gli estremi di registrazione del con-
tratto di locazione, o comodato e gli altri dati richiesti al
fine del controllo.
Per quanto riguarda gli altri documenti (fatture, bonifici,
etc.) gli stessi dovranno essere conservati dal contribuente ed esibiti su richiesta degli uffici verificatori.
Il decreto ha previsto, inoltre, l’eliminazione dell’obbligo
di indicazione, in fattura, del costo della manodopera utilizzata per l’esecuzione degli interventi agevolati.
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3- 41
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
Sandro Bani
Presidente fumisti Anfus
C
ome previsto dalle
norme giuridiche e
dal codice professionale il Direttore dei lavori
è il fiduciario del Committente per gli aspetti di carattere tecnico e risponde dell’osservanza dei titoli abilitativi nell’esecuzione dei lavori.
In questo articolo tratteremo il caso specifico della
supervisione all'installazione di un generatore di calore alimentato a combustibile solido con il relativo sistema di evacuazione dei
fumi.
Con l’entrata in vigore del
Dm 37/08 e a fronte degli orientamenti del Ministero
dello Sviluppo Economico,
l’installazione e la definizione stessa di impianto di
riscaldamento alimentato a
combustibile solido portano il caminetto e la stufa a
godere della stessa “dignità” tecnica a cui sono sottoposti gli impianti alimentati a combustibile liquido o
gassoso.
Perciò non parliamo più di
caminetti, ma di generatori
di calore così come sottolineato dal Ministero dello
Sviluppo Economico che
con la Circolare 1118/2010
annovera, ai fini della sicurezza, gli impianti alimentati
a biomassa legnosa tra gli
“impianti termici” di riscaldamento, a prescindere
dalla potenza utile del focolare.
Per questo motivo ricadono
nell’ambito di applicazione
del Dm 37/08 e la loro installazione deve essere realizzata da tecnici abilitati ai
sensi del decreto di cui
42 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
Responsabilità nell’installazione
di apparecchi di riscaldamento
a legna e di canne fumarie
sopra per la specifica declaratoria della lettera “C”.
Prima dell'entrata in vigore
del Dm n. 37 nel 2008, chiunque poteva installare caminetti e stufe e sistemi di evacuazione dei fumi; questa
anomalia normativa ha generato la preoccupante, atipica condizione in cui verte
il parco camini italiano rispetto agli altri paesi della
UE .
Precise norme regolavano il
settore molto prima di
questa data, ad esempio
quella relativa ai requisiti
generali dei camini, la Uni
firma apposta al certificato
di conformità da parte dell'installatore abilitato.
Per il Direttore dei Lavori,
non solo è fondamentale affidarsi a chi conosce le dinamiche non semplici e prettamente specifiche del funzionamento del sistema di riscaldamento a legna/pellet
che è influenzato da variabili
specifiche che ne determinano, oltre che la funzionalità, soprattutto la sicurezza
per gli utilizzatori e la durata
delle performance nel
tempo, ma è anche un obbligo di legge sottoposto a
plinate dal Dm 37 eseguiti
da aziende non abilitate.
Diventa perciò importante
assicurarsi che l'installatore
abbia i requisiti richiesti
dalla legge; il tecnico fumista deve essere abilitato,
mentre, al momento, non esiste un'abilitazione specifica per la manutenzione.
Ma la manutenzione non è
meno importante: una normativa specifica, la UNI
10847 descrive infatti nel
dettaglio le attività dello
spazzacamino, che può dare
un importante contributo
alla sicurezza, al rendimento
EN 1443, che è del 2000,
mentre la Uni 10683, che
tratta dei requisiti di installazione di generatori di calore alimentati a legna o da
altri biocombustibili, è del
1998.
Il più significativo cambiamento portato dal Dm 37 è la
sanzioni in caso di inosservanza.
Oltre alle sanzioni derivanti
dagli obblighi del decreto,
per le quali il Direttore Lavori ha responsabilità, il
comma 7 dell'articolo 15
dice che sono nulli tutti i
patti relativi ad attività disci-
e alla diminuzione dell'inquinamento.
Negli ultimi 10 anni abbiamo
assistito ad un aumento
preoccupante degli incendi
causati dall'errata installazione, dall’errato abbinamento apparecchio/impianto fumario e dalla man-
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
canza di manutenzione dell’impianto di evacuazione
dei fumi.
Il nostro paese paga 15 anni
di arretratezza rispetto ad
altri paesi europei, dove la
biomassa legnosa ha un
ruolo importante nella produzione di energia rinnovabile a impatto zero di CO2.
I
l problema della sicurezza ci pone di fronte
ad una maggiore responsabilità; dati alla mano,
sappiamo che gli incendi
che sono originati dalla presenza di camini sono classificabili in quattro tipologie e
precisamente:
1. incendio da fuliggine (l’incendio nasce all’interno
del camino, per combustione della fuliggine depositata sulla parete interna della canna fumaria,
le temperature superano i
1000°C e lapilli possono
fuoriuscire dal comignolo);
2. incendio esterno al camino per surriscaldamento dei materiali combustibili vicini alla parete
esterna del camino stesso);
3. incendio dovuto a perdite
della canna fumaria (gas
caldi oppure scintille);
4. l'incendio si sviluppa per
assenza di sigillatura tra il
camino e il torrino, la fuliggine accumulandosi in
questo spazio diventa facilmente infiammabile.
La norme Uni EN considerano incendi connessi a camini dovuti a:
• incendio esterno al camino
per surriscaldamento;
• incendio fuliggine (interno
camino);
In particolare la
norma Uni EN
1443 menziona:
• P.to 6.3.3 - Prevenzione degli
incendi che avvengono nelle
condizioni normali di funzionamento: «la temperatura massima dei materiali combustibili adiacenti
non deve essere
maggiore di 85
°C quando la
temperatura
ambiente è di 20
°C»;
Statistica incendio camino
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un aumento preoccupante degli incendi causati da malfunzionamento, errata installazione e mancanza di manutenzione dell’impianto di evacuazione dei fumi; i dati dei
comandi dei Vigili del Fuoco per l'anno 2009, ci restituiscono numeri preoccupanti: circa 10.000 incendi
da camino.
Estratto da statistica 2007 degli incendi tetto nella provincia di Brescia
Cause degli incendi di tetto (riferite al periodo ottobre 2007 – gennaio 2008)
Cattiva e/o mancata manutenzione camino 17,8 %
Realizzazioni non a regola d’arte del camino 52,9 %
Incendi avvenuti in cantiere 17,6 %
Altre cause 11,7 %
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3- 43
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
Targa di designazione secondo UNI 1443
Il progettista specificherà il contenuto della targa del camino in
conformità con regolamenti
nazionali. La targa sarà una piastra in metallo permanente e
indelebile
Ogni parametro di designazione
sarà di una classe almeno uguale o superiore secondo la
seguente sequenza:
--- T600 > T450 > T400 > T300 >
T250 > T200 > T160 > T140 >
T120 > T100 > T080;
--- H > P > N;
dove
T è la classe di temperatura;
P è la classe di pressione positiva;
N è la classe di pressione negativa;
O è la resistenza senza fuoco di fuliggine;
G è la resistenza con fuoco di fuliggine;
xx è la distanza ai combustibili;e per classe di corrosione:
A
W condizioni operative umide;
D condizioni operative asciutte;
1 è per gas e cherosene con un contenuto di zolfo<= 50 mg/m3;
2 è per olio leggero /legno in focolari aperti;
3 è per olio pesante/legno in stufe chiuse/carbone e torba.
• Pto 6.3.4 - Prevenzione
degli incendi che avvengono a seguito del fuoco di
fuliggine: «la temperatura
massima dei materiali combustibili adiacenti non deve
essere maggiore di 100 °C
quando la temperatura ambiente è di 20 °C e la temperatura di prova è di 1000 °C
per una durata di 30 minuti».
Le normative a cui abbiamo
44 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
fatto riferimento ci danno
indicazioni precise, ci informano sulle tecniche che presiedono alla corretta installazione a garanzia della sicurezza.
Ne consegue l’importanza
della comprensione della
designazione e della necessità di seguire le indicazioni
del costruttore.
La norme Uni EN prevedono
Ha il seguente significato:
T 600 - classe di temperatura
(significa temperatura nominale di esercizio fino a 600 °C
e la prova viene eseguita a
700°C);
N1 – classe di pressione (in
questo caso negativa. La
prova viene fatta a 40Pa di
pressione positiva e il condotto non deve perdere più
di 2 litri al secondo per m2)
D – il materiale ha le caratteristiche adatte per lavorare a
secco (W può lavorare ad umido);
V2 – classe di resistenza alla
corrosione (V2 comprende i
combustibili solidi);
G - provato a incendio fuliggine (in caso contrario lettera O);
e infine xx la distanza da materiali combustibili (espressa in mm, es: G50 significa 50
mm di distanza di aria libera).
che ogni camino sia dotato
di “designazione” mediante
codici.
Dalle specifiche norme di
prodotto si ricava la “designazione” della canna fumaria relativa; un esempio
di designazione per il metallo, dove la normativa di riferimento è la Uni EN 1856/1
EN 1856-1 è: T 600 N1 D V2L50050 G50.
rriviamo quindi
alla conclusione
che per ottenere
un impianto di riscaldamento sicuro ed efficiente è
fondamentale, oltre a utilizzare prodotti ad alto rendimento che garantiscano la
migliore resa del calore e la
minore emissione di incombusti in atmosfera:
• realizzare l’ottimale abbinamento impianto fumario/apparecchio di combustione;
• affidarsi, per la scelta e l’installazione, a tecnici fumisti
abilitati;
• affidarsi, per la manutenzione programmata, a spazzacamini qualificati.
❑
SCUOLA
Fulvio Negri
I
l nesso fra il bene e
l’utile è questione
che attraversa tutto il
pensiero occidentale fin dai
presocratici: da sempre è in
giuoco la direzione verso la
quale orientare lo sviluppo
collettivo e collocare in esso
il ruolo del singolo.
Analogamente, pur con le
debite distinzioni, accade
per il rapporto fra educazione ed istruzione.
Dico subito che sono tra
quelli che pensano che i
comportamenti socialmente
virtuosi (e di conseguenza
l’attenzione formativa rivolta ad essi) in tempi
medio-lunghi siano raccomandabili non solo sul
piano etico (alto e nobile e
nondimeno opinabile), ma
anche su quello pratico,
delle condizioni materiali,
del successo scolastico e lavorativo.
Due le evidenze principali:
l’uomo in armonia con se
stesso e con il prossimo è
più sereno e felice ed il professionista corretto è più apprezzato, affidabile e
dunque con più mercato.
Ritengo pertanto che la crescita civile della persona sia
compito della scuola superiore tanto quanto la preparazione del tecnico, soprattutto in una temperie come
l’attuale insidiata dalla tentazione di deregulation e da un
agonismo esasperato in
danno di una visione comunitaria.
Perché tornino di attualità il
senso della misura e del decoro, la voglia di legalità e di
legami solidali, il primo obiettivo da perseguire è rappresentato dal pieno svi46 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
Fra educazione ed istruzione
luppo della persona nella
costruzione del sé in termini
di autonomia, responsabilità e consapevolezza delle
proprie qualità e dei propri
limiti (il “conosci te stesso”
di socratica memoria).
È indispensabile che il processo avvenga in una positiva interazione con la realtà
naturale ed entro un quadro
di corrette relazioni sociali
(torneremo in una prossima
puntata sull’argomento
della relazionalità, dote fondamentale per un’attività
come quella che attende il
futuro geometra, figura che
si interseca continuamente
con altri soggetti, siano essi
clienti o collaboratori, committenti o amministratori,
individui o istituzioni).
Parallelamente, con metodologia fondata sul coinvolgimento, va promossa la
condivisione e l’osservanza
delle regole che rendono
possibile un ordinato ed
equo funzionamento della
comunità. Su questa premessa si innescano poi le urgenze dettate dall’era della
globalizzazione e del cambiamento continuo: al cittadino di domani vanno consegnati nuovi mezzi interpretativi riguardo all’evoluzione dell’umanità nel
tempo e nello spazio.
Alcuni di tali strumenti sono
trasversalmente funzionali
alle attività dei vari segmenti produttivi (la comuni-
Costituito presso l’Istituto Tartaglia
l’IFTS per “Tecnico superiore di cantiere”
con decreto della Regione Lombardia
Con soddisfazione abbiamo preso visione del Decreto 5576 emesso in
data 20/06/11 dalla Regione Lombardia.
In esso si legge che la Commissione esaminatrice, prevista dall’Avviso
Pubblico per la realizzazione nel triennio 2011-2014 di un’offerta formativa di 3 corsi post-diploma IFTS , ha inserito, fra i 24 progetti ammessi
e finanziati, quello finalizzato alla formazione della figura professionale del
“Tecnico Superiore di cantiere” elaborato da una partnership comprendente oltre al nostro Collegio, l’ITG Tartaglia, la Scuola Edile bresciana,
l’Assessorato alla Pubblica Istruzione della Provincia di Brescia, il Collegio
dei Costruttori di Brescia, l’Università agli Studi di Brescia Facoltà di Ingegneria. La prima edizione che partirà nel prossimo settembre;nelle successive tornate il profilo di riferimento potrà essere parzialmente variato
per raccogliere eventuali nuove esigenze della categoria o comunque
del comparto costruzioni,ambiente,territorio.
Si tratta di un risultato particolarmente importante della collaborazione
del costituendo polo di settore che consentirà a 25 diplomati di incrementare il proprio portfolio formativo con un’opzione diversa da quella
accademica, ma che nelle edizioni passate ha riscosso un notevole successo anche sotto il profilo occupazionale per la rilevanza professionale
del profilo.
Il Collegio Geometri di Brescia ha deliberato di considerare l’anno di frequenza come periodo valido ai fini del praticantato.
Per informazioni rivolgersi all’ITG Tartaglia.
cazione sia in lingua madre
che in quelle straniere, la
padronanza dei modelli matematici ed informatici, il rigore logico-scientifico, il
possesso delle tecnologie
digitali), altri sono proprio
tarati sul versante formativo
(la consapevolezza culturale, le competenze sociali e
civiche, lo spirito di iniziativa ed imprenditorialità e
soprattutto l’imparare ad
imparare, qualità determinante per garantire la disponibilità all’innovazione).
I
compiti assegnati alla
formazione della personalità e del piano
valoriale sono quindi più numerosi e complessi rispetto
al passato e tuttavia assolutamente irrinunciabili.
Il prof. Tonoli, in un suo recente saggio, definiva felicemente l’educazione come
«matrice generativa della
prassi»: la sua significatività
dipende in larga parte dal
senso attribuito all’esistenza. La mancanza di significato produce come effetto collaterale «o l’assuefazione acritica all’esistente
o l’irrimediabile estraneità
alla vita, con la conseguenza
pratica di un atteggiamento
caratterizzato da disaffezione, dispersività, improvvisazione, ricerca dello stimolo immediato e mancanza di gusto delle cose
fatte bene».
Le ricadute sull’esercizio
dell’arte appaiono scontate.
Allora dove e come realizzare il rafforzamento del
processo educativo?
Con i media in larga parte
decisamente poco probabili
SCUOLA
come agenzie formative è
ovvio che i luoghi deputati
all’impresa siano naturalmente la famiglia (che però è
talora a corto di tempo, e
forse di energia, per seguire
da vicino i figli) e anzitutto la
scuola, ambito per eccellenza della trasmissione dei
temi culturali e civili. Ma
grande valenza hanno anche
gli studi, le aziende o gli uffici tecnici dove gli allievi effettuano in situazione reale
lo stage prima e il praticantato
poi; lì, con guide diverse da
quelle usuali, i tirocinanti
possono testare l’importanza del loro lavoro futuro e
ricavare esempi di onesta
ed efficace interazione del
professionista col territorio
e con la popolazione. Operatività tecnica e stimolo alla
crescita complessiva della
persona non sono polarmente opposti, anzi.
L’
intenzione dell’educazione alla socialità non va pertanto confinata solo in una
nicchia dedicata che un
tempo era la materia collegata alla storia ed intitolata
“Educazione Civica” ed ora è
denominata “Cittadinanza e
Costituzione”, la quale pure
ha uno specifico ruolo importante. L’impulso formativo ha da essere trasversale
a tutte le discipline: la visita
guidata ad un cantiere può
fornire al docente di costruzioni o di topografia e al tutor
aziendale un’occasione di
lezione sulla legalità e sulla
sicurezza efficace tanto
quanto l’ora di diritto in aula.
Analogamente progetti sul
campo e studi di fattibilità
che molti istituti elaborano
permettono di far crescere,
oltre alle competenze disciplinari, la sensibilità verso
temi come l’ambiente, la difesa del patrimonio paesistico ed artistico, lo sviluppo
sostenibile, la storia urbanistica e democratica della
città.
Ho in mente diverse esperienze condotte dal Tartaglia
spesso con il sostegno tangibile del Collegio e di altri
partners: il lavoro multidisciplinare sul Vittoriale degli Italiani, la pubblicazione su
Piazza della Loggia, l’analisi
di San Pietro in Lamosa, alcune piste ciclabili disegnate per la Provincia, piani
di intervento per la messa in
sicurezza o di ristrutturazione di spazi adiacenti alcuni plessi di scuole primarie, per giungere al cospicuo volume intitolato alle
“Vie della Libertà”, contributo storiografico sulla
mappa del potere fascista e
della nascente opposizione
democratica nella nostra
città. Circa il sentimento di
appartenenza ricordo infine
due lavori di ricerca ed organizzazione della memoria
storica e dell’identità dell’Istituto e della sua popolazione, a complemento del
volume “La Scuola dei Geometri” del binomio D’AddaVenturini: l’allestimento di
un museo interno per custodire documenti, strumenti,
attrezzature, plastici, materiali, collezioni appartenenti
al Tartaglia dalle origini
(1862) ad oggi. E poi il volume che raccoglie le lettere
dal fronte del primo conflitto
mondiale scritte da allievi
della scuola in trincea in attesa dell’ultima battaglia,
dal quale è stata tratta una
rappresentazione teatrale:
in questo modo vivo gli studenti sono stati in grado di
comprendere la tremenda
dimensione della guerra,
oltre che il sentire drammatico dei loro fratelli maggiori.
E così è avvenuto in altri Istituti della provincia.
Tutte le discipline pertanto,
non solo quelle di indirizzo,
possono cooperare ad una
La distribuzione della rivista “Il geometra bresciano”
negli Istituti tecnici della provincia di Brescia
La nostra rivista é da anni a disposizione degli alunni dell’ultimo biennio degli Istituti tecnici per geometri
della provincia di Brescia a cui il Collegio la invia per la distribuzione.
Ecco l’elenco delle Scuole interessate:
– Istituto d’istruzione Superiore “Bonsignori”, indirizzo geometri, Remedello, copie
– I.T.C.G. “Luigi Einaudi” di Chiari, copie
– Istituto d’Istruzione Superiore “Grazio Cossali”, Orzinuovi, copie
– Istituto Tecnico Statale per geometri “N. Tartaglia”, Brescia, copie
– I.T.C.O. “Cesare Battisti”, Salò, copie
– I.T.C.G. “Teresio Olivelli”, Darfo Boario Terme, copie
– Istituto d’Istruzione Superiore “Vincenzo Capirola”, Leno, copie
– Istituto Superiore “Primo Levi”, Sarezzo, copie
– Istituto d’Istruzione Superiore “F. Meneghini”, Edolo, copie
– Istituto d’Istruzione Superiore “G. Antonietti”, Iseo, copie
– I.T.C.G. “Luigi Bazoli”, Desenzano del Garda, copie
– Istituto “San Francesco”, Brescia, copie
Sommano copie
44
62
18
201
46
81
31
24
21
38
20
24
610
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3- 47
SCUOLA
sintesi fra obiettivi professionali e finalità educative.
R
iguardo allo stile e
al registro di proposizione è auspicabile che non si trattino i
valori civici assumendo
come veicolo di comunicazione il sussiego o peggio il
cipiglio della predicazione:
non v’è nulla di più improduttivo nel rapporto insegnamento-apprendimento
che tentare di indurre
un’ammirazione preventiva
per concetti, giudizi ed autori proposti dal docente.
Gli adolescenti hanno bisogno di scoprire con esperienza diretta la validità dei
48 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
principi etici che poi fanno
propri con convinzione.
In ciò vale ancora l’affermazione di John Locke per il
quale la morale è una
scienza dimostrativa.
Non va somministrato agli
allievi un astratto ideale di
vita, ancorché ineccepibile:
la cosa in sé o in quanto dettata dall’autorità generalmente non entusiasma gli
studenti, che sempre di più
riconoscono autorevole l’adulto che dimostra nei fatti
di meritare considerazione.
La bontà delle norme sociali
è appetibile per loro non
sulla base di principi autoevidenti, ma sulla scorta della
loro capacità di risolvere si-
tuazioni oggettive.
I giovani, in larga maggioranza, sono molto più disposti ad osservare gli obblighi imposti al gruppo se
questi hanno come effetto la
disciplina e l’armonizzazione dei desideri e i diritti
dei singoli, insieme alla risoluzione dei conflitti. Posso
garantire per esperienza diretta che così sono pronti a
convenire che un sistema
ordinato con norme condivise consente, oggi nelle
scuole, ma domani nell’attività lavorativa, l’emergere
delle qualità di ciascuno in
armonia con quelle degli
altri, al riparo della sopraffazione e dell’arbitrio che ne-
gano il merito e i diritti.
Conseguentemente appare
chiaro anche a loro che rispettare l’altro e le regole
non è solo socialmente doveroso (considerazione comunque rilevante per chi
crede per fede o per ragione
ad una umanità solidale),
ma è necessità statutaria
connessa al futuro professionale.
Nell’odierno contesto tutto
ciò sembra una chimera? Risponderò con Goethe:
«Tutto ciò che puoi fare, o sognare di poter fare, incomincialo».
❑
SCUOLA
Stefano Benedini
Cosa pensano
gli studenti del Tartaglia
della loro futura previdenza?
L
a presentazione
del Rapporto Annuale dell’Inps alla
Camera dei Deputati, il 25
maggio scorso, ha rappresentato l’occasione per diverse e doverose riflessioni
in materia di previdenza sociale. Il Rapporto parte dall’analisi del contesto interno
e internazionale nel quale si
è sviluppata l’azione dell’Istituto durante lo scorso
anno per poi scendere nello
specifico dei suoi diversi
ambiti di competenza, come
la gestione dei flussi finanziari, le prestazioni pensionistiche e l’osservatorio su
imprese e lavoratori. Il Rapporto è concluso da un glossario, utile strumento di interpretazione per orientarsi
tra definizioni dai significati
di non sempre immediata
comprensione per chi non
ha dimestichezza con la terminologia tecnica dell’argomento.
Nell’introdurre il documento, il presidente dell’Inps dott. Mastrapasqua ha
subito evidenziato come i
dati presentati siano da leggere «in stretta continuità
con quello che lo ha preceduto e forse con quello che
lo segue» e quindi in relazione al triennio 2009-2011
che consente di «tracciare
un percorso in cui questa
crisi finirà per diventare soprattutto un brusco cambiamento di paradigmi, di modelli e di abitudini».
Un “cambiamento” quindi di
pressante necessità, determinato dal mutamento che
la crisi ha imposto e nel
quale vanno coinvolti sollecitamente i giovani, per quel
50 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
sano senso di attenzione
che una società responsabile deve avere nei confronti
del proprio futuro.
Ed è proprio con questo
senso di responsabilità che
il Collegio dei geometri di
Brescia ha operato per proporre, in collaborazione con
la dott.ssa Tempera del
Cipag (Cassa italiana previdenza assistenza geometri?) e con il preside dell’Istituto tecnico “Tartaglia”, prof.
Taddei, ai circa 450 studenti
delle classi III, IV e V del medesimo istituto la giornata
“A scuola di previdenza”
promossa dal ministero del
Lavoro e delle Politiche Sociali e dal ministero dell'Istruzione.
«Condividiamo gli obiettivi
del governo nel diffondere la
cultura previdenziale – ha dichiarato il presidente della
Cassa geometra Fausto Amadasi – con l'intento di far capire ai giovani quanto sia im-
SCUOLA
Nelle due fotografie centrali in alto la
platea degli studenti dell’ultimo
triennio dell’Istituto tecnico per
geometri “Tartaglia” in occasione
della giornata “A scuola di
previdenza” tenutasi nell’Aula
magna del medesimo Istituto.
Sotto, a sinistra, il geom. Giovanni
Platto, Presidente del Collegio
geometri di Brescia.
A destra, in basso, il tavolo dei
relatori
rante il praticantato.
Analoghe considerazioni
sono state esposte dal
geom. Piotti nel suo intervento: la complessità e la vastità del problema pensionistico implica che questo sia
affrontato dallo studente
con attenzione non appena
questi si affacci al mondo del
lavoro, soprattutto alla luce
delle imminenti riforme in
via di approvazione e che riflettono la direzione nella
quale si sta andando: prolungamento del lavoro, innalzamento progressivo
dell’età pensionistica, inserimento nel calcolo della
pensione di meccanismi che
tengano conto dell’aumentata speranza di vita; attenportante non solo essere
informati, ma anche responsabili rispetto al tema della
costruzione della pensione,
che rappresenta un tassello
fondamentale nel proprio
percorso di vita».
L’
opera del Collegio
si è concretizzata
nell’impegno profuso nell’evento dal suo presidente Giovanni Platto e
dai rappresentanti provinciali della Cassa geometri
Giuseppe Bellavia, Dario
Piotti e Paolo Fappani, che
hanno esposto ai ragazzi, la
proposta dalla Cipag, valorizzandone e arricchendone
il contenuto con elementi
della loro esperienza professionale.
L’espressione dell’attenzione che questi professionisti nutrono verso le nuove
generazioni si è evidenziata
nell’intervento introduttivo
del geom. Platto, il quale ha
ricordato agli studenti come
il problema della pensione
non sia assolutamente da
sottovalutare, considerandolo né una realtà lontana
dalla propria, né cedendo
alla sfiducia e ai dubbi che
possono nascere di fronte
alla situazione economica
attuale; è necessario ricordarsi che «la previdenza va
affrontata e difesa fin dal
primo giorno di lavoro» iscrivendosi alla Cassa già du-
zione – come sottolineato
dal geom. Bellavia – che sarebbe auspicabile diffondere anche tra gli appartenenti alla categoria già operanti in campo professionale, spesso disattenti ai
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3- 51
SCUOLA
Da sinistra in senso orario: il prof.
Paolo Taddei, Preside dell’Istituto
tecnico “Tartaglia”, i geometri Dario
Piotti, Giuseppe Bellavia e Paolo
Fappani, relatori dell’incontro sulla
Previdenza
studenti all’incontro del 25
maggio registrata
dai quotidiani locali è stata positiva
per l’attenzione
loro rivolta: non li
ha lasciati affatto
indifferenti, raccogliendo tuttavia risposte di diverso
segno: di soddisfazione per la proposta utile a chiarire un aspetto dell’esercizio della libera professione
alla quale una
parte di loro è orientata; di indifferenza, per quelli
che ritengono il
tema della pensione “anacronistico” e con scarsi
risvolti pratici.
La redazione de “Il
geometra bresciano”, al fine di chiarire più a fondo
come è stato recepito l’evento e fornire indicazioni
circa la sua evenpropri diritti e doveri previdenziali: Bellavia ricorda
spesso quanto sia scarsa
l’attenzione ai condoni per i
modesti importi richiesti
dalla Cassa Nazionale Previdenza, che rischiano, se non
effettuati, di vanificare anni
validi per il calcolo della
pensione.
Il cambiamento culturale ripreso negli interventi da
tutti i relatori e anche dal
prof. Taddei è quello di orientare gli studenti verso
una cultura del risparmio
52 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
per consentire maggiori sicurezze per il futuro.
La presentazione ha toccato
in modo sintetico diversi argomenti riconducibili a tre
punti principali: il primo, nel
quale si è illustrato da dove
è nata e da quali valori si è
sviluppata la concezione del
diritto previdenziale nel nostro Paese, il secondo, in cui
si è approfondito il tema
della contribuzione e il
terzo, conclusivo, nel quale
sono stati elencati i servizi e
i vantaggi che la Cipag offre
ai giovani geometri iscritti.
All’iniziativa è
stata collegata la
creazione di una
pagina web, indirizzo http://ungiornoperilfuturo.com/, che
consente agli studenti di approfondire i temi
trattati con ulteriore materiale
informativo.
La reazione degli
SCUOLA
Il prof. Paolo Taddei mentre
introduce il tema dell’importanza
sociale della previdenza nel mondo
del lavoro
tuale riproposizione in altri
Istituti tecnici, ha approfittato dell’incontro di fine
anno scolastico dei rappresentanti degli studenti per
sondarne gli umori: Mattia
Zappa, della classe V/E, ha
espresso condivisione con
le osservazioni formulate
dai suoi colleghi, per i quali
il tema della previdenza è
una necessità molto distante dalla realtà attuale di
studente, seppur prossimo
all’esame di Stato e, quindi,
vicino a operare la scelta tra
la prosecuzione degli studi e
l’inizio dell’attività lavorativa; l’incontro – secondo lui
– è stato l’occasione per riflettere sulla “pensione” ma,
con lo spirito pratico che caratterizza i ragazzi in questa
età, Mattia segnala come
l’argomento trattato avrebbe potuto acquisire maggior
efficacia e coinvolgimento
se arricchito di più numerosi
esempi concreti su cui discutere: parere del resto
condiviso anche dagli altri
rappresentanti.
A supporto di questa segnalazione gli studenti Pietro
Gardoni e Roberto Lupo,
classe III/D, hanno ritenuto
utile suggerire agli organizzatori dell’incontro, l’utilizzo
dei loro siti internet come lo
strumento migliore per aggiornare gli studenti sull’evolversi dello scenario pensionistico a lungo termine e
per illustrare meglio la sua
dimensione e la direzione
da seguire.
Rispetto all’utilità di ripetere l’evento anche in altri Istituti tecnici, gli studenti si
sono detti favorevoli, assecondando la decisione del
preside Taddei di coinvolgervi gli studenti del triennio, proprio in relazione al
fatto che i programmi didattici vi prevedono l’insegnamento di materie economiche.
I rappresentanti degli studenti interpellati hanno apprezzato l’utilità della proposizione del tema della
previdenza, ben sapendo
che, a differenza degli studi
liceali,quelli tecnici consentono un ingresso più diretto
nel mondo del lavoro; nonostante ciò molti hanno manifestato un diffuso senso di
incertezza per il proprio futuro. Uno dei motivi di questa incertezza potrebbe dipendere a nostro avviso dal
processo di licealizzazione
che ha coinvolto gli Istituti
tecnici, insinuando negli
studenti una forma di smarrimento, una affievolita determinazione negli studi e
nel perseguire la strada
scelta.
C
ome dice Federica
Bellomi della V/D
– una classe con
una “quota rosa” molto più
consistente della media del
Tartaglia – , spesso i soli studenti che hanno ben chiaro
il loro ruolo al termine degli
studi sono quelli che possono contare sull’impiego
nell’impresa di famiglia.
Il clima di incertezza sul proprio futuro immediato non
aiuta i giovani ad avvicinarsi
positivamente al problema
della futura previdenza che
si è inteso presentare loro.
Non c’è mai nessuna sicurezza assoluta di cui possiamo essere certi e che pos-
siamo indicare gli uni agli
altri ma è stato così singolare
percepire tanto disorientamento tra i ragazzi che non
possiamo non auspicare che
gli Istituti, il Collegio, le altre
associazioni di rappresentanza del settore e il mondo
accademico, possano collaborare per dare loro risposte
concrete e strumenti per
renderli professionalmente
qualificati e stimati.
Desideriamo ringraziare gli
studenti del Tartaglia per la
collaborazione e la disponi-
bilità al dialogo che hanno
mostrato negli incontri; auspichiamo il meglio per il
loro futuro e che, con i loro
colleghi degli altri Istituti, utilizzino la rivista del Collegio per segnalare considerazioni sugli studi che stanno vivendo o riferendo le esperienze dei loro tirocini
formativi o del praticantato
in cui siano coinvolti. Li pubblicheremo volentieri dedicando loro attenzione.
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3- 53
SCUOLA
Stefano Benedini
A
l termine dell’Anno
scolastico, presso
l'Aula magna dell'Istituto Statale per Geometri
"N.Tartaglia", si è tenuta
l'annuale cerimonia di premiazione degli alunni ritenuti più meritevoli, evento
coordinato dal Preside dell'Istituto dott. Paolo Taddei .
Il Preside dell'Istituto è stato
affiancato nella consegna
degli assegni dal Presidente
del Collegio geometri della
provincia di Brescia geom.
Giovanni Platto, dal Segretario geom. Armido Bellotti
e dal Tesoriere geom. Giuseppe Bellavia, in rappresentanza del Consiglio Direttivo del Collegio geometri che ha contribuito alla
realizzazione di questa lodevole e doverosa iniziativa. L'occasione ha consentito di far intervenire anche il
Lions Club Brescia Cidneo
rappresentato dal dott. ing.
Pier Silvano Biazzi, per la
consegna di un premio
messo a disposizione dal
Club.
I nominativi degli alunni meritevoli erano stati comunicati al Collegio dall'Istituto
stesso, ed erano stati individuati applicando rigidi ed irreprensibili criteri di scelta
affinchè il riconoscimento
potesse essere destinato
nella misura più corretta; il
riconoscimento all'impegno
dimostrato, consistente in
un simbolico sostegno economico, è stato consegnato
in modo uguale agli studenti
Ferrari Mattia ed Antonelli
Angelo (V/C), Marca Erika
(V/F), Shahzad Khuram
(V/G), Colombi Mattia
(IV/B),Thisera Warnakulasu54 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
Borse di studio al ”Tartaglia”
con il contributo
del Collegio geometri di Brescia
riya, Levchenko Serhiy e Lumini Jessica (III/A), Cominardi Federico e Mazzei Damiano (III/B), Petrosino Cristian (III/C), Arvisi Simone e
Aftab Qasim (III/E), Faustini
Ivan e Giubellini Matteo
(II/A),Tanghetti Linda (II/F),
Tomasoni Franco (II/G), Tamussi Giulia (II/H).
Alla premiazione di questi
studenti si è aggiunta quella
di Filippo Valotti, per il
quale era pervenuta al Collegio una segnalazione supplementare a riconoscimento di una particolare assiduità e dedizione nell'applicarsi agli studi, e al quale
è stato fatto dono di un notebook perchè potesse aver
modo di utilizzare un supporto allo studio adeguato a
necessità particolari.
Grande soddisfazione è
stata espressa dai premiati,
dal Preside dott.Taddei e
dal Collegio per questa iniziativa che va ad aggiungersi
a tutte le altre iniziative che
questo ente promuove da
sempre a sostegno degli studenti di diversi Istituti per
geometri della provincia di
Brescia.
È poi seguita la consegna del
riconoscimento messo a disposizione dal Lions Club
Brescia Cidneo assegnato
alla studentessa Kote Antonela che attualmente frequenta la Classe V sez. A del
corso serale per geometri
per i positivi risultati scolastici raggiunti. Il premio è
stato consegnato dall'ing.
Pier Silvano Biazzi, Past President del Lions Club Brescia Cidneo.
❑
SCUOLA
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3- 55
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
Gina Ducoli
Consigliere dell’Associazione
Geometri di Valle Camonica
L’
Associazione
Geometri di Valle
Camonica non è
l’unica realtà associativa
sorta a sostegno del Collegio
professionale principale: ne
è esempio l’Associazione
Geometri della Castellana
di Castelfranco Veneto (Tv).
Tale associazione è stata costituita nella primavera del
1996 e quindi è già attiva sul
territorio da ben 15 anni.
Scopo primario dell’associazione è quello di promuovere
la formazione professionale,
la conoscenza, l’aggiornamento, il sapere e per ultimo,
ma non per questo meno importante, la collaborazione
tra colleghi geometri al fine di
costruire rapporti e avviare la
cultura del confronto.
Il tutto con lo spirito comune
che proprio la cultura del
56 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
Le Associazioni dei geometri:
una realtà sempre più frequente
per migliorare e crescere
confronto tra i colleghi, dai
più giovani ai più anziani di
professione, rappresenti il
punto di forza per rilanciare e
consolidare la figura del geometra libero professionista.
Attualmente il Consiglio Direttivo di quella associazione è composto da sette
membri:
lucio Gazzola (Presidente);
Sergio Fontanive (Vicepresidente); Matteo Lucietti (Segretario); giovanni Parolin
(Tesoriere); Fabio Civiero, Iginio Libralato, Gianni Perin
(Consiglieri).
L’associazione ha promosso
varie iniziative di collaborazione con le amministrazioni
comunali a livello mandamentale ovvero tra i comuni
di Castelfranco Veneto, Loria,
Castello di Godego, Riese Pio
X, Resana e Vedelago.
In particolare è stato costituito con la Confartigianato
locale un rapporto di sinergia sulle problematiche
che vedono le imprese edili
e i geometri liberi professionisti confrontarsi tutti i giorni
nei cantieri.
Anche gli aspetti legali vengono valutati grazie al rapporto di collaborazione costruito con gli avvocati della
zona con l’obiettivo medesimo di discutere preventivamente dei problemi o
delle varie tematiche che
qualche volta portano l’avvocato “contro” il progettista
o il direttore lavori.
L’Associazione Geometri di
Valle Camonica è vicina ai
colleghi dell’Associazione
della Castellana con i quali
mantiene rapporti di confronto e scambio di idee per
migliorare e poter fornire ai
geometri un supporto importante nella formazione
tecnica continua.
L
a primavera scorsa
è stato organizzato
un incontro conviviale tra le due associazioni;
in quella sede è stato anche
possibile approfondire le
tematiche e le problematiche che entrambe incontrano nel far conoscere e
sensibilizzare i colleghi geometri sull’importanza della
partecipazione all’associazione.
L’Associazione Geometri di
Valle Camonica infatti è intenzionata a crescere e a migliorare grazie alla partecipazione e all’impegno di
tutti gli iscritti.
Grande novità per l’anno in
corso è l’individuazione di
una nuova sede posta a
Breno, nella media Valle Camonica; scelta dettata da
motivi logistici e dalla disponibilità del Sindaco alla
concessione gratuita di alcuni locali di proprietà comunale.
Oltre alle formalità burocratiche è in corso la preventivazione di alcune opere di
manutenzione necessarie all’insediamento effettivo che
si prevede possa avvenire
dopo l’estate; a tal proposito
i colleghi che volessero dare
la propria disponibilità all’allestimento dei nuovi uffici saranno ben accetti.
La sede brenese sarà quindi
il nuovo punto di riferimento
per gli associati e un ulteriore ausilio per la formazione professionale.
In attesa di tale nuova collo-
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
cazione l’associazione si è
comunque data da fare, infatti sono stati organizzati,
anche in collaborazione con
il Collegio geometri e geometri laureati della provincia di Brescia, i seguenti
corsi ed eventi formativi:
– corso relativo ai preliminari di compravendita;
– corso per mediatori-conciliatori (terminato il 14
maggio);
– corso per certificatori energetici (iniziato il 18 maggio e
tutt’ora in fase di svolgimento);
– corso di aggiornamento
per coordinatori per la progettazione ed esecuzione
dei lavori;
– corso di aggiornamento catastale (pregeo 10 e docfa
4.0);
– seminario “Alpi senza
ghiacciai? Come stanno
cambiando le nostre montagne” - incontro con il prof.
Claudio Smiraglia;
– seminario “Rete natura
2000: un’opportunità, una
sfida” - incontro con il prof.
Carlo Andreis;
– seminario “Università e lavoro” - incontro con il Presidente dell’Ordine dei dottori agronomi e dottori forestali.
Si rinnova dunque l’invito ai
colleghi geometri valligiani
a visitare il sito dell’associazione www.geometridivallecamonica.it per consultare
gli appuntamenti già fissati
per l’anno 2011 e ad interagire con l’attività associativa
tramite suggerimenti e consigli all’indirizzo di posta elettronica [email protected]
❑
Costituita la Sezione bresciana
dell’Associazione CasaClima Network
Le Associazioni “CasaClima Network” sono organizzazioni indipendenti e senza scopo di lucro, che hanno
l’obiettivo di promuovere e coordinare sui territori provinciali il “progetto CasaClima”.
Il 16 marzo scorso si è costituita l’Associazione CasaClima Network Sezione di Brescia. Una nuova realtà
che si propone di:
• promuovere attraverso la comunicazione e la formazione gli scopi per cui CasaClima é nata e si è sviluppata;
• promuovere la conoscenza della cultura architettonica, sostenibilità, risparmio energetico, salvaguardia
del clima e dell’ambiente, energie rinnovabili, nonché la loro divulgazione al cittadino tramite l’attività di
ricerca, dibattiti, iniziative editoriali, nonché la formazione e l’aggiornamento professionale;
• collaborare con aziende ed enti per tutti i problemi attinenti alla certificazione degli edifici;
• promuovere un ampio confronto anche in qualità di rappresentante con le Istituzioni, le forze sociali e le
altre associazioni scientifiche sui temi legati al risparmio energetico.
Per informazioni e iscrizioni:
www.networkcasaclimabrescia.it
www.agenziacasaclima.it/it/rete-casaclima/network-casaclima/network-casaclima/network-brescia/189-0.html
[email protected]
fax: 030.2071672
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3- 57
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
Il nuovo libro del Collegio
di Brescia per la cultura:
“La materia e lo spirito”
F
acendo seguito all’iniziativa culturale intrapresa
alcuni anni fa, il Collegio geometri di Brescia ha
promosso e dato alle stampe il volume La materia e
lo spirito. San Rocco di Bagolino da Pasoto e Giovan Pietro da Cemmo ad
Antonio Stagnoli. Il libro, realizzato a cura di Francesca Bossini,
contiene importanti saggi di Marco Vitale, don Arturo Viani,
Federica Bolpagni, Romeo Seccamani e Chiara Gatti.
Gli autori vi esaminano secondo diverse prospettive l’importante monumento sacro “bagosso” – la chiesa di San
Rocco appunto –, fornendo ai lettori esaurienti ipotesi che aiutano molto a capire le
ragioni di un’opera
pittorica e architettonica così rilevante:
del perché sia sorta
in quel tempo e in
quel luogo, quali furono i sentimenti di
fede che la generarono, quale il valore
artistico e religioso espresso dagli affreschi che ne ornano
l’interno e, infine,
quale sia il filo sentimentale e storico che
unisce, a distanza di
oltre cinquecento
anni, Giovan Pietro e
Pasoto da Cemmo ad
Antonio Stagnoli; autore, quest’ultimo,
del suggestivo polittico (temporaneamente alla Biennale veneziana) che arricchisce la chiesa e
che Chiara Gatti definisce «capolavoro intenso e straziante,
insieme antico e contemporaneo».
La pubblicazione (allegata alla rivista) disvela un gioiello
dell’arte bresciana rinascimentale finora noto solo agli appassionati, e si propone di farlo conoscere a un pubblico più
ampio, a cominciare dagli iscritti al Collegio di Brescia e
dalla numerosa schiera dei nostri lettori. Ci si augura cioè di
suscitare in loro la curiosità e lo spunto per recarsi nella
splendida valle del Caffaro, non solo per motivi gastronomici (evento di per sé apprezzabile, perché il bagoss già dice
molto dei luoghi e della gente che li abita), ma anche per
mettere piede in San Rocco e trarre da quella visita arricchimento per spirito e nutrimento per la mente.
❑
58 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
Attività del Collegio geometri di Brescia
Giugno 2011
1
1° corso “Certificatori energetici” (lezione 6)
3° corso “Certificatori energetici” (lez. 3) sede di Darfo
Corsi preparazione esami di Stato
6 Seminario “Progettazione e manutenz. canne fumarie”
7 2° corso “Certificatori energetici” (lezione 5)
Corsi di preparazione esami di Stato
Corso finanziamenti europei
8 3° corso “Certificatori energetici” (lez. 4) sede di Darfo
Incontro formativo Pregeo Dofca-Brescia
Corso di preparazione esami di Stato
Corso finanziamenti europei
9 1° corso “Certificatori energetici” (lezione 7)
Corso finanziamenti europri
Corsi di preparazione esami di Stato
Incontro formativo Pregeo Dofca-Brescia
10 Corsi di preparazione esami di Stato
Commissione parcelle
14 2° corso “Certificatori energetici” (lezione 6)
Corsi di preparazione esami di Stato
15 3° corso “Certificatori energetici” (lez. 5) sede di Darfo
Corsi di preparazione esami di Stato
16 1° corso “Certificatori energetici” (lezione 8)
Corsi di preparazione esami di Stato
Commissione allargata sicurezza
17 Corsi di preparazione esami di Stato
20 2° corso “Certificatori energetici” (lezione 7)
21 3° corso “Certificatori energetici” (lez. 6) sede di Darfo
Commissione ristretta agricoltura
Corsi di preparazione esami di Stato
22 1° corso “Certificatori energetici” (lezione 9)
Corsi di preparazione esami di Stato
23 Corsi di preparazione esami di Stato
24 Corsi di preparazione esami di Stato
28 2° corso “Certificatori energetici” (lezione 8)
Corsi di preparazione esami di Stato
29 3° corso “Certificatori energetici” (lez. 7) sede di Darfo
Corsi di preparazione esami di Stato
30 1° corso “Certificatori energetici” (lezione 10)
Corsi di preparazione esami di Stato
Gli eventi organizzati a Darfo sono realizzati in collaborazione con l’Associazione Geometri di Valle Camonica
CTU
Stefano Fracascio
I
l 16 giugno scorso
presso il Tribunale di
Brescia si è svolta una
riunione sul tema del nuovo
“Processo civile telematico”.
Nell’occasione, riguardo alle
esecuzioni immobiliari, è
stato chiarito che le perizie
delle valutazioni dovranno
essere spedite solo tramite
punto di accesso accreditato
o tramite posta certificata
con spedizione della “busta
telematica” in formato XML,
e precisato che dal 1 ottobre
prossimo sarà obbligatorio
solo questo mezzo di comunicazione. Quindi, per poter
ricevere nuovi incarichi, i
tecnici dovranno disporre di
tale dispositivo.
Fino ad ora le perizie delle
Nuove modaltà telematiche
per l’invio al Tribunale
delle perizie immobiliari
esecuzioni immobiliari dovevano essere consegnate
al Tribunale in forma cartacea con una copia della relazione e due copie di “omissis”. Con la nuova disposizione sarà invece sufficiente spedire solo la copia
della relazione accompagnata da eventuali documentazioni fotografiche a
bassa risoluzione, anche se
la capacità della “busta telematica” passerà dagli attuali
10 MB ai 30 MB.
Di tutte le ditte informatiche
presenti all’inizio della fase
sperimentale del procedimento solo la “Progetto
Studio” di Brescia – presente alla riunione del 16
giugno – si è detta disposta
a sostenere il progetto. Il
software proposto consente
di predisporre la “busta telematica” munita di firma digitale, pronta alla spedizione attraverso i due canali
disponibili.
“Progetto Studio” precisa
che l’invio telematico attraverso posta certificata sarà
disponibile solo dopo ottobre e che il software è installabile su tutte le piattaforme Windows sia a 32 bit,
sia a 64 bit.
La copia di relazione “omissis” dovrà essere spedita via e-mail alla åssociazione Notarile per le procedure esecutive.
Durante la riunione si è proposto anche di adottare un
unico sistema per la presentazione delle note spese e onorari, nel quale le spese saranno indicate come: a) esente Iva; b) soggetta ad Iva.
Quanto agli onorari, saranno
liquidati solo in base all’articolo 13 del Dpr 14 novembre
1983 e successivo Dm 30
maggio 2002, comprendendo anche la possibilità
di aumento per estrema difficoltà dichiarata.
Nel caso di valutazioni di più
fabbricati diversi tra loro sia
per luogo, sia per indirizzo,
potrà essere eseguito altro
prospetto degli onorari in
aggiunta al primo per l’ulteriore eventuale immobile, e
così via.
❑
Fac simile di richiesta di liquidazione onorari CTU
Al Sig. Giudice delle Esecuzioni Immobiliari presso il Tribunale di Brescia, dott. Gianni Sabbadini
Procedura esecutiva n. ………………………………
Promossa da:
Creditore procedente ………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………....
con l’avv. ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
Creditori intervenuti ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
Contro
Debitore esecutato ………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………................
Richiesta liquidazione del C.T.U.
Ill.mo Signor Giudice dott. Gianni Sabbadini, la S.V. con provvedimento del ……….../……….../………...
ha nominato esperto per la stima dei beni pignorati il sottoscritto
……….....………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………...
con studio in ………...……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….........
C.F. ………...…………………………… P.I. ………...…………………………… Tel. ………...……………………………
Fax ……………………
Completamente assolto il mandato affidatomi con il deposito della relazione di consulenza presso la cancelleria del Tribunale Ordinario di
Brescia, il sottoscritto sottopone alla S.V. la nota delle competenze e spese per la liquidazione.
Con osservanza
Brescia li ……………/……………/……………
………………………………………………
60 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
CTU
A) determinazione delle spese non soggette ad Iva
– a)
– b)
…
B) determinazione delle spese soggette ad Iva
– a)
– b)
…
C) determinazione dell’onorario
Per la determinazione dell’onorario è possibile applicare le tabelle approvate con D.m. 30 maggio 2002 ed in particolare con riferimento all’art.
13 relativo alla “consulenza tecnica in materia di estimo ……”, che consente il calcolo a scaglioni sugli importi calcolati analiticamente e singolarmente.
Lotto 1
Beni immobili nel Comune di ..........................
1) appartamento o terreno ……………………………
il tutto per un importo complessivo di euro ………………………… Scaglione n. ………
Compensi spettanti ai Consulenti Tecnici per incarichi giudiziari
(Legge 8 luglio 1980 n. 319, Dpr 27 luglio 1988 n. 352, Art. 13; DM 30/05/02 GU 05/08/02 n. 182)
Valore
globale euro
Valore
scaglione
Aliquota
minima
Aliquota
massima
Compenso
minimo euro
Compenso
massimo euro
Compenso
medio
5.167,57
1
1,0264%
2,0685%
53,01
106,83
10.329,14
2
0,9316
1,8790
48,11
97,04
72,58
25.822,84
3
0,8369%
1,69%
129,67
261,77
195,72
79,92
51.645,69
4
0,5684%
1,1211%
146,78
289,50
218,14
103.291,38
5
0,3790%
0,7579%
195,74
391,42
293,58
258.228,45
6
0,2842%
0,5684%
440,33
880,66
660,50
516.456,90
7
0,05%
0,0947%
122,27
244,54
183,41
Compenso
minimo euro
Compenso
massimo euro
Compenso
medio
Totale
scaglioni
Totale dei
compensi euro
(A)
Lotto 2
Beni immobili nel Comune di ..........................
2) appartamento o terreno ……………………………
il tutto per un importo complessivo di euro ………………………… Scaglione n. ………
Compensi spettanti ai Consulenti Tecnici per incarichi giudiziari
(Legge 8 luglio 1980 n. 319, Dpr 27 luglio 1988 n. 352, Art. 13; DM 30/05/02 GU 05/08/02 n. 182)
Valore
globale euro
Valore
scaglione
Aliquota
minima
Aliquota
massima
5.167,57
1
1,0264%
2,0685%
53,01
106,83
79,92
10.329,14
2
0,9316
1,8790
48,11
97,04
72,58
25.822,84
3
0,8369%
1,69%
129,67
261,77
195,72
51.645,69
4
0,5684%
1,1211%
146,78
289,50
218,14
103.291,38
5
0,3790%
0,7579%
195,74
391,42
293,58
258.228,45
6
0,2842%
0,5684%
440,33
880,66
660,50
516.456,90
7
0,05%
0,0947%
122,27
244,54
183,41
Totale
scaglioni
Totale dei
compensi euro
(A)
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3- 61
CTU
Lotto 3
Beni immobili nel Comune di ..........................
3) appartamento o terreno ……………………………
il tutto per un importo complessivo di euro ………………………… Scaglione n. ………
Compensi spettanti ai Consulenti Tecnici per incarichi giudiziari
(Legge 8 luglio 1980 n. 319, Dpr 27 luglio 1988 n. 352, Art. 13; DM 30/05/02 GU 05/08/02 n. 182)
Valore
globale euro
Valore
scaglione
Aliquota
minima
Aliquota
massima
Compenso
minimo euro
Compenso
massimo euro
Compenso
medio
5.167,57
1
1,0264%
2,0685%
53,01
106,83
79,92
10.329,14
2
0,9316
1,8790
48,11
97,04
72,58
25.822,84
3
0,8369%
1,69%
129,67
261,77
195,72
51.645,69
4
0,5684%
1,1211%
146,78
289,50
218,14
103.291,38
5
0,3790%
0,7579%
195,74
391,42
293,58
258.228,45
6
0,2842%
0,5684%
440,33
880,66
660,50
516.456,90
7
0,05%
0,0947%
122,27
244,54
183,41
Totale
scaglioni
Totale dei
compensi euro
(A)
Totale generale
+ Cassa4% + Iva 20%
62 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
AGRICOLTURA & FORESTE
Valeria Sonvico
C
on il termine “biodiversità” si intende la diversità
della vita in tutte le sue
forme e in tutti i suoi livelli di
organizzazione, vale a dire
non solo la diversità di milioni di specie animali e vegetali, ma anche la diversità
genetica, che caratterizza e
rende unici gli individui
della stessa specie.
Sia la nuova strategia Biodiversità 2020 dell’Unione Europea, sia la strategia nazionale per la Biodiversità adottata dalla Conferenza
Stato Regioni il 7 ottobre
2010 attribuiscono all’agricoltura e alla gestione forestale un ruolo significativo
per garantire un efficace gestione del sistema delle
aree naturali protette e un
incremento di interventi atti
di restauro ecologico del territorio e la realizzazione
d’infrastrutture verdi multifunzionali.
Inoltre, la strategia europea
si basa sul riconoscimento
del valore economico della
biodiversità in quanto è il
Il contributo dell’agricoltura
nella difesa della biodiversità
nostro capitale naturale e la
proposta per la prossima
riforma della Politica Agricola Comune post 2013 conferma la priorità delle sfide
ambientali.
Il 42% del territorio italiano è
destinato ad attività agricole
(Istat 2007) e circa il 21%
della Superficie Agricola Uti-
lizzata presenta elevate caratteristiche a livello naturalistico.
Sempre più spesso si sente
parlare di riduzione della
Biodiversità, ma l’unico
specie in grado di modificare radicalmente, e spesso
in modo negativo, habitat
naturali fino ad arrivare all’e-
A
stinzione di
specie animali
e vegetali è
l’uomo. Frammenti di habitat, introduzione
di
specie esotiche, cambiamenti di uso di
suolo hanno
nel tempo minacciato la
conservazione
di numerose
specie, ma altrettante op64 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
portunità per il mantenimento e l’incremento delle
stesse sono possibili nelle
aree parco (nazionali, regionali, locali), nelle riserve naturali e nelle aree Natura
2000, quest’ultime costituite
da Zone Protezione Speciale (ZPS) e dai Siti di Importanza Comunitaria (SIC).
In questo contesto non è difficile comprendere quanto
può contribuire l’agricoltura
ricoprendo il ruolo importantissimo di “custode” del
territorio, confermato dal
semplice fatto che l’azienda
opera a stretto contatto con
la natura.
d oggi, dopo il
forte periodo intensivo del dopoguerra di produttività e di
pratiche agricole che hanno
favorito significative trasformazioni degli agro-sistemi,
le Imprese Agricole, anche
attraverso le misure di sostegno del Programma di
Sviluppo Rurale, sono stimolate a migliorare la qualità ambientale.
Ma quali sono le buone pratiche per la conservazione
della biodiversità degli agrosistemi?
1. Introduzione e mantenimento di siepi e filari;
2. Gestione delle siepi e dei
filari;
3. Realizzazione di boschi in
pianura;
4. Gestione di boschi di
nuovo impianto;
5. Gestione degli ambienti
umidi;
6. Realizzazione di stagni, ripristino di pozze di alpeggio, manutenzione
delle rive e della vegeta-
AGRICOLTURA & FORESTE
zione spondale e delle risaie;
7. Incentivazione dell’agricoltura biologica;
8. Mantenimento e gestione
dei prati stabili;
9. Manutenzione dei muretti
a secco.
Accanto alle buone pratiche
di conservazione, un’azione
Regione Lombardia, DG Agricoltura e DG Sistemi
Verdi, alla realizzazione di
un progetto dal titolo “coltiviamo la sostenibilità” il cui
scopo sono stati la formazione e il trasferimento elle
informazioni alle imprese agricole sulle tecniche da adottare per la conservazione
di contributo da parte dell’azienda agricola è senz’altro
quella di poter trasferire
l’importanza della Biodiversità alle piccole generazioni
attraverso azioni didattiche.
La natura soddisfa l’esigenze di educare all’ambiente attraverso esperienze concrete con lezioni
in “aule all’aperto”, facilitando le integrazioni tra
uomo e ambiente.
La sensibilità a questa tematica ha portato le Organizzazioni di categoria agricole e
WWf in collaborazione con la
degli habitat naturali e delle
specie, nonché il suggerimento di nuovi percorsi didattici da proporre agli utenti sia essi siano bambini
che adulti.
L’importanza del ruolo dell’imprenditore agricolo
come presidio culturale, sociale e territoriale è sempre
più marcata e strategica
nelle politiche future comunitarie e nazionali.
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3- 65
DAL COLLEGIO DI LODI
Lorenzo Negrini
Stima comparativa
degli immobili
Parte terza. La parte prima è apparsa nel n. 5/2009, p. 64; la parte seconda nel n.2/2010, p. 48
Coefficiente di vetustà
Il deprezzamento va fatto
ogni qual volta il bollettino
consultato fornisce il solo
valore a nuovo. Se viene fornito il solo valore per zona,
senza differenziazione di
età, è opportuno verificare
quale sia l'epoca di costruzione della maggioranza
degli edifici in essa ubicati:
se la loro costruzione è riconducibile ad uno stesso
periodo, si presuppone che
il valore riportato tenga già
conto di questo fattore.
Edifici residenziali
Per gli edifici residenziali, vi
sono pubblicazioni che, ai
fini del calcolo del nostro
coefficiente, propongono tabelle in cui il deprezzamento è fissato in base all’età ed alla tipologia di immobile esaminato (cfr. ad esempio quelle pubblicate
saltuariamente dalla pubblicazione quindicinale “Il
Consulente Immobiliare” edito da Il Sole 24 Ore).
In alternativa, si ritengono
ancora validi i parametri indicati dall’art.20 della Legge
27/07/1978 n.392, c.d. legge
sull’equo canone, ovvero
(vedi tabella 1):
Tabella 1
Anni trascorsi
Fino al 6° anno
dal 7° al 21° anno
dal 22° al 52° anno
A titolo di esempio, per un edificio di 24 anni che non ha
mai goduto di interventi integrali di ristrutturazione o
66 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
di completo restauro, il deprezzamento da applicare
sarà (vedi tabella 2):
Tabella 2
fino al 6° anno
dal 7° al 21° anno
dal 22° al 24° anno
ha avuto nel tempo una radicale ristrutturazione, l’anno
cui riferirsi per la ricerca del
Deprezzamento = 0%
Deprezzamento = 1% x 15 anni =
Deprezzamento = 0,50% x 3 =
0%
15%
1,50%
Deprezzamento complessivo da applicare 16,50%
Negozi
Gli stessi coefficienti possono essere utilizzati anche
per i negozi, unitamente ad
un correttivo per tener conto
di alcuni fattori importanti
per la categoria. In particolare (vedi tabella 3):
coefficiente non dovrà essere quello di costruzione
ma quello della ristrutturazione. Se questa è avvenuta
a più riprese, andrà preso un
valore medio.
Occorre infine tener presente che le tabelle si riferi-
Tabella 3
Particolarità
coeff. correttivo
Negozi in zone commerciali particolarmente favorevoli
1,30
Negozi in zone particolarmente negative (con scarso passaggio)
0,80
Negozi con altezze nette superiori a 4,50 m, senza soppalchi
1,15
Sottonegozi adibiti alla vendita commerciale direttamente
collegati con il negozio soprastante
0,80
coefficiente di deprezzamento
0%
1% annuo
0,50% annuo da aggiungere a quelli
precedentemente calcolati
belle sono molto pratici ed
immediati ma occorre cautela nella loro applicazione
al caso concreto: se l’edificio
Applicando quanto sopra
detto ad un caso concreto:
supposto che la vita probabile dell'edificio sia di 90
anni e che il medesimo ha
oggi 10 anni,
il suo degrado edilizio è pari a:
A= 10 / 90 x 100 = 11,11
Fonte: Il Consulente Immobiliare, Il Sole 24 Ore
Considerazioni generali
sull’utilizzo
delle tabelle di vetustà
I parametri riportati dalle ta-
ciente da applicare tiene
conto di questi due aspetti.
L’obsolescenza o superamento tecnologico, viene
convenzionalmente calcolato nella percentuale dello
0,4 % per ogni anno di vita.
Più articolato è invece il calcolo del degrado edilizio.
A tal proposito si richiama la
formula dell'UEC (Unione
Europea dei periti Contabili,
economici e finanziari):
D=[(A+20)2/140]-2,86
Dove:
D = deprezzamento dell'edificio ad un determinato anno;
A = rapporto percentuale tra
l'età dell'edificio e la
sua vita probabile.
scono all’edificio nel suo insieme (facciate, atrio, cortile, impianti comuni ecc.).
Per la singola unità immobiliare occorrerà fare delle
considerazioni a parte, deprezzando la stessa dei costi
di un eventuale ripristino.
Edifici industriali
Per gli edifici industriali si ricorre ad altri parametri, partendo dalla considerazione
che la vetustà di un edificio
è data dalla somma di due
componenti: il degrado edilizio e il degrado tecnologico
o obsolescenza. Il coeffi-
D=[(11,11+20) 2 /140]-2,86=
4,05 %
Mentre il superamento tecnologico è pari a:
0,4% x 10 anni = 4,00%
Il coefficiente di vetustà è
dato dalla somma dei due
coefficienti sopra calcolati.
Quindi:
Coefficiente degrado edilizio:
4,05% +
Coefficiente superamento
tecnologico
4,00% =
Coeffic. di vetustà
8,05%
DAL COLLEGIO DI LODI
Corso per Mediatori professionisti
Si è concluso il primo corso per Mediatori professionisti organizzato dal Collegio dei geometri e geometri laureati della provincia di Lodi, tenutosi presso la
sede di via d’Azeglio nei giorni 5-6-7 e 19-20-21
maggio 2011. Il corso ha visto la partecipazione di
30 professionisti ed è stato molto interessante sia
per gli argomenti teorici trattati, sia per le esercitazioni pratiche; un secondo corso è previsto nel mese
di luglio.
Il valore a nuovo andrà quindi
deprezzato dell’8,05 %.
Coefficienti di svalutazione
per immobili locati
L'immobile, quando non è
immediatamente disponibile, subisce un deprezzamento in funzione del
tempo mancante alla scadenza del contratto: il
venir meno della immediata disponibilità restringe la cerchia della domanda.
I coefficienti differiscono in
funzione del tipo di contratto e della durata residua.
Si propongono i seguenti,
tratti da “Consulente im-
mobiliare”, edizione Il Sole
24 Ore e dal manuale
“Stima degli immobili” a
cura di Graziano Castello,
edizioni Flaccovio (vedi tabella 4):
Determinazione
approssimativa
delle superfici nette
dalle superfici lorde
In un articolo de “Il sole 24
Ore” del 16 novembre 1998
n.315, erano stati proposti
alcuni coefficienti per la determinazione della superficie netta, partendo dalla
superficie lorda.
I parametri che di seguito si
ripropongono, possono es-
Tabella 5
Tipo di fabbricato
rapporto
Civile, per abitazione economico-industriale a elementi prefabbricati
0,88
Misto tradizionale, con struttura in cemento armato
0,86
Misto, con struttura in cemento armato e muratura (anni 1920-1950) 0,84
Vecchia costruzione, con struttura in muratura
0,82
Antico, con struttura in grosse murature
0,75÷0,78
sere utili quando non si necessita di un calcolo pun-
tuale ma di un dato approssimativo (vedi tabella 5).
❑
Collegio dei geomatri e geometri laureati
della provinciadi Lodi
Nuovi iscritti nell’anno 2010
n. 639 Rosi Luciano
Tabella 4
Abitazione contratto 4+4
Abitazione con canone e durata liberi
Abitazioni locate stagionalmente
per uso turistico
Immobili diversi dalle abitazioni senza
indennità commerciale
Immobili diversi dalle abitazioni con
indennità commerciale
Box e posti auto
– locati insieme ad alloggi con
contratto 4+4
– collegati con locazioni commerciali
– locati separatamente, a canone libero
n. 640 Giulivi Paolo
0,75 aumentato di 0,03 per ogni anno
passato dalla stipulazione
del contratto
0,95
0,99
n. 642 Taraschi Luca
n. 643 Ferrari Andrea
n. 644 Faini Andrea
n. 645 Altomonte Matteo
n. 646 Castelli Fabio
0,78 - aumentato di 0,01 per ogni anno
passato dalla stipulazione del
contratto a canone libero fino alla
scadenza con disdetta
- con un massimo di 0,90
n. 647 Zabaglio Guido
se non alberghi:
0,74 - aumentato di 0,01 per ogni anno
passato dalla stipulazione del
contratto a canone libero fino alla
scadenza con disdetta
- con un massmo di 0,86
se alberghi:
0,68 - aumentato di 0,01 per ogni anno
passato dalla stipulazione del
contratto a canone libero fino alla
scadenza con disdetta
- con un massimo di 0,86
n. 651 Ossino Chiara
n. 648 Pavesi Davide
n. 649 Barbieri Alan
n. 650 Menani Mario
n. 652 Gaudenzi Claudio
Cancellati nel 2010: 19 di cui
– su richiesta: 11
– per decesso: 2
– per irreperibilità e morosità: 1
– per morosità Cassa: 2
– per trasferimento: 3
Totale iscritti al 31 dicembre 2010: 474
come per alloggio
come per locazione commerciale
0,99
Iscritti al Registro Praticanti al 31 dicembre 2010: 58
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3 - 67
DAL COLLEGIO DI SONDRIO
Marco Tognolatti
S
abato 28 maggio,
nella sala F.Besta
della Banca Popolare di Sondrio si è tenuta la
cerimonia di premiazione
dei geometri che hanno raggiunto e superato i trentacinque e cinquant'anni di iscrizione all'albo a cui hanno
partecipato, oltre al consigliere nazionale Geom. Bonfanti in rappresentanza del
C.N.G., il consigliere Geom.
Ferrari in rappresentanza
68 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
Premiati a Sondrio gli iscritti
all’Albo da oltre trentacinque
a cinquant’anni di professione
della Cassa Nazionale Geometri e il presidente della
Consulta Regionale Lombarda Geom. Specchio,
anche i presidenti, i segretari
e i delegati Cassa dei Collegi
Lombardi. Dopo un breve discorso introduttivo del presidente Dario Tognini è stata
lasciata la parola ai rappresentanti delle principali istituzioni. Il momento più emozionante è stato senz'altro
quello della premiazione
che ha visto partecipi anche i
famigliari e soprattutto i numerosi nipotini. Come giusto
riconoscimento dell'attività
svolta ai colleghi che hanno
raggiunto i trentacinque anni
di iscrizione è stata consegnata una medaglia d'oro e
una pergamena ricordo
mentre ai colleghi che hanno
raggiunto i cinquant'anni di iscrizione è stata consegnata
una targa in argento e una
pergamena ricordo. La pre-
miazione dei geometri con
più di trentacinque anni è avvenuta in parte ad opera del
presidente Dario Tognini ed
in parte ad opera dei consiglieri del Collegio di Sondrio
che hanno dimostrato particolare emozione nel poter
consegnare il riconoscimento a quei professionisti
che li hanno seguiti fin dai
tempi del praticantato. Il
premio al presidente Dario
Tognini è stato invece conse-
DAL COLLEGIO DI SONDRIO
gnato dal consigliere Vittorio
Semeria. La premiazione è
poi proseguita ad opera dei
rappresentanti Nazionali di
categoria con la consegna del
riconoscimento agli iscritti
che hanno raggiunto i cinquant'anni di iscrizione e che
continuano tutt'ora la loro attività ancora con grande passione. Ecco l'elenco dei nostri colleghi premiati:
Per i trentacinque anni di
professione: Giuseppe Bar-
lascini, Roberto Barri, Roberto Biancotti, Camillo Carnazzola, Franco Ciapponi,
Giovanni Corvi, Valerio Del
Nero, Dino Della Matera,
Remo Folladori, Angelo
Ghelfa, Enzo Innocenti,
Mario Marchesi, Marco Moroni, Azio Moschetti, Pierluigi Negrini, Aldo Olzer, Luciano Ronchi, Vito Sosio,
Dino Bernardo Tabacchi, Alberto Pizzini, Giulio Alfonso
Gianoli, Fabio Zecca, Pietro
Vettovalli, Dario Tognini.
Per i cinquant'anni di professione: Fulvio Balgera, Marco
Silvestri, Martino Tognolini.
Non hanno purtroppo potuto ritirare il premio a causa
di altri impegni i geometri
Antonio Crucitti, Valter
Rossi, Adriano de Tanti, Ugo
Vitalini, Antonio Deghi e
Giuseppe Ferrara ma la consegna è stata comunque effettuata nei giorni successivi.
Dopo l'immancabile foto di
gruppo abbiamo incontrato
con piacere anche la nostra
ex segretaria Vittoria Noseda, gli ex Presidenti Comi
Natale e Ruggero Moretti e
proseguito la riunione conviviale al grand HOTEL
DELLA POSTA alla conclusione del quale è stato consegnato un omaggio floreale
alle signore come ricordo
della giornata.
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3 - 69
DAL COLLEGIO DI SONDRIO
70 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
DAL COLLEGIO DI SONDRIO
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3 - 73
DAL COLLEGIO DI SONDRIO
Collegio geometri di Sondrio
Seduta n. 3 del 3 marzo 2011
Iscrizioni Albo professionale
Stefano Colturi
Paolo Del Re
Katia Faitelli
Iscrizioni Registro praticanti
Paolo Marchetti
Andrea Balgera
Patrick Zubiani
Serena Boletta
Ilaria Bonetti
Cancellazioni Albo Professionale
Gianpaolo Bellinzona Galli
Mauro Saligari
Iscrizioni Registro praticanti
Marco Bonfadini
Marco Del Nero
Serena Nobili
Seduta n. 5 del 5 maggio 2011
Iscrizioni Albo professionale
Paolo Panizza
Iscrizioni Registro praticanti
Nicolò Ronconi
Seduta n. 6 del 3 giugno 2011
Iscrizioni Albo professionale
Devis Rovedatti
Seduta n. 4 del 7 aprile 2011
Iscrizioni Albo professionale
Paolo Pedrazzini
Cancellazioni Albo Professionale
Dario Gusmeroli
74 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
Iscrizioni Registro praticanti
Alessandro Pola
Cancellazioni Albo Professionale
Luca Brambilla
DAL COLLEGIO DI MANTOVA
La cerimonia di premiazione
dei geometri del Collegio
di Mantova
L
o scorso 6 maggio si
è svolta a Villa
Schiarino di Porto
Mantovano (Mn) la cerimonia di premiazione degli
iscritti: sono stati premiati i
geometri neo-iscritti all’Albo, ai blocchi di partenza
per intraprendere questa
professione e i geometri veterani che hanno raggiunto il
traguardo dei 40, 50 e 60 anni
di iscrizione all’Albo dedicati alla professione.
In occasione della cerimonia
sono stati consegnati gli attestati predisposti dal CNGeGL, per avere partecipato
in qualità di verificatore di Agibilità dei fabbricati danneggiati dal sisma nel territorio della provincia di L’Aquila ai geometri Massimo
Zanardi, Giampaolo Lucchini, Stefano Culpo, Giovanni Arvati e Guido Aldrighi.
Era presente alla manifesta-
I colleghi premiati
NEO ISCRITTI
40 ANNI DI ISCRIZIONE
01 Devid Baracca
01 Nerio Bitturini
02 Luca Boccaletti
02 Costantino Bombonati
03 Francesca Calvi
03 Fernando Mondadori
04 Francesca Carra
04 Gian Battista Ruzzenenti
05 Antonio Caterisano
05 Giorgio Storti
06 Lara Cecchin
06 Giuliano Veronesi
07 Mattia Compri
07 Enrico Virgili
08 Francesco De Negri
08 Luigi Schiroli
09 Antonio Fabozzi
10 Ciro Ferri
50 ANNI DI ISCRIZIONE
11 Alessandro Foroni
01 Achille Artioli
12 Ivano Gazzola
02 Dante Gandolfi
13 Greta Guion
03 Claudio Panizza
14 Paolo Laurenti
04 Mario Schiroli
15 Leonardo Malucci
16 Stefano Marchini
60 ANNI DI ISCRIZIONE
17 Francesco Paolo Montacalvo
01 Luciano Codifava
18 Andrea Muratori
19 Loris Ruberti
20 Andrea Savi
21 Jacopo Storti
22 Vittorio Taverna
76 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
zione l’onorevole Marco
Carra, oltre ad autorità locali:
prof. Maurizio Fontanili (Presidente Provincia di Mantova), Carlo Romano (Consigliere comunale di Mantova), dott. Angelo Andretti
(Vice Sindaco del Comune
di Porto Mantovano), dott.
Danilo Pilotti (Comandante
VVFF di Mantova), prof.
Marco Bonora (I.T.G. “C.
D’Arco”), prof. Gianni Ferioli
(I.T.G. “G. Galilei”), prof. Ri-
naldo Zanetti (I.T.G. “C. Ferrini”), ing. Francesco Marino
(Capo Reparto Gestione
banche dati A.d.T. Provincia
di Mantova) e rappresentanti Regionale e Nazionale
della nostra categoria.
Il Consiglio ringrazia tutti i
colleghi che hanno partecipato alla manifestazione e il
personale della segreteria
signore Anna, Luisa e Patrizia per l’impegno prestato.
❑
DAL COLLEGIO DI MANTOVA
Nella pagina di sinistra: il geom.
Fausto Amadasi, Presidente della
Cassa Italiana Previdenza e
Assistenza Geometri
In questa pagina, sopra: il Consiglio
Direttivo del Collegio di Mantova.
Sotto: i geometri neo-iscritti premiati
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3- 77
GEOLOGIA
Alfredo Gaspari
I
l rilievo Laserscan di
una parete rocciosa agevola l’acquisizione
non solo di dati topografici
utili durante la progettazione e le simulazioni di caduta massi, ma anche per la
raccolta dei dati sulle famiglie di discontinuità della
parete rocciosa e le dimensioni dei massi e blocchi instabili sulla parete. La caratteristica strumentale più importate per questi tipi di rilievi è la portata massima,
perciò lo scanner laser normalmente impiegato è un
RIEGL modello 420i che misura coordinate polari, cioè
angoli verticali e orizzontali
e la distanza, determinata
tramite la misurazione del
tempo di volo tra lo sparo
Descrizione del rilievo
geomorfologico di un versante
roccioso instabile
del laser e il suo ritorno.
Tutte queste misurazioni
hanno una portata senza
mira riflettente di oltre 1km,
e vengono effettuate fino a
12.000 volte al secondo con
precisioni tra 5mm e 10 mm.
Lo scanner viene collegato a
un PC dove sono salvati i
dati. Il laser clase 1 ha un diametro di 3cm e durante la
scansione lo strumento
riesce a sovrapporre l'area
di impatto del laser con
quelle adiacenti, risultando
colpita l'intera superficie.
Questa ridondanza insieme
al fatto che con il software di
gestione possiamo scegliere per ogni battuta tra il
primo e l'ultimo ritorno del
laser (Figura 1) ci permette di
ricuperare dati del terreno e
Figura 1
uno strumento di rilievo con
diverse applicazioni topografiche, architettoniche, ingegneristiche e anche in
geologia: rilievi di fenomeni
franosi, gallerie, tunnel,
cave, rilievi geostrutturali di
versanti rocciosi e monitoraggi.
Di seguito presentiamo una
veloce descrizione di un rilievo geomorfologico laserscanner del versante roccioso soprastante la strada
comunale di fronte al parcheggio del Castel
R
oncolo, nel comune di Bolzano,
svolto nel 2009
per la messa in sicurezza
della parete rocciosa in seguito a diversi eventi d'instabilità. Questo lavoro
rappresenta un esempio
pratico di questa metodologia, la quale è stata applicata in altre situazioni critiche presenti sul territorio
nazionale.
Figura 2
* Dott. ing. agr., libero professionista,
Steinegg (Bz), mail: [email protected]
78 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
della roccia anche in presenza del fogliame (Immagine
2). Tutte queste caratteristiche rendono lo scanner
Il rilievo della intera area (Figura 3) è stato realizzato da 8
diverse angolazioni per ridurre al minimo le zone di
ombra. Le nuvole di punti
con coordinate 3D e informazione del colore RGB
sono state montate e georeferenziate nel sistema di
coordinate UTM-WCS84.
I punti georeferenziati sono
stati filtrati e classificati in
terreno e vegetazione, quindi con il primo gruppo abbiamo realizzato un modello
digitale del terreno ai fini
della restituzione topografica del versante (Figura 4).
In base ai dati Laserscan si
sono rilevati 263 giaciture,
anche di zone difficilmente
accessibili (strapiombi),
quindi questa informazione
viene riportata nel diagramma dei poli e sono individuate le principali famiglie dei giunti (Figura 5). Siccome i risultati del rilievo indicavano non solo l’orientazione dei giunti (direzione
GEOLOGIA
Figura 1: origine dei diversi ritorni
del laser
Figura 2: sezione della nuvola di
punti del versante. In presenza di
vegetazione una porzione di luce
arriva al terreno rilevando la
morfologia.
Figura 3: vista del versante oggetto
di studio.
Figura 4: restituzione CAD
topografica
Figura 5: diagramma polare
Figura 3
d’immersione / inclinazione) ma anche la loro posizione assoluta georeferenziata, si poteva calcolare la
spaziatura tra i giunti della
stessa famiglia e mediante
un software statistico viene
calcolato il volume roccioso
unitario ed il suo scarto quadratico medio.
I dati geomorfologici insieme al modello digitale
dettagliato che mostrano i
tetti ed i piani di scivolamento e rimbalzo presenti
sulla parete, ci hanno permesso di individuare i
blocchi e le zone di instabilità critiche. Questi sono
stati digitalmente isolati,
quindi chiusi internamente
con la informazione dei
giunti e dei piani di scivolamento determinando il volume (Figura 6).
Con il supporto di tutte
queste informazioni il geologo incaricato ha potuto de-
Figura 5
cidere in modo obiettivo gli
interventi necessari per la
messa in sicurezza del ver-
sante risultando un insieme
di soluzioni (chiodature,
reti, panelli, reti a fune, ecc.).
Una volta definito il progetto
grazie alla restituzione tridimensionale dell'insieme si
Figura 4
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3- 79
GEOLOGIA
Figura 6: dati del volume e il piano
di scivolamento per ogni blocco.
Figura 7: restituzione
tridimensionale degli interventi.
è potuto verificare per ciascun chiodo la lunghezza necessaria per l'ancoraggio,
computare per le reti ed i
panelli la superficie tridimensionale reale e calcolare
per le funi la lunghezza totale (Figura 7).
Conclusioni
I rilievi laserscanner vanno
oltre la topografia classica,
permettendo di ricavare in
modo tempestivo ed affidabile un vero data base geomorfologico. L'elaborazione
geologica di questi dati può
essere un prezioso supporto
alla verifica, alla progettazione ed al computo metrico
degli interventi per la messa
in sicurezza di versanti rocciosi instabili.
❑
Figura 7
80 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
Figura 6
CONDOMINIO
Da “Tutto su… il condominio”
(Corriereconomia) vol. 2
Condominio, novità in arrivo
Parte seconda. Segue dal n. 2/2011, pagina 86
Ascensore
La disciplina dell’ascensore,
seguendo un consolidato indirizzo giurisprudenziale,
viene assimilata, relativamente alle spese di manutenzione e ricostruzione, a
quella delle scale. Scale e ascensori, pertanto, sono
mantenuti e ricostruiti dai
proprietari delle unità immobiliari a cui servono. Il criterio di ripartizione della
spesa è rimasto invariato:
metà in ragione del valore
della singola unità immobiliare, e l’altra metà in misura
proporzionale all’altezza di
ciascun piano dal suolo.
Assemblea
Attribuzioni
Le attribuzioni dell’assemblea sono state incrementate. Quest’organo, infatti,
potrà autorizzare l’amministratore a collaborare a progetti territoriali promossi
dalle istituzioni locali per
migliorare la qualità della
vita e la sicurezza della zona,
anche mediante la preventiva raccolta di dati relativi ai
bisogni e alle esigenze di lavoro di residenti e abitanti.
Convocazione
Avviso di convocazione. Rimane invariato il termine
entro il quale l’avviso di convocazione dev’essere comunicato ai destinatari: almeno
5 giorni prima della data fissata per l’assemblea (di
prima convocazione, precisa
la nuova norma, aggiungendo che nell’avviso vanno
specificati il luogo e l’ora
della riunione). È stato però
introdotto un termine più
lungo (20 giorni) se l’assem82 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
blea è chiamata a deliberare
la sostituzione o la modifica
di parti comuni, o taluno
degli interventi elencati nel
terzo comma dell’articolo
1120 del Codice civile: per esempio superamento delle
barriere architettoniche,
contenimento dei consumi
energetici. L’omessa, tardiva o incompleta convocazione dei condomini comporta l’annullabilità delle
delibere eventualmente adottate, su iniziativa dei
condomini dissenzienti o
assenti perché non ritualmente convocati. Vi sono dei
casi in cui l’avviso di convocazione dev’essere inviato
anche all’usufruttuario (v.
Voto, Usufruttuario).
Pluralità di riunioni
L’amministratore, se prevede che i lavori dell’assemblea non possano esaurirsi
in un’unica riunione, può fissare più riunioni consecutive, convocando i condomini con un unico avviso nel
quale siano indicate le ulteriori date e ore di eventuale
prosecuzione dei lavori dell’assemblea validamente
costituitasi.Questa prassi è
stata da tempo ammessa
dalla giurisprudenza.
Seconda convocazione
Fermo restando che l’assemblea in seconda convocazione non può tenersi
nello stesso giorno solare
della prima (non è detto,
però, che fra prima e seconda convocazione debbano necessariamente trascorrere almeno 24 ore,
come peraltro già affermato
dalla giurisprudenza), è
stato modificato il quorum richiesto per l’approvazione
delle delibere adottate in
seconda convocazione: voto
favorevole della maggioranza degli intervenuti (anziché un terzo dei partecipanti al condominio); invariati, invece, i millesimi rappresntati: devono essere
pari ad almeno un terzo del
valore dell’edificio (in pratica 334 millesimi). Invariato
anche il termine massimo
entro il quale si deve tenere
l’assemblea di seconda convocazione: non oltre dieci
giorni dalla prima.
Costituzione
L’assemblea in prima convocazione è regolarmente costituita con l’intervento di
tanti condomini che rappresentino i due terzi del valore
dell’edificio (667 millesimi)
e la maggioranza dei partecipanti al condominio (anziché i due terzi dei partecipanti, come nel vecchio
testo). Quanto alla validità
della costituzione in seconda convocazione, il Codice non prescrive alcuna
maggioranza ma la Cassazione ritiene che essa debba
essere quella richiesta per la
validità di una delibera adottata in questa sede: maggioranza degli intervenuti
(un terzo dei partecipanti al
condominio prima della
riforma), in rappresentanza
di almeno 334 millesimi.
Delibere
Le delibere contrarie alla
legge o al regolamento potranno essere impugnate
non solo dai condomini assenti o dissenzienti, ma
anche da quelli che si fossero astenuti.
Barriere architettoniche
Ridotto il quorum per le delibere aventi per oggetto le opere e gli interventi volti al
superamento delle barriere
architettoniche; sarà infatti
sufficiente il voto favorevole
della maggioranza degli intervenuti all’assemblea, in
rappresentanza di almeno
334 millesimi (attualmente è
richiesta la maggioranza
degli intervenuti all’assemblea, in rappresentanza di
almeno 500 millesimi, in
prima convocazione, un
terzo dei partecipanti al condominio in rappresentanza
di almeno 334 millesimi in
seconda convocazione); ciò,
però, a condizione che l’assemblea venga convocata
nel rispetto, se del caso,
delle formalità e del termine
di cui al secondo comma
dell’articolo 1117-ter del Codice civile, e che la delibera
rispetti la normativa del settore.
Consiglio di condominio
Può essere nominato dall’assemblea, in aggiunta all’amministratore. È composto da almeno tre condomini e ha funzioni consultive
e di controllo.
Conto corrente
L’amministratore è obbligato a far transitare le somme ricevute a qualunque titolo dai condomini o da
terzi, nonché quelle a qualsiasi titolo erogate per conto
del condominio, su un apposito conto corrente, postale
o bancario, intestato al con-
CONDOMINIO
dominio, con estratto conto
accessibile a ciscun condomino, che può anche estrarne copia a proprie
spese.
Delibere assembleari
Se una delibera assembleare non viene eseguita,
ciascun condomino, dopo
aver diffidato l’amministratore o, in mancanza, il condomino eventualmente incaricato, può intraprenderne l’esecuzione decorsi
inutilmente 30 giorni dalla
comunicazione della diffida.
Se entro tale termine l’amministratore si oppone per iscritto all’iniziativa del condomino, questi può chiedere l’autorizzazione del Tribunale, che sentite le parti
provvede in via d’urgenza,
disponendo anche in ordine
alle modalità di esecuzione
e alle relative spese.
Destinazione d’uso
Trascrizione
Gli atti (incluse le delibere
che hanno per oggetto le
modificazioni delle destinazioni d’uso e le sostituzioni
delle parti comuni) e le sentenze che hanno per oggetto
modificazioni della proprietà o determinazioni o
modificazioni delle destinazioni d’uso dei beni che si
trovano nell’edificio devono
essere resi pubblici mediante trascrizione.
Tutela
In caso di attività contraria
alle destinazioni d’uso delle
parti comuni o delle unità
immobiliari di proprietà esclusiva, ciascun condomino
o detentore a qualsiasi titolo
a ulteriori compensi.
(quindi anche il conduttore)
può chiedere all’amministratore di intervenire mediante diffida e, in caso di
mancata cessazione delle
violazioni nonostante la diffida, chiedere all’amministratore di convocare l’assemblea. Decorsi trenta
giorni dalla richiesta senza
che sia stata convocata l’assemblea, il condomino può
ricorrere al giudice, che
provvede in via d’urgenza.
Il giudice, qualora accerti la
violazione della destinazione d’uso delle parti comuni o delle unità immobiliari di proprietà individuale, ordina la cessazione
dell’attività e la rimessione
delle cose in pristino; inoltre, fatto salvo il risarcimento del danno, può condannare il responsabile al
pagamento di un’ulteriore
somma di denaro in favore
del condominio, da deter-
minarsi tenendo conto della
gravità della violazione, dell’incremento di valore, degli
investimenti compiuti e dei
benefici ricavati.
Distanze
La normativa sulle distanze
legali non si applica al condominio se incompatibile
con la condizione dei luoghi,
tenuto conto dell’amenità,
della comodità e di ogni
altra caratteristica ambientale: principio, questo, da
tempo sancito dalla giurisprudenza.
Documentazione
Alla cessazione dell’incarico
l’amministratore è tenuto a
consegnare tutta la documentazione in suo possesso
riguardante il condominio e
i singoli condomini, e a svolgere le attività urgenti al fine
di evitare pregiudizi agli interessi comuni, senza diritto
Innovazioni
Il quorum per l’approvazione
delle innovazioni dirette al
miglioramento o all’uso più
comodo o al maggior rendimento delle cose comuni è
stato ridotto: sarà sufficiente, infatti, il voto favorevole della maggioranza
degli intervenuti all’assemblea, in rappresentanza di
almeno 500 millesimi, anziché quello della maggioranza dei partecipanti al
condominio in rappresentanza di almeno 667 millesimi. Inoltre è stato introdotto un quorum ulteriormente ridotto (maggioranza
degli intervenuti in rappresentanza di almeno 334 millesimi) per le delibere aventi per oggetto le opere e
gli interventi diretti a migliorare la sicurezza e la salubrità dell’edificio e degli impianti, a eliminare le barriere architettoniche, a contenere i consumi energetici,
a realizzare parcheggi e a favorire l’installazione di impianti centralizzati per la ricezione radiotelevisiva e
per l’accesso a qualunque
altro genere di flusso informativo, anche da satellite o
via cavo. Quest’ultimo quorum, però, è valido a condizione che l’assemblea sia
stata convocata nel rispetto,
se del caso, delle formalità e
del termine di cui al secondo
comma dell’articolo 1117-ter
del Codice civile, e che la
delibera rispetti la normativa del settore. Il condomino interessato all’adozione di taluna delle delibere sopra indicate deve coIL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3- 83
CONDOMINIO
municare all’amministratore
il contenuto specifico e le
modalità degli interventi
proposti, e questi deve convocare l’assemblea entro 30
giorni.
dice civile se la divisione
può avvenire in parti corrispondenti ai diritti di ciascuno, rispettando la destinazione e senza pregiudicare il valore delle unità immobiliari.
Lastrico solare
di uso esclusivo
Al concorso dei due terzi
della spesa dovranno contribuire tutti i condomini, essendo stato abrogato l’inciso «o della parte di questo
a cui il lastrico solare serve».
Millesimi
I millesimi potranno essere
riveduti o modificati soltanto all’unanimità. In alcuni
casi l’assemblea potrà,
anche nell’interesse di un
solo condomino, deliberare
la revisione o la modifica dei
millesimi con il voto favorevole della maggioranza
degli intervenuti, in rappresentanza di almeno 334 millesimi. Ecco i casi individuati:
1. quando risulta che sono
conseguenze di un errore
di calcolo materiale;
2. quando, per le mutate
condizioni di una parte
dell’edificio, in conseguenza di sopraelevazione, di incremento di
superfici, di modificazione delle destinazioni
d’uso o di incremento o
diminuzione delle unità
immobiliari, è alterato
per più di un quinto il valore proporzionale dell’unità immobiliare anche di
un solo condomino.
Opere
Il condomino non può, nell’unità immobiliare di sua
84 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
proprietà o nelle parti comuni di cui si sia riservata la
proprietà o l’uso esclusivo,
eseguire opere o modifiche,
o variare la destinazione
d’uso indicata nel titolo, ancorché consentite dalle
norme edilizie, se ne deriva
danno alle parti comuni o individuali, o ne diminuisce
notevolmente il godimento
o il valore, o reca pregiudizio
alla stabilità, alla sicurezza o
al decoro architettonico dell’edificio. In ogni caso ne
deve dare preventiva notizia all’amministratore che
ne riferisce all’assemblea. In
mancanza di dettagliate
informazioni sul contenuto
specifico e sulle modalità di
esecuzione, l’amministratore può, previa diffida, rivolgersi all’autorità giudiziaria che provvede in via
d’urgenza ai sensi dell’articolo 1171 del Codice civile.
Parcheggio
Ridotto il quorum per la realizzazione di parcheggi da
destinare a pertinenza delle
unità immobiliari: sarà infatti sufficiente il voto favo-
revole della maggioranza
degli intervenuti all’assemblea, in rappresentanza di
almeno 334 millesimi (anziché 500), a condizione,
però, che la relativa assemble a venga convocata
nel rispetto, se del caso,
delle forma e del termine
stabiliti dal secondo comma
dell’articolo 1117-ter del Codice civile, e che la delibera
rispetti la normativa del settore.
Parti comuni dell’edificio
Elencazione
La riformulazione dell’articolo 1117 del Codice civile si
caratterizza per un’elencazione più dettagliata delle
parti comuni: fra queste gli
impianti radiotelevisivi centralizzati, anche da satellite
o via cavo.
Indivisibilità
Le parti comuni dell’edificio
non sono soggette a divisione, a meno che le stesse
siano state sottratte all’uso
comune per effetto di una
delibera adottata ai sensi
dell’articolo 1117-ter del Co-
Sostituzione e modifica
La sostituzione delle parti
comuni o la modifica della
loro destinazione d’uso, se
ne è cessata l’utilità o è altrimenti realizzale l’interesse
comune, può essere approvata dall’assemblea con il
voto favorevole della maggioranza degli intervenuti, in
rappresentanza di almeno
667 millesimi.
La delibera deve essere adottata, pena nullità, con
atto pubblico.
La convocazione di questo
tipo di assemblea dev’essere effettuata mediante
raccomandata con avviso di
ricevimento (o equivalenti
mezzi telematici) almeno 20
giorni liberi prima della data
di convocazione, e deve rimanere affissa per almeno
trenta giorni consecutivi nei
locali di maggior uso comune o negli spazi a tal fine
destinati.
Usucapione
Gli atti che comportano il godimento esclusivo di parti
comuni, salvo prova contraria, si presumono tollerati
dagli altri condomini; da ciò
deriva che tali atti, salvo non
si dimostri il contrario, non
possono essere posti a fondamento del possesso e
quindi (ricorrendone gli altri
presupposti) dell’usucapione del bene comune.
(Fine seconda puntata)
CONDOMINIO
Francesco Ganda
S
e sussistono dei vizi
negli immobili è importante che i singoli condomini agiscano in
modo diretto per rilevare i
danni sui loro beni esclusivi.
Osserviamo il caso di un giardino pensile, le cui guaine
non sono più efficienti e lasciano passare l’acqua nel
sottostante garage. Il caso è
condominiale? Il caso va trattato con diligenza impegnando le due parti a trattare
l’argomento in modo da addivenire alla conclusione
che la faccenda non riguarda
il condominio, ma i rapporti
tra due persone. Qualora
nella zona di tale giardino
passasse una tubazione condominiale e fosse rotta, in
questo caso il condominio
deve intervenire diversamente: la spesa andrà suddivisa in base al Codice civile
tra le parti in comunione.
Si tenga presente che il costruttore passati dieci anni,
per danni di questo tipo,
non è più responsabile in
quanto la garanzia – art. 1669
– è decaduta.
L’articolo 1130 del Codice civile fissa le attribuzioni dell’amministratore e fra queste vi è quella di compiere
atti conservativi dei diritti inerenti alle parti comuni
dell’edificio. L’amministratore ha quindi il potere di agire, se necessario, anche in
via giudiziale ed anche a
prescindere da una delibera
dell’assemblea per la tutela
di parti comuni da atti di trasgressione che siano fatti da
terzi.
La giurisprudenza afferma
che tra gli atti conservativi
che l’amministratore può
86 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
Parti esclusive e danni
compiere vi è quello di far
valere contro il costruttore
dell’edificio la garanzia prevista dall’articolo 1669 del
Codice civile. Secondo
questa norma il costruttore
dell’edificio risponde dei
gravi vizi dell’immobile costruito fino a dieci anni dopo
la sua costruzione, che il
vizio sia denunciato al costruttore entro un anno dalla
scoperta e che entro un anno
dalla denuncia si proceda a
far valere il diritto, sia da
colui che lo ha acquistato,
sia da un altro precedente
proprietario.
Tra i soggetti che non sono
contraenti del costruttore,
che pure hanno il diritto di
promuovere questa azione,
vi è l’amministratore del
condominio; egli ha il diritto
di far valere i vizi di cui sia affetto l’immobile nelle parti
comuni, anche quando i
danni completamente causati si ripercuotono poi nelle
proprietà individuali.
Tuttavia egli non ha il potere
di agire per ottenere il risarcimento di danni che ineriscono strettamente alle parti
esclusive. Pertanto in caso di
esistenza di vizi negli immobili e di azioni che siano state
effettuate dall’amministratore nell’interesse del condominio, è molto importante
che i condomini agiscano
personalmente per far constatare i vizi quando questi
sono riferiti alle loro proprietà esclusive. L’effetto, in
caso di omissione, è quello
di vedersi dichiarare decaduti dalla possibilità di far
valere la garanzia da perte
del giudice.
Portiamo ad esempio la seguente sentenza:
«La legittimazione dell’amministratore del condominio dal lato passivo ai
sensi dell’articolo 1131,
comma 2 del Codice civile
non incontra limiti e sussiste, anche in ordine all’interposizione d’ogni mezzo
di gravame che si renda eventualmente necessario, in
relazione ad ogni tipo d’azione, anche reale o possessoria, promossa nei confronti del condominio da
terzi o dal singolo condomino (trovando un tanto ragione nell’esigenza di facilitare l’evocazione in giudizio
del condominio, quale ente
di gestione sfornito di personalità giuridica distinta da
quella dei singoli condomini) in ordine alle parti comuni dello stabile condominiale. Ne consegue che, in
presenza di domanda di
condanna all’eliminazione
d’opere, ai fini della pregiudiziale decisione concernente la “negatoria servitutis”
non è necessaria l’integrazione del contraddittorio,
dalla legge non richiesta per
tale tipo di pronunzia, che
bene è pertanto resa nei
confronti del condominio
che è rappresentato dall’amministratore, dovendo
in tal caso essere essa intesa
quale “utilitas” afferente all’intero edificio condominiale e non già alle singole
proprietà esclusive dei condomini. (Cassazione civile,
sez. II, 10 novembre 2010).
❑
CULTURA
La Leonessa e il tricolore:
Brescia durante il Risorgimento - 3
Vittorio Nichilo
L
a storia portò molti eroi del Risorgimento a Brescia ma chi furono i Bresciani eroi nel Risorgimento? E soprattutto cosa voleva dire essere un eroe dell’epopea esaltata da molti,
criticata da altri, indifferente a nessuno che è il
cammino della nostra Unità nazionale? Un eroe
prima di diventare quel
qualcuno buono per titolarci piazze, monumenti e
scuole è stato un uomo, vissuto cercando di incarnare
1861 - 2011
coerentemente un’idea,
150° anniversario
spesso non capito dai suoi
Unità d’Italia
contemporanei, la cui fine,
non di rado violenta, è solo l’inizio di una disputa sul valore
della sua figura prima di arrivare ad una santificazione postuma soggetta a varie interpretazioni. Esemplare
dunque diventa per noi bresciani il patriota risorgimentale
Tito Speri, in grado di suscitare entusiasmi, sospetti, odi in
vita e da morto ammirazione, contese sulla sua eredità spirituale e venerazione. Fino a non molti decenni fa Tito Speri
era uno di quei personaggi che faceva parte della cultura
bresciana popolare tramandata da padre a figlio, da nonno
a nipote, come i “licinsì”, la palla elastica o la “stria dai set peten”
e queste righe sarebbero state una chiosa magari dotta ma
inutile. Oggi però è di qualche utilità ricordare o scoprire
chi fosse quello che per molti bresciani è un signor nessuno
o al massimo quel tizio col cappello da alpino su un monumento in centro città. Poche righe anche per capire le vite
postume di questo nostro patriota. Tito Speri, classe 1825,
è stato uno degli strateghi che, con don Pietro Boifava da
Serle, difese la nostra città nelle Dieci giornate del 1849 durante la rivolta contro gli Asburgo; Speri sarebbe stato impiccato a Mantova il 3 marzo 1853, nell’ambito di un’indagine austriaca che portò sulla forca anche don Enrico Tazzoli
e quelli che poi furono definiti i martiri di Belfiore. Chi fu
però l’uomo Tito Speri e da dove partì, dato che tutti i grandi
viaggi cominciano sempre con un primo passo. Ed i primi
passi, significativi, li compiamo, di solito, in famiglia. Era figlio di Giovan Battista, un apprezzato artista e restauratore,
che in gioventù era stato un soldato nell’esercito napoleonico, molto legato alla famiglia Lechi. Non a caso un fratello
di Tito si sarebbe chiamato Teodoro, come uno dei generali
Lechi che militarono con di Bonaparte. Non casuale soprattutto la predilezione del patriota, fin da giovanissimo per e88 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2
sercizi di scherma e di balistica, compiuti con gli amici grazie
ad un cannoncino nel vicolo di casa Speri: le vicende dell’Armée di Napoleone sentite raccontare dal padre dovettero
avere una presa notevole sul ragazzo, come per altro il forte
sentimento di avversione all’Austria, una costante che univa
molti reduci bonapartisti. Brillante studente nelle scuole a
san Barnaba, avrà per compagni diversi tra i nomi destinati
a brillare nelle successive vicende risorgimentali bresciani
come, uno su tutti, Lucio Fiorentini. Costante anche la sua ispirazione religiosa: sarà maestro a 18 anni nella scuola festiva di san Domenico fondata da Clemente di Rosa e nel
1846 entrerà in seminario, vocazione per altro tormentata e
guardata con tiepidezza dai superiori. Don Tagliaferri, allora
rettore dell’istituto di formazione per sacerdoti, sottolineò
come «aveva scelto quella strada più per l’opportunità che
gli veniva offerta di continuare gli studi che per vera vocazione». Il giudizio tranciante del religioso sicuramente andava a mettere in evidenza un dato di fatto: orfano di padre,
aveva tentato di proseguire il liceo classico cittadino, avendo professori eccelsi come Giuseppe Gallia, salvo poi
dirottare sul seminario e quindi al liceo di Lodi, fondamentale per la sua maturazione patriottica. Limitare la religiosità
di Tito Speri ad un fatto di opportunismo sarebbe tuttavia
semplificare una personalità che fu estremamente frastagliata. Sul patibolo dopo aver baciato il crocefisso disse
«Vengo a Voi mio Dio, vengo a Voi Gesù mio. Ricevetemi in
Paradiso». E se queste potevano essere parole dettate dalla
prossimità della morte, indicative quelle scritte in carcere
poco tempo prima in cui sospirava di «volare finalmente
nelle braccia di Colui dal quale sono disceso […] Io non
vado alla forca bensì alle nozze». Questa componente religiosa in un patriota che sarebbe diventato un deciso mazziniano dopo le Dieci giornate, quindi di fatto un anticlericale
nella coscienza dell’epoca accese il dibattito anche nelle
manifestazioni e nelle rievocazioni che di lui si fecero dopo
l’Unità. Nello scontro tra liberali e cattolici, infiammato dalla
conquista di Roma, le ricorrenze delle Dieci giornate sarebbero diventate poi esplosive, con i cattolici a sostenere il
ruolo avuto da figure come padre Malvestiti o la pietà di un
Tito Speri e di un Boifava mentre la parte avversa, come il
giornale “Farfarello” tuonava «Portano alle stelle Tito Speri
quale giovane religioso […] come va che quando doveva
essere appiccato il vostro vescovo si rifiutò di firmare la supplica all’imperatore perché gli fosse concessa la grazia della
vita?». Anche la sua partecipazione alla Prima guerra di Indipendenza e le successive vicende che lo avrebbero portato sugli spalti di Belfiore divisero contemporanei e storici.
Si arruolò nel battaglione degli studenti e nel 1848 partecipò alla marcia su Mantova, città per lui fatale. Era un entusiasta per l’aria di rivolta che torna a respirarsi nella primavera del 1849; questo ardore è però giudicato con cautela
CULTURA
tanto dagli organizzatori dell’insurrezione che vedono come
questo impegno e passione «han del fanatico» quanto dalla
polizia austriaca che lo scheda come «uno dei più attivi ed
ardenti capi della guardia nazionale». Combatté con Boifava
nelle giornate che vedranno Brescia cercare di scrollarsi il
giogo austriaco ma riesce a mantenersi clemente anche nel-
l’impeto della battaglia, salvando la vita a dei nemici, rocambolesco, sfugge alla cattura lanciando soldi ai suoi inseguitori, lucidamente critico, ammettendo che «il nemico fa
bene la guerra perché obbedisce al comando di uno solo».
Ripiegherà poi in Svizzera, a Lugano, con il nome di Antonio
Bianchini, a Torino e quindi, nel gennaio del 1850 a Brescia.
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2- 89
CULTURA
Tito Speri
I
«Èl me scüse! – èl gh’ha dit, secónd l’üsanza,
èl bòja ’n dèl mitìga al còl èl las.
«Tràtem dè amico, e mèt èl cör èn pas –
èl ghè rispónd; pò ’l varda ’n lontananza
come chi spète argü che ria da n’viaz
e ’l slónga j-öcc e ’l cönta la distanza
e finalmènt èl vèd chè la speranza
chè ’l ghia ’n dèl cör l’è dré pèr averàs.
Qui darà vita, lui un tempo con
per legna/ Tito Speri ghe la insegna». Il nopassioni monarchiche, ad un sotstro patriota per altro era stato
Cos’âràl vést?… L’Italia liberada?…
tocomitato mazziniano. Sarà atpoeta in suo, con “Igeraldo e
o fórse la sò póera Fortünina
tivo nella propaganda e nell’adchè la vignìa a compagnàl dè là?
Scomburga”, romanzo del secolo
destramento dei volontari, poco
XI, un romanzo storico. Chi fu Tito
sopra i Campiani di Collebeato.
Speri? Un patriota nell’accezione
Gh’éra miga dè sul chèla matina,
Anche in questo frangente Speri
romantica del termine ovvero otma sö la bèla fàcia ilüminada
riuscirà ad essere la famosa pietra
tocentesca, un uomo capace di
gh’éra sö ’l sul dè la felicità.
testata d’angolo, oggetto di ammislanci che la nostra sensibilità derazione e divisione. Tra i mazzifinirebbe eccessivi, capace di inniani ad esempio serpeggia il sonamorarsi con idee capaci di scalII
spetto di tradimento, di uno Speri
dare il cuore e l’azione, cosa che
doppiogiochista, spia dell’Aul’aveva portato ad essere prima
Pò ’l-ha basat i précc, èl s’è lussat
stria, elemento che avrebbe spiemonarchico e poi mazziniano,
i guancc, e ’l-è montat söl traböchèl
gato, ai contemporanei, la breve
sempre e prima di tutti sulle barrico’ la grazia d’ön spus inamorat
durata dell’esilio svizzero dopo le
cate. E come un eroe romantico
chè va a ’l-altar a benedì ’l-anèl.
Dieci giornate ed altre leggerezze
era bello, come ci ricorda un suo
con l’Austria che ad altri sarebbero
ritratto dagherrotipo, amato dalle
E, ’ntat chè ’l boja ’l ghè leàa ’l sgabèl:
costate molto. Lo stesso storico Odonne, come quella Fortunata
«Signur, vègne con Vó – ’l-ha sospirat –
dorici senza mezzi termini nel suo
Gallina o Angiolina Ferretti,
èn Paradis…», e ’n dèl mancàga ’l fiat
diario, descrivendo una nuova
madre, sembra, di Marziale, l’u’l-ha serat j-öcc e ’l-è dientat piö bèl.
serie di arresti della polizia impenico figlio nato il giorno dopo la
riale, chiosava «Nuovi arresti prosua esecuzione; come un eroe di
La séra, nat zó ’l sul, gh’è ignit du òm
babilmente per le deposizioni
Foscolo, lo scrittore mito per la gee i ’l-ha sotrat cói àlter lé pèr tèra
dello Speri che dopo le Dieci giornerazione dello Speri, aveva comsenza crus, senza cassa e senza nòm.
nate mostrò un’incongruenza di
battuto da ribelle per valori assocarattere, un ambiguità di conluti, cosa che sublimò ulteriorPò i gha cargat le furche, èl sgabelòt,
dotta da far sospettare di lui». Tra
mente la sua persona e, non ulle trè córde, la vanga e la leéra,
coloro che chiesero la grazia per il
timo, era morto giovane: con il
e j-è turnacc a Màntoa… e buna nòt!!!
patriota ci sarebbe stato poi quel
senno del poi, un predestinato a
Mazzoldi direttore del periodico
diventare un eroe. La sua aura riAngelo Canossi
austriacante e questo in un moverberò a lungo sulla Brescianità:
da “Congedo”, I e II sonetto
mento dove le cose o erano
ne fece un personaggio di prima
bianche o erano nere non fece che
grandezza il poeta Angelo Canossi
accrescere i sospetti, esacerbando e ferendo profonda- e a Tito Speri fu titolata una divisione partigiana delle
mente Speri anche in carcere. Il suo corpo ritornò a Brescia Fiamme Verdi.
solo nel 1867, accolto a porta Venezia il 15 giugno da una Indicativo anche l’uso censurato e distorto che se ne fece
grande folla, per esser poi depositato al cimitero monu- durante il fascismo. Tralasciando la titolazione di un sommentale, dopo un discorso di Giuseppe Zanardelli. Fu su- mergibile, di varie organizzazioni e di un fascio rionale a Brebito un fiorire, seppur tra divisioni, della memoria di questo scia, Speri divenne un simbolo anche per il ventennio. Ma
patriota. Nel 1878 il comune poneva una lapide sulla sua a- come? Dal 1938 si era inoltre alleati con quel tedesco, con
bitazione, tuttora esistente, in via Moretto, poco prima di “l’alman” che fino ad allora era stato il nemico atavico delle
piazzetta sant’Alessandro. Il 2 settembre 1888, la Società nostre genti, si erano andati a rimodellare termini ed obietReduci della patrie battaglie inaugurava il monumento o- tivi: la barbarie tedesca era diventata l’epica e generica ripera di Domenico Ghidoni in quella che ora è piazzetta Tito bellione allo straniero e Speri un precursore del volontaSperi. Significativa la vicenda di un termine della targa di rismo bresciano in tutte le guerre.
questo monumento: Tito era definito “glorioso delin❑
quente”, termine poi passato al più aulico “ribelle” durante
il fascismo, nel 1936. Copiosa la letteratura dedicata allo
Speri, che consisteva tanto in studi quanto in testi popolari
e dialettali: circolava un ritornello che recitava «Garibaldi l’va
90 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
CULTURA
Strade bresciane da brivido
Franco Robecchi
L’
epoca delle strade ardite e panoramiche è probabilmente finita ed è un capitolo affascinante e altamente godibile dell’arditezza costruttiva che
viene archiviato. Le strade che corrono su pendii collinari o
su erte pareti di montagne hanno sempre consentito al viaggiatore di godere straordinarie vedute sulle valli e le pianure, su burroni e su laghi, su vasti orizzonti marini o su orride gole a precipizio. Queste strade nacquero ovviamente
per necessità e furono il frutto, spesso, di complessi progetti, di pericolosi cantieri, di audaci imprese umane e tecniche. Furono percorse da viaggiatori refrattari a qualunque
sentimentalismo romanticoide, intenti com’erano a condurre trasporti rischiosi e faticosi, nel sudore e nel freddo,
badando a merci preziose, delle quali avevano la respon-
sabilità. Fra ansia e imprecazioni vi era poco spazio mentale
per il godimento del paesaggio. Immaginiamo, ad esempio,
la grande strada dello Stelvio, proprio costruita da un ingegnere bresciano, Carlo Donegani, con un progetto del 1820.
La strada, un capolavoro di ardimento costruttivo, resa nota
da mitiche tappe del Giro d’Italia e da Fausto Coppi in primis,
fu inaugurata nel 1825: 1300 metri di dislivello da Bormio al
passo, 1800 metri di discesa dal passo a Prato allo Stelvio. I
tornanti sono quaranta sul versante italiano e quarantotto
su quello che un tempo era Tirolo austriaco e oggi Alto Adige. Chi volesse percorrere la strada con spirito leggero e
non afflitto da impegni potrebbe gustare il rarefarsi dell’aria
nel sommarsi delle quote, di fronte alla distesa tersa di
monti digradanti che si rincorrono vero le valli. Il concetto di
1
92 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
CULTURA
1. La vecchia Via Mala della Val di
Scalve
2. La straordinaria strada dello
Stelvio, progettata da un ingegnere
bresciano all’inizio dell’Ottocento
“panoramico” è frutto di tempi che hanno allentato la presa
della necessità, lasciando spazio a sensazioni voluttuarie, figlie del tempo libero e della gratuità delle motivazioni. Le
strade nate per necessità, arrampicate su rocce e pendii scoscesi, lungo le coste marine o lacustri, iniziarono ad essere
segnalate, per le loro virtù emozionanti, solo a partire dalla
prima metà dell’Ottocento, a romantici in cerca di sensazioni forti, alla ricerca del “sublime”, annidato nell’orrido
della natura ammaliante e tenebrosa. La necessità divenne,
quindi, anche opportunità estetica ed emotiva, esperienza
psicologica e occasione di contemplazione della natura ma,
contemporaneamente, di orgoglio per il genio umano che
quella natura piega e ammira.
Fra le strade bresciane alcune si prestavano ad esibire suggestioni di grande respiro
panoramico, grazie alla va2
rietà dell’ambiente locale,
ricco di montagne, di valli, di
laghi. La più antica era,
forse, la cosiddetta via Valeriana, che si vuole di formazione romana. Era l’unico
percorso collegante il Bresciano con la Valcamonica,
da Ome a Pisogne, salendo
sulle montagne che si trovano fra Marone e Zone. La
vista sul Lago d’Iseo è stupenda, ma non sappiamo se
questa virtù fosse apprezzata. Gli antichi Romani avevano un gusto per la scenografia panoramica certamente simile al nostro e probabilmente anche gli antichi
Greci, se si vuole trarre una
ovvia deduzione dall’impianto di teatri come quelli
di Taormina o Siracusa, che,
dai pendii collinari si affacciano sul mare. Quanto ai
Romani, non vi è una domus al
cospetto del Tirreno che
non abbia scelto uno dei più
seducenti balconi che si
presentino all’estremità di
qualche promontorio. La cosiddetta Villa di Catullo di
Sirmione porta in casa nostra la più elevata e raffinata
sensibilità panoramica dei
nostri progenitori, con una residenza romana incastonata su
un balcone panoramico tra i più suggestivi del mondo.
Le strade bresciane dotate di virtù maliarde non mancano,
o, sarebbe meglio dire, non mancavano. La via che collega
Breno e Bienno con Bagolino, appartiene certamente a
questa nobile famiglia, tra Monte Maniva e Passo Crocedomini fra Bazena e Lago della Vacca, fra la “strada sterrata più
alta d’Europa” e le Valli Adamé e Salarno.
Non possiamo peraltro dimenticare la splendida Via Mala,
che nella Valle di Scalve, collega Dezzo con Angolo, con 13
chilometri che chiamare danteschi è dire poco, almeno
quando, sino a qualche decina d’anni fa, la via era tutta come
nacque: incastrata fra rocce e stalattiti di ghiaccio, a sbalzo
sul precipizio sul torrente Dezzo o incuneata nella fessura
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3 - 93
CULTURA
3.-7. Immagini relative alla strada
del Ponale e al suo ideatore:
Giacomo Cis
3
4
2
della parete di pietra. Poi la modernizzazione e le gallerie
della sicurezza hanno tarpato la magia della Via Mala. La
strada ha delle curiose affinità con un’altra grande via dalla
panoramicità, nel territorio pressoché bresciano, anche se
ufficialmente in area trentina. Ma siamo appena al di là del
confine e in area che i Bresciani conoscono bene e frequentano da secoli. La strada è quella del Ponale, che dalla Val
di Ledro scende, anzi, si può dire, precipita, nel Lago di
Garda di Riva di Trento. Entrambe le strade nacquero nel
clima di iniziative che un maturo Regno Lombardo Veneto
apriva all’economia commerciale, anche coinvolgendo iniziative e capitali privati. Siamo tra gli anni Cinquanta e gli
anni Sessanta dell’Ottocento, in situazioni che quasi prescindono dal pure fatale mutamento politico, che portò alla
nascita dello stato italiano. In quei due decenni vide la luce
94 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
la più importante e pionieristica ferrovia d’Italia, la Milano
Venezia. Fu in quegli anni che fu costruita anche la prima
strada che consentì un collegamento facile fra il territorio
bresciano meridionale e la Valcamonica, sino allora raggiungibile faticosamente, via terra, attraverso la citata via
Valeriana, oppure per via d’acqua, attraverso il Lago d’Iseo.
La strada costiera, da Marone a Pisogne, costruita negli anni
Cinquanta del XIX secolo, costituì una delle grandi imprese
ingegneristiche e anche uno dei gioielli paesaggistici fra le
vie bresciane. L’altra, grande impresa stradale, sarebbe
stata costituita dalla Gardesana occidentale, ma per essa si
sarebbero dovuti attendere gli anni Trenta del secolo successivo. La splendida strada del Benaco ebbe, però una
precorritrice avventura costruttiva, audacissima e, come nel
caso della Via Mala, nata per iniziativa privata. Nel caso della
CULTURA
8. (Alla pagina seguente) Veduta
della parete rocciosa del Garda
occidentale, incredibilmente
intagliata da due strade. In basso si
intravede la strada Gardesana
occidentale e, intagliata, in alto, la
strada del Ponale.
(Foto di Luigi Petrazzoli)
5
7
6
Val di Scalve il protagonista facitore, fra il 1860 e il 1864, fu il
sacerdote Pietro Boffetti, che si diede un gran da fare per
procurare denaro e approvazioni, infine incaricando del
progetto l’ingegner Fiorini, di Darfo. Nel caso della rampa
del torrente Ponale il creatore fu un altro privato cittadino:
Giacomo Cis, di Bezzecca. Il Cis era nato nel 1782 e, seppure
di umili origini, fece fortuna nel commercio, tanto da poter
impalmare una nobile di Trento. Giunto alla conclusione
della sua carriera, il Cis volle dare corpo ad una sua vecchia
aspirazione, quella di collegare con una strada la Valle di
Ledro a Riva del Garda e quindi collegare questa cittadina
con il territorio bresciano, attraverso Tiarno e il Lago d’Idro.
Anche in questo caso, ricordo che, allora, non esisteva alcun
collegamento costiero fra Gargnano e Riva.
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3 - 95
CULTURA
8
Giacomo Cis, pensò la strada negli anni Quaranta, ma poté
dare un avvio concreto alla straordinaria impresa solo dopo
i sommovimenti del ricorrente, quanto velleitario e nocivo
rivoluzinarismo, del 1848. Si dovevano percorrere circa tre
chilometri superando un dislivello di 550 metri con la pendenza media del 4,5%. Affidato il progetto ad un ingegnere
di Pergine, la strada fu strappata al precipizio della roccia,
con intagli in parete, degni di acrobati scalatori. La strada fu
aperta nel 1851.
Quando ancora era possibile percorrerla con la “corriera”
che scendeva verso Riva, era meglio augurarsi di non essere
seduti al finestrino del lato destro. In molte curve, che
spesso era possibile eseguire solo con un arresto e una manovra di retromarcia, l’occhio che avesse osato guardare
oltre il vetro non vedeva, sotto il bordo della carrozzeria,
altro che il lago, poiché la ruota del pullman era più interna
della fiancata e la prospettiva non consentiva di vedere
neppure il basso muretto che isolava il veicolo dal baratro,
nel quale sembrava di essere in procinto di precipitare. La
strada offriva, prima degli interventi che hanno creato una
via alternativa, causandone l’abbandono, una delle esperienze più sconvolgenti e attraenti del territorio gravitante
sul Bresciano. Certamente ad essa si ispirò l’ingegner Cozzaglio, quando alla fine degli anni Venti del secolo scorso,
dovette palpare metro per metro le pareti di roccia che strapiombano sul Garda per vedere dove piantare i chiodi di un
cantiere pensile, appeso alla parete, dove si sarebbe scolpita la Gardesana occidentale. Un comitato ha ottenuto di
recuperare la vecchia strada del Ponale almeno come percorso ciclabile, perché non vada persa la spettacolarità di
96 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
un terrazzo in movimento, a picco sul Garda. La si può,
quindi, ancora percorrere, anche se con minore fiato sospeso, magari dopo aver pranzato nel ristorante di Tremosine, sospeso nel vuoto, in verticale sulle acque del lago di
Garda, che sta svariate centinaia di metri al di sotto. Altro
che stress psicofisico dei macchinari di Gardaland! Le
strade con carattere fortemente panoramico, si diceva, sono
in via di estinzione. I mezzi tecnici di costruzione, e il livello
economico generale, hanno ormai, da tempo, reso competitiva la soluzione in galleria, per le strade poste in luoghi
impervi. La sicurezza è andata a discapito della suggestione. La stessa Gardesana occidentale non è più quella di
un tempo, con danno della godibilità. La costiera del Lago
d’Iseo è stata abbandonata da decenni, a vantaggio di una
strada moderna, più sicura, che ha ancora alcuni risvolti paesaggistici, ma in generale è costituita da una serie deprimente e anche preoccupante di gallerie. Per chi deve percorrere la strada, magari quotidianamente e per impellenti
ragioni di lavoro, certo è meglio la depressione di gallerie
fumose, ma con un percorso abbreviato e lineare, dell’estetica di una serpeggiante e stretta via a lago. Tuttavia vi sono
componenti, non ultima quella altrettanto seria del turismo,
che dovrebbero tenere in conto anche l’estetica paesaggistica dei tracciati stradali, secondo il principio secondo cui
non sempre il problema sta solo nel raggiungere il più velocemente possibile la meta, ma anche nel godersi il
viaggio.
❑
ETICA PROFESSIONALE
Guido Maffioletti
È
quello diffusamente divulgatoci
dai media attraverso i loro annunci spocchiosi e ingannevoli riguardo ai nostri interessi economici.
Il libero professionista,
quale lavoratore autonomo,
nella sua essenzialità, oltre
al proprio agire, deve conoscere con chi ha a che fare
nel mondo del lavoro.
Nel mondo dei furbastri e
dei furbetti dove ci capita
sempre più spesso di operare, la tentazione di mandare tutto all’aria e di conformarci all’andazzo generale,
Il mondo di B. Bat.
98 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
Il mercato fasullo
ci pressa incessantemente
da ogni dove e ci induce ad
adeguarci al volere dominante.
La nostra deontologia non è
più di moda, ci dicono, ma i
loro usi e costumi sono in
auge nei rapporti interpersonali sia pubblici che privati.
Alcune autorità pubbliche,
religiose e di casta, tentano
di ripristinare un ordine antico, ma ottengono solo biasimo e indifferenza.
Noi, conosciuti a livello individuale, partecipiamo inconsciamente al declino
della nostra professione, ma
a volte tentiamo di far sopravvivere qualcosa che ancora ci riguarda tutti, e ora,
da neo pensionati, tentiamo
di non perderlo.
Il nostro gruzzoletto formato
in anni di lavoro individuale,
ci è stato creato dalla preveggenza dei nostri predecessori, attraverso la Cassa italiana dei geometri.
La sua difesa ed il suo eventuale incremento è affidato
alla nostra esperienza in
campo economico.
Sino al giorno che si tocca
l’importo relativo alla propria pensione accreditatoci
sul conto bancario perso-
nale, quasi non ci si crede,
eppure qualcuno ha lavorato per noi e per il nostro futuro.
Ora tocca a noi investirlo in
modo appropriato alle nostre aspettative.
Amici e conoscenti si prodigano in consigli spesso contrastanti, ma noi, novelli capitalisti, non ci lasciamo
coinvolgere dal mondo finanziario e pretendiamo di
farci da soli la nostra esperienza, e così caschiamo
nelle trappole dell’incompetenza.
Dopo i primi incidenti di
percorso, ci si decide ad
ETICA PROFESSIONALE
informarsi adeguatamente e
si inizia a leggere i giornali
specializzati in materia e a
confrontarci con chi ne sa più
di noi, e qui scopriamo il
mondo del rating, dal default
dal rischio e di qualche altra
diavoleria.
Abituati da anni alla tasca
destra, sinistra e portafoglio,
dato che la vita affannosa
non ci permetteva di riflettere sul nostro futuro economico,questo inconsueto linguaggio ci sprona a conoscerlo meglio e le spiegazioni attraverso i grafici e i logaritmi ci aiutano a familiarizzare con i significati palesi
e occulti propinatici.
Non essendo esperti in comprensione di bilanci, in genere, ci affidiamo ai picchi e
agli abissi visualizzati nella
stesura degli algoritmi geometrici, ripescando nella nostra memoria scolastica sia
Pitagora che Einstein.
Questi esercizi quotidiani ci
introducono in una realtà diversa da quella dove contano i numeri, perché qua
contano le percentuali in più
e in meno.
Le formule algebriche riemergono dal nostro profondo e ci aiutano a capire meglio il senso della vita vista
nel contesto finanziario ed
economico.
Non conta più il quanto
come accumulo di capitale,
ma il quanto come disponibilità di esso, in funzione di
un servizio che si vuol ottenere attraverso la sua governabilità nel tempo.
La lettura del grafico è fatta
in modo dinamico al fine di
individuarne il trend a una
settimana, a un mese, a due
al massimo, dandoci la possibilità di correggere il peso
del capitale investito in
modo diversificato in azione
e in obbligazioni, secondo le
indicazioni del mercato borsistico.
Luigi Zingales ha così sintetizzato: «Ciò che rende l’economia di mercato superiore
a ogni alternativa non è la
saggezza e la lungimiranza
delle persone in posizione
di potere, ma la flessibilità
che il sistema possiede nel
correggere gli errori, cambiando i vertici aziendali o
deprivandoli delle risorse
per continuare. La genialità
dell’economia di mercato è
proprio quella di trasformare una comunità di persone con limitate capacità in
un sistema con un’intelligenza superiore.
Per funzionare, questo meccanismo di “trial and error” si
basa sulla competizione e
sulla buona corporate governace.
La competizione depriva di
risorse le imprese inefficienti, costringendole a
cambiare o morire. La buona
corporate governace aiuta le imprese inefficienti a cambiare, evitando loro di morire».
Ora che siamo arrivati alla
pensione, potremmo provarci e così dare una mano
concreta ai nostri giovani
colleghi.
❑
Orari di apertura al pubblico della sede del Collegio
Il Collegio è aperto al pubblico dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 12.00
Recapiti telefonici:
0303706411
lunedì-venerdì 9.00-12.00/ martedì 14.30-17.00
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Legge 818, Associazioni di categoria, Parcelle.
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Albo, Registro praticanti, Esami
di stato, Consiglio.
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lunedì-venerdì 9.00-12.00/ martedì 14.30-17.00
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lunedì-venerdì 9.00-12.00/ martedì 14.30-17.00
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0303706416
lunedì-giovedì 14.30-17.00
Gestione Corsi di Formazione e
Crediti.
Recapiti e-mail:
Presidente del Collegio
[email protected]
Sede del Collegio
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Redazione del sito
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Commissione catasto
[email protected]
Commissione urbanistica
[email protected]
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3- 99
TEMPO LIBERO
Silvio Maruffi
Foto 1
“N
ulla di nuovo
sotto il sole”: è
il commento
più appropriato al recente
torneo di tennis che si è appena concluso in quel di Cellatica.
Il nulla di nuovo può essere
inteso in senso positivo se si
riferisce al vincitore, il bravo
Fabbri, che si è laureato
nuovamente campione provinciale (lo era stato anni fa)
prevalendo non senza fatica
sul coriaceo Giribuola che il
torneo l’aveva vinto l’anno
scorso.
Il nulla di nuovo può essere
inteso in senso positivo se si
rileva che i quattro semifinalisti fanno parte di quel
gruppo ormai consolidato
che, alternandosi nelle varie
posizioni, raggiunge i primi
posti della classifica; capa-
cità personali unite ad una
costante applicazione sono
gli elementi che permettono
di ottenere continuità di risultati.
Il nulla di nuovo può essere
100 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
Auspicando la partecipazione
di nuovi atleti, concluso
il torneo di tennis per geometri
inteso viceversa in senso negativo, perché, purtroppo,
non si sono visti volti nuovi
che siano riusciti ad inserirsi
nel gruppo di cui sopra; ogni
anno si affacciano alla ribalta
tre o quattro giovani (o semigiovani) ma è raro che riescano ad emergere o, quando lo fanno, pensano bene
di seguire altre strade professionali ed abbandonare
la categoria; onore quindi ai
soliti noti anche se con un
anno in più.
I nomi dei semifinalisti del
torneo di singolare sono in
ordine Fabbri, Giribuola, Pagani e Trainini.
Di Fabbri ho già detto: è
nuovamente il campione
come lo era già stato nel
2008; nel corso degli anni
Fabbri ha affrontato avversari diversi per arrivare alle
posizioni di vertice e anche
quando non ha prevalso ha
venduto cara la pelle, sempre pronto ad approfittare di
qualsiasi passaggio a vuoto
degli avversari.
Foto 2
Di Giribuola si può dire che
pur essendo all’altezza di
Fabbri è stato tradito da uno
dei suoi non infrequenti
passaggi a vuoto che ne cararatterizzano l’azione e che
avversari tenaci e smaliziati
colgono in pieno.
Di Pagani si possono rimarcare le doti del vero sportivo: tennista provetto, ma
anche sciatore (discesista e
fondista all’occorrenza per il
bene del Collegio) e a
quanto racconta lui stesso
anche tenace ciclista; onore
al merito; se poi il figlio, futuro geometra, sull’onda
dello spirito paterno volesse e potesse in futuro rinverdire i ranghi dei geometri
sarebbe il benvenuto.
Di Trainini sono da rimarcare
la serietà, la tenacia e l’impegno con cui affronta tutte
le competizioni anche a carattere nazionale per conto
del Collegio.
Al di fuori dei magnifici
quattro di questa edizione
del torneo un particolare
cenno va fatto su Alberti: un
graditissimo ritorno il suo:
l’anima ed il protagonista
delle vittorie bresciane in
campo nazionale negli anni
scorsi ha ripreso l’attività agonistica dopo un lungo e
tormentato periodo di forzata assenza per problemi fisici che hanno intaccato la
sua qualità atletica; la partecipazione al torneo con risultati soddisfacenti non può
che far piacere a tutti i geometri bresciani appassionati di questa disciplina che
si augurano a breve una ripresa “totale” dell’attività agonistica.
I
l discorso sul torneo di
doppio si presta a
considerazioni di ben
altro genere: innanzi tutto, e
qui parlo per i non addetti ai
lavori, si deve precisare che
la formula adottata da parecchi anni è quella del
“doppio giallo” che tale non
è soltanto per il sorteggio
degli accoppiamenti che
prevedono un atleta giudicato “forte” con un altro giudicato “debole”, ma che permette il rientro in competi-
TEMPO LIBERO
Foto 1 - Alcuni partecipanti al
doppio giallo.
Foto 2 - Bosio-Willi Gares, la
Madrina del torneo, FabbriGiribuola.
Foto 3 - Fabbri, vincitore del
singolare.
Foto 4 - Giribuola, finalista del
singolare.
Foto 5 - I vincitori del doppio giallo,
Bosio e Willi Gares
“misteriose ombre o poca
luce” hanno mandato all’aria
tutte le previsioni; di contro
in doppio, luce solare permettendo, ha conquistato il
massimo alloro; il suo bravo
compagno è uno di quei seminuovi partecipanti (si era
già visto l’anno scorso) che
devono aspirare ad inserirsi
nelle posizioni di vertice.
Mi meriterei certamente una
maledizione se non menzionassi i finalisti del doppio; di
Giri-buola si è già detto, ma
una menzione particolare va
a Zaila, che dall’alto della
sua veneranda ètà (era il
In chiusura due annotazioni:
se tutto filerà liscio prima
dell’uscita delle presenti
note potrebbe essersi già
disputato un incontro interprofessionale contro gli ingegneri bresciani, che hanno
appena completato il loro
terzo torneo di tennis provinciale (i geometri lo disputano ininterrottamente
da più di quaranta anni).
A settembre si svolgeranno
ad Asti i campionati nazionali; tempi ed organizzazione delle gare e delle manifestazioni di contorno
sono oltremodo invitanti: i
meno giovane partecipante
del torneo) sa ottenere in
ogni caso lusinghieri risultati.
Un ultimo e non per questo
meno sentito cenno per il capitano non giocatore (per un
infortunio da cui si è già ripreso) Renzo Platto che
come sempre ha organizzato
in modo impeccabile il
torneo, superando non
poche previste ed impreviste difficoltà.
geometri bresciani che, oltre
ad essere stati tra i promotori della competizione
hanno onorato con la loro
partecipazione (a volte vittoriosa) la manifestazione, si
preparano a raggiungere
Asti possibilmente in buon
numero per far valere le loro
capacità.
❑
Foto 4
Foto 5
Foto 3
zione di alcuni perdenti,
anche questo a sorteggio, o
la partecipazione anche di
chi si è presentato in ritardo
all’appuntamento della
competizione.
Lo scopo principale del
doppio giallo è quello di riunire tutti i partecipanti al
torneo che dopo una mattinata di sport celebrano vittorie e sconfitte con un incontro conviviale che è il
degno coronamento della
manifestazione sportiva.
Tornando al risultato si deve
rilevare che la coppia vincente è quella formata da
Willi Gares e da Bosio; di
Willi si sa ormai tutto: “genio
e sregolatezza”; quest’anno
era accreditato più che in
passato tra i protagonisti al
vertice del torneo in quanto
sembra che si fosse impegnato con continuità nell’attività agonistica, il suo ritiro
nel corso del singolare per
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3- 101
TEMPO LIBERO
Pietro Miglioli
C
ome ormai è consuetudine anche
quest’anno è stata
organizzata dal Collegio
geometri di Brescia la gara di
tiro al piattello, che si è
svolta sul campo di tiro a
102 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
Tiro al piattello per geometri
al “Conca verde” di Lonato
volo “Concaverde” di Lonato, uno dei migliori campi
di gara a livello mondiale,
sia come struttura, sia come
organizzazione in un contesto ameno e di grande prestigio.
La partecipazione dei colleghi non è stata delle più
affollate, anche se – dato positivo – vi hanno preso parte
anche due giovani geometri
di recente iscritti all’Albo.
La gara si è svolta in un clima
di cordialità e di sincera amicizia, animata comunque
da uno spiccato spirito agonistico.
Non è il caso di pubblicare la
classifica, in quanto la vittoria è da attribuirsi a tutti i
partecipanti che, con la loro
presenza, hanno contribuito
alla realizzazione dell’incontro conclusosi come si
conviene in simili circostanze: intorno a una tavola
imbandita.
Per il futuro è auspicabile
una partecipazione più consistente: l’invito è rivolto in
particolare ai giovani che
sono il futuro della nostra categoria.
Con l’augurio di un “in bocca
al lupo” e un arrivederci al
prossimo anno, desideriamo far giungere alla signora Luisa il nostro ringraziamento più vivo per la cortesia e la disponibilità che
mette sempre a disposizione.
❑
Novità di Legge
a cura del geom. Alfredo Dellaglio
Finalità della rubrica è di contribuire all’informazione sull’emanazione di leggi, decreti e circolari pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale
della Repubblica e sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.
I lettori della rivista che sono interessati ad approfondire i contenuti delle norme sopra elencate potranno consultare gli organi ufficiali (GU e BURL) presso il Collegio dei Geometri.
Decreto Legislativo 3 dicembre 2010 n. 205
Disposizioni di attuazione della direttiva 2008/98/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008 relativa ai
rifiuti e che abroga alcune direttiva (G.U. 10 dicembre 2010 n. 288
Supplemento Ord. n. 269/L)
(In vigore dal 25 dicembre 2010)
Disciplina delle terre e rocce da scavo
Stralcio … Ai sensi dell’art. 185, comma 1 lett. c), non si applica
la parte IV del D.legvo 152/2006 per il suolo non contaminato e
altro materiale allo stato naturale escavato nel corso di attività di
costruzione a patto che venga riutilizzato ai fini di costruzione allo
stato naturale e nello stesso sito in cui è stato escavato… omissis…
Modalità per depositi temporanei …
Il decreto tratta inoltre …
- Coordinamento con sistema di tracciabilità dei rifiuti SISTRI
- Responsabilità della gestione dei rifiuti
- Regime Sanzionatorio
Decreto Ministero Economia e Finanze 3 febbraio 2011 (G.U.
9 febbraio 2011 n. 32)
Dichiarazione e versamento dei contributi dovuti alla Cassa Italiana di previdenza ed assistenza geometri.
Per effetto della convenzione stipulata fra il Ministero e la Cipag
dal 2011 la determinazione dei contributi soggettivo e integrativo
da corrispondere alla Cassa verrà determinato all’interno del Modello Unico 2011 nello specifico quadro “R”, il versamento dovrà
essere effettuato tramite Mod. F24 accise; potranno essere effettuate compensazioni con i crediti Irpef ecc.
Decreto Legislativo 3 marzo 2011 n. 28 (G.U. 28 marzo 2011 n.
71 Supplemento Ordinario n. 81)
Attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell’uso
dell’energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/Ce e 2003/30/CE (in vigore dal
29 marzo 2011).
Il decreto tratta, tra l’altro…
Regimi autorizzatori (semplificati) per la costruzione di impianti a
fonte rinnovabili
l’autorizzazione unica – la nuova procedura semplificata- la comunicazione d7attività di edilizia libera…
Fonti rinnovabili per edifici nuovi e ristrutturati…soglie previste
Premi volumetrici per maggiori coperture dei consumi di calore,
elettricità ecc.
Modifica del modulo della certificazione energetica con nuova
clausola attestante ricevuta da parte del conduttore o acquirente.
Decreto Legislativo 14 marzo 2011 n. 23
Con la pubblicazione del decreto sulla G.U. del 23 marzo 2011
entra definitivamente a regime la “cedolare secca” sui redditi di
locazione di immobili ad uso abitativo, con specifiche modalità attuative.
Notizie sull’argomento possono essere reperite anche nel Provvedimento Agenzia Entrate 7 aprile 2011 prot. 2011/55394.
Decreto Ministero Lavoro e Politiche Sociali 11 aprile 2011
(G.U. 29 aprile 2011 n. 98 Supplemento Ordinario n.111)
Disciplina delle modalità di effettuazione delle verifiche periodiche di cui all’All.VII del Decreto Legislativo 9 aprile 2008 n. 81,
nonché i criteri per l’abilitazione dei soggetti di cui all’art. 71,
comma 13, del medesimo decreto legislativo.
Il decreto definisce i criteri per l’abilitazione di soggetti pubblici e
privati che possono occuparsi delle verifiche e delle modalità di
effettuazione delle medesime in ordine al controllo sulla sicurezza,
a carico del datore di lavoro, delle attrezzature di cui all’art. 71 del
D.legvo 81/2008.
Decreto Ministero Lavoro e Politiche Sociali 4 febbraio 2011
(G.U. 11 aprile 2011 n. 83)
Definizione dei criteri per il rilascio delle autorizzazioni di cui all’art. 82, comma 1), lett. C) del Decreto legislativo 9 aprile 2008 n.
81 e successive modifiche e integrazioni(in vigore dal 26 aprile
2011).
Il decreto regolamenta il settore dei lavori elettrici sotto tensione
in relazione alle particolari metodologie dei lavori da adottare,
nonché alla particolare professionalità, e la definizione dei criteri
per il rilascio alle aziende di autorizzazioni ad effettuare lavori su
parti in tensione.
Decreto Ministero Infrastrutture e Trasporti 18 febbraio 2011
(G.U. 28 febbraio 2011 n. 48)
Disposizioni per i direttori ed i responsabili dell’esercizio e relativi
sostituti e per gli assistenti tecnici preposti ai servizi di pubblico
trasporto, effettuato mediante impianti funicolari aerei e terrestri,
ascensori verticali ed inclinati, scale mobili, marciapiedi mobili,
montascale, piattaforme elevatrici ed impianti assimilati (in vigore
dal 15 marzo 2011).
Provvedimento Agenzia Territorio 19 aprile 2011 n. 24826
Attribuzione della rendita presunta ai sensi dell’art.19, comma 10
del decreto-legge 31 maggio 2010 n.78, convertito con modificazioni dalla Legge 30 luglio 2010 n.122, e determinazione degli oneri da porre a carico dei soggetti interessati.
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3- 105
a cura del geom. Alfredo Dellaglio
Impossibilità di reperimento autorimesse
Mi trovo a dover fare un cambio di destinazione d’uso da deposito agricolo a civile abitazione, di un edificio esistente situato in una zona
edificabile, ovviamente dovrei reperire 1 mq di autorimessa ogni 10
mc di edificio che ha subito il cambio di destinazione d’uso.
La mia domanda è: se io sono impossibilitato a reperire la superficie
minima richiesta come parcamento, come posso fare? è possibile
chiedere la monetizzazione di quest’area? a quale legge posso fare riferimento?
geom. R.G.
La domanda pone una serie di approfondimenti e altrettante risposte.
1. Nei nuclei di antica formazione e nelle adiacenti zone di completamento è fattibile trovare ancora fabbricati rurali che non siano più
utilizzati ad uso agricolo e che, in base a recenti disposizioni legislative devono essere accatastati all’urbano (termine ultimo: 30 aprile 2011).
2. gli interventi da eseguire sul fabbricato oggetto del mutamento
della destinazione d’uso configurano tra quelli di ristrutturazione edilizia ai sensi dell’articolo 10, comma 1, lettera c), del Dpr n. 380
del 2001, in quanto tali interventi portano ad un organismo in tutto
o in parte diverso dal precedente.
A questo proposito è necessario precisare quanto segue:
a) la ristrutturazione edilizia è soggetta a contributo di costruzione,
non solo degli oneri di urbanizzazione e del costo di costruzione,
ma dell’eventuale maggior somma tra gli oneri di urbanizzazione
(primari e secondari) dovuti per la destinazione residenziale rispetto a quella agricola (articolo 44, comma 12, della legge regionale Lombardia n. 12 del 2005);
b) la ristrutturazione edilizia è subordinata a permesso di costruire
secondo la norma sopra richiamata, ma può essere proposta
anche con Dia (Superdia) sostitutiva del permesso di costruire
(articolo 41, comma 1, L.R. n. 12/2005);
c) di norma la ristrutturazione edilizia non è soggetta al reperimento
delle aree a parcheggio in quanto la norma generale (articolo 41
- sexies della legge n. 1150 del 1942) dispone che «nelle nuove
costruzioni ed anche nelle aree di pertinenza delle costruzioni
stesse, debbano essere riservati appositi spazi per parcheggi in
misura non inferiore ad 1 mq per ogni 10 mc di costruzione»;
3) relativamente al solo problema del reperimento delle aree a parcheggio, è opportuno però precisare:
a) spesso i PRG o i PGT contengono norme che prescrivono l’obbligo di reperimento di aree di parcheggio, in ambiti edificabili,
qualora gli interventi di ristrutturazione edilizia incidano sull’incremento del fondo insediativo;
b) le amministrazioni comunali nel predisporre i propri strumenti urbanistici, consapevoli del fatto che talvolta le ristrutturazioni edilizie, specialmente nei casi di mutamenti di destinazione d’uso
che determinano unità immobiliari nuove a cui corrispondono esigenze di parcheggi, obbligano gli interessati a reperire spazi di
sosta e parcheggi pertinenziali, fissano i parametri a cui attenersi,
non necessariamente quelli stabiliti dalla norma generale sopra
106 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
citata. Spesso le norme stabiliscono parametri diversi quali, ad
esempio, uno spazio di mq 25 per ogni unità immobiliare;
c) se le NTA dello strumento urbanistico generale prescrivono l’obbligo di reperimento, in genere, prevedono pure, nel caso di impossibilità tecnica dimostrata, di far monetizzare l’area non reperita;
d) l’eventuale monetizzazione non viene però stabilita dalle norme,
bensì attraverso una sorta di perizia in stima dell’UTC che, solitamente, fa riferimento al costo base di costruzione per metro
quadrato di spazio per parcheggio da reperire. Queste somme
sono destinate alla realizzazione di prcheggi da parte del Comune;
4. non ci sono quindi delle leggi specifiche alle quali far riferimento per
la monetizzazione delle aree di parcheggio pertinenziali.
Come sopra detto, in assenza di disposizioni normative specifiche di
attuazione dello strumento urbanistico locale, gli spazi di parcheggio
non sono dovuti per gli interventi di ristrutturazione edilizia, anche con
cambio di destinazione d’uso.
Diversamente, se le norme lo prescrivono, devono essere reperite
nella misura fissata dal PRG o PGT, ovvero, essere monetizzate all’interno della procedura edilizia (p.d.c. o Dia).
geom. Alfredo Dellaglio
Variazioni catastali
Se in una unità immobilare urbana classificata catastalmente come
C1 il quale parte è adibito a superficie di vendita (bar) e parte a servizi ed accessori vengono svolte opere in modo da creare due servizi
on luogo dell’esistente lasciando, naturalmente inalterata la superficie 46 mq… è necessaria la variazione catastale? visto che in ogni
caso prima la parte a sevizi ed accessori era divisa in tre spazi ed
anche ora sono tre spazi solo che uno spazio varia da deposito a servizio igienico?
geom. R.G.
Le modifiche degli immobili che determinano la variazione della categoria, della classe e della consistenza catastale di un immobile abbisognano della relativa variazione catastale.
Questa posizione ra già stata assunta in passato dal ministero in occasione del primo condono edilizio del 1985 in base al quale il Catasto
aveva emanato la circolare n. 3/3405/1989 con la quale sosteneva tale
posizione in ragione delle innumerevoli richieste di sanatorie edilizie
minori che implicavano conseguentemente altrettante variazioni catastali a cura del Catasto.
Tutto è rimasto inalterato fino all’emanazione delle norme relative alla
riorganizzazione delle cosiddette “case fantasma”.
La norma in argomento, infatti, impone di accatastare gli immobili abusivi, quelli realizzati in difformità dal titolo abitativo e quelli oggetto
di modifiche o variazioni.
Queste ipotesi impongono, di fatto, un nuovo classamento, ovvero,
una variazione catastale.
Le modifiche o le variazioni edilizie dell’unità immobiliare che determinano, come abbiamo già detto, una diversa categoria catastale,
ovvero una diversa classe o consistenza catastale, debbono essere
perfezionate presso l’Agenzia del Territorio. Ne consegue, quindi, di
verificare le suddette condizioni al fine di stabilire o meno l’obbligo
della variazione catastale.
geom. Antonio Gnecchi
Realizzazione autorimessa
quale parcheggio pertinenziale
Se realizzo un’autorimessa a confine il Comune può chiedrmi il pagamento degli oneri? l’aumento del volume è minore del 20% e l’autorimessa è parificata a opera di urbanizzazione primaria… o c’è qualcosa
che mi sfugge?
geom. R.G.
La realizzazione di una autorimessa, in Lombardia, ai sensi dell’articolo 69 della legge regionale n. 12 del 2005, quale parcheggio pertinenziale, realizzata anche in eccedenza rispetto alla quota minima richiesta per legge, costituisce opera di urbanizzazione e il relativo titolo abitativo è gratuito.
geom. Antonio Gnecchi
Differenza tra Dichiarazione di inizio
attività e Denuncia di inizio attività
La definizione “dichiarazione di inizio attività” prende origine dall’articolo 19 della legge n. 241 del 1990 che ha portato, a seguito della
sua evoluzione, all’applicazione della Scia, anche in edilizia.
La Dia è, invece, un titolo abilitativo che si rinviene all’interno sia del
Testo Unico dell’edilizia approvato con Dpr 6 giugno 2001, n. 380, sia
nella legge regionale della Lombardia n. 12 del 2005 (articoli 41 e 42).
Dopo un primo momento di incertezza, il ministero per la Semplificazione Normativa, con nota del 16 settembre2010 ha avuto modo di
delineare l’esatto ambito di operatività della Scia in campo edilizio.
Nell’ottobre 2010 anche la Regione Lombardia ha emanato un comunicato con il quale esprime una sua valutazione sulla Scia introdotta dall’articolo 49 del decreto legge n. 78 del 2010.
Nello stesso si ribadisce l’applicabilità della nuova disciplina anche in
edilizia chiarendo che la Scia può sostituire solo la Dia “ordinaria”, non
anche la Dia alternativa al permesso di costruire (Superdia) e più precisamente per i seguenti interventi edilizi:
1. interventi di manutenzione straordinaria non liberalizzati, ovvero
eccedenti rispetto alla previsione di cui all’articolo 6, comma 2, lettera a), del Dpr 380/2001;
2. interventi di restauro e rissanamento conservativo;
3.interventi di ristrutturazione “leggera”, ovvero non rientranti nella
fattispecie di cui all’articolo 10, comma 1, lettera c), Dpr 380/2001.
La stessa Regione Lombardia, con il Comunicato della Direzione Generale Territorio e Urbanistica dell’8 ottobre, ha ribadito l’applicabilità
della Scia all’edilizia per gli interventi sopra precisati.
Entrambe le note sono a conoscenza dei Comuni, i quali non possono
esimersi dall’accettare la Scia in luogo della Dia.
Ciò non toglie, però, che i committenti (e i professionisti) presentino
la Dia per gli stessi interventi, determinando un diverso tipo di procedura e di responsabilità.
Si tenga conto inoltre che la stessa Regione Lombardia, proprio in merito all’articolo 19 della legge n. 241/1990, ha inviato a tutti i Comuni
della Lombardia, le prime indicazioni applicative (16 marzo 2001, n.
D1.2011.2356 prot.), con le quali ribadisce ulteriormente l’applicabilità della Scia al settore edilizio, specificando le attività sopra richiamate.
geom. Antonio Gnecchi
Legge 10/91
Dovrei fare un cambio d’uso da garage a negozio di vicinato in cui verrà
installata una stufa a pellet con potenza < 15 Kw; posso evitare di redigere la l. 10/91 e se in caso contrario devo verificare solamente le
superfici disperdenti nuove (sostituisco la basculante con vetrate)
mentre le pareti esistenti non sono oggetto di opere (ma non rientrano
nelle verifiche).
geom. T.M.
Innanzi tutto bisogna chiedersi se sia possibile trasformare il garage
in negozio. Questo mutamento di destinazione d’uso dve, in primo
luogo, essere conforme alla disciplina urbanistica locale.
Deve, inoltre, avere requisiti igienico-edilizi (quali, ad esempio, l’altezza di m 2,70, Rai a norma del RCI), e magari la dotazione di parcheggi in base all’eventuale disciplina sul commercio contenuta nelle
NTA dello strumento urbanistico generale.
Non ritengo che la semplice trasformazione da garage a negozio implichi la presentazione di progetto di contenimento energetico (D.lgs.
n. 192/2005 5 D.lgs.311/2006) in quanto la tipologia dell’intervento edilizio proposto, riguarda solo l’installazione di un impianto di riscaldamento, che deve rispettare le norme e i parametri prescritti per gli
impianti termici.
Non mi sembra però che l’installazione di una stufa a pellet possa costituire un impianto atto al risparmio energetico ai sensi di legge.
Peraltro la stufa dovrebbe essere dotata di filtro e avere uno scarico
all’esterno che rispetti le norme in materia di emeissioni in atmosfera
(vedi Regolamento locale d’igiene).
Si tenga conto che, se non si mettono in atto gli accorgimenti tecnici
di cui sopra, in Lombardia vige una disposizione che vieta, in territori
a quota inferiore a 300 m s.l.m. di utilizzare fuochi o stufe a fiamma libera.
geom. Antonio Gnecchi
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3 - 109
Aggiornamento Albo
Iscrizioni all’Albo con decorrenza 16 maggio 2011
N. Albo Nominativo
Luogo e data di nascita
Residenza
6121
Carioni Bernardo
Crema (Cr) 15/10/1969
25030 Paratico (Bs) via Mazzini 44/A int. 15
6122
Gandolfi Luca
San Remo (Im) 28/15/1973
25133 Brescia via Sguas 37
6123
Ceresetti Roberta
Brescia 17/10/1978
25055 Pisogne (Bs) via Castrino 9
6124
Franzelli Loris
Orzinuovi (Bs) 25/06/1983
25030 Roccafranca (Bs) via Donizetti 39
6125
Bolis Stefano
Brescia 19/08/1987
25126 Brescia via Violino di Sopra 128/B
6126
Bozzoni Chiara
Orzinuovi (Bs) 02/02/1988
25027 Quinzano d’Oglio via Adamello 8
6127
Mosca David
Manerbio (Bs) 03/11/1984
25026 Pontevico (Bs) via Padri Giuseppini 42
su trasf.da Cremona)
(su trasferimento da Imperia)
Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 20 gennaio 2011
N. Albo Nominativo
Luogo e data di nascita
Residenza
Motivo
964
Rovato (Bs) 11/10/1936
25039 Travagliato (Bs) via Gramsci 12/14
Decesso
Gritti Angelo
Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 29 marzo 2011
N. Albo Nominativo
Luogo e data di nascita
Residenza
Motivo
280
Brescia 13/10/1919
25123 Brescia via Varisco 11
Decesso
Rezzola Lorenzo
Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 10 aprile 2011
N. Albo Nominativo
Luogo e data di nascita
Residenza
Motivo
2415
Brescia 07/11/1951
25079 Vobarno (Bs) via Campagnola 1
Decesso
Rizza Raffaele
Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 16 maggio 2011
N. Albo Nominativo
Luogo e data di nascita
Motivo
25080 Manerba d./Garda (Bs) vicolo del Poggio 6
Dimissioni
3995
Bettoni Valerio
1694
Monti Martinengo Gianpaolo Brescia 09/01/1943
25121 Brescia via Gramsci 24
Dimissioni
3056
Moreschi Aldo
Brescia 22/01/1957
25080 Botticino (Bs) via F. Carini 62
Dimissioni
5488
Tiboni Mauro
Salò (Bs) 24/06/1968
25079 Vobarno (Bs) via Nalmase 4
Dimissioni
2929
Zannella Valter
Roma 20/11/1948
25086 Rezzato (Bs) via Michelangelo 1/A
Dimissioni
110 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/3
Salò (Bs) 09/06/1958
Residenza